Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga del Bondone. Inventario dell'archivio storico (1565 - 1955 ) e degli archivi aggregati (1534 - 1963)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i Beni librari e archivistici 2007

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2007. L'inventario è stato redatto con il programma "Sesamo". L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini, Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

2

Albero delle strutture

Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga del Bondone, 1534 - 2002 Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1565 - 2002 Registri dei nati e battezzati, 1565 - 2001 Registri dei matrimoni e dei morti, 1673 - 1775 Registri dei matrimoni, 1775 - 1966 Indici dei registri dei matrimoni, 1855 - 1948 Registri dei morti, 1775 - 2002 Registri dei cresimati, 1798 - 2001 Stati delle anime, 1886 - 2000 Registri degli sponsali, 1908 - 1945 Atti matrimoniali, 1834 - 1965 Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, 1914 - 1956 Diari delle messe avventizie, 1825 - 1962 Diari personali delle messe, 1920 - 1930 Registri delle elemosine e delle offerte, 1924 - 1945 Registri di cassa generale, 1947 - 1966 Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1870 - 1955 Registri dei verbali delle riunioni delle associazioni e opere pie, 1929 - 1953 Registri dei legati, 1780 - 1963 Registri di amministrazione dei legati, 1735 - 1952 Protocolli degli esibiti, 1854 - 1975 Carteggio e atti ordinati, 1630 - 1967 Carteggio e atti, 1725 - 1955 Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1901 - 1943 Registri di amministrazione, 1901 - 1943 Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone, 1534 - 1958 Urbari, 1534 - 1780 Registri di cassa, 1907 - 1946 Registri dei verbali della fabbriceria, 1925 - 1932 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1705 - 1873 Resoconti, 1866 - 1958 Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, 1708 - 1963 Registri degli iscritti, 1777 - 1963 Registri delle rese di conto dei ministri, 1708 - 1907 Registri di amministrazione, 1906 - 1952 Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, 1878 - 1947 Registri degli iscritti, 1878 - 1929

3

Registri di amministrazione, 1878 - 1947 Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 1922 - 1962 Registri dei verbali delle riunioni di direzione, 1929 - 1943 Registri dei verbali delle riunioni dei soci, 1930 - 1951 Protocolli degli esibiti, 1922 - 1953 Carteggio e atti, 1922 - 1962 pergamenaceo dell'archivio della parrocchia di Baselga del Bondone, 1611 - 1675 Pergamene, 1611 - 1675 Documentazione dell'archivio privato di don Carlo Dalzocchio, 1864 - 1864 Registri, 1864 - 1864 Documentazione dell'archivio del di Vezzano, frazione di Baselga del Bondone, 1811 - 1815 Registri dei nati, 1811 - 1815 Registri dei morti, 1811 - 1815

4

Albero dei soggetti produttori

Parrocchia di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - Assorbe : Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987 gennaio 24 Assorbe : Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987 gennaio 24

Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] -

Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] -

Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, Baselga del Bondone (Trento), 1709 febbraio 28 - sec. XX seconda metà

Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, Baselga del Bondone (Trento), [1762] - sec.XX seconda metà

Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, Baselga del Bondone (Trento), 1927 - 1962

Dalzocchio, Carlo, Albaredo () 1842 novembre 18 - Baselga del Bondone (Trento) 1904 aprile 16

Comune di Vezzano, Vezzano, 1810 settembre 1 - 1817 dicembre 31 Successori: Comune di Vezzano, Vezzano, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Comune di Vezzano, Vezzano, 1923 gennaio 13 -

5 superfondo Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga del Bondone, 1534 - 2002

76 regg., 10 quadd., 11 pergg., 15 bb., 11 fascc.

Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico (1983). Il canone 535 (cfr. §§ 1-5) regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana.

Tutta la documentazione appartenente all'archivio parrocchiale di Baselga del Bondone si trovava collocata, al momento del presente riordino, al piano rialzato della canonica di Baselga in un antico armadio di legno ubicato nell'ampio salone all'ingresso della stessa. Presumibilmente si tratta dello stesso armadio menzionato nell'atto di consegna del 30 luglio 1854 al nuovo parroco, don Antonio Piffer in occasione della quale infatti si citava testualmente "un armadio che serve pell'archivio canonicale"(1). Dagli atti di consegna presenti in archivio non è emerso chiaramente come fosse strutturata anticamente la documentazione ma leggendo alcuni documenti si ha l'impressione che, fino ad un certo periodo, regnasse parecchia confusione. Si è percepita infatti in più di un'occasione l'effettiva difficoltà da parte degli stessi sacerdoti di ritrovare la documentazione di cui avevano bisogno. L'arrivo a Baselga del Bondone di don Antonio Piffer, avvenuto il 30 luglio 1854, coincise con un primo tentativo di "riordino" della documentazione. Don Piffer si mostrò subito come un uomo e sacerdote molto preciso e scrupoloso, tanto che al suo arrivo a Baselga fece subito richiesta di un restauro urgente della canonica pretendendo specifici interventi arricchiti di dettagli e particolari (2). Interventendo sull'archivio egli predispose un "protocollo primo dell'archivio parrocchale"(3) sul quale "registrò" quasi tutta la documentazione presente in archivio comprendendo tra questa i registri di anagrafe, dei conti ed altri. Egli adottò una descrizione particolareggiata dei documenti contrassegnandoli con una numerazione composta da un numero di "fascicolo" (o argomento) seguita da un numero progressivo che contraddistingue la posizione del documento all'interno del fascicolo.

6

Di tale intervento rimane traccia sui documenti ma non si è trovato alcun fascicolo scritto di mano dello stesso sacerdote. A don Piffer seguirono altri due sacerdoti che poco intervennero sulla documentazione e, probabilmente, continuarono a protocollare e a inserire i documenti nelle pratiche predisposte dal loro predecessore. Nel 1904 venne nominato parroco di Baselga don Giovanni Maestranzi da Giustino il quale iniziò a raccogliere fisicamente la documentazione protocollata dal Piffer e a confezionare dei fascicoli. Il suo fu forse un tentativo di mettere in pratica la suddivisione, probabilmente solo "virtuale", fatta dal suo predecessore. A testimonianza della precisa volontà di don Maestranzi di mettere in pratica "l'ordine" dato dal Piffer può senz'altro prendersi come esempio un titolo attribuito ad una busta di carteggio che cita testualmente: "Dal fascicolo 13 secondo le citazioni del defunto parroco Piffer"(4). Il Maestranzi confezionò anche alcune buste nelle quali collocò sia fascicoli che carteggio sciolto. Il risultato ottenuto dal sacerdote fu quello di accorpare in pratiche e argomenti ben precisi tutta la documentazione visionata e protocollata dal Piffer, integrando eventalmente le pratiche ancora in corso. Don Francesco Ermon da Viarago, entrato in possesso della parrocchia nel 1920, continuò ad archiviare sia utilizzando i fascicoli e le buste predisposte dal Maestranzi, aggiungendo eventualmente ai titoli delle piccole parti, che costituendo nuove pratiche con fascicoli creati ex novo. Don Alfonso Silvino Pozza, parroco di Baselga dal 1924, agì più o meno come il suo predecessore ma intervenendo un po' più pesantemente sia sui titoli dei fascicoli che sulle buste del Maestranzi, spesso svuotandole del loro contenuto originale e riutilizzandole per inserirvi nuovo materiale. Il Pozza creò anche una busta di carteggio suddiviso per annata, probabilmente predisposta in fase di archiviazione corrente, sulla quale, presumibilmente don Umberto Giacomelli da Vigolo suo successore, segnalò la necessità di suddividerla e di inserire la documentazione in essa contenuta nelle rispettive pratiche di appartenenza. Al momento del presente riordino l'archivio si presentava in un notevole stato di disordine e solo dopo un'attenta analisi delle scritture ritrovate sui fascicoli e sulle buste sono emersi e si sono potuti individuare i vari interventi subiti negli anni.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali dell'8 giugno 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto L'archivio comprende la documentazione dei seguenti fondi archivistici: - Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1565 - 2002; - Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone 1901 - 1943; - Chiesa dell'Assunzione in Baselga del Bondone, 1534 - 1958; - Confraternita del SS. Sacramento di Baselga del Bondone, 1708 - 1963; - Confraternita del SS. Rosario di Baselga del Bondone, 1878 - 1947; - Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 1922 - 1962; - Fondo pergamenaceo, 1611 - 1675; - Documentazione dell'archivio privato di Carlo Dalzocchio, 1864; - Documentazione dell'archivio del comune di Baselga del Bondone, 1811 - 1815

7

La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

In generale la documentazione si trovava, al momento del riordino, in un discreto stato di conservazione.

Lingua Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Baselga del Bondone ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dalla Soprintendenza, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali.

Il presente inventario si chiude al 1955 , limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali dell'8 giugno 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1955 .

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso

8

In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista La scheda è stata compilata utilizzando le fonti archivistiche della Parrocchia di Baselga del Bondone e dell' Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali".

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali

9

Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 8, cc. 304-305. (2) Ibidem. (3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1. (4) Ibidem, "Carteggio e atti ordinati", b. 4.

10

Ente Parrocchia di Santa Maria Assunta [1183] -

Luoghi Baselga del Bondone (Trento, Tn)

Archivi prodotti Fondo Fondo pergamenaceo dell'archivio della parrocchia di Baselga del Bondone, 01/01/1611 - 31/12/1675 Fondo Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 01/01/1565 - 31/12/2002

Storia Baselga del Bondone, formata dagli aggregati storici di Villa, Casai, Doss, Castel e Olmaga, è situata ai piedi del Monte Croce lungo la vecchia strada che porta a Vezzano. La chiesa dell'Assunta rappresenta la sede pievana di tutto il Sopramonte (1). Essa viene citata per la prima volta in una bolla del 1183 emanata da Papa Lucio III (2) nella quale, indicando un "plebatus Supramontis", viene esplicitamente menzionata una "Basilica Supramontis" (3). Un nome così importante che identifica un villaggio relativamente piccolo rappresenta sicuramente una rarità (4); presumibilmente è stato ad esso attribuito in tempi precedenti al documento del 1183 dagli antichi arimanni (5) che abitavano le ville del Sopramonte. Questi, per i loro raduni di carattere civile, si ritrovavano nel luogo più centrale del territorio nella località identificata con il nome di Piazzamana (6), situata alle pendici del Doss Grum e a nord dell'attuale centro di Baselga. Anticamente questo luogo era molto importante sia dal punto di vista agricolo che sociale, visto appunto che venne usato per secoli come punto aggregante. Probabilmente furono gli stessi arimanni a provvedere alla costruzione di una chiesa, dal latino "basilica", in un luogo non molto lontano dal loro punto di ritrovo e a beneficio della popolazione del Sopramonte che dipendeva direttamente dall'episcopato di Trento. Attorno all'edificio cominciarono un po' alla volta a sorgere le prime abitazioni che diedero vita al villaggio. Quindi Baselga è da ritenersi quasi sicuramente il centro abitato di più recente costituzione di tutto il Sopramonte ma, di contro, il più importante dal punto di vista religioso. In conseguenza alla riorganizzazione delle pievi, la chiesa di Baselga venne sicuramente a rappresentare il punto centrale in un territorio con insediamenti sparsi e quindi il posto ideale per porvi il fonte battesimale. Il territorio della pieve intesa nel senso ecclesiastico del termine, andò a coincidere con i confini naturali del Sopramonte tra il Bus de Vela e il Gaidòss, mantenendo a livello civile Pizzamana per le riunioni di carattere civile. Un tempo dipendevano direttamente dalla chiesa pievana di Baselga le ville di Baselga, di Vigolo, di , di Covelo, di Cadine, di Sopramonte (anticamente Oveno) e di Sardagna. Nel 1205 si staccarono Terlago, antico capoluogo politico-amministrativo, e Covelo mentre Sardagna venne aggregata a Trento alla fine del XV secolo. Da tempo immemorabile le varie stazioni che costituivano la pieve dovevano provvedere a un conveniente onorario sia per il parroco che per il cooperatore. Il parroco a sua volta aveva l'obbligo di prodigarsi non solo per la cura delle anime della stazione, ove risiedeva, ma anche per quella di tutte le altre. Dall'urbario redatto a partire dal 1534 (7) dal pievano don Durckhainer si evince che sia a Baselga che negli altri villaggi facenti parte della pieve il pievano vantava il diritto della quarta parte di decima su raccolti di vario genere che andavano dalle granaglie, al vino e alla canapa. Egli aveva a disposizione inoltre una canonica annessa ad altro edificio nel quale c'era un torchio (8). La canonica venne costruita in gran parte a spese del Durckhainer "ut deinceps plebanus 11 possit habitare in loco proprio", tale affermazione spiega che prima della sua nomina il pievano non aveva abitazione propria e inoltre manifesta la volontà di preservare i suoi successori. Alla canonica era annesso un prato con un orto e un piccolo campo arativo. Nel 1850, in occasione del pensionamento di don Pietro Tazzoli e quindi nel periodo di vacanza prima della nomina del parroco successivo, ci fu un tentativo da parte del comune di Sopramonte di traslare la sede parrocchiale da Baselga a Sopramonte con un' istanza presso il Capitanato distrettuale di Trento (9). Tale tentativo fu impugnato dalla popolazione di Baselga con l'unica conseguenza che Sopramonte nel 1854 venne innalzata a parrocchia. Rimasero dipendenti direttamente dal parroco di Baselga solo i curati di Cadine e di Vigolo che ottennero l'erezione a parrocchia rispettivamente nel 1942 e nel 1943. Tra i pievani che si succedettero nel reggere la chiesa di Baselga ve ne furono alcuni molto autorevoli che lasciarono chiare tracce del loro passaggio. Uno di questi fu don Cristano Durckhainer che diede inizio all'urbario precedentemente citato (10). Nel settembre 1656 don Francesco Ricci da approntò invece i lavori di innalzamento della canonica "per la grande necessità che teneva l'istessa" (11). Un altro don Francesco Ricci, nipote ed omonimo del precedente, dovette affrontare il duro episodio delle invasioni francesi dell'agosto 1703 (12) durante le quali rimase vittima. Vi sono inoltre, da non dimenticare, don Renato Sebastiani, il quale restaurò la chiesa fornendola di damaschi e paramenti, seguito da don Alfonso Silvino Pozza che provvide alla rifusione delle quattro campane asportate dagli austriaci durante la guerra. Il 31 luglio 1929 il vescovo Celestino Endrici conferì, in seguito alle richieste della popolazione di Baselga, Vigolo e Cadine, alla chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone il titolo di arcipretale in considerazione anche della "vetustità della parrocchia di Baselga di Sopramonte e il suo grande merito di essere stata la chiesa madre delle chiese dei paesi circonvicini e sede di molti parroci illustri" (13). Elenco parroci e arcipreti

1183 "anonimus" plebanus Supramontis 1236 Trentinus presbiter ecclesiae S. Mariae de Supramonte 1269 dominus Ulrico da Sopramonte 1281 Enrico da Sopramonte 1300 Francisco da Sopramonte 1307 Pietro da Sopramonte 1335 "anonimus" plebanus Supramontis 1336 "anonimus"archipresbiter de Supramonte 1338 Bartolomeo da Trento 1340 Gualtiero da Sopramonte 1341 "anonimus" plebanus Supramontis 1344 Bartolomeo da Trento 1353-1365 Paxius 1380 Bartolomeo da Verona 1384 "Ancius" da Levico 1384 "Nicoletus" da Venezia 1388 Antonio "de Bernardigio" da Milano 1399 "anonimus" plebanus Supramontis

12

1399-1412 Michele da Trento 1412-1424 - lacuna - 1424 "anonimus" presbiter Supramontis 1425 Osvaldo 1427-1429 "anonimus" presbiter Supramontis 1433 Ruggero Nicolò "de Apulia" 1445 Ruggero 1467 "anonimus" villae Basilicae plebanus Supramontis 1467 Rugerius de Apulia, presbiter 1497 Antonio "de Fatis" da Terlago 1499 "anonimus" plebanus plebis Basilicae 1507 Giovanni "Stayffler" 1515 ca. "Verz(erius)" 1515 Cristano Durckhainer "de Ulma" 1515-1521 Giovanni "Durius" de Grignasco 1521-1544 Cristano Durckhainer "de Ulma" 1544-1564 - lacuna - 1565-1591 Tommaso Tommasini da Vezzano 1592-1598 - lacuna- 1599-1648 Orazio Lucchi 1648-1703 Francisco Ricci "senior" da Calavino 1703-1724 Francisco Ricci "iunior" da Calavino 1724-1737 Bartolomeo Trentini da Trento 1737-1743 Antonio Dionisio Manfroni da 1743-1758 Mauritio Antonio Zanoni da 1758-1769 Ignazio Leopoldo Sardagna "de Hoenstein" 1769-1775 Baldassarie Bartholomeo Bernardi da Cognola 1775-1814 Vigilio Ciurletti da Belfonte 1814-1818 Vincenzo Cortelletti da Trento 1818-1831 Michele Menapace da Campo 1831-1850 Pietro Tazzolli da Torbole 1850-1854 Paride Leonesi da Tremosine - vicario - 1854-1887 Antonio Piffer da Trento 1888-1900 Renato Sebastiani da Trento 1900-1904 Carlo Dalzocchio da Albaredo 1904-1920 Giovanni Maestranzi da Giustino 1920-1924 Francesco Ermon da Viarago 1924-1944 Alfonso Silvino Pozza da 1945-1952 Umberto Giacomelli da 1953-1975 Giulio Conci da Trento 1976-1989 Guido Avi da Vigalzano

13

1990-1991 Giuseppe Mozol dalla Polonia 1992-1995 Stanislao Kosowski dalla Polonia 1996-1999 Antonio Berera da Como 2000-*** Ruggero Zucal da

Condizione giuridica Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di Baselga delBondone è stata dicharata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.195).

Funzioni, occupazioni e attività Pieve Le chiese esistenti sul territorio con origini più antiche vengono denominate pievi ("pluif" in celtico, "plou" in bretone, "plêf" in ladino-friulano, "plaif" in engadinese, "ploâh" in ladino della Val di Non). L'origine del termine, lungi dall'essere stato studiato nella sua complessità, è però molto difficile da definire. L'esigenza di garantire al popolo cristiano e in special modo a coloro che vivevano lontano dalle sedi vescovili quell'insieme di servizi sacramentali e pastorali che va sotto il termine generico di "cura d'anime" rese presto necessario l'invio di ecclesiastici nella campagne per annunciare il Vangelo anche lontano dalle mura cittadine (14). In Occidente ciò accadde a partire dalla seconda metà del IV secolo. Buona parte della storiografia chiama "pievi" i centri di cura d'anime sorti nel territorio extraurbano fin dal IV-V secolo ma è solo a partire dall'VIII secolo che il termine "plebs" cominciò a significare non solo la comunità cristiana ma anche il territorio in cui tale comunità risiedeva e l'edificio sacro al quale essa faceva riferimento. A una stabile suddivisione territoriale delle diocesi in circoscrizioni minori si giunse con la legislazione carolingia all'inizio del IX secolo. Questa estese anche all'Italia centro-settentrionale le norme che rendevano obbligatorio il pagamento della decima e precisò che gli introiti provenienti da tale pagamento dovevano essere destinati solo alle chiese battesimali. "Nacque in questo modo il "sistema" pievano, nel quale la realtà vivente (l'insieme del clero e del "popolo di Dio"), la realtà di pietra (il complesso degli edifici) e la realtà giurisdizionale (l'ambito territoriale di esercizio della giurisdizione spirituale, dal quale l'ente otteneva anche il suo sostentamento) assumevano significativamente lo stesso nome: plebs, pieve" (15). Da questo momento si viene a creare una completa ripartizione del territorio diocesano in distretti ecclesiastici minori, che riproducevano strutture civili preesistenti o rispettavano determinati confini naturali. In seguito i mutamenti demografici spinsero alla formazione di nuove pievi, ma il "sistema pievano" non fu per questo scardinato mantenendosi stabile fino alla fine del XIII secolo. Non è possibile attestare, dall'esame dei documenti pervenuti, se nel territorio trentino prima del 1000 il termine pieve fosse utilizzato nell'accezione sopra descritta (cioè indicante la triplice realtà istituzionale, edilizia e territoriale), per questo è necessario rivolgersi a fonti del XII secolo. Se ci si limita a prendere in considerazione le 68 circoscrizioni pievane della diocesi di Trento esistenti alla fine del XIII secolo si scopre che ben 33 di esse sono attestate prima del 1200 e altre 25 compaiono nella prima metà del XIII secolo (16).

