DiAP PRINT / PROGETTI 5

Lucina Caravaggi Paesaggi Cinzia Morelli dell’archeologia invisibile

Il caso del distretto

Invisible archaeology landscapes The context of Portuense district

Quodlibet DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto Coordinamento editoriale © 2014 Direttore Piero Ostilio Rossi Lucina Caravaggi, Anna Lei Quodlibet srl via Santa Maria della Porta, 43 Sapienza Università di Roma PER I CAPITOLI 1, 2, 3, 4 E 5 TESTI DI Macerata Lucina Caravaggi, pp. 258-263, 278-288, www.quodlibet.it 289-297, 298-311 DiAP PRINT / PROGETTI Cristina Imbroglini, pp. 248-252, 253-257 PRIMA EDIZIONE Collana a cura del Anna Lei, pp. 168-173, 174-177, 178-181, agosto 2014 Gruppo Comunicazione del DiAP 186-202, 203-206, 207-209, 221-228, Coordinatore Orazio Carpenzano 229-234, 235-241 ISBN 978-88-7462-632-8 RAPPRESENTAZIONI COMITATO SCIENTIFICO Elaborazioni grafiche di Anna Lei

Carmen Andriani PHOTOCREDIT Renato Bocchi Archivio Soprintendenza Speciale per i Beni Alessandra Muntoni Archeologici di Roma – sede di Ostia, pp. Franco Purini 109-154 Joseph Rykwert A. Arnoldus-Huyzendveld, p. 72 Andrea Sciascia A. Cimmino, p. 10 Ilaria Valente D. Girasoli, p. 85 Herman van Bergeijk Franco Zagari FOTOGRAFIA IN COPERTINA Pianura portuense Ogni volume della collana è sottoposto © Alessandro Cimmino alla revisione di referees esterni al Dipartimento di Architettura e Progetto scelti tra i componenti del Comitato Scientifico. Linee guida per la valorizzazione dei rinvenimenti archeologici della direttrice archeologica-ambientale Roma-area costiera

GRUPPO DI RICERCA DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Laboratorio ArCO – Architettura e Contesti Lucina Caravaggi (coordinamento scientifico), Cristina Imbroglini, Anna Lei

Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Cinzia Morelli (coordinamento delle indagini archeologiche)

Antonia Arnoldus-Huyzendveld (indagini geopedologiche) Andrea Carbonara, Alessandra Delle Sedie (indagini archeologiche)

RINGRAZIAMENTI Rossella Capri, (Silvano Toti Holding S.p.A.), per aver reso disponibile la documentazione topografica, i rilievi e i progetti dell’area della Nuova Fiera di Roma. Archivio Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma – sede di Ostia, per aver reso disponibile la documentazione archeologica delle varie campagne di scavo. Gianni Longo, (Cartoteca del Dipartimento PDTA-Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura, Sapienza Università di Roma), per aver supportato la ricerca relativa alla cartografia storica.

Indice

Presentazioni Presentations

12 Piero Ostilio Rossi 16 Mariarosaria Barbera

Archeologia e trasformazioni contemporanee Archaeology and contemporary transformations

22 INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA ON ARCHAEOLOGICAL PROMOTION AND DEVELOPMENT Lucina Caravaggi

52 L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI THE AGER PORTUENSIS: THE TERRITORIAL DIMENSION OF THE ARCHAEOLOGICAL CONTEXTS Cinzia Morelli

72 LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE THE DEVELOPMENT DYNAMICS OF THE COASTAL ENVIRONMENT AND THE TIBER Antonia Arnoldus-Huyzendveld

90 I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI THE CONTEMPORARY LANDSCAPES OF THE FINDS. CONTINUITY AND CHANGE Cristina Imbroglini

108 APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA Andrea Carbonara, Alessandra Delle Sedie

7 Paesaggi dell’archeologia invisibile Invisible archaeology landscapes

Parte prima Interpretazione di un paesaggio archeologico contemporaneo. Il distretto Portuense Interpretation of archaeological contemporary landscape: the Portuense district

1. 164 VINCOLI E POSSIBILITÀ RESTRICTIONS AND OPPORTUNITIES Lucina Caravaggi

168 VINCOLI DI PTPR RESTRICTIONS OF THE REGIONAL LANDSCAPE PLAN (PTPR) 174 SISTEMI DI PAESAGGIO E INDICAZIONI DI PTPR LANDSCAPE SYSTEMS IN THE REGIONAL LANDSCAPE PLAN (PTPR) 178 PREVISIONI COMUNALI E ATTUAZIONI MUNICIPAL URBAN DEVELOPMENT AND RELATIVE IMPLEMENTATIONS

2. 182 AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO ANCIENT TERRITORIES AND ENVIRONMENTS Lucina Caravaggi

186 MAPPE DIACRONICHE DIACHRONIC PHASE MAPS 203 SISTEMI DI PERMANENZE ANALYSIS OF THE ARCHAEOLOGICAL EVIDENCE 207 CONTESTI ARCHEOLOGICI LOCALI LOCAL ARCHAEOLOGICAL CONTEXTS

3. 210 TERRITORI E AMBIENTI FUTURI FUTURE TERRITORIES AND ENVIRONMENTS Lucina Caravaggi

221 PROBLEMI E CRITICITÀ PROBLEMS AND CRITICAL ELEMENTS 229 ELEMENTI CHIAVE DEL PROGETTO DI PAESAGGIO KEY ELEMENTS OF THE LANDSCAPE PROJECT 235 PORTUENSE STRADA PAESAGGIO PORTUENSE AS A PARKWAY

8 INDICE Parte seconda Linee guida per la valorizzazione dell’archeologia invisibile. La Nuova Fiera di Roma Guidelines for the promotion and development of invisible archaeology. The Nuova Fiera di Roma

4. 244 RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA ARCHEOLOGICAL FINDS AS A PLANNING OPPORTUNITY IN THE CONTEMPORARY CITY Lucina Caravaggi

248 CARATTERI INSEDIATIVI CONTEMPORANEI CONTEMPORARY DEVELOPMENT FEATURES 253 RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI E MIGLIORAMENTO DEI PROGETTI ARCHAEOLOGICAL FINDS AND PROJECT IMPROVEMENT 258 NUOVA FIERA DI ROMA. IPOTESI DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA THE NUOVA FIERA DI ROMA. POSSIBILITIES FOR ARCHAEOLOGICAL PROMOTION AND DEVELOPMENT

5. 264 NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA ARCHAEOLOGICAL PROMOTION AND DEVELOPMENT: SOME NEW CATEGORIES Lucina Caravaggi

278 RILEGGERE E VALORIZZARE LE LINEE. LA VIA PORTUENSE ANTICA INTERPRETATION, PROMOTION AND DEVELOPMENT OF THE “LINEAR INFRASTRUCTURES”. THE CASE OF THE ANCIENT VIA PORTUENSE 289 RILEGGERE E VALORIZZARE I PUNTI. IL SITO 13 INTERPRETATION, PROMOTION AND DEVELOPMENT OF THE “POINTS”. THE CASE OF SITE 13 298 RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA INTERPRETATION, PROMOTION AND DEVELOPMENT OF THE “SURFACES”. THE CASE OF THE RURAL CONTEXT OF THE CONE OF THE FOSSO GALERIA

INDICE 9

Presentazioni Presentations Piero Ostilio Rossi È già la seconda volta nel giro rappresenta un ulteriore passo ed è questa l’azione progettuale di poco più di un anno che le in avanti perché è firmato da intorno alla quale oggi archeologi, mie brevi note di presentazione Lucina Caravaggi, docente di architetti e paesaggisti devono di un volume della collana DiAP Architettura del Paesaggio del interrogarsi. Cosa cancellare Print Progetti si accompagnano DiAP e da Cinzia Morelli, direttrice affinché il palinsesto abbia una a quelle di Mariarosaria Barbera, dell’Area archeologica di Ostia, e sua struttura comprensibile? Soprintendente Speciale per i Beni mette letteralmente in scena una Cosa scrivere di nuovo affinché le Archeologici di Roma, di quella conversazione a più voci nella tracce affiorino? Cosa aggiungere cioè che lei stessa definisce – e quale, alle due interpreti principali, affinché si aprano spiragli di come darle torto – “la più bella si uniscono, in un dialogo continuo futuro? Soprintendenza d’Italia”; la volta che non si lascia scoraggiare L’archeologia invisibile richiamata precedente fu in occasione della dalle difficoltà, Antonia Arnoldus- nel titolo riguarda la necessità, pubblicazione del primo volume Huyzendveld, Cristina Imbroglini, molto frequente dopo un’ampia Direttore del DiAP Dipartimento della collana, Allestire l’antico. Alessandra Delle Sedie, Andrea e diffusa campagna di scavi di Architettura e Progetto Sapienza Università di Roma Un progetto per le Terme di Carbonara e Anna Lei. Attraverso come quella svolta nel distretto Caracalla, che illustrava gli esiti di la lettura del libro emerge una Portuense, di dover nuovamente una ricerca progettuale di ampio visione del territorio come coprire, una volta studiati e respiro interdisciplinare coordinata palinsesto, come complessa documentati, i reperti archeologici da Lucio Altarelli e sviluppata sovrapposizione e intersezione appena riportati alla luce; e allora in accordo con la Direzione del di strati in conflittuale relazione – come ci ricorda la Caravaggi Monumento e la Soprintendenza tra loro che sembra costituire – il compito degli archeologi speciale. La circostanza che si il principale terreno d’intesa e dei progettisti e quello di far ripete costituisce la testimonianza metodologica per costruire una parlare le cose mute (e far vedere di una collaborazione istituzionale visione condivisa di possibili l’invisibile), come indica il titolo che va consolidandosi sul terreno configurazioni future. Certo, il di un paragrafo del suo saggio concreto di interessi scientifici palinsesto degli archeologi non introduttivo che cita Lucien Febvre. comuni e di una comune volontà è il palinsesto degli architetti o Sono azioni di progetto costruite di scambio tra discipline con dei paesaggisti, ma il riferimento sul tema dell’assenza che tradizioni e statuti diversi ma unite ad un termine concettualmente hanno come obiettivo quello dal confronto nella pratica del comune permette – adattivamente di trasformare l’assenza in progetto di manutenzione e di – di sperimentarne le possibili presenza; pongono al centro conservazione dei manufatti e, in corrispondenze operative. della riflessione la funzione maniera ancora più significativa, in La parola palinsesto conserva storiografica dell’archeologia e quella del progetto urbano e del nella sua struttura lessicale le agiscono attraverso i meccanismi progetto di paesaggio, possibile e tracce di una pagina “che è stata dell’evocazione, una strategia tipica proficuo terreno di mediazione – scritta, cancellata e poi scritta dell’architettura del paesaggio che come scrive Barbera – tra filosofia nuovamente”; l’avverbio greco mi è particolarmente congeniale della tutela e progettualità. palinv (pàlin, di nuovo) unito al e alla quale spesso mi riferisco Questo volume, che è impreziosito verbo yawv (psao, raschiare) in sede didattica; qualche anno da un bellissimo titolo, Paesaggi contiene infatti, attraverso l’idea di fa, in occasione di uno dei dell’archeologia invisibile, riscrittura, quella di cancellazione concorsi Menoèpiù banditi dal

12 PRESENTAZIONI Comune di Roma in un’area della cui si presta: non si offre ad polarità generate dalle tracce cintura periferica della città, mi un’interpretazione prestabilita, di insediamenti, dalle necropoli è capitato di far uso proprio del ma sollecita l’immaginazione e dalle cisterne – e perfino la tema dell’assenza nel progetto di ad elaborare un risarcimento semplice delimitazione dell’area un piccolo parco archeologico al virtuale e attiva quindi processi delle saline sino ad oggi indagata, quale fu dato il nome di “Giardino mentali tesi a dare ad esso così perfettamente inserita nelle della Grande Magia”1 (il titolo di forma compiuta liberando la giaciture urbane contemporanee una poetica commedia di Eduardo soggettività delle interpretazioni e – costituiscono un’armatura di De Filippo): come in quella delle associazioni. La mancanza segni che sembra predisposta sul pièce, l’importante non è infatti presuppone infatti una regola palinsesto territoriale per generare quello che si vede ma ciò che la o una misura data, ed è questo progetti urbani e di paesaggio nostra fantasia ricostruisce con che la distingue dal difetto e fortemente radicati nella storia e gli occhi della mente attraverso dall’imperfezione. “La mancanza nella geografia dei luoghi. Di quei un processo di trasferimento – ha scritto Mario Manieri Elia 39 segni ce n’è uno però che mi che rimanda a qualcos’altro ed è – ha una storia: si produce per affascina in maniera particolare contemporaneamente allusione e sottrazione da una pregressa anche perché per me inatteso: illusione. completezza e deriva da una è il Mausoleo con annesso un Non so fino a che punto gli perdita […] è la consapevolezza piccolo molo d’attracco costruito archeologi siano consapevoli della mancanza a mettere in in epoca tardo repubblicana del fascino che le mappe dei produzione il disagio e ad aprire sulla riva destra del fiume, non siti archeologici e i grafici che la strada al progetto. Progetto lontano dal margine occidentale sintetizzano i risultati dei loro scavi quindi non tanto o non solo come di Commercity. Una costruzione esercitano sugli architetti e sulla mediazione tra alternative di di una certa maestosità, con una loro capacità di figurazione; sono scelta, ma come elaborazione del base quadrata di 14,30 m di lato, 1 disegni che vivono spesso di dis-agio”2. affacciata sul fiume. Celebrazione Cfr. www.europaconcorsi.com/ projects/24754-Andrea-Bru- una vita propria, che prendono le La Carta delle presenze di una pietas privata e raccolta, schi-Paolo-D-ulisse-Roberto- distanze da ciò che rappresentano archeologiche pubblicata in lontana dal frastuono del mondo, Capecci-Piero-Ostilio-Rossi- per agire in forma autonoma questo libro a corredo del accessibile solo in barca dal fiume, Raffaella-Sini-Alessandra-Di- Giuseppe-Laura-Iermano-Luca- attraverso la forza immaginifica saggio di Cinzia Morelli non come è probabile, o antica traccia Scalvedi-Lorenzo-Iacchia-Il-Giar- ed evocatrice dei tracciati, dagli sfugge a questo destino: le linee di un Tevere un tempo punteggiato dino-Della-Grande-Magia; P.O. allineamenti, dalle sequenze ritmate tese delle dighe di anfore delle di sepolture sulle rive, sorta di Rossi, F.R. Castelli, Racconti per la Ninfa Egeria. Un giardino let- dei ruderi, lacerti eloquenti di antiche saline dello Stagno di acquoreo itinerario monumentale terario nel Parco dell’Appia An- architetture ormai perdute e per Maccarese, le tracce degli impianti per chi prima da Ostia e poi da tica, in S. Marini, C. Barbiani (a cura di), Il palinsesto paesaggio questo capaci di generare nuove di canalizzazione, così come i Portus risaliva faticosamente il e la cultura progettuale, Quodli- forme e nuove figure. tracciati geografici dell’antica Via fiume controcorrente in direzione bet, Macerata 2010, pp. 73-84. Il rudere è infatti altro da sé Portuense e dell’Acquedotto che degli horrea del porto di Testaccio?

2 rispetto al manufatto che lo dalle sorgenti naturali nei pressi del Mi piace costruire l’immagine, M. Manieri Elia, La “mancanza” ha prodotto e il suo fascino è Rio Galeria conduceva a Portus certamente falsa, del fiume e il progetto in La mancanza legato proprio all’evocazione (tracciati che indicano per altro come sinuoso accesso alla città numero monografico di “Topos e Progetto”, Gangemi, Roma della mancanza e quindi alla un diverso andamento dell’ansa architettonicamente simile alla 2006, p. 9. molteplicità delle letture a del Tevere a Dragona), uniti alle stella delle strade consolari e

PIERO OSTILIO ROSSI 13 quindi, come la maggior parte di pervasa dal fenomeno dello Is the second time in little more than esse, costeggiato da mausolei, sprawl, ma conserva parchi e a year that my brief introductive tombe, colombari e ustrini, riserve naturali, aree agricole notes in a volume of the DiAP Print accessibili e visibili solo da chi vi estese e importantissime per Progetti series support those of fosse giunto remando o trainato dai l’equilibrio ecologico della città. Mariarosaria Barbera, Head of buoi dei caudicarii. È infine un territorio che vanta ’s Archaeological Heritage Vorrei infine sottolineare che la presenza di un rilevante Office which she describes as questo libro costituisce un patrimonio archeologico e storico “the most beautiful Archaeological importante contributo per gli studi architettonico (le città di Portus Heritage Office of ” (how to che un Gruppo di ricerca del DiAP e di Ostia Antica, innanzitutto), blame her). (di cui la stessa Lucina Caravaggi ma porta anche impressi in sé i This repeating circumstance is fa parte) sta conducendo da alcuni segni della modernità legati agli the evidence of an institutional anni sul territorio della “Coda interventi di bonifica degli anni ’80 collaboration that is steady on della Cometa” di Roma3, il settore del XIX secolo e degli anni ’20 the ground of common scientific urbano compreso tra il Grande e ’30 del XX. È qui che si gioca interests and a common desire to Raccordo Anulare il mare che si una parte importante del futuro di exchange between disciplines with attesta su Ostia, sull’aeroporto Roma e questo libro contribuisce different traditions and statutes, Leonardo da Vinci e su Fiumicino. ad arricchirne la conoscenza e linked by the comparison in Un settore che racchiude un a fornire precisi indirizzi per la maintenance’s and preservation’s territorio con peculiarità particolari rigenerazione di alcune delle sue project design of artifacts and, e specifiche potenzialità che parti più vitali. even more significant, in the meritano grande attenzione comparison between urban design perché è destinato a costituire and landscape project, possible il principale asse di sviluppo and profitable ground of mediation della città nella competizione – as Barbera writes – between urbana mondiale; comprende the philosophy of protection and infatti l’hub internazionale planning. dell’Aeroporto di Fiumicino This volume, endorsed by Lucina e il sistema portuale Ostia/ Caravaggi, Professor of Landscape Fiumicino/Civitavecchia, accessi Architecture of DiAP, and by a Roma dalle rotte di navigazione Cinzia Morelli, Director of Ostia’s aerea e marittima. È inciso da archaeological area, stages a many- un forte fascio infrastrutturale voices conversation – an ongoing della mobilità e da importanti dialogue that is not deterred by infrastrutture per lo smaltimento difficulties – in which Antonia dei rifiuti e il controllo dell’assetto Arnoldus-Huyzendveld, Cristina 3 Cfr. “Rassegna di Architettura e idrologico; nel corso degli anni Imbroglini, Alessandra Delle Sedie, Urbanistica”, 141, 2013, nume- su di esso si sono insediate, in Andrea Carbonara and Anna Lei ro monografico Roma. Visioni un continuo crescendo, funzioni joined in. Through reading this book, dalla Coda della Cometa, a cu- ra di P.O. Rossi e R. Secchi e di scala metropolitana. È una it emerges a common vision of the il sito www.codadellacometa.it. parte della città largamente area as a palimpsest, complex layers

14 PAESAGGI DELL'ARCHEOLOGIA INVISIBILE overlapping and intersecting in a and its appeal is precisely linked urban and landscape projects conflictual relationship, that seems to the evocation of the scarcity strongly rooted in history and to be the main methodological and therefore to the multiplicity geography of the places. common ground to build a of provided readings: it is not an I would also like to emphasize shared vision of possible future agreed interpretation, but calls the that this book is an important configurations. imagination to develop a virtual contribution to studies that a In its lexical structure the word compensation and thus activates research group of DiAP (of palimpsest retains traces of a page mental processes to give an which Caravaggi Lucina is part) “that was written, erased and then accomplished form by releasing the is conducting a number of years written back again.” What to delete subjectivity of interpretations and on the territory of the Coda della so that the palimpsest has its own associations. The lack presupposes Cometa, the urban sector of Rome understandable structure? What a rule or a given measure, and this including the Grande Raccordo to write from scratch, to let traces is what distinguishes it from defect Anulare (the Ring Road of Rome), arise? What to add in order to pave and imperfection. “The lack – as the sea of Ostia, the Leonardo da the way to glimpses of future? Mario Manieri Elia wrote – has a Vinci airport and the municipality of The invisible archaeology refers history: it is produced by subtraction Fiumicino. It is here that is played an to the need of re-cover the of a previous completeness and important part in the future of Rome archaeological finds brought to light, results from a loss [...] it is the and this book helps to enrich the once studied and documented. As awareness of lack that puts into knowledge and to provide precise Caravaggi reminds us - the task action the discomfort and opens guidelines for the regeneration of of archaeologists and engineers is the way for the project. The Project some of its most vital parts. to let speak the mute things (and therefore, is not only seen as a make visible the invisible), as said mediator between alternatives of in the title of a paragraph of hers choice, but also as an elaboration of introductory essay that quotes the dis-ease”1. Lucien Febvre. The Chart of the archaeological Projectual actions are built on findings published in this book the theme of absence aimed accompanying the essay by Cinzia at transforming absence into Morelli does not escape this fate: presence; the historiographical the taut line of amphorae’s dam function of archaeology is placed of the salt marshes of the old at the center of the consideration Maccarese Pond, the traces of and act through mechanisms of canal pipes, the tracks of the old via evocation, a typical strategy of Portuense and aqueduct Portuense, landscape architecture for which the polarities generated by the the important thing is not what traces of settlements, necropolis

