Bando per progetti di ricerca applicata in ambito economico, sociale e sanitario nei territori montani di Piemonte, Liguria e Valle d’

REPORT DI RICERCA

RETOUR IN Studio di fattibilità per la realizzazione di un distretto turistico in Vapelline fondato sul turismo responsabile.

di Simone Bobbio, Luca Gibello, Silvia Guerra e Roberto Dini1

1 Roberto Dini, consulente del gruppo ReTour in Valpelline, ha realizzato i paragrafi 1.2 La Valpelline e le sue potenzialità, 1.1 I Percorsi tematici, 4. Valutazione della sostenibilità ambientale e paesaggistica, e 7. Stima sommaria dei tempi

INDICE

INTRODUZIONE P. 2 CONTESTO P. 4 VALUTAZIONE DI FATTIBILITÀ P. 7 Parte prima: inquadramento e analisi Swot 1. Inquadramento territoriale e socio economico dello stato di fatto 1.1 La Val Maira: un modello turistico vincente P. 7 1.2 La Valpelline e le sue potenzialità P. 14 1.3 L’analisi Swot P. 21 Parte seconda: relazione tecnica 1. Il progetto ReTour in Valpelline 1.1 I Percorsi tematici P. 25 1.2 Il Consorzio Operatori Turistici P. 34 1.3 La promozione di ReTour in Valpelline P. 38 2. Valutazione del grado di coinvolgimento degli stakeholder P.41 3. Valutazione della sostenibilità ambientale e paesaggistica P. 43 4. Valutazione della fattibilità economico-sociale P. 44 5. Valutazione della sostenibilità amministrativo-procedurale P. 45 6. Stima sommaria dei tempi P. 47 7. Eventuale trasferibilità P. 48 Parte terza: relazione economico-finanziaria 1. Valutazione della fattibilità finanziaria 1.1 Costi P. 49 1.2 Entrate P. 52 CONCLUSIONI 1. Descrizione del risultato delle valutazioni condotte P. 56 2. Descrizione di indicatori di valutazione generale P. 57 3. Esame delle eventuali criticità emerse P. 58 BIBLIOGRAFIA E ACKNOWLEDGEMENT P. 59

1 INTRODUZIONE

ReTour in Valpelline è uno studio di fattibilità che si pone l’obiettivo di proporre un modello di turismo nuovo fondato su una frequentazione “slow” e “soft” della montagna, in un’ottica di sviluppo locale sostenibile e condiviso del territorio, che punti, in particolare a: - promuovere il territorio a partire dalle sue caratteristiche intrinseche: geografia, geologia, natura, storia, cultura, affinché il prodotto finale sia correlato e trovi il proprio sostegno nei differenti aspetti della Valpelline; - coinvolgere gli attori e la comunità locale, perché la condivisione delle scelte è uno degli elementi fondamentali per dare solidità a un progetto; - sostenere le attività turistiche già esistenti in valle, poiché l’obiettivo è valorizzare e implementare l’esistente; - incentivare la nascita di nuove attività economiche, che possano contribuire all’ottimizzazione delle risorse del territorio.

ReTour in Valpelline è costruito a partire da due elementi fondamentali: un progetto realizzato di riferimento e un territorio di attuazione. La realtà di riferimento è quella della Val Maira dove è stato sviluppato il turismo responsabile attraverso la messa in rete di strutture e persone, in poche parole valorizzando le risorse locali. Si tratta di un modello che non ha conosciuto la crisi del settore turistico, come è invece accaduto nell’ultimo decennio nella maggior parte delle valli alpine (e non solo). Il territorio di attuazione è la Valpelline, piccola valle della Valle d’Aosta, ove sussistono i presupposti per avviare politiche di promozione del turismo responsabile, sia in termini di offerte del territorio, sia in termini di coinvolgimento degli stakeholder.

Lo studio qui elaborato è articolato in tre parti. La prima parte illustra il contesto di riferimento, presentando la realtà della Val Maira e analizzando le peculiarità della Valpelline. La seconda parte si sofferma sulle caratteristiche del progetto da realizzare in Valpelline, mettendo prima in luce il prodotto finale - i percorsi turistici che si vogliono promuovere - affrontando poi il problema più complesso della modalità di promozione degli stessi. Tema complicato perché non si limita a una mera questione tecnica legata all’elaborazione e produzione di brochure e guide della valle, ma propone la costituzione di un consorzio al fine di coordinare le scelte in tema di politiche da adottare su scala di valle. Si tratta di una proposta che intende dare una risposta all’esigenza espressa dagli stakeholder di costruire un’immagine della Valle che possa essere facilmente riconoscibile dall’esterno. Un’operazione di questo tipo, da un lato necessita di un forte coinvolgimento da parte dei soggetti del territorio, dall’altro innesca un processo di costruzione dell’identità territoriale che si rispecchia e si modifica anche in relazione alla risposta che l’ambiente esterno darà. L’ultima parte si concentra sulla fattibilità economica del progetto. Dall’analisi emerge in modo evidente che la gestione ordinaria del Consorzio è totalmente

2 sostenibile (da un ponto di vista del rapporto costi/entrate), mentre necessita di un contributo esterno la fase di start up, che il territorio, da solo, non può permettersi di affrontare.

La ricerca quindi presenta un quadro completo sulla realtà della Valpelline, esplicando però in modo chiaro, la necessità di un’ulteriore supporto per poter avviare e realizzare ReTour in Valpelline.

3 CONTESTO

Il progetto ReTour in Valpelline intende eseguire uno studio di fattibilità per lo sviluppo del turismo responsabile in Valpelline a partire da una serie di considerazioni di carattere socio-economico sul recente boom di nuove forme turistiche alternative alle grandi stazioni e da un caso di successo rappresentato dalla Val Maira e dalla sua rete di strutture e percorsi escursionistici che ogni anno attirano grandi numeri di turisti – soprattutto stranieri – alla ricerca di un’esperienza di vacanza “slow”.

Le tendenze generali del turismo alpino La crisi economica scoppiata nel 2009 ha colpito in maniera diretta il settore del turismo, in particolare nelle Alpi dove le grandi stazioni sciistiche rilevano cali della frequentazione, invernale ed estiva, e conseguentemente difficoltà economiche che stanno portando alla chiusura di strutture ricettive e spesso anche degli impianti stessi. In tale contesto è difficile – se non impossibile – ottenere dati precisi e attendibili sulle presenze turistiche registrate nelle nostre montagne e sui fatturati delle aziende che gestiscono le strutture sciistiche. L’unico dato di fatto è il generalizzato pesante ricorso a finanziamenti pubblici nel sostegno delle stazioni e delle loro attività che altrimenti sarebbero destinate al fallimento. Un’ampia panoramica della situazione è stata illustrata nel numero 33 dicembre 2012/gennaio 2013 del webmagazine “Dislivelli” che con numeri e opinioni di studiosi autorevoli ha illustrato le precarie condizioni di un intero comparto dell’economia alpina. Anche l’Osservatorio Italiano del Turismo Montano che ogni anno pubblica il report intitolato “Skipass Panorama Turismo” in occasione della fiera annuale di settore Skipass Turismo e Sport Invernali a Modena nel Consuntivo Stagione Invernale 2014/2015 afferma: «In una fase congiunturale ormai statica che colpisce l’industria della vacanza con sistematicità sempre più forte – in particolar modo per gli operatori stagionali – anche l’offerta legata alla montagna bianca fatica ad incrementare il proprio market share. Questa fase di difficoltà induce i territori – quindi le amministrazioni – e gli operatori – quindi i gestori di ricettività, impianti di risalita, scuole di sci, ristorazione e bar, società di servizi, etc. – a ridurre gli investimenti, con una conseguente scarsa innovazione soprattutto per quanto riguarda l’offerta strutturale, puntando più su stimoli di tipo commerciale che non di prodotto. Si percepisce una fase di “pericolosa stabilità”, dove ogni piccola variazione che agisce, direttamente o indirettamente, sui mercati può portare singoli operatori od intere località verso il dissesto economico. L’innovazione, pertanto, rimane un obiettivo difficilmente perseguibile dalla maggior parte delle stazioni sciistiche italiane: solo poche località leader – le “blue chips” – continuano a rinnovarsi, sebbene si tratti, per la maggior parte di esse, più di azioni di restyling che non di vera e propria innovazione strutturale o di prodotto». Tuttavia, al fianco di questo quadro decisamente desolante, si sta sviluppando nelle Alpi italiane un nuovo filone turistico che punta a un’offerta più in sintonia con l’ambiente montano – dal punto di vista ecologico e sociale – e che registra un

4 successo economico reale con ricadute sul territorio. Soprattutto nelle aree fino a qualche anno fa considerate minori, nascono nuove locande e strutture ricettive che propongono un’offerta semplice ma di qualità e ben inserita nel contesto ambientale della montagna. Anche alle quote più elevate i rifugi registrano risultati economici che in poco tempo si sono moltiplicati. I frequentatori di questi angoli di Alpi sono appassionati di montagna, spesso stranieri, escursionisti in estate e ciaspolatori in inverno, che cercano un contatto vero e tangibile con l’ambiente, la cultura e gli abitanti delle montagne che visitano. Da un punto di vista gastronomico chiedono prodotti del territorio e sapori locali generando una ricaduta delle loro spese sulle attività agricole e pastorizie delle valli. Insomma, un’economia reale di piccoli numeri ma sana, che si regge sulle proprie gambe e genera un indotto sulle attività del circondario. In epoca di crisi non è affatto poco.

L’esempio di successo: la Val Maira L’esempio più importante di questa forma di turismo è la Val Maira. Un territorio che è già stato abbondantemente analizzato da studi, ricerche, reportage e inchieste giornalistiche e tesi di laurea2 e che viene portato a modello di un turismo nuovo e di grande successo, fondato su una frequentazione “slow” e “soft” della montagna da parte di turisti che, in assenza di grandi infrastrutture turistiche specifiche (impianti sciistici e di risalita, campi da golf, piscine, ecc.), prediligono praticare l’escursionismo e il trekking lungo una rete di percorsi ad anello attraverso le principali borgate della valle pernottando in strutture ricettive semplici ma genuine. Un vero e proprio ritorno all’antico di una montagna che ha successo grazie alle proprie caratteristiche di “montanità” senza bisogno di inventarsi rivoluzionarie attività adrenaliniche impattanti ma semplicemente promuovendo il territorio in quanto tale insieme alla sua cultura, alle sue tradizioni e alle sue bellezze non mediate da interventi umani, né da sofisticati piani di marketing. Il risultato è un circolo virtuoso che ha portato alla nascita di nuove attività economiche e a un importante ripopolamento di una delle valli più colpite dall’abbandono raccontato da Nuto Revelli nel suo Il mondo dei vinti. Anche il progetto ReTour in Valpelline è partito da questo caso studio compiendo un’indagine presso le strutture ricettive che aderiscono all’Associazione Percorsi Occitani, la prima ad aver sviluppato il turismo in Val Maira quasi oltre 25 anni fa, e raccogliendo opinioni attraverso un questionario e interviste effettuate in loco3.

Il campo di applicazione di ReTour in Valpelline La Valpelline, per la sua condizione geografica, storico-economica e sociale, presenta aspetti e tendenze che, seppur presenti solo in forma embrionale, consentono un raffronto con il caso studio della Val Maira, in vista della possibilità di riproporre modelli di sviluppo virtuosi. Valle valdostana priva di piste da sci, in precedenza assai isolata e semi-abbandonata, la Valpelline può fungere da laboratorio per la nascita di nuove forme di offerta turistica fondate sulle reali ricchezze del territorio: lo scenario naturale di media e alta quota, la cultura

2 A titolo esemplificativo citiamo: Lucia Portis, 2010; Alberto Burzio, 2008; Marco Aime, 2008.

3 Il questionario sottoposto si trova alle pp. 12 e 13 di questo documento.

5 materiale, l’enogastronomia, l’agricoltura, l’allevamento, l’artigianato e quel capitale umano e sociale rappresentato dai residenti e dal loro attaccamento alla terra. Testimonianza di ciò sono le piccole attività economiche nate in valle che hanno riportato numerosi abitanti a ripopolare la propria terra d’origine. Negli ultimi anni il territorio preso in esame si è dimostrato particolarmente ricettivo sui temi legati allo sviluppo di nuove filiere turistiche alternative ai grandi flussi del turismo di massa. Nuove attività ricettive sono nate con un’attenzione alla genuinità dell’offerta e alla sua contestualizzazione all’interno del contesto sociale e ambientale della valle. Inoltre le amministrazioni comunali insieme all’Union des Communes (ex Comunità montana) hanno dato slancio all’imprenditoria privata organizzando fiere ed eventi per animare il turismo. Infine, la nascita dell’Associazione Naturavalp che riunisce attività turistiche e imprenditoriali dell’alta valle ha dimostrato una vitalità e una voglia di collaborazione che pongono le basi per lo sviluppo di un nuovo modello turistico in Valpelline. Sono queste le basi che fungono da presupposto del progetto ReTour in Valpelline.

