Settimanale di politica, cultura ed economia realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 3 - Numero 43 - Palermo 7 dicembre 2009 ISSN 2036-4865 Misteri di Sicilia Si mobilita il popolo anti B. Vito Lo Monaco arla Spatuzza in un processo; si mobilita, attraverso il web, crescita, attivare i fondi europei su obbiettivi innovativi, rinun- il popolo anti B.; il paese sembra sospeso e appeso al de- ciare a spalmare a pioggia le risorse disponibili, rendere tra- Pclino e alla fine politica (speriamo prossima) del berlusco- sparente ogni procedura amministrativa o di appalto limiterà la nismo. Nel frattempo i problemi concreti dei cittadini marciscono capacità di infiltrazione della mafia nella spesa pubblica e la insoluti. Infatti, cresce la disoccupazione, i precari diventano sem- sua attrattiva verso i colletti bianchi e certamente assicurerà pre più precari, la Fiat di Termini smobilita, come tante altre fabbri- maggiori vantaggi alla produzione di ricchezza e lavoro. che, mettendo fine alla speranza di un’industrializzazione diffusa Siamo già al 2010, cioè all’avvio dell’area di libero scambio euro in Sicilia. Continuano gli annunci governativi che il peggio è pas- mediterranea, e la Sicilia si trova assolutamente impreparata, sato, mentre non si vede la fine del tunnel della crisi e si apre il di- basta constatare le sofferenze in atto nell’agricoltura, nell’indu- battito provocatorio sui figli laureati ai quali converrebbe, stante la stria, nei servizi per temere, a ragion veduta, che l’area di libero situazione, andarsene all’estero. scambio da occasione di sviluppo e modernizzazione potrà ge- Il riverbero di questa drammatica situazione sulla Sicilia si riempie nerare un ulteriore scadimento del sistema Sicilia. È noto il suo di altre ombre. Spatuzza conferma, in un’aula di tribunale, quanto ritardo nelle infrastrutture, dai trasporti alle comunicazioni, nella aveva già detto agli inquirenti, sulle presunte responsabilità di nervatura amministrativa, nel tessuto imprenditoriale, ancora in Dell’Utri e Berlusconi nelle stragi mafiose del 1992/94 e nella pre- gran parte dipendente dall’intervento pubblico. sunta trattativa della mafia con la politica e pezzi dello Stato e chi Sostanzialmente la regione continua ad avere un mercato sem- avrebbe preso il governo del Paese. Sostanzialmente conferma pre dipendente dalla spesa pubblica la quale però è diminuita quanto il processo di primo grado aveva già ac- e rimane condizionata dal sistema di accesso certato, cioè il ruolo di cerniera di Dell’Utri tra le clientelare. Ne sono prova i fallimentari risultati cosche mafiose e il gruppo che da lì a poco sa- Il Paese sembra so- della 488 e della destinazione dei fondi struttu- rebbe sceso in campo con Forza Italia. Dell’Utri rali con tutti gli inquinamenti di tipo mafioso. Il è già stato condannato in primo grado per con- speso al declino e recente rapporto della Fondazione Res ha do- corso esterno alla mafia e ora corre il rischio di alla fine politica del cumentato che solo il 20% delle imprese sici- esserlo anche nel processo di secondo grado. liane ha innovato il loro processo o il loro Rimanendo ferma la presunzione d’innocenza berlusconismo. Nel prodotto a fronte di una media italiana supe- sino alla sentenza definitiva, sarebbe opportuno riore di oltre dieci punti percentuali. politicamente che uscisse dalla scena pubblica. frattempo i problemi Il punto centrale è come innovare il sistema di Intanto la sua vicenda si proietta sul Pdl diviso concreti dei cittadini spesa e d’incentivazione senza avere un’idea della Sicilia. Il Pdl Sicilia di Miccichè dovrebbe dello sviluppo verso cui muoversi. Dovrebbe sciogliere la sua ambigua collocazione che gli marciscono insoluti nascere dalle stesse forze produttive isolane, ha consentito sinora di vantare una posizione del lavoro e del capitale, sostenute da una autonoma in Sicilia, ma non dissociata da Berlu- classe dirigente autonoma dal centralismo ro- sconi e Dell’Utri. Il problema non è solo di Miccichè e del suo Pdl- mano, dalle lobby nazionali e dalle consorterie massoniche e Sicilia, ma anche del Pd quando pone a Lombardo di uscire dal politicomafiose siciliane. centrodestra se vuole il dialogo con l’attuale opposizione. Che È una sfida con se stesso per il ceto politico siciliano, sinora cosa farà Miccichè? Prenderà le distanze da Berlusconi e da preso tra il fuoco del traccheggio col vecchio potere politico ma- Dell’Utri? D’altra parte, il Pd facendo intendere che potrebbe ap- fioso, il suo conservatorismo e la retorica dello sviluppo e lega- poggiare dall’esterno un governo per le riforme, sa che la que- lità. Nel successo di questa sfida è scritto il futuro della Sicilia stione della legalità in Sicilia significa prioritariamente lotta contro del ventunesimo secolo, il suo insuccesso travolgerebbe tutti. la mafia e le sue connessioni con la politica, la pubblica ammini- Chi saprà cogliere la voglia di partecipare, lottare e non arren- strazione, l’economia e la società nella quale ancora riscuote con- dersi, presente