La storia del logo Alfa Romeo Alfa Romeo Automobiles Nazione Italia Tipologia Società per azioni Fondazione 1910 a Milano Sede principale Torino Gruppo Fiat SpA (tramite Fiat Group Automobiles) Persone chiave Harald Wester, Direttore operativo Settore Metalmeccanica (Autoveicoli) Prodotti Autovetture Slogan Senza cuore saremmo solo macchine Sito web www.alfaromeo.it Alfa Romeo è un'azienda automobilistica fondata il 24 giugno 1910 a Milano come A.L.F.A. (acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili). È nota per la produzione di autovetture di carattere sportivo. L’azienda è appartenuta allo Stato italiano, attraverso l’IRI, dal 1932 al 1986. Dal 1986 fa parte del Gruppo Fiat, e a partire da febbraio 2007 è una divisione di Fiat Group Automobiles; nell'occasione, il nome della società è diventato Alfa Romeo Automobiles. L’Alfa Romeo ha partecipato con successo a differenti categorie di competizioni automobilistiche. Nel 1925 vinse il primo campionato del mondo di automobilismo della storia, mentre nel 1950 e nel 1951 conquistò le prime due edizioni del Campionato Mondiale di Formula 1. Nel 1975 e nel 1977 si aggiudicò il Campionato del Mondo Sport Prototipi. Nel 1929 Enzo Ferrari fondò, in seno all'Alfa Romeo, l'omonima scuderia, che era a tutti gli effetti il reparto corse della casa del biscione. Diventò poi indipendente nel 1939. Storia La costituzione della società avvenne a Milano in via Gattamelata, nella zona denominata "Portello". Il nome scelto richiama anche la prima lettera dell'alfabeto greco e sembra voler sottolineare l'inizio di un nuovo tipo di attività nelle costruzioni automobilistiche, quello di vetture essenzialmente sportive. Fu rilevata da parte di un gruppo di imprenditori lombardi dalle mani di un imprenditore francese, sempre del ramo automobilistico, Alexandre Darracq, che aveva tentato con scarso successo un'avventura industriale in Italia; sin dal primo marchio l'azienda ha voluto ricordare i suoi legami con la città di origine: da un lato il serpente visconteo (il biscione), dall'altro la croce rossa in campo bianco, simbolo di Milano. I 250 dipendenti della gestione precedente furono riassunti dall'azienda e l'obiettivo fu quello di produrre 300 automobili all'anno. La Darracq Italia Le origini dell'Alfa Romeo hanno un nome francese e le radici sono a Napoli. L'imprenditore Alexandre Darracq, dopo aver prodotto biciclette, passò alla produzione di automobili con la Darracq. Nel 1906 nacque la Società Italiana Automobili Darracq, con sede a Napoli. Bastarono pochi mesi per comprendere che lo stabilimento era situato troppo distante dai potenziali acquirenti che, per questioni di viabilità, si trovavano in maggioranza nel nord Italia. Darracq decise di spostare la produzione nella periferia di Milano, costruendo l'opificio del Portello, soluzione che migliorava notevolmente anche i collegamenti con la sede francese. I problemi, tuttavia, non si risolsero e le vendite si dimostrarono insufficienti a giustificare l'esistenza di una sede produttiva, anche per la forte concorrenza della Renault, da tempo insediatasi in Lombardia, e della neonata FIAT. Nel 1909 la società venne posta in liquidazione. L'ALFA L'azienda venne rilevata da un gruppo di finanzieri lombardi che decisero di continuare la costruzione di automobili, sotto la nuova ragione sociale "A.L.F.A.", acronimo di "Anonima Lombarda Fabbrica Automobili", mantenendo le stesse maestranze e tecnici. L'A.L.F.A. continuò a fabbricare i modelli Darracq, fino all'esaurirsi delle scorte di pezzi nel magazzino, mentre l'ufficio tecnico preparava i progetti della nuova vettura. Nell'autunno del 1910 cominciò la produzione del primo modello A.L.F.A., la 24 HP, progettata da Giuseppe Merosi e da cui vennero subito derivati dei modelli da competizione portati al debutto l'anno successivo alla Targa Florio. L'Alfa Romeo la nascita del marchio Nel frattempo Nicola Romeo, ingegnere napoletano (Sant'Antimo), fondò la Sas Ing. Nicola Romeo & C., con sede a Milano, in via Ruggero di Lauria (quartiere Portello). Nel 1913, l'A.L.F.A. conquistò il primo e il secondo posto nella gara "Parma-Poggio di Berceto". Nel 1915 Nicola Romeo entrò nel capitale dell'Alfa e ne modificò il nome in Alfa Romeo Milano, il 3 febbraio 1918. In quegli anni una parte della produzione si dovette convertire alle necessità dell'industria bellica della prima guerra mondiale e la produzione regolare di autoveicoli riprese nel 1920 con la presentazione della prima auto con il nuovo nome, la Torpedo 20-30 HP. Tra le due guerre mondiali Negli anni venti si ampliò l'attività sportiva della Casa automobilistica milanese, grazie a piloti del calibro di Antonio Ascari, Giuseppe Campari, Enzo Ferrari ed Ugo Sivocci; grazie a quest'ultimo, nel 1923, vide la luce anche il simbolo del quadrifoglio Alfa Romeo che, da allora, ricorrerà in tutte le attività sportive dell'Alfa e nelle versioni più sportive delle sue vetture. Nel 1925 l'Alfa Romeo conquistò il primo campionato del mondo di automobilismo della storia. Altro