Il Mare Appassito: La Ballata Di Rudi Di Elio Pagliarani

Il Mare Appassito: La Ballata Di Rudi Di Elio Pagliarani

Christian Eccher IL MARE APPASSITO: LA BALLATA DI RUDI DI ELIO PAGLIARANI Novi Sad 2018 UNIVERSITÀ DI NOVI SAD FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA 21000 NOVI SAD via Dr Zorana Đinđića, 2 www.ff.uns.ac.rs Redattore esecutivo Prof. dr Ivana Živančević Sekeruš Christian Eccher IL MARE APPASSITO: LA BALLATA DI RUDI DI ELIO PAGLIARANI Recensenti Prof. dr Aleksandra Blatešić Prof. dr Elis Deghenghi-Olujić Prof. dr Sanja Roić Correzione delle bozze Enrica Pisano Foto di copertina Dario Froio Impaginazione e copertina Igor Lekić ISBN 978-86-6065-493-1 Novi Sad 2018 Questo libro è nato nell’ambito del progetto numero 178002 “Lingue e Culture nel Tempo e nello Spazio” finanziato dal Ministero dell’Istruzione, della Scienza e dello Sviluppo Tecnologico della Repubblica di Serbia. Ova knjiga je nastala u okviru projekta br. 178002 Jezici i kulture u vremenu i prostoru koji finansira Ministarstvo prosvete, nauke i tehnološkog razvoja Republike Srbije. INDICE INTRODUZIONE ............................................................................................................................... 5 CAPITOLO PRIMO PAGLIARANI NEL CONTESTO STORICO E LETTERARIO DEGLI ANNI CINQUANTA ...................................................................................................................................... 9 CAPITOLO SECONDO PAGLIARANI FRA AVANGUARDIA E SPERIMENTALISMO: GLI ANNI SESSANTA E LA PRODUZIONE POETICA SUCCESSIVA ....................................................................... 27 CAPITOLO TERZO LA BALLATA DI RUDI: STRATEGIA COMPOSITIVA E NODI TEMATICO- STILISTICI PRINCIPALI ............................................................................................................. 47 CAPITOLO QUARTO ROSSO, CORPO, LINGUA, ORO, POPE, PAPA, SCIENZA: IL DOPPIO TRITTICO DI NANDI ............................................................................................................................................... 62 CAPITOLO QUINTO LA PRIMA PARTE DELLA BALLATA: LE SEZIONI I-IX ................................................... 84 CAPITOLO SESTO LE SEZIONI IX-XXI E LA SECONDA PARTE DELLA BALLATA DI RUDI ................. 114 CAPITOLO SETTIMO I RAPPORTI DELLA BALLATA DI RUDI CON IL CENTRISMO INTERLETTERARIO DELL’EUROPA OCCIDENTALE ............................................................................................. 149 BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................ 164 INTRODUZIONE La prima stesura di questo lavoro sulla Ballata di Rudi risale a circa 18 anni fa. È la mia tesi di laurea che, dopo circa tre lustri, ho deciso di riprendere in mano. Rileggendo quanto avevo scritto da studente mi sono reso conto, con stupore, non solo di quanto il saggio sia ancora attuale ma anche che Pagliarani aveva previsto, con largo anticipo e lungimiranza, ciò che sarebbe successo alla società italiana nei primi due decenni del nuovo Millennio. Per questa ragione, ho modificato molto poco rispetto alla prima inedita edizione e mi sono limitato ad aggiustare e correggere piccoli dettagli, oramai diventati anacronistici. La struttura del saggio è rimasta inalterata, così come la fondamentale premessa teorica che sta alla base della mia ricerca, la convinzione che non si possa considerare la letteratura come un fenomeno esclusivamente nazionale: l’analisi dell’opera di Pagliarani, che occupa i capitoli III-VI del presente volume, e quella concernente l’evoluzione poetica dell’artista romagnolo dai suoi esordi fino a oggi, presente nei primi due capitoli, vengono da me inserite in quel contesto che Dionýz Ďurišin definisce letteratura mondiale1. In questa monografia sulla Ballata di Rudi non trascuro infatti i rapporti che legano la poetica di Pagliarani a quella di molti altri autori del centrismo interletterario dell’Europa occidentale2, a cui dedico l’ultimo capitolo della mia tesi. Ritengo sia possibile intendere appieno il significato di tutta la produzione letteraria di Pagliarani solo se si evidenziano i legami stilistici e ideologici che impongono di considerare Ezra Pound, Thomas Stearns Eliot, Cesare Pavese, Bertolt Brecht3 e 1 Il Mediterraneo. Una rete interletteraria, a cura di D. Ďurišin e A. Gnisci, Bulzoni, Roma, 2000, cfr. pp. 29-39. 2 Per centrismo interletterario Ďurišin intende un insieme di letterature nazionali che presentino fra loro numerose affinità. Per un compendio del pensiero di Ďurišin si legga comunque il primo capitolo di questo lavoro. 