anno XX - Numero 24 - 28 marzo 2014

L’Intervista Parla il regista Pier Luigi Pizzi A Pag. 2

La Storia dell’ Un Maometto evoluto in tre differenti versioni A Pag. 6 L’Analisi Musicale Un titolo del Rossini serio tutto da riscoprire A Pag. 7 La figura storica Maometto II, settimo Sultano della antica dinastia Ottomana A Pag. 8 e 9

Giallo sulla fonte letteraria Da una tragedia di della Valle e non da un lavoro di Voltaire A Pag. 15

maometto II di maometto II 2 Il Giornale dei Grandi eventi Parla il regista Pierluigi Pizzi «Un allestimento fortemente rivisto per adattarlo al finale tragico » onostante i suoi 84 ambasciatori di Francia ed va rappresentata in tempi re - non venne capita. Ma tante anni ’80 fu salutata come anni è dinamico Inghilterra ed il principe centi. Allora portammo in opere di Rossini sono rinate “grande scoperta”. Rossini Ned inventivo Pier - Metternich, vero tessitore scena la versione napoletana. solo dopo la seconda Guerra compose sempre ad alti livel - luigi Pizzi, regista ed au - del nuovo ordine europeo Nel 1993 curai, invece, la re - Mondiale e prima erano qua - li e scrisse tutto quello che si tore di scene e costumi di dopo i moti del 1820-21, gia per il maggio Musicale si scomparse: la stessa Semi - poteva scrivere». questo allestimento del tutti di ritorno dal Con - Fiorentino dell ’Assedio di ramide che presentai negli andrea marini Maometto II di Rossini Corinto, spettacolo che ri - realizzato per Teatro proposi anche a Parigi La Fenice di Venezia qualche anno dopo e quin - Stagione d’opera 201 3-2014 dove andò in scena, per di arriviamo alla produ - del teatro dell’opera di Roma 5 repliche, dal 28 gen - zione fatta per la Fenice naio al 6 febbraio del nel 2005 riprendendo, co - 8 - 14 maggio L’eLISIR D’amoRe 2005. « In realtà non è me detto la versione Vene - di Direttore Donato Renzetti una vera “ripresa” – sot - ziana de Maometto II ». Regia Ruggero Cappuccio tolinea il regista mila - Pizzi, che nella regia nese – poiché se è vero d’opera debuttò nel 18 - 28 giugno CaRmeN che da quell’allestimento 1952 con il Don Giovan - di Georges Bizet siamo partiti, questo spet - ni di Mozart a Genova, Direttore Emmanuel Villaume tacolo lo abbiamo molto sostiene che non esiste Regia Emilio Sagi ripensato, sia per adattalo un fil rouge tra questi suoi diversi allestimen - 4 luglio the PRoDIgaL SoN allo spazio di Roma molto di Benjamin Britten più grande de La Fenice e ti, ma che anzi lui con - Direttore James Conlon meno moderno, sia per cepisce il proprio lavo - Regia Mario Martone adeguarlo al finale tragico, gresso di Verona. Sarà ro come il trionfo dell’effi - visto che a Venezia l’opera questa la penultima opera mero, dove ogni volta ri - 21 - 31 ottobre RIgoLetto era stata presentata in quella italiana di Rossini prima mette in discussione tutto, di di e prima del per non essere influenzato Direttore Renato Palumbo versione “veneziana” del Regia Leo Muscato 1822 quando Rossini gli trasferimento del “Pesare - dal passato. cambiò il finale, addolcendolo se” a Parigi, dove ripro - «Questa la possiamo consi - con il matrimonio tra Anna e porrà, con ulteriori aggiu - derare una nuova produzio - Calbo al posto della morte di stamenti, questo lavoro ne, visto che abbiamo cam - ~ ~ La Locandina ~ ~ Anna ». nel 1826 sotto il titolo di Le biato molto, dai costumi, alle Il Maometto II , infatti, fu Siège de Corinthe , trasfe - luci, ai giochi di colori, anche Teatro Costanzi 28 marzo - 8 aprile 2014 composto per il Teatro rendo appunto l’azione da se effettivamente di colore San Carlo di Napoli dove Negroponte (dove sono non ce ne è volutamente mol - debuttò il 3 dicembre 1820 ambientate le due versioni to, per dare la sensazione di maometto II senza grosso successo. del Maometto, a Corinto). disperazione di questa città Dramma in musica in due atti L’opera, quindi, fu ripresa Pierluigi Pizzi è un vero che sta per arrendersi al ne - Libretto di Cesare della Valle, duca di Ventignano da Rossini e modificata in esperto di questo titolo mico. Il sipario si alza e ci Prima Rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 3 dicembre 1820 fretta e furia per una ful - rossiniano, avendone cu - troviamo di fronte a delle ro - (2° Vesione): Venezia, Teatro La Fenice, 26 dicembre 1822 minea stagione d’autunno rato la regia, prima di que - vine, una chiesa ridotta a del Teatro la Fenice, al fine sta romana, di tutte le di - macerie. Ho giocato pure sui Musica di Gioachino Rossini di presentarla a Venezia verse versioni, in quattro piani verticali per aumentare dal 26 dicembre 1822 al 1 allestimenti. « La prima vol - la drammaticità della visio - Direttore gennaio 1823 in occasione ta fu a Pesaro per il Rossini ne, che ho cercato di rendere Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi della visita nella città la - Opera Festival nel 1985, “pesante” attraverso l’illu - Maestro del Coro Roberto Gabbiani dunque quasi 30 anni fa, minazione ed il cromatismo. gunare dell’Imperatore Personaggi / Interpreti d’Austria Francesco I, del - quando in pratica era la pri - Infatti, nel secondo atto, che lo zar Alessandro I, con gli ma volta che tale opera veni - è quasi tutto stato cambiato, Paolo Erisso (T) Juan Francisco Gatell / le tinte sono cupe: siamo nel - Giulio Pelligra (6) la cripta e l’atmosfera vuole Anna Erisso (S) Marina Rebeka / Il Giornale dei Grandi eventi preparare lo spettatore al sa - Carmela Remigio (6, 8) Direttore responsabile crificio di Anna. Ricordiamo Andrea Marini che qui presentiamo la prima Calbo (C) Alisa Kolosova / Teresa Iervolino (6) Condulmiero (T) Enrico Iviglia Direzione Redazione ed Amministrazione versione integralmente, quel - Via Courmayeur, 79 - 00135 Roma la tragica, senza tagli. L’idea Maometto II (B) Roberto Tagliavini / e-mail: [email protected] delle architetture classiche in Mirco Palazzi (6) rovina sono pure la metafora Selimo (T) Giorgio Trucco Editore A. M. di un occidente che soccombe Stampa: Tipografica Renzo Palozzi di fronte alla invasione turca, ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA Via Vecchia di Grottaferrata, 4 - 00047 Marino (Roma) fenomeno e paura al tempo Allestimento del Teatro La Fenice Registrazione al Tribunale di Roma n. 277 del 31-5-1995 molto sentito. Maometto II © Tutto il contenuto del Giornale è coperto da diritto d’autore lo considero un capolavoro che offre molti spunti di ri - ~ ~ La Copertina ~ ~ Visitate il nostro sito internet flessione. Forse era un’opera www.ilgiornalegrandieventi.it troppo moderna per quando gentile Bellini, Ritratto di Maometto II dove potrete leggere e scaricare i numeri del giornale fu scritta e forse per questo National Gallery, Londra maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 3

on è mai andata in anni dopo, per essere pro - confrontato con questo ti - ch’esso in quel 1820 e pub - Nscena all’Opera di posta a Parigi con il titolo tolo per il Rossini Opera blicato dopo il debutto Le Repliche Roma il Maometto II di Le siège de Corinthe (L’asse - Festival. In quell’occasio - dell’opera. Da notare la Gioacchino Rossini, sua dio di Corinto ). ne a Venezia, con quest’ trama dell’opera si disco - Domenica 30 marzo, h. 16,30 nona e penultima opera In quest’ occasione a Ro - allestimento, venne pro - sta dalla realtà storica, vi - Martedì 1 aprile, h. 20,00 napoletana, che debuttò al ma viene portata in scena posta la seconda versione sto che nella realtà storica Giovedì 3 aprile, h. 20,00 San Carlo il 3 dicembre la prima versione, quella dell’opera, proprio quella i turchi guidati da Mao - Sabato 5 aprile, h. 18,00 1820 con un finale tragico, napoletana, nell’edizione che debuttò nella città la - metto II sconfissero i ve - Domenica 6 aprile, h. 16,30 per poi essere ripresentata critica di Philip Gosset, gunare il 26 dicembre neziani il 12 luglio 1470, Martedì 8 aprile, h. 18,00 a La Fenice di Venezia con un allestimento seve - 1822. sterminando la popolazio - due anni dopo con il lieto ro nato, per il Teatro la Fe - Il libretto di quest’opera è ne e lo stesso bailo Erizzo Queste sette rappresenta - fine del matrimonio tra nice nel gennaio 2005, e frutto del letterato Cesare fu segato a metà, prestan - zioni vedranno sul podio Anna e Calbo. L’opera firmato per regia, scene della Valle, duca di Venti - do fede alla promessa fat - il maestro Roberto Abba - venne quindi rielaborata costumi da Pierluigi Pizzi, gnano tratta da un pro - tagli dal Sultano di avere do, nipote di Claudio re - una terza volta, quattro il quale già nel 1993 si era prio dramma scritto an - salvo il collo. centemente scomparso. Maometto II dopo 194 anni debutta a Roma