6 VALUTAZIONE DI FATTIBILITA’

Parte prima: inquadramento e analisi swot

1. Inquadramento territoriale e socio economico dello stato di fatto

1.1 La Val Maira: un modello turistico vincente La principale difficoltà che si incontra quando si affronta l’argomento “turismo” con l’approccio del ricercatore è legata all’impossibilità di accedere a dati reali o credibili sull’occupazione dei posti letto nelle strutture ricettive. Le ATL non sono disponibili a fornire informazioni a riguardo e l’incrocio dei dati sulle singole attività reperibili presso le Camere di Commercio e i Comuni rende il lavoro troppo oneroso e comunque incompleto dal momento che i numeri forniti dagli operatori possono essere sottostimati. Per questo motivo, il progetto ReTour in Valpelline ha effettuato una propria indagine presso i gestori di strutture di accoglienza turistica in Val Maira al fine di portare alla ricerca un’indagine quantitativa, seppur su un campione limitato, ma soprattutto un’indagine qualitativa sul grado di soddisfazione di tutti coloro che possiedono o gestiscono le locande e gli agriturismi che aderiscono all’associazione Percorsi Occitani, la realtà che in valle raggruppa i più importanti vecchi e nuovi artefici del successo turistico dell’area. Si è proceduto quindi con una serie di interviste face to face e telefoniche a coloro che in Val Maira lavorano fattivamente per lo sviluppo del turismo. L’obiettivo: raccogliere dai protagonisti opinioni e pareri sul successo del turismo in Val Maira così come hanno già raccontato ricerche, studi e tesi di laurea. Dopo un primo incontro con Marco Andreis (Presidente dell’Associazione Percorsi Occitani e proprietario della Locanda Lou Pitavin)4 e Gianni Pilotto (titolare di Sherpabus)5, i principali attori economici che attualmente conducono e organizzano il turismo in Val Maira, si è proceduto con un intervista telefonica a tutti gli aderenti all’associazione Percorsi Occitani.

1.1.1 I Percorsi Occitani È una rete di percorsi escursionistici, un trekking ad anello di 14 tappe che percorre la valle lungo la sinistra orografica da Dronero fino a Chiappera per ritornare verso Dronero lungo la destra orografica. Si tratta dell’iniziativa che ha determinato – e che contribuisce ad alimentare ancora oggi – il successo turistico della Val Maira. I Percorsi Occitani sono stati creati dall’omonima associazione negli anni ’80 grazie all’intraprendenza di alcuni abitanti della valle e di Ermanno Bressy, un illuminato presidente di Comunità Montana, che hanno iniziato a ripristinare i sentieri, a migliorare i servizi creando una serie di posti tappa nelle

4 Si veda il sito dei Percorsi Occitani www.percorsioccitani.com.

5 Si rimanda al sito www.ghironda.com/valmaira/pages/231477.htm

7 varie borgate attraversate dal trekking e a sviluppare un’offerta turistica che in una della valli maggiormente colpite dallo spopolamento – come magistralmente raccontò Nuto Revelli nel suo Mondo dei vinti – era praticamente inesistente. Facevano parte di questo embrione 11 strutture turistiche, principalmente locande, tra cui i più attivi risultarono Maria e Andreas Schneider, due coniugi tedeschi innamorati della Val Maira e trasferitisi in valle per gestire una pensione a San Martino di Stroppo. L’idea di partenza, semplice ma innovativa per l’epoca, era rendere utilizzabili come sentieri per escursioni le antiche mulattiere che, in passato, collegavano tra loro le borgate situate sui ripidi versanti delle montagne. In questo caso, i modelli furono la Grande Randonnée in Francia, i grandi itinerari escursionistici europei e naturalmente anche la Grande Traversata delle Alpi (GTA) nata in Piemonte alla fine degli anni '70. Insomma, creare un circuito di sentieri da percorrere per la durata di due settimane, con tappe di diverse lunghezze, in una valle unica nel suo genere per la varietà degli ambienti. Dopo i primi lavori svolti in sordina, la Comunità Montana pubblicò un piccolo opuscolo promozionale dei Percorsi Occitani segnando l’inizio vero e proprio dell’attività dell’associazione e l’apertura del trekking. L’amicizia dei coniugi Schneider con Werner Bätzing, l’illustre geografo tedesco autore di innumerevoli saggi e guide escursionistiche sulle Alpi piemontesi6, portò alla trattazione dei Percorsi Occitani nella sua guida dedicata alla GTA e contemporaneamente all’arrivo di numerosi turisti/escursionisti di lingua tedesca. In seguito, l’iniziativa che stimolò il boom del turismo in Val Maira fu la pubblicazione nel 1999 della guida escursionistica in tedesco Antipasti und Alte Wege di Ursula Bauer e Jürg Frischknecht presso l’editore svizzero Rotpunkt che ebbe un notevolissimo successo editoriale incrementando le presenze di escursionisti di lingua tedesca in Val Maira. L’aumento della frequentazione della Val Maira, prodotto dal successo della guida escursionistica e dal passaparola, suscitò l’interesse delle principali agenzie di turismo escursionistico e delle società di Guide alpine che iniziarono a portare clienti dapprima tedeschi, austriaci e svizzeri e in seguito olandesi e belgi. Oltre alle strutture ricettive aderenti all’associazione Percorsi Occitani, sorsero altre numerose locande, agriturismi e B&B creando di fatto una concorrenza positiva e soprattutto una moltiplicazione dei posti letto tale da soddisfare le richieste. Accanto al turismo estivo, molte strutture hanno iniziato a investire anche sulla frequentazione invernale garantendo il servizio durante la stagione fredda e promuovendo la Val Maira tra scialpinisti, ciaspolatori e amanti della neve. Nuovamente, le caratteristiche orografiche e climatiche hanno facilitato tale operazione decretando il successo della Val Maira anche d’inverno (Bobbio, 2013). Tale flusso non sembra conoscere diminuzioni se si considera che da molte interviste la stagione con le maggiori presenze turistiche pare essere stata l’estate 2015 appena conclusa.

6 Si veda, in particolare Werner Bätzing, 2005 e Werner Bätzing, 2006.

8 1.1.2 La filosofia dei Percorsi Occitani Marco Andreis, presidente dell’associazione Percorsi Occitani e proprietario della locanda Lou Pitavin nel di Marmora, in un’intervista rilasciata appositamente per il progetto ReTour in Valpelline, ha sottolineato come il successo dei Percorsi Occitani e del modello Val Maira sia dipeso in larga parte dalla filosofia che ha animato e anima tuttora coloro che esercitano attività turistiche in valle7. «Intanto la scelta dei sentieri da inserire nei Percorsi Occitani è stata vincente perché i fondatori hanno optato per itinerari facili e non troppo lunghi, di borgata in borgata, tenendo ben presente la disposizione dei punti di appoggio. Un altro elemento di fondamentale importanza sono stati i servizi accessori che hanno dato un impulso alla qualità del servizio offerto in valle. In particolare lo Sherpabus: un servizio taxi, oltre che di trasporto bagagli, utilizzato dagli escursionisti per camminare leggeri e ritrovare le proprie cose ogni sera nella locanda di arrivo». Relativamente ai turisti che frequentano la Val Maira, per un verso l’offerta ha attirato un certo tipo di frequentatori, ma al contempo la frequentazione ha influenzato la qualità dell’offerta. «I turisti che vengono in Val Maira sono persone molto acculturate che arrivano sapendo già cosa aspettarsi. Amano principalmente questo ricco mix di arte, natura e mangiar bene che non si trova altrove nelle Alpi. La maggior parte è di lingua tedesca grazie alla presenza dei coniugi Schneider e alla guida Antipasti und Alte Wege. Inoltre ogni anno riviste specializzate e quotidiani in Germania, Austria e Svizzera pubblicano articoli sulla Val Maira. L’offerta che trovano non è cambiata rispetto a 20 anni fa, soprattutto per quanto riguarda la filosofia. Semmai sono cambiate le esigenze dell’ospite che cerca un po’ più di comfort. Di conseguenza le strutture si sono ammodernate dotandosi di camere doppie al fianco delle camerate». Andreis ha anche le idee chiare su possibili ulteriori sviluppi del turismo in Val Maira che, come ogni iniziativa economica, deve essere alimentato e stimolato continuamente. «Dal mio punto di vista, cioè di chi gestisce una locanda e rappresenta altre 20 strutture, posso dire che in Val Maira ci sarebbe spazio per sviluppare ulteriormente l’indotto del turismo. Mi riferisco in particolare all’agricoltura: la presenza di alcune aziende efficienti e ben organizzate consentirebbe ai ristoranti di puntare realmente sul km0 che in quest’epoca rappresenta un elemento di attrattiva molto forte. Inoltre la presenza maggiore di artigiani, allevatori di bestiame e persone che esercitano le attività tradizionali della montagna fornirebbe agli escursionisti la possibilità di occupare il cosiddetto dopo-trekking – un po’ come nelle stazioni sciistiche si parla di doposci – con visite tematiche. Insomma, sono convinto che ci sia ancora molto margine per impiantare nuove attività che, in fondo, creano lavoro e offrono la possibilità a giovani volenterosi di tornare a vivere in montagna».

7 Per vedere l’intervista filmata completa https://youtu.be/5BABgkmQ-kY

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1.1.3 Sherpabus Nell’ottica di raccogliere informazioni complete sulla realtà turistica della Val Maira il gruppo di ReTour in Valpelline ha individuato una figura cardine che lavora con i frequentatori della valle in maniera trasversale. Si tratta di Gianni Pilotto, titolare di Sherpabus, il servizio che trasporta i bagagli di escursionisti e trekker impegnati lungo i Percorsi Occitani. Ogni mattina Pilotto ritira i bagagli dei turisti in ogni singola locanda della valle e li consegna entro le 16.30 nella locanda in cui gli escursionisti arriveranno dopo la loro giornata di cammino. L’incontro con Pilotto, avvenuto lo scorso 19 marzo, ha consentito di raccogliere informazioni e percezioni da parte di chi è a stretto contatto con tutti i turisti-escursionisti, indipendentemente dalle strutture ricettive frequentate e in stretto contatto con le agenzie che organizzano i soggiorni. Sherpabus, infatti, fornisce un servizio di taxi per raggiungere e lasciare la Val Maira e all’interno della valle stessa, oltre a occuparsi del trasporto bagagli da una locanda all’altra per coloro che desiderano affrontare le tappe con zaini leggeri senza rinunciare a portare con sé abbigliamento e accessori che rendono più confortevole una vacanza. È un servizio accessorio, nato nel 1990 per affiancare il lavoro dei gestori delle locande, che ha ulteriormente facilitato lo sviluppo del “modello Val Maira” e che dimostra come l’economia della valle dia spazio a iniziative imprenditoriali oltre alla mera accoglienza turistica. «Nei primi anni dall’inizio della nostra attività il lavoro non era molto, fino a quando, nel 1999, è stata pubblicata la guida Antipasti und Alte Wege. Da quel momento in poi il numero di turisti ha iniziato ad aumentare esponenzialmente fino a oggi. Nell’estate del 2014, annata piuttosto sfortunata dal punto di vista meteo, abbiamo movimentato 7.500 bagagli. A mio parere rappresentano il 40% dei turisti che percorrono i Percorsi Occitani poiché bisogna tenere conto di coloro che non usufruiscono del nostro servizio e delle comitive in cui più persone condividono un bagaglio». Il servizio offerto da Pilotto non è certamente una novità; in molte altre aree delle Alpi sono i gestori delle strutture ricettive a farsi carico del trasporto bagagli ma non con la professionalità e puntualità offerte da Sherpabus. Infatti Pilotto è il punto di riferimento di tutte le locande della Val Maira e lavora con una ventina di agenzie soprattutto straniere che vendono pacchetti escursionistici in valle. Insomma, un esempio prezioso per chi volesse avviare iniziative analoghe altrove.

1.1.4 L’indagine sul turismo in Val Maira Per avere un quadro completo sul successo del “modello Val Maira” il gruppo di lavoro ReTour in Valpelline ha effettuato un’indagine soprattutto qualitativa sulle presenze turistiche in valle e sul grado di soddisfazione degli operatori. Tramite un questionario composto da 10 domande, somministrato telefonicamente a 14 strutture aderenti all’associazione Percorsi Occitani, si è voluto raccogliere numeri, opinioni e sensazioni di chi ha messo a punto e porta avanti questo modello turistico di successo. Il campione è eccessivamente esiguo per trarre conclusioni di rilevanza statistica ma l’indagine è stata utile per osservare la notevole occupazione dei posti letto in strutture di dimensioni ridotte (escludendo alcune di esse a conduzione famigliare che lavorano in maniera saltuaria) e per “tastare il

10 polso” degli esercenti. La decisione di coinvolgere soltanto le strutture aderenti all’associazione Percorsi Occitani è legata al fatto che essa riunisce i fondatori del percorso di trekking e gli operatori che lavorano più attivamente per lo sviluppo del turismo in Val Maira. La prima osservazione che salta immediatamente all’occhio è legata alla presenza di turisti escursionisti/alpinisti nelle strutture. Tre di esse dichiarano di essere frequentate esclusivamente da ospiti che vivono la montagna per camminare, esplorarne i sentieri e i versanti. Una sola, aperta questa estate, dichiara che la maggior parte dei suoi frequentatori non sono escursionisti. Inoltre l’altro dato di fondamentale rilievo è la presenza di turisti stranieri. In tutte le locande, agriturismi e circoli sono la stragrande maggioranza. Difatti, l’opinione emersa più spesso dall’indagine telefonica sottolinea il fatto che senza i turisti provenienti dall’estero, le strutture sarebbero costrette a chiudere. Anche in questo caso, una sola struttura dichiara una prevalenza di turisti italiani, ma ha aperto questa estate e non può avere un peso significativo nella rappresentazione del fenomeno. Infine, l’ultimo elemento estremamente sintomatico del successo del modello Val Maira riguarda l’importanza di puntare su un turismo responsabile che valorizza gli elementi caratterizzanti la montagna. La maggioranza degli esercenti dichiara di non aver percepito la crisi economica globale scoppiata nel 2009. Anzi, molti di essi dichiarano di aver incrementato le presenza proprio in questi ultimi anni. In particolare, coloro che dichiarano risultati migliori gestiscono le strutture che recentemente hanno investito per il miglioramento della qualità del servizio, dal punto di vista del comfort dell’ospitalità e dal punto di vista dell’offerta alimentare incentrata sul prodotto tipico e il km0.

