Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Lecce Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Pisa Università degli Studi di Lund Università degli Studi di Oviedo Università degli Studi di Granada Università degli Studi di Leichester Università degli Studi di Norwich

Scuola di Dottorato dell’Università degli Studi di Siena “Storia e Archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi – Sezione di Archeologia Medievale” - Ciclo XX a.a. 2004/2005

Parodi Giovanni Battista

“Strutture e popolamento del territorio nelle aree rurali del genovesato tra tarda antichità e XV secolo. L’alta Valle Scrivia”

Il genovesato. Introduzione storico-archeologica

La scarsità delle fonti a disposizione dovuta sia alla mancanza di ricerche condotte in maniera sistematica sia a una certa difficoltà di lettura del record archeologico, condizionata dalla morfologia del territorio ligure, non ha permesso sino ad oggi una ricostruzione precisa del paesaggio rurale del genovesato nel periodo compreso tra la colonizzazione romana e la tarda antichità. Secondo la tesi tradizionale, recentemente messa in discussione, l’entroterra appenninico fu colonizzato solo parzialmente e con tempi più lunghi rispetto alla zona costiera. Forme di popolamento rurale correlate alla crisi del sistema imperiale sono testimoniate dal ritrovamento di insediamenti posizionati su ripiani di mezza costa legati ad un’economia agro-silvo-pastorale datati tra IV e VI secolo d.C. (Savignone, S. Cipriano, Campora di Gemignano, ecc.).

A partire dall’VIII secolo, secondo un modello piuttosto consueto, il popolamento sembra, almeno in parte, legato all’organizzazione di beni fondiari gestiti da monasteri

(Bobbio, San Pietro in Ciel d’Oro, Brugnato, Patrania, San Fruttuoso di Camogli, ecc.) e alla conseguente ricolonizzazione agraria. Con l’XI e il XII secolo sia le fonti scritte che quelle archeologiche sono destinate ad aumentare di numero. Il territorio extraurbano e rurale divengono oggetto di diplomi imperiali, bolle papali, atti notarili. Già dal X secolo il vescovo di Genova e quello di (più rara è l’iniziativa viscontile) danno inizio a una politica di controllo e gestione territoriale di uomini e beni che si concretizza con la costruzione di castelli. Tra XI e XII secolo, nella zona oggetto di studio, è testimoniato lo sviluppo di signorie locali, che fondarono il loro potere proprio sulla gestione di beni di proprietà della chiesa di Genova, di quella di Tortona, degli enti ecclesiastici sopra citati, di pertinenza marchionale, sulla gestione delle decime, nonché sul controllo della viabilità realizzato attraverso la costruzione di castelli posti in punti nodali. Questi castelli, con 2 carattere di dimora signorile, si sovrapposero alle forme di habitat preesistente, tentandone il controllo, senza mai riuscire a svolgere un effettivo ruolo di accentramento e riorganizzazione delle strutture insediative circostanti. La politica di revoca della gestione delle decime, unita all’espansione militare genovese, non permise ai signori locali di sviluppare vere e proprie signorie territoriali, di organizzarsi e di modellare le forme dell’habitat. Dal XIII secolo tale indirizzo politico verrà continuato dalla Repubblica di

Genova o, localmente, da famiglie della nobiltà genovese.

L’alta Valle Scrivia.

Quadro geomorfologico. Il comprensorio dell’alta Valle Scrivia è ubicato a nord di

Genova, oltre la displuviale appenninica. Attualmente confina a nord con la Provincia di

Alessandria ed è suddiviso tra i comuni di Torriglia, Montoggio, Val , Casella,

Savignone, Crocefieschi, Vobbia, Busalla, Ronco Scrivia, Isola del Cantone. Dalla morfologia prevalentemente collinare e montuosa (dai 300 m s.l.m di Isola del Cantone si arriva ai 1597 m di altitudine del Monte Antola), ha uno sviluppo parallelo alla linea di costa; solo in prossimità di Busalla il torrente dirige il suo corso verso nord, in direzione del . Dal Monte Antola, nodo orografico di primaria importanza, si dipartono a ventaglio le valli minori che convergono tutte sulla sponda destra del torrente Scrivia (Val

Pentemina, Val Brevenna, Val Seminella, Val Vobbia). Geologicamente la valle è conformata su calcari marnosi (calcare del Monte Antola) e su conglomerati (conglomerati di Savignone).

Viabilità. Fino dall’epoca preromana la valle, così come le valli contermini (Val

Polcevera, Val Bisagno, Val , Val Fontanabuona) fu interessata da percorsi di crinale che, dipartendosi dalla costa, raggiungevano la Pianura Padana. La realizazione

3 della Via Postumia (attestata dal 148 a.C.), transitante per un tratto nel territorio oggetto di studio, e che raggiungeva il vicino centro di Libarna, concentrò su di sé la quasi totalità dei traffici commerciali tra Genova e la pianura. Con l’abbandono della strada consolare gli uomini e le merci ripresero a viaggiare sui tracciati di crinale che attraversavano la valle ortogonalmente rispetto al suo sviluppo naturale, situazione che si protrasse fino alla costruzione delle strade carrozzabili nel XIX e nel XX secolo. Oltre ai percorsi transitanti per il Passo della Vittoria, il Passo di Creto e per il passo della Scoffera (quest ultimo arrivava a Torriglia per poi immettersi in Val Trebbia e raggiungere Piacenza) il più importante era sicuramente la “via di Crocetta”: al valico di Crocetta d’Orero si incontravano le direttrici che da Genova risalivano la Val Bisagno e la Val Polcevera per poi raggiungere, in direzione nord, Casella, Savignone (o la Val Brevenna), Crocefieschi,

Vobbia, la Val e dirigersi verso Pavia, Tortona e Milano.

