Il Cavalier Ginistrelli “ERA NOTO PER L’AMORE CHE Epsom (Inghilterra), 3 giugno 1908 PORTAVA AI CAVALLI VERSO I QUALI NUTRIVA UNA QUASI All’ippodromo è in programma la corsa ippica più prestigiosa del INFANTILE DEVOZIONE CHE mondo: il derby. A contendersi la coppa i migliori purosangue di tre anni LO SPINGEVA A DISIMPEGNARE e fra loro “Signorinetta”, una puledra italiana, unica femmina iscritta ANCHE IL LAVORO DI SCUDERIA”. alla competizione, di proprietà del Cavaliere Edoardo Ginistrelli, alleva- È CIÒ CHE SI DICEVA DI tore di Lavello. GINISTRELLI, UN ECCENTRICO Ai nastri di partenza i diciotto puledri, sugli spalti la casa reale d’In- CAVALIERE PARTITO DA LAVELLO, ghilterra e centinaia di eleganti signore accompagnate da raffinati dan- NEL 1880, COI SUOI CAVALLI, dy, fra scommettitori e gente d’ogni specie. Dalla partenza è un crescen- ALLA VOLTA DELL’INGHILTERRA. do di tensioni ed emozioni, soprattutto per l’eccezionale partecipazione È QUI, AD EPSOM, CHE IL 3 della puledra che tiene testa ai ricalcitranti maschi. GIUGNO DEL 1908 EDOARDO La partenza è ritardata da Vamose che ha rotto i nastri. Orphah è RIESCE A DARE LUSTRO ALLA il primo a mettersi in azione, ma dopo 200 metri Mercurio prende il co- LUCANIA. ALLA CORSA IPPICA mando superandolo. Al suo seguito Norman III, Sea Sick, Moet, White PIÙ PRESTIGIOSA DEL MONDO: Eagle, Terrier e Sir Archibald. IL DERBY, A CONTENDERSI LA Il secondo plotone è, invece, comandato da Eaton Lad che prece- COPPA I MIGLIORI PUROSANGUE deva Signorinetta, partita alla quota di estremo outsider. Nella disce- DI TRE ANNI E FRA LORO sa però Norman III e Perrier sono in difficoltà. All’entrata nella dirittura “SIGNORINETTA”. Mountain Apple è in testa seguito da Sir Archibald, With Eagle, Sea Sick, Royal Realm, Signorinetta, Primer, Llagwm e Pom. Ma a soli 400 metri dal palo, fra la generale meraviglia, Signorinetta, montata da W. Bullock, IVANA INFANTINO passa al largo e vince facilmente per due lunghezze. Quella di Signorinetta fu una vittoria memorabile, riportata su tutti i giornali e i bol- lettini delle società ippiche italiane e straniere. Mai un italiano, prima e dopo di allora, ha iscritto il suo nome sulla lista dei vincitori del Derby di Epsom, battendo gli inglesi sul loro stesso terreno: l’allevamento dei purosangue. L’episodio rimane uno dei più radiosi della storia ippica nazionale, anche perché la protagonista oltre che appartenere ad un proprietario italiano aveva a sua volta origi- ni italiane: sua nonna era Star of Portici, la cavalla nata in Italia, secondo alcuni a Por- tici, ma da ritenere, come riferisce il Calabrini, nella provincia di Potenza, a Lavello nell’azienda di famiglia chiamata Prati della Speranza, come sottolinea Filippo Mosca- ti, autore del libro “Il Cav. Ginistrelli e la stirpe di Star of Portici”. La puledra conti- nuò poi a stupire e, a distanza di due giorni, si aggiudicò anche le Oaks, la prestigiosa gara riservata alle femmine, realizzando così una “doppietta eccezionale e rarissima” conseguita prima di lei solo da altre due femmine, e dopo soltanto da una. La storia è ancora più straordinaria se pensiamo che l’eccentrico cavaliere era partito da Lavello, nel 1880, coi suoi cavalli, alla volta dell’Inghilterra. E assume ancora di più i contorni di una favola nel momento in cui ci imbattiamo nella romantica storia d’amore equino da cui nacque Signorinetta, di cui vi racconteremo in queste pagine. Tornando al cavaliere, di lui poco si sa nel paese lucano dove allevava cavalli, no- nostante il suo ricordo sia ancora vivo fra gli sportsman di tutto il mondo e fra gli al- IVANA INFANTINO levatori che videro, e continuano a vedere in Ginistrelli la realizzazione del sogno più 96 M NDO BASILICATA agognato per chi percorre la difficile via del Turf. Ancora oggi sultani e regnan- ti di tutto il mondo si sfidano per aggiu- dicarsi quella che rimane la competizio- ne più ambita. Ginistrelli era lavellese da parte di madre, Emilia Aquilecchia, che aveva poi sposato Pietro Ginistrelli. Della fa- miglia, nel comune del Vulture, rimane la masseria, una delle più belle costru- zioni rurali presenti in zona, conosciuta ancora oggi come “Masseria Ginistrel- li”, e il palazzo ducale, di proprietà del getti fra purosangue e mezzosangue. nonno materno (i beni sono stati poi Abitava a Portici e precisamente a Bel- smembrati e acquisiti anche da privati). lavista, nella villa Taiani circondata da A Lavello, Ginistrelli trascorreva la un agrumeto, dove vi era qualche pad- maggior parte del suo tempo, e per dock. Da Filippo Moscati apprendiamo qualche anno intorno al 1890, ricoprì, che “quando ebbe un proprio stallone”, prima di ricevere il titolo di Senatore, intorno al 1869, Ginistrelli “trasferì il suo la carica di assessore comunale, come allevamento di purosangue in Lucania”, ha riferito il professor Antonio Rosucci. a Lavello, dimostrando di avere già intui- Delle sue piste oggi non vi è più traccia, to “alcuni principi tuttora riconosciuti