PI 2014 COMUNE DI CAPPELLA MAGGIORE Elaborato 26 Piano degli Interventi (PI) - Variante n. 5 DCC n.2del0/03/2016 Legge Regionale n. 11/2004 e s.m.i. Approvato con Valutazione di Compatibilità Idraulica Valutazione di Compatibilità Idraulica

ADOZIONE D.C.C. n. 2 del 14/01/2015

APPROVAZIONE D.C.C. n. 2 del 02/03/2016 Adeguato alle osservazioni recepite con D.C.C. n. 2 del 02/03/2016

Il Sindaco Avv. Mariarosa BARAZZA

L’Assessore all’Urbanistica Arch. Roberta POZZOBON

Il Segretario dott.ssa Ginetta SALVADOR

Il Responsabile Settore Urbanistica Urbanista Luciano BOTTEON

GRUPPO DI LAVORO

Progettisti Urbanista Raffaele GEROMETTA Urbanista Daniele RALLO

Gruppo di Valutazione Ingegnere Elettra Lowenthal Dott. Amb. Lucia FOLTRAN

Contributi specialistici Urbanista Laura GATTO Ingegnere Chiara LUCIANI Ingegnere Lino POLLASTRI Urbanista Fabio VANIN

VenetoProgetti SC Via , 18 - (TV) Tel. +39 (0438) 412433 - Fax. +39 (0438) 429000 e-mail: [email protected] Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

INDICE 1 PREMESSA...... 3 2 L’AMBITO IDROGRAFICO DI RIFERIMENTO PER IL COMUNE DI CAPPELLA MAGGIORE ...... 5 3 CARATTERISTICHE DELL’AMBITO TERRITORIALE DI INTERESSE...... 6 3.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 6 3.2 LA RETE IDROGRAFICA...... 6 3.3 I BACINI IDROGRAFICI ...... 11 3.4 SUOLO E SOTTOSUOLO...... 12 3.4.1 Inquadramento geologico e geomorfologico...... 12 3.4.2 Geolitologia di superficie...... 13 3.4.3 Assetto idrogeologico ...... 15 3.5 IL CLIMA E LE PRECIPITAZIONI...... 17 3.5.1 Le curve di possibilità pluviometrica ...... 18 3.6 CARATTERISTICHE DELLA RETE FOGNARIA IN AMBITO COMUNALE...... 18 3.7 IL SISTEMA DELLA VIABILITÀ...... 18 4 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME LIVENZA ...... 20 4.1 AMBITI A PERICOLOSITÀ IDRAULICA PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE ...... 20 4.1.1 Aree a pericolosità idraulica e zone di attenzione...... 20 4.2 INFORMAZIONI TRATTE DAL CONSORZIO DI BONIFICA PIAVE...... 24 4.3 ZONE ESONDABILI INDIVIDUATE DAL CONSORZIO...... 25 4.4 INDIRIZZI PER L'AUMENTO DELLA SICUREZZA IDRAULICA E PER PREVENIRE I DANNI DA ALLAGAMENTI A LIVELLO LOCALE 26 5 IL RISCHIO IDRAULICO NELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE...... 27 5.1 IL NUOVO PTCP DELLA PROVINCIA DI TREVISO...... 27 5.2 IL PIANO COMUNALE DELLA PROTEZIONE CIVILE...... 30 5.3 AREE ESONDABILI O A RISTAGNO IDRICO INDIVIDUATE DAL PAT ...... 31 5.4 AREE CRITICHE DAL PUNTO DI VISTA IDRAULICO INDIVIDUATE CON LA COLLABORAZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ...... 32 6 PROGETTAZIONE DEI VOLUMI DI COMPENSAZIONE IDRAULICA...... 44 6.1 METODO DI CALCOLO...... 44 6.2 TIPOLOGIE DI INVASO REALIZZABILI...... 47 6.3 METODI DI DISPERSIONE NEL TERRENO ...... 48 6.4 MANUFATTO DI CONTROLLO PORTATE A VALLE DEGLI INVASI...... 51 6.5 ACQUE DA PIAZZALI ...... 52 7 ANALISI DELLE SINGOLE TRASFORMAZIONI ...... 56 7.1 SCHEDA N. 1 – VIA DOLOMITI – VIA CADOLE...... 56 7.2 SCHEDA N. 2 – VIA UNITÀ D’ITALIA ...... 59 7.3 SCHEDA N. 3 – VIA LIVEL ...... 62 7.4 SCHEDA N. 4 – VIA CAL ALTA...... 65 7.5 SCHEDA N. 5 – VIA ANZANO...... 68 7.6 SINGOLI LOTTI DI INTERVENTO PER I QUALI SI PREVEDE UNA SUP. IMPERMEABILIZZATA SUPERIORE A 1'000 MQ 71 7.7 SINGOLI LOTTI DI INTERVENTO PER I QUALI SI PREVEDE UNA SUP. IMPERMEABILIZZATA INFERIORE A 1'000 MQ 77

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 1 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 2 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

1 PREMESSA

La Giunta della Regione , con deliberazione n. 3637 del 13.12.2002 ha previsto che per tutti gli strumenti urbanistici generali e le varianti, generali o parziali o che, comunque, possano recare trasformazioni del territorio tali da modificare il regime idraulico esistente, sia presentata una “Valutazione di compatibilità idraulica”.

Per tali strumenti era quindi richiesta una “Valutazione di compatibilità idraulica” dalla quale si potesse desumere che l’attuale (prevariante) livello di rischio idraulico non venisse incrementato per effetto delle nuove previsioni urbanistiche. Nello stesso elaborato dovevano esser indicate anche misure “compensative” da introdurre nello strumento urbanistico ai fini del rispetto delle condizioni valutate. Inoltre era stato disposto che tale elaborato dovesse acquisire il parere favorevole dell’Unità Complessa del Genio Civile Regionale competente per territorio.

Tale provvedimento aveva anticipato i Piani stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) che le Regioni e le Autorità di bacino avrebbero dovuto adottare conformemente alla legge n. 267 del 3.8.98. Tali Piani infatti contengono l’individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia nonché le misure medesime.

Il fine era quello di evitare l’aggravio delle condizioni del dissesto idraulico di un territorio caratterizzato da una forte urbanizzazione di tipo diffuso. I comuni interessati sono di mediopiccole dimensioni, con tanti piccoli nuclei abitati (frazioni) e con molte abitazioni sparse.

In data 10 maggio 2006 la Giunta regionale del Veneto, con deliberazione n. 1322, ha individuato nuove indicazioni per la formazione degli strumenti urbanistici.

Infatti si era reso necessario fornire ulteriori indicazioni per ottimizzare la procedura e garantire omogeneità metodologica agli studi di compatibilità idraulica. Inoltre l’entrata in vigore della LR n. 11/2004, nuova disciplina regionale per il governo del territorio, ha modificato sensibilmente l’approccio per la pianificazione urbanistica. Per aggiornare i contenuti e le procedure tale DGR, riconfermata successivamente dalla DGR n 1841 del 19 giugno 2007, ridefinisce nell’allegato A le “Modalità operative ed indicazioni tecniche” relative alla Valutazione di Compatibilità Idraulica degli strumenti urbanistici. Inoltre anche il “sistema di competenze” sulla rete idrografica ha subito una modifica d’assetto con l’istituzione dei Distretti Idrografici di Bacino, che superano le storiche competenze territoriali di ciascun Genio Civile e, con la DGR 3260/2002, è stata affidata ai Consorzi di Bonifica la gestione della rete idraulica minore.

Con la DGR n. 2948 del 6 ottobre 2009 viene approvato il documento recante “Modalità operative e indicazioni tecniche”, allegato A alla presente deliberazione, modificato, rispetto alla versione a suo tempo adottata con l’annullata delibera n.1841/2007, nel paragrafo denominato “Articolazione degli studi in relazione agli strumenti urbanistici”, ove l’ultimo capoverso è così sostituito: “Gli studi, nell’articolazione sopra riportata e corredati della proposta di misure compensative come sopra definita, dovranno essere redatti da un tecnico di comprovata esperienza nel settore”.

Lo scopo fondamentale dello studio di compatibilità idraulica è quello di far sì che le valutazioni urbanistiche, sin dalla fase della loro formazione, tengano conto dell’attitudine dei luoghi ad accogliere la nuova edificazione, considerando le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e potenziali, nonché le possibili alterazioni del regime idraulico che le nuove destinazioni o trasformazioni di uso del suolo possono venire a determinare. In sintesi lo studio idraulico deve verificare l’ammissibilità delle previsioni contenute nello strumento urbanistico, prospettando soluzioni corrette dal punto di vista dell’assetto idraulico del territorio.

Ai sensi della DGR 2948/2009, pertanto, la presente relazione costituisce la Valutazione di Compatibilità Idraulica relativa al Piano degli Interventi per il comune di Cappella Maggiore. Essa tiene conto: delle indicazioni fornite dalla DGR 1322/2006; delle indicazioni fornite dalla DGR 2948/2009;

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 3 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

della normativa dettata dal Piano di Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza (in particolare del Progetto di Prima Variante, adottato con delibera n. 4 del Comitato Istituzionale del 9 novembre 2012); delle indicazioni fornite dal competente Consorzio di Bonifica Piave; del PTCP della provincia di Treviso.

La presente relazione, in linea con le indicazioni degli Enti competenti in materia idraulica: analizza l’ipotesi progettuale urbanistica valutandone l’impermeabilizzazione potenziale e stabilendo le misure necessarie a garantire l’invarianza idraulica, individuando anche il percorso delle acque meteoriche fino al ricettore e documentando eventuali discontinuità idrauliche; definisce vincoli di tipo idraulico coerenti con la pianificazione sovraordinata, atti a garantire l’invarianza idraulica e a favorire il deflusso delle portate di piena, definendo criteri di progettazione delle opere.

Per una completa comprensione delle trasformazioni in oggetto e per un chiaro quadro della variazione in termini idraulici si raccomanda pertanto la presa visione, congiuntamente alla presente relazione, anche gli elaborati redatti per il PAT del comune di Cappella Maggiore.

La presente Valutazione di Compatibilità Idraulica, redatta dall’Ing. Lino Pollastri di Veneto Progetti SC iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Treviso n. A1547, nell’affrontare il singolo intervento di Piano definisce criteri e pre- dimensionamenti, da perfezionare successivamente. a fronte della effettiva configurazione di progetto.

Novembre 2014

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 4 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

2 L’AMBITO IDROGRAFICO DI RIFERIMENTO PER IL COMUNE DI CAPPELLA MAGGIORE

Il Comune di Cappella Maggiore si trova in provincia di Treviso ed è interamente compreso all’interno del bacino del Livenza, come mostra l’immagine riportata di seguito, estratta dalla Tavola 1 “Carta dei corpi idrici e dei bacini idrografici” allegata al Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto. All’interno del presente studio verranno pertanto considerati i piani redatti dalla competente Autorità di Bacino.

Bacini idrografici

Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto, 2004

Il Comune rientra inoltre interamente nel territorio di competenza del Consorzio di Bonifica Piave.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 5 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

3 CARATTERISTICHE DELL’AMBITO TERRITORIALE DI INTERESSE

3.1 Inquadramento territoriale

Il comune di Cappella Maggiore, è situato all’estremità nordorientale della Provincia di Treviso. Confina a ovest con il comune di , a nord con , a est con e e a sud con . Con una superficie di circa 11,13 kmq e una popolazione di circa 4500 unità il Comune di Cappella Maggiore è tra i più piccoli della Provincia. Il Comune è formato dal centro capoluogo di Cappella Maggiore e dalla frazione di Anzano posta ad ovest del territorio nei pressi di Vittorio Veneto, collegata al centro attraverso il borgo di S. Appolonia. Il Comune occupa la zona pedemontana e collinare del lato meridionale del massiccio del Consiglio; Il territorio si presenta prevalentemente pianeggiante nella parte sudovest con quota media di metri 100 e collinare nella parte nord con quota massima di metri 320 circa.

3.2 La rete idrografica

Il territorio è attraversato in direzione nordovest sudest da una rete idrografica formata da canali e torrenti, caratterizzati in alcuni punti da elementi di interesse naturalisticoambientale, tutti confluenti nel Meschio che scorre poco a sud dell’ambito comunale indagato. Il territorio è lambito a nord dal torrente Friga, è attraversato dal Torrente Madruc, dal Rujo Calalta e dal Torrente Carron. Interessano inoltre l’ambito comunale anche altri corsi d’acqua tra cui Valle delle Volpere o del Maset, Valle Valspiron, Scolo Fontana o Piazza, oltre ai due canali artificiali impiegati ad uso idroelettrico: l’Adduttore Filiberto e il Canale irriguo industriale Castelletto Nervesa.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 6 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

VALLE DELLE VOLPERE O DEL MASET SCOLO FONTANA O PIAZZA

TORRENTE MADRUC

VALLE VALSPIRON

TORRENTE CARRON

RUIO CALALTA

ADDUTTORE E. FILIBERTO CANALE IRRIGUO IND.LE CASTELLETTO NERVESA

FIUME MESCHIO

Reticolo Idrografico

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 7 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Il fiume Meschio, pur non scorrendo entro i confini comunali, caratterizza fortemente la struttura del paesaggio agrario della parte pianeggiante a sud. Lungo il suo corso si rilevano numerose opere idrauliche, generalmente legate ad antiche concessioni ed utilizzazioni. Numerose sono le interconnessioni con la rete di canali artificiali realizzati a scopo idroelettrico ed irriguo, di particolare rilievo per il valore economico dei beni collegati alle utilizzazioni. L’interferenza della rete idrografica naturale con la rete di canali artificiali condiziona in misura determinante il regime idrologico del Meschio, sia per l’entità delle portate immesse e provenienti dall’esterno del bacino idrografico del fiume, sia per gli stati idrometrici che sono sostanzialmente controllati dalle opere costruite per consentire le utilizzazioni.

Fiume Meschio

Tuttavia, il corso d’acqua più significativo del territorio di Cappella Maggiore è senz’altro il torrente Carron che ha origine dalle incisioni vallive che scendono ripidissime dalla vetta del monte Pizzoc e dopo circa 12 km confluisce nel fiume Meschio in comune di Cordignano, dopo essersi congiunto con il torrente Friga. Il tratto che interessa Cappella Maggiore ha in passato creato notevoli problemi di erosione ed in qualche caso di esondazione per cui il letto è oggi interamente arginato. Per attenuare quindi il fenomeno erosivo sono state create una fitta serie di briglie in corrispondenza del centro di Cappella Maggiore dove il letto è parzialmente pensile rispetto alla piana circostante.

Torrente Carron

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 8 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

In alcuni tratti il torrente si presenta pensile e in determinate occasioni (quali le operazioni di pulitura dell’alveo) si sono verificate problematiche connesse a fenomeni di sifonamento. Il torrente Carron riceve talvolta anche le acque da uno scarico Enel: si determinano così improvvisi allagamenti dell’alveo del torrente.

Torrente Carron Scarico Enel

Al confine nord orientale dell’ambito comunale è presente il torrente Friga, che ha origine dalla pendice orientale di una diramazione del monte Croce (M. Zoel).

Torrente Friga

Il regime del Carron e del Friga risulta essere spiccatamente torrentizio, caratterizzato quindi da lunghi periodi in cui i corsi d’acqua rimangono quasi all’asciutto e da piene rilevanti quanto improvvise, in coincidenza degli eventi meteorici più intensi. Con il progressivo potenziamento delle reti di centrali idroelettriche, avvenuto in particolare nel decennio 1920 30, anche il territorio di Cappella Maggiore è stato coinvolto da una serie di canali, sia a cielo aperto che in galleria, che derivano le acque del fiume Piave attraverso il Lago di S. Croce e le scaricano nel fiume Meschio e poi nel Livenza dopo l’utilizzo idroelettrico in una serie di centrali lungo la Val Lapisina ed infine nella centrale del Castelletto ed in quella di Caneva. Tali canali sono il canale irriguo industriale Castelletto Nervesa e l’Adduttore Filiberto.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 9 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Canale irriguo industriale Castelletto

Le acque del Rujo Calalta e alcuni canali di scolo scaricano all’interno del canale dell’Enel “Adduttore Filiberto”, che a sue volta confluisce all’interno del Fiume Meschio poco a sud del confine comunale di Cappella Maggiore.

Adduttore Filiberto

Chiusa sul Meschio (in corrispondenza della confluenza nello stesso delle acque dell’Adduttore Filiberto)

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 10 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

3.3 I bacini idrografici

Per una fissata sezione trasversale di un corso d’acqua, si definisce bacino idrografico o bacino tributario apparente l’entità geografica costituita dalla proiezione su un piano orizzontale della superficie scolante sottesa alla suddetta sezione. Nel linguaggio tecnico dell’idraulica fluviale la corrispondenza biunivoca che esiste tra sezione trasversale e bacino idrografico si esprime affermando che la sezione “sottende” il bacino, mentre il bacino idrografico “è sotteso” alla sezione. L’aggettivo “apparente” si riferisce alla circostanza che il bacino viene determinato individuando, sulla superficie terrestre, lo spartiacque superficiale senza tenere conto che particolari formazioni geologiche potrebbero provocare in profondità il passaggio di volumi idrici da un bacino all’altro.

Come precedentemente specificato tutta la rete idraulica dei corsi d’acqua presenti in ambito comunale fa parte del bacino del Livenza. Il territorio comunale rientra inoltre nel sottobacino del fiume Meschio, come osservabile nell’immagine riportata di seguito che mostra la suddivisione in sottobacini idrografici effettuata dal Consorzio di Bonifica Pedemontano Sinistra Piave (oggi confuito nel Consorzio Piave).

Suddivisione in bacini e sottobacini secondo il Consorzio di Bonifica Sinistra Piave

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 11 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

3.4 Suolo e sottosuolo

3.4.1 Inquadramento geologico e geomorfologico

Il territorio comunale può essere schematicamente suddiviso, sotto l’aspetto morfologico, in due settori: collinare e di pianura. L’area collinare è costituita da rilievi abbastanza dolci, litologicamente costituiti da una successione ripetuta di rocce relativamente dure con litotipi assai più teneri generalmente ricoperti, per ampi tratti, da detriti di alterazione o da depositi morenici. L’alternanza di rocce facilmente erodibili con altre più tenaci ha conferito al paesaggio un aspetto caratterizzato da una successione di creste e vallecole con evidenti incisioni. Nei terreni più teneri ed erodibili si notano, diffusi, piccoli dissesti idrogeologici del tipo scoscendimento e colamento gravitativo. Le condizioni di instabilità sopra citate sono da imputare per la maggior parte dei casi a processi di imbibizione dei cappellacci eluviali di degradazione, normalmente argillosi, che acquistano così marcati caratteri di plasticità. Le dinamiche gravitative più evidenti sono sempre legate all’imbibizione dei terreni limosoargillosi ricoprenti il substrato impermeabile. Appare chiaro quindi il legame esistente tra l’idrogeologia e la permeabilità dei terreni. Un esempio particolarmente evidente è rilevabile sul fianco occidentale della costa AnzanoCappella: qui si notano diversi fenomeni di scoscendimento la cui evoluzione ricalca il modello sopraccitato. Laddove affiorano invece rocce conglomeratiche, l’analisi diventa più complessa sia per la presenza di falde detritiche ghiaiose, sia per un diverso comportamento meccanico della roccia. In queste zone è facile rilevare fenomeni di scivolamento lungo strato, ma anche di crollo specialmente se esiste un’erosione fluviale al piede del pendio. A parte queste fenomenologie gravitative non particolarmente accentuate, non si rilevano nel territorio particolari sintomi di dinamiche evolutive a rapido decorso. I fenomeni di cui sopra rientrano nella normale evoluzione di aree pedemontane e fanno eccezione pochi pendii dove le generali precarie condizioni statiche sono riconducibili a occasionali coincidenze negative.

