Valle del Mignone

A CURA DI APT Azienda di Promozione Turistica della Provincia di

IN COLLABORAZIONE CON B&C

REGIONE PROVINCIA DI VITERBO APT VITERBO

Tuscia Terra degli Etruschi

econdo la tradizione, bastioni tufacei che moltiplicarono la vita, le antiche popolazioni l’uso sapiente e razionale del territorio. etrusche che vivevano , una terra dalle molteplici sfaccet- nei villaggi dell'alto La- tature, culla della civiltà del Lazio, dove zio, intorno all'attuale si alternano borghi medievali, valli incon- Viterbo, venivano chia- taminate e numerose testimonianze d’arte. mate i Tusci. La loro Itinerari turistici tra i più diversificati, raffinata civiltà è testi- ognuno dei quali racchiude un forte lega- moniata da preziosi reperti archeologici me col territorio. L’affinità di ogni Sed estese necropoli. Tuscia Viterbese è con quest’area lo porta ad essere un con- dunque il nome letterario e turistico di tinuum con la sua tradizione, pur eviden- 1 questa provincia a nord di Roma, nel cuo- ziandone la tipicità nei propri colori, sa- re dell'Italia, tra l'Umbria, la Toscana e il pori e manifestazioni. Percorsi, visite e mar Tirreno. I paesi che ne fanno parte, natura che accontentano una vasta gam- depositari di innumerevoli avvenimenti e ma di visitatori. Immergersi in atmosfere leggende, s'appostano quasi sempre su fuori dal tempo, estasiarsi di orizzonti primitivi insediamenti strategici, segnalati sconfinati, recuperare tracce del passato da inconfondibili tracce di rocche e ca- e deliziare ogni senso si può: nella Tu- stelli. Testimonianza di questa millenaria scia. storia sono le numerose necropoli protovillano- viane e villanoviane (X - VIII sec. a.C.) che già preannunciavano que- sta prima grande civiltà italica. Poi furono le grandi comunità, città proiettate in una nuova dimensione economica, pulsanti di attività diver- se e di nuovi fermenti sociali, con attorno, una miriade di altri centri fortemente arroccati sui Palazzo dei Papi Valle del Mignone

l Mignone origina il proprio cor- cie vegetali ed animali altrove scompar- so dalle falde nord-ovest del- se. L’importanza di questo fiume è anti- l’antico cratere Sabatino e più chissima: basti pensare che in alcune in- precisamente dal Monte Termi- terpretazioni dell’Eneide di Virgilio, Enea ni. Il fiume scorre all’interno di al ritorno dalla guerra di Troia, approdò territori boschivi, semi boschivi in Etruria alla foce del Linceo (il Migno- o adibiti a pascolo. Il suo per- ne Vedi cap. XIX, 1-6) prima di coloniz- corso iniziale è a carattere tor- zare l’intera zona. L’area geografica che rentizio e il suo corso ha scavato nel delinea il suo scorrere è variegata per Itempo profonde valli ancora oggi pres- colori, immagini, profumi e culture. Lo 2 soché inaccessibili, che conservano spe- scenario di alcune anse incontaminate del fiume o i crinali scoscesi tra antichi resti ne fanno certamente uno tra i pae- 3 saggi più emozionanti dell’intero Lazio. Questa è la Valle del Mignone, dove si intrecciano storie di popoli, re, papi e di un passato a volte dimenticato. Dove lo scroscio dell’acqua, il volo di una poiana o l’odore di un’Anacamptis pyra- midalis ci fanno riscoprire un territorio ancora inalterato. Nel suo scorrere lento Scorci della Valle del Mignone il Mignone attraversa un vasto territorio che da est ad ovest si estende per una buona parte del Lazio. Sono numerosi i paesi che questa area abbraccia. Cia- scuno con il suo piccolo, indipendente passato, ma ugualmente legati dalla sor- te all’esistenza di questo fiume. Comuni dalle dimensioni poco estese che rac- contano, tra i vicoli del centro o nei siti archeologici, millenni di una storia spes- so travagliata ma che, attraverso le nu- merose testimonianze, ne ha assicurato la memoria. Un misto di cultura, natura, arte e tradizioni fanno della Valle del Mignone un’area tutta da scoprire. a Tuscia, terra degli Etruschi opo il successo della e non solo. Terra di tante bel- Guida all’Ospitalità nelle Llezze, paesaggistiche, stori- Dedizioni 2007 e 2008, la che, artistiche e folkloristiche. promozione della Tuscia, si arric- Non uno ma tanti motivi per chisce di una serie di opere visitarla, per lasciarsi coinvolge- monografiche che vanno ad inte- re dai colori, dai profumi e dal- grare ed approfondire nelle infor- l’atmosfera magica che la nostra provincia mazioni e nei contenuti, le aree che compongono emana. E’davvero difficile scegliere cosa promuo- la provincia di Viterbo. Nella Guida all’Ospitalità, vere perché il territorio offre davvero tanto, com- il territorio è stato volutamente diviso per aree, omo- preso l’imbarazzo della scelta. Per questo, ritenia- genee per territorio, storia, tradizioni. Ognuna delle mo che sia utile proporre ogni area del viterbese, aree è stata identificata per praticità di consultazio- ognuna con le sue proprie specificità. La Valle del ne e quindi individuata, con un colore ad hoc. In Mignone, era conosciuta ed apprezzata fin da questa sezione monografica, così come nelle altre, tempi immemorabili. I fiumi da sempre costituisco- l’abbinamento cromatico è rimasto invariato e no il valore aggiunto per l’importanza geografica, riprende quello esistente, al fine di creare un conti- la morfologia e l’economia di un territorio. Il fiume nuum grafico che è poi anche un continuum concet- Mignone, anche in questo casa ha reso con il suo tuale e territoriale. Puntare il focus e quindi lo zoom corso, questa area lo spettacolo naturale che è del turista su un’area in particolare consente, da un ancora oggi. Molto cara a Virgilio che la celebra lato, una promozione più mirata e dall’altro di for- Saluti nel suo capolavoro, l’Eneide, quando Enea, a nire informazioni più specifiche e quindi esaustive ritorno da Troia, approda in Etruria, alla foce del ai visitatori. Una sorta di viaggio più da vicino fra 4 “Linceo”, attuale Mignone. Un’area verde per le bellezze della Tuscia data da questa serie di vocazione e paesaggisticamente ancora inconta- monografie che, per i turisti così come per i viterbe- minata, nella quale è possibile vivere appieno si più appassionati, può diventare una raccolta di un’esperienza a stretto contatto con la natura e pregio. La Valle del Mignone, con i suoi Comuni, con le emozioni che è im grado di regalarci. Un rappresenta una delle aree di grande interesse turi- patrimonio sempre più raro, quello naturale, che i stico per la nostra provincia. La presenza di questo dati turistici ci indicano invece come uno dei trin- fiume ha storicamente caratterizzato quest’area, cipali requisiti nella scelta di una meta turistica. incidendo sul suo sviluppo, sul suo assetto territoria- Barbarano, , , Oriolo le e determinandone delle bellezze rare. Queste Romano, , Villa S. Giovanni in Tuscia sono monografie si propongono di rappresentare ogni i comuni che compongono la Valle del Mignone, area con le sue specificità, con un’immagine ben veri fiori all’occhiello di questo territorio. Ognuno precisa che rientra nell’immagine collettiva della ricco e forte del proprio bagaglio storico-artistico, Tuscia ma che non soffoca, anzi valorizza ognuna. è in grado di offrire un viaggio indimenticabile, Promuovere significa diffondere, far conoscere, grazie al notevole lascito di un passato importan- esportare un prodotto di grande qualità e l’Apt si te. Borghi dal sapore antico, con il caratteristico sta impegnando oltremodo in questo suo ruolo. tufo rosso, le stradine e le salite che si inerpicano Siamo certi di fornire ai tanti visitatori un valido stru- all’interno di ogni centro, rendono ognuno dei mento di supporto informativo, facile da consultare Comuni, un gioiello che arricchisce la bellezza e piacevole da leggere, un compagno di viaggio della Tuscia. Una bellezza indimenticabile e che silenzioso ma esaustivo da conservare come il ricor- resta nel cuore. do di questa splendida terra. Alessandro Mazzoli Presidente della Provincia di Viterbo Marco Faregna Commissario straordinario APT Direttore APT di Viterbo PRESENTAZIONE Indice Tuscia 1 Valle del Mignone 2 Saluti 4 Cartina Geografica 6