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1.1.5 Il questionario

D1 D2 D3 D4 D5 D6 D7 D8 D9 D10 Agriturismo 2012 22 1000 70% 65% D, / 2015 Crescita Crescita Chersogno Ch, A, F, Nl Agriturismo 1990 20 / 95% 80% D, 2000 / In crisi i Aument La Meja A, pranzi o dei Nl (clienti pernotta italiani) menti da parte di stranieri Circolo Acli 1990 25 1500 100 95% D / 2004 Andament Crescita Borgata % o San costante Martino Circolo Anni 12 70 100 98% D, 2010 2010 Calo / Acli ‘70 % Ch, Pagliero Nl Viva Locanda 2012 24 / 80% 70% D 2014 2014 Crescita Crescita del costante costante Silenzio Locanda 2014 18 5400 40% 70% F, / 2014 Crescita Quadru degli Elfi D, costante: plicato Ch, +18% Sw, annuo Gb Locanda Il 2015 10 400 30% 40% D, / / / / Campo F, della Ch Quercia Locanda 2003 22 300 90% 90% D, 2005 2015 Calo dei Crescita La Tano di Ch, turisti ottima Grich F, italiani Nl Locanda 1999 24 1000 90% 70% Nl, 2009 2012 Crisi non Crescita Mistral Ch, percepita costante D Locanda 2000 36 1600 60% 60% D, 2007 2014 Aumento Crescita Occitana F, del 10% Lou Ch, fino al Pitavin A 2009, poi andament o costante e nuovo aumento dal 2012 Ospitalità 2014 20 600 90% 70% D, / / / / Montana Ch,

12 La Scuola F, di A, Chiappera Nl Rifugio 2006 20 700 100 90% D / 2012 Aumento Crescita Escursioni % costante del 25% stico La Carlina Rifugio 1994 42 / 80% 70% D, / 2013 Crescita Crescita Gardetta F costante costante salvo 2014 (maltemp o) Ristorante 1981 25 200 60% 60% F 1995 2003 Diminuita / Albergo la durata Rocceré della permanen za

Legenda D1: In che hanno ha aperto la struttura? D2: Quanti posti letto ha la struttura? D3: Quanti pernottamenti avete registrato nel 2014? D4: Tra tutti gli ospiti che hanno pernottato presso la sua struttura, quanti in percentuale erano escursionisti/alpinisti? D5: Tra tutti gli ospiti che hanno pernottato presso la sua struttura, quanti in percentuale erano stranieri? A (Austriaci), Ch (Svizzeri), D (Tedeschi), F (Francesi), Nl (Olandesi), Sw (Svedesi) D6: Di che nazionalità? D7: In che anno è iniziato il successo turistico della Val Maira? D8: In che anno avete registrato il maggior numero di pernottamenti? D9: Dal 2009 (inizio della crisi economica) che andamento hanno segnato i pernottamenti? D10: Come è cambiata la frequentazione degli stranieri da quando avete aperto?

13 1.2 La Valpelline e le sue potenzialità

1.2.1 Il territorio Geografia, natura, geologia Tutti i comuni della Valpelline formano un ampio territorio che, malgrado lo spopolamento e il regredire dell'agricoltura, offre ancora ampie superfici coltivate a prato falciabile e, più in alto, utilizzate per il pascolo stagionale. Si può dividere idealmente la valle in quattro fasce ad altitudine crescente: il fondovalle coltivato, i pascoli, la foresta ed infine l'ambiente alpino formato da rocce nude, nevi perenni e ghiacci. Ognuna di queste fasce ospita una propria fauna specifica che però può occupare alternativamente tutte le fasce altitudinali, almeno per un periodo più o meno lungo dell'anno. L'esposizione comunque gioca un ruolo determinante per cui la flora e la fauna possono essere molto diverse ad una stessa altitudine se il pendio è rivolto a sud. Un recente studio geologico ha inoltre messo in evidenza le specificità geomorfologiche del territorio, significativo non solo per la ricchezza e la varietà di tali ricchezze ma perché tali peculiarità sono ben visibili e dunque ciò costituisce un'occasione per la didattica della geologia8. Tale studio è stato infatti avviato nell’ambito di un progetto più ampio di animazione scientifica e di creazione di percorsi tematici sulla geologia nella zona di .

Lo sfruttamento dell’acqua e dei minerali Nella Valpelline troviamo numerosi “ru”, ovvero ruscelli che attraversano i monti a diverse altitudini seguendo tracciati realizzati dall'opera ingegnosa degli abitanti dei villaggi e che servivano e servono ancora per l'irrigazione dei terreni. Oggi sono stati per la maggior parte incanalati pur mantenendo gli stessi tracciati e si sono trasformati in comodi sentieri percorribili anche in mountain bike o a cavallo e offrono paesaggi di particolare suggestione. Il Comune di è attraversato da ben cinque rus: il ru Pompillard che parte da Valpelline, il ru Prévot, il ru Champapon, il ru Mort ora abbandonato, il ru des Vignes che termina al castello di Rhins. Fin dal 1400 le acque della conca di By sono state canalizzate nel ru de By e nel ru des Monts. Il ru de By attinge l'acqua dai ghiacciai sopra By, attraversa orizzontalmente tutti gli alti pascoli di Ollomont e e finisce sopra . Il ru des Monts ha inizio a Vaud di Ollomont, percorre la collina della riva destra del paese e attraverso una galleria lunga 800 metri arriva a Chatelair nel comune di Doues. Nella valle di Ollomont nel 1699 furono scoperti giacimenti di rame. La nuova attività estrattiva diede un notevole impulso al paese fino ad allora dedito solo all'agricoltura. Nei primi anni del '900 vennero eseguiti grandiosi lavori per l'estrazione e la lavorazione del materiale: un forno americano a Valpelline, un tunnel di scarico a Frissonière (Valpelline) ed a Ollomont una centrale elettrica, una laveria e delle pompe. Fra Valpelline ed Ollomont in quel periodo vi

8 Progetto Interreg Italia-Svizzera 2007/2013 “BTVV – Biosphere Transfrontaliere Val d’Herens- Valpelline.

14 lavoravano più di mille operai. Alcuni anni più tardi però la miniera venne chiusa perché era troppo povera ed i costi per l'estrazione ed il trasporto del materiale troppo elevato. Ad Ollomont rimangono delle testimonianze interessanti di quel periodo: le case degli ingegneri e degli operai costruite a Rey oggi in attesa di ristrutturazione; sono inoltre ancora visibili gli ingressi della miniera a Rey e a Balme. A Frissonière una galleria della miniera è stata adibita dalla Cooperativa Produttori Latte e Fontina allo stoccaggio del formaggio tipico valdostano. La diga di Place Moulin a è un enorme sbarramento capace di contenere 105 milioni di metri cubi di acqua. È stata costruita tra il 1958 e il 1965 ed ha cambiato l'aspetto dell'alta valle di Bionaz: la più estesa zona pianeggiante del comune è stata sommersa dalle acque, alcuni sentieri sono diventati inaccessibili, muri di cemento e cascate di pietre ricordano ancora oggi i tempi della costruzione della diga. Nel 1955 anche a By è stata costruita una piccola diga che raccoglie le acque della conca di By e di Eau Blanche. La condotta attraversa Les Arsines e da qui invia le proprie acque alla centrale di Valpelline.

Confini e passaggi Le montagne della Valpelline segnano il confine con la Svizzera e fin dai tempi più remoti dai valichi sono transitate le popolazioni che invasero l'Italia. Nel 1035 i Saraceni furono respinti dai valligiani al col Durand nella valle di Ollomont. Dopo l'anno Mille e fino al XIII sec. vi furono sanguinose contese fra i montanari vallesani e valdostani per il possesso dei pascoli di confine. Numerose località ricordano queste battaglie: Plan de Bona Mort a Place Moulin (Bionaz), Bois de la Bataille a Ollomont, Plan de la Bona Mort a By (Ollomont), Plan Détruit a Doues. I valichi come il Collon e la Fenêtre Durand servivano regolarmente da transito per il commercio, soprattutto di bestiame, ed erano guarniti di fortificazioni. In tempi più recenti, durante la seconda guerra mondiale, i valichi si trasformarono in vie di fuga dalle milizie fasciste di esuli ebrei o antifascisti verso la neutrale Svizzera. Nel settembre 1943 Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica Italiana, ricercato dalla polizia neofascista, transitò sulla Fenêtre Durand per fuggire in Svizzera: una targa sul colle ne ricorda l'espatrio clandestino. La brigata partigiana di Ettore Castiglioni era stanziata all’alpe Berio Ollomont e si occupava dell’espatrio degli esuli politici sempre attraverso la Fenêtre Durand. Negli anni '60 la Fenêtre Durand era percorsa anche dai contrabbandieri che con le “bricolle” cariche di sigarette cercavano di eludere la sorveglianza dei doganieri.

Villaggi e architettura Anche nella Valpelline i versanti abitati sono quelli più soleggiati. Le case dei villaggi si addossano alla montagna e si stringono le une alle altre per non occupare i vicini terreni coltivabili. Le case rurali più antiche risalgono al XV sec. e sono costruite con materiali locali: pietra e larice. La maggior parte delle costruzioni ha una struttura in muratura con pietre legate con malta d'argilla o di calce. Il tetto è a filo della muratura. Dispongono di due livelli: la stalla dove gli uomini coabitavano con gli animali e il fienile.

15 Nel XVII - XIX secolo si costruiscono case più ampie e meno austere con tetti debordanti sulle larghe facciate rivolte a sud e ornate di balconi sulle quali si affacciano numerose finestre. A Vaud di Ollomont si trovano accanto a piccole case rurali basse alcuni esempi di grandi costruzioni del XVIII secolo, epoca molto favorevole per il comune, corrispondente al massimo sfruttamento della miniera di rame. I grandi proprietari fondiari costruiscono case divise in due corpi, uno riservato allo sfruttamento rurale e l'altro all'abitazione; esempi di tali edifici sono presenti nei vari comuni della Valpelline. Costruttori ed occupanti hanno “firmato” il loro lavoro o inciso i simboli per implorare la protezione divina. Le iscrizioni sono sempre situate in posizioni che si scoprono facilmente: sull'architrave delle entrate, sul basamento del camino o sulla carpenteria. Nel paesaggio sono inoltre presenti numerose costruzioni temporanee semplici ma funzionali allo sfruttamento dei territori di più difficile accesso per l'altitudine o la distanza dai villaggi permanenti. Ogni valle laterale ospitava un “mayen” o una stazione di alpeggio. Il modello architettonico comprendeva in genere due tipi di spazi distinti: la stalla e il caseificio, un locale polivalente che un tempo fungeva anche da cucina e dormitorio. Dove sono frequenti i pericoli di valanghe, si trovano delle stalle a volta sotterranee, delle “crotte” lunghe e strette come delle gallerie.

L’alpinismo e il turismo La prima ascensione nota nel tratto delle Alpi Pennine è la conquista nel 1779 del Mont Velan ad opera del canonico del Gran San Bernardo Murith, ma è dal 1860 con la visita dell'inglese Edward Whymper che comincia una vera campagna di conquista delle vette della Valpelline: dal Mont Gelé alla Dent d'Hérens, dalla Becca del Luseney alla catena del Morion. La salita al ha una storia tutta elvetica: nel 1859 il Combin di Grafeneire è stato raggiunto da Charles Sainte-Claire Deville con le guide Balleys e Dorsaz, la spalla Isler nel 1872 è stata percorsa da Henri Isler con la guida Joseph Gillioz. Fra gli alpinisti italiani più attivi in Valpelline figurano i torinesi Ettore Canzio, Felice Mondini e Nicola Vigna: tra le loro imprese la prima salita della Punta Fiorio nella catena del Morion. I tre alpinisti hanno avuto anche il merito di lasciare una precisa monografia delle montagne dal titolo In Valpellina, pubblicata nel 1899 dalla sezione di Torino del CAI. Un personaggio di spicco della storia dell'alpinismo in Valpelline è l'Abbé Henry. Nato a nel 1870, divenne parroco di Valpelline nel 1903 e vi rimase fino alla morte nel 1947. Gli interessi che lo legarono alla montagna furono molteplici, tanto che fu storico, poeta, filosofo, naturalista, alpinista e cartografo.Il sacerdote in oltre quarant'anni scalò un gran numero di cime inviolate della Valpelline ed fu punto di riferimento per generazioni di alpinisti. Tra i suoi scritti ricordiamo La Guide du Valpelline pubblicata nel 1925, dove illustrò le caratteristiche della valle e le escursioni più interessanti. Negli anni che hanno seguito il secondo conflitto mondiale sulle cime della Valpelline si è registrata un'intensa attività alpinistica di buon livello e le guide sul

16 territorio hanno progressivamente acquistato professionalità. Nel 1960 si sono riunite in associazione ed è nata la Società Guide e Portatori della Valpelline. Con la diffusione dell'alpinismo che nel secolo scorso aveva lasciato ben sperare per il futuro di tutta la Valpelline sono sorti in varie località grandi alberghi ora dismessi: l'Hotel Posta a Valpelline, l'Hotel Otemma a , l'Albergo di Prarayer a Bionaz, l'Albergo Italia ad Ollomont. Per facilitare le ascensioni o le traversate delle montagne sono sorti in Valpelline numerosi bivacchi e rifugi.

