Itinerari da scoprire Da ad , passeggiando nel Ponente TESTO: Albano Marcarini INFO FINALI e GRAFICA: Davide Vallese i n

Come scrisse Karl Gottlob Schelle nella sua i l a deliziosa operetta "L'arte di andare a pas- p a P seggio": «Per le nostre abituali passeggiate e d all'aperto, non è indispensabile una natura i v a

maestosa». Anzi essa potrebbe essere di D

i d danno perché «reclama un'attività dello spi- o t

rito eccessiva, rispetto a ciò cui siamo soliti o f

,

sostentarci». Insomma, abituati come siamo a g a convivere nella quotidianità cittadina, un n e b tuffo improvviso fra valli e monti selvaggi l A

i potrebbe essere traumatico, soprattutto se d

i r il nostro animo è particolarmente sensibile. r o t Meglio affrontare le cose per gradi e magari e r t permetterci sì una bella escursione, ma non e troppo lontana dalla civiltà, e magari non L troppo faticosa. Le riviere figuri fanno al nostro scopo per- ché fra un capo e l'altro, fra un litorale e l'altro, si rannicchiano ospitali località di soggiorno, punti di partenza e di arrivo di facili passeggiate che, a rigore, non richie- dono neppure la pesante attrezzatura del- l'escursionista di mestiere. Sono insomma una piacevole alternativa, Alassio e Albenga sono separate da un trat- unendo a una modestissima prestazione fisi- to di scogliera che prospetta sul mare e sul- ca (un paio d'ore al massimo di camminata) la vicina Isola Gallinaria. La Via Aurelia cor- il gusto della "flànerie", cioè l'andare a zon- re quasi all'altezza del mare, mentre l'origi- zo sui lungomare fioriti fino a cedere alla naria strada consolare romana, utilizzata fi- tentazione di un tavolino e di un prelibato no dell'Ottocento, si snoda poco più in alto. e menù. Da Alassio a Albenga, ecco un'idea La si può seguire fedelmente, benché la pa- s e per queste mini crociere di terra. Un breve vimentazione originaria sia ormai perduta n o itinerario fra gli ambienti storici delle citta- (ne resta un solo tratto di una ventina di v a dine liguri e il paesaggio di terrazzi d'ulivi, metri). s

di ombrose pinete, di boschi e di macchia, Si possono però osservare i notevoli reperti e t ma anche di mare che a tutto quanto fa di tombe, edifici e altri monumenti che le n grande cornice. Si scivola fra un luogo e l'al- e

campagne archeologiche hanno riesumato n tro, più che camminare. Si va su sentieri o, lungo o nei pressi della strada. Si prende av- o p

più spesso, su stradelle - o "creuse" come le vio dalla stazione Fs di Alassio (km 0, alt. 6) l I

chiamano qui - che cominciano dove finisco- scendendo verso il centro storico, con le -

no i lunghi arenili. Il treno della costa che, sue strette vie allineate parallelamente alla a g ricorda Carducci, «Di lido in lido / Come di spiaggia e al mare. Seppur simpatica e alle- n turbine / Manda il suo grido», assicura col- e

gra, la cittadina non conserva monumenti b legamenti comodi e frequenti con Genova, l

