Tesi Di Dottorato

Tesi Di Dottorato

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "TOR VERGATA" FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA DOTTORATO DI RICERCA IN Storia politica e sociale dell'Europa moderna e contemporanea XXII CICLO Giustizia di antico regime Il Tribunale criminale dell' Auditor Camerae (secc. XVI-XVII) Andrea Cicerchia A.A. 2009/2010 Docente Guida/Tutor: Prof. ssa Marina Formica Coordinatore: Prof. ssa Marina Formica INDICE GENERALE Abbreviazioni INTRODUZIONE 1. La giustizia pontificia ……………………………………………….................. p. 2 2. Nuove prospettive centralistiche: l’ Auditor Camerae ……………………………. 16 CAPITOLO PRIMO Il Tribunale criminale dell’ Auditor Camerae. Origine e sviluppi (secc. XV-XVI) 1. Premessa ….................................................................................…………... 23 2. All’ombra del Camerlengo. Il Tribunale dell’ Auditor Camerae e la sua origine camerale ……..………..….… 27 3. Normativa e giurisdizione del Tribunale tra Quattro e Cinquecento………………………………………………………… 32 4. Il caso Lutero: l’Auditor Camerae e l’attivazione del processo ………………….. 38 5. Il Concistoro del ’58. Soppressione o trasformazione?...................................... 44 6. La riforma curiale e il Tribunale nel pontificato di Pio IV…………………….… 54 CAPITOLO SECONDO Tra apogeo e riforme 1. Il problema dei tribunali alla fine del Cinquecento…………………………….... 64 2. Il nuovo assetto post-tridentino: l’Auditor Camerae tra i pontificati di Pio V e Sisto V ………………………...... 69 3. Il Diritto comune in età moderna: crisi o nuove configurazioni?......................... 82 4. Super Reformatio tribunalium Urbis. Tribunali e riforme tra Clemente VIII e Paolo V ….…………………………………………………... 89 5. De modo procedendi: dalla normativa alla pratica tra Cinque e Seicento……….. 102 CAPITOLO TERZO Crisi e nuovi orizzonti. L’ Auditor Camerae tra Sei e Settecento 1. Un trattato-memoriale: Camillo Cybo e il Tribunale dell’ Auditor Camerae ……………………………………………... 112 2. Gli ordini del Tribunale: bandi, editti e scritture normative ……………………… 132 3. Politiche e carriere. Il caso di Castro e l’ Auditor Camerae …………………….p. 149 4. Crisi e nuovo apogeo nella seconda metà del Seicento ………………………..... 167 5. “Seguì la giustizia con somma quiete”. Processi e Tribunale nell’età delle riforme……………………………………….. 185 6. La chiusura del cerchio. Prime considerazioni …………………………………… 199 CAPITOLO QUARTO La società nel Tribunale. Strutture interne e giustizia ordinaria 1. La corte e la giustizia romana nel panorama italiano di antico regime …………... 208 2. Venalità e carica: i Borghese e l’Uditorato di Camera …………………………… 221 3. Il Tribunale e i suoi giudici ……………………………………………………..... 237 4. Gli uffici notarili del Tribunale dell’ Auditor Camerae …………………………... 243 5. La società punibile: la giustizia ordinaria nelle cause dell’ Auditor Camerae (1590-1620) ………………………………….. 254 6. Considerazioni aggiuntive ………………………………………………... ……... 275 APPARATI - Prospetto cronologico della normativa pontificia ………………………… ……... 284 - Tavole di successione: 1. Uditori della Camera (secoli XVI-XVIII) ………………………………... 285 2. Luogotenenti criminali dell’ Auditor Camerae (secc. XVI-XVIII) ………. 288 - Cause e sentenze emanate dal Tribunale dell’ Auditor Camerae (1590-1620) …… 289 FONTI E BIBLIOGRAFIA - Abbreviazioni e Fondi documentari …………………………………………….... 293 - Trattati e collezioni a stampa (secc. XVI-XVIII) ………………………………… 298 - Bibliografia ……………………………………………………………………….. 301 RINGRAZIAMENTI Lungo un percorso di dottorato si viene, in maniera inevitabile, a contrarre una serie cospicua di debiti personali ed intellettuali. Nello specifico sento la necessità di ringraziare la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata” – ed in particolare il Dipartimento di Storia – per avermi permesso di sviluppare questa ricerca; la prof.ssa Marina Formica, coordinatrice del dottorato in “Storia politica e sociale dell’Europa moderna e contemporanea”, per aver seguito con interesse sin dall’inizio il mio lavoro in qualità di docente tutor, considerandone anche gli esiti finali; i professori/sse e ricercatori/trici che hanno composto il collegio docenti del corso di dottorato in questi anni e l’instancabile responsabile amministrativo Giancarlo De Santi; un grazie particolare va al dott. Michele di Sivo dell’Archivio di Stato di Roma, che per primo mi ha indirizzato allo studio del fondo del Tribunale criminale dell’ Auditor Camerae ; al direttore dell’Archivio di Stato di Roma, al prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano e a tutti i funzionari e archivisti che mi hanno permesso la consultazione documentaria e messo nelle migliori condizioni di lavoro; alle prof.sse Maria Rosa Di Simone ed Irene Fosi, per il costante interesse manifestato per la ricerca e per le puntuali osservazioni fornitemi; al prof. Silvio Pons e al prof. Leonardo Rapone, che