Sviluppo Locale. Europa E Nazionalismi. Territorio E

Sviluppo Locale. Europa E Nazionalismi. Territorio E

L’ebook è molto di + Seguici su facebook, twitter, ebook extra https://www.culturedeldissenso.com/ La presente ricerca è stata realizzata con il contributo del Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia (FORLILPSI) dell’Università di Firenze (Fondi “Bando di Ateneo per il finanziamento di progetti competitivi per Ricercatori a Tempo Determinato dell’Università di Firenze” e budget ricerca di Ateneo 2019) © 2019 goWare, Firenze, prima edizione ISBN: 978-88-3363-292-6 Redazione: Luca Martinelli Copertina: goWare è una start-up fiorentina specializzata in nuova editoria Fateci avere i vostri commenti a: [email protected] Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio ad Alice Mazzoni: [email protected] L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti iconografiche o dei brani riprodotti nella presente opera. Diffusione e conservazione del Magnitizdat: i protagonisti BIBLIOGRAFIA: Ėtkind, E., “Dvadcat’ let spustja”, in Grossman, V., Žizn’ i sud’ba, L’Age d’Homme, Losanna 1980: V-XI. Vojnovič, V., “The Life and Fate of Vasily Grossman and His Novel”,Survey: A Journal of East and West Studies, 1, 1985: 186-88. Bočarov, A., Vasilij Grossman: Žizn’, tvorčestvo, sud’ba, Sovetskij pisatel’, Moskva 1990. Bit-Junan, Ju., “Polemika o tekstologiceskoj korrektnosti sovetskich izdanij romana V.S. Grossmana Žizn’ i sud’ba”, Vestnik RGGU. Serija Istorija. Filologija. Kul’turologija. Vostokovedenie, 1, 2018: 101-107. Magnitizdat Diffusione e conservazione del Magnitizdat: i protagonisti ✑ Giulia De Florio DATE : 1950 – 1990 LUOGO: Mosca, Leningrado DESCRIZIONE: Il fenomeno della circolazione clandestina di nastri magnetici e supporti sonori ebbe una diffusione capillare in tutta l’Unione Sovieti- ca, ma si concentrò in alcune cerchie o orbite di persone che ruotavano intorno ai Klub samostojatel’noj pesni (Club della canzone indipendente, KSP) e, soprattutto, intorno ad alcuni raccoglitori o collezionisti. Il nume- ro esatto è difficile da stabilire, tuttavia emergono dal novero dei giovani entusiasti e degli appassionati di musica alcune figure che contribuirono in modo decisivo alla divulgazione e, in seguito, alla conservazione di questi materiali sonori. Si tratta di persone molto diverse per formazione, interessi e grado di coinvolgimento nel processo di diffusione del materiale sonoro attraverso canali non ufficiali: alcuni erano già molto attivi nell’ambito del samizdat, altri limitarono la propria attività a un particolare genere o perio- do della loro vita. In ordine cronologico, uno dei primi protagonisti è Ėdmond Nikolaevič Dëmin (1929-1997) il cui patrimonio, a partire dalla fine degli anni Novanta (1998 circa), viene conservato e ampliato da Pëtr Trubeckoj (1958) diventan- do così uno dei più importanti archivi sonori (fonoteka) tuttora presenti in Russia. Ėdmond (Ėdik) Dëmin dirigeva la Sezione municipale di Mosca del turismo acquatico, ma era ben più noto tra i giovani del dopoguerra per aver iniziato, a partire dai primissimi anni Cinquanta, a registrare tutto ciò che riusciva ad ascoltare: concerti, canzoni eseguite sui treni a breve percorren- za e durante i grandi raduni (slët) al di fuori dei centri abitati, nei territori, 335 Parte II. I Canali del Dissenso | Area orientale spesso periferici, dell’Unione Sovietica. Dëmin divenne ben presto il centro propulsivo del primo magnitizdat, attorno a lui si riunivano molti entusiasti della poesia cantata – sia autori, sia interpreti – in quanto molte canzoni, in quei primi anni, si potevano ascoltare soltanto a casa sua. Alla sua morte la moglie, Zarja Akeksandrovna, e la figlia Marija, si rivolsero a Pëtr Trubeckoj per chiedergli come disporre, nel miglior modo possibile, dell’archivio. Tru- beckoj decise allora di assumersi la responsabilità della conservazione del lascito di Dëmin, scansionò tutti i suoi taccuini e digitalizzò l’archivio. Per svolgere al meglio questo complesso lavoro Trubeckoj si avvalse dell’aiuto di un amico di Dëmin, Viktor Vladimirovič Redin (1934), anch’egli archivi- sta e curatore di fonoteche, che nel 1962 era stato introdotto da Dëmin nel mondo dei KSP. L’archivio di Redin è ora curato da Trubeckoj. A Leningrado, invece, sia sul fronte del samizdat sia su quello del ma- gnitizdat era attivo Vladimir Jakovlevič Kovner (1937-), ingegnere mecca- nico e traduttore, emigrato nel 1979 negli Stati Uniti. Tra il 1960-1961 in- staurò i primi rapporti con alcuni appassionati della musica “non di massa”, tra cui Michail Černichovskij (1938-2001), in seguito «uno dei più attivi diffusori del magnitizdat e del samizdat a Piter» (Kovner 2004). Nei primi anni Sessanta, nell’atmosfera di relativa distensione e libertà del periodo del