ma il posto dove erano state realizzate validi per l’allevamento dei cavalli: la ri- è ancora chiamato “Lo Steccato” e così cerca del miglior ambiente per allevare, denominato anche nelle moderne map- la cura dell’allevamento, la concimazio- pe catastali. ne dei pascoli e il miglioramento della Di lui, oltre a qualche foto sbiadita e flora”. qualche disegno, rimangono le cronache Ginistrelli, infatti, oltre ai cavalli, im- dei giornali, italiani e stranieri, gli articoli portò dall’Inghilterra “i sistemi del seme pubblicati sul bollettino della Società Ip- di avena che, piantato a Lavello, dette pica Nazionale, riferimenti e citazioni in un prodotto di maggior peso specifico. libri di esperti e appassionati di cavalli. Introdusse anche semi di piante erbo- Testimonianze preziose che, a di- se e affinché d’estate le sue fattrici non stanza di oltre un secolo, ci consentono mancassero di foraggi verdi, realizzò l’ir- di tracciare un profilo preciso dell’irasci- rigazione di alcuni pascoli per mante- bile cavaliere, per molti aspetti tipica- nere integra la fertilità e la produttivi- mente lucano, e di conoscere nel detta- tà dei suoi terreni, già contenenti fosfa- glio la storia della più entusiasmante del- to di calcio, con periodiche concimazio- le sfide, frutto dell’amore incommensu- ni di letame misto a sedimento di con- rabile che l’ex allevatore di Lavello nutri- chiglie”. va per i suoi cavalli. Costruì poi “nella sua tenuta due Nato a Napoli il 4 giugno 1838, piste, una erbosa e per i periodi caldi, Eduardo Ginistrelli già a 26 anni aveva un’altra con sabbia prelevata dal vicino una piccola scuderia, in tutto sette sog- fiume Ofanto”. � 97 �I cronisti dell’epoca ci riferiscono suo panama”, il copricapo che preferiva. in gara, incassava solo “arrabbiature”, anche particolari somatici, atteggiamen- Federico Tesio nei suoi Tocchi in penna esclusioni e ingiuste penalizzazioni. Pro- ti, aspetti caratteriali, dai quali emerge al galoppo (Hoepli Editore, Milano 1990) babilmente, come annota il Moscati, i un’immagine a tutto tondo del singolare lo definisce “uomo bizzarro, innamora- propositi di lasciare l’Italia iniziarono a allevatore, “the chevalier” come veniva tissimo del cavallo da corsa”, e tale si di- farsi strada nel cavaliere già a Napoli, comunemente indicato a Newmarket. mostrò per tutta la vita. Infatti “non quando, durante il premio “Principe di Da quelle cronache si apprende che era pago di produrre dei buoni soggetti in Ottaiano”, la principale gara della mani- “grosso, con una corta barba, eccentri- Italia”, non esitò a portarli a competere festazione, Pacific, il suo cavallo fu dan- co, ma molto simpatico, di statura piut- oltre frontiera, impresa che “per i mezzi neggiato, secondo il fantino, da un altro tosto bassa”. In un articolo pubblicato di trasporto allora disponibili, rappre- cavallo in gara. I commissari però, non sul Daily Telegraph nel 1937, si legge: sentava certamente un arduo azzardo”. presero alcun provvedimento, anzi alle “Era noto per l’amore che portava ai ca- Ma Ginistrelli era un uomo coraggio- proteste di Ginistrelli un dirigente della valli verso i quali nutriva una quasi in- so e soprattutto testardo. Riferimenti al Società Napoletana di Corse esclamò fantile devozione che lo spingeva a di- suo coraggio si trovano in diversi artico- irritato: “ma quando ci leveremo dai simpegnare anche il lavoro di scuderia”. li dello Sporting-Truth: “Non è facile di piedi questo cafone?”. Il diverbio fu poi Ginistrelli “allevava, addestrava, e perso- scorgere un indomabile coraggio, ber- sedato, ma il ripetersi di episodi simili lo nalmente nutriva e accudiva i suoi caval- sagliato come lo fu questo gentiluomo inasprirono e amareggiarono sempre li” e “seppure non disponesse di molto italiano, il quale ha saputo combattere più. Alle Cascine, per esempio, per il denaro ebbe l’animo di rifiutare più vol- e vincere”. Ed ancora: “Nelle tradizio- Premio dell’Arno, una delle corse più te offerte vantaggiose”. ni del Turf vi sono poche storie come le importanti a quei tempi, il cavaliere fece Aveva un carattere un po’ egocen- circostanze che avvolgono la vita del ca- gareggiare Star of Portici, ma poi fu trico, dicono alcuni. Altri lo ritenevano valier Ginistrelli, tanto da dirsi meritata- escluso. L’episodio è ricordato anche da un po’ prepotente. Dalla descrizioni vien mente unica. Non si tratta di un roman- Tesio che così scrive: “Dai racconti un fuori che “aveva un paio di occhi vivacis- zo, i suoi progressi sono segnati da av- po’ confusi ed esaltati del vecchio Gini- simi” e che “difficilmente si separava dal ventizi soccorsi, che anzi ha dovuto su- strelli non riuscii mai a capire esatta- perare sempre infinite difficoltà, circon- mente il fatto. La cavalla vinse... Ma fu di- dato da pregiudizi, e non mai incorag- stanziata o squalificata? Non so e nep- giato dalle simpatie nel suo paese; ed a pure il perché.
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