Quadro storico-archeologico. È importante sottolineare come l’area in questione, a differenza delle valli confinanti (Val Polcevera, Val Fontanabuona, Val Bisagno), non sia mai stata oggetto di ricerche storico-archeologiche sistematiche. Gli eruditi e gli storici locali hanno in passato concentrato la loro attenzione quasi esclusivamente su temi di interesse particolare (casate nobiliari, storia di un territorio comunale o parrocchiale, singoli castelli, edifici di culto, ecc.).

Forme di popolamento rurale correlate alla crisi del sistema imperiale sono testimoniate dal ritrovamento di insediamenti posizionati su ripiani di mezza costa legati ad un’economia agro-silvo-pastorale datati tra IV e VI secolo d.C. (Savignone).

La prima menzione scritta relativa al territorio dell’alta Valle Scrivia risale all’883 e riguarda il monastero di S. Pietro di Savignone (fondato, secondo la tradizione, dal re longobardo Liutprando all’epoca della traslazione delle spoglie di S. Agostino dalla

4 Sardegna a Pavia). Il monastero, inizialmente possedimento del vescovo di Lodi, passò nel

XII secolo sotto la giurisdizione della chiesa tortonese insieme ai beni di sua proprietà: tutto il territorio della valle (da Torriglia a Sarissola, da Casella alla Val Brevenna a

Crocefieschi) entrò a far parte dei possedimenti del vescovo di Tortona.

Tra la metà del XII e la metà del XIII secolo è attestata nella valle la presenza di diversi consorzi signorili, vassalli del vescovo piemontese, probabilmente legati da un’unica discendenza viscontile, che controllavano e gestivano uomini, beni, e traffici; si ha testimonianza delle signorie di Torriglia, di Montoggio, di Regiosi, di Savignone, di

Chiappa, di Mongiardino-Pietra. La Repubblica di Genova non entrò mai nelle vicende politiche di quest’area geografica interessata, invece, fin dal XII secolo, ai territorio di

Gavi e di Serravalle, visti come accessi più immediati verso la Pianura Padana. A partire dalla metà del XIII secolo (poco prima Genova aveva istituito la podesteria di Savignone) iniziò quel processo che in meno di un secolo portò la quasi totalità dell’alta Valle Scrivia sotto il dominio della famiglia Fieschi. Dal XV secolo la storia della valle (entrata a far parte dei Feudi Imperiali) sarà legata alle vicende della famiglia e ai suoi rapporti con la

Repubblica di Genova.

Il “paesaggio archeologico” è rappresentato quasi esclusivamente dalla presenza di torri e castelli, alcuni utilizzati anche oltre il XV secolo come residenze signorili e meglio conservati (castello di Torriglia, castello di Montoggio, castello di Senarega, castello di

Savignone, castello della Pietra a Vobbia), altri abbandonati con tutta probabilità tra XIII e

XIV secolo e di cui non rimangono che poche tracce (castrum Reclossi e castrum de

Palixono, entrambi costituiti da un’unica torre, da una cinta e da un vallo esterni; due campagne di scavo archeologico, in fase di edizione, hanno invece testimoniato per il castello di Donetta uno sviluppo planimetrico più complesso); il castello di Costapelata

5 (attestato nei pressi di Savignone) non è mai stato localizzato. Frequenti sono i toponimi

“monte castello” (Val Brevenna, Val Vobbia) e “torre” (Val Vobbia).

Le fonti scritte attestano a partire dal XII la presenza di edifici di culto (cappelle, chiese pievane, oratori, ospedali per la cura dei pellegrini); la maggior parte di essi hanno subito, nel corso dei secoli, ristrutturazioni e annessioni da parte di altri edifici per cui resta difficile, se non impossibile, tentare la lettura della struttura originale. Edifici di culto che cessarono la loro funzione e furono abbandonati sono l’abbazia di S. Onorato di Patrania presso Torriglia (mai individuata), il monastero di S. Salvatore (a Savignone) e la chiesa di

S. Andrea di Caserza, abbandonata nel XVI secolo e parzialmente indagata archeologicamente da una campagna di scavo effettuata nel 1975 dall’ISCUM.

La quasi totalità degli attuali centri abitati ha una radice urbanistica di origine medievale, oggi difficilmente leggibile. Unica testimonianza, secondo le fonti note, di villaggio medievale abbandonato è Campo Antico (in Val Brevenna), i cui abitanti a causa di una frana si insediarono nel paese di Caselline forse già dal XIV secolo. Nel territorio della Val Brevenna esistono, comunque, numerose attestazioni di insediamenti abbandonati; solamente una più attenta analisi documentaria e archeologica potrà chiarirne la cronologia.

Per quanto riguarda le tracce di attività produttive va anticipato che l’alta Valle

Scrivia, così come le aree limitrofe, visse fino all’epoca industriale, e in alcuni casi anche oltre, di attività agro-silvo-pastorali; le strutture legate allo sfruttamento delle risorse sono quindi da ricercare in tale direzione. A questo proposito le fonti scritte ci forniscono solamente informazioni di carattere generale, fatta eccezione per la menzioni di mulini: in

Val Brevenna, ad esempio, nella prima metà del XIII secolo, è attestata la presenza di due mulini controllati e gestiti rispettivamente dai signori di Savignone e da quelli di Regiosi.

