Piergiorgio Pasini

Piergiorgio Pasini

©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte PIERGIORGIO PASINI NOTE ED AGGIUNTE A GUIDO CAGNACCI OME la vicenda umana, così quella artistica zione puntuale dei particolari, chiaramente eviden­ di Guido Cagnacci sta venendo lentamente ziati dal chiaroscuro, la luce perde tuttavia l'inten­ C chiarendosi; rJ ma sono ancora molti gli sità e la crudezza che, a sinistra, trasformavano il interrogativi che riguardano la cronologia delle sue manto di San Giuseppe in un ampio golfo scuro e opere e troppo pochi i termini sicuri che permet­ gettavano l'ombra del martello sul petto di Gesù. tono di comporre quelle del suo periodo giovanile Nella pala di Santarcangelo il Cagnacci, senza in una sequenza abbastanza plausibile. Fino ad rinnegare i dati della cultura caravaggesca, che ora, infatti, la prima opera datata del pittore era anzi dimostra ancora una volta di avere " lucida­ la pala di Santarcangelo, che risale al 1635 e non mente intesa e tradotta in termini personalissi­ si può certo considerare giovanile nel senso vero mi,, 2 l è già attento all'arte del Reni; e verso della parola, nè pienamente indicativa della sua il grande bolognese l'avviava l'isolamento in cui si prima formazione artistica, dato che fu dipinta dopo trovava ad operare in questo estremo lembo di almeno un decennio di lavoro '' in proprio ,. Dopo Romagna, più provinciale di quanto non sembri e questa, la prima opera collocabile con sicurezza più interessato ad esigenze pietistiche che di stile. è la ' Maddalena ' di Urbania, del 1637: data vera­ Fra il r635 e il 1638, e soprattutto dopo quest'ul­ mente sconcertante, perchè due anni sembrano tima data, non è più possibile collocare la famosa troppo pochi per convincere un artista ad un rivol­ pala coi Santi Carmelitani conservata a Rimini in gimento così totale di poetica, per costringerlo ad San Giovanni Battista e di solito posta verso il '40 abiurare al " colorito fiero , e al " lume contra­ (fig. 62); 3l essa infatti, non mostrando "ancora stato , del Caravaggio (ed al caravaggismo si è nessuna conoscenza diretta dell'arte reniana, 4l fatto costantemente ed unicamente riferimento per va collocata prima del '35; mentre un evidente la pala di Santarcangelo) per divenire seguace e qua­ terminus post è costituito dalla presenza, in luogo si imitatore e plagiario di Guido Reni. Poi, superata preminente, a colloquio con la Vergine e il Bam­ la difficoltà di questi due termini cronologici, risulta bino, di Sant'Andrea Corsini, canonizzato nel r629 abbastanza piana ed organica un'evoluzione che, da Urbano VIII. In questa tela appaiono del resto in maniera graduale, anche se non priva di altre ancora così vivi i ricordi e la nostalgia dei viaggi ro­ impennate, porterà ai quadroni di Forlì (1642-43) mani, che dal r629 non sarà probabilmente il caso e alle opere viennesi; ma la difficoltà è forse più di discostarsi troppo; comunque i richiami al Gen­ apparente che reale, quando si comprenda come la tileschi, al Saraceni, al Borgianni, al Lanfranco, al 'Maddalena, di Urbania non rappresenti che il Terbrugghen (e tanti altri, calzantissimi, ne sono momento culminante di una crisi già in atto prima stati trovati, e tutti conducono verso Roma), hanno del 1635. La stessa pala di Santarcangelo, come si già subìto una forte rielaborazione, passano in diceva, costantemente letta in chiave caravaggesca, secondo piano e spesso, anzi, vengono piegati a offre più di una indicazione a questo proposito: significati nuovi, originali, come nell'angelo a mentre infatti le due figure di sinistra sono inve­ destra, ispirato a quello del San Guglielmo d'Aqui­ stite da una luce radente certo di origine romana, tania del Guercino, o nel colloquio degli angeli il Sant'Eligio (fig. 6r) respira già aria bolognese; sopra Santa Teresa (fig. 63), che ripete il colloquio e tutti e tre i personaggi aspirano ad un'umanità di due sante, anch'esse carmelitane, nel quadro del scelta ed eletta, ad una nobiltà e ad una tenerezza Tiarini in San Martino Maggiore a Bologna. che li pongano su un piano di perfezione. Soprat­ La tela dei Carmelitani, che probabilmente fu tutto la figura del vescovo, con gli occhi umidi il primo lavoro di grande impegno del Cagnacci rivolti al cielo, la bocca socchiusa e il gesto quasi nella sua città - e questo spiega le varie citazioni liturgico implorante e patetico, dimostra che nel iconografiche e stilistiche, ed anche quel tanto di Cagnacci c'è già, anche se dissimulato dalla concre­ costruito e di artificiale che vi è stato notato - tezza degli oggetti e dei panni, il desiderio di accon­ assume un significato ben diverso quando la si ciare il suo modello alla foggia di quelli del Reni, consideri eseguita verso il '30 anzichè verso il '40. come per cercare una maggior verità di sentimenti Dieci anni in questo periodo "nodale, dell'arte devoti; questo desiderio rende immobili le