1 you see but what our imagination and water tanks, the simple M. Manieri Elia, La “mancanza” reconstructs through the eyes of demarcation of the salt marshes: e il progetto in La mancanza, mind. all these tracks are a grid of signs “Topos e Progetto”, mono- graphic issue, Gangemi, Roma The ruin is in fact something else which seems designed on the 2006, p. 9. than the artefact that produced itself territorial palimpsest to generate

PIERO OSTILIO ROSSI 15 Mariarosaria Barbera Il territorio scelto come area- dal Comune di Roma nel 1962 ormai sanati, andando a colmare campione, per sviluppare ed approvato nel 1965, alla i vuoti tra essi e consumando gli un dialogo metodologico realizzazione di infrastrutture ultimi lembi di campagna romana tra archeologi e architetti e zone industriali, artigianali e ancora conservati in quest’area. sulla valorizzazione dei beni commerciali; tale trasformazione Di conseguenza, negli ultimi archeologici, si colloca lungo il era stata già preannunciata dalla decenni il nostro territorio litorale laziale nella piana deltizia localizzazione in quest’area, sin ha subìto una vera e propria del Tevere, a nord del fiume. dagli anni Cinquanta, del grande “aggressione” edilizia, a fronte Si tratta di un territorio poco aeroporto della capitale intitolato della quale la Soprintendenza indagato e conosciuto, sino a a Leonardo da Vinci, forse il polo ha posto in essere una vasta e pochi anni or sono, da un punto di infrastrutturale più importante serrata attività di archeologia vista archeologico ma di valenza dell’hinterland romano. preventiva, che ha permesso sia strategica nell’antichità per la sua A seguito della creazione del di riportare in luce numerose Soprintendente Speciale per i Beni posizione a controllo della foce nuovo comune di Fiumicino nel preesistenze archeologiche, Archeologici di Roma del fiume e per la presenza delle 1992, con l’elaborazione del suo sia di ricostruire il tessuto antiche saline, centro produttivo di nuovo Piano Regolatore Generale insediamentale antico e di primaria importanza sin da epoca e della successiva proposta comprendere le vocazioni etrusca. di trasformazione di Roma in economiche e produttive che Questo lembo di campagna Area Metropolitana, le tendenze hanno caratterizzato questo romana – posto a cavallo tra i urbanistiche già evidenti sono importante distretto costiero Comuni di Roma e Fiumicino – ha andate ulteriormente rafforzandosi; nell’antichità. subìto tra la fine del XIX e l’inizio è intorno agli ultimi anni del XX Ai sistematici sondaggi per del XX secolo la sua prima grande secolo, infatti, che vengono trincee disposte secondo trasformazione su larga scala, programmate e progettate le maglie regolari, che hanno con la realizzazione di due grandi nuove centralità metropolitane interessato sino ad oggi circa bonifiche che hanno “rimodellato” (Quadrante Ovest dell’Area 1.000 ettari di campagna migliaia di ettari, cancellando Metropolitana di Roma), le grandi romana archeologicamente poco sotto riporti di terreno sia le infrastrutture al servizio della conosciuta, hanno fatto seguito vestigia antiche, sia lo Stagno capitale e di Fiumicino (Autoporto/ sia allargamenti mirati a chiarire di Maccarese, centro nevralgico Commercity, Nuova Fiera di Roma, le stratigrafie, sia scavi estensivi di tutto l’ecosistema e della Interporto Roma-Fiumicino), dei siti archeologici individuati. Le vocazione economica e produttiva affiancate sia da insediamenti attività di archeologia preventiva, dell’area. abitativi sia da numerosi centri realizzate da équipes di Nel corso del XX secolo altre commerciali, frutto delle nuove archeologi, antropologi, topografi, profonde trasformazioni si sono tendenze del costruire. disegnatori e fotografi, si sono andate sviluppando, accelerando il Questi grandi interventi sono avvalse anche dell’apporto di processo di urbanizzazione. L’area andati a collocarsi in un geopedologi e paleobotanici litoranea posta immediatamente territorio, a vocazione ancora che hanno contribuito alla a nord del fiume Tevere è stata essenzialmente agricola, ma definizione degli habitat e degli infatti, destinata, sin dal Piano già in parte compromesso dalla ambienti che caratterizzavano Regolatore Generale adottato presenza di nuclei abitativi abusivi, quest’area nell’antichità e delle

16 PRESENTAZIONI loro modificazioni che tanto hanno la legislazione sui Beni Culturali ed nel suo contributo definisce come influito sui modi dell’abitare e del in particolare il titolo II del Codice “archeologia dell’invisibile”. produrre nel corso dei secoli. (decreto-legislativo 42/2004), Queste linee guida, sviluppate su Le ricerche svolte hanno dato dove trova regolamentazione la un territorio-campione soggetto in risultati insperati riportando in luce tutela del paesaggio storico, questi anni a profonde e definitive sia le grandi infrastrutture antiche inteso come frutto dell’interazione trasformazioni, possono fornire (via Portuensis ed acquedotto tra ambiente e uomo. la base per la progettazione Portuense), sia le tracce evidenti In questa cornice vanno inserite le di uno sviluppo urbanistico delle grandi saline romane “Linee guida per la valorizzazione sostenibile che non consideri (Campus Salinarum Romanarum), dei rinvenimenti archeologici più un “rischio” la presenza di attorno alle quali si dispone una della direttrice archeologico- testimonianze antiche, bensì un fitta rete di insediamenti di medie ambientale Roma-area costiera”, elemento positivo attorno ed dimensioni spesso strettamente che rispondono a due diverse insieme al quale progettare i nuovi collegati alle attività che si esigenze: la prima, più teorica, è spazi e che ponga alla base della svolgevano nelle saline stesse. quella già illustrata di riuscire a progettazione stessa anche la Le attività di archeologia far dialogare i beni archeologici, tutela e la valorizzazione dei beni preventiva, rigorosamente inseriti nel loro paesaggio storico, archeologici destinati ad una condotte su aree di tale vastità, con il paesaggio moderno fruizione collettiva. hanno, quindi, consentito di frutto delle nuove previsioni Da ultimo è da sottolineare tutelare e conservare in situ tutte urbanistiche; la seconda è, come questo libro sia una le strutture antiche individuate, invece, legata strettamente alle viva testimonianza di una condizionando ed orientando caratteristiche geomorfologiche felice e positiva esperienza di la progettazione dei nuovi dell’area in questione. Le vicende collaborazione tra archeologi insediamenti; i beni archeologici vissute dalla zona costiera posta ed architetti, tra filosofia della possono così costituire i punti a nord del Tevere e soggetta nei tutela e progettualità attraverso focali di un paesaggio storico che secoli alle esondazioni del fiume, la mediazione del paesaggio. Fra deve necessariamente emergere cui si devono aggiungere le due gli ottimi saggi che costituiscono nel paesaggio moderno e grandi bonifiche realizzate tra l’opera mi piace ricordare, da dialogare con esso. la fine del XIX e gli inizi del XX dirigente di quella che considero La tutela archeologica ha, infatti, secolo, hanno di fatto sepolto la più bella Soprintendenza superato il concetto di mera sotto potenti riporti di terreno i d’Italia, il denso contributo di conservazione fisica del singolo pur consistenti resti archeologici. Cinzia Morelli, che ad un alto bene puntuale ed è, ormai da anni, Le quote di affioramento di profilo di studiosa del territorio orientata verso un’accezione più questi ultimi, poste a volte a archeologico unisce il pesante e ampia, che guarda all’ambiente -2,50/3 m dal piano di calpestio quotidiano lavoro di tutela, che ed al paesaggio antico non moderno, rendono assai difficile quel territorio aiuta a preservare solo come “cornice” dei beni lasciare in vista tali strutture: di da ulteriori aggressioni, con più archeologici, ma anche come qui la necessità di sviluppare un successi che insuccessi: del che condizione essenziale per la linguaggio ed una grammatica che non si può che esserle grati. loro lettura e comprensione. La permettano la valorizzazione e la testimonianza più evidente di ciò è fruizione di quella che Caravaggi

MARIAROSARIA BARBERA 17 The sample area of chosen of infrastructures and industrial, out bulding “aggression”, in front of territory, to develop a commercial and handcraft facilities; which the Rome’s Archaeological methodological dialogue between this transformation had already Heritage Office has put in place archaeologists and architects on been announced since the fifties, comprehensive and tightened the enhancement of archaeological with the construction of the city’s activities of preventive archeology, heritage, is located along the coast largest airport, named Leonardo da which permitted to bring to light of in the deltaic plain of the Vinci, perhaps the most important a number of archaeological Tiber, north of the river: from an core infrastructure of the Roman pre-existencies, to rebuild the archaeological point of view it was hinterland. ancient settlements patterns a little known and studied area After the creation of the new and understand the economic since a few years ago, but it was municipality of Fiumicino in and productive vocations that of strategic importance in ancient 1992, with the development of have characterized this important times – for its checkpoint-like its new Urban General Plan and coastal district in ancient times. location at the mouth of the river the subsequent transformation Systematic surveys with trenches and for the presence of ancient salt proposal for Rome in Metropolitan arranged in regular meshes, mines, primary production center Area, the evident urban planning involved about 1.000 acres of since Etruscan period. trends further strengthened; the Roman countryside so far Between late nineteenth and around the last years of the little known archaeologically: early twentieth century this strip twentieth century, in fact, the new enlargements aimed to clarify of the Roman countryside – in metropolitan centralities (West the stratigraphy and extensive between the municipalities of Quadrant of the Metropolitan Area excavations of identified Rome and Fiumicino - has suffered of Rome), major infrastructure at archaeological sites. The its first large scale transformation: the service of capital and Fiumicino activities of preventive archeology the creation of two major land (Autoporto / Commercity, where carried out by teams of reclamation have “reshaped” Nuova Fiera di Roma, Interporto archaeologists, anthropologists, thousands of hectares of land, Roma-Fiumicino), are planned topographers, designers clearing under portions of soil and designed, juxtaposed with and photographers -with the both the ancient remains both the settlements and shopping malls, contribution of geopedologists Maccarese Pond, core center of results of new trends in building. and paleo-botanists who have an entire ecosystem and economic These large projects have contributed to the definition of and productive vocation of the been placed in an area with a habitats and environments that area. mainly agricultural vocation, but characterized this area in ancient During the twentieth century, already partly compromised by times and of its modifications other major changes have gone the presence of former illegal which have greatly influenced the by, developing and accelerating residential areas now legitimized, ways of living and producing in the the urbanization process. Since filling in the gaps and consuming course of the centuries. the Urban General Plan adopted the last strips of the Roman Carried out searches given by the City of Rome in 1962 and countryside still preserved in this unexpected results unhearting approved in 1965 the coastal area, area. both great ancient infrastructures located north of the river Tiber, was As a result, in recent decades, our (via Portuensis and Portuense in fact intended for the construction country has undergone an out-and- aqueduct) and the traces of the

18 PRESENTAZIONI great Roman salt plain (Campus in this frame, which fulfill two archaeological heritage intended Salinarum Romanarum), with a different needs: the first, more for collective use itself. dense network of medium-sized theoretical, is to be able to let the Finally, it is important to state that settlements often linked to the archaeological goods placed in this book is a living testimony of activities that took place in the area their historical landscape dialog a happy and positive experience all around the salt plain. with the modern landscape, result of cooperation between The activities of preventive of new urban projects. archaeologists and architects, archeology, rigorously conducted The second is closely tied to the between the philosophy of on areas with such vastness, have geomorphological characteristics protection and planning through therefore allowed to protect and of the studied area. The events the mediation of the landscape. conserve in situ all the ancient experienced by the coastal area Among the excellent essays identified structures, influencing to the north of the Tiber over the that constitute the work I like to and directing the design of new centuries subject to floodings of remember as an executive of settlements; archaeological the river, where to add the two what I consider the most beautiful remains may be focal points of major land reclamation carried out Superintendence of Italy, the an historic landscape that must between the late nineteenth and dense contribution of Cinzia necessarily arise in the modern early twentieth century, actually Morelli, a high-profile scholar landscape and dialogue with it. buried significant archaeological which combines the study of The archaeological Tutelage has remains under soil carryovers. the archaeological territory with in fact gone beyond the concept Their emerge quotes (from 2,50 her heavy and daily job of tutelge of mere physical preservation of to 3 meters below the actual soil), -which helps to preserve the land each punctual item and is since make it very difficult to leave in from further aggressions – with years, geared towards a broader, view these structures. Hence the more successes than failures. We environment and landscape-aware need to develop a language and a can only be grateful for that. meaning. Not only as a “frame” for grammar that allow the exploitation archaeological finds, but also as an and the fruition of what Caravaggi essential condition for their reading defines as “archeology of the and comprehension. The clearest invisible” in its contribution. evidence is the legislation on These guidelines developed on a Cultural Heritage and in particular sample-territory, subject in recent Title II of the Code (Legislative years to deep and permanent Decree 42/2004), where the transformations, can provide regulation of the protection of the basis for the design of a historical landscape is, imagined sustainable urban development as the result of the interaction that no longer considers the between man and environment. presence of ancient evidences The “Guidelines for the promotion a “risk”, but a positive element and development of archaeological around and with whom we design finds in the Rome-area new spaces, which also puts the archaeological and environmental bases of the design, the protection coastal context” should be added and the enhancement of the

MARIAROSARIA BARBERA 19 Trasformazioni territoriali e rinvenimenti archeologici nel distretto Portuense (dati mappa: Google). Archeologia e trasformazioni contemporanee Archaeology and contemporary transformations INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA

Lucina Caravaggi La riflessione contenuta in questo libro è maturata archeologica-ambientale Roma-area costiera”, attraverso un tempo piuttosto lungo, ed è l’esito sinteticamente Linee guida per la valorizzazione di un confronto tra punti di vista disciplinari e ruoli dell’archeologia invisibile. istituzionali diversi. Con archeologia invisibile si intendono i siti scavati Si tratta infatti di posizioni appartenenti ai a seguito di trasformazioni territoriali “inevitabili”, variegati mondi dell’archeologia, dell’architettura studiati, documentati e re-interrati per garantirne e della progettazione del paesaggio, ma anche la conservazione. A volte si tratta di aree vincolate della topografia antica, della geoarcheologia, comprese all’interno di comparti edificati, o situate dell’urbanistica e dell’ecologia; si tratta inoltre lungo le infrastrutture di collegamento, aree per le delle competenze specifiche di un Dipartimento quali non si prevede esproprio né valorizzazione, che si universitario (DiAP Diartimento di Architettura e presentano come tante altre porzioni di suolo incolto, Progetto – Sapienza, Università di Roma) e di una intercluse o di margine, qualche volta recintate. Soprintendenza archeologica (Soprintendenza La richiesta di usare queste aree, quando l’uso Speciale per i Beni Archeologici di Roma – sede proposto sia coerente con le norme di tutela (con di Ostia), in rapporto con i Comuni di Roma e quanto cioè previsto dai vincoli diretti e indiretti, e Fiumicino, con la Riserva Naturale Statale del Litorale comunque con la conservazione dei ritrovamenti) Romano, con la Regione Lazio ecc. non può non essere presa in considerazione1. Posizioni disciplinari e ruoli istituzionali differenti Purtuttavia queste aree non sono un “qualsiasi rappresentati in primo luogo dagli autori di questo spazio verde incolto”, magari da attrezzare a libro, come anche da Antonia Arnoldus-Huyzendveld giardinetto. E non è un banale problema di immagine: e Cristina Imbroglini – responsabili di aspetti i contraddittori messaggi che queste aree mandano 1 Per le dinamiche che rendo- specifici della ricerca – da Andrea Carbonara e all’esterno hanno molto a che fare con l’incerta no l’archeologia da “pericolo Alessandra Delle Sedie – responsabili dei materiali identità contemporanea di molti beni culturali, e da scongiurare” a possibi- di documentazione archeologica – e da Anna Lei che con la pericolosa distanza che si sta creando tra le motore di riqualificazione progettuale vedi l’esperienza ha curato le ricognizioni a carattere paesaggistico. società locali e patrimonio culturale, soprattutto dell’Interporto romano, in cui la Il tema della ricerca presentata in questo libro è la rispetto ai beni di natura territoriale e paesaggistica. riflessione sviluppata in questo libro ha preso avvio (Caravag- messa a punto di “Linee guida per la valorizzazione Un distacco pericoloso perché indebolisce la gi, Carpenzano 2008). dei rinvenimenti archeologici della direttrice legittimazione culturale e giuridica delle politiche di

22 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 2 tutela, che non possono crescere e mantenersi senza Un territorio caratterizzato da una ricchezza È inevitabile che torni in mente forme sempre nuove di identificazione collettiva. straordinaria di siti archeologici, come racconta nel la grande lezione di Fernand Braudel, o meglio che il nostro Le Linee guida nascono dall’esigenza di dare testo introduttivo Cinzia Morelli, responsabile delle sguardo su questi territori sia risposte coerenti e tendenzialmente “univoche” campagne di scavo della Soprintendenza che hanno profondamente influenzato dal alle domande di uso e di sistemazione delle aree contribuito a chiarire funzionamenti territoriali e suo insegnamento. Al disotto degli avvenimenti, al disotto interessate dai ritrovamenti archeologici all’interno ambientali molto lontani nel tempo: non solo l’assetto delle tendenze sociali infatti del contesto archeologico paesistico denominato infrastrutturale di Roma verso la sua costa ma più in sta ancora un’altra storia “una storia quasi immobile […], una ager Portuensis, con una esemplificazione ravvicinata generale l’evoluzione di complessi contesti ambientali storia di lento svolgimento e nell’area della nuova Fiera di Roma. Si tratta di e insediativi. Contesti legati indissolubilmente agli di lente trasformazioni, fatta domande poste da soggetti eterogenei – per lo più andamenti del Tevere e della linea di costa ma spesso di ritorni insistenti, di cicli incessantemente ricomin- costruttori privati o gestori di servizi – coinvolti nella caratterizzati anche da quella che si potrebbe definire ciati”, Braudel 1986, p. XXVII. trasformazione insediativa e infrastrutturale. una “vocazione di lunga durata”2, l’essere cioè L’obiettivo è quello di indicare una possibile questo un territorio destinato alle infrastrutture di 3 Per le dinamiche contempora- integrazione tra uso contemporaneo dello spazio accesso a Roma (porti, aeroporti, autostrade, nodi di nee, oltre all’esperienza dell’In- aperto “archeologico” e volontà di tutela e scambio), porta di ingresso proprio come in epoca terporto Roma-Fiumicino, si segnala la recente ricerca del valorizzazione dei ritrovamenti, con il risultato di romana imperiale, quando ogni tipo di merci, in DiAP Dipartimento di Archi- stabilire nuovi significati collettivi, e nuovi paesaggi, a quantità enormi, transitavano in questa area: marmi, tettura e Progetto, “Sapienza” partire dalla messa in circolazione delle conoscenze grano, legname, olio, armi, essenze, tessuti3. Università di Roma, intitolata: “Roma. Progetti sperimentali di storico-archeologiche, senza che questo significhi Ma di lunga durata appare anche il carattere infido nuovi paesaggi nella coda della cedere alla commercializzazione a buon mercato di un territorio paludoso, soggetto alle divagazioni e cometa tra il Grande Raccordo dell’archeologia. alle inondazioni del Tevere, oltre che alle conseguenti Anulare e Roma”. Primi risultati pubblicati in: Roma. Visioni dalla La struttura del testo è connessa in forma diretta alle vivacissime dinamiche costiere che, come evidenziato Coda della Cometa, “Rassegna sequenze che hanno caratterizzato la ricerca. nel lavoro di Antonia Arnoldus-Huyzendveld, in epoca di Architettura e Urbanistica”, La prima parte è una descrizione a più voci di un romana come ancora oggi, rendevano faticoso 141, 2014. Tra le molte ricerche archeologiche sul territorio co- territorio investito da trasformazioni infrastrutturali mantenere in efficienza le grandi infrastrutture stiero di Roma cfr. Gallina Zevi, significative rispetto ad una vasta regione portuali e stradali. Anche se è necessario ricordare Turchetti 2004, pp. 211-266; Manucci 1996; Morelli, Mari- metropolitana, con effetti violenti sugli assetti come, ciononostante, stagni e paludi hanno nucci, Arnoldus-Huyzendveld paesistici e insediativi consolidati. rappresentato una straordinaria risorsa in diverse