6 I continui rifacimenti di edifici e strutture (edifici di culto, semplici abitazioni, strutture adibite ad attività produttive, ecc.), le trasformazioni urbanistiche avvenute nell’ultimo secolo, l’abbandono e la scomparsa di interi centri abitati, uniti alla conformazione del territorio, non rendono semplice la lettura del record archeologico. Il bosco e l’incolto attualmente caratterizzano fortemente un paesaggio che fino a qualche decennio fa era modellato da terrazzi agricoli.

Articolazione del progetto di ricerca.

Tema del progetto di ricerca è l’antropizzazione, su un piano diacronico e alla luce di tutte le fonti disponibili (dirette e indirette), del territorio dell’alta Valle Scrivia tra VIII e XV secolo, al fine di comprenderne le dinamiche, le forme e i modi di sviluppo, operando un confronto sistematico con le altre aree rurali del genovesato, evidenziandone differenze e convergenze. Tali problematiche saranno prese in esame tenendo conto delle dinamiche storiche, politiche, sociali e culturali che hanno interessato le aree rurali a partire dalla tarda antichità, e cioè:

- la riorganizzazione del popolamento svolto dagli edifici di culto tra tarda

antichità e altomedioevo;

- gli insediamenti curtensi tra IX e XI secolo;

- l’incastellamento e lo sviluppo della signoria rurale tra X e XIII secolo, anche in

rapporto alle forme di habitat, allo sfruttamento delle risorse ambientali e ai

modi di produzione;

- il decastellamento, o la continuità, in relazione all’habitat, allo sfruttamento

delle risorse ambientali e ai modi di produzione tra XIV e XV secolo. 7 La costante presenza sul territorio di strutture fortificate, documentata peraltro da un discreto numero di fonti scritte, condizionerà, almeno inizialmente, l’indirizzo della ricerca orientandola sullo studio del fenomeno dell’incastellamento.

Tale lavoro si articolerà, come già accennato, sullo studio sistematico delle pubblicazioni antiche e recenti e di tutte le fonti a disposizione, indirette e dirette:

- fonti documentarie (fonti scritte, cartografia storica);

- fotografia aerea;

- fonti orali;

- fonti archeologiche (ricognizioni del territorio, studio analitico dei materiali

rinvenuti, analisi delle tecniche murarie degli edifici conservati in elevato,

indagini archeometriche e statistiche sui materiali costruttivi, rilievi

planimetrici, eventuali shovel test, eventuale scavo archeologico di un sito di

rilevante interesse).

La ricerca verrà integrata da continui confronti con i dati noti riguardanti le altre aree rurali del genovesato e verrà supportata dall’utilizzo della cartografia esistente: topografica (carte dell’IGM), tecnica (Carte tecniche regionali, carte geologiche e pedologiche, carte dell’uso del suolo), carte catastali.

La ricerca prenderà l’avvio con l’esame delle pubblicazioni antiche e recenti, per una esaustiva e dettagliata conoscenza geografica, storica, economica, culturale e archeologica dell’area del genovesato e in particolare del comprensorio dell’alta Valle

Scrivia. Imprescindibili, a questo proposito, risultano essere l’analisi delle fonti scritte, lo studio sistematico dei toponimi e l’analisi della cartografia storica, che potrà fornire

8 elementi utili riguardo lo stato della viabilità, la toponomastica e il livello di urbanizzazione del comprensorio. In questa prima fase di articolazione del progetto è prevista la catalogazione dei siti noti (editi e inediti), come archivio del conosciuto. Non si esclude a priori la lettura della fotografia aerea, benché problemi legati alla scarsa visibilità e alla morfologia del territorio in esame non ne consentano un impiego ottimale; si può, comunque, ipotizzare un utilizzo mirato di tale strumento conoscitivo, come ad esempio la lettura della fotografia aerea di zone di crinale e di sommità, per lo più prive di vegetazione, e delle rare aree pianeggianti di fondovalle, parallelamente alla lettura di fotografie aeree effettuate durante l’ultimo conflitto mondiale, che documentano migliori condizioni di visibilità del territorio.

La fase successiva della ricerca è rappresentata dal lavoro sul campo, con la raccolta delle fonti orali e le ricognizioni archeologiche del territorio che avranno come obiettivi principali la conoscenza della distribuzione dei siti, della densità dei siti per ogni fase e dei rapporti intercorsi tra siti e ambiente e tra sito e sito. Il territorio in esame, particolarmente omogeneo da un punto di vista geomorfologico, storico e culturale, offre un buon campione di studio. Di rilevante interesse potranno risultare i territori della Val

Vobbia, della Val Pentemina e quello della Val Brevenna, aree che conobbero solo marginalmente sviluppi industriali e trasformazioni urbanistiche, e che subirono per tutto il corso del XX secolo forti ondate di spopolamento e abbandono.

La morfologia e i problemi legati alla scarsa visibilità condizionano le strategie della ricerca. Su un totale di circa 150 Kmq solo una porzione ridotta di territorio verrà campionata; in via preliminare si può ipotizzare che tale campione potrà coincidere con il territorio dei Comuni che in fase preliminare avranno offerto maggiori spunti per la ricerca.

