Le iscrizioni metriche della Frigia orientale: paideia greca e identità locale Edizione, traduzione e commento Dipartimento di Scienze dell’Antichità Corso di Dottorato “Filologia e storia del mondo antico” XXXII Ciclo – Curriculum filologico Elisa Nuria Merisio Relatore: Correlatori: Prof. Gianfranco Agosti Prof. Francesco Camia Prof. Francesco Guizzi 2 Sommario Premessa 5 Introduzione 8 I. Limiti geografici e limiti della geografia 9 1. Altipiano frigio (area di Metropolis) 11 2. Frigia centro-orientale 12 3. Frigia sud-orientale 14 4. Frigia Παρόρειος 15 II. Datazione delle iscrizioni 17 1. Paleografia 17 2. Onomastica 17 3. Contesto archeologico e gruppi omogenei di iscrizioni 18 4. Formularità locale, lingua e stile letterario 18 5. Iscrizioni cristiane 19 III. Le iscrizioni come testi letterari 21 1. Tipologie di epigrammi 21 a. Funerari 21 b. Votivi 21 c. Onorifici 22 d. Epigrammi di natura mista o di diverso genere 22 2. Aspetti linguistici 23 a. Fonetica 24 b. Morfologia 25 c. Sintassi 26 d. Il bilinguismo greco-frigio 27 3. Metrica 29 a. Tipologie di verso 30 3 I. Versi dattilici 30 II. Versi giambici 31 III. Verso la metrica bizantina 31 b. Irregolarità prosodiche e metriche 32 c. Confini tra versi e prosa nelle iscrizioni 33 d. Metrica e layout epigrafico 34 4. La letterarietà degli epigrammi 36 a. Le influenze della tradizione letteraria 36 I. Registro epico e lingua omerica 37 II. Oltre Omero 37 b. Le iscrizioni cristiane e i loro modelli 38 c. Formularità 39 I. Le formule della poesia funeraria 40 II. Formule epigrafiche a diffusione locale 40 III. Formule di maledizione 43 IV. Iscrizioni metriche e società 46 1. Alfabetizzazione e diffusione della cultura letteraria 46 2. Poeti e committenti 47 3. Epigrafia pubblica e privata 48 4. Funzione sociale della poesia epigrafica 49 Edizione e commento 51 I. Altipiano frigio (area di Metropolis) 52 II. Frigia centro-orientale 132 III. Frigia sud-orientale 265 IV. Frigia Παρόρειος 371 Riferimenti bibliografici 421 4 Premessa Il progetto originario di questa tesi di dottorato consisteva in un’edizione commentata di tutti gli epigrammi epigrafici greci provenienti dalla regione Frigia (attuale Turchia) in Asia Minore, a partire dal corpus raccolto da Merkelbach e Stauber nel terzo volume degli Steinepigramme aus dem griechischen Osten. La scelta di studiare in profondità queste iscrizioni è derivata dalla convinzione che fossero testi interessanti dal punto di vista linguistico e letterario, oltre che storico, religioso e sociale, tre aspetti in riferimento ai quali molti degli epigrammi qui raccolti sono già stati studiati. La ricerca, una volta intrapresa, non ha deluso le aspettative, sebbene la profondità di studio e analisi richieste per svelare a pieno la ricchezza di queste iscrizioni ha costretto in fieri a un ridimensionamento del progetto originario, il cui esito è questa edizione commentata degli epigrammi provenienti dalla parte centro-sudorientale della Frigia, ovvero i testi che nel corpus di Merkelbach e Stauber vanno sotto la numerazione 16/4x e 16/5x, mentre il gruppo 16/6x, contenente iscrizioni provenienti prevalentemente da Antiochia presso la Pisidia, non è stato trattato in quanto appartenente ad una realtà culturale e politica in parte diversa da quella dei due precedenti gruppi. La scelta di focalizzare la ricerca sui documenti provenienti da quest’area è stata motivata dal fatto che il territorio preso in considerazione costituisce una delle parti meno ellenizzate della Frigia, in particolare per quanto riguarda la zona del cosiddetto altipiano frigio: si tratta infatti di un’area lontana dai maggiori centri della regione, situati nella parte sud-occidentale, e caratterizzata da un profilo geografico ostile agli scambi e ai contatti culturali. Tale condizione di isolamento non ha tuttavia impedito all’habitus epigrafico greco di penetrare fin nei villaggi più remoti, sebbene con una dimensione ‘locale’ più accentuata, anche nel caso in cui questo significhi solamente una minor padronanza della lingua scelta per fissare i propri componimenti sulla pietra. Tale situazione, come si vedrà, è in realtà oggettiva solo per alcuni dei centri presi in considerazione, mentre altri, come l’antica città di Synnada, hanno restituito iscrizioni metriche di qualità e stile non molto diversi da quelli dei documenti provenienti dai centri completamente ellenizzati della zona costiera dell’Asia Minore. Si tratta dunque nel complesso di un territorio dalle caratteristiche assai variegate. Nel corso del lavoro di analisi e commento dei testi epigrafici sono state incluse nella raccolta alcune iscrizioni metriche non presenti nel corpus curato da Merkelbach e Stauber, o perché sfuggite all’encomiabile lavoro di raccolta da essi intrapreso, o perché pubblicate in epoca posteriore