disgelo, Černichovskij soleva trasmettere, durante la pausa pranzo della radio locale, canzoni di Bulat Okudžava, Aleksandr Vertinskij e molti altri, registrate da Kovner, finché l’iniziativa non attirò l’attenzione della diri- genza del Partito e venne pertanto sospesa. Un decennio più tardi, nel 1973, Černichovskij fu il curatore di una raccolta di canzoni di Aleksandr Ga- lič, corredata da alcuni scatti del giornalista e fotografo Michail Balcvinik (1931-1980), a sua volta attivo diffusore di materiale in samizdat e grande collezionista delle canzoni di Aleksandr Vertinskij. Nelle dinamiche di diffusione di tracce sonore spesso la tecnologia svol- geva un ruolo di primaria importanza, soprattutto per quanto riguardava la qualità del materiale registrato. Per tale motivo nel 1962 il nome di Boris Ra- chlin acquistò un certo rilievo, grazie all’ingombrante apparecchiatura instal- lata nel monolocale a Leningrado in cui viveva con la moglie e due figli; grazie a questo strumento la qualità delle registrazioni aumentò notevolmente, dan- do un nuovo impulso alla loro diffusione. Nel 1973 Rachlin realizzò un album dal titolo Blatnye pesni (Canzoni della mala) in cui egli, imitando la voce del celebre cantante Leonid Utësov, interpretava un ciclo di canzoni della mala e che in brevissimo tempo si diffuse per tutto il Paese come “nastro di Utësov”, con grande disappunto dello chansonnier russo che non apprezzò l’idea. Un altro Rachlin, Gidalij (Gennadij) Moiseevič (1906-1967) si fece pro- 336 Diffusione e conservazione del Magnitizdat: i protagonisti motore di tre iniziative di grande rilievo nella storia della canzone d’autore degli anni Sessanta. Ex direttore del Negozio dell’Unione degli Scrittori sul Nevskij Prospekt, dopo essere stato condannato per il “Leningradskoe delo” (Affare di Leningrado, è stata una serie di processi svoltisi a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta contro alcuni esponenti politici di spicco accusati di atteggiamenti ostili al governo) e aver scontato la sua pena nei lager staliniani (1949-1956), venne riabilitato dallo Stato sovietico e diven- tò direttore del negozio di poesia accanto al teatro Marinskij, al cui interno ben presto si formò una sorta di club di appassionati di poesia. Nel 1965 dopo la messa in scena de L’anima buona di Sezuan di Bertold Brecht il di- rettore dell’allora appena nato Teatr na Taganke, Jurij Ljubimov, insieme ad alcuni attori della troupe fu invitato a casa di Gidalij e Lija Jakovlevna Ra- chlin. Tra gli attori presenti c’era anche Vladimir Vysockij a cui Ljubimov chiese di cantare alcune canzoni. Il 23 aprile del 1967 si ripeté l’incontro, e un terzo avvenne il 9 maggio 1967. Come sottolinea Kovner, «Questi tre concerti casalinghi di Vladimir Vysockij e di altri attori del Taganka a casa di G. M. Rachlin sono stati senza dubbio un evento significativo nella sto- ria dello sviluppo e della diffusione delle canzoni dei bardi» ibid.( ). A partire dalla metà degli anni Sessanta il destino della «poesia con la chitarra» si legò sempre di più al nome di Vladimir Frumkin (1929-), musi- cologo, scrittore, giornalista radiofonico, docente di lingua russa, specialista dell’opera di Dmitrij Šostakovič e uno dei primi teorici della canzone d’au- tore che in quegli anni non aveva ancora uno statuto di genere ben definito. Dal 1964 al 1968 fu il conduttore delle serate letterarie e musicali del cele- bre Vostok, il primo club di «poesia con la chitarra» nato all’interno della Casa della Cultura degli operai dell’industria alimentare di Leningrado. Di Frumkin rimase celebre la relazione Muzyka i slovo (Musica e parola), letta nel maggio del 1967 sulle rive del fiume Kljaz’ma, nei pressi di Petuški (Vla- dimirskaja oblast’) durante il primo Seminario nazionale sui problemi della canzone indipendente (d’autore), a cui presero parte molti autori di Mosca, Leningrado, Novosibirsk e Minsk. Frumkin strinse presto amicizia con Bulat Okudžava, Aleksandr Ga- lič, Julij Kim, Aleksandr Gorodnickij e molti altri, mantenendo i rappor- ti anche dopo l’emigrazione negli Stati Uniti, nel 1974, quando iniziò a dedicarsi attivamente alla promozione dei poeti con la chitarra in terra nordamericana. Ricorda Kovner che, nei giorni precedenti la partenza di Frumkin, egli aveva preparato con Michail Kryžanovskij (1943-1994) 12 cassette contenenti registrazioni di buona qualità di canzoni di vari autori. Frumkin prese con sé le cassette di Okudžava e di Vysockij, mentre preferì 337 Parte II. I Canali del Dissenso | Area orientale spedire quelle di Galič tramite l’ambasciata americana. Alla dogana, gli ad- detti smagnetizzarono tutti i nastri che Frumkin aveva tentato di far uscire dall’URSS, mentre il pacco con i nastri di Galič scomparve misteriosamen-

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