I prodotti del territorio La Valpelline si basava un tempo quasi esclusivamente su di un'economia agro pastorale. Nei comuni a bassa quota come Roisan e Valpelline dove si potevano sfruttare la posizione soleggiata, il terreno fertile e la disponibilità di acqua il territorio è stato intensamente coltivato a cereali (mais, avena, segale) e alberi da frutta; pane nero, polenta e patate erano alla base della cucina "povera". Più in alto i grandi pascoli di Doues, Ollomont e Bionaz permettevano l'allevamento del bestiame e quindi la produzione di burro e fontina. Nelle stalle non mancava il maiale che veniva allevato appositamente per ottenere carne e lardo per la produzione di "boudins e saucicces", piccoli insaccati molto gustosi che venivano preparati solitamente in dicembre e fatti stagionare in appositi locali ben aerati. Uno degli aspetti più antichi e caratteristici del mondo valdostano è la preparazione del pane nero: verso la fine di novembre i contadini facevano macinare la segale e il frumento per poi impastare e cuocere nel forno del villaggio i pani che dovevano bastare per tutto l'anno. Nelle varie località della Valpelline sono presenti bellissimi forni; ristrutturati, sono oggi funzionanti però solo in particolari festività o per i turisti. Ogni anno a fine luglio, la Pro Loco di Valpelline prepara e distribuisce un piatto tradizionale, la seupa à la vapelenentse a base di pane raffermo, burro, fontina e brodo di carne e verdure. La seupa era il piatto unico che forniva le calorie necessarie al duro lavoro dei montanari; oggi la gastronomia regionale più raffinata ha recuperato questo piatto semplice. A Oyace nella settimana di ferragosto si svolge ogni anno la festa della fontina, dove si preparano diversi piatti con il formaggio tipico.

1.2.2 Ricettività e cultura del territorio Da qualche anno diverse realtà del settore turistico della Valpelline hanno cominciato a operare in modo più o meno coordinato nella promozione di forme di turismo responsabile. Numerosi comuni, associazioni culturali, associazioni sportivo dilettantistiche, singoli professionisti stanno infatti lavorando nella direzione di un’offerta turistica che intreccia le peculiarità del territorio, le culture locali, le valenze ambientali e paesaggistiche con attività outdoor soft e non invasive estive ed invernali come l’escursionismo, l’alpinismo, l’arrampicata, lo sci alpinismo, la mountain bike, ecc. Alcune di queste associazioni, come Naturavalp, Lo Contrebandje, Unconventional, sono attive sul territorio e mettono a disposizione le proprie competenze (guide alpine, escursionistiche, gestori di rifugi e camping, albergatori,

17 ristoratori, ecc.) per promuovere attività finalizzate ad una fruizione della Valpelline più consapevole delle proprie peculiarità. In particolare si segnalano alcune iniziative (vedi “La strada giusta”) che intrecciano il trekking con la scoperta del territorio attraverso escursioni organizzate che toccano luoghi e realtà della Valpelline e coinvolgono produttori locali (artigiani, allevatori, commercianti, ristoratori, ecc.) per far conoscere i loro prodotti e il loro lavoro. Anche le amministrazioni comunali sono sempre più attente alla diversificazione dell’offerta turistica e agli aspetti culturali organizzando, durante la stagione estiva ed invernale, un ricco calendario di manifestazioni ed incontri culturali di rilievo: un richiamo anche a livello regionale. Si pensi alla “Festa della Montagna” ad Oyace e Bionaz, ai cicli di conferenze di “Pensieri nel Sacco” a Ollomont, ai cineforum di “FilmMontagna” sempre a Ollomont, e ancora ad alcuni importanti eventi per la promozione della gastronomia locale come la “Sagra della Vapelenentze” a Valpelline. Si segnala inoltre che nella valle sono già presenti e attive tre piccole realtà museali ad oggi poco conosciute e valorizzate: il “Museo dell’alpinismo”, il “Museo della Resistenza”, e il “Museo della Fontina”. Tali realtà e associazioni stanno contribuendo a creare l’immagine di una Valpelline più attenta al suo territorio, anche se si riscontrano una generale frammentazione e uno scarso coordinamento tra le attività. Proprio per questi motivi il progetto ReTour in Valpelline vuole porsi a completamento di quanto si sta già facendo per la creazione di una rete che presenti modalità strutturate di azione per migliorarne l’efficacia sul territorio. La mappatura e il censimento delle strutture ricettive in Valpelline ha riscontrato l’esistenza di numerosi punti di accoglienza, situati sia nel fondovalle sia in alta quota, come hotel, B&B, ristoranti, osterie, bar, alimentari, camping, rifugi e bivacchi, di seguito elencati: 23 hotel, B&B - Hostellerie Le Lièvre Amoureux (Valpelline), La Maison de Franco (Valpelline), Le Relais (Valpelline), Maison de Thoules (Valpelline), Il Canto del Bosco (Valpelline), Hotel Mont Gelé (Ollomont), Comme chez soi (Ollomont), Hotel Valentino (Bionaz), Locanda Lac Place Moulin (Bionaz), Ostello La Batise (Bionaz), Appartamenti La Selva (Bionaz), B&B Alpe Rebelle (Bionaz), La Maison d’Antan (Bionaz), Maison Constance (Bionaz), Clé du Paradis (Bionaz), La Batise (Bionaz), La Grandze de François (Ollomont), Le Bon Megnadzo (Doues), Le Relais De La Grandze (Doues), Maien Piolet Milieu (Doues), Maison Torrent (Doues), Nuits de Rêve (Roisan), L’angolo Verde (Roisan); 13 ristoranti, osterie, bar, alimentari - Ristorante Vecchio Suisse (Valpelline), Ristorante Lac Lexert (Bionaz), Ristorante La Tour (Oyace), Bar Dzovennoz (Bionaz), Chez Clarissa (Ollomont), Rustic Chalet de nos (Ollomont), Comme chez soi (Ollomont), Le Bon Megnadzo (Doues), Pizzeria a Bionaz (Bionaz), La Taverne (Ollomont), Bar Sport (Roisan), Centro multisportivo Grand Combin (Roisan); 2 camping - Grand Combin (Valpelline) e Lac Lexert (Bionaz). 15 rifugi e bivacchi - Rifugio Letey-Champillon, Bivacco Savoie-Rosazza, Rifugio Chiarella all’Amianthé, Bivacco Regondi-Gavazzi, Rifugio Crête Sèche, Bivacco Spataro, Rifugio Collon-Nacamuli, Bivacco della Sassa, Bivacco Chentre-Bionaz,

18 Rifugio Prarayer, Rifugio Aosta, Bivacco Perelli, Bivacco Paoluccio, Bivacco Tête des Roeses, Bivacco Penne Nere.

19

Il territorio della Valpelline

20 1.3 L’analisi Swot

L’analisi Swot intende mettere in luce opportunità, punti di forza, minacce e punti di debolezza che un sistema rivolto al turismo responsabile, in un contesto montano che presenta una bassa impronta antropica come quello della Valpelline, può offrire.

Opportunità e punti di forza di un’offerta turistica basata sul turismo responsabile Se il sistema turistico offerto si rivolge a un target specifico – partendo dal presupposto che la comunicazione dell’offerta turistica sia adeguata (efficace ed efficiente) e raggiunga quindi il target in oggetto – l’effetto che ne deriverà sarà un aumento sul territorio di una specifica tipologia di turisti. in Valpelline si rivolge a quello che la letteratura di settore definisce “turista responsabile”9: soggetto dalla spiccata attenzione verso l’ambiente che si traduce in due atteggiamenti principali: da un lato il rispetto, dall’altro la curiosità di conoscere, dal punto di vista sia naturalistico sia culturale, l’ambiente circostante. Il risultato atteso è pertanto quello di un aumento della presenza di “turisti responsabili” in loco. In quest’ottica, il progetto propone un sistema turistico della Valpelline che la coinvolge nella sua interezza mettendo in rete aspetti differenti (rivolti a diversi target specifici). Ciò permette di presentare un territorio variegato, che risponde a necessità/desideri distinti, ma all’interno di un unico contesto ambientale e culturale. Un’operazione di questo tipo cambia l’immagine che il territorio dà di sé. Non riguarda più un insieme di località distinte bensì una valle che si offre nel suo insieme al viaggiatore, venendo così percepita come unità territoriale. Come in un sistema di specchi, l’iniziale costruzione di un sistema turistico (diversificato ma interconnesso) porta a una differente percezione del territorio da parte del turista; ciò rafforzerà a sua volta l’identità della valle anche tra gli abitanti (Bertolino, 2014, pp. 130-133; Castiglioni, Ferraino, 2007; Varganega, 2011). Non è un caso, per esempio, se oggi in Val Maira gli operatori turistici, che si sentono parte di una rete e di un territorio che comprendono e promuovono nella sua interezza, abbiano costituito un Consorzio Valle Maira per la promozione turistica della Valle10. La diversificazione delle proposte e quindi del target di riferimento permette non solo di attirare un numero maggiore di persone ma di ambire a una destagionalizzazione del turismo, o meglio, a una stagione turistica “attiva” dodici mesi. Questo porterebbe a una più omogenea distribuzione del flusso turistico lungo tutto l’arco dell’anno. Inoltre, anche all’interno di uno stesso lasso di tempo,

9 L'Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) ha adottato nel 2005 la seguente definizione: “Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”. (www.aitr.org). 10Il sito del Consorzio è www.vallemaira.org/it. Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla Parte seconda, paragrafo 1.2 Il Consorzio Operatori Turistici di questo documento.

21 domande differenti possono essere accolte, rispondendo così alle necessità anche dei gruppi non omogenei. Oltre che alla sostenibilità ambientale, l’offerta basata sul turismo responsabile punta alla sostenibilità economica. Se da un lato infatti i grandi comprensori turistici sono in crisi, i dati relativi al turismo a basso impatto sono significativi e presentano una fetta di mercato non ancora saturo e in forte incremento11. Una delle ragioni del successo di questo mercato è nel più stretto rapporto che sovente si viene a creare tra ospite e ospitante. Un turista responsabile, attento alle particolarità dell’ambiente che lo accoglie, di norma si dimostra anche curioso nei confronti delle tradizioni e delle modalità operative che incontra nel suo viaggiare. Al contempo, chi accoglie, se crede nella valorizzazione del proprio territorio inteso come contenitore di pratiche e culture, sarà maggiormente predisposto al racconto e al coinvolgimento nel proprio operare. Una maggiore conoscenza reciproca fidelizza i rapporti contribuendo a regolarizzare maggiormente il flusso turistico e l’offerta proposta. Si tratta di un sistema che vuole mettere in luce ciò che la valle già possiede, ricorrendo a interventi con costi relativamente bassi (dalle brochure ai pannelli informativi, alla messa in sicurezza dei sentieri, dal sito internet alla diversificazione delle proposte). Ciò da cui partire sono le risorse già presenti e, attraverso operazioni di ottimizzazione, riqualificazione e promozione, realizzare una proposta turistica che non snaturi la valle ma al contrario ne valorizzi gli ambienti naturali, la cultura e la storia. Scegliere di optare per un turismo responsabile significa abbracciare una cultura che di conseguenza andrà a incidere anche su altre scelte dell’operare dei valligiani12. Direzione, peraltro, già intrapresa dagli operatori della Valpelline che si sono riuniti nell’associazione Naturavalp i cui obiettivi sono: «Promuovere la conoscenza del territorio della Valpelline attraverso iniziative di carattere economico, culturale, sociale, didattico, per la realizzazione di uno sviluppo responsabile del turismo che guarda con simpatia ai principi espressi dall’AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile). Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali e deve escludere ogni forma di

11Per quanto concerne la crisi del turismo di massa in montagna, si rimanda ai numeri 33 e 43 della rivista “Dislivelli, ricerca e comunicazione in montagna”. Per quanto concerne la crescita del turismo a basso impatto ambientale e il cambiamento culturale in corso, significativi sono i dati pubblicati in “Rapporto Montagne Italia” 2015, dal quale emerge che lo sviluppo locale sostenibile sia la scelta strategica per il progresso del territorio montano. 12Si pensi, ad esempio, alla scelta perpetuata da Marco Andreis e Valeria Airaudo, gestori della Loncanda Lou Pitavin, in Val Maira, che hanno realizzato il primo hotel certificato Casa clima nelle Alpi occidentali. Un altro esempio è quello di Etinomia, consorzio nato dall’esperienza maturata in Val di Susa, all’interno del Movimento No Tav, che ha portato alcuni imprenditori a porsi domande circa “l’impronta etica” delle proprie attività: «Etinomia nasce in Val di Susa ad opera di un gruppo di imprenditori, agricoltori, commercianti, artigiani e liberi professionisti con l’intento di riportare l’Etica al centro dell’economia. A tal fine Etinomia promuove iniziative mirate allo sviluppo economico, commerciale, sociale ed occupazionale con il primario obiettivo di restituire all’uomo ed al territorio centralità di ruolo, da intendersi come relazione consapevole tra una porzione di terra e la comunità che la abita» (www.etinomia.org).

