UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE PIACENZA Scuola di Dottorato per il Sistema Agro-alimentare ciclo XXII S.S.D: Ius/01-Ius/05 IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE : PROSPETTIVE E RAGIONI DI UNA REGOLAMENTAZIONE TRA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO ED ESIGENZE DI TUTELA DEL CONSUMATORE Tesi di Dottorato di : Assunta Barbara Filice Matr. 3580165 Coordinatore : Ch.mo Prof. Gianfranco Piva Tutor : Prof.ssa Antonella Sciarrone Alibrandi Anno Accademico 2008/09 - 1 - INDICE Linee guida ed obiettivi della ricerca pag. 9 Parte I Il commercio equo e solidale: descrizione socio-economica del fenomeno Capitolo Primo Il commercio equo e solidale 1.1 Riflessioni preliminari sulla necessità di ristabilire un nuovo ordine globale delle relazioni economiche: il valore del commercio equo e solidale pag. 18 1.2 Il commercio equo e solidale: ragioni storiche e sua evoluzione pag. 24 Capitolo Secondo Il commercio equo e solidale tra autoregolamentazione ed eteronomia 2.1 Il commercio equo e solidale, differenti approcci sulla via dell’autoregolamentazione: dalle Carte dei Criteri ai sistemi di certificazione pag. 28 2.2 La formulazione della Carta Europea dei Criteri del commercio equo e solidale: un importante punto di partenza pag. 30 2.2 a) La Carta Italiana dei Criteri: principi, obiettivi e caratteri del movimento pag. 32 2.2 b) I soggetti del commercio equo e solidale pag. 34 2.2 c) (Segue) in particolare l’Agices pag. 39 2.3 La certificazione sulle organizzazioni e sui prodotti pag. 42 2.3 a) il ruolo di IFAT pag. 43 2.3 b) l’attività di FLO pag. 46 2.4 Dall’autodisciplina all’eteroregolamentazione: interrogativi e riflessioni per una regolamentazione ufficiale del fenomeno pag. 51 - 2 - Parte II Il commercio equo e solidale: ricognizione e valutazione critica dei progetti di normazione presenti in materia a vari livelli Capitolo Primo Il commercio equo e solidale nella sua dimensione sovranazionale 1.1 Introduzione e piano di lavoro pag. 56 1.2 L’inserimento del commercio equo e solidale nel quadro delle strategie europee: primi percorsi e successivi intenti pag. 58 1.3 La Risoluzione del Parlamento Europeo del 13 marzo del 2007 sulla responsabilità sociale delle imprese: l’importanza del commercio equo e solidale pag. 63 1.4 L’ultima risoluzione del Parlamento Europeo: qualche passo in avanti nell’ottica di un ulteriore riconoscimento del fenomeno pag. 66 1.5 La Comunicazione della Commissione Europea del 4 aprile 2007: “Aid for Trade strategy” pag. 70 1.6 (Segue) l’impegno della Commissione in favore dei paesi poveri: recenti azioni e strategie pag. 76 1.7 Risoluzioni e Comunicazioni in tema di Cees: efficacia e loro valore intrinseco pag. 79 1.8 La Direttiva 2004/18 CE e l’inserimento del commercio equo nel settore degli acquisti pubblici pag. 84 Capitolo Secondo L’esperienza giuridica italiana in tema di commercio equo e solidale: in particolare la dimensione nazionale 2.1 Esigenze di regolamentazione sul piano nazionale: molteplici intenti ma tante perplessità pag. 90 2.2 Analisi dei differenti approcci normativi e sintesi degli obiettivi perseguiti: pag. 93 2.2 a) nell’ottica della certificazione del prodotto pag. 95 2.2 b) nell’ottica dell’inquadramento giuridico degli attori del commercio equo pag. 98 - 3 - 2.2 c) nell’ottica della cooperazione allo sviluppo pag. 99 2.2 d) nell’ottica delle agevolazioni fiscali pag. 100 2.2 e) nell’ottica di una definizione del fenomeno pag. 102 2.3 Il recente disegno di legge dal titolo “Disposizioni per la promozione del commercio equo e solidale”tra interessanti propositi ed evidenti difficoltà di attuazione: quale futuro? pag. 105 Capitolo Terzo La legislazione regionale italiana sul commercio equo e solidale 3.1 Gli interventi in tema di commercio equo e solidale attuati su scala regionale: caratteri e peculiarità pag. 115 3.2 La legge della Regione Toscana del 23 febbraio 2005, n.37: un percorso ragionato pag. 118 3.3 L’art.26 della legge della Regione Friuli Venezia Giulia del 5 dicembre 2005, n.29 pag. 124 3.4 La legge della Regione Abruzzo del 28 marzo 2006, n.7 pag. 126 3.5 La legge della Regione Umbria del 6 febbraio 2007, n.3 alla luce dei precedenti interventi: profili comparati pag. 129 3.6 La legge della Regione Liguria del 13 agosto 2007, n.32 sull’onda del recente d.d.l. elaborato a livello nazionale: forti similitudini ed interessanti parallelismi pag. 137 3.7 La recente legge della Regione Marche del 29 aprile 2008, n. 8 (alla luce della mozione n.10 del 1995) pag. 147 3.8 I progetti di legge in corso di elaborazione su scala regionale pag. 152 3.8 a) Il progetto di legge della Regione Lombardia pag. 152 3.8 b) I progetti di legge della Regione Piemonte pag. 157 3.8 c) I progetti di legge della Regione Veneto pag. 163 3.9 Altri interventi a livello regionale:la Deliberazione della Giunta Regionale del Trentino Alto Adige pag. 171 3.10 Riflessioni conclusive per una sistematizzazione degli interventi nel settore pag. 173 - 4 - Parte III Modelli comparati di regolamentazione giuridica del Fair Trade Capitolo Primo Il commercio equo e solidale in Canada: quali teorie per quali pratiche? 