ragguardevoli. Si può tranquillamente, data A Torino e Milano. Perché non approfittarne? un'occhiata al celebre "Muretto" costellato 38 Itinerari da scoprire dagli autografi dei vip di mezzo mondo, percorrere il "budello", ovvero la centrale I BACI DI ALASSIO Via XX Settembre, dove fra le insegne dei I Baci di Alassio si inseriscono nella gloriosa negozi spuntano bei prospetti edilizi cinque- tradizione dolciaria italiana circa un quindici seicenteschi, oppure scegliere la spiaggia. anni dopo ai progenitori assoluti del "genere", La direzione è quella di levante, verso il i Baci di Dama (due semisfere di mandorle, borgo Coscia, ma potete prima permettervi zucchero, burro, farina che abbracciano un una sosta in qualche pasticceria, per la dischetto di cioccolato fondente) invenzione degustazione dei notissimi (quanto, non della premiata pasticceria Zanotti di Tortona. so!) "Baci di Alassio". I Baci di Alassio nascono intorno al 1910 e si differenziano da questi perché più grandi per 1. Alassio. Si narra che Alassio prenda il no- alcuni ingredienti e perché la crema che me da Adelasia, figlia dell'imperatore Otto- unisce le due semisfere è fatta di cioccolata e ne. La leggenda parla dell'amore sofferto di panna bollita. Creato probabilmente da Adelasia e dello scudiero Aleramo e della lo- Rinaldo Balzola, pasticciere della Real Casa ro fuga dalla Germania ai monti dell'entro- Savoia, è conosciuto dai tempi di D'Annunzio terra ligure. Dopo un lungo periodo di sten- e della Duse, grazie al Caffè pasticceria ti, Aleramo riscattò la sua colpa combatten- Balzola. La produzione artigianale è stata do da valoroso nell'esercito imperiale. portata avanti, intorno alla fine degli anni Ottone commosso e impietosito si riconciliò '50, anche dalla pasticceria "La Riviera". Il con i due e investi Aleramo dei marchesati bacio di Alassio è citato in tutte le del Piemonte. Versata nelle attività marina- pubblicazioni che riguardano la città di re, operosa nella pesca del tonno e del co- Alassio dai tempi del secondo dopo guerra. La rallo, Alassio raggiunse l'età contemporanea produzione si diffonde nelle più importanti pronta a sfruttare la sua indiscussa vocazio- pasticcerie di Alassio alla fine degli anni '50. ne turistica. Furono gli inglesi a farne paci- Trattandosi di prodotto fresco di pasticceria il fica colonia di villeggiatura al punto da mercato è rimasto strettamente circoscritto creare una sorta di comunità parallela con ai frequentatori, seppur internazionali, della le sue chiese, la sua biblioteca (tutt'oggi se- città di produzione. Di forma ovale di colore conda per importanza nel continente), club nocciola/cioccolato; è formato da due gusci e i centri di svago e sport. semi sferici che vengono uniti da una crema Un tozzo torrione difensivo divide il centro di cioccolato. Il peso varia dai 15 ai ventuno storico dal borgo Coscia. Procedendo lungo- grammi l'uno. Il suo gusto viene esaltato dalla mare sulla Passeggiata Cadorna si inquadra presenza di nocciola e cioccolato non molto l'ormai prossimo capo Santa Croce, che do- dolce. La composizione è: per i gusci, vremo superare dall'alto rinvenendo l'antica nocciole Piemonte, zucchero, cacao, miele, strada romana. L'itinerario si sposterà per- albume d'uovo, farina, burro, vaniglina, aromi tanto verso l'interno: giunti all'altezza di e naturali, per la farcitura, panna, latte, cacao s

Via Piave si piega a sinistra, si attraversano magro, zucchero. e n

la Via Aurelia e la ferrovia, e si imbocca ver- o v

so sinistra Via Sant'Erasmo. a s

Dopo il primo breve tratto di salita, si piega e repentina-mente a destra sul viottolo che t n

un cartello segnaletico riconosce come e

Strada Romana di Santa Croce. L'asfalto e n o le moderne ville che fiancheggiano la via p

l I

non fanno sperare in un rapido ritorno al - passato. a

La ripida erta ci proietta in quota: per pren- g n

dere fiato basta girarsi e godere un attimo e b del lungo profilo di Alassio, distesa a custo- l dia del suo golfo. A 39 Itinerari da scoprire

2. Il paesaggio alassino. L'apparente omogeneità del ca- Disegno di Albano Marcarini seggiato, ad una visione più at- tenta, si spezza in tante sue par- ti, differenti per età e per stile. A parte le invadenti costruzioni recenti, è ancora possibile intui- re la compattezza del nucleo sto- rico, un tempo murato; ma an- che i giardini e le ville del perio- do "inglese", nonché i residui ter- razzi coltivati a uliveto. Poco più in alto, sulle colline, stanno i nu- clei forse più antichi come Ca- stello, Moglio, Solva, mentre dei boschi che in passato hanno ali- mentato i cantieri navali alassini non restano che briciole, disper- se sulle pendici del Monte Tiras- so. Ma in breve si giunge a Santo Croce (km 2, alt. 105). Un piace- vole parco, dagli scorci di pano- rama, circonda la chiesuola omo- nima e invita alla sosta. Inoltre potrà consolarvi la notizia che non incontrerete altre salite, sal- vo una facoltativa diramazione alle porte di Albenga.

