
1 Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Antichità: Letterature, Storia e Archeologia Ordinamento ex D.M. 270/2004 Tesi di Laurea Magistrale VENTOTENE, RODI, CAPRI: SIMBOLOGIA E SIGNIFICATI DELLE INSULAE NELL’ESPERIENZA DI GIULIA MAGGIORE E TIBERIO Relatore Ch. ma Prof. ssa. Francesca Rohr Vio Laureanda Giulia Grillo Matricola 842336 Anno Accademico 2016 / 2017 2 VENTOTENE, RODI, CAPRI: SIMBOLOGIA E SIGNIFICATI DELLE INSULAE NELL’ESPERIENZA DI GIULIA MAGGIORE E TIBERIO 3 INDICE INTRODUZIONE .................................................................................. 5 I CAPITOLO GIULIA MAGGIORE: L’ESILIO A PANDATARIA ................. 7 1.1. PRESENTAZIONE DEL PERSONAGGIO ............................................ 7 1.2. I FATTI DELL’ANNO 2 a.C. ......................................................... 14 1.3. GIULIA COME ADULTERA ........................................................... 20 1.3.1. LE LEGGI SULL’ADULTERIO .................................................. 23 1.4. GIULIA COME ADULTERA E COSPIRATRICE .................................. 28 1.4.1. LA FACTIO ANTONIANA ........................................................ 30 1.4.2. LA PROPAGANDA CULTURALE ............................................... 33 1.5. GIULIA INNOCENTE: IL POSSIBILE COINVOLGIMENTO DI LIVIA ..... 38 1.5.1. LA LIBERTÀ DELLE DONNE ................................................... 43 1.6. LA RELEGATIO: ECCESSIVA COSTRIZIONE .................................. 61 1.7. L’ARCHETIPO DELL’ISOLA .......................................................... 66 1.8. LA PERCEZIONE DEL PAESAGGIO ANTICO NEL MONDO ROMANO ... 68 1.9. LA SIMBOLOGIA DEI LUOGHI MARGINALI .................................... 75 1.10. L’ISOLA DI PANDATARIA: STORIA DEL TERRITORIO ................... 85 1.11. IL CASO DI GIULIA E LA PSICOLOGIA DELL’ISOLAMENTO ............ 90 1.12. ISOLA COME PRIGIONE ........................................................... 91 II CAPITOLO TIBERIO CLAUDIO NERONE: IL RITIRO A RODI ........... 95 2.1. PRESENTAZIONE DEL PERSONAGGIO .......................................... 95 2.2. LE MOTIVAZIONI DELL’ESILIO .................................................. 100 2.3. TIBERIO A RODI ..................................................................... 116 2.4. IL RIENTRO DI TIBERIO .......................................................... 120 2.5. L’ISOLA DI RODI: STORIA DEL TERRITORIO .............................. 123 2.6. IL CASO DI TIBERIO E LA PSICOLOGIA DELL’ISOLAMENTO .......... 130 2.7. UN CONFRONTO CON VENTOTENE ............................................ 133 4 2.8. LA ‘DUPLICE ISOLA’ ................................................................. 136 2.8.1. ISOLA COME RIFUGIO ........................................................ 137 2.8.2. ISOLA COME GABBIA ......................................................... 139 III CAPITOLO TIBERIO CLAUDIO NERONE: IL RITIRO A CAPRI ...... 143 3.1. TIBERIO IMPERATORE ................................................................ 143 3.2. LE MOTIVAZIONI DELL’ ‘ESILIO’ ................................................ 155 3.3. FONTI ANTICHE E CRITICA MODERNA IN RELAZIONE ALLA CONDOTTA DI TIBERIO .................................................................... 163 3.4. TIBERIO A CAPRI .................................................................... 169 3.5. L’ISOLA DI CAPRI: STORIA DEL TERRITORIO .............................. 180 3.6. LA PSICOLOGIA DELL’ISOLAMENTO IN QUESTO CASO ................. 195 3.7. UN CONFRONTO CON RODI ...................................................... 198 3.8. UN CONFRONTO CON VENTOTENE............................................. 201 3.9. L’ISOLA NON ISOLA ................................................................. 202 3.9.1. ISOLA COME DISTACCO ..................................................... 203 3.9.2. ISOLA COME ALTROVE CONNESSO ...................................... 208 3.10. ISOLA COME LOCUS AMOENUS ............................................... 211 CONCLUSIONI ................................................................................. 215 IMMAGINI ....................................................................................... 218 BIBLIOGRAFIA ................................................................................ 