Nell’ultimo scorcio del Settecento, con l’irrompere dell’armata francese in Italia, si assiste a un proliferare di cronache, memorie, diari, nei quali i Una storia di Verona contemporanei fissano gli avvenimenti, epocali, che andavano accadendo sotto i loro occhi. Alcuni di questi scritti, lungi dall’essere mere elencazio- a cura di Fabrizio Bertoli ni di fatti, superano lo stile cronachistico, indagando e interpretando le tra sette e ottocento cause e le connessioni tra gli accadimenti, talvolta con una certa consape- volezza metodologica. La cronaca di Girolamo de’ Medici, nobile veronese È questo sicuramente il caso della cronaca del veronese conte Girolamo de’ Medici, il cui manoscritto originale, autografo, è conservato presso la Biblioteca Civica di Verona. Si tratta di una delle fonti più importanti per la ricostruzione della storia di Verona alla fine del Settecento, che merita a cura di Fabrizio Bertoli di essere letta e conosciuta oltre la stretta cerchia degli specialisti. Le vi- cende della “grande storia” sono registrate velocemente dalla penna del- l’autore, insieme con le vicende quotidiane: dalla partenza del conte di Lilla (il futuro Luigi XVIII) da Verona all’arrivo del generale Bonaparte, ombre corte dalle varie battaglie alle “Pasque veronesi”, dalla proclamazione della Municipalità democratica alle vicende della Sala di istruzione pubblica. A tra sette e ottocento Una storia di Verona queste, egli aggiunge poi commenti, anche sapidi, su alcune personalità cittadine del tempo, in un fascicoletto a parte di “Annotazioni secrete”. È una testimonianza ricca e vivace della vita cittadina negli ultimi anni del Settecento e, al tempo stesso, un testo da leggere non solo per ricavare in- formazioni sui fatti, ma anche per ricostruire mentalità, concezioni, sim- patie, timori, idiosincrasie dell’autore, frutto, in parte, della sua apparte- nenza a un determinato ambiente socioculturale. Come evidenzia il curatore nella sua introduzione, Girolamo de’ Medici si muove tra “onorevole condotta” e “lodevole moderazione”, vera cifra della sua esistenza, e della sua opera ora a disposizione dei lettori. FABRIZIO BERTOLI, Direttore della Biblioteca Centrale “E. Meneghetti” dell’Universi- tà di Verona, ha pubblicato saggi sul giornalismo a Verona e sulle biblioteche verone- si; in particolare, ha curato, con Daniela Brunelli, l’esposizione e il catalogo Il gior- nale e la città: la stampa periodica in Società Letteraria, 1808-1915 (Verona, 1993) e, in collaborazione con Marianna Gemma Brenzoni e Alberto Raise, la Guida alle biblio- teche di Verona e provincia (Verona, 1998). ombre corte Euro 25,00 ISBN 88-87009-81-3 Una storia di Verona tra sette e ottocento La cronaca di Girolamo de’ Medici, nobile veronese a cura di Fabrizio Bertoli prefazione di Gian Paolo Romagnani ombre corte Biblioteca Civica di Verona. Studi e Cataloghi, 37 Pubblicato con il contributo del Dipartimento di discipline storiche, artistiche, archeologiche e geografiche dell’Università di Verona. Fondo di finanziamento di progetti di ricerca di Ateneo (2004-2005): “Fonti, carteggi ed epistolari italiani del Settecento” (responsabile scientifico: prof. Gian Paolo Romagnani) Prima edizione dicembre 2005 © ombre corte via Alessandro Poerio, 9 - 37124 Verona Tel./fax: 045 8301735; e-mail: [email protected] www.ombrecorte.it Progetto grafico copertina: ombre corte Immagine di copertina: Veduta del ponte del Castel Vecchio di Verona presa in Campagnola alla Catena, Verona, Moroni, inizi secolo XIX (conservata presso la Biblioteca Civica di Verona, sezione stampe). Particolare. ISBN 88-87009-81-3 Indice IX Prefazione di Gian Paolo Romagnani Una “lodevole moderazione” e una “onorevole condotta” La vita e l’opera di Girolamo de’ Medici (1774-1841) di Fabrizio Bertoli XV Premessa CAPITOLO PRIMO Origini e vicende della famiglia de’ Medici XVII 1. Dal secolo XIV al secolo XVII XXI 2. La famiglia nella prima metà del secolo XVIII XXII 3. La famiglia nella seconda metà del Settecento: Lodovico Maria de’ Medici CAPITOLO SECONDO Girolamo de’ Medici XXX 1. Gli anni giovanili e dell’impegno pubblico 1.1 La giovinezza 1.2 Gli incarichi politici in età napoleonica 1.3 Gli incarichi politici sotto gli austriaci XLVII 2. Le “cure” domestiche e le “passioni” genealogiche di Girolamo CAPITOLO TERZO La cronaca di Girolamo de’ Medici LX 1. Lo stile: fra cronaca e storia LXVI 2. Il problema delle fonti LXX 3. Memorialistica e spirito pubblico tra Sette e Ottocento CAPITOLO QUARTO La realtà politico-sociale di fine Settecento nel giudizio di Girolamo de’ Medici LXXV 1. Le forze in campo: esercito francese ed esercito austriaco LXXXI 2. La Repubblica di Venezia: politica interna e internazionale LXXXIV 3. Atteggiamenti della popolazione veronese tra l’ingresso francese e le Pasque veronesi LXXXVII 4. Le