3. La chiesa di Santa Croce. Prima di parlare della chiesa è bene rammentare l'Isola Gallina- ria cui fu legata, che si scorge bene dal vicino belvedere. Citata da Varrone come nido di galline selvatiche, vi si stabilì la più antica sede monastica della sul ricordo dell'eremo del vescovo Martino di Tours. Ai pri- mi monaci, forse di culto orien- tale, già insediati nel VI secolo, seguirono i Benedettini che, co- me loro consuetudine, accrebbe- ro beni e possessi, estesi alla Pro- venza e in Catalogna. Luci e poi ombre, poiché già nel Trecento ebbe inizio la decaden- za; nel 1842 il monastero fu ce- duto a privati. La chiesuola di Santa Croce fu fondata nel seco- lo Xl. Conserva di quel periodo l'abside e i fianchi con doppi ar- chetti e sottili lesene. Itinerari da scoprire o

Il portico è un'aggiunta posteriore, ma indi- t a c cativa delle funzioni di ricovero della chie- n o R sa, ad ausilio dei viandanti, e di presidio co- o n

lonico nell'opera benedettina di rinascita u r B

agricola dell'entroterra costiero. i d

Un arco in pietra, accanto alla chiesa, invi- o t o ta a proseguire il cammino. La stradina, an- f

, i cora asfaltata, ma priva di transiti, segue la t n scogliera, un centinaio di metri sopra la li- o M

i nea di costa. Secondo la stagione, l'appas- a

a sionato botanico potrà divertirsi a enumera- n n A '

re infinite specie: la Barba di Giove, dalle t n foglioline argentate e dai fiori di un giallo a S

i vivo che si aggrappa ai muri; l'euforbia, pre- d

a sente già a gennaio, con le foglie lunghe e s e i strette e i fiori dai larghi petali gialli; ma h C anche pianticelle comunissime come la sal- sapariglia, la ginestra spinosa, la malva, il finocchio marino e le specie di macchia, fra cui diffusissimo il mirto. Ad un tratto si affianca la chiesuola di San- t'Anna ai Monti (km 2.6, alt. 90), pure di- pendenza della Gallinaria, con annesso un piccolo romitorio (all'interno, non visitabi- doli ("margines"), pure in pietre rilevate. le, notevoli affreschi della fine del XV seco- Quattro canalette in pietre lunghe serviva- lo). Più avanti la strada si divide: si segue il no a scolare le acque. Oltre a questo, altri braccio di destra (Via julia Augusta), che ci manufatti della via, soprattutto ponti, sono conferma la vetustà del percorso. Finalmen- ancora visibili alla periferia nord di Albenga te si lascia l'asfalto per lo sterrato. (il "ponte lungo") e nell'entroterra di Finale In lontananza si configura la piana di Alben- Ligure. Ma le memorie dell'antichità roma- ga, disseminata di serre e vivai. Il cammino na non finiscono qui, anzi s'infittiscono da si fa più solitario, aggirando poggi con ulivi questo punto in poi. Si tratta soprattutto di e qualche improvvida recinzione. Ad un'al- apparati murari e resti di tombe monumen- tra biforcazione si imbocca la traccia di si- tali, realizzati con la tecnica dell' "opus cer- nistra (vicino c'è uno stinto cartello che indi- tum", vale a dire con quadrelli di arenaria ca la strada romana) e si giunge al cospetto in qualche punto intercalati da corsi di pie- di un brano originario di selciato antico (km tre a losanga ("opus reticulatum"). Sulla car- e

4.3). tina, nella pagina precedente, sono ubicati s i reperti: il più imponente è forse quello in- e n