Essa si articolerà in ricognizioni mirate e puntiformi suggerite da elementi quali i siti noti, le fonti orali, la toponomastica, la morfologia del paesaggio, le aree sommitali, l’abitato

9 rurale sparso. Tale approccio sarà completato dalla ricognizione di transetti in modo da ottenere campioni significativi per tutte le fasce altimetriche del territorio; la forma dei transetti verrà valutata di volta in volta, adattandola alle necessità e alle condizioni esterne presenti. La massima attenzione verrà rivolta sia a tutte le aree “scoperte”, le sezioni esposte, rare opportunità di osservazioni stratigrafiche permesse da fattori occasionali, che al materiale sporadico (di reimpiego o ceramico, quest ultimo visto come possibile spia dello sfruttamento agricolo del territorio).

Ricognizioni sistematiche verranno effettuate nelle rare aree coltivate presenti nelle zone di fondovalle. Le ricognizioni dei versanti saranno realizzate con la stessa intensità di quelle effettuate nelle aree a maggiore visibilità, in quanto la rete insediativa medievale interessava soprattutto la media e l’alta collina. È importante sottolineare che i dati raccolti saranno verificati in differenti condizioni di visibilità (ad esempio in primavera e in autunno).

La ricognizione, impostata sul concetto di unità topografica, consentirà il recupero di materiali, il rilievo archeologico delle strutture murarie conservate in elevato, il rilievo planimetrico di edifici e strutture, il recupero di campioni di materiali costruttivi (malte, laterizi, ecc.) al fine di poter svolgere, in prima persona o meno, analisi di diversa natura

(statistica, fisico-chimica, ecc.).

Per una comprensione più approfondita di problematiche emerse durante la fase di raccolta dei dati, sarà valutata la possibilità di effettuare, in siti di rilevante interesse, dei sondaggi (shovel test) o, in ultima analisi, uno scavo archeologico.

L’ultima fase della ricerca verrà dedicata all’analisi sistematica e all’elaborazione dei dati raccolti. Tale lavoro sarà confortato dal continuo confronto e dalla revisione critica dei dati noti riguardanti le altre aree rurali del genovesato. Come prodotto delle analisi

10 formali, statistiche e quantitative, verranno realizzate carte archeologiche tematiche (di fase, tipologiche, di distribuzione, per classe di manufatti).

Tempi di realizzazione

Il progetto sopra descritto verrà realizzato secondo le tappe di ricerca di seguito individuate:

1° anno

- analisi delle pubblicazioni antiche e recenti e delle fonti documentarie (fonti

scritte, cartografia storica) relative al territorio del genovesato e in particolare al

comprensorio dell’alta Valle Scrivia;

- lettura della fotografie aeree riguardanti il comprensorio dell’alta Valle Scrivia

(Comuni di Torriglia, Montoggio, Valbrevenna, Casella, Savignone,

Crocefieschi, Busalla, Ronco Scrivia, Isola del Cantone, Vobbia);

- analisi sistematica dei toponimi del comprensorio dell’alta Valle Scrivia

2° anno

- ricognizioni archeologiche di aree campione individuate all’interno del territorio

in esame (raccolta delle fonti orali, analisi delle tecniche murarie e rilievi

planimetrici degli edifici conservati in elevato con indagini di natura fisico-

chimica e statistica sui materiali costruttivi, studio analitico dei materiali

rinvenuti).

- eventuali sondaggi (shovel test) in siti di rilevante interesse.

11 3° anno

- eventuale scavo archeologico di un sito di rilevante interesse;

- analisi sistematica ed elaborazione dei dati raccolti;

- confronti e revisione critica dei dati noti delle altre aree rurali del genovesato;

- elaborazione di carte tematiche (di fase, tipologiche, di distribuzione, per classe

di manufatti).

12

Bibliografia

BARCELÒ M. – TOUBERT P. (a cura di), L’incastellamento, Actas de las Reuniones de

Girona (26-27 noviembre 1992) y de Roma (5-7 mayo 1994), “Bibliotheca Italica”,

n.22, Roma 1998.

BAZZURRO S. – CABONA D. – CONTI G. - FOSSATI S. – PIZZOLO O, Lo scavo del castello di Molassana, in “Archeologia Medievale”, I (1974), pp. 19-53.

BENENTE F., Incastellamento signorile e fortificazioni genovesi: organizzazione e controllo

del territorio nella oientale, in La nascita dei castelli nell’Italia medievale.

Il caso di Poggibonsi e le altre esperienze dell’Italia centrosettentrionale, a cura di

FRANCOVICH R. – VALENTI M., Poggibonsi, 12-13 settembre 1997, Siena, pp. 63-

82.

BENENTE F., Il territorio, in Christiana Signa, a cura di FRONDONI A., Genova 1998, pp. 9-

10.

BENENTE F., (Ge) Rapallo, Monte Castello, Castrum Rapallinum, in “Archeologia

Medievale”, XXV (1998), pp. 147-148.

BENENTE F. (a cura di), L’incastellamento in Liguria (X-XIII sec.), Atti della giornata di

studio, Rapallo 26 aprile 1997, Bordighera 2000.

BENENTE F., Bilancio e destini di un tema storiografico, in L’incastellamento in Liguria

(X-XIII sec.), a cura di BENENTE F., Atti della giornata di studio, Rapallo 26 aprile

1997, Bordighera 2000, pp. 17-69

BENENTE F., Incastellamento e poteri locali in Liguria. Il Genovesato e l’area del Tigullio,

in Incastellamento, popolamento e signoria rurale tra Piemonte meridionale e

Liguria. Fonti scritte e fonti archeologiche, a cura di BENENTE F. – GARBARINO G.

13 B., Seminario di studi, Acqui Terme 17-18-19 novembre 2000, Bordighera – Acqui

Terme 2000, pp. 61-83.

