Comune di (Provincia di Lodi)

INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE ai sensi del la D.G.R. 7/7868 del 25 gennaio 2002 e s.m. i .

RELAZIONE TECNICA

Redattore: dr. Geol. Marco Cattaneo (Viger S.r.l.) Ufficio Tecnico Comunale – Servizio Urbanistica Edilizia Privata: Arch. Claudio Padovani (Responsabile del Servizio) Ing. Domenico Castelbuono (Responsabile del Procedimento)

Il sindaco: Franco Rossi Assessore all’Urbanistica: Pierluigi Sbarufati Studio geologico allegato allo strumento urbanistico ai sensi della L.R. 12/2005

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1 PREMESSA ...... 3

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE...... 3

3 INQUADRAMENTO AMBIENTALE ...... 4

3.1 ELEMENTI GEOLOGICI ...... 4 3.2 CENNI STRUTTURALI ...... 5 3.3 ELEMENTI GEOMORFOLOGICI ...... 6 3.4 ELEMENTI IDROGRAFICI E IDROGEOLOGICI ...... 7

4 CARATTERIZZAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE ...... 9

4.1. SISTEMA IDROGRAFICO LOCALE ...... 10

5 DELIMITAZIONE DELLE FASCE DI RISPETTO ...... 14

5.1 PAI ...... 15

6 VERIFICA IDRAULICA TRATTO FINALE DELLA ROGGIA BIANCHETTA ...... 16

6.1 CALCOLO DELLA PORTATA DI PIENA ...... 18 6.2 VERIFICHE IDRAULICHE ...... 20

7 STUDI IDRAULICI A SCALA REGIONALE ...... 22

7.1 DESCRIZIONE DEL BACINO ...... 22 7.2 CURVE DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA ...... 24 7.3 PERIMETRAZIONE DELLE AREE DI ALLAGAMENTO ...... 25

8 CONCLUSIONI ...... 26

9 BIBLIOGRAFIA ...... 27

10 AUTORI ...... 28

11 ALLEGATI ...... 29

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Individuazione del reticolo idrico minore (D.G.R. 7/13950 del 01.08.2003)

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1 PREMESSA

Su incarico dell’Amministrazione comunale di Borghetto Lodigiano (Provincia di Lodi), sono state verificate le caratteristiche ambientali, climatologiche, geologiche, geomorfologiche ed i- drografiche del territorio, al fine di redigere la relazione di individuazione e caratterizzazione del reticolo idrico minore, come richiesto nell’Allegato B della D.G.R.L. n. 7/7868 del 25 gennaio 2002 e s.m.i.. In base a tali Delibere sono trasferite, dalla Regione ai Comuni, le funzioni relative alla poli- zia idraulica concernenti il reticolo idrico minore come indicato dall’art. 3 comma 114 della L. R. 1/2000 – Determinazione dei canoni regionali di polizia idraulica. Nell’ambito del presente studio si provvederà inoltre ad individuare le fasce di rispetto dei corsi d’acqua, evidenziando, anche sulla base di valutazioni idrauliche, le zone di maggior ri- schio in relazione allo sviluppo di possibili eventi alluvionali. Inoltre verrà definito un regolamento di polizia idraulica comunale che specificherà, negli ambiti territoriali inclusi nelle fasce di rispetto, le attività rispettivamente vietate o consentite previo specifico provvedimento dell’autorità idraulica competente.

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il territorio comunale di Borghetto Lodigiano si estende per un'area di 23,55 km2 ed è situato nella porzione centro-occidentale della Provincia di Lodi, a Sud del capoluogo. Possiede una su- perficie topografica all’incirca pianeggiante con quote decrescenti da NO verso SE comprese tra un massimo di circa 71.6 m s.l.m. e un minimo di 55 m s.l.m. nell’ambito dell’incisione della val- le del fiume Lambro ed è delimitato:  a nord dal Comune di ;  a nord-est dal Comune di Ossago;  ad est dal Comune di ;  a sud-est dal Comune di ;  a sud dal Comune di  ad ovest dal Comune di . In particolare, il confine occidentale del comune segue il tracciato del fiume Lambro che, do- po il fiume Adda, è il secondo corso d'acqua in ordine di importanza del Lodigiano, mentre parte del confine orientale coincide con il tracciato del Colatore Venere. Il territorio comunale è attra- versato inoltre dal Cavo Sillaro, che attraversa il centro storico comunale. L'intera area del Comune di Borghetto Lodigiano ricade nelle CTR (scala 1:10.000): B7e3, B7e4, C7a3 e C7a4.

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3 INQUADRAMENTO AMBIENTALE

3.1 Elementi geologici

Il territorio comunale di Borghetto Lodigiano occupa quel settore pianeggiante di territorio lombardo denominato LFP- Livello Fondamentale della Pianura (o Diluvium antico Auct.). L'enorme massa d'acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai glaciali ha permesso il trasporto di ingenti quantità di sedimenti, con i corsi d'acqua, precursori dei principali corsi d'acqua attuali, che hanno deposto le loro alluvioni divagando sull'antica pianura. Queste sono formate prevalentemente da sabbie e ghiaie, con subordinati limi e argille dove veniva meno l'energia di trasporto degli antichi corsi d'acqua. Esaurita l'acqua derivante dallo scioglimento glaciale, i corsi d'acqua hanno assunto un re- gime prevalentemente erosivo, accentuato negli ultimi anni dai quantitativi di materiale e- stratto dai loro alvei (Pellegrini. 1969). Il fiume Lambro crea una sua propria valle, caratterizzata da una serie di terrazzi fluviali, spesso poco definiti a causa degli interventi antropici, mentre il corso d'acqua occupa una sezio- ne all'interno dei terrazzi relativamente ristretta. L'incisione dei corsi d'acqua in valli delimitate da scarpate limita comunque l'area invasa dalle loro esondazioni normalmente contenute nella fascia interna delle scarpate fluviali. La litologia presente sui terrazzi sembra essere congruente con quanto si osserva nelle aree limitrofe del Livello Fondamentale della Pianura. Sono quindi nettamente prevalsi i processi erosivi, che hanno inciso il Livello Fondamentale per una decina di metri, con scarsa deposizione di alluvioni da parte del fiume stesso. I depositi alluvionali attuali sono prevalentemente costituiti da sabbie e sabbie fini, sedi- mentazione caratteristica del tratto finale dei corsi d'acqua di pianura.

Oltre al Lambro, il territorio comunale è attraversato da un suo affluente in sinistra idrogra- fica, il Cavo Sillaro, che incide in maniera limitata il Livello Fondamentale della Pianura, nella porzione di territorio appena a meridione dell'abitato principale di Borghetto. La sua capacità di trasporto appare modesta, i processi sono stati prevalentemente erosivi e le aree di sedimen- tazione dei suoi depositi limitati. Nella parte a monte della sua modesta incisione, il tracciato di questo corso d'acqua si è adattato a una lieve depressione di un corso d'acqua più antico: segue infatti un paleoalveo ben marcato (Bersezio, 1986) parallelo ma spostato verso oriente rispetto al corso attuale del Fiume Lambro.