4. La Via julia Augusta. dicato con la lettera F, radente alla strada. o v

Denominata usualmente Aurelia, in realtà Si tratta di un sepolcro al quale è stato con- a s ricorda l'imperatore Augusto, cui va dato il globato un edificio tardo-medievale, ma lo e merito di aver consolidato la presenza roma- si incontrerà un po' più avanti. t n na nei territori cisalpini. Realizzata nell'an- Per ora il percorso, tornato per breve tratto e sull'asfalto, lo lascia subito dopo (km 4.9) n no 13-12 a.C., questa strada, partendo da o p

Piacenza, seguiva il vecchio tracciato della deviando a sinistra per un viottolo sterrato. l I

Postumia e della Aemilia Scauri fino a Vada In breve si giunge dinanzi a due archi che - Sabatia, l'odierna , e da lì prose- scavalcano un rivo, preciso segno di confine a guiva lungo costa fino al Varo e ad Arelate, fra i comuni di Alassio e di Albenga, stabili- g n dove si congiungeva con la Via Domitia per to da Napoleone nel 1812 dopo che sulla e b la Spagna. Il piano viabile, largo poco meno questione si erano consumate infinite liti e l di tre metri, è formato da pietre grossolana- violenti scontri. A mente poligonali ed è delimitato da due cor- Fra ruderi romani e qualche pretenzioso vil- 41 Itinerari da scoprire o t a c n o R

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lino moderno, la strada arriva al cospetto di che attraversano troppo velocemente i seco- Albenga con la bella vista delle sue torri, li. Ma non si tratta di una forma di entropia raggruppate in un fascio. Prima di scendere urbanistica, al contrario è la dimostrazione in città, una breve deviazione a destra (km della saldezza di una comunità a lungo af- 6.2), per una strada privata, porta in 10 mi- flitta da avversità naturali. nuti a osservare il Pilone, monumento fune- Nel Medioevo la deviazione del corso del rario del II secolo d.C., largamente integra- torrente Centa da oriente a occidente (è il to nel 1892, e i resti dell'anfiteatro della ro- torrente che avete attraversato prima di mana Albingaunum (Albenga). Su questo entrare nel centro storico) cagiona impensa- poggio, vicino alla chiesa di San Martino si bili danni: le alluvioni invadono la cittadina sviluppò il primitivo insediamento ligure di (ed è la ragione di tante stratificazioni edi- Albium Ingaunum. lizie), mentre il mare si allontana di quasi La passeggiata potrebbe chiudersi qui, ma un chilometro privandola del porto. Eppure avendo tempo (magari nell'attesa del treno è proprio in questa fase che la supremazia di ritorno) è certamente piacevole attardar- di Albenga libero , si allarga a tutto si nel centro storico di Albenga, fra i più in- il Ponente ligure osteggiando le mire espan- teressanti del Ponente ligure. sionistiche di Genova e dei potentati feuda- li. Gran parte del centro storico riflette an- 5. Albenga. Si potrebbe guardare Albenga cora l'immagine della città turrita, degli alti in superficie e in profondità, intesa nel sen- edifici dalla grezza struttura in pietra o in e so proprio della parola, e scoprire la durevo- laterizio, e ci colloca in un'atmosfera rare- s e le impronta del suo tessuto urbano. «Il sot- fatta (anche i visitatori sembrano altro ris- n o tosuolo di Albenga vecchia - ha scritto lo petto ai turisti un po' goderecci di Alassio). v a studioso ingauno Nino Lamboglia - è pure s

un monumento e un palinsesto di età so- Piazza San Michele e la viuzza fra il Batti- e t vrapposte». Alla maglia ortogonale della cit- stero e la Cattedrale sono il cuore monu- n e

tà romana (II secolo a.C.) si è integrata in mentale della città e limiteremo a questo n modo quasi calligrafico la città medievale, la nostra descrizione. Innanzitutto volgendo o p

alle mura antiche si sono sostituite mura lo sguardo alle tre alte torri che rivaleggia- l I

cinquecentesche senza che il loro perime- no fra loro in possanza e altezza: la Torre -