Il rimanente 60% del territorio interessa un’area pianeggiante, maggiormente rappresentata verso sud e caratterizzata da pendenze inferiori al 5%. Il settore di pianura è il risultato dei processi fluvioglaciali ed alluvionali; i terreni che lo costituiscono sono formati da depositi di natura ghiaiosa e buone caratteristiche geotecniche e da argille e limi generalmente poco addensati.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 12 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Estratto dalla Tav 6.3 “Carta Geomorfologica” allegata alle tavole di analisi del PAT

3.4.2 Geolitologia di superficie

Relativamente alla litologia degli strati superficiali dall’esame della Carta geolitologica, compresa tra le tavole di analisi del PAT, si rileva che l’ambito collinare presenta in prevalenza rocce tenere con interstrati o bancate resistenti subordinate, rappresentate da rocce arenacee e argillose, marne, argille siltose e siltiti a stratificazione poco distinta debolmente cementate e facilmente erodibili e degradabili. Gli alvei dei Torrenti Carron e Friga risultano costituiti da materiali sciolti di alveo fluviale recente stabilizzati dalla vegetazione di natura prevalentemente ghiaiosa –sabbiosa. Infine l’ambito di pianura è per lo più costituito da materiali alluvionali e fluvioglaciali a tessitura prevalentemente sabbiosa in spessore di pochi metri su ghiaie variamente sabbiose, nella porzione più settentrionale della zona pianeggiante, e da materiali dei terrazzi fluviali e/o fluvioglaciali antichi di conoide a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa con cappello superficiale di alterazione in modestissimo spessore, nella porzione più meridionale.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 13 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Estratto alla Tav. 6.1 “Carta geolitologica”, allegata alle tavole di analisi del PAT

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 14 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

3.4.3 Assetto idrogeologico

Relativamente all’assetto idrogeologico nell’area di pianura è presente, entro il materasso ghiaioso sabbioso indifferenziato che si sviluppa dal piede dei rilievi prealpini, una falda di tipo freatico. La profondità della falda risulta compresa tra i 5 e i 10 metri in media dal piano campagna, come mostra l’immagine riportata di seguito, estratta dalla Carta della soggiacenza provinciale, elaborata dalla Provincia di Treviso sulla base della campagna di monitoraggio effettuata nel marzo del 2002.

L’immagine seguente, estratta dalla carta freatimetrica provinciale, sempre elaborata dalla Provincia di Treviso sulla base dei rilievi freatimetrici effettuati nel marzo del 2002, mostra l’andamento delle isofreatiche nell’area di

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 15 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 interesse. Si osserva che il flusso delle acque sotterranee presenta un orientamento da nordovest verso sud est.

Di interesse risulta inoltre il fatto che l’ambito comunale in esame risulta compreso nella fascia di ricarica degli acquiferi, come riportato all’interno della Tavola n°36 “Zone omogenee di protezione dall’inquinamento” del Piano di Tutela delle acque della Regione Veneto.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 16 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Estratto alla Tav. 36 “Zone omogenee di protezione dall’inquinamento” del Piano di Tutela delle acque della Regione Veneto

3.5 Il clima e le precipitazioni

Il clima del Veneto, pur rientrando nella tipologia mediterranea, presenta proprie peculiarità, dovute principalmente al fatto di trovarsi in una posizione di transizione e quindi subire varie influenze: l’azione mitigatrice dell’Adriatico, l’effetto orografico delle Alpi e la continentalità dell’area centro europea. Ciò comporta un clima lievemente più mite rispetto a quello delle altre regioni padane: in media si mantengono all’incirca uguali le temperature estive, ma più alte quelle invernali. Il Comune, in particolare, è situato nella parte collinare e pedecollinare del Monte Pizzoc (mt. 1565); rivolto verso sud gode di una buona esposizione solare e presenta dei buoni parametri climatici. La sua particolare posizione lo protegge dai venti freddi che scendono dalla Val Lapisina e determina indici di piovosità medio –

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 17 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 alti in quanto trovandosi in fascia pedemontana, il massiccio del Pizzoc frena le masse di aria umida provenienti da sud, dando luogo a frequenti fenomeni piovosi.

3.5.1 Le curve di possibilità pluviometrica

In linea con quanto richiesto dal Consorzio di Bonifica Piave per la determinazione delle piogge si fa riferimento alla seguente curva segnalatrice di possibilità pluviometrica a tre parametri valida per precipitazioni da 5 minuti a 24 ore, con Tr=50 anni (t espresso in minuti):

relativa all’area dell’Alto Piave.

3.6 Caratteristiche della rete fognaria in ambito comunale

In ambito comunale è presente una rete fognaria di tipologia prevalentemente separato che serve buona parte degli ambiti urbanizzati presenti. Esiste un limitato tratto di rete mista in prossimità del centro di Anzano. Relativamente alle acque nere queste sono convogliate nel depuratore del consorzio intercomunale Sinistra Piave sito nel comune di Cordignano e avente una capacità di 30 000 AE.

3.7 Il sistema della viabilità

La rete infrastrutturale che interessa il territorio è formata dalla SP 422 dell’Alpago e Cansiglio che partendo da Vittorio Veneto porta alla piana del Cansiglio, dalla ex SP 80, ora declassata a comunale, che attraversa il centro di Anzano e il borgo di S. Appollonia e collega Cappella a Vittorio Veneto e dalla SP 42 che dal centro di San Martino Colle Umberto conduce a Sarmede passando per il centro capoluogo.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 18 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Non sono presenti né collegamenti ferroviari né autostradali; tuttavia, a livello sovracomunale, la rete infrastrutturale garantisce il collegamento verso nord attraverso il casello della A27 di Vittorio Veneto sud, verso sud dal casello della A28 Godega S.U. e verso est dalla strada Statale 13 Pontebbana in direzione dei centri friulani di Sacile e Pordenone.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 19 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

4 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME LIVENZA

Con delibera n. 4 del 09.11.2012 il Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino dei fiumi dell’Alto Adriatico ha adottato il Progetto di Prima Variante del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza (pubblicato sulla GU n. 280 del 30.11.2012) contenente le Norme di Attuazione (NdA). Le NdA costituiscono misure di salvaguardia e sono entrate in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

4.1 Ambiti a pericolosità idraulica presenti nel territorio comunale

4.1.1 Aree a pericolosità idraulica e zone di attenzione La cartografia del Piano (Tav. 42 e 43) interessa anche il territorio comunale di Cappella Maggiore, all’interno del quale in particolare vengono individuate due aree, di limitata estensione, classificate a media pericolosità idraulica. Gli estratti cartografici riportati di seguito individuano le aree descritte.

Estratto alla Tav. 43 del Progetto di Prima Variante al PAI del Livenza

La cartografia di Piano individua sul territorio comunale anche una zona di attenzione, posta in prossimità del torrente Carron. Con il termine di “zone di attenzione” il Piano indica “porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità”, per le quali valgono le norme di cui all’art. 5, 6 e 8 del PAI.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 20 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

ART. 5 Zone di attenzione 1. Sono definite “zone di attenzione” le porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità e che sono individuate in cartografia con apposito tematismo. L’associazione delle classi di pericolosità avviene secondo le procedure di cui all’art. 6. 2. Sono considerate pericolose nei territori per i quali non è stata ancora perimetrata e riportata su cartografia la perimetrazione della pericolosità: a. le aree soggette a dissesto idraulico e/o geologico e/o valanghivo risultanti da studi riconosciuti dai competenti organi statali o regionali, ovvero da specifiche previsioni contenute negli strumenti urbanistici vigenti; b. in assenza di studi o specifiche previsioni urbanistiche, le aree che sono state storicamente interessate da fenomeni di dissesto idraulico e/o geologico e/o valanghivo. 3. In sede di attuazione delle previsioni e degli interventi degli strumenti urbanistici vigenti, le amministrazioni comunali provvedono a verificare che gli interventi siano compatibili con la specifica natura o tipologia di dissesto individuata, in conformità a quanto riportato nell’art. 8. 4. In sede di redazione degli strumenti urbanistici devono essere valutate le condizioni di dissesto evidenziate e la relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche. La verifica è preventivamente trasmessa alla Regione che, ove ritenga ne sussista la necessità, provvede all’avvio della procedura di cui all’art. 6 per l’attribuzione della classe di pericolosità.

ART. 6 Aggiornamenti del Piano 1. Le previsioni del Piano possono essere oggetto di aggiornamenti, integrazioni puntuali e circoscritte, in conseguenza di: A) meri errori materiali, carenze e/o imprecisioni; B) realizzazione di adeguati interventi di mitigazione; C) nuove conoscenze a seguito di studi o indagini di dettaglio; D) nuove situazioni di dissesto. 2. Nel caso di cui alla lettera A) del comma 1 il Segretario dell’Autorità di Bacino, su parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, provvede con proprio decreto all’aggiornamento di Piano. Il decreto ha effetto di aggiornamento dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La Regione competente ne assicura sul proprio territorio la massima pubblicità. 3. Nel caso di cui alla lettera B): B.1 I. il soggetto proponente può preliminarmente presentare alla competente Regione il progetto dell’intervento, unitamente ad una valutazione delle nuove condizioni di pericolosità; II. la Regione, previa istruttoria, trasmette all’Autorità di Bacino una proposta di aggiornamento di Piano; III. la proposta è inviata anche alle Province territorialmente interessate per l’espressione del proprio parere all’Autorità di Bacino e alla Regione, entro il termine di 45 giorni, scaduto il quale il parere si intende reso positivamente; IV. la proposta è altresì trasmessa al Comune o ai Comuni territorialmente interessati, ai fini della affissione all’albo pretorio. Chiunque abbia un interesse concreto ed attuale può far pervenire all’amministrazione comunale, entro 45 giorni dalla affissione del provvedimento, eventuali osservazioni che l’amministrazione deve trasmettere, unitamente alla relata di avvenuta pubblicazione, all’Autorità di Bacino e alla Regione, nei successivi 15 giorni; V. il Segretario dell’Autorità di Bacino, acquisito il parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, provvede a comunicare l’ipotesi di aggiornamento del Piano; VI. ultimati i lavori, il Segretario dell’Autorità di Bacino sulla base del certificato di collaudo/regolare esecuzione e della corrispondenza delle opere eseguite al parere espresso dal Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, provvede con decreto all’approvazione dell’aggiornamento del Piano. Tale decreto ha effetto di aggiornamento dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La Regione competente ne assicura sul proprio territorio la massima pubblicità. B.2 I. nel caso di interventi già realizzati e collaudati il soggetto proponente può comunque presentare alla Regione una proposta di aggiornamento di Piano. II. il soggetto proponente può presentare alla competente Regione la proposta, unitamente alla relativa documentazione e ad una valutazione delle nuove condizioni di pericolosità; III. la Regione, previa istruttoria, trasmette all’Autorità di Bacino una proposta di aggiornamento di Piano; IV. la proposta è inviata anche alle Province territorialmente interessate per l’espressione del proprio parere all’Autorità di Bacino e alla Regione, entro il termine di 45 giorni, scaduto il quale il parere si intende reso positivamente; V. la proposta è altresì trasmessa al Comune o ai Comuni territorialmente interessati, ai fini della affissione all’albo pretorio. Chiunque abbia un interesse concreto ed attuale può far pervenire all’amministrazione comunale, entro 45 giorni dalla affissione del provvedimento, eventuali osservazioni che l’amministrazione deve trasmettere, unitamente alla relata di avvenuta pubblicazione, all’Autorità di Bacino e alla Regione nei successivi 15 giorni; VI. il Segretario dell’Autorità di Bacino, acquisito il parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, anche in merito al grado di mitigazione proposto, provvede all’eventuale emanazione del decreto di aggiornamento del Piano. Tale decreto ha effetto di aggiornamento dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La Regione competente ne assicura sul proprio territorio la massima pubblicità. 4. Nei casi di cui alla lettera C) del comma 1: I. il soggetto proponente presenta alla competente Regione la proposta, unitamente alla relativa documentazione e ad una valutazione delle nuove condizioni di pericolosità; II. la Regione, previa istruttoria, trasmette all’Autorità di bacino una proposta di aggiornamento di Piano; III. la proposta è inviata anche alle Province territorialmente interessate per l’espressione del proprio parere all’Autorità di Bacino e alla Regione, entro il termine di 45 giorni, scaduto il quale il parere si intende reso positivamente; IV. la proposta è altresì trasmessa al Comune o ai Comuni territorialmente interessati, ai fini della affissione all’albo pretorio. Chiunque abbia un interesse concreto ed attuale può far pervenire all’amministrazione comunale, entro 45 giorni dalla affissione del provvedimento, eventuali osservazioni che l’amministrazione deve trasmettere, unitamente alla relata di avvenuta pubblicazione, all’Autorità di Bacino e alla Regione, nei successivi 15 giorni; V. il Segretario dell’Autorità di Bacino, acquisito il parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, provvede all’eventuale emanazione del decreto di aggiornamento del Piano. Tale decreto ha effetto di aggiornamento dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La Regione competente ne assicura sul proprio territorio la massima pubblicità. 5. Nel caso di cui alla lettera D) del comma 1 il Segretario dell’Autorità di Bacino, su segnalazione di enti ed amministrazioni pubbliche, ove ritenga ne sussista la necessità, adotta, con decreto immediatamente efficace, le nuove ipotesi di perimetrazione individuandole come “zone di attenzione” di cui

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 21 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

all’art. 5. Il decreto è trasmesso al Comune o ai Comuni territorialmente interessati, alla Provincia competente, agli organi di Protezione civile, al Ministero e alla Regione competenti. 6. Il decreto di aggiornamento del Piano è immediatamente trasmesso al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare che lo porta a conoscenza del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino nella prima seduta utile.

ART. 8 Disposizioni comuni per le aree a pericolosità idraulica, geologica, valanghiva e per le zone di attenzione 1. Le Amministrazioni comunali non possono rilasciare concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire od equivalenti, previsti dalle norme vigenti, in contrasto con il Piano. 2. Possono essere portati a conclusione tutti i piani e gli interventi i cui provvedimenti di approvazione, autorizzazione, concessione, permessi di costruire od equivalenti previsti dalle norme vigenti, siano stati rilasciati prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’avvenuta adozione del presente Piano, fatti salvi gli effetti delle misure di salvaguardia precedentemente in vigore. 3. Nelle aree classificate pericolose e nelle zone di attenzione, ad eccezione degli interventi di mitigazione della pericolosità e del rischio, di tutela della pubblica incolumità e di quelli previsti dal Piano di bacino, è vietato, in rapporto alla specifica natura e tipologia di pericolo individuata: a. eseguire scavi o abbassamenti del Piano di campagna in grado di compromettere la stabilità delle fondazioni degli argini, ovvero dei versanti soggetti a fenomeni franosi; b. realizzare tombinature dei corsi d’acqua; c. realizzare interventi che favoriscano l’infiltrazione delle acque nelle aree franose; d. costituire, indurre a formare vie preferenziali di veicolazione di portate solide o liquide; e. realizzare in presenza di fenomeni di colamento rapido (CR) interventi che incrementino la vulnerabilità della struttura, quali aperture sul lato esposto al flusso; f. realizzare locali interrati o seminterrati nelle aree a pericolosità idraulica o da colamento rapido. 4. Al fine di non incrementare le condizioni di rischio nelle aree fluviali e in quelle pericolose, fermo restando quanto stabilito al comma precedente ed in rapporto alla specifica natura e tipologia di pericolo individuata, tutti i nuovi interventi, opere, attività consentiti dal Piano o autorizzati dopo la sua approvazione, devono essere tali da: a. mantenere le condizioni esistenti di funzionalità idraulica o migliorarle, agevolare e comunque non impedire il normale deflusso delle acque; b. non aumentare le condizioni di pericolo dell’area interessata nonché a valle o a monte della stessa; c. non ridurre complessivamente i volumi invasabili delle aree interessate tenendo conto dei principi dell’invarianza idraulica e favorire, se possibile, la creazione di nuove aree di libera esondazione; d. minimizzare le interferenze, anche temporanee, con le strutture di difesa idraulica, geologica o valanghiva. 5. Tutte le opere di mitigazione della pericolosità e del rischio devono prevedere il Piano di manutenzione. 6. Tutti gli interventi consentiti dal presente Titolo non devono pregiudicare la definitiva sistemazione né la realizzazione degli altri interventi previsti dalla pianificazione di bacino vigente.

Con D.G.R. n. 649 del 07.05.2013 la Regione Veneto ha ulteriormente specificato la procedura di attribuzione della classe di pericolosità idraulica, in particolare stabilendo di avviare formalmente la procedura di associazione della pericolosità ex art. 6 delle NdA del PAI su tutte le zone di attenzione nei bacini nazionali del territorio veneto, escluso il bacino del fiume Po, stabilendo che le Autorità di Bacino nazionali dei fiumi dell’Alto Adriatico e del fiume Adige procedano direttamente, ai sensi dell’art. 6 delle NdA del PAI, all’associazione della pericolosità idraulica alle zone di attenzione, svolgendo anche i compiti spettanti alla Regione di cui ai punti II, III e IV, oltre al punto V della let. B.2, dei commi 3 e 4, dello stesso art. 6, relative all’istruttoria per la definizione della proposta di aggiornamento dei PAI.

Per le zone a pericolosità idraulica si applicano le norme del PAI (art. 9 – 12), di seguito riportate.

ART. 9 Disciplina degli interventi nelle aree classificate a pericolosità molto elevata P4 1. Nelle aree classificate a pericolosità molto elevata P4 può essere esclusivamente consentita l’esecuzione di: a. opere di difesa, di sistemazione idraulica e dei versanti, di bonifica e di regimazione delle acque superficiali, di manutenzione idraulica e di sistemazione dei movimenti franosi, di monitoraggio o altre opere comunque volte ad eliminare, ridurre o mitigare, le condizioni di pericolosità o a migliorare la sicurezza delle aree interessate; b. interventi di nuova realizzazione e manutenzione di piste per lo sci, qualora non ricadano in aree interessate da fenomeni di caduta massi, purché siano attuati i previsti piani di gestione del rischio; c. opere, connesse con le attività di gestione e manutenzione del patrimonio forestale, boschivo e agrario, purché non in contrasto con le esigenze di sicurezza idraulica, geologica o valanghiva; d. realizzazione e manutenzione di sentieri, purché non comportino l’incremento delle condizioni di pericolosità e siano segnalate le situazioni di rischio; e. interventi strettamente necessari per la tutela della pubblica incolumità e per ridurre la vulnerabilità degli edifici esistenti; f. interventi di manutenzione di opere pubbliche o di interesse pubblico; g. realizzazione o ampliamento di infrastrutture a rete pubbliche o di interesse pubblico, diverse da strade o da edifici, riferite a servizi essenziali non diversamente localizzabili o non delocalizzabili ovvero mancanti di alternative progettuali tecnicamente ed economicamente sostenibili, purché, se necessario, dotate di sistemi di interruzione del servizio o delle funzioni; nell’ambito di tali interventi sono anche da ricomprendersi eventuali manufatti accessori e di servizio, di modesta dimensione e, comunque, nondestinati all’uso residenziale o che consentano il pernottamento; h. realizzazione o ampliamento di infrastrutture viarie, ferroviarie e di trasporto pubblico nonché di piste ciclopedonali, purché siano contestualmente attuati i necessari interventi di mitigazione della pericolosità o del rischio; in particolare gli interventi di realizzazione di nuove infrastrutture stradali devono anche essere coerenti alle previsioni del piano di protezione civile ove esistente; adeguamenti delle infrastrutture viarie esistenti sono ammissibili anche in

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 22 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

deroga all’obbligo di contestuale realizzazione degli interventi di mitigazione solo nel caso in cui gli adeguamenti si rendano necessari per migliorare le condizioni di sicurezza della percorribilità delle stesse; i. interventi di demolizione senza ricostruzione; j. interventi di manutenzione riguardanti edifici ed infrastrutture, purché non comportino incremento di unità abitative o del carico insediativo; k. interventi di adeguamento degli edifici esistenti per motivate necessità igienicosanitarie per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, di sicurezza del lavoro e incremento dell’efficienza energetica; l. sistemazioni e manutenzioni di superfici scoperte di edifici esistenti; m. posizionamento delle strutture di carattere provvisorio, non destinate al pernottamento di persone, necessarie per la conduzione dei cantieri per la realizzazione degli interventi di cui al presente articolo, a condizione che siano compatibili con le previsioni dei piani di protezione civile ove esistenti; n. adeguamenti strutturali e funzionali di impianti per la lavorazione degli inerti solo nel caso in cui siano imposti dalle normative vigenti; o. adeguamento strutturale e funzionale di impianti di depurazione delle acque reflue urbane imposti dalla normativa vigente; p. realizzazione delle opere di raccolta, regolazione, trattamento, presa e restituzione dell’acqua; q. interventi di riequilibrio e ricostruzione degli ambiti fluviali naturali nonché opere di irrigazione, purché non in contrasto con le esigenze di sicurezza; r. prelievo di materiale litoide, sabbie, limi, argille, torbe o assimilabili solo previa verifica che questo sia compatibile, oltrechè con le pianificazioni di gestione della risorsa, con le condizioni di pericolo riscontrate e che non provochi un peggioramento delle stesse; s. adeguamento di impianti produttivi artigianali o industriali solo nel caso in cui siano imposti dalle normative vigenti; t. opere a verde. 2. Gli elaborati progettuali degli interventi di cui al comma 1 devono essere corredati da una relazione tecnica che tenga conto in modo approfondito della tipologia di pericolo, redatta da un tecnico laureato abilitato, se prevista dalla normativa di settore. Le indicazioni contenute nella suddetta relazione devono essere integralmente recepite nel progetto delle opere di cui si prevede l’esecuzione.