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 23 fasi storiche e protostoriche: dalle aree industriali Ma la realistica prefigurazione di assetti futuri, in di sfruttamento intensivo per la produzione del sale cui le aree archeologiche sono immaginate come della Roma repubblicana e soprattutto imperiale, alle “condensatori paesaggistici” di vasto richiamo, saline controllate dagli Etruschi, e prima ancora la presuppone due passaggi obbligati. laguna costiera come sito ideale per insediamenti Si tratta, in primo luogo, di considerare con attenzione protostorici più o meno stabili. i vincoli e le possibilità della pianificazione ai diversi Tutto ciò, e molto altro ancora, è in parte tornato alla livelli, e il relativo stato di attuazione, per evitare di luce per effetto delle campagne di scavo connesse ricominciare ogni volta da zero – per es. affermando alla previsione di nuovi insediamenti residenziali, come “nuovi obiettivi” quelli che da tempo sono già commerciali, industriali e di nuove infrastrutture contenuti all’interno di Piani, anche se non attuati – o di collegamento. La riflessione sulla percezione dimenticare importanti brani di realtà, forse difficili da contemporanea di questo territorio, sviluppata da digerire, ma che è troppo facile dimenticare, oltre che Cristina Imbroglini, diventa quindi un elemento incoerente da un punto di vista scientifico. L’apparato essenziale per la sua interpretazione paesistica, normativo rappresenta infatti un riferimento di se si vuole ri-collegare la tutela archeologica legittimità e contemporaneamente la consapevolezza alla percezione collettiva di beni comuni da che soltanto attraverso un serio dialogo inter- salvaguardare, attraverso la costruzione di nuovi istituzionale si può arrivare a guidare le trasformazioni migliori paesaggi contemporanei. e migliorare le prospettive di futuro di questi territori. Per sottolineare il ruolo che la conoscenza In secondo luogo è apparso necessario proporre archeologica ha avuto nella definizione di questa una “sintesi” a carattere territoriale delle fasi di ricerca si è ritenuto opportuno presentare anche le trasformazione dell’ager Portuensis attraverso la schede descrittive (di sintesi) dei diversi ritrovamenti, quale connettere, attraverso mappe ad hoc, le curate dagli archeologi che hanno partecipato testimonianze archeologiche con i funzionamenti agli scavi (Andrea Carbonara e Alessandra Delle ambientali coevi. Questo è stato un passaggio di Sedie) diretti dalla Soprintendenza. La conoscenza grande importanza ai fini del dialogo tra architetti dettagliata dei ritrovamenti e la loro interpretazione e archeologi, piuttosto faticoso per le legittime rispetto ai differenti contesti di appartenenza è infatti resistenze degli archeologi a tracciare alcune un presupposto essenziale per sviluppare un dialogo “ipotesi” sulla carta, ma utilissimo come base produttivo tra architetti e archeologi, basato su interpretativa comune a carattere “tematico” (cioè effettive conoscenze comuni. senza pretese di esaustività e completezza, ma La seconda parte del libro è dedicata coerente rispetto a temi definiti). Su questa base 2011; Morelli, Carbonara, Forte, all’interpretazione di un “paesaggio archeologico infatti è possibile valutare (e argomentare) la Grossi, Arnoldus-Huyzendveld contemporaneo”, intendendo con ciò il tentativo significatività e il grado di leggibilità contemporanea 2011. di tenere insieme la valorizzazione di un contesto di specifici sistemi di permanenze archeologiche. Da 4 archeologico di grande interesse quale è l’ager queste elaborazioni si perviene a una definizione di Molte ricerche precedenti han- Portuensis con il miglioramento di un territorio contesto archeologico locale che, analogamente alla no sviluppato questa ipotesi. Tra quelle svolte dal nostro difficile dal punto di vista del funzionamento definizione di contesto paesistico locale, delinea un gruppo di ricerca cfr. Caravag- infrastrutturale, delle condizioni ambientali e delle ambito caratterizzato da comuni caratteri evolutivi gi, Imbroglini 2011; Caravaggi, prestazioni insediative attuali. L’ipotesi progettuale – storici e contemporanei – all’interno del quale Imbroglini 2008; Caravaggi, Menichini 2006; Caravaggi è centrata sul possibile ruolo della via Portuense proporre regole “specifiche” di comportamento 2005a; Caravaggi 2005b. interpretata come strada paesaggio. progettuale, mirate a guidare la trasformazione

24 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE paesaggistica secondo indirizzi di “sostenibilità”4. discipline archeologiche che di quelle legate al Nella terza parte infine sono illustrate le Linee paesaggio. La piena consapevolezza di questi “tratti guida per lo sviluppo di progetti a supporto storici” comuni viene assunto come un elemento delle trasformazioni previste sull’area, con fortemente costruttivo nel dialogo interdisciplinare approfondimento esemplificativo nell’area della contemporaneo. Nuova Fiera di Roma. I rinvenimenti sono assunti Progetti di valorizzazione. Le difficolta dei progetti di come vincoli positivi, capaci di stimolare risposte valorizzazione archeologica sono ricondotte, oltre alle progettuali creative, adeguate a risolvere i molti note vicende culturali e amministrative di un paese problemi vissuti sia dagli abitanti che dai fruitori dei incapace di dare significato al suo passato, anche grandi servizi presenti nella zona. alle difficoltà del dialogo tra architetti e archeologi. Le testimonianze archeologiche, anche se non sono Ma negli anni recenti, grazie soprattutto a nuove visibili, trovano grazie al progetto una nuova capacità interpretazioni di paesaggio, anche in rapporto ai costruttiva nei confronti dello spazio contemporaneo, mutamenti prodotti dalla Convenzione europea, attraverso la reinterpretazione di localizzazioni, il dialogo sembra assumere nuovi significati e dimensioni e modalità di funzionamento di sistemi nuovi obiettivi. Tra questi anche la “valorizzazione lineari, insediamenti e aree agricole, in relazione a dell’archeologia invisibile”. epoche diverse e in rapporto ai mutamenti dei relativi contesti ambientali, evitando programmaticamente l’accentuazione interpretativa della “forma” 1. Contesti e conflitti. Nel contesto territoriale della (stilisticamente intesa) dei singoli oggetti. ricerca si incontrano contrasti e contraddizioni, La valorizzazione è cioè perseguita attraverso per i caratteri piuttosto “duri” degli insediamenti l’interpretazione paesaggistica di variabili contemporanei, per l’incredibile rilevanza delle localizzative, dimensionali e funzionali appartenenti a testimonianze archeologiche, per gli interessi diverse fasi di vita dei ritrovamenti. economici che vi si concentrano, per la varietà dei Ma ci sono alcuni temi trasversali che, a mio avviso, soggetti sociali che lo abitano manifestando esigenze rendono particolarmente interessante il tentativo di differenti e spesso conflittuali. A questo si aggiunga dialogo contenuto in questo libro, e che ho provato a la recente costituzione del Comune di Fiumicino e la tratteggiare nei paragrafi che seguono. sua legittima tendenza a compiere scelte autonome Contesti e conflitti. La ricerca coinvolge territori da Roma, in un territorio che però ha caratteri “fragili”, nonostante l’apparente versatilità morfologici, di funzionamento idraulico e di assetto della pianura costiera, territori caratterizzati da infrastrutturale evidentemente e inesorabilmente trasformazioni contemporanee mal assimilate, unitari. attraversati da conflitti di natura urbanistica e Anche il contesto normativo e le diverse competenze ambientale, da contraddizioni sociali e disfunzioni tecniche che si incontrano all’interno di Piani e insediative. Questo è il contesto – fisico e culturale – progetti appaiono spesso conflittuali. nel quale sono stati indagati nuovi possibili significati Per questo motivo, per la scelta cioè di ricondurre contemporanei dell’archeologia invisibile. qualsiasi trattazione sullo sfondo di un contesto Terreni disciplinari comuni. La riflessione sul ben determinato (al fine di evitare fastidiose e progetto contemporaneo ha permesso di improduttive generalizzazioni) i termini contesto evidenziare alcune importanti connessioni teoriche e conflitto sono stati assunti come un insieme che hanno caratterizzato l’evoluzione sia delle inscindibile.

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 25 Territori difficili da metabolizzare. Ci sono molte rispetto ad altri territori (per esempio un interporto parti del territorio urbanizzato contemporaneo che capace di filtrare l’afflusso dei tir prima del raccordo non sono facili da metabolizzare, cioè da descrivere, anulare). definire, conoscere. Le grandi arterie stradali sono sopraelevate, per Sono i territori della diffusione insediativa, quelli essere al riparo dalle inondazioni (non facevano così al centro delle preoccupazioni crescenti per il anche i Romani?), e forse hanno un impatto forte sui consumo di suolo apparentemente inarrestabile, paesaggi che attraversano, ma l’importante è che impermeabilizzati senza tregua e attraversati da colleghino in modo efficiente porti, aeroporti, centri strade di scorrimento veloce indifferenti sia al di stoccaggio, centri commerciali, grandi alberghi suolo sul quale appoggiano sia ai contesti che e grandi insediamenti residenziali. Questa è la città attraversano. contemporanea. Si tratta dei territori che si allagano con frequenza, Sono interventi “moderni”, in linea con quanto avviene perché se l’urbanizzazione contemporanea predilige in altri paesi, insediamenti che producono ricchezza le pianure senza ostacoli, le pianure sono state grazie alle attività che vi si svolgono, e anche le formate da grandi fiumi che oggi, forse anche per persone che sono venute ad abitare qui, in questo effetto di complessi fenomeni di cambiamento spazio apparentemente inospitale, non sembrano poi climatico, tornano prepotentemente a mostrare la loro così infelici. natura “distruttiva e costruttiva”, e nessuno stato di Certo molto spesso, nonostante le residenze siano calamità può continuare a nascondere l’insostenibile già completate e vendute, non risultano realizzati colpevole superficialità di molte localizzazioni recenti. parchi, parcheggi, depuratori e strade, (servizi Si tratta di territori in cui l’abbandono agricolo ha naturalmente previsti dai piani particolareggiati determinato zone di marginalità insediativa e sociale, che purtroppo però non hanno specificato quando favorendo l’abusivismo edilizio e la frammentazione avrebbero dovuto essere realizzati rispetto alla di suoli e edifici agricoli, ridotti ormai a testimonianze costruzione delle residenze). indifese di altre storie e altre economie, costretti a Quanto all’agricoltura poi, nelle pieghe convivere con la grande dimensione di capannoni, dell’abbandono, e nonostante la maggior parte dei centri commerciali, aeroporti e autostrade. casali della bonifica otto-novecentesca si stiano Sono i territori della privatizzazione estrema dello trasformando in residence o ristoranti specializzati spazio e del tempo dove, sia che si tratti di villette in banqueting, dove improbabili giardini all’italiana che di grandi complessi edilizi, la dimensione prendono il posto di vecchie aie senza che alcuna collettiva sembra aver perso spazio e significato, e norma vigente riesca a guidare questa tendenza anche i pochi riti impersonali legati al consumo si verso una trasformazione meno offensiva, nelle stanno allentando per gli effetti della crisi economica, pieghe di tutto questo, a volte, alcuni casali tornano alimentando una diffusa sensazione di vuoto sociale. a conoscere l’uso agricolo: colture orticole, foraggi, Ma nonostante tutto (l’abusivismo, le esondazioni, produzione di latte di qualità ecc. la bruttezza terrificante di alcuni insediamenti Quanto alle relazioni di comunità chi ha detto che commerciali) si tratta di territori vitali per l’economia vivere in questi territori è deprimente? È comodo, della regione e della città, dove avviene una grande funzionale per gli spostamenti (sai quanto ci metto mole di scambi, e le infrastrutture supportano (più per andare all’aeroporto? Ma che importanza ha o meno) questa funzione, e altre dovrebbero essere quante volte devo andarci?), e poi la vicinanza ai realizzate per recuperare il gap che questa città ha centri commerciali è una formidabile facilitazione per

26 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE la vita quotidiana, come anche i grandi centri sportivi pratiche democratiche contemporanee, e la “in mezzo alla natura” dove mantenersi in forma. base indispensabile per argomentazioni tecniche In questo senso gli eterogenei comportamenti “plausibili”), quindi di chiarire le differenti posizioni in rilevabili nel territorio portuense costiero campo e alla fine delineare il campo della possibile corrispondono ad altrettanti giudizi e punti di vista ricomposizione dei conflitti. sulla trasformazione contemporanea. E indicano Non che questo a volte non accada, ma è l’esito anche le difficoltà che si incontrano nella gestione di casi fortunati, di buone volontà individuali, e quotidiana della tutela archeologica. generalmente si concretizza in territori investiti da 5 I problemi generati dalla trasformazione recente trasformazioni di scarso valore economico. Gli A seguito della Convenzione sono stati oggetto di approfondimenti specifici esempi virtuosi cioè sono perlopiù localizzati in zone Europea del Paesaggio sono nella seconda e terza parte del libro, dove il disagio decentrate o nelle “aree interne”6. state avanzate proposte di “tavoli inter-istituzionali” prope- territoriale è analizzato attraverso i punti di vista Una visione integrata della tutela, in cui aree deutici alla redazione dei Piani propri della disciplina paesistica (relazioni tra di interesse archeologico, beni paesaggistico- paesistici, ma i grandi assenti elementi ambientali, storico-culturali, urbanistici e ambientali, aree protette (così come delineati dai sono sempre i Comuni. Vedi tra le altre, l’esperienza in cor- percezioni contemporanee). Piani Paesistici Regionali, e in particolare in quello so della Regione Umbria con del Lazio) siano considerati strutturali ai fini delle il Nuovo Piano Paesaggistico Conflitti normativi e amministrativi. Regionale. Le difficoltà scelte di trasformazione, presuppone un terreno che segnano il rapporto tra Amministrazioni locali di lavoro a cui i PRG dovrebbero collaborare in 6 e Soprintendenze archeologiche sono di dominio forma attiva, senza riprodurre all’infinito la banale Per il concetto di “area interna” nella programmazione econo- pubblico, spesso banalizzate e comunque farcite di e sciagurata opposizione tra enti che tutelano mica europea vedi: Ministero luoghi comuni. (Soprintendenze, Enti parco, alcuni settori regionali per la coesione territoriale, Si tratta di un conflitto di lunga durata, con radici ecc.) ed enti che trasformano (Comuni, altri settori Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, nell’ordinamento statale, per il quale il rapporto tra regionali, enti gestori di servizi pubblici ecc.). In strumenti e governance. Di- esercizio della tutela – delegato generalmente a questo senso non si tratta solo di ostacoli normativi, sponibile on-line: http://www. organi sovracomunali – e trasformazioni del territorio ma di tradizioni culturali dure a morire7. coesioneterritoriale.gov.it/ sezione-aree-interne/. – gestite dai comuni per mezzo del PRG, strumento Nel caso del territorio portuense la situazione sovrano delle trasformazioni stesse – non è mai stato è ancora più complessa dal punto di vista del 7 affrontato pragmaticamente. diritto urbanistico. È fin dagli anni ’60 che la La separazione tra pianificazio- ne paesistica e pianificazione La procedura dell’adeguamento non permette infatti fascia di pianura che collega Roma con Fiumicino urbanistica avviata nei primi di affrontare i problemi in modo razionale, riducendo è stata destinata ad accogliere infrastrutture e del secolo e ratificata nelle spesso la questione dei vincoli a una ennesima zone industriali, e le grandi trasformazioni recenti leggi di tutela del 1939 e nel- la legge urbanistica del 1940 forma di contrattazione, e soprattutto ostacolando rappresentano, con varianti più o meno sostanziali, è una costante problematica la formazione di tavoli di discussione dove le l’attuazione di quelle previsioni. Si tratta soprattutto della storia italiana moderna; di grandi insediamenti commerciali e residenziali per una rassegna sintetica su diverse posizioni siano messe in chiaro, e i conflitti questa vicenda vedi: Caravag- argomentati in modo trasparente, prima che le scelte a carattere “unitario”, dalle cittadelle come Parco gi 2002a, pp. 18-73, e la biblio- siano state fatte5. Leonardo ai recinti specializzati come Nuova Fiera di grafia ivi contenuta. Un atteggiamento più pragmatico, ma del Roma, Commercity e Interporto8. 8 tutto estraneo alla nostra tradizione nazionale, Le attese connesse alla valorizzazione immobiliare Sui contesti insediativi contem- consiglierebbe in primo luogo di mettere tutte le maturate nel corso di cinquanta anni e rinnovate dai poranei, si vedano tra gli altri: Boeri 2011, pp. 3-26; Demat- informazioni disponibili in comune (la condivisione PRG vigenti, non possono essere evidentemente teis, Governa 2012. delle informazioni è un elemento centrale delle modificate in modo radicale, e neanche rimodulate

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 27 9 dal punto di vista delle cubature, a giudicare da declinazioni della ricerca storica e antropologica, Continuo a preferire questa for- quanto è accaduto. Né ragioni ambientali, né criteri mulazione a quella di rischio ar- fornendo narrazioni contigue ai nostri spazi di cheologico perché, nonostante di sicurezza idraulica, né i più incredibili rinvenimenti vita, evidenziando matrici evolutive – per es. di la volontà di accentuazione po- archeologici sono in grado di contrastare simili natura ambientale e insediativa – ancora attive sitiva – rischio per i ritrovamenti previsioni. archeologici – secondo me la nei nostri territori; dall’altra non ci sono fondi per locuzione continua a suggerire Se non le previsioni di Piano, forse però almeno garantire campagne di scavo e soprattutto per dare l’idea di rischio per altre famiglie i progetti potrebbero cercare un dialogo con il pieno senso agli scavi, attraverso forme avanzate di oggetti a causa dell’archeolo- contesto, con i suoi limiti e le sue possibilità, e gia, come afferma anche Quilici: di documentazione, pubblicizzazione tutela e “Non diciamo noi ancora, nella questo è stato il motivo che ha spinto a mettere a valorizzazione. programmazione urbanistica, punto le Linee guida presentate in questo libro. Questa è una dolorosa vicenda di vecchia data, di redigere Carte del rischio ar- Tutto ciò avviene mentre dal fronte della tutela la cheologico, invece di dire Carte testimoniata da molti interpreti della nostra storia della fortuna archeologica, e non tendenza è quella di sviluppare l’interpretazione culturale. Come Cesare Brandi già nel 1966: “E qui usiamo il termine di ‘bonificare’ estensiva di zona archeologica, oltre a quanto già non posso che chiamare abbietta la tolleranza con dalle presenze archeologiche accertato e vincolato, coinvolgendo anche le aree un’area per consegnarla ‘ripulita’ cui si sono lasciate abbandonate a se stesse aree 9 all’edilizia?”, Quilici, Quilici Gigli di potenziale interesse archeologico . Il supporto non già predicabili di scavo, ma da lungo scavate, e, 2004, p. 19. di strumenti cartografici innovativi rende infatti più che note, famose: come quella di Tarquinia, dove ormai possibile connettere ritrovamenti accertati 10 Cfr. F. Cambi, voce “Rico- si è potuto strappare impunemente le pitture murali gnizione archeologica”, in Ma- e probabili, attraverso il ricorso ad un’analisi da una tomba, come se codesta si fosse trovata nacorda, Francovich 2000, pp. documentaria vasta e multiforme10. abbandonata nel deserto […]. E nel contempo si 250-257. Anche il recentissimo sforzo di pervenire a una sono continuate ad aprire vorticosamente tombe 11 definizione chiara dei diversi tipi di aree soggette nuove e tombe nuove, quando non si sapeva come Il decreto che approva le Linee a tutela archeologica (classificazione tipologico- difendere quelle già scoperte”12. guida per la costituzione e valo- normativa contenuta nel decreto che approva le rizzazione dei parchi archeologi- Oggi è vero che molte campagne di scavo sono ci (decreto-ministeriale del 18 a- Linee guida per la costituzione e valorizzazione “obbligate” dalle trasformazioni del territorio, ma in prile 2012) prevede la seguente dei parchi archeologici, decreto-ministeriale del 18 generale la domanda è sempre la stessa: che ne classificazione: aprile 2012) rafforza l’idea di una gamma di strumenti faremo di questo grande “patrimonio potenziale”? s 3ITO CON PRESENZA ARCHEO- logica: ambito territoriale con diversificati in base alla proprietà, al grado di vincolo Se è vero che i momenti di crisi a volte favoriscono presenza effettiva- in luce o se- e di valorizzazione prevista11. positivamente la riflessione disciplinare per effetto polta- di elementi singoli o stra- Queste ulteriori utilissime estensioni del concetto di tificazioni archeologiche scienti- di una sorta di sospensione forzata di alcune ficamente identificate; tutela archeologica delineano però uno scenario con attività, allora questo è il momento di riflettere sul s!READIINTERESSEARCHEOLOGICO: molte contraddizioni: mentre la tutela archeologica senso possibile dell’archeologia dentro i territori ambito territoriale con potenziali sembra diffondersi positivamente, tanto da ipotizzare presenze archeologiche, identifi- contemporanei, e dare un senso al grande sforzo cate nel corso della procedura di una sua progressiva ramificazione anche all’interno di di ramificazione della tutela archeologica attraverso verifica preventiva dell’interesse strumenti di gestione del territorio (soprattutto Piani nuovi progetti di interesse collettivo. archeologico, nell’ambito di lavo- Paesistici, Piani di Assetto dei Parchi, PRG ecc.), i ri pubblici; Se non riusciamo a dimostrare in quale modo s3ITODICHIARATODIPUBBLICOINTE- Piani a carattere urbanistico e territoriale continuano l’archeologia può rivelarsi ricca di opportunità, resse archeologico: sito con pre- a vivere l’archeologia come un’ingerenza, un pericolo preziosa dal punto di vista dell’evoluzione culturale senze archeologiche, di proprie- da scongiurare. Da una parte cioè l’archeologia tà privata o pubblica, per il quale di una società, traccia interpretativa rigorosa ma è stata emessa la dichiarazione ratifica la sua identità contemporanea anche a livello anche creativa, se non riusciamo a comunicare di interesse culturale (ex art. 13 amministrativo superando definitivamente l’immagine perché un sito archeologico è una risorsa fragile, non del Codice); del ritrovamento eccezionale a favore di nuove riproducibile, ma anche straordinariamente capace di s:ONEDIINTERESSEARCHEOLOGICO