BENENTE F. (a cura di), L’ospedale di San Nicolao di Pietra Colice. Dagli scavi di Leopoldo Cimaschi al progetto d’indagine 2001, Quaderni della Tigullia, Chiavari

2001.

BENENTE F., Lo scavo 1998, in AA.VV., L’indagine archeologica del Castrum Lasaniae

(Monte Pegge – Rapallo). Relazione finale delle ricerche, 1996-1998, in Ligures,

n.1, c.d.s.

BENENTE F. – BALDASSARRI M. – GARIBALDI T. – MARRA A. – PANETTA A. – PIOMBO M.

2000, Gli scavi del castrum Rapallinum (Monte Castello) e del castrum Lasaniae

(Monte Pegge). Controllo e difesa del crinale meridionale della Val Fontanabuona.

XIII-XV secolo. Prime notizie preliminari. Analisi di reperti, in Atti del II

Congresso di Archeologia Medievale, a cura di G. P. BROGIOLO, Brescia 2000,

pp.161- 169.

BENENTE F. – GARBARINO G.B. – LASSA S. – PARODI V. – PESCE G., Progetto d’indagine

dell’insediamento abbandonato di Pian dei Costi (Borzonasca – Ge). Campagna

d’indagine 1999, in “Archeologia Postmedievale”, 3 (1999), pp. 23-32.

BENENTE F. – GARBARINO G. B. (a cura di), Incastellamento, popolamento e signoria

rurale tra Piemonte meridionale e Liguria. Fonti scritte e fonti archeologiche,

Seminario di studi, Acqui Terme 17-18-19 novembre 2000, Bordighera – Acqui

Terme 2000.

BERGAGLIO G.C. (a cura di), Il Barbarossa e i suoi alleati liguri – piemontesi, Atti del

Convegno Storico Internazionale, Gavi – Palazzo Comunale 8 dicembre 1985,

Gavi, 1987.

14 BERNARDI M. (a cura di), Archeologia del paesaggio, IV ciclo di lezioni sulla ricerca

applicata in archeologia, Certosa di Pontignano (Si), 14-26 gennaio 1991, Firenze

1992.

BIAGINI M. et al., Indagini archeologiche in alta Val Trebbia e alta Valle Scrivia. Lo scavo

del castello di Donetta (Ge). Relazione preliminare sulla prima campagna di scavo,

in “Archeologia Medievale”, XXXI (2004), c.s.

BIASOTTI M.- CABONA D. – CONTI G. – FERRANDO CABONA I. – GAMBARO L. – GIARDI M.

– GIOVINAZZO R.- PIZZOLO O., Scavo dell’area ovest del villaggio medievale

abbandonato di Monte Zignago: Zignago 3, “Archeologia Medievale”, XIV (1987),

pp. 213-243.

BROGIOLO G. P. (a cura di), Edilizia residenziale tra V e VIII secolo, 4° Seminario sul

tardoantico e l’altomedioevo in Italia centro-settentrionale (Monte Barro – Galbiate,

2-4 settembre 1993), Mantova 1994.

BROGIOLO G.P. (a cura di), II Congresso di Archeologia Medievale, Musei Civica , Chiesa

di Santa Giulia, Brescia, 28 settembre – 1 ottobre 2000, Firenze 2000.

BROGIOLO G. P. – CASTELLETTI L. (a cura di), Il territorio tra tardo antico e

altomedioevo: metodi d’indagine e risultati, Atti del Seminario, Monte Barro –

Galbiate, 9-11 settembre 1991, Firenze 1992.

BROGIOLO G.P. – CANTINO WATAGHIN G. – GELICHI S., L’Italia settentrionale in Alle

origini della parrocchia rurale (IV-VII sec.), a cura di PERGOLA P., “Sussidi allo

studio delle Antichità Cristiane”, XII, Città del Vaticano 1999, pp. 487-540.

BOATO A.- CABONA D. – FOSSATI S. – GAMBARO L. – GIANNICHEDDA E. – GIOVINAZZO

R.- PIZZOLO O., Scavo dell’area est del villaggio medievale abbandonato di Monte

Zignago: Zignago 4, in “Archeologia Medievale”, XVII (1990), pp. 355-410.

15 BOLLEA L.C., Cartario dell’abazia di Precipiano (883-1396), in Cartari minori, in

B.S.S.S., vol. II, Pinerolo 1911.

BONA E.D., I castelli della Liguria. “Architettura fortificata ligure”, Genova 1972,

volume II.

BULGARELLI F. - GARDINI A. – MELLI P. (a cura di), Archeologia dei Pellegrinaggi,

Genova 2001.

CAGNANA. A. – FIORE P. – GIANNICHEDDA E. – GIOVINAZZO R., San Giacomo di Possuolo,

in MAGGI R. (a cura di), Archeologia preventiva lungo il percorso di un

metanodotto, “Quaderni Soprintendenza Archeologica della Liguria”, 4, Genova

1992, pp.123-144.

CAGNANA A., Ospitale di “Cian de Reste”, in BULGARELLI F. - GARDINI A. – MELLI P. (a

cura di), Archeologia dei Pellegrinaggi, Genova 2001, pp.129-130.

CAGNANA A. et al., Gli scavi del castello di Celasco (Monte Bardellone, La Spezia).

Relazione preliminare sull campagne 1996-1999, in “Archeologia Medievale”,

XXVIII (2001).

CALCAGNO D.(a cura di), I Fieschi tra Papato e Impero, Atti del Convegno, Lavagna, 18

dicembre 1994, Lavagna 1997.