tro si ampliasse, mentre le sedi del potere del Municipio, più rozza e apparentemente a g religioso e civile (a fianco della Cattedrale più antica, ma la trifora sul lato nord la ap- n e

sta il Battistero romanico, ma stanno anche parenta con il vicino edificio, della seconda b l

le torri civiche medievali) sono cresciute su metà del XIII secolo; la Torre Comunale, col A se stesse senza quei turbamenti stilistici Campanone e l'orologio, che rivela nel du- 42 Itinerari da scoprire plice gusto delle aperture tonde e ogivali la mentazione ribassata al livello di quel perio- transizione fra romanico e gotico (le si acco- do. sta il Palazzo Vecchio del Comune, sede del A fianco della Cattedrale sta il battistero, Museo Ingauno); infine, il campanile della rara opera assegnata al V secolo, forse in- Cattedrale, risalente al 1395, dalla base ro- nalzata nella fase in cui il generale Costan- manica, coeva alla chiesa, e l'alzato in late- zo, marito di Galla Placidia, diede vita ad rizio con sei piani di bifore e trifore inghir- un profondo rinnovamento della città roma- landate a festa dalle cornici di archetti pen- na con l'apertura del porto e la ricostruzio- sili e dalla cuspide in maiolica. ne delle mura dopo le ondate barbare. La vicenda della Cattedrale è complessa E' di forma decagonale con un tamburo su- per le sostituzioni e le sovrapposizioni che periore ottagonale, pure ottagono e il peri- si sono operate nel tempo: dalla originaria metro interno (il Battistero si visita unita- basilica paleocristiana (fine IV-inizio V sec.) mente al Museo Ingauno). Due finestre sono alla riduzione del sec. VIII a unica navata, chiuse da splendide transenne in arenaria a alla ricostruzione romanica del sec. XI (che traforo con motivi naturalistici stilizzati di la riporta al perimetro originario a tre na- fattura longobarda (sec. VIII). Entrando nel vate) e alla sopraelevazione e all'amplia- piccolo edificio, si notano ai lati dell'ingres- mento del XIII, alle modifiche interne e del- so due tombe: quella di destra pure con de- la facciata fatte in periodi successivi. cori d'arte longobarda. All'interno, su una Si osservino in facciata i due archi murati ai nicchia, è disposto un mosaico dai soggetti lati del portale centrale: si riferiscono alle e dallo stile bizantino, della fine del V se- due navate laterali della chiesa del periodo colo; raffigura, nello sfondo stellato, il mo- romanico, alle sue dimensioni e, soprattut- nogramma di Cristo attorniato da dodici co- to, alla quota molto più bassa rispetto al lombe (gli Apostoli); in basso due agnelli si basamento della chiesa attuale. Romaniche avvicinano alla croce. Dal Battistero si può sono anche le sculture immorsate sempre in passare alla vicina Piazzetta dei leoni (per i facciata, fra il portale centrale e l'oculo tre leoni in pietra qui collocati nel 1608) e con figure umane in guisa di cariatidi. osservare l'abside della Cattedrale e la cor- L'interno, dopo i restauri del 1967, è stato tina di edifici civili, quasi tutti appartenuti riportato all'aspetto medievale con la pavi- alla potente famiglia Costa. e s

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g a n z z e a i b P l a A g n e b l A 43 Itinerari da scoprire