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Non sembra quindi avere influenzato la sedimentazione dei depositi caratteristici del Livello Fondamentale della Pianura, se non con uno strato di depositi alluvionali superficiali, come è segnalato dallo sviluppo di pedogenesi tipiche di questa unità paesaggistica.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei depositi pliocenici/quaternari affioranti nella pia- nura, nel territorio comunale sono distinguibili tre formazioni litologiche principali, descritte di seguito a partire dalla più recente; tali formazioni sono esclusivamente di origine continentale, ad eccezione di alcuni lembi, non distinti in cartografia, affioranti presso il vicino colle di San Colombano:  Alluvioni recenti ed antiche (Olocene): alluvioni ghiaioso-sabbiose-limose degli alvei ab- bandonati ed attivi:affiorano con continuità sulle sponde del Cavo Sillaro e del Fiume Lambro. In settore di pianura sono praticamente assenti le ghiaie, mentre prevalgono le sabbie e le sabbie-limose nell’area dove i corsi d'acqua hanno meno energia. Le alluvioni non raggiungibili dai processi di dinamica fluviale attuali sono considerate come Alluvio- ni antiche e sono definite come alluvioni sabbiose e ghiaiose, poligeniche, con strato di al- terazione superficiale mancante o ridotto, nel Foglio Geologico della Carta Geologica d'I- talia - Foglio 60, Piacenza. Costituiscono i terrazzi di quota compresa tra il Livello Fon- damentale della Pianura ed il livello dei corsi d'acqua attuali.  Fluvioglaciale Wurm Auct. (Pleistocene sup.): alluvioni sabbiose e ghiaiose per lo più non alterate; è presente uno strato di alterazione bruno-giallastro generalmente inferiore al metro. Costituiscono il terrazzo pianeggiante definito come il Livello Fondamentale della Pianura Auct., inciso dal Fiume Lambro e dalla parte più meridionale del corso del Cavo Sillaro.  Fluvioglaciale Riss-Mindel Aucf. (Pleistocene medio): questi depositi formano in gran parte il rilievo di San Colombano. Sono costituiti da sedimenti fluvioglaciali sabbiosi e ghiaiosi, con lenti e banchi limoso-argillosi. È presente una coltre di alterazione argillo- so-limosa giallo-rossastra, con spessore fino a 2,5 m, che ricopre la superficie di tali de- positi.

3.2 Cenni strutturali

A dispetto della sua apparente omogeneità, la piana del fiume Po è un'area tettonicamente molto attiva ed anche il suo reticolo di drenaggio è stato influenzato da movimenti neotettonici dovuti ai fronti compressivi sepolti della tettonica appenninica, che localmente possono anche riprendere i movimenti del dominio alpino (Pieri e Groppi, 1981).

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L'evoluzione geologica della pianura è legata allo sviluppo della catena alpina prima e di quella appenninica nella fase successiva, rappresentando all' inizio l'avanfossa del sistema al- pino e poi di quello appenninico. Questa avanfossa presenta un profilo asimmetrico con inclina- zione del lato settentrionale minore rispetto a quello meridionale, dove, in prossimità del mar- gine appenninico, si raggiungono le profondità maggiori (7000-7500 m). Dal Pliocene ad oggi questa depressione è stata progressivamente colmata dalla deposizione di sedimenti in parte marini ed in parte continentali di notevole spessore, denotando una sub- sidenza accentuata. Questi poggiano su un substrato miocenico costituente la monoclinale pedealpina, elemento strutturale che si estende dal margine alpino a nord, dove è posto a non elevata profondità, fino alla base della catena appenninica a sud. L’andamento regolare dello stesso è interrotto dalla presenza di strutture sepolte, costituite da sinclinali ed anticlinali fagliate. Due di esse interes- sano in profondità il territorio comunale di Borghetto Lodigiano. Le strutture sepolte nell'intorno del Comune di Borghetto Lodigiano hanno tutte assi - diret- ti da OSO-ENE, con vergenza appenninica. Nel Carta Geologica d'Italia (Foglio 60 - Piacenza) una debole anticlinale è segnalata nei territori appena a oriente dell' abitato di Borghetto. Si presume dunque che questa struttura possa proseguire all'interno del territorio comunale, con il prolungamento del suo asse passante al di sotto dell'abitato di Borghetto. Poco a sud dell'abitato due faglie inverse sepolte, sempre di vergenza appenninica, separano una debole anticlinale, che passa al di sotto del percorso attuale del Fiume Lambro. La faglia inversa sepolta più meridionale è la responsabile del sollevamento tettonico di San Colombano. Procedendo dalla località Casoni in direzione Sud si osserva la rapida emersione del basa- mento terziario, con massima risalita in prossimità della località Mostiola e un successivo rapi- do approfondimento a meridione della dorsale di S. Colombano stessa, avvicinandosi al Fiume Po.

3.3 Elementi geomorfologici

Come già accennato, la maggior parte del territorio comunale di Borghetto Lodigiano è pia- neggiante, con blanda inclinazione topografica verso SudEst. La continuità della pianura è interrotta dalla valle del Fiume Lambro e, a partire dalle aree immediatamente a meridione dell'abitato di Borghetto, anche dall'incisione prodotta dal Cavo Sillaro. La quota topografica è variabile da una quota minima nelle propaggini sud-orientali del ter- ritorio comunale di 66.5 m s.l.m. ad una quota massima di 71.6 m s.l.m. nelle aree più setten- trionali, con una pendenza media dello 0,1 %.

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Tale superficie è geomorfologicamente denominata Livello Fondamentale della Pianura ed è interrotta dalle scarpate incise dai corsi d'acqua attuali che attraversano il territorio comunale: il Fiume Lambro ed il Torrente Sillaro. Quest' ultimo attraversa il territorio comunale in senso Nord-Sud attraversando il capoluogo comunale. L'ampiezza dei suoi meandri, rapportata alle sue scarse portate e alla sua limitata capacità di trasporto, rende evidente come il Cavo Sillaro si sia impostato sul tracciato abbandonato di uno dei corsi d'acqua antichi che attraversavano la pianura. Solo a meridione dell'abitato di Borghetto tale corso d'acqua ha creato una propria incisione morfologica, che si congiunge a quella del Fiume Lambro, dove il Cavo Sillaro sfocia. La valle del Fiume Lambro ha un dislivello massimo di circa dieci metri ed un'ampiezza che può giungere fino ad alcune centinaia di metri. Le aree inondabili sono comprese all' interno di questa valle, come sarà descritto in maggiore dettaglio nel capitolo dedicato alla idrologia ed alla delimitazione della fasce fluviali. Alcuni lembi di scarpata sono stati rimaneggiati dall'intervento umano, che ne ha raddrizza- to il profilo. Sono inoltre visibili, soprattutto in foto aerea, le antiche divagazioni dell’alveo del Fiume Lambro, segnalate nella carta come "paleoalvei".