22 aggressione al territorio e alle coscienze. Non rientrano in particolare tra le forme di turismo compatibili con le finalità dell’associazione il diporto motoristico aereo e fuoristrada» (Statuto art.2)13.

Minacce e punti di debolezza di un’offerta turistica basata sul turismo responsabile La creazione di un sistema turistico basato sulle specificità locali e a basso impatto ambientale, come già detto, cambia sia la percezione (o quantomeno la rafforza) che il territorio ha di se stesso, sia l’immagine che la valle comunica verso l’esterno. Questo cambiamento (o rafforzamento) delle politiche turistiche potrebbe però causare l’allentamento di quei soggetti che ritengono di perderci restando all’interno di un sistema turistico che valorizza la sostenibilità ambientale. In altre parole, amministratori, imprenditori ed esercenti potrebbero scegliere di promuovere la propria attività politica o imprenditoriale in altri contesti montani, impoverendo la Valpelline. Così come i turisti attratti dai grandi comprensori, dai servizi e dalle proposte da questi presentati (che non valorizzano i singoli luoghi ma garantiscono un’identica offerta ovunque, riproponendo un modello urbano), non sceglieranno la Valpelline come meta delle proprie vacanze. Scegliere un sistema turistico piuttosto che un altro, significa accedere a una fetta di mercato e rinunciare a un’altra. Perché questa scelta sia credibile serve quindi una proposta ad ampio raggio, sia in termini di attività offerte, sia in termini di porzione di territorio coinvolto, ovvero l’intera valle. Non si tratta infatti semplicemente della decisione presa da un singolo operatore che opta per gestire in modo ambientalmente più sostenibile la propria attività, cercando anche di interessare una specifica tipologia di turista, ma della scelta di un territorio che definisce le politiche che intende attuare con una ricaduta trasversale sulla vita lavorativa (e non solo) di tutti i soggetti coinvolti: dalla ristrutturazione di una struttura ricettiva alla messa in sicurezza dei sentieri, dalla strategia di marketing alle possibilità interconnesse che il territorio può offrire. Non ultimo, quindi, si presenta un problema di ordine economico. Sono infatti necessari dei finanziamenti per poter agire su scala più ampia e coinvolgere differenti settori incidenti sull’intera valle. La ricerca di questi finanziamenti può avvenire attraverso canali differenti: - Bandi delle Fondazioni - Finanziamenti europei (Interreg) - Fondi regionali settoriali.

13 Il sito dell’Associazione è www.naturavalp.it.

23 Opportunità Minacce - Aumento del numero di turisti “responsabili” - La valle diventa un’attrattività turistica (si - Difficilmente renderà attrattiva la valle agli occhi parlerà della Valpelline nel suo insieme e non del turismo di massa interessato alle grandi di una singola realtà attrattiva); stazioni sciistiche - È un tipo di turismo adatto in tutte le stagioni; - La scelta di un sistema turistico basato sulla - È un tipo di turismo che può risponde a molte sostenibilità ambientale potrebbe spaventare e differenti esigenze (la famiglia/l’alpinista, amministratori ed esercenti (con conseguenze l’amante del buon cibo e il camminatore sulle scelte di vita e lavorative in valle) solitario); - Gli studi di settore dimostrano che è un turismo in crescita. Punti di forza Punti di debolezza - Risponde alle esigenze espresse da differenti - Richiede attenzioni da parte delle tipi di turismo: culturale, enogastronomico, Amministrazioni e degli esercenti verso scelte naturalistico, alpinistico, “famigliare”, ecc. volte alla sostenibilità ambientale - Crea più facilmente empatia tra ospite e - Richiede di rinunciare al turismo di massa delle ospitante, fidelizzando maggiormente il turista grandi stazioni sciistiche - Basso impatto sull’ambiente - Richiede un’azione di marketing specifica per - Costi bassi di realizzazione (può infatti farsi conoscere contare sulla presenza sul territorio di - Il turismo sostenibile non è percepito dalle strutture ricettive adatte e sentieri/strade amministrazioni, soprattutto sovracomunali, inseribili in percorsi tematici) come una risorsa importante per il territorio - Può influenzare la scelta verso soluzioni più (manca una politica a livello regionale) sostenibili dal punto di vista ambientale ed - Mancano i collegamenti, il sistema è da energetico (se la politica della Valle volge costruire (percorsi da inventare, sentieri da verso scelte sostenibili, si dovrebbe ripristinare, strutture di accoglienza da diffondere una cultura della sostenibilità in predisporre o riconfigurare senso lato). Inoltre la cultura della - Mancanza di finanziamenti da dedicare alla sostenibilità, porta, sul lungo periodo, a un creazione del sistema (lo studio di fattibilità è risparmio anche economico (uso di energie solo il primo step). rinnovabili, migliori sistemi di - riscaldamento/isolamento termico, ecc..). - Valle incontaminata (o quasi, priva di impianti di risalita), ricca di emergenze naturali e paesaggistiche - Valle ricca di storia (partigiani e contrabbandieri, ...) - Possibilità di rispondere a differenti tipi di turisti: 1. Per famiglie: luoghi accessibili 2. Per alpinisti: giri in quota (presenza di rifugi) - Si può contare su un territorio già molto attento alla sostenibilità ambientale

24 Parte seconda: relazione tecnica

1. Il progetto ReTour in Valpelline

1.1 I percorsi tematici Punto di forza della Valpelline sembrano dunque essere le caratteristiche intrinseche del suo territorio (geografia, geologia, natura, storia, cultura, ecc.) che presentano delle peculiarità talvolta uniche all’interno del contesto della Valle d’Aosta ed un elevato grado di conservazione degli elementi naturali ed antropici storici per via del relativo isolamento dell’ultimo secolo. Per contro, si rimarca la prossimità geografica al capoluogo di Regione, che consente buoni collegamenti diretti o la possibilità di attivare i percorsi tematici partendo direttamente da Aosta. La realizzazione di percorsi tematici può essere un modo per mettere in rete le diverse realtà sul territorio e mettere in moto una forma di fruizione dei luoghi che intreccia l’attività outdoor con la cultura, nell’ottica di un approccio che muove proprio dalla volontà di valorizzare le caratteristiche e le particolarità intrinseche dell’ambiente e delle culture locali. Dall’analisi dei dati raccolti, dallo studio dell’area interessata dal progetto ma soprattutto dal confronto con le realtà locali interpellate sul territorio sono stati individuati alcuni percorsi tematici che permetterebbero di valorizzare tutto quel patrimonio storico, culturale, ambientale e sociale che caratterizza la Valpelline in modo da supportare coloro che in loco già operano in questa direzione. Per quanto concerne i percorsi, vi sono tre itinerari tematici già attivi (Alta Via n.1, Tour du Combin e Ippovia). Si segnala che già in passato la Valpelline ha fatto parte di due progetti di carattere transfrontaliero con lo scopo di valorizzare itinerari e patrimonio storico a fini turistici: in particolare BTVV – Biosfera Transfrontaliera Val d’Hérens Valpelline e Atelier Rural Pays du Combin - Programma Leader + Regionale 2000-2006. I percorsi in progetto sono dunque da considerarsi ad integrazione e completamento di quanto già fatto. Il progetto intende porsi sulla linea di quanto si sta già facendo in realtà simili in Valle d’Aosta e non solo, come ad esempio la recente esperienza di Atelier Village (www.valgrisenche-atelier.com), un’attività realizzata nell’ambito del progetto del Gal alta Valle d’Aosta PSR 2007/2013 della Regione autonoma Valle d’Aosta e cofinanziata dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale – L’Europa investe nelle zone rurali. Tale rete di percorsi va inoltre a integrarsi alla proposta già attiva sul territorio di un collegamento pedestre ed equestre che attraverso sentieri e mulattiere conduce da Aosta attraverso tutta la Valpelline fino a Prarayer. Questo progetto denominato “La strada giusta in Valpelline” è già stato attivato da qualche anno e prevede un trekking di più giorni che permette, senza l’uso dell’auto ma con l’ausilio di muli e asini, di partire dal centro cittadino e di attraversare la Valpelline toccando e scoprendo le peculiarità del territorio e coinvolgendo artigiani, allevatori, contadini che hanno la possibilità di illustrare i propri prodotti.

25 Si elencano di seguito i percorsi tematici da realizzare. 1. Geologia e natura Il percorso tocca i principali geositi (già individuati attraverso lo studio geologico precedentemente illustrato), alcuni luoghi dalle particolarità naturalistiche (si veda ulteriore studio naturalistico già elaborato), i punti privilegiati per l’osservazione faunistica e altri punti di interesse paesaggistico e panoramico.

26 2. Acqua e rocce Il percorso mette in rete quei luoghi che storicamente nascono con il fine di sfruttare le risorse minerali e idrauliche che hanno caratterizzato parte della storia recente e meno recente della Valpelline: le miniere di Rey, i villaggi dei minatori, i “ru” ed i canali realizzati per l’irrigazione a partire dal ‘600, le diverse fonti presenti sul territorio, le dighe di Place Moulin e di By, la centrale idroelettrica di Valpelline.

27 3. Confini e passaggi Il sentiero intende ripercorrere quei luoghi della valle che sono stati il teatro di eventi e storie legate alla vicinanza con la terra elvetica: rifugiati, partigiani, contrabbandieri, ecc.

28 4. Alpinismo ieri e oggi Il percorso tocca i percorsi escursionistici e le vie di alta quota che hanno fatto la storia dell’alpinismo locale, ma non solo. Si ripercorrono le orme di Whymper, dell’Abbé Henry, di Bozzetti e di altre figure storiche che hanno esplorato la Valpelline. Il percorso è l’occasione anche per mettere in rete le numerose strutture ricettive presenti in quota (rifugi e bivacchi) e quelle del fondovalle (siti di arrampicata, palestre, museo dell’alpinismo, ecc.).

29 5. Sapori Il percorso tocca differenti strutture agrituristiche e allevatori già presenti sul territorio ed è l’occasione per conoscere i diversi prodotti locali, le loro modalità di produzione ed i luoghi in cui questi vengono preparati, con la possibilità per i turisti di interagire con i produttori e di poter conoscere e assaggiare il prodotto prima di acquistarlo.

30 6. Escursionismo “alternativo” Il percorso è pensato per una fruizione della montagna attraverso forme di mobilità “alternativa” con l’ausilio di muli, asini, cavalli o semplicemente mountain bike. Questo va ad inserirsi sulla scia di alcune iniziative già intraprese in valle che garantiscono la disponibilità di animali e di percorsi già attrezzati (sentieri equestri e ciclabili).

31 7. Villaggi, architettura, vita contadina Il percorso mette in rete quei luoghi e quei villaggi che presentano importanti esempi di architettura rurale ancora integra (abitazioni, fienili, stalle, forni, fontanili, edicole, ecc.) e che costituiscono una sorta di ecomuseo a cielo aperto.

Per la realizzazione dei percorsi tematici si intendono sfruttare esclusivamente i percorsi e le strutture che già esistono sul territorio attraverso la messa in rete, la divulgazione e la promozione dei siti esistenti. Ciò comporta dunque esclusivamente la realizzazione di materiale informativo e di segnaletica per l’individuazione dei percorsi e dei punti di interesse: - Realizzazione di un opuscolo esplicativo dei sette percorsi tematici; - Realizzazione di una mappa con i sette percorsi tematici; - Realizzazione dei segnali da apporre lungo i sentieri e nei punti di interesse; - Realizzazione delle relative app per dispositivi mobile al fine di poter consultare le notizie relative ai percorsi durante le escursioni.

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Mappa di sintesi dei percorsi tematici

33 1.2 Il Consorzio Operatori Turistici

In Val Maira In Val Maira nell'estate del 2013 è stato costituito il Consorzio Turistico Valle Maira, il cui obiettivo è il sostegno e la promozione del territorio, attraverso «la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico e il rispetto dell'ambiente, inteso come valore supremo e universale»14.

Il Consorzio ha sede presso il Municipio di Acceglio (membro del Consorzio) e comprende 36 consorziati, suddivisi a seconda dei servizi che offrono: pernottamento, ristoro, pernottamento e ristoro, e altri servizi, tra cui la vendita di prodotti tipici.

Struttura Pernottamento Ristoro Pernott. e Attività Ristoro commerciale Rifugio di Viviere X Rifugio Campo Base X Casa vacanze Casa Girardi Albergo Le Marmotte X C.a.v. Casa del sole X Agriturismo La Meja X Azienda agricola Lucignolo X Panificio Alta Val Maira X Enoteca vino & co X Associazione Pro Loco O'Bacco X Bar bistrò alimentari l'Ape Maira X "La gabelo" da Renata X Caseificio del Sarvanot X Locanda Mistral X Camping Lou Dahu X Ristorante Lou Sarvanot - X Rifugio escursionistico la scuola di X Chiappera Affittacamere Valle Maira X Gentil Locanda X Locanda Codirosso X L'oste di Fraire X

14 Le informazioni sul consorzio sono state tratte dal sito www.vallemaira.org/it/ e da colloqui con Manuela Zibana e Silvia Massarengo.