atto I - Nella colonia veneziana di Negroponte, La Trama metto. Il condottiero turco scioglie lui stesso le in Grecia, verso la metà del secolo XV - In una sala catene e, prima di allontanarsi per riprendere il del suo palazzo, il governatore veneziano Paolo combattimento, chiede ad Anna di tornare con lui. Erisso siede pensieroso circondato dai suoi generali per decidere il da Erisso in preda alla vergogna respinge la figlia. farsi contro l’assedio delle truppe del sultano Maometto II. Mentre il generale Condulmiero suggerisce di accettare la resa proposta dai atto II - Anna è condotta nella lussuosa tenda di Maometto, dove mussulmani, il giovane generale Calbo incita a resistere. E’ quest’ulti - una schiera di ancelle mussulmane cerca invano di distoglierla dai suoi ma linea ad essere accolta da Erisso, il quale invita tutti ad estrarre la tormenti, mentre lei medita di fuggire. Sopraggiunge Maometto, il spada ed a giurare di combattere fino alla morte. Erisso è preoccupa - quale, comprendendo il dilemma tra amore e dovere, le rinnova il pro - to per la sorte della figlia Anna e di questo si confida con Calbo, con prio sentimento, proponendole di sposarla e farla regina. Anna rifiuta, il quale si reca nell’appartamento della donna, annunciandole di aver - ma non sa trattenere le lacrime, che Maometto capisce essere lacrime la destinata in sposa a questo suo generale per assicurarle una mag - d’amore e per questo tenta di stringerla a se, ma lei lo scosta. Improv - giore protezione, ma Anna, titubante, rivela di essere innamorata di visamente giunge la notizia che l’attacco alla rocca è stato respinto e Uberto, re di Mitilene, conosciuto a Corinto mentre il padre era in che gli invasori indietreggiano incalzati dai veneziani. Maometto vuo - viaggio per Venezia. Lo stupore di Paolo Erisso è grande: egli, infatti, le tornare a combattere. Mentre esce, Anna lo ferma, sentendosi insi - ricorda di aver avuto Uberto al proprio fianco durante quel viaggio. cura. Maometto, allora, le dona l’anello con il sigillo imperiale che le Così, l’uomo conosciuto da Anna non poteva che essere un mentitore. assicurerà l’obbedienza ed il rispetto dei turchi, avvertendola che se al Alcuni colpi di cannone interrompono il colloquio. Erisso nel lasciare suo ritorno non sarà sua docile sposa, lui tornerà ad essere per lei solo la figlia, le consegna un pugnale. Anna si dirige nel tempio, dove le il terribile sultano. donne le rivelano che qualcuno nottetempo ha aperto le porte della Erisso e Calbo nei sotterranei studiano un piano d’azione. Erisso per città ai Turchi, ma per fortuna Maometto, temendo un’imboscata, ha placare la propria furia verso la figlia, si ferma a pregare sulla tomba deciso di attendere l’alba per entrare in città e dunque Erisso e Calbo della moglie defunta. Giunge Anna con un servo che porta due tur - hanno ancora speranza di contrastarlo. All’alba entrano i mussulmani banti e due mantelli turchi: i due veneziani così travestiti e con l’anel - pronti alla carneficina, ma Maometto li ferma dando al proprio confi - lo di Maometto come salvacondotto, potranno raggiungere la rocca ed dente Selimo ordini precisi. Questo è stupito dalla puntuale cono - unirsi ai combattenti. Ma prima che i due si allontanino, Anna chiede scenza del luogo da parte del Sultano, il quale spiega di esserci stato al padre di unirla in matrimonio con Calbo davanti alla tomba della in precedenza in incognito. Erisso e Calbo sono fatti prigionieri e con - madre. Dopo il rito Anna rimane a pregare sulla tomba. Non passa dotti da Maometto, che riconosce nel nome del governatore il padre di molto, che arriva un gruppo di donne per avvertirla di mettersi in sal - Anna e gli propone salva la vita in cambio della resa. Allo sdegnato ri - vo, poiché i mussulmani la stanno cercando ritenendola responsabile fiuto di Erisso, Maometto ordina che siano sottoposti a tortura. Men - della disfatta. I turchi entrano e si lanciano verso Anna, la quale si pre - tre le guardie li trascinano via, giunge Anna che si getta ai piedi di senta loro pronta a morire. Il suo coraggio li frena, mentre giunge Mao - Maometto e subito riconosce in lui l’uomo amato a Corinto. Minac - metto che pregusta la vendetta, ma Anna, dopo avergli rivelato che ciando di trafiggersi, la giovane supplica il Sultano di liberare il padre Calbo non era suo fratello ma ormai suo marito, si pugnala davanti ai e Calbo che lei chiama “fratello” per non suscitare la gelosia di Mao - suoi occhi, cadendo ai piedi del sepolcro della madre.

maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 5 Marina Rebeka e Carmela Remigio Juan Francisco Gatell e Giulio Pelligra Anna Erisso, divisa fra Paolo Erisso, eroico amore e spirito di Patria governatore veneziano

ono i soprano marina Rebeka (28,30,/3- 1,3,5/4) e Carmela cantare nel ruolo di Paolo Erisso sono Remigio (6,8/4) ad alternarsi nel ruolo di Anna, figlia del i tenori Juan Francisco gatell Sgovernatore veneziano. A(28,30,/3- 1,3,5,8/4) e giulio Pelligra marina Rebeka , Riga (Lettonia) nel 1980, nel 2007 si è diplomata (6/4). Juan Francisco gatell, nato a La Plata al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e nello stesso anno ha (Argentina) nel 1978, dal 2005 ad oggi ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale “Neue cantato nei più importanti teatri italiani ed Stimmen”. Nel 2009 ha debuttato al Festival di Salisburgo, con la internazionali; nel 2006 ha vinto il direzione di Muti, e da allora viene riconoscimento dell’associazione Lirica invitata regolarmente dai più concertistica italiana (ASLICO). Nella importanti teatri del mondo. scorsa stagione 2011/12 si è esibito nel , estate ha interpretato Mathilde i Capuleti e i Montecchi, Pulcinella, Il barbiere di (Guillaume Tell ) al Rossini Opera Siviglia, e ha debuttato nel ruolo di Oronte in Juan Francisco Gatell Festival.In luglio alla Bauerische Alcina. Nella stagione 2013/2014 ha debuttato Staatsoper ne La traviata Verdi e in ancora nel Il barbiere di Siviglia e in Falstaff . Tra i suoi impegni futuri aprile è tornata alla Scala per un Lucia di Lammermoor al Teatro alla Scala di Milano, Cosi fan tutte a concerto su musiche di Händel e , e sarà al Teatro Petruzzelli di Bari per il Requiem di Mozart. Mozart con l’Orchestra Filarmonica giulio Pelligra, nato a C atania nel 1986, ha cominciato gli studi della Scala. Il suo vasto repertorio musicali come pianista, successivamente ha frequentato diversi master operistico include le principali opere di di stile e tecnica vocale. Numerosi sono stati i concerti come solista, che Mozart, Verdi, Donizetti, Rossini, il tenore ha tenuto per enti pubblici siciliani ed eseguiti in luoghi prestigiosi. Nel 2006 ha debuttato con il ruolo di Almaviva nel Barbiere Puccini, Messenet, Bizet, Gounod e Marina Rebeka Handel. di Siviglia , per il B.O.V. Opera Festival di Malta, e nel 2007 ha vinto una Carmela Remigio, nata a Pescara nel 1973, ha intrapreso lo studio menzione d’onore al Concorso Internazionale per Cantanti Lirici a del canto con il baritono Aldo Protti, e successivamente si è Pescara, il I° Concorso “Salvatore Cicero” della Fondazione Orchesta perfezionata con Leone Magiera. Nel 1992 ha vinto il primo premio Sinfonica Siciliana, e ha vinto il 3° premio del Concorso Internazionale del concorso vocale Luciano Pavarotti International Voice Competition “Voci del Mediterraneo”. Nel 2013 È stato finalista presso il Concorso di Philadelphia, e dal 1997 è stata spalla di Luciano Pavarotti in oltre As.Li.Co di Como. Ha eseguito la Petite messe di Rossini presso la 70 concerti in giro per il mondo. La Remigio, dopo un primo inizio cattedrale di Caltanisetta. Rcentemente ha debuttato nello Stabat nel repertorio barocco, ha dedicato particolare attenzione alle opere Mater di Luigi Boccherini diretto da Manlio Benzi. Tra i suoi prossimi di Mozart, cantando tutti i ruoli da protagonista delle sue opere impegni, c’è il Guillaume Tell a Bruxelles, e il al teatro maggiori. i recenti e prossimi impegni: Simon Boccanegra, La Massimo di Palermo. clemenza di Tito e La carriera del libertino. Roberto Tagliavini e Mirco Palazzi Alisa Kolosova e Teresa Iervolino Maometto II, sultano Calbo, generale decisionista feroce ma innamorato e sposo designato un ruolo dal contralto quello del generale Calbo, dove a el ruolo di Maometto II a cantare sono Roberto cantare sono alisa Kolosova (28,30,/3- 1,3,5,8/4) e teresa tagliavini (28,30,/3- 1,3,5,8/4) e mirco Palazzi Iervolino (6/4). N(6/4). Ealisa ’ Kolosova, nata nel 1987 a Mosca, si è perfezionata presso il Roberto tagliavini, nato a Parma, ha intrapreso lo studio del Teatro Accademia Russa e al Conservatorio di Mosca. Ha vinto canto con il baritono Romano Franceschetto. Nel 2005 ha numerosi premi, partecipando al progetto Young Singers. Nel 2010 debuttato nell’ Alceste di Gluck e successivamente si è esibito nei sotto la guida di Muti ha debuttato nel ruolo di Giuditta nella principali Teatri italiani ed Europei. Nel 2009 è stato votato come Betulia Liberata e quindi ha cantato altri importati ruoli, quali Olga miglior interprete nella Stagione del Teatro Verdi di e nel (Eugen Onegin ) e Orpheus ( Orfeo ed Euridice ) al Teatro dell'Opera di 2010 ha vinto il premio come miglior giovane cantante al Verdi Parigi . Inoltre , si è esibita nel Messia di Handel al Norske Opera di Festival di Parma per le esecuzioni di Loredano in i due Foscari e Oslo e al Kennedy Center di Washington , cosÏ come in Rusalka al per la Messa da Requiem di Verdi. In seguito ha partecipato a Festival di Glyndebourne. Fra i suoi prossimi impegni c’è l’Opera numerose registrazioni discografiche, tra cui Benvenuto Cellini , i National de , la Bayerische Staatsoper di Monaco e la Chicago Capuleti e Montecchi e l’ Aida . Symphony Orchestra. mirco Palazzi è nato a Rimini. Ha iniziato giovanissimo lo studio teresa Iervolino, nata a Bracciano (Roma) nel 1989, ha iniziato a del pianoforte per poi dedicarsi al canto, diplomandosi con lode e studiare canto fin da bambina, diplomandosi nel 2011 al menzione d’onore al Conservatorio Rossini di Pesaro. Ha Conservatorio Cimarosa di Avellino con il massimo dei voti. Nel debuttato nel ruolo titolo del Don Giovanni di Mozart a Riva del 2010 ha partecipato alla serie dei 10 concerti dell’opera inedita Garda. Si è poi esibito a , Napoli, Scala di Milano ( Stabat Passio Christi , ed è stata finalista ad una serie di concorsi di canto, Mater diretto da Chailly e Don Giovanni ), Regio di Parma, aggiudicandosi il Primo premio al Gigliola Frazzoni e il premio ,Catania, Montecarlo, Trieste, Genova ( Lucia di speciale Anselmo Colzani al 6° concorso lirico internazionale Città Lammermoor ), Festival di Edimburgo ( Zelmira ed Adelaide di di Bologna 2012. debuttato al Filarmonico di Verona a maggio 2012 Borgogna ). In concerti ha cantato il Requiem di Mozart a Torino e con Pulcinella Stravinskij. Poi è stata Maddalena nel Rigoletto Chieti, Genova, Stabat Mater di Rossinia Catania, Bolzano e Pesaro, la Isabella ne L’Italiana in Algeri Como e Ravenna, Miss Bagott ne Il Messa dell’Incoronazione di Mozart a Bologna, la Messa da Requiem di piccolo spazzacamino Regio di Torino e Fidalma ne Il matrimonio Verdi in Messico, a Liverpool ed in Giappone e la Messa di gloria di segreto Spoleto. Tra i suoi impegni futuri i debutti come Cenerentola Puccini con la Regionale Toscana. La sua discografia comprende: Savona e Rovigo e Cornelia in Giulio Cesare ’Opera de Toulon. Petite Messe Sollennelle , Stabat Mater , Demetrio e Polibio , Zelmira , L’esule di Granata, Sofonisba, Adelaide di Borgogna e Il Diluvio Universale , Lucia di Lammermoor , Jakobin di Dvorak ed un Recital. Pagina a cura di Mariachiara Onori maometto II 6 Il Giornale dei Grandi eventi La Storia dell’Opera Un Maometto in tre differenti versioni