COMUNI DELLA VALLE DEL MIGNONE 8

Bassano Romano 11 Indice Blera 14 5 17 Vejano 20 Villa San Giovanni in Tuscia 23 Note 26

B&C srl - www.bec.it Strada Teverina km 3.600 - 1 - 01100 Viterbo Tel. 0761.3931

COORDINAMENTO EDITORIALE CHIARA FAGGIOLANI, FABIANA D’ANDREA REDAZIONE E IMPAGINAZIONE ANDREA VENANZI, FRANCESCA PILLI STAMPA UNION PRINTING Distribuzione gratuita Stampato Giugno 2008

Barbarano Romano

territorio viene raggiunto dalla , un CENNI STORICI percorso che univa Roma alla Tuscia e alla To- scana meridionale, prima ancora della realiz- Ci troviamo in uno dei borghi più suggestivi zazione delle vie consolari Cassia e Aurelia e della regione, un pugno di case in blocchi di ancora visibile in alcuni tratti. A seguito dell'an- tufo rosso arroccate su un alto costone della nessione alla repubblica di Roma dell'89 a.C. stessa pietra, quasi un tutt'uno immerso in una e alla riorganizzazione dei territori, è la vicina fitta vegetazione, un'isola rossastra in un mare Blera ad acquisire un ruolo di primaria impor- Barbarano Romano verde. L'altura vulcanica su cui sorge l'abitato è tanza nell'area, divenendone il "municipio", il stata probabilmente in età preistorica occupata centro amministrativo. Si osserva uno spopola- 8 da un villaggio dell'Età del Bronzo, come atte- mento assai marcato e per secoli il territorio è stano i numerosi manufatti individuati ai piedi occupato quasi esclusivamente da ville e fatto- delle sue scoscese rupi. Tra i secoli VIII e VI a. rie rustiche. Un nuovo impulso demografico C., in epoca etrusca quindi, i vari nuclei d'in- appare nel medioevo quando si nota la rioc- sediamento sembrano invece gravitare attorno cupazione delle alture tufacee, ritenute più di- al colle di San Giuliano, e ciò è dimostrato fendibili. Presumibilmente è l'altura di San Giu- dalle varie aree di necropoli presenti nella zo- liano ad essere occupata da un abitato. L'o- na. A seguito della conquista romana questo dierna Barbarano vede lo spostamento degli

Porta Canale abitanti da San Giuliano tra XI e XII secolo. Nei secoli diverrà possesso di numerose fami- glie nobili tra cui i Di Vico e gli Anguillara. La sua fedeltà a Roma le varrà, analogamente ad altri centri della Tuscia, l'appellativo di "roma- no". Camminando per i vicoli è oggi possibile tornare nel passato. Tra le case medievali dal- le scalinate esterne e gli archi, si assaporano ancora oggi i ritmi di un tempo: l'odore di mo- sto che ribolle nelle profonde cantine, il profu- mo dei fiori sulle finestre in pietra, il vociare di donne tra le strette viuzze riportano a una di- mensione dimenticata, certamente più a misura d'uomo. Sarà per questo che molti "VIP" l’ han- no scelta quale dimora? Sito al centro di un'a- rea protetta regionale, il Parco Marturanum, il caratteristico paese è rinomato per le numero- se necropoli etrusche del territorio ed i sentieri escursionistici che lo attraversano. Porta Romana antica ritrae la Madonna in trono tra due fi- DA VISITARE gure (Santa Barbara e San Bartolomeo) ed è Barbarano Romano in rapporto con il San Giuliano posto sul mu- CHIESA DI S. GIULIANO ro accanto. Dalla seconda metà del XVII se- 9 La chiesa medievale di San Giuliano, sul col- colo la gestione e manutenzione del com- le omonimo difeso da mura etrusche e me- plesso fu affidata agli eremiti che vi hanno dievali, era originariamente a tre navate, at- dimorato fino agli inizi del '900. La chiesa è tualmente ridotte a due per il crollo della na- tuttora consacrata. A poche decine di metri vata sinistra. Il muro meridionale che ancora dal complesso, verso ovest, è possibile visita- oggi in parte la circonda, aveva chiare fun- re un'interessante cisterna romana: il crollo di zioni difensive. L’edificio è stato costruito sul- una delle pareti ha creato un inaspettato bel- le fondamenta di più antichi luoghi di culto, vedere sotterraneo, un luminoso balcone ver- lo testimoniano i blocchi in tufo che fungono so la forra sottostante. da base per le colonne e che rivelano di- mensioni tipiche dell'età etrusca. Il suo aspet- PARCO MARTURANUM to architettonico è chiaramente romanico (ca- Esteso per più di 1200 ettari, costituisce una pitelli, archetti penduli, l'impianto stesso), co- delle aree protette più interessanti della regio- me romanica è la consuetudine di riutilizzare ne. Due gli ambienti principali presenti: a materiali di spoglio nella sua edificazione. nord l'area dei profondi valloni tufacei, ricchi Vi troviamo colonne in pietra e marmo lunen- di animali e piante rare, in cui si possono visi- se d'età romana, macine, elementi vari. Al- tare le necropoli etrusche: a sud il prato pa- l’interno sono ancora visibili degli affreschi scolo, area tipicamente maremmana, nei cui del XIV e XV secolo. Il più recente è quello pascoli possiamo incontrare le grandi vacche del Cristo Benedicente in trono, sito nell’absi- ed i cavalli entrambi di razza maremmana, de maggiore, la cui datazione è della prima zona di butteri ed orchidee. Il parco è celebre metà del XV secolo. Si rilevano altre fasi de- per i suoi sentieri escursionistici e per la sua corative ai lati dell’abside centrale. La più particolare flora e fauna: territorio di grandi 10 Barbarano Romano colo a.C. Vi sipossono ammirare,tra glialtri, quanto esteso,che vadalVillanoviano alIIIse- risalenti adunperiodoal- moltireperti conserva Situato accanto alla ChiesadiSant'Angelo, MUSEO ARCHEOLOGICO numento all'interessantegeologiadella zona. costoni dituforosso,essistessivero e propriomo- l'area protetta,nonchédall'incombenza deglialti to suggestivadallafittavegetazionepresentenel- clei dinecropolièmoltoestesaedresaalquan- nella vegetazione.Lazonainteressatadaivarinu- esarcofagiimmersi chia, aloculo,eancoraurne nata. Frammisteadessetombeafossa,nic- do conterrazzasuperioreaccessibiledascali- tufo, tombeacamera,dadoosemida- grandi tumulicostruitiinblocchioricavatinel completo delletipologiearchitettonicheetrusche: re nellanecropoliècomesfogliareuntrattato polcri rupestridelIIIeIIsecoloa.C.;passeggia- tombe apozzettoVillanoviane finoaigrandise- che abbraccianounarcotemporalevasto,dalle Nell'area sonoinfattipresentitipologietombali sche, quirappresentatedalXalIsecoloa.C. testimonianzadellefasietru- senta un'importante Rappre- delParcoRegionaleMarturanum. terno Letti dei Tomba 2 Kmdall'abitatodiBarbaranoRomano,all'in- La NecropolietruscadiSanGiulianoèacirca NECROPOLI SANGIULIANO nelfinesettimana. seo Naturalistico,aperti tro abitatotroviamoilCentroVisite eunMu- salde tradizionipopolari.All'ingressodelcen- rapaci, rarianfibi,pregiateorchideeeben Cuccumella della Tumulo questo derivailnomedellaFesta). da su"tozzi"dipanegranoduro(proprio ancoracal- alla preparazionedellaricottaofferta una sostaristoratrice:viconsigliamodiassistere quindi d'obbligo È dellagiornata. buona parte date viterrannopiacevolmenteimpegnatiper gastronomici, venditadiprodottitipicievisitegui- sta dell'Attozzata.Manifestazioniequestri,stand cropoli etrusca,inlocalitàCaiolo,sitienelaFe- La primadomenicadimaggio,vicinoallaNe- EVENTI EMANIFESTAZIONI neifinesettimana. aperto IV secoloa.C.È diobeliscorisalenteal zante euncippoaforma secolo a.C.,unleoneinpeperinod'etàorientaliz- che atticheafigurerosseeneredelV bronzo evasifaliscidelIVsecoloa.C.,cerami- rarie biconichedelIX-VIIIsecoloa.C.,vasiin cine- i defuntiscolpitisulcoperchio,alcuneurne due sarcofagiinnenfrodelV-IV secoloa.C.con Testo gentilmente fornito da A. Sasso A. da fornito gentilmente Testo Immagini di M. M. Berretta M. M. di Immagini BARBARANO PERDATE OTTOBRE SETTEMBRE AGOSTO GIUGNO GENNAIO I DOMMAGGIO 4 DICEMBRE (Processione solenne, spettacolopirotecnico) S. BarbarafestaPatronale con dimostrazionedellaproduzione delvino Festa dellaVendemmia: varia,standgastronomici musicali ediarte giochi popolari,sagradellalumaca,spettacoli Festa diSettembre: Festa dellaMietitura-PagliaeFieno Festa delTartufo eTorneo giocodellarosa Festa dell’Attozzata,messadiS.Giulia no Festa S.AntonioAbate Bassano Romano