CALCAGNO D., Il castello di Montoggio. Vita quotidiana in un castello ligure tra XV e XVI

secolo, Montoggio 1999.

CALCAGNO D. (a cura di), Montoggio e i castelli dei Fieschi in alta Valle Scrivia, Atti della

Tavola Rotonda “Il castello di Montoggio: un recupero difficile ma possibile”,

Montoggio 3 febbraio 2001, Montoggio 2001.

CALCAGNO D. (a cura di), La montagna tosco – ligure – emiliana e le vie di commercio e

pellegrinaggio: Borgo Val di Taro e i Fieschi, Atti del Convegno, Borgo Val di

Taro 6 giugno 1998, Borgo Val di Taro 2002.

16 CALCAGNO D. (a cura di), Potere e territorio nel Tigullio medievale: i conti di Lavagna,

Atti del Convegno (Lavagna-Cicagna-Recco, 21-23 gennaio 1999), c.d.s.

CAMBI F. – TERRENATO N., Introduzione all’Archeologia dei Paesaggi, Roma 1995.

CANTINO WATAGHIN G., Strutture del territorio: organizzazione ecclesiastica delle

campagne, in Incastellamento, popolamento e signoria rurale tra Piemonte

meridionale e Liguria. Fonti scritte e fonti archeologiche, a cura di BENENTE F. –

GARBARINO G.B., Seminario di studi, Acqui Terme 17-18-19 novembre 2000,

Bordighera – Acqui Terme 2000, pp. 13-16.

CHIAPPE M., Vie di comunicazione e controllo del territorio nell’entroterra del Tigullio tra

Medioevo ed Età Moderna: la Valle Sturla nel XV secolo, in La montagna tosco –

ligure – emiliana e le vie di commercio e pellegrinaggio: Borgo Val di Taro e i

Fieschi, a cura di Calcagno D., Atti del Convegno, Borgo Val di Taro 6 giugno

1998, Borgo Val di Taro 2002, pp. 97-118.

COMBA R. – SETTIA A.A. (a cura di ), Castelli. Storia e archeologia, Atti del convegno

internazionale, Cuneo 6-8 dicembre, Torino 1984.

DACCÀ A.G, Il borgo di Crocefieschi nel medioevo (dal secolo XII alla prima Età

Moderna), tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, a.a. 1999-2000.

DE NEGRI T.O., Arquata e le vie dell’Oltregiogo, Torino 1959.

DE NEGRI T.O., Matteo Vinzoni e la corografia della Liguria del ‘700, in “Annali di

ricerche e studi di Geografia”, Genova 1977.

DE NEGRI T. O., Storia di Genova, Firenze 1986.

DE VINGO P. – FRONDONI A., Fonti scritte e cultura materiale del territorio fra tardoantico

e altomedioevo in Val Polcevera (Ge): problemi aperti e prospettive di ricerca, in

FIORILLO R. – PEDUTO P. (a cura di), III Congresso Nazionale di Archeologia

17 Medievale, Castello di Salerno, Complesso di S. Sofia, Salerno 2-5 ottobre 2003,

Firenze 2003, pp.32-36.

FERRETTO A., I primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria ed in particolare a

Genova, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXXIX, 1907.

FERRETTO A., Documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, 2 voll., BSSS, LI e LII,

Pinerolo, 1909-1910.

FIORILLO R. – PEDUTO P. (a cura di), III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale,

Castello di Salerno, Complesso di S. Sofia, Salerno 2-5 ottobre 2003, Firenze 2003.

FOSSATI S. – BAZZURRO S. – PIZZOLO O., Campagna di scavo nel villaggio tardo antico di

Savignone, in “Archeologia Medievale”, III (1976).

FRANCOVICH R., L’incastellamento e prima dell’incastellamento, in L’incastellamento,

Actas de las Reuniones de Girona (26-27 noviembre 1992) y de Roma (5-7 mayo

1994), a cura di BARCELÒ M. – TOUBERT P., “Bibliotheca Italica”, n.22, Roma

1998, pp.13-20.

FRANCOVICH R. – NOYÈ G. (a cura di), La Storia dell’alto Medioevo italiano (VI-X secolo)

alla luce dell’archeologia, Atti del Convegno Internazionale (Siena 1992), Firenze

1994.

FRANCOVICH R. – WICKHAM C., Uno scavo archeologico e il problema dello sviluppo

della signoria territoriale: Rocca San Silvestro e i rapporti di produzione minerari,

in “Archeologia Medievale”, XXI (1994), Firenze, pp. 7-30.

FRANCOVICH R. – VALENTI M. (a cura di), La nascita dei castelli nell’Italia medievale. Il

caso di Poggibonsi e le altre esperienze dell’Italia centrosettentrionale, Poggibonsi,

12-13 settembre 1997, Siena 1997.

FRANCOVICH R. – GINATEMPO M. (a cura di), Castelli, storia e archeologia del potere

nella Toscana medievale, Firenze 2000.

18 FRONDONI A. – BENENTE F. – GARIBALDI T., Lo scavo del castello di Rivarola. Notizie

preliminari sulle campagne di scavo 1996/97, in L’incastellamento in Liguria. (X-

XII sec.). Bilancio e destini di un tema storiografico, a cura di F. BENENTE, Atti

della Giornata di Studio, Rapallo 26 aprile 1997, Bordighera 2000, pp. 181-215.