3.4 Elementi idrografici e idrogeologici

A scala provinciale si evidenzia come territorio della provincia di Lodi sia interessato da un fittissimo reticolo di corsi d'acqua, in parte naturali ed in parte artificiali, che rispecchia il ca- ratteristico assetto agricolo del territorio. L’elemento principale è costituito dal fiume Lambro che attraversa il territorio provinciale, seguendo il confine provinciale con Pavia, nel tratto compreso tra Cerro al Lambro e , dove si immette nel Po. La superficie del bacino idrografico del Lambro compresa nel territorio provinciale è pari a 220 km2, mentre la lunghezza dell'asta fluviale è di 37 km. I principali affluenti del Lambro nel tratto di interesse sono:  Fiume Lambro Meridionale, che si immette in sponda destra presso S. Angelo Lodi- giano;  Cavo Sillaro, che si immette in sponda sinistra presso il comune di Livraga. A causa di alcune rogge che attraversano il cavo Sillaro in direzione est-ovest una parte del bacino del fiume Lambro si trova ad est dello stesso Sillaro.

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 Colatore Venere, che delimita per ampi tratti il confine amministrativo NE con il co- mune di Livraga e si immette nel fiume Lambro alcuni chilometri a sud

Le acque sotterranee del territorio Lodigiano sono contenute nelle granulometrie più grosso- lane del potente materasso alluvionale della pianura. Lo spessore dei depositi grossolani e le loro potenzialità idriche sono intimamente legati ai caratteri geometrici e strutturali delle unità terziarie sepolte. In prossimità delle loro culminazioni infatti lo spessore dei depositi continentali diminuisce notevolmente: tale situazione si manifesta nella parte di pianura posta in sponda orografica de- stra del Fiume Po ed è particolarmente evidente nel settore centrale e meridionale della Pro- vincia di Lodi. Nel Comune di Borghetto Lodigiano, tale situazione è particolarmente evidente per l'affio- ramento dell'alto strutturale -San Colombano presso l'abitato di quest'ultima località; l'alto strutturale di San Colombano e l'emersione parziale del substrato pliocenico e miocenico provoca un accentuato assottigliamento dei depositi alluvionali. L'andamento delle strutture profonde si riflette indirettamente sulla superficie nelle caratte- ristiche granulometriche in aree limitrofe, come riconosciuto da Beretta et al., 1992. In corrispondenza delle dorsali aumenta la frazione fine nei depositi superficiali e diminuisce lo spessore del materasso alluvionale: l'azione concomitante di questi due fattori rende scarsa- mente produttivi gli acquiferi presenti. Si evidenzia come il territorio di Borghetto Lodigiano presenti caratteristiche litologiche ed idrogeologiche generali pressoché uniformi. Nella prima litozona granulare sono pressoché as- senti le ghiaie, essendo essa stessa costituita da sabbie fini, localmente limose. In alcune aree, la prevalenza di depositi limoso-argillosi limita l'infiltrazione delle acque superficiali. Nonostante i valori di permeabilità si distinguano per una evidente diminuzione rispetto alla pianura Milanese, le condizioni di prelievo e le portate specifiche dei pozzi, si mantengono co- munque su valori medio-elevati. Elemento caratterizzante del settore in oggetto è la struttura della litozona superiore prevalentemente sabbiosa e sabbioso-ghiaiosa e divisa da quella infe- riore dalla presenza di un setto limoso-argilloso di spessore metrico.

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4 CARATTERIZZAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE Nel presente capitolo saranno individuati e caratterizzati i corsi d’acqua attribuibili al retico- lo idrico minore presenti nel territorio comunale avvalendosi dei criteri definiti al comma 4, dell’Allegato B della D.G.R.L. 25/01/02 – n. 7/7868 e successiva D.G.R.L. 01/08/03 – n. 7/13950. Nell’allegato A alla D.G.R.L. 01/10/08 – n. 8/8127 è riportato l’elenco aggiornato dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico principale che aggiorna e sostituisce quello riportato in precedenza nella D.G.R.L. 01/08/03 – n. 7/13950. Il reticolo minore, in base alla definizione del regolamento di attuazione della L. 36/1994, è costituito da tutte le acque superficiali ad esclusione delle acque piovane non ancora convoglia- te in un corso d’acqua; nell’ambito dei corsi d’acqua possono essere compresi i corsi d’acqua na- turali, fatta però esclusione dei canali appositamente costruiti per lo smaltimento dei liquami e di acque reflue industriali; pertanto, non dovranno essere compresi nel reticolo minore i collet- tori artificiali di acque meteoriche. In linea generale i corsi d’acqua vengono ascritti al reticolo idrico minore qualora rispondano ad almeno uno dei seguenti criteri:

1. non devono essere compresi nell’elenco dei corsi d’acqua del reticolo idrico principale; 2. siano indicati come demaniali nelle carte catastali o in base a normative vigenti; 3. siano stati oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici; 4. siano rappresentati come corsi d’acqua delle carte ufficiali (IGM dell’Istituto Geografico Mi- litare, CTR della Regione Lombardia).

Il territorio di Borghetto Lodigiano è raffigurato nelle seguenti cartografie ufficiali: Carta Tecnica Regionale – scala 1:10.000 – B7e3, B7e4, C7a3 e C7a4.

Si evidenzia innanzitutto come il territorio del Comune di Borghetto Lodigiano, ai sensi della delibera sopra citata, sia attraversato da tre corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico princi- pale, di seguito elencati:  Fiume Lambro (numero progressivo LO002 – n. iscrizione elenco AAPP 43/A);  Torrente Sillaro di Borghetto (numero progressivo LO004 – n. iscrizione elenco AAPP 67/A);  Colatore Venere (numero progressivo LO005 – n. iscrizione elenco AAPP 68/A);

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4.1. Sistema idrografico locale Il territorio comunale, come già accennato precedentemente, è dunque attraversato princi- palmente da tre corsi d'acqua rilevanti, appartenenti al reticolo idrico principale:  Fiume Lambro, che delimita gran parte del limite comunale occidentale  Cavo Sillaro, affluente del fiume Lambro che attraversa il centro abitato principale  Colatore Venere che delimita per ampi tratti il confine amministrativo orientale con il comune di Livraga e si immette nel fiume Lambro alcuni chilometri a sud.