28 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE a tutela paesaggistica: ambito tornare ciclicamente a nuova vita in rapporto a nuove decide di fare anche l’architetto, magari utilizzando territoriale di proprietà pubblica possibili percezioni contemporanee, allora ogni materiali vegetali, che apparentemente sono più e/o privata in cui le presenze archeologiche rivestono valenza sforzo di tutela risulterà molto faticoso e forse anche facili da controllare e “reversibili” (correndo il rischio paesaggistica ai sensi dell’art. inutile. di distruggere i ritrovamenti a causa degli apparati 142, lett. m, del Codice, e per il radicali, dell’ombra o dell’umidità oppure alterando la quale dovrebbe essere emanato uno specifico decreto di peri- Conflitti settoriali. Anche dal fronte dei soggetti percezione e la leggibilità dei rinvenimenti stessi). metrazione (art. 142, lettera m, che lavorano sullo stesso terreno con ruoli diversi In generale mi sembra che le incomprensioni derivino Codice); (archeologi, geologi, urbanisti, paesaggisti e da una principale reciproca difficoltà: da una parte s!REAARCHEOLOGICA: sito arche- ologico, di proprietà pubblica o architetti) emerge frequentemente una certa gli archeologi non riescono ad argomentare, e privata, aperto alla pubblica fru- disabitudine al confronto, un attaccamento eccessivo comunicare con chiarezza all’esterno, il possibile izione, con o senza biglietto di al proprio ruolo di esperti e alla misura rassicurante senso culturale dei ritrovamenti in uno specifico ingresso; s 0ARCO ARCHEOLOGICO: ambito del proprio settore di specializzazione. contesto (con tutti i vincoli e le possibilità di quel territoriale caratterizzato da im- Gli stessi architetti a volte non riescono a dialogare contesto), dando per scontato il valore in sé del portanti evidenze archeologiche tra loro, quando si occupano di cose diverse: testo archeologico, che seppure non messo in e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambien- l’architetto che si occupa di urbanistica, per discussione, rischia di smarrirsi se non è coltivato tali, attrezzato come museo es., riesce a comprendere le ragioni della tutela collettivamente. Dall’altra gli architetti non riescono all’aperto (ex art. 101, comma 2, archeologica, ma delega ogni responsabilità a sintonizzare il progetto sulle esigenze, a volte lett. E, Codice) sulla base di una specifica normativa istruttiva; interpretativa a successivi progetti “più ravvicinati”. anche contraddittorie, di un testo archeologico, in s0ARCONATURALISTICOCONPRESEN- I paesaggisti amano l’archeologia, ma non troppo quanto poco partecipi del processo conoscitivo ze archeologiche: ambito territo- i cantieri archeologici, preferiscono suoli già dell’archeologia (che si concretizza in primo luogo riale, di proprietà pubblica e /o privata, istituito come area pro- stabilizzati, senza prospettive di scavo. Gli architetti nella partecipazione alla fase dello scavo), e spesso tetta naturale ai sensi della legge che si occupano di progettazione architettonica non abituati alla pratica dell’argomentazione delle 394/1991 o con leggi regionali, ”pura” devono arrivare a una sintesi, e questo non scelte. e dotato di particolari caratteri archeologici; è sempre facile con le modalità di lavoro – aperte e Su questo sfondo così problematico la ricerca di s!REAADESTINAZIONEURBANISTI- dinamiche – dell’archeologia stratigrafica. geometrie troppo rassicuranti, o l’allestimento di ca ad area o parco archeologi- Dal fronte dell’archeologia si evidenzia l’attitudine, giardini “compiuti”, sembra stridere con la natura co: ambito territoriale sottoposto a speciale tutela con “vincolo ormai stabilizzata, a connettersi con molte altre euristica e aperta dell’interpretazione di un testo ricognitivo” dell’Ente locale in ra- discipline (in primo luogo la geologia, la geo- archeologico, che deve poter essere continuamente gione della sua destinazione alla botanica, l’antropologia ecc.) in un rapporto riletto e “reintegrato” attraverso gli strumenti culturali fruizione archeologica sulla base 13 di strumenti urbanistici. complesso di scambi e interdipendenze . Ma diversi, attraverso processi di immaginazione altrettanto può dirsi rispetto al dialogo con il progetto personali guidati dalla conoscenza14. 12 di architettura, anzi gli architetti sono spesso Ma il conflitto, o il non dialogo, tra archeologia e Brandi 1996, p. 10. “soggetti subiti”, con i quali non è facile instaurare un architettura è troppo dannoso per essere accettato 13 dialogo proficuo. passivamente. Utilizzando la classificazione di In alcuni casi le scelte di valorizzazione vengono C’è bisogno di concetti funzionali alla interazione Manacorda si può parlare di: Archeologia urbana, Archeo- delegate completamente, e troppo in fretta, tra le due discipline, capaci di alimentare progetti logia dell’architettura, Archeo- all’architetto, quando dovrebbero invece essere che appartengono a entrambe, come si tenterà logia quantitativa e informatica scelte comuni e profondamente condivise, fino alla di dimostrare nel terzo paragrafo, dedicato applicata, Archeologia e scienze (bioarcheologia e archeometria), definizione delle tracce interpretative, cioè del “tema esplicitamente ai temi di un nuovo possibile dialogo Etnoarcheologia e Archeologia da svolgere”. contemporaneo. sperimentale. Vedi Manacorda Qualche altra volta, per fortuna di rado, l’archeologo 2004, pp. 110-125. per un ul-

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 29 teriore approfondimento degli 2. Terreni disciplinari comuni. Attraverso questa Testo e contesto. L’aver assunto il valore storico stessi temi vedi anche Manacor- esperienza abbiamo scoperto tuttavia anche molti come valore primario e distintivo della ricerca da 2008. terreni comuni tra archeologia e progetti rivolti al archeologica in opposizione ad altre famiglie di valori 14 paesaggio15. di natura prevalentemente artistica ha delineato forti Per il concetto di reintegrazione Senza dimenticare la complessa geografia interna ed evidenti parallelismi tra la ricerca di archeologia e archeologica attraverso i ma- teriali vegetali vedi Caravaggi delle due discipline ma cercando anche di non quella rivolta al paesaggio. 1989. lasciarsi scoraggiare dalla difficoltà del dialogo, Fin dalla trasformazione da antiquaria a archeologia questa esperienza ha costituito l’occasione per – vicenda di grande fascino culturale che continua a 15 Nel corso di questo testo i ter- avviare forme di conoscenza reciprocamente fare luce su molti tratti della nostra cultura moderna, mini progetto di architettura e riflessiva, capace cioè di mettere in luce i modi che e non credo ad uso esclusivo degli archeologi – progetto di paesaggio vengo- sono utilizzati dagli uni e dagli altri per organizzare attraverso le prime “intuizioni stratigrafiche” del primo no frequentemente scambiati e non sono mai posti in una posi- ricerche, scavi e progetti. Il riferimento al paesaggio ’800 fino alle raffinate e complesse elaborazioni zione “settorialmente definita”. sembra costituire in particolare un riferimento stratigrafiche contemporanee, testo (inteso in Questo risponde a una precisa condiviso quanto mai produttivo. questo caso come oggetto) e contesto diventeranno scelta di tipo critico. Ho cerca- to infatti di dimostrare come il In generale il campo di dialogo può essere definito inscindibili, simbolo del faticoso percorso di dialogo con gli archeologi oggi in relazione ad alcuni caratteri genetici e costanti affermazione disciplinare dell’archeologia, ma forse è largamente dominato dai temi tematiche che possono essere considerate comuni: anche segnale di una più generale conquista del del progetto di paesaggio, a te- 19 stimonianza di un più generale sALAVEREACHEFARECONELEMENTIhMATERIALIv passato . interesse della cultura architet- depositi di oggetti fisici e assetti spaziali; Già nel 1847, come ricorda Alain Schanpp, si tonica spostatasi dalla forma affermava che la datazione di un reperto può specifica di nuovi allestimenti sBLATENDENZAAUTILIZZARESISTEMIDICONOSCENZE museali verso i temi dello spazio “scientificamente riconosciute”, che permettono essere stabilita: “Dal materiale, dalla lavorazione aperto, temi che peraltro resta- interpretazioni coerenti e “argomentazioni e soprattutto dalla posizione degli oggetti nel no difficili da concettualizzare in plausibili”, unitamente ad una certa propensione sottosuolo. Quindi ammettiamo una sorta di ‘scala forma autonoma da quelli dello spazio costruito. Mentre cosi verso il chiarimento della propria metodologia di vita’, una sovrapposizione di strati costituiti dai non era fino a qualche anno fa, di lavoro (attitudine che, quando supportata da resti di intere generazioni e cerchiamo in ogni quando il progetto di architet- un atteggiamento critico, si potrebbe definire strato indizi della storia di quelle generazioni. Gli tura risultava strettamente con- 16 nesso alla poetica dell’“oggetto autoriflessiva) ; stati più profondi ci rivelano quindi le generazioni costruito” come delineato nel sCLESSEREDISCIPLINEDALCONlNEINCERTO PUNTO più antiche”20. L’affrancamento dalla tradizione terzo paragrafo. di incontro tra saperi specializzati molto diversi tra antiquaria comporta anche una significativa alleanza 17 16 loro ; tra archeologia e scienze naturali, attraverso Per questo aspetto vedi Mana- sDILMOSTRAREANALOGHEDIFlCOLTÌATENEREINSIEME l’affermazione del legame “documentabile” tra fasi di corda 1982a; Barbanera 1998. ordinamenti di tutela e strategie di valorizzazione, trasformazione della civiltà umana e coevi ambienti 17 in generale cioè a porre in relazione il proprio di vita, fin dalle prime intuizioni ottocentesche: “Lo “Chiariti i rapporti di parentela lavoro con la dimensione dei “soggetti sociali studio delle torbiere, come dei banchi diluviali, non tra i diversi saperi indiziari si contemporanei”18. è stato approfondito come sarebbe opportuno […]. profilano nuove collaborazioni culturali che potrebbero aiutare Su questo sfondo è possibile individuare alcuni Si può ancora distinguere nella torba, soprattutto al a meglio ricordare e curare la concetti chiave che mi sembra possano costituire un momento dell’estrazione, una parte dei vegetali che materia del nostro patrimonio terreno di comprensione reciproca, comuni matrici la compongono. La flora delle specie rinvenute nel culturale. Fra questi saperi l’ar- cheologia, curiosa com’è del evolutive che legano archeologia e interpretazioni di sottosuolo o la nomenclatura delle piante che hanno bello e del brutto, avida del pia- paesaggio. formato la torba, descritta strato per strato risalendo cere estetico e di quello storico, fino alla superficie e indicando la successione delle rappresenta un ponte fra i mon-

30 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE di diversi dell’arte, del lavoro e specie in una stessa località per un lungo arco di umana su un territorio a partire dall’interpretazione della natura”, Carandini 1991, secoli, potrebbe indicare le variazioni che si sono dei segni che questa vi ha lasciato iscritti”25. p. XXV. verificate nel suolo e nel clima”21. A questo fine sono certamente necessarie 18 Questo ha comportato, soprattutto in Europa, conoscenze specifiche relative ai manufatti ma anche, Per il dibattito recente si veda non solo l’affermazione della “dimensione storica” soprattutto nel momento dello scavo, è necessario per es. le recenti pubblicazioni 26 relative al Progetto PRIN 2009 dell’archeologia, ma anche la conferma implicita delle decifrare “le storie che la terra può raccontare” . “Paesaggi dell’archeologia, re- teorie sull’evoluzione della specie, che furono al centro Il contesto territoriale dà senso ai diversi siti che gioni e città metropolitane” coor- di conflitti piuttosto aspri di natura extra-disciplinare ma possono essere identificati in base a densità o dinato da Alessandra Capuano, DiAP Dipartimento di Architettu- che coinvolsero profondamente tutte le discipline che peculiarità dei ritrovamenti. Il senso dei diversi ra e Progetto, Sapienza Universi- avevano a che fare con le scienze naturali22. siti è comprensibile cioè solo se inscritto nelle tà di Roma. Altrettanto complesso e faticoso è stato il più recente trasformazioni del contesto di appartenenza, e 19 percorso di “liberazione” dell’archeologia dalla storia nelle sue dinamiche evolutive, all’interno di precise Dal titolo del noto libro Alain dell’arte, l’affrancamento cioè dall’orientamento coordinate temporali. Schnapp, La conquista del pas- stilistico che vigeva incontrastato fino al secondo Analogamente alle vicende dell’archeologia, anche sato (Schnapp 1994). dopoguerra, soprattutto nel nostro paese, e che il testo paesistico è andato via via liberandosi da 20 indirizzava inesorabilmente lo sguardo verso gli quei valori pre-supposti che orientavano lo sguardo Boucher de Perthes (1847), cit. oggetti, senza curarsi dei loro contesti23. verso il “bello” codificato dall’arte classica, o verso le in Schnapp 1994, p. 277. L’aver assunto il testo archeologico come testo “percezioni sublimi” di ispirazione romantica. 21 complesso, inscindibile dalle coordinate della La tradizione idealista italiana ha in qualche modo Ibid. conoscenza storica ma anche dalle variabili della co- contrastato questa tendenza cercando di ricondurre 22 evoluzione che legano il testo ai sistemi ambientali il paesaggio nell’alveo dei valori storici, ma i paesaggi Per le origini connesse alla di appartenenza (considerati ormai anche questi giudicati degni di essere conservati per i loro valori di tradizione biblica e all’evoluzio- come testi di natura storica, rispetto a differenti “memoria storica” erano totalmente immateriali, quasi ne moderna del conflitto vedi Schnapp 1994, pp. 195-279. fasi di trasformazione), ha orientato una forma di un pretesto per pellegrinaggi e vaghe rimembranze conoscenza fortemente relazionale. Il contesto è eroiche, piuttosto che testi dotati di consistenza fisica 23 stato riportato alla luce attraverso la stratigrafia che e vitalità culturale. Il paesaggio cioè si è lentamente Per l’interpretazione delle fasi evolutive all’interno dell’arche- ha rappresentato a sua volta una modifica radicale costituito come “oggetto da conservare per il suo ologia vedi tra gli altri: M. Bar- dell’idea stessa di scavo archeologico. valore ideale e simbolico”, ma in modo del tutto banera, voce “Storia dell’arte e Come sostiene Manacorda: “Specialmente in slegato dai reali contesti storici di appartenenza27. Su storia dell’archeologia” in Mana- corda, Frankovich (2000), pp. Europa, dove da più tempo si professa l’archeologia un fronte disciplinare opposto, ma senza correlazioni 311-319; Manacorda 1982a, storica, è più immediato il riconoscimento della significative con il “senso pubblico” della tutela pp. 85-119. valorizzazione del contesto nei suoi aspetti stratigrafici né con la domanda sociale di conservazione, il 24 (contesto deposizionale), funzionali (contesto d’uso) paesaggio si è costituito come oggetto geografico Manacorda 2004, p. 130. e culturali (contesto ideologico) e dell’importanza per eccellenza, delimitato senza incertezze grazie di un approccio diacronico, che richiede una alle letture positiviste, ricondotto ai confini certi e 25 28 Manacorda 2007, p. 32. capacità di calarsi nella cultura storica, ponendo invalicabili del determinismo ambientale . programmaticamente in relazione le testimonianze Anche nell’evoluzione del concetto di paesaggio 26 archeologiche con altri sistemi di fonti”24. quindi – o più esattamente di alcune elaborazioni Manacorda 2007, p. 33. Il rife- rimento di Manacorda è al noto Soprattutto la strategia di indagine per grandi aree disciplinari per cui il paesaggio si costituisce libro di Andrea Carandini, Storie viene definita “intimamente contestuale”: “La ricerca come testo storico e nodo di politiche di tutela – dalla terra (Carandini 1991). archeologica ricostruisce la storia della presenza l’affrancamento dalle tradizioni di matrice sia idealista

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 31 27 che positivista avverrà pienamente solo nel corso il paesaggio, modalità che peraltro non avranno una La matrice storicista crociana avrà un grande peso nell’im- degli anni ’60, in rapporto con in nuovo orientamento grande diffusione all’interno di piani e progetti. postazione dei primi disposi- storico-geografico dell’École des Annales affermatasi La ricerca sulle diverse culture materiali, aspirazioni tivi di tutela del paesaggio in in Francia nel secondo dopoguerra, per cui la collettive e storie minori che hanno concorso Italia, e costituirà un carattere distintivo di derivazione ide- geografia non è tanto lo studio dello “spazio” quanto a costruire gli straordinari paesaggi italiani ha alista, anche se le categorie delle società umane attraverso lo spazio29. però dato vita a un vasto immaginario culturale, estetiche verranno integrate In Italia, il paesaggio viene finalmente concettualizzato popolato di permanenze, strati, tracce, iconografie, con categorie di natura storica. Per la ricostruzione sintetica di come sistema di relazioni (con evidente riferimento trasformazioni climatiche, modificazioni nell’uso delle questa vicenda vedi: Caravag- alle letture di origine strutturalista), come si legge risorse ambientali e nelle pratiche agricole, proprio gi 2002a, pp. 18-73. nella voce “paesaggio” di Vittoria Calzolari: “La come è avvenuto con le “storie raccontate dalla 31 28 caratterizzazione di un paesaggio è determinata oltre terra” attraverso l’archeologia . Per una sintesi delle posizioni di che dagli elementi in sé (climatico-fisico-morfologici, orientamento positivista all’in- terno della geografia nel più biologici, storico-formali) dalla loro reciproca Stratificazioni. In questo contesto teorico ampio quadro delle teorie sulla correlazione nel tempo e nello spazio, ossia dal fattore appare chiaro il perché le immagini di derivazione trasformazione del territorio, cfr. ecologico. Il paesaggio risulta quindi dalla interazione “stratigrafica” hanno avuto tanta diffusione, anche Lanzani 1996, pp. 89-101. tra fattori fisico-biologici e attività umane, viste come tra i paesaggisti. Perché contribuiscono a chiarire e 29 parte integrante del processo di costruzione storica comunicare sinteticamente la dimensione storica del Esemplificativo è in questo sen- dell’ambiente e può essere definito la complessa paesaggio; perché sono utilizzabili come riferimenti so il rapporto formativo di Lucio Gambi con i testi di Fernand combinazione di oggetti e fenomeni legati tra loro da culturali collettivi, oltre che disciplinari e scientifici, Braudel e Lucien Febvre. Vedi mutui rapporti funzionali, oltre che da posizioni, si da e come indicatori- dicendolo con le parole di in particolare: Braudel 1951; costituire una unità organica”30. Carandini- di una nuova “cultura della sintassi delle Febvre 1980. Per il ruolo di Lu- cio Gambi vedi tra gli altri Lan- Attraverso l’integrazione di diverse tradizioni cose, delle cose viste entro un periodo di tempo e in zani 2011, pp. 51-104. di ricerca (storico-geografico-antropologiche), un contesto materiale”32.

