Architettura

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Allma Mater Studiiorum – Uniiversiità dii Bollogna DOTTORATO DI RICERCA IN ARCHITETTURA Ciclo XXV Settore Concorsuale di afferenza: 08/D1 - Progettazione Architettonica Settore Scientifico disciplinare: ICAR/14 – Composizione Architettonica e Urbana ERNESTO NATHAN ROGERS E LE PREESISTENZE AMBIENTALI Itinerario teorico, 1948 - 1964 Presentata da: Dott. Valeria Lattante Coordinatore Dottorato Relatori Prof. Gianni Braghieri Prof. Maristella Casciato Prof. Valter Balducci Esame finale anno 2013 Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Scuola di Dottorato in Ingegneria Civile e Architettura Dottorato di ricerca in Architettura Coordinatore del Dottorato: prof. Gianni Braghieri XXV ciclo Ernesto Nathan Rogers e le preesistenze ambientali Itinerario teorico, 1948-1964 Dottoranda: Valeria Lattante Relatori: Prof.ssa Maristella Casciato, Prof. Valter Balducci A.A. 2013 INDICE p. 3 Introduzione Parte prima Il concetto di preesistenze ambientali 25 Le preesistenze ambientali attraverso gli scritti di Rogers 25 Il ruolo dell’architetto come artista 26 Estensione del valore di monumento al tessuto urbano 27 Tradizione e senso storico 30 L’interesse per l’architettura spontanea 32 L’ambiente come dato culturale 42 Un metodo psicologico 45 Autonomia della conoscenza 51 Il dibattito su Il Cuore della Città 55 Delimitazione del “Cuore” 59 Rapporto col tessuto residenziale 63 Permanenza, modificazione e autonomia artistica 68 Memoria, monumento e rapporto con la città storica 75 Spontaneità, psicologia e simbolismo: forma e percezione 80 Autonomia ed eteronomia delle preesistenze ambientali Parte seconda “Andare e poi tornare”. Uno sguardo da lontano 87 “L’heure qui passé, ou l’équipement de la civilisation machiniste”: il ruolo di Rogers nei CIAM 90 Il razionalismo psicologico di Rogers 98 Una nuova simbolica monumentalità 104 La sintesi delle arti plastiche 111 Le Corbusier, Rogers e i CIAM a Buenos Aires: paradigma della nuova monumentalità 114 Il Plan Director 128 L’Estudio del Plan 130 Il Bajo Belgrano 139 L’esperienza di Ernesto N. Rogers Parte terza “Utopia della realtà” antinomie della storia attraverso le pagine di “Casabella continuità” 153 Archetipo e architettura spontanea 153 Valori ancestrali e genius loci 155 Fenomenologia e archetipo 167 Riduzione della storia, significato e simbolicità dell’architettura 185 Dalla teoria alla prassi 197 Tradizione e ricerca di una teoria 197 Significato di tradizione in Rogers 201 Architettura e storia: un punto di vista che si precisa 206 Questioni di realismo 220 Attualità dell’architettura neoclassica illuminista e romantica ottocentesca CONCRETEZZA URBANA PRIMATO DELL’IDEA 233 Alla ricerca della struttura urbana dell’architettura FORMA CITTA’ PER PARTI ESPRESSIONE, LIMITAZIONE PERSONALE, TRASMISSIBILITA’ 277 Bibliografia 2 Introduzione La presente tesi indaga il significato del concetto di “preesistenze ambientali” nel pensiero dell’architetto milanese Ernesto Nathan Rogers esplorando il territorio teorico a esso corrispondente attraverso un itinerario scelto sulla base di alcuni capisaldi storici. La ricerca svolta offre una mappa per la comprensione di tale territorio e arricchisce di punti di riferimento la conoscenza di un concetto insufficientemente esplorato dalla critica architettonica. Per chiarire il punto di vista adottato può essere utile descriverne l’analogia con quanto Franco Farinelli sostiene a proposito della logica cartografica. Essa sarebbe =innanzitutto la logica dell'esclusione e della rinuncia alla totale espressione del sensibile>. In tal modo si intende dichiarare innanzitutto il limite del lavoro di ricerca perché coscienti che, come nella rappresentazione cartografica, esso =sarebbe comunque irriducibile alla giustapposizione del complesso degli elementi di cui materialmente si compone il reale>. Ciò su cui si è preferito concentrare l’attenzione è piuttosto =il rapporto che si stabilisce tra questo e le coordinate delle ideologie storiche e delle componenti metafisiche che presiedono alla sua interpretazione>1. Pertanto, nell'inevitabile parzialità dell'itinerario proposto rispetto all'intero territorio della cultura architettonica italiana del dopoguerra in cui il concetto di preesistenze ambientali si sviluppa, si è individuata la traccia più feconda, ma anche la più astratta e forse proprio in virtù di ciò la meno parziale rispetto alla totalità del problema indagato, nel principio rogersiano secondo cui l'attività creativa – artistica in generale e dell'architetto in particolare – si comporrebbe di due tensioni. La prima è il movimento circolare ed eterno del sapere tramandato e manualistico; la seconda il suo verticale storico radicarsi alle contingenze dell'ambiente. Rogers iniziò a scrivere in merito al problema del =costruire nelle preesistenze ambientali>2 nel 1948. Da questo momento in poi il suo pensiero teorico assunse 1 F. Farinelli, I segni del mondo. Immagine cartografica e discorso geografico in età moderna, La Nuova Italia, Scandicci 1992; ed. cons.: 2000, p. 20. 