l debutto del Maometto II , il 3 tata e meno turbolenta dei pre - creando in un batter di ciglia stava usando nella sua opera, dicembre 1820 al Teatro San cedenti dieci “anni di galera” - proprio La donna del lago . Poi si ambientata invece che in Mes - ICarlo di Napoli, non fu certa - prendendo in prestito la dicitu - aggiunsero, appunto, - e qui sico durante la conquista spa - mente un successo, quanto piut - ra verdiana – in cui nacquero possiamo serenamente discol - gnola, nella città greca di Ne - tosto un fiasco clamoroso. E di - ben trenta titoli operistici, rela - pare il povero Rossini – le gra - groponte (occupata dai Vene - re che il cast non era certo dei tivi rimaneggiamenti e varie ne di un periodo storico al - ziani già dal XIII secolo), asse - peggiori. Accanto al basso Filip - cantate sceniche. A partire dal quanto movimentato, con varie diata nel 1470 dai turchi guida - po Galli (Maometto) ed al teno - 1820, dopo le quattro opera sommosse di stampo liberale ti da Maometto II. Un legame re Andrea Nozzari (Calbo), fi - dell’anno precedente ( , (anche a Napoli, allora sotto i “di sinossi” evidente, ma anche gurava Isabella Colbran (Anna), Eduardo e Cristina, La donna del Borboni). Tra le innumerevoli, elementi contrapposti di facile cantante affermatissima, che lago, Bianca e Falliero ), i lavori si intuibili, conseguenze sul pia - spettacolarizzazione. due anni più tardi diverrà la prima moglie di Rossini. Il libretto Ma l’opera era troppo “avanti” per il pubblico dell’epoca, an - Il libretto in realtà manca di che per quello napoletano, tra i una paternità dichiarata. Il più culturalmente vivaci: Ros - bandolo dell’aggrovigliata ma - sini aveva azzardato, evidente - tassa è stato trovato dal musi - mente esagerando. Superare gli cologo Bruno Cagli, che dopo schemi formali codificati (nu - assidue ricerche, sfatò la deri - meri chiusi) in nome della “ve - vazione Volterriana (la trage - rità” drammatica, cercare la dia Mahomet, ou Le fanatisme ) forte aderenza al testo, optare indicando il modello letterario per ampie strutture compositi - del Maometto II nella tragedia ve utilizzando una strumenta - Anna Erizo di Cesare Della Val - zione funzionale alla situazio - le, duca di Ventignano, trage - ne drammaturgica erano lode - diografo napoletano di stampo voli ambizioni, ma novità anco - classicista attivo a Napoli pro - ra troppo pesanti da digerire. prio in quegli anni. Questi co - Per questo Rossini rimaneggiò nosceva personalmente Rossi - lo spartito in occasione della ni e, un po’ per stima grandis - rappresentazione veneziana, al sima nei suoi confronti, un po’ Teatro della Fenice nel dicem - per amicizia, acconsentì a tra - bre di due anni più tardi, cam - Il Teatro San Carlo di Napoli, dove debuttò il Maometto II sformare il proprio lavoro – in biando in maniera importante realtà ancora in fase di elabora - la fisionomia dell’opera: « Onde diradano e si arriverà all’ ulti - no politico, economico e sociale zione – in libretto d’opera. togliere l’orrore della storica cata - ma opera, il Guillaume Tell del ne cogliamo una, curiosa, che Il risultato fu che Anna Erizo vi - strofe venne condotto il melodram - 1829, con un solo titolo all’an - fu deleteria per il Nostro: ven - de la luce prima come libretto ma a lieto fine, appoggiandosi a’ no. ne soppresso il gioco d’azzardo che come tragedia; e di questo primi luminosi successi de’ Vene - che aveva sede al San Carlo, il suo autore si lagnò non poco. ti», fu scritto. Aggiunta pure Una genesi travagliata fonte di lucro per potenti im - Ma onestamente il lavoro di una Sinfonia d’apertura, riela - presari del luogo – primo fra Della Valle ha raggiunto la fa - borato e suddiviso lo stermina - E’ proprio il Maometto ad avere, tutti il Barbaja - ma da cui rica - ma più abbinato alla musica di to Terzettone del primo atto, per primo, genesi lunga e piut - vava qualcosa anche lui. Im - Rossini che come tragedia di cancellata la scena del massa - tosto travagliata: vuoi per im - paurito, terrorizzato dal futuro per sé E lo stesso il titolo del cro: e dato spazio, esclusiva - pegni imprevisti, vuoi per la - – i timori « gli avevano bucato in - dramma, focalizzato sul perso - mente, ai pezzi pensati in fun - vori già avviati (noto il tira e teramente l’estro » - si fece coglie - naggio femminile piuttosto che zione drammatica, il tutto ri - molla con Maria Luisa di Bor - re da una certa depressione sull’eroe musulmano, è forse condotto in una configurazione bone, allora reggente del duca - creativa, rallentando enorme - un tentativo a posteriori di di - più convenzionale, meno mar - to di Lucca, cui aveva promes - mente proprio il lavoro sul stinguersi, ma con ben scarso catamente innovativa. Poi, ap - so un’opera in realtà mai nata), Maometto , che arrivò, come si è risultato. punto, in omaggio all’uso cor - vuoi ancora per una situazione detto, solo in coda all’anno Nel 1826 Rossini rielaborò una rente nei teatri del Nord Italia, socio politica sinceramente 1820. terza volta il Maometto, compo - un bel lieto fine, con Anna che complessa. Fatto è che l’opera nendo per Parigi Le siège de Co - convola a nozze con Calbo.Ri - ci mise un po’ a presentarsi in L’idea del soggetto rinthe - reinserendo, tra l’altro, sultato: analogo insuccesso. pubblico. L’attività di Rossini il finale tragico – su libretto di Nemmeno a Venezia l’opera fu era quasi interamente legata al Il 4 febbraio di quello stesso Balocchi/Soumet. Il successo apprezzata, anzi, il pubblico palcoscenico napoletano, tra i 1820 era andata in scena, sem - fu, finalmente, grandissimo. In era visibilmente ostile, tanto più prestigiosi all’epoca, in una pre a Napoli, Fernand Cortez, ou realtà, va detto, che l’opera è più che aveva ritenuto offensi - città che a ragione si poteva de - La conquête du Mexique, opera da considerarsi lavoro a sé e vo il dover assistere ad un’ope - finire una vera e propria capi - parigina di straordinario suc - non tanto una versione france - ra ”riciclata” e non apposita - tale musicale europea, ma di cesso proprio di Gaspare Spon - se di quelle già andate in scena: mente composta per la Serenis - quel teatro godeva anche dei tini, alla cui realizzazione, pe - la lingua, la distribuzione dei sima. dolori, tra cui innumerevoli in - raltro, Rossini aveva collabora - ruoli vocali, ma soprattutto la Ma Facciamo un piccolo passo toppi dell’ultima ora e conse - to in prima persona: dovere pa - concezione drammaturgica ti - indietro. Maometto II è conside - guenti rallentamenti. Alla fine triottico contrapposto all’amo - picamente parigina ne fanno rata opera “di svolta” di Rossi - del 1819, tanto per fare un re per il nemico, richiami stori - un prodotto autonomo, con ni. E’ con questo titolo, infatti, esempio, si era trovato a dover ci, scene ampie ed effetti pecu - una propria, precisa e nuova che si apre una nuova fase crea - tamponare l’emergenza dettata liari in orchestra. Insomma, gli identità. tiva del compositore, più medi - dal forfait di Gaspare Spontini stessi ingredienti che Rossini Barbara Catellani maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 7 Analisi Musicale Maometto II , il Rossini serio da riscoprire

ell’immaginario produzione a un titolo mosfere cupe e fosche terribile Maometto cui è gran duetto fra la don - com une, Rossi - l’anno. respirate nella prece - riservata, naturalmente na ed il capo mussul - Nni è il geniale In questo contesto, dun - dente parte. All’aria di una cavatina, ovvero mano. Maometto, però, esponente dell’ultima que, nacque la nuova Anna segue un articola - un’aria per presentare il più che oppressore è un grande stagione comica opera che si presenta to recitativo e, subito personaggio. Il carattere innamorato e la scrittu - del nostro teatro. Se si con un obiettivo interes - dopo, il cosiddetto virtuosistico dell’inizio ra, agile, fluente, ricca pensa al “Pesarese”, il sante, il superamento di “Terzettone”, un nume - riflette il carattere del di flessuosità, ne evi - primo titolo che viene quegli schemi formali ro musicale di quasi dominatore così come la denzia i sentimenti con in mente, di solito, è Il rigidi che avevano ca - quarantacinque minuti, scelta della voce grave è fresca inventiva. Fre - barbiere di Siviglia . Tut - ratterizzato il nostro in seguito ridotto, che in linea con una tradi - schezza che contrasse - tavia Rossini scrisse teatro in precedenza e costituiva davvero un zione (che perdurerà gna anche il larghetto molte più opere serie che Rossini stava ormai successivo all’entrata che comiche e proprio aggredendo da tempo, dell’uomo, in cui Anna nel settore tragico svol - alla ricerca di una mag - ricorda nostalgicamen - se un ruolo fondamen - giore fluidità narrativa. te e teneramente i tem - tale, proiettando il no - L’opera si apre senza pi trascorsi accanto al stro teatro verso con - una Sinfonia, ma con padre e il suo innamo - quiste formali e climi una breve Introduzione ramento per Maometto “romantici” (si pensi al strumentale che conflui - conosciuto sotto le Guglielmo Tell ) che sce direttamente sull’in - mentite spoglie di avrebbero costituito tervento del coro ma - Uberto. E’ una pagina una preziosa eredità schile. Già l’avvio meri - chiave nell’economia per Donizetti e, attra - ta una sottolineatura. dell’opera, sia sul piano verso lui, per Verdi. Rossini concatena più musicale, sia sotto il La fondamentale stagio - elementi (coro, recitati - profilo drammaturgico ne “seria” di Rossini si vo, brano d’insieme, an - e non a caso anche qui consumò negli anni di cora coro e recitativo) e Rossini ne dilata l’arco permanenza a Napoli, la scena assume un re - compositivo offrendoci al San Carlo, sotto la ge - spiro ampio e di forte un grande quadro emo - stione dell’abile impre - tensione drammaturgi - tivo dei due personaggi. sario Barbaja. Lì, Rossi - ca. Da notare che il tema Il duetto è interrotto dal - ni, avendo a disposizio - del coro - cantabile e l’arrivo di Selim che an - ne ogni stagione un cast nervoso insieme - si ge - nuncia una controffensi - nera dalla cellula inizia - va da parte dei nemici; di assoluto valore, spe - Gioachino Rossini nel 1820 rimentò e innovò, pre - le della Introduzione, a Maometto, dopo aver parandosi alla successi - conferma del totale con - elemento di novità. Il per tutto l’Ottocento) consegnato un sigillo ad va esperienza francese. trollo che Rossini eserci - blocco era ripartito in che vuole il grande con - Anna (che se ne servirà Nacque a Napoli, fra gli ta qui sulla materia mu - varie parti fra loro sal - dottiero basso o barito - per salvare i suoi) parte altri, Maometto II, titolo sicale, elaborata secon - date: un primo terzetto no. Un articolato recita - per la battaglia. al quale non arrise im - do un piano di simme - (Anna, Calbo e Erisso) tivo (con inframmezza - Va ancora segnalata la mediata fortuna, ma che trie e rimandi molto interrotto da un colpo to un coro) porta al fina - cavatina di Calbio cui incise profondamente preciso. Da segnalare, di cannone, segnale del - le del primo atto, un Rossini regala una pa - nella drammaturgia infine, il ricorso ad un l’assalto finale di Mao - concertato che coinvol - gina di elegante fattura. rossiniana. recitativo non secco, ma metto; cambio scena e ge Anna, Calbo, Erisso, Dopo un terzetto (An - Il librettista Cesare della accompagnato, con dopo un coro femminile Maometto e il coro. na, Calbo ed Erisso) e Valle duca di Ventigna - un’intensa partecipazio - interno, lirica preghiera una Preghiera corale, si no, trasse spunto dalla ne dello strumentale di Anna per le sorti del Il Secondo atto giunge al finale precipi - tragedia Anna Erizo da che amplifica il “gesto” proprio popolo; rientro tato con la morte di An - lui stesso scritta sempre drammatico del raccon - in scena di Erisso e Cal - Dopo le fosche atmo - na che si uccide davan - in quel 1820 ed incen - to di Erisso. L’entrata bo e nuovo terzetto con sfere che hanno caratte - ti a Maometto. Una trata sulla caduta della del generale Calbo con la donna, cui si unisce il rizzato l’intero primo grande scena che anco - colonia veneta di Ne - un tema ampio, dai toni coro. atto, il secondo, am - ra una volta mostra la groponte del 12 luglio decisi (anche qui, come Un Terzettone di ampie bientato nel « ricchissimo capacità ormai piena - 1470, durante la guerra nella Introduzione e nel proporzioni, dunque, padiglione di Maometto mente consolidata da tra i Turchi ed i Vene - coro, ricorrono ritmi ma soprattutto, genera - nel quale si veggono riu - parte di Rossini nel fon - ziani, quando la popola - puntati che assicurano tore di forti tensioni niti tutti gli oggetti del dere insieme le ragioni zione venne sterminata un tono marziale) costi - drammatiche che sfo - lusso orientale » (come della musica e quelle e il bailo Marco Erizzo tuisce la svolta nella vi - ciano poi nell’arrivo dei recita la didascalia) si del teatro, ponendo la segato a metà, per pre - cenda con l’assunzione turchi: un coro baldan - apre con un coro fem - prima al s ervizio del se - star fede alla promessa di responsabilità da zoso che prelude l’in - minile che prepara l’in - condo. fattagli dal Sultano di parte dei generali che si gresso del vincitore, il gresso di Anna e poi il Roberto Iovino avere salvo il collo. uniscono per la batta - Rossini proveniva da glia. un periodo di turbinosa Al cambio di scena, en - PER RICEVERE PREVENTIVAMENTE IL GIORNALE, creatività con sette ope - tra il personaggio fem - ISCRIVETEVI ALLA NOSTRA MAILING SCRIVENDO A: re composte nel biennio minile, Anna, cui Rossi - precedente. Maometto II ni riserva una cavatina [email protected] aprì invece una fase più (“ Ah che invan sul mesto calma nella quale il mu - ciglio ”) che nella sua ele - LO POTRETE COSÌ LEGGERE PRIMA DI VENIRE IN TEATRO sicista limitò la propria ganza conferma le at - maometto II 8 Il Giornale dei Grandi eventi Maometto II “il Conquistatore” Un sultano feroce, ma anche colto ed

