03 Purgatorio.Pdf

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Sommario L’universo di Dante -------------------------------- 2 La struttura del purgatorio ----------------------- 3 Canto I ------------------------------------------------ 4 Canto II ----------------------------------------------- 9 Canto III --------------------------------------------- 14 Canto III --------------------------------------------- 14 Canto IV --------------------------------------------- 19 Canto V ---------------------------------------------- 23 Canto VI --------------------------------------------- 28 Canto VIII------------------------------------------- 34 Canto XI --------------------------------------------- 39 Canto XIII------------------------------------------- 45 Canto XVII------------------------------------------ 51 Canto XXIV----------------------------------------- 57 Canto XXV ------------------------------------------ 64 Canto XXVI----------------------------------------- 68 Canto XXVIII -------------------------------------- 74 Canto XXX ------------------------------------------ 80 Canto XXXII --------------------------------------- 86 Canto XXXIII -------------------------------------- 92 Riassunto di tutti i canti -------------------------- 99 Divina commedia. Purgatorio, a cura di P. Genesini 1 L’universo di Dante DIO serafini cherubini troni dominazioni virtù potestà principati arcangeli angeli GERARCHIE ANGELICHE credenti in Cristo credenti in Cristo venuto venturo CANDIDA ROSA purgatorio terra aria inferno aria Gerusalemme I CIELO: LUNA II CIELO: MERCURIO III CIELO: VENERE IV CIELO: SOLE V CIELO: MARTE VI CIELO: GIOVE VII CIELO: SATURNO VIII CIELO: STELLE FISSE IX CIELO: PRIMO MOBILE EMPIREO Divina commedia. Purgatorio, a cura di P. Genesini 2 La struttura del purgatorio PARADISO TERRESTRE VII CORNICE LUSSURIOSI VI CORNICE GOLOSI V CORNICE AVARI E PRODIGHI IV CORNICE ACCIDIOSI III CORNICE IRACONDI II CORNICE INVIDIOSI I CORNICE SUPERBI PORTA VALLETTA DEI PRINCIPI ANTIPURGATORIO MORTI DI MORTE VIOLENTA PIGRI SCOMUNICATI SPIAGGIA Divina commedia. Purgatorio, a cura di P. Genesini 3 Canto I Per correr miglior acque alza le vele 1 1. Per correre acque migliori, la navicella del mio omai la navicella del mio ingegno, ingegno alza ormai le vele e lascia dietro di sé un che lascia dietro a sé mar sì crudele; mare così crudele. 4. Ora canterò di quel secondo e canterò di quel secondo regno 4 regno, dove lo spirito umano si purga e diventa de- dove l’umano spirito si purga gno di salire al cielo. 7. Qui però la poesia, che ha e di salire al ciel diventa degno. cantato i morti [alla grazia divina], risorga, o sante Ma qui la morta poesì resurga, 7 muse, poiché sono vostro. Qui Callìope si alzi un po’ o sante Muse, poi che vostro sono; in piedi, 10. per accompagnare il mio canto con e qui Caliopè alquanto surga, quella musica, di cui le misere Pièridi sentirono seguitando il mio canto con quel suono 10 talmente la superiorità, che disperarono di sottrarsi di cui le Piche misere sentiro alla vendetta [della dea]. 13. Un dolce colore di lo colpo tal, che disperar perdono. zaffìro orientale, che avvolgeva l’aria serena e pura Dolce color d’oriental zaffiro, 13 sino all’orizzonte, 16. tornò ad allietare i miei oc- che s’accoglieva nel sereno aspetto chi, non appena uscii fuori dell’aria morta, che mi del mezzo, puro infino al primo giro, aveva rattristato gli occhi ed il petto. 19. Il bel pia- a li occhi miei ricominciò diletto, 16 neta (=Venere), che spinge ad amare, faceva sorride- tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta re tutto l’oriente, velando i Pesci (=la costellazio- che m’avea contristati li occhi e ‘l petto. ne), che lo scortavano. 22. Io mi volsi a destra e Lo bel pianeto che d’amar conforta 19 guardai l’altro polo (=antartico) e vidi quattro stelle faceva tutto rider l’oriente, (=prudenza, giustizia, fortezza, temperanza), che velando i Pesci ch’erano in sua scorta. non furono mai viste, se non dai primi uomini I’ mi volsi a man destra, e puosi mente 22 (=Adamo ed Eva). 25. Il cielo appariva godere della a l’altro polo, e vidi quattro stelle loro luce intensa: oh, povero emisfero settentrionale, non viste mai fuor ch’a la prima gente. che non puoi mirarle! 28. Quando distolsi lo sguardo Goder pareva ‘l ciel di lor fiammelle: 25 da loro, rivolgendomi un po’ verso l’altro polo oh settentrional vedovo sito, (=artico), là dove il Carro (=l’Orsa Maggiore) era poi che privato se’ di mirar quelle! già scomparso, 31. vidi presso di me un vecchio tut- Com’io da loro sguardo fui partito, 28 to solo (=Catone di Utica), degno di tanta riverenza un poco me volgendo a l ‘altro polo, a vederlo, che nessun figlio ne deve di più al padre. là onde il Carro già era sparito, 34. Portava la barba lunga e brizzolata, simile ai vidi presso di me un veglio solo, 31 suoi capelli, due ciocche dei quali cadevano sul pet- degno di tanta reverenza in vista, to. 37. I raggi delle quattro sante stelle gli illumina- che più non dee a padre alcun figliuolo. vano così la sua faccia di luce, che io lo vedevo co- Lunga la barba e di pel bianco mista 34 me se il sole gli stesse davanti. 