anche nella società, potrà guidare il processo di senso. La soluzione di questo problema è preliminare rispetto agli modernizzazione. stessi contenuti programmatici che dovranno comunque essere Lo dimostrano le tante manifestazioni propositive degli agricol- intrisi di misure antimafia. Spezzare l’ingessatura del bilancio re- tori, degli operai della Fiat, dell’Onda, della scuola e dei tanti gionale per liberare risorse da destinare agli investimenti per la che sono recati a Roma sabato scorso. Gerenza A Sud’Europa settimanale realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 3 - Numero 43 - Palermo, 7 dicembre 2009 Registrazione presso il tribunale di Palermo 2615/07 - Stampa: in proprio Comitato Editoriale: Mario Azzolini, Mario Centorrino, Gemma Contin, Giovanni Fiandaca, Antonio La Spina, Vito Lo Monaco, Franco Nicastro, Bianca Stanca- nelli, Vincenzo Vasile. Direttore responsabile: Angelo Meli - Responsabile grafico: Davide Martorana Redazione: Via Remo Sandron 61 - 90143 Palermo - tel. 091348766 - email: [email protected]. II giornale è disponibile anche sul sito internet: www.piolatorre.it La riproduzione dei testi è possibile solo se viene citata la fonte In questo numero articoli e commenti di: Giovanni Abbagnato, Mario Centorrino, Gemma Contin, Piero David, Franco Garufi, Franco La Magna, Salvatore Lo Iacono, Vito Lo Monaco, Davide Mancuso, Giuseppe Martorana, Letizia Mirabile, Franco Piro, Gilda Sciortino, Vincenzo Scuderi, Roberta Sichera, Maria Tuzzo. Tra nuovi “pizzini” e nuove rivelazioni in dirittura d’arrivo il processo a Dell’Utri Gemma Contin ono tre i pizzini scritti da Bernardo Provenzano, indirizzati a Vito Ciancimino, che il figlio Massimo ha consegnato nel Scorso degli ultimi incontri al procuratore di Caltanissetta Ser- gio Lari e al pm antimafia Nino Di Matteo. I magistrati lo stanno ascoltando a proposito delle piste che por- tano alla riapertura del processo per le stragi (competente Calta- nissetta) e alla “trattativa” tra Stato e mafia (competente Palermo). Le cose che dice il giovane Ciancimino si incrociano con le depo- sizioni di Gaspare Spatuzza, che domani sarà sentito nell’aula bunker di Torino dai giudici della Seconda sezione della Corte d’appello di Palermo, in trasferta per motivi di sicurezza con il pro- curatore Antonino Gatto e l’avvocato Nino Mormino. Siamo infatti alle ultime battute del processo d’appello al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza do- vrebbe essere pronunciata entro fine anno, al più tardi in gennaio, dato che con la deposizione di Spatuzza si dovrebbe concludere l’arringa dell’accusa, cui seguiranno con cadenza settimanale le quattro-cinque udienze per le controdeduzioni della difesa. Totò Riina. Salvo imprevisti. Salvo nuovi colpi di scena. Salvo l’irrefrenabile Nel nuovo pizzino di “Binnu” a don Vito verrebbe esplicitata la cancan che sembra crescere di giorno in giorno per alimentare la natura del giro d’affari e degli interessi di Cosa Nostra a Milano, confusione sui pentiti, su Spatuzza, su Ciancimino, attorno a con investimenti dei mafiosi Bonura e Buscemi nel settore del- Dell’Utri e al presidente del Consiglio, e sulla fattispecie «più so- l’edilizia: sia nella Calcestruzzi di Raul Gardini, sia nell’Edilnord ciologica che penale» del reato di concorso esterno in associa- di Silvio Berlusconi; nonché del coinvolgimento in prima per- zione mafiosa. sona dello stesso Ciancimino padre come “consulente” della Si va avanti così, tra polemiche e polveroni, con Spatuzza che a Venchi Unica, società quotata in Borsa al tempo in cui Dell’Utri ogni nuova tornata sembra più accendere nuovi conflitti politici che era l’amministratore delegato e uno dei soci era l’imprenditore dipanare la matassa mafiosa, e con le “rivelazioni” elargite col con- edile Filippo Alberto Rapisarda, oggetto di un contorto processo tagocce e con sapiente dosaggio mediatico dal figlio di don Vito. a Torino per bancarotta fraudolenta. Il fulcro delle accuse sembra imperniarsi, nelle confessioni del Rapisarda era a sua volta socio di Vito Ciancimino e dell’inge- primo, sui rapporti con i Graviano, mafiosi di Brancaccio, che Spa- gnere Francesco Paolo Alamia (assessore al Turismo del co- tuzza sostiene fossero in stretto contatto con Dell’Utri; e, nel rac- mune di Palermo quando Ciancimino senior stava ai Lavori conto a pezzi e bocconi del secondo, sull’evoluzione dei referenti Pubblici) nella Inim Spa, negli Anni Settanta il terzo gruppo im- politici di Bernardo Provenzano, una volta “eliminato” l’ex compare mobiliare italiano, per la quale lavorava lo stesso Dell’Utri la cui residenza milanese coincideva con la sede dell’Inim in via Chia- ravalle a Milano. Nell’ultimo pizzino inviato da Provenzano a Ciancimino nel 2000, mentre l’ex sindaco si trovava agli arresti domiciliari nella sua casa romana di Piazza Navona, il boss scrive: «Caro inge- gnere, ho ricevuto la “ricetta”. Ci dobbiamo incontrare nel solito posto, al cimitero, per chiarire alcune cose.
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