aometto II nacque ad gnandosi il titolo di Fatih (il Adrianopoli, città del - Conquistatore), fino alla sua Mla Tracia storicamente morte (1481). aperta alle influenze greco-or - todosse, nella notte tra il 29 e La presa di Costantinopoli 30 marzo del 1432. Maometto, uno degli otto figli del Sultano Nel 1453, ad appena 21 anni, Murad II, ricevette un’educa - Maometto II realizzò il sogno zione poliedrica e cosmopolita (per lui quasi un’ossessione) che lo rese un raffinato amante della dinastia Ottomana: con - delle arti e delle scienze anche quistare Costantinopoli e porre se la pubblicistica ottomana ne così fine al millenario impero ha esaltato solo le doti militari di Bisanzio. La Costantinopoli e quella cristiana dell’epoca lo che cadde in mano turca era in ha quasi sempre rappresentato realtà solo una triste allegoria come un “terribile sanguina - di ciò che era stata. Ridotta or - rio”. Nel 1444 il padre, alle mai ad una piccola città-stato, prese con minacce militari la mitica Bisanzio era stata già esterne e una latente guerra ci - colpita a morte secoli prima, vile, decise di abdicare in favo - come scrisse Braudel, dai cri - re del figlio prediletto e così stiani d’occidente: dai norman - Maometto II, a soli 12 anni, di - ni (1185) e poi, soprattutto, dal - venne il settimo sultano della la quarta crociata dei latini nel dinastia Ottomana. Ovviamen - 1204. Maometto II non fece al - te il giovane Maometto non fu tro che assestare il colpo finale. in grado di gestire ed affronta - L’assedio ottomano alle mura re i numerosi pericoli e proble - ancora solide della città iniziò mi che in quel momento afflig - nel 1394 e andò avanti per 60 gevano l’impero. Così Murad anni. Dopo aver costruito un II, dopo aver sconfitto gli eser - forte sul Bosforo (RumeliHisa - citi cristiani nella sanguinosa ri) per impedire il passaggio di crociata di Varna e stabilizzata navi “amiche” dei bizantini, Dapprima sottomise le colonie Emanò un Codice delle Leggi la situazione interna, nel 1446 Maometto II lanciò l’attacco fi - genovesi sul Mar Nero, poi il (Kanunname ) che regolò a lun - si riprese il trono. Solo nel nale il 6 aprile 1453: decisivo fu principato dei Comneni di Tre - go l’assetto organizzativo del 1451, non ancora ventenne, l’uso di nuovi cannoni pesanti bisonda, parte della Crimea e nuovo stato ottomano, ormai Maometto II divenne finalmen - e molto precisi. Le forze in tutta l’Anatolia, fino ad arriva - divenuto un dominio mondia - te sultano a pieno titolo di un campo erano fortemente squili - re alla Siria. Successivamente si le. Ma il maggiore impegno lo impero che governò, guada - brate: poche migliaia (5-8mila) dedicò all’espansione verso dedicò alla sua “magnifica os - i difensori, circa il ovest. Nel 1460 occupò l’Alba - sessione”: Costantinopoli. In triplo, se non di più, nia e da quel momento iniziò primo luogo si occupò del suo gli Ottomani. Dopo l’emigrazione degli ortodossi ripopolamento favorendo un’ultima strenua re - albanesi verso l’Italia meridio - un’immigrazione turca dal - sistenza guidata da nale, sacche etniche che ancora Costantino XI e dai continuano a mantenere la pro - genovesi, Costanti - pria identità. Fra il 1460 e il nopoli cadde il 29 1470 annesse all’impero il Pelo - maggio 1453. La cit - ponneso, la Morea e l’isola di tà, ormai svuotata Eubea (la Negroponte venezia - dei suoi 50.000 abi - na, cui poi fa riferimento que - tanti, conobbe tre st’opera). Nel 1478 le sue giorni di spietato sac - avanguardie militari arrivaro - cheggio. Subito dopo no in Friuli. Nel 1480 conquistò Maometto II vi tra - la fortezza di Otranto in Puglia sferì la capitale del - sognando di farne la testa di l’Impero ottomano . ponte per la conquista della pe - nisola, allora attraversata da L’espansione questo incontenibile timore dell’Impero (dando luogo all’adagio « mam - ma li turchi! »). Ma l’anno se - In 30 anni di regno guente Maometto II morì e suo Maometto II guidò figlio, il nuovo sultano Bayezid personalmente 25 II, decise una volta per sempre campagne militari di abbandonare l’idea di con - trasformando l’Im - quistare l’Italia. pero Ottomano da potenza regionale a Le innovazioni superpotenza mon - diale. Le sue conqui - Maometto II non fu solo un ge - ste territoriali furono nio militare, quanto anche un impressionanti. abile legislatore e politico. maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 9 Lo sterminato Impero Ottomano illuminato Dominatore di mezza Europa,

l’Anatolia (con la promessa di dal XIII secolo fino ad Atatürk una casa per tutti) ed, al con - tempo, riaccogliendo le comu - uello Ottomano è go e la Russia innanzitutto, nità che la avevano resa grande stato uno dei più va - ma anche l’Inghilterra e la nei secoli: greci, armeni, ebrei, sti e duraturi imperi Francia) sottrassero al domi - veneziani e genovesi. Un seco - Q della storia. Per oltre sei - nio ottomano territori sem - lo dopo la caduta, Costantino - cento anni, tra il 1299 e il pre più vasti. In altri termi - poli aveva quasi mezzo milio - 1922, ha rappresentato una ni, il morente Impero otto - ne di abitanti e stupiva viag - superpotenza mondiale. mano diventò, secondo una giatori e diplomatici per il suo Nel periodo di massima definizione caricaturale in splendore e la sua vivacità. espansione (XVI-XVII seco - voga nelle cancellerie euro - Trasformò Aghia Sofia in una lo) controllava un territorio pee, il « Grande Tacchino » moschea monumentale, ag - di circa 5 milioni di kmq (non a caso “ turkey ” in in - giunse nuovi palazzi al Topka - che toccava tre continenti: glese), da spolpare e suddi - pi e iniziò la costruzione del l’Europa sud orientale, vidersi. Dalla metà del XIX Grande Bazar con l’intento di l’Asia occidentale e l’Africa secolo le potenze occidenta - fare concorrenza ai mercanti settentrionale. li, non senza qualche spora - genovesi di Galata. Per cele - L’Impero ebbe origine alla dica resistenza, misero di brarsi costruì la Moschea di fine del XIII secolo nel - fatto sotto tutela quel che ri - Fatih, poi distrutta da un terre - l’Anatolia occidentale maneva dell’Impero otto - moto nel 1766, accanto alla quando Osman, il fondato - mano e imposero una vasta quale sorse anche la sua tomba re della dinastia turca e musulmana degli Otto - serie di riforme ( tanzimat ) amministrative, socia - (Fatih Turbesi). Attirò nella ca - mani, rafforzò in poco tempo il suo piccolo prin - li, politiche e culturali mirate a modernizzare ed pitale ottomana artisti, scritto - cipato a spese dell’Impero bizantino e di quello “occidentalizzare” lo stato e la società. Riforme ri, architetti provenienti tanto selgiuchide. Dal XIV a tutto il XVI secolo gli Ot - che riuscirono solo in parte. Nel periodo che va dall’occidente che dall’oriente. tomani, attraverso una serie di guerre e di alle - dal trattato di Berlino (1878) alla I Guerra Mon - Celebre ancora oggi è il ritrat - anze strategiche e commerciali, espansero co - diale (1914) le potenze europee alimentarono il to del Conquistatore che Gen - stantemente il loro impero. A segnare questo po - conflitto etnico-nazionalista contro il governo tile Bellini disegnò nel 1480. Il deroso processo furono soprattutto due sultani, centrale ottomano e si moltiplicarono le sparti - quadro è esposto alla National Maometto II il Conquistatore (1430-1481), che nel zioni: perfino l’Italia sottrasse agli Ottomani la Gallery di Londra e ancora re - 1453 espugnò Costantinopoli e dilagò nei Balca - Tripolitania (1911). In questo contesto pure parte centemente ha ispirato un go - ni, e Solimano il Magnifico (1495-1566), il quale dell’élite turca (in particolare i militari) scelse la dibile giallo storico ambienta - sconfisse il regno di Ungheria, conquistò Belgra - via del nazionalismo e si formò così il movimen - to tra Venezia e Costantinopo - do e Baghdad ed arrivò ad assediare Vienna per to dei Giovani Turchi. La sconfitta nella I Guerra li ( Il ritratto Bellini di Jason Go - la prima volta. Si formò così un vasto impero Mondiale, le durissime condizioni del trattato di odwin). multietnico e multireligioso. Come dimostrato pace di Sèvres (1920) e i conflitti con Grecia, Ar - dalla storiografia più recente, che ha superato i menia e Francia (1919-22) diedero forza al nazio - Roberto gritti vecchi pregiudizi nazionalistici, il dominio otto - nalismo turco che si batté per liberare l’Anatolia Professore di Sociologia delle mano si basò sull’inclusione, sia pure in posizio - dalle mire e dalle influenze straniere. In tal mo - Relazioni Internazionali - ne subordinata, dei popoli conquistati attraverso do, nel 1922 il plurisecolare Impero ottomano Universita' "La Sapienza" un modello politico e amministrativo (quello dei cessò di esistere e nel 1923 MustafàKemāl, detto di Roma millet ) fondato sulla tolleranza e la relativa auto - Atatürk (“padre dei turchi”), proclamò la nascita nomia delle diverse comunità. Impero con cui le della Repubblica (laica) di Turchia. potenze europee di allora non fecero solo guerre ma anche buoni affari (si pensi a Venezia). Ro. gr.