30 e in chiara opposizione con le varie forme di Un’interpretazione culturale, questa, che mi è Calzolari 1969. determinismo geografico-ambientale diffuso in Italia, apparsa sempre molto utile, anche didatticamente, l’oggetto dell’indagine – il paesaggio – diviene il per argomentare i complessi processi di 31 Quale esempio di continuità e motore di ricerca di specifici sistemi di relazioni, sedimentazione che sono alla base dei paesaggi discontinuità tra ricerca arche- grazie ai quali è possibile riconoscere differenze che osserviamo. La ricerca mirata ai caratteri storico- ologica e ricerca sul testo pae- e specificità, a loro volta riconducibili a dinamiche evolutivi del paesaggio permette infatti di riconoscere sistico vedi: Caravaggi 2002b, pp. 287-344. storicamente determinate tra azioni umane e strutture le fasi di trasformazione significativa, di costruzione ambientali, tra razionalità collettive e uso delle risorse, dei caratteri ancora oggi dominanti, o residuali, e di 32 tra sistemazioni del suolo e forme del paesaggio. fare luce sui rapporti tra insediamenti, collegamenti, Carandini, 1986, p. 233. Da questa straordinaria stagione di studi storico- usi del suolo, trame e partizioni proprietarie nelle 33 geografici abbiamo ereditato preziosi strumenti di loro reciproche relazioni storiche: “La descrizione Il riferimento alle “stratigrafie” quale concetto in grado di lavoro, attraverso i quali riconoscere e correlare può essere ricondotta inizialmente a due principali connettere il lascito materiale forme e contesti storici, connettere territori vasti modalità di organizzazione dei dati, denominabili: di epoche trascorse ai contesti e singole parti attraverso il riconoscimento di assetti diacronici e stratigrafie. territoriali e sociali contempora- nei, con riferimento ai concetti medesime modalità organizzative, riconducendo Gli assetti diacronici sono finalizzati a ricostruire la di “permanenza e persistenza”, un testo olistico come il paesaggio a procedure forma di insediamenti/collegamenti/usi del suolo in è stato sempre presente nella di smontaggio e ri-montaggio di pochi materiali diverse fasi storiche riconosciute come significative. mia attività di ricerca e didattica, vedi in particolare Caravaggi costitutivi. Le letture paesistiche hanno proposto Le stratigrafie tendono invece a evidenziare anche 2002a, pp. 93-98. modalità coerenti, ma non assolute, per interpretare le correlazioni e le interdipendenze tra diverse fasi di

32 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE trasformazione storica (strati). Un insieme di relazioni scambi e perfino dei regimi fiscali e degli assetti attraversa i diversi strati, a volte in forma discontinua, della proprietà fondiaria e del potere politico. […] generando abbandoni e riscoperte, legando forme e L’archeologia dei paesaggi ha nel suo DNA l’ottica funzionamenti del passato a percezioni e modalità di contestuale, ambientale e stratigrafica”36. uso del presente”33.

Strumenti di indagine eterogenei (e sempre 3. Progetti di valorizzazione. Ma sia nel campo nuovi). Un’importante consuetudine di lavoro dell’archeologia che in quello del paesaggio questa che accomuna indagini archeologiche e indagini fertilissima impostazione culturale si è spesso sul paesaggio è il ricorso abituale a strumenti scontrata con la dimensione della contemporaneità, di conoscenza indiretta dei contesti indagati. In cioè con il significato che le “cose del passato” particolare, fonti cartografiche, iconografiche, acquistano oggi rispetto a soggetti sociali letterarie, toponomastiche ecc., sono considerate determinati, un significato che è inscindibile dal materiali primari di identificazione, datazione e riconoscimento collettivo, e non solo giuridico, del interpretazione sia di ritrovamenti archeologici che di bene storico-culturale come bene comune.

34 sistemi di relazioni paesistiche. La contrastata storia della tutela nel nostro paese 37 “Come ha indicato circa cin- Questa propensione all’uso di fonti eterogenee, è stata con continuità una storia di conflitti , quanta anni fa lo storico olande- definita da alcuni storici una propensione feroci e banali, alimentati da ripetitive dinamiche se Gustaaf Renier (1892-1962), 34 potrebbe essere utile sostituire all’interpretazione di “tracce” , fa crescere economico-politiche ma, in qualche misura, è il concetto di ‘fonti’ con quello l’attitudine ad utilizzare strumenti di lavoro sempre stata anche una vicenda di incomprensioni legate di ‘tracce’ del passato. Il ter- nuovi, a supporto delle diverse fasi di ricerca (per gli dall’autoreferenzialità della ricerca, alle sufficienze mine ‘tracce’ si riferisce infatti tanto ai manoscritti, ai libri a archeologi: diagnosi, scavo, rilievo e comunicazione). culturali, alla scarsa riflessività disciplinare dei diversi stampa, agli edifici, agli arredi, Recenti significativi punti di incontro tra le due soggetti scientifici coinvolti. al paesaggio (modificato dallo discipline possono inoltre essere individuati nella Per quanto riguarda gli archeologi, con le parole sfruttamento dell’uomo), quanto ai vari tipi di immagine: dipinti, comune tensione conoscitiva verso le dinamiche di Carandini, si potrebbe dire: “Si nota spesso nei sculture, incisioni, fotografie”, ambientali, intese come variabili costitutive delle nostri studi una mancanza di riferimenti culturali Burke 2002, p. 15. modificazioni sia archeologiche che paesistiche. veramente disarmante, un tecnicismo fine a se 35 All’interno dell’archeologia si sono andate stesso, (da non confondere con le sacrosante Cfr. voce “Archeologia ambien- definendo categorie di indagine specifiche, quale tecniche e tecnologie ingiustamente disprezzate tale”, in Manacorda, Frankovich 2000, pp. 3-14. per es. l’Archeologia del paesaggio, che si occupa dagli antiquari), una sterilità di fondo, una ingenuità della ricostruzione degli ecosistemi e delle loro teorica, una mancanza di fantasia e di coraggio 36 trasformazioni attraverso l’applicazione dei metodi ricostruttivi, direi alla fine una noia, una mancanza Manacorda 2004, pp. 100-101. 35 Per la trattazione dell’archeo- dell’archeologia ambientale . Con le parole di di spirito, una lontananza dal nostro tempo a volte logia del paesaggio cfr. anche Manacorda: “[L’archeologia del paesaggio] si insopportabili, che isolano la nostra ricerca anche Farinetti 2012. avvale anche delle fonti storiche (quali i documenti dalla parte più colta e matura della società civile”38. 37 catastali), spesso decisive – in un’ottica di storia Ma anche sul fronte del paesaggio sono mancati Una recente esaustiva rico- agraria – per comprendere le forme di organizzazione raccordi efficaci con la dimensione del presente. gnizione è contenuta in Settis paesaggi storici 2010. del territorio in relazione alla viabilità, alle divisioni L’eredità del passato (i ) sembra aver agrarie, alle tecniche di coltivazione dei campi, alle smarrito i legami con la trasformazione in corso per 38 tipologie degli insediamenti e alle consuetudini assumere esclusivamente la forma chiusa del testo A. Carandini, voce “Storia e archeologia”, in Manacorda, agricole, ma anche alle fonti di approvvigionamento da conservare, non più da rileggere, reinterpretare, Frankovich 2000, p. 291. delle materie prime, alla natura dei consumi e degli modificare. Le interpretazioni paesistiche si

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 33 39 sono chiuse progressivamente all’interno dei relazione (carattere dinamico). Esemplificativi di questo atteg- territori a elevata permanenza storica rifiutando Porre il contesto così inteso al centro giamento possono conside- rarsi molti dei saggi contenuti le trasformazioni contemporanee, assimilate a dell’interpretazione progettuale significa, alla luce nelle pubblicazioni degli ultimi un pulviscolo colpevole di nascondere le tracce della Convenzione Europea, affermare i legami anni del Touring Club Italiano del passato fino a cancellarle39. La difficoltà a con la dimensione temporale del presente (tutte dedicate al paesaggio; in ge- nerale si può dire che lo sde- considerare anche i paesaggi contemporanei tra le osservazioni muovono necessariamente dallo gno, largamente condivisibile, i paesaggi degni di essere indagati, interpretati e stato contemporaneo) e con quella del passato (la verso le continue distruzioni progettati ha a che fare con la questione dei soggetti, situazione che si osserva è il risultato specifico e cui è soggetto il paesaggio italiano, alimenta però un ri- e cioè dell’assunzione di punti di vista anche interni inimitabile di un processo evolutivo di tipo storico); fiuto trasversale verso la tra- alle trasformazioni. significa inoltre considerare i rapporti di reciprocità sformazione contemporanea, Nel 2000, la Convenzione Europea del Paesaggio che esistono tra contesto e soggetti quali co-autori contribuendo in questo modo alla negazione di qualsiasi ha aperto con durezza la strada a questa riflessione. delle trasformazioni. Il riconoscimento dei contesti prospettiva di miglioramento Il paesaggio – si afferma – non può essere paesistici risulta in questo senso inscindibile dalla progettuale, e riducendo nel considerato indipendentemente dai soggetti collettivi considerazione di identità e valori collettivi anche tra contempo i significati della conservazione a semplice di- per i quali esso stesso ha senso e si costituisce loro conflittuali. spositivo di controllo. In modo come valore. In altre parole il paesaggio acquista La registrazione dei “punti di vista” che orientano molto diverso rispetto al pas- caratteri più complessi rispetto alle delimitazioni i molteplici sguardi rivolti ad altrettanti paesaggi sato, dopo la prima conferenza Nazionale sul paesaggio, ap- tradizionali d’ispirazione “scientifica” in quanto richiede un allenamento a intercettare gli immaginari paiono i primi contributi centra- appare inscindibile da una specifica dimensione collettivi, ad interpretare attraverso l’esercizio ti sulle trasformazioni recenti e “contestuale”, inscindibile cioè dai significati che progettuale il complesso di immagini che nascono sulle tendenze in atto, orientati alla prefigurazione di scenari e assume in rapporto a specifici soggetti collettivi. e si modificano incessantemente e che alimentano politiche. Tra gli altri, vedi Cle- Il paesaggio è anche assunto molto pragmaticamente passioni, attese di futuro, comportamenti, economie. menti 2002. come fattore positivo di sviluppo sostenibile, L’interpretazione creativa di un contesto obbliga in 40 immagine e motore di un rapporto equilibrato tra sintesi a riconoscere, descrivere e dare significato ad Per la definizione di contesto bisogni sociali, attività economica e ambiente, uno specifico rapporto tra ambiente e comportamenti paesistico locale vedi: Cara- indicatore di diversità biologiche e culturali, misura per giungere a nuove configurazioni fisiche e sociali, vaggi 2002c. della resistenza dei contesti locali ai processi di cioè a nuovi paesaggi. 41 omologazione, ma anche elemento capace di Rispetto a questo sfondo l’interpretazione La legittimità dell’interpretazio- connettere e far dialogare tradizioni e contesti diversi. progettuale dei contesti può essere definita come ne contemporanea all’interno della “storia” dei paesaggi ita- Il riferimento al contesto acquista quindi una duplice affermazione dei diritti del testo contro la sua liani si affaccia ciclicamente, natura: si riferisce cioè contemporaneamente sia dissoluzione, e dei diritti dell’interprete contro ormai da cento anni, sulla sce- all’eredità del passato – conoscibile attraverso fonti na del dibattito architettonico la riduzione del progetto a poche banali ricette 41 e urbanistico del paese, ali- eterogenee – che alle configurazioni del territorio conservative . mentando un disagio che può contemporaneo. Il concetto di contesto paesistico Questo, dal fronte del progetto di paesaggio, è lo ormai considerarsi cronico, in- torno ai significati che la Storia locale è stato utilizzato proprio per significare sfondo contemporaneo che può alimentare nuove assume strumentalmente in un l’avvenuta reintegrazione dei soggetti all’interno del auspicabili valorizzazioni archeologiche, ma prima paese che, mentre nega ogni paesaggio40. Il termine contesto, tradizionalmente forse è necessario ritornare sinteticamente su alcuni diritto di esistenza alle trasfor- mazioni del presente, proce- utilizzato negli studi di paesistica per denominare nodi che hanno “inceppato” il dialogo tra archeologi de condonando ciclicamente un insieme di dati e conoscenze che acquistano e architetti negli ultimi decenni. trasformazioni e cancellazioni significato in virtù delle reciproche correlazioni (dal irreversibili. Tra le fasi più si- gnificative di questo dibattito carattere tendenzialmente statico) perde cioè i Un dialogo a volte difficile. “Poiché certe opere caratteri dello sfondo e acquista quelli del campo di (del passato, ndr) continuano a essere lette sorge

34 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE emergono gli anni ’30, per l’av- spontaneo il desiderio di dimostrane “l’attualità”, e ventennio fascista, è stata al centro di selezioni vio della scissione (culturale, amministrativa, economica) in dunque insistere su ciò che permette di svellerle dal distruttive, per la natura fortemente simbolica che seguito mai più recuperata tra terreno duro del passato per depositarle sul nostro alcune testimonianze hanno assunto rispetto alla conservazione e trasformazio- tavolo. È un rapporto con i testi che ha una sua lontana “storia moderna”, riletture condizionate da programmi ne. Un dibattito altrettanto ap- passionante si svolse durante origine nell’allegoresi greca e soprattutto cristiana, e si di esaltazione retorica di alcune “immagini i primi anni ’60, in merito alla fonda sulla credenza, per quanto ormai banalizzata e dell’antico” che poco avevano a che vedere con la conservazione dei centri storici inconsapevole, che nel passato esistano dei messaggi complessità delle vicende storiche reali44. e alla legittimità degli interventi di architettura contemporanea; che non solo ci riguardano, ma in un certo senso Ma proprio quando questo timore non aveva più anche allora la legittima difesa furono scritti proprio e solo per noi: il cui significato si motivo di esistere, almeno in Europa, mentre era dei beni storico-culturali finì paleserà a pieno solo alla luce della nostra esegesi. in atto cioè una fase di grande rinnovamento con alimentare una contrappo- sizione ideologica tra architetti, Superstizione gradevole e utilissima alla vita, ma disciplinare all’insegna della stratigrafia, nuove urbanisti e storici dell’arte. Per che appunto per questo riguarda lo studioso della polemiche e incomprensioni si sono fatte strada nel una sintetica rassegna temati- mentalità contemporanea, non lo storico. Il quale – se rapporto tra architetti e archeologi. ca della vicenda vedi: Caravag- gi 2002a. non vuole trasformarsi in quell’eroe leggendario che si La frattura appare chiara nelle parole di Carandini compiaceva solo del riflesso del proprio volto – deve del 1988: “Quindi da una parte architetti e storici 42 concentrarsi sulle discontinuità e le fratture: su quel dell’arte sotto il segno dell’aspetto estetico come Cfr. Moretti 1987, p. 18. che si è perduto ed è diventato irrimediabilmente elemento dominante, dall’altra gli archeologi senza 43 estraneo, e che possiamo render di nuovo “familiare” più gli architetti, quando poi con gli architetti hanno La riflessione sulla “discontinu- solo usandogli una tale violenza da deformare quella moltissimo in comune ovviamente, se non altro il ità epistemologica” fu al centro della riflessione di Michel Fou- consistenza oggettiva, materiale di ogni opera che è problema delle strutture, delle costruzioni, che agli cault; negli anni ’60-70, le sue invece compito della conoscenza storica ricostruire e storici dell’arte non interessano. Questa rottura opere ebbero una grandissima “salvare”42. era necessaria e ha visto sviluppi disciplinari e nel diffusione e condizionarono dall’interno numerose interpre- Queste parole di Franco Moretti, riferite senso storico artistico e nel senso dell’architettura tazioni disciplinari. Cfr. in parti- all’interpretazione letteraria, sullo sfondo della e dell’archeologia. L’archeologia, dopo il metodo colare Foucault 1967. trattazione delle “discontiunità” epistemiche che artistico, si è finalmente dedicata a sviluppare gli Nella riflessione disciplinare di quanti hanno coltivato pre- ebbe una larga diffusione in molti campi disciplinari altri suoi metodi: quello topografico, stratigrafico, valentemente studi di storia durante gli anni ’70-80, possono essere efficacemente tipologico e quello iconografico”45. dell’arte e storia dell’architettu- ri-collocate nel campo dell’interpretazione dei testi Le difficoltà dell’architettura, secondo Carandini, ra un altro riferimento centrale in quegli anni è stato Erwin Pa- archeologici, con particolare riferimento ad una sono connesse alla difficoltà di accettare la forma nofsky, e la lezione critica per polemica che attraversò per anni il dibattito sui progetti della conoscenza stratigrafica come modalità di cui storia e stile sono inscindi- mirati a favorire la “comprensione” delle testimonianze conoscenza di “qualsiasi” contesto di intervento, bili, e la comprensione dei si- gnificati sia “iconografici” che archeologiche verso l’esterno”, e che coinvolse sia relativamente cioè non solo all’archeologia: “Perché “iconologici” di opere appar- architetti che archeologi43. In effetti, in passato, molte in qualche modo, sia per obbedire, sia per infrangere tenenti al passato non può che “valorizzazioni progettuali” dell’archeologia hanno le regole del contesto, dobbiamo conoscerle. essere il frutto di una faticosa immersione nelle culture coeve finito con il deformare la consistenza oggettiva delle Altrimenti innoviamo rispetto a che? Oppure alle opere, cfr. Panofsky 1975. testimonianze stesse poiché l’interpretazione era conserviamo rispetto a che?”46. tesa ad una ri-attualizzazione del tutto indifferente alla In sostanza quello che viene rimproverato agli 44 Purtuttavia è necessario com- natura storica delle testimonianze archeologiche, e architetti è di essere “frettolosi”, troppo interessati piere una valutazione rigorosa, ai diversi significati assunti da queste nel corso del alle sintesi di ordine estetico, e troppo poco alla come sostiene Manacorda: “Per tempo. comprensione e trasmissione di testi complessi una comprensione di quanto accadde alla cultura archeolo- L’archeologia, con continuità dal periodo come quelli archeologici: “Manca infatti al gica italiana fra le due guerre il napoleonico in avanti, e in particolare durante il restauratore, sia esso anche architetto, la capacità di

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 35 indagare e intervenire là dove le relazioni tra le cose di architettura possa intraprendere la via della sono tante, complicate e oscure. Manca insomma la ricostruzione: “La ‘ricostruzione’ – sostiene Panella condizionamento politico – che fu enorme – non deve essere capacità di scavare, inteso sia in senso proprio, di – o altra forma di sistemazione del sito che abbia sopravvalutato”, Manacorda scavare depositi archeologici, che lato, cioè di lettura requisiti determinati e non impedisca la lettura del 1982b, p. 444. La riflessione di dettagliata di una o più costruzioni”47. testo antico, in casi del tutto eccezionali, è uno dei Manacorda tende a evidenziare 49 più gli orientamenti interni alla Ma soprattutto nei contesti urbani molti architetti modi di assolvere al compito della sistemazione” . disciplina che i condizionamenti si ribellano all’idea di “frattura” e di “assenza” che E Carandini risponde: “Non credo che agli scavi esterni: “La figura del Boni, al l’archeologia introduce nello spazio della città, vadano aggiunti significati e valori altri, comprese di là delle eccentricità della sua persona, è per noi il simbolo del- incurante (secondo gli architetti) degli effetti che le ricostruzioni in situ o altri edifici contemporanei, le prospettive che al mutare del questa sottrazione produrrà, anche come mancata anche di qualità. È piuttosto questione di spiegare il secolo si aprivano per la ricerca possibilità di identificazione collettiva: le sottrazioni significato dei monumenti antichi”50. archeologica sul campo, prima che l’esaurimento e la sconfitta infatti sono destinate a rimanere tali per sempre, Certo è che l’incuria in cui versano le aree delle metodologie di impronta tenendo conto dell’incapacità di valorizzare archeologiche non favorisce i processi di positivistica portassero con sè degnamente le informazioni e le strutture emerse identificazione collettiva, a cominciare dalle recinzioni l’abbandono (destinato a durare molti secoli) della teoria e della dagli scavi stessi. Come sostiene chiaramente dei siti archeologici, simbolo di una sciatteria prassi dell’indagine stratigrafi- Raffaele Panella: “È evidente che lo scavo interrompe generalizzata, come evidenziato ancora da Panella: ca”, Manacorda 1982b, p. 448. l’attività del presente per destinare una parte “La recinzione (noi pensiamo: qualcosa di più; Per la ricostruzione delle vicen- de storico-politiche cfr. invece: della città alla memoria. È del tutto condivisibile Canina lo ha ben dimostrato) esprime la natura Insolera, Perego 1983. che lo scavo venga letto come un’operazione di urbana dello scavo; ecco perché noi architetti decostruzione intimamente diversa dalla costruzione siamo furibondi della sciatteria con cui viene trattato 45 Una disamina di grande interes- della città. […] Ma una volta effettuato, lo scavo questo problema e più in generale il problema della se del rapporto tra architetti e assume significati altri che si vengono ad aggiungere sistemazione dei resti archeologici, i quali vengono archeologi è contenuta nell’in- e vengono ad arricchire il suo senso originario. […] più o meno consapevolmente immersi nella natura, tervento di Carandini 1988, pp. 32-33. Insomma se lo scavo non è radicalmente distruttivo, creando così paesaggi tanto cari ai turisti, quanto restituisce un topos, il cui valore aggiunge qualcosa incongruenti con l’evoluzione scientifica dello scavo 46 di più all’identità urbana. È come se si fosse costruito stratigrafico, esattamente come ci ha insegnato Carandini 1988, p. 35. un nuovo monumento che viene ad arricchire la Carandini e la grande scuola di Ranuccio Bianchi 47 scena della città. […] In sintesi, esaurita la loro Bandinelli. Siamo nel giusto quando intuiamo che Carandini 1986, p. 233. funzione di strumento di costruzione della storia, l’archeologia intende comunicare un rapporto

48 i resti materiali diventano parte della forma della con l’antico che non ha nulla a che vedere con il Panella 1999, p. 22. citta che viviamo oggi. Questa è la chiave su cui “rovinismo romantico”?”51. lavorare per reimpostare il rapporto tra Architettura Lo stallo è evidente, e ha riflessi negativi per 49 Panella 1999, p. 22. e Archeologia. […] Insomma l’architettura ha il ambedue le discipline, significando per l’archeologia compito di rendere compatibile questa natura doppia una rischiosa rottura con le proprie radici culturali: “si 50 di documento e monumento. Di essere luogo della è arrivati ad una situazione di scontro tra conservare Carandini 1999, p. 20. memoria, giacimento della storia e in pari tempo e analizzare, riusare e spiegare, tra estetica e 51 luogo urbano”48. storia, conflitti che non devono essere rimossi, Panella 1999, p. 24. Per un’in- Ma c’è un passaggio, sia nella accorata difesa dei anzi esplicitati al massimo, se si vuole arrivare ad terpretazione più recente del rapporto tra archeologia e città diritti dell’interpretazione architettonica fatta da una ricomposizione. […] L’itinerario per questa vedi: Ricci 2006. Panella che nella risposta di Carandini, che appare ricomposizione è scomodo, è faticoso, perchè – oggi con chiarezza – un elemento di discrimine, bisogna uscire da una tradizione culturale ormai 52 52 Carandini 1988, p. 33. ed è la possibilità, anche remota, che il progetto ossificata” .