Parrocchia (17) Il termine "parrocchia" deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio

14 di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Attualmente la parrocchia di Baselga del Bondone si trova nel decanato di Calavino, diocesi di Trento.

Fonti normative Raccolta di Concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili / a cura di Angelo Mercati, Città del Vaticano : Tipografia poliglotta vaticana, 1954. Codice di diritto canonico (1983)

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio storico della parrocchia di Baselga del Bondone Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"; "Parrocchie e curazie"

Disposizioni normative: "Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento", XIII (1929-31), XV (1937-41)

Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995

15

BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 CASTELLI-TERLAGO F.M., Notizie della Pieve di Baselga di Sopramonte e suoi parroci, Trento : Artigianelli, 1929. CIMADOM A., Baselga : la pieve del Supramonte, [Arco (TN) : Grafica 5], 2007. COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Con il toponimo Sopramonte si intende identificare il territorio che fa da spartiacque tra i fiumi Adige e Sarca e che va dal Bus de Vela al Gaidòss, in direzione nord-sud, e dal passo del Camponcino a Pedegazza, in direzione est-ovest. (2) Cfr. CASTELLI- TERLAGO, "Notizie della pieve di Baselga di Sopramonte e suoi parroci", Trento, 1929. (3) In Trentino vi sono solo altri due centri identificati con tale denominazione e cioè Baselga di Piné e Baselga di . (4) Cfr. CIMADOM A., "Baselga. La pieve del Sopramonte", Arco (Trento), 2007. (5) Gli arimanni erano una casta militare e formavano delle guarnigioni a difesa di luoghi strategicamente importanti. A loro venivano concesse delle terre senza possibilità di alienarle. (6) Suppone Nereo Garbari, appasionato di storia locale, che il toponimo derivi da "piazza degli arimanni" poi "piazzarimanna" poi "piazzamana". (7) Cfr. "Chiesa dell'Assunta di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1. (8) Ibidem, p. 25. (9) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 6.C. n.1.a. (10) Cfr. nota n. 7. (11) Ibidem, pp. 166-167. (12) Annotazione relativa all'invasione francese avvenuta nell'agosto del 1703 si trova in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1, c. 314v. (13) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ", fasc. 3, c. 13. (14) Cfr. CURZEL E., "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origine al XIII secolo (studio introduttivo e schede)", Bologna 1999, p. 5 e segg. Si rimanda alla ricca bibliografia contenuta nel volume. (15) Ibidem p. 7. (16) Ibidem, p. 29 e tabelle riprodotte. (17) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.

16 fondo A Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1565 - 2002

regg. 50, quadd. 6, bb. 13, fascc. 10

Soggetti produttori Parrocchia di Santa Maria Assunta, [1183] -

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

17 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1565 - 2001

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da cinque registri dei nati a partire dal 1565. Il primo registro è redatto in lingua latina e nelle prime registrazioni compaiono solo dati essenziali quali il nome del neonato, quello del padre e il paese di provenienza (Sopramonte, Terlago, Vigolo, Baselga, Cadine); non è presente il nome del ministro battezzante. Solo dal 1581 viene indicato anche il nominativo della madre e intorno al 1654 vi sono anche quelli dei padrini, delle madrine e, poco dopo quello del sacerdote. Gli illegittimi venivano segnalati disegnando a lato della registrazione una mano con il dito puntato sul nominativo. Nel periodo della Quaresima il padre del primo nato offriva, in occasione del battesimo, un agnello che veniva segnato a margine della registrazione con un disegno stilizzato dell'animale. Il secondo registro è suddiviso a seconda delle località di Cadine, di Vigolo e di Baselga. Nel 1804, forse in occasione della caduta del Principato vescovile e dell'annessione del Trentino alla provincia del Tirolo, i battesimi impartiti tra i mesi di agosto e novembre vengono ricopiati preceduti dalla dicitura "Incipit tempus imperiallis constitutionis" o "Initius legis imperialis". Alla fine del secondo registro iniziano le registrazioni secondo una tabella artigianale e quelli che seguono sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. In alcuni casi è riportato anche il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto.

Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.

18

Altre annotazioni di battesimi degli anni 1779, 1805 e 1807 si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei cresimati", reg. 1, capovolgendo il registro.

A. 1. 1 "Baptizati in ecclesia parochiali Basilicae ad Beatam Maria Virgine in coelum assumtam ab anno 1565 da annum 1775" 1565 gennaio 1 - 1775 giugno 1 Registrazioni dei battezzati della parrocchia di Baselga del Bondone "distribuiti secondo l'ordine alfabetico dei nomi personali" (1). Latino Registro, legatura in mezza pelle, con indice all'inizio n.n., cc. 349 (bianche diverse cc.) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 1" Note (1) Nota di mano presumibilmente del parroco don Silvino Alfonso Pozza posta all'inizio del registro nella quale il sacerdote si premura, per ogni lettera dell'alfabeto, di segnalare le pagine in cui si trovano annotate le registrazioni dei battezzati.

A. 1. 2 "Registro II. Nati. Cadine 1700-1802. Vigolo 1700-1820. Baselga 1700-1820" (tit. dorso) 1700 gennaio 31-1720 dicembre 17; 1775 luglio 101820 febbraio 13 pp. 1-81: registro dei battezzati di Cadine, 1700 gen. 31-1720 nov.4; 1775 lug. 18-1802 gen. 7; pp. 1-113 (1): "Liber baptizatorum Viguli", 1700 apr. 1-1720 dic. 17; 1775 ago. 29-1820 gen. 7; pp. 1-70 (2): "Liber baptizatorum Basilicae", 1700 feb. 9-1720 nov. 27; 1775 lug. 10-1820 feb. 13.

Alla fine delle registrazioni relative alla curazia di Cadine: - Indice alfabetico a rubrica relativo ai battezzati di Cadine per gli anni 1775-1802; - "Index baptizatorum Viguli al anno 1775", indice alfabetico a rubrica; - "Index baptizatorum Basilica ab anno 1775", indice alfabetico a rubrica; alla fine, incollate: attestazioni di battesimi di persone originarie di Baselga del Bondone avvenuti a e a , 1809 mar. 7-mar. 9. Italiano, latino Registro, legatura in mezza tela, con indici alfabetici a rubrica relativi alle parti nn.nn., pp. 81, 113, 70 (bianche molte pp. tra le parti) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 2" Note (1) A c. 73 vengono ricopiati i battesimi dal 1804 ago. 10 al nov. 3 precedute dalla dicitura "Incipit tempus imperiallis constitutionis"; (2) A c. 45 vengono ricopiati i battesimi dal 1804 set. 24 al set. 28 precedute dalla dicitura "Initius legis imperialis".

A. 1. 3 "Registro de nati di Vigolo e Baselga anno 1820 li 26 mar. sino li 24 agosto 1859" 1820 marzo 26 - 1859 dicembre 26 Registro dei nati e battezzati della parrocchia di Baselga del Bondone e della curazia di Vigolo Baselga (1). Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 120 Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 9"

19

Note (1) Vigolo Baselga rimase curazia di Baselga del Bondone fino all'anno 1943.

A. 1. 4 "IV Registro dei nati di Baselga e Vigolo dall'anno 1860 sino all'anno 1914(1)" 1860 gennaio 11 - 1913 dicembre 25 Registro dei nati e battezzati della parrocchia di Baselga del Bondone e della curazia di Vigolo Baselga (2). Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico e per sesso a rubrica alla fine n.n., cc. sd 188 Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 10" Note (1) "1914" aggiunta posteriore di altra mano. (2) Vigolo Baselga rimase curazia di Baselga del Bondone fino all'anno 1943.

A. 1. 5 "Vol. V° Nati e battezzati nella parrocchia di Baselga dal 1914 inclusive al 2001" 1914 gennaio 5 - 2001 febbraio 19 Alla fine, annotazione: "D'ora inanzi i nati di Vigolo si registreranno soltanto nel libro dei nati di detta curazia", 1919. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 89

20 serie 2 Registri dei matrimoni e dei morti, 1673 - 1775

Contenuto Per un'introduzione generale si vedano le rispettive serie.

La serie è formata da un registro che comprende le registrazioni dei matrimoni e dei morti di Baselga del Bondone e villaggi circostanti nell'arco temporale che va dal 1673 al 1775. Per quanto riguarda le registrazioni dei matrimoni si segnala che gli sposi appartengono sempre alle località di Baselga, Cadine e Sopramonte e le celebrazioni potevano anche essere effettuate nelle rispettive chiese, non solo nella parrocchiale di Baselga. Per quanto riguarda i morti, a margine sono sempre indicate le località in cui avvenivano i decessi (Baselga, Vigolo e Sopramonte) e, di norma, è sempre indicato il luogo della sepoltura.

A. 2. 1 "Matrimoni 1673-1775. Morti 1691-1775" (tit. dorso) 1673 febbraio 13 - 1775 luglio 14 cc. 252-366: registro dei matrimoni, 1673 feb. 13-1775 lug. 14; cc. 1-111: registro dei morti, 1691 mar. 30-1775 mag. 23.

A c. 314v.: "Hic liber fuit deturpatus a Gallis qui sub 23 augusti invasserunt hoc territorio...", nota relativa all'invasione dei francesi del 1703 che, nel loro procedere verso Riva, devastarono e incendiarono il territorio di Baselga e di Cadine, [1731] (1). Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 252-366, 111 (mancano le cc. 1-251 Note (1) L'annotazione si trova di seguito alle registrazioni del 1731.

21 serie 3 Registri dei matrimoni, 1775 - 1966

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da quattro registri recanti le registrazioni dei matrimoni celebrati a Baselga del Bondone a partire dal 1775. Le prime registrazioni dei matrimoni dal 1673 al 1775 si trovano "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1. Fino all'anno 1817 le registrazioni sono in forma discorsiva, con l'indicazione della data e del luogo del matrimonio, dei nomi degli sposi e della loro provenienza, del ministro celebrante e dei testimoni. Dal 1818 i registri sono strutturati a tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. L'ultimo registro è compilato secondo le norme concordatarie.

A. 3. 1 "II Matrimoni. 1775-1820" 1775 luglio 4 - 1820 febbraio 12 22

All'interno del piatto anteriore della coperta: prospetto a tabella di matrimoni, nati e morti dal 1818 al 1831, s.d.; all'inizio: elenco sommario dei parroci di Baselga del Bondone dal 1365 al 1831, s.d.;

Capovolgendo il registro: registro dei consensi paterni al matrimonio dei figli minorenni, 1818 set. 7-1928 dic. 13. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 68, cc. 54 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 4 n. 2"

A. 3. 2 "Registro de' matrimoni della parrocchia di Vigolo Baselga anno 1820 sino all'anno 1854 inclusive" 1820 febbraio 12 - 1854 dicembre 23 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 95 Segnature precedenti: "Prot. Fas. 4 n. 13"

A. 3. 3 "Libro III. Registro dei matrimoni seguiti nella parrocchia di Baselga dall'anno 1855 sino al 1947 inclusive (1)" 1855 aprile 28 - 1948 ottobre 23 Registro dei matrimoni di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (2).

Alle cc. 164 e 165: annotazioni relative alla concessione, in seguito a convenzione tra il parroco di Baselga e il curato di Vigolo del 5 dicembre 1924, della facoltà di "benedire i matrimoni in quella chiesa primissario-curata pei curaziani di Vigolo", 1925 mar. 11. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 167, pp. 168-194, cc. sd 195-202 (salto di paginazione dalla p.185 alla p. 189) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 4 n. 49" Note (1) "1947 inclusive": aggiunta posteriore di altra mano. (2) Per gli anni 1927, 1930, 1931, 1933, 1942 e 1944 non sono presenti registrazioni di avvenuti matrimoni; per gli anni 1930, 1931 e 1942 sono registrati solo matrimoni celebrati fuori parrocchia.

A. 3. 4 "Matrimoni dal 1949 - 1975" 1949 gennaio 21 - 1966 maggio 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 22

23 serie 4 Indici dei registri dei matrimoni, [1855] - 1948

Contenuto La serie è formata da un registro.

A. 4. 1 "Indice al registro Libro III dei matrimoni seguiti nella parrocchia di Baselga dall'anno 1855 sino al ***" [1855 aprile 28] - 1948 [ottobre 23](1) Italiano Registro a rubrica, legatura in carta, pp. 95 (bianche diverse pp. tra le lettere) Note (1) Le date riportate tra parentesi quadre sono state ricostruite in base al titolo stesso o al registro a cui il presente indice fa riferimento.

24 serie 5 Registri dei morti, 1775 - 2002

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da quattro registri dei morti a partire dal 1775. Le prime registrazioni dei morti dal 1691 al 1775 si trovano "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1. Il primo registro della serie, redatto quasi interamente in forma discorsiva, è riferito unicamente ai morti della primissaria curata di Vigolo, è sempre specificato il luogo della sepoltura (il cimitero di Vigolo) e, raramente, la causa della morte. Dal 1818 le registrazioni vengono fatte su tabella artigianale dove la causa della morte è sempre presente. Il secondo registro rispecchia esattamente il primo ma è riferito solo ai morti di Baselga del Bondone. I registri che seguono sono su tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, le generalità del defunto, la causa di morte e il luogo di sepoltura.

A. 5. 1 "Liber mortuorum plebis Viguli ab anno 1775 ad 1819" 1775 luglio 27 - 1819 dicembre 9 Registro dei morti della primissaria curata di Vigolo Baselga. Latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 38 Segnature precedenti: "Prot. Fas. 9 n.1"

A. 5. 2 "Liber mortuorum paroecia Basilicae ab anno 1775 ad 1820"

25

1775 agosto 16 - 1820 febbraio 11 Registro dei morti della parrocchia di Baselga del Bondone. Latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 24 Segnature precedenti: "Prot. Fas. 9 n. 2"

A. 5. 3 "Registro de' morti di Vigolo e Baselga dall'anno 1820 sino all'anno 1911 inclusive. III" (1) 1820 giugno 1 - 1911 dicembre 16 Registro dei morti della parrocchia di Baselga del Bondone. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 191 Segnature precedenti: "Prot. Fas. 9 n. 7" Note (1) Titolo compilato da tre diverse mani.

A. 5. 4 "Morti nella parrocchia di Baselga dal 1 gennaio 1912" 1912 febbraio 6 - 2002 ottobre 31 Registro dei morti di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (fino al 1919).

A p. 36: annotazione del parroco don Francesco Ermon relativa ai danni causati dalla caduta di un fulmine sul campanile della parrocchiale nell'agosto del 1919, s.d.; a p. 37: "N.B.: 6.9.919. D'ora innanzi i morti di Vigolo saranno registrati soltanto nel libro dei morti di detta curazia", s.d.; alle pp. 97-99, incollato a stampa: commiato al sacrestano Valentino fu P. B. morto nell'aprile del 1978 dopo 60 anni di servizio, s.d. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 4-126 (mancano le pp. 7-10)(1) Segnature precedenti: IV Note (1) Un'annotazione a p. 11 dice: "Le pagine 7-8-9-10 furono distrutte perche v'erano incorsi errori. Esse furono ricopiate in questa e nelle seguenti".

26 serie 6 Registri dei cresimati, 1798 - 2001

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

La serie è costituita da due registri.

A. 6. 1 "Registro dei cresimati della parrochia di Baselga dall'anno 1798. Vol. I°" 1798 maggio 21 - 1907 maggio 20 Capovolgendo il registro: annotazione di un battesimo impartito a Vigolo Baselga del 1779 feb. 27 e di altri quattro impartiti a Baselga tra il 1805 gen. 4 e il 1807 gen. 1 (1). Italiano, latino Registro, legatura in pergamena, cc. 64 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 12 n. 1" Note (1) Le registrazioni sono state riprese dal secondo registro dei nati e battezzati, forse nel tentativo di approntare un registro a tabella.

A. 6. 2 Registro dei cresimati 1907 novembre 23 - 2001 giugno 3 Italiano Registro, legatura in carta, pp. 50

27 serie 7 Stati delle anime, sec. XIX fine - sec. XX

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati(1). Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440).

La serie è formata da un registro.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888 (2.a ediz), p. 52. (2) Cfr. SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze" a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319.

A. 7. 1 "Anagrafe canonica Ba[sel]ga" sec. XIX fine - sec. XX Alla fine, prima dell'indice a rubrica: "Indice delle diverse dinastie", indice dei cognomi maggiormente presenti a Baselga accompagnati dai rispettivi soprannomi, s.d. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 188 (bianche alcune pp.)

28 serie 8 Registri degli sponsali, 1908 - 1945

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

La serie è formata da un registro sul quale è specificatamente dichiarato che l'introduzione di questo particolare "libro" fu prescritta dall'Ordinariato vescovile con circolare dell'8 marzo 1908 n. 879 pubblicata sul Foglio diocesano n. 3 dello stesso anno.

A. 8. 1 "Sponsali dal 1908-***" 1908 maggio 10 - 1945 dicembre 6 A p. 2: annotazione relativa all'introduzione dell'utilizzo del registro degli sponsali a partire dal 1908 in seguito al decreto "Ne temere" della Congregazione del Concilio del 22 maggio 1907.

Alla fine, capovolgendo il registro: registrazione di un consenso paterno del 17 febbraio 1926. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 86 (bianche molte pp.)

29 serie 9 Atti matrimoniali, 1834 - 1965

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato(1). In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è formata da tre buste la prima delle quali presenta molte lacune sia negli anni che nelle singole pratiche.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 174-175.

A. 9. 1. b. 1 Atti matrimoniali 1834 - 1886 Pratiche matrimoniali molto frammentarie(1)

Mancano gli anni: 1835-1840, 1842, 1843, 1845, 1846, 1848, 1849, 1852, 1853, 1860, 1866, 1867, 1870, 1874-1876, 1880, 1881, 1884. Fascicolo, cc. 156 n.n. Note (1) Questa documentazione si trovava frammista a circolari e carteggio del beneficio parrocchiale e della chiesa in una busta priva di intitolazione.

A. 9. 2. b. 2 Atti matrimoniali 1897 - 1928 A partire dal 1909 le comunicazioni di matrimoni avvenuti fuori parrocchia sono conservate nell'anno di appartenenza in apposita cartellina. Busta, cc. 528 n.n.

A. 9. 3. b. 3 30

"Atti matrimoniali" 1932 - 1965 Busta, cc. 390 n.n.

31 serie 10 Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, 1914 - 1956

Contenuto La serie è composta da cinque registri e un quaderno sui quali venivano annotati gli avvisi da leggersi ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardavano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, lo smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni. Su di essi potevano essere annotate e successivamente comunicate ai fedeli anche le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi".