La decadenza

Due date, invece, segnarono l’inizio del lento e progressivo declino politico e militare ottomano: 1571 quando la marina imperiale ottomana ven - ne sconfitta a Lepanto e perse così il dominio dei mari; 1683 quando fallì il secondo assedio a Vienna, piegati dai reggimenti del principe Eu - genio di Savoia. Nel XVIII secolo e, soprattutto, nell’Ottocento, l’Impero ottomano smise di esse - re il “terrore” dell’Europa cristiana e diventò «l’uomo malato » dell’Europa, secondo la defini - zione coniata dallo zar russo Nicola I alla vigilia della guerra di Crimea (1853). Nell’Ottocento quella incredibile miscela eterogenea di popoli che era stato e continuava ad essere l’Impero ot - tomano deflagrò sotto la spinta di due processi convergenti. Da un lato emersero una miriade di movimenti nazionalisti (quasi sempre appoggia - ti dalle potenze europee) che si proponevano di fondare nuovi stati indipendenti e sovrani. Dal - l’altro, approfittando della decadenza di questo Impero, le grandi potenze occidentali (gli Asbur - maometto II 10 Il Giornale dei Grandi eventi Le tre versioni dell’opera Due finali tragici ed uno con il matrimonio di Anna

ue anni dopo la sfortu - e dopo ci sarà il Moïse et Pharaon na più indulgente nei confronti te declamato-arioso su un flui - nata rappresentazione (26.3.1827). La trama de Le siége dell’amante, tanto da lasciarsi re di archi che sembra prelude - Dnapoletana (al S. Carlo il (affidata ai librettisti Alexandre coinvolgere nei preparativi del re la celebre aria di Tell, “ Sois 3 dicembre 1820), Maometto II Soumet e Luigi Balocchi) rimase rito nuziale, salvo ricredersi di immobile ” al momento del leg - approdò - dal 26 dicembre 1822 analoga a quella del Maometto, fronte ai rimproveri del padre. gendario tiro all’arco) - si può al 1° gennaio 1823 - alla Fenice ma l’assedio di Negroponte Nell’insieme Le siége mantiene ricordare la grande aria di di Venezia, teatro assai caro a (1470) fu sostituito da quello a la struttura italiana (al contra - Neocle “ E fia ver ” concepita in Rossini, il quale lì aveva colto Corint o (1459). Scelta non ca - rio del successivo Moïse et Pha - uno stile prevalentemente silla - significative affermazioni, a suale. A Corinto gli assediati raon dal Mosè che virerà verso bato in una struttura aperta di - partire da quel Tancredi che nel - non erano veneziani ma greci e il Grand-opéra francese) con versa dalla consuetudine italia - l’ormai lontano 1813 ne aveva questo rendeva il tema attuale: qualche inserimento di caratte - na. In altri casi, invece, Rossini rivelato la verve drammatica. non va dimenticato che dal re più legato al gusto parigino mantenne la morfologia delle Per la nuova messa in scena, il 1821 la Grecia, la quale godeva (si veda la ballade con coro di arie italiane adattando la ricca musicista rivide l’opera appor - delle simpatie francesi, lottava Ismaele). ornamentazione del Maometto tando alcune significative mo - contro la minaccia musulmana. La struttura si amplia a tre atti II alle diverse esigenze vocali difiche, tagliando due delle cin - Rossini, dunque, poneva all’at - e Rossini operò un attento riu - dello stile francese. que arie presenti nel manoscrit - tenzione generale, il tema della tilizzo delle sezioni musicali, in Da notare che l’epilogo - in que - to napoletano e dando quindi libertà di un popolo che sareb - taluni casi modificandone l’or - sto caso tragico - riprese quello ancor più spazio ai concertati. be stato poi elemento fonda - dine per adeguarli alle nuove della prima edizione napoleta - Antepose all’opera una Sinfo - mentale nell’avvio della carrie - esigenze drammaturgiche. na della versione italiana. Qui nia, riprendendo lo schema ra verdiana. Erisso, Anna, Cal - Fra le pagine nuove più inte - Pamira muore e Corinto s’ina - consueto delle altre sinfonie da bo e Condulmiero divennero ressanti - a parte il breve rac - bissa divorata nelle fiamme: un lui scritte in precedenza, con in - Cleomene, Pamira, Neocle, Je - conto di Maometto in cui è finale di grande spettacolarità troduzione lenta, parti più agili ro. Se quasi tutti i personaggi evocato l’incontro con una sco - degno del nascente Grand-opéra. e crescendo. Aggiunse poi un mantennero caratteri simili, nosciuta ad Atene che poi si ri - coro femminile introduttivo al - Pamira appare, rispetto ad An - vela essere Pamira (un elegan - Roberto Iovino la scena di Anna e, soprattutto, modificò il “Terzettone”, sosti - tuendo la parte iniziale con un Sull’autografo conservato a Pesaro Quartetto (Anna, Erisso, Calbo e Condulmiero), la cui musica è Un sovrapporsi di versioni tratta dal quartetto di Bianca e Falliero, all’epoca il brano più nella partitura originale del Maometto II fortunato di quell’opera. Altri cambiamenti importanti ’ un manoscritto stratificato di momenti come la Napoli d’inizio ‘800. Ma quando nel secondo atto. L’aria di Cal - compositivi diversi, quello del Maometto l’opera fu richiesta a Venezia per La Fenice, bo viene inglobata in una scena EII gelosamente archiviato presso la Fon - Rossini dovette ripensarla in termini assai me - diversa, concepita come un’in - dazione Rossini di Pesaro. Stratificato perché no innovativi, ad iniziare da una conclusione a troduzione drammatica all’in - in molte pagine l’autografo riporta una accan - lieto fine per non ridestare nei veneziani il ri - serimento del lieto fine: il duel - to all’altra le modifiche, talvolta profonde, che cordo di una delle più dure sconfitte della lo - lo fra Maometto e Calbo toglie Rossini apportò al Maometto II presentato a ro storia, come proprio quella di Negroponte spazio alla scena del sotterra - Napoli nel 1820 per metterlo in scena a Vene - nel 1470 ad opera di Maometto II. Dovrà an - neo, ma prepara l’intervento zia nel dicembre 1822 e, in qualche parte, quel - che adeguarlo al gusto di un pubblico amante del coro che interrompe le cupe le ancora successive per Le siège de Corinthe , dell’alta teatralità, come farà pure meno di riflessioni di Anna annuncian - terza ed ultima versione portata in scena nel due mesi più tardi con il poderoso meccani - do la vittoria di Calbo, la libera - 1826 all’Opéra di Parigi. smo della Semiramide, composta sempre per il zione della città e la salvezza di Rossini, difatti, lavorò sullo stesso spartito na - teatro veneziano dove debuttò il 3 febbraio tutti. Finale gioioso, dunque, poletano per le successive versioni, inserendo - 1823. In questa versione ricompare, dunque, la con Anna che intona il rondò vi le nuove parti composte, tagliando quelle Sinfonia, risuonano altri cori e bande a lui tan - tratto dalla Donna del lago a dif - non più utili, arrangiando i collegamenti ne - to care anche fuori scena, aggiunge cambia - ferenza della prima versione cessari per le mutate situazioni. menti per allentare la tensione e condurre al napoletana che si chiude con il Per questo, il manoscritto conservato a Pesaro, lieto fine del matrimonio. Un lavoro di cesello suicidio di Anna di fronte agli fra i più curati di Rossini e ricco di grandi so - questo, che certo inciderà molto anche nella occhi di Maometto . luzioni strumentali, è di straordinaria impor - successiva rielaborazione parigina de Le siège tanza, offrendo esso una rara e preziosa docu - de Corinthe, la quale dovrà guardare a sua vol - Da Negroponte a Corinto mentazione sul metodo di lavoro rossiniano e ta al gusto del Grand Opera. sul processo rielaborativo, particolarmente co - Questo autografo, purtroppo non è completo, Poco più di un mese dopo, il 3 mune nei musicisti del tempo. Certo, l’acca - anche se grande merito va riconosciuto al pro - febbraio 1823, come è noto, vallarsi ed il sovrapporsi di tanti segni, note e fessore Philip Gosset, il quale per la sua edi - Rossini chiuse la propria carrie - variazioni, lo rendono di difficile lettura. E qui zione critica alla prima versione, è riuscito a ra italiana mettendo in scena, sono di grande ausilio le copie originali predi - scovare altre parti disperse, così da ricompor - ancora alla Fenice, Semiramide. sposte per ogni singola versione. lo quasi completamente: alcuni pezzi mancan - L’anno successivo avviò la fase Così, dalla partitura emerge di come Rossini ti della versione napoletana (1820) sono stati, francese del suo teatro che, a abbia conseguito con quest’opera la definizio - infatti, individuati in biblioteche pubbliche od parte la Cantata scenica Il viag - ne più alta del suo discorso drammatico, ma si in collezioni private, Pochissimo, invece, rima - gio a Reims (19. 6.1825), si aprì evidenziano anche elementi compositivi im - ne purtroppo del materiale elaborato per Le con due rifacimenti di altrettan - portanti, come il netto prevalere dei pezzi con - Siège de Corinthe (1826), molto, invece del Mao - te opere italiane precedenti. La certati sulle arie, l’entrare subito nel vivo del metto II rielaborato per Venezia (1822). prima fu, appunto, Maometto II discorso: segni esteriori del rinnovamento av - che divenne Le siége de Corinthe venuto in quel contesto culturalmente elevato mi. ma. maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 11 Il ruolo delle voci nel Maometto II Un inconsueto triangolo vocale spetto da non tralasciare del Maometto II è la particolare e com - per il quale spesso Rossini aveva scritto parti da “cattivo”, le quali pe - plessa forma del classico triangolo vocale, alla base della defi - rò possedevano una rilevanza psicologica maggiore rispetto agli altri Anizione drammatica dei personaggi e del loro ruolo nella vi - personaggi (su di lui modellò, ad esempio, il personaggio di ). cenda. Tale triangolo, nelle opere dell’epoca, era solitamente costituito Così questo ruolo di Erisso, benché privo di arie, possiede una profon - da una prima donna (generalmente soprano), dal suo amante corri - dità che va al di la dello stereotipo del governatore che vede solo la Pa - sposto (definito all’epoca “musico”, tipicamente un contralto en trave - tria: egli è un uomo combattuto dai dubbi sulle scelte da adottare e poi sti, ovvero una donna che aveva sostituito il castrato nei panni di un dall’amore forte per la figlia. Tale ruolo a Venezia ha avuto come in - giovane) e da un personaggio antagonista, come un padre severo o ri - terprete John Sinclair, che non ebbe una carriera brillante, nonostante, vale amoroso che cerca di inserirsi nella storia due mesi dopo, nella successiva prima rappresenta - d’amore, solitamente interpretato da un tenore. zione di Semiramide interpretò la parte non facile di Nelle opere napoletane di Rossini, a dimostrazione Idreno. Il ruolo di Calbo , invece, pur non avendo della particolare sperimentazione portata avanti in una forte valenza drammatica, è caratterizzato da quegli anni dal “pesarese”, questi caratteri dram - una vivace scrittura vocale, dove l’ampia estensione matici vengono spostati e “disegnati” sugli inter - viene sfruttata per intero nella difficilissima aria che preti che il compositore aveva a disposizione. Così spazia da affondi più gravi fino a vertici come nei per il Maometto II ciò avviene con Isabella Colbran quattro Si 4 conclusivi, i quali sono addirittura un se - come prima donna, Giovanni David tenore acuto mitono al di sopra al limite acuto di Anna. A Napoli che canta al posto del contralto nel ruolo del - la parte fu scritta per il contralto Adelaide Comelli, l’amante corrisposto ed Andrea Nozzari, un barito - mentre a Venezia a cantarla fu Rosa Mariani, che sa - no-tenore, ovvero un baritono con tessitura grave, rà l’Arsace nella successiva Semiramide . che interpreta l’antagonista. Il personaggio di maometto , da parte sua, si trova La configurazione del triangolo, dunque, assume anche lui combattuto tra l’amore verso Anna e la re - una veste insolita. Al vertice c’è sempre la prima altà che lei è figlia del suo nemico. Così, dal punto di donna, anna , interpretata a Napoli come a Venezia vista musicale, le fioriture belcantistiche che caratte - da Isabella Colbran, soprano con predilezione per il Gioachino Rossini in una caricatura rizzano il ruolo, ben descrivono da una parte, nel pri - registro centrale che non ha bisogno di arrivare ad mo atto, il condottiero vincitore e dall’altro l’amore e acuti particolari visto che in quest’opera si sale solo al Si ß 4, ma carat - la compassione che lo spingono verso Anna. Ad interpretarlo, sia a Na - terizzata da una particolare agilità vocale che si può apprezzare nel poli che a Venezia, fu in grande basso Filippo Galli, che già aveva te - rondò finale mutuato da La donna del lago, opera anch’essa composta nuto a battesimo diverse opere rossiniane. sulle caratteristiche della Colbran. Ma è da notare che Rossini, nella ri - Curioso, invece, il ruolo di Condulmiero che a Napoli fu interpretato presa veneziana del 1822 – come fece per la ripresa viennese di Elisa - da un Tenore (Giuseppe Ciccimarra) ed a Venezia da un Basso (Lucia - betta – graziò la Colbran, a quell’epoca a fine carriera, dall’aria di sorti - no Mariani, primo interprete di Oroe nella successiva Semiramide ). Nel ta, sostituita da un coro di donne. manoscritto veneziano tutte le parti nuove sono scritte in chiave di bas - Anna è dunque attratta da due poli contrapposti: da una parte il padre so, mentre la parte dell’introduzione continua, come nell’originale na - Erisso (tenore) ed il promesso sposo Calbo (contralto) e dall’altra Mao - poletano, ad essere per tenore ed in una tessitura effettivamente diffi - metto, amante corrisposto ma anche nemico del suo popolo. Quindi, cile per qualsiasi basso. Così nella generalità delle rappresentazioni, la questa volta da una parte vi sono tenore e contralto alleati (che solita - scelta più usata è quella di impiegare un tenore. mente, invece, giocavano ruoli contrapposti) e dall’altra il basso “catti - Davvero marginale è, infine, il ruolo tenorile di Selimo , che partecipa vo” e nemico, di cui però la protagonista è innamorata. a soli due recitativi e, da comprimario, al finale primo. A Napoli la parte di erisso fu interpretata dal tenore Andrea Nozzari, mi. ma. Composte per l’elezione di Pio IX Anche un pezzo dell’ Assedio di Corinto nell’assemblaggio di brani per due Cantate

