Lucio Silla Wolfgang Amadeus Mozart S T a G I O N E D I O P E R a 2 0 1 4 / 2 0 1

Lucio Silla Wolfgang Amadeus Mozart S T a G I O N E D I O P E R a 2 0 1 4 / 2 0 1

6 W L u o c l i f o g a S n i l g l a A m a d e u s M o z a r t Lucio Silla Wolfgang Amadeus Mozart S t a g i o n e d i O p e r a 2 0 1 4 / 2 0 1 5 Stagione di Opera 2014 / 2015 Lucio Silla Dramma in musica in tre atti Libretto di Giovanni De Gamerra Musica di Wolfgang Amadeus Mozart Nuova produzione In coproduzione con Mozartwoche Salzburg/Fondazione Mozarteum e Festival di Salisburgo EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA TEATRO ALLA SCALA PRIMA RAPPRESENTAZIONE Giovedì 26 febbraio 2015, ore 20 - Turno E REPLICHE febbraio Sabato 28 Ore 20 – Turno D marzo Martedì 3 Ore 20 – ScalAperta Giovedì 12 Ore 20 – Turno B Sabato 14 Ore 20 – Turno A Martedì 17 Ore 20 – Turno C SOMMARIO 4 Lucio Silla . Il libretto 28 Il soggetto Argument – Synopsis – Die Handlung – ࠶ࡽࡍࡌ – Сюжет Cesare Fertonani 40 L’opera in breve Cesare Fertonani 42 La musica Giancarlo Landini 45 Luci del crepuscolo Il Lucio Silla di Mozart per Milano Raffaele Mellace 79 Modernità in veste storica Marc Minkowski parla di Mozart e di Lucio Silla 85 Wolfgang A. Mozart - Lucio Silla Ronny Dietrich 104 Lucio Silla alla Scala Luca Chierici 113 Marc Minkowski 115 Marshall Pynkoski 116 Antoine Fontaine 117 Jeannette Lajeunesse Zingg 118 Hervé Gary 119 Lucio Silla . I personaggi e gli interpreti 121 Wolfgang Amadeus Mozart. Cesare Fertonani Cronologia della vita e delle opere 128 Letture Cesare Fertonani 130 Ascolti Luigi Bellingardi 133 Coro del Teatro alla Scala 134 Orchestra del Teatro alla Scala 135 Corpo di Ballo del Teatro alla Scala 136 Teatro alla Scala Wolfgang Amadeus Mozart . Ritratto di autore anonimo (Bologna, Civico Museo bibliografico musicale). 4 Lucio Silla Dramma per musica in tre atti Musica di Wolfgang Amadeus Mozart Libretto di Giovanni de Gamerra PERSONAGGI Lucio Silla , dittatore tenore Giunia , figlia di Gajo Mario e promessa sposa di Cecilio soprano Cecilio , senatore proscritto soprano Lucio Cinna , patrizio romano, amico di Cecilio e nemico occulto di Silla soprano Celia , sorella di Silla soprano Aufidio , tribuno, amico di Lucio Silla tenore Guardie, senatori, nobili, soldati, popolo, donzelle. Prima esecuzione assoluta: Milano, Teatro Regio Ducale, 26 dicembre 1772 Le parti scritte in marrone non vengono eseguite nella presente edizione. Edizione critica a cura di Kathleen Kuzmick Hansell [Neue Mozart-Ausgabe]. Copyright e Edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel. Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali, Milano 5 [Overtura ] Cecilio Ah come... ah dimmi… ATTO PRIMO dimmi: e chi tal mezogna osò d’immaginar? Solitario recinto sparso di molti alberi con rovi - Cinna ne d’edifizi diroccati. Riva del Tebro. In distanza L’arte di Silla veduta del Monte Quirinale con piccolo Tempio per trionfar del di lei fido amore. in cima. Cecilio Scena I A consolar si voli il suo dolore. Cecilio, indi Cinna . Cinna [Recitativo ] Deh, t’arresta. E non sai, che ‘l tuo ritorno è così gran delitto, Cecilio che guida a morte un cittadin proscritto? Oh ciel, l’amico Cinna qui attendo invan. L’impazienza mia Cecilio cresce nel suo ritardo. Oh come mai Per serbarmi una vita, è penoso ogn’istante ch’odio senza di lei, al core uman, se pende dunque lasciar potrei la sposa in preda fra la speme, e il timor. I dubbi miei... a un ingiusto, a un crudel? ma non m’inganno. Ei vien. Lode agli Dei. Cinna M’ascolta. E dove, di riveder tu speri Cinna la tua Giunia fedel? nel proprio tetto Cecilio, oh con qual gioia pur ti riveggio! Silla la trasse... Ah lascia, che un pegno io t’offra or che son lieto appieno, Cecilio d’amistade, e d’affetto in questo seno. E Cinna ozioso spettator sofrì?... Cecilio Quanto la tua venuta Cinna accelerò coi voti Che mai l’inquieta alma mia. Quai non produsse solo tentar potea? Pur troppo è vano la tua tardanza in lei il contrastar con chi ha la forza in mano. smanie, e spaventi, e quali immagini funeste Cecilio s’affollaro al pensier. L’alma agitata Dunque, nemici Dei s’affanna, si confonde... di riveder la sposa più sperar non poss’io? Cinna Cinna Il mio ritardo alto motivo asconde. M’odi: non lungi Tutto da me saprai. da questa ignota parte il tacito recinto Cecilio ergesi al Ciel, che nelle cupe soglie Deh non t’offenda de’ trapassati eroi le tombe accoglie. l’impazienza mia... Giunia, la cara, la fida sposa è sempre Cecilio tutta amor, tutta fè? Quei dolci affetti, Che far degg’io? che un tempo a me giurò, rammenta adesso? È il suo tenero core anche l’istesso? Cinna Passarvi per quel sentiero ascoso, Cinna che fra l’ampie rovine a lui ne guida. Ella estinto ti piange... Cecilio E colà che sperar? 