ART. 10 Disciplina degli interventi nelle aree classificate a pericolosità elevata P3 1. Nelle aree classificate a pericolosità elevata P3, possono essere consentiti tutti gli interventi di cui alle aree P4, nonché i seguenti: a. interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione di opere pubbliche o di interesse pubblico qualora non comportino mutamento della destinazione d’uso; b. interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione di infrastrutture ed edifici, qualora non comportino aumento delle unità abitative o del carico insediativo; c. ampliamento degli edifici esistenti, purché non comportino mutamento della destinazione d’uso, né incremento di superficie e di volume superiore al 10% del volume e della superficie totale, così come risultanti alla data di adozione del Progetto di Piano (7 ottobre 2004), e purché siano anche compatibili con la pericolosità del fenomeno; d. realizzazione di locali accessori di modesta entità a servizio degli edifici esistenti; e. realizzazione di attrezzature e strutture mobili o provvisorie non destinate al pernottamento di persone per la fruizione del tempo libero o dell'ambiente naturale, a condizione che siano compatibili con le previsioni dei piani di protezione civile, che non ostacolino il libero deflusso delle acque e purché non localizzate in aree interessate da fenomeni di caduta massi; f. realizzazione o ampliamento di infrastrutture viarie, ferroviarie e di trasporto pubblico nonché ciclopedonali, non diversamente localizzabili o non delocalizzabili ovvero mancanti di alternative progettuali tecnicamente ed economicamente sostenibili, purché non comportino l’incremento delle condizioni di pericolosità e non compromettano la possibilità di realizzazione degli interventi di mitigazione della pericolosità o del rischio; in particolare gli interventi di realizzazione di nuove infrastrutture stradali devono anche essere compatibili con le previsioni dei piani di protezione civile ove esistenti; g. realizzazione di nuovi impianti di depurazione delle acque reflue urbane ove non diversamente localizzabili, purché dotati degli opportuni accorgimenti tecnicocostruttivi e gestionali idonei anche ad impedire il rilascio nell’ambiente circostante di sostanze o materiali per effetto dell’evento che genera la situazione di pericolosità. 2. Gli elaborati progettuali degli interventi di cui al comma 1 devono essere corredati da una relazione tecnica che tenga conto in modo approfondito della tipologia di pericolo, redatta da un tecnico laureato abilitato, se prevista dalla normativa di settore. Le indicazioni contenute nella suddetta relazione devono essere integralmente recepite nel progetto delle opere di cui si prevede l’esecuzione.

ART. 11 Disciplina degli interventi nelle aree classificate a pericolosità media P2 1. Nelle aree classificate a pericolosità idraulica, geologica e valanghiva media P2, possono essere consentiti tutti gli interventi di cui alle aree P4 e P3. 2. L’attuazione delle previsioni e degli interventi degli strumenti urbanistici vigenti alla data di adozione del Piano (1 dicembre 2012) è subordinata alla verifica da parte delle amministrazioni comunali della compatibilità con le situazioni di pericolosità evidenziate dal Piano e deve essere conforme alle disposizioni indicate dall’art. 8. Gli interventi dovranno essere realizzati secondo soluzioni costruttive funzionali a rendere compatibili i nuovi edifici con la specifica natura o tipologia di pericolo individuata. 3. Nelle aree classificate a pericolosità media P2 la pianificazione urbanistica e territoriale può prevedere: a. nuove zone di espansione per infrastrutture stradali, ferroviarie e servizi che non prevedano la realizzazione di volumetrie edilizie, purché ne sia segnalata la condizione di pericolosità e tengano conto dei possibili livelli idrometrici conseguenti alla piena di riferimento; b. nuove zone da destinare a parcheggi, solo se imposti dagli standard urbanistici, purché compatibili con le condizioni di pericolosità che devono essere segnalate; c. piani di recupero e valorizzazione di complessi malghivi, stavoli e casere senza aumento di volumetria diversa dall’adeguamento igienicosanitario e/o adeguamenti tecnicocostruttivi e di incremento dell’efficienza energetica, purché compatibili con la specifica natura o tipologia di pericolo individuata. Tali interventi sono ammessi esclusivamente per le aree a pericolosità geologica; d. nuove zone su cui localizzare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, non diversamente localizzabili ovvero mancanti di alternative progettuali tecnicamente ed economicamente sostenibili, purchè compatibili con le condizioni di pericolo riscontrate e che non provochino un peggioramento delle stesse.

ART. 12 Disciplina degli Interventi nelle aree classificate a pericolosità moderata P1 La pianificazione urbanistica e territoriale disciplina l’uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d’uso, la realizzazione di nuove infrastrutture e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente nel rispetto dei criteri e delle indicazioni generali del presente Piano conformandosi allo stesso.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 23 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

4.2 INFORMAZIONI TRATTE DAL CONSORZIO DI BONIFICA PIAVE

Il Consorzio di Bonifica Piave ha una superficie territoriale totale di 188'934 mq ed è risultato dalla fusione dei tre Consorzi di Bonifica “Destra Piave”, “Pedemontano bretella di ” e “Pedemontano Sinistra Piave”.

Comprensorio del Consorzio di Bonifica Piave

Compiti principali del Consorzio sono garantire la qualità e quantità dell’acqua di irrigazione, oltre che il mantenimento sul territorio di buone condizioni dell’assetto idraulico, provvedendo alla difesa dalle alluvioni ed al regolare deflusso delle acque. Le competenze sui grandi fiumi non sono del Consorzio, mentre le competenze sui corsi d'acqua minori sono invece da qualche anno totalmente del Consorzio e su di essi si concentra l'attività dell’Ente che provvede, di concerto con le Amministrazioni comunali, a tutti quegli interventi strutturali che facciano recuperare al territorio la sicurezza necessaria. Dal rifacimento di tombotti, alla creazione di bacini di laminazione, alla creazione di diversivi, alla proposta di finalizzare gli incentivi PSR anche allo svolgimento di funzioni idrauliche specifiche.

Il Consorzio rilascia Concessioni a titolo di precario per le opere da realizzarsi in fregio sia ai collettori di Bonifica sia a tutte le "acque pubbliche" presenti nel Comprensorio, più precisamente per la realizzazione di scarichi, attraversamenti e parallelismi, ponti ed accessi, tombinamenti, sfalci e spazi acquei. In base all'art. 137 del R.D. 368/1904, nelle concessioni sono stabilite le condizioni, la durata e le norme alle quali sono assoggettate, l'eventuale prezzo dell'uso concesso e il canone annuo. Inoltre è precisato che le medesime vengono accordate in tutti i casi: a) senza pregiudizio dei diritti di terzi; b) con l'obbligo di riparare tutti i danni derivanti dalle opere, atti o fatti permessi; c) con la facoltà del Consorzio di revocarle o modificarle o imporre altre condizioni; d) con l'obbligo di osservare tutte le disposizioni di legge, nonché quelle del Regolamento di polizia delle opere pubbliche affidate al Consorzio; e) con l'obbligo al pagamento di tutte le spese di contratto, registrazione, trascrizioni ipotecarie, quando siano ritenute necessarie dal Consorzio per la natura della concessione, copie di atti, ecc; f) con l'obbligo di rimuovere le opere e rimettere le cose al ripristino stato al termine della concessione e nei casi di decadenza della medesima. In base all'art. 133 del R.D. 368/1904, sono lavori vietati in modo assoluto rispetto ai corsi d'acqua naturali od artificiali pertinenti alla bonificazione, strade, argini ed altre opere di una bonificazione, "le piantagioni di alberi e

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 24 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 siepi, le fabbriche e lo smovimento del terreno dal piede interno ed esterno degli argini e loro accessori o dal ciglio delle sponde dei canali non muniti di argini o dalle scarpate delle strade, a distanza minore di 2 metri per le piantagioni, di metri 1 a 2 per le siepi e smovimento del terreno, e di metri 4 a 10 per i fabbricati, secondo l'importanza del corso d'acqua". Di conseguenza, per tutte le opere comprese tra i 4 e i 10 metri dal ciglio superiore esterno di un canale non arginato, o dal piede interno dell'argine di un canale arginato, il Consorzio dovrà rilasciare regolare licenza idraulica a titolo di precario. Sono assolutamente vietate opere fisse realizzate a distanze inferiori a quelle sopra esposte.

Per tutte le opere che interessano corsi d'acqua privati, o comunque collettori non "di bonifica", il Consorzio rilascia delle semplici autorizzazioni. Il Consorzio di Bonifica rilascia pareri ed autorizzazioni su: lottizzazioni, tombinamenti, accessi carrai, nuove edificazioni e qualsiasi altro intervento che possa modificare la risposta idrologica del territorio. Per quanto concerne le distanze minime da rispettare per la realizzazione di opere in fregio ai collettori di bonifica valgono i Regi Decreti del 1904 r. 368 e nr. 523, in particolare: R.D. n. 368/1904 (corsi d'acqua naturali od artificiali pertinenti alla bonificazione) Art. 133, comma a).

4.3 Zone esondabili individuate dal Consorzio

Il Consorzio di Bonifica Pedemontano Sinistra Piave, oggi confluito nel Consorzio Piave, ha prodotto la cartografia relativa alle zone esondabili presenti nel suo comprensorio di competenza. In Comune di Cappella Maggiore non sono presenti zone esondabili, le quali risultano per la gran parte localizzate nella porzione sud orientale del comprensorio, interessando in particolare i Comuni di , Fontanelle, , Mansuè, .

Perimetrazione delle zone esondabili individuate dal Consorzio: in ambito comunale non sono presenti aree a dissesto

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 25 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

4.4 Indirizzi per l'aumento della sicurezza idraulica e per prevenire i danni da allagamenti a livello locale

Si riportano di seguito alcuni indirizzi forniti dal Consorzio di Bonifica per favorire la sicurezza idraulica nel suo territorio di competenza. Data per scontata la presenza del rischio di allagamenti, sempre presente o possibile sul territorio, il rischio stesso può essere annullato o ridotto di molto con alcuni accorgimenti validi sia per i singoli fabbricati che per le lottizzazioni: la dispersione nel (primo) sottosuolo delle acque di pioggia tramite perdenti (l'indicazione, per i terreni ghiaiosi, è per un perdente ø150 cm profondo 5 m ogni 1.000 m² impermeabilizzati); - la creazione di capacità di invaso locali e diffuse per compensare quelle perse nel passaggio da terreni agricoli ad urbanizzati; l'individuazione, in particolare a valle delle zone già urbanizzate o da urbanizzare, di aree di espansione delle acque, per laminare le piene in uscita; l'individuazione delle zone a diverso grado di rischio allagamento; piani di imposta dei fabbricati e delle quote degli accessi sempre superiori di almeno 20-40 cm (in rapporto al grado di rischio) rispetto al piano stradale o al piano campagna medio circostante; tale piano di imposta è da prevedere anche più alto in presenza di comprovate esigenze di sicurezza idraulica; l'impermeabilizzazione dei piani interrati e delle bocche di lupo sotto le quote di riferimento di cui sopra; l'individuazione ed il rispetto delle vie di deflusso dell'acqua per garantirne la continuità e per eliminare le zone di ristagno indesiderate; la realizzazione delle strade di collegamento con ampie scoline e l'assicurazione della continuità delle vie di deflusso tra monte e valle del rilevato; la previsione esplicita, tra gli allegati dei progetti, di una relazione sulla situazione idraulica in cui viene inserita la costruzione o lottizzazione (presenza e natura di canali, manufatti, tubazioni, quote relative, ecc.) e sull'impatto idraulico delle stesse; la possibilità di derogare agli specifici vincoli urbanistici, per le costruzioni in zone considerate a rischio di allagamento o per aumentare la sicurezza idraulica di un insediamento esistente; l'esplicitazione delle normeprescrizioni idrauliche nelle concessioni ed autorizzazioni edilizie (per fabbricati, ponti, recinzioni, scarichi, ecc.), nonché, in fase di collaudo e rilascio di agibilità, la verifica del rispetto delle prescrizioni stesse. La tutela dei corsi d’acqua e la sicurezza idraulica passano anche da una loro concreta valorizzazione urbanistica e territoriale. Vanno cioè create le condizioni perché il corso d'acqua abbia un significato urbanistico, non sia marginalizzato (lotti fino al confine demaniale, strade e piste ciclabili sopra i demani idrici, ecc.) e si possa mantenere in efficienza senza eccessivi oneri; solo così si può assicurarne anche una valenza ambientale duratura. Le proposte sono essenzialmente di due tipi: 1. collocare il verde delle urbanizzazioni lungo i corsi d'acqua, progettarlo con i corsi d'acqua, dopo il verde collocare le strade di accesso (se i lotti confinano con i corsi d'acqua, i proprietari faranno di tutto per liberarsi dalla tara); 2. incentivare le piantagioni a filare e le siepi lungo i corsi d'acqua destinando a ciò fondi o sgravi contributivi adeguati (i soli vincoli faranno sparire anche ciò che resta di siepi perché quanto è antieconomico o improduttivo per l'azienda, sia essa agricola o no, non durerà) e poi verificarne il rispetto.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 26 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

5 IL RISCHIO IDRAULICO NELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE

5.1 Il nuovo PTCP della Provincia di Treviso

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è stato approvato con Delibera di Giunta Regionale in data 23 marzo 2010. Il Piano fornisce una valutazione complessiva delle aree soggette a pericolo di allagamento, individuate sulla base delle informazioni e della documentazione raccolta in fase di elaborazione (con particolare riferimento ai Piani di Assetto Idrogeologico e al precedente PTP) ed evidenziate nella tavola tematica sulla pericolosità idraulica del territorio provinciale (Tavola 2.1 di Piano). In particolare in ambito comunale si rileva la presenza di un’area a pericolosità idraulica ridotta P0, molto prossima al corso del torrente Carron.

Aree a pericolosità idraulica interne all’ambito comunale di Cappella maggiore dal PTCP

LEGENDA

Aree di pericolosità idraulica ridotta Po

Fonte: Elaborazione Veneto Progetti su dati PTCP Provincia di Treviso

Di seguito si riportano le norme presenti nel piano riguardanti le aree a pericolosità idraulica e lo studio di compatibilità idraulica.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 27 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Titolo IV – Prevenzione del rischio

Capo I – Obiettivi ed attribuzioni

Articolo 55 - Obiettivi ed attribuzioni del PTCP per la prevenzione del rischio 1. In relazione alle competenze di cui all’art. 22, L.R. 11/2004 ed in conformità a quanto disposto dagli Atti Regionali di Indirizzo e Coordinamento, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale definisce gli aspetti relativi alla difesa del suolo e alla sicurezza degli insediamenti nonché alla tutela dall’inquinamento. 2. Ai fini di una corretta difesa del suolo, il PTCP determina, con particolare riferimento al rischio geologico, idraulico e idrogeologico e alla salvaguardia delle risorse del territorio, le condizioni di fragilità ambientale e dispone apposita normativa per la regolamentazione degli interventi compatibili e delle modalità di utilizzo di tali aree. Il PTCP perimetra altresì le aree a rischio di incidente rilevante. 3. Al fine di coordinare le azioni necessarie alla mitigazione degli effetti derivanti dalle fonti di inquinamento, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale riporta le fonti di inquinamento del territorio rappresentandole in apposito elaborato grafico e dettando specifica normativa finalizzata alla prevenzione e mitigazione dei rischi derivanti dall’inquinamento ed alla difesa del territorio e prescrivendo altresì gli usi espressamente vietati in quanto incompatibili con le esigenze di tutela.

Capo II – Difesa del suolo

Sezione I – Rischio e pericolosità idraulica ed idrogeologica

Articolo 56 – Direttive sulla relazione di compatibilità idraulica 1. La relazione di compatibilità idraulica: è prescritta per tutti gli strumenti urbanistici comunali; è estesa a tutto il territorio comunale di competenza; è asseverata dal suo estensore. 2. Interventi ammissibili secondo il PTCP ma dichiarati incompatibili dalla Relazione di compatibilità idraulica non possono comunque essere realizzati fin quando le aree d’intervento non siano rese compatibili. 3. Nelle parti di territorio provinciale per le quali non sono disponibili elementi conoscitivi (storici o derivanti da studi specifici) sufficienti per valutare gli aspetti della sicurezza idraulica ed in particolare nelle aree ricadenti nel bacino idrografico del Muson dei Sassi a monte di Castelfranco, del fiume Monticano e del fiume Meschio ed in quelle ricadenti in altri bacini idrografici della provincia, si applicano le seguenti disposizioni: in assenza di specifici progetti, valutazioni o studi approvati dai competenti organi statali o regionali, ovvero in assenza di specifiche previsioni urbanistiche locali sono considerate pericolose le aree che siano state soggette ad allagamento durante gli ultimi cento anni; lo strumento urbanistico comunale definisce le nuove previsioni urbanistiche sulla base di uno specifico studio idraulico che valuti per esse il grado di pericolosità di allagamento. Lo studio deve essere approvato dalla Regione secondo le procedure da questa definite. Lo studio deve tener conto delle indicazioni e dei criteri dati dalla normativa vigente per le aree già classificate e soggette a pericolosità idraulica e deve comunque salvaguardare le aree di pertinenza dei corsi d’acqua; sulla base dello studio di cui alla lettera precedente, di studi specifici o delle indicazioni e dei criteri contenuti nel PTCP, lo strumento urbanistico comunale definisce le perimetrazioni e classificazioni di pericolosità o rischio idraulico derivanti disponendo apposita e diversificata normativa.

Articolo 57 – Pericolosità idraulica ed idrogeologica 1. Per la trasformazione delle risorse territoriali all’interno delle aree di pericolosità P1 (pericolosità moderata), P2 (pericolosità media), P3 (pericolosità elevata), P4 (pericolosità molto elevata) individuate come a pericolosità idraulica e idrogeologica dai Piani di assetto idrogeologico (PAI) redatti dall’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e BrentaBacchiglione e dall’Autorità di Bacino Interregionale del fiume Lemene valgono le prescrizioni disposte dai Piani stessi. 2. Oltre alle aree a pericolosità idraulica P1, P2, P3, P4, di cui al precedente comma 1 il PTCP individua un’ulteriore classe di pericolosità, denominata P0, attribuita alle parti del territorio provinciale ritenute maggiormente esposte a pericolo di allagamento soprattutto a causa di insufficienze idrauliche locali. Per esse devono essere promosse dalle Amministrazioni Comunali verifiche specifiche sull’effettivo comportamento idraulico delle reti e del relativo territorio.

Articolo 58 - Direttive generali per le aree a rischio idraulico e idrogeologico 1. Fatta salva l’applicazione dei vigenti Piani di Assetto Idrogeologico, per tutte le aree riconosciute come pericolose ai sensi del precedente articolo 57, lo strumento urbanistico dispone apposita normativa, diversificata secondo il grado di pericolosità, idonea a limitare per quanto possibile l’ulteriore espansione delle aree urbanizzate all’interno del territorio provinciale, incentivando il recupero e il riutilizzo di aree già a questo scopo destinate; laddove si renda motivatamente necessario procedere all’urbanizzazione di aree classificate come idraulicamente pericolose dovranno essere preventivamente o contestualmente realizzati gli interventi necessari per mitigare o annullare la loro esposizione al pericolo di allagamento; gli incrementi dei deflussi indotti dall’incremento delle urbanizzazioni devono essere neutralizzati in loco, mediante l’inserimento di appropriati volumi di invaso e/o mediante interventi che permettano, ove la natura geolitologica dei suoli lo consenta, processi di infiltrazione delle acque nel sottosuolo. 2. Gli strumenti urbanistici comunali, e le varianti ad essi, sono accompagnati da uno studio idraulico dettagliato delle aree interessate dagli interventi che comportino modifiche del regime idraulico locale, contenente: una specifica valutazione della compatibilità idraulica, che evidenzi le conseguenze locali e generali sul sistema idrografico principale recipiente degli incrementi proposti e dimostri la coerenza delle nuove previsioni con le condizioni di pericolosità, tenuto conto di eventuali ulteriori apporti derivanti da interventi analoghi previsti od attuati nell’ambito dello stesso sistema idrografico; l’individuazione e la progettazione di idonee misure compensative, qualora le conseguenze idrauliche degli interventi di urbanizzazione risultino incompatibili con il corretto funzionamento idraulico locale e generale della rete idrografica di scolo. 3. Gli strumenti urbanistici comunali dispongono che nel territorio agricolo i piani aziendali agricoloproduttivi nelle zone a rischio idraulico e idrogeologico ovvero di frana siano corredati tra l’altro dalla previsione degli interventi necessari per il riassetto del territorio dal punto di vista idraulico ed idrogeologico. 4. Le infrastrutture viarie di nuovo tracciato che comportino la realizzazione sul territorio di sedi poste in rilevato che interferiscono con il sistema idrografico principale e minore dovranno essere assoggettate dallo strumento urbanistico comunale a preventiva analisi idraulica per verificare le conseguenze sia dell’attraversamento delle aste che si prevede di superare con apposite opere d’arte, sia delle modifiche di tracciato dei fossi e fossati minori eventualmente intercettati e deviati, verificando anche, per questi ultimi, gli effetti delle modificazioni sul drenaggio e sullo sgrondo dei terreni adiacenti. 5. Lo strumento urbanistico comunale prevede per le aree di nuova urbanizzazione reti fognarie di tipo separato, anche nelle parti in cui siano da prevedere modificazioni o rifacimenti dei sistemi preesistenti, garantendo procedure di verifica idraulica del dimensionamento delle reti di drenaggio delle acque meteoriche secondo adeguati criteri scientifici e tecnici, comprensive anche della verifica del funzionamento idraulico della rete idrografica

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 28 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

recipiente tenendo conto oltre che dei contributi naturali alla formazione dei flussi di portata, anche degli apporti di tutte le reti immissarie di fognatura, esistenti o previste.

