Federico Fellini È Morto Dopo 14 Giorni Di Agonia. Lutto in Tutto Il Mondo La Masina Lo Ha Saputo Dal Tg. La Camera Ardente Da Domani a Cinecittà

Federico Fellini È Morto Dopo 14 Giorni Di Agonia. Lutto in Tutto Il Mondo La Masina Lo Ha Saputo Dal Tg. La Camera Ardente Da Domani a Cinecittà

Giornale + libro lIM «DIO NE SCAMPI • DAGLI ORSENIGO» Consorzio Cooperative Abitazione di Vittorio Imbriani ANNO 42;^NU0V» Mrit *tr$2r - iféow WÀ»Ìi^T..«i». »/70- I Un ita •^«"«•^•^^ M^Wm^^«^0^^^"^ Miaa!2S^"'-3SEiate!JisaaSsK Federico Fellini è morto dopo 14 giorni di agonia. Lutto in tutto il mondo La Masina lo ha saputo dal Tg. La camera ardente da domani a Cinecittà Poesia che muore Non saremo tristi in uivpaese smarrito perché ci sei stato WALTER VELTRONI ETTORESCOLA a oggi siamo tutti più poveri. Almeno per quel­ L'uomo uesto e solo un bi- quest'Italia sgangherata e la parte di noi. della nostra esistenza, che vola gliettino privalo che cagnarona .nella rappre­ oltre la dura concretezza dei problemi quoti­ Q puoi metterti in ta­ sentazione della quale pe­ diani. Quella parte leggera senza la quale la sca e dargli un'occhiata rò tu hai sempre insinuato vita è solo un calvario di desideri e di dolori. quando avrai tempo, finita la possibilità di una speran­ Federico Fellini era un benefattore della fanta- la contusione di queste za, non fosse che con l'im­ • sìa. Il mondo delle sue storie era un punto in­ giornate Non ti ho ancora magine di un bambino con visibile tra le cose reali e l'universo dei sogni. ringrazialo del risolto una troniba7 Unico ramma­ Sapeva fare una cosa rara, raccontare le storie (squisito) che mi hai offer­ rico é cnc forse non hai fal­ degli uomini. Lo faceva come lo può fare un to in ospedale a Kimini. Co­ lo in tempo a dire un'ultima bambino, cogliendo e manipolando l'argilla me stanno i tuoi nanetti7 La cosa, come quando il tuo dell'esistenza e restituendola come ad un caposala li ha fatti sgombe­ treno parte e, dietro il fine­ bambino piacerebbe, in forma di fiaba. Mi e rare da sotto il letto e dalle strino chiuso ermeticamen­ capitato diverse volte di ascoltare Federico pareti' Ti sto scrivendo con te per la benedetta aria raccontare. Ad un certo punto non sapevo più il pennino 0,35 hai ragio­ condizionata, non riesci a sogni comunicare quello che ti é se le cose che descriveva fossero vere, o se ne, lo 0,5 ha il tratto troppo fossero collocate in un'altra dimensione al­ spesso e sbava un po' Ho venuto in mente all'ultimo trettanto forte, e per me altrettanto interessan­ compralo il libro che mi hai momento, a chi ti saluta te, quella della sua fantasia. Una volta mi rac­ consigliato ed e vero, co­ sotto la pensilina. Ma io so­ contò una notte a Roma, durante i giorni del minciano ad esserci più no sicuro che l'ultimo film mondiale di calcio, Mi disse di un autista che buoni romanzi che buoni tu lo hai fatto, solo per te, in lo era andato a prendere con una grande film: potrebbe essere un silenzio, in queste ultime macchina che aveva il televisore davanti ai se­ buon segno anche per il ci­ due settimane. Dorme, di­ dili posteriori. Mi disse che fu fermato da nema. Presto farò cambiare cevano lutti. E invece so­ agenti di polizia a via del Babuino. Era una la cappa aspira-odon che gnavi. Le linee dei cervc-Mo bella notte d'estate, e tutte le finestre erano fa troppa corrente e t: co­ sono piatte, dicevano Ein- aperte. «Guardando in su», raccontò Fellini, strinse a cenare con il cap­ /ecc erano quelle del pen­ «vidi che da tutte lef ase usciva una luce elet­ potto e la sciarpa. Per ora. tagramma sulle quali dise­ tronica ora bluastra, ora verde». E d'improvvi­ non altro. Quanto al tuo fu­ gnavi la tua musica. ì tuoi so s'accorse che quei ragazzi in divisa erano nerale, non sarà una festa, pupazzetti, i tuoi colori' in con il viso premuto ai finestrini per vedere la con donnine stranpanti, ca­ fretta senza smettete un mi­ partita di calcio. Non so se fosse vera, ma era priole di clown e la banda nuto, per finire in tempo il autentica. Non so se fosse nata davvero in una col mazziere: ma la tristez­ tuo ultimo film. Ma questa strada del centro di Roma o nelle viuzze della za perché te ne sei andato volta il committente ti ama­ sua fantasia. So che ora la ricordo, e se voglio sarà niente in confronto al­ va e il tempo che ti ha con­ la rivedo, come un frammento di poesia tra­ la gioia perché ci sci stato cesso ti é bastato Evviva. scinalo dal vento. Come le "manine», quei Infatti, di quale altro nostro Federico! Torna in mente il fiocchi di bambagia che non si sa dà dove contemporaneo potremmo verso di un poeto come le vengono, piccole piume che annunciano l'ar­ mai sentirci ortlopliosi :n «Che strano chiamarsi Fe­ rivo della Primavera. derico'» iono le «manine» a cominciare il racconto di Amarcord, il film in cui la gente semplice vede passare il sogno delle cose che vorrebbe, rac­ chiuso nelle luci ricche e lontane del mitico Rex. Dopo quel fllmv.nel quale Fellini sembra­ va chiamare a raccolta i suoi ricordi e le sue , fantasie più emozionanti il suo cinema si in- ' cupi. Come se Federico avesse visto, prima degli altri, che alla metà degli anni Settanta Tutti in piedi • qualcosa si era rotto. Il mare nero, finto e odioso di Casanova, il grande disordine di '• una orchestra che non riesce a trovare il mo­ ad applaudire do di suonare insieme, e quella palla nera che tutto distrugge, come un antipasto dell'Apo­ calisse. E la desolazione della Roma distrutta FRANCESCO DE GREGORI e clonata di Cinger e Fred, e la paura di nuove, moderne dittature di L'intervista. Fellini aveva unque - adesso lo Charlol, moriva con una visto prima del tempo, perché usava il binoco­ sappiamo - non po­ capriola Calvcro, comico lo della immaginazione, perché le «manine» D tremo più aspettare sublime ed infelice, subito arrivavano per annunciare. Se Pasolini aveva il prossimo film di Fellini dopo averci fatto sbellicare compreso, razionalmente, l'esistenza di un Se il cinema di Fellini ò dalle risate in un memora­ «Paese orribilmente sporco» e aveva detto «lo stalo, come noi crediamo bile duetto con Busler Kea- so», Fellini sentiva un disagio, capiva che le che'sia stalo, cinema in ton. in Luci della ribatta. cose attorno a lui si erano fatte cattive, di una movimento, eterno viaggio Provo a cercare adesso, cattiveria diversa da quella di La Strada o de II incompiuto, - perpetua n- nei film di Fellini. tracce bidone, e forse stupide, volgari, arroganti, cini­ scnttura, tutto questo, eb­ dell'idea della morte e stra­ che. Ed allora usava le sue fiabe per combat­ bene, si é fermato per sem­ namente non mi sembra di tere questa cattiveria, mostrandola, raccon­ pre • - tandola. Se davvero, come dice una leggenda, nuseire a trovarne È come chi muore rivede in un attimo tutta la sua vita Spetterà agli storici del se alla fine anche nelle sue allora Federico, ieri, deve aver salutato Sordi cinema d'ora in poi, non- slonc più amare, negli sce­ con il suo bel vestito da sceicco bianco, il gi­ più ai critici, occuparsi del­ nari più scuri e stralunati, gante Zampano, l'adorata Cabiria, Anita Ék- la straoroinaria arte di Fe­ nelle atmosfere più inquie­ berg nella fontana, il cappellaccio di Marcello derico Fellini Leggeremo tami finisse sempre per pre­ sugli annali e nelle enciclo­ valere una nota di remissio­ " Masti-Gianni, la Saraghina e la Tabaccaia. E pedie che il suo primo film ne e di dolcezza, una tona­ forse ha sentito la musica della scena finale di come regista fu Lo sceicco lità mai realmente dispera­ Otto e mezzo. Quando tutti i personaggi della bianco, nel 1951, e il suo ul­ ta; come se anche l'ango­ vita del regista tornano e lo convincono a rico­ timo La vere della luna con scia, il buio, la paura, la cat­ minciare a girare. Vorremmo che Federico Benigni e Villaggio nel tiveria, la vigliaccheria, la potesse ascoltare quella musica. Per egoismo, 1990. E rivedremo quindi iattanza, la debolezza e la perché non vogliamo smettere di sognare. certamente con occhi di­ stupidità degli uomini, dei versi tutto il suo lavoro, pro­ suoi personaggi, si scio- SERVIZI E INTERVISTE DA PAGINA 2 A PAGINA 8 prio perché ormai circo- scntlo in un arco di tempo glicsscro alla fine in un ac­ definito, compresi gli spot cordo quieto <• lontano, so­ a psiche s'allontana, un mese di vita per questa pre­ stra persona pubblica e la no­ sono certa che sa voler bene pubblicitari della Banca di lare. Cosi come La dolce a esausta, lasciando la ziosi» compagnia al gran fina­ stra persona privala, i suoi Ne sono certa dai suoi film, Roma, l'ultima fatica, cre­ la. film notturno e disperan­ L spoglia come per una le; non cambierei la mia, la pensieri che circolano sui dallo sguardo lulminante e do, nonché la prima parte te, finisce su una spiaggia distrazione: nella fretta di par­ nostra camera da letto con la giornali, le sue esilaranti bat- universale che sprigiona lo de // viuxgio di U. Mastorna, all'alba di un nuovo giorno, tire dimentichiamo sempre le camera di rianimazione. Non tule. provengono come se si , spago, la luna con la cellulite, da lui sceneggialo e affida­ cosi come forse la misterio­ cose più importanti. Il copio­ c'entra l'oggigiorno, o l'un slesse in cucina a chiacchiera­ il sogno, il toscano doppiato to pochi mesi fa alla matita sa palla d'acciaio alla fine tempo.

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