36 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Per il progetto di architettura invece il rischio è quello ecc.) e sistemazioni permanenti; materialità delle 53 di uno sdegnato ritirarsi all’interno di configurazioni sistemazioni e immaterialità delle informazioni a Questo tema è stato posto prepotentemente all’attenzione sempre più autoreferenziali. supporto di percorsi individuali di scoperta e re- pubblica verso la fine degli anni A questa difficoltà di fondo, in quegli anni, se ne integrazione dell’immagine55, ma soprattutto un nuovo ’60, quando si constatarono i sono aggiunte molte altre, connesse all’incertezza possibile incontro tra interpretazioni del progetto rischi a cui erano sottoposti i monumenti dell’area centrale di delle azioni pubbliche di tutela e valorizzazione architettonico e paesaggistico e interpretazioni Roma per effetto dell’inquina- dei beni di carattere storico. Il degrado delle aree connesse alla leggibilità del testo archeologico. mento; si accese un interessan- archeologiche cominciava infatti a indurre pesanti Il punto di partenza del paesaggio appare te dibattito, in verità centrato più sul restauro che su interventi di preoccupazioni circa la conservazione fisica dei effettivamente quanto mai adatto a rimodulare ancora contenimento e riduzione delle testi archeologici, sottoposti ai rischi connessi una volta questo rapporto. cause del degrado stesso. At- all’inquinamento atmosferico, all’usura delle aree più Alla luce di molti progetti recenti56 e di interessanti titudine questa che non è mai stata seriamente contrastata, densamente frequentate, all’abbandono delle aree di ricerche sviluppate all’interno del nostro fino alla recente chiusura di una “scarso interesse” turistico53. Dipartimento57, mi sembra possibile evidenziare zona dei Fori Imperiali. Rispetto Ma lungo il corso di quasi trenta anni la frattura tra alcuni temi chiave che possono avere un ruolo a questo dibattito, simbolica- mente riconnesso al restauro architetti e archeologi sembra in parte sanata. costruttivo: del Marco Aurelio, vedi tra gli atri Abbandonata definitivamente qualsiasi ipotesi sA)LDIALOGODEVETENDEREADUNAQUALCHEFORMA Melucco Vaccaro 1989. In quel ricostruttiva, dagli anni ’90 ai primi anni del nuovo di racconto condiviso, o meglio deve farsi carico momento sembra emergere la consapevolezza della necessità secolo, soprattutto in Italia e Spagna dove il dibattito della narrabilità delle testimonianze archeologiche di politiche integrate a favore è stato più acceso, molti progetti di spazi urbani con attraverso l’interpretazione progettuale. La traccia della conservazione, che non presenze archeologiche hanno mostrato la possibilità interpretativa deve nascere da una profonda potevano essere scisse dai temi dell’uso urbano, dell’assetto di pervenire a nuovi significativi punti d’incontro conoscenza comune dei ritrovamenti e dalla urbanistico e delle condizioni tra archeologi e architetti, sia nelle sistemazioni di discussione sul possibile senso che questi ambientali. carattere museale che nelle ristrutturazioni di edifici potrebbero assumere nel contesto contemporaneo

54 caratterizzati da stratificazioni complesse che negli di appartenenza. Rinunciare a questo nucleo di Tra le esperienze italiane più si- allestimenti di spazi aperti54. significati storici e culturali condivisi, individuati gnificative si rimanda alla raccol- non solo in base alla rilevanza “oggettiva” delle ta di progetti in forma di dialogo tra architettura e archeologia, e Nuove alleanze per nuove valorizzazioni. Negli anni testimonianze archeologiche ma anche al senso all'introduzione di manacorda più recenti forse il contributo più interessante alla che queste possono assumere nel contesto di in Manacorda et al. 2009. Altre riapertura del dialogo è venuto proprio dal fronte del appartenenza, significa condannare il progetto raccolte di progetti sono conte- nute in una serie di numeri mo- paesaggio, anche se mi sembra permanga ancora al mutismo sociale, spingendolo nelle paludi nografici di molte riviste naziona- una sorta di afasia, una diffidenza verso lo scambio dell’autoreferenzialità. li e internazionali. In particolare: tra punti di vista disciplinari, soprattutto da parte sB3EMBRAAUSPICABILEPERILPROGETTODIPAESAGGIO Archeologia, “Area”, 62, 2002; Paisajes Culturales, “Paisea”, degli archeologi. tendere ad una configurazione “aperta” tenendo 20, 2012; Archeologie e pae- I progetti dello spazio aperto archeologico sembrano bassa l’intensità dei “segni e delle sistemazioni” in saggi del quotidiano, “Architet- poter accogliere al loro interno differenti esigenze modo da favorire l’appropriazione del senso da parte tura del Paesaggio”, 29, 2013. Cfr. inoltre alcune pubblicazioni poste da diversi soggetti culturali, approdando a una di diversi soggetti a diversi livelli di lettura, favorendo monografiche utili alla costru- sorta di convivenza pacifica – non sempre si tratta cioè percorsi interpretativi aperti e personalizzabili. zione di un catalogo tematico di di integrazione – tra termini in passato conflittuali: sCÄSENZADUBBIOOPPORTUNOPERSEGUIRELAREVERSIBILITÌ progetti di valorizzazione arche- ologica tra cui: Matteini 2009; letture ravvicinate del documento storico e degli interventi da intendersi come principio di progetto; D’Andria 2005. comprensioni d’insieme dei contesti di appartenenza; si tratta cioè di ammettere che il testo archeologico esigenze di conoscenza differenziate e “dinamiche” in un altro momento storico potrà essere oggetto di 55 Vedi Carbonara 1986. (legate a didattica, turismo, attività di laboratorio interpretazioni diverse dalla nostra, e lungi dal vedere

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 37 questa come una prospettiva catastrofica, questo duttilità, caratterizzati cioè da una “scommessa 56 Vedi in particolare: il progetto di atteggiamento può avere un effetto largamente progettuale” condivisa e contemporaneamente aperti sistemazione dell’area archeolo- benefico, contribuendo a metabolizzare la “storicità” all’adattamento, all’auto-modificazione, all’incertezza gica attorno all’Acropoli di Atene non solo dei testi ma anche delle loro interpretazioni, di Dimitris Pikionis; il progetto temporale (molto diversa rispetto al passato appare 58 del Yenikapi Transfer Point and a cominciare dalla nostra . Sempre più spesso inoltre soprattutto la percezione del futuro, e l’idea di Archaeo-Park Area ad Istanbul siamo chiamati a confrontarci non con dei semplici prevedibilità delle trasformazioni). di Francesco Cellini; il proget- to del Parco della battaglia di testi-contesti ma anche con le interpretazioni di chi Varo a Bramsche-Kalkriese di prima di noi, e con altre sensibilità culturali, ha già Forti di questi principi che possiamo considerare Annette Gigon e Mike Goyer; affrontato quegli stessi testi-contesti, e questo richiede largamente condivisi, come testimoniato da molti il progetto di ristrutturazione 59 paesaggistica e nuovi accessi un surplus di consapevolezza critica . progetti recenti, e prendendo in prestito le recenti all’Alcazaba e al teatro romano sD!PPAREOPPORTUNOINOLTRESTABILIRERAPPORTI parole di Daniele Manacorda, a proposito delle aree di Malaga del gruppo OAM. significativi, in risposta ai problemi ambientali archeologiche ci si chiede: “Che siano il prodotto 57 contemporanei, con le componenti naturali e con di rovine o di ricerca archeologica che produce Un’interessante esperienza di gli assetti ecologici del contesto, sviluppando frammenti, che siano scoperte o re-interrate, cosa ci ricerca e confronto interdisci- interpretazioni progettuali di impronta evolutiva, dobbiamo fare?”60. plinare è stata portata avanti dal nostro Dipartimento e in tendenti cioè a ri-conoscere e comunicare le Se il valore di un bene ha sempre a che fare con particolare da Alessandra Ca- trasformazioni lontane e vicine degli ecosistemi il valore percepito dalle comunità coinvolte nella puano quale coordinatore del naturali, quali componenti costitutive di una medesima tutela del bene stesso, l’uso sociale dello spazio PRIN 2009 “Paesaggi dell’ar- cheologia, regioni e città me- vicenda “storica”, inscindibili sia dalle trasformazioni archeologico e la trasmissione del senso culturale tropolitane”. umane che dai grandi cambiamenti climatici. della ricerca archeologica è la strada maestra per

58 sE!PROPOSITODELLINTERPRETAZIONEDELLE giungere alla legittimazione pubblica dei vincoli e “Ecco perché la domanda sulle testimonianze archeologiche e dei loro differenti delle voci di spesa relative alla tutela. modalità di conservazione non contesti di vita, si può affermare che il progetto può Anche per questo le Linee guida per la mira solo a un fine di caratte- re patrimoniale (come fare a legittimamente tendere a reinterpretare “determinate valorizzazione dei rinvenimenti archeologici della non perdere qualcosa che ha fasi evolutive”, senza l’obbligo – generalmente direttrice archeologica-ambientale Roma-area un valore) ma è decisiva per il paralizzante – di comunicare contemporaneamente costiera, prodotte per volontà di una Soprintendenza progresso delle conoscenze, perché cerca di metterci in tutte le fasi di trasformazione di un contesto. Il archeologica, appaiono particolarmente significative. condizione di porre allo stesso processo di selezione, che rimane alla base del contesto, che abbiamo già in- progetto, dovrebbe però privilegiare aspetti dinamici Far parlare le cose mute (e far vedere l’invisibile). terrogato uno, dieci, cinquanta anni fa, domande nuove, gene- e evolutivi, che possono garantire una qualche La traccia interpretativa che è stata svolta nelle rate da nuovi interessi e nuovi forma di dialogo con i contesti contemporanei, Linee guida non si discosta molto da quello che è un metodi di indagine. Quello che magari supportandone la comprensione di alcuni obiettivo molto diffuso – dichiarato o implicito – del un tempo potevamo domanda- re in maniera più semplice o caratteri ancora oggi leggibili, anche apparentemente progetto di valorizzazione archeologica: far parlare più rozza, domani potremmo marginali ma in realtà preziosi perché giunti fino a noi. le cose mute. Che in questo caso, trattandosi di volerlo sapere in termini più ritrovamenti completamente rinterrati, si trasformano precisi perché possiamo otte- sF0ORREILTEMADEICONTESTICONTEMPORANEIALCENTRO nere risposte migliori”, Mana- di nuovi progetti di valorizzazione archeologica in cose mute e… invisibili: corda 2004, p. 95. significa far interagire il progetto con pratiche- “Non è forse vero che una parte, e quella più

59 comportamenti-tendenze-domande-identità incerte e appassionante senza dubbio, del nostro lavoro di Ho affrontato recentemente per nulla rassicuranti. Questo obbliga ad abbandonare storici consiste nello sforzo costante di far parlare questo aspetto in relazione ad i pre-giudizi di natura ideologica che hanno le cose mute, far dire loro quel che da sole non aree archeologiche caratterizza- te da una densa stratificazione sorretto molte elaborazioni del passato, per avviare dicono sugli uomini e sulle società che le hanno non solo di testimonianze ar- percorsi di lavoro caratterizzati da una maggiore prodotte, fino a costruire fra loro quella vasta

38 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE trama di solidarietà e di ausili reciproci, capace di Riferimenti bibliografici supplire all’assenza del documento scritto?” 61. La citazione di Lucien Febvre, indicata da Manacorda s!!66 L.O.T.O. Temi, piani e progetti per il governo del cheologiche ma anche di attese come manifesto involontario dell’archeologia del XX paesaggio, Gangemi Editore, Roma. culturali e interventi di sistema- 62 s!!66 Observatorio virtual del paisaje urbano zione del passato, cfr. Caravaggi secolo , trasmette una convinzione molto diffusa tra mediterraneo, Junta de Andalucia, Consejeria de Obras Publicas 2013. tutti coloro che si occupano di archeologia, compresa y Vivienda, Siviglia. un’anziana guida turistica di Istanbul, secondo cui, 60 s-!GNOLETTO -'UERZONIACURADI  La campagna Seminario di studi “The cutting senza il suo aiuto, la mia visita si sarebbe risolta in un necessaria: un’agenda d’intervento dopo l’esplosione urbana, edge/ritagliare un margine. Ar- vuoto guardare delle pietre mute. Quodlibet, Macerata. cheologia e città contempora- nea” relativo al PRIN 2009 Pa- Anche il proposito di valorizzazione di un’area s3"OERI , L’Anticittà, Laterza, Roma-Bari. esaggi dell’archeologia, regioni archeologica descritto in questo libro muove dal s-"ARBANERA L’archeologia degli italiani: storia, metodi e città metropolitane. Roma, 9 profondo convincimento, comune agli autori, che la e orientamenti dell’archeologia classica in Italia, Editori Riuniti, Luglio 2013. Atti del seminario Roma. in fase di pubblicazione. funzione storiografica dell’archeologia debba essere messa al centro dell’interpretazione, per evitare “un s#"RANDI Il futuro dell’archeologia, “Ulisse”, a. XIX, IX. 61 risucchio, magari apparentemente vantaggioso, verso s&"RAUDEL La geographie face aux sciences humaines, Febvre 1966, p. 557. Armand Colin, Paris. un uso strumentale dell’archeologia nello spettacolo, s&"RAUDEL , Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di 62 nel turismo, nella stessa urbanistica”63. Manacorda 2004, p. 37. Filippo II (1949), Einaudi, Torino. Gli autori di questo libro hanno condiviso, ovviamente s0"URKE Testimoni oculari, Carrocci, Roma. 63 con ruoli diversi, una larga parte dell’esperienza s6#ALZOLARI h0AESAGGIOv INDizionario Enciclopedico di Manacorda 2004, p. 136. dello scavo, e quindi le domande che si pone Architettura e Urbanistica, Istituto Editoriale Romano, Roma. Il parco e 64 un archeologo di fronte ad un ritrovamento s!#APUANO /#ARPENZANO &4OPPETTI Le domande dell’archeologo è sono diventate familiari anche per l’architetto, la città. Il territorio storico dell’Appia nel futuro di Roma, DiAP una locuzione utilizzata da Da- trasformandosi costruttivamente in elementi di PRINT/ Progetti, Quodlibet, Macerata. niele Manacorda per descrive- s!#ARANDINI Il restauro e lo scavo, in Perego 1986. re il lavoro di interconnessione progetto: di cosa si tratta, a cosa serviva, perché s!#ARANDINI Archeologia, architettura, storia dell’arte, continua tra dati dello scavo e e come è stato fatto? Domande che coinvolgono altre fonti eterogenee che l’ar- ovviamente non solo i singoli oggetti ma anche in Francovich, Parenti 1988. cheologo è costretto a fare per s!#ARANDINI Storie dalla terra, Einaudi, Torino. – inscindibilmente – i loro contesti, modificatisi ipotizzare risposte plausibili, e s!#ARANDINI Gli architetti e i parchi archeologici a 64 comunque argomentabili con incessantemente fino a noi oggi . Roma, “Groma – Giornale di architettura”, 4. coerenza. In particolare, vedi Le Linee guida non sono un progetto nel senso Manacorda 2004, p. 43. s!#ARANDINI &#AMBIACURADI  Paesaggi d’Etruria, proprio, ma hanno l’ambizione di condizionare Edizioni di Storia e letteratura, Roma. 65 positivamente progetti eseguiti da altri, per s,#ARAVAGGI Architettura e natura. Le reintegrazioni Bernardo Secchi ha rimesso committenti diversi (soprattutto privati). Per questo archeologiche, in Cazzato 1989, pp. 452-466. in circolo questa definizione dovuta a Leonardo Benevolo, un’argomentazione trasmissibile con coerenza s,#ARAVAGGIA Paesaggi di Paesaggi, Meltemi, Roma. a proposito della necessità di è a nostro avviso molto importante, in quanto s,#ARAVAGGIB Paesaggi e risorse paesistiche-l’epoca controllare con rigore lo spesso- affermazione esplicita di una modalità di confronto moderna in Carandini, Cambi 2002. re tecnico delle argomentazioni s,#ARAVAGGIC Razionalità di funzionamento, in progettuali, non solo ai fini di democratico ma “tecnicamente pertinente”, utile nella Clementi 2002, pp. 198-216. realizzare un buon progetto ma ricomposizione di posizioni conflittuali65. s,#ARAVAGGIACURADI A LOTO landscape anche di indirizzare in modo cor- In questo senso le domande dell’archeologo retto la discussione sul progetto opportunities. Nuovi strumenti per la gestione del paesaggio, stesso. Vedi Bergamo – proget- possono costituire – come nell’esperienza Regione Emilia-Romagna-Servizio viabilità. to preliminare del nuovo P.R.G. raccontata in questo libro – la traccia preziosa per s,#ARAVAGGIB Buoni paesaggi ordinari, in AA.VV. 2005 – 15 gennaio 1994, Ascoli Pice- no, 1994. Coordinatori Bernar- proporre, argomentare e realizzare nuovi progetti di (L.O.T.O.), pp. 105-109. do Secchi, Vittorio Gandolfi. valorizzazione archeologica. s,#ARAVAGGI /#ARPENZANOACURADI  Interporto