Significativo dell'integrazione e della sovrap- Albenga - MUSEO INGAUNO posizione edilizia ingauna è, ad esempio, il Via Nino Lamboglia, 1 palazzetto di fronte all'abside, con fasi co- struttive comprese fra il tardo-romanico (le Orari: basi) e il XIV secolo (le bifore e il paramen- Estivo 9.30-12.30 / 15.30-19.30 to in laterizio). Da segnalare infine, sull'al- Invernale 10-12.30 / 14.30-18 tro lato della piazza, il Palazzo del Vescova- do, costruzione del 1525, e a fianco del Bat- MUSEO NAVALE ROMANO tistero, il vecchio Palazzo vescovile, sede e MUSEO CIVICO del Museo Diocesano che conserva opere (Palazzo Oddo) d'arte di non secondario interesse. Mi auguro che vi resti tempo per completa- Biglietto Intero: 3,50 €. re la visita della città - e in tal caso le mie Biglietto Ridotto: 2,50 €. descrizioni saranno insufficienti (ma al Mu- ORARIO INVERNALE (16 settembre - 14 giugno) seo civico dispongono di buone pubblicazio- martedì - domenica 10:00-12:30 e 14:30-18:30 ni) - oppure, in caso contrario, si può rag- ORARIO ESTIVO (15 giugno - 15 settembre) giungere la stazione Fs percorrendo l'albera- martedì - domenica 9:30-12:30 e 15:30-19:30 to viale Martiri della Libertà, indicativo con le sue ville "Belle epoque" della prima fase Istituto Internazionale di Studi Liguri di espansione avvenuta in coincidenza con sezione Ingauna: info e prenotazione l'apertura della ferrovia nel 1872.● visite guidate 0182.51215 Da Alassio a Albenga sulla strada romana. Passeggiata a piedi con partenza dalla stazione Fs di Alassio e arrivo alla stazione Fs di Albenga. SI sviluppa sulle prime alture della costa, su strade secondarie e sentieri.

Lunghezza: 7,5 km. Dislivello: 110 metri. Tempo medio percorrenza: 2 ore, più la vi- sita di Albenga. Equipaggiamento: un paio di scarpe dalle suole robuste e un antipioggia. Periodo consigliato: tutto l'anno.

Informazioni pratiche. Un piccolo ma suc-

coso libretto dal titolo "Liguria da Scoprire" e s

include questo e altri 13 itinerari nella par- e n

te occidentale della Riviera di Ponente. Può o essere richiesto alla "Cooperativa Liguria da v a s

Scoprire", tel. 0183/290213. e t

Indirizzi utili: Ufficio turismo di Alassio, n e

Piazza Paccini 28, tel. 0182-602.253; Ufficio n o

turismo di Albenga, Viale Martiri della Liber- p

l

tà - Palazzo Ester Siccardi, tel. 0182-568.52 I

- r u 23. o a v g a C n

a Bibliografia: Aa.Vv., Alassio Alassio, a cura e i V b

, dell'Associazione Vecchia Alassio, Ed. Stalla, l a A g Albenga 1992; N. Larnboglia, Albenga roma- n e b na e medioevale, Ed. Stalla, Albenga 1992. l A 44 Itinerari da scoprire 6 0 2 e l e u n a m E

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Sono molti i collegamenti ferroviari tra Genova e Alassio, nell'orario festivo PER SAPERNE DI PIU' troviamo diversi regionali e anche alcuni Intercity che permettono di ridurre di Bruno Massabò un'ora circa il tragitto. Infatti, se la scelta Albingaunum. Itinerari del regionale è la più economica (8 euro), archeologici di Albenga occorrono però praticamente due ore di viaggio. Per l'Intercity invece si spende di Frilli, Genova. 2005 più (9 o 11,50 euro) dimezzando di fatto il Formato: Libro - Pag 224 tempo della corsa. Per il ritorno serale attenzione che dopo le 21, da Albenga, potrebbero non esserci collegamenti diretti con Genova. Buno Massabò, storico, archeologo e da (orari e prezzi riferiti ad aprile 2013) lunghi anni responsabile della Soprintendenza per i Beni Archeologici in varie parti d'Italia, ci presenta in questo HOTEL volume la storia romana, e i suoi * Magnolia Hotel ritrovamenti, nella città ponentina di

Via Nazario Sauro, 90, 17025 Albenga Albenga, al quale è molto legato. e s e n

* Hotel Sabrina o Via Giuseppe Garibaldi, 127, Alassio v a s

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RISTORANTI e

* Trattoria Del Mare Per ulteriori informazioni sui lavori di Albano Marcarini n o

Via Michelangelo, 23, 17031 Albenga p

www.sentieridautore.it l I

-

* Trattoria I Matetti a

Viale Daniele Hanbury, 132, 17021 Alassio g n e b l A 45