CENNI STORICI residenza, gettando così le basi per quello che poi diventerà un palazzo principesco con affre- Le origini di Bassano sono datate attorno al- schi di illustri artisti. Ad Enotrio Serco e ai suoi l’anno 1000, quando alcuni boscaioli prove- eredi succede un certo Riccardo di Puccio, nienti dalla Campania e dalla Toscana si stabi- comproprietario del feudo assieme ai Savelli lirono nella zona di Largo Giuseppe Altobelli della famiglia patrizia romana e agli Anguillara per il taglio degli alberi e la lavorazione del le- di Capranica, che compare nel 1354 nel regi- gno e del carbone. Qui fu costruita, allo stato stro del Cardinale Albornoz. Solo alla fine del embrionale, la chiesa della Madonna delle XVI secolo Bassano conoscerà una stabilità go- Bassano Romano Capanne (demolita nel 1964 perché perico- vernativa, con l’acquisto del feudo da parte di lante). Il luogo assume il nome di “Feudus Bas- Giuseppe Giustiniani. Il feudo è eretto a “mar- 11 sani”, rientrando così nel dominio dello Stato chesato” da Paolo V nella persona di Vincen- Pontificio: è il periodo delle più efferate lotte per zo, figlio di Giuseppe, e a “principato” da In- le investiture papali. Il Signore di Enotrio nocenzo X. Il paese, che fino a tutto il 1500 Serco intorno all’anno 1160, vantando dei di- era rimasto medievale nel suo aspetto, nel seco- ritti sul “Feudus Bassani”, vi trasferisce la propria lo XVII, ad opera dei Giustiniani, fu oggetto di

Palazzo Giustiniani Odescalchi Odescalchi, e fino a qualche tempo fa era col- legata ad esso tramite un passaggio con il qua- le i Signori di Bassano accedevano ad un bal- concino per assistere alle funzioni religiose. Og- gi sul balconcino è posto un organo a canne del ‘700. La struttura attuale è il risultato di un ampliamento effettuato nel 1703 sulla preesi- stente chiesa quattrocentesca. L’interno è ricco di affreschi settecenteschi, raffinati decori e sgarba- ti elementi architettonici.

CHIESA DI SAN VINCENZO MARTIRE A sinistra: Il Cristo Portacroce di Michelangelo Voluta dal marchese Vincenzo Giustiniani come A destra: Chiesa di San Vincenzo mausoleo di famiglia nel XVII secolo, oggi fa un’importante trasformazione urbanistica attra- parte del Monastero dei Padri Benedettini Silve- verso l’intervento di un vero e proprio piano re- strini. Situata su un colle panoramico, presenta golatore concepito e realizzato in parte secon- una facciata monumentale, con due torri cam- do il gusto del tempo. I Giustiniani posseggono panarie che ne completano lo sviluppo lineare. il feudo di Bassano fino al 1854, data in cui Al suo interno è conservata la statua del Cristo viene acquistato dalla famiglia Odescalchi. Portacroce o Cristo Redentore di Michelangelo Bassano Romano Buonarroti, la cui realizzazione venne commis- DA VISITARE sionata all’artista nel 1514. Michelangelo, do- 12 po aver terminato la bozza, si accorse che sul PALAZZO GIUSTINIANI-ODESCALCHI viso compariva una venatura nera, un difetto del L'attuale aspetto del Palazzo è il frutto della tra- marmo. Abbandonò, allora, il lavoro e ne intra- sformazione e del riadattamento dell'antico ma- prese un altro, realizzando l'opera in diversa po- niero feudale, operati in parte già nel XVI secolo situra rispetto alla prima e che oggi è conserva- dagli Anguillara e, in maniera più radicale, nel ta presso la chiesa di Santa Maria sopra Miner- XVII secolo da Vincenzo Giustiniani. Elegante va a Roma. La prima statua, dopo vari passag- nella sua struttura, presenta pregevoli affreschi gi, fu acquistata dal Marchese Vincenzo Giusti- dei più noti artisti dell’epoca, come il Tempesta e niani, venne completata da artisti dell'epoca e Domenico Zampieri, detto “Il Domenichino”. An- nel 1644 fu trasferita a Bassano per collocarla nesso al Palazzo è il giardino all’italiana, il gran- sull'altare maggiore della Chiesa di San Vin- de parco di eccezionale patrimonio arboreo e la cenzo, dove è rimasta fino agli anni settanta. casina di caccia, meglio conosciuta come “La Fu poi sostituita dal complesso marmoreo del Rocca”. Nel dicembre 2002 il complesso è en- Santo Volto a cui oggi è dedicato il santuario. trato a far parte dei beni demaniali dello Stato e Dagli anni settanta al 2000 la statua era stata affidato alla tutela del Ministero per i Beni e le Atti- collocata nella cappella di sinistra, ignorando vità Culturali, che nel 2007 ha avviato i lavori di il valore reale dell'opera. Soltanto recenti ricer- restauro della Rocca e di sistemazione del tetto che hanno portato alla luce il vero artefice del- del Palazzo. la statua. La storia del marmo di Michelangelo era rimasta, infatti, sconosciuta per secoli. CHIESA PARROCCHIALE “MARIA SANTISSIMA ASSUNTA” CHIESA DI SANTA MARIA DEI MONTI Sorge nella piazza principale del paese, Piaz- Edificata nel XV secolo, sorge in posizione pa- za Umberto I, a ridosso del Palazzo Giustiniani- noramica. Piccola ma accogliente, conserva nel suo interno resti di affreschi raffiguranti due ti, teatranti di strada, sbandieratori fanno da personaggi dal nobile aspetto e nell’abside cornice alla manifestazione, insieme alla sfilata una Madonna con Bambino. del corteo storico, dove personaggi in costume d’epoca interpretano la nobile famiglia dei CHIESA DI SAN GRATILIANO MARTIRE Giustiniani. Una volta solitaria chiesa in aperta campa- gna, si trova oggi al centro della zona nuova LA FESTA DELLA MADONNA DELLA PIETÀ del paese. Fu eretta nel 1546, in onore del Ha origini che risalgono alla fine del 1800 e giovane martire che aveva scelto e voluto sotto si svolge il giorno dell’Ascensione, con una la sua protezione il popolo di Bassano. All’in- processione alla quale prendono parte tutti i terno, ai lati dell’abside, un ciclo di affreschi confratelli in veste bianca. Chiude la proces- racconta la vita e il martirio del Santo patrono sione la macchina della Madonna della Pietà del paese. con la sacra effigie costellata da ex voto, por- tata a spalla. LA FAGGETA Distante dal centro abitato, è una riserva natu- IL CARNEVALE BASSANESE rale ricca di fauna selvatica e rappresenta una È una manifestazione molto sentita dal popolo vera e propria oasi di pace. È una delle po- bassanese che, per l’occasione, mette a dispo- che faggete in Italia cresciuta al di sotto dei sizione la propria fantasia e creatività per rea- 600 metri e fa parte del Parco Naturale “Brac- lizzare i carri allegorici ed i costumi per le ma- ciano-Martignano”. L’area attrezzata, immersa scherate. La kermesse folcloristica inizia il 17 Bassano Romano nel verde degli alti faggi e dei castagni, è do- gennaio con la festa di Sant’Antonio Abate, tata di tavoli e di barbecue ed offre uno spa- nella quale le confraternite organizzano la ri- 13 zio per sfuggire al caos cittadino e alla frene- tuale benedizione degli animali. Nelle ultime sia della vita moderna. due domeniche di carnevale ed il martedì grasso si svolgono le sfilate dei carri allegorici EVENTI E MANIFESTAZIONI e delle spettacolari mascherate.

