Kingdom Hearts III, la saga Square-Disney volge al termine (…?) – Recensione Atteso da 12 anni, Kingdom Hearts III è la conclusione tanto attesa della saga di Xehanort. Un’attesa ben ripagata. Introduzione leggermente romanzata. Quando quasi 20 anni fa una Disney a corto di idee bussò alla porta di una Squaresoft all’apice della sua ascesa, molti giocatori cominciarono a temere il peggio. Ci si aspettava un nuovo gioco con i personaggi più amati dai bambini occidentali, ancora una volta mediocre e senza peso. Ma quando successivamente vennero accostate le parole “Final Fantasy” e il nome di Tetsuya Nomura, i fan della celebre saga era i più preoccupati. Un gioco che univa i personaggi Disney con gli amati protagonisti di Final Fantasy? Sembra più una mossa commerciale (mal riuscita). ATTENZIONE: abbiamo cercato di contenere il più possibile gli spoiler della seria per chi non avesse ancora giocato ai precedenti episodi. Tuttavia alcune delucidazioni sono necessarie ai fini di inquadrare gli avvenimenti dell’attuale capitolo. La nascita dei Keyblade Eppure, quando nel 2001 uscì il primo capitolo della serie, quel “timido” progetto che arrivò sul mercato quasi in sordina (e con paura) riuscì a conquistare i giocatori, soprattutto orientali. Un successo che continuò a crescere negli anni (e con una appena nata Square Enix). Una crescita così veloce che per Square Enix poteva diventare una serie. Il primo passo fu messo in atto (come prova di un secondo capitolo della serie) con Kingdom Hearts: Chain of Memories per Gameboy Advance. Neanche a dirlo, fu un successo: 714.000 copie in pochissimo tempo, sopratutto se si pensa che era per una console portatile neanche tanto “giovane”. Con il tempo, la serie viene ampliata da altri capitoli che si dividono tra Playstation 2 e Nintendo DS, fino a comporsi di ben 7 giochi diversi. A livello di storia, il primo capitolo potrebbe essere identificato con Kingdom Hearts χ, inizilamente un semplice browser game che introduceva la Guerra del Keyblade, ripresa poi meglio nel capitolo Birth By Sleep. Il tutto accomunato dai piani di Xehanort: un personaggio di cui si sente parlare nei primi 2 capitoli principali della serie, ma che vedremo finalmente solo in Birth By Sleep (e nel finale segreto di Kingdom Hearts 2). Dopo 12 anni, la base di fan e utenti era ormai ampia, quasi pari alla serie “sorella maggiore” dei Kingdom Hearts III, la saga Square-Disney volge al termine (…?) – Recensione Final Fantasy. I fan volevano un episodio nuovo, e questo tardava ad arrivare. Nomura ha continuato a coccolare i fan e sviluppare la sua creatura nel migliore dei modi. Finalmente, eccoci all’ottavo e ultimo capitolo (almeno per quanto riguarda la saga di Xehanort): Kingdom Hearts III. La storia deve finire! Forse.. Kingdom Hearts III riprende il suo percorso narrativo dagli eventi successivi a Kingdom Hearts: Dream Drop Distance. Dopo le avventure narrate in questo capitolo, che vedono Rikku e Sora nel loro viaggio per diventare Maestri del Keyblade, li ritroviamo cresciuti (ma non ancora maturati). Qualcosa bolle in pentola, e l’Organizzazione XIII sta cercando nuovi “maestri” per colmare il vuoto che hanno lasciato i precedenti componenti (ma non vi diremo in questa recensione il motivo). Per i nostri eroi, sarà necessario arricchire le forze della luce, al momento molto decimate. Per farlo, è necessario addestrare nuovi maestri, e ritrovare Aqua, Terra e Ventus (i protagonisti di Birth By Sleep). Ma prima di far ciò, è necessario che Sora ritrovi i suoi poteri. Le fate ancora una volta ci “cuciranno” su misura un nuovo vestito adatto a fronteggiare i nuovi nemici e i nuvi pericoli. Un vestito che ci permetterà di sfruttare nuovi poteri… ma di questo parleremo in seguito. Una volta completata la parte introduttiva, possiamo cominciare finalmente la nostra avventura! Modalità teatro: lodevole, ma da migliorare La serie Kingdom Hearts è forse una delle serie Square Enix più difficili da seguire. La mole di episodi, rilasciati cronologicamente in ordine sparso, presentano tanti personaggi, tanti eventi e storie da seguire che non sempre si riescono a seguire tutti. Soprattutto considerando che i vari episodi sono stati rilasciati su console diverse. Un aiuto (almeno su PS4) è il rilascio di Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5: ReMIX e Kingdom Hearts 2.8 Final Chapter Prologue, che contengono tutti gli episodi rilasciati prima del terzo capitolo. I possessori del terzo capitolo su Xbox One devono invece fare affidamento unicamente sulla modalità “Teatro” (conosciuta come Archivio della Memoria). Kingdom Hearts III, la saga Square-Disney volge al termine (…?) – Recensione Dobbiamo essere onesti: per quanto sia lodevole inserire un riepilogo per i giocatori che non hanno mai giocato ai precedenti capitoli, la modalità Teatro è molto riduttiva. I 5 filmati di riepilogo mostrano gli eventi principali: c’è però da dire che gli eventi narrati sembrano riprendere principalmente il primo episodio, e a grandi linee anche Re:Chain of Memories e Kingdom Hearts 2. L’inizio della saga di Xehanort, il capitolo Birth By Sleep, è solo accennato, e si