Il sistema idrografico locale è inoltre contraddistinto dalla presenza di un fitto reticolo idro- grafico minore, la cui competenza in termini di polizia idraulica è nella quasi totalità riconduci- bile al Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana; Occorre considerare che in tali ambiti il drenaggio superficiale del territorio ed il relativo smaltimento avviene a gravità, tramite lo stesso reticolo irriguo che svolge infatti una funzione di tipo promiscuo (irriguo-idraulica) sostituendosi in gran parte alla rete di scolo. Il settore in esame è irrigato dal Canale Muzza che dipartendosi a Cassano dal fiume Adda si sviluppa per circa 40 km e distribuisce le acque a 36 bocche o canali secondari, che a loro vol- ta danno origine ad una rete di distribuzione capillare (oltre 400 canali) che si estende per più di 4.000 Km sottendendo un territorio diretto di circa 55.000 Ha.

L’individuazione cartografica del reticolo idrico minore consortile è stato recepito a partire dalla Planimetria generale – scala 1:10000 e dai relativi file shp forniti direttamente dal Con- sorzio (Appendice 1). Oltre alla rete consortile, sono stati individuati n. 5 corsi d’acqua ascrivibili al reticolo idrico minore di competenza del comune di Borghetto Lodigiano di seguito sinteticamente descritti: Cavo Sillaro: è stato ascritto al reticolo idrico minore di competenza comunale il tratto finale del canale Sillaretto Villanova (codice CB024) a valle della paratia atta alla derivazione di un canale originariamente a servizio dell’ex mulino Palestra e sino alla immissione nel Sillaro di Borghetto; recentemente è stato modificato il tratto terminale di tale tracciato che, pur non ne- cessitando l’istituzione delle fasce di rispetto (non svolgendo attualmente alcuna funzione i- draulica) viene evidenziato in cartografia, e deve essere preso in considerazione ai fini del rila- scio di eventuali concessioni, perlomeno fino all’avvenuto aggiornamento catastale. Roggia Bianchetta: è individuata in attraversamento dell’abitato di Borghetto Lodigiano, e in passato ha dato luogo ad episodi, seppure circoscritti, di esondazione nei settori a cielo aperto;

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Roggia Tiralocchio: è posta nel settore SE del territorio comunale e si immette nel fiume Lambro scorrendo tra località Fornaci e Cascina la Prevede; il tratto di competenza comunale parte in corrispondenza della località Pantiara, immediatamente a valle del troppo pieno della rete fognaria comunale gestita dalla S.A.L. A partire dall’osservazione delle tavole dei tracciati fognari forniti dalla S.A.L., sono stati in- dividuati, oltre al già citato troppo pieno di Pantiara, n. 2 ulteriori elementi recettori di scarichi in corsi d’acqua superficiali, non ricadenti in alcun elemento già censito come reticolo idrico principale piuttosto che consortile. Tali elementi sono stati individuati recependo i toponimi degli elementi viabilistici più pros- simi: Roggia via Lago: individua il tratto che costituisce una sorta di canale scolmatore del CB018 – Colo Muzzino che si immette nel LO004 – Sillaro di Borghetto, in sponda idrografica sinistra di quest’ultimo; in questo tratto si immette, inoltre, un troppo pieno di uno scolmatore della re- te fognaria. Roggia via Troglio: posto nel settore SO dell’abitato di Borghetto Lodigiano, individua il trat- to posto a valle di uno scolmatore. Nella tabella seguente è riportato l’elenco, tratto dal database consortile e integrato con le osservazioni dirette, dei corsi d’acqua ricadenti nel reticolo idrico principale e minore del comu- ne di Borghetto Lodigiano. Il codice identificativo, riportato nelle tavole cartografiche, è tratto:  dalla d.g.r. 8/8127/2008 per il reticolo idrico principale di competenza regionale;  dal database consortile per il reticolo idrico minore di competenza CMBL;  toponimi locali per il reticolo idrico minore di competenza comunale

Codice Nome Origine n. iscr. Autorità identificativo scarico acque idraulica pubbliche Reticolo idrico principale LO002 Fiume Lambro --- 43/A Regione Lombardia LO004 Sillaro di Borghetto LO002 67/A Regione Lombardia LO005 Colatore Venere LO002 68/A Regione Lombardia

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Codice Nome Origine n. iscr. Autorità identificativo scarico acque idraulica pubbliche Reticolo idrico minore --- Cavo Sillaro LO004 --- Comune

--- Roggia Bianchetta ------Comune

--- Roggia Tiralocchio ------Comune

--- Roggia via Lago CB018 --- Comune

--- Roggia via Troglio ------Comune

CB018 Colo Muzzino --- C.M.B.L.

CB024(*) Sillaretto Villanova LO004 C.M.B.L.

ES002 Cusani LO004 --- E.T.V.

PR040 Derivatore S. Antonio PR038 C.M.B.L.

SC033 Scarico Ghisella LO002 --- C.M.B.L.

SC036 Colo S. Giovanni ------C.M.B.L.

SC038 Offanera LO002 --- C.M.B.L.

SC040 Scarico Barbavara LO002 --- C.M.B.L.

SE085 Cinque Once PR020 --- C.M.B.L.

SE086 Sola (Roggia Barbavara) PR020 --- C.M.B.L.

SE125 Ognissanti PR038 --- C.M.B.L.

SE126 Comuna PR038 --- C.M.B.L.

SE130 Frata Ospedaletta PR040 --- C.M.B.L.

SE131 Granata PR040 --- C.M.B.L.

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Codice Nome Origine n. iscr. Autorità identificativo scarico acque idraulica pubbliche SE142 Porra Nuova PR039 --- C.M.B.L.

SE143 Roggione PR039 --- C.M.B.L.

SE155 Coriggio PR039 --- C.M.B.L.

SE160 Marchesina LO004 --- C.M.B.L.

SE172 Reggione d’Orio PR040 --- C.M.B.L.

TR126A Comunetta SE126 --- C.M.B.L.

TR126B Broda SE126 --- C.M.B.L.

TR126C Panisacco SE126 --- C.M.B.L.

TR131B Granata Robadello SE131 --- C.M.B.L.

(*) come descritto in precedenza il tratto del Sillaretto Villanova di stretta competenza con- sortile terminerà in coincidenza dell’immissione nel Sillaro mentre il tratto di canale a valle della derivazione con l’identificativo di Cavo Sillaro viene ascritto alla gestione comunale del reticolo idrico minore.

Oltre ai tratti identificati sopra elencati è, inoltre, presente una fitta diramazione secondaria della rete irriguo-idraulica che giunge sino agli utilizzatori finali, che non è possibile cartogra- fare nel dettaglio in modo esaustivo, costituita da opere funzionali alle derivazioni idriche; tale rete può essere ascritta ad un reticolo privato, escluso quindi dal regime del reticolo idrico mi- nore, in ragione della concessione di derivazione posseduta dai canali appartenenti al Consorzio di bonifica della Muzza Bassa Lodigiano da cui derivano le proprie acque. In corrispondenza di tale rete secondaria, pur esclusa dal reticolo idrico minore di competen- za comunale è stata, tuttavia, in ragione del particolare valore idraulico, paesistico e ambienta- le istituita, a fini edilizio/urbanistici una fascia di rispetto con estensione di 4 m (cfr. Regola- mento comunale di polizia idraulica).

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5 DELIMITAZIONE DELLE FASCE DI RISPETTO La delimitazione delle fasce di rispetto del reticolo idrico principale e minore del territorio di Borghetto Lodigiano è stata definita nel rispetto delle normative vigenti in seguito a valutazio- ni geomorfologiche, idrauliche e di rilievi in sito. Tenendo conto innanzitutto delle indicazioni contenute nel R.D. 28 luglio 1904 n. 523 “Testo Unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie”, la delimi- tazione è stata impostata secondo i seguenti criteri generali di carattere geometrico:

. in corrispondenza dei corsi d’acqua con alveo naturale a cielo aperto è stata conside- rata un’estensione pari a 10 m per i corsi d’acqua appartenenti sia al reticolo idrico principale che al reticolo idrico minore di competenza comunale, con l’eccezione della roggia via Troglio dove viene omessa in quanto trattasi di colo posto a valle di troppo pieno della fognatura comunale; . in corrispondenza dei corsi d’acqua del reticolo idrico minore è stata considerata un’estensione pari a 10 m sia per i tratti a cielo aperto che per i tratti tombinati con l’eccezione del tratto finale della Roggia Bianchetta che precede l’immissione nel CB018 – Colo Muzzino, la cui sezione tombinata, sulla base delle verifiche idrauliche che vengono riportate di seguito, risulta compatibile con portate con tempo di ritorno centennale e franco di sicurezza superiore a 0.5 m; in tale limitato settore si propone un’estensione pari a 4 m, corrispondente a quella minima prevista dalla D.G.R. 7/13950 al fine di consentire comunque l’accessibilità al corso d’acqua per la manu- tenzione, la fruizione e riqualificazione ambientale dello stesso torrente; In fregio ai corsi d’acqua di competenza consortile, vengono applicate le estensioni previste dal Consorzio Bonifica Muzza Bassa Lodigiana, pari a 10 m con la possibilità di riduzione a 5 m nei tratti prospicienti settori edificati; dal punto di vista grafico viene, cautelativamente, ripor- tata un’estensione costante pari a 10 m. La distanza del limite esterno della fascia di rispetto deve essere calcolata a partire dal piede arginale esterno o dalla sommità della sponda incisa per quanto riguarda i corsi d’acqua a cielo libero e a partire dal limite esterno della tubazione per i corsi d’acqua tombinati. È individuata al fine di tutelare la pubblica incolumità e di garantire l’accessibilità per lavori di manutenzione, fruizione e riqualificazione del corso d’acqua. Tali determinazioni di natura “geometrica” sono state integrate con le informazioni contenu- te negli studi idraulici effettuati in corrispondenza del fiume Lambro da parte dell’autorità di bacino e sintetizzati nel successivo capitolo (cfr. “Studio di fattibilità della sistemazione idrauli- ca dei corsi d’acqua naturali e artificiali all’interno dell’ambito idrografico di pianura Lambro – Olona”- 2004), recependo le fasce fluviali PAI e la relativa vincolistica.

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5.1 PAI

La pianificazione di bacino è stata effettuata sulla base della Legge n.183 del 18 maggio 1989, dall’Autorità di Bacino del Fiume Po. Il Piano si compone di vari e complessi documenti; quello rilevante per il territorio in esame è il Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PAI) ed in particolare le Tavole di delimitazione delle fasce fluviali (elaborato 8 del PAI). In particolare ricadono nel territorio comunale le seguenti tavole a scala 1:10000:  Tavola 140140 – Lambro 03 – II  Tavola 161020 – Lambro 02 – I  Tavola 161030 – Lambro 01 – IV In tali tavole sono riportati i seguenti elementi, ricadenti nel territorio comunale di Borghet- to Lodigiano:  Limite tra la fascia A e la fascia B  Limite tra la fascia B e la fascia C  Limite esterno della fascia C dove: Fascia A di deflusso della piena: è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento, del de- flusso della corrente, ovvero che è costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena. Fascia B di esondazione: esterna alla precedente, è costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al ve- rificarsi dell'evento della piena di riferimento. Con l'accumulo temporaneo in tale fascia di parte del volume di piena si attua la laminazione dell'onda di piena con la riduzione delle portate di colmo. Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono su- periori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata. Fascia C di inondazione per piena catastrofica: è costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente, che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento.

Si specifica che i comuni nei cui territori ricadono aree classificate come fascia fluviale A, B e C sono tenuti a recepire le medesime nel proprio P.G.T. tramite:

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1. Tracciamento delle Fasce fluviali nella carta dei vincoli alla scala dello strumento ur- banistico 2. Recepimento, nelle norme geologiche di piano, delle norme di PAI riguardanti le fasce fluviali, con particolare riguardo a quanto stabilito dai seguenti riferimenti normati- vi: a. Articolo 1, commi 5 e 6; b. Articolo 29 comma 2; c. Articolo 30 comma 2 d. Articolo 31 e. Articolo 32 commi 3 e 4 f. Articolo 38 g. Articolo 38 bis h. Articolo 39 commi dall’ 1 al 6 i. Articolo 41 Si fa presente a tal proposito che per i territori ricadenti nelle fasce A e B, tali norme sono divenute vincolanti alla data di approvazione del PAI (d.p.c.m. 24.05.2001). Nelle aree ricadenti in fascia C, l’art. 31 delle N.d.A. del PAI demanda agli strumenti di pia- nificazione territoriale e urbanistica la definizione della normativa di uso del suolo (attività consentite, limiti e divieti) che dovrà comunque tenere in considerazione tutti i fattori di perico- losità/vulnerabilità reali o potenziali individuati nella fase di analisi. In tali aree, comunque, anche in assenza di altri fattori limitanti, è previsto l’obbligo di predisporre programmi di pre- visione e prevenzione (art. 31, comma 1).

3. Eventuale valutazione, d’intesa con l’autorità regionale o provinciale competente in materia urbanistica delle condizioni di rischio nelle aree classificate come fascia A e B ricadenti all’interno dei centri edificati.

6 VERIFICA IDRAULICA TRATTO FINALE DELLA ROGGIA BIANCHETTA Lungo il corso della roggia Bianchetta non sono presenti stazioni di misura idrometriche, e per tale motivo le analisi delle portate idriche di tale corso d’acqua deve essere necessariamente effettuata utilizzando metodologie di tipo indiretto, che consentono di stimare le portate al col- mo di piena conoscendo a priori le caratteristiche pluviometriche, i principali parametri morfo- metrici ed il coefficiente di deflusso del bacino esaminato.

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Di seguito è riportata l’elaborazione compiuta sulla porzione di territorio pertinente al baci- no della Roggia Bianchetta, la cui sezione di chiusura è stata ubicata in corrispondenza della tombinatura presente in corrispondenza dell’immissione nel Colo Muzzino. La delimitazione del bacino è stata effettuata, in prima battuta, a partire dall’osservazione delle quote topografiche riportate sul fotogrammetrico comunale, individuando laddove possibi- le situazioni di “spartiacque”; tuttavia, dato l’andamento sostanzialmente pianeggiante dell’area e la presenza di diverse situazioni di non immediata definizione della pendenza, ai fini cautelativi è stata assunta una superficie del bacino sovrastimata che comprende anche alcuni settori che, verosimilmente, drenano verso alcune rogge minori presenti nel settore. Nell’allegato 1 è raffigurata la delimitazione assunta come riferimento per i calcoli; dato il margine di incertezza comunque presente nelle valutazioni, l’area è stata arrotondata per ec- cesso pari ad una superficie di 1 km2 (l’estensione risultante in carta è pari ca. a 0.9 km2).

Le principali caratteristiche morfologiche del bacino di riferimento sono riassunte nella se- guente tabella: Bacino Quota massima Quota minima

bacino bacino (sezione di Area bacino Lunghezza asta

chiusura)

immissione colo 1.0 km2 2.03 km 69.0 m s.l.m. 64.0 m s.l.m. Muzzino

Per il calcolo del tempo di corrivazione Tc, su cui esiste un’ampia letteratura, viene proposto il valore mediante le formule di Giandotti – Visentini, riportate nella tabella successiva:.

Tc Corso d’acqua (Giandotti-Visentini)

Roggia Bianchetta 5,6 ore

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A partire da tale “tempo di corrivazione” è possibile determinare le altezze di precipitazione aventi durata pari al tempo di corrivazione (“pioggia critica”) e di assegnato tempo di ritorno mediante l’analisi delle precipitazioni di massima intensità oraria e giornaliera.

6.1 Calcolo della portata di piena

Per determinare il regime delle piogge intense nel comune di Borghetto Lodigiano si può fare riferimento a quanto indicato dal Piano Stralcio per l’Assetto idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino fiume Po che allega le analisi sulla distribuzione spaziale delle precipitazioni intense nella “Direttiva sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di compa- tibilità idraulica”. Attraverso l’elaborazione statistica delle misure di precipitazione intensa registrate per va- rie durate degli eventi, in corrispondenza delle stazioni di misura esistenti, è possibile stimare le linee segnalatrici di probabilità pluviometrica che danno il valore dell’altezza di pioggia pre- vista in un dato punto per una data durata, ad un assegnato tempo di ritorno T (ossia per una data probabilità di accadimento dell’evento). Comunemente tali curve sono espresse da una legge del tipo:

hT d  aT d^nT 

dove per altezza h di pioggia (espressa in mm) si intende l’altezza della colonna d’acqua che si formerebbe su una superficie orizzontale e impermeabile in un certo intervallo di tempo (du- rata d della precipitazione); nella relazione i parametri a e n dipendono dal tempo di ritorno T considerato. Per l’analisi di frequenza delle piogge intense nei punti privi di misure dirette, l’Autorità di Bacino del fiume Po ha condotto un’interpretazione spaziale dei parametri a e n delle linee se- gnalatrici, suddividendo l’intero bacino del Po in celle di 2 km di lato e individuando un valore dei suddetti parametri per ogni cella, rendendo possibile calcolare, per ciascun punto del baci- no, a meno dell’approssimazione dovuta alla risoluzione spaziale della griglia di discretizzazio- ne, le linee segnalatrici di probabilità pluviometrica per tempi di ritorno di 20, 100, 200 e 500 anni.

Il bacino esaminato ricade nelle celle denominate DP96, DP97, DQ96, DQ97.

Nella tabella seguente si riportano i valori dei parametri delle linee segnalatrici per tempi di ritorno T100 anni per le celle sopra indicate, così come vengono riportati nell’allegato 3 della

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“Direttiva sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di compatibili- tà idraulica” del PAI. I valori indicati costituiscono riferimento per le esigenze connesse a studi e progettazioni che per dimensioni e importanza non possano svolgere direttamente valutazioni ideologiche più ap- profondite a scala locale. a n Coordinate E UTM Cella Coordinate N UTM celle di calcolo celle di calcolo T=100 T=100

DP96 539000 5009000 60.63 0.209

DP97 539000 5007000 59.20 0.21

DQ96 541000 5009000 61.50 0.20

DQ97 541000 5007000 60.10 0.21

Come valori medi rappresentativi del bacino possono essere pertanto assunti i seguenti valo- ri:  a = 60.36  n = 0.21 Di particolare importanza è la stima del coefficiente di deflusso che rappresenta il maggiore elemento di incertezza nella valutazione della portata. Nel caso in esame i valori sono stati assunti prendendo come riferimento i valori raccoman- dati dall’American Society of Civil Engineers e dall’Handbook of Applied Hydrology e riportati nella citata direttiva PAI sulla determinazione della piena di progetto. I valori determinati sono il risultato della media pesata dei diversi coefficienti determinando la seguente suddivisione dell’uso del suolo, dal confronto con la carta litologica: Caratteristiche suolo Estensione areale Coefficiente di deflusso American Society of Civil Engineers) Superfici pavimentate o im- 20% 0.80 permeabili Suoli sabbiosi a debole pen- 65% 0.10 denza (2%) Suoli argillosi a debole pen- 15% 0.15 denza 0.25 valore medio

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Caratteristiche suolo Estensione areale Coefficiente di deflusso (Handbook of Applied Hydrology) Suolo con infiltrazio- 35% 0.5 ne bassa Suolo con infiltrazio- 65% 0.2 ne elevata 0.31 valore medio

Per individuare la relazione intercorrente tra portate di piena al colmo e tempi di ritorno si è fatto ricorso alla Formula razionale utilizzata ampiamente in letteratura ed in campo tecnico la quale utilizza i dati di pioggia intense del bacino. h Q  C  S  c Tc

dove: Q = Portata (m3/s); C = Coefficiente di deflusso, parametro che esprime il rapporto tra pioggia netta e l’altezza totale di pioggia h; S = superficie del bacino

hc = Altezza di precipitazione di durata pari al tempo di corrivazione Tc e di assegnato tempo di ritorno Tc = Tempo di corrivazione del bacino.

Si ricorda che il modello utilizzato non tiene conto del contributo delle acque ipogee per la determinazione della portata di piena di progetto

In corrispondenza della sezione di chiusura è stata pertanto calcolata, assumendo un coeffi- ciente di deflusso medio di 0.30, una portata di massima piena con tempo di ritorno di 100 anni pari a 1.30 m3/sec.

6.2 Verifiche idrauliche

Le verifiche idrauliche sono state condotte utilizzando la legge del moto uniforme di Chèzy, nella quale la velocità media della corrente idrica è funzione delle caratteristiche dell’alveo (pendenza, scabrezza e geometria trasversale) e del corpo d’acqua (profondità, area bagnata e raggio idraulico: Vm =  * R * i dove: i = pendenza dell’alveo R = raggio idraulico

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 = coefficiente di scabrezza secondo Strickler (C * R) e dove: C = è un coefficiente che varia tra 15 e 60 per alvei naturali e tra 30 e 125 per alvei artificia- li. Da cui si ricava la portata:

Q = A * C * R * i

La relazione sopra scritta è legata in modo univoco all’altezza idrometrica (h) in condizioni di moto uniforme e determina la “ scala delle portate” della sezione. È stato utilizzato come riferimento dalla letteratura un valore del coefficiente di scabrezza (C= 60) caratteristico dell’alveo presente che è costituito da una tombinatura in cemento arma- to con la seguente sezione rettangolare:  Larghezza base: 2.30 m  Altezza: 1.30 m È stata definita una pendenza pari allo 0.1 %.

Tali informazioni sono state fornite dall’ufficio tecnico comunale a seguito di una recente i- spezione. Dall’applicazione della precedente relazione è possibile ricostruire l’entità del battente idrico per il tempo di ritorno 100 anni assunto come riferimento, verificando in tal modo la compatibi- lità idraulica della sezione di chiusura considerata con la portata al colmo calcolata in prece- denza.

Il calcolo ha determinato un’altezza di deflusso pari a 0.57 cm con un franco idraulico di 0.73 m rispetto all’altezza della sezione che, pertanto, sulla base dei presenti calcoli non dovrebbe andare in pressione raggiungendo una percentuale di riempimento pari al 44%.

Sulla base delle valutazioni sopra esposte si può dunque ritenere compatibile assumere per tale settore una estensione della fascia di rispetto ridotta da 10 a 4 m.

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7 STUDI IDRAULICI A SCALA REGIONALE Al fine di ricostruire con maggiore dettaglio le principali problematiche idrauliche del terri- torio sono state recepite le considerazioni e i calcoli idraulici di seguito contenuti nello “Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d’acqua naturali e artificiali all’interno dell’ambito idrografico di pianura Lambro – Olona” relativamente al tratto di Fiume Lambro compreso tra la confluenza del Deviatore Redefossi e il Fiume Po) redatto dall’Autorità di Ba- cino del fiume Po nel settembre 2004.

Nell’ambito di tale studio è stato inizialmente suddiviso il bacino del Lambro in due parti:  una parte settentrionale, ed in attraversamento di Milano, che va dal Lago di Pusiano fino alla confluenza del Deviatore Redefossi;  una parte, a sud di Milano, che dal termine della precedente si sviluppa fino alla con- fluenza del Lambro nel Po; le considerazioni riportate di seguito sono riferite a quest’ultimo settore meridionale. Lo studio, partendo da una disponibilità insufficiente di informazioni storiche desumibili di- rettamente da dati idrometrici (anche se con parziali eccezioni per gli eventi più recenti), è stato impostato in modo che l’interpretazione delle dinamiche idrologico-idrauliche avvenisse attra- verso un’adatta modellistica afflussi-deflussi che ha consentito di riprodurre sia la situazione in atto sia gli effetti derivanti dai diversi possibili scenari di intervento. Il modello idrologico-idraulico dell’asta principale ha consentito di riprodurre contempora- neamente i diversi meccanismi di formazione delle piene nei sottobacini urbani ed extraurbani e i fenomeni propagatori che alterano le stesse onde di piena in funzione delle numerose limita- zioni di sezione, spesso accompagnate da esondazioni.

7.1 Descrizione del bacino

La parte sud del bacino del Lambro, che si estende dal Deviatore Redefossi a S.Giuliano Mi- lanese sino alla confluenza con il Po, è caratterizzata dalla presenza di vaste aree prettamente di tipo agricolo caratterizzate da un esteso reticolo irriguo. In questo tratto, il fiume scorre con pendenze modeste in un alveo caratterizzato dall’alternarsi di tratti rettilinei e meandriformi, contenuto in alcune zone da terrazzamenti naturali e in altre da arginature artificiali che ne impediscono di fatto l’espansione nelle aree circostanti; comunque nella maggior parte del suo percorso meridionale, il Lambro è contenuto in un alveo di massima piena ampio e profondo, che solo in brevi tratti diventa poco profondo con vaste aree di espansione laterale. Rispetto ad altri fiumi, il Lambro presenta un’importante particolarità: non riceve per un lungo tratto compreso tra Villasanta e l’immissione del Redefossi afflussi naturali; in tale tratto

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Comune di Borghetto Lodigiano (Lo) sono presenti solamente affluenti di origine artificiale, costituiti dagli scaricatori di piena e dai terminali dei sistemi fognari comunali e consortili. Viceversa, nel tratto a sud del Deviatore Redefossi, il Lambro riceve molti apporti naturali, tra cui il più importante, per portate e volumi scaricati, è il Lambro Meridionale nei pressi di S.Angelo Lodigiano. Gli apporti minori sono rappresentati da rogge e canali di origine irrigua la cui portata supera solo in alcuni casi portate dell’ordine dei 10 m3/s (Addetta, Cavo Lissone, torrente Sillaro, Cavo Nerone).

Il bacino del Lambro può essere suddiviso sostanzialmente in quattro parti: 1. la prima parte del bacino (Lago), situata a monte del Lago di Pusiano; 2. la seconda parte (Lambro naturale), compresa tra il Lago di Pusiano e il comune di Villa- santa (a monte del comune di Monza), presenta versanti acclivi o mediamente acclivi ed è caratterizzato da urbanizzazione ridotta; in tale porzione del bacino sono presenti alcuni affluenti, tutti localizzati in sinistra idraulica; 3. la terza parte (Lambro urbano), compreso tra il comune di Monza e la periferia sud-est di Milano, fino alla confluenza del Deviatore Redefossi, presenta versanti pressoché pianeg- gianti ed un’elevata urbanizzazione; il contributo di tale porzione di bacino è interamen- te derivante dagli scaricatori delle reti fognarie comunali e consortili; 4. la quarta parte del bacino (Lambro irriguo), compreso tra la confluenza con il Deviatore Redefossi e il fiume Po, è costituita da terreni pianeggianti nei quali è presente un vasto reticolo irriguo; all’interno di tale bacino vi è la confluenza tra il Lambro e il Lambro Me- ridionale. Per quanto riguarda la zona Lambro irriguo, i deflussi sono influenzati dal reticolo irriguo. Nella maggior parte dei casi, il raccoglimento ed il convogliamento nel Lambro delle portate idrologiche provenienti dai sottobacini, avviene a mezzo di rogge e canali normalmente destina- ti all’uso irriguo.

Il tratto successivo alla confluenza con il Lambro Meridionale e sino alla confluenza con il fiume Po registra un considerevole aumento di portata dovuto proprio all’apporto del Lambro Meridionale che drena l’intero bacino del fiume Olona e dei suoi affluenti (Lura, Bozzente, tor- renti delle Groane) e di parte delle acque del torrente Seveso quando le stesse vengono deviate nel C.S.N.O. e quindi nel deviatore Olona al nodo di Vighignolo. Anche in tale tratto il fiume presenta sufficienza diffusa per tempi di ritorno pari a 200 an- ni. Il corso del Lambro, nel tratto di attraversamento del territorio di Borghetto Lodigiano

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(compreso tra le sezioni LA13 e LA06) risulta molto inciso e ben delimitato dai terrazzamenti circostanti, ad esclusione di brevi tratti isolati in aperta campagna, soprattutto in ambiti in cui il terrazzamento si discosta dall’alveo principale o antichi meandri riattivabili, in cui si possono riscontrare delle aree di espansione laterale che non hanno alcuna influenza sulla dinamica del- le piene transitanti in alveo a causa della loro limitata capacità d’invaso. In questo tratto non si hanno significativi apporti naturali ad eccezione del cavo Nerone e del torrente Sillaro che forniscono un contributo modesto. Occorre evidenziare, inoltre, l’assenza di opere trasversali che possono condizionare il com- portamento della corrente di piena; infatti le opere di attraversamento analizzate risultano a- deguate. La pendenza media in questo tratto è pari allo 0,3‰.

7.2 Curve di possibilità pluviometrica

Lo studio delle curve di possibilità pluviometrica di cui al punto b), è stato effettuato per l’intero territorio di indagine dell’ambito idrografico Lambro – Olona. Partendo da tali curve si sono determinate per l’intero territorio le isolinee per i parametri n ed a(T); ad ogni sottobacino è stato poi attribuito il valore medio dei parametri a(T) ed n. Il bacino di riferimento dell’area in esame è codificato come LAM29, ha un’estensione di circa 45,72 km2 e rappresentante il bacino afferente al torrente Sillaro, nei pressi dei Comuni di Vil- lanova del Sillaro, Bargano (frazione di Villanova del Sillaro), Borghetto Lodigiano e Casoni (frazione di Borghetto Lodigiano). Tale bacino è scarsamente urbanizzato e pianeggiante, pertanto il comportamento idrologico è di tipo naturale (modello NAM). I valori di portata al colmo calcolati per tale per diversi tempi di ritorni sono i seguenti:  Portata massima con tempo di ritorno 10 anni: 5.48 mc/sec;  Portata massima con tempo di ritorno 200 anni: 21.11 mc/sec;  Portata massima con tempo di ritorno 500 anni: 27.87 mc/sec;

Di seguito è riportata la curva di possibilità pluviometrica della vicina stazione di Lodi.

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7.3 Perimetrazione delle aree di allagamento

Nel tratto a valle della confluenza con il Lambro Meridionale, il fiume attraversa i territori comunali di S. Angelo Lodigiano, Graffignana, S. Colombano al Lambro, Borghetto Lodigiano e Lambrinia. In questo tratto, come accennato in precedenza, il corso d’acqua scorre in un alveo abbastanza inciso e delimitato lateralmente da terrazzamenti laterali che permettono il conte- nimento dei livelli idrici della piena ue centennale di riferimento. In generale, la piena di rife- rimento è contenuta all’interno delle sponde naturali ad eccezione di alcune zone in cui il fiume tende ad allagare piccole aree golenali o le aree interne dei meandri. Tali allagamenti sono localizzati in aree naturali non urbanizzate e sono dovuti essenzial- mente all’insufficienza idraulica dell’alveo. Tali allagamenti evidenziano la tendenza del corso d’acqua a rettificare il proprio percorso durante gli eventi di piena, occupando le aree interne ai meandri o riattivando l’antico alveo fluviale.

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8 CONCLUSIONI Al fine di rispondere alle prescrizioni dell’Allegato B indicate dalla Deliberazione di Giunta Regionale 25 gennaio 2002 – N. 7/7868 e s.m.i. con D.G.R. del 01 agosto 2003 – N. 7/13950 è stata redatta la presente relazione di caratterizzazione del reticolo minore e di definizione delle relative fasce di rispetto. Sono state analizzate le caratteristiche climatologiche, geologico-geomorfologiche, e idrogeo- logiche dell’area, nonché la tipologia del sistema idrografico al fine di individuare i tracciati rappresentativi da ascrivere al reticolo minore. Sulla base dei contenuti dello studio, facendo riferimento alle indicazioni delle normative vi- genti, sono state definite e individuate le fasce di rispetto relativamente ai corsi d’acqua appar- tenenti al reticolo idrico principale e minore (vedasi la cartografia allegata). La normativa di polizia idraulica da applicare all’interno delle fasce di rispetto è descritta nel Regolamento comunale di polizia idraulica che, con le tavole grafiche, costituisce parte inte- grante degli elaborati.

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9 BIBLIOGRAFIA

Comune di Borghetto Lodi- Studio geologico del territorio di Borghetto Lodigiano ai sensi giano della L.R. 41/97- Dr. Geol. Andrea Cancelli

Regione Lombardia Sistema Informativo Territoriale

Consorzio Bonifica Muzza Individuazione del reticolo idrico principale e minore Bassa Lodigiana Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi Autorità di Bacino del Fiume d’acqua naturali e artificiali all’interno dell’ambito idrografico Po di pianura Lambro – Olona”

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10 AUTORI

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Dr. Geol Marco Cattaneo Iscritto all’Ordine dei Geologi della Lombardia al n. 958

Data, 23 dicembre 2013

REV 01 28/36 2010-160-020 BORGHETTO LODIGIANO www.v-ger.it

Individuazione del reticolo idrico minore (D.G.R. 7/13950 del 01.08.2003)

Comune di Borghetto Lodigiano (Lo)

11 ALLEGATI

 Allegato 1 – Delimitazione bacino idrografico della Roggia Bianchetta (scala 1:5.000)  Allegato 2 – Foto satellitari dei corsi appartenenti al reticolo idrico minore

 Appendice 1 – Tavola planimetrica generale con individuazione del reticolo idrico princi- pale e di bonifica

 Tavola 1a e 1b – Carta dell’idrografia superficiale (scala 1:5000)  Tavola 2a e 2b – Carta dell’idrografia superficiale e fasce di rispetto del reticolo idrico principale e minore (scala 1:5000)

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Individuazione del reticolo idrico minore (D.G.R. 7/13950 del 01.08.2003)

Comune di Borghetto Lodigiano (Lo)

Allegato 1 – Delimitazione bacino idrografico roggia Bianchetta (scala 1:5.000)

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Individuazione del reticolo idrico minore (D.G.R. 7/13950 del 01.08.2003)

Comune di Borghetto Lodigiano (Lo)

Allegato 2 – Foto satellitari dei corsi appartenenti al reticolo idrico minore

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Comune di Borghetto Lodigiano (Lo)

Tracciato cavo Sillaro

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Tracciato roggia Bianchetta

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Tracciato roggia Tiralocchio

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Comune di Borghetto Lodigiano (Lo)

Tracciato roggia via Lago

Tracciato roggia via Troglio

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