simbolo, nato in quegli anni, e sopravvissuto sino ad oggi, è il colore Rosso Alfa. Sempre negli anni venti ci furono delle vicissitudini nel capitale societario, la cui maggioranza era nel frattempo finita nelle mani della Banca d'Italia; nel 1928 uscì dalla società Nicola Romeo e per qualche tempo ci fu anche il timore della chiusura dell'azienda, rientrato grazie alla notorietà già raggiunta in campo internazionale ed in quello delle corse. Nel 1929 nacque all'interno dell'azienda la Scuderia Ferrari, il reparto che si occupava delle corse. Questo nome venne portato in dote all'azienda da Enzo Ferrari, che aveva alcuni anni prima fondato la società sportiva omonima e che, dopo aver lasciato l'Alfa Romeo, fonderà la Ferrari. Negli anni trenta si consolidò la fama mondiale dell'Alfa, grazie soprattutto alle corse e ai suoi piloti. Tra essi i più importanti furono Giuseppe Campari, Tazio Nuvolari, Gastone Brilli-Peri e Mario Borzacchini. Questi nomi storici ricorreranno nella fantasia popolare fino ai giorni nostri, e ispireranno anche una famosissima canzone di Lucio Dalla dal titolo Nuvolari. Per quanto riguarda l'azienda produttiva, nel 1932 era in difficoltà economica e venne acquisita dall'IRI. Tra i primi provvedimenti intrapresi ci fu quello di non proseguire con l'attività delle corse a proprio nome affidando tutta la gestione alla Scuderia Ferrari, preferendo invece la diversificazione della produzione anche nei settori degli autobus, degli autocarri e dei motori aeronautici. Iniziò in questi anni, grazie ad Ugo Gobbato, anche la costruzione del nuovo stabilimento di Pomigliano d'Arco. Il periodo bellico La seconda guerra mondiale lascerà molti segni anche negli stabilimenti dell'Alfa Romeo, considerati molto importanti per l'approvvigionamento bellico e pertanto più volte bombardati, fino a causare la chiusura dello stabilimento del Portello nel 1944. Sin dalla fine della guerra si cercherà di rimettere in funzione gli impianti danneggiati, dedicandosi inizialmente alla costruzione di motori nautici e avio e addirittura alla costruzione di cucine elettriche e serramenti, ritornando comunque presto alla tradizionale attività di costruttore di automobili sportive. Gli anni cinquanta e gli anni sessanta Dopo la seconda guerra mondiale l'Alfa Romeo ricominciò a fabbricare automobili tornando a realizzare profitti e concentrando la produzione in veicoli sportivi di massa piuttosto che in vetture di lusso costruite a mano. Gli anni cinquanta furono probabilmente i più importanti nella storia della casa, che produsse due modelli di auto destinati a fare storia, la 1900 e la Giulietta. Si trattò dei primi modelli costruiti in catena di montaggio, e il primo aprì la strada anche alla fornitura delle auto della Polizia; è con questo modello che si inaugurò la famosissima serie delle Pantere. Nel 1952 iniziò anche la produzione di una fuoristrada messa in concorrenza con la contemporanea Fiat Campagnola e denominata "Matta". Anche nel campo delle corse la casa continuò a mietere successi vincendo i primi due Campionati Mondiali di Formula 1 (1950 e 1951) grazie, rispettivamente, a Nino Farina e Juan Manuel Fangio. Nel 1954 la compagnia sviluppò il famoso motore bialbero Alfa Romeo, che rimase in produzione fino al 1998. Nel 1961 uscì dalle catene di montaggio la 100.000-esima Giulietta e l'anno successivo venne messa in produzione un'altra delle vetture che hanno fatto la storia di questa casa, la Giulia. Nel campo delle corse nacque nel 1964 l'Autodelta, il reparto specifico per le competizioni, grazie anche all'impegno di Carlo Chiti. Nel frattempo entrò a regime anche il nuovo stabilimento di Arese e continuò la collaborazione con i migliori designer italiani, da Zagato con le famose coupé, a Pininfarina a cui si deve la famosissima spider Duetto, fino a Bertone a cui si deve la Montreal del 1970. Nel 1968 fece la sua apparizione una derivata della Giulia, la 1750 che vedrà anche una sorella maggiore pochi anni dopo, la 2000. Gli anni settanta Gli anni settanta, nel campo delle competizioni, videro l'Alfa Romeo impegnata soprattutto nelle corse con auto a ruote coperte, in particolare con il modello Tipo 33, vincitrice di alcune delle più importanti gare di durata e di alcuni campionati di Gran Turismo. I piloti più noti che hanno corso in quegli anni per il "biscione" furono Andrea de Adamich, Nino Vaccarella e Ronnie Peterson. Il 1972 fu l'anno dell'inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, con l'inizio produzione della piccola Alfa, la Alfasud, prima autovettura della casa a trazione anteriore e con motore di "soli" 1200 cm3; ne furono prodotte, nell'arco del decennio, circa 1.000.000 di esemplari. Nonostante le vittorie sportive, gli anni settanta non furono altrettanto fortunati nella produzione di serie, anche a causa della crisi petrolifera che colpì pesantemente il comparto dell'auto. Di questi anni fu un modello basilare nella storia dell'Alfa Romeo, l'Alfetta (1972).
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