Pasque veronesi XCII 5. La rivoluzione, i rivoluzionari, il periodo democratico CI Conclusioni CVII Descrizione del manoscritto CX Criteri di trascrizione Vicende sofferte dalla provincia veronese nel finire del secolo XVIII e nel cominciamento del XIX di Girolamo de’ Medici 3 Avviso 5 Epoche 7 EPOCA PRIMA Partenza del conte di Lilla da Verona; ingresso de’ francesi, e resa a questi della città di Mantoa 55 EPOCA SECONDA Avvenimenti dopo la resa di Mantoa e sommossa de’ veronesi contro i francesi 111 EPOCA TERZA Stato di Verona caduta in mano de’ francesi e sotto il governo democratico. Ingresso degli imperiali; nostra condizione sotto di questi fino alla rottura di pace di Campo Formido 147 EPOCA QUARTA Fatti seguiti dopo la rottura di pace di Campo Formido fino all’armistizio di Alessandria 153 Annotazioni secrete alla Memoria 157 Indici A Rosanna e Giulia Prefazione di Gian Paolo Romagnani La cronaca veronese del conte Girolamo de’ Medici, pubblicata ora da Fabrizio Bertoli, si affianca felicemente al diario dell’oste delle “Tre coro- ne” Valentino Alberti, riscoperto e pubblicato pochi anni or sono da Mau- rizio Zangarini 1. Entrambi i testi sono una testimonianza vivace e ricchissima della vita cittadina dell’ultimo decennio del Settecento, fra la caduta della Serenissi- ma e la cessione di parte del Veneto all’Austria, e al tempo stesso un testo da leggere non solo per ricavarne delle informazioni sui fatti, ma soprat- tutto – come osserva Bertoli – per ricostruire “mentalità, concezioni, sim- patie, timori, idiosincrasie degli autori, frutto anche della loro appartenen- za ad un determinato ambiente socioculturale”. Le vicende della “grande storia” sono infatti registrate velocemente dalla penna di Girolamo de’ Medici, insieme con le vicende quotidiane: dalla partenza del conte di Lil- la – ossia del futuro re di Francia Luigi XVIII – da Verona all’arrivo del ge- nerale Bonaparte; dalla sommossa antifrancese dell’aprile 1797 (le cosid- dette “Pasque veronesi”) alla proclamazione della Municipalità democrati- ca; dall’occupazione austriaca al ritorno dei francesi. Il cuore della crona- ca riguarda dunque i convulsi eventi compresi tra la primavera del 1796 e l’estate del 1797. Insieme alla corrispondenza privata e al diario, anche una cronaca co- me quella composta da Girolamo de’ Medici appartiene dunque – almeno in parte – a quel genere di “scrittura primaria”, o di “scritture dell’io”, che la storiografia socio-culturale più avveduta va riscoprendo da qualche tem- po 2. Si tratta di “un genere composito nel quale si snodano pubblico e pri- vato, idee e cultura, sfoghi dell’animo, vita quotidiana e avvenimenti della 1 V. ALBERTI, Il diario dell’oste. La Raccolta storica cronologica di Valentino Alberti (Verona 1796-1834), a cura di M. Zangarini, Verona, Cierre, 1997. 2 Cfr. R. CHARTIER, “Le pratiche della scrittura”, in PH. ARIÈS, G. DUBY (a cura di), La vita privata dal Rinascimento all’Illuminismo, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 76-117. X UNA STORIA DI VERONA TRA SETTE E OTTOCENTO grande storia” 3. Il rapporto stretto fra passato, presente e futuro, nel mo- mento in cui gli eventi divengono oggetto di cronaca, si complica: la storia viene filtrata dalla memoria e la memoria si fa storia. Le pagine di Girolamo de’ Medici sarebbero state scritte, infatti, a bre- ve distanza dagli eventi, sulla base di appunti annotati su “volanti cartac- ce”, successivamente trascritti “in più ordinata serie” ed infine rielaborate a circa quattro anni di distanza. “Il problema di individuare col maggior grado di approssimazione la data di stesura della cronaca – osserva Berto- li nell’introduzione al testo – non è questione indifferente, in quanto ci permette di valutare se realmente l’autore scriva sotto l’urgenza degli av- venimenti, o se invece il testo esprima sue personali convinzioni, pareri, antipatie, conoscenze, più meditati”. Anche la distanza di pochi mesi o di pochi anni, in questo caso, implica una diversità di giudizio; ed il conte Gi- rolamo de’ Medici non è un semplice cronista, bensì è già un interprete di eventi a lui contemporanei. Testimone diretto (e indiretto) e al tempo stes- so storiografo. Fabrizio Bertoli affronta con grande consapevolezza il pro- blema delle fonti – scritte e orali – del de’ Medici, individuandole, oltre che nei proclami militari, negli atti ufficiali ed amministrativi e nella lette- ratura politica circolante, anche nella rete delle amicizie del cronista e nei fitti carteggi intercorsi in quei mesi fra Verona e il contado. Nell’ampio saggio introduttivo Fabrizio Bertoli ricostruisce dettagliata- mente la vita e le vicende familiari del nobile Girolamo de’ Medici (1774- 1841), collocandone l’opera sullo sfondo della crisi dell’antico regime
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