arriva alla fine dei 5 filmati che (a onor del vero, e chi ha giocato ai vari episodi potrà confermare) mancano molti tasselli per potersi gustare a pieno la storia di Kingdom Hearts III. Gameplay… troppo semplice? Dobbiamo essere onesti anche su questo punto: i numerosi leak (grazie anche alle copie rubate pre- lancio) hanno alimentato numerosi focolai di utenti che etichettavano il gioco come “estremamente” semplice. Dopo averlo giocato per oltre 60 ore, possiamo affermare che Kingdom Hearts III è perfettamente bilanciato. Vi spieghiamo il perché… Il sistema di gioco della serie non è tipica dei jRPG, e anche assimilandolo all’ultimo Final Fantasy XV (titolo più action della stessa Square Enix), non sarebbe del tutto corretto. Kingdom Hearts presenta un’azione frenetica e numerosi nemici sullo schermo sin dal suo primo capitolo. E in questo terzo capitolo il tutto è stato ampliato esponenzialmente: aree di combattimento vaste e nemici in quantità quasi triplicata! Kingdom Hearts III, la saga Square-Disney volge al termine (…?) – Recensione L’introduzione della”corsa sui muri” (grazie al vestito donatoci dalle fate), il trasporto da un appiglio all’altro (molto simile al teletrasporto di Noctis in Final Fantasy XV… e qui si vede il Nomura nostalgico) e l’interazione con il paesaggio e i personaggi secondari, oltre a quelli del proprio team, sono altri aspetti che rendono battaglie e esplorazione molto divertenti. Comandi Situazionali L’introduzione più “criticata” sono proprio i nuovi poteri dei comandi situazionali (derivanti, come abbiamo anticipato, dal nuovo vestito creato dalle fate per Sora). Questi comandi, attivabili con il tasto triangolo su Playstation 4, sono azioni pre-scriptate molto spettacolari: potrete attivare la giostra delle tazzine, il carosello e tante altre animazioni. Potrete inoltre attivare anche i comandi speciali per azioni in simultanea con Paperino e Pippo. O ancora, attivare i poteri del keyblade che state utilizzando in quel momento. In altri casi (come nel mondo di Toy Story) servirà invece ad entrare in un mecha per controllarlo, mentre flotte di Heartless e mecha nemici vi attaccheranno. Per quanto il tutto possa sembrare, nelle fasi iniziali di gioco. troppo semplice, vi assicuriamo che non lo è con l’avanzare del gioco. Per poter usare questi comandi, dovrete comunque “riempire” la barra dedicata effettuando attacchi diretti ai nemici: spesso, e soprattutto contro i boss, questo non vi sarà sempre permesso, e se verrete colpiti dovete ricominciare tutto il recupero. La scelta di usare sin da subito questi comandi, a nostro giudizio, non è del tutto sbagliata. Come abbiamo già detto, molti utenti dell’attuale generazione di console potrebbero non aver mai giocato ai precedenti capitoli. Buttarli nell’azione di KH senza una base avrebbe sicuramente creato un effetto contrario nei giocatori. Inoltre, l’uso delle abilità di Sora non è così semplice da padroneggiare, Kingdom Hearts III, la saga Square-Disney volge al termine (…?) – Recensione soprattutto se vengono attivate molte azioni tramite combinazioni di tasti. No al Luminous Engine, benvenuto Unreal Engine 4 Tecnicamente, la creatura di Nomura & co. è innegabilmente un prodotto ben realizzato. Uno dei motivi che ha portato lo sviluppo di Kingdom Hearts III a durare quasi 10 anni, soprattutto in una fase di sviluppo ormai avanzata, è stato il cambio di motore grafico. In principio, infatti, Kingdom Hearts III avrebbe dovuto usare il Luminous Engine, stesso motore di Final Fantasy XV. Ma la comunicazione tra i due team non era “ben oliata”. Il passaggio ad Unreal Engine 4 ha portato un tool a 360° nel team di Nomura, grazie anche ad un continuo supporto da parte del fornitore Epic Games. Inoltre, l’accesso agli assets originali di Pixar e Disney ha permesso al team di Kingdom Hearts III di avere una trasposizione di animazioni e modelli quasi perfetta dei mondi Disney, sia nelle cutscene in tempo reale sia nei filmati di intermezzo. Unite al tutto anche ottime animazioni originali, ambienti vastissimi e dettagliati, una pulizia generale quasi impeccabile e grafica in 4K (su Playstation 4 Pro e Xbox One X, tramite risoluzione dinamica), e avrete un mondo fantastico davanti ai vostri occhi! Anche le… orecchie vogliono la loro parte Non sarebbe un “masterpiece” Square Enix se anche il comparto sonoro non fosse all’altezza. In questo terzo capitolo, ritroviamo con piacere i temi tipici dei primi capitoli di Kingdom Hearts (come ad esempio a Crepuscopoli): segno che questo terzo capitolo, così lontano dai precedenti, non vuole essere un capitolo a parte. Tutte le canzoni dei mondi Disney sono facilmente riconoscibili e adattate perfettamente al mondo creato da Nomura. Il passaggio dall’azione all’esplorazione non è mai diretto, ma accompagna piacevolmente ogni fase di gioco. Kingdom Hearts III, la saga Square-Disney volge al termine (…?) – Recensione Un mondo magico esplorabile con il vostro pad La domanda, a questo punto è: è valso attendere Kingdom Hearts III per ben 12 anni? La risposta è… SI! Kingdom Hearts III è un mondo magico.
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