a dimostrazione che Rossini politica, fu quella di una soluzione pacifica e in pochi giorni approntò un coro su versi del riutilizzasse suoi pezzi diversi per moderata della questione italiana. Perciò, canonico Golfieri. L'inno, chiamato Grido di Lcreare nuove composizioni, è anche particolare importanza assunse l’elezione di esultazione riconoscente alla patema clemenza di nella storia di due Cantate in onore di Pio IX. Pio IX, ossia Giovanni Mastai Ferretti Pio , fu eseguito da 500 persone e diretto dallo Sebbene, infatti, il Pesarese avesse (Senigallia 1792- Roma 1878), avvenuta il 16 stesso autore sulle gradinate di San Petronio abbandonato la composizione già dal 1829, la giugno 1846. Molte erano le speranze nei la sera del 23 luglio 1846. In realtà il Grido, sua 'rinuncia alla musica' non lo proteggeva movimenti moderati e neo-guelfi, che come molti altri lavori di questi anni, era un da insistenti richieste da parte di teatri e propugnavano una federazione di stati rifacimento del "Coro dei Bardi" dalla Donna privati. Così nel corso dei moti italiani sotto la presidenza onoraria del papa. del lago . risorgimentali, Rossini venne assillato da Al contrario del suo predecessore Gregorio Proprio il 23 luglio, pure lo storico romano domande e, nonostante il cattivo stato di XVI, Mastai aveva mostrato simpatia per il Giuseppe Spada inviò a Rossini un invito a salute, fu costretto a riprendere la penna in movimento riformista: il nuovo pontefice, comporre una nuova cantata in onore di Pio mano, per non essere tacciato di scarso amor dunque, sembrò incarnare quella figura di IX da eseguirsi a Roma. Accettando, Rossini patrio. Papa-Re, illuminato e liberale indicato da riutilizzò brani provenienti da quattro opere «Marciare fischiettando un motivo rossiniano era Gioberti come chiave per giungere, senza quasi scomparse dal repertorio: già una mezza vittoria », diceva padre Ugo sangue, all'unione degli stati italiani. Quando (1817), (1818), Ermione Bassi, noto patriota bolognese. Le pressioni, il il 16 luglio, a un mese dalla propria elezione, (1819) e L’assedio di Corinto (1826). Terminato momento storico, e fors'anche il desiderio Pio IX concesse l'amnistia ai prigionieri l’assemblaggio, il compositore intervenne inconscio di non rimanere completamente politici, conquistandosi un enorme consenso aggiustando l’orchestrazione ed muto, spinsero Rossini ad accettare alcuni di in tutta la penisola, anche Bologna volle aggiungendo anche una delle sue amate questi incarichi 'risorgimentali', senza però festeggiare in Piazza Maggiore: si tentò bande nel finale. Quindi il nome: Cantata in partecipazione politica diretta. subito di convincere Rossini, il quale onore del sommo pontefice Pio IX. Se in questi anni Rossini nutrì una speranza stranamente non oppose troppe resistenze ed Cl. Lan. maometto II 12 Il Giornale dei Grandi eventi Riflessi metallici sulle tavole dei sultani islamici Lozas doradas : L’arte segreta che tramutò la terracotta in oro

osì ciò che è re le terre povere in piat - tali misture e sottoposto stato riluce co - ti e brocche dalle super - poi a una terza cottura, «Cme oro rosso e fici rutilanti d’oro e iri - di 15-18 ore, “a piccolo brilla come la luce del so - descenti di madreperla, fuoco”. Si trattava di un le »: con queste parole il senza utilizzare alcun passaggio delicatissimo grande medico arabo- materiale pregiato. Così alla temperatura di soli ispanico Abul l Qasim il lustro si diffuse in tutti 650°, rispetto ai 900° ri - (Cordoba 936-1013), de - i paesi islamici, appa - chiesti per i primi due scriveva il mirabile pro - gando il gusto di dana - passaggi in forno. La ca - cedimento tecnico della rosi committenti e ser - mera di cottura doveva ceramica a lustro, vera bando intatta, al tempo essere privata dell’ossi - alchimia che consentiva stesso, l’ortodossia isla - geno grazie alla produ - agli antichi ceramisti mica. I vasai mediorien - zione di fumi ad alta arabi di metallizzare tali erano già riusciti a densità, ottenuti dal le - perfettamente piatti e ottenere ceramiche di un gno di salice o di gine - vasellame di terracotta biancore simile alla por - stra; l’atmosfera ridu - smaltata. Queste mense cellana cinese di epoca cente così creata permet - dai bagliori aurei, rossa - Tang, (ricavata questa teva che gli ossidi rila - stri e bruniti erano dette dal caolino) grazie al sciassero un sottilissimo “Lozas doradas ”, in italia - procedimento della velo di metallo che rima - no, “ ceramiche a lustro ”. smaltatura. Tuttavia, per neva incorporato per Del resto, almeno fino ottenere le patine metal - sempre nell’invetriatura. alla metà del Cinquecen - lizzate e colorate del lu - L’artigiano doveva cali - to, anche il nome majoli - stro, fu indispensabile brare attentamente i ca – derivante da Major - scoprire l’utilizzo degli tempi le temperature, ca, porto in cui attracca - ossidi metallici. Nel Set - soprattutto nell’ultima vano le navi cariche Lo - tecento erano anche fase. Un minuto in più o zas doradas – era sinoni - chiamati “ calci” ; in realtà in meno avrebbe signifi - mo di questo tipo di va - sono composti chimici cato la bruciatura del sellame pregiato. La so - di metallo e ossigeno, metallo o la sua irrecu - fisticata tecnica del lu - ampiamente diffusi in perabile opacizzazione. stro nacque in Mesopo - natura. Queste sostanze Una volta raffreddati, i tamia, nel IX secolo, per venivano macinate a pezzi dovevano essere aggirare il divieto cora - lungo, anche per un lavati, poi lucidati con nico che proibiva l’uti - giorno intero, fino ad ot - un panno di lana e cene - derivava, oltre che dalla oro, bruno violaceo e lizzo di oggetti e vasella - tenere una sottilissima re. Solo dopo questa rifi - raffinatezza del procedi - madreperla, colori otte - me di metallo prezioso polvere che era quindi nitura era, infatti, possi - mento tecnico, anche nuti rispettivamente da - per la mensa. Gli artigia - amalgamata con aceto e bile controllare se la loza dall’elevatissima “mor - gli ossidi di cadmio, fer - ni aguzzarono così l’in - terra d’ocra. Il vasellame dorada fosse riuscita in talità” dei pezzi durante ro e manganese. Questa gegno e misero a punto già smaltato di bianco, modo perfetto. La pre - la cottura a piccolo fuo - tecnica subito così ap - l’arte segreta di tramuta - veniva così decorato con ziosità di tali ceramiche co. Si salvavano, infatti, prezzata, fu esportata dalla rottura, media - nel XIII secolo nella Spa - mente solo sei pezzi su gna moresca e solo nel cento. Negli esemplari ‘500 giunse in Italia dove sopravvissuti, tuttavia, i si sviluppò e raggiunse motivi geometrici e ve - livelli insuperati nella getali dipinti col pennel - bottega di Mastro Gior - lo apparivano come in - gio a Gubbio. tarsi metallici sfolgoran - ti di rosso ramato, giallo andrea Cionci