222 5 INTRODUZIONE Questa tesi ha lo scopo di esaminare la storia di Giulia Maggiore e Tiberio, marito e moglie, appartenuti alla domus giulio-claudia. Furono due persone legate non solo dal vincolo matrimoniale, ma anche da una medesima sorte: entrambe nel corso della loro vita, o alla fine di essa, si recarono in insulam. Ed è proprio questo specifico aspetto della loro esperienza comune che si andrà ad approfondire. Il mio lavoro si presenta come uno studio inedito per la novità dell’approccio: esso non vuole configurarsi come una trattazione di carattere prettamente evenemenziale incentrato sulle note vicende dei due, ma ha l’intenzione di offrire una chiave di lettura diversa non solo sull’esilio che entrambi hanno sperimentato, ma anche sul modo in cui lo hanno vissuto. L’analisi pertanto non mancherà di incentrarsi su una caratterizzazione storica dei due personaggi, utile a comprendere la loro vita e soprattutto l’ambiente entro il quale erano inseriti; ma si concentrerà fondamentalmente sulle motivazioni per cui hanno fatto esperienza dell’allontanamento dalla città: Giulia venne relegata da Augusto a Pandataria, l’attuale Ventotene, ufficialmente per adulterio, ma più probabilmente perché coinvolta in progetti che promuovevano una politica antiaugustea a favore di una concezione del nuovo potere imperiale autocratica e che richiamasse l’ideologia antoniana. Tiberio, in un primo momento stabilì di ritirarsi a Rodi: le motivazioni di tale decisione non trovano interpretazione unanime nelle fonti, ma è probabile che anche tale scelta sia esito di un premeditato calcolo politico. Negli ultimi anni della sua vita, scelse, infine, di recarsi a Capri. 6 Innanzitutto ciò che sarà analizzato è l’esilio/secessus: in un primo caso imposto; nel secondo caso scelto spontaneamente. Inoltre ci si concentrerà sul modus vivendi dei due in insula, cercando di mettere in luce il significato che quest’ultima porta con sè. Si vedrà, infatti, che emergeranno diverse ‘tipologie’ di isola: essa talvolta assumerà i tratti di un luogo di prigione, di punizione; in altri casi si presenterà come meta di rifugio, come esigenza di distacco oppure come luogo di piacere, di ricercata serenità. La ricerca si fonda sull’analisi delle testimonianze rese dagli autori antichi, tra cui Velleio, Seneca, Plinio, Tacito, Svetonio e Dione rappresentano la maggior fonte di informazioni. Grazie ad un costante dialogo con le opere di questi storici si tenterà di analizzare e discutere le vicende di Giulia Maggiore e Tiberio e soprattutto di ‘leggere’ in chiave profonda le informazioni che si ricavano, interpretandole alla luce dell’esilio. La scelta del tema di questo lavoro deriva da una forte curiosità nata per i significati connessi alle realtà insulari e, seppure il sens of island sia un concetto estremamente moderno, credo che esso possa essere efficacemente trasferito ad un’analisi della simbologia antica. L’obiettivo del mio elaborato consiste, dunque, nel ‘raccontare’ le isole: più precisamente il mio intento è quello di trasmettere come Ventotene, Rodi e Capri abbiano assunto un significato particolare, in virtù della storia di Giulia Maggiore e Tiberio e siano diventate una parte imprescindibile del loro vissuto. Ogni isola ha un proprio valore, una propria storia, una propria simbologia, tanto nel mondo moderno, quanto in quello antico: vi è solo l’esigenza di farla emergere. 7 I CAPITOLO GIULIA MAGGIORE: L’ESILIO A PANDATARIA 1.1. PRESENTAZIONE DEL PERSONAGGIO Davvero scarse sono le notizie in nostro possesso riguardo l’infanzia e l’adolescenza di Giulia. Maggiori informazioni abbiamo, invece, sui suoi tre matrimoni e sulle vicende politiche che la riguardano. È bene precisare che le fonti antiche non parlano quasi mai delle donne, se non per criticare, attraverso esse, gli uomini a loro legati; oppure, raramente, per elogiarle in virtù di un comportamento che rispecchi quello di una matrona ideale e che pertanto aderisca ad una serie di virtutes1. Eppure, Giulia rappresenta, per certi aspetti, un’eccezione: in primo luogo perché, in quanto figlia dell’uomo più potente del tempo, era inevitabile che incarnasse anche lei un’immagine per così dire ‘pubblica’; in secondo luogo perché non mancò di essere oggetto di discussione e attirarsi tanto il favore del popolo quanto la critica di buona parte degli storici. Infatti, rispetto alla raccomandazione, sempre viva nel mondo romano così come in quello greco, secondo cui le donne dovevano cercare di essere oggetto di discussione il meno possibile, Giulia non fu certamente un exemplum. Nacque nell’ottobre del 39 a.C. e morì nel 14 d.C. Fu figlia di Augusto e Scribonia, seconda moglie del princeps, la quale venne ripudiata il giorno stesso della nascita di Giulia. Sappiamo da Svetonio che Augusto: “educò la figlia e le nipoti in modo tale da abituarle perfino a lavorare la lana e da vietare loro di 1 Si veda infra. 8 dire o di fare anche solo la minima cosa che non avvenisse alla luce del sole e che non fosse tale da poter essere riportata negli atti giornalieri.”2 Augusto fu insomma un pater familias esemplare, attento a rispettare i più tradizionali costumi e ad adoperarsi affinché le donne della sua casa fossero lanificae e tacitae, coscienziose e aderenti a un certo
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