Nobday: La Partecipazione Non Convenzionale E Il Web 2.0

Nobday: La Partecipazione Non Convenzionale E Il Web 2.0

Valentina Citati Dottorato di ricerca in Scienze della Comunicazione Ciclo : XXIV Dipartimento di Sociologia e Comunicazione Facoltà di Scienze della Comunicazione Coordinatore: Prof. Mario Morcellini Tutor: Prof.ssa Sara Bentivegna Università La Sapienza di Roma NoBDay: la partecipazione non convenzionale e il Web 2.0 1 INDICE Introduzione……………………………………………………………………………………………………p.3 Capitolo 1: Un mondo che cambia: scenari in evoluzione per la politica del nuovo millennio 1.1 Il Capitale sociale nella Network Society: dalle comunità ai network………………………………p.5 1.2 Implicazioni politiche del web 2.0………………………………………………………………………p.8 1.3 Sfera pubblica online: dalla deliberazione alla rivendicazione……………………………………...p.13 1.4 Nuovi significati della politica e della partecipazione………………………………………………...p.16 1.5 Internet e partecipazione, tra rafforzamento e mobilitazione………………………………………..p.21 1.6 Organizzarsi online: da configurazioni post-burocratiche, ibride a forme di azione collettiva individualizzata………………………………………………………………………………………………. p.25 Capitolo 2: SNSs, Comunicazione e Partecipazione Politica 2.1 SNSs e Facebook: uno scenario in movimento……………………………………………………..p.30 2.2 I siti di Social Network: definizione e storia…………………………………………………………..p.35 2.3 Facebook: le ragioni di un successo mondiale………………………………………………………p.40 2.4 Facebook e capitale sociale…………………………………………………………………………...p.43 2.5 Politici & Facebook: rischi e opportunità di una adozione 1.5……………………………………. p.48 2.6 Il contributo dei SNSs per l’azione collettiva…………………………………………………………p.52 Capitolo 3: NoBDay: la politica non convenzionale e il Web 2.0 3.1 Nuove forme di partecipazione online: il NoBDay………………………………………………….p.57 3.2 Organizzazioni ibride online: Interrogativi e Metodologia di Ricerca……………………………..p.60 3.3 Prove tecniche di disintermediazione: self-expression e conquista della visibilità…………….. p.64 3.3.1 La Self Presentation del movimento……………………………………………………………… p.64 3.3.2 La conquista della visibilità e dell’attenzione: il circolo virtuoso tra media online e offline…. p.74 3.4 Gli strumenti di aggregazione della mobilitazione: Sito e Pagina FB…………………………….p.79 3.5 Il contributo attivo degli utenti: lo spazio blog e la partecipazione su FB……………………….. p.84 Capitolo 4: La bacheca di Facebook: vocazioni a confronto 4.1 Tra conversazione e mobilitazione: strategie di ricerca………………………………………….. p.91 4.2 L’uso della pagina per l’organizzazione dell’evento: la vocazione informativa………………… p.95 4.3 La parola agli utenti: Cosa piace ai fan del NoBDay………………………………………………p.106 4.4 Vocazioni discorsive non previste: la bacheca come luogo di conversazione………………….p.113 4.5 La ‘Wall’ come spazio di Self expression: la promozione del sé………………………………… p.121 Riflessioni Conclusive…………………………………………………………………………………….p.126 Riferimenti bibliografici…………………………………………………………………………………… p.130 2 Introduzione Internet e i social media stanno cambiando il modo di comunicare, relazionarsi, lavorare ma anche di intendere la politica e la cittadinanza. Infatti oggi “molto di quanto scorre nel cyberspazio è discussione” (Chadwick, 2006, p.25) e i media digitali sono diventati una delle principali fonti informative per i cittadini, fornendo i temi e gli spazi per le discussioni e i dibattiti orientati politicamente e/o civicamente. L‟architettura partecipativa del web 2.0 ha accresciuto, inoltre, le possibilità di espressione creativa dei singoli utenti, di accesso e manipolazione dei contenuti, di condivisione e di collaborazione in molteplici ambiti: dalle forme più ludiche e di intrattenimento, quali le pratiche di download, remixing e scambio di file musicali peer to peer, ad altre via via più impegnative a carattere civico e politico in un continuum dai contorni sempre più sfumati e difficili da definire (Dahlgren, 2011). Tra i nuovi media sociali Facebook, in ragione del suo incredibile successo in tutto il mondo, della libertà e facilità di accesso che lo hanno reso sempre più un sito generalista e della sua struttura a network incentrata sulle reti sociali individuali, ha attirato l‟interesse di una quota crescente di studiosi. Ma in che misura le tecnologie digitali sono realmente emancipatorie e liberative dei cittadini singoli e organizzati e quanto, invece, si limitano a riflettere e a riprodurre equilibri di potere politici e commerciali o a estremizzare l‟isolamento e la frammentazione sociale? Ciò che sembra sfuggire alle letture ottimistiche e pessimistiche che hanno accompagnato tutte le novità dell‟evoluzione tecnologica dell‟ultimo secolo (dal cinema alla radio, alla tv e, infine, a Internet) sembra essere la consapevolezza, acquisita di recente, di quanto l‟adozione e l‟uso di questi strumenti sia altamente contestuale, risultante dal concorso