Articolo 59 - Direttive specifiche per le aree P0 1. Lo strumento urbanistico comunale conduce per le aree P0 una rigorosa e puntuale verifica dello stato idraulico del territorio nel rispetto della Delibera regionale n.1322/2006 utilizzando per le valutazioni schemi di calcolo che siano in grado di descrivere le conseguenze idrauliche di una eventuale insufficienza della rete di scolo delle acque, precisandone e definendone su queste basi gli ambiti già indicati dal PTCP. 2. Per le aree classificate P0, ferma restando l’applicazione della normativa per esse eventualmente disposta dai Piani di Assetto Idrogeologico, lo strumento urbanistico comunale detta apposita normativa finalizzata a non incrementare le condizioni di rischio ed in particolare a: mantenere le condizioni esistenti di funzionalità idraulica ed anzi a migliorarle, così da agevolare e comunque non impedire il deflusso delle piene e non ostacolare il normale deflusso delle acque; non aumentare le condizioni di pericolo a valle od a monte delle aree d’intervento; non ridurre i volumi invasabili e favorire se possibile la formazione di nuove aree di libera esondazione delle acque, non pregiudicare con opere incaute od erronee la successiva realizzazione di interventi per l’attenuazione o l’eliminazione delle cause di pericolosità; non effettuare tombinamenti ma mantenere gli originali volumi di invaso disponibili, di tratti di fossi e fossati; neutralizzare con interventi in loco gli incrementi di portata conseguenti ad interventi urbanizzativi; non costituire od indurre a costituire vie preferenziali al flusso di portate solide o liquide; minimizzare le interferenze, anche temporanee, con le strutture di difesa idraulica.

Articolo 60 - Prescrizioni per le aree le aree a rischio idraulico ed idrogeologico 1. Fatta salva l’applicazione dei vigenti Piani di Assetto Idrogeologico, per tutte le aree riconosciute come pericolose ai sensi del precedente articolo 57, gli interventi ammissibili non devono pregiudicare la definitiva sistemazione né la realizzazione di ogni successivo intervento previsto dalla pianificazione di bacino. Ai fini di tutela dell’assetto idrogeologico, alle aree P0 si applicano comunque le norme disposte dall’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e BrentaBacchiglione per le aree classificate come P1 dal PAI adottato per il bacino di appartenenza. 2. Nelle aree di cui al primo comma sono in ogni caso generalmente ammessi interventi per la mitigazione della pericolosità idraulica, la tutela della pubblica incolumità e quelli previsti dal piano di bacino. 3. Nelle aree di cui al primo comma, salvi gli interventi necessari per la mitigazione del rischio, non è generalmente consentito, salva eccezione ammessa in presenza di interventi di compensazione che garantiscano l’assetto idraulico preesistente: effettuare scavi od abbassamenti del piano di campagna in grado di compromettere la stabilità delle fondazioni degli argini dei corsi d’acqua; realizzare tombinature dei corsi d’acqua superficiali; occupare stabilmente con mezzi, manufatti anche precari e beni diversi le fasce di transito ai piedi degli argini; impiantare colture in grado di favorire l’indebolimento degli argini. Nelle aree P2, P3, P4 qualsiasi intervento edilizio comportante attività di escavazione di qualsiasi tipo o l’emungimento di acque sotterranee può essere ammesso solo previa verifica, ad onere e cura del richiedente, e sua asseverazione, che l’attività richiesta sia compatibile con la pianificazione della gestione della risorsa e con le condizioni di pericolo riscontrate, non provocandone comunque l’aggravamento.

Articolo 61 – Prescrizioni per le aree intrarginali non ricomprese nei Piani di Assetto Idrogeologico 1. Le aree comprese all’interno degli argini, di qualsiasi categoria, o delle sponde dei corpi idrici costituenti la rete idrografica dei bacini idrografici sono classificate con grado di pericolosità idraulica P4, applicandosi ad esse le corrispondenti norme del PAI adottato dall’Autorità di Bacino competente per il bacino di appartenenza. 2. Nelle aree di cui al primo comma lo strumento urbanistico comunale può comunque prevedere l’ammissibilità di strutture temporanee da adibire a ricovero per manifestazioni a carattere popolare e quindi con esclusione di strutture di pernottamento, compresi campeggi o parcheggi temporanei, da autorizzare comunque previo nullaosta della competente Autorità idraulica ed assunzione dell’impegno garantito al rispetto delle misure e le cautele di protezione civile ed alla rimozione completa di tutte le strutture a conclusione di ogni manifestazione

Articolo 62 – Direttive per gli interventi di ingegneria naturalistica 1. Lo strumento urbanistico comunale può prevedere interventi di ingegneria naturalistica per il recupero di aree soggette a dissesto idrogeologico idonei a sviluppare, al medesimo livello di specificazione conferito alle rappresentazioni urbanistiche ed architettoniche, le articolazioni progettuali naturalistiche, asseverate sia dal tecnico autore di esse che dai proprietari dei suoli interessati. 2. Gli interventi di cui al comma precedente devono essere in ogni caso previsti per le porzioni di territorio nelle quali gli elementi di pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi ultimi dall’ urbanizzazione esistente o prevista dell’area, siano tali da impedirne ogni insediamento antropico, collettivo o singolo.

Sezione II – Fragilità ambientale e rischio sismico Articolo 70 – Direttive per le zone umide e le cave dismesse 1. Le zone umide nonché parti di zona agricola predefinite dagli strumenti urbanistici comunali, potranno essere utilizzate per la raccolta di acque piovane, nonché di acque fluenti derivate, purchè preventivamente sottoposte ad un adeguato trattamento primario se ritenuto necessario. 2. Sulla base dei risultati delle Relazioni di compatibilità idraulica effettuate dalle Amministrazioni Comunali di concerto con la Amministrazione Provinciale e con gli Enti Gestori, le cave esaurite o comunque dismesse possono essere utilizzate, in caso di necessità, come bacini di laminazione a valere anche come serbatoi di raccolta d’acqua da utilizzare per le attività agricole, fatto in ogni caso salvo il loro recupero ambientale ed evitandone la destinazione ad altri usi, funzioni, attività incompatibili. 3. In ogni caso, lo strumento urbanistico comunale prevede strumenti di monitoraggio idonei a garantire la verifica e l’analisi dell’attuazione delle misure di recupero e incentiva la destinazione del sito recuperato ad attività, usi, funzioni di interesse generale.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 29 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

5.2 Il Piano Comunale della Protezione Civile

Il Piano della Protezione Civile Comunale è stato aggiornato nel novembre 2008 e contiene l’indicazione dei fattori di rischio per la popolazione (di varia natura: idraulico, chimicoindustriale, sismico, etc.) presenti in ambito comunale. Il Piano individua per ciascuno di essi i sistemi per la gestione dell’emergenza a partire dall’individuazione delle organizzazioni e dei modelli di intervento, ovvero del complesso di procedure che codifica in sequenza le azioni da compiere, in ordine logico e temporale, al verificarsi di un evento generatore di rischio per persone, beni ed animali.

Aree a pericolosità idraulica individuate all’interno del Piano della Protezione Civile Comunale

Piano della Protezione Civile Comunale – febbraio 2008

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 30 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

5.3 Aree esondabili o a ristagno idrico individuate dal PAT

All’interno della Carta delle Fragilità del PAT sono individuate alcune aree esondabili o a ristagno idrico, individuabili nell’estratto alla Carta sopraccitata riportato di seguito.

Aree esondabili o a ristagno idrico

Estratto alla Carta delle Fragilità del PAT

Per tali ambiti le norme del PAT associano le prescrizioni individuate dal PTCP della Provincia di Treviso per le aree P0 – Pericolosità idraulica ridotta, riportate al precedente paragrafo 5.1.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 31 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

5.4 Aree critiche dal punto di vista idraulico individuate con la collaborazione dell’Amministrazione comunale

Si riporta di seguito la descrizione di alcune aree particolarmente critiche dal punto di vista idraulico presenti nel territorio comunale indagato, individuate in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Per ciascun ambito vengono fornite indicazioni circa le cause che determinano condizioni di criticità e le azioni proposte per la loro risoluzione.

01 – Case Tobero

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca in località Case Tobero, all’incrocio tra via Rive d’Anzano e la SS 422.

Problematiche idrauliche riscontrate: L’area, in occasione di intense precipitazioni, è interessata da locali allagamenti determinati dal ruscellamento di acque meteoriche provenienti da nord e dalla mancanza di una rete di scolo funzionale.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di drenaggio lungo la viabilità.

02 – Statale 422

Localizzazione dell’ambito: L’area comprende la porzione altimetricamente ribassata, attualmente occupata da un vigneto, localizzata lungo la SS 422, prima della curva che immette nella frazione di Fratte interna al Comune di Fregona.

Problematiche idrauliche riscontrate: Ruscellamento di acque meteoriche provenienti dai rilievi collinari presenti a nord ed insufficienza della rete di scolo.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di scolo lungo la viabilità.

03 – Via dei Paolin

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca lungo via dei Paolin, in corrispondenza del tombinamento che interessa l’affluente del Ruio di Anzano.

Problematiche idrauliche riscontrate: La mancanza di fossati nell’area determina criticità in occasione di intense precipitazioni, anche determinate dal ruscellamento di acque meteoriche provenienti da nord.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di scolo.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 32 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Tombinamento che interessa l’affluente del Rio di Anzano

04 – Via dei Paolin – Via Cal dei Sabbion

Localizzazione dell’ambito: L’ambito comprende la porzione di territorio, prevalentemente agricolo, posta tra Via Paolin e Via Cal dei Sabbion.

Problematiche idrauliche riscontrate: La zona compresa tra via del Paolin e via Cal dei Sabbion presenta criticità idrauliche determinate da una molteplicità di cause: a) non corretta conservazione in ambito agricolo della baulatura dei terreni; b) alcuni fossati sono stati rimossi, occupati da recinzioni; in altri casi sono stati tombinati per consentire l’edificazione nell’ambito; L’insieme di questi fattori determina la mancanza nell’area di una rete idraulica di scolo funzionale.

Non corretta conservazione in ambito agricolo della baulatura dei terreni

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 33 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Esempio di mancata conservazione della rete di fossati originaria: in questo caso il fosso è stato occupato da una recinzione

Si è anche osservato come il fosso di scolo che dalla zona agricola raggiunge via Cal dei Sabbion (costeggiando una piccola area boscata) abbia sbocco in una caditoia che attraversa il tracciato stradale e che fa confluire le acque in un’ulteriore caditoia, a sezione molto ristretta e priva di griglia superiore, che termina con un tombinamento al di sotto del manto stradale. La sequenza di immagini di seguito riportate mostra quanto descritto.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 34 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Fosso di scolo

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 35 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Le insufficienza idrauliche dell’area sono inoltre aumentate a seguito della realizzazione della lottizzazione in via Cal della Veia.

Recente lottizzazione di Via Cal della Veia

Azioni proposte: Risulta necessario ricostruire la rete di drenaggio, compresa quella lungo la viabilità.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 36 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

05 – Via Livel

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca lungo via Livel, in corrispondenza di edifici ribassati rispetto al piano stradale.

Problematiche idrauliche riscontrate: A sud del tracciato stradale di Via Livel e ad est di via Sant’Apollonia si rileva l’inadeguatezza del fosso di guardia anche in riferimento alle quote degli accessi e delle corti interne.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di drenaggio lungo la viabilità.

Ambito con il piano terra degli edifici ribassato rispetto al piano campagna

06 – Via Cal dei Sabbion

Localizzazione dell’ambito: L’area interessa l’ultimo tratto di Via Cal dei Sabbion, in corrispondenza del quale è presente un’edificazione a destinazione prevalentemente residenziale.

Problematiche idrauliche riscontrate: Le criticità sono da mettere in relazione con la insufficienza della rete di scolo e con i fenomeni di ruscellamento di acque meteoriche provenienti da nord.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di scolo lungo la viabilità.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 37 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

07 – Via Masarè

Localizzazione dell’ambito: L’ambito si colloca in corrispondenza della parte più settentrionale di via Masarè e coinvolge anche un tratto di via dei Roveri.

Problematiche idrauliche riscontrate: Presenza e confluenza nell’area di diversi scoli, aggravata dall’insufficienza degli stessi, dal loro intasamento e dalla morfologia dell’area.

Azioni proposte: Risulta necessario il risezionamento e l’ampliamento dei fossati esistenti, oltre che l’ampliamento delle sezioni dei manufatti di attraversamento.

08 – Rujo Calalta – Via dei Roveri

Localizzazione dell’ambito: L’ambito comprende l’area circostante il Rujo Calalta, ad ovest di Via dei Roveri.

Problematiche idrauliche riscontrate: Ristagno idrico legato alla morfologia dell’area e alla mancanza di una rete di drenaggio secondaria.

Azioni proposte: Risulta necessario operare la sistemazione e ricostruzione della rete di drenaggio.

09 –Rujo dei Pra Magri

Localizzazione dell’ambito: L’ambito corrisponde alla zona in cui inizia il tombinamento del Rujo dei Pra Magri, prima dell’ambito residenziale di recente edificazione.

Problematiche idrauliche riscontrate: In occasione di intense precipitazioni, a monte del tombinamento esistente di sezione insufficiente, si verificano fenomeni di tracimazione e deviazione del flusso verso sud, in direzione delle abitazioni presenti.

Azioni proposte: La risoluzione delle criticità richiede l’ampliamento della sezione del tombinamento o la predisposizione di invasi di raccolta delle acque meteoriche.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 38 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Tombinamento di sezione insufficiente

10 – Rujo Calalta – Canale Castelletto Nervesa

Localizzazione dell’ambito: L’ambito comprende una zona morfologicamente depressa attraversata dal Rujo Calalta e posta subito ad est del Canale Castelletto Nervesa.

Problematiche idrauliche riscontrate: Ristagno idrico legato alla morfologia del terreno (bassura).

Azioni proposte: Risulta necessario ricostruire la rete di drenaggio.

11 – Via Pianche

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca ad ovest dell’area produttiva posta nell’estremità sudorientale del territorio comunale.

Problematiche idrauliche riscontrate: Le criticità rilevate sono relative all’insufficienza della rete di scolo presente nell’ambito.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di drenaggio.

12 – Via Livel – nodo idraulico

Localizzazione dell’ambito: Nell’ambito è presente l’attraversamento stradale di una derivazione irrigua. A valle del tombinamento si rileva un restringimento della sezione idraulica del canale irriguo. In occasione di intense precipitazioni si verifica la tracimazione a monte del tracciato stradale.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 39 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Problematiche idrauliche riscontrate: Restringimento del canale ad uso irriguo nel tratto a valle del tombinamento che determina la fuoriuscita di acqua a monte del tracciato stradale.

Azioni proposte: Per la risoluzione della criticità rilevata risulta necessario il risezionamento / ampliamento dei fossati esistenti.

13 – Borgata Costacurta

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca nel Capoluogo comunale, lungo via Borgata Costacurta.

Problematiche idrauliche riscontrate: Nell’ambito si sono verificati ripetuti allagamenti, che hanno richiesto l’impiego di pompe per la rimozione delle acque dagli interatti.

Azioni proposte Sistemazione / ricostruzione della rete di drenaggio.

14 – Torrente Carron

Localizzazione dell’ambito: L’ambito comprende l’area circostante al torrente Carron, nel tratto in cui questo si presenta arginato.

Problematiche idrauliche riscontrate: La pensilità del torrente Carron può essere causa di problemi di sifonamento ed insorgenza di fontanazzi in particolare a seguito degli interventi di pulitura del fondo dell’alveo. Tali fenomeni comportano frequentemente l’allagamento dei locali interrati presenti nelle vicinanze del corso d’acqua. Lo scarico dell’Enel sul torrente Carron a sud della località Fratte inoltre può portare ad innalzamenti repentini del livello dell’acqua nel torrente, con conseguente aggravamento dei fenomeni sopradetti.

Azioni proposte: Limitatamente agli ambiti effettivamente interessati dal fenomeno, la risoluzione delle criticità indicate richiede l’impermeabilizzazione dell’alveo.

15 – Via Trevisani nel mondo

Localizzazione dell’ambito: Si tratta di un singolo edificio localizzato lungo via Trevisani nel mondo.

Problematiche idrauliche riscontrate: L’edificio presenta il piano terra ribassato rispetto al piano campagna circostante, di conseguenza in occasione di intense precipitazioni si ha difficoltà di deflusso delle acque meteoriche che tendono ad accumularsi nell’area (che funge da catino).

Azioni proposte E’ possibile operare un rimodellamento degli spazi scoperti al fine di creare pendenze adeguate ad orientare le acque meteoriche presso idonei sistemi di accumulo o infiltrazione nel suolo (pozzi perdenti).

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 40 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

16 – Borgo Gava

Localizzazione dell’ambito L’area critica è individuata lungo via Borgo Gava, nella porzione di territorio comunale posta a sud del torrente Carron, in prossimità del confine comunale orientale.

Problematiche idrauliche riscontrate: Nell’area sono individuate difficoltà di deflusso delle acque.

Azioni proposte Predisposizione di invasi di raccolta delle acque meteoriche.

17 – Via Mescolino

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca in prossimità della rotonda posta all’incrocio tra via Mescolino e via Livel.

Problematiche idrauliche riscontrate: Si rileva l’insufficienza della rete di scolo per la presenza di serre fisse che determinano la presenza di estese superfici impermeabilizzate.

Azioni proposte Per la risoluzione delle criticità individuate è necessario ovviare alla forte impermeabilizzazione determinata dalla presenza delle serre fisse: a tale scopo è necessario inserire pozzi perdenti o vasche di accumulo drenanti delle acque meteoriche.

18 – Strada dei Grava

Localizzazione dell’ambito: L’area interessata da criticità si colloca all’estremità sudorientale del territorio comunale, in corrispondenza dell’area produttiva.

Problematiche idrauliche riscontrate: Insufficienza della sezione del fossato.

Azioni proposte: Risezionamento / ampliamento dei fossati esistenti.

19 – Strada dei Grava – Strada dei Perin

Localizzazione dell’ambito: L’area è localizzata lungo la Strada dei Grava, all’incrocio con la Strada dei Perin.

Problematiche idrauliche riscontrate: Insufficienza delle sezioni dei fossati.

Azioni proposte: Risezionamento / ampliamento dei fossati esistenti.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 41 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

20 – Via Pra del Forno

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca lungo via Pra del Forno, in ambito collinare.

Problematiche idrauliche riscontrate: Si rilevano criticità connesse alla insufficienza della sezione del fossato presente lungo la viabilità.

Azioni proposte Risezionamento / ampliamento dei fossati esistenti.

21 – Via Crovera

Localizzazione dell’ambito Le aree in esame sono individuate lungo via Crovera, in corrispondenza delle aree edificate, nella porzione di territorio compresa tra il torrente Carron, a sud, e il torrente Madruc, a nord.

Problematiche idrauliche riscontrate: Drenaggio insufficiente.

Azioni proposte Sistemazione / ricostruzione della rete di drenaggio.

22 – Via Oberdan

Localizzazione dell’ambito: L’area si colloca lungo via Oberdan, all’incrocio con via Crovera.

Problematiche idrauliche riscontrate: Le criticità idrauliche sono connesse al drenaggio insufficiente operato dai fossati esistenti.

Azioni proposte Ricostruzione della rete di drenaggio lungo la viabilità.