6 Cinna [N.2 Aria ] Sai che confina col palagio di Silla. In lui sovente, Cecilio da fidi suoi seguita, fra‘l dì Giunia vi scende. Il tenero momento Ivi dolente alla mest’urna accanto premio di tanto amore del genitor, la suol bagnar di pianto. già mi dipinge il core Sorprenderla potrai. Potrai nel seno fra i dolci suoi pensier. farle destar la speme, E qual sarà il contento, che già s’estinse, e consolarvi insieme. ch’al fianco suo m’aspetta, se tanto ora m’alleta Cecilio l’idea del mio piacer? Oh me beato! (parte. ) Cinna Altrove co’ molti amici in tua difesa uniti Scena III frattanto io veglierò. Spera. Gli Dei Appartamenti destinati a Giunia con statue al - oggi render sapran dopo una lunga l’interno delle più famose eroine romane. vil servitù penosa Silla, Celia, [Aufidio] e Guardie . la libertà a Roma, a te la sposa. [Recitativo ] [N.1 Aria ] Silla Cinna A te dell’amor mio, del mio riposo Vieni, vieni ov’amor t’invita Celia, lascio il pensier. Rendi più saggia vieni, che già mi sento l’ostinata di Mario altera figlia. del tuo vicin contento, E a non sprezzarmi alfin tu la consiglia. gli alti presagi in sen. Non è sempre il mar cruccioso, Celia non è sempre il Ciel turbato, German sai, che fin’ora ride alfin lieto e placato tutto feci per te. Vuo’ lusingarmi fra la calma ed il seren. di vederla cangiar. (parte. ) Aufidio Quella superba Scena II colle preghiere, e coi consigli in vano Cecilio solo . sia che si tenti. Un dittator sprezzato, che da Roma, e dal Mondo inter s’ammira, [Recitativo accompagnato ] s’altro non vale, usi la forza, e l’ira. Cecilio Dunque sperar poss’io Silla di pascer gl’occhi miei E la forza userò. La mia clemenza nel dolce idolo mio? Già mi figuro non mi fruttò che sprezzi, la sua sorpresa, il suo piacer. Già sento e ingiuriose repulse suonarmi intorno i nomi d’una femmina ingrata. In questo giorno di mio sposo, mia vita. Il cor nel seno mi segua all’ara, e paghi col palpitar mi parla renda gli affetti miei, de’ teneri trasporti, e mi predice... o ‘l nuovo sol non sorgerà per lei. oh Ciel! sol fra me stesso qui di gioia deliro, e non m’affretto Celia la sposa ad abbracciar? Ah forse adesso Ah Silla, ah mio germano sul morir mio delusa per tua cagione io tremo, priva d’ogni speranza, e di consiglio se trasportar ti lasci a questo estremo. lagrime di dolor versa dal ciglio! pur troppo, ah sì pur troppo la violenza è spesso madre fatal d’ogni più nero eccesso. 7 Silla ai rifiuti, agl’insulti Da tentar che mi resta, esposto ancor. Alle preghiere umili se ostinata colei mi fugge, e sprezza? s’abbassi un cor plebeo. Ma Silla, il fiero terror dell’Asia, il vincitor di Ponto Celia l’arbitro del Senato, e che si vide Adoprar tu sol devi arte, e dolcezza. un Mitridate al duo gran piè sommesso, S’è ver, che sul tuo core s’avvilirà d’una donzella appresso? vantai finor qualche possanza, ah lascia, che da Giunia men corra. Ella fra poco Silla da te verrà. L’ascolta Non avvilisce amore forse sia che una volta un magnanimo core, o se ‘l fa vile, cangi pensier. infra gli Eroi, che le provincie estreme han debellate, e scosse, Silla un sol non vi saria, che vil non fosse. Di mia clemenza ancora In questo giorno, amico, prova farò. Giunia s’attenda sarà Giunia mia sposa. e seco parli lo sposo in me. ma non s’abusi Aufidio dell’amor mio, di mia bontade, e tremi, Ella sen viene. se Silla alfine inesorabil reso Mira in quel volto espresso favellerà da dittatore offeso. un ostinato amore, un odio interno, un disperato duolo. Celia German, di me ti fida. Oggi più saggia Silla Giunia sarà. Finora Ascoltarla vogl’io. Lasciami solo. una segreta speme (Aufidio parte. ) forse il cor le nutrì. Se cadde estinto lo sposo suo, più non resta omai amorosa lusinga. I preghi tuoi Scena V cauto rinnova. Silla, Giunia e Guardie. Un amator vicino se d’un lontan trionfa, il trionfare [Recitativo ] d’un amator, che già di vita è privo, è più agevole impresa a quel, ch’è vivo. Silla Sempre dovrò vederti [N.3 Aria ] lagrimosa e dolente? Il tuo bel ciglio una sol volta almeno Celia non fia che si rivolga a me sereno? Se lusinghiera speme Cielo! tu non rispondi? pascer non sa gli amanti sospiri? ti confondi? ah sì, mi svela anche fra i più costanti perchè così pensosa languisce fedeltà. t’agiti, impallidisci, e scansi ad arte Quel cor sì fido e tenero, d’incontrar gli occhi ah sì quel core istesso tuoi negl’occhi miei? così ostinato adesso quel cor si piegherà.

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