I MERCATINI DEL ‘600 LA FESTA DI S. GRATILIANO E S. LUCIANO Si svolge durante il primo fine settimana di lu- In onore dei santi, dall’11 al 13 agosto si svol- glio. È la rievocazione storica di una giornata gono i festeggiamenti, che iniziano con una di festa-mercato del ‘600. processione votiva la sera del primo giorno di La scenografia del centro storico è arricchita festa. Si prosegue nei giorni successivi con il da vari addobbi che arredano le piazzette e i concerto del complesso bandistico “Città di vicoli. Bancarelle con prodotti artigianali, taver- Bassano Romano”, la tradizionale tombola e ne per la degustazione di piatti tipici, musican- un grandioso spettacolo pirotecnico.

BASSANO ROMANO PER DATE

6 GENNAIO La Befana in piazza 17 GENNAIO Benedizione degli animali FEBBRAIO/MARZO Carnevale Bassanese ASCENSIONE Festa Madonna della Pietà CORPUS DOMINI Infiorata LUGLIO I Mercatini del’600 Sagra della bruschetta AGOSTO Festeggiamenti patronali, Sagra della costarella, Rock fest I Mercatini del ‘600 DICEMBRE Natale Bassanese Blera

CENNI STORICI

Le prime testimonianze di significativi inse- diamenti umani nel territorio di Blera risalgo- no al periodo neolitico e vanno a mano a mano aumentando tra XI e X sec. a.C. La Blera nascita di una entità urbana più propriamen- te organizzata va collocata tra l’VIII ed il VII sec. a.C., probabilmente in seguito alla fu- 14 sione, in un unico centro, di alcuni villaggi minori preesistenti. Il momento di maggiore Chiesa della Collegiata prosperità del centro etrusco può essere col- locato tra il VII ed il V sec. a.C., come ben cleo del Patrimonio di S. Pietro nella Tuscia, testimoniano le numerose necropoli che lo che poi diverrà Stato della Chiesa. Nel 772 circondano. Durante la colonizzazione ro- Blera fu assediata e distrutta da Desiderio e mana la città accrebbe la sua potenza politi- due anni dopo fu restituita al papa da Carlo ca ed economica, grazie al passaggio della Magno, ed ancora tale possesso è confer- consolare Clodia che, a partire dal III sec. mato, nel 1020, in un documento di Enrico a.C., attraversava il municipium di Blera. La II. Nell’anno 1093 la diocesi di Blera venne città divenne sede vescovile probabilmente unita a quella di Toscanella. Dalla metà del verso la fine del V secolo d.C. ed ebbe sedi- XIII secolo a tutto il XIV, Blera è parte delle ci vescovi, il primo dei quali, secondo la tra- sorti della famiglia dei di Vico. Nel 1516, dizione, fu S. Vivenzio, a cui i blerani tutt'og- Leone X concesse Blera a Lorenzo degli An- gi sono particolarmente devoti. Durante il VII guillara di Ceri, ramo collaterale dell'antica e l'VIII secolo Blera, per la sua posizione di famiglia comitale romana, ed ai suoi succes- confine tra il Ducato Romano ed il territorio sori. Nel 1546, a Lorenzo successe Lelio, sotto il dominio dei Longobardi, dovette subi- unico figlio sopravvissuto, e che aveva intra- re notevoli devastazioni e saccheggi. Nel preso la carriera ecclesiastica. Estinguendosi 607, al momento del riassetto dei confini, con Lelio la linea degli eredi legittimi, nel apparteneva al Ducato Romano; nel 739 fu 1572 Blera tornò alle dirette dipendenze conquistata da Liutprando e quattro anni do- della Camera Apostolica, rimanendo sotto il po, fu donata dallo stesso a papa Zaccaria, governo pontificio fino al settembre del costituendo, con Sutri e , il primo nu- 1870, con l'unione al Regno d'Italia. DA VISITARE