23 – Via Don Brescacin

Localizzazione dell’ambito L’ambito di interesse coinvolge buona parte di Via Don Brescacin e risulta caratterizzato da edificazione diffusa e discontinua lungo il tracciato stradale.

Problematiche idrauliche riscontrate: In occasione di intense precipitazioni si determinano problemi di deflusso delle acque meteoriche legate alla presenza di manufatti di attraversamento di sezione insufficiente.

Azioni proposte: Ampliamento della sezione dei manufatti di attraversamento.

24 – Via Don Brescacin – Via Cesare Battisti

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 42 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Localizzazione dell’ambito L’ambito è localizzato lungo via Don Brescacin, nei pressi dell’ultima curva prima dell’incrocio con via Cesare Battisti. E’ presente nell’area una rada edificazione.

Problematiche idrauliche riscontrate: Insufficienza della rete di scolo in occasione di eventi meteorici intensi (probabili fenomeni di ruscellamento dall’ambito collinare posto a nordovest).

Azioni proposte: Risezionamento o ampliamento dei fossati esistenti / sistemazione o ricostruzione della rete di drenaggio.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 43 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

6 PROGETTAZIONE DEI VOLUMI DI COMPENSAZIONE IDRAULICA

Il presente capitolo descrive il metodo ingegneristico, le modalità costruttive ed i manufatti necessari alla realizzazione degli invasi compensativi, necessari per garantire l’invarianza idraulica degli interventi di trasformazione. Il presente capitolo ha valore prescrittivo, valido per tutto il territorio Comunale. Gli interventi oggetto del presente capitolo sono quelli che comportano un’impermeabilizzazione, la cui entità va così classificata, ai sensi della DGR 2948/2009:

▪ Nel caso di trascurabile impermeabilizzazione potenziale è sufficiente adottare buoni criteri costruttivi in merito a dimensionamento rete di raccolta, realizzazione parcheggi, eventuali tombinamenti, scarichi, etc.. ▪ Nel caso di modesta impermeabilizzazione, oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene è opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro 200mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano il metro ▪ Nel caso di significativa impermeabilizzazione andranno dimensionati i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente ▪ Nel caso di marcata impermeabilizzazione è richiesta la presentazione di uno studio di dettaglio molto approfondito

Da quanto sopra si evince che secondo la DGR 2948/2009 la realizzazione di volumi di invaso compensativi e del relativo manufatto di controllo delle portate è necessaria sempre per interventi che comportino impermeabilizzazioni superiori a 0.1 ha. Per tali interventi esiste l’obbligo di richiedere al Genio Civile di Treviso il parere idraulico per tutti gli interventi di nuova lottizzazione, unitamente ad una relazione idraulica volta a giustificare le soluzioni adottate per lo smaltimento delle acque meteoriche e gli effetti di invarianza idraulica dei dispositivi di compensazione. Segue dimensionamento e caratterizzazione degli invasi compensativi.

6.1 Metodo di calcolo

L’evento meteorico più gravoso non necessariamente è quello che fa affluire la massima portata alla rete. Infatti il problema va più correttamente affrontato in termini di volume da invasare, definito come la differenza tra il volume in arrivo alla rete e quello scaricabile dalla rete stessa per un dato evento meteorico. La legge che sta alla base di questo ragionamento, sostanzialmente, è la regola di riempimento dei serbatoi:

Ovvero, fissata una sezione appena a monte dello scarico al ricettore:

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 44 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Si analizzi innanzitutto il secondo termine della sottrazione. Nota a priori la portata scaricabile dalla rete, imposta dal Consorzio di Bonifica pari a 10 l/s*ha, il volume scaricabile alla rete sarà:

Si passi ora all’analisi del primo termine della sottrazione. Per il calcolo del volume di pioggia in arrivo alla rete si fa riferimento al metodo cinematico. Per eventi di durata superiore al tempo di corrivazione l’intensità di pioggia va diminuendo ed il diagramma della portata in arrivo alla sezione di chiusura passa da triangolare (per tempo pioggia = tempo corrivazione) a trapezio. Dopo la fine dell’evento, il bacino continua a scaricare per un tempo pari al tempo di corrivazione. Quanto maggiore è la durata dell’evento, tanto minore sarà la portata massima raggiunta, come mostrato nel grafico seguente.

Schema calcolo volumi in arrivo alla rete con metodo cinematico

Con Q= portata in arrivo alla sezione di chiusura data dal metodo cinematico:

Essendo: ΦΦΦ il coefficiente di deflusso medio dell’area in esame calcolato secondo i valori imposti dalla DGR 2948/2009 S la superficie dell’area in esame Tp il tempo di pioggia

Il volume da invasare viene dunque calcolato come differenza tra quanto giunge alla sezione di chiusura e quanto può essere scaricato dalla rete meteorica. Il volume da invasare sarà pertanto dato dalla formula:

I coefficienti di deflusso, ove non determinati analiticamente, dovranno essere quelli indicati all’interno della DGR n. 1322/2006 che di seguito si riportano:

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 45 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Tipologia di terreno Coefficiente di deflusso Aree agricole 0.1 Superfici permeabili (aree verdi) 0.2 Superfici semipermeabili (grigliati drenanti con sottostante materasso ghiaioso, strada in terra battuta o stabilizzato) 0.6 Superfici impermeabili (tetti, terrazze, strade, piazzali, ecc) 0.9

Nel caso specifico del Comune di Cappella Maggiore in linea con quanto richiesto dal Consorzio di Bonifica Piave per la determinazione delle piogge si fa riferimento alla seguente curva segnalatrice di possibilità pluviometrica a tre parametri valida per precipitazioni da 5 minuti a 24 ore, con Tr=50 anni (t espresso in minuti):

relativa all’area dell’Alto Piave.

Schema calcolo Volume da invasare

Il calcolo sarà eseguito per diverse durate di pioggia, fino a trovare quella per cui è massimo il volume da invasare. Per ciascun intervento va ricercata la durata di pioggia che determina il valore massimo di tale volume da invasare.

Schema ricerca volume massimo di compensazione

Il volume di invaso compensativo necessario può essere ridotto notevolmente qualora si scelga di disperdere nel terreno a monte dell’invaso una porzione delle portate in arrivo dall’area trasformata. Tale porzione, come da DGR 2948/2009, non potrà essere superiore al 50% dell’incremento di portata conseguente alla trasformazione, elevabile fino ad un massimo del 75 % previo prove in sito ed innalzamento del tempo di ritorno

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 46 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 di riferimento a 200 anni. La possibilità di sfruttare l’infiltrazione di una porzione delle portate è naturalmente determinata dal livello di falda in sito e dalle capacità drenanti del sottosuolo.

Valgono i seguenti valori minimi nel dimensionamento dei volumi di invaso compensativo:

Tipologia di trasformazione Volume di compensazione

Superfici impermeabilizzate a destinazione stradale 800 mc/ha

Superfici impermeabilizzate delle Zone industriali 700 mc/ha

Superfici impermeabilizzate delle Zone residenziali 500 mc/ha

6.2 Tipologie di invaso realizzabili

Le misure compensative possono essere realizzate in diverse modalità, purché la somma dei volumi realizzati corrisponda al volume totale imposto dal dimensionamento del presente capitolo: ▪ invasi concentrati a cielo aperto (laghetti); ▪ invasi concentrati interrati (vasche); ▪ invasi diffusi (sovradimensionamento rete).

Invasi concentrati a cielo aperto Il volume complessivo degli invasi deve essere pari a quello dato dalla formula del capitolo 6.1 calcolato considerando anche il franco di sicurezza di 20 cm. Il collegamento tra la rete di raccolta e le aree di espansione deve garantire una ritenzione grossolana dei corpi estranei ed evitare la presenza di rifiuti nell’area. La vasca dell’invaso deve avere un fondo con una pendenza minima dell’1% verso lo sbocco, al fine di garantire il completo svuotamento dell’area. La rete di raccolta deve avere il piano di scorrimento ad una quota uguale o inferiore a quella del fondo dell’invaso.

Esempio laghetto a cielo aperto, tratto da Linee Guida Commissario 2007

Questo tipo di invaso può avere una duplice funzionalità: ▪ invaso temporaneo per una successiva graduale restituzione alla rete di raccolta mediante manufatto regolatore ▪ bacino drenante per l’infiltrazione graduale nel suolo, qualora il tipo di terreno lo consenta. In tal caso il fondo deve essere a pendenza quasi nulla, rivestito con pietrame di pezzatura 5070mm, con geotessuto interposto tra terreno e pietrame.

L’uscita delle portate dall’invaso verso la rete deve essere presidiata da un manufatto di controllo del tipo descritto al paragrafo 6.4, in grado di modulare la portata uscente.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 47 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

La progettazione di nuove lottizzazioni deve tener conto, all’atto della distribuzione spaziale delle superfici verdi, dell’opportunità di collocarle nella parte altimetricamente più depressa e prossima ai corsi d’acqua ricettori, in modo tale da favorire la realizzazione di superfici verdi fruibili ma idraulicamente utili come invaso.

Invasi concentrati sotterranei Il volume complessivo degli invasi deve essere pari a quello dato dalla formula del capitolo 6.1. L’invaso deve avere un fondo con una pendenza minima dell’1‰ verso lo sbocco o la zona di pompaggio, al fine di garantire il completo svuotamento del vano. Il volume può essere realizzato con monovasca in cemento armato o con celle modulari in materiale plastico, previa verifica dell’adeguata resistenza meccanica e carrabilità. Lo svuotamento dell’invaso può avvenire a gravità o con stazione di pompaggio. Nel caso di svuotamento a gravità l’uscita delle portate dall’invaso verso la rete deve essere presidiata da un manufatto di controllo del tipo descritto al paragrafo 6.4, in grado di modulare la portata uscente. Nel caso di svuotamento con impianto di sollevamento, la modulazione delle portate può essere effettuata tarando il quadro della pompa stessa. Deve esserci in questo caso una pompa di riserva di pari capacità. Esempio invaso sotterraneo con celle in materiale plastico

Invasi diffusi La rete deve avere un volume di invaso pari a quello dato dalla formula del capitolo 6.1 calcolato a partire dal livello del punto più depresso dell’area di intervento considerando anche il franco di sicurezza. Trattasi di un sovradimensionamento della rete di raccolta pluviale a sezione chiusa o aperta. Nel calcolo del volume di compenso si considera solo il contributo di canali e tubazioni principali, senza considerare le caditoie, i tubi di collegamento e i pozzetti. Qualora la posa della linea di raccolta adibita ad invaso diffuso avvenga al di sotto del massimo livello di falda, è necessaria la prova di tenuta idraulica della stessa.

Invasi in aree con falda affiorante Sono ovviamente irrealizzabili sistemi di infiltrazione nel sottosuolo in aree con falda affiorante. I volumi di laminazione a cielo aperto in aree con falda affiorante dovranno essere adeguatamente impermeabilizzati fino alla quota freatica massima raggiungibile nell’ambito dell’escursione annuale, affinché il volume di compenso sia realizzato al netto delle infiltrazioni dal sottosuolo verso il laghetto. In alternativa possono essere realizzate vasche sotterranee a tenuta idraulica (cemento armato).

6.3 Metodi di dispersione nel terreno La dispersione nel terreno di una porzione delle portate in arrivo dalle aree trasformate consente di ridurre i volumi necessari all’invaso compensativo. Viene diminuito, infatti, il primo dei due termini della sottrazione esposta al paragrafo 6.1. Al massimo il 50 % dell’aumento di portata conseguente alla trasformazione urbanistica può essere infiltrato, mentre per la rimanente parte va comunque dimensionato il volume di invaso compensativo. Tale soglia limite del 50 % è fissata dalla DGR 2948/2009 e può essere elevata fino al 75% previo prove in sito e riferimento a Tr=200 anni. La possibilità di realizzare sistemi di infiltrazione nel sottosuolo è ovviamente legata al livello di falda del sito ed alle caratteristiche del sottosuolo. È naturale che i sistemi di infiltrazione dovranno: ▪ essere dimensionati in base all’effettiva capacità di drenaggio del terreno in sito; ▪ non interessare profondità maggiori rispetto alla profondità di falda;

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 48 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

▪ non essere ubicati nella fascia di rispetto di pozzi di prelievo impiegati ad uso idropotabile.

Pozzi drenanti Non è possibile pensare ed un sistema di infiltrazione profondo nelle aree caratterizzate da terreni impermeabili o da falde interferenti. Qualora il terreno risulti sufficientemente permeabile (coefficiente di filtrazione maggiore di 103 m/s e frazione limosa inferiore al 5%) possono essere impiegati pozzi disperdenti, nel numero di 20 per ettaro di superficie impermeabilizzata. Ogni pozzo deve avere diametro interno 1.5 m e profondità 5.0 m dal piano campagna. Il pozzo deve avere almeno quattro fori diametro 10 cm ogni 20 cm. Il pozzo deve essere re interrato nel contorno con almeno 50 cm di materiale arido di nuova fornitura avente pezzatura dai 50 ai 150 mm. La batteria, o il singolo pozzo, deve essere preceduta da un pozzetto di decantazione, dimensione minima interna 80 x 80 cm2, che deve essere periodicamente ispezionato e svuotato del materiale fino depositato. La distanza tra due pozzi successivi deve essere almeno pari a 2 o 3 volte il diametro del pozzo stesso. Per il pozzo perdente, o per la batteria, deve essere predisposto un troppo pieno di sicurezza alla rete di smaltimento superficiale. Esempio posa pozzo drenante, tratto da Linee Guida Commissario eventi 2007

La portata che un pozzo è in grado di smaltire va calcolata con la formula di Teltskate:

Con:

Essendo: H l’altezza utile del pozzo r0 il raggio del pozzo in m K la permeabilità del terreno in m/s

Tubazioni forate o trincee drenanti Non è possibile pensare ed un sistema di infiltrazione profondo nelle aree caratterizzate da terreni impermeabili o da falde interferenti, e pertanto sono ammesse tubazioni forate o trincee drenanti solo nelle aree caratterizzate da profondità di falda maggiori di 2 m (da accertare mediante prova piezometrica in sito). Va tenuto conto inoltre di un franco di 1 m dal fondo della trincea al livello di massima escursione di falda. Nel caso di condotta, essa deve essere avvolta da almeno 30 cm di materiale ghiaioso avente pezzatura dai 50 ai 150 mm.

Esempio condotta forata Esempio trincea drenante

La rete di drenaggio deve avere un pozzetto di ispezione a monte e uno a valle. La distanza tra due linee drenanti deve essere di almeno 1.0 m. Per la linea perdente deve essere predisposto un troppo pieno di sicurezza collegato alla rete di smaltimento superficiale.

Per il dimensionamento delle capacità di drenaggio di questi sistemi si può far riferimento a prove sperimentali o in alternativa alla bibliografia di D.B. Kraatz – Irrigation canal lining, Roma 1977 riportata anche su Annual Report of U.S. Water Conservation Laboratory, Spouthwest Branch, 1963.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 49 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Il metodo esposto in tale bibliografia è riferito alle trincee drenanti, ma può essere adattato al caso di condotte forate e tiene conto: ▪ Della geometria della trincea ▪ Della profondità della falda rispetto al fondo della trincea ▪ Della permeabilità del terreno

Schema parametri di riferimento, da Annual Report of U.S. Water Conservation Laboratory, Spouthwest Branch, 1963.

La formula per il calcolo della portata drenabile per metro lineare di trincea è molto semplice:

Essendo:

q la portata drenabile per metro lineare di trincea

un coefficiente che tiene conto della geometria della trincea rispetto alla profondità di falda, da calcolare usando gli abachi inclusi nella trattazione analitica (si riporta quello per Hw=0.75Wb con riferimento alla notazione della figura precedente)

Abaco per il calcolo di Is/K K [m/s] la permeabilità del terreno Ws [m] la larghezza della bocca della trincea

Vengono forniti di seguito due esempi di calcolo, al fine di fornire un rapido predimensionamento

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 50 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

ESEMPIO DI CALCOLO 1 ESEMPIO DI CALCOLO 2 Larghezza di base trincea drenante 1,0 m 1,0 m Wb Larghezza in bocca trincea drenante 3,0 m 3,0 m Ws Altezza tirante d’acqua max in trincea 0,75 m 0,75 m Hw Profondità falda da p.c. 3,0 m 3,0 m Dw Permeabilità del terreno 103 m/s 102 m/s K (sabbia) (ghiaia) Presenza fronte impermeabile al di sotto della freatica? NO: NO: (Sì o NO: Condition B o Condition A) Condition A Condition A

Risultato: 4,50 l/s 45,00 l/s

Portata infiltrabile per metro lineare di trincea per ogni metro lineare di per ogni metro lineare di trincea trincea

Come evidente dal raffronto sopra riportato, il risultato è estremamente sensibile ed in particolare, essendo la portata infiltrabile direttamente proporzionale alla permeabilità, si deduce che è il valore di K a dominare il calcolo.

Si rende necessaria, pertanto, un’attenta determinazione di questo parametro nei casi in cui il progettista scelga di utilizzare questi sistemi di infiltrazione per ridurre il volume d’acqua da invasare (con il limite del 50 % max dell’aumento di portata, elevabile al 75 % previo prove e previo innalzamento Tr fino a 200 anni).

6.4 Manufatto di controllo portate a valle degli invasi Il sistema di laminazione dovrà essere dotato, alla sua sezione di chiusura, di un manufatto di collegamento alla rete di smaltimento realizzato a valle degli invasi compensativi descritti al paragrafo 6.2. Il manufatto consiste in un pozzetto in cemento armato dotato di paratìa con bocca tarata per il rilascio della portata massima consentita (tale da far sì che la portata massima in uscita non sia superiore al limite imposto dal Consorzio di Bonifica Piave ovvero 10 l/s/ha) e di sfioro di sicurezza. Il diametro di tale bocca tarata sarà quello che si desume dal calcolo analitico della portata effluente sottobattente:

Con: Qluce = portata in uscita dal manufatto, da imporre come: 10 l/(s*ha) * Superficie di intervento afferente al manufatto Csotto_battente = 0.61 (prof. Ghetti) h = tirante d’acqua sopra l’asse del foro all’interno del manufatto [m]

Alla quota di massimo invaso va posta una soglia sfiorante di sicurezza capace di evacuare la massima portata generata dall’area con la pioggia di progetto. Tale soglia va dimensionata secondo la formula della portata effluente da una soglia sfiorante:

Essendo Cq il coefficiente di deflusso pari a 0.41 (hp) il tirante idrico sopra la soglia sfiorante

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 51 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Il pozzetto deve essere ispezionabile e facilmente manutentabile: la sommità del manufatto di controllo dovrà essere chiusa con grata metallica calpestabile e la bocca tarata dovrà essere protetta da griglia di intercettazione di corpi grossolani.

L’altezza di stramazzo dovrà essere posta a quota inferiore di almeno cm 50 rispetto alla quota minima del piano viario di lottizzazione. La quota di scorrimento del manufatto suddetto (alla bocca tarata), dovrà essere mantenuta pari o superiore alla quota di piena normale del corpo idraulico ricettore, immediatamente a valle del manufatto medesimo. Il fondo del manufatto suddetto deve essere mantenuto a quota più bassa di almeno cm 30 – 40 rispetto alla quota di scorrimento. Facoltativamente, la bocca tarata potrà essere dotata di porta a clapet per evitare eventuali rigurgiti dal corpi idrico ricettore.

Si allega schema costruttivo.

Schema tipologico manufatto di controllo

6.5 Acque da piazzali

Il volume di acqua di prima pioggia è inteso come la lama d'acqua di 5 mm uniformemente distribuita su tutta la superficie pavimentata. I coefficienti di afflusso alla rete si assumono pari a 1 per le superfici coperte, lastricate o impermeabilizzate e a 0.3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo, escludendo dal computo le superfici coltivate o a verde. La portata di prima pioggia è data dal volume così ricavato per un intervallo di tempo di 15 minuti. E’ noto che le acque di prima pioggia (mediamente stimate in 5 mm di acqua su tutta la superficie impermeabile)

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 52 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 sono quelle che dilavano la maggior parte delle sostanze inquinanti che in tempo secco si sono depositate sulle superfici impermeabili. In particolare le aree destinate a piazzali di manovra e alle aree di sosta degli automezzi di attività industriali, artigianali o commerciali raccolgono rilevanti quantità di dispersioni oleose o di idrocarburi che, se non opportunamente raccolte e concentrate, finiscono col contaminare la falda (tramite il laghettovasca volano) e progressivamente intaccano la qualità del ricettore. Per ovviare a tale inconveniente sarà necessario anteporre alle vasche opportuni serbatoi (in cls, vetroresina, pe) di accumulo e trattamento (disoleazione) che consentano di raccogliere tale volume, concentrino le sostanze flottate e accumulino i solidi trasportati, prima di rilanciarlo nella vasca volano.