all’uscita dei volumi degli SGO. Altre di queste iscrizioni non sono state incluse per ragioni di tempo, ma andranno prese in considerazione in vista di una raccolta completa delle iscrizioni provenienti dal territorio in questione1. Il presente lavoro raccoglie in totale 89 iscrizioni, numerate da 1 Gli epigrammi aggiunti alla raccolta di Merkelbach e Stauber sono 5.1.7, 5.1.8, 5.1.9, 5.3.11 e 5.4.2. Altri epigrammi che dovranno essere incorporati in questo corpus sono MAMA IV 49c; SEG 53.1474; SEG 53.1515; a questi si possono aggiungere altre iscrizioni che figurano, insieme ad alcune tra quelle or ora citate, nell’appendice Supplement zu SGO contenuta in Staab 2018 (328-345), dove sono raccolti molti 5 4.1.1 a 5.9.1: la ratio di questo sistema di numerazione risiede nel progetto originario, che prevedeva un commento integrale degli epigrammi della Frigia contenuti nel III volume degli SGO; non la si è modificata nella speranza di poter continuare in futuro il lavoro intrapreso. Oltre che dal continuo e stimolante dialogo con i colleghi e i docenti del Dottorato in “Filologia e storia del mondo antico” dell’Università di Roma “Sapienza”, ai quali va la mia profonda gratitudine, la presente ricerca ha tratto un notevole beneficio dall’aver trascorso soggiorni di studio presso l’Università di Salamanca, dove mi sono potuta giovare della ricchezza della biblioteca della Facoltà di Filologia (in particolare per l’ambito epigrafico) e dove ho trovato un ambiente accademico caloroso e accogliente, nonché stimolante, nei colleghi, nei docenti e nel personale dell’università. Un ringraziamento particolare va alla Prof.ssa Maria-Paz de Hoz, che ha reso possibile il soggiorno e mi ha messo a disposizione tutti gli strumenti per una migliore riuscita della ricerca; il lavoro deve molto alle lunghe e stimolanti conversazioni che ho avuto la possibilità di avere con lei durante il periodo trascorso a Salamanca. Un ringraziamento altrettanto sentito va all’Università di St Andrews e alla sua School of Classics, che nelle strutture efficienti e in un contesto accademico familiare e accogliente mi ha fornito l’ambiente ideale per approfondire e portare avanti il lavoro; ringrazio in particolare il Prof. Jason König, che con la massima disponibilità ha reso possibile il mio soggiorno, mostrando un vivo interesse per la mia ricerca e fornendomi preziosi suggerimenti, e il Prof. Carlos Machado, che mi ha coinvolto con entusiasmo nelle attività della School of Classics. Si danno di seguito alcune indicazioni riguardo alle convenzioni seguite nell’edizione e nel commento degli epigrammi. Nel riportare i nomi propri di persona menzionati nelle iscrizioni si è cercato di mantenere il più fedelmente possibile la grafia del greco, senza latinizzare né italianizzare i nomi; la stessa cosa vale per gran parte dei nomi di luogo greci e latini, di cui si è tuttavia utilizzato talvolta l’equivalente italiano, nei casi in cui si è ritenuto il nome molto comune e ampiamente usato. Nelle citazioni dei paralleli epigrafici, si sono sempre privilegiate, quando esistenti, le edizioni presenti nelle raccolte di iscrizioni metriche; nella citazione di iscrizioni in prosa o di iscrizioni metriche non contenute in raccolte di epigrammi, si è cercato di riferirsi sempre all’edizione più recente e aggiornata del documento. Nelle citazioni di paralleli epigrafici in cui è individuabile una struttura metrica, si sono citate le iscrizioni secondo i versi, senza riportare i segni di fine riga al loro interno. Nell’indicazione del luogo di provenienza e della datazione dei paralleli citati, si è seguito quanto indicato nell’edizione di riferimento, anche se talvolta in contrasto con degli epigrammi che verranno inclusi all’interno di un volume di supplemento alla raccolta di Merkelbach e Stauber di prossima pubblicazione: MAMA I 424; MAMA I 404; MAMA IV 85a. 6 le informazioni riportate in altre edizioni della medesima iscrizione. Le misure della pietra e delle lettere sono sempre espresse in metri. Per quanto riguarda le abbreviazioni delle edizioni epigrafiche, si sono seguite principalmente quelle proposte nella sesta versione della Checklist of Editions of Greek Inscriptions del 16 maggio 2019 2 elaborata dalla commissione dell’AIEGL creata nell’autunno 2017 a questo scopo 3 . Per l’abbreviazione dei nomi delle riviste si è seguito l’uso dell’Année Philologique. Il presente lavoro avrebbe avuto un corso notevolmente più lungo e complicato senza l’ausilio di alcune risorse digitali, che ci si limita a ricordare qui: il database delle iscrizioni greche del Packard Humanities Institute (https://inscriptions.packhum.org), il Thesaurus Linguae Graecae (TLG) online (http://stephanus.tlg.uci.edu) e il database di concordanze epigrafiche
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