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 39 Roma Fiumicino, prove di dialogo tra archeologia, architettura e italiane: il dibattito sul metodo, “Quaderni di storia”, 16, pp. 85- paesaggio, Alinea, Firenze. 119. s,#ARAVAGGI #)MBROGLINI Paesaggi del Molise – s$-ANACORDAB Per un’indagine sull’archeologia Istruzioni per l’uso, Officina Editore, Roma. italiana durante il ventennio fascista, “Archeologia medioevale”, s,#ARAVAGGI #)MBROGLINI Osservatorio del paesaggio IX. urbano della Regione Lazio, in AA. VV. 2011 (Observatorio), pp. s$-ANACORDA 2&RANCOVICH Dizionario di archeologia: 106-113. temi, concetti e metodi, Laterza, Roma. s,#ARAVAGGI 3-ENICHINI Paesaggi che cambiano. s$-ANACORDA Prima lezione di archeologia, Laterza, Linee guida per la progettazione integrata del paesaggio della Roma-Bari. Basilicata, Officina Edizioni, Roma. s$-ANACORDA Il sito archeologico: fra ricerca e s,#ARAVAGGI Stratificazione di paesaggi e di sguardi valorizzazione, Carocci, Roma. relativi, in Capuano, Carpenzano, Toppetti 2013, pp. 68-75. s$-ANACORDA Lezioni di archeologia, Laterza, Roma- s'#ARBONARA La reintegrazione dell’immagine, in Bari. Perego 1986. s$-ANACORDAet al. (2009), Arch.it.arch. Dialoghi di s6#AZZATOACURADI  , Tutela dei giardini storici: bilanci archeologia e architettura. Seminario 2005-2006, Quasar, e prospettive, Ministero per i Beni culturali e ambientali, Roma. Roma. s!#LEMENTIACURADI  Interpretazioni di paesaggio. s6-ANUCCIACURADI  Il Parco Archeologico Studi metodologici per l’applicazione della Convenzione Naturalistico del Porto di Traiano, Ministero per i Beni Culturali Europea del Paesaggio, Meltemi, Roma. Ambientali, Soprintendenza Archeologica di Ostia, Roma. s2$!NDRIA Un teatro di terra: il parco archeologico da s4-ATTEINI , Paesaggi del tempo: documenti Veila a Bramsche-Kalkriese, Ombre corte, Verona. archeologici e rovine artificiali nel disegno di giardini e paesaggi, s'$EMATTEIS &'OVERNA La geografia della diffusione Alinea, Firenze. insediativa, in Agnoletto, Guerzoni 2012. s!-ELUCCO6ACCARO Archeologia e restauro, s%&ARINETTI I paesaggi in archeologia: analisi e Mondadori, Milano. interpretazione, Carocci, Roma. s#-ORELLI !#ARBONARA 6&ORTE -#'ROSSI !!RNOLDUS s,&EBVRE Studi su riforma e rinascimento, Einaudi, Huyzendveld (2011), La topografia romana dell’Agro Portuense Torino. alla luce delle nuove indagini, in Keay, Paroli 2011, pp. 261-285. s,&EBVRE La terra e l’evoluzione umana. Introduzione s#-ORELLI !-ARINUCCI !!RNOLDUS (UYZENDVELD Il geografica alla storia, Einaudi, Torino. Porto di Claudio: nuove scoperte, in Keay, Paroli 2011, pp. 47- s-&OUCAULT Le parole e le cose. Un’archeologia delle 65. scienze umane, Rizzoli, Milano. s&-ORETTI Segni e stili del moderno, Einaudi, Torino. s2&RANCOVICH 20ARENTI ACURADI  Archeologia e s20ANELLA La conoscenza della città sepolta e il suo restauro dei monumenti, All’Insegna del Giglio, Firenze. progetto, “Groma – Giornale di architettura”, 4. s!'ALLINA:EVI 24URCHETTIACURADI  Le strutture dei s%0ANOFSKY Studi di iconologia: i temi umanistici porti e degli approdi antichi: 2. Seminario, Roma-Ostia Antica, nell’arte del Rinascimento, Einaudi, Torino. 16-17 aprile 2004, Rubbettino, Soveria Mannelli. s&0EREGOACURADI  Anastilosi. L’antico, il restauro, la s))NSOLERA &0EREGO Archeologia e città- storia città, Laterza, Roma-Bari. moderna dei Fori di Roma, Laterza, Roma-Bari. s,1UILICI 31UILICI'IGLI Introduzione alla topografia s3+EAY ,0AROLIACURADI  Portus and its Hinterlands: antica, Il Mulino, Bologna. recent archaeological research, Archaeological Monographs of s!2ICCI Attorno alla nuda pietra, Archeologia e città tra the British School at Rome, 18, Oxford. identità e progetto, Donzelli, Roma. s!,ANZANI , Immagini del territorio e idee di piano s!3CHNAPP La conquista del passato, Mondadori, 1943-1963, Franco Angeli, Milano. Milano. s!,ANZANI In cammino nel paesaggio, Carocci, Roma. s33ETTIS Paesaggio costituzione cemento. La battaglia s$-ANACORDAA Cento anni di ricerche archeologiche per l’ambiente contro il degrado civile, Einaudi, Torino.

40 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE ON ARCHAEOLOGICAL The observations contained in this volume, developed and in any case with the preservation of the finds), PROMOTION AND over a long period of time, result from a comparison of cannot not be taken into consideration. Nevertheless, DEVELOPMENT the points of view of various disciplines and institutions. these areas are not “just any overgrown green space”, ABSTRACT The disciplines involved include the varied worlds of perhaps to be set up as small public gardens. And it is archaeology, architecture and landscape planning not a mere issue of image: the contradictory messages as well as ancient topography, geoarchaeology, that these areas convey to the outside world have much urban planning and ecology, while on the institutional to do with the uncertain identity that characterises front, the project has availed itself of the specialist a great deal of cultural heritage today, and with the expertise of a university department (the Department dangerous distance that is developing between local of Architecture and Design at the Sapienza University communities and cultural heritage, especially as regards of Rome) and a the Rome’s Archaeological Heritage land and landscape heritage. This is a dangerous gap Office, in connection with the municipalities of Rome because it weakens the cultural and legal legitimisation and Fiumicino, the Litorale Romano Natural Reserve, of preservation policies, which cannot grow and the regional government of Lazio and other Italian maintain themselves without renewed processes of institutional bodies. collective identification. The positions of the various disciplines and institutions The Guidelines emerged from the need to provide are represented first and foremost by the authors of this coherent and basically “unambiguous” answers to volume, including Antonia Arnoldus-Huyzendveld and requests to use and build in areas when archaeological Cristina Imbroglini (in charge of the specific aspects finds have been made within the archaeological related to this research), Andrea Carbonara and landscape context of ager Portuensis, with a detailed Alessandra Delle Sedie (in charge of the archaeological study of the area of the Nuova Fiera di Roma. These documentation materials) and Anna Lei (in charge of are requests made by varied parties—for the most the landscape material). part, private builders or service companies—involved in The research theme presented in this volume is settlement and infrastructural transformation. the definition of “Guidelines for the promotion and The aim is to indicate a possible way of integrating development of archaeological finds in the Rome-area the contemporary use of “archaeological” open space archaeological and environmental coastal context” or, and the desire to preserve, promote and develop the more succinctly, “Guidelines for the promotion and finds, resulting in the establishment of new collective development of invisible archaeology”. meanings and new landscapes, starting from the By invisible archaeology, one means sites excavated circulation of historical/archaeological information, following “inevitable” territorial changes that were without this meaning the “selling out” of archaeology. then studied, documented and re-buried in order to The structure of the volume is directly tied to the guarantee their preservation. Sometimes, these are sequences that characterised the research project. restricted sites found in built-up areas, or located The first part is a multi-section description of an area along transport infrastructures, areas for which neither assailed by major infrastructural transformations as expropriation nor development are planned and which regards a vast metropolitan region, with violent effects are like so many other areas of neglected, blocked or on established landscapes and settlements. peripheral, sometimes enclosed, land. It is an area characterised by an extraordinary wealth of Requests to use these areas, when the proposed use archaeological sites, as discussed in the introductory is consistent with preservation regulations (that is, with essay by Cinzia Morelli, (field director, Archaeological what is provided for by direct and indirect restrictions, Heritage Office) excavation campaigns, which have

41 contributed to clarifying territorial and environmental In order to underline the role played by archaeological uses in the far-off past: not only the infrastructural knowledge in the definition of this research project, it arrangement of Rome towards its coast, but more was decided to also provide (concise) descriptions of generally the evolution of complex environmental and the various finds, prepared by the archaeologists who settlement contexts. These contexts are inextricably coordinated the excavations (Andrea Carbonara and tied to the course of the Tiber and the coastline, but Alessandra Delle Sedie) directed by the Archaeological are also characterised by what one might call a “long- Heritage Office. Detailed knowledge about the lasting vocation” (Braudel 1989), this being a territory finds and their interpretation as regards the various destined for infrastructures providing access to Rome contexts is, in fact, an essential premise for developing (ports, airports, motorways, transfer points), entry points a productive dialogue between architects and for people and goods, just as it was during the Roman archaeologists, based on common knowledge. Empire, when every kind of good passed through this The second part of the book is dedicated to the area in enormous quantities: marble, grain, wood, oil, interpretation of the “contemporary archaeological weapons, essences, fabric. landscape”, in an attempt to hold together the But it would appear that the treacherous character of promotion and development of an archaeological this swampy territory is also long-lasting, subject to context of major interest, the ager Portuensis, and the the digressions and flooding of the Tiber, as well as improvement of a difficult area, seen as such from the the consequential highly-active coastal dynamics that, perspectives of infrastructural operations, environmental as pointed out in Antonia Arnoldus-Huyzendveld’s conditions and current settlement performances. work, in the Roman period as today, make it difficult The planning concept is centred on the idea of Via to effectively maintain the area’s large port and road Portuense as a landscape road. infrastructures. Although it is important to remember But the realistic planning of future structures, where that, this notwithstanding, swamps and marshes have archaeological areas are imagined as “landscape also been an extraordinary resource in various historic condensers” of broad appeal, presupposes two and protohistoric phases. From the industrial areas that obligatory steps. were heavily used for the production of salt in the time Firstly, one must carefully consider the restrictions of Republican, and especially, Imperial Rome, to the and the possibilities of planning on various levels, Etruscan saltpans and, even earlier, the coastal lagoon as well as the current state of implementation, in as an ideal site for more or less stable protohistoric order to avoid starting again each time from zero — settlements. for example, defining as “new” aims that have long All of this, and more, has been brought to light partially been included in the relevant plans, even if not yet through excavation campaigns linked to anticipation of implemented — or forgetting important aspects of the new residential, commercial and industrial settlements real situation, aspects that are perhaps difficult to and new transport infrastructures. Reflection on the digest, but that are also too easy to forget, as well as contemporary perception of this area, discussed in this appearing incoherent from the scientific perspective. volume by Cristina Imbroglini, is thus a critical element The regulatory apparatus is, in fact, a legitimising for its interpretation as landscape, if one wishes to reference and, at the same time, awareness that it is reconnect archaeological preservation to collective only through serious inter-institutional dialogue that perceptions about the safeguarding of common one can get to guiding transformations and improving heritage, through the construction of new, better the future prospects of these areas. contemporary landscapes. Secondly, it seems necessary to propose a territorial

42 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE “synthesis” of the phases of transformation of and practical variables belonging to different moments the ager Portuensis, through which to connect, in the history of the finds. using ad hoc maps, archaeological evidence and coeval environmental functions. This was a deeply But there are also some transversal themes that, I important step towards the goal of dialogue between believe, make the attempt at dialogue contained in this architects and archaeologists, made difficult by volume particularly interesting, and I have tried to outline the legitimate resistance of archaeologists to mark them in the paragraphs that follow. out “hypotheses” on paper, but extremely useful Contexts and conflicts. The research project involves as a common, “thematic” (which is to say making areas that are “fragile” in spite of the apparent versatility no claim to be exhaustive or complete, but rather of the coastal plain. Territories characterised by poorly being coherent as regards certain defined themes) assimilated contemporary transformations, fraught interpretive base. On this basis it was, in fact, with urban planning and environmental conflicts, as possible to evaluate (and argue) the meaning and well as with social contradictions and settlement degree of contemporary legibility of specific systems dysfunction. This is the physical and cultural context in of archaeological material. This work resulted in a which new possible contemporary meanings of invisible definition of local archaeological context, one that, like archaeology have been investigated. the definition of local landscape context, delineates Common ground among disciplines. Reflection an area characterised by common, historical and on contemporary planning has made it possible to contemporary evolutive features, within which highlight a few important theoretical connections “specific” regulations for planning conduct can be characterising the evolution of disciplines in the areas proposed, aimed at guiding landscape transformation of both archaeology and landscape. Full awareness in the direction of “sustainability”. of these common “historic features” is seen as a Finally, the third part of the volume presents the powerfully constructive element in the contemporary Guidelines for the development of projects in support interdisciplinary dialogue. of transformations planned for the area, with an in-depth Promotion and development projects. The difficulties case study of the area of the Nuova Fiera di Roma. of projects focused on archaeological promotion and The finds are seen as positive restrictions, capable of development are traceable not only to the known stimulating creative planning solutions that can solve cultural and administrative vicissitudes of Italy, a country the numerous problems experienced by both residents incapable of giving meaning to its past, but also to and users of major services in the area. the challenges of dialogue between architects and Through this project, archaeological evidence, even archaeologists. But in recent years, thanks especially to when invisible, finds new constructive capabilities new interpretations of landscape, including in relation with regard to contemporary space, through the to the changes effected by the European Landscape reinterpretation of localisations, dimensions and Convention, the dialogue is seeming to take on new operational modes of linear systems, settlements meanings and goals. The “promotion and development and agricultural areas, in relation to different epochs of invisible archaeology” is among them. and changes in the relative environmental contexts, deliberately avoiding interpretative emphasis on the 1. Contexts and conflicts. The territorial context of “form” (stylistically understood) of individual objects. the research is not an easy one, due to the features Promotion and development is thus pursued through of the space and its contemporary functioning, the the landscape interpretation of localising, dimensional extreme importance of the archaeological evidence, the

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 43 economic interests concentrated there and the variety to defenceless evidence of other historic moments of social parties that live there, manifesting different, and constrained to coexist with the outsize world of often conflicting, needs. To this one adds the recent warehouses, shopping centres, airports and motorways. constitution of the Municipality of Fiumicino and its They are areas characterised by the extreme legitimate tendency to make decisions independent privatisation of space and time, where, whether a of Rome, in an area that has, however, morphological matter of small houses or large building complexes, characteristics—in terms of hydraulic operations and the collective dimension seems to have lost space and infrastructural layout—that are clearly and inexorably meaning, and even the few impersonal rituals linked united. to consumption are disappearing, as an effect of the Even the regulatory context and various technical economic crisis, feeding a widespread sensation of competencies found in the plans and projects seem to social void. be often in conflict. In spite of it all (unauthorised building, flooding, This is why – or rather, given the decision to handle all the terrifying ugliness of some of the commercial treatments of the material against the backdrop of a settlements), these areas are vital to the economy of the specific and historically determined context (in order to region and the city, where a great quantity of exchange avoid irritating and unproductive generalisations) — the takes place, supported by the infrastructures. terms context and conflict have been adopted as an These are “modern” interventions, in line with what is indivisible whole. happening in other countries, settlements that produce Difficult-to-digest territories. Many parts of the wealth through the activities carried out there, and even contemporary urbanised territory under examination are the people who come to live in this area, an apparently difficult to digest, which is to say, difficult to describe, inhospitable place, do not seem to be unhappy. define and know. These are areas where different perspectives and These are areas of widespread settlement, the ones behaviours overlap and conflict, which, in the specific at the centre of growing concerns about apparently context of the Portuense plain, concisely describe the unstoppable soil erosion, relentlessly waterproofed and challenges faced daily by the aims of archaeological crossed by roads hosting fast-moving traffic indifferent preservation. to both the soil below and the contexts they pass Normative and administrative conflicts. The through. challenges that define the relationship between local They are areas plagued by frequent flooding, since governments and the Archaeological Heritage Office while widespread settlement prefers obstacle-free have their roots in state regulations, which is why plains, these plains were shaped by great rivers that the relationship between preservation – generally today, perhaps due to the effects of the complex delegated to intermunicipal authorities – and territorial phenomena of climate change, have come back in transformations – directed by municipalities through full force to express their “destructive/constructive” their PRGs, the sovereign tool of the transformations nature, so that no disaster area can continue to hide themselves – has never been pragmatically tackled. the unsustainable, problem-causing superficiality of The by-now consolidated procedure of adaptation, many recent localisations. which does not permit dealing with problems in a They are areas where agricultural abandonment has rational way, often reducing the issue of restrictions created zones of settlement and social marginality, to yet another form of negotiation, should step aside facilitating unauthorised building and the fragmentation for an integrated vision of preservation, where areas of soil and agricultural structures, by this point reduced of archaeological interest, landscape/environmental

44 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE assets and protected areas (as delineated by Regional archaeologists are unable to argue, and clearly Landscape Plans) are considered structural towards communicate to those outside the discipline, the possible the ends of transformation choices, presupposing a cultural meaning of finds in a specific context (with all of work arena where the PRGs should actively collaborate, the restrictions and possibilities of that context), taking as well as quashing the anachronistic opposition for granted the inherent value of the archaeological between organisations dedicated to preserving (the text, which although not questioned, risks weakening Archaeological Heritage Office, parks, etc.) and and decline if not collectively cultivated. On the other organisations dedicated to transforming (municipalities, hand, architects are unable to tune their projects to the— public service companies, etc.). sometimes contradictory—needs of archaeological texts, If it is true that moments of crisis sometimes positively since they are little involved in the fact-finding process favour reflection within disciplines, due to a kind of of archaeology (which takes place primarily during the forced suspension of particular activities, then this is excavation phase), and are often not accustomed to the moment for reflecting on the possible meaning the practice of arguing their choices. In many projects, of archaeology in contemporary territories, and the dialogue between contemporary needs and the giving meaning to the tremendous effort to expand complexities of an archaeological context appears archaeological preservation, embodied especially in rather superficial, almost a pretext for arriving at just any the Linee guida per la costituzione e valorizzazione dei “formalisation”. parchi archeologici (Guidelines for the constitution and The area of common knowledge between architects development of archaeology parks) – Ministerial Decree and archaeologists is, and must be, that of stratigraphic 18.04.2012, through new plans and projects. excavation and its contemporary context in terms of If we are not able to demonstrate how archaeology its urban, ecological, social, cultural and administrative can show itself to be full of opportunities, valuable aspects. The archaeological text is illegible without from the perspective of cultural development and a the stratigraphic interpretation that connects it to our rigorous but also creative interpretive outline, if we are present, but this starts from the contemporary context, unable to communicate why an archaeological site is a and it is to that which it returns at the close of the fragile, non-reproducible resource, but also one that is excavation, and this is something that must not be extraordinarily capable of cyclically springing back to life forgotten. in relation to new possible contemporary perceptions, Against this problematic backdrop, the search for then every effort towards preservation will be extremely overly reassuring structures or the set-up of “complete” laborious and maybe even pointless. And if not the gardens seems to clash with the heuristic and open plan, then perhaps at least the projects might seek nature of the interpretation of an archaeological text, out a dialogue with the context, with its limitations and which must be continually re-read and “reintegrated” its possibilities, and this is the motivation behind the through different cultural tools and personal processes drafting of the Guidelines presented in this book. of imagination guided by knowledge. Industry conflicts. Even parties who work on the same But the conflict, or non-dialogue, between archaeology terrain in different roles (archaeologists, geologists, and architecture is too damaging to be passively urban planners, landscape planners and architects) are accepted. frequently unaccustomed to entering dialogue with one There is a need for concepts that ensure another. communication between the two disciplines, nourishing In general, it seems that lack of understanding derives projects that belong to both. from a primary reciprocal difficulty. On the one hand,

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 45 2. Common ground among disciplines. Through The transformation of antiquarianism into archaeology is this project, we have discovered much common a shift of tremendous cultural interest. From the very first ground between archaeology and landscape planning, “stratigraphic intuitions” of the early nineteenth century, in light of the positive tendency toward dialogue up to the sophisticated and complex stratigraphic between disciplines that is becoming contemporary elaborations of the present, text and context would practice. Without forgetting the complex internal become inseparable, a symbol of the arduous path geography of the two disciplines, but also trying to towards the discipline’s affirmation of the “historical not get discouraged by the complexity of the dialogue, dimension” of archaeology. this project has created an occasion for launching The recent “liberation” of archaeology from art history reciprocally reflexive forms of knowledge, capable of has been just as complex and arduous, which is to say highlighting the methods used by each for organising its emancipation from the orientation towards style that research, excavations and projects. was once used uncontested for the interpretation of In general, the field of dialogue seems to be defined by finds, and that inexorably directed the gaze towards a few genetic features and a few thematic constants objects, without concern for their contexts. that can be considered shared in common: Viewing the archaeological text as a complex text, a. having to do with “material” elements, deposits of inseparable from the coordinates of historical physical objects and spatial structures; knowledge but also from the variables of the co- b. recourse to systems of “technically pertinent evolution that tie the text to the environmental systems knowledge” and to a recognised body of scientific to which it belongs (by this point also considered texts information, which permit sustainable interpretations of a historical nature, as regards different phases of and “plausible arguments”, together with the need transformation), has directed the approach towards to clarify the method used for work and producing a form of powerfully relational knowledge. Context knowledge (a position that we could define in was brought to light through stratigraphy, which contemporary terms as self-reflexive); represented, in turn, a radical change in the very idea of c. being disciplines with unclear boundaries, points of archaeological excavation. encounter between very different specialised fields of The territorial context gives meaning to the various knowledge; sites, which can be identified based on the density or d. the challenge of holding together preservation peculiarity of the finds unearthed in them. The meaning regulations and development strategies, in general, of the various sites is only understandable if inscribed in putting one’s work in relation to the dimension of the transformations of the context to which they belong, “contemporary social subjects”. and in its evolutive dynamics, within precise temporal Against this backdrop, we can identify a few key coordinates. concepts that, starting from the Portuense project, it Similar to archaeology, the landscape text has also seems to me can create solid ground for reciprocal slowly liberated itself from rigid presuppositions understanding and fertile collaboration. determining the conceptualisation of landscape, Text and context. Assuming historical value as the orienting the gaze towards absolute values defined in primary and distinctive value of archaeological research, terms of the codified “beauty” of classical art or in terms as opposed to other families of values of a prevalently of the “sublime perceptions” of Romanticism. aesthetic/artistic nature, has created strong and clear In Italy, landscape is finally being conceptualised as a parallels between archaeological and landscape system of relations (with clear reference to structuralist research. theory), according to a definition formulated by