2 Espressione citata da: E. N. Rogers, Il problema del costruire nelle preesistenze ambientali, in «L’Architettura Cronache e storia» n. 22, agosto 1957; poi in Id., Esperienza dell'architettura, Einaudi, 3 progressivamente il carattere originale che lo rese un riferimento fondamentale della cultura architettonica italiana del dopoguerra: il nome dell’architetto sarà per sempre associato all’idea di preesistenze ambientali e viceversa. Si tratta di un concetto difficile da definire, poiché ha assunto nel tempo significati diversi da quello originariamente inteso. Oggi è spesso utilizzato in architettura per riferirsi a questioni legate all’ecologia, al rapporto tra costruzione ed energia, al paesaggio, o in generale allo spazio non costruito, confondendo gli aspetti storico- culturali che ne caratterizzano la radice teorica con quelli legati alla tradizione pittoresca inglese, alle scienze naturali o alle discipline tecnologiche3. Se non è scorretto che la parola ambiente comprenda quest’ampio ventaglio di significati, che gli stessi siano attribuiti alle rogersiane preesistenze ambientali è tuttavia fuorviante. È vero che le particolari accezioni di ambiente nelle scienze naturali e nel pensiero di Rogers presentano alcuni caratteri comuni. Innanzitutto l’impossibilità di isolare un organismo dal suo ambiente pena la sua morte e il conseguente rifiuto della pura astrazione che sola renderebbe possibile tale isolamento. In secondo luogo la reciprocità dei rapporti tra organismo e ambiente che, in ambito scientifico, impone all’organismo di modificare l’ambiente fisico che lo circonda così come le condizioni di vita delle altre specie. Una prospettiva analoga sembra infatti proporre l’architetto milanese, mutuando da Thomas Stearns Eliot l’idea che ogni nuova opera d’arte sia in grado di modificare, con il suo semplice avvento, l’ordine complessivo di tutte le opere d’arte del tempo e Torino 1958, ed. cons.: Skira, Milano 1997, pp. 286-293 (dove appare come: Roma, marzo 1957) e in «Zodiac» n°3, 1990, pp.8-11. 3 Significative in tal senso sono le definizioni rintracciabili nei dizionari e nelle enciclopedie specializzate. Ne riportiamo alcuni stralci a titolo di esempio. =Il tema del rapporto tra edificio e ambiente…muta nel corso del Novecento trasferendosi dalla relazione architettura/natura a quella tra edificio e contesto ambientale, più precisamente urbano. Venuta meno infatti “la libertà del pittoresco”, in seguito alla crescita a dismisura delle città, il rapporto tra ambiente naturale e ambiente storicamente costruito (vedi Centri storici) si è imposto nella sua emergenza, fino a divenire, nelle tendenze attuali, oggetto della architettura bioecologica. Questa tende al miglior sfruttamento delle risorse naturali e all’utilizzo di materiali ecologici in una prospettiva di rispetto dell’ambiente e di risparmio energetico>. N. Zanni, voce =Ambiente> in L’arte, Utet, Torino-Milano 2002, p. 102. =Nel De re edificatoria L. B. Alberti (ante 1452) parla dell’A. come del luogo che circonda gli edifici; la parola latina è regio; e il luogo avvolge anche le persone e i loro costumi. In questo senso la parola assume significati complessi e insieme vaghi, per quanto concerne la figura dell’artista. L’A. che circonda l’artista, e l’uomo, può infatti identificarsi spazialmente con la natura, con il paesaggio, con la città e i personaggi di un determinato periodo storico. Allora l’A. comprende, nell’ordine temporale, estensivamente la società, la cultura, la dinamica vitale intorno all’artista: tutti motivi fondamentali per intendere la sua formazione, gli influssi su di lui di correnti figurative, di scuole, di maestri, di persone della classe intellettuale>. L. Grassi, voce =Ambiente>, in L. Grassi, M. Pepe, Dizionario della critica d’arte, Utet, Torino 1978, p. 20. 4 dello spazio4. Ecologia e architettura condividono infine i risultati della cosiddetta =crisi dell’ambiente>5, se si pensa che il rapporto di dominazione del centro industrializzato rispetto al territorio periferico sottosviluppato indotto da uno sfruttamento delle materie prime a basso costo ha condotto a fenomeni di squilibrio dal punto di vita della salute fisica degli organismi e dell’economia sociale, così come della qualità spaziale dell’urbanizzazione. Non a caso è possibile riconoscere all’interno dell’itinerario proposto nella presente dissertazione il leitmotiv della ricerca di una teoria architettonica capace di affrontare la questione del rapporto tra arte e produzione industriale, dall’Ottocento alla seconda

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