Quaderni Di Archivio Bergamasco 3

Quaderni Di Archivio Bergamasco 3

AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 3 QUADERNI DI ARCHIVIO BERGAMASCO 3 - 2009 AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 4 QUADERNI DI ARCHIVIO BERGAMASCO Rivista annuale di storia e cultura Direttore responsabile: Susanna Pesenti Coordinatore: Cesare Giampietro Fenili Comitato di redazione: Giulio Orazio Bravi, Margherita Cancarini Petroboni, Paolo Plebani, Rodolfo Vittori, Andrea Zonca Sede della redazione: presso Civica Biblioteca ‘A. Mai’, Piazza Vecchia 15, 24129 Bergamo Per richieste di acquisto della rivista o di abbonamento scrivere all’indirizzo e-mail: [email protected]. Il pagamento potrà essere effettuato tramite il versamento sul conto corrente postale n. 93131647 intestato a Archivio Bergamasco Centro studi e ricerche, oppure con assegno/bonifico bancario utilizzando le seguenti coordinate: c/o Credito Bergamasco - Gruppo Banco Popolare, IBAN: IT36P0333611109000000010348 I dattiloscritti e i volumi per recensione, omaggio o cambio vanno inviati a Archivio Bergamasco Centro studi e ricerche, presso Civica Biblioteca ‘A. Mai’, Piazza Vecchia 15, 24129 Bergamo Autorizzazione del Tribunale di Bergamo n. 19/08 del 28.4.2008 Progetto copertina: Paolo Mazzariol Copyright © 2009 Archivio Bergamasco Centro studi e ricerche E-mail: [email protected] - Sito web:www.archiviobergamasco.it Stampa: Grafica Monti Bergamo SI RINGRAZIANO PER IL CONTRIBUTO CONCESSO: CREDITO BERGAMASCO -GRUPPO BANCO POPOLARE CAMERA DI COMMERCIO DI BERGAMO, MAGRIS GROUP AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 5 INDICE Saggi ALESSANDRO PASTORE, Storia locale, storia regionale, storia gene- rale: intrecci e divergenze 9 PAOLO GABRIELE NOBILI, Appartenenze e delimitazioni. Vincoli di vicinantia e definizioni dei confini del territorio bergamasco nel secondo terzo del Duecento 25 VINCENZO LAVENIA, La possessione demoniaca nell’Italia post- tridentina. Santa Grata, Bergamo, 1577-1625 61 Fonti e strumenti ALESSANDRO CONT, Fonti per lo studio del Capitolo della Cat te - drale di Bergamo nel secolo XVIII 101 GIOVANNI GREGORINI, Per una storia della CISL di Bergamo dal 1943 al 1985: temi, fonti e strumenti 113 Recensioni e segnalazioni 123 Didattica della storia 147 Libri ricevuti 157 Attività dell’Associazione 163 AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 7 SAGGI AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 9 9 Alessandro Pastore STORIA LOCALE, STORIA REGIONALE, STORIA GENERALE: INTRECCI E DIVERGENZE* 1. Opportunità e limiti della storia locale sono stati oggetto negli ulti- mi anni di riflessioni, polemiche e dibattiti che si sono mossi su differen- ti livelli, tanto sul versante della ricerca storica praticata dai ‘professio- nisti’ di ambito universitario, quanto dalla prospettiva degli ‘amatori’, dei ‘dilettanti’ coinvolti nella riscoperta del passato della propria terra e del proprio villaggio e impegnati, con tecniche più o meno scaltrite e con risultati altalenanti, nella produzione di quelle che sono state defi- nite come «storie di paese»1. Prima di analizzare i punti nodali in discussione e di dar conto di alcuni casi concreti di ricerca (in maniera forse rapsodica, e soprattutto in riferimento ai territori della repubblica di Venezia), vale la pena di fer- mare il discorso e riflettere, sia pure rapidamente, sul peso e sul ruolo che tale campo di studi ha rivestito all’interno della tradizione storiogra- fica italiana. Certo nell’ambito della medievistica si registra una linea di continuità nel praticare indagini su territori circoscritti (basti pensare, a titolo esemplificativo, allo studio dei primi anni del Novecento di Gioacchino Volpe sul borgo minerario di Montieri nel Duecento, oppu- re, mezzo secolo più tardi, al saggio di Rosario Romeo sul comune lom- bardo di Origgio2), e ciò anche in ragione dell’assenza, o di una presen- * Testo della prolusione al ciclo di seminari “Fonti e temi di storia locale”, 2007-2008, organizzato da Archivio Bergamasco. Centro studi e ricerche presso la Civica Biblioteca ‘A. Mai’, sabato 29 settembre 2007. 1 Gigi Corazzol, Pensieri da un motorino. Diciassette variazioni di storia popolare, “Quaderni di storiaAmestre”, inverno 2006, 6, p. 33. 