Rete meteorica Vasca volano

Vasca volano Vasca prima pioggia ricettore

Per il calcolo dei volumi da pretrattare si rimanda all’art. 39 delle NTA del Piano di Tutela delle Acque, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 107 del 05/11/2009, di seguito riportato:

Art. 39 - Acque meteoriche di dilavamento, acque di prima pioggia e acque di lavaggio 1. Per le superfici scoperte di qualsiasi estensione, facenti parte delle tipologie di insediamenti elencate in Allegato F, ove vi sia la presenza di: a) depositi di rifiuti, materie prime, prodotti, non protetti dall’azione degli agenti atmosferici; b) lavorazioni; c) ogni altra attività o circostanza, che comportino il dilavamento non occasionale e fortuito delle sostanze pericolose di cui alle Tabelle 3/A e 5 dell’Allegato 5 del D.lgs. n. 152/2006, Parte terza, che non si esaurisce con le acque di prima pioggia, le acque meteoriche di dilavamento sono riconducibili alle acque reflue industriali e pertanto sono trattate con idonei sistemi di depurazione, soggette al rilascio dell’autorizzazione allo scarico ed al rispetto dei limiti di emissione, nei corpi idrici superficiali o sul suolo o in fognatura, a seconda dei casi. I sistemi di depurazione devono almeno comprendere sistemi di sedimentazione accelerata o altri sistemi equivalenti per efficacia; se del caso, deve essere previsto anche un trattamento di disoleatura. La valutazione della possibilità che il dilavamento di sostanze pericolose o pregiudizievoli per l’ambiente non avvenga o non si esaurisca con le acque di prima pioggia deve essere contenuta in apposita relazione predisposta a cura di chi a qualsiasi titolo abbia la disponibilità della superficie scoperta, ed esaminata e valutata dall’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione allo scarico. Nei casi previsti dal presente comma, l’autorità competente, in sede di autorizzazione, può determinare con riferimento alle singole situazioni e a seconda del grado di effettivo pregiudizio ambientale, le quantità di acqua meteorica di dilavamento da raccogliere e trattare, oltre a quella di prima pioggia; l’autorità competente dovrà altresì stabilire in fase autorizzativa che alla realizzazione degli interventi non ostino motivi tecnici e che gli oneri economici non siano eccessivi rispetto ai benefici ambientali conseguibili.

2. Al fine di ridurre i quantitativi di acque di cui al comma 1 da sottoporre a trattamento, chi a qualsiasi titolo ha la disponibilità della superficie scoperta può prevedere il frazionamento della rete di raccolta delle acque in modo che la stessa risulti limitata alle zone ristrette dove effettivamente sono eseguite le lavorazioni o attività all’aperto o ricorrono le circostanze di cui al comma 1, e può altresì prevedere l’adozione di misure atte a prevenire il dilavamento delle superfici. L’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione allo scarico può prescrivere il frazionamento della rete e può determinare, con riferimento alle singole situazioni, la quantità di acqua meteorica di dilavamento da raccogliere e trattare,oltre a quella di prima pioggia.

3 Nei seguenti casi: a) piazzali, di estensione superiore o uguale a 2000 m2, a servizio di autofficine,carrozzerie, autolavaggi e impianti di depurazione di acque reflue; b) superfici destinate esclusivamente a parcheggio degli autoveicoli delle maestranze e dei clienti, delle tipologie di insediamenti di cui al comma 1, aventi una superficie complessiva superiore o uguale a 5000 m2; c) altre superfici scoperte scolanti, diverse da quelle indicate alla lettera b), delle tipologie di insediamenti di cui al comma 1, in cui il dilavamento di sostanze pericolose di cui al comma 1 può ritenersi esaurito con le acque di prima pioggia; d) parcheggi e piazzali di zone residenziali, commerciali o analoghe, depositi di mezzi di trasporto pubblico, aree intermodali, di estensione superiore o uguale a 5000 m2; e) superfici di qualsiasi estensione destinate alla distribuzione dei carburanti nei punti vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli; le acque di prima pioggia sono riconducibili alle acque reflue industriali, devono essere stoccate in un bacino a tenuta e, prima dello scarico, opportunamente trattate, almeno con sistemi di sedimentazione accelerata o altri sistemi equivalenti per efficacia; se del caso, deve essere previsto anche un trattamento di disoleatura; lo scarico è soggetto al rilascio dell’autorizzazione e al rispetto dei limiti di emissione nei corpi idrici superficiali o sul

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 53 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

suolo o in fognatura, a seconda dei casi. Le stesse disposizioni si applicano alle acque di lavaggio. Le acque di seconda pioggia non necessitano di trattamento e non sono assoggettate ad autorizzazione allo scarico. Per le superfici di cui al presente comma, l’autorizzazione allo scarico delle acque di prima pioggia si intende tacitamente rinnovata se non intervengono variazioni significative della tipologia dei materiali depositati, delle lavorazioni o delle circostanze, che possono determinare variazioni significative nella quantità e qualità delle acque di prima pioggia.

4 I volumi da destinare allo stoccaggio delle acque di prima pioggia e di lavaggio devono essere dimensionati in modo da trattenere almeno i primi 5 mm di pioggia distribuiti sul bacino elementare di riferimento. Il rilascio di detti volumi nei corpi recettori, di norma, deve essere attivato nell’ambito delle 48 ore successive all’ultimo evento piovoso. Si considerano eventi di pioggia separati quelli fra i quali intercorre un intervallo temporale di almeno 48 ore. Ai fini del calcolo delle portate e dei volumi di stoccaggio, si dovranno assumere quali coefficienti di afflusso convenzionali il valore 0,9 per le superfici impermeabili, il valore 0,6 per le superfici semipermeabili, il valore 0,2 per le superfici permeabili, escludendo dal computo le superfici coltivate. Qualora il bacino di riferimento per il calcolo, che deve coincidere con il bacino idrografico elementare (bacino scolante) effettivamente concorrente alla produzione della portata destinata allo stoccaggio, abbia un tempo di corrivazione superiore a 15 minuti primi, il tempo di riferimento deve essere pari a:

a) al tempo di corrivazione stesso, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi, sia superiore al 70% della superficie totale del bacino; b) ) al 75% del tempo di corrivazione, e comunque al minimo 15 minuti primi, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi sia inferiore al 30% e superiore al 15% della superficie del bacino; c) al 50% del tempo di corrivazione, e comunque al minimo 15 minuti primi, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi sia inferiore al 15% della superficie del bacino.

Le superfici interessate da dilavamento si sostanze pericolose di cui al comma 1, per le quali le acque meteoriche di dilavamento sono riconducibili alle acque reflue industriali, devono essere opportunamente pavimentate al fine di impedire l’infiltrazione nel sottosuolo delle sostanze pericolose.

5. Per le seguenti superfici: a) strade pubbliche e private; b) piazzali, di estensione inferiore a 2.000 m2, a servizio di autofficine, carrozzerie e autolavaggi e impianti di depurazione di acque reflue; c) superfici destinate esclusivamente a parcheggio degli autoveicoli delle maestranze e dei clienti, delle tipologie di insediamenti di cui al comma 1, aventi una superficie complessiva inferiore a 5000 m2; d) parcheggi e piazzali di zone residenziali, commerciali o analoghe, depositi di mezzi di trasporto pubblico, aree intermodali, di estensione inferiore a 5.000 m2; e) tutte le altre superfici non previste ai commi 1 e 3; le acque meteoriche di dilavamento e le acque di lavaggio, convogliate in condotte ad esse riservate, possono essere recapitate in corpo idrico superficiale o sul suolo, fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di nulla osta idraulico e fermo restando quanto stabilito ai commi 8 e 9. Nei casi previsti dal presente comma negli insediamenti esistenti, laddove il recapito in corpo idrico superficiale o sul suolo non possa essere autorizzato dai competenti enti per la scarsa capacità dei recettori o non si renda convenientemente praticabile, il recapito potrà avvenire anche negli strati superficiali del sottosuolo, purché sia preceduto da un idoneo trattamento in continuo di sedimentazione e, se del caso, di disoleazione della acque ivi convogliate.

6. I titolari degli insediamenti, delle infrastrutture e degli stabilimenti esistenti, soggetti agli obblighi previsti dai commi 1 e 3, devono adeguarsi alle disposizioni di cui al presente articolo entro tre anni dalla data di pubblicazione della deliberazione di approvazione del Piano.

7. Per tutte le acque di pioggia colettate, quando i corpi recettori sono nell’incapacità di drenare efficacemente i volumi in arrivo, è necessaria la realizzazione di sistemi di stoccaggio, atti a trattenerle per il tempo sufficiente affinché non siano scaricate nel momento di massimo afflusso nel corpo idrico. I sistemi di stoccaggio devono essere concordati tra il comune, che è gestore della rete di raccolta delle acque meteoriche, e il gestore della rete di recapito delle portate di pioggia. Rimane fermo quanto prescritto ai commi 1 e 3.

8. Per gli agglomerati con popolazione superiore a 20.000 A.E. con recapito diretto delle acque meteoriche nei corpi idrici superficiali, l’AATO, sentita la provincia, è tenuta a prevedere dispositivi per la gestione delle acque di prima pioggia, in grado di consentire, entro il 2015, una riduzione del carico inquinante da queste derivante non inferiore al 50% in termini di solidi sospesi totali. Dovranno essere privilegiati criteri ed interventi che ottimizzino il numero, la localizzazione ed il dimensionamento delle vasche di prima pioggia.

9. Per le canalizzazioni a servizio delle reti autostradali e più in generale delle pertinenze delle grandi infrastrutture di trasporto, che recapitino le acque nei corpi idrici superficiali significativi o nei corpi idrici di rilevante interesse ambientale, le acque di prima pioggia saranno convogliate in bacini di raccolta e trattamento a tenuta in grado di effettuare una sedimentazione prima dell’immissione nel corpo recettore. Se necessario, dovranno essere previsti anche un trattamento di disoleatura e andranno favoriti sistemi di tipo naturale quali la fitodepurazione o fasce filtro/fasce tampone.

10. E’ vietata la realizzazione di superfici impermeabili di estensione superiore a 2000 m2. Fanno eccezione le superfici soggette a potenziale dilavamento di sostanze pericolose o comunque pregiudizievoli per l’ambiente, di cui al comma 1, e le opere di pubblico interesse, quali strade e marciapiedi, nonché altre superfici, qualora sussistano giustificati motivi e/o non siano possibili soluzioni alternative. La superficie di 2000 m2 impermeabili non può essere superata con più di una autorizzazione. La superficie che eccede i 2000 m2 deve essere realizzata in modo tale da consentire l’infiltrazione diffusa delle acque meteoriche nel sottosuolo. I comuni sono tenuti ad adeguare i loro regolamenti in recepimento del presente comma.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 54 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

11. Le amministrazioni comunali formulano normative urbanistiche atte a ridurre l’incidenza delle superfici urbane impermeabilizzate e a eliminare progressivamente lo scarico delle acque meteoriche pulite nelle reti fognarie, favorendo viceversa la loro infiltrazione nel sottosuolo.

12. Per tutti gli strumenti urbanistici generali e le varianti generali o parziali o che, comunque, possano recare trasformazioni del territorio tali da modificare il regime idraulico esistente, è obbligatoria la presentazione di una “Valutazione di compatibilità idraulica” che deve ottenere il parere favorevole dell’autorità competente secondo le procedure stabilite dalla Giunta regionale.

13. Le acque di seconda pioggia, tranne che nei casi di cui al comma 1, non necessitano di trattamento, non sono assoggettate ad autorizzazione allo scarico fermo restando la necessità di acquisizione del nulla osta idraulico, possono essere immesse negli strati superficiali del sottosuolo e sono gestite e smaltite a cura del comune territorialmente competente o di altri soggetti da esso delegati.

14. La Regione incentiva la realizzazione delle opere per la gestione delle acque di prima pioggia. La Regione incentiva altresì la realizzazione di opere volte a favorire il riutilizzo delle acque meteoriche.

15. Le acque utilizzate per scopi geotermici o di scambio termico, purché non suscettibili di contaminazioni, possono essere recapitate nella rete delle acque meteoriche di cui al comma 5, in corpo idrico superficiale o sul suolo purché non comportino ristagni, sviluppo di muffe o similari.

Gli impianti di separazione dei liquidi leggeri, disoleatori, dovranno essere dimensionati conformemente alla norma UNI EN 858 parte 1 e 2, e al Decreto Legislativo numero 152 del 03/04/2006 che prevede le concentrazioni limite degli inquinanti negli scarichi ed in particolare per gli idrocarburi scaricati in acque superficiali.

Per piazzali la cui estensione e tipologia non richieda la separazione e depurazione delle acque di prima pioggia, è preferibile realizzare prima dello scarico un pozzetto di calma. Per pozzetto di calma si definisce un vano in cui la portata raccolta transiti a velocità ridotta tale da sedimentare il materiale grossolano raccolto. Il pozzetto di calma deve avere lo scorrimento posto ad una profondità maggiore di almeno 50 cm rispetto a quello della tubazione di monte per il deposito del materiale. Il materiale raccolto deve essere rimosso periodicamente. Tale manufatto avrà un volume compreso tra 1 e 3 m3, in dipendenza dall’entità della portata prevista.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 55 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7 ANALISI DELLE SINGOLE TRASFORMAZIONI

Per quanto riguarda la descrizione dei singoli interventi oggetto di Piano si analizzano lo stato di fatto e le potenziali criticità. I dimensionamenti e le indicazioni tengono conto di eventuali situazioni di rischio idraulico preesistenti e della effettiva possibilità ricettiva delle rete minore, sino al ricettore.

Analisi idraulica delle trasformazioni Dal punto di vista idraulico è indispensabile fare una ragionevole stima delle superfici corrispondenti alle cubature previste, ipotizzando la realizzazione della massima copertura consentita, che è l’ipotesi idraulicamente più sfavorevole. E’ stata ipotizzata una divisione interna tra spazi verdi e parcheggi (non prescrittiva) che consente di dare una stima quanto più verosimile dell’effettiva impermeabilizzazione di progetto. L’analisi viene impostata come confronto dei parametri idraulici tra stato di fatto e stato di progetto, per una stima dell’impermeabilizzazione. È opportuno ribadire che l’ipotesi in merito allo stato di progetto è del tutto cautelativa in forza del fatto che viene supposto il completo esaurimento di tutta la superficie coperta realizzabile.

7.1 Scheda n. 1 – Via Dolomiti – Via Cadole

L’ambito si colloca nella parte meridionale della frazione di Anzano, accessibile dalla strada statale n. 422. Attualmente nell’area sono presenti strutture sportive (campi di calcetto, strutture coperte – ex spogliatoi, parcheggio, etc.). L’attuale destinazione urbanistica è a servizi (Z.t.o. F3 per il parco, gioco e sport). All’interno del PAT l’ambito ricade tra le aree di urbanizzazione consolidata, individuato inoltre come area di riqualificazione e riconversione. Il PI individua per l’area la destinazione per residenza, strutture ricettivealberghiere, strutture ricettive complementari, pubblici esercizi, commercio al dettaglio, uffici. Si prevede l’attuazione mediante Piano Urbanistico Attuativo. La tabella seguente riporta gli indici stereometrici di zona proposti dal Piano:

Indice di edificabilità territoriale (It): 1,0 mc/mq Rapporto di copertura fondiario (Rcf): non superiore al 30%

Per l’area sono inoltre stabilite le seguenti quantità di standard a verde e a parcheggi: standard a verde pubblico o di uso pubblico: 247 mq standard parcheggi: 205 mq

La realizzazione degli interventi ammessi nell’area è condizionata alla realizzazione delle opere per lo smaltimento delle acque meteoriche. Dovranno essere seguite le prescrizioni e i vincoli riportati al capitolo 6 della presente VCI e le eventuali condizioni maggiormente restrittive e qui di seguito esposte.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 56 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 20 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Analisi idraulica della trasformazione In base ai dati di progetto, ragionevolmente si stima la ripartizione degli spazi come da tabella seguente.

STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO (STIMA DELLA TRASFORMAZIONE)

Superficie territoriale 6'172 mq Superficie territoriale 6'172 mq Sup. coperta edifici 1'230 mq Sup. coperta edifici (30% sup. 1'852 mq tot.) Semipermeabile 358 mq Semipermeabile 926 mq (15% sup. tot.) Verde 1'115 mq Verde 1'543 mq (25% sup. tot.) Campi da gioco scoperti 2'400 mq Scoperto impermeabile 1'852 mq impermeabili (cemento) (30% sup. tot.) Scoperto impermeabile 1'069 mq

La tabella seguente riporta le modifiche al coefficiente di deflusso medio dell’area interessata dall’intervento, conseguenti all’attuazione delle previsioni di trasformazione.

STATO DI FATTO (SDF) Tipologia di superficie Area Coeff. Deflusso φ Area * φ [m2] [-] [m2] Seminativo 0,00 0,1 0,00 Superfici impermeabili, tetti 4699,00 0,9 4 229,10 Terra battuta, grigliati drenanti 358,00 0,6 214,80 Prato 1115,00 0,2 223,00

Superficie totale 6 172 Sup. teorica con φ = 1 4 667 Coeff. Defl. Medio φ 0,756

PROGETTO (PRJ) Area Coeff. Deflusso φ Area * φ Tipologia di superficie % [m2] [-] [m2] Privata coperta per edificazione 30% 1 851,6 0,9 1 666,44 Verde 25% 1 543,0 0,2 308,60 Parcheggi permeabili residenziali 15% 925,8 0,6 555,48 Strade, piazzali impermeabili 30% 1 851,6 0,9 1 666,44 tot superficie 100% 6 172,0 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680 Sup. teorica con φ = 1 4 197 Sup. tot. ambito esame 6 172 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680

Coeff. Deflusso medio Differenza coeff Area Coeff. Assorb medio φ Deflusso [m2] [-] [-] [-] Stato di fatto 6 172 0,76 0,24 -0,08 Progetto PI 6 172 0,68 0,32

Sulla base dei calcoli sopra riportati, la trasformazione implica una riduzione del coefficiente di deflusso da 0,76 a 0,68: a tale riduzione è di conseguenza associabile una riduzione delle portate in arrivo al ricettore. Nonostante ciò si ritiene necessario garantire la portata massima scaricabile nella rete meteorica già presente nell’ambito, per la quale si ritiene opportuno, a fini cautelativi, considerare un coefficiente udometrico

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 57 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 non superiore a 5 l/sec*ha. Si prevede pertanto la dispersione in falda con pozzi perdenti delle acque meteoriche necessarie a garantire il rispetto della portata massima scaricabile nella rete fognaria meteorica, previo stoccaggio del 50% delle stesse mediante vasca di laminazione, conformemente a quanto disposto dalla DGR 2948 del 2009 relativamente al limite della portata infiltrabile. E’ previsto, inoltre, il collegamento del sistema di pozzi perdenti alla rete fognaria meteorica per situazioni di emergenza (troppo pieno). Si ricorda che allo stato attuale non si sono verificate criticità idrauliche nell’area oggetto di intervento: i sistemi di accumulo e infiltrazione previsti sono ritenuti idonei a fini precauzionali, tenuto conto anche delle variazioni climatiche in atto.

In particolare si prevede il posizionamento di 1 pozzo ogni 500 mq di superficie impermeabilizzata, coerentemente con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da posizionarsi nelle aree più depresse dell’ambito oggetto di trasformazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura. Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda.

Se la ripartizione degli spazi sarà confermata dal progetto presentato, il volume compensativo da realizzare è di 181 m3, come da calcoli riportati nella tabella seguente.

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 337,0 3,1 168,5 20 0 10 a 27,7 15 38 177,0 3,1 88,5 159 3 77 b 9,3 30 53 123,4 3,1 61,7 222 6 106 c 0,75 45 62 96,9 3,1 48,4 262 8 122 60 69 80,7 3,1 40,3 290 11 134 Area tot [m2] 6 172 75 75 69,6 3,1 34,8 313 14 143 Coeff. Defl. SDF 0,76 90 79 61,6 3,1 30,8 333 17 150 Coeff. Defl. PROG 0,68 105 83 55,4 3,1 27,7 349 19 155 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 50,5 3,1 25,3 364 22 160 135 90 46,5 3,1 23,3 377 25 163 VOLUME DA 182 150 93 43,2 3,1 21,6 389 28 167 INVASARE (m3) 165 95 40,4 3,1 20,2 400 31 169 180 98 38,0 3,1 19,0 410 33 172 195 100 35,9 3,1 17,9 420 36 174 210 102 34,0 3,1 17,0 428 39 175 225 104 32,4 3,1 16,2 437 42 177 240 106 30,9 3,1 15,4 445 44 178 255 108 29,6 3,1 14,8 452 47 179 270 109 28,4 3,1 14,2 459 50 180 285 111 27,3 3,1 13,6 466 53 180 300 113 26,3 3,1 13,1 473 56 181 315 114 25,4 3,1 12,7 479 58 181 330 116 24,5 3,1 12,3 485 61 182 345 117 23,7 3,1 11,9 491 64 182 360 118 23,0 3,1 11,5 497 67 182 375 120 22,3 3,1 11,2 502 69 182 390 121 21,7 3,1 10,8 508 72 182 405 122 21,1 3,1 10,5 513 75 181 420 123 20,5 3,1 10,3 518 78 181 435 125 20,0 3,1 10,0 523 81 181 450 126 19,5 3,1 9,8 527 83 180

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 294 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 433 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 58 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7.2 Scheda n. 2 – Via Unità d’Italia

L’ambito si colloca in via Unità d’Italia, nella porzione nordorientale di Cappella Maggiore. L’ambito risulta adiacente ad una zona di recente lottizzazione e confina a sud con la zona agricola. Allo stato attuale l’area è interamente agricola e occupata da seminativo. Tra le criticità per l’area è individuata l’assenza di rete fognaria.

Attualmente il PRG associava all’area la destinazione agricola. Il PI associa all’area la destinazione residenziale (Zto C2). La tabella seguente riporta gli indici stereometrici di zona proposti dal Piano:

Indice di edificabilità territoriale (It): 1,0 mc/mq Rapporto di copertura fondiario (Rcf): non superiore al 30%

Per l’area sono inoltre stabilite le seguenti quantità di standard a verde e a parcheggi: standard a verde: 403 mq standard parcheggi: 336 mq

La realizzazione degli interventi ammessi nell’area è condizionata alla realizzazione delle opere per lo smaltimento delle acque meteoriche, oltre che alla risoluzione delle problematiche idrauliche presenti a monte. A tal proposito si ricorda che l’ambito in esame risulta posto a sudest dell’ambito di criticità idraulica 04 descritto al precedente par. 5.4. Dovranno essere seguite le prescrizioni e i vincoli riportati al capitolo 6 della presente VCI e le eventuali condizioni maggiormente restrittive e qui di seguito esposte.

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 40 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Analisi idraulica della trasformazione In base ai dati di progetto, ragionevolmente si stima la ripartizione degli spazi come da tabella seguente.

STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO (STIMA DELLA TRASFORMAZIONE)

Superficie territoriale 10'074 mq Superficie territoriale 10'074 mq Sup. coperta edifici 0 mq Sup. coperta edifici (30% sup. 3'022 mq tot.) Semipermeabile 0 mq Semipermeabile 1'511 mq (15% sup. tot.) Sup. agricola 10'074 mq Verde 2'518 mq (25% sup. tot.) Scoperto impermeabile 0 mq Scoperto impermeabile 3'022 mq (30% sup. tot.)

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 59 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

La tabella seguente riporta le modifiche al coefficiente di deflusso medio dell’area interessata dall’intervento, conseguenti all’attuazione delle previsioni di trasformazione.

STATO DI FATTO (SDF) Tipologia di superficie Area Coeff. Deflusso φ Area * φ [m2] [-] [m2] Seminativo 10074,00 0,1 1 007,40 Superfici impermeabili, tetti 0,00 0,9 0,00 Terra battuta, grigliati drenanti 0,00 0,6 0,00 Prato 0,00 0,2 0,00

Superficie totale 10 074 Sup. teorica con φ = 1 1 007 Coeff. Defl. Medio φ 0,100

PROGETTO (PRJ) Area Coeff. Deflusso φ Area * φ Tipologia di superficie % [m2] [-] [m2] Privata coperta per edificazione 30% 3 022,2 0,9 2 719,98 Verde 25% 2 518,5 0,2 503,70 Parcheggi permeabili residenziali 15% 1 511,1 0,6 906,66 Strade, piazzali impermeabili 30% 3 022,2 0,9 2 719,98 tot superficie 100% 10 074,0 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680 Sup. teorica con φ = 1 6 850 Sup. tot. ambito esame 10 074 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680

Coeff. Deflusso medio Differenza coeff Area Coeff. Assorb medio φ Deflusso [m2] [-] [-] [-] Stato di fatto 10 074 0,10 0,90 0,58 Progetto PI 10 074 0,68 0,32

Sulla base dei calcoli sopra riportati, la trasformazione implica un innalzamento del coefficiente di deflusso da 0,10 a 0,68 e questo implica l’aumento delle portate in arrivo al ricettore. Come conseguenza si rende necessario garantire l’invarianza idraulica dell’intervento. Deve essere inoltre mantenuta una portata massima scaricabile dall’area non superiore ai 10 l/sec*ha, da garantirsi mediante pozzo perdente. Si prevede quindi la dispersione in falda con pozzi perdenti delle acque meteoriche necessarie a garantire il rispetto della portata massima scaricabile, previo stoccaggio del 50% delle stesse mediante vasca di laminazione, conformemente a quanto disposto dalla DGR 2948 del 2009 relativamente al limite della portata infiltrabile. In particolare si prevede il posizionamento di 1 pozzo ogni 500 mq di superficie impermeabilizzata, coerentemente con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da posizionarsi nelle aree più depresse dell’ambito oggetto di trasformazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura.

Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda. Tra la vasca di ritenuta e i sistemi di infiltrazione si ritiene opportuno l’inserimento di un manufatto deflettore per eventuali oli idrocarburi e materiale flottante, come da schema riportato di seguito.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 60 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

Se la ripartizione degli spazi sarà confermata dal progetto presentato, il volume compensativo da realizzare è di 227 m3, come da calcoli riportati nella tabella seguente .

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 550,1 10,1 275,0 33 1 16 a 27,7 15 38 289,0 10,1 144,5 260 9 121 b 9,3 30 53 201,5 10,1 100,7 363 18 163 c 0,75 45 62 158,1 10,1 79,1 427 27 186 60 69 131,7 10,1 65,8 474 36 201 Area tot [m2] 10 074 75 75 113,7 10,1 56,8 512 45 210 Coeff. Defl. SDF 0,10 90 79 100,5 10,1 50,3 543 54 217 Coeff. Defl. PROG 0,68 105 83 90,5 10,1 45,2 570 63 222 u Consorzio [l/s*ha] 10 120 87 82,5 10,1 41,2 594 73 224 135 90 76,0 10,1 38,0 615 82 226 VOLUME DA 227 150 93 70,5 10,1 35,3 635 91 227 INVASARE (m3) 165 95 65,9 10,1 33,0 653 100 227 180 98 62,0 10,1 31,0 669 109 226 195 100 58,5 10,1 29,3 685 118 225 210 102 55,5 10,1 27,7 699 127 223 225 104 52,8 10,1 26,4 713 136 220 240 106 50,4 10,1 25,2 726 145 218 255 108 48,2 10,1 24,1 738 154 215 270 109 46,3 10,1 23,1 750 163 212 285 111 44,5 10,1 22,3 761 172 208 300 113 42,9 10,1 21,4 772 181 205 315 114 41,4 10,1 20,7 782 190 201 330 116 40,0 10,1 20,0 792 199 197 345 117 38,7 10,1 19,4 802 209 192

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 225 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 331 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 61 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7.3 Scheda n. 3 – Via Livel

L’ambito si colloca in via Livel nella porzione sudorientale del capoluogo comunale. Allo stato attuale l’area è utilizzata a prato / incolto.

L’attuale destinazione urbanistica è per una parte a parcheggi (zona F4), mentre la restante parte ha destinazione turistica. Il P.I. individua per l’ambito la destinazione residenziale (Zto C2). La tabella riportata di seguito riporta gli indici stereometrici di zona individuati dal Piano:

Indice di edificabilità territoriale (It): 1,0 mc/mq Rapporto di copertura fondiario (Rcf): non superiore al 30%

Per l’area sono inoltre stabilite le seguenti quantità di standard a verde e a parcheggi: standard a verde: 244 mq standard parcheggi: 203 mq

La trasformazione dell’ambito è condizionata alla realizzazione delle opere per lo smaltimento delle acque meteoriche. Dovranno essere seguite le prescrizioni e i vincoli riportati al capitolo 6 della presente VCI e le eventuali condizioni maggiormente restrittive e qui di seguito esposte.

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 40 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Analisi idraulica della trasformazione In base ai dati di progetto, ragionevolmente si stima la ripartizione degli spazi come da tabella seguente.

STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO (STIMA DELLA TRASFORMAZIONE)

Superficie territoriale 6’099 mq Superficie territoriale 6’099 mq Sup. coperta edifici 0 mq Sup. coperta edifici (30% sup. 1830 mq tot.) Semipermeabile 377 mq Semipermeabile 915 mq (15% sup. tot.) Sup. agricola 5’722 mq Verde 1'525 mq (25% sup. tot.) Scoperto impermeabile 0 mq Scoperto impermeabile 1'830 mq (30% sup. tot.)

La tabella seguente riporta le modifiche al coefficiente di deflusso medio dell’area interessata dall’intervento, conseguenti all’attuazione delle previsioni di trasformazione.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 62 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

STATO DI FATTO (SDF) Tipologia di superficie Area Coeff. Deflusso φ Area * φ [m2] [-] [m2] Seminativo 0,00 0,1 0,00 Superfici impermeabili, tetti 0,00 0,9 0,00 Terra battuta, grigliati drenanti 377,00 0,6 226,20 Prato 5722,00 0,2 1 144,40

Superficie totale 6 099 Sup. teorica con φ = 1 1 371 Coeff. Defl. Medio φ 0,225

PROGETTO (PRJ) Area Coeff. Deflusso φ Area * φ Tipologia di superficie % [m2] [-] [m2] Privata coperta per edificazione 30% 1 829,7 0,9 1 646,73 Verde 25% 1 524,8 0,2 304,95 Parcheggi permeabili residenziali 15% 914,9 0,6 548,91 Strade, piazzali impermeabili 30% 1 829,7 0,9 1 646,73 tot superficie 100% 6 099,0 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680 Sup. teorica con φ = 1 4 147 Sup. tot. ambito esame 6 099 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680

Coeff. Deflusso medio Differenza coeff Area Coeff. Assorb medio φ Deflusso [m2] [-] [-] [-] Stato di fatto 6 099 0,22 0,78 0,46 Progetto PI 6 099 0,68 0,32

Sulla base dei calcoli riportati in seguito, la trasformazione implica un innalzamento del coefficiente di deflusso da 0,22 a 0,68 e questo implica l’aumento delle portate in arrivo al ricettore. Come conseguenza si rende necessario garantire l’invarianza idraulica dell’intervento. Deve essere inoltre garantita una portata massima scaricabile dall’area non superiore ai 10 l/sec*ha, in coerenza con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da garantirsi mediante pozzo perdente. Si prevede quindi la dispersione in falda con pozzi perdenti delle acque meteoriche necessarie a garantire il rispetto della portata massima scaricabile nella rete meteorica, previo stoccaggio del 50% delle stesse mediante vasca di laminazione, conformemente a quanto disposto dalla DGR 2948 del 2009 relativamente al limite della portata infiltrabile. In particolare si prevede il posizionamento di 1 pozzo ogni 500 mq di superficie impermeabilizzata, coerentemente con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da posizionarsi nelle aree più depresse dell’ambito oggetto di trasformazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura.

Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda. Tra la vasca di ritenuta e i sistemi di infiltrazione si ritiene opportuno l’inserimento di un manufatto deflettore per eventuali oli idrocarburi e materiale flottante, come da schema riportato al precedente par. 7.2.

Se la ripartizione degli spazi sarà confermata dal progetto presentato, il volume compensativo da realizzare è di 137 m3, come da calcoli riportati nella tabella seguente .

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 63 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 333,0 6,1 166,5 20 0 10 a 27,7 15 38 174,9 6,1 87,5 157 5 73 b 9,3 30 53 122,0 6,1 61,0 220 11 99 c 0,75 45 62 95,7 6,1 47,9 258 16 113 60 69 79,7 6,1 39,9 287 22 122 Area tot [m2] 6 099 75 75 68,8 6,1 34,4 310 27 127 Coeff. Defl. SDF 0,22 90 79 60,9 6,1 30,4 329 33 131 Coeff. Defl. PROG 0,68 105 83 54,8 6,1 27,4 345 38 134 u Consorzio [l/s*ha] 10 120 87 49,9 6,1 25,0 360 44 136 135 90 46,0 6,1 23,0 373 49 137 VOLUME DA 137 150 93 42,7 6,1 21,4 384 55 137 INVASARE (m3) 165 95 39,9 6,1 20,0 395 60 137 180 98 37,5 6,1 18,8 405 66 137 195 100 35,4 6,1 17,7 415 71 136 210 102 33,6 6,1 16,8 423 77 135 225 104 32,0 6,1 16,0 432 82 133 240 106 30,5 6,1 15,3 439 88 132 255 108 29,2 6,1 14,6 447 93 130 270 109 28,0 6,1 14,0 454 99 128 285 111 26,9 6,1 13,5 461 104 126 300 113 26,0 6,1 13,0 467 110 124 315 114 25,1 6,1 12,5 474 115 121 330 116 24,2 6,1 12,1 480 121 119

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 225 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 331 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 64 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7.4 Scheda n. 4 – Via Cal Alta

L’ambito si colloca in via Cal Alta, in località Borgo Campagnole. Un piccolo nucleo urbano rurale localizzato nella porzione meridionale di Cappella Maggiore.

L’area nel PRG vigente ha destinazione agricola. Il P.I. individua per l’ambito la destinazione residenziale (Zto C2). La tabella riportata di seguito riporta gli indici stereometrici di zona individuati dal Piano:

Indice di edificabilità territoriale (It): 1,0 mc/mq Rapporto di copertura fondiario (Rcf): non superiore al 30%

Per l’area sono inoltre stabilite le seguenti quantità di standard a verde e a parcheggi: standard a verde: 185 mq standard parcheggi: 154 mq

La trasformazione dell’ambito è condizionata alla realizzazione delle opere per lo smaltimento delle acque meteoriche. Dovranno essere seguite le prescrizioni e i vincoli riportati al capitolo 6 della presente VCI e le eventuali condizioni maggiormente restrittive e qui di seguito esposte.

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 40 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Analisi idraulica della trasformazione In base ai dati di progetto, ragionevolmente si stima la ripartizione degli spazi come da tabella seguente.

STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO (STIMA DELLA TRASFORMAZIONE)

Superficie territoriale 4’631 mq Superficie territoriale 4’631 mq Sup. coperta edifici 0 mq Sup. coperta edifici (30% sup. tot.) 1’389 mq Semipermeabile 0 mq Semipermeabile 695 mq (15% sup. tot.) Sup. agricola 4’631 mq Verde 1'158 mq (25% sup. tot.) Scoperto impermeabile 0 mq Scoperto impermeabile 1'389 mq (30% sup. tot.)

La tabella seguente riporta le modifiche al coefficiente di deflusso medio dell’area interessata dall’intervento, conseguenti all’attuazione delle previsioni di trasformazione.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 65 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

STATO DI FATTO (SDF) Tipologia di superficie Area Coeff. Deflusso φ Area * φ [m2] [-] [m2] Seminativo 4631,00 0,1 463,10 Superfici impermeabili, tetti 0,00 0,9 0,00 Terra battuta, grigliati drenanti 0,00 0,6 0,00 Prato 0,00 0,2 0,00

Superficie totale 4 631 Sup. teorica con φ = 1 463 Coeff. Defl. Medio φ 0,100

PROGETTO (PRJ) Area Coeff. Deflusso φ Area * φ Tipologia di superficie % [m2] [-] [m2] Privata coperta per edificazione 30% 1 389,3 0,9 1 250,37 Verde 25% 1 157,8 0,2 231,55 Parcheggi permeabili residenziali 15% 694,7 0,6 416,79 Strade, piazzali impermeabili 30% 1 389,3 0,9 1 250,37 tot superficie 100% 4 631,0 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680 Sup. teorica con φ = 1 3 149 Sup. tot. ambito esame 4 631 Coeff. Defl. Medio Θ 0,680

Coeff. Deflusso medio Differenza coeff Area Coeff. Assorb medio φ Deflusso [m2] [-] [-] [-] Stato di fatto 4 631 0,10 0,90 0,58 Progetto PI 4 631 0,68 0,32

Sulla base dei calcoli riportati in seguito, la trasformazione implica un innalzamento del coefficiente di deflusso da 0,10 a 0,68 e questo implica l’aumento delle portate in arrivo al ricettore. Come conseguenza si rende necessario garantire l’invarianza idraulica dell’intervento. Deve essere inoltre garantita una portata massima scaricabile dall’area non superiore ai 10 l/sec*ha, in coerenza con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da garantirsi mediante pozzo perdente. Si prevede quindi la dispersione in falda con pozzi perdenti delle acque meteoriche necessarie a garantire il rispetto della portata massima scaricabile nella rete meteorica, previo stoccaggio del 50% delle stesse mediante vasca di laminazione, conformemente a quanto disposto dalla DGR 2948 del 2009 relativamente al limite della portata infiltrabile. In particolare si prevede il posizionamento di 1 pozzo ogni 500 mq di superficie impermeabilizzata, coerentemente con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da posizionarsi nelle aree più depresse dell’ambito oggetto di trasformazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura. Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda. Tra la vasca di ritenuta e i sistemi di infiltrazione si ritiene opportuno l’inserimento di un manufatto deflettore per eventuali oli idrocarburi e materiale flottante, come da schema riportato al precedente par. 7.2.

Se la ripartizione degli spazi sarà confermata dal progetto presentato, il volume compensativo da realizzare è di 104 m3, come da calcoli riportati nella tabella seguente.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 66 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 252,9 4,6 126,4 15 0 7 a 27,7 15 38 132,8 4,6 66,4 120 4 56 b 9,3 30 53 92,6 4,6 46,3 167 8 75 c 0,75 45 62 72,7 4,6 36,3 196 13 86 60 69 60,5 4,6 30,3 218 17 92 Area tot [m2] 4 631 75 75 52,3 4,6 26,1 235 21 97 Coeff. Defl. SDF 0,10 90 79 46,2 4,6 23,1 250 25 100 Coeff. Defl. PROG 0,68 105 83 41,6 4,6 20,8 262 29 102 u Consorzio [l/s*ha] 10 120 87 37,9 4,6 19,0 273 33 103 135 90 34,9 4,6 17,5 283 38 104 VOLUME DA 104 150 93 32,4 4,6 16,2 292 42 104 INVASARE (m3) 165 95 30,3 4,6 15,2 300 46 104 180 98 28,5 4,6 14,2 308 50 104 195 100 26,9 4,6 13,5 315 54 103 210 102 25,5 4,6 12,8 321 58 102 225 104 24,3 4,6 12,1 328 63 101 240 106 23,2 4,6 11,6 334 67 100 255 108 22,2 4,6 11,1 339 71 99 270 109 21,3 4,6 10,6 345 75 97

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 225 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 331 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 67 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7.5 Scheda n. 5 – Via Anzano

L’ambito si colloca in via Anzano, in un contesto prevalentemente residenziale, ed è caratterizzato dalla presenza di un edificio produttivo dismesso, del quale il PI prevede la demolizione e sostituzione con un fabbricato residenziale.

L’attuale destinazione urbanistica è per una parte a nord a servizi (F4 – parcheggi), mentre la porzione a sud ha destinazione residenziale C1. Il PI promuove la demolizione del fabbricato esistente e ricostruzione di un fabbricato residenziale nel lotto a destinazione residenziale (Zto C1.1 nel PI); l’intervento è condizionato alla realizzazione e cessione gratuita al Comune del parcheggio nella zona destinata a servizi F4. La tabella seguente riporta le caratteristiche delle trasformazioni proposte dal Piano nell’ambito a destinazione residenziale:

Volume di progetto: 2000 mc (in sostituzione del volume esistente) Rapporto di copertura fondiario (Rcf): non superiore al 30%

La trasformazione dell’ambito è condizionata alla realizzazione delle opere per lo smaltimento delle acque meteoriche. Dovranno essere seguite le prescrizioni e i vincoli riportati al capitolo 6 della presente VCI e le eventuali condizioni maggiormente restrittive e qui di seguito esposte.

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 20 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Analisi idraulica della trasformazione In base ai dati di progetto, ragionevolmente si stima la ripartizione degli spazi come da tabella seguente.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 68 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO (STIMA DELLA TRASFORMAZIONE)

Superficie territoriale 2’200 mq Superficie territoriale 2’200 mq Sup. coperta edifici 628 mq Sup. coperta edifici (30% sup. tot.) 435 mq Semipermeabile 0 mq Semipermeabile 217,5 mq (15% sup. tot.) Verde 1’200 mq Verde 362,5 mq (25% sup. tot.) Scoperto impermeabile 372 mq Scoperto impermeabile 1’185 mq (30% sup. tot.)

La tabella seguente riporta le modifiche al coefficiente di deflusso medio dell’area interessata dall’intervento, conseguenti all’attuazione delle previsioni di trasformazione.

STATO DI FATTO (SDF) Tipologia di superficie Area Coeff. Deflusso φ Area * φ [m2] [-] [m2] Seminativo 0,00 0,1 0,00 Superfici impermeabili, tetti 1000,00 0,9 900,00 Terra battuta, grigliati drenanti 0,00 0,6 0,00 Prato 1200,00 0,2 240,00

Superficie totale 2 200 Sup. teorica con φ = 1 1 140 Coeff. Defl. Medio φ 0,518

PROGETTO (PRJ) Area Coeff. Deflusso φ Area * φ Tipologia di superficie % [m2] [-] [m2] Privata coperta per edificazione 30% 435,0 0,9 391,50 Verde 25% 362,5 0,2 72,50 Parcheggi permeabili residenziali 15% 217,5 0,6 130,50 Strade, piazzali impermeabili 30% 1 185,0 0,9 1 066,50 tot superficie 100% 2 200,0 Coeff. Defl. Medio Θ 0,755 Sup. teorica con φ = 1 1 661 Sup. tot. ambito esame 2 200 Coeff. Defl. Medio Θ 0,755

Coeff. Deflusso medio Differenza coeff Area Coeff. Assorb medio φ Deflusso [m2] [-] [-] [-] Stato di fatto 2 200 0,52 0,48 0,24 Progetto PI 2 200 0,76 0,25

Sulla base dei calcoli riportati in seguito, la trasformazione implica un innalzamento del coefficiente di deflusso da 0,52 a 0,76 e questo implica l’aumento delle portate in arrivo al ricettore. Come conseguenza si rende necessario garantire l’invarianza idraulica dell’intervento. Deve essere inoltre garantita la portata massima scaricabile nella rete fognaria meteorica per la quale si ritiene opportuno, a fini cautelativi, considerare un coefficiente udometrico pari a 5 l/sec*ha. Si prevede pertanto la dispersione in falda con pozzi perdenti delle acque meteoriche necessarie a garantire il rispetto della portata massima scaricabile, previo stoccaggio del 50% delle stesse mediante vasca di laminazione, conformemente a quanto disposto dalla DGR 2948 del 2009 relativamente al limite della portata infiltrabile. E’ previsto, inoltre, il collegamento del sistema di pozzi perdenti alla rete fognaria meteorica per situazioni di emergenza (troppo pieno). In particolare si prevede il posizionamento di 1 pozzo ogni 500 mq di superficie impermeabilizzata, coerentemente con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da posizionarsi nelle aree più depresse dell’ambito oggetto di trasformazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 69 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura.

Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda.

Se la ripartizione degli spazi sarà confermata dal progetto presentato, il volume compensativo da realizzare è di 75 m3, come da calcoli riportati nella tabella seguente.

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 133,4 1,1 66,7 8 0 4 a 27,7 15 38 70,1 1,1 35,0 63 1 31 b 9,3 30 53 48,9 1,1 24,4 88 2 42 c 0,75 45 62 38,3 1,1 19,2 104 3 49 60 69 31,9 1,1 16,0 115 4 54 Area tot [m2] 2 200 75 75 27,6 1,1 13,8 124 5 57 Coeff. Defl. SDF 0,52 90 79 24,4 1,1 12,2 132 6 60 Coeff. Defl. PROG 0,76 105 83 21,9 1,1 11,0 138 7 62 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 20,0 1,1 10,0 144 8 64 135 90 18,4 1,1 9,2 149 9 66 VOLUME DA 75 150 93 17,1 1,1 8,6 154 10 67 INVASARE (m3) 165 95 16,0 1,1 8,0 158 11 68 180 98 15,0 1,1 7,5 162 12 69 195 100 14,2 1,1 7,1 166 13 70 210 102 13,5 1,1 6,7 170 14 71 225 104 12,8 1,1 6,4 173 15 72 240 106 12,2 1,1 6,1 176 16 72 255 108 11,7 1,1 5,8 179 17 73 270 109 11,2 1,1 5,6 182 18 73 285 111 10,8 1,1 5,4 185 19 73 300 113 10,4 1,1 5,2 187 20 74 315 114 10,0 1,1 5,0 190 21 74 330 116 9,7 1,1 4,8 192 22 74 345 117 9,4 1,1 4,7 194 23 74 360 118 9,1 1,1 4,6 197 24 75 375 120 8,8 1,1 4,4 199 25 75 390 121 8,6 1,1 4,3 201 26 75 405 122 8,4 1,1 4,2 203 27 75 420 123 8,1 1,1 4,1 205 28 75 435 125 7,9 1,1 4,0 207 29 75 450 126 7,7 1,1 3,9 209 30 75 465 127 7,5 1,1 3,8 211 31 75 480 128 7,4 1,1 3,7 212 32 74 495 129 7,2 1,1 3,6 214 33 74 510 130 7,0 1,1 3,5 216 34 74 525 131 6,9 1,1 3,5 217 35 74 540 132 6,8 1,1 3,4 219 36 74 555 133 6,6 1,1 3,3 221 37 74 570 134 6,5 1,1 3,2 222 38 73 585 135 6,4 1,1 3,2 224 39 73

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 340 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 450 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 70 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7.6 Singoli lotti di intervento per i quali si prevede una sup. impermeabilizzata superiore a 1'000 mq

Il Piano identifica alcuni lotti singoli di intervento, ciascuno dei quali identificato da una sigla specifica. I lotti sono stati cartografati all’interno dell’Allegato grafico al presente studio. In base alle dimensioni di ciascun lotto è possibile effettuare una stima della sup. impermeabilizzata conseguente all’attuazione delle trasformazioni previste dal Piano. Tenuto conto che le norme di piano prevedono un rapporto di copertura del 30% sono stati individuati i lotti per i quali è possibile stimare una superficie impermeabilizzata pari o superiore a 1'000 mq, ipotizzando uno scoperto impermeabile non superiore al 25% della sup. totale del lotto. Per tali ambiti è stato calcolato il volume di compensazione previsto dalla D.G.R. 2948/2009.

La trasformazione in tali ambiti è quindi condizionata alla realizzazione delle opere per lo smaltimento delle acque meteoriche. Dovranno essere seguite le prescrizioni e i vincoli riportati al capitolo 6 della presente VCI e rispettate le indicazioni riportate di seguito.

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 2040 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Analisi idraulica della trasformazione Di seguito si riportano i volumi compensativi individuati per ciascun lotto di intervento caratterizzato da una superficie impermeabilizzata stimabile di progetto pari o superiore a 1'000 mq.

Stato di fatto Stato di progetto Volume da Volume Sup. tot. Coeff. Coeff. Defl. smaltire per la da Id. lotto Sup. Sup. Scoperto [mq] Agricolo Verde Defl. SDF PROG compensazione invasare coperta coperta impermeabile [mq] [mq] [mc] [mc] [mq] [mq] [mq]

H/3 1819 0 1819 546 455 819 0,10 0,59 104 44 H/6 2306 268 2038 692 577 1038 0,19 0,59 130 55 H/23 2004 0 2004 601 501 902 0,10 0,59 114 48 H/37 1871 0 1871 561 468 842 0,10 0,59 106 45 H/44 2521 0 2521 756 630 1134 0,10 0,59 143 60

Si prevede la dispersione in falda con pozzi perdenti delle acque meteoriche necessarie a garantire il rispetto della portata massima scaricabile (per la quale si è considerato un coefficiente udometrico non superiore a 5 l/sec*ha), previo stoccaggio del 50% delle stesse mediante vasca di laminazione, conformemente a quanto disposto dalla DGR 2948 del 2009 relativamente al limite della portata infiltrabile.

In particolare si prevede il posizionamento di 1 pozzo ogni 500 mq di superficie impermeabilizzata, coerentemente con le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave, da posizionarsi nelle aree più depresse dell’ambito oggetto di trasformazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura.

Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda. Tra la vasca di ritenuta e i sistemi di infiltrazione si ritiene

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 71 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014 opportuno l’inserimento di un manufatto deflettore per eventuali oli idrocarburi e materiale flottante, come da schema riportato al precedente par. 7.2. Si ritiene opportuno che i pozzi perdenti siano collegati tra loro tramite tubazioni drenanti, al fine di incrementare la sicurezza del sistema di smaltimento.

Si ritiene altresì opportuno che negli ambiti individuati in stato di sofferenza idraulica all’interno dell’Allegato A non vengano realizzati piani interrati o semi-interrati. In alternativa eventuali piani interrati o semiinterrati dovranno essere idraulicamente isolati dalla rete di fognatura, dal sottosuolo, dallo scoperto e dalle strade.

Di seguito si riportano le tabelle di calcolo dei volumi compensativi relativi a ciascun lotto caratterizzato da una superficie impermeabilizzata (stimabile) di progetto superiore a 1'000 mq.

LOTTO H/3

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 85,5 0,9 42,7 5 0 3 a 27,7 15 38 44,9 0,9 22,4 40 1 19 b 9,3 30 53 31,3 0,9 15,7 56 2 27 c 0,75 45 62 24,6 0,9 12,3 66 2 31 60 69 20,5 0,9 10,2 74 3 34 Area tot [m2] 1819 75 75 17,7 0,9 8,8 79 4 36 Coeff. Defl. SDF 0,10 90 79 15,6 0,9 7,8 84 5 37 Coeff. Defl. PROG 0,59 105 83 14,1 0,9 7,0 89 6 39 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 12,8 0,9 6,4 92 7 40 135 90 11,8 0,9 5,9 96 7 40 VOLUME DA 44 150 93 11,0 0,9 5,5 99 8 41 INVASARE (m3) 165 95 10,2 0,9 5,1 101 9 42 180 98 9,6 0,9 4,8 104 10 42 195 100 9,1 0,9 4,5 106 11 43 210 102 8,6 0,9 4,3 109 11 43 225 104 8,2 0,9 4,1 111 12 43 240 106 7,8 0,9 3,9 113 13 43 255 108 7,5 0,9 3,7 115 14 43 270 109 7,2 0,9 3,6 117 15 44 285 111 6,9 0,9 3,5 118 16 44 300 113 6,7 0,9 3,3 120 16 44 315 114 6,4 0,9 3,2 122 17 44 330 116 6,2 0,9 3,1 123 18 44 345 117 6,0 0,9 3,0 125 19 43 360 118 5,8 0,9 2,9 126 20 43 375 120 5,7 0,9 2,8 127 20 43

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 240 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 410 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 72 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

LOTTO H/6

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 108,3 1,2 54,2 6 0 3 a 27,7 15 38 56,9 1,2 28,5 51 1 25 b 9,3 30 53 39,7 1,2 19,8 71 2 34 c 0,75 45 62 31,1 1,2 15,6 84 3 39 60 69 25,9 1,2 13,0 93 4 43 Area tot [m2] 2306 75 75 22,4 1,2 11,2 101 5 45 Coeff. Defl. SDF 0,19 90 79 19,8 1,2 9,9 107 6 47 Coeff. Defl. PROG 0,59 105 83 17,8 1,2 8,9 112 7 49 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 16,2 1,2 8,1 117 8 50 135 90 15,0 1,2 7,5 121 9 51 VOLUME DA 55 150 93 13,9 1,2 6,9 125 10 52 INVASARE (m3) 165 95 13,0 1,2 6,5 129 11 53 180 98 12,2 1,2 6,1 132 12 53 195 100 11,5 1,2 5,8 135 13 54 210 102 10,9 1,2 5,5 138 15 54 225 104 10,4 1,2 5,2 140 16 55 240 106 9,9 1,2 5,0 143 17 55 255 108 9,5 1,2 4,8 145 18 55 270 109 9,1 1,2 4,6 148 19 55 285 111 8,8 1,2 4,4 150 20 55 300 113 8,4 1,2 4,2 152 21 55 315 114 8,1 1,2 4,1 154 22 55 330 116 7,9 1,2 3,9 156 23 55 345 117 7,6 1,2 3,8 158 24 55 360 118 7,4 1,2 3,7 160 25 55 375 120 7,2 1,2 3,6 161 26 55 390 121 7,0 1,2 3,5 163 27 55 405 122 6,8 1,2 3,4 165 28 54 420 123 6,6 1,2 3,3 166 29 54 435 125 6,4 1,2 3,2 168 30 54 450 126 6,3 1,2 3,1 169 31 54 465 127 6,1 1,2 3,1 171 32 53

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 240 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 412 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 73 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

LOTTO H/23

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 94,1 1,0 47,1 6 0 3 a 27,7 15 38 49,5 1,0 24,7 45 1 21 b 9,3 30 53 34,5 1,0 17,2 62 2 29 c 0,75 45 62 27,1 1,0 13,5 73 3 34 60 69 22,5 1,0 11,3 81 4 37 Area tot [m2] 2004 75 75 19,5 1,0 9,7 88 5 39 Coeff. Defl. SDF 0,10 90 79 17,2 1,0 8,6 93 5 41 Coeff. Defl. PROG 0,59 105 83 15,5 1,0 7,7 98 6 42 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 14,1 1,0 7,1 102 7 44 135 90 13,0 1,0 6,5 105 8 45 VOLUME DA 48 150 93 12,1 1,0 6,0 109 9 45 INVASARE (m3) 165 95 11,3 1,0 5,6 112 10 46 180 98 10,6 1,0 5,3 115 11 46 195 100 10,0 1,0 5,0 117 12 47 210 102 9,5 1,0 4,7 120 13 47 225 104 9,0 1,0 4,5 122 14 47 240 106 8,6 1,0 4,3 124 14 48 255 108 8,3 1,0 4,1 126 15 48 270 109 7,9 1,0 4,0 128 16 48 285 111 7,6 1,0 3,8 130 17 48 300 113 7,3 1,0 3,7 132 18 48 315 114 7,1 1,0 3,5 134 19 48 330 116 6,8 1,0 3,4 136 20 48 345 117 6,6 1,0 3,3 137 21 48 360 118 6,4 1,0 3,2 139 22 48 375 120 6,2 1,0 3,1 140 23 48 390 121 6,1 1,0 3,0 142 23 47 405 122 5,9 1,0 2,9 143 24 47

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 240 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 410 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 74 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

LOTTO H/37

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 87,9 0,9 43,9 5 0 3 a 27,7 15 38 46,2 0,9 23,1 42 1 20 b 9,3 30 53 32,2 0,9 16,1 58 2 27 c 0,75 45 62 25,3 0,9 12,6 68 3 32 60 69 21,0 0,9 10,5 76 3 35 Area tot [m2] 1871 75 75 18,2 0,9 9,1 82 4 37 Coeff. Defl. SDF 0,10 90 79 16,1 0,9 8,0 87 5 38 Coeff. Defl. PROG 0,59 105 83 14,5 0,9 7,2 91 6 40 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 13,2 0,9 6,6 95 7 41 135 90 12,1 0,9 6,1 98 8 42 VOLUME DA 45 150 93 11,3 0,9 5,6 101 8 42 INVASARE (m3) 165 95 10,5 0,9 5,3 104 9 43 180 98 9,9 0,9 5,0 107 10 43 195 100 9,4 0,9 4,7 109 11 44 210 102 8,9 0,9 4,4 112 12 44 225 104 8,4 0,9 4,2 114 13 44 240 106 8,1 0,9 4,0 116 13 45 255 108 7,7 0,9 3,9 118 14 45 270 109 7,4 0,9 3,7 120 15 45 285 111 7,1 0,9 3,6 122 16 45 300 113 6,9 0,9 3,4 123 17 45 315 114 6,6 0,9 3,3 125 18 45 330 116 6,4 0,9 3,2 127 19 45 345 117 6,2 0,9 3,1 128 19 45 360 118 6,0 0,9 3,0 130 20 45 375 120 5,8 0,9 2,9 131 21 44 390 121 5,7 0,9 2,8 132 22 44 405 122 5,5 0,9 2,8 134 23 44 420 123 5,4 0,9 2,7 135 24 44 435 125 5,2 0,9 2,6 136 24 44 450 126 5,1 0,9 2,5 138 25 43

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 240 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 410 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 75 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

LOTTO H/44

PORTATA TEMPO PORTATA PORTATA VOLUME DA VOLUME VOLUME DA h INFILTRABILE MAX PIOGGIA PROGETTO SCARICABILE SCARICARE SCARICABILE INVASARE da DGR 2948/2009

[minuti] [mm] [l/s] [l/s] [l/s] [m3] [m3] [m3] Tr 50 1 5 118,4 1,3 59,2 7 0 3 a 27,7 15 38 62,2 1,3 31,1 56 1 27 b 9,3 30 53 43,4 1,3 21,7 78 2 37 c 0,75 45 62 34,0 1,3 17,0 92 3 43 60 69 28,3 1,3 14,2 102 5 46 Area tot [m2] 2521 75 75 24,5 1,3 12,2 110 6 49 Coeff. Defl. SDF 0,10 90 79 21,6 1,3 10,8 117 7 52 Coeff. Defl. PROG 0,59 105 83 19,5 1,3 9,7 123 8 53 u Consorzio [l/s*ha] 5 120 87 17,8 1,3 8,9 128 9 55 135 90 16,4 1,3 8,2 132 10 56 VOLUME DA 60 150 93 15,2 1,3 7,6 137 11 57 INVASARE (m3) 165 95 14,2 1,3 7,1 141 12 58 180 98 13,3 1,3 6,7 144 14 58 195 100 12,6 1,3 6,3 147 15 59 210 102 11,9 1,3 6,0 151 16 59 225 104 11,4 1,3 5,7 153 17 60 240 106 10,9 1,3 5,4 156 18 60 255 108 10,4 1,3 5,2 159 19 60 270 109 10,0 1,3 5,0 161 20 60 285 111 9,6 1,3 4,8 164 22 60 300 113 9,2 1,3 4,6 166 23 60 315 114 8,9 1,3 4,5 168 24 60 330 116 8,6 1,3 4,3 171 25 60 345 117 8,3 1,3 4,2 173 26 60 360 118 8,1 1,3 4,0 175 27 60 375 120 7,8 1,3 3,9 176 28 60 390 121 7,6 1,3 3,8 178 29 60 405 122 7,4 1,3 3,7 180 31 59 420 123 7,2 1,3 3,6 182 32 59

In base ai calcoli effettuati il volume specifico da invasare risulta pari a 240 m3/ha, mentre il volume da invasare specifico per superficie impermeabilizzata risulta pari a 410 m3 per ettaro di sup. impermeabilizzata.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 76 Piano di Assetto del Territorio Valutazione di compatibilità idraulica Comune di Cappella Maggiore (TV) 2014

7.7 Singoli lotti di intervento per i quali si prevede una sup. impermeabilizzata inferiore a 1'000 mq

Per i lotti per i quali si stima, in base alle trasformazioni previste dal Piano, una superficie impermeabilizzata inferiore a 1'000 mq, si ritiene ad ogni modo opportuno il rispetto delle indicazioni di seguito riportate.

La quota di imposta del fabbricato venga mantenuta superiore di almeno 2040 cm delle vie di accesso più depresse e le aree a verde siano mantenute 20 cm inferiori alla quota più bassa del piano viario. Il piano quotato sia progettato in modo che non sia possibile il deflusso superficiale delle acque meteoriche esternamente al lotto di intervento.

Si ritiene opportuna la realizzazione, per ciascun lotto di nuova realizzazione, di almeno due pozzi drenanti collegati tra loro da tubazioni drenanti in modo da incrementare la sicurezza del sistema di infiltrazione. Ogni pozzo deve avere diametro interno minimo 1,5 m e profondità 5 m dal piano campagna, purchè esista un franco di almeno 2 m tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura.

Qualora non sia possibile garantire un franco sufficiente tra il fondo del pozzo e la falda, potranno essere impiegate trincee drenanti costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda.

Si ritiene altresì opportuno che negli ambiti individuati in stato di sofferenza idraulica all’interno dell’Allegato A non vengano realizzati piani interrati o semi-interrati. In alternativa eventuali piani interrati o semiinterrati dovranno essere idraulicamente isolati dalla rete di fognatura, dal sottosuolo, dallo scoperto e dalle strade.

H:\clie\CAPP1317\Produzione\Word\2014_11_20_Consegna\Elab_CI_2014_11_18.doc 77