di molteplici fattori situati a livello macro (sistemico-strutturale), meso (organizzativo) e micro (individuale). Ciò significa rifiutare qualsiasi tentativo di determinismo tecnologico riconoscendo che “la tecnologia non è in sé né negativa né positiva ma tantomeno è priva di valore”(Kranzberg, 1986, p. 454). Il valore di una tecnologia risiede così nella sua costruzione sociale, come viene sviluppata e creata dai suoi ideatori, e come gli utenti finali la interpretano, utilizzano e rimodellano per adattarla alle proprie necessità. Perciò gli effetti di Internet come gli usi della maggior parte dei mezzi di comunicazione, dipendono fortemente dal contesto sociale (Bennett, 2004): “Internet non funziona per conto suo ma è embedded nella vita reale e nelle cose concrete che le persone fanno” (Wellman, Haythornthwaite 1 , a cura di, 2002, p.7). Da ciò consegue la necessità di considerare il contesto sociopolitico e tecnologico in cui si situa l‟utilizzo dei media sociali e che contribuisce a determinarne gli effetti (Christensen, 2011; Bennett, Segerberg, 2011). Un altro passo avanti nella comprensione del ruolo e delle potenzialità dei media digitali nella società contemporanea è il riconoscimento di quanto le dimensioni online e offline non siano più pensabili come separate e distinte dal momento che il panorama tecnologico e mediale attuale si caratterizza per una sempre maggiore sovrapposizione e convergenza tra piattaforme e canali diversi attraverso cui scorrono, quasi senza soluzione di continuità, interazioni comunicative e relazioni sociali. I siti di social networks hanno favorito tale sovrapposizione tra realtà online e offline grazie alla possibilità offerta agli utenti di trasferire e di gestire il proprio mondo sociale sulla rete (boyd, Ellison, 2007). 1 Cit. in Bentivegna S., 2009, p. 165 3 Infine, ma ugualmente importante, si avverte l‟esigenza crescente di differenziare gli usi di queste nuove forme socio-tecnologiche per individuare le diverse pratiche comunicative adottate e i loro effetti in termini di capitale sociale, di partecipazione e di coinvolgimento politico ovvero di frammentazione e di polarizzazione (Burke et al., 2010, 2011; Ellison, Steinfield, Lampe, 2011). In altre parole si riconosce la necessità di considerare il ruolo svolto dall‟interesse, dalla motivazione nonché dalla condizione socio-demografica e dalle competenze individuali nell‟analisi delle pratiche di adozione e degli effetti di queste tecnologie alla luce del suddetto radicamento sociale che le caratterizza. In base a queste considerazioni l‟obiettivo di riflettere sulle potenzialità e i limiti dei media sociali come strumenti di organizzazione e di mobilitazione collettiva è stato letto sia alla luce delle loro caratteristiche peculiari e innovative sia delle categorie concettuali che descrivono le coordinate principali del contesto sociale e politico contemporaneo: capitale sociale, reti sociali individuali, individualizzazione della politica, sfera pubblica online, partecipazione non convenzionale, forme di azione collettiva individualizzate e di cittadinanza attivamente conquistate piuttosto che passivamente ricevute. La ricognizione della letteratura scientifica su questi temi ha condotto alla decisione di concentrarsi sull‟analisi delle strategie di comunicazione, di mobilitazione e sulle pratiche discorsive di un movimento „grassroots‟ online perché è proprio su questo terreno che si deve indagare per cogliere i nuovi fermenti e tendenze in atto di fronte alla persistente rigidità e affanno della politica tradizionale e dei suoi attori. Il NoBDay, nato e diffusosi in rete per l‟organizzazione di una manifestazione di piazza, è sembrato un caso emblematico per analizzare e verificare nel contesto specifico italiano questioni quali: l‟ibridità delle strutture organizzative, dei repertori e delle pratiche di azione; la sovrapposizione tra la dimensione online e la realtà offline; la coesistenza di agenzie tradizionali di mobilitazione e di nuove forme di aggregazione e di connessione, da un lato, di iniziative bottom-up, spontanee e decentralizzate e di strutture organizzative istituzionalizzate, professionali e competenti, dall'altro; la convergenza tra media mainstream e canali alternativi di diffusione virale dell‟informazione attraverso flussi comunicativi orizzontali, reticolari e istantanei. Infine dal punto di vista comunicativo si è voluto analizzare se e in che misura la comunicazione del movimento sulla bacheca della pagina di FB sia stata influenzata sia dall‟architettura della piattaforma, sia dalle esigenze organizzative e informative connesse all‟organizzazione di una manifestazione in piazza. Inoltre l‟analisi della risposta degli utenti alla strategia comunicativa adottata dal movimento a pochi giorni dall‟evento ha cercato di

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