34 La butega di Marcella e l'oste d'Seles X Bar alimentari del Paschero X Casa vacanze la Freidio X Locanda del Silenzio X Enrico Collo X Bar trattoria affittacamere Ceaglio X Associazione amici della Ruà X Azienda agricola biologica montana X Galliano I Ciciu Tours & guide di Giuseppe X Bottero Morre Valter artigiano X Sherpabus autonoleggio X Cooperativa sociale agricola “I ciliegi X selvatici” Hotel Londra X Fulvia Girardi X Agriturismo La Provenzale X Locanda degli Elfi e ristorante Mascha X Parpaja

Si tratta di un consorzio piuttosto piccolo che richiede quote basse di adesione. Questo implica un impegno costante nella ricerca di altri fondi per poter sostenere attività mirate di promozione del territorio. I risultati attesi non sono mancati, ma l’impegno richiesto, anche in termini di tempo ed energie è ancora piuttosto elevato.

In Valle d’Aosta Il sito internet di promozione turistica della Regione Valle d’Aosta (www.lovevda.it), curato dall’Assessorato Turismo, Sport, Commercio, Trasporti, individua 7 aree turistiche: Valle centrale, Aosta e dintorni, Gran Paradiso, Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran San Bernardo. Per quanto riguarda quest’ultima area (che comprende la valle del Gran San Bernardo, la Valpelline e il vallone di Ollomont), non esiste un organismo, anche di natura associativa, che la promuova in modo specifico, contribuendo a costruire e diffondere un’immagine identitaria. Un soggetto di questo tipo potrebbe essere un consorzio.

In Valle d’Aosta ci sono 7 consorzi di promozione turistica: 1) L’espace de Pila (www.pila.it) 2) Consorzio Gran Paradiso natura (www.granparadisonatura.vda.it) 3) Consorzio turistico della Valle di (www.cogneturismo.it) 4) Consorzio operatori turistici La Thuile (www.lathuile.it) 5) Consorzio turistico Val d'Ayas (www.valdayas-monterosa.it)

35 6) Consorzio per lo sviluppo turistico del comprensorio del Cervino (www.cervinia.it) 7) Consorzio turistico Gressoney (www.gressoneymonterosa.it)

Gli obiettivi che il Consorzio si propone sono: • Promuovere e incrementare lo sviluppo turistico del territorio attraverso azioni promo-pubblicitarie finalizzate alla valorizzazione della località ed al suo patrimonio naturalistico, storico e culturale; • Garantire alle aziende consorziate un'attività di supporto e coordinamento, nonché servizi di assistenza vari a prezzi vantaggiosi; • Collaborare con gli operatori turistici e gli enti locali pubblici e/o privati per la valorizzazione del territorio allo scopo di consentirne uno sviluppo coordinato; • Svolgere l'attività di vendita ed intermediazione di pacchetti turistici, nel rispetto della normativa regionale in materia di turismo (L.R. 19/2001); • progettare e promuovere attività e manifestazioni a carattere turistico in collaborazione con gli enti pubblici e privati del territorio; • collaborare con gli altri Consorzi ed Enti a livello Regionale per un migliore svolgimento dell'attività.

Il Consorzio di Cogne, quello della Val d’Ayas, quello di Pila non fanno attività di booking on line e non vendono i prodotti locali presso il proprio ufficio del turismo, mentre quello di La Thuile vende on line pacchetti turistici e quello di Cervinia offre la possibilità di prenotare on line il proprio soggiorno. Sul sito del Consorzio di Gressoney e su quello del Gran Paradiso è possibile inviare un’email alle strutture ricettive ma non si tratta di una prenotazione effettiva, così come non è data la possibilità di accedere direttamente a nessun altro servizio proposto (le promozioni inverno 2015/2016, per esempio). Per quanto concerne la Valpelline, si potrebbe istituire un consorzio, su esempio dei consorzi presi in esame, che promuova il territorio, con l'obiettivo di restituire al turista, al viaggiatore, all'escursionista e all'alpinista, un'immagine unitaria di comprensorio. La Valpelline dovrebbe quindi ricercare la propria immagine e individuare un marchio/simbolo che la distingua, che la renda riconoscibile nel panorama dell’offerta turistica alpina. Il Consorzio non deve necessariamente comprendere tutta l’area. Si tratta di una scelta che dev’essere condivisa dai differenti esercenti e soggetti potenzialmente coinvolti, al fine di rendere questo progetto sostenibile anche (e innanzitutto) da un punto di vista economico.

36 L’elenco che segue riporta i possibili soggetti costituenti il Consorzio, suddivisi per Comune di appartenenza, ai quali vanno aggiungi la Unité des Communes Valdôtaines Grand-Combin e la Società delle guide. Comune di Bionaz: Comune di Bionaz, Rifugio Alpino Aosta, Rifugio Alpino Crête Sèche, Rifugio Alpino Collon-Nacamuli, Rifugio Alpino Prarayer, Ristorante Alpe Rebelle, Ristorante Lac Lexert, Appartamenti La Selva, Azienda Agricola "Berrier", Azienda Agricola "LATZA", Azienda Agricola "Chez Duclos", Azienda Agricola Leo Bétemps, B&B Alpe Rebelle, Bar Dzovennoz, Camping Lac Lexert, Chambres d'Hotes Clé du Paradis, Chambres d'Hôtes La Maison d'Antan, Chambres d'Hôtes Maison Constance, Hotel Valentino, La Batise, Macelleria Barailler P., Miniminimarket Lac Lexert, Rifugio Alpino Aosta, Pizzeria a Bionaz.

Comune di Oyace: Comune di Oyace, Ristorante La Tour

Comune di Valpelline: Comune di Valpilline, Ristorante Vecchio Suisse, Unconventional, Azienda Agricola "Cognein" (Valpelline), Aspirante Guida Alpina Cristian Bredy, Camping Grand Combin, Hostellerie Le Lièvre Amoureux, Il Canto del Bosco, La Maison de Franco, Le Relais, Maison de Thoules, Museo dell’alpinismo, Museo della Fontina, Museo della Resistenza, Esprit Sarvadzo - Associazione

Comune di Ollomont: Comune di Ollomont, Chez Clarissa, Comme chez soi, Hotel Mont Gelé, La Taverne, La Grandze de Francois, Rifugio Chiarella all’Amianthé,

Comune di Doues Comune di Doues, Le Bon Megnadzo, Maien Piolet Milieu, Maison Torrent, Rifugio Letey-Champillon

Comune di Roisan Comune di Roisan, Centro multisportivo Grand Combin, L'Angolo Verde, Nuits de Rêve, Bar Sport.

37 1.3 La promozione di ReTour in Valpelline

Il mercato turistico è un ambito complesso che deve essere affrontato sotto tutti i punti di vista. Il progetto ReTour in Valpelline procede quindi lungo 3 linee direttive. Consiste nella realizzazione di un prodotto turistico peculiare che solo la Valpelline può proporre: i percorsi escursionistici e la specifica qualità dell’accoglienza. Prevede la creazione di un soggetto istituzionale che organizza e sviluppa l’offerta generale dell’intera valle oltre a ideare e realizzare eventi e iniziative specifici per conto di soggetti pubblici e privati. Infine si occupa di comunicare e promuovere la Valpelline, le sue peculiarità e le sue proposte attraverso un programma promozionale ad hoc. Relativamente a quest’ultimo filone del lavoro, il gruppo ha ideato una strategia di massima da sviluppare attraverso una serie di azioni coordinate per condurre la Valpelline a occupare un ruolo preminente come meta di un turismo responsabile integrato nell’ambiente naturale e sociale della valle e conosciuta diffusamente in Italia e all’estero.

1.3.1 Un’immagine coordinata per materiali di comunicazione e web Come primo passo per la promozione della Valpelline, è necessario creare un marchio e un progetto grafico da utilizzare per veicolare tutti i materiali di informazione e comunicazione. Si tratta della maniera più diretta per comunicare l’unitarietà delle azioni che vengono intraprese trasmettendo un’immagine coordinata. Successivamente si può procedere con la creazione di un sito web dotato delle più moderne applicazioni per la navigazione da pc, tablet e smartphone, collegato con le app già indicate al paragrafo 1.1 I Percorsi tematici e con gli annessi collegamenti con i social media (Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram, ecc.) su cui un progetto come ReTour in Valpelline deve essere particolarmente attivo. Naturalmente, la creazione di un sito e delle relative pagine sui social media non è sufficiente per dare visibilità al progetto, ma è necessario coordinare il lavoro sul web attraverso una precisa strategia di comunicazione (promozione eventi, pubblicazione di immagini e fotografie a effetto, ecc.) sviluppata da una persona ad hoc. Senza dimenticare lo stanziamento di un budget specifico per la promozione del sito (posizionamento nei motori di ricerca) e delle pagine sui social media.

1.3.2 Coinvolgimento delle agenzie turistiche e tour operator Come è stato osservato in Val Maira, un ruolo estremamente importante nel successo turistico della montagna è occupato dalle agenzie che promuovono l’escursionismo e il trekking e che sono costantemente alla ricerca di nuove mete da proporre ai propri clienti. In Italia le principali sono - Four Seasons (www.viagginaturaecultura.it), - Zeppelin (www.zeppelin.it), - La Compagnia dei Cammini (www.cammini.eu), - Slow Ways (www.sloways.eu), - Walden Viaggi a Piedi (www.waldenviaggiapiedi.it). Oltre a queste è necessario coinvolgere un gruppo mirato di tour operator che lavorano per le singole agenzie di viaggio nell’organizzazione di vacanze

38 escursionistiche. Inoltre è fondamentale coinvolgere le Guide Alpine e gli Accompagnatori Naturalistici di tutta Italia che hanno un ruolo molto importante nell’organizzazione di gruppi e comitive interessate al trekking e alla scoperta di territori montani dotati di specifiche caratteristiche dal punto di vista dell’accoglienza e dell’ambiente. Per quanto riguarda le principali agenzie di trekking estere il cui coinvolgimento è vitale per alimentare i flussi di escursionisti stranieri che alimentano il turismo nelle Alpi, le principali sono - nei paesi francofoni Allibert (www.allibert-trekking.com), Visages (www.visages-trekking.com), Terres d’Aventure (www.terdav.com), La Balaguère (www.labalaguere.com), Chamina Voyages (www.chamina- voyages.com). - nei paesi germanofoni ReNatour (www.renatour.de), Trekking Guide (www.trekkingguide.de), Abanico Reisen (www.abanico-reisen.de), Baumeler (www.baumeler.ch), S-E-Reisen (www.s-e-reisen.de), Wandern (www.wandern.de) A tutte queste realtà, attraverso un lavoro capillare di relazione, sarà importante proporre promozioni e pacchetti in modo da incentivare la scoperta della Valpelline. Inoltre è importante individuare nuove realtà che promuovono trekking nei paesi anglofoni, in Olanda e nei paesi Scandinavi.

1.3.3 Realizzazione di una guida escursionistica sulla Valpelline In Val Maira e in altre zone delle Alpi, un forte impulso allo sviluppo del turismo è stato dato dalla pubblicazione di guide escursionistiche in grado di promuovere i percorsi, i sentieri, le strutture di accoglienza e i rifugi presso un pubblico ampio e appassionato. Il progetto ReTour in Valpelline prevede, allo stesso modo, di commissionare una guida escursionistica dedicata interamente ed esclusivamente ai sentieri, ai percorsi e alle ascensioni che si possono effettuare in Valpelline. Un lavoro svolto a livello professionale con un ampio corredo di fotografie e informazioni utili da pubblicare presso un editore specializzato in italiano, francese, tedesco e inglese. Si tratta, inoltre, di uno straordinario strumento promozionale da veicolare e vendere sia in valle, sia nel resto d’Italia e all’estero grazie a una capillare distribuzione presso librerie specializzate e negozi che si occupano di montagna.

1.3.4 Realizzazione di articoli giornalistici sulla Valpelline Una strategia di promozione turistica sostanzialmente economica e di grande effetto è la pubblicazione di articoli specifici sulle bellezze della Valpelline presso la stampa specializzata italiana ed estera. La realizzazione del progetto ReTour in Valpelline passa attraverso un piano stampa per individuare le testate su cui pubblicare gli articoli e i giornalisti più influenti da invitare in valle per la realizzazione di reportage giornalistici.

1.3.5 Partecipazione a fiere di settore Il panorama italiano e straniero è costellato da fiere di settore dedicate al turismo con alcune nicchie importanti e influenti dedicate al turismo responsabile e al turismo in montagna. Uno specifico piano per individuare le fiere più significative e

39 la partecipazione con stand allestiti in cui diffondere il materiale promozionale ed effettuare promozione face to face con gli operatori del settore e con il pubblico generico.

40 2. Valutazione del grado di coinvolgimento degli stakeholder

Il Coinvolgimento degli stakeholder è avvenuto attraverso tre step: 1) incontri per conoscere meglio i territori presi in esame in questo studio; 2) presentazione della prima fase di studio per un confronto diretto con i soggetti coinvolti; 3) presentazione dello studio concluso per una condivisione dei risultati emersi.