assieme alla prof.ssa Irene Fosi hanno composto la commisione per l’esame finale del dottorato; infine un ringraziamento sincero ed affettuoso a Benedetta Albani, Valerio Antichi, Massimo Asta, Filippo Frangioni, Marcella Garrone, Siria Guerrieri, Giuseppe Guida, Gabriela Octaviana Jianu, Chiara Lucrezio Monticelli, Stefano Mangullo, Marco Marinucci, Ivana Milanovic, Serena Migliozzi, Irina Mirea, Alessandro Santagata e Laura Varlese, colleghi e amici che hanno condiviso con me questo entusiasmante e faticoso cammino della ricerca storica. Questo lavoro è dedicato alla mia famiglia in senso ampio, ma soprattutto a mio padre e mia madre, che non hanno mai smesso di sostenermi con fiduciosa pazienza. Le leggi si mangiano e s’inghiottiscono nelle scuole, mà poi si digeriscono ne i Tribunali; E conseguentemente, conforme insegna la natura, molto maggior tempo bisogna per digerire, che per mangiare, et inghiottire. Giambattista De Luca, Il dottor volgare, Proemio (1673) La [giustizia] criminale, secondo il parer commune, si potrebbe alquanto regolare; e credo che i Pontefici non ci habbino atteso, e non ci attendano, si per l’altre gravi occupationi, per la brevità della vita; che è anco cagione, che alcuni, che han tentato di riordinar alcune cose spettanti all’amministrazione e al miglioramento della giustizia e del governo: non l’habbino potuto stabilire, come fu il tor via i Notari e Procuratori. Il che tentò Gregorio X e Giovanni XXI e Nicola III. Perchè così fatti ufficiali hanno gittato tante radici nella corte, che per isbarbarli affatto, non basta che un Pontefice dia lor bando con un’edito. Oltra a ciò bisogna che ne svelga le radici, e che ne tolga il bisogno e la necessità; che trovi altra forma di trattare e di spedire i negotij, e la metta in credito e in prattica. Giovanni Botero, Discorso intorno allo Stato della Chiesa (1591) TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI A.C. Auditor Camerae ASR Archivio di Stato di Roma – Roma ASV Archivio Secreto Vaticano – Cttà del Vaticano BNCR Biblioteca Nazionale Centrale – Roma Bibl. Al. Biblioteca Alessandrina – Roma Bibl. Ang. Biblioteca Angelica – Roma Bibl. Ca. Biblioteca Casanatense – Roma DBI Dizionario Biografico degli Italiani (Istituto dell’Enciclopedia Italiana,Treccani) EDP Enciclopedia dei Papi (Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Treccani) H.C. Hierarchia Catholica R.C.A. Reverenda Camera Apostolica S.R.E. Sanctae Romanae Ecclesiae INTRODUZIONE Poiché la legge viene rassomigliata ad una spada, la quale se sarà sregolata in mano di un pazzo, ò di un poltrone, gli sarà più tosto inutile, overo dannosa ad altri; Ma quando sia in mano d’un buon schermitore, non sarà sempre adoprata in una maniera, poiché in un caso converrà trattenerla nel fodero, in un altro mostrarla solamente per dare timore senza colpire, in un altro dar di piatto, ò di taglio da far poco danno, et in un altro, dar di punta con ogni rigore. Giambattista De Luca, Il dottor volgare (1673)1 1. La giustizia pontificia Tra Cinque e Seicento la giustizia – veicolo fondamentale di applicazione del potere e del controllo sociale – ha rappresentato uno dei punti di forza della politica interna delle compagini statali europee. Nonostante i dibattiti su genesi e sviluppi dello “Stato moderno”, gli storici appaiono oggi pressochè unanimi nel considerarne il diritto e l’esercizio giudiziario come due fra le principali caratteristiche, assieme all’amministrazione, all’esercito e al territorio. 2 Del resto, Nicola Matteucci aveva sottolineato – ormai una ventina d’anni fa – la 1 G. De Luca, Il dottor volgare, Giuseppe Corvo, Roma, 1673 (Proemio, cap. IX, p.115); cfr. anche G.B. De Luca, Il dottor volgare. Proemio, Lettura di Sergio di Noto Marrella, Casanova editore, Parma, 1988. 2 Per un quadro aggiornato sul dibattito cfr. L. Blanco, Fra storia e storiografia. A trent'anni da "Lo Stato moderno", in “Annali dell’Istituto per la Scienza dell’Amministrazione Pubblica (ISAP)”, n.1, 2008, pp. 185- 206. Fra gli storici che negli anni Cinquanta del secolo scorso assunsero una posizione pionieristica sull’argomento va citato Federico Chabod, che sul problema della formazione dello Stato moderno aveva dedicato un intero corso universitario nel 1957; in particolare cfr. la sua impostazione circa lo Stato nell’età del Rinascimento ( Lo Stato del Rinascimento: fra “patriottismo” e nuove strutture permanenti, in Scritti sul Rinascimento, Einaudi, Torino, 1967, pp. 593-604 - raccolta postuma di suoi scritti). Lo studioso vedeva in questo periodo l’emergere di alcune strutture permanenti che avrebbero connotato una più completa definizione del termine “Stato”; partendo da una serie di quesiti inerenti a ciò che potesse caratterizzare l’assolutismo “effettivo” del Cinque e Seicento delle monarchie europee - ancora molto

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