IL CENTRO STORICO Una passeggiata al centro storico di Blera, con i suoi portali, finestre, stemmi, murature e particolari architettonici di epoche varie, porterà il visitatore indietro nel tempo e darà l’idea della continuità della vita del paese nel corso dei secoli. Attraversando le strette vie si arriva in piazza S. Maria dove si trova la Chiesa Collegiata, restaurata nella secon- Museo del Cavallo da metà del XVIII secolo sia esternamente, modificandone l’originario stile romanico, e il territorio della maremma laziale. Gli spa- che internamente dove, per volere del popo- zi espositivi sono costituiti da un’area dimo- lo, solo l’antica cripta dedicata a San Viven- strativa all’aperto di mq. 400 dove è stata ri- zio venne risparmiata dal restauro. Sull’altare costruita insieme ad altre tipiche strutture una maggiore della chiesa è collocato un prege- capanna tradizionale, e dalla struttura coper- vole sarcofago marmoreo romano di età im- ta, divisa in due piani, di mq. 330. Il Mu- periale. Al centro della piazza antistante la seo non mira solo alla conservazione, ma chiesa si trova un elegante puteale di mar- vuole soprattutto trasmettere al visitatore usi, mo, datato 1538 con lo stemma della fami- costumi ed esperienze coinvolgenti. Blera glia Anguillara, dal quale la popolazione at- ORARI DI APERTURA Venerdì Sabato e Domenica tingeva l’acqua che attraverso una canaliz- Orario 9.00/13.00 - 14.30/17.30 15 zazione sotterranea arrivava alla grande ci- Per Informazioni telefonare allo 0761.471057 sterna a volta ubicata sotto la piazza stessa. Sulla via centrale, via Roma, si trovano la Bi- LA VIA CLODIA E IL PONTE DEL DIAVOLO blioteca Comunale con l’Archivio Storico e Dai punti panoramici del paese si può am- più avanti la ex Chiesa di San Nicola che è mirare la bellezza del paesaggio circostante stata recentemente ristrutturata per ospitare le caratterizzato dalla suggestiva vallata del sezioni archeologiche del Museo Civico. torrente “Biedano”; ma vale la pena immer- gersi in questo straordinario contesto naturali- MUSEO DEL CAVALLO stico scendendo sotto il paese, percorrendo Inaugurato nel 2002, il Museo del Cavallo un tratto della via Clodia, passando sotto il “Il cavallo e l’uomo” rappresenta la sezione demo-antropologica del Museo Civico. Rea- lizzato con finanziamenti dell’Unione Euro- pea, ha origine dall’idea di recuperare alla conoscenza e alla fruizione aspetti culturali altrimenti destinati all’oblio. Si articola in un duplice percorso scientifico; il settore preisto- rico-protostorico che racconta le fasi più anti- che del rapporto uomo-cavallo e il settore moderno e contemporaneo che, attraverso reperti di cultura materiale e tradizione ora- le, illustra le profonde e complesse relazioni dell’animale con il tessuto socio economico Ponte del Diavolo grande ponte moderno in cemento armato bordi dell’acropoli sono ancora visibili a trat- (inaugurato nel 1936) per raggiungere il ti le fortificazioni della città etrusca mentre sul Ponte del Diavolo. Si tratta di un ponte a tre pianoro sono state riportate alla luce resti di archi di epoca romana costruito intorno al I numerose capanne dell’età del bronzo; tra sec. a.C.; accuratamente realizzato in bloc- queste una in particolare si distingue per le chi di peperino, messi senza calce che pre- sue enormi dimensioni e si pensa fosse stata sentano un bugnato rustico sulla faccia ester- l’abitazione di un importante personaggio o na. Largo originariamente quasi 5 metri e un luogo di culto. Nel corso delle campa- lungo oltre venti, è attraversato dalla conso- gne di scavo sono stati inoltre ritrovati fram- lare via Clodia della quale, in direzione op- menti di ceramica micenea che testimoniano posta al paese, poco distante dal ponte si importanti contatti culturali con le antiche ci- possono vedere ancora in alcuni punti i viltà dell’Egeo. grandi basoli ancora in situ. AREA ARCHEOLOGICA NECROPOLI ETRUSCA DI S. GIOVENALE PIAN DEL VESCOVO È stato grazie al qualificato lavoro degli ar- La necropoli di Pian del Vescovo si può rag- cheologi svedesi, portato avanti fin dal giungere partendo dal centro storico percor- 1956 con intense campagne di scavo, che rendo la via Clodia fino ad oltrepassare un i molteplici aspetti di questo antico insedia- ponte in opera quadrata di tufo, il “Ponte del- mento umano sono oggi riconosciuti a livello Blera la Rocca”, datato tra il III ed il II secolo. La internazionale. Ai lavori ha partecipato necropoli, di tipo rupestre, presenta tombe di spesso il Re di Svezia Gustavo VI Adolfo al 16 tipo arcaico, dislocate sul pianoro mentre sul quale venne conferita la cittadinanza ono- ciglio della rupe si affacciano i tumuli e lungo raria di Blera ed intitolato il Museo Civico. il pendio si trovano tombe a dado. Gli archeologi hanno preso in esame la viabilità, le necropoli, le costruzioni, le LUNI SUL MIGNONE opere idrauliche ed in particolare il com- Luni sul Mignone non è facilmente raggiungi- plesso dell’abitato etrusco arcaico. Il sito di bile, ma l’impegno fisico che l’escursione ri- origine preistorica e di grande importanza chiede è ampiamente ripagata dalle impor- nel periodo etrusco, viene abbandonato in tanti emergenze archeologiche e dalla bel- epoca medievale. Sono del XIII secolo il lezza che l’ambiente naturalistico offre. Sui castello dei di vico e la piccola chiesa adiacente. La necropoli si estende nel vasto e suggestivo territorio circostante con varia tipologia di tombe, alcune delle quali op- portunamente restaurate e protette.

BLERA PER DATE

17 GENNAIO Festa S. Antonio Abate CARNEVALE Carri allegorici e sfilate VENERDÌ SANTO Processione del Cristo Morto LUNEDÌ DI PASQUA Pellegrinaggio alla Grotta di S. Vincenzo PRIMO MAGGIO Scampagnate all’aperto II DOM. DI MAGGIO II Pellegrinaggio alla Grotta di S. Vincenzo IV DOM. DI AGOSTO Festa popolare di S. Ermete II DOM. DI SETTEMBRE Madonna della Selva 11 NOVEMBRE Festa di S. Martino Luni sul Mignone 11 DICEMBRE Festa di S. Vincenzo Oriolo Romano

di eredi maschi della famiglia Santacroce lo ot- CENNI STORICI tennero di diritto, agli Altieri, che detennero il po- tere fino al 1922. La particolarità che rende il Non si hanno particolari notizie storiche su Orio- paese unico in Tuscia è data dal fatto che sia lo Romano. Certo è che, trovandosi sulla via uno dei pochissimi insediamenti razionalmente consolare Clodia, fosse un punto di passaggio pianificati dal punto di vista urbanistico. Infatti, e una zona strategica per civiltà etrusche e ro- Giorgio di Santacroce, ottenuto il feudo dagli mane. I primi segni tangibili della storia di Orio- Orsini, decise di dar vita a una sorta di città lo sono riscontrabili solo a partire dal 1560, ideale e affidò al Vignola il compito di progetta- Oriolo Romano epoca in cui gli Orsini cedono il feudo ai Santa- re un piano regolatore che poi si rivelò perfetto. croce, promotori di un eccellente sviluppo urba- Il borgo, infatti, appare razionalmente diviso, 17 nistico. Il governo della città passò alternativa- con la piazza centrale ricca e completa di pa- mente in mano agli Orsini, che per mancanza lazzi governativi, abitazioni e una fontana (ope-

Palazzo Altieri e Fontana del Vignola ra del Barozzi), e le vie che si snodano in ma- niera regolare, lasciando spazi aperti e vivibili. Sulla facciata del palazzo Santa Croce, oggi noto come Palazzo Altieri, si leggono alcune parole che possono essere considerate l'atto di nascita del paese: "Giorgio Santa Croce quinto signore di Viano, figlio di Onofrio, disboscò la selva di Manziana, e condottovi i coloni nell'an- no 1562, rese frequentata la strada Claudia, dotò di mura il castello di Oriolo, edificò la chie- sa di S. Giorgio (1570), edificò questo palazzo. Scorcio di Oriolo Romano