1) Colloqui e interviste con alcuni attori strategici della Val Maira per comprendere la realtà della Val Maira e le politiche adottate: • Marco Andreis, Presidente dell’Associazione Percorsi Occitani e proprietario della Locanda Lou Pitavin • Futura Barbero, Rifugio della Gardetta • Roberta Cesano, Locanda La Tano di Grich • Giovanna Comollo, Locanda degli Elfi • Giovanna Colombero, titolare dell’Agriturismo La Meja • Francesco Garro, Locanda del Silenzio • Iolanda Isoardi, Circolo Acli Pagliero Viva • Daniele Landa, Agriturismo Chersogno • Pierpaolo Maera, Ospitalità Montana La Scuola di Chiappera • Maria Rosa Martinetto, Ristorante Albergo Rocceré • Silvia Massarengo, Consorzio Valle Maria • Carla Monti, Rifugio Escursionistico La Carlina • Melissa Olivero, Locanda Il Campo della Quercia • Gianni Pilotto, servizio Shepabus in Val Maira • Maria Schneider-Neff, Circolo Acli Borgata San Martino • Manuela Zibana, Locanda Mistral e Consorzio Operatori Turistici

Colloqui per definire il quadro e valutare la possibile realizzazione di un sistema turistico volto al turismo responsabile, con: • Daniele Peillier, Presidente di Naturavalp e gestore del rifugio Crête Sèche • Simona Oliveti Vicesindaco del Comune di Ollomont • Daniele Bionaz, gestore rifugio Prarayer • Nadine Favre, Vicepresidente dell’Associaizone di Naturavalp e gestore del Camping Lac Lexert • Zelino Cretaz, Proprietario dell’Hostellerie Le Lievre Amoureux

Da questi incontri è emerso da parte dei soggetti del territorio la necessità si avviare politiche di valorizzazione turistica in un'ottica di rispetto e riscoperta dell'ambiente montano.

2) Una prima presentazione è stata fatta all’assemblea plenaria degli aderenti di Sweet Mountains (progetto dell’Associazione Dislivelli, per promuovere il turismo responsabile) il 13 maggio 2015 a Torino. Aderiscono a Sweet Mountains Marco Andreis gestore della locanda Luo Pitavin e presidente dei percorsi ocitani e l’Associazione Naturavalp, che rappresenta abitanti,

41 allevatori, agricoltori, artigiani e operatori turistici della Valpelline che hanno deciso di aggregarsi per promuovere lo sviluppo responsabili della valle. Una seconda presentazione è stata fatta il due luglio, presso la sala del Comune di Ollomont. Scopo dell’incontro era raccontare la realtà della Val Maira per mostrare un caso di successo che potrebbe essere di riferimento per lo sviluppo di un sistema turistico della Valpelline15. Sono stati invitati a intervenire al dibattito che ha seguito la presentazione: • Daniele Pieiller, Presidente Naturavalp e gestore del rifugio Crête Sèche • Cristian Bredy, Guida Alpina e referente per il trekking con gli asini in Valpelline • Rodolfo Ansermin, gestore del Campeggio Grand Combin • Simona Oliveti, Vicesindaco del Comune di Ollomont • Remo Domaine, Sindaco di Oyace Erano presenti una ventina di persone, perlopiù residenti aventi un’attività in valle. Per facilitare il coinvolgimento, si è cercato di predisporre le sedie in circolo, al fine di non creare una distanza, anche fisica, tra i relatori e le persone del pubblico. Ci sono stati un numero considerevole di interventi anche da parte del pubblico presente in sala, che hanno fatto emergere come manchi un’identità e soprattutto un’immagine di Valle da comunicare all’esterno. Immagine che non sia circoscritta a una semplice operazione di marketing, ma che rappresenti la condivisione di una politica di sviluppo turistica adottata dall’intero territorio. L’incontro è durato un paio d’ore.

3) Restituzione finale Una prima restituzione del lavoro svolto sarà esposta il 19 novembre in occasione dell’assemblea plenaria degli aderenti di Sweet Mountains. All’incontro sono invitati a partecipare i soci di Naturaval e Marco Andreis gestore della locanda Luo Pitavin e presidente dei percorsi ocitani. Si prevede un’ulteriore restituzione del lavoro in Valpelline, entro la fine del 2015, poiché lo studio condotto ha registrato un significativo interesse e avviato un confronto informale tra gli stakeholder, che si sono dimostrati interessati a conoscere l’esito e sperano in una realizzazione concreta della ricerca

15 Si veda l’Allegato 1 e l’Allegato 2

42 3. Valutazione della sostenibilità ambientale e paesaggistica

Come già ribadito, il progetto è volto alla promozione di forme di turismo responsabile attraverso una fruizione dei luoghi che ha come obiettivo quello di intrecciare l’attività outdoor con la cultura, nell’ottica di un approccio che muove dalla volontà di valorizzare le caratteristiche e le particolarità intrinseche dell’ambiente. Si specifica inoltre che anche per quanto riguarda la definizione dei percorsi tematici si intende fare uso dei sentieri e dei punti di interesse che già esistono sul territorio e dunque non vi sono in progetto ulteriori azioni che possano incidere sull’integrità dell’ambiente e del paesaggio.

43 4. Valutazione della fattibilità economico-sociale

La fattibilità economico-sociale del progetto ReTour in Valpelline dipende dalla capacità di coinvolgimento del tessuto economico della Valpelline. La realizzazione dei percorsi escursionistici e dei relativi materiali informativi, la creazione del Consorzio di Operatori Turistici e le azioni di comunicazione, promozione e marketing sono iniziative che hanno costi variabili in base alla quantità di risorse che è possibile reperire. La principale entrata dipende dalle quote versate dagli aderenti al progetto, individuati tra gli esercenti e imprenditori della Valpelline. Un’altra quota di introiti è legata ai lavori che ReTour in Valpelline sarà in grado di realizzare per conto terzi, in particolare i comuni e gli enti della valle che organizzano eventi e manifestazioni affidandone la conduzione, la comunicazione e la promozione a ReTour in Valpelline. Infine, è fondamentale un lavoro di fund raising attraverso la partecipazione a bandi pubblici (regionali, nazionali, europei) e privati (fondazioni bancarie) per ampliare le basi del finanziamento, le disponibilità economiche e, di conseguenza, il raggio d’azione del progetto. Sulla base degli incontri intercorsi in Valpelline con amministratori pubblici, operatori e imprenditori, esiste una precisa volontà di sviluppare un progetto a livello di valle per investire sul turismo coinvolgendo un maggior numero possibile di soggetti. I costi previsti per la fase di start up e per la gestione a lungo termine del progetto saranno compensati da un aumento delle presenze turistiche secondo quanto osservato in altre realtà analoghe delle Alpi.

44 5. Valutazione della sostenibilità amministrativo-procedurale

Gli interventi di carattere amministrativo previsti dal progetto ReTour in Valpelline si possono distinguere in due gruppi: quelli inerenti i percorsi turistici e quelli inerenti la costituzione di un consorzio. Per quanto riguarda i percorsi turistici gli interventi previsti (messa in sicurezza dei percorsi, cartellonistica, segnalazione e materiale cartaceo) non riscontrano alcuna difficoltà dal punto di vista amministrativo-procedurale. Si tratta di interventi a basso impatto che richiedono una delibera comunale (di Consiglio per quanto concerne l’adesione al progetto di realizzazione di ReTour in Valpelline, di Giunta per quanto riguarda l’avvio dei singoli interventi). La difficoltà maggiore può essere rappresentata dal reperimento delle risorse necessarie per la realizzazione del progetto. Risorse che possono essere trovate attraverso la partecipazione a bandi delle Fondazioni bancarie o ai fondi europei come il FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Per quanto riguarda i consorzi, in Italia la loro istituzione è disciplinata dal Codice Civile, art. 2602 (e seguenti), che recita: Ι. Con il contratto di consorzio più imprenditori istituiscono una organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. Inoltre, l’art. 2616 specifica che: I. Con provvedimento dell'autorità governativa [, sentite le corporazioni interessate,] può essere disposta, anche per zone determinate, la costituzione di consorzi obbligatori fra esercenti lo stesso ramo o rami similari di attività economica, qualora la costituzione stessa risponda alle esigenze dell'organizzazione della produzione.

Con la L.R. n.6 del 2001, la Regione Valle d’Aosta ha stabilito pertanto di basare la sua organizzazione turistica sulle Aziende di informazione e accoglienza turistica. In quest’ottica, la legge considera i consorzi fondamentale strumento di aggregazione finalizzato ad una più efficace commercializzazione del prodotto turistico locale (art.9 comma 1, punto a). I Consorzi devono avere una sede ma non necessariamente uno sportello, nonché definire una quota di adesione a carico dei consorziati, i quali possono essere soggetti privati e/o pubblici16. Scopo

16«Infine, meritano di essere menzionati i consorzi, composti indifferentemente da soggetti pubblici o privati, che si costituiscono mediante l’associazione dei proprietari fondiari, interessati ad opere o servizi comuni ai rispettivi fondi. In particolare: i consorzi per la realizzazione delle diverse categorie di opere idrauliche (R.D. 25 luglio 1904, n. 523); i consorzi costituiti dagli utenti delle strade vicinali, anche se non soggette a pubblico transito, per la manutenzione e la ricostruzione delle stesse (d.l. 1 settembre 1918, n. 1446, art. 14 l. 12 febbraio 1958, n. 126); i consorzi di bonifica, realizzati tra proprietari degli immobili che traggono beneficio dalla bonifica, e provvedono all’esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere connesse a tale attività (artt. 54 e ss. del R.D. 13 settembre 1933 n. 215; d.P.R. 23 giugno 1962, n. 947; art. 73 d.P.R. 24 luglio 1977, n. 616); i consorzi di miglioramento fondiario, (R.D. 13 febbraio 1933, n. 215); i consorzi di bonifica montana, che provvedono all’esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere di bonifica dei territori montani (l. 25 luglio 1952, n. 991); i consorzi di prevenzione del degradamento dei territori montani, che sorgono dove non esistono consorzi di bonifica montana (l. 25 luglio 1952, n. 991)». Enciclopedia Treccani, www.treccani.it/enciclopedia/consorzi-tra-enti-pubblici/

45 dei Consorzi è promuovere e “vendere” il proprio territorio, con la collaborazione dei soggetti consorziati e in sinergia con le amministrazioni pubbliche, come viene bene esplicato sul sito del Consorzio turistico della Valle di Cogne (www.cogneturismo.it/it/datapage/il-consorzio.html?id=10). Fanno parte del consorzio: privati, associazioni, società di servizi, aziende, negozi, strutture ricettive e campeggi, ristoratori e studi professionali. Si tratta di un numero variabile di soggetti (dalla quarantina del Consorzio della Val Maira, ai 170 del Consorzio del Gran Paradiso, per fare un esempio). I soci devono pagare una quota di adesione, che varia a seconda dell’attività che si intende promuovere, da poche centinaia a qualche migliaio di euro (per esempio nella ricettività c’è una notevole differenza tra B&B e grandi alberghi). Altri fondi sono reperibili attraverso la partecipazione a bandi specifici. I costi che i Consorzi devono coprire sono quelli della sede, dei dipendenti (è consigliabile averne uno fisso, più eventuali stagionali) oltre, ovviamente, alle spese di promozione del territorio (comprese la partecipazione a fiere internazionali). Il Consorzio, inoltre, può sponsorizzare le manifestazioni locali.

46 6. Stima sommaria dei tempi

0-6° mese 6-12° mese 12-18° mese 18-24° mese CONSORZIO Avvio delle Creazione della Costituzione del Avvio delle procedure per la rete di attori consorzio attività creazione del interessati consorzio PERCORSI Raccolta dati e Progetto e Realizzazione del Avvio della TEMATICI informazioni per il ideazione del materiale promozione e materiale materiale informativo e della diffusione del informativo e informativo e cartellonistica materiale cartellonistica della cartellonistica PROMOZIONE Progetto sito web Realizzazione Avvio contatti con Promozione e del consorzio sito web del agenzie turistiche divulgazione del consorzio e sito stesura della guida escursionistica

47 7. Eventuale trasferibilità

Il modello di sviluppo turistico della Valpelline individuato e ideato per il progetto ReTour in Valpelline prende spunto, con le dovute valutazioni di riproducibilità in un contesto unico e singolare come la valle presa in esame, da altre realtà analoghe realizzate in ambito alpino relativamente alla creazione di percorsi escursionistici, di un Consorzio di Operatori Turistici e di azioni di promozione. Si tratta di uno studio di fattibilità il cui obiettivo è creare un modello trasferibile in altri territori montani.

48 Parte terza: relazione economica finanziaria

1. Valutazione della fattibilità finanziaria.

1.1 Costi Il Progetto ReTour in Valpelline presenta tre macro voci di spesa: A. Realizzazione e promozione dei percorsi turistici B. Costituzione e gestione del consorzio turistico C. Promozione di ReTour in Valpelline

I costi stimati (98.100€) sono relativi alla realizzazione del progetto e alla gestione dello stesso per i primi due anni. Nella tabella costi, ripotata in fondo al capitolo, sono stati messi in evidenza, non solo i costi relativi alle singole voci, ma anche quelli da attribuire alla fase di start up (55100€) e alla gestione ordinaria (43.000€).

A. Realizzazione e promozione dei percorsi turistici

Il costo totale stimato per la per la realizzazione dei percorsi tematici è di 15.000€, IVA esclusa, che includono la realizzazione di materiale informativo e di segnaletica per l’individuazione dei sentieri e dei punti di interesse che già esistono sul territorio.