A. 10. 1 "Pubblicazioni dall'anno 5.4.1914 - 20.10.1929" (1) 1914 aprile 5 - 1929 ottobre 27 Registro delle pubblicazioni matrimoniali frammisto, specie in alcuni anni, da avvisi fatti dal pergamo (2). Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 149 n.n. Note (1) Parte del titolo è stata aggiunta a penna rossa successivamente. (2) Registrazioni di pubblicazioni matrimoniali, probabilmente attribuibili alla curazia di Vigolo Baselga, si trovano anche capovolgendo il registro.

A. 10. 2 "Libro delle pubblicazioni dominicali di Baselga di Calavino" 1929 ottobre 27 - 1934 settembre 23 - Pubblicazioni degli avvisi dal pergamo, 1929 ott. 27-1934 set. 23; Capovolgendo il registro: pubblicazioni matrimoniali, 1929 dic. 25-1934 set. 7 (1). Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 99 n.n. Note (1) Durante gli avvisi domenicali venivano eseguite anche le pubblicazioni matrimoniali che venivano però registrate a parte.

A. 10. 3 "Libro delle pubblicazioni religiose di Baselga" 1934 settembre 30 - 1939 ottobre 29 (con antecedente del 23 set. 1934) - Pubblicazioni degli avvisi dal pergamo, 1934 set. 30-1939 ott. 29; Capovolgendo il registro: pubblicazioni matrimoniali, 1934 set. 30-1939 mag. 7 (con antec. del 23 set. 1934) (1). Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 101 n.n. Note 32

(1) Durante gli avvisi domenicali venivano eseguite anche le pubblicazioni matrimoniali che venivano però registrate a parte.

A. 10. 4 "Libro delle pubblicazioni ecclesiastiche di Baselga" 1940 gennaio 6 - 1944 agosto 6 - Pubblicazioni degli avvisi dal pergamo, 1940 gen. 6-1944 ago. 6; Capovolgendo il registro: pubblicazioni matrimoniali, 1940 dic. 1-1943 ott. 30 (1). Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 60 n.n. Note (1) Durante gli avvisi domenicali venivano eseguite anche le pubblicazioni matrimoniali che venivano però registrate a parte.

A. 10. 5 "Pubblicazioni. Offici - Messe" 1946 gennaio 13 - 1953 agosto 2 Registro delle pubblicazioni degli avvisi dal pergamo.

All'inizio: annotazione relativa alla presa in possesso del parroco don [Umberto Giacomelli da Vigolo Vattaro] del 6 gennaio 1946. Registro, legatura in carta(1), cc. 66 n.n. Note (1) Manca il piatto posteriore della coperta.

A. 10. 6 "Chiesa arcipretale Baselga di Vezzano. Pubblicazioni in chiesa dal 23.3.954 al 31.5.956" (tit. int.) 1954 marzo 28 - 1956 maggio 31 Alla fine, sciolto: "Pubblicazioni e comunicazioni fatte nella chiesa arcipretale di Baselga di Vezzano dalla domenica II p. Pentecoste, 3.6.1956 fino a ...", 1956 giu. 3 (1) Italiano Registro, legatura in carta (2), cc. 37 n.n. Note (1) Forse le prime carte di un altro registro delle pubblicazioni che seguiva il presente. (2) Manca il piatto anteriore della coperta.

33 serie 11 Diari delle messe avventizie, 1825 - 1962

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione(1). I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

La serie è formata da sette registri e un quaderno.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 11. 1 "Diarium ecclesiae parochialis Basilicae" 1825 gennaio 3 -1854 agosto 26 - Registro delle messe avventizie, 1825 giu. 1-1831 giu. 15; 1840 gen. 1-1854 ago. 26 (1); - "Hic notatur missae legatariae quae celebrandae quolibet anno ...", 1825 gen. 3-1831 giu. 8. Latino Registro, legatura in carta, cc. 103 n.n. Note (1) Mancano le registrazioni dal 1840 dic. 2 al 1841 mar. 8.

A. 11. 2 "Adversaria ss. missarum in parochiali Basilicae celebratarum a die 30 iulii a.r.s. 1854 usque ad diem 30 aprilis anni 1870" 1854 luglio 30 -1870 aprile 30 Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 95 n.n.

A. 11. 3 "Adversarie in parochiali Basilicae ecclesia celebratarum a die 1 mai anni 1870 usque ad 1882 inclusive" 1870 maggio 1 - 1882 dicembre 31 Latino Registro, legatura in carta, cc. 64 n.n.

34

A. 11. 4 "Diario sante messe sacrestia. 1900-***" 1900 gennaio 1 - 1913 marzo 18; 1918 gennaio 1 - febbraio 5; 1919 agosto 31 - 1922 maggio 30 Dopo le registrazioni del 1913: annotazione relativa alle celebrazioni dal 13 aprile al 7 maggio 1913 tenute dal sacerdote militare (curato di campo) Stanislao Sadowski. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 117 n.n.

A. 11. 5 "Diarium [missarum] in ecclesie B. M. V. Basilicae Calavini celebratarum a die 1/7. 922-[...]" 1922 luglio 1 - 1934 settembre 30 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 97 n.n.

A. 11. 6 "Diarium missarum" 1934 ottobre 1 - 1944 marzo 30 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 81 n.n.

A. 11. 7 "Diarium missarum" 1944 marzo 30 - 1953 agosto 19 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 83 n.n.

A. 11. 8 "Registro s. messe celebrate nella cappella delle suore" 1946 gennaio 10 - 1962 agosto 28 Messe avventizie celebrate nella cappella dell'asilo infantile di Baselga del Bondone. Italiano, latino Quaderno, legatura in carta, cc. 17 n.n.

35 serie 12 Diari personali delle messe, 1920 - 1930

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione(1). Mentre i primi due diari dovevano essere conservati in sacrestia, il diario personale doveva essere custodito da ogni sacerdote il quale vi annotava tutte le messe che doveva celebrare e quelle celebrate. Tali disposizioni vennero confermate nel 1825 dal decreto diocesano del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin (Cost. dioc. del 1 marzo 1825). In seguito altre circolari aggiornarono le disposizioni del decreto e stabilirono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario una dichiarazione firmata con la quale si obbligava a celebrare le messe di cui si fosse preso carico e a incaricare i suoi eredi, in caso di morte, della soddisfazione delle rimanenti. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.

La serie è formata da un registro attribuibile a don Alfonso Silvino Pozza da Spormaggiore il quale resse la parrocchia di Baselga del Bondone dal 1924 al 1944.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 12. 1 "Diarium missarum" 1920 gennaio 1 - 1930 marzo 28 Diario delle messe da calebrarsi e celebrate di don Alfonso Silvino Pozza da Spormaggiore, parroco a Baselga del Bondone dal 1924. Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 70 n.n.

36 serie 13 Registri delle elemosine e delle offerte, 1924 - 1945

Contenuto La serie è formata da un registro e un quaderno sui quali sono state annotate offerte e elemosine a favore di opere diocesane, circoli cattolici, poveri, ecc.

A. 13. 1 "Registro cassa - poveri in Baselga di Vezzano" 1924 agosto 15 - 1945 dicembre 7 (con annotazione posteriore del 1961) Registro delle entrate e delle uscite del Pane di S. Antonio di Baselga (1). Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 21 n.n. Note (1) Elemosine raccolte nell'apposita cassetta situata nella chiesa e altre offerta utilizzate per sostentare i poveri.

A. 13. 2 "Registro delle varie offerte annuali raccolte in questa chiesa parrocchiale di Baselga" 1926 febbraio 10 - 1945 novembre 17 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 27 n.n.

37 serie 14 Registri di cassa generale, 1947 - 1966

Contenuto La serie è formata da due registri in uso al parroco il quale annotava le entrate e le uscite di varie amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali esercitava il suo controllo diretto.

A. 14. 1 Cassa generale 1947 gennaio 1 - 1954 novembre 14 Registro delle entrate e delle uscite della chiesa parrocchiale, del beneficio parrocchiale, della Confraternita del SS. Sacramento, dell'Asilo infantile, del Fondo S. Anime, della Confraternita del S. Rosario, del Sacro Cuore di Gesù, e di altre collette diverse. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 78 n.n.

A. 14. 2 "Parrocchia arcipretale Baselga di Vezzano. Cassa generale" 1954 novembre 11 - 1966 dicembre 24 Registro delle entrate e delle uscite della chiesa, dell'Asilo infantile, della Confraternita del SS. Sacramento, della Confraternita del S. Rosario, delle S. Anime, di legati vari, delle collette presso la cappella di S. Rocco, dell'Opera S. Vigilio, ecc. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 98

38 serie 15 Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1870 - 1955

Contenuto La serie è formata da due registri e un quaderno relativi agli iscritti e in generale all'amministrazione della congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Baselga e dell'Opera S. Vigilio.

A. 15. 1 "Registro dei confratelli del Santissimo Cuore di Gesù. Vigolo-Baselga li 17 luglio 1870 festa del SS. Redentore". 1870 -1893; 1909; 1920 - 1921 Registro degli iscritti con annotazione del pagamento della tassa annuale di iscrizione. Italiano Registro a rubrica, legatura in mezza tela, cc. 33 n.n. Segnature precedenti: "Protocol. Fasc. 2 n. 167"

A. 15. 2 "Resiconti sopra l'amministrazione del patrimonio della pia congregazione del Santissimo Cuore di Gesù e conto delle elemosine delle S. Anime dalla pag. 53" (1) 1873 aprile 27 - 1951 luglio 20 pp. 1- 36: resoconti relativi alla gestione del patrimonio della congregazione del S. Cuore di Gesù di Baselga a partire dall'anno 1870, 1873 apr. 27-1951 lug. 20; pp. 53-77: "Conto cassa delle elemosine", registrazione delle elemosine raccolte e del loro utilizzo, 1913 mag. 18-1947 feb. 1.

All'interno del piatto anteriore della coperta: tassatorio da applicare per le celebrazioni e funerali di I e II classe e per i matrimoni, 1923 ott. 1-1926 gen. 1. Italiano Registro, legatura in mezza tela, con indici delle parti sulla carta di guardia, pp. 77 (bianche le pp. 37-52) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 167" Note (1) Da "e conto" a "pag. 53": aggiunta posteriore di altra mano

A. 15. 3 Registro di amministrazione della Pia Opera S. Vigilio di Baselga 1924 luglio 20 - 1955 Registro degli associati, suddivisi per gruppi, con annotazione del pagamento delle tasse annuali, 1925 feb. 22-1955.

All'inizio: annotazione relativa alla costituzione della Pia Opera S. Vigilio di Baselga, 1924 ago.

Capovolgendo il quaderno: "Libro cassa della Pia Opera S. Vigilio in Baselga", 1924 lug. 20-1945 nov.17. Italiano Quaderno, senza coperta, cc. 25 n.n.

39 serie 16 Registri dei verbali delle riunioni delle associazioni e opere pie, 1929 - 1953

Contenuto La serie è formata da due registri e un quaderno riguardanti la Commissioni missionaria, il Circolo giovanile maschile di Azione Cattolica e il Comitato parrocchiale poi Consiglio parrocchiale tutti di Baselga del Bondone.

A. 16. 1 "Registro della commissione missionaria di Baselga di Calavino" 1929 aprile 29 (1) - 1953 Registro dei protocolli delle sessioni della direzione della Commissione missionaria della parrocchia di Baselga del Bondone.

Capovolgendo il registro: elenco dei soci con relative tasse di iscrizione e entrate ed uscite seguite alle giornate missionarie, 1934- 1945 nov. 17. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 32 n.n. Note (1) La prima data è riferita al verbale con cui veniva costituita la commissione.

A. 16. 2 "Libro protocollo delle sedute del Circolo giovanile maschile di Baselga" 1929 settembre 29 (1) - 1939 novembre 13 Capovolgendo il registro: "Inscrizione dei giovani di Baselga di Vezzano al Circolo giovanile cattolico", 1929 set. 29-1930 gen. 6. Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 13 n.n. Note (1) La prima data è riferita all'atto costitutivo del Circolo giovanile.

A. 16. 3 "Protocollo del Comitato parrocchiale di Baselga" 1931 febbraio 23 - 1940 ottobre 23 Verbali delle sedute del Comitato parrocchiale poi Consiglio parrocchiale poi Unione degli uomini di Azione Cattolica. Italiano Registro, legatura in carta, cc. 7 n.n.

40 serie 17 Registri dei legati, 1780 - 1963

Contenuto La serie è formata da un solo registro.

Per altre registrazioni relative all'avvenuta celebrazione di messe legatarie dal 1825 al 1831 si veda in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Diari delle messe avventizie", reg. 1.

A. 17. 1 "Pii legati perpetui. I Urbario legati. II Sodisfazione dal 920 - pag. 274" 1780 - 1963 gennaio 9 Registro dei legati perpetui di tutta la pieve con segnalazione delle avvenute soddisfazioni e, in parte, amministrazione dei capitali fondati dagli stessi.

All'inizio: - nota relativa al riconoscimento della chiesa parrocchiale di Baselga come bene monumentale e ad un restauro non adeguato attuato al campanile, 1920 mag. 26; - "Memento" dell'ariciprete Vigilio Ciurletti in cui dichiara di aver confezionato il registro, in seguito a circolare ecclesiastica del 1778, "con grande fatticha e pazzienza" descrivendovi tutti i pii legati pur non trovando per tutti pubblico documento di fondazione, [1780] (1); a c. 156: "Fondo delle vocazioni sacerdotali", 1945; alle cc. 270-271: "Pro memoria ai posteri", annotazioni di lasciti e raccolte benefiche a favore della chiesa, 1941; a c. 296: "Patrimonio della venerabile chiesa di Baselga di Calavino assunto ai 3 ottobre 1944"; alle cc. 312-315: "Elenco delle famiglie che vennero solenemente consacrate al Sacro Cuore in Baselga di Calavino", 1924 giu. 7- 1945 dic. 14 Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, con elenco delle messe per tutta la parrocchia all'inizio n.n., cc. 325 (bianche molte cc.) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 38 trasportato al Fas. 13 n. 1" Note (1) La data è stata desunta dal titolo interno: "Libro de legati pii e perpetui di tutta cottesta pieve dell'anno 1780".

41 serie 18 Registri di amministrazione dei legati, 1735 - 1952

Contenuto La serie è composta da cinque registri relativi all'amministrazione di vari legati e fondazioni presenti nella parrocchia di Baselga del Bondone.

A. 18. 1 "Registro delle entrate e delle uscite del legato perpetuo di Baldassarre fu Giacomo Baldessari da Baselga" (1) 1735 novembre 10 - 1768 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 25 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 16 trasp. Fas. 13 n. 10" Note (1) Il testamento risale al 24 gennaio 1729. Nel testamento venivano lasciati, a beneficio della canonica di Baselga, cinque terreni con l'obbligo della celebrazione di un certo numero di messe e della distribuzione annua di frumento o pane a favore dei poveri. L'obbligo della distribuzione ai poveri cessò nell'anno 1770.

A. 18. 2 "Pii fondi vedova Baldessari e reverendo don Sardagna. 1876" 1876 novembre 19 - 1944 Registro di amministrazione e gestione della pia fondazione costituita dai lasciti di don Ignazio Leopoldo Sardagna (1) e di Teresa Pisoni da Madruzzo vedova di Giuseppe Baldessari da Baselga (2), con pagamenti degli interessi sui capitali prestati, resoconti, rifusioni di denaro a poveri e studenti, entrate ed uscite, protocolli delle adunanze degli amministratori dei lasciti, ecc.

All'inizio: "Nozioni preliminari" relative alla compilazione e struttura del registro, s. d. a p. 9: estratto del testamento di don Ignazio Leopodo conte Sardagna, 1913 ago. 1; alle pp. 13-20: copie del testamento e del codicillo di Teresa vedova Baldessari, 1853 apr. 18. Italiano Registro, legatura in mezza pelle con appigli, con indici relativi alle varie parti frammisti, pp. 453 (bianche molte pp.) Note (1) Lascito istituito con testamento del 6 luglio1771, la cui rendita doveva servire per una metà a sovvenzionare i solo poveri di Sopramonte e per l'altra metà quelli di tutta la parrocchia di Baselga. (2) Lascito istituito con testamento del 10 maggio 1842 "a beneficio dei poveri e degli studenti dei quattro paesi componenti la parrocchia di Baselga..." del quale dovevano esserne amministratori i quattro curatori d'anime di Baselga, Sopramonte, Cadine e Vigolo.

A. 18. 3 "Protocollo - Sessioni delle fondazioni Baldessari e Sardagna, Leonesi ecc. 7 Leonesi. Preventivi - bilanci" 1905 giugno 9 - 1945 settembre 27 pp. 4-5: minuta del verbale della riunione dei capifamiglia di Baselga del Bondone in merito alla destinazione del legato Leonesi pro Asilo infantile, 1905 feb. 12;

42 pp. 8-23, 62-89: protocolli delle sessioni dei curatori d'anime della parrocchia di Baselga per l'approvazione dei resoconti della Fondazione Sardagna-Baldessari, 1905 giu. 9-1911 dic. 5; 1925 giu. 8-1945 set. 27; pp. 26-61, 120-123: "Preventivi-bilanci della fondazione Leonesi (Asilo infantile) dal 1920", [1921]-1945 gen. 1.

Alle pp. 1-2: protocolli delle sessioni delle confraternite del SS. Sacramento e del SS. Sacramento assieme al SS. Rosario per la corresponsione dei compensi ai cantori, al sacrestano e ai cherichetti, 1904 set. 8-set. 25; a p. 10: "Promemoria" nel quale si dichiara che i due quadri rappresentanti rispettivamente la nascita e l'adorazione di Nostro Signore furono eseguiti dal pittore Melchiore Miller nel 1688 (1). Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 123 (bianche le pp. 3, 6, 7, 11, 90-119) Note (1) Tale scoperta avvenne in occasione del restauro eseguito dai pittori Carlo Feldegher di Trento e Celeste Bianchi di Como.

A. 18. 4 "Pia fondazione Giovanna Leonesi di Baselga" 1905 ottobre 13 - 1952 pp. 3-75: registro dei pagamenti degli interessi sui capitali istituiti presso privati, 1905 ott. 13-1922 ott. 21; pp. 76-77, 89, 100-117: "Promemoria" relativo a due lasciti istituiti a favore dell'Asilo infantile di Baselga (1) e relativa amministrazione degli stessi, 1927 lug. 31-1945 ago. 26; pp. 79-82: protocollo delle sedute della pia fondazione, convenzione con le suore e gestione asilo, 1914 giu. 15, ott. 12; pp. 83-88: patrimonio dell'Asilo infantile-fondazione Leonesi, 1919 set. 2-1923 (con annotazioni posteriori fino al 1942 giu. 1); pp. 296-439: registro cassa dell'Asilo o fondazione, 1908 feb. 17-1945 dic. 31; pp. 440-442: verbali relativi all'amministrazione dell'Asilo, 1947-1952; pp. 443-444: registrazione della costituzione dell'"Associazione per la scuola materna di Baselga di Vezzano" ed elenco degli iscritti, 1951 set. 25; nov. 16. Italiano Registro, legatura in tela, con indice parziale all'inizio n.n., pp. 444 (bianche molte pp. tra le varie parti) Note (1) Nel 1927 Giovanni fu Paolo Baldessari e Giovanni Cimadom, entrambi da Baselga, lasciarono disposizioni affinchè una parte delle loro sostanze andasse a favore della fondazione istituita per l'Asilo infantile di Baselga.