palazzo raggiunse l’attuale configurazione nei DA VISITARE secoli XVII–XVIII ad opera degli Altieri sotto la di- rezione di Carlo Fontana. Ai corpi esterni venne- PALAZZO ALTIERI ro aggiunte le due ali di direzione nord, così da Il Palazzo Santacroce (poi Altieri), fu edificato creare un ampio cortile. Fu elevata in posizione nel corso degli anni 1578–1585. Esso risulta asimmetrica la torretta dell’orologio, abbellito un tipico palazzo–villa che sviluppa in senso l’ingresso con il ponte in pietra basaltica e rifatta manieristico lo schema cinquecentesco di edifi- la bella fontana al centro della piazza antistante Oriolo Romano cio a corpo centrale con loggiato tra corpi lateri- il palazzo. L’interno è articolato in ampi e ben zi elevati in forma di torre; i quali, tuttavia, qui distribuiti ambienti, decorati con stucchi, affreschi 18 non ne delimitano l’assetto in forma chiusa, pro- e pitture di buona fattura, alcune attribuite alla seguendo la costruzione in altri due elementi la- scuola di Taddeo Zuccai. L’arredo del palazzo terali che ne esaltano la propensione ad una è andato in gran parte disperso; ciò che attual- spazialità aperta, protesa verso l’ambiente ester- mente resta è originale del ‘600. no. Il loggiato centrale è a cinque arcate e pog- gia sul sottostante vano rettangolare di pietra ba- LA GALLERIA ALTIERI saltica; i pieni e i vuoti della facciata costituisco- In varie sale contigue di un lungo braccio rettili- no nel complesso un insieme armonico e signori- neo di Palazzo Altieri, così da formare una sug- le. La tradizione attribuisce la paternità del pa- gestiva fuga prospettica di oltre 65 metri, è rac- lazzo, così come l’intero quadro urbanistico, a colta una collezione di quadri, dipinti a olio su Jacopo Barozzi detto il Vignola; cosa che risulta tele, raffigurante in ordine cronologico tutti i Papi impossibile per la morte dello stesso nel 1573. Il che si sono succeduti nella storia da San Pietro a Benedetto XVI. Iniziatore di questa collezione fu il cardinale Paluzzo Albertoni Altieri. Nella se- conda metà del XVII secolo cominciò a commis- sionare ad artisti la realizzazione delle effigi Pa- pali, tratte in parte da antiche fonti iconografi- che. Non sono conosciuti i nomi di coloro che eseguirono questo primo numero di 241 qua- dri. La raccolta è particolarmente importante per- ché è l’unica completa esistente al mondo. Ogni ritratto è corredato dallo stemma araldico – gentilizio di ciascun Papa. Nei quadri dei pri- Galleria dei Papi mi 166 Pontefici è riportato un cartiglio con il sunto degli eventi più rilevanti del suo pontifica- to; ciò rappresenta anche un’ interessante docu- mentazione del pensiero storico dominante nel secolo XVII, periodo nel quale furono dipinti i quadri. Nelle tele dei successivi Papi, al posto del sunto storico, è posto un motto latino. La col- lezione ha inoltre una uniformità stilistica e di im- pianto progettuale; ogni tela ha un formato ret- tangolare (cm120 X 70). Per i Papi vissuti nel periodo del 500–600, si hanno copie prege- voli di ritratti famosi, quali quello di Raffaello per Convento di Sant’Antonio da Padova Giulio II, di Tiziano per Paolo II, di Caravaggio per Paolo V. ORARI DI APERTURA Oriolo dovettero, a loro malincuore, abbando- Museo e Pinacoteca - Tel 06.99837145 nare il convento; ma in tale circostanza si mani- Tutti i giorni 9.00 / 18.00 festò la grande bontà del principe don Emilio (III) Altieri che li volle ospitare nel suo castello, riser- CONVENTO S. ANTONIO DA PADOVA vando a loro tutto il primo piano, all’ala sinistra È la più moderna delle Chiese di Oriolo. Il prin- e precisamente sulla scuderia, dando pure in cipe Don Gaspare Altieri, che fu signore di uso parte dell’orto e del giardino. Ritornarono Oriolo dal 1671 al 1721, costruì nel 1675, la poi, quando il principe ricomprò, dal demanio, Oriolo Romano chiesa con l’annesso convento per i PP. La co- il convento; ma furono ancora costretti, nel struzione e la definitiva sistemazione avvenne 1888, per un banale pretesto inventato dagli 19 dopo che fu ultimata la Chiesa Parrocchiale di anticlericali e massoni, a chiudere la chiesa che S. Giorgio, che per la morte del papa Clemen- sarebbe dovuta servire come magazzino di de- te (1676) era stata sospesa, e ripresa dopo 80 posito, dovendo passare, in quei pressi, la ferro- anni. La fornitura avveniva a spese del principe via. Dopo quattro anni, per le preghiere e le pe- don Gaspare che, a sua volta, retribuiva in na- tizioni del buon popolo oriolese, poterono torna- tura. Infatti il principe, in compenso, dava generi re i Francescani ad officiare la chiesa. Durante alimentari, come la pizzicheria delle dispense la prima Grande Guerra (1915-1918) i Frati baronali, con grano ed altri prodotti agricoli, af- del Convento furono chiamati a prestare servizio finché venisse terminata l’opera costruttoria. C’è nell’esercito italiano; e misero a disposizione del tramandato che, per la costruzione, il principe governo il loro convento che fu adibito come in- abbia fornito il terreno e tutti i materiali, mentre i fermeria per i soldati feriti sul fronte. Anche du- frati, da parte loro, abbiano pensato alla costru- rante la seconda guerra, il convento, requisito zione e ciò, da una parte fu meglio perché po- dalle truppe tedesche, ospitò per più di un mese terono costruire secondo criteri pratici conventua- la celebre corazzata Goering, prima di marcia- li. Il Convento fino al 1873 fu abitato ininterrot- re per Cassino. tamente dai Frati Minori. La casa principesca ORIOLO PER DATE degli Altieri è sempre stata tra i primi a venire in- contro alle necessità dei Religiosi. Nel 1708, il 23 APRILE Processione di San Giorgio, Patrono di Oriolo 25 APRILE Anniversario della Liberazione principe don Gaspare Altieri, affittando il macel- Commemorazione in Piazza Umberto I lo, faceva obbligo all’affittuario di dare della GIUGNO I settimana Fiera delle Energie Rinnovabili carne, ogni mese, ai Frati del Convento di S. LUGLIO 2008 Music-Festival - Largo Santacroce DAL 12 AL 16 AGOSTO Madonna della Stella Antonio. Nel 1875, in seguito alla legge della 12-13-14-19-20-21 V Sagra del fungo porcino soppressione degli Ordini Religiosi, i Frati di SETTEMBRE 2008 Vejano

CENNI STORICI

Vejano è una piccola comunità con poco più di 2000 abitanti; sorge su una collina a circa 400 metri s.l.m. posta tra i e i monti della . I reperti rinvenuti fanno risalire le prime comunità alla media età del bronzo Vejano (1800-1700 a.C.). A tutt’oggi esistono degli insediamenti come Alteto, Torre dell’Ischia e 20 Fontiloro che hanno ospitato Etruschi e Romani. In particolare Vejano fu uno dei centri agricoli Vejano dall’alto che garantivano i rifornimenti alla Roma Impe- riale. Fino all’alto medioevo le notizie sono re dei nobili vennero assegnate ai cittadini di scarse e solo dal 1213 si cominciano a trova- allora, incentivando così lo sviluppo di questa re informazioni sulla piccola comunità di Viano piccola comunità, fino a quel momento blocca- (originario nome di Vejano). Tra il 1213 e il to da una staticità di tipo medioevale. Durante 1465 si alternarono, nel dominio del piccolo l’ultima guerra il paese ha subito un pesante feudo, dapprima i Vico poi gli Anguillara ai bombardamento che lo ha segnato profonda- quali successe, dopo varie vicende, la nobile mente, ma questo non ha inciso sull’animo del- famiglia degli Orsini. Successivamente il feudo la gente, che conserva le sue caratteristiche più venne donato dagli Orsini ai Santacroce, che belle, la semplicità e il suo spirito di ospitalità. durante la loro reggenza dettero un notevole impulso all’economia del paese. Importante è DA VISITARE ricordare che fu di questo periodo la ricostruzio- ne della Rocca (Distrutta dai Borgia) e l’edifica- LA ROCCA zione del Sacello Funerario dei Santacroce, at- Il Castello di Vejano fu scavato nel tufo e si di- tribuito alla scuola di Sangallo il Giovane. In se- stingueva dagli altri castelli proprio per questo, guito Vejano ritornò fra i possedimenti degli Or- ma anche perché è a forma di triangolo. La sini per poi passare definitivamente, nel 1671, parte bassa del castello, la più antica, era adi- nelle mani dei Principi Altieri. Quest’ultima nobi- bita a prigioni e scantinati. In seguito fu costrui- le famiglia è stata quella che ha dominato più ta la parte superiore in muratura, delimitata dal- a lungo il territorio, infatti la sua dominazione è la parte in tufo, da un cornicione di peperino. Il arrivata alle soglie del XX secolo, quando le ter- castello è formato da tre torrioni; il destro, guar- dandolo dall'ingresso principale, è più grande rispetto agli altri due che sono uguali tra loro. All'entrata del castello, un tempo c'era il ponte levatoio che, in caso d'emergenza, era solleva- to e chiuso, e che in seguito è stato sostituito da due corrimano. Sotto il ponte levatoio e tutto in- torno al castello scorreva un fossato che impedi- va ai nemici di entrare. Nelle prigioni c'erano delle finestre grandi in modo da dare luce, però erano fatte ad imbuto, così da impedire ai prigionieri di scappare. Il Castello era munito di feritoie che si utilizzavano per la difesa in caso d'attacchi nemici. Ai lati del castello, nella dire- La Rocca - Ponte levatoio zione dei torrioni c'erano tre piccole torri, dove si rifugiava la popolazione in caso di pericolo. dinale dagli Altieri, che hanno inteso attestare il Nella prima metà del 1600 ormai le guerre tra loro intervento di restauro ponendo sei stelle, feudi erano terminate, così il castello, da fortez- simbolo della loro casta, sui capitelli di stucco za fu trasformato in abitazione e si pensa che delle paraste. La particolarità operata con il re- furono distrutti dei merli per lasciare spazio alla stauro, consiste nell'aver ricavato delle aperture,