Nello specifico sono state individuate cinque voci spesa di riferimento:

A.1 Ideazione, raccolta dati, elaborazione e progetto grafico A.2 Realizzazione di un opuscolo esplicativo dei sette percorsi tematici, di 12 pagine, formato 10 cm per 15 cm, punto metallico A.3 Realizzazione di una mappa con i sette percorsi tematici, formato 50 cm per 70 cm aperto, stampa fronte e retro A.4 Realizzazione di targhe metalliche 20 cm per 15 cm, dibond (alluminio) 3 mm da apporre lungo i sentieri e nei punti di interesse (da fissare ai muri o a supporti esistenti), per la segnaletica. A.5 Realizzazione delle relative app per dispositivi mobili.

B. Costituzione e gestione del consorzio turistico

Su modello di numerose altre realtà alpine, tra cui i consorzi valdostani e della Val Maira, ReTour in Valpelline propone la costituzione di un consorzio turistico aperto, i cui costi di costituzione e gestione del primo anno sono di 23600€.

49 B.1 Atto notarile per la costituzione del Consorzio B.2 Tasse di registrazione B.3 Costo commercialista B.4 Personale a tempo determinato, per un anno, part-time

C. Promozione di ReTour in Valpelline

Le azioni di promozione di ReTour in Valpelline sono pianificate su base biennale e prevedono una serie di voci che, per la maggior parte si configurano come spese di start up. Si tratta, infatti, di investimenti atti ad avviare un processo promozionale che darà i suoi frutti nel corso degli anni. La cifra complessiva di spesa è di 59.500€.

C.1 Redazione guida turistico/escursionistica in Italiano di 200 pagine C.2 Traduzione della guida turistico/escursionistica in francese, tedesco e inglese. C.3 Stampa ed editing grafico guida turistico/escursionistica C.4 Partecipazione a fiere di settore C.5 Sito Web C.6 Gestione social media C.7 Promozione web e tabellare

COSTO A COSTO TOTALE TIPOLOGIA DI VOCE UNITÀ IN €, IVA QUANTITÀ IN €, IVA SPESA ESCLUSA ESCLUSA A1 5000 1 5000 Start up A2 0,15 10000 1500 Start up A3 0,3 10000 3000 Start up A4 5 100 500 Start up A5 5000 1 5000 Start up Totale A 15000 B1 1000 1 1000 Start up B2 600 1 600 Start up B3 1000 1 1000 Gestione ordinaria B4 21.000 1 21000 Gestione ordinaria Totale B 23600 C.1 5000 1 5000 Start up /ricavo C.2 5000 3 15000 Start up /ricavo C.3 1,7 5000 8500 Start up /ricavo

50 C.4 2000 8 16000 Gestione ordinaria C.5 5000 1 5000 Start up Start up /gestione C.6 5000 1 5000 ordinaria Start up/gestione C.7 5000 1 5000 ordinaria Totale C 59500

COSTI DI START UP 55100

COSTI GESTIONE ORDINARIA 43000

TOTALE PROGETTO 98100 Tabella dei costi

Si precisa inoltre che i costi C1, C2 e C3, essendo relativi alla realizzazione di una guida turistica/escursionistica, possono essere coperti dalla vendita della stessa. Il costo di realizzazione della guida è di 28500€, che implica un costo per singola pubblicazione di 5,7€.

51 1.2 Entrate Le entrate fisse del progetto sono quelle previste dalle quote annuali delle realtà aderenti al consorzio17 e coprono le spese di gestione ordinaria del Consorzio e la promozione ordinaria della Valle. Riprendendo l’elenco delle differenti realtà presenti in Valpelline, si possono suddividere le stesse in 6 quote consorziali, annuali, secondo le diverse tipologie: B&B, realtà che offrono solo il pernottamento, quelle che offrono solo il ristoro, quelle in cui è possibile sia dormire, sia mangiare, le attività commerciali e infine i soggetti pubblici. Per quanto concerne questi ultimi, va rilevato che non possono pagare una quota fissa, ma più semplicemente fare una donazione, che in questo bilancio è valutata di 400€ all’anno.

Le quote (IVA esclusa) sono state così definite: − B&B : 300€ − Pernottamento: 800€ − Ristoro: 800€ − Pernottamento e ristoro: 1300€ − Attività commerciale: 500€ − Soggetti pubblici: 400€

La Tabella delle entrate del Consorzio, qui di seguito, mostra il quadro completo delle entrate relative alle quote annuali di adesione a ReTour in Vapelline, per un totale di 46.500€.

Pernottamento Attività Soggetti Realtà B&B Pernottamento Ristoro e ristoro commerciale pubblici Appartamenti La 1 Selva (Bionaz) Guida Alpina Cristian Bredy 1

(Valpelline) Azienda Agricola 1

"Berrier" (Bionaz) Azienda Agricola "Chez Duclos" 1

(Bionaz) Azienda Agricola "Cognein" 1

(Valpelline) Azienda Agricola 1

"LATZA" (Bionaz) Azienda Agricola Leo Bétemps 1

(Bionaz)

17 Si tratta delle realtà che abbiamo ipotizzato entrare nel Consorzio, poiché hanno un forte interesse nella promozione turistica della Valle.

52 Pernottamento Attività Soggetti Realtà B&B Pernottamento Ristoro e ristoro commerciale pubblici Bar Sport 1 (Roisan) B&B Alpe Rebelle 1 (Bionaz) Bar Dzovennoz 1

(Bionaz) Camping Grand Combin 1

(Valpelline) Camping Lac 1

Lexert (Bionaz) Centro multisportivo 1 Grand Combin (Roisan) Chambres d'Hotes Clé du 1

Paradis (Bionaz) Chambres d'Hôtes La 1 Maison d'Antan (Bionaz) Chambres d'Hôtes Maison 1 Constance

(Bionaz) Chez Clarissa 1 (Ollomont) Comme chez soi 1 (Ollomont) Comune di

Bionaz 1 Comune di Doues 1 Comune di

Ollomont 1 Comune di Oyace 1 Comune di

Roisan 1 Comune di

Valpelline 1 Esprit Sarvadzo - Associazione 1 Hostellerie Le Lièvre Amoureux 1

(Valpelline) Hotel Mont Gelé 1 (Ollomont) Hotel Valentino 1

(Bionaz) Il Canto del Bosco 1 (Valpelline) La Batise 1

53 Pernottamento Attività Soggetti Realtà B&B Pernottamento Ristoro e ristoro commerciale pubblici (Bionaz) La Grandze de Francois 1 (Ollomont) La Maison de Franco 1 (Valpelline) La Taverne 1 (Ollomont) Le Bon Megnadzo 1 (Doues) Le Relais 1 (Valpelline) L'Angolo Verde 1 (Roisan) Macellazione e vendita carne e 1 salumi di Barailler

P. (Bionaz) Maien Piolet 1

Milieu (Doues) Maison de Thoules 1 (Valpelline) Maison Torrent 1 (Doues) Minimarket Lac 1

Lexert (Bionaz) Museo dell’alpinismo a 1 Valpelline Museo della 1 Fontina Museo della 1 Resistenza Nuits de Rêve 1 (Roisan) Rifugio Aosta 1 (Bionaz) Pizzeria a Bionaz 1 (Bionaz) Rifugio Crête 1

Sèche (Bionaz) Rifugio Collon- Nacamuli 1

(Bionaz) Rifugio Prarayer 1

(Bionaz) Rifugio Chiarella 1 all’Amianthé Rifugio Letey- 1 Champillon

54 Pernottamento Attività Soggetti Realtà B&B Pernottamento Ristoro e ristoro commerciale pubblici Ristorante Alpe 1 Rebelle (Bionaz) Ristorante La 1

Tour (Oyace) Ristorante Lac 1

Lexert (Bionaz) Ristorante Vecchio Suisse 1

(Valpelline) Società delle 1 guide Unconventional ( 1

Valpelline) Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin 1

N. Totale 4 16 7 12 17 7

Quote singole 300 800 800 1300 500 400 Quote totali 1200 12800 5600 15600 8500 2800 ENTRATE TOTALI 46500 Tabella delle entrate del Consorzio

Le entrate per la fase start up, invece vanno reperiti attraverso l’accesso a bandi e/o fondi pubblico e/o privati. In particolare ci riferiamo a: 1) fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo; CRT; ecc.) 2) contributi europei, a regia Regionale (Alcotra e Spazio Alpino). In questo però il progetto va ampliato, includendo altri territori alpini, secondo la riproducubilità dello stesso, argomento preso in considerazione dal gruppo di lavoro ed esplicitato al capitolo 7. Eventuale trasferibilità.

55 CONCLUSIONI

1. Descrizione del risultato delle valutazioni condotte

Il progetto ReTour in Valpelline si pone l’obiettivo di sviluppare in Valpelline nuove forme di turismo responsabile, fondate su una frequentazione slow e soft della montagna, attraverso la promozione del territorio a partire dalle sue caratteristiche intrinseche (geografia, geologia, natura, storia, cultura), coinvolgendo gli attori e la comunità locale, sostenendo le attività turistiche già esistenti in valle e incentivando la nascita di nuove attività economiche. Le valutazioni condotte hanno seguito due percorsi paralleli: da un lato l’analisi di una realtà di successo – la Val Maira – in cui gli esempi innovativi di turismo sono stati messi in pratica e hanno funzionato; dall’altro lo studio delle caratteristiche della Valpelline che dimostrano come un simile modello sia, non solo praticabile, ma auspicabile. Dall’unione di queste due analisi e attraverso i contatti presi con le realtà locali della valle valdostana – enti pubblici, imprenditori privati e associazioni del territorio – è possibile affermare che il territorio preso nel suo complesso è maturo per affrontare tali trasformazioni. L’ambiente naturale si presta alla creazione di percorsi escursionistici e di trekking di rara bellezza attraverso ecosistemi incontaminati destinati ad assecondare i gusti di una clientela, italiana ed europea, sempre più attratta da queste forme di vacanza fatte di esplorazione e contatto profondo con la realtà culturale e sociale delle aree visitate. Al contempo, la struttura sociale ed economica della Valpelline mostra una notevole voglia di collaborazione per esplorare nuove opportunità economiche e di sviluppo: da qui la proposta di fondare un Consorzio di Operatori Turistici che, in maniera condivisa e partecipata, sia in grado di gestire il lavoro per la realizzazione dello studio di fattibilità ReTour in Valpelline.

56 2. Descrizione di indicatori di valutazione generale

La valutazione di indicatori per ispirare e supportare l’ideazione della studio di fattibilità ReTour in Valpelline ha preso avvio dall’analisi di una ricca letteratura fatta di ricerche, reportage e articoli giornalistici che dimostrano la vitalità e le prospettive di un turismo responsabile nelle Alpi. Un turismo di piccoli numeri, rispetto ai flussi movimentati dalle grandi stazioni, ma in forte espansione e soprattutto sano dal punto di vista economico: fatto di bilanci in attivo e in grado di alimentare un indotto sul territorio. In seguito il gruppo di lavoro ha svolto un sondaggio sui risultati ottenuti e sul grado di soddisfazione di alcune strutture turistiche che operano nel territorio della Val Maira. In questo modo è stato possibile illustrare, in un incontro pubblico tenutosi a Ollomont in Valpelline lo scorso 2 luglio, le opportunità generate dalla creazione e promozione di un distretto fondato sul turismo responsabile nella valle valdostana. L’ampia partecipazione all’incontro e l’entusiasmo dimostrato da amministratori pubblici, gestori di strutture turistiche e associazioni del territorio ha consentito di sviluppare fattivamente il progetto ReTour in Valpelline.

57 3. Esame delle eventuali criticità emerse

In una congiuntura economica incerta, non è facile proporre iniziative nuove che richiedono investimenti da parte di realtà imprenditoriali piccole, spesso a conduzione famigliare. Di conseguenza, la possibilità di sviluppare il progetto ReTour in Valpelline dipende in larga misura dalle capacità di fund raising e dall’abilità di tessere una rete più ampia possibile sul territorio. Sono due temi che il gruppo ha individuato già all’inizio del lavoro e che hanno orientato le scelte e la realizzazione dello studio di fattibilità. Per questo motivo è stato dato un ampio rilievo al confronto con la Val Maira al fine di dimostrare la validità di un modello dotato di determinate caratteristiche che si vogliono riprodurre in Valpelline. La risposta positiva che gli attori locali hanno dimostrato durante l’incontro pubblico del 2 luglio e in occasione dei numerosi incontri e colloqui successivi dimostrano che la volontà di sviluppare ulteriormente il turismo responsabile in Valpelline esiste ed è largamente condivisa in valle. Da qui è necessario partire, trovando le giuste competenze professionali, per superare criticità e difficoltà che, dati alla mano, non devono ostacolare un progetto dotato di ottime possibilità di riuscita.

58 BIBLIOGRAFIA E ACKNOWLEDGEMENT

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59 Progetto Interreg Italia-Svizzera 2007/2013 “BTVV – Biosphere Transfrontaliere Val d’Herens-Valpelline. Revelli N., 2005, Il mondo dei vinti, Einaudi, Torino Vardanega A., 2011, L'identità dei territori nell'esperienza turistica, Working Paper, Territori Sociologici, http://www.territorisociologici.info/.

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Andreis M. video intervista, https://youtu.be/5BABgkmQ-kY

Allegati

60 Allegato 1: Locandina incontro Presentazione del Progetto ReTour in Valpelline. Turismo responsabile per ripensare il territorio, Ollomont, 2 luglio 2015 Allegato 2: Power Point dell’incontro Presentazione del Progetto ReTour in Valpelline. Turismo responsabile per ripensare il territorio, Ollomont, 2 luglio 2015

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