40. «Chi siete voi, portava, a’ suoi capelli simigliante, che risalendo il corso del ruscelletto sotterraneo sie- de’ quai cadeva al petto doppia lista. te fuggiti dalla prigione eterna?» egli disse, muo- Li raggi de le quattro luci sante 37 vendo la barba veneranda. 43. «Chi vi ha guidati o fregiavan sì la sua faccia di lume, che cosa vi fece luce, uscendo fuori della notte pro- ch’i’ ‘l vedea come ‘l sol fosse davante. fonda, che fa sempre nera la valle dell’inferno? 46. “Chi siete voi che contro al cieco 40 Le leggi dell’abisso sono state dunque infrante? Op- fiume pure in cielo è stato fatto un nuovo decreto, che, fuggita avete la pregione etterna?”, dannati, vi permette di venire alle mie rocce?» 49. diss’el, movendo quelle oneste piume. Allora la mia guida mi afferrò e con parole, con ma- “Chi v’ha guidati, o che vi fu lucerna, 43 ni e con cenni mi fece piegare le ginocchia e chinare uscendo fuor de la profonda notte il capo in segno di riverenza. 52. Poi rispose: «Non che sempre nera fa la valle inferna? venni di mia iniziativa: una donna (=Beatrice) scese Son le leggi d’abisso così rotte? 46 dal cielo e mi pregò di aiutare costui con la mia pre- o è mutato in ciel novo consiglio, senza. Ma, poiché tu vuoi che spieghiamo qual è la che, dannati, venite a le mie grotte?”. nostra vera condizione, non posso certamente negarti Lo duca mio allor mi diè di piglio, 49 la risposta. 58. Costui non vide mai l’ultima sera, e con parole e con mani e con cenni ma per sua follia le fu così vicino, che quasi vi era reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio. arrivato. Poscia rispuose lui: “Da me non venni: 52 donna scese del ciel, per li cui prieghi de la mia compagnia costui sovvenni. Ma da ch’è tuo voler che più si spieghi 55 di nostra condizion com’ell’è vera, esser non puote il mio che a te si nieghi. Questi non vide mai l’ultima sera; 58 ma per la sua follia le fu sì presso, che molto poco tempo a volger era. Divina commedia. Purgatorio, a cura di P. Genesini 4 Sì com’io dissi, fui mandato ad esso 61 61. Così, come dissi, fui mandato a lui per salvarlo, per lui campare; e non lì era altra via e non c’era altra via che questa, per la quale mi son che questa per la quale i’ mi son messo. messo. 64. Gli ho mostrata tutta la gente malvagia Mostrata ho lui tutta la gente ria; 64 ed ora intendo mostrargli quegli spiriti, che si purifi- e ora intendo mostrar quelli spirti cano sotto la tua autorità. 67. Sarebbe troppo lungo che purgan sé sotto la tua balìa. dirti come l’ho condotto fin qui. Dal cielo scende Com’io l’ho tratto, saria lungo a dirti; 67 una forza, che mi aiuta a condurlo, per vederti e per de l’alto scende virtù che m’aiuta udirti. 70. Ora ti prego di gradire la sua venuta: va conducerlo a vederti e a udirti. cercando la libertà [dell’anima], che è così preziosa, Or ti piaccia gradir la sua venuta: 70 come sa chi rifiuta la vita per essa. 73. Tu lo sai be- libertà va cercando, ch’è sì cara, ne, perché per essa non ti fu amara la morte in Utica, come sa chi per lei vita rifiuta. dove lasciasti il corpo, che nel gran giorno [della re- Tu ‘l sai, ché non ti fu per lei amara 73 surrezione dei morti e del giudizio finale] sarà così in Utica la morte, ove lasciasti luminoso. 76. Gli editti eterni non sono stati violati la vesta ch’al gran dì sarà sì chiara. da noi, perché costui è ancora vivo ed io non sono Non son li editti etterni per noi guasti, 76 sotto la giurisdizione di Minosse, ma sono del cer- ché questi vive, e Minòs me non lega; chio (=il limbo), dove sono gli occhi casti 79. della ma son del cerchio ove son li occhi casti tua Marzia, o santo petto, che nell’aspetto (=con il di Marzia tua, che ‘n vista ancor ti 79 comportamento) ti prega ancora di considerarla tua priega, sposa. Per l’amore, che ella ti porta, piègati al nostro o santo petto, che per tua la tegni: desiderio 82. e làsciaci andare per i tuoi sette regni. per lo suo amore adunque a noi ti piega. Io parlerò di te a lei, se vuoi esser ricordato laggiù». Lasciane andar per li tuoi sette regni; 82 85. «Marzia piacque tanto ai miei occhi, mentre vis- grazie riporterò di te a lei, si» egli allora disse, «che feci quanto di gradito vol- se d’esser mentovato là giù degni”. le da me. 88. Ora, che dimora di là dal mal fiume “Marzia piacque tanto a li occhi miei 85 (=l’Acherónte), non mi può più commuovere, per mentre ch’i’ fu’ di là”, diss’elli allora, quella legge [divina] che fu fatta quando uscii fuori “che quante grazie volse da me, fei.

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