nuova costruzione. Così fu costruita una nuova in prossimità dell'abside, che permettono di illu- Vejano parte, più alta, tra il torrione sinistro e quello ver- minare, in modo obliquo e traversale, l'interno so la strada e tuttora ci sono stanze e camere della navata. La chiesa è composta da un altare abitate dal principe. Dal torrione, che adesso si maggiore e da due altari laterali. Nel primo si 21 trova sulla strada, partiva una serie di archi che trova una tela in cui è rappresentata la Madon- arrivavano nel giardino del principe e che poi na Assunta in Cielo con ai suoi piedi S. Orsio e furono distrutti, quando nel 1800 fu costruita la forse Santa Monica; nei due laterali gli affreschi strada principale. Il castello di Vejano, anche se ottocenteschi sono fatiscenti e bisognosi di re- ha perso importanza, ha comunque uno stem- stauro. Del periodo cinquecentesco, un discreto ma, simboleggiante sei stelle a otto punte, che è valore artistico è espresso dal portale, dal cibo- lo stendardo dell'ultima famiglia regnante in rio, dal fonte battesimale e dall'acquasantiera, Vejano, gli Altieri. sul basamento della quale sono raffigurati tre stemmi tra i quali si distinguono chiaramente CHIESA DELL’ASSUNTA quelli degli Orsini e dei Santacroce. Le notizie che riguardano questo luogo di culto, non sono numerose. Alcuni autori fanno risalire CAPPELLA SANTACROCE la sua costruzione già prima dell'anno 1334, La cappella funeraria Santacroce fu costruita presumibilmente dagli Anguillara. Nei secoli per ospitare le salme dei membri della famiglia. successivi, è stata più volte restaurata, prima dai Il Sacello Funerario dei Santacroce costituisce Santacroce poi in maniera più consistente dai una costruzione a sè, rispetto alla Rocca dimo- Principi Altieri. Sotto il suo pavimento, utilizzato, ra dei Signori del feudo e rispetto alla Chiesa fino al 1872, come cimitero cristiano, giaccio- dell’Assunta. Sorge, infatti, tra le case del pae- no tutt'ora innumerevoli resti di fedeli sepolti. Dal se medievale sul bordo di un dirupo. Esso è co- punto di vista architettonico la chiesa è, nella stituito da due ambienti nettamente distinti: nel sua ultima stesura, di un sobrio stile barocco. fondo c’è il Sacello funerario vero e proprio, Originariamente, la forma, era a "croce latina" mentre davanti una specie di atrio di pianta ,che in seguito è stata ampliata in senso longitu- quadrata con le pareti intonacate ma completa- mente disadorno. Questo vestibolo si presenta sulla strada con una semplice facciata realiz- zata in tufo, posta sul filo delle case adiacen- ti. Il solo elemento di tale facciata degno di un certo interesse è il portale d’accesso, co- struito in peperino. La parte più importante dell’intera costruzione è rappresentata dal Sacello funerario. Quest’ambiente ha una pianta rettangolare. Il sacello appare risolto architettonicamente attraverso l’inserzione di un ordine di piastre ioniche su piedistalli in peperino, che tripartiscono ciascuna superfi- cie inquadrando al centro un arco. Lo stesso Presepe vivente è ripetuto sulle 4 pareti, anche su quelle più corte, sia pure con modificazioni conseguen- CURIOSITÀ ti al minor spazio disponibile, ed ancora ri- torna sulla facciata esterna, che dà sul vesti- Il 7 luglio 1872, il Consiglio comunale pre- bolo, in modo identico a quello posto ad or- sieduto dal sindaco Montebovi, deliberò il ganizzare le pareti interne corrispondenti. cambiamento di nome da Viano a Veiano con la ‘I’ “al fine di togliere disguidi postali Vejano EVENTI E MANIFESTAZIONI che dannosi riescono alle corrispondenze uffi- ciali che private. Pertanto il signor Presidente 22 IL PRESEPE VIVENTE propone di assegnare al Comune il nome di Nato nel 2001 dall’idea di uno sparuto Veiano perchè denominazione che riteneva gruppo di persone, che partendo dai piccoli per l'antico". In seguito con Regio decreto della scuola dell’infanzia, è riuscito a “stre- dell'11 Agosto 1872 veniva decretato che "Il gare” un intero paese e a rivalutare la bel- Comune di Viano nella provincia di Roma, è lezza di una parte del vecchio borgo ormai autorizzato ad assumere la denominazione quasi del tutto disabitato. Negli anni succes- di "Vejano" (con la "j"). Ordiniamo che il pre- sivi, la popolazione si è messa a disposizio- sente decreto, munito del sigillo dello Stato, ne degli ideatori adoperandosi in tutti i modi sia inserito nella raccolta ufficiale delle Leggi possibili: riaprendo i vecchi locali, fornendo e dei Decreti del Regno d'Italia, mandando a manodopera e apparecchiature tecniche, chiunque spetti di osservarlo e di farlo osser- esprimendo fantasiose ricostruzioni di antichi vare. Dato a Valsavaranche addì 11 agosto mestieri (mulini, fornai, fabbri, falegnami) e 1872" VITTORIO EMANUELE situazioni (mercati, campi militari, ovili, vec- chi palazzi, un vero lago, una piscina roma- VEJANO PER DATE na, una colonia di lebbrosi e tanto altro) e, dulcis in fondo, partecipando come figuran- GENNAIO Presepe vivente, Festa S. Antonio e S. Orsio FEBBRAIO Carnevale ti. Tutto questo ha permesso di trasformare APRILE Processione del Venerdì Santo buie e fredde sere d’inverno in vere e pro- GIUGNO Vejano città del Tartufo prie manifestazioni di allegria e serenità. LUGLIO Giornata dell’Acquaforte AGOSTO Festa: della Banda, della Racchia, di S. Orsio Nel tempo si è ormai consolidata una tradi- (d’estate) Sagra del Ceciarello zione, nella quale il paese si riconosce sem- SETTEMBRE Festa della Misericordia OTTOBRE Madonna del Rosario pre di più, con la speranza che tutto abbia NOVEMBRE San Martino Corsa dei “cornuti” una continuità negli anni a venire. DICEMBRE Presepe Vivente Villa San Giovanni in Tuscia

venuti in varie zone del paese e soprattutto in CENNI STORICI via delle Fortezze. Così come in tutta l’Etruria Meridionale, anche Villa San Giovanni in Tu- Le origini del paese quale comunità organizza- scia presenta interessanti resti che testimoniano ta risalgono al XVI secolo quando il pontefice il passaggio della civiltà etrusca, quali le ne- Leone X, in segno di riconoscenza per i nume- cropoli di Ponton Graziolo e Grottone – Mar- rosi servigi prestati alla Chiesa, concesse que- tarello. L’abitato odierno è adagiato tra le colli- sti territori al condottiero Renzo di Ceri della fa- ne Poggio Aguzzo e Le Querciole ad un’altitu- miglia Orsini – Anguillara i cui discendenti fon- dine di 329 mt sul livello del mare. La natura San Giovanni in Tuscia Villa darono il Borgo di San Giovanni in onore di circostante presenta le peculiarità tipiche della un componente della famiglia stessa. Prima di Tuscia con un’alternanza di oliveti e boschi di 23 allora, molti secoli prima, e precisamente nel III cerro e castagno. – IV sec. d.C., il territorio era occupato da una grande villa romana sui resti della quale sorge DA VISITARE oggi il centro storico del paese. La villa era ori- ginariamente circondata da mura di cinta con CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA torri ed aveva un complesso sistema idrico ed Il periodo in cui si concretizzano i primi passi impianto termale, come testimoniano i resti rin- della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni

Veduta di Villa San Giovanni Battista vede il paese e la popolazione in una situazione di permanente disagio. La piccola comunità aveva sofferto durante il XVII sec. sia per la scarsità dei terreni sia per le eccessive pretese dei feudatari. Siamo agli inizi dell’an- no 1700 e già allora il paese aveva due luo- ghi di culto: la Chiesa figliale della Madonna della Neve e la Chiesa di San Giovanni Batti- sta, il luogo di culto ufficiale voluto dalla fami- glia Orsini. A causa del lievitare della popola- zione grazie ai tanti “forestieri” che vi si erano trasferiti attirati dal miraggio della disponibilità di terreni da coltivare e da adibire a pascolo, la piccola Chiesa non riusciva più a contenere i fedeli durante le funzioni e l’Arciprete di allo- ra decise di sostenere la giusta causa della co- struzione di una nuova e più grande Chiesa. La prima pietra del nuovo tempio fu posta il Vista di Villa San Giovanni in Tuscia 26 maggio del 1717, così come riportato nel- ma metà del Settecento, soprattutto nel centro Ita- l’iscrizione lapidaria posta sopra la porta alla lia. Una linearità fatta di momenti semplici e spon- Villa San Giovanni in Tuscia Villa sinistra dell’Altare Maggiore. Dopo nove anni, tanei e una sobrietà dove è visibile una misura ra- precisamente il 29 maggio 1726, la Chiesa zionale e classica: queste sono le caratteristiche 24 Parrocchiale di San Giovanni Battista fu consa- principali di questo edificio che si collega a molti crata. Il popolo di San Giovanni ce l’aveva fatta, altri sorti all’intorno nello stesso periodo. era riuscito a donarsi un tempio nuovo e più grande, in grado di accogliere i fedeli nel frat- RESTI ROMANI NEL CENTRO STORICO tempo aumentati notevolmente di numero. Il tem- pio è a navata unica con volta a botte e quattro I resti monumentali visibili in via delle Fortezze rap- cappelle che si aprono ai lati, due sulla destra e presentano solo la piccola parte del patrimonio due sulla sinistra. L’arredo della Chiesa richiese archeologico di epoca imperiale romana, sul ancora qualche anno e la pala dell’altare mag- quale si è impostato il centro storico del paese di giore, raffigurante la nascita di San Giovanni Villa S. Giovanni in Tuscia. I resti antichi sono po- Battista, fu inserita nell’attuale nicchia nel 1756, co al di sotto del piano di campagna (circa un opera del pittore Francesco Guerrini, così come metro), spesso inglobati nelle cantine o nel pianter- la pala dei santi compatroni Sant’Albano e San- reno delle abitazioni e, al di sotto del piano di ta Benedetta, inserita sull’altare della seconda calpestio delle costruzioni antiche, è anche pre- cappella di destra. Da segnalare l’acqua santie- sente una fitta rete di cunicoli, che costituivano ra in peperino posta all‘entrata della Chiesa, in l’impianto idrico del complesso abitativo roma- cui si notano lo stemma degli Anguillara e il ba- no. Le strutture pavimentali visibili presentano samento datato 1563. Degno di attenzione, per due vani comunicanti con mosaici a tessere la sua delicatezza pittorica, il dipinto murale del bianche e nere di cui quello più ampio, pur- battistero raffigurante il battesimo di Gesù con lo troppo lacunoso al centro, raffigura un motivo sfondo del paese come era nel 1865. L’edificio floreale con uccelli, incorniciato da una fascia risente dell’influenza che la cosiddetta “ Accade- esterna con motivi geometrici e da una fascia mia d’Arcadia” esercitò su gran parte dell’archi- più interna con un tema decorativo a serpenti- tettura sviluppatasi tra la fine del Seicento e la pri- na. Il secondo ambiente, non completamente messo in luce, esibisce un pavimento musivo che ha un riquadro con parte di un mostro ma- rino, incorniciato da complesse cornici geome- triche con rombi e “nodi di Salomone” alternati. È verosimile che l’intero ambiente fosse campito

analogamente da vari riquadri con soggetti marini alternati a cornici geometriche. L’insieme dei resti sopradescritti è unitario ed è verosimil- mente pertinente agli ambienti termali di una villa, tenuto conto sia del soggetto marino di uno dei due ambienti, sia delle strutture con sottofondo a suspensurae per il riscaldamento, viste in una cantina adiacente ai resti antichi. Nello scavo di questi ambienti furono rinvenute due lucerne che sono state utili, oltre alla tecni- ca musiva, per la datazione del complesso al- l’inizio del III sec. d.C. Nel 1960 nella piazza del Comune, nel corso di lavori per l’acquedot- Interno della Chiesa di S. Giovanni Battista to, furono rinvenute strutture murarie in calcestruz- mente coperta, antistante il portone d'ingresso. zo ortogonali fra loro, costituenti l’angolo di un Il presepe propone la ricostruzione fedele di un vano con un pavimento in intonaco a tenuta villaggio medio orientale animato da una serie San Giovanni in Tuscia Villa idraulica, dove si reperì anche un notevole fram- di botteghe artigiane. Le statue, circa qua- mento di un gruppo statuario di Eros e Psiche, ranta, sono di gesso e materiali argillosi, 25 copia romana del IV sec. d.C. di un originale el- modellate a mano, riprodotte a grandezza lenistico del III–II sec. a.C. Questo importante re- naturale, abbigliate con costumi fedeli dell'e- perto è conservato e valorizzato nella sala del poca. Il visitatore potrà quindi, prima di Consiglio all’interno dell’edificio comunale. giungere alla capanna della Natività, ammi- rare, attraverso un affascinante percorso, le EVENTI E MANIFESTAZIONI botteghe del vasaio, dell'arrotino, del vendi- tore di tappeti; potrà inoltre apprezzare la ri- IL PRESEPE ARTISTICO costruzione di una locanda e del forno del Il presepe artistico di Villa San Giovanni in Tu- panettiere, si stupirà del fabbro al lavoro e scia viene realizzato all'interno della Chiesa potrà osservare i pastori che contemplano la della Madonna del- stella cometa. Un presepe particolare ed ori- la Neve, databile ginale, animato ma non vivente, che emo- intorno al 1500, ziona e fa rivivere spaccati di vita di duemi- che si trova nella la anni fa. caratteristica via del Poggetto, uno dei VILLA SAN GIOVANNI IN TUSCIA PER DATE luoghi più suggestivi del borgo. Si svilup- VENERDÌ SANTO Processione del Cristo Morto, pa lungo l'unica na- Rievocazione della Passione di Cristo CORPUS DOMINI Processione e tradizionale infiorata vata, nell'antica sa- 15 GIUGNO Marcialonga dei prati (gara podistica internazionale) grestia e all'esterno LUGLIO II fine settimana Sagra della trippa LUGLIO Ultimo fine settimana Sagra della pezzata della chiesa, nella AGOSTO III fine settimana Festa di San Giovanni Battista zona, opportuna- 25 DIC AL 6 GENNAIO Presepe Artistico Note

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