A. 18. 5 "Libro cassa della Fondazione Ignazio e Giacomo Cimadom in Baselga" 1932 gennaio 26 - 1943 (con annotazioni posteriori fino al 23 feb. 1944) - Verbali delle riunioni del Consiglio di amministrazione della fondazione dei fratelli Ignazio e Giovanni Cimadom, 1932 gen. 26- 1933 gen. 12; - annotazioni delle avvenute assegnazioni annuali dei "frutti della fondazione" in seguito a regolare deliberazione del consiglio, 1935 feb. 11-1943 (con annotazione posteriore del 1944 feb. 23)

All'inizio: notizie sulla fondazione e copia del documento di fondazione, 1931 dic. 16 (copia) (1). Italiano Registro, legatura in carta, cc. 7 n.n. Note (1) Ignazio fu Giovanni Cimadom da Baselga, 40 anni capocomune di Baselga, morì il 21 marzo 1914. Al punto 7 suo testamento dispose che, dopo la sua morte e quella del fratello Giovannni una parte dell'eredità servisse servire per il mantenimento agli studi 43 superiodi di suoi discendenti o, in alternativa, di studenti residenti a Baselga. Nel caso in cui non vi fossero stati studenti, stabilì che l'eredità dovesse essere messa a disposizione di giovani nubende, agevolando le giovani appartenenti alla sua famiglia. Se fosse venuta meno anche questa possibilità dispose in primo luogo di devolvere tutto alla pia Fondazione Leonesi pro Asilo infantile.

44 serie 19 Protocolli degli esibiti, 1854 - 1975

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica (Raccolta delle leggi provinciali, 19.12.1816) sia da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887) (1).

La serie è formata da tre registri. Il primo è stato compilato dal parroco don Antonio Piffer nel 1854; forse con la volontà di organizzare la documentazione dell'archivio, il sacerdote registrò tutti gli atti e i registri presenti in canonica comprendendo anche quelli antichi. All'inizio del registro don Piffer predispose un elenco di "fascicoli" preceduti da una numerazione progressiva in cifre arabe (dal "Fas. n. 1" al "Fas. n. 14") e ad ogni fascicolo fece corrispondere un argomento. Ogni documento o registro inserito nel protocollo viene descritto dal sacerdote in modo particolareggiato; ad ognuno viene affiancato il numero del fascicolo di appartenenza e il numero progressivo che ne dovrebbe indicare la posizione all'interno dello stesso. In fase del presente riordino la struttura creata da don Piffer non è stata rinvenuta (2).

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 120-121. (2) All'interno dell'archivio non si sono trovati fascicoli con titoli di mano del parroco don Piffer.

A. 19. 1 "Protocollo primo dell'archivio parrocchiale di Baselga a. D. 1854. Acta ab anno 1515 ad annum 1881" (1) [1854] - 1881 aprile 21 Registrazione cronologica dei documenti appartenenti alla parrocchia di Baselga del Bondone dal 1515 ago. 15 al 1881 apr. 21.

All'inizio: "Numero ed oggetto dei fascicoli citati in questo protocollo corrispondenti ai relativi fascicoli di questo archivio parrocchiale" (2). Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 73 n.n Note (1) Da "acta" a "1881": aggiunta posteriore di altra mano. (2) Si tratta dell'elenco dei fascicoli (dal "Fas. n. 1" al "Fas. n. 14") ad ognuno dei quali il Piffer aveva attribuito un titolo.

A. 19. 2 "Protocollo secondo dell'archivio parrocchiale di Baselga dal 1881 al ***" (1) 1881 marzo 9 - 1945 dicembre 15 All'inizio: "Oggetto dei fascicoli" (2). Italiano 45

Registro, legatura in mezza pelle, cc. 192 n.n. Note (1) Titolo sbiadito. (2) Si tratta dell'elenco dei fascicoli (dal Fas. n. 1 al Fas. n. 14) redatto dal parroco don Antonio Piffer e poi proseguito da don Renato Sebastiani.

A. 19. 3 "Protocollo. Anno 1954 - ***" 1953 novembre 11 - 1975 giugno 4 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n.

46 serie 20 Carteggio e atti ordinati, 1630 - 1957; 1967

Contenuto La serie è costituita da undici buste e quattro fascicoli contenenti quasi la totalità della documentazione dell'archivio parrocchiale di Baselga del Bondone. Questa serie rispecchia in maniera molto chiara i vari interventi attuati sull'archivio dai parroci che, negli anni, hanno retto la parrocchia di Baselga del Bondone. Il primo parroco che in qualche modo lasciò traccia di un tentativo di riordino dell'archivio fu don Antonio Piffer da Trento il quale, nel 1854, protocollò quasi tutta la documentazione, compresi anche i registri. Sul protocollo degli esibiti (1) predisposto e compilato dallo stesso sacerdote appare una descrizione particolareggiata dei documenti contrassegnati da una numerazione composta da un numero di "fascicolo" (o argomento) seguita da un numero progressivo che identifica la posizione del documento all'interno dello stesso fascicolo. A don Piffer seguirono altri due sacerdoti che poco intervennero sulla documentazione e, probabilmente, continuarono a protocollare e a inserire la documentazione nelle pratiche predisposte dal loro predecessore. Nel 1904 venne nominato parroco di Baselga don Giovanni Maestranzi il quale iniziò a raccogliere fisicamente la documentazione protocollata dal Piffer e a confezionare dei fascicoli, nel tentativo di mettere in pratica la suddivisione "virtuale" fatta dal predecessore (2). Il Maestranzi confeziona anche alcune buste nelle quali pone sia fascicoli che carteggio sciolto. Il risultato ottenuto dal sacerdote fu quello di riuscire ad accorpare in pratiche e argomenti ben precisi la documentazione visionata e protocollata dal Piffer. Don Francesco Ermon da Viarago, entrato in possesso della parrocchia nel 1920, continuò a raccogliere la documentazione sia utilizzando i fascicoli e le buste predisposte dal Maestranzi, aggiungendo eventualmente ai titoli delle piccole parti, che costituendo nuove pratiche con fascicoli creati ex novo. Don Alfonso Silvino Pozza, parroco di Baselga dal 1924, agì più o meno come il suo predecessore ma intervenne sia sui titoli dei fascicoli che sulle buste del Maestranzi, spesso svuotandole del loro contenuto originale e riutilizzandole per inserirvi nuovo materiale. Il Pozza creò anche una busta di carteggio suddiviso per anno, predisposta in fase di archiviazione corrente.

Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1. (2) A testimonianza della precisa volontà di don Maestranzi di mettere in pratica l'ordine dato alla documentazione dal suo predecessore don Antonio Piffer si veda il titolo attribuito alla b. 4 della presente serie dove si cita testualmente: "Dal fascicolo 13 secondo le citazioni del defunto parroco Piffer".

A. 20. 1. b. 1 "Vigolo" (1) 1630 - 1940 Documentazione relativa alla curazia dipendente di Vigolo Baselga: carteggio e atti relativi a vari legati (1630-1888); obblighi inerenti alle celebrazioni di messe legatarie, alla messa festiva, atti relativi alla fondazione della primissaria, ecc. (1678-1881); benedizione delle stazioni della Via Crucis, concessione di altare privilegiato, atti relativi alla benedizione della nuova chiesa, campane, ecc. (1726-1868); dazioni in pagamento (1730-1734); inventari e carteggio relativo ai conti (1769-1881); vacanze di curati

47 e relative nuove nomine con consegne e riconsegne (1832-1929); "Ius baptizandi" e obblighi verso la parrocchia di Baselga (1837- 1930); permessi per la celebrazioni di varie funzioni (1853-1940); documentazione relativa al sacristano (1855-1857); ecc. Busta, cc. 203 Note (1) La busta, il cui titolo è stato assegnato dal parroco don Francesco Ermon, originariamente riportava il titolo "Legato Orazio Luchi e Orazio Lanferri" attribuito originariamente dal parroco don Giovanni Maestranzi. Don Ermon ha inoltre confezionato i fascicoli conglobando anche quelli costituiti da Maestranzi. Vi è inoltre da segnalare, sui fascicoli, la presenza di aggiunte di mano di don Alfonso Silvino Pozza.

A. 20 . 2. b. 2 "Confraternite. 1. SS. Sacramento 2. S.mo Rosario 3. S. Cuore di Gesù + a) S. Relique b) sacristano c) cantori d) visite pastorali" (1) 1646 - 1957 02 Atti e carteggio relativo a visite pastorali (1646-1952); autentiche delle reliquie (1750-1905); carteggio e atti della confraternita del SS. Sacramento: atto costitutivo, statuto, indulgenza (2), carteggio vario, ecc. (1707-1911); carteggio e atti della confraternita del SS. Rosario: statuto, carteggio e atti (1762-1896); carteggio e atti relativi al sacrestano (1857; 1903-1957); atto costitutivo e statuto della confraternita del S. Cuore di Gesù (1870); statuti e capitoli per i cantori (1892-1927). Busta, cc. 287 Note (1) Il titolo è stato redatto da due diverse mani: fino a "S. Rosario" la scrittura è sicuramente attribuibile a don Giovanni Maestranzi, poi a don Alfonso Silvino Pozza. All'interno i fascicoli sono stati redatti da don Giovanni Maestranzi con aggiunte di don Francesco Ermon e di don Alfonso Silvino Pozza. (2) Il documento relativo ad un'indulgenza concessa ai confratelli del SS.mo Sacramento in data 1707 apr. 15 è su supporto pergamenaceo.

A. 20. 3. b. 3 Atti relativi alle stazioni di Sopramonte, Cadine e Vigolo (1) 1659 - 1915; 1943 03 "I. Documenti che si conservano per chi volesse prendersi la noia di scrivere la storia dei litigi più che due volte secolari fra Vigolo e Baselga cominciati nell'anno 1659 e finiti (?) nel 1887": carteggio e atti relativi ai tentativi di autonomia dalla parrocchiale mossi dalla primissaria curata di Vigolo Baselga (1659; 1714-1883; 1943); carteggio e atti relativi all'indipendenza della chiesa di Sopramonte (1724(copia)-1886); rapporti tra il parroco di Baselga e i curati (1828-1868); atti relativi alla cessione della chiesetta di S. Anna alla parrocchia di Sopramonte (1890-1915). Fascicolo, cc. 289 Note (1) Il titolo è stato attribuito secondo il protocollo di don Antonio Piffer: cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.

A. 20. 4. b. 4 "(Dal fascicolo 13 secondo le citazioni del defunto parroco Piffer) Legati perpetui diversi" (1) 1676 - 1960; 1967 04

48

Carteggio e atti relativi alla gestione amministrativa di vari legati missari presenti nella parrocchia di Baselga del Bondone: documenti di fondazione, copie di testamenti, documenti ipotecari, diffide di pagamento, affrancazioni, riduzioni di oneri missari, ecc. Fascicolo, cc. 307 Note (1) Il parroco don Giovanni Maestranzi nell'attribuire il titolo alla busta cita il predecessore don Antonio Piffer che nel suo protocollo dell'archivio parrocchiale aveva attribuito alla documentazione relativa ai legati il "fasc. 13", cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.

A. 20. 5. b. 5 Patrimonio di questa chiesa parrocchiale (1) 1677; 1719 - 1949 05 Documentazione relativa all'amministrazione e gestione del patrimonio della chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone: compravendite, convenzioni, aste di beni immobili, atti vari e carteggio della fabbriceria, locazioni di fondi (1866-1935), fogli di possesso fondiario, equivalente d'imposta, diffide di pagamento, iscrizione di beni al libro fondiario, repertorio degli atti soggetti a tassa di registro, nomine di sindaci, inventari del patrimonio, stato patrimoniale ed economico, prestiti di guerra, ecc. Fascicolo, cc. 466 Note (1) Il titolo è stato attribuito in base a quello del protocollo di don Antonio Piffer, cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1. I fascicoli contenuti all'interno dell'unità sono stati formati dal parroco don Giovanni Maestranzi.

A. 20. 6. b. 6 "Beneficio parrocchiale. Documenti diversi" (1) 1700 - 1952 06 Documentazione relativa alla gestione e amministrazione del patrimonio del beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone: contratti di locazione e rinnovazioni (1700-1834), carteggio e atti relativi a decime e altri diritti (1741-1856) (2), diritti di stola (1728-1826), carteggio e atti relativi a lavori eseguiti alla canonica e a diritti d'acqua (1819-1914), eredità, diritti di proprietà su boschi, transazione seguita tra il parroco e il comune di Baselga per la fornitura della legna al sacerdote (1890), sanatoria per oneri missari, carteggio e atti relativi allo svincolamento della gleba, prospetti statistici, prestiti di guerra austriaci (1915-1916), ecc. Busta, cc. 314 Note (1) Presumibilmente il titolo è stato attribuito da don Silvino Alfonso Pozza che ha raccolto all'interno della busta carteggio sciolto e fascicoli formati, per la maggior parte, da don Giovanni Maestranzi. (2) Altra documentazione relativa a diritti di decima si trova nella b. 8 della presente serie.

A. 20. 7. b. 7 "Legati don Orazio Luchi e Luchi Lanferri" (1) 1724 - 1932 07

49

Carteggio e atti relativi al beneficio semplice fondato da don Orazio Lucchi (2): documento di fondazione (1724), documentazione relativa alla costituzione di documenti ipotecari (1731-1768), carteggio e atti relativi all'amministrazione del patrimonio beneficiale, assegnazioni, compravendite, fassione (1878), ecc. (3) Busta, cc. 143 Note (1) Il titolo è stato attribuito dal parroco don Alfonso Silvino Pozza riprendendolo dalla busta originariamente costituita da don Giovanni Maestranzi e che fu utilizzata da don Francesco Ermon per contenere la documentazione relativa alla curazia di Vigolo Baselga (cfr. b. n. 1 della presente serie). (2) Don Orazio Lucchi da Riva del Garda fu parroco di Baselga del Bondone dal 1599 al 1647. Egli con testamento del 28 aprile 1642 fondò un beneficio semplice di una messa quotidiana da celebrarsi nella chiesa di Baselga del Bondone, agevolando alla concorrenza di detto beneficio la linea mascolina Lanferri. Il 24 agosto 1724, in seguito ad ordine vescovile, le messe vennero ridotte a tre in settimana con l'obbigo di versare un contributo per i sacri arredi della parrocchiale; lo ius patronatus rimase privilegio della famiglia Lanferri. In conformità al decreto vescovile del 23 novembre 1907 il beneficio Lucchi-Lanferri venne incorporato al patrimonio della chiesa parrocchiale. (3) Alla fine della busta si trovano dei fascicoli vuoti predisposti da don Maestranzi.

A. 20. 8. b. 8 "Beneficio parrocchiale. Fassioni - congrua. Fassioni equivalente-imposta. Conti intercalari beneficio. Atti consegna. Locazioni anche di chiesa. Documenti mutuo ecc. del beneficio parrocchiale. Fogli di possesso" (1) 1724 - 1953 08 Documentazione relativa alla gestione e amministrazione del patrimonio del beneficio parrocchiale di Baselga e al mantenimento del parroco pro tempore: "Questioni tra curazie e parrocchia", carteggio e atti relativi alla contribuzione della congrua da parte delle chiese soggette (1724-1884); "Fassioni. Diritti antiquati" (1811-1885); carteggio e atti con varie autorità politiche, civili e religiose in merito alla congrua; atti relativi alla commisurazione dell'equivalente d'imposta; atti di consegna del beneficio (1831-1953); conti intercalari (1852-1905); documenti ipotecari estinti; fogli di possesso fondiario; estratti vecchi aggravi; contributi e stipendi per cooperatori; carteggio, atti e documentazione riguardanti in generale le rendite del beneficio. Busta, cc. 696 Note (1) Il titolo è stato attribuito dal parroco don Alfonso Silvino Pozza. All'interno la busta è costituita da carteggio sciolto e da fascicoli predisposti da don Giovanni Maestranzi, da don Francesco Ermon e dallo stesso Pozza.

A. 20. 9. b. 9 "Lite dei novali. (Decime)" (1) 1742 (copia); 1793 - 1838 09 Carteggio e atti relativi ad una causa promossa dal parroco di Baselga in merito ai diritti di decima dei "novali e quasi novali" (2) che la comunità di Vigolo Baselga si rifiutava di corrispondere allo stesso a titolo di congrua (3). Fascicolo, cc. 172 Note (1) Il titolo è stato attribuito, presumibilmente e forse provvisoriamente, da don Francesco Ermon. (2) "Novale o quasi novale": fondo boschivo, prato, palude che a memoria d'uomo non sia mai stato ridotto a coltura. (3) Il parroco di Baselga percepiva a titolo di congrua la quarta di decima su tutta l'estensione della sua parrocchia. In base ad una transazione del 7 dicembre 1795 percepiva, in condivisione con la Mensa vescovile di Trento, la metà della decima dei novali o quasi novali di Vigolo. 50

A. 20. 10. b. 10 "Curazia di Cadine" (1) 1743 - 1942 10 Carteggio e atti relativi alla curazia dipendente di Cadine: investitura di un campo di proprietà della chiesa (1743); testamento del curato don Benedetto Giovanni Rigotti (1745; 1901); capitoli della chiesa di Cadine (1761; 1853-1887); carteggio e atti relativi a vari legati (sec. XVIII-1881); fonte battesimale e atti relativi (1801; 1908); "Miscellanea" (1810-1906; 1942) (2); documentazione relativa alla fabbrica della nuova chiesa (1855-1861); diritti di stola bianca (1860-1869); nomine di curati, cooperatori e nuovo parroco con assegnazioni della congrua (1860-1885; 1942); atti di consegna (1906-1941); conti intercalari; visite pastorali; ecc. Busta, cc. 265 Note (1) Il titolo è stato attribuito dal parroco don Giovanni Maestranzi. La busta contiene sia documentazione sciolta che fascicoli redatti dallo stesso Maestranzi; alcuni fascicoli sono stati predisposti da don Francesco Ermon. (2) La documentazione contenuta in questo fascicolo è costituita per la maggior parte da corrispondenza e carteggio tipici di un ufficio curaziale/parrocchiale.

A. 20. 11. b. 11 "Chiesa: fabbricato, restauri, altari, mobili, campane, statue" (1) 1769 - 1945 11 Carteggio e atti relativi a lavori o interventi eseguiti sull'edificio sacro e sui suoi arredi: collocazione di un crocefisso, contributi per i banchi, indoratura dell'ostensorio, acquisti di candelieri e vasi sacri, organo, realizzazione di un gonfalone, progetti e carteggio relativo alla realizzazione del nuovo cimitero, campane, pavimentazione della zona sottostante i banchi, decorazione della chiesa, statua della Vergine, vetrate artistiche, restauri, croce votiva, ecc. Fascicolo, cc. 199 Note (1) Originariamente la busta riportava il titolo "Affari correnti. 1904" che è stato cassato e sostituito dall'attuale molto probabilmente di mano di don Alfonso Silvino Pozza. Al suo interno sono contenuti fascicoli redatti e confezionati da don Giovanni Maestranzi e da don Francesco Ermon.