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LO POTRETE COSÌ LEGGERE PRIMA DI VENIRE IN TEATRO maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 13 L’Orientalismo nelle arti dell’800 Prima della pittura l’Oriente affascinò la musica

ll’inizio dell’Ottocento, l’attenzione II e Mosé in Egitto composte a Napoli. Mas - all’Oriente già da quasi due secoli simo Mila osserva: « se L’italiana in Algeri Aaveva permeato vari ambiti cultura - … iniziò la celebrità europea dì Rossini… la for - li dell’Europa, dopo che il “pericolo turco” tuna internazionale della Semiramide fu mag - era stato definitivamente allontanato e giore dì qualunque altra opera seria di Rossini ». scambi commerciali, missioni diplomatiche Così quando Francesco Hayez dipinge la te - e viaggi avevano sostituito le imprese belli - la I profughi di Parga che abbandonano la loro che. Le turcherie settecentesche raffigurate patria (1826), Rossini con Le siège de Corin - da Liotard e musicate da Mozart si trasfor - the , affronta l’Oriente ellenico, legandosi mano nel corso del XIX secolo in un genere all’attualità del filoellenismo così presente diffuso per tutta la cultura europea, dalla in Francia per inneggiare alla lotta dei gre - letteratura alla musica, dalla pittura all’ar - ci contro i turchi. L’esplosione dell’orienta - chitettura, dal teatro all’artigianato. « Nel se - lismo pittorico avverrà, dunque, qualche colo di Luigi XIV eravamo ellenisti, oggi siamo decennio più tardi, in piena temperie veri - orientalisti », diceva Victor Hugo. sta, sotto la spinta del pittore napoletano Una fascinazione che solo verso l’inizio del Domenico Morelli (1826 - 1901) e di Alber - ‘900 cederà ad esotismi più nuovi e più lon - to Pasini. tani, guardando all’estremo Oriente, con In - Oltre la lunga lista rossiniana, altri esempi dia, Cina e Giappone. Prima ancora che gli musicali come Gli arabi nelle Gallie (1827) di artisti italiani avviassero il loro personale Giovanni Pacini, Maometto II di Pietro de Giulio Viotti, Idillio a Tebe Gran Tour esotico tra Egitto, Marocco e Co - Winter (1817) e anche diversi balletti quali stantinopoli, riportando immagini capaci di Sesostri, Cesare in Egitto, Tìppi Saeb e Gli ado - e rielaborazione, è quindi la prima tappa di colpire l’immaginario occidentale, è il teatro ratori del fuoco che nel 1828 inaugurò il tea - un percorso che culmina con la celebrazione musicale a rievocare atmosfere e suggestio - tro Carlo Felice di Genova, testimoniano “filologica” che caratterizzerà mezzo secolo ni. L’esempio di Mozart con Il ratto dal ser - quanto l’orientalismo si impose in ambito più tardi tutta l’impresa dell’ Aida di Verdi, raglio ed Il flauto magico dove l’Oriente è le - musicale, grazie anche al nuovo gusto del nelle due “prime” storiche al Cairo e alla gato a messaggi massonici, sembra ispirare pubblico, dove l’attenzione non era più per Scala di Milano. Il critico Filippo Filippi nel - a Rossini un decennio “orientalista” in tutti i costumi, ma per le scenografie divenute la recensione esaltò l’accuratezza filologica non un semplice telo di sfondo riutilizzabi - dell’opera nella sua presentazione al Cairo, le, ma ricco elemento dominante per loca - definendola un « vero miracolo di resurrezione lizzare e ricreare l’ambiente, mirando a pro - archeologica ». Del resto autore del soggetto e porre agli spettatori le suggestioni di luoghi delle scenografie fu Augùste Mariette, il più lontani, dai templi di Tebe, alla reggia babi - famoso egittologo dell’epoca, scopritore del lonese. Anteriori alle immagini realizzate in serapeo di Menfi e fondatore del Museo loco da artisti-viaggiatori come Raffaele Ca - Egizio del Cairo. Ma se era scontata da par - relli, Ippolito Caffi, Carlo Bossoli, Alberto te di Mariette la cura all’esatta ricostruzio - Pasini, Enrico Guastalla, sono le scenografie ne, l’attenzione di Verdi e di Girolamo Ma - come quelle di Alessandro Sanquirico che gnani (autore di scene e costumi per la rap - ricreano in teatro l’Oriente, non solo quello presentazione scaligera del 1872) sono inve - remoto e di fantasia, ma anche il paesaggio ce un segnale preciso di quella febbre urbano storico, come il porto di Damietta “orientale”. Magnani studiava, infatti, le ta - per Il Crociato in Egitto di Gustave Meyerbe - vole del Denon, mentre il compositore tor - er. Infatti, gli inizi della sua attività di sce - mentava Giulio Ricordi per maggiori infor - nografo all’inizio del XIX secolo, coincidono mazioni sulle usanze della civiltà dei farao - non casualmente con la pubblicazione dei ni, come nella lettera del 7 novembre 1870: monumentali reportages archeologici di «Avevo dimenticato i timpani che quelli che ave - Dominique Vivant Denon al seguito di Na - te sono impossibili. Poi ci vogliono buone arpe, poleone in Egitto, che furono veri successi siamo in Egitto e le arpe lavorano molto [...]. editoriali con molte ristampe e traduzioni. Penso di far vedere Amneris, di farla inginoc - Così nella scena per il Luogo di delizie nel - chiare sulla pietra del sotterraneo, e cantare un l’atto II di Ottaviano in Egitto di Giuseppe Requiem, un De Profundis Egiziano. Ho biso - Calzerani (1829), fanno bella mostra di se gno però di sapere quali erano le loro preghiere due elementi tipici dell’architettura egizia: da morto. Fatemi il piacere di consultare quel vo - stro amico che mi diede altre nozioni sulle cose Stefano Ussi, Donna Araba (1880) l’obelisco e il capitello lotiforme. Non occor - reva certo andare in Egitto per ammirare d’Egitto ». i generi melodrammatici, dalla commedia obelisc hi che già in età romana erano stati Negli anni Settanta almeno un’altra testi - alla tragedia, dall’opera buffa al dramma portati a Roma, ma questo tipo particolare monianza di grande successo e diffusione religioso: Ciro in Babilonia (1812), L’italiana in di capitello è lo stesso del portico del tem - affiancano l’impresa verdiana: sono i repor - Algeri (1813), Il turco in Italia (1814), Armida pio di Esma, come si vede nella Description tages di Edmondo De Amicis in Marocco e ( 1817), Mosé in Egitto (1818), Adina e il calif - de l’Egypte del Denon. a Costantinopoli, pubblicati a Milano da fo di Bagdad (1818), Maometto II (1820), Semi - Di gusto perfettamente egiziano sono an - Treves nel 1876 e ‘78. Affiancati da un mi - ramide (1823). È certamente allineandosi ad che le scenografie di Gaspare Galliari per nuzioso lavoro d’illustrazione curato da Ce - un tale gusto, apprezzato anche in Francia, la rappresentazione scaligera del Flauto sare Biseo e Stefano Ussi per Marocco e da che il compositore giunto a Parigi si presen - magico mozartiano del 1816, dove però ap - Biseo per Costantinopoli, i resoconti di De tò con due opere come Le siège de Corinthe paiono un Egitto ed un Oriente più evoca - Amicis si offrono come descrizioni di preci - (1826) e Moise et Pharaon ou le passage de la ti che studiati. sione fotografica. Mer Rouge (1827) , rifacimenti del Maometto Il gusto orientale di Sanquirico, tra citazione Cl. La. maometto II 14 Il Giornale dei Grandi eventi Il più grande soprano del suo tempo, prima interprete di Anna Isabella Colbran, la Musa amante e poi moglie di Rossini

roprio per lei, che tre anni dopo sa - lo di Napoli: la fama della sua voce ecce - La Colbran fu accusata di avere inconsa - rebbe diventata sua moglie, Gioac - zionale e della sua superba bellezza era pevolmente danneggiato la carriera di Pchino Rossini scrisse il ruolo di An - giunta, infatti, a Domenico Barbaja, “il Rossini, avendolo indotto ad abbandona - na Erisso nel Maometto II . Isabella Col - principe degli impresari” che controllava re il campo dell’opera buffa per la quale - bran, (, 2 febbraio 1785 – Castena - tutti i reali teatri napoletani. come Beethoven disse, ed egli stesso am - so, 7 ottobre 1845) fu il soprano più fa - Per circa un decennio (fino al 1822) la mise - Rossini era nato. E’indubbio che, moso ed apprezzato del suo tempo. Era cantante poté mantenere, a Napoli, il ruo - con quel suo temperamento e registro vo - figlia del violinista Giovanni Colbran, già lo di protagonista assoluta, grazie pure cale adatti ai grandi ruoli tragici, la can - maestro di cappella e da camera del Re di alla relazione intima che ben presto in - tante madrilena condizionò le scelte com - Spagna. Un collega del padre, il composi - trecciò con il Barbaja ed alla protezione positive del pesarese: il quale, peraltro, a tore e primo violoncellista madrileno queste scelte drammatiche aderì di buon Francesco Pareja le impartì le prime no - grado anche perché alle situazioni nobili zioni musicali. La giovane studiò quindi e ai sentimenti possenti ben si confaceva - con il maestro napoletano Gaetano Mari - no le melodie fiorite e ricche di coloratu - nelli e, successivamente, con il celebre so - re che caratterizzavano il suo stile. pranista (ed eccellente maestro di canto) La collaborazione esclusivamente artisti - Girolamo Crescentini. Grazie ad una bor - ca tra il soprano e Rossini, a un certo pun - sa di studio assegnatale dalla regina Ma - to si tinse di toni sentimentali, tanto che ria Luisa di Spagna, ebbe la possibilità di la Colbran chiuse la relazione con Barba - proseguire gli studi musicali all’estero. ja ed i due nuovi amanti andarono a con - Suo padre, in un modo che ricorda quello vivere. Si sposarono il 16 marzo 1822 a di Leopold Mozart, fu il suo principale Castenaso, dove la Colbran, decisamente sostenitore, portandola in giro per la facoltosa, possedeva una villa che fu di - Francia e l’Italia in modo da far conosce - strutta durante la seconda guerra mon - re ed apprezzare le sue straordinarie qua - diale e di cui oggi rimangono solo le co - lità vocali. lonne d’entrata e il pozzo. Il compositore, «Il 7 aprile giunse tra noi – si legge ne Il Re - dopo sette anni di frequentazione, volle dattore del Reno di Bologna, dell’aprile regolarizzare l’unione anche per tranquil - 1807 - Donna Isabella Colbran, celebratissi - lizzare gli scrupoli religiosi degli amatis - ma giovane Signora Spagnola, all’attual ser - simi genitori. Benché ormai in pieno de - vizio di S. M. Cattolica... Possiede essa la ce - clino vocale, la Colbran proseguì per leste arte del canto in così sublime grado, che qualche tempo ancora le sue esibizioni al - per lei nella Reggia dei maggiori Monarchi l’estero, profittando in gran parte della d’Europa i segni dell’ammirazione più viva e fama e delle scritture del marito. Nel del diletto più puro si resero chiari e manife - 1824, con la voce ormai usurata, fu co - sti... L’organo della sua voce è veramente un stretta a ritirarsi dalle scene. La cosa in - incanto per soavità, robustezza e per prodi - fluì negativamente sulla sua personalità, giosa estensione di corde, poiché dal sol basso tanto che per colmare il vuoto lasciato dal al mi sopracuto, cioè per quasi tre ottave, si fa teatro, si mise a giocare ed a spendere sentire con una progressione sempre uguale Isabella Colbran nella villa di Castenaso nel 1830 circa senza ritegno, fino ad imbarazzare grave - in morbidezza ed energia... Perfetto è il meto - mente Rossini che, nel 1824, lasciò la mo - do e lo stile del suo cantare...». La Colbran incondizionata della Corte (che in breve glie a Milano e tornò, da solo, a Parigi. La aveva, difatti, tenuto tre concerti nella cit - tempo però le alienò gran parte delle sim - Colbran rimase ad angustiare il padre di tà delle due torri, accolti con grande en - patie dei Napoletani e dei sostenitori del Rossini, Giuseppe, detto Vivazza, il qua - tusiasmo. Era anche una donna estrema - partito costituzionale). le, come risulta da colorite lettere da lui mente piacente: « Una bellezza di “genere Proprio a Napoli la Colbran conobbe inviate al figlio, mal sopportava i capric - imponente”», come ammetteva lo Sten - Gioachino Rossini, con cui iniziò una col - ci, i dispetti e le manie di grandezza del - dhal, che pure non le avrebbe risparmia - laborazione artistica, che portò il composi - la nuora. « Voi conoscete abbastanza più di to impietose stoccate. «P ossiede lineamen - tore pesarese a scrivere per lei le parti pro - me il naturale della vostra Signora», si legge ti grandi che, sulla ribalta, sembrano fatali, tagonistiche più importanti delle sue ope - in una lettera di Giuseppe del 18 aprile una figura magnifica, un occhio di fuoco, alla re: Elisabetta, Regina d’Inghilterra (1815), 1833. « Essa è tutta grandezza nel suo pensa - circassa, una foresta di capelli del più bel ne - Otello (1816), Armida (1817), Mosè in Egitto re, e io sono piccolissimo nel mio. Ad essa pia - ro di giada, e finalmente, l’istinto della trage - (1818), Ricciardo e Zoraide (1818), Ermione ce scialacquare e far godere li suoi adolatori, e dia. Questa donna... non appena appare in (1819), La donna del lago (1819), Maometto a me piace godere la tranquillità e la pace ...». pubblico colla fronte adorna del diadema, in - II , (1820), Zelmira (1822) e Semiramide Gli incontri di Rossini con la Colbran di - cute in tutti un rispetto involontario...» E’ di (1823), nonché riadattamenti di diverse vennero rarissimi e sempre in occasioni questo periodo il celebre ritratto ad olio della opere. E’ difficile, ad esempio, pensare che pubbliche. Solo il 7 settembre 1845 - avu - cantante conservato al Museo Bibliografico nella scelta di un soggetto così insolito co - ta notizia della grave malattia della mo - Musicale di Bologna. me Armida non avesse avuto peso una sor - glie - Rossini si recò con la sua nuova Nel 1808 esordì con grande successo alla ta d’identificazione fra la maga e la can - compagna Olympe Pélissier a Castenaso Scala nel ruolo di Volunnia, in occasione tante, testimoniata tra l’altro dalla firma di dove - come riportano tutti i suoi biogra - della prima del Coriolano di Giuseppe Ni - Isabella accanto a quella di Rossini sulla fi - rimase a lungo a colloquio con Isabel - colini. Da quel momento, calcherà i pal - partitura autografa. Per lei, ancora, il com - la, uscendo profondamente turbato dalla coscenici dei principali teatri italiani. Do - positore nel dicembre 1822, quando Isa - stanza: un mese dopo, il 7 ottobre 1845, po varie esibizioni a Bologna, Venezia e bella era ormai a fine carriera, alleggerì le Isabella Colbran si spegneva nella sua Roma, la Colbran divenne, dall’aprile parti vocali di Anna nella seconda versio - villa di Castenaso. 1813, la prima donna del Teatro San Car - ne del Maometto II presentata a Venezia a. C. maometto II Il Giornale dei Grandi eventi 15 Il giallo della fonte letteraria del Maometto II Da una tragedia dello stesso della Valle, no da un lavoro di Voltaire

’è voluto, negli Luogo dell’azione è la se ne denunciano gli er - Sempre nella prefazione, ché per la sua stessa auda - anni ’90 del ‘900, Mecca, no Negroponte. rori delle copie mano - il Della Valle fornisce no - cia la ritraesse a salvamen - Clo studio di Bruno Nulla dunque, nemme - scritte. L’ Anna Erizo fu tizie storiche a fonda - to da gravissimo pericolo ». Cagli per sfatare la falsa no lontanamente, in co - nuovamente stampata a mento della tragedia e attribuzione della fonte mune con l’opera del Roma nel 1826 in una parla degli accorgimenti Da Erizo in Erisso del libretto del Maometto Della Valle. Come poi sia nuova edizione delle tra - usati per realizzarla in II. Il musicologo Giusep - stato possibile al Radi - gedie del Della Valle. ossequio alle leggi aristo - Per quanto riguarda il pe Radiciotti (Iesi 1858 – ciotti valutare che il Del - Nel 1830 il Della Valle teliche: « La favola da me cambiamento del nome Tivoli 1931) nei tre volu - la Valle avesse ridotto ai poté curare da vicino intessuta assai poco ne dis - da Erizo in Erisso , la tra - mi di biografia di Rossi - due terzi la tragedia di una nuova edizione somiglia (dalla realtà sto - gedia reca la seguente ni, editi tra nel 1927- Voltaire rimane un mi - completa delle sue trage - rica in cui Paolo Erisso fu precisazione: « Nel corso 1929, sosteneva, infatti, stero. L’errore di superfi - della Tragedia, per servire che il drammaturgo na - cialità è stato poi ripetu - alla dolcezza del verso, ha il poletano Cesare della to non soltanto nelle bio - celebre autore giudicato di Valle duca di Ventigna - grafie rossiniane, ma porre Erisso ». Identica no avesse « tratto il sogget - perfino in alcune voci di l’indicazione del luogo to da Voltaire, riducendolo enciclopedia dedicate al dell’azione, che è Negro - di due terzi e snaturandolo Della Valle. Per tutte ponte, nome usato dai per adattarlo alle esigenze quella dello Spettacolo: veneziani per indicare la melodrammatiche » di que - «Per Rossini, D. scrisse il capitale dell’Eubea, asse - st’opera di Rossini, nata libr. Maometto II dall’omo - diata e caduta nel 1470 per il San Carlo di Napo - nima tragedia di Voltaire ». ad opera del sultano li, e continuava: « Io non Se si pensa che il Mao - Maometto II. E’ poi noto conosco gli altri lavori metto di Voltaire ebbe che nel rifacimento fran - drammatici de duca di larga risonanza e che cese dell’opera, Rossini Ventignano, ma, se avesse l’autore mostrò di consi - spostò l’azione a Corin - a giudicare del suo valore derarlo il suo capolavo - to, conquistata nel 1453. da questo libretto, direi che ro, non ci si può non stu - Rispetto alla tragedia la sua fama è scroccata.. .». pire che nessun conosci - originale il libretto vanta Cagli, invece, sottolinea tore del teatro francese una migliore riuscita che « Se il Radiciotti avesse abbia rilevato l’errore. drammatica. Sebbene, conosciuto gli altri lavori infatti, l’ Anna Erizo sia del Duca di Ventignano, o Da una propria tragedia opera di transizione tra se avesse conosciuto almeno fase classica e quella ro - quelli di Voltaire, la biblio - In realtà il Della Valle, mantica del Della Valle, grafia rossiniana sarebbe che era tragediografo e le strutture della trage - stata risparmiata dalla ripe - non librettista, trasse il li - dia gli sono ancora di no - tizione di un errore grosso - bretto per Rossini da un tevole impaccio, con l’at - lano e quasi incredibile ». suo lavoro teatrale, la to terzo che rallenta no - Infatti, il Maometto II del tragedia Anna Erizo , tevolmente l’azione. Nel Della Valle non è tratto scritta lo stesso anno in complesso tuttavia la ri - da Voltaire, poiché Vol - cui fu data l’opera di lettura dell’ Anna Erizo taire non ha mai scritto Rossini (a Napoli il 3 di - non giustifica gli scherni alcuna tragedia con pro - cembre 1820). E’ com - die, stampata a Napoli tagliato in due dai mus - del Radiciotti, ripresi sic tagonista Maometto II. prensibile che se si adat - «dai Torchi del Tramater ». sulmani, n.d.r.) , tranne et simpliciter da tutti gli Dopo Radiciotti tutti in - tò a scrivere un libretto, Nella prefazione il Della una sola circostanza. Mao - altri studiosi. Al contra - distintamente biografi e i lo fece perché gli si offrì Valle parla di ciascuno metto non conobbe Anna se rio, il rifacimento france - critici rossiniani, salvo i l’opportunità di ridurre dei lavori contenuti. Per non quando Erizo fu co - se dell’opera non ag - pochi che hanno sorvola - uno dei suoi lavori. L l’ Anna Erizo rifiuta l’edi - stretto ad arrendersi; quin - giunge nulla al libretto to sulla fonte, hanno ri - ‘Anna Erizo fu la prima zione torinese: « Di Anna di non prima di allora quel originale. La sfortuna del petuto il suo errore. I più tragedia di argomento Erizo venne fatta una pri - feroce Sultano poté conce - Maometto II sulle scene, zelanti, consultato l’elen - non classico del Della ma edizione dalla tipografia pire per lei il suo sfrenato condivisa da tanti altri co delle opere di Voltai - Valle. Circolò manoscrit - Pompa in Torino, la quale affetto. Ad evitare tal bivio lavori del periodo napo - re, sono giunti ad indica - ta nei teatri d’Italia e fu riuscì monca ed incorretta posi a profitto una circo - letano, non sono correla - re il titolo della tragedia stampata nel 1824 prima al segno che in luogo del - stanza istorica [..]Amurat, ti col libretto e col valore Mahometh, ou le Fanati - a Torino e poi a Genova l’atto terzo vi rinvenni padre di Maometto, medi - della musica. Tutto anzi sme . Concepita nel 1739, nel Nuovo Teatro (quar - omessi otto o dieci versi. E tando anch’esso il conqui - lascia credere che il Mao - scritta nell’anno seguen - to tomo), ossia Raccolta di perciò mi veggo nella neces - sto di Grecia, avea spiccato metto sia stato scritto da te, questa tragedia fu Tragedie, Commedie, sità di ricusarla ». Nulla è colà alcuni avveduti esplo - Rossini con grande im - rappresentata per la pri - Drammi e Farse che riscuo - detto dell’opera di Rossi - ratori, che gliene riferissero pegno, come dimostrato ma volta a Lilla nel 1741 tono presentemente l’ap - ni sia perché, da lettera - accuratamente lo stato. dalla cura per la musica e stampata come Le Fana - plauso generale nei Teatri to, il Della Valle non da - Supposi dunque che l’auda - e dai suoi interventi sul tisme ou Mahomet le Pro - Italiani . La tragedia è se - va molta importanza alla ce suo figliuolo, per giova - testo, visto che le poche phète . Protagonista, come guita da alcune interes - riduzione librettistica, nile vaghezza, seguisse co - differenze tra tragedia dice il titolo, è Maometto santi osservazioni, dalle sia perché l’opera di Ros - storo con mentito nome, e originale e libretto, furo - il Profeta, no Maometto quali si desume che il te - sini non ebbe vita molto non ancor pienamente dis - no volute o almeno di - II il conquistatore vissu - sto era tratto dalla prece - fortunata prima del rifa - soluto, s’invaghisse colà scusse con il musicista. to parecchi secoli dopo. dente edizione torinese e cimento francese. della veneta fanciulla, sic - L. Di D.