GABOTTO F. – LEGÉ V., Le Carte dell’Archivio Capitolare di Tortona (Sec. IX-1220),

BSSS, XXIX, Pinerolo, 1905.

GARIBALDI T., (Ge - Carasco) Rivarola, Castello 1996-97, in “Archeologia Medievale”,

XXV (1998), pp. 147-148.

GAVIGLIO S., Il Castrum de Reclossis in Valle Scrivia: una signoria di valico fra Genova e

l’Oltregiogo, in Potere e territorio nel Tigullio medievale: i conti di Lavagna, a

cura di CALCAGNO D., Atti del Convegno (Lavagna-Cicagna-Recco, 21-23 gennaio

1999), c.d.s.

GELICHI S., Introduzione all’archeologia medievale. Storia e ricerca in Italia, Roma 1997.

GIANNICHEDDA E., Il territorio ligure: continuità e mondo rurale fra tardo antico e basso

medioevo, in Il territorio tra tardo antico e altomedioevo: metodi d’indagine e

risultati, a cura di BROGIOLO G. P. – CASTELLETTI L., Monte Barro – Galbiate, 9-

11 settembre 1991, Firenze 1992, pp. 149-158.

GIARDELLI P., Fonti per una storia locale: ricerca in Val Brevenna, tesi di laurea,

Università degli Studi di Genova, a.a. 1976-1977.

GINATEMPO M. – GIORGI A., Le fonti documentarie per la storia degli insediamenti

medievali in Toscana, in “Archeologia Medievale”, XXIII (1996), Firenze, pp. 7-

52.

GOGGI C., Storia delle Parrocchie e dei Comuni della Diocesi di Tortona, Venezia 1953.

GORRINI G., Documenti sulle relazioni fra Voghera e Genova (960-1325), BSSS, XLVIII,

Pinerolo, 1908.

19 MAGGI R. (a cura di), Archeologia preventiva lungo il percorso di un metanodotto,

“Quaderni Soprintendenza Archeologica della Liguria”, 4, Genova 1992.

MANNONI T., Insediamenti abbandonati, Genova 1992.

MANNONI T., Caratteri Costruttivi del’edilizia storica, Genova 1994.

MANNONI T., Archeologia delle tecniche produttive, Genova 1995.

MANNONI T., La ceramica medievale a Genova e nella Liguria, in “Studi Genuensi”, VII

(1968/69), Bordighera-Genova 1975.

MANNONI T., L’archeologia dei castelli condotta in Liguria negli anni Sessanta e Settanta,

in L’incastellamento in Liguria. (X-XII sec.). Bilancio e destini di un tema

storiografico, a cura di F. BENENTE, Atti della Giornata di Studio, Rapallo 26 aprile

1997, Bordighera 2000.

MARENGO E., Carte topografiche e corografiche manoscritte della Liguria e delle

immediate adiacenze conservate nel regio Archivio di stato di Genova, a cura di P.

Revelli, Genova 1931.

MERIANA G. – MANZITTI C., Alta Valle Scrivia. Un patrimonio naturale e artistico,

Genova 1973.

MERIANA G. (a cura di), Valle Scrivia, Genova 1989.

MILANESE M., Lo scavo archeologico di Castel Delfino, in “Archeologia Medievale”, IX

(1982), pp. 74-114.

MILANESE M. – GATTIGLIA G. – PRATESI M. – STAGNO A.M., Ricerche di archeologia del

paesaggio nella lucchesia medievale, in BROGIOLO G.P. (a cura di), II Congresso

di Archeologia Medievale, Musei Civica , Chiesa di Santa Giulia, Brescia, 28

settembre – 1 ottobre 2000, Firenze 2000.

20 MORENO D., Storia, archeologia, ambiente. Contributo alla definizione e agli scopi

dell’archeologia postmedievale in Italia, in “Archeologia Postmedievale”, 1

(1997), Firenze, pp. 89-94.

MURIALDO G., Prima dell’incastellamento: le strutture del territorio tra tarda antichità e

altomedioevo, in Incastellamento, popolamento e signoria rurale tra Piemonte

meridionale e Liguria. Fonti scritte e fonti archeologiche, a cura di BENENTE F. –

GARBARINO G.B., Seminario di studi, Acqui Terme 17-18-19 novembre 2000,

Bordighera – Acqui Terme 2000, pp. 17-36.

PANERO F., Schiavi servi e villani nell’Italia medievale, Torino 1999.

PASQUINUCCI M. – MENCHELLI S. (a cura di), La cartografia archeologica. Problemi e

prospettive, Atti del Convegno Internazionale, Pisa, 21-22 marzo 1988, Pisa 1988.

PASTORINO M.V. – PEDEMONTE S., Le cisterne del castello della Pietra in Val Vobbia

(secolo XIII) e prime notizie sull’approvvigionamento idrico nei castelli della Valle

Scrivia, in TACCHELLA L., Arquata Scrivia nella storia dei feudi imperiali liguri,

Verona 1984.

PAVONI R., Signorie feudali fra Genova e Tortona nei secoli XII e XIII, in La storia dei

Genovesi, IV volume degli Atti del Convegno Internazionale di Studi sui Ceti

Dirigenti nelle Istituzioni della Repubblica di Genova (Genova, 28-29-30 aprile

1983), Genova 1984, pp. 277-329.

PAVONI R., Organizzazione del territorio genovese nei secoli X-XIII, in Rivista Ingauna e

Intemelia, N. S. XL, N. 1-3, 1985, pp. 5-12.