46 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Vittoria Calzolari: “The characterisation of a landscape and concisely communicating the historical dimension is determined not only by the elements in and of of landscape; they can be used as collective cultural, in themselves (climatic/physical/morphological, biological, addition to discipline-based and scientific, references, historical/formal) but also by their reciprocal correlation and as indicators, to quote Carandini, of a new “culture in time and space, or rather, the ecological factor. of the syntax of things, things seen within a period of The landscape thus results from interaction between time and in a material context” (Carandini 1986). physical/biological factors and human activity, seen This is a perspective that, in my view, seems quite as an integral part of the process of the historical useful, including in teaching, for arguing the complex construction of the environment and can be defined as processes of sedimentation at the base of the a complex combination of objects and phenomena tied landscapes we study. The search for landscape’s to one another by changing functional relationships, as historical roots in fact makes it possible to recognise well as by positions, so as to construct an organic unity” phases of meaningful transformation, the different (Calzolari 1969). phases of the construction of features that are still Through the integration of traditionally discipline- dominant, or residual, today and to shed light on the oriented research (historical/geographic/ differences between settlements, connections and anthropological), and in clear opposition to the various uses of soil (the textures and sections of the soil in their forms of geographic/environmental determinism that reciprocal relationships). As I stubbornly continue to are widespread in Italy, the subject of the investigation— assert in both my research and teaching: “Description landscape—becomes the research engine of specific can be initially traced to two primary methods of data systems of relationships, through which it is possible organisation: diachronic structures and stratigraphy. to recognise differences and specificities, traceable Diachronic structures aim to reconstruct the form of to dynamics and historically determined between settlements/connections/uses of soil in different historic human actions and environmental structures, between periods that are recognised as meaningful. Stratigraphy collective rationality and the use of resources, and instead aims to also reveal the correlations and between soil systems and the shapes of the landscape. interdependencies between different phases of historic From this extraordinary moment of historical/ transformation (strata). A body of relationships passes geographical research, opened up through its through the various strata, sometimes discontinuously, liberation from its previous traditions, which had idealist generating abandonments and rediscoveries, binding and positivist roots, and in relation to the approach past forms and functions to present perceptions and introduced by the French Annales School, we have methods of use” (Caravaggi 2002). inherited valuable research methods that can be used Heterogeneous (and always news) tools for to interpret a holistic text like landscape through the investigation. An important work practice used deconstruction and reconstruction of a few constitutive in both archaeological investigation and landscape materials. Landscape readings have proposed investigation is regular recourse to sources of indirect coherent, but not absolute, methods for interpreting information about the contexts being investigated. landscape, methods that, however, will not enjoy wide Specifically, cartographic, iconographic, literary, circulation within plans and projects. toponymic sources, etc., which are considered primary Stratifications. Within this theoretical framework, it sources for the identification, dating and interpretation seems clear why “stratigraphic” images have enjoyed of both archaeological finds and systems of landscape such wide diffusion, including among landscape relationships. planners. This is because they contribute to clarifying This propensity for using heterogeneous sources,

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 47 defined by some historians as a propensity for the linked by self-referentiality to cultural condescension interpretation of “traces”, also engenders a habit for and lack of reflexivity in the disciplines of the various using always-new work tools, whether in support of scientists involved. analysis, excavation, surveying or communication. In 2000, the European Landscape Convention firmly Recent meaningful points of encounter between opened the door to this reflection. Landscape — it was the two disciplines can also be identified in the affirmed — cannot be considered independent of the common cognitive tension around environmental collective subjects for whom it has meaning and forms dynamics, understood as variables constitutive itself as a value. In other words, landscape acquires of both archaeological and landscape changes. more complex features in comparison to traditional Within archaeology, categories for specific types of “scientific” delimitations, since it appears inseparable investigation have been defined, such as Landscape from a specific “contextual” dimension, inseparable, Archaeology, which involves the reconstruction of that is, from the meanings that it takes on in relation to ecosystems and their transformations through the specific collective subjects. use of environmental archaeology methods. As Landscape is also viewed, very pragmatically, as described by Manacorda: “[Landscape archaeology] a positive factor of sustainable development, an also has recourse to historical sources (such as land image and at the same time engine of a balanced documents), which are often decisive — from the relationship between social needs, economic activity perspective of agrarian history — towards understanding and environment, an indicator of biological and cultural the ways in which the territory was organised in diversity, a measure of the resistance of local contexts relation to viability, agrarian divisions, methods of to processes of standardisation, but also an element field cultivation, types of settlements and agricultural capable of connecting and creating dialogue between practices as well as sources for the supply of raw different traditions and contexts. materials, the nature of consumption and exchange and Reference to context thus acquires a double nature, even fiscal regimes and the structure of landed property referring at the same time to both historical material and political power. […] Landscape archaeology from the past — recognisable through archaeological has the contextual, environmental and stratigraphic finds, traces and systems of environmental and perspective in its DNA’” (Manacorda 2004). landscape evidence — and to configurations of contemporary territory. The concept of local landscape 3. Promotion and development projects. But in context has thus often been used to mean the the fields of both archaeology and landscape, this reintegration of subjects within the landscape. The highly fertile cultural perspective is often in conflict term context, traditionally used in landscape research with the contemporary world, which is to say with the to signify a body of information and knowledge that meaning that the “things of the past” acquire today, as acquires meaning by virtue of reciprocal correlations regards determinate social subjects, a meaning that is (of a basically static nature), thus loses its features as inseparable from collective recognition, and not only backdrop and acquires those of a field of relation (with in the legal sense, of historical/cultural heritage as a a dynamic character). common asset. Placing context, thus understood, in the centre The hard-fought history of preservation in Italy has been of interpretation means, in light of the European a story of continuous ferocious, banal conflicts fed by Convention, affirming our ties to the temporal dimension repetitive economic/political dynamics, but, in a certain of the present (all observations necessarily move from way, it has also been a story of misunderstandings the present) and to that of the past (the observed

48 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE situation is the specific and unique result of a historical be a rejection of stratigraphic knowledge as a way evolutive process). It also means considering the of knowing the archaeological context in the name relationships of reciprocity that exist between context of the right to architectural reinterpretation aimed and subjects as co-authors of the transformations. towards aesthetic synthesis and, on the other hand, Recognition of landscape context is in this sense in the presumed communicative incapacity of the inseparable from consideration of collective identity and complex archaeological texts under investigation. values, also conflictual among themselves. The incapacity to worthily promote and develop the Registering the “points of view” that orient multiple information and physical structures that emerge from gazes onto as many landscapes requires training excavations impedes development of processes of to intercept the collective imagination, to interpret, collective identification and is especially aggravated in through planning, the complex of incessantly the urban environment, where areas of archaeological changing images that emerge, with the support of investigation have often been identified as spaces that new, increasingly complex tools, nourishing passions, take away from the city. expectations for the future, behaviour and economies. This complicated conflict between disciplines has The creative interpretation of a context requires, in created negative effects on both sides, for archaeology short, recognising, describing and giving meaning to a meaning a risky break from its cultural roots, to the point specific relationship between environment and conduct, of theorising a clash between preservation and analysis, to arrive at new spatial configurations, which is to say, reuse and revelation, aesthetics and the history of the new landscapes. archaeological text. For architecture, the risk is instead As regards this backdrop, the interpretation of contexts of an outraged retreat into increasingly self-referential can be defined as an affirmation of the rights of the patterns. text against its own dissolution, and of the rights of the Today, the rift between architects and archaeologists interpreter against the reduction of the project to a few seems partially mended. banal conservative prescriptions. Having definitively abandoned all hypothetical This, from the landscape-planning front, is the reconstruction, during the 1990s, many projects contemporary backdrop that can nourish new, hoped- for urban spaces where archaeological evidence is for experiments with archaeological promotion and present, especially in Italy and Spain where the debate development, but first it might be necessary to briefly has been the most heated, have demonstrated the return to a few tangles that have “blocked” dialogue possibility of finding new points of encounter between between archaeologists and architects in recent archaeologists and architects, in museum environments, decades. in the renovation of structures characterised by complex A sometimes-difficult dialogue. In the past, many stratifications and in the organisation of open spaces. interpretations of archaeology ended up deforming New alliances for new promotion and development. the objective substance of the evidence itself, since Recently, what is perhaps the most interesting the interpretations were aimed toward a “re-creation” contribution following the reopening of dialogue has wholly indifferent to the historical nature of the come from the landscape front. archaeological evidence as well as to the various Projects for open archaeological space seem to be meanings it had assumed over time. able to accommodate the various needs posed by The challenge of this dialogue, which was already different cultural subjects, arriving at a kind of peaceful highly topical at the end of the 1980s, was coexistence, if not always integration, between terms summarised on the one hand in what seemed to that were often conflictual in the past: close readings

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 49 of the historical document and understanding of our own and, far from seeing this as a catastrophic the totality of contexts to which they belong; needs possibility, this approach can have a largely positive for differentiated knowledge (educational, touristic, effect, contributing to the digestion of the “historicity” workshop activity, etc.) and permanent placements; of not only the texts but also of their interpretations, materiality of placements and immateriality of starting from our own1. information supporting individual paths of discovery d. It also seems opportune to establish meaningful and reintegration of the image, but above all a new relationships, in answer to contemporary environmental possible coexistence between interpretations that have problems, with the context’s natural components to do with the “planning aesthetic” and interpretations and ecological structures, developing evolutive connected to the legibility of the archaeological text. interpretations, aiming to learn about and communicate Landscape as a point of departure seems in effect past and present transformations of natural ecosystems extremely suited to once again reshaping this as part of the same history, inseparable from relationship. transformations resulting from human activity. In light of many recent projects and much recent e. In general, from the perspective of the interpretation research, I believe that we can highlight a few key of archaeological evidence and its different historical themes that can be shared by both architectural and contexts, one can affirm that the project should aim archaeological culture and can play a constructive role: towards reinterpreting development without needing a. the dialogue must aim towards a form of shared to communicate at the same time all of a context’s narrative, or better, must fill itself with the narrative phases of transformation. The selection process, capability of archaeological evidence through which remains at the project’s foundation, must interpretation. The interpretive outline must emerge privilege interpretation of an evolutive dynamic, where from deep common knowledge of the finds and from the finds and their transformations in different historical discussion about the possible meaning they might contexts can enter into dialogue with contemporary have in the contemporary context to which they contexts, perhaps supporting understanding of a few belong. Rejecting this nucleus of shared historical and evolutive features — even ones that are apparently cultural meanings, identified not so much based on marginal but in reality valuable because they have their “objective” importance as on the meaning they survived to the present day — and still re-legible 1 can have in the context to which they belong, means through the support of a targeted project. “This is why the question of pres- condemning the project to become socially mute, f. Placing the theme of contemporary contexts at the ervation methods is not aimed solely at a patrimonial objective pushing it into the swamps of self-referentiality. centre of new projects for archaeological promotion (what can we do to avoid losing b. It seems desirable for landscape planning to aim and development means making the project interact something of value), but is deci- for an “open” configuration, keeping the intensity of with practices, behaviours, tendencies, questions sive for the progress of knowl- edge, since it seeks to put us the “signs and placements” low in order to facilitate and identities. This leads to the abandonment of in a position of asking the same the appropriation of meaning by various subjects at the ideological pre-judgments that sustained many context, which we already inves- different levels of interpretation, thus favouring open past formulations, in order to launch work directions tigated one, ten, fifty years ago, new questions generated by and customisable interpretive paths. characterised by greater flexibility, which is to say by new interests and new investi- c. It is unquestionably opportune to consider the a “planning wager” that is both shared and open to gation methods. What we asked reversibility of interventions as a fundamental part adaptation, self-modification and temporal uncertainty in the past in a simpler or cruder way, we might be able to ask to- of planning. This is a matter of acknowledging that, (especially the perception of the future and the idea of morrow in more precise terms, in a different historical moment, the archaeological the predictability of transformations seem quite different thus obtaining better answers’” text could be subject to interpretations different from in comparison to the past). Manacorda 2004, p. 95.

50 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE If the value of an asset coincides with its utility, as tourism, urban planning” (Manacorda 2004). a perceived, not objective, value (from which the The authors of this book have shared, although degree of its preservation is derived), the social use obviously in different roles, a large part of the of archaeological space and the transmission of the experience of excavation, and so the questions posed cultural meaning of spaces is the main road to be by an archaeologist considering a find are now familiar taken towards the legitimisation of the limitations to an architect as well, constructively transforming (restrictions) and expenses relative to preservation. themselves into elements at the level of the overall For this reason as well, the Guidelines for the project: what was it, what purpose did it serve, why promotion and development of the archaeological sites and how was it made? Questions that clearly involve in Rome’s archaeological and coastal areas, elaborated not only individual objects but also — and inseparably by our team for the Heritage Office of Rome. — their contexts, incessantly changing themselves up Making mute things speak (and making the to the present day. invisible visible). The interpretive outline developed The Guidelines do not constitute a project in the in the Guidelines does not diverge much from what is strict sense, but rather have the ambition of positively in fact a very common aim – declared or implicit – of conditioning projects carried out by others, for diverse archaeological promotion and development: making (above all private) parties. This is why we believe that mute things speak. Which in this case, involving as it coherently communicable reasoning is extremely does completely reburied finds, transform into mute important, as an explicit affirmation of a means of and… invisible things: “Is it perhaps not true that part, democratic, but “technically pertinent” dialogue, useful unquestionably the most exciting part, of our work as in the reconfiguration of conflictual positions. historians is the constant striving to make mute things In this sense, an archaeologist’s questions can be speak, to make them say what they cannot on their – as in the research presented in this volume – a own about men and the cultures they have produced, valuable outline for proposing, arguing and realising to the point of building a vast network of support and new projects for the promotion and development of reciprocal aid, that compensates for the absence archaeology. of the written document?” (Febvre, 1966). These words of Lucien Febvre, which Manacorda cites as an Bibliographical References inadvertent manifesto of archaeology in the twentieth century, communicate a conviction widespread among s&"RAUDEL , Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di those who practice archaeology, including an old Filippo II, Einaudi, Torino. tour guide from Istanbul, according to whom, without s6#ALZOLARI h0AESAGGIOv INDizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica, Istituto Editoriale Romano, Roma. her help, my visit would have amounted to unseeing s!#ARANDINI Il restauro e lo scavo, in Perego 1986. observation of mute stones. s,#ARAVAGGI Paesaggi di Paesaggi, Meltemi, Roma. The proposal for the promotion and development s,&EBVRE Studi su riforma e rinascimento, Einaudi, of an archaeological area described in this volume Torino. also moves from the deep conviction, shared s$-ANACORDA Prima lezione di archeologia, Laterza, by the authors, that the historiographic function Roma-Bari. of archaeology must be placed in the centre of s&0EREGOED  Anastilosi – L’antico, il restauro, la città, interpretation, to avoid “getting caught, perhaps Laterza, Roma-Bari. seemingly advantageously, in a whirlpool leading to an instrumental use of archaeology in entertainment,

INTORNO ALLA VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 51 L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI

Cinzia Morelli Il territorio. L’area in cui è stata realizzata la Fiera sull’acquedotto Portuense e su alcuni insediamenti di di Roma si colloca all’interno di un più vasto maggior rilievo4. 1 comprensorio territoriale che si sviluppa lungo A partire dagli anni ’90 del XX secolo questo territorio L’area è ricompresa nei Comu- la costa laziale nella pianura deltizia del Tevere, è stato sottoposto ad un rapido e massiccio processo ni di Roma (XV Municipio) e di immediatamente a nord del fiume1 (fig. 1). In antico, di urbanizzazione: oltre a grandi infrastrutture come la Fiumicino e ricade nel territorio di competenza della Soprin- ai suoi margini, si collocavano importanti poli di Fiera di Roma e l’Interporto Roma-Fiumicino, sono stati tendenza Speciale per i Beni aggregazione che ebbero particolare sviluppo in realizzati (e sono tuttora in corso di realizzazione) estesi Archeologici di Roma – sede di Ostia. epoca romana: a nord la colonia romana di Fregenae, insediamenti a carattere residenziale, commerciale e presso la foce dell’Arrone, a sud-ovest i porti di artigianale5. 2 Claudio e Traiano in aderenza all’attuale Canale di A fronte di questo profondo processo di trasformazione Il primo fu avviato nel 1883 mentre il secondo fu realizzato Fiumicino (l’antica Fossa Traiana), e infine a sud la Soprintendenza ha posto in essere un’intensa attività nei primi decenni del ’900 (A- la città di Ostia, posta immediatamente al di là del di archeologia preventiva: tutte le zone destinate menduni 1884; Biglieri 1896; Tevere. a edificazione sono state sottoposte a sistematici Lugli, Filibeck 1935, p. 267; Ministero Agricoltura e Foreste Attualmente questo territorio è caratterizzato da una sondaggi per trincee secondo maglie regolari che 1947, pp. 181-185; Tomassetti bassa pianura solcata da un ordinato sistema di hanno interessato estensivamente tutti i comparti. A tali 1977, p. 498; Parisi Presicce, Villetti 1998). canali artificiali, un paesaggio costruito dall’uomo nel sondaggi hanno fatto seguito sia allargamenti mirati a corso dei due grandi interventi di bonifica realizzati chiarire le sequenze stratigrafiche sia scavi estensivi di 3 a cavallo tra il XIX e il XX secolo2 che modificarono tutti i siti archeologici individuati6. Assai vasta è la letteratura sui porti imperiali, si veda da ultimo radicalmente la morfologia del suolo e l’ambiente Tale attività ha permesso di indagare centinaia di ettari Keay et al. 2005; Keay, Paroli cancellando l’antico stagno di Maccarese e tutto di campagna romana ed ha portato ad una puntuale 2011. l’ecosistema che da esso dipendeva (fig. 2). conoscenza delle numerose preesistenze fornendo 4 La scarsa conoscenza dell’assetto territoriale antico i dati necessari per la ricostruzione del tessuto Si possono citare, ad esempio, in questo lembo di campagna romana è da imputarsi, insediamentale e per l’analisi dello sviluppo economico le ville costiere di Santa Ninfa almeno in parte, proprio alle opere di bonifica che del distretto costiero nell’antichità7 (fig. 3). (Archivio SBAO) e di Campo delle Corse-Cecina di Falcia cancellarono i resti antichi seppellendoli sotto riporti Le conoscenze acquisite hanno, inoltre, consentito di (Tomassetti 1910, p. 504; Lu- di terreno. Sino a pochi anni or sono, infatti, i dati tutelare e conservare in situ tutte le strutture antiche gli 1928), o la colonia romana di Fregenae, situata sempre archeologici a disposizione si limitavano agli studi riportate in luce orientando la progettazione dei in prossimità del litorale (Nib- condotti sui porti di Claudio e Traiano3, sulla via e nuovi insediamenti. Proprio in questo ambito si sono

52 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE by 1848b, p. 280; Tomassetti 1910, pp. 496, 503-504; Ash- by 1927, p. 219).

5 Oltre alla Fiera di Roma (collo- cata a cavallo della via Portuen- se moderna tra il km 15 e il km 17,500) e all’Interporto Roma- Fiumicino (posto in aderenza all’Autostrada Roma-Civitavec- chia) i principali interventi di e- dificazione hanno riguardato le aree dell’Autoporto-Commerci- ty (loc. Quartaccio di Ponte Ga- leria), del Piano Particolareg- giato L23 (posto a nord della via Portuense tra il km 17,600 e il km 20), delle due complanari dell’Austostrada Roma-Fiumci- no, e infine del Quadrante ovest dell’Area Metropolitana di Ro- ma (collocato a nord dell’Auto- strada Roma-Fiumicino nell’are- a compresa tra l’Aeroporto Le- onardo da Vinci e l’Autostrada Roma-Civitavecchia).

6 Si ringraziano gli archeolo- gi che hanno partecipato alle campagne di scavo: Roberto Castelli, Alessandra Facciolo, Monica Gala, Maria Cristina Grossi, Francesca Merighi, Maria Lucrezia Rinaldi, Daria Ruggeri, Sandra Sivilli (scavi nell’area dell’Interporto Roma-

1. Inquadramento territoriale.

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 53 Fiumicino); Esmeralda Forte, Viviana Forte, Rosalba Giudice, Paola Manacorda, Caterina Ru- scio, Massimino Zirpolo (scavi nelle aree del Piano Particola- reggiato L23 e del Quadrante ovest dell’Area Metropolitana di Roma); Francesca Accurso, Maria Rosaria Borzetti, Andrea Carbonara, Elisabetta Cellu- prica, Cristina Ceracchi, Fran- cesca Colantoni, Maria Helena Marchetti, Laura Meloni, Paola Poli, Raffaele Pugliese, Carla Rubino, Gelsomina Russo (sca- vi nell’area della Fiera di Roma); Alessandra delle Sedie (scