enticinque luglio 1943: una con- giura di palazzo porta all’arresto di Mussolini e al crollo del regime fascista. Otto settembre 1943: dopo quarantacinque giorni di gover- noV militare, guidato da Badoglio, l’annuncio dell’armistizio con gli angloamericani fa scat- tare il piano nazista di occupazione del terri- torio italiano e di cattura del nostro esercito in patria e nei Balcani. Inizia, con fatica e in un quadro di forte disorientamento, la lotta di liberazione contro l’occupazione nazista e contro la Repubblica Sociale Italiana, il nuovo

gio della borghesia delle professioni e degli impieghi, le cui ila peraltro andaro- Fra squadracce armate no ingrossandosi sia per lo sviluppo del settore terziario nella società industriale sia per creazione degli enti statali e pa- e costruzione del consenso rastatali. Le masse operaie, restie ad accettare il Proprietari terrieri, industriali, ceti medi e dominio di coloro che ne avevano distrut- to il prezioso patrimonio di cultura e di reduci di guerra a sostegno delle camicie nere socialità, furono irretite (ma raramente i ii ii * convinte) da un’organizzazione di assi- stenza e di svago intonata alla società più omplessa e diicilmente classi- Sulla scia del tremebondo consenso moderna che malgrado tutto andava deli- icabile la base sociale del primo espresso dalla classe dirigente liberale, neandosi.Una massa quindi di aderenti al fascismo: troppo profondo lo anche la piccola e media borghesia urba- regime ai quali non era consentita alcuna sconvolgimento morale e politi- na accettò la violenza delle “squadre” fa- scelta, una massa di manovra sottoposta co e sociale della Grande Guerra sciste come un male transitorio, riassor- al perenne ricatto della perdita del lavo- Cper poter attribuire a una sola compo- bibile quando il Paese avesse ritrovato il ro in caso di dissidenza, nonché a tutte le nente il ruolo di motore dell’ascesa di suo assetto normale. E così gli uomini che misure restrittive della libertà personale questo movimento. Ma i lutti, i dolori e le componevano la forza armata del fasci- – l’ammonizione, il conino, il carcere – rovine del conlitto si accompagnavano a smo, reclutati per lo più tra i reduci che previste dalla repressione. miseria popolare e a impoverimento del- non si rassegnavano a perdere ruoli di co- A questa sua base il fascismo impose le le classi medie. E l’appello – se pur confu- mando ricoperti durante la guerra o a ri- sue politiche e le sue scelte belliche an- so e ambiguo – del nuovo movimento per nunciare all’inebriante uso della violenza che mediante l’educazione scolastica, cambiamenti profondi trovava eco negli per rientrare in una grigia vita borghese, la propaganda con i mezzi di comunica- ambienti più disparati. Sopra tutti gli altri imperversarono con l’appoggio determi- zione all’epoca più eicaci (la radio, il ebbe successo la chiamata per difendere nante delle forze armate e della polizia cinematografo) e inine con gli enfatici la vittoria e difondere il culto del sacrii- ino alla marcia su Roma e oltre, distrug- rituali delle sue cerimonie pubbliche. E cio dei caduti per la patria. Un tema facil- gendo tutte le strutture del movimento questa seduzione di massa poteva avve- mente propagandabile in un Paese in cui operaio. Le “squadre d’azione” fasciste nire perché tutti erano stati privati degli la gran parte delle famiglie aveva avuto costituirono l’arma principale del partito, strumenti per giudicare e addirittura per lutti incancellabili nel corso dell’immane e furono inine legalizzate con la costitu- guardare al di fuori delle sbarre della so- strage. zione della Milizia Volontaria Sicurezza cietà totalitaria. Forti di questo inno all’esaltazione del Nazionale (MVSN). Raggiunto il potere e Il paese nel suo complesso era imprigio- sacriicio di tante vite, i fascisti aprironoconsolidata la sua preminenza assoluta, il nato in una struttura culturale e mentale una campagna di violenze contro tutti fascismo mussoliniano si sforzò di crear- che inibiva ogni libera scelta. Solo in que- coloro che potevano esser additati quali si un nuovo volto, guerriero sì, ma anche sti termini il fascismo poteva ben vantare traditori della patria perché non condivi- perbene, rispettoso dei valori tradiziona- di avere conquistato il consenso dell’Ita- devano l’esaltazione nazionalista. li civili e religiosi. lia intera; e in efetti fu molto diicile e In prima linea tra i nemici stavano i so- Ciò accontentò gran parte del mondo per tanti anche doloroso liberarsi della cialisti: e contro di loro i fascisti trovaro- tradizionale, la chiesa e i benpensanti di tragica sua fascinazione e indirizzarsi a no subito alleati e sostenitori potenti tra ogni fede. E andò di pari passo con l’in- scelte di libertà e di giustizia sociale. Ma le classi agiate, dai proprietari terrieri ai trecciarsi di rapporti, di reciproci favori e anche in questo risiede la grandezza del- grandi industriali; ma anche tra i mezza- di comuni interessi con i grandi centri del la lotta resistenziale. dri e i piccoli proprietari, drammatica- potere economico. Il fascismo consolidò mente allarmati per la minaccia di una così il proprio prestigio presso le masse rivoluzione bolscevica. d’ordine, attirandosi il deinitivo appog- * Docente all’Università di Bologna, storico

6 Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 Stato collaborazionista – cioè alleato con i nazisti – unito e capace di proporre una prospettiva democra- creato da Mussolini. tica al nostro paese“ Ma come si è arrivati a questo passaggio cruciale del- Per lungo tempo i contemporanei non compresero ed la storia d’Italia“ Perché per vent’anni il nostro Paese anzi sottovalutarono la realtà del fascismo – rivolu- ha conosciuto un regime dittatoriale“ Come mai il fa- zione e reazione allo stesso tempo, alternativa sia alla scismo ha raccolto un consenso così diffuso e radi- democrazia liberale sia al socialismo –, ritenendolo cato“ Perché questo regime è crollato per dinamiche fenomeno passeggero, cogliendone solo gli aspetti interne ai suoi gruppi di potere e alla monarchia e più appariscenti della sua azione, come l’uso sistema- non invece per l’azione dei partiti antifascisti“ Ini- tico della violenza nella lotta politica. Le altre forze ne, come mai in presenza di un antifascismo giunto politiche attive nell’Italia del primo dopoguerra rea- debole, diviso, stanco – dopo tante persecuzioni e di- girono in modo diversiicato – da chi pensò di usare sillusioni – a questo appuntamento, ha potuto svilup- il fascismo per sconiggere le istanze rivoluzionarie parsi in così poco tempo un movimento resistenziale dei partiti di sinistra a chi cercò di contrastare im-

Roma città aperta – Regia di Roberto Rossellini (1945). Celeberrimo ilm del neorealismo italiano, ambientato nella capitale occupata dai tedeschi, con Anna Magnani (la igura della Sora Pina, che si ispira a Teresa Gullace ed alla sua tragica vicenda) e Aldo Fabrizi, in una delle loro interpretazioni più famose.

Teresa Gullace fu uccisa a Roma a 37 anni con un colpo di Colore di pioggia e di ferro pistola dai soldati tedeschi durante l’occupazione nazista, di Salvatore Quasimodo mentre cercava di parlare con il marito Girolamo arrestato nel corso di un rastrellamento. Dicevi: morte, silen“io, solitudine; Secondo le testimonianze, Carla Capponi, come amore, vita. Parole delle nostre dei GAP (Gruppi di A“ione patriottica), provvisorie immagini. estrasse la pistola, ma, circondata dalle donne presenti, fu arrestata dai tedeschi. E il vento s’è levato leggero ogni mattina Un’altra partigiana, Marisa Musu, le prese immediatamente la e il tempo colore di pioggia e di ferro rivoltella nascondendola e le inilò in tasca la tessera di un’as- è passato sulle pietre, sociazione fascista. A causa di questa provvidenziale azione, sul nostro chiuso ronzio di maledetti. Carla Capponi fu successivamente liberata. Ancora la verità è lontana. Col crescere delle proteste i nazisti furono costretti a liberare Girolamo Gullace. La igura di Teresa divenne rapida- E dimmi, uomo spaccato sulla croce, mente un simbolo della Resistenza romana. e tu dalle mani grosse di sangue, Il regista Roberto Rossellini prenderà spunto come risponderò a quelli che domandano? dalla sua vicenda, sia pur profondamente modiicata, per il Ora, ora: prima che altro silenzio personaggio della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani entri negli occhi, prima che altro vento nel ilm Roma città aperta. salga e altra ruggine iorisca.

Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 7 mediatamente il movimento sul terreno dell’uso della a lavorare. Intanto, nel giro di pochi anni il fascismo violenza – e tranne casi isolati non furono in grado di da movimento diventa regime, fascistizzando lo Stato. rispondere in modo unitario al fascismo. Da questo momento essere contro il fascismo è sino- Per i partiti che si opposero al fascismo la sconitta nimo di essere contro l’Italia. Abolita l’elettività delle fu profonda, perché mise in discussione aspetti fon- cariche pubbliche, sostituita dalla nomina dall’alto, damentali della loro identità e del loro stesso radi- epurati i funzionari pubblici, messa sotto controllo camento sociale. Per molti militanti l’unico modo per la stampa, messi a punto i meccanismi di controllo sfuggire alle violenze fasciste fu quello di emigrare o e repressione degli oppositori, il regime procede ra- in altre città o, più frequentemente, all’estero. Un inte- pidamente a risolvere i problemi fondamentali che ro mondo fu disarticolato, si pensi solo alle organiz- ostacolano il pieno consolidamento del suo potere: zazioni sindacali socialiste e anarchiche che videro il rapporto con del lavoro e le relazioni con nel giro di pochi anni il passaggio di molti lavoratori la Chiesa cattolica. Le politiche messe in atto nei con- ai sindacati fascisti, unica condizione per continuare fronti del mondo del lavoro, solo in parte eficaci, e so-

vietica e dal suo mito; benché travagliati da numerose rotture nascenti dai muta- Ecco tutti i colori menti della politica di Stalin, furono i soli capaci di organizzare una sistematica, se pur intermittente, azione nell’Italia dei primi antifascisti fascista; il loro intervento, quantunque causasse molte “cadute” nelle reti della Socialisti, comunisti, repubblicani, liberali, popolari, polizia, valse a tenere vive nel proletaria- to le speranze di un rivolgimento sociale Giustizia e Libertà: contraddizioni e alleanze e politico e a gettare le basi per la grande i ii ii mobilitazione del 1943-1945. Già dal 1925 in Italia alcuni gruppi di gio- u una stagione tragicamente in- mento e la messa al bando senza possi- vani, di ispirazione liberale e socialista tensa, quella seguita alla ine -del bilità di reagire. avevano dato vita a giornali e a un mo- la Grande Guerra. Nella crisi del Nel Paese la repressione violenta ormai vimento clandestino, “Italia Libera”, che sistema liberal democratico e di legalizzata incentivò un’emigrazione po- invitava a innovare l’opposizione con più fronte all’incapacità della classe polare fatta soprattutto di proletari so- incisive forme di lotta. Negli anni succes- Fdirigente liberale ad afrontare le novi- cialisti verso la Francia. Non spense tut- sivi diversi tentativi di azioni “esempla- tà della società di massa, il movimento tavia un antifascismo popolare difuso e ri”, intese a smuovere l’opinione pubbli- fascista si impose con la mobilitazione persistente, che non cedette le armi ino ca, furono stroncati dal sistema spionisti- violenta, con gli appelli al nazionalismo alla caduta del regime, come testimonia- co e dalla provocazione fascisti. esasperato e all’anticapitalismo plebeo no le denunce della polizia e le condanne Le novità emersero negli Anni Trenta, dei ceti diseredati. In soli quattro anni ri- della magistratura. Ma l’elaborazione di dopo un decennio di dittatura. Da una dusse all’impotenza le forze cattoliche e una linea politica comune tra i partiti e parte il VII Congresso dell’Internazionale socialiste, conquistò al suo capo, Mussoli- i movimenti politici era resa impossibile Comunista lanciò la prospettiva dei Fron- ni, la guida del governo e nei tre anni suc- dalla gravità della sconitta, generatrice ti popolari in cui convergessero tutte le cessivi ebbe ragione di ogni opposizione. di divisioni e diidenze che si prolunga- forze democratiche per combattere fasci- La sconitta aveva frantumato tutti gli rono negli anni. smo e nazismo; dall’altra nuovi fermenti schieramenti democratici, a cominciare In Francia, rifugio per tutti i perseguitati (tra cui ebbe grande rilievo il contributo dai socialisti divisi dal 1921 tra comuni- d’Europa, in seno alla tormentata comu- di ) spinsero socialisti e de- sti e socialisti, i quali a loro volta diedero nità degli esuli si contrapposero le varie mocratici di varia ispirazione a nuove ela- vita a due partiti (il Partito Socialista Ita- anime del socialismo e del liberalismo: borazioni ideologico-politiche e all’ac- liano e il Partito Socialista Unitario). An- tutti variamente convinti che la cadu- cettazione dell’alleanza con i comunisti. che i cattolici del Partito Popolare, dopo ta del regime sarebbe venuta da sé per La Spagna fu la prova del fuoco di questo aver inizialmente appoggiato il governo l’incapacità di gestire l’economia e per la rinnovato antifascismo italiano: nelle di Mussolini, dovettero fronteggiare una siducia popolare. Gli esuli ricostituirono Brigate Internazionali, a ianco della- Re scissione dovuta alla destra ilofascista. i partiti sciolti in Italia, con l’eccezione pubblica e contro i falangisti del generale Nel 1924 l’assassinio del deputato socia- dei Popolari, bloccati dall’ostilità vati- Franco, andarono a combattere i militanti lista e il riiuto del re cana; socialisti, repubblicani e liberali si dell’antifascismo italiano, dai comunisti di togliere la iducia a Mussolini, spinse ritrovarono in una alleanza stabile, che agli anarchici ai socialisti e agli esponenti i deputati non fascisti ad abbandonare garantiva l’autonomia ai partiti aderenti. di Giustizia e Libertà, il movimento fon- l’aula per protesta: ma dal cosiddetto Si chiamò Concentrazione antifascista e dato da Rosselli. Ma l’alleanza tra gli anti- Aventino si ritirarono ben presto i co- servì a far conoscere all’estero la realtà fascisti (turbata tra l’altro dal conlitto tra munisti, convinti che quell’opposizione, del fascismo italiano, ma non seppe usci- comunisti e anarchici) non fu un’alleanza fondata su prospettive legalitarie (l’in- re dal recinto delle analisi precedenti. semplice perché, pur nell’entusiasmo di tervento del re), non avesse speranze. Le Facevano parte a sé i comunisti, stretta- uomini che avevano sacriicato tutto per altre forze politiche subirono lo sciogli- mente legati e sorretti dall’Unione So- la libertà, permanevano diferenze pro-

8 Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 prattutto la irma del Concordato con la Chiesa cattolica nel 1929, aprono una nuova fase del regime. Il fascismo ha la possibilità di mettere in campo senza ostacoli un’azione che mira ad inquadrare l’intera società nelle organizzazioni del regime, agendo in particolare verso i giova- ni e le donne, nel quadro di una strategia volta a costruire le premes- se per un nuovo ruolo Gabriele Mucchi, “Il popolo dell’Italia nel contesto difende Praga internazionale. I citta- contro dini e la società civile l’esercito nazista”, non vivono più sepa- 1952

fonde. La volontà di giustizia sociale de- ma provocato dalla subitanea e provviso- dopo l’8 settembre il gravoso compito di gli azionisti e di gran parte dei socialisti ria alleanza tra Hitler e l’Urss del 1939, incentivare e guidare la Resistenza e la si arrestava di fronte alla distruzione vio- nel corso della guerra, tutti i movimenti lotta partigiana. lenta dell’ordine borghese, mentre per i e partiti sconitti nel 1922 ripresero le Dai primi Anni Quaranta anche alcuni comunisti l’abbattimento del totalitari- ila della cospirazione; malgrado fossero settori cattolici, ino allora silenti o - pro smo fascista non metteva in discussione assai deboli, riuscirono a sopravvivere e tagonisti di una dissidenza solo morale, la fedeltà al modello sovietico staliniano. a essere poi presenti nel diicile periodo si unirono nella lotta contro la dittatura e Pochi anni dopo tuttavia, malgrado il trau- della dittatura di Badoglio, per assumere l’occupazione tedesca.

cato, da parte di alcune istituzioni dello Stato, di inquinare le acque con il chiaro La stagione insanguinata disegno di impedire che la verità aioras- se. Il più colossale e dispendioso sforzo di mistiicazione è rappresentato infatti dalla pubblicazione in cinquanta volumi, del colonialismo italiano a cura del ministero degli Afari Esteri, dell’opera L’Italia in Africa, che avrebbe Una pagina ancora poco conosciuta: terrore e massacri dovuto tracciare, secondo i propositi dei dietro il mito dell’italiano “diverso” promotori dell’iniziativa, un quadro e un bilancio esaurienti della presenza italia- i * na nelle colonie dell’Africa Orientale e Settentrionale. Il mancato dibattito sul colonialismo dei miti e delle leggende che si sono for- Si tratta, invece, di un bilancio truccato, mati nell’800 e nei primi tre decenni del anche rozzamente e con impudenza, con Ancora oggi, a più di sessant’anni dalla XX secolo, mentre una minoranza non in- il solo scopo di porre in evidenza i me- irma del Trattato di pace di Parigi, chesigniicante di nostalgici e di revisionisti riti della colonizzazione italiana e anche ci ha privato per sempre delle colonie, la li coltiva amorevolmente e li difende con la sua “diversità” ed “eccezionalità”, se maggioranza degli italiani non ha preso iattanza. Quasi ogni giorno, nelle lettere confrontata con i colonialismi coevi. Del coscienza di ciò che è realmente acca- ai giornali, c’è chi esalta la missione civi- resto, che cosa ci si doveva aspettare di duto, fra il 1885 e il 1943, nelle quattro lizzatrice dell’Italia in Africa e chi si indi- diverso dal Comitato che ha gestito l’o- regioni africane che abbiamo conquista- gna se qualche storico serio e scrupoloso pera? Quindici membri su ventiquattro to con la forza. La rimozione, nella cultura rivela pagine non ediicanti. erano ex governatori di colonia o alti del nostro Paese, del fenomeno del colo- La sopravvivenza di questi miti e leg- funzionari dell’amministrazione colonia- nialismo e degli arbitri, soprusi, crimini, gende, che tendono essenzialmente a le, mentre gli altri nove membri erano genocidi ad esso connessi, è stata (e con- fornire un’immagine altamente positiva africanisti di accertata fede colonialista. tinua ad essere) quasi totale. A 129 anni della presenza italiana in Africa, è dovuta Come giustamente ha fatto rilevare Gior- dallo sbarco a Massaua del colonnello al fatto che in Italia, a diferenza che in gio Rochat, una buona parte dei cinquan- Tancredi Saletta, a 103 anni dall’attacco altri Paesi dal passato coloniale (si veda, ta volumi è priva “di qualsiasi requisito di ai porti della Tripolitania e della Cirenai- ad esempio, la Francia dopo la sale guerre serietà e di scientiicità. Ci riferiamo, ad ca, a 79 anni dall’aggressione fascista d’Algérie) non è mai stato promosso un esempio, ai volumi di Vitale sugli aspet- all’Etiopia, l’Italia repubblicana e demo- serio, organico e deinitivo dibattito sul ti militari della conquista italiana, carat- cratica non ha ancora saputo sbarazzarsi fenomeno del colonialismo. Si è anzi cer- terizzati da una dipendenza totale dalle

Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 9 rati dallo Stato, ma vengono mobilitati per le sue i- nalità in forme che però sono passive, conformistiche e retoriche. Per questo motivo il consenso che il regi- me fascista indubbiamente raccoglie risulterà preca- rio, non capace di incidere in profondità sulle culture preesistenti. Il punto più alto di questo consenso si colloca nella seconda metà degli Anni Trenta, soprat- tutto dopo la proclamazione dell’Impero fascista a se- guito della conquista dell’Etiopia. Tuttavia basteranno pochi anni di guerra, a partire dal 1940, perché dal Piccoli balilla. consenso si passi rapidamente alla disillusione e al Notare sull’uniforme desiderio di farla inita con Mussolini e il fascismo. in alto la “M” Dopo la prima fase, caratterizzata dall’uso della vio- per Mussolini tesi oltranziste dell’epoca fascista, dalla oggi, a quasi ottanta anni dall’ultima e stizia al vecchio Omar alMukhtar, che ha supericialità e genericità della ricostru- più immotivata impresa coloniale, lo stu- speso la sua esistenza nella difesa della zione degli avvenimenti, dall’ignoranza dente di scuola media non dispone di te- sua terra. delle fonti non italiane e dalla rinuncia sti aggiornati e depurati, e soltanto quan- Realizzato nel 1979 e programmato l’an- alla utilizzazione del disciolto ministero do approda all’università può disporre no successivo in tutte le sale del mondo, dell’Africa Italiana, di cui pure il Comitato di alcune opere scientiicamente valide, in Italia incontrò il veto dell’allora sot- si arrogava l’esclusiva”. sempre che incontri il docente disposto a tosegretario agli Esteri Rafaele Costa, Nessuno intende negare che la presen- fargliele adottare. il quale giudicò la pellicola come “lesi- za italiana in Africa ha avuto anche de- La mancata condanna del colonialismo ha va dell’onore dell’esercito italiano”. Per gli aspetti positivi per lo sviluppo delle anche mandate assolte tutte quelle mi- qualche anno il ilm è stato proiettato di popolazioni da noi amministrate, così gliaia di italiani che si sono macchiati di nascosto in qualche saletta di cine-club, come sarebbe ingiustiicato sottostima- crimini nelle campagne per la riconquista e soltanto il 17 settembre 1988 veniva re il contributo dei singoli italiani, sul della Libia (1922-1932), nelle operazioni presentato a Rimini nel quadro del Festi- piano del lavoro, dei sacriici, della ferti- contro i guerriglieri somali della Migiur- val Rimini-Cinema, dedicato per l’appun- le immaginazione. Ma è ingiusto e falso tinia (1926-1928), nella guerra contro to al cinema coloniale. storicamente evidenziare soltanto questi l’impero d’Etiopia (1935-1936), e nel Non ci risulta, tuttavia, che i veti siano aspetti positivi e tenere in ombra, o ad- tentativo, fallito, di annientare il movi- caduti e il ilm continua così ad essere dirittura disconoscere, la somma degli mento di resistenza dei partigiani etiopi- proibito senza che sia stata fornita all’o- errori e dei crimini commessi durante le ci (1936-1941). Da Mussolini a Badoglio, pinione pubblica italiana una spiega- guerre di conquista, l’altissimo prezzo da Graziani a De Bono, da Lessona a Pirzio zione plausibile. Il motivo del veto, del pagato dalle popolazioni assoggettate, Biroli, da Geloso a Gallina, da Tracchia a resto, non è diicile da intuire. Si teme il tentativo di privarle della loro identità Cortese, tutti i maggiori responsabili dei di dare in pasto al pubblico italiano una nazionale e culturale, o addirittura, come genocidi africani sono rimasti impuniti, delle pagine più vergognose del nostro in Cirenaica, di annientarle isicamente, quando non hanno ottenuto altri onori colonialismo: l’assassinio di un autentico con la deportazione e il loro internamen- dall’Italia repubblicana, mentre è in atto patriota, la soppressione con il capestro to nei tredici lager della Sirtica e del Sud- da anni un processo di riabilitazione per di un vecchio ikhuàn di 74 anni. Neppure Bengasino, che si rivelarono letali per alcuni di essi da parte di biograi faziosi o la Francia, che non ha certo usato il guan- più della metà dei reclusi. Quando, il 24 compiacenti. to di velluto nel risolvere le sue contese gennaio 1932, il governatore generale coloniali, ha osato mandare a morte il della Libia, maresciallo Pietro Badoglio, Chi ha paura di Omar? marocchino Abd el-Krim e l’algerino Abd annunciò trionfante che “la ribellione era el-Kader. stata completamente e deinitivamente Qualche volta, a dare manforte alla sto- Dalla responsabilità di aver partecipa- stroncata”, almeno 100 mila libici, fra riograia di stampo moderato o revansci- to, seppure indirettamente ed incon- combattenti e civili, avevano perso la vita sta nel favorire la rimozione delle colpe sciamente, alla campagna di rimozione nella tenace ma vana difesa del loro Pa- coloniali, sono le stesse autorità di go- delle colpe coloniali, non vanno esenti ese. Si tenga inoltre presente, per poter verno. Il caso più noto ed emblematico neppure gli storici democratici e di sini- valutare appieno il pesantissimo tributo è quello della mancata distribuzione in stra, i quali, attratti da altri punti nodali di sangue del popolo libico, che l’intera Italia del ilm del regista siroamericano della storia nazionale, hanno trascurato popolazione della Libia non raggiungeva, Mustapha Akkad, “Il Leone del deserto”. Il del tutto, come argomento di indagine, il negli Anni Venti, gli 800mila abitanti. Il ilm, come è noto, narra le gesta di Omar colonialismo italiano. Se si fa eccezione che signiica che lo sterminio ha interes- al-Mukhtar, il capo della resistenza in Ci- per “La prima guerra d’Africa”, di Roberto sato un ottavo della popolazione. renaica, impiccato nel campo di concen- Battaglia, che è del 1958, bisogna arriva- Il mancato dibattito sul colonialismo e la tramento di Soluch il 16 settembre 1931 re agli inizi degli Anni Settanta per poter mancata condanna dei suoi aspetti più dopo un processo-farsa. Prodotto con leggere qualche libro scientiicamente brutali e ripugnanti hanno ovviamente capitali libici, il ilm non è un capolavo- valido. A parziale discolpa della storio- impedito che si giungesse ad una revisio- ro dal punto di vista artistico, ma rispetta graia progressista va detto che ancora ne critica del fenomeno, per cui ancora la verità storica e rende soprattutto giu- per tutti gli Anni Sessanta i più importanti

10 Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 lenza contro gli oppositori, fattosi regime, il fascismo del Tribunale Speciale, organo dello Stato ma com- mette a punto strumenti repressivi che sono in parte posto da giudici che sono uficiali fascisti, e che può quelli tradizionali dello Stato, in parte nuovi. Il con- condannare gli oppositori a decine di anni di carcere, ino di polizia, cioè l’obbligo di risiedere per alcuni all’ergastolo e persino a morte (come avviene per 31 anni in isole o località isolate dell’Italia meridionale, antifascisti italiani e sloveni). In realtà, sono tutte le riprende l’istituto del domicilio coatto. I carabinieri e organizzazioni del fascismo a esercitare un costan- gli agenti di polizia sono sempre i solerti esecutori te controllo su ogni forma di dissenso e opposizione, delle azioni repressive, ma viene anche creata un’or- siano essi politici o espressione di disagi sociali o in- ganizzazione, l’Ovra (il signiicato della sigla non fu dividuali. volutamente mai riportato in atti uficiali; per la mag- Oltre 100.000 italiani sono schedati dalla polizia gior parte degli storici signiica Opera Vigilanza Re- durante il regime, 5.200 sono condannati a pene de- pressione Antifascismo), che ha il compito speciico di tentive dal Tribunale Speciale, 12.300 sono inviati al reprimere gli antifascisti. Nuova è anche l’istituzione conino, 160.000 vengono ammoniti, cioè avvisati strumenti di ricerca del settore sono uti- ti dell’archivio dell’Uicio Storico dello La polemica con Indro Montanelli lizzati, in regime quasi di monopolio, da- Stato Maggiore dell’Esercito, sino a ieri gli ambienti della vecchia lobby colonia- gelosamente e testardamente negati a Al coro dei nostri difamatori si univa, lista, non certo interessati ad afrontare tutti. sin dalla metà degli Anni Sessanta, Indro i problemi più roventi e scomodi dell’e- Ma questo ritardo nella pubblicazione dei Montanelli, il più autorevole dei giornali- spansione italiana in Africa, ma spinti, documenti uiciali, che provano ormai in sti italiani, autore di una “Storia d’Italia” nella migliore delle ipotesi, a darne una maniera conclamata ciò che noi scrivem- che ha rinnovato i successi di quella di reinterpretazione di carattere moderato. mo nel 1965 (La guerra d’Abissinia 1935- Carlo Botta. La tesi di Montanelli era di A partire dalla seconda metà degli Anni 1941, Feltrinelli) e nel 1979 (Gli italiani quelle assiomatiche. Settanta diventa meno diicile accedere in Africa Orientale. La conquista dell’Impe- Poiché lui aveva seguito “l’intera” cam- agli archivi del ministero degli Esteri, che ro, Laterza), ha consentito che per mezzo pagna di Abissinia (in realtà soltanto i sono di importanza capitale perché cu- secolo si perpetuasse il dubbio sull’im- primi due mesi, poi fu ferito e ricoverato stodiscono l’80 per cento del materiale piego dei gas, la micidiale arma proibita in un ospedale di Asmara!) senza vedere utile per lo studio del colonialismo italia- dagli accordi internazionali di Ginevra, e alcuna traccia di iprite, le nostre accuse no. Il merito di questa maggiore liberali- che invece fu usata in Etiopia in maniera non avevano alcun senso ed erano sem- tà, più che dei ministri che si sono avvi- massiccia, vale a dire 500 tonnellate di plicemente calunniose nei confronti del cendati agli Esteri, è del professor Enrico aggressivi chimici. soldato italiano, il quale, anche in Africa, Serra, che dirigerà il Servizio Storico e Per le nostre denunce del 1965 e 1979 si è dimostrato “diverso”, più tollerante, Documentazione del ministero dal 1972 fummo ricoperti di insulti, additati all’o- più umano degli altri. al 1992. A questo partigiano giellista e pinione pubblica come impostori, anti- Questa aggressione nei nostri confron- illustre studioso di storia contemporanea italiani, nemici dell’esercito. Si giunse ti durò trent’anni senza che le autorità va la riconoscenza di tutti i ricercatori che persino a sostenere, da parte di alcune militari, che erano depositarie di tutti i hanno lavorato negli archivi della Farne- associazioni di ex combattenti e reduci, segreti della guerra d’Etiopia, intervenis- sina. che eravamo incorsi nel “reato” di vi- sero, com’era loro dovere, per ristabili- Nel 1984 si avverte, agli Esteri, un’inver- lipendio del soldato italiano e che per re la verità. Il 7 febbraio 1996, seppure sione di tendenza, almeno per ciò che questo meritavamo una punizione. con un ritardo di sessant’anni, lo Stato riguarda gli archivi coloniali. La moti- vazione uiciale delle gravi restrizioni nell’utilizzo di gran parte dell’archivio del disciolto ministero dell’Africa Italia- na (ASMAI) è che l’archivio in questione ha la necessità di essere riordinato. Ma il vero motivo è un altro. Ed è un motivo inconfessabile. Si teme che studiosi libici ed etiopici possano scoprire nelle carte dell’ASMAI quella scomoda verità sugli eccidi, le deportazioni, i furti di terre, che ancora oggi si vuole tenere celata. Ancora all’inizio degli Anni Novanta il lavoro del ricercatore non è facilitato ed anzi, qualche volta, è anche ostacolato. I divieti più frequenti e assurdi proven- gono dalle autorità militari. Sul tema Una vignetta dell’impiego delle armi chimiche in Etio- del “Becco giallo” pia, ad esempio, è soltanto nel 1988 che clandestino Giorgio Rochat ha potuto fare un bilancio dopo l’assassinio di quasi deinitivo valendosi dei documen- Giacomo Matteotti

Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 11 che sono sotto il controllo delle autorità per le loro e migliori condizioni di vita. La repressione è spro- idee, migliaia quelli che sono costretti ad emigrare porzionata – per una parola sfuggita si rischia di fare all’estero, anche perché la repressione non si esplica due anni di conino – e induce molti ad adeguarsi e solo nella dimensione poliziesca, ma nell’isolamento a esprimere con molta cautela la propria distanza sociale, nella perdita del lavoro, nelle vessazioni quo- dal regime. Continuare a essere antifascisti in Italia tidiane contro la persona e i suoi familiari. Ma di quali è davvero molto dificile, richiede una disponibilità colpe si macchiano gli antifascisti“ Si viene puniti totale al sacriicio personale e anche della propria per aver conservato in casa oggetti e documenti che famiglia. Nonostante questo, l’antifascismo rimane rimandano alle precedenti tradizioni politiche, per per tutto il ventennio un fenomeno non trascurabile aver fatto un’affermazione compromettente in luoghi nelle sue dimensioni, e capace di un rinnovamento pubblici, per aver raccolto o distribuito un volantino, generazionale signiicativo, in particolare per i comu- per aver partecipato a riunioni o promosso agitazio- nisti, duramente colpiti dalle condanne del Tribunale ni di lavoratori al ine di ottenere aumenti salariali Speciale (due terzi dei condannati). Accanto all’- italiano, nella persona del ministro della colonialismo. Quella di scavare nel no- Carlo Zaghi, Renato Mori, Gianluigi Rossi, Difesa, generale Domenico Corcione, am- stro passato coloniale non è un’impresa Romain Rainero, Francesco Surdich, Fabio metteva inalmente, rispondendo ad una facile né gradevole. Ogni volta che crol- Grassi. Le loro opere inaugurano, inal- interrogazione parlamentare, che nel cor- la un mito, perché se ne rivela la falsità, mente, nuovi metodi di ricerca e ofrono so del conlitto italo-etiopico del 1935- bisogna fare i conti con chi, in buona o nuove chiavi di lettura degli avvenimen- 1936 “furono impiegati bombe di aereo mala fede, vi ha creduto, e non vuole ar- ti dominanti del colonialismo, ponendo e proiettili di artiglieria caricati ad iprite rendersi all’evidenza, si ribella, non si dà inalmente in luce le orrende stragi di ed arsine, e che l’impiego di tali gas era pace. Montanelli, ad esempio, inalmente Addis Abeba (30mila morti, secondo la ben noto al Maresciallo Pietro Badoglio, il ammise l’impiego dei gas in Etiopia, ma versione etiopica) e di Debrà Libanos quale irmò di proprio pugno alcune rela - non rinunciò mai alla sua visione mitiz- (2mila monaci uccisi). Esse costituisco- zioni e comunicazioni in merito”. zata del colonialismo italiano. Scriveva il no, inoltre, un primo e beneico antidoto L’ammissione, da parte del Governo, 29 ottobre 1995, in risposta ad un lettore a quella difusa rimozione del fenomeno dell’impiego dell’arma chimica in Etiopia, del “Corriere della Sera” che gli chiedeva coloniale che siamo andati esaminando. anche se tardiva e, per certi aspetti, anche un giudizio globale sulla conquista dell’E- Ma va anche messo in luce che, contem- reticente, costituiva tuttavia una grossa tiopia: “Sono convinto che il nostro colo- novità per il nostro Paese, dove sembra nialismo sia stato, fra tutti, il più umano, poraneamente, si va afermando una sto- avere sempre più fortuna la corrente re- o il meno disumano”Nonostante i divieti, riograia di carattere opposto, moderata e visionista. Il dibattito sui gas e sui crimini le sottrazioni di documenti, i mancati in- conservatrice. del fascismo in Africa, che si è svolto fra coraggiamenti di chi avrebbe dovuto pro- Pur non essendo generalmente di matri- l’agosto del 1995 e il febbraio del 1996 muovere una revisione critica del nostro ce fascista, essa ha tuttavia la tendenza sulla stampa nazionale, quotidiana e pe- operato in Africa, negli ultimi trent’anni a giustiicare, se non in tutto in parte, la riodica, non ha certamente raggiunto la gli studi sul colonialismo italiano han- violenza del colonialismo, a riabilita- dimensione, l’intensità e la scientiicità no fatto qualche sostanzioso progresso, re fatti e personaggi, favorendo quindi che avevamo auspicato, ma costituiva in- grazie alle ricerche condotte da Giorgio quella rimozione delle colpe coloniali dubbiamente un buon avvio per contra- Rochat, Nicola Labanca, Angelo Del Boca, che la storiograia progressista si sforza stare quella rimozione, quasi totale nella Enrico Serra, Francesco Malgeri, Enzo di combattere. coscienza degli italiani, del fenomeno del Santarelli, Giuliano Procacci, Eric Salerno, *Storico del colonialismo italiano

a grande mostra al Guggen- Le Figaro, il 20 febbraio 1909, dopo es- heim di New York dedicata sere apparso in italiano, su alcune testate al Futurismo, riaccende i minori. rilettori su questo movi- Accanto a Marinetti, nella foto di grup- mento, l’ultima delle gran- po degli esordi, vediamo Boccioni, Carrà, Ldi avanguardie nate prima della Severini, Russolo. La giovinezza fu pre- Grande Guerra. sentata come un valore, di contro alla Ma sembra ritornare d’attualità, vecchiezza attribuita agli “altri”, tanto in certo senso, anche sul piano esponenti del ceto politico, quanto della politico, con la nuova, discutibi- letteratura e delle arti: liberali e sociali- le ondata di “giovanilismo” che sti, da un canto, dannunziani e pittori re- sembra travolgere la vita pub- alisti, dall’altro. blica nazionale. “I più vecchi di Giovinezza presentata come simbolo di noi hanno trent’anni”, precisava velocità, di modernità, di progresso: in Filippo Tommaso Marinetti nel una parola, di cambiamento. Una nuova i ’oi* preambolo al Manifesto di fonda- arte, rappresentativa della società italia- zione pubblicato, in francese, su na avviatasi, in ritardo, sulla via dell’indu-

12 Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 Una pubblicazione futurista del 1915. Si legge fra l’altro nel testo del programma politico futurista (11 ottobre 1913) a irma Marinetti, Boc- cioni, Carrà, Russolo: “La parola Italia deve dominare sulla parola Libertà; una più grande lotta e un più grande esercito; un popolo orgoglioso di essere italiano, per la Guerra, sola igiene del mondo”

strializzazione, una nuova cultura, adatta tutte segnate da una tensione cosmo- l’Italia della “Terza Roma”, dell’Impero ad esprimere nuovi bisogni e nuove esi- politica. Anche se non è mancato chi, fra che tornava “sui colli fatali di Roma”. genze, gli uni e gli altri, tuttavia, stret- gli studiosi, ha voluto parlare di “italia- Non mancarono taluni esponenti di un tamente connessi alle classi dominanti nismo”, per ridurre il peso politico di af- futurismo “di sinistra”, ma si trattò di una di cui gli intellettuali futuristi miravano, fermazioni del tipo “La parola Italia deve corrente minoritaria, del tutto emargina- velleitariamente, a porsi come guide ol- dominare sulla parola Libertà”, che non è ta, anche se le polemiche interne furono tre che interpreti. Era la sindrome delle che l’avvio di un percorso ideologico tut- sempre intensissime, con gravi rotture, mosche cocchiere, quelle che annidate to interno al nazionalismo più aggressivo. litigi, scazzottate. In generale a partire sulla criniera del cavallo pretendono di Nella seconda fase, dopo la guerra, che dalla ine degli Anni Venti, il Futurismo si indirizzarne i passi. vede partecipare in massa tutti i mem- allineò perfettamente sul piano politico, Analogamente, la “banda di scimmie ur- bri del movimento (con dolorose perdi- pur conservando una sorta di ius murmu- latrici” dei futuristi, per citare Gramsci te, a cominciare da quelle gravissime di randi, che sbefeggiava talora aspetti, i- (che pure ne riconobbe i meriti cultura- Boccioni e Sant’Elia) il Futurismo si legò gure e indirizzi del regime. li), si pose in testa di guidare la borghe- strettamente ai neonati Fasci di combat- Ma l’ingresso di Marinetti nella Reale sia imprenditoriale italiana, dalla Milano timento mussoliniani e agli , corpo Accademia d’Italia, nel 1929, apparve capitale della modernità italiana; ma si d’assalto formato dai peggiori elemen- l’esito scontato, benché paradossale per ridusse, negli anni del regime mussolinia- ti sociali, trasformatosi, dopo il forzato l’uomo che aveva tuonato contro le acca- no, a una specie di sindacato che tentava scioglimento, in gruppo paramilitare. demie, di un percorso. di tutelare gli interessi degli artisti e let- Furono Arditi, primi fascisti e futuristi, ac- Il cui approdo fu la partecipazione esal- terati aderenti al movimento, dopo aver canto a gruppi di uiciali smobilitati, ad tata a tutte le guerre del duce (eccetto contribuito a preparare il terreno ideolo- assaltare e dare alle iamme la sede del la Spagna), di Marinetti e dei suoi fede- gico alla stessa nascita del fascismo. giornale socialista Avanti!, a Milano, il 15 lissimi, con l’adesione inale alla RSI, e Nel confuso miscuglio ideologico propo- aprile 1919. Dopo una provvisoria rottura gli sciagurati canti in onore di Mussolini sto dal Futurismo troviamo infatti alcune con i Fasci, a seguito del ripudio da parte e l’apologia dell’ultima guerra che, con il costanti: l’esaltazione della violenza, e di questi delle “tendenzialità” repubbli- fascismo, seppellì lo stesso Marinetti, che della guerra in specie, “sola igiene del cana e anticlericale (Mussolini sapeva non ne vide neppure la ine, morendo nel mondo” (secondo il punto 9 del Mani- che senza l’accordo del Vaticano e della dicembre 1944. festo di fondazione), il nazionalismo, il Corona non sarebbe mai potuto ascende- Qualcuno ha lodato se non altro la co- disprezzo per la democrazia, l’antisocia- re al governo), Marinetti e il suo manipolo erenza politica e la fedeltà personale lismo, che, dopo il 1917, diventa antibol- – difusosi in tutta la Penisola – si rialli - a Mussolini: in realtà, il capo futurista, scevismo. nearono, dopo la Marcia su Roma. Invano mentre non cessava di fare proclami pro Indubbiamente, nella sua fase eroica tentò, il leader futurista, anche in ragione fascismo, inalmente tornato repubblica- (quella degli albori, ino alla Grandedei suoi rapporti personali con Mussolini, no e “rivoluzionario”, trattava per espa- Guerra), il Futurismo svolse una funzione di fare del suo movimento l’arte uiciale triare in Svizzera. salutare sul piano culturale, ma inquina- del regime. Mesto tramonto di un intellettuale che ta in dall’inizio da pulsioni nazionalim- Anche sul piano creativo, vi fu un progres- ebbe grandi meriti, ma ancor più grandi perialistiche, che subito lo distinsero, e sivo ofuscamento, mentre, sul piano ide - responsabilità. in sostanza lo contrapposero, alle altre ologico, sempre di più i futuristi diventa- avanguardie artistiche, tendenzialmente vano gli imbonitori della “Nuova Italia”, *Docente all’università di Torino, storico

Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 13 scismo militante, che agisce e ha come referenti le or- lettivi dei lavoratori. Ma le dinamiche sono comples- ganizzazioni anarchiche, comuniste, socialiste, repub- se, e accanto a momenti di grande entusiasmo – come blicane e popolari ricostruite all’estero, in particolare l’esperienza dei fronti popolari e la partecipazione di in Francia, si esprime nel Paese un antifascismo che è migliaia di antifascisti alla guerra civile spagnola tra espressione di antagonismo sociale, di anticonformi- il 1936 e il 1939 – stanno i momenti di profonda de- smo, di riiuto di vivere in un sistema soffocante come lusione e di divisione, come nel caso dello scontro tra quello creato dal fascismo. Dopo l’affermazione del anarchici e comunisti a Barcellona nel 1937 e della nazismo in Germania, nel 1933, aumentano le preoc- irma del patto tedesco-sovietico nel 1939, che allon - cupazioni per l’espansione di regimi e movimenti di tana la possibilità di un fronte unitario antifascista. destra in Europa, e anche nei Paesi democratici (come Gli anni della guerra sono il momento della veriica i - in Francia) l’antifascismo per molti diventa l’orizzonte nale per fascismo e antifascismo. Le forze antifasciste entro il quale inserire l’azione politica di contrasto a vi arrivano in forte dificoltà. L’antifascismo esiliato, questi regimi e per difendere i diritti individuali e col- dopo l’entusiasmo provocato dalla guerra di Spagna,

tre igli, di cui uno in età lavorativa) non poteva vivere con il solo reddito del capo La radio e il saluto romano famiglia; occorreva contenere i bisogni domestici, cercare occupazioni saltuarie per le donne e fare meno igli (anziché ma la dieta rimane povera partecipare alla campagna demograica). La casa, poi, vero e proprio cardine di tu- La vita quotidiana negli Anni 20 e 30, tela del nucleo familiare, ofriva l’esatta misura delle condizioni degli italiani. fra “perfezionamento della stirpe” e gabinetti comuni Solo i nuovi insediamenti, riservati ai ceti i ii * medi (case economiche) e a una parte della classe lavoratrice (case popolari), ricordi di persone che vissero l’infan- ti, o non lo era nello stesso modo: i ceti combinavano razionalità e igiene, men- zia e l’adolescenza negli Anni Venti e popolari si impoverirono e pagarono più tre la gran parte delle abitazioni, che Trenta si sofermano spesso sulla vita di altri gli incrementi del costo della vita accoglievano operai e impiegati di basso di tutti i giorni; una quotidianità nar- e il taglio dei salari, che tra il 1927 e il livello, erano costituite da vani (sovente rata con sorrisi e inquietudini da cui 1930 si attestò tra il 27-28%. Inoltre, i fe- solo due) talora privi di acqua corrente e Iriemergono le case di ringhiera, il tempo nomeni inlativi sorti con il nuovo conlit - senza riscaldamento a gas (per scaldarsi, libero, le imposizioni del regime e, innan- to mondiale erosero gli aumenti di paga come per cuocere i cibi, si usava la “cuci- zitutto, i problemi alimentari. concessi nel ’37 e nel ’39. Una migliore na economica” a legna e a carbone, novità Agli inizi del Novecento le condizioni ma- qualità della vita, invece, apparteneva dell’epoca). Un censimento del 1931, in teriali delle classi lavoratrici permaneva- alla classe media, il blocco sociale più in particolare, segnala che l’88% delle case no diicili. Ancora nel 1923 l’apporto ca- sintonia con il regime. dei capoluoghi mancavano di servizi igie- lorico individuale risultava inferiore alle L’alimentazione dei lavoratori manuali nici: per i bisogni corporali si utilizzavano 3.300 calorie necessarie. Le diete si ar- consisteva soprattutto in minestrone, po- i gabinetti comuni posti in fondo ai balla- ricchirono sul inire degli Anni Venti, ma lenta, pasta (piuttosto che riso), salumi, toi, mentre per il bagno, da farsi il sabato, la situazione peggiorò dopo la metà del poca carne, cafè di cicoria e latte solo si impiegava una tinozza o si usavano le decennio successivo a causa delle san- per i bambini. Dieta che mutava in base docce delle fabbriche e i bagni pubblici. zioni economiche imposte dalla Società alle realtà regionali e a bilanci familiari Ciò che però contraddistinse il Ventennio delle Nazioni per l’aggressione italiana spesso sottoposti a compressioni salaria- fu il livello d’ingerenza del fascismo nella all’Etiopia, e dal 1940 per via dell’entrata li. Negli Anni Trenta, ad ogni modo, una vita quotidiana, con il costante controllo in guerra. Certo, la fame non era per tut- famiglia operaia tipo (marito, moglie e di ogni fase di esistenza degli individui attraverso forme educative e assisten- ziali promosse dal regime: dalla tutela di madri e bambini in diicoltà (ONMI) all’educazione dei giovani (ONB), all’oc- cuparsi del tempo libero dei lavoratori (OND), ecc. Le stesse pratiche sportive non furono esenti dall’interesse del regi- me, tra i cui obiettivi vi era il risanamento della nazione (volto al “perfezionamento della stirpe”), da attuarsi tramite il mi- glioramento isico e l’apprendimento dei Il mercato caratteri dell’uomo fascista, ovvero: ca- di piazza San Cosimato, meratismo, virilità, disciplina. L’obbligo a Roma, di raggiungere traguardi del genere toccò nel febbraio 1940 soprattutto ai giovani che, inquadrati nel-

14 Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 vede prevalere logiche di potenza tra i vari stati che litari già logorate per le guerre precedenti (Etiopia, provocano disillusione e disorientamento, come nel Spagna, Albania); esso, d’altra parte, fallisce comple- caso del già richiamato patto Molotov-Ribbentrop tamente nell’organizzazione della mobilitazione civi- del 1939. Gli antifascisti attivi in patria hanno vistole. L’andamento negativo del conlitto, l’incapacità di sfumare l’illusione che le guerre del fascismo avreb- difendere il territorio italiano dai bombardamenti, le bero avviato il processo di dissoluzione del regime. dificoltà a garantire adeguate risorse alimentari alla La guerra mette in crisi le organizzazioni clande- popolazione portano nel giro di pochi mesi a un mu- stine, perché tanti giovani sono chiamati alle armi, tamento profondo dello spirito pubblico: quello che e solo dal 1942 è possibile una ripresa dei contat- appariva un consenso quasi totale al regime si sgre- ti e la riorganizzazione delle forze sul territorio. Per tola rapidamente e si diffonde il desiderio di farla i- il fascismo la guerra è il ine ultimo del progetto dinita con la guerra e con il fascismo. Il colpo di stato fare dell’Italia una potenza internazionale. A questo del 25 luglio è la cartina di tornasole di questa im- appuntamento il regime arriva con le strutture mi- plosione: un regime che inquadrava più di metà della le rispettive organizzazioni, dedicarono il sabato pomeriggio, quello “fascista” appunto, “all’igiene isica e morale della Parla la storica produrre consenso. Oggi possediamo razza”. Ciononostante gli italiani non di- interi scafali di volumi sull’argomen- vennero un popolo di sportivi praticanti, Alessandra Tarquini to. Erano studi pionieristici che hanno manifestarono interessi per sport popo- avuto il grande merito di aprire nuovi lari come ciclismo e calcio, ma solo in iloni di ricerca ma, con la consapevo- qualità di spettatori e tifosi. lezza odierna, anche il limite di pensare Gli Anni Trenta furono anche il periodo il consenso solo in termini di propagan- di sviluppo tecnologico dei mezzi d’in- Repressione da. Ad allargare l’orizzonte contribuì La formazione e con esso il fascismo fece i nazionalizzazione delle masse dello sta- conti, naturalmente a modo suo. L’avvio e consenso: tunitense George Mosse: ampliando il delle trasmissioni radio avvenne nella concetto stesso di cultura ino a vera e seconda metà degli Anni Venti, ma per propria visione della vita, aiutò a capire diverso tempo gli apparecchi di ricezione un Paese che i regimi di inizio Novecento pro- rimasero costosi (il prezzo di un Radioru- posero un nuovo atteggiamento verso rale nel 1935 era di 600 lire) e poco vali- l’esistenza. di. Le scuole e i ritrovi pubblici, tuttavia, in un regime Negli anni seguenti la ricerca andò vennero attrezzati per ascolti collettivi e avanti, arricchendosi – soprattutto gra- il nuovo mezzo fu impiegato per la pro- A zie agli interventi di Emilio Gentile, Piergiorgio Zunino e Mario Isnenghi paganda del regime. Medesimo processo i i i subì il cinema (con il sonoro dal 1930) e il – delle rilessioni sia sulla cultura in governo di Mussolini fu il primo a eserci- generale, sia sulla concezione fascista tare il completo controllo sui cinegiornali Alessandra Tarquini insegna storia con- della cultura. Nel 1995 con La via ita- (la cui programmazione era obbligatoria temporanea all’Università La Sapienza liana al totalitarismo, Gentile giunge prima della proiezione dei ilm). di Roma ed è autrice di numerose pub- alla conclusione che il fascismo diede Nel contempo, però, radio e cinema con- blicazioni, tra le quali La storia della cul- vita a un’inedita forma di dominio poli- sentirono ai giovani di conoscere mondi tura fascista (Il Mulino, 2011). tico, includendo la totalità degli aspet- diversi. L’attrazione nei confronti della ti della vita di un cittadino. Il tema del cultura di massa americana fu particolar- Professoressa, in che termini è possi- consenso è ancora oggetto di indagine mente forte: musiche “negroidi” (il jazz) bile parlare di consenso al fascismo? di storici e pensatori. Penso anche al entrarono nei repertori delle orchestre La questione del consenso al regime è volume Il consenso imperfetto di Ferdi- da ballo e i nuovi divi cinematograi- tra le più studiate e discusse dagli sto- nando Cordova che nel 2010 ha riacce- ci d’oltreoceano divennero i beniamini rici. Il dibattito prese avvio nel 1974 so l’interesse e riaperto il dibattito tra delle nuove generazioni. Nonostante si con la pubblicazione di Renzo De Felice gli studiosi e nell’opinione pubblica. imponessero l’italianizzazione dei nomi Mussolini il fascista, gli anni del consen- stranieri, il saluto romano al posto della so. Quale fu nel fascismo il rapporto tra stretta di mano (“poco igienica”), il “voi” L’anno successivo, nel 1975, lo storico consenso e repressione? anziché il “lei” (residuo di servilismo americano Philippe Cannistraro sceglie Il consenso al regime fascista – che verso gli stranieri), la tassa sul celibato e di pubblicare in Italia La fabbrica del senz’altro ci fu – non pone afatto in altre assurdità, qualcosa stava cambian- consenso. Cannistraro studia il ruolo dubbio la presenza di una potentissi- do, ma ci vollero cinque anni di guerra e del Minculpop (Ministero della Cultu- ma macchina repressiva. Il consenso in soferenze per decidere con quali occhi ra Popolare) e l’uso dei nuovi mezzi di un regime totalitario non lo dobbiamo vedere il futuro. comunicazione, come la radio, adotta- immaginare come in democrazia. Si ti dal regime per educare e mobilitare fonda sulla repressione, con lo scopo di *Del comitato scientiico dell’Istituto storico della gli italiani. Dunque è la propaganda, controllare le persone ed educarle alla Resistenza di Novara e del Verbano Cusio Ossola ben utilizzata, ad aver funzionato nel sua politica e ai suoi obiettivi. Il totali-

Speciale paTRia iNDipeNDeNTe | apRile 2014 15 popolazione italiana da un giorno all’altro scompare, senza mostrare alcuna capacità di reazione. E, aspetto importante da sottolineare, da parte dell’antifascismo non viene esercitata alcuna violenza nei confronti dei fascisti. Anzi, di nuovo saranno tanti i lavoratori e gli antifascisti a cadere uccisi da esercito e carabinieri durante scioperi e manifestazioni di protesta. In ogni caso, nonostante tutto, l’antifascismo rinserra le ila e mette a disposizione della Resistenza uomini, culture politiche, prospettive di trasformazione democratica del Paese.

*Claudio Silingardi, Direttore Generale Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione Nazionale (INSMLI), Direttore Istituto Storico di Modena

Agosto 1922, Parma. Gli Arditi del Popolo, forma“ione volontaria di autodifesa, difendono la città dall’assalto delle squadre armate fasciste erigendo barricate. I fascisti non riusciranno a entrare a Parma

tarismo non permette alcuna libertà di E perché mai aderire a un regime so di tanti, la responsabilità è collettiva. scelta ed esprime una politica violenta, repressivo? Per questo oggi è importante capire se è violento per Dna. Per capirlo bisogna guardare alle forme ci fu consenso o meno al regime ditta- Studiando le espressioni della cultura dell’adesione. Per esempio: cosa hanno toriale? fascista riusciamo a capire meglio in fatto, detto o scritto gli intellettuali o A diferenza dal passato, oggi, e ormai che termini gli italiani sono stati fasci- gli artisti in un simile regime? Abbiamo da diversi anni, nessuno più nega l’e- sti. Si può parlare di vicinanza, adesio- la risposta nei quadri, negli ediici, nei sistenza di una cultura fascista e l’im- ne o consenso, ma un seguito popolare monumenti e in ogni tipo di opera fa- portanza dei fenomeni culturali nella c’è stato largamente. scista. Sappiamo che pittori e architetti costruzione del regime dittatoriale. Però il regime è totalitario, quindi repri- alla cultura fascista hanno contribuito. Secondo il mio punto di vista, è impor- me e impone: nella politica, nell’educa- E quando un “archistar” – diremmo oggi tante capire che la politica, anche quel- zione, nella cultura, in tutti gli aspetti – irma e realizza un palazzo fascista la totalitaria, non è mai l’espressione della vita quotidiana. Il fascismo fu un non smette di essere architetto. Un pit- solo di una classe dirigente. La politica sistema a partito unico, ogni tipo di tore di fama internazionale come Mario siamo tutti noi: responsabili in ogni senso, scelta risultò semplicemente abolita. Sironi scrive Il manifesto della pittura ciascuno nel suo piccolo, se, per conve- Gli altri partiti erano fuorilegge, così murale e spiega che la pittura deve ave- nienza, comodità o disinteresse, si con- come chiunque non la pensasse come re una funzione sociale e politica. Quel segna il Paese a un regime. Come è stato Mussolini. regime è dunque il risultato del concor- durante il fascismo.

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