PAVONI R., La politica ligure di Genova nell’età di Federico I, in Il Barbarossa e i suoi

alleati liguri – piemontesi, Atti del Convegno Storico Internazionale, Gavi –

Palazzo Comunale 8 dicembre 1985, a cura di G.C. Bergaglio, Gavi, 1987, pp. 141-

155.

21 PAVONI R., Genova e i Malaspina nei secoli XII e XIII, in La Storia dei Genovesi, VII vol.

degli Atti del Convegno di Studi sui Ceti Dirigenti nelle Istituzioni della Repubblica

di Genova, Genova 15-16-17 Aprile 1986, Genova, 1987, pp. 281-316.

PAVONI R., I Fieschi in Valle Scrivia, in I Fieschi e l’alta Valle Scrivia, Atti del Convegno

di Studi (Montoggio , 28 ottobre 1989), in “Atti dell’Accademia Ligure di Scienze

e Lettere”, s. V, XLVI (1989), pp. 293-302.

PAVONI R., Liguria medievale. Da provincia romana a Stato regionale, Genova 1992.

PAVONI R., Il problema dell’incastellamento in Liguria nei secoli X-XII, in

L’incastellamento in Liguria. (X-XII sec.). Bilancio e destini di un tema

storiografico, a cura di F. BENENTE, Atti della Giornata di Studio, Rapallo 26 aprile

1997, Bordighera 2000, pp. 81-99.

PAVONI R., Città e territorio alle origini del Comune, in Comuni e memoria storica. Alle

origini del comune di Genova, Atti del Convegno di Studi, Genova 24-26 settembre

2001, Società Ligure di Storia Patria, Genova 2002, pp. 353-447.

PETRACCO SICCARDI G., Topografia storica, toponomastica, insediamenti e

organizzazione del territorio, “ Studi e Ricerche. Cultura del territorio”, 2, Genova,

pp. 87-92.

PROVERO L., La formazione dei poteri locali tra Piemonte e Liguria (secoli X-XI), in

Incastellamento, popolamento e signoria rurale tra Piemonte meridionale e

Liguria. Fonti scritte e fonti archeologiche, a cura di BENENTE F. – GARBARINO

G.B., Seminario di studi, Acqui Terme 17-18-19 novembre 2000, Bordighera –

Acqui Terme 2000, pp. 37-44.

Quaderni della Comunità Montana alta Valle Scrivia (a cura del Centro di Studi Storici

per l’Alta Valle Scrivia e Località Vicinori), 6 (1997), Ronco Scrivia.

22 QUIROS CASTILLO J.A. ( a cura di), L’ospedale di Tea e l’archeologia delle strade della

Valle del Serchio, Firenze 2000.

QUAINI M., Per la geografia storica dell’Appennino genovese: le strade e gli insediamenti,

Genova 1969.

QUAINI M., La conoscenza del territorio ligure tra Medioevo ed età Moderna, Genova

1981.

RATTO M. – SCHIAVI A., Val Vobbia. Mille anni di storia della sua gente cento anni del

suo Comune, Genova 2003.

ROSSI G., Patrania la Via Strata e l’antica Abazia omonime, in Atti della Società Ligure di

Storia Patria, XXXIX, 1907, pp. 859-877.

SERENI E., Storia del paesaggio agrario italiano, Bari-Roma 1976.

SETTIA A. A., Proteggere e dominare, Roma 1999.

SISTO A., I feudi mperiali del Tortonese (secc. XI-XIX), Torino 1956.

TACCHELLA L., Ronco Scrivia nella storia, Tortona 1950.

TACCHELLA L., La media ed alta Val Borbera nella storia, Genova 1961.

TACCHELLA L., Montessoro e Crocefieschi nella storia. Il castello della Pietra, il castello

di Monte Reale, Genova 1962.

TACCHELLLA L., Busalla e la Valle Scrivia nella storia, Verona 1981.

TACCHELLA L., Arquata Scrivia nella storia dei feudi imperiali liguri, Verona 1984.

TORRE E., Il Monte Bastia nord e la difesa di Genova nel Tardo Medioevo, in Archeologia

preventiva lungo il percorso di un metanodotto, a cura di MAGGI R., “Quaderni

Soprintendenza Archeologica della Liguria”, 4, Genova 1992, pp. 155-158.

TOUBERT P., Les structures du Latium médiéval. Le Latium méridional et la Sabine du IX

siècle à la fin du XII siècle, Bibliothèque de l’Ecole Française de Rome, CCXXI,

1973.

23 TOUBERT P., Dalla terra ai castelli. Paesaggio, agricoltura e poteri nell’Italia medievale,

Torino 1995.

TOUBERT P., L’incastellamento aujourd’hui: quelques réflexions en marge de deux

colloques, in L’incastellamento, a cura di BARCELÒ M. – TOUBERT P., Actas de las

Reuniones de Girona (26-27 noviembre 1992) y de Roma (5-7 mayo 1994),

“Bibliotheca Italica”, n.22, Roma 1998, pp. XI-XVIII.

VARALDO C. (a cura di), Archeologia urbana a Savona: scavi e ricerche nel complesso

monumentale del Priamàr. II.2 Palazzo della Loggia (scavi 1969-1989). I

materiali, Bordighera – Savona 2001.

WICKHAM C., A che serve l’incastellamento?, in L’incastellamento, a cura di BARCELÒ M.

– TOUBERT P., Actas de las Reuniones de Girona (26-27 noviembre 1992) y de

Roma (5-7 mayo 1994), “Bibliotheca Italica”, n.22, Roma 1998, pp.31-41.

24