I Fonti del diritto svizzero Edite dalla Fondazione per le fonti giuridiche della Società svizzera dei giuristi Sezione XVIII Le fonti del diritto del Cantone Ticino Sammlung Schweizerischer Rechtsquellen Namens des Schweizerischen Juristenvereins herausgegeben von dessen Rechtsquellenstiftung XVIII. Abteilung Die Rechtsquellen des Kantons Tessin I LE FONTI DEL DIRITTO DEL CANTONE TICINO A. Diritto statutario I. Ordini di Dalpe e Prato (1286 – 1798) a cura di Mario Fransioli con la collaborazione di Luisa Cassina Andrea a Marca SCHWABE VERLAG . BASEL 2006 Elaborato con l’aiuto della Fondazione Friedrich-Emil-Welti, Berna, e dei Cantoni Ticino e Berna Pubblicato con il contributo della Fondazione Friedrich-Emil-Welti, Berna, del Patriziato di Dalpe, dell’Ente turistico Pro Dalpe e del Comune di Prato Leventina Tiratura: 300 Numero del volume: Layout: Heidi Garbereder, Roetgen Stampa: Ediprim AG, Biel/Bienne Rilegatura: Buchbinderei Grollimund AG, Reinach Numero di pubblicazione: 97 ISBN 978-3-7965-2280-2 Indice sommario PRESENTAZIONE DEL PROF. DOTT. PIO CARONI . VII PREMESSA . IX INTRODUZIONE DI MARIO FRANSIOLI . XI Fonti . L Bibliografia. LI Abbreviazioni . LIII AVVERTENZA DI LUISA CASSINA . LV Criteri di trascrizione . LV Descrizione dei materiali . LVI INDICE DEGLI ORDINI. LXI ORDINI . 1 I. Vicinato. 1 I.1 Vicinato di Dalpe. 1 I.2 Vicinato di Cornone. 41 II. Degagna . 81 II.1 Degagna di Dalpe e Cornone. 81 II.2 Degagna di Prato o di Mezzo. 127 II.3 Degagna di Fiesso . 189 III. Vicinanza . 221 III.1 Vicinanza di Prato . 221 GLOSSARIO . 251 INDICE ANALITICO . 263 Seite 6 bleibt frei Presentazione Mentirei se dicessi che questo volume, che presento con gioia pari al sollievo che ne provo, colma finalmente una grave lacuna dei nostri studi ed offre risposte attese da tempo. Già perché si sa che le lacune (non solo quelle della legge, che interpellano preferibilmente il giurista) vengono in realtà inventate ed evocate quando tentiamo di legittimare le nostre ricerche. Voglio dire: raramente preesistono alle nostre riflessioni, più spesso „sopravvengono“ giustificandole o comunque corroborandole. Ma anche senza aspirare a tanto (o forse proprio per questo), la pubblicazione degli ordini di Dalpe e Prato in questa sempre ancora prestigiosa collana ha dei meriti, che è opportuno non tacere. Anzitutto adempie un voto: quello formulato nel settembre del 1990 nella presentazione del volume di Elsa Mango-Tomei dedicato ai formulari notarili. Quel volume, uscito nel 1991, inaugurava (finalmente) la sezione ticinese delle „Fonti del diritto svizzero“. Presentandolo auspicavo che non restasse „isolato nel tempo e nello spazio“. Oggi l’auspicio si avvera e ne sono molto lieto. Tanto più che nel frattempo già si lavora ad un prossimo volume, il che sembra garantire una seppur fragile continuità. Secondariamente questa raccolta ha il merito di offrire uno spaccato di rara autorevolezza dell’economia (ma in realtà non solo di quella) di una comunità alpina fra il Medio Evo e la fine dell’ancien régime. Questa autorevolezza le viene sia dall’eccezionale arco temporale che copre (e che sarebbe stato facile prolungare, facendolo confluire nel presente, ma solo violando le direttive adottate dalla collana), che dalla singolarità dei problemi che questa comunità alpina dovette affrontare, appunto non limitati all’econo- mia alpina (fatta anzitutto di allevamento, pastorizia e sfruttamento delle risorse comunitarie), ma comprensiva anche di attività ed opportunità indotte, massime dell’esercizio della someggiatura, tali comunque da mettere a dura prova, persino da sconvolgere, gli equilibri tradizionali. Come avevo io stesso tentato di mettere in evidenza qualche anno fa, occupandomi degli statuti dei somieri di Osco del 1237 ed interpretandoli nell’ottica dell’inevitabile unità di soma et alpis et vicanale. In terzo luogo questi „ordini“ illustrano con rara concretezza il concetto di diritto consuetudinario, anche questo va pur ricordato. A dispetto del loro nome non sono „leggi“, non comunque nel senso generalmente assunto da questo termine, che rinvia notoriamente ad esperienze e riflessioni del XVII e XVIII secolo. Risultano dunque non tanto da una imposizione autoritativa, ma derivano dalle cose, dall’ordine oggettivo loro sotteso, che i membri della comunità non istituiscono, ma più o meno tacitamente e consapevolmente riconoscono, ed al quale perciò si adeguano. Anche quando dirimono conflitti, queste „norme“ confermano in realtà situazioni che magari non tutti condivide- vano, ma alle quali tutti ugualmente si conformavano: certi com’erano che le disparità e gli antagonismi una loro logica (magari perversa) quand-même VIII Presentazione l’avessero. L’origine consuetudinaria di queste regole va poi sottolineata anche perché conferisce loro una trasparenza