1.1 Introduzione e piano di lavoro pag. 177 1.2 Il “Fair Trade” in Canada: analisi storica e profili attuali a partire da alcuni dati significativi, con particolare riguardo al mercato del caffè pag. 180 1.2 a) (Segue) “les pratiques du commerce équitable”: analisi di alcune “réclames équitables” e valutazione delle conseguenze di tali pratiche sui consumatori canadesi pag. 187 1.3 L’assenza di un inquadramento giuridico attuale: un vuoto normativo pericoloso per il consumatore pag. 195 1.4 Riflessioni e proposte per una regolamentazione giuridica ufficiale del “fair trade” in Canada” pag. 198 1.4 a) sintesi e ricognizione critica degli interventi normativi esistenti e potenzialmente atti ad incorporare il fenomeno pag. 201 - La “loi sur les marques de commerce” pag. 202 - La “loi sur les aliments et drogues” pag. 204 - La “loi sur l’emballage et l’étiquetage des produits de consommation” pag. 206 - La “loi canadienne sur la concurrence” pag. 207 1.4 b) Il riconoscimento normativo del “commerce équitable” sull’onda de “la loi québécoise sur les appellations réservées”: una proposta interessante pag. 209 1.5 Strategie d’azione e possibili percorsi legislativi: pag. 218 1.5 a) “les dispositions du droit de la consommation” e l’esigenza di pervenire all’adozione di una definizione giuridica del fenomeno pag. 218 1.5 b) la creazione di un sistema di certificazione o accreditamento statale (obbligatorio o facoltativo) pag. 221 1.5 c) “Fair trade purchaising policies” pag. 225 - 5 - 1.6 Conclusioni: condizioni e raccomandazioni nell’ottica di un intervento ragionato in materia pag. 229 Capitolo Secondo Il riconoscimento normativo del commercio equo e solidale in Francia tra legislazione e processo di standardizzazione 2.1 L’inquadramento giuridico del commercio equo e solidale in Francia: contesto storico e percorsi pag. 233 2.2 L’art. 60 della legge del 2 agosto 2005, n. 882 pag. 235 2.3 L’accordo “AFNOR”: uno strumento di “Soft low” pag. 238 2.3 a) (Segue) il principio dell’equilibrio della relazione commerciale pag. 239 2.3 b) (Segue) il principio dell’accompagnamento delle organizzazioni dei produttori e dei lavoratori pag. 240 2.3 c) (Segue) il principio dell’informazione e della sensibilizzazione dei consumatori, dei clienti e più in generale del pubblico sul commercio equo e solidale pag. 241 2.4 L’accordo “AFNOR” e l’art.60 de “la loi PME” : dubbi, problematiche e questioni ancora aperte. pag. 243 Capitolo Terzo L’esperienza spagnola in tema di commercio equo 3.1 La “Ley 30/2007 de Contratos en el Sector Pùblico” ed il riconoscimento del “comercio justo” pag. 245 3.2 La “Proposiciòn no de Ley para el fomento del commercio justo y el consumo responsable” dell’11 dicembre 2007 e l’istituzione di una Commissione paritaria Governo-società civile: una scelta singolare pag. 249 - 6 - Parte IV I contratti del commercio equo e solidale Capitolo primo I contratti come strumento di correzione delle asimmetrie del mercato 1.1 L’uso del diritto privato per scopi di politica sociale pag. 254 1.2 Il contratto giusto ed equo: teorie e tecniche per disciplinare in modo solidale pag. 257 Capitolo Secondo Nello specifico i contratti del commercio equo e solidale 2.1 I contratti di Ctm Altromercato: uno strumento concreto di garanzia sociale e di tutela del consumatore pag. 262 2.2 Il “Fair Trade Contract”: analisi della struttura e degli elementi essenziali pag. 264 2.2 a) il “Fair Trade Partership Agreement” pag. 266 2.2 b) l’“Annual Plane” pag. 272 2.2 c) il “Fair Trade Purchasing Contract” pag. 273 2.2 d) il “Delivery Order” pag. 275 2.3 (Segue) la causa all’interno del “Fair Trade Contract” pag. 277 Allegati pag. 279 “Fair Trade Partership Agreement” pag. 280 “Fair Trade Purchasing Contract” pag. 285 Bibliografia pag. 291 Sitografia pag. 300 - 7 - “…quiconque travaille a droit à une rémunération équitable et satisfaisante lui assurant ainsi qu’à sa famille une existence conforme à la dignité humaine (…)” (Art. 23 de la Déclaration universelle des droits de l’Homme). - 8 - Linee guida ed obiettivi della ricerca Il commercio equo e solidale (Cees) è andato sviluppandosi nel mondo occidentale nel corso degli ultimi quaranta anni, quale risposta alla crescente consapevolezza del fatto che i vantaggi derivanti dagli scambi e dall’espansione del commercio internazionale non risultano equamente ripartiti tra tutti i Paesi e tra i vari strati della popolazione di ciascuno dei Paesi stessi.
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