A. 20. 12. b. 11 "Miscellanea" 1785 - 1902 12 Notizie sulle parrocchie e sui parroci della diocesi di Trento redatte da p. Giovanni Grisostomo [Tovazzi] (1785), cronologia dei parroci della diocesi, "Prosodia sacra" (1870), carteggio e atti appartenenti alla parrocchia di Turano (1893-1897), autorizzazione alla traslazione dei resti mortali di un sacerdote nell'ossario del suo convento (1899), regole di aritmetica, prediche, copia di un documento del 1337 relativo alla nomina del parroco di Baselga don Bartolomeo da Trento (sec. XIX ex.-1902) Fascicolo, cc. 95

A. 20. 13. b. 12 "Pia fondazione Sardagna e Baldessari" (1) 1793 - 1939 51

13 Documentazione relativa alla gestione ed amministrazione del pio fondo costituito dalle Fondazioni Baldessari (2) e Sardagna (3): distribuzione del legato Sardagna (1793-1799), documenti di credito estinti sia del fondo Baldessari che del fondo Sardagna, copia del testamento Sardagna, liquidazioni, atti amministrativi, esenzione dell'equivalente d'imposta, passaggi di amministrazione, prestiti di guerra austriaci, ecc. Busta, cc. 431 Note (1) Il titolo è presumibilmete stato attribuito da don Alfonso Silvino Pozza il quale, oltre ad aver confezionato i fascicoli contenuti all'interno, ha riutilizzato come contenitore della documentazione un precedente faldone contrassegnato originariamente dal titolo "50 - 99. B". (2) Teresa Pisoni vedova di Giuseppe Baldessari con suo testamento del 10 maggio 1842 lasciò un importo di 140 fiorini alla chiesa di Baselga con l'onere della celebrazione di sei messe annue perpetue, tra l'altro stabilì di istituire erede della sua facoltà un "Pio fondo" a beneficio dei poveri dei quattro paesi componenti la parrocchia di Baselga. Esecutori testamentari e amministratori furono il parroco di Baselga con i curati di Sopramonte, di Cadine e il primissario di Vigolo. Dal 3 agosto 1877 venne nominato amministratore della fondazione, unita a quella istituita da Ignazio Sardagna, Ignazio Cimadom. (3) Il conte Ignazio Leopoldo Sardagna di Trento con suo testamento del 6 luglio 1771 legò alla parrocchia di Baselga ragnesi 1000 con l'onere della sovvenzione annua ai poveri di Sopramonte (per una metà) e a quelli del resto della parrocchia (per la restante metà).

A. 20. 14. b. 13 "Leonesi" (1) 1902 - 1925 (con documento del 1890) 14 Carteggio, atti e quietanze relative alla ventilazione ereditaria di Giovanna Leonesi (1902-1905) (2), atti relativi all'amministrazione del patrimonio, resoconti (1906-1912), carteggio relativo alla commisurazione dell'equivalente d'imposta (1907-1925), prospetto della sostanza, inventario del patrimonio, capitali, prestiti di guerra austriaci (1915-1917), ecc. Busta, cc. 187 Note (1) La busta è stata predisposta presumibilmente da don Alfonso Silvino Pozza e contiene fascicoli costituiti da don Giovanni Maestranzi, da don Francesco Ermon e dallo stesso Pozza. (2) Giovanna fu Giovanni Leonesi da Baselga, unica erede di don Paride Leonesi cooperatore e maestro di scuola a Baselga del Bondone dal 1841 al 1896, morì il 12 dicembre 1902. Nel suo testamento del 4 novembre 1901 nominò sua erede la chiesa di Baselga a condizione che questa costituisse un capitale per l'erezione di un ricovero per poveri oppure di un asilo per l'educazione della gioventù. La fondazione avrebbe dovuto essere presieduta dal parroco pro tempore ed amministrata con il capo comune senza però alcun obbligo di resa di conto. La Leonesi nominò suo esecutore testamentario Ignazio Cimadom già amministratore della fondazione Baldessari-Sardagna.

A. 20. 15. b. 13 "Atti ufficiosi. 1921-40" (1) 1921 - 1940 15 Documentazione di vario genere pervenuta al parroco nella sua veste di rappresentante dell'ente parrocchia: certificazioni anagrafiche, carteggio e atti riguardanti la chiesa, circolari, carteggio riguardante i vari enti ecclesiastici della parrocchia, facoltà concesse, corrispondenza, ecc. Busta, cc. 513 52

Note (1) Di seguito al titolo: "(non tutti). E' necessario metterli nelle apposite teche". Il titolo è di don Umberto Giacomelli.

53 serie 21 Carteggio e atti, 1725 - 1955

Contenuto La serie è formata da cinque fascicoli contenenti la documentazione prodotta o ricevuta dal parroco pro tempore di Baselga del Bondone relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale. Questa documentazione è costituita dal carteggio e dagli atti che non presentavano segni evidenti dell'intervento di riordino attuato dai parroci che si avvicendarono nell'amministrazione della parrocchia di Baselga.

A. 21. 1. b. 1 Documenti di privati 1725 - 1887; 1933 Assicurazioni di dote e restituzioni di beni dotali, testamenti, dazioni in pagamento, ecc. relativi a vari privati (1725-1786; 1807); compravendite, testamenti, permute, ecc. appartenenti presumibilmente alla famiglia F. di Baselga del Bondone (1743-1790); compravendite, costituzioni di censi, carteggio relativo all'esonero del suolo, ecc. della famiglia B. di Baselga del Bondone (1760- 1804; 1859); documentazione relativa a liti e questioni tra privati dove il parroco è coinvolto in qualità di arbitro o di intermediario (1789; 1821-1887; 1933) Fascicolo, cc. 447

A. 21 . 2. b. 2 Carteggio e atti 1738 - 1955 Concessione della facoltà di erigere le stazioni della Via Crucis (1738), conferimento alla chiesa parrocchiale di Baselga del titolo di arcipretale (1929), indulgenze, benedizioni, carteggio relativo ad associazioni e opere pie, carteggio e atti attinenti all'anagrafe, corrispondenza con varie autorità politiche o religiose, carteggio relativo ad "affari scolastici", nomine e rinunce di cooperatori parrocchiali e di parroci, tassatori, ecc. Fascicolo, cc. 377

A. 21. 3. b. 3 Rapporti con autorità religiose 1754 - 1952 Circolari, disposizioni, corrispondenza, comunicazioni con autorità religiose quali il decano di Calavino e l'Ordinariato vescovile di Trento. Fascicolo, cc. 303

A. 21. 4. b. 3 Rapporti con autorità civili 1804 - 1921 Circolari, disposizioni, oridinanze, comunicazioni e corrispondenza con autorità politico/civili quali il Giudizio distrettuale di Vezzano, il Capitanato circolare di Trento, l'Ispettorato scolastico distrettuale, ecc. Fascicolo, cc. 288

54

A. 21. 5. b. 3 "Legato Ignazio e Giovanni Cimadom pro studenti. Verbali delibere e approvazioni Provveditorato agli studi" (1) 1931 - 1945 Documento di fondazione (1931 mag. 7), verbali delle sessioni del consiglio di amministrazione, cassa (1932-1939), quietanze relative all'assegnazione degli importi all'Asilo di Baselga, assegnazioni a nubende e a studenti, rendiconti, carteggio con il Provveditorato agli studi di Trento per l'approvazione dei resoconti e in merito alle quote assegnate, ecc. Fascicolo, cc. 98 Note (1) Ignazio fu Giovanni Cimadom, già capocomune di Baselga e amministratore delle fondazioni Baldessari-Sardagna e Leonesi, morì il 21 marzo 1914. Nel suo testamento dispose che dopo la sua morte e quella del fratello Giovanni parte della loro sostanza dovesse essere impegnata a sovvenzionare giovani studenti "che proseguiranno gli studi ginnasiali, di università o seminario tanto in teologia che in filosofia e in ogni altra carriera compresa quella di maestro di scuola". Nelle sue disposizioni privilegiò in primo luogo i discendenti della famiglia Cimadom ma si premurò di specificare che se non vi fossero stati studenti suoi discendenti, i frutti del legato potessero essere goduti da altri giovani studiosi di Baselga, da giovani nubende o devoluti alla pia fondazione Leonesi di Baselga. L'amministrazione del suddetto legato era affidata al parroco pro tempore.

55

Ente Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta [1183] - 1987 gennaio 24

Luoghi Baselga del Bondone (Trento, Tn)

Altre forme del nome Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 01/01/1901 - 31/12/1943

Storia Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali

56 vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

Del beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone non esiste alcun documento di fondazione (1). Nei secoli scorsi venne incrementato da alcuni lasciti tra i quali quello di don Valentino Baldessari da Baselga, costituito da un fondo boschivo situato a Baselga in località "al Tinel", e quello di don Paride Leonesi morto il 15 gennaio 1896. La canonica è sempre stata di proprietà del beneficio e venne costruita ex novo dal pievano Cristano Durckhainer il quale, sull'urbario da egli stesso approntato a partire dal 1534 (2), dichiarò di averla costruita "ut deinceps plebanus possit habitare in loco proprio"(3) mettendo in evidenza quindi che prima della sua nomina il pievano non era provvisto di abitazione idonea. Alla canonica era annesso un altro edificio nel quale si trovava un torchio, "etiam pratum annexum cum hortulo ac subtus domum campum arrativum duorum stariorum seminis"(4). Da tempo immemorabile le ville di Baselga, Sopramonte, Vigolo e Cadine dovevano provvedere ad ammannire un onorario sia per il pievano che per i suoi cooperatori. Inoltre il pievano vantava il diritto della quarta parte di decima sui raccolti sia di Baselga che degli altri villaggi situati nel territorio della pieve. Per quanto riguarda i diritti di decima dei novali o quasi novali (5) di Vigolo percepiva, in base ad una transazione del 7 dicembre 1795, la metà della decima in condivisione con la Mensa vescovile di Trento. Nel corso dei secoli vi furono spesso delle controversie insorte in merito ai diritti pretesi dal parroco e conseguenti rivolte proteste della popolazione costretta alle contribuzioni. Esempio di ciò si trova in una causa promossa dal pievano nel secolo XVIII contro la comunità di Vigolo che si opponeva alla contribuzione dei novali (6). In risposta alle pretese del pievano vi erano però gli obblighi religiosi e pastorali dai quali egli non poteva esimersi. Egli aveva quindi l'obbligo di provvedere non solo alla cura delle anime della stazione ove risiedeva ma anche a quella di tutte le altre "filiali" celebrando la messa nelle varie chiese in determinati giorni dell'anno e in occasioni particolari legate alle festività o ricorrenze (7). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987) a decorrere dal 24 gennaio 1987 il beneficio è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente "Parrocchia dell'Assunta di Baselga del Bondone".

Contesto generale Diocesi di Trento. Decanato di Trento.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone";

57

Archivio "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone"; Archivio "Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone"

Note (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 6, c. 291. (2) Cfr. "Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1. (3) Ibidem, p. 25. (4) Ibidem. (5) Novali o quasi novali ridotti a coltura: fondi boschivi, prati, paludi che a memoria d'uomo, fino ad un determinato momento, non siano mai stati ridotti a cultura. (6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9. (7) Per una descrizione dettagliata delle funzioni religiose da celebrarsi nelle varie cure d'anime della parrocchia cfr. "Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, pp. 156-158.

58 fondo B Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1901 - 1943

regg. 2

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta, [1183] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di Baselga del Bondone".

Carteggio relativo all'amministrazione dei beni del beneficio per gli anni 1700-1953 si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", bb. 6 e 8.

59 serie 1 Registri di amministrazione, 1901 - 1943 (con annotazioni e aggiunte fino al 1945)

Contenuto La serie è costituita da due registri.

B. 1. 1 "Registro - vecchio del beneficio parrochiale di Baselga" 1901 maggio 9; 1905 gennaio 6 - 1943 Registro dei pagamenti degli interessi sui capitali, dei pagamenti degli affitti ed altre entrate provenienti da privati e da vari enti facenti parte della parrocchia di Baselga (1), registrazioni dei pagamenti di debiti del beneficio nei confronti di persone o enti, prospetti dei capitali, registrazioni delle obbligazioni di stato, patrimonio e spettanze del beneficio parrocchiale e dei legati fondati a favore del parroco pro tempore.

Alle pp. 83-92, 95: "Nota dell'adempimento delle messe legatarie secondo il decreto vescovile 31/12.1881", 1905 mag. 31-1922 ott. 30 Italiano Registro, legatura in tela, con indice delle parti sulla c. di guardia e indice degli enti parrocchiali all'inizio n.n., pp. 99 (bianche diverse pp.) Note (1) Per enti parrocchiali si intendono: Fondo poveri, comune di Baselga, chiesa di Vigolo, chiesa di Cadine.

B. 1. 2 "Registro nuovo del beneficio parrocchiale e legati spettanti al parroco pro tempore di Baselga" 1928 (con annotazioni e aggiunte fino al 1 gen. 1945) pp. 1-2: "Inventario del beneficio parrocchiale", elenco dei beni mobili ed immobili(1), 1928; pp. 2-3: "Capitali del beneficio parrocchiale", 1928; pp. 4-8, 16-17: "Legati missari costituiti a favore del reverendo parroco pro tempore di Baselga di Calavino", legati missari fondati a partire dal XVIII secolo, 1928 (con annotazioni e aggiunte fino al 1945 gen. 1); pp. 9-15: altre spettanze ed introiti a favore del beneficio, 1928 (con annotazioni e aggiunte fino al 1940 mag. 21). Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 17 Note (1) Tra l'elenco dei beni mobili viene citato anche "un armadio uso archivio".

60

Ente Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta [1183] - 1987 gennaio 24

Luoghi Baselga del Bondone (Trento, Tn)

Altre forme del nome Chiesa dell'Assunzione Chiesa parrocchiale dell'Assunzione della Beatissima Vergine Maria

Archivi prodotti Fondo Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone, 01/01/1534 - 31/12/1958

Storia L'origine della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone è molto antica. Non vi sono documenti o notizie certe sulla sua costruzione. Da un verbale della visita pastorale del 1962 si legge che "anticamente fosse stata una chiesa degli dei ridotta, al tempo di S. Vigilio, a chiesa cattolica. Non si sa però con quale fondamento". Essa rappresenta sicuramente la prima chiesa battesimale e la "chiesa madre" della pieve del Sopramonte. Verso la fine del secolo XVI la chiesa viene identificata con il titolo di Santa Maria di Sopramonte e poi Santa Maria di Baselga del Sopramonte. Il primo documento nel quale la chiesa viene nominata si trova su un urbario compilato, a partire dal 1534, dal pievano Cristano Durckhainer (1). Tale documento è rappresentato da un testamento, risalente al 12 giugno 1365, di Bonaventura detto "Zentil" fu Vinando da Baselga del Sopramonte nel quale stabiliva di essere sepolto nel cimitero della chiesa di Santa Maria di Baselga, "item legavit de bonis suis ecclesie Sancte Marie de Basilga unam galetam olei semel dandam convertendo in luminatione sanctorum dicte ecclesie". Sullo stesso urbario il pievano annota notizie relative ai lavori apportati alla chiesa pievana e alle sue chiese filiali, come ad esempio quella dell'ottobre 1541 quando "magister Simon pictor dipinxit in Santo Leonardo" di Vigolo Baselga. Si trova ancora che "quinta die aprilis 1543 ho comprato delle tovaglie, delli candeli, dei candeleri per el altare maior da Michael Slosser", in questo caso presumibilmente per la chiesa pievana. Altra annotazione importante è relativa alla collocazione di una croce sopra il campanile nel 1537. L'opera fu portata a termine in soli quattro giorni da mastro Paolo de Tonini il quale, per raggiungere l'importante altezza di trenta metri, utilizzò le impalcature già predisposte per i lavori al tetto della chiesa. La nota che segue dice infatti che nel maggio 1539 "mastro Gorzo con Antonio suo fiol hano reviduto tutto el tecto della chiesa". La prima visita pastorale alla chiesa di Baselga risale al 23 maggio 1537(2) e in quell'occasione non vengono fatte osservazioni particolari. Sull'urbario presente nell'archivio parrocchiale si trova notizia della realizzazione del quadro per l'altare maggiore, raffigurante la Vergine Assunta, realizzato nel 1655 e contemporaneamente dell'indoratura del tabernacolo (3). Nella visita pastorale del maggio 1751 (4) viene segnalata la necessità di "aggiustare e rifare il coperto della chiesa che ne ha molto bisogno" e di provvedere alla sua elevazione per difendere il "volto" della stessa dalla pioggia. Nella relazione del 24 aprile 1769, esposta dall'allora parroco don Ignazio Leopoldo Sardagna in occasione di un'altra visita 61 pastorale (5), vengono descritti i confini parrocchiali della chiesa di Baselga e precisamente: la parrocchia di S. Maria Maggiore di Trento "in loco dicto alla Scala", la parrocchia di Calavino "in loco dicto al Gaidos" e la parrocchia di Terlago "in loco dicto al Pontolino". Il 16 luglio 1802 il vicario generale del vescovo di Trento, monsignor Simone Albano Zambaiti, diede l'autorizzazione all'erezione delle stazioni della Via Crucis e il giorno 25 dello stesso mese frate Pierregalato da Cares dell'ordine dei frati Minori Riformati, delegato dal padre guardiano del convento di S. Bernardino "fuori di Trento", benedisse le stazioni "alla presenza di numeroso popolo" (6). La forma attuale dell'edificio di culto non è sicuramente quella originaria e il piazzale antistante anticamente era occupato dal primo luogo di sepoltura. L'attuale cimitero, realizzato tra il 1846 e il 1870, si trova poco distante dalla chiesa ed è di proprietà del Comune. Lo stile della chiesa è gotico-romanico ad una navata e due cappelle laterali; al suo interno sono presenti tre altari. Dietro l'altare maggiore, realizzato in stile barocco e in pietra e sovrastato da una cupola con angioletti, si trova la pala dell'Assunta dietro la quale, a sua volta, è contenuta in una piccola nicchia la statua della Madonna con il Bambino in braccio. Questa statua, molto antica, viene esposta nel giorno della solennità dell'Assunta. La cappella dedicata alla Madonna del Rosario è in stile gotico e situata a nord dell'edificio. Venne realizzata grazie all'intraprendenza e volontà del parroco don Orazio Lucchi il quale resse la parrocchia dal 1599 al 1648. Essa rappresenta una vera e propria opera d'arte e contiene al suo interno le statue dei santi Valentino e Vigilio. L'altare, anch'esso dedicato al S. Rosario è indorato, di notevole pregio e riporta la scritta "Altare privilegiatum"; come gli altri due presenti nell'edificio sacro è mobile. A sud si trova la cappella del santo Crocifisso che venne completamente restaurata intorno al 1958. Nel 1933 venne costruito un nuovo organo a sostituzione di uno preesistente probabilmente andato in rovina e del quale si trova notizia su un documento del settembre 1868 (7). Si tratta in particolare di una perizia attuata sullo strumento dalla quale emerge la notevole urgenza di intervento. Negli anni che seguirono venne costruita la porta e la controporta dell'ingresso principale e rinnovato e messo a norma l'impianto elettrico. Il campanile è molto antico e si ha notizia di interventi attuati a tutela della campane già a partire dal 1531 (8) quando vennero eseguiti dei lavori da un "fugator" (9) per la sistemazione o collocazione della "campana granda". Si trova notizia poi di un altro intervento di "restauro" risalente al 29 febbraio 1664 quando "fu fatta da Andrea Fisso fumadro la fune della campana minore di pelle di vaccha" (10). Nel secolo XIX erano presenti quattro campane realizzate dalla ditta Carlo Chiappani di Trento e benedette da mons. Luigi Gentilini nel 1872 (11). Nel 1928, in conseguenza all'asportazione delle campane da parte dell'esercito austriaco, venne commissionata dalla fabbriceria alla ditta Luigi Colbacchini e Figli di Trento la realizzazione di quattro nuove campane (12). Il 21 luglio 1929 "venne fatta la solenne benedizione del nuovo concerto di campane di questa chiesa arcipretale, a mezzo del reverendissimo monsignor diacono della cattedrale di San Vigilio don Baldassare Delugan" (13) e di questo dà notizia sull'urbario presente in archivio il parroco don Alfonso Silvino Pozza, il quale fu anche promotore dell'iniziativa. Lo stesso sacerdote, in un'altra annotazione, racconta che il 10 agosto 1927 vennero approntate le vetrate artistiche della chiesa acquistate grazie alla collaborazione della popolazione locale e di altri benefattori tra cui egli stesso (14). Il 31 luglio 1929 la chiesa ottenne dal vescovo Celestino Endrici il titolo di arcipretale in considerazione della "vetustità della parrocchia di Baselga di Sopramonte e il suo grande merito di essere stata la chiesa madre delle chiese dei paesi circonvicini e sede di molti parroci illustri" (15). Nel 1957 venne consolidata la cuspide piramidale del campanile, sottoposta più volte a danneggiamenti dovuti ad eventi atmosferici calamitosi come quello avvenuto nell'agosto del 1919 a causa di un fulmine (16). In applicazione alla legge n. 222 del 20 maggio 1985 e ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987) a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente chiesa dell'Assunta con annesso il

62 beneficio Lucchi-Lanferri venne estinto e il suo patrimonio confluì nell'ente Parrocchia dell'Assunta di Baselga del Bondone e in parte nell'Istituto Diocesano per il sostentamento del clero.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione" (17). I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento. Decanato di Trento.