ed una credibilità sconosciute alle leggi moderne. Se dunque vengono periodicamente reiterate, come documenta la presente raccolta, non per rimuoverne la latenza o per auspicarne un’osser- vanza più capillare, quanto in ossequio ad una continuità e quindi per ribadire un’ovvia efficienza. E finalmente va detto che raramente gli ordini di una comunità alpina sono stati trascritti, glossati, spiegati da un curatore così competente come Mario Fransioli. Storico delle comunità leventinesi, appassionato frequentatore di archivi locali, grande conoscitore dell’economia alpina, delle sue leggi come anche del suo lessico, corona felicemente con quest’opera un impegno di lunga data. La Commissione per le fonti giuridiche della Società svizzera dei giuristi, nel cui nome vergo questa „Presentazione“, ne é ampiamente consapevole e lo ringrazia. Così come ringrazia i più giovani ma non meno fervidi collaboratori Luisa Cassina e Andrea a Marca per il loro preziosissimo intervento conclusivo. Berna, aprile 2004 Prof. Dott. Pio Caroni Premessa Questa raccolta comprende gli ordini dei due vicinati di Dalpe e di Cornone, quelli delle tre degagne di Dalpe e Cornone, di Prato e di Fiesso, e per finire quelli della vicinanza di Prato Leventina, appunto costituita da queste tre degagne, a cominciare dal XIII secolo fino al 1798. Siccome il testo degli ordini in certe parti può presentare problemi di interpretazione, le considerazioni dell’introduzione, inevitabilmente sintetiche, dovrebbero facilitarne la comprensione. Alcuni ordini sono divenuti incompren- sibili, sia per l’intrinseca difficoltà tecnica dovuta alle mutate condizioni delle attività, di quelle agricole e di quelle legate al traffico in primo luogo, sia per l’aspetto linguistico talora arduo da decifrare anche a causa dei termini caduti in disuso o che con il trascorrere del tempo hanno subito delle variazioni di significato. Salvo eccezioni, non vengono date indicazioni ricavate da altri documenti anche se provenienti dagli stessi archivi. Con il loro linguaggio essenziale gli ordini costituiscono una testimonianza diretta e concreta del vissuto quotidiano dei nostri villaggi e costituiscono una fonte importante per lo studio del diritto e della lingua, tanto più interessante in quanto la documentazione parrebbe pressoché completa specialmente per le comunità dalpesi dei secoli XVI–XVIII. Come appare dal relativo elenco, gli archivi consultati, grazie ai rispettivi documenti, danno una sicura conferma sulla struttura organizzativa delle antiche comunità viciniali leventinesi e sulle loro competenze, che risultano documentate dall’abbondanza delle norme raccolte in un ambito giurisdizionale ristretto, ciò che permetterà agli studiosi una migliore comprensione della storia non solo della vicinanza di Prato Leventina e dell’antico comune di Leventina, ma di riflesso anche quella delle comunità alpine fondate sulla duplice compo- nente della proprietà collettiva accanto a quella privata. L’estensione temporale degli ordini qui presentati riguarda l’epoca dei canonici milanesi, dei duchi di Milano, i Visconti e gli Sforza, e per finire il lungo periodo del baliaggio di Uri. L’ambito della raccolta si conclude nel 1798 con la fine dell’ancien régime e l’avvento dell’effimera Repubblica Elvetica una e in- divisibile. L’opera comprende l’elenco di tutti gli ordini in sequenza cronologica separati per ogni tipo di comunità viciniale, dal vicinato alla degagna alla vicinanza. Sono ormai passati tanti anni da quando, ancora ragazzo, cominciai a in- teressarmi agli enti patriziali, trascrivendone gli ordini e riscoprendo così l’antica organizzazione viciniale della Leventina anteriore al XIX secolo, usufruendo in particolare della meritoria opera d’inventariazione e regesto attuata dal dott. Vittorio Francesco Raschèr e dai suoi collaboratori del Centro di ricerca per la storia e l’onomastica ticinese dell’Università di Zurigo. X Premessa Sono pure passati tanti anni dal casuale incontro con il prof. dott. Pio Caroni, appena nominato ordinario all’università di Berna, incontro che segnò una svolta decisiva nella raccolta degli ordini di Dalpe e Prato. Infatti egli, conosciuto il mio progetto, ne approvò il piano, mi spronò e guidò con tatto e amichevole autorevolezza fino alla presente pubblicazione. A lui vada, primo fra tutti, la mia profonda riconoscenza. Senza i suoi incoraggiamenti e senza il costante sostegno durato decenni, quest’opera non avrebbe potuto essere portata a compimento. Oltre all’aiuto di tipo operativo, il prof. Caroni si è adoperato per farmi avere il consenso della Commissione delle fonti del diritto della Società svizzera dei giuristi e un contributo finanziario da parte della Fondazione Friedrich-Emil-Welti, da lui presieduta.
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