3 L’opera di Brecht meriterebbe una rivalutazione e una rilettura critica che metta maggiormente in luce i retaggi legati all’Illuminismo più che al Marxismo. Una precisazione simile in merito alla riflessione critico-teorica brechtiana è essenziale perché permette di comprendere meglio la fonte della polemica di Pagliarani contro ogni tipo di ideologia trasformata in corpo mistico, in persuasione, in valore assoluto tolemaico e intransigente. Seppur brevemente ho trattato il problema nel corso di questa tesi. IL MARE APPASSITO: LA BALLATA DI RUDI DI ELIO PAGLIARANI lo stesso Pagliarani come artisti appartenenti a un’area geopoetica storicamente e letterariamente affine. Un simile quadro, se sufficientemente chiaro e se affiancato da analoghi studi che provvedano all’analisi di opere a loro volta inquadrate in altre aree geopoetiche omogenee, permetterebbe di aprire gli orizzonti della critica letteraria occidentale a un proficuo confronto degli influssi, delle differenze e degli scambi fra letterature e culture altre. Sono fermamente convinto che la letteratura sia un dialogo fra le diversità. Ribadire questo concetto è importante soprattutto al giorno d’oggi: le migrazioni degli ultimi decenni hanno sconvolto l’assetto chiuso della società, mettendo in crisi il concetto ottocentesco che considera la nazione come «un’unità etnica cosciente di una propria peculiarità e autonomia culturale4». Oggi nessuna etnia, nessun popolo può definirsi autonomo: la società nel suo complesso va verso una creolizzazione inarrestabile, nonostante vi siano all’interno del panorama politico e culturale mondiale molti elementi di freno che vorrebbero ostacolare questa tendenza e che potrebbero portare le diverse parti che costituiranno la società multietnica a scontri violenti. In un’epoca in cui la politica e le ideologie hanno mostrato i propri limiti e la totale sottomissione a leggi e potentati economici universali, la cultura e in modo particolare la letteratura hanno ancora molto da dire: esse possono educare l’intera società a una nuova convivenza, basata sul rispetto dell’altro e sull’apertura nei confronti della diversità, considerata come fonte di ricchezza per tutta l’umanità. Solo in questo contesto si può a mio avviso costruire una critica letteraria seria e consapevole. Ciò che collega questo mio primo lavoro agli scritti di Pagliarani e a quelli di molti altri autori del secolo scorso è lo studium – un concetto latino che non ha un termine corrispondente in italiano – ovvero una forma di impegno solerte, agguerrita e nello stesso tempo appassionata: la cultura intesa come atto d’amore per costruire una nuova utopia. Un nuovo discorso razionale e dialettico che si opponga nettamente al non discorso che ci circonda quotidianamente: quello qualunquista e superficiale dei mezzi di comunicazione di massa, quello estetizzante e contenutisticamente vuoto dei 4 G. Devoto, G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze, 1971, voce nazione. 6 INTRODUZIONE romanzi di consumo di Baricco e di Bevilacqua, quello del linguaggio musicale basso da cui siamo continuamente bombardati. Mi considero in prima linea sul fronte di questa battaglia, insieme ai tanti intellettuali conosciuti negli anni dell’università e in quelli successivi, trascorsi fra la pianura pannonica e le steppe dell’Asia centrale: i poeti Mario Lunetta, Gëzim Hajdari e Alfonso Sastre, il compositore Fausto Razzi, il critico, saggista e autore Predrag Matvejević, lo scrittore Mirko Sebić e, non ultimo, Elio Pagliarani. L’impegno intellettuale è valido quanto quello materiale dei missionari comboniani in Africa o dell’Italian Consortium of Solidarity (ICS) nei Balcani, soltanto condotto con le poche forze e risorse che hanno a disposizione artisti e critici. Questo libro è dedicato a tutti coloro che ai confini di stato o davanti a una frontiera ancora aspettano, tremano e sperano. 7 CAPITOLO PRIMO PAGLIARANI NEL CONTESTO STORICO E LETTERARIO DEGLI ANNI CINQUANTA La prima opera poetica di Elio Pagliarani, il quaderno delle Cronache e altre poesie, fu pubblicata nel 1954 dalla casa editrice Schwartz. L’opera risente sensibilmente della realtà storico-sociale nella quale nacque, quella milanese dei primi anni del Secondo Dopoguerra. Il capoluogo lombardo stava a poco a poco assumendo le caratteristiche tipiche delle più grandi capitali europee e il processo di industrializzazione, iniziato già negli anni Ottanta del XIX secolo proseguiva senza sosta5. Milano fin dal Settecento aveva fornito un terreno fertile alla nascita e al rapido sviluppo di tendenze letterarie le cui radici affondavano nel Realismo pragmatico di matrice illuminista. La Milano del Caffè – quella delle riforme di Maria Teresa e di Giuseppe II – aveva visto nascere una nuova corrente letteraria e soprattutto poetica che, prendendo le mosse dalle opere del Parini, è giunta attraverso il movimento della Scapigliatura fino ai nostri giorni6. Con il grande sviluppo industriale del penultimo decennio dell’Ottocento, si verificarono alcuni fenomeni

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