Note

63

(1) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1. (2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 1 (1537), p. 54. (3) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 167. (4) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, c. 20. (5) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitati", n. 78 (1769), c. 155 e segg. (6) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti", fasc. 2, cc. 1-5. (7) Ibidem, "Carteggio e atti ordinati", b. 10, fasc. 10, c. 95. (8) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 112. (9) Probabilmente sinonimo di muratore ("fugar": preparare una via di fuga, praticare un foro). (10) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 170. (11) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, c. 55. (12) Ibidem, b. 10, fasc. 10, c. 171. (13) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 218. (14) Ibidem, p. 113. (15) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ", fasc. 3, c. 13. (16) Cfr. nota di don Francesco Ermon in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei morti", reg. 4, p. 36. (17) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

64 fondo C Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone, 1534 - 1958

regg. 6, bb. 2

Soggetti produttori Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, [1183] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di Baselga del Bondone". Carteggio e atti di carattere amministrativo relativi agli anni 1677-1949 si trovano in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", bb. 5 e 11.

65 serie 1 Urbari, 1534 - 1780

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è costituita da due registri che, a partire dal 1534, riportano la descrizione dei beni della chiesa pievana di Baselga del Bondone e delle sue chiese filiali. Il primo registro è stato redatto inizialmente dal parroco don Cristano Durckhainer (1) ed è molto complesso e ricco di notizie legate anche alla vita quotidiana della pieve del Sopramonte. Oltre alla descrizione relativa a tutto il patrimonio della chiesa vi si trovano infatti annotazioni in merito a lavori eseguiti all'edificio sacro, a spese sostenute durante i periodi pasquali, a censimenti della popolazione, a spese per i banchetti offerti in occasioni delle visite vescovili, ecc. Il registro è stato redatto in tempi diversi dai vari parroci presenti nella parrocchia di Baselga del Bondone e precisamente: don Cristano Durckainer che ha iniziato la compilazione e le registrazioni dal 9 maggio 1534, don Tommasino Tommasini dall'11 aprile 1586, don Orazio Lucchi dal 7 novembre 1612, don Maurizio Antorio Zanoni tra il 1743 e il 1758 e don Michele Menapace dal 27 dicembre 1819.

Note (1) Il Durckhainer fu pievano a Baselga per 29 anni, tranne una parentesi dal 1515 al 1521 dovuta ad impegni notarili presso il cardinale Bernardo Clesio, egli ricopriva infatti anche l'incarico di notaio presso la Curia arcivescovile di Trento.

C. 1. 1 "Liber ecclesie parochialis Beate Marie Virginis de Basilica emptus Tridenti IX maii MDXXXIIII per me Cristanum Durckainer plebanum eiusdem ecclesiae (1) in quo continentur omnia que ad ecclesiam pertinent" (tit. int.) 1534 maggio 9 - sec. XVIII seconda metà (con annotazioni posteriori fino al 16 gen. 1834) pp. 1-208: urbario dei beni stabili e mobili, degli affitti, dei lasciti e di quanto spettante alla chiesa di Baselga, 1534 maggio 9 - 1758 (con annotazioni e aggiunte fino al 1834 gen. 16) (2).

All'inizio, di seguito al titolo: annotazioni relative a lavori apportati alla chiesa di Baselga e ad acquisti fatti per la stessa, 1537 set. 10-1543 apr. 5; a p. 13: annotazione del parroco Ignazio Leopoldo Sardagna riguardante le croci collocate sul Doss Calchera, 1769 ago. 12; alle pp. 98-105: "Aggiustamento" in seguito ad una lite tra il parroco di Baselga e i rappresentanti della chiesa di Sopramonte in merito a contribuzioni in frumento pretese dalla parrocchiale, 1699 feb. 25; alle pp. 112-113: annotazione di don Alfonso Pozza riguardanti le finestre e le campane, 1927 ago. 10; 1929 lug. 21; a p. 132: censimento della popolazione, 1697 lug. 15; alle pp. 156-158: osservanze, consuetudini e obblighi dei parroci di Baselga relativi a celebrazioni di messe, s. d.; 66 alle pp. 166-169: annotazioni relative a lavori di innalzamento della canonica, 1656 set. 7-1661 feb. 2; a p. 167: annotazione della realizzazione del quadro dell'Assunta per l'altare maggiore e dell'indoratura del tabernacolo, 1655; a p. 170: annotazione della realizzazione della fune della campana, della sistemazione di arredi sacri per la sacrestia e della realizzazione dell'immagine del Cristo da parte del pittore Melchiorre Miller, 1664-1617; a p. 212: conferma di un voto alla Vergine Maria da parte della comunità di Baselga e determinazione dei giorni dei festeggiamenti in onore della stessa, 1628 mag. 14; 1645 apr. 13; a p. 213: spese sostenute durante vari periodi pasquali, 1538-1543; alle pp. 214-218: annotazioni degli adempimenti ai precetti pasquali nelle varie chiese della parrocchia di Baselga, 1537-1543; 1600- 1601; a p. 217r.: atto di mano del Durckhainer relativo all'immissione in possesso della chiesa di S. Maria Vergine di Calavino, 1533 nov. 17; a p. 218: annotazioni dei lavori eseguiti alla "campana granda" e alla "campana picola", 1531; 1535; alle pp. 219-260: annotazioni delle spese sostenute per il banchetto offerto in occasione della visita vescovile del 1653, protesta della comunità in merito all'elemosina dovuta al sacerdote per messe legatarie, spese per la visita pastorale del 1673 (s.d.), atti di cause, ecc., 1654 set. 9-1829 mar. 10. Italiano, latino Registro, legatura in pelle, pp. 260 (3) (bianche diverse pp.) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 7 n. 2" Note (1) Originariamente in luogo di "ecclesiae" si trovava la parola "plebis", probabilmente subito cassata e sostituita dallo stesso compilatore del titolo. (2) Nella parte dell'urbario redatta da don Maurizio Antonio Zanoni (1743-1758) si trova anche l'inventario relativo al legato Lucchi al quale fanno riferimento le annotazioni posteriori alla data. (3) Il registro riporta tre diversi tipi di numerazione delle carte: - una cartulazione più antica in alto a destra di cc. 198, dalla quale risulta evidente la mancanza delle cc. 60-140; - un'altra cartulazione eseguita a matita in basso in centro di cc. 139, nella quale si evidenzia la mancanza delle cc. 128-131; - una terza paginazione eseguita in tempi recenti, presumibilmente in occasione del restauro del registro, di pp. 260. Quest'ultima è stata eseguita con inchiostro nero e l'ausilio di un normografo. Per i rimandi alle varie parti del registro si è ritenuto opportuno fare riferimento all'ultima paginazione in quanto ritenuta meno lacunosa.

C. 1. 2 "Urbario dei beni delle chiese di Baselga, Vigolo, Cadine" (tit. dorso) 1751 aprile 16 - 1780 aprile 20 - "Urbario delli beni stabili e mobili della venerabile chiesa parochiale della Beatissima Vergine Assunta di Baselga formato l'anno 1751 li 16 del mese d'aprile", elenco di beni stabili, olio per illuminazione e capitali, 1751 apr. 16; 1769 apr. 8; - "Urbario de beni stabili della chiesa figliale di S. Leonardo e S. Monte di Vigolo soggetti a legatti pii secondo l'intenzione da leganti registrato 1749 da me infrascritto", 1751 mar. 20; - "Urbario della venerabile chiesa figliale di S. Elena di Cadine", 1780 apr. 20.

Alla fine: alcune notizie di cronaca relative alla consacrazione della parrocchia di Baselga al Sacro Cuore di Gesù, alla "peregrinatio Mariae" e a restauri fatti alla chiesa dopo la seconda guerra mondiale, 1935 giu. 2-1950.

67

Capovolgendo il registro: "Capitoli proposti alli confratelli del Santissimo Sacramento della pieve di Baselga nella congrega generale radunata per la prima volta li 13 genaio 1760 da osservarsi da medesimi per loro spirituale vantaggio e così placitati dalli medesimi", capitoli ed elezione delle varie cariche, 1760 gen. 13. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 34 n.n.

68 serie 2 Registri di cassa, 1907 - 1946

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio.

C. 2. 1 "Libro - cassa della chiesa" 1907 - 1946 dicembre 31 pp. 8-32, 39-42, 50, 221: registro delle entrate e delle uscite della chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone, 1907-1945 dic. 31; pp. 261-273: registro delle entrate e delle uscite del beneficio Lucchi-Lanferri, 1923 mag. 4-1940 set. 5; pp. 277-288: "Cassa della divina Provvidenza...", 1930 mar. 4-1932 apr.22; pp. 289-298: registro delle entrate e delle uscite del "Fondo-campane", 1921 giu. 30-1930 feb. 26.

A p. 1: "Metodo di pulire i vasi sacri o candelieri indorati e inargentati", 1932 ago. 28; a p. 2: annotazione relativa all'elevazione ad arcipretale della chiesa parrocchiale di Baselga avvenuta in data 15 agosto 1929, s.d. (1); alle pp. 4-5, 46-47: incanti degli stabili di proprietà della chiesa, 1925-1942; a p. 43: protocollo di seduta della fabbriceria, 1919 giu. 16; alle pp. 45, 48 e 49: deliberazioni in merito a lavori da eseguirsi alle campane, 1921 dic. 16-1928 dic. 9. Italiano Registro, legatura in tela, pp. 298 (bianche le pp. 6-7, 33, 81, 222-260, 275--276, 278-279 Note (1) Vedi anche l'atto relativo in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti", b. 2.

69 serie 3 Registri dei verbali della fabbriceria, 1925 - 1932

Contenuto La serie è costituita da un registro.

C. 3. 1 "Libro dei protocolli della fabbriceria della chiesa parrocchiale di Baselga" 1925 ottobre 18 - 1932 luglio 22 Registro dei verbali delle sedute della fabbriceria della chiesa e del beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 6 n.n.

70 serie 4 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1705 - 1873

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali i sindaci e giurati della chiesa di Baselga del Bondone, eletti dalla comunità, annotavano le entrate e le uscite relative al patrimonio della chiesa e le rese di conto annuali. Il saldo veniva presentato e sottoscritto dal pievano.

C. 4. 1 "Entrata e uscita. 1705" (tit. dorso) 1705 agosto 9 - 1785 maggio 21 Registro delle rese di conto dei sindaci della chiesa parrocchiale di Baselga. Italiano Registro, legatura in pergamena, cc. 138 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fasc. 2 n. 6"

C. 4. 2 "Rendiconto amminiatrazione chiesa dal 1786 al 1872" (tit. dorso) 1786 maggio 21 - 1873 In corrispondenza dell'anno 1812 si trova annotato: "Uscita ed entrata per l'anno 1812 nel quall'anno, in forza del decreto della legge italica del 15 settembre 1807, furono istituite le fabbriccierie, l'impegno de qualli dura per anni 5" (1); alla fine dell'anno 1832: annotazione relativa alla donazione di tre lampade d'ottone argentate e di altri mobili "per maggior ornamento e decoro" della chiesa, 1834 mag. 9; solo per l'anno 1866: "Inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale di Baselga assunto alla fine dell'anno 1866", [1866]. Italiano Registro, legatura in pelle, cc. 109 n.n. Note (1) In seguito a tale annotazione la metodologia adottata nelle registrazioni rimane comunque immutata.

71 serie 5 Resoconti, 1866 - 1958

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

La serie è formata da due buste contenenti resoconti e documentazione di corredo relativi alla chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone. Dall'anno 1907 e fino a tutto il 1939 sono conservati assieme ai resoconti della chiesa, separati o sullo stesso prospetto, anche i resoconti del beneficio Lucchi-Lanferri. Il patrimonio di tale beneficio venne annesso a quello della chiesa parrocchiale in seguito a decreto vescovile del 23 novembre 1907.

C. 5. 1. b. 1 Resoconti 1866 - 1898 Nn. 1 - 32 Resoconti e documenti di corredo. Busta, cc. 602 n.n.

C. 5. 2. b. 2 Resoconti

72

1900 - 1958 Nn. 33 - 70 Resoconti e documenti di corredo. Busta, cc. 550 n.n.

73

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1709 febbraio 28 - sec. XX seconda metà

Luoghi Baselga del Bondone (Trento, Tn)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, 01/01/1708 - 31/12/1963

Storia La confraternita del SS. Sacramento di Baselga del Bondone, di cui si trova notizia nella visita pastorale del 2 ottobre 1723, venne eretta canonicamente il 28 febbraio 1709 (1). Su un registro dei conti dei "ministri" di detta confraternita si trovano annotati gli iscritti e le iscritte già a partire dall'anno 1708 (2), probabilemente in considerazione del fatto che era già stata presentata richiesta per ottenere l'erezione ufficiale presso l'autorità ecclesiastica. Sull'atto di erezione vennero trascritti e quindi approvati anche gli statuti. Da questi si evince che ogni confratello era tenuto a munirsi di candela e a "farsi fare la vesta" ossia l'abito di colore rosso da indossare durante le processioni del SS. Scramento che si tenevano tutte le terze domeniche del mese e nel giorno della solennità del Corpus Domini. Ogni anno era obbligo degli stessi versare quattro carantani "al bancho in chiesa", a contributo per l'acquisto delle candele e per altre spese. Su un successivo statuto stilato il 14 maggio 1795, per i confratelli inadempienti, venne stabilito che "passato lo spazio d'anni due, principiando dall'anno corrente 1795, senza soddisfare le sue annate mancanti entro il terzo anno, adesso per allora s'intenderanno cessati dal libro della compagnia e saranno privi delle sante messe" (3). Il parroco di Baselga venne nominato rettore della confraternita, con l'assistenza di quattro priori rappresentati dal curato pro tempore di Cadine, dal primissario di Vigolo e dal cooperatore di Baselga con quello di Cadine. Il rettore era poi affiancato da un massaro, o primo coadiutore, il quale provvedeva alla gestione degli incassi con regolare presentazione di resoconto a fine anno. Vi era pure un "riscotitore", o secondo coadiutore, il quale teneva nota delle tasse pagate dagli iscritti per poi consegnarle al massaro; questi era seguito da altri cinque coadiutori con compito di vigilanza sull'osservanza delle regole da parte di tutti i confratelli (4). La confraternita ebbe un periodo di stasi fino al 1924 quando venne nominato parroco di Baselga don Silvino Alfonso Pozza. Egli reintrodusse l'ora di adorazione al Santissimo e il 6 giugno 1944 presentò domanda presso la Curia arcivescovile di Trento per poter rierigere la confraterntita. Il vescovo Carlo de Ferrari acconsentì purchè questa fosse aggregata alla "Primaria di S. Andrea e Claudio in Roma"(5) cosa che avvenne, causa gli eventi bellici, solo 14 novembre 1945. Dalla documentazione presente in archivio si deduce che la confraternita rimase attiva fino alla seconda metà del Novecento.

Condizione giuridica Associazione ecclesiale di laici

Funzioni, occupazioni e attività 74

Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. Nel 1878 il vescovo Benedetto Riccabona stabilì nuove norme per l'erezione delle confraterntite nella diocesi di Trento, ferme restando le norme generali stabilite da Clemente VIII (Cfr. Foglio diocesano di Trento, Anno 1878 n. 6, p. 47). Per le confraternite erette dai vescovi era prevista la presentazione all'Ordinariato dell'abbozzo dei capitoli o statuti per la relativa approvazione, nei quali si doveva indicare un sacerdote da destinarsi a presidente della confraternita, di solito il curatore d'anime. Per il lucro delle indulgenze inoltre, la confraternita eretta doveva errera aggregata ad un'arciconfraternita, previa licenza dell'Ordinariato. Per le confraternite eretta dai generali degli ordini religiosi era necessaria l'autorizzazione scritta dell'Ordinariato per la valitità dell'erezione. Il Regio Decreto n° 1276 del 28 giugno 1934 conferiva la Personalità Giuridica alle Confraternite, sancita poi sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 187 del 10 agosto 1934.

Contesto generale Diocesi di Trento. Decanato di Trento.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone" "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali"

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 37 (1723), c. 552.

75

(2) Cfr. "Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone", "Registri delle rese di conto dei ministri", reg. 1. (3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, cc. 109 e segg. (4) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, c. 112 e "Confraternita del SS. Sacramento di Baselga del Bondone", "Registri delle rese di contro dei ministri", reg. 1, nota all'inizio. (5) Cfr. "Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone", "Registri degli iscritti", reg. 3, nota all'inizio.

76 fondo D Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, 1708 - 1963

regg. 6, quad. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1709 febbraio 28 - sec. XX seconda metà

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di Baselga del Bondone".

Documentazione relativa alla confraternita per gli anni 1707-1911si trova in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di cassa generale", regg. 1 e 2 e in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di amministrazione dei legati", reg. 3.

77 serie 1 Registri degli iscritti, 1777 - 1963

Contenuto La serie è formata da quattro registri e un quaderno sui quali venivano annotati i confratelli iscritti con, generalmente, l'annotazione del pagamento delle tasse annuali.

D. 1. 1 "Confraternitas Sanctissimi Sacramenti" (tit. int.) 1777 - 1820 Registro dei pagamenti delle tasse annuali da parte dei confratelli e consorelle suddivisi per le località di Baselga del Bondone, Vigolo Baselga, Sopramonte e Cadine. Italiano Registro, legatura in pelle, con appigli, cc. 212 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 36"

D. 1. 2 "Registro degli confratelli e consorelle del Santissimo Sacramento della parrocchia di Baselga rinovato l'anno 1821" 1821 - 1883 Registro dei pagamenti delle tasse annuali da parte dei confratelli e consorelle suddivisi per le località di Baselga del Bondone, Vigolo Baselga, Sopramonte e Cadine. Italiano Registro, (parzialmente a rubrica), legatura in mezza pergamena, cc. 129 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 58"

D. 1. 3 "Registro dei soci della agregazione del SS. Sacramento di Baselga" 1945 dicembre 3; 1946 gennaio Registro dei confratelli e delle consorelle del SS. Sacramento con annotazione del pagamento delle tasse annuali.