2 Gioacchino Volpe, Montieri: costituzione politica, struttura sociale e attività economi - ca d’una terra mineraria toscana nel XIII secolo, “Vierteljahrschrift für Sozial-und Wirtschaftsgeschichte”, VI, 1908, pp. 315-423, poi in Id., Medio Evo italiano, Firenze, Sansoni, 1961, pp. 319-423; Rosario Romeo, La signoria dell’abate di Sant’Ambrogio di Milano sul comune rurale di Origgio nel secolo XIII, “Rivista storica italiana”, 1957, 69, pp. 340-377, 473-507. AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 10 10 Alessandro Pastore za più labile, della dimensione statuale di carattere ‘moderno’. Diversamente, nell’ambito degli studi di storia moderna e contempora- nea, l’attenzione peculiare riservata alla realtà territoriale locale si è posta sino a pochi decenni or sono come la pratica di un genere mino- re, come un approccio limitativo negli orizzonti rispetto a chi prospetta- va invece spazi e territori più ampi che, in quanto tali, erano ritenuti in grado di generare questioni di maggiore spessore problematico ed inter- pretativo. Viceversa le recenti ricerche a carattere microanalitico hanno cercato di mettere in discussione anche le posizioni più attente e misu- rate di chi – in relazione al peso e al ruolo dei centri minori, siano essi ‘quasi-città’ o borghi – voleva tenere in considerazione anche «il tema del processo di crescita e concentrazione dei poteri statuali, ovvero della crescente capacità regolativa del principe». Si tratta di indagini che hanno invece proposto l’analisi e l’osservazione delle relazioni dialetti- che fra stato e comunità, tentando anzi di rovesciare l’ordine dei fattori e ponendo sotto la lente dello storico le dinamiche del potere centrale scegliendo come punto di osservazione proprio quello delle comunità3. Vale comunque la pena di fare un passo indietro e di soffermarsi su alcuni esercizi di documentazione, di ricerca e di riflessione che si rifan- no a questi orientamenti, nonché di interrogarsi sulle motivazioni che hanno mosso gli autori a cimentarsi su ambiti territoriali più mirati e ristretti. Cosa spinge ad esempio il filosofo e storico liberale Benedetto Croce a redigere una memoria storica dedicata a Pescasseroli nel 1922, l’anno della marcia su Roma? Ovvero trent’anni più tardi, nel 1953, a sollecitare il giovane studioso marxista Ernesto Ragionieri a focalizzare la sua attenzione sul comune di Sesto Fiorentino? Certo lo scritto del senatore Croce non può essere identificato come un incunabolo della microstoria: si tratta di una settantina di pagine a stampa che si dipanano, sulla scorta dei documenti, dalla metà del XII secolo sino ai primi anni del Novecento e che hanno come filo condut- tore le famiglie che esercitano i diritti feudali sul borgo abruzzese, e poi i nuclei borghesi che, a partire dall’epoca murattiana, ne raccolgono il testimone sul piano dello sfruttamento delle risorse economiche e su quello del prestigio sociale. Tuttavia, attingendo a fonti storiche di sva- 3 La citazione di Chittolini è ripresa in Edoardo Grendi, Il Cervo e la repubblica. Il model- lo ligure di antico regime, Torino, Einaudi, 1993, p. X. AB 3 LIBRO_Layout 1 20/09/16 18:06 Pagina 11 Storia locale, storia regionale, storia generale: intrecci e divergenze 11 riata e composita natura, il Croce si soffermava anche su momenti ed aspetti di una storia sociale che avrebbero suscitato l’entusiasmo dei cul- tori di antropologia storica negli anni Ottanta e Novanta del Novecento: così le testimonianze, molteplici e prolungate, sulle liti e gli odi furibon- di insorti fra gli abitanti di due villaggi vicini (Pescasseroli contro Gioia de’ Marsi), che alimentavano a dismisura, malgrado i tentativi di pacifi- cazione, «rixas, scandala et caedes»; o ancora, gli episodi della fase cruenta segnata, sullo scorcio del Settecento, dall’intreccio fra guerra, rivoluzione e brigantaggio allorché i libri parrocchiali dei defunti ripor- tavano tra le cause di morte le uccisioni a colpi di coltello o a suon di schioppo, o venivano compiute scorrerie ed incursioni a Pescasseroli da parte di bande di briganti che recavano in bella vista al collo, a mo’ di ghirlanda, trofei minacciosi di orecchi, nasi e dita mozzate ai signori prima trucidati e poi mutilati nella vicina Gioia de’ Marsi4. Certo, manca al libretto di Croce una prefazione che ci dia conto della motivazione e della genesi di queste pagine; esse comunque emergono dall’interno del testo quando l’autore, trovando nei libri parrocchiali la testimonianza dei nomi di suoi antenati e parenti, la commenta in questi termini: «sento i documenti toccarmi ora come cose vive, vedo risorgere imma- gini e ricordi della mia fanciullezza, e domando licenza di convertire per pochi istanti queste pagine di storia civile in pagine di storia dome- stica»5. È dunque la ricerca delle origini e delle tappe della storia fami- liare (si ricordi la vicenda tragica del giovane Croce rimasto orfano dei genitori, vittime del terremoto di Casamicciola del 1883) a far rivivere sul tempo lungo, sulla base delle sue capacità di erudito e di storico, le continuità e le fratture percepite nella ricostruzione della storia del borgo di Pescasseroli. Tutt’altro è l’impianto che sorregge il libro di Ernesto Ragionieri sul comune toscano di Sesto. La densa introduzione pone sul tappeto la questione del nesso fra storia locale e storia nazionale scorgendo, rispet- to ad un recente passato, una «embrionale rinascita di interessi

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