pose, italiana contano molto, soprattutto in Romagna; armonici i gesti, belle le fattezze dei personaggi. Se ed anche le ben note fiasche di Forlì e di Boston, anche in questa figura continua la ricerca e la descri- che sembrano quasi voler sfidare le acute analisi ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 61 -Santarcangelo di Romagna, Collegiata- G. Cagnacci : Gesù 62- Rimini, S. Giovanni Battista- G. Cagnacci : Pala fanciullo con Santi {particolare del S. Eligio) dei Santi Carmelitani (foto Villani, Bologna) (foto Villani, Bologna) 63 - G. Cagnacci: Particolare della pala a fig. 62 (foto Moretti, Rimini) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 64 - Saludecio, Parrocchiale 65 - Saludecio, Parrocchiale G . Cagnacci : La processione del SS. Sacramento G. Cagnacci: S. Sisto papa (foto M oretti, Rimini) (foto Sopr. Gall., B ologna) 66 - Rimini, Chiesa del Suffragio - G. Cagnacci: Tre Martiri gesuiti del Giappone (foto Moretti, Rimini) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte dei caravaggisti nordici, ma con un po' di estro Carmelitani, il capolavoro conclusivo dell'attività e di fantasia in più, assumono un diverso valore giovanile del pittore, ormai libero da impacci se considerate in questi anni (va detto tuttavia che formali ed espressivi. Il ' Sant'Antonio Abate ' ciò non elimina le perplessità che giustamente si della Pinacoteca di Rimini deve seguire imme­ possano ancora avere sulla loro appartenenza al diatamente questa pala; comunque ad essa è Cagnacci). intimamente legato per l'insistenza sui ricordi È chiaro che, se è lecito spostare indietro nel del Gentileschi, del Saraceni, del Guercino, pre­ tempo la data della pala con i Santi Carmelitani, senti, più che nella figura ieratica del protago­ tutte le altre opere " giovanili , del pittore vanno nista - come vagamente suggerita da arcaiche spostate e riconsiderate sotto un'altra luce. Intanto severità bolognesi - nei due santi laterali, i cui sarà da porre tra le sue primissime tele, quasi in costumi dai bianchi argentini e dai rossi accesi una preistoria della sua attività artistica, l'' Ultima ricordano anche il Turchi e il Bassetti, conosciuti Cena ' proveniente da Santarcangelo, di collezione forse a Roma prima del '20. Certo la forte oscilla­ privata riminese, 5l che non è certo lecito ignorare zione sentimentale dei personaggi- nella pala dei o rifiutare solo perchè gravemente guasta. Una data Carmelitani colmi di un senso di alta e dolorante verso il 'r5 o il 'r6, quindi estremamente precoce, umanità, nel Sant'Antonio chiusi in un loro mondo cui corrispondono caratteri compositivi e pittorici assorto e sognante - dimostra che il Cagnacci è estremamente incerti, dovrebbe essere abbastanza indeciso e sensibile a tutte le esperienze spirituali, vicina alla realtà: vengono in mente, a suffragare oltrechè stilistiche; e che non sarà molto lontano questa ipotesi, le parole del Costa: " Guido ebbe il momento in cui si renderà disponibile ad una talenti ~ì maravigliosi dalla natura a divenir Pittore, pittura più chiara, più naturale. Pensavo che i due che incominciò ad esercitare questa nobil' Arte da quadri di Saludecio (figg. 64, 65) 9) cadessero dopo sè medesimo, e quasi può dirsi senza maestro, questa fervida fase di attività caravaggesca, di cui perchè in S. Arcangelo sua Patria si vedono alcune hanno tante caratteristiche; ma ora rende certi Pitture da lui fatte nell'età giovanile, delle quali della priorità del periodo saludecese, rispetto alla qual si sia provetto, e buon Pittore potrebbe com­ pala dei Carmelitani ed alle opere ad essa col­ piacersi ,. 6> legate, oltre ai caratteri stilistici più chiaramente Dopo i quattro anni di studio a Bologna e i due emersi dopo il restauro, 10> un nuovo documento. viaggi romani 7l sarà invece da collocare il greve Si tratta dell'allegazione della decorazione della ' San Marco ' della pinacoteca di Rimini; quasi Cappella del SS. Sacramento a Saludecio che si una esercitazione sulle novità romane, cioè sui trova nel "Libro dell'Uscita dell'Intrate della caravaggisti nostrani e stranieri, che rivela un po' Compagni~ del SS.mo Sac. to della T erra di Sa­ di sforzo, una certa ostentazione retorica e qualche ludeccio , , a cc. 127 v. e 128 r. II) L'8 settem­ incertezza compositiva, che deve essere stata ese­ bre r627 i confratelli di quella compagnia de­ guita verso il '25 o poco prima, quando soluzioni cisero di far dipingere la loro nuova cappella da di questo tipo avevano ancora un vero significato Ms. Guido Cagnacci Pittore di Rimini e dal giorno storico e poetico di novità e di frattura verso le successivo cominciarono a segnare, sullo stesso correnti manieristiche attive nel riminese. Più o libro, gli acconti dati al pittore che spesso li sotto­ meno negli stessi anni cadrà anche l'esecuzione del scrisse. 12> Da queste annotazioni risulta che il ' S.

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