All'inizio, sulla c. di guardia: "Origine dell'agregazione del SS. Sacramento di Baselga", cronaca del parroco Alfonso Silvino Pozza relativa all'aggregazione della confraternita del SS. Sacramento di Baselga all'arciconfraternita di Roma avvenuta il 6 giugno 1944, 1954 nov. 21. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 5

D. 1. 4 "Confraternita del SS. Sacramento. Baselga. 1945" 1946 - 1952 Registro dei confratelli e delle consorelle del SS. Sacramento con annotazione del pagamento delle tasse annuali. Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 14 n.n. 78

D. 1. 5 "Elenco confratelli e consorelle del Santissimo Sacramento Baselga" 1953 - 1963 Registro, legatura in carta, cc. 12 n.n.

79 serie 2 Registri delle rese di conto dei ministri, 1708 - 1907

Contenuto La serie è costituita da un registro.

D. 2. 1 "Libro delli conti ciovè entratta et ussita della confraternita del Santissimo Sacramento eretta nella parochiale di Baselga l'anno 1708" (tit. int.) 1708 maggio 15 - 1907 gennaio 17 Registro delle rese di conto dei "ministri" della confraternita coadiuvati da due assistenti.

Mancano le rese di conto relative agli anni 1724 e 1729.

All'inizio, di seguito al titolo: annotazione inerente la decisione di non celebrare messe per i confratelli defunti in caso di mancato pagamento della tassa di iscrizione per tre anni consecutivi, 1738 mag. 16.

Capovolgendo il registro, a rubrica: "Libro maiesto o sii registro delli confratelli e consorelle del S.mo Sacramento della parochia di Vigol Basserla ereta l'anno 1707" (tit. int.) (1), registro degli iscritti, [1708] (2). Italiano Registro, legatura in pelle, con parti a rubrica, cc. 252 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 23" Note (1) Una parte degli iscritti sub lettera "V" si trova, capovolta, in corrispondenza delle ultime registrazioni delle rese di conto. (2) Sulla coperta del registro capovolto si trova scritta la data "1708" che presumibilmente corrisponde alla data in cui si sono iniziate le registrazioni degli iscritti.

80 serie 3 Registri di amministrazione, 1906 - 1952

Contenuto La serie è composta da un registro.

D. 3. 1 "Registro dei confratelli del SS. Sacramento dall'anno 1906" 1906 - 1952 agosto 3 pp. 1-42: registro degli iscritti in ordine alfabetico per cognome, 1906-1928; pp. 62-136: registro delle rese di conto annuali con, frammisti, verbali delle adunanze (1), 1908 lug. 19-1952 ago. 3. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 136 Note (1) In occasione delle adunanze venivano presentati i resoconti per la loro approvazione.

81

Ente Confraternita del Santissimo Rosario [1762] - sec. XX seconda metà

Luoghi Baselga del Bondone (Trento, Tn)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, 01/01/1878 - 31/12/1947

Storia La confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone era attiva già nel secolo XVII, di essa venne infatti fatta menzione in occasione della visita pastorale del 1673 (1). Anche nell'archivio parrocchiale sono conservati alcuni documenti che ne segnalano la presenza dal 1762 fino al 1777 (2). Tale documentazione è comunque scarsa e non consente di delineare con chiarezza l'evoluzione di tale ente. Dopo un'ampia parentesi di un centinaio di anni, con decreto vescovile n. 2391 del 30 settembre 1877 (3), la confraternita del Santissimo Rosario venne rieretta canonicamente e nell'occasione venne approvato anche lo statuto. Dalla documentazione presente in archivio si nota che tale confraternita rimase attiva sicuramente fino al secondo dopoguerra.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. 82

Nel 1878 il vescovo Benedetto Riccabona stabilì nuove norme per l'erezione delle confraterntite nella diocesi di Trento, ferme restando le norme generali stabilite da Clemente VIII (Cfr. Foglio diocesano di Trento, Anno 1878 n. 6, p. 47). Per le confraternite erette dai vescovi era prevista la presentazione all'Ordinariato dell'abbozzo dei capitoli o statuti per la relativa approvazione, nei quali si doveva indicare un sacerdote da destinarsi a presidente della confraternita, di solito il curatore d'anime. Per il lucro delle indulgenze inoltre, la confraternita eretta doveva errera aggregata ad un'arciconfraternita, previa licenza dell'Ordinariato. Per le confraternite eretta dai generali degli ordini religiosi era necessaria l'autorizzazione scritta dell'Ordinariato per la valitità dell'erezione. Il Regio Decreto n° 1276 del 28 giugno 1934 conferiva la Personalità Giuridica alle Confraternite, sancita poi sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 187 del 10 agosto 1934.

Struttura amministrativa Dallo statuto appare che a reggere la confraternita era preposto il parroco pro tempore coadiuvato da quattro priori e da cinque consiglieri. Al rettore spettava il compito di "ascrivere" i confratelli e le consorelle alla compagnia dietro pagamento di 10 soldi, di benedire le vesti, i rosari o corone e le candele; provvedeva inoltre ad impartire "l'indulgenza in articolo di morte" (4). Il primo rimo priore era rappresentato dal curato di Cadine, il secondo dal primissario di Vigolo Baselga, il terzo e il quarto rispettivamente dal cooperatore di Baselga e dal cooperatore di Cadine. Al massaro, o primo consigliere, spettava il compito della riscossione delle tasse dei confratelli e della resa di conto entro il mese di ottobre, mentre agli altri quattro consiglieri spettava il compito di procurare "l'incremento ed il cristiano decoro della confraternita". Gli inadempienti per tre anni consecutivi al pagamento della tassa di iscrizione venivano espulsi dalla confraternita.

Contesto generale Diocesi di Trento. Decanato di Trento.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone"; Archivio "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone"; "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali"

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 17 (1673), c. 380. (2) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, cc. 169-182. (3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Libro B", (673) n. 2391. (4) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, cc. 184-186.

83 fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, 1878 - 1947

regg. 2

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Rosario, [1762] - sec. XX seconda metà

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di Baselga del Bondone".

Documentazione relativa alla confraternita per gli anni 1762-1904 si trova in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di cassa generale", regg. 1 e 2 e in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di amministrazione dei legati", reg. 3.

84 serie 1 Registri degli iscritti, 1878 - 1929

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale venivano annotati i confratelli iscritti con, generalmente, l'annotazione del pagamento delle tasse annuali.

E. 1. 1 "Elenco confratelli e consorelle. Confraternita del Santissimo Rosario" (1) 1878 - 1896; 1909 - 1916; 1926 - 1929 Registro degli iscritti alla confraternita con annotazione dei pagamenti delle tasse annuali. Italiano Registro a rubrica, legatura in mezza pelle, cc. 45 n.n. Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 210" Note (1) "Elenco confratelli e consorelle": aggiunta posteriore di altra mano.

85 serie 2 Registri di amministrazione, 1878 - 1947

Contenuto La serie è costituita da un registro.

E. 2. 1 "Resiconti sopra l'amministrazione della confraternita del Sacratissimo Rosario dall'anno 1878 sino ***" 1878 novembre 28 - 1947 dicembre 11 Rese di conto a partire dall'anno amministrativo 1877/78.

A p. 41: "Protocollo d'adunanza generale dei confratelli del S. Rosario", adunanza per la nomina delle nuove cariche, 1924 set. 14.

Capovolgendo il registro: verbali delle adunanze della confraternita, 1891 set. 25-1901 set. 29; 1920 set. 26-1945 set. 30. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 60, 42 (1) Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 218" Note (1) Le pp. 1-42 sono relative al registro capovolto.

86

Ente Asilo infantile "Fondazione Leonesi" 1927 - 1962

Luoghi Baselga del Bondone (Trento)

Archivi prodotti Fondo Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 01/01/1922 - 31/12/1962

Storia Giovanna fu Giovanni Leonesi da Baselga morì il 12 dicembre 1902, dopo una lunga malattia che l'aveva costretta a letto per ben 35 anni. Don Paride Leonesi, suo fratello e cooperatore nonché maestro di scuola a Baselga del Bondone dal 1841 al 1896, le lasciò in eredità circa 45.000 corone raccomandandole, nel suo testamento, il paese di Baselga a lui tanto caro. La Leonesi, con disposizione testamentaria del 4 novembre 1901, nominò sua erede la chiesa di Baselga a condizione che questa costituisse un capitale per l'erezione di un ricovero per poveri o di un asilo per l'educazione della gioventù. Stabilì anche che la fondazione doveva essere presieduta dal parroco pro tempore ed amministrata in comunione con il capocomune; non vi era obbligo di resa di conto. La chiesa adempì alle volontà della defunta, costituì il capitale e, grazie anche alla collaborazione della popolazione, eresse un edificio. Nel 1914, dopo un primo tentativo di utilizzarlo come ricovero per poveri ammalati, questo venne destinato come locale per l'educazione della gioventù. L'asilo, che prese il nome dalla sua benefattrice, intraprese la sua attività educativa già a partire dal 1914 ma venne ufficialmente costituito come ente nel 1927 con la stesura di un regolare statuto. Alla sua rendita venne in seguito incorporato un lascito di Giovanni fu Giovanni Cimadom da Baselga, morto il 18 dicembre 1927. Nell'edificio trovarono sede, con il tempo, anche la scuola elementare, fino al 1952, e l'abitazione delle suore incaricate dell'educazione dei fanciulli. La scuola materna venne sospesa nel 1962 per insufficiente numero di bambini ma il Comitato direttivo della ex scuola stabilì che dell'edificio dovesse avere sempre come destinazione scopi pastorali e per l'educazione della gioventù.

87 fondo Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 1922 - 1962

reg. 1, quadd. 3, fasc. 1

Soggetti produttori Asilo infantile "Fondazione Leonesi", 1927 - 1962

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di Baselga del Bondone".

Registrazioni relative all'amministrazione dell'Asilo per gli anni 1927-1962 si trovano in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di cassa generale", regg. 1 e 2 e in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di amministrazione dei legati", regg. 3 e 4.

88 serie 1 Registri dei verbali delle riunioni di direzione, 1929 - 1943

Contenuto La serie è costituita da un quaderno.

F. 1. 1 "Libro delle sessioni della scuola materna di Baselga" 1929 dicembre 26 - 1943 novembre 9 Protocolli delle sedute della direzione della scuola materna di Baselga. Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 18 n.n.

89 serie 2 Registri dei verbali delle riunioni dei soci, 1930 - 1951

Contenuto La serie è costituita da un quaderno.

F. 2. 1 "Protocolli delle assemblee generali della scuola materna di Baselga" 1930 novembre 16 - 1951 settembre 29 Verbali delle adunanze dei soci della scuola materna di Baselga del Bondone. Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 21 n.n.

90 serie 3 Protocolli degli esibiti, 1922 - 1953

Contenuto La serie è composta da un registro e un quaderno.

F. 3. 1 "Protocollo esibiti. Asilo infantile = (Fondazione Leonesi)" (1) 1922 marzo 16 - 1929 giugno 17 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 11 n.n. (numerazione originale parziale) (2) Note (1) All'interno del quaderno si trova il titolo, annullato: "Protocollo per l'amministrazione della parrocchia di Pieve- con Mezzolago ecc." (2) Originariamente il quaderno riportava una paginazione da 1 a 16 poi le prime 11 pagine sono state strappate per il cambio di utilizzo dello stesso.

F. 3. 2 "Protocollo della [scuola] materna di Baselga" 1929 luglio 1 - 1953 dicembre 31 Alla fine: verbali di adunanza della direzione dell'Asilo infantile, 1961 giu. 10-1962 set. 7; 1968 ago. 6. Italiano Registro, legatura in carta, cc. 32 n.n.

91 serie 4 Carteggio e atti, 1922 - 1962

Contenuto La serie è composta da una fascicolo.

F. 4. 1. b. 1 Carteggio e atti 1922 - 1962 Carteggio e atti relativi alla gestione e amministrazione dell'asilo infantile di Baselga: carteggio relativo alla regolare costituzione dell'asilo, rese di conto e bilanci gestionali (1923-1945), domande e concessioni di sussidi, statuto (1926), quietanze (1930-1934), autorizzazioni annuali per l'apertura, carteggio con la Federazione provinciale degli asili infantili e scuole materne, progetti per la sistemazione dell'edificio (1959), ecc.

Alla fine, a stampa: "Statuto per la federazione delle opere pie e delle istituzioni di beneficenza della provincia di Trento", 1926 set. 6, pp. 8. Fascicolo, cc. 247

92 fondo G Fondo pergamenaceo dell'archivio della parrocchia di Baselga del Bondone, 1611 - 1675

pergg. 11

Soggetti produttori Parrocchia di Santa Maria Assunta, [1183] -

93 serie 1 Pergamene, 1611 - 1675

Contenuto La serie è composta da 11 pergamene che coprono un arco temporale che va dal 1611 al 1675. Gli atti sono stipulati tra privati (compravendite, censi, ecc.). In due documenti compare don Orazio Lucchi, pievano di Baselga del Bondone, ma che agisce a titolo personale.

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è indentificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento; - si sono riportate la data cronica completa(1) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da rogiti' o 'copia autentica'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da rogiti di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene: 94

SI Sigillum impressum Sigillo impresso SP Sigillum pendens Sigillo pendente SPC Sigillum pendens cereum Sigillo pendente di cera SPD Sigillum pendens deperditum Sigillo pendente perduto SN Signum notarii Segno del notaio

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003 LECCISOTTI T., AVAGLIANO F. (a cura di), Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI, Roma, 1977 (Ministero per i Beni culturali e ambientali. Pubblicazione degli Archivi di Stato) NICOLAO F., I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934 STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000

Note (1) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno al 25 dicembre.

G. 1. 1. b. 1 Quietanza e liberazione 1611 febbraio 26 , Trento Il nobile Paolo Ceschi da Santa Croce, cittadino di Trento, riceve da Gaspare fu Leonardo Tachelli, cittadino e mercante di Trento, 160 ragnesi a completa soluzione di una compravendita di una "ischiella" (1) situata nel territorio di Romagnano, effettuata il 4 agosto 1609, e lo libera da ogni ulteriore pagamento. Notaio: Giovanni Francesco Turcato da Trento Originale da imbreviature del notaio Turcato redatto dal notaio Giovanni Patrizio fu Giovanni Francesco Turcato da Trento (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm. 430 x 160, sul verso note di contenuto. Note (1) Ischia: volgarmente terreno boscoso lungo le acque; terreno non coltivato prativo e boschivo, guadagnato sulle acque: non più palude e non ancora campo. Cfr. LORENZI E., "Dizionario toponomastico tridentino", 1932

G. 1. 2. b. 1 Costituzione di censo 1628 gennaio 5 , Trento piazza Grande Antonio fu Giovanni Mosna da Vigolo Baselga, a nome anche del fratello Ognibene con il quale vive in comunione dei beni, e Antonio fu Ognibene Giovannini dallo stesso luogo costituiscono a favore di don Orazio Lucchi pievano di Baselga, rappresentato da Giovanni Giacomo Festi chirurgo di Trento, un censo annuo affrancabile di 16 staia e 2/3 di frumento assicurato su due fondi arativi e vineati situati nel territorio di Vigolo, per un capitale di 100 ragnesi. Notaio: Carlo Travaioni 95

Originale da imbreviature del notaio Travaioni redatto dal notaio Giovanni Battista Longo da Trento (SN)., atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, due fogli cuciti insieme, mm. 460(400) x 130(95), sul verso note di contenuto.

G. 1. 3. b. 1 Cessione di censo 1630 giugno 26 , Trento contrada S. Maria Maggiore Tommaso fu Cristiano Stefanelli da Baselga cede a don Orazio Luchi, pievano di Baselga, un censo affrancabile di 6 staia di frumento che pagano gli eredi di Ognibene fu Antonio Dallavalle di Baselga, per un capitale di 36 ragnesi. Notaio: Carlo Travaioni di Trento Originale da imbreviature del notaio Travaioni redatto dal notaio Giovanni Battista Longo da Trento (SN); latino Documento singolo; pergamena, due fogli ciciti insieme, mm. 500 x 110, sul verso note di contenuto

G. 1. 4. b. 1 Compravendita 1644 , Vezzano Nicolò fu Giacomo Bernardini da , in qualità di procuratore dello zio paterno Bernardo Bernardini, vende ad Antonio figlio di Giovanni Pisoni detto "Cigainer" una casa con campo arativo e vineato attiguo situata a , per il prezzo di 145 ragnesi. Notaio: Giovanni Patrizio Trent Turcato da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm. 535 x 95, forata nella parte superiore centrale, macchiata; sul verso nota di contenuto in parte sbiadita.

G. 1. 5. b. 1 Compravendita 1667 ottobre 23 , Lasino Giovanni fu Domenico Pedrini detto "Menetol" da Lasino vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni detto "Cigainer" un prato situato nel territorio di Lasino "supra monte" in località "a Covalon", per il prezzo di otto ragnesi e due troni. Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm. 280 x 115, sul verso nota di contenuto.

G. 1. 6. b. 1 Compravendita 1668 giugno 9 , Trento contrada Macello Giovanni Domenico fu Cristoforo Ceschini da Lasino vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni detto "Cigainer" da Lasino, rappresentato dal figlio Giovanni, un prato situato nel territorio di Lasino "supra monte" in località "sul Camp", per il prezzo di 15 [ragnesi]. Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm.265 x 110, sul verso nota di contenuto.

G. 1. 7. b. 1 Compravendita 1669 agosto 25 , Lasino

96

Nicolò fu Giovanni "Zamtarda" da Lasino vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni dallo stesso luogo un prato situato nel territorio di Lasino "supra monte" in località "in Masè", per il prezzo di 22 troni. Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm. 245 x 85, sul verso nota di contenuto.

G. 1. 8. b. 1 Quietanza e liberazione 1670 luglio 2 , Trento contrada Cantone Il nobile Leonardo fu Domenico Rizzi cittadino di Trento, in qualità di legale amministratore dei beni della moglie Domenica figlia di Giuseppe Mersi, riceve dal suocero 116 ragnesi rappresentanti la dote legittima della fu Caterina madre di Domenica e lo libera da ogni ulteriore pagamento. Notaio: Camillo Dema da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm. 305 x 140, macchiata nella parte centrale sinistra; sul verso nota di contenuto e nota archivistica. Segnature precedenti: B. n. 39

G. 1. 9. b. 1 Compravendita 1674 ottobre 3 , Lasino Antonio fu Domenico Toccoli da Laguna di vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni detto "Cigainer" da Lasino un prato situato nel territorio di Lasino in località "in Muse", per il prezzo di 27 ragnesi. Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm.240(135) x 165(80), sul verso nota di contenuto.

G. 1. 10. b. 1 Compravendita 1675 gennaio 28 , Lasino Michele fu Giovanni Bernardoni da Lasino, in presenza e con il consenso del figlio Antonio, vende a Domenico Pisoni detto "Cigainer" un prato situato nel territorio di Lasino in località "in Sorcoste", per il prezzo di quattro ragnesi. Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm.250 x 100, sul verso nota di contenuto.

G. 1. 11. b. 1 Dazione in pagamento 1675 luglio 2 , Cavalese Nicolò Sartorelli da dà in pagamento a Giuseppe Mersi, cittadino e mercante di Trento rappresentato da Gaspare Riccabona da Cavalese, una "stuba" (1) con un giaciglio, una cucina con forno per il pane, due ponticelli e una latrina situati in una casa a Tesero in località "a Benesin", per il valore di 157 ragnesi, due troni e sette cruciferi. Notaio: Giovanni Bartolomeo fu Giovanni Scopoli da Cavalese (SN) Originale, atto notarile; latino 97

Documento singolo; pergamena, mm. 580 x 130, sul verso note di contenuto e archivistiche Segnature precedenti: L n. 11 Note (1) Stanza riscaldata da una stufa.

98

Persona Dalzochio, Carlo 1842 novembre 18 - 1904 aprile 16

Luoghi Albaredo (Vallarsa, Tn), Baselga del Bondone (Trento)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio privato di don Carlo Dalzocchio, 01/01/1864 - 31/12/1864

Storia Carlo Dalzocchio nacque ad Albaredo il 18 novembre 1842 e, conclusi gli studi di teologia, venne ordinato sacerdote il 28 ottobre 1865. L'8 ottobre 1900, con decreto vescovile n. 2805 del 29 settembre (1), ottenne ufficialmente la cura d'anime della parrocchia di Baselga del Bondone che resse fino al 16 aprile 1904, giorno della sua morte.

Note (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 8, c. 308.

99 fondo H Documentazione dell'archivio privato di don Carlo Dalzocchio, 1864

reg. 1

Soggetti produttori Dalzochio, Carlo, 1842 novembre 18 - 1904 aprile 16

100 serie 1 Registri, 1864

Contenuto La serie è costituita da un registro manoscritto redatto da don Carlo Dalzocchio da Albaredo nel periodo in cui era studente al secondo corso di teologia.

H. 1. 1 "Jus canonicum Dal Zocchio Carlo" (1) 1864 Manoscritto di diritto canonico redatto dal sacerdote quando ancora era studente al II° corso di teologia.

A c. 100v.: appunti storici relativi alla separazione di Feltre da Belluno sempre di mano dello stesso Dalzocchio, s.d. Latino Registro, legatura in carta, cc. 100 Note (1) Don Carlo Dalzocchio da Albaredo fu parroco a Baselga del Bondone dal 1900 al 1903.

101

Ente Comune di Vezzano 1810 settembre 1 - 1817 dicembre 31

Luoghi Vezzano (Tn)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio del comune di Vezzano, frazione di Baselga del Bondone, 01/01/1811 - 31/12/1815

Storia Dopo il fallimento dell'insurrezione tirolese del 1809, con il Trattato di Parigi del 28 febbraio 1810 la Baviera perse gran parte del Tirolo meridionale, che confluì nel Regno italico e venne organizzato come Dipartimento dell'Alto Adige, comprendente l'odierno Trentino (con l'esclusione del Primiero, che passò al Dipartimento della Piave) e la zona di Bolzano fino a Salorno. In un primo momento operò una Commissione amministrativa provvisoria presieduta dal barone Sigismondo Moll, mentre giungeva a Trento il consigliere di Stato Smancini per predisporre l'organizzazione del nuovo dipartimento secondo il sistema in vigore nel Regno Italico, il quale era organizzato in base all'esperienza istituzionale francese. Mediante Regio Decreto datato Milano, 24 luglio 1810, veniva stabilita la strutturazione amministrativa del Dipartimento. Le aggregazioni (qui proposte e poi effettivamente realizzate) delle comunità minori in più ampi comuni amministrativi (divisi in tre classi a seconda del numero di abitanti), le cui competenze e la cui strutturazione interna erano stabiliti da rigorose norme statali di ispirazione fortemente centralistica, posero fine all'antica organizzazione regoliera. Dal grande numero di comunità autonome esistenti in antico regime e ancora durante il periodo bavarese nel territorio trentino, si passò a poco più di un centinaio di comuni amministrativi, divisi in tre classi a seconda dell'entità della popolazione. Un decreto datato Monza, 23 agosto 1810 (n. 194), estendeva al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni del Regno italico (con riferimento al Decreto sull'Amministrazione pubblica e sul Comparto territoriale del Regno" dell'8 giugno 1805 (n. 46). Con il 1 settembre 1810 il Dipartimento dell'Alto Adige venne ufficialmente attivato. Dalla documentazione archivistica però emerge che la legislazione napoleonica fu applicata solo in seguito e in date diverse da comune a comune. Dopo la dissoluzione dell'impero napoleonico il Tirolo venne posto fino all'aprile del 1815 sotto l'amministrazione provvisoria del commissario Anton von Roschmann. L'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore ancora per qualche anno: nel Circolo di Trento fino al 31 dicembre 1817, in quello di fino al 31 dicembre 1820. A partire dal 1 gennaio 1818 il Circolo di Trento si regolò sulla base della Circolare del 4 novembre 1817, n. 11135/3818; dal 1 gennaio 1821 in tutto il territorio venne introdotto il Regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg del 26 ottobre 1819.

In questo periodo a Vezzano furono aggregati i comuni di Baselga, Margone e Ranzo. 102

Condizione giuridica Ente pubblico territoriale, comune di terza classe. Il 24 luglio 1810 un decreto vicereale stabiliva la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in cinque distretti e proponeva le aggregazioni comunali da effettuarsi sul territorio, così come poi furono effettuate. Un successivo decreto vicereale datato 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige l'organizzazione amministrativa dei comuni del Regno italico. Le normative di riferimento erano la "Legge sull'organizzazione delle autorità amministrative", n. 54, emanata dal Governo della Repubblica italiana il 24 luglio 1802 e il "Decreto sull'ammnistrazione pubblica e sul comparto territoriale del Regno", n. 46, promulgato da Napoleone Re d'Italia l'8 giugno 1805. Il 10 settembre 1810 il prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi pubblicava le "Istruzioni per le Municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitar loro l'esecuzione delle Leggi e dei Regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi". In data 17 settembre 1811 veniva pubblicato il "Codice dei podestà e dei sindaci del Regno", testo unico che raccoglieva e raccordava tutte le disposizioni precedenti e principale strumento legislativo di riferimento anche per i comuni del Dipartimento dell'Alto-Adige.

Funzioni, occupazioni e attività A seconda del numero di abitanti, i comuni furono divisi in tre classi: alla prima appartenevano i comuni con più di 10.000 abitanti, alla seconda quelli con oltre 3000 abitanti, alla terza quelli con meno di 3000. Le materie e l'ambito di attività delle amministrazioni comunali durante il periodo di sovranità italica si desumono dall'elenco delle "Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi", emesse con circolare del prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi in data 10 settembre 1810. In base a tali norme i comuni: - decidevano in merito ad alienazioni e concessione in affitto di beni comunali; - dovevano prestarsi alla resa di conto preventiva e consuntiva secondo i nuovi metodi; - esercitavano funzioni di polizia amministrativa; - attivavano una Guardia nazionale per il mantenimento dell'ordine pubblico; - tenevano i registri di stato civile (prima affidati alle parrocchie); - avevano competenza in materia di: - istruzione pubblica (soprattutto elementare), - sanità comunale, - questioni militari (alloggio e vitto delle truppe, coscrizione), - finanza, - culto (i parroci erano di nomina comunale), - istituti di beneficenza pubblica attivi sul proprio territorio, - acque, strade, ponti e 'ornato' pubblico. Gli introiti per coprire le spese amministrative derivavano dai beni comunali, da vari tipi di imposta e prestazioni di servizi, dalle multe incassate.

103

Struttura amministrativa I compiti degli organi dei comuni si desumono dalla legge organica delle autorità amministrative della Repubblica italiana del 24 luglio 1802 e dal decreto del Regno italico dell'8 giugno 1805. Il decreto vicereale del 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni vigenti nel Regno italico. Ogni comune era retto da una municipalità come organo esecutivo e da un consiglio comunale come organo consultivo e deliberante: - La municipalità era composta dal podestà e sei savi (comuni di prima classe), dal podestà e quattro savi (comuni di seconda classe), dal sindaco e due anziani (comuni di terza classe). - I podestà, di nomina regia e di durata triennale, e i sindaci, di nomina prefettizia e di durata annuale, vigilavano sull'andamento generale del comune e ne erano i rappresentanti, presentavano i conti consuntivi e preventivi, sottoponevano ogni questione al consiglio e ne eseguivano le deliberazioni. I podestà dei capoluoghi di cantone avevano funzioni di rappresentanza e di delega rispetto a tutti i comuni ivi compresi. - I savi (rinnovati parzialmente anno dopo anno) e gli anziani (rinnovati tutti annualmente) venivano scelti dai consigli comunali tra coloro che godevano dei redditi maggiori e deliberavano su tutto ciò che veniva posto in discussione dal podestà/sindaco. - I Consigli comunali, che ordinariamente si svolgevano con cadenza biennale e alla presenza del prefetto, erano composti da un numero diverso di consiglieri (40/30/15 secondo le tre classi di appartenenza del comune stesso), nominati dal re (nei primi due casi) o dal prefetto (nel terzo caso). Il loro rinnovo era rispettivamente quinquennale e triennale e le cariche, salvo eccezioni, non erano riassumibili se non dopo un biennio. Loro compiti erano: l'approvazione del bilancio consuntivo e del preventivo (che passava rispettivamente al Ministero dell'Interno o al prefetto), la nomina dei revisori dei conti e delle cariche in scadenza, l'imposizione di spese e imposte. Altri uffici amministrativi erano quello di ricevitore comunale (addetto alla riscossione delle imposte), segretario (preposto alla stesura degli atti pubblici e alla cura dei registri di protocollo), cursore (per i comuni di terza classe); più altro personale che i comuni di prima e seconda classe avessero ritenuto necessario. I comuni attivavano inoltre: - un Ufficio di stato civile (che redigeva e custodiva gli atti di nascita, matrimonio, morte) condotto da un savio nei comuni di prima e seconda classe, dal sindaco in quelli di terza; - una Guardia nazionale (per il mantenimento dell'ordine pubblico); - una Deputazione di sanità (con compiti di vario genere inerenti la salute pubblica) formata dal podestà e dai primi due savi (comuni di prima e seconda classe), dal sindaco con il primo anziano e il segretario (comuni di terza classe); - una provvisoria Deputazione per l'ornato pubblico (una sorta di commissione urbanistica).

Contesto generale Dopo la vittoria dei francesi sulle truppe austriache e la sconfitta degli insorti guidati da Andreas Hofer, nel febbraio 1810 Napoleone separò il Tirolo italiano e la zona di Bolzano dal Tirolo settentrionale per unirli al Regno italico nel Dipartimento dell'Alto Adige (il Primiero venne invece aggregato al Dipartimento della Piave). Momentaneamente rimasero in vigore le leggi bavaresi, mentre il territorio veniva sottoposto a una amministrazione provvisoria sotto la guida del barone Sigismondo Moll. Il Codice Napoleone fu introdotto con il 1 luglio 1810. Il Dipartimento dell'Alto Adige fu posto in attività a partire dal 1 settembre 1810.

104

Esso era diviso nei distretti di Trento (con 5 cantoni e 33 comuni), (con 4 cantoni e 28 comuni), Bolzano (con 4 cantoni e 24 comuni, poi elevati a 32; il cantone di Cavalese, con Fiemme e Fassa, era compreso qui), Rovereto (con 3 cantoni e 16 comuni), Riva (con 4 cantoni e 20 comuni), per un totale di 20 cantoni e 129 comuni. Al vertice dell'amministrazione politica ed economica del Dipartimento era il prefetto, diretto responsabile di ogni attività, coadiuvato da un segretario, da due consiglieri, da un Consiglio di Prefettura e da un Consiglio generale dipartimentale. Gli uffici maggiori erano tutti di nomina regia. Al prefetto competeva la sorveglianza su tutti i comuni (in tutte le funzioni amministrative i consigli comunali, i podestà, i savi, gli anziani e i sindaci dipendevano dalla prefettura o dalla viceprefettura), la polizia superiore, i lavori pubblici (strade e ponti), gli affari militari e tributari e altre materie. Egli presenziava (o vi delegava qualcuno) ai consigli comunali dei comuni di prima e seconda classe. In ogni capoluogo di distretto vi era un viceprefetto, pure di nomina regia, con mansioni prefettizie nell'ambito del proprio distretto e coadiuvato dal Consiglio distrettuale. Nei cantoni per le materie amministrative censuarie vi era un cancelliere del censo (sempre di nomina regia) che custodiva i libri censuari dei comuni e presenziava ai consigli comunali dei comuni di terza classe. A Trento vennero istituiti un'Intendenza di Finanza e Demanio, un Liceo, gli uffici del Conservatore del registro, del Conservatore delle ipoteche, del Direttore delle poste. La Congregazione di Carità nei vari comuni assorbì tutte le istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza fino ad allora esistenti. Per l'amministrazione giudiziaria, in ogni capoluogo di cantone era attiva una Giudicatura di pace con competenze in materia civile per cause entro un determinato valore. La giurisdizione penale e l'appello erano riservate alla Corte di Giustizia civile e criminale di Trento, con competenza in entrambi gli ambiti per tutto il Dipartimento, a esclusione di Bolzano, dove era in attività un tribunale di prima istanza proprio. Le cause in appello passavano alla Corte d'Appello di Brescia e successivamente al Tribunale supremo di Milano. A Rovereto per il distretto omonimo e per quello di Riva aveva sede un Tribunale di commercio; nei distretti di Trento e Tione tali mansioni erano svolte dalla Corte di giustizia. Ritornato il territorio del Dipartimento dell'Alto Adige sotto la sovranità austriaca, il commissario in capo del Tirolo italiano ed illirico de Roschmann instaurava un'amministrazione provvisoria (1 marzo 1814) mediante i seguenti organi e uffici: una Reggenza del Paese con sede a Trento, un Ufficio circolare provvisorio a Trento per tutto il Tirolo italiano, un Capitanato di Circolo, i Vicecapitanati di Circolo al posto delle Viceprefetture nei cinque ex capoluoghi di distretto, una Deputazione del Paese al posto del Consiglio dipartimentale, una Deputazione cantonale in ogni Cantone. A Trento aveva sede anche una Direzione di Polizia per tutto il Tirolo italiano; Commissariati venivano istituiti a Trento, Cles, Bolzano, Rovereto, Riva. La Corte civile e criminale di Trento aveva assunto il ruolo di tribunale di seconda istanza al posto della Corte di Brescia e il tribunale supremo era passato da Milano a Vienna. Nel giugno 1814, passato l'intero Tirolo all'Austria, Roschmann trasferì la direzione di tutti gli affari politici relativi al Tirolo italiano da Trento a Innsbruck. Cessato il periodo di amministrazione provvisoria, vennero erette due stazioni di polizia a Innsbruck e a Trento. Alla fine del 1814 ritornava in vita il Governo provinciale e venivano ristabiliti gli Uffici circolari (nella parte italiana quelli di Trento e Rovereto) come prima dell'occupazione bavarese, con a capo un capitano di Circolo. Nell'agosto 1814 fu reintrodotto in tutto il Tirolo il codice penale austriaco del 1803 e successivamente vi venne esteso l'ordinamento giudiziario per la Galizia austriaca del 1796. In seguito entrò in vigore l'Allgemeine Bürgerliche Gesetzbuch de1 1811.

105

Il Tribunale d'Appello di Innsbruck divenne la corte di giustizia superiore. Nell'aprile 1815, con la nomina a governatore del Tirolo del conte di Bissingen, cessava il periodo di amministrazione provvisoria sotto la direzione del Roschmann. Nel novembre 1815 cessò le proprie funzioni la Corte di Giustizia civile e criminale di Trento e venne istituito un Giudizio civico provinciale. Nel luglio 1816 furono riattivati i Giudizi dinastiali ma con l'esercizio della sola giurisdizione civile, riservando quella penale al giudizio sovrano più vicino. Con il 1 maggio 1817 ritornava in vita la distrettualizzazione giudiziaria risalente al 1805, comprendente 50 giudizi sovrani e 52 patrimoniali e dinastiali. Tra il 1816 e il 1817 furono eretti i Giudizi collegiali di Bolzano, Rovereto, Feldkirch, che si aggiunsero a quelli di Innsbruck e Trento come giudizi in prima istanza.

106 fondo I Documentazione dell'archivio del comune di Vezzano, frazione di Baselga del Bondone, 1811 - 1815

regg. 9

Soggetti produttori Comune di Vezzano, 1810 settembre 1 - 1817 dicembre 31

Contenuto Il fondo raccoglie i registri relativi ai nati e ai morti compilati durante il periodo napoleonico.

107 serie 1 Registri dei nati, 1811 - 1815

Contenuto Lo stato civile. Il Codice civile napoleonico (meglio noto come "Codice Napoleone") istituiva lo stato civile (al titolo II, capitolo I, articolo 43). Con Decreto 27 marzo 1806 (meglio noto come "Regolamento") all'art. 13 venne istituito il servizio di stato civile nei comuni del Regno d'Italia. Nel Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni di legge in merito vennero applicate a partire dal 1 gennaio 1811. Il regolamento generale dei registri di stato civile prevedeva la tenuta di registri sui quali venivano trascritti, a cura dell'ufficiale di stato civile, gli atti relativi ai nati, ai matrimoni e ai morti. Esistevano inoltre dei registri dei divorzi, che erano permessi dalla legislazione napoleonica. I registri di stato civile dovevano essere redatti in duplice originale, alla fine di ogni anno dovevano essere chiusi dall'ufficiale di stato civile che doveva curarsi di conservare un registro presso l'archivio comunale e di depositare l'altro presso il tribunale di prima istanza. Con provvedimento del 21 settembre 1815 n. 85 la redazione dei registri di stato civile tornò per legge ad essere svolta dai parroci, che prima dell'istituzione dell'ufficio di stato civile napoleonico già curavano la redazione dei registri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti, secondo la tradizione postconciliare. In Trentino i registri di stato civile secondo la legislazione napoleonica furono in vigore per gli anni 1811-1815.

La serie è composta da quattro registri dello stato civile napoleonico relativi ai nati di Baselga. I registri riportano l'indicazione del numero di protocollo attribuito alla documentazione dell'archivio da don Piffer: questo vincolo archivistico ha determinato la scelta di conservare tali libri in parrocchia.

I. 1. 1 "Registro dei nati di Baselga del 1811" 1811 maggio 30 - 1811 ottobre 25 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 2 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 3

I. 1. 2 "Registro dei nati di Baselga" 1812 gennaio 25 - 1812 dicembre 19 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 2 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 4

I. 1. 3 "Registro dei nati 1813"

108

1813 aprile 4 - 1813 dicembre 19 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 2 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 5

I. 1. 4 "Registro dei nati 1814" 1814 marzo 15 - 1815 gennaio 16 Alla fine, sciolte: disposizioni governative in merito alla tenuta dei registri anagrafici, 1815; 1824. Italiano Registro, legatura in carta, cc. 2 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 6

109 serie 2 Registri dei morti, 1811 - 1815

Contenuto Per indicazioni di carattere generale si rimanda all'introduzione della serie precedente.

La serie è composta da cinque registri dello stato civile napoleonico relativi ai morti di Baselga. I registri riportano l'indicazione del numero di protocollo attribuito alla documentazione dell'archivio da don Piffer: questo vincolo archivistico ha determinato la scelta di conservare tali libri in parrocchia.

I. 2. 1 "Registro dei morti della frazione di Baselga del 1811" 1811 gennaio 6 - 1811 agosto 1 Italiano Registro, in carta, c. 1 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 2

I. 2. 2 "Registro dei morti di Baselga" 1812 febbraio 3 - 1812 dicembre 30 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 4 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 3

I. 2. 3 "Registro dei morti 1813" 1813 aprile 2 - 1813 ottobre 5 Italiano Registro, legatura in carta, c. 1 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 4

I. 2. 4 "Registro dei morti 1814" 1814 marzo 8 - 1815 gennaio 10 Italiano Registro, legatura in carta, cc. 2 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 5

I. 2. 5 "Registro dei morti 1815" 1815 gennaio 10(1) - 1815 luglio 4 110

Italiano Registro, legatura in carta, c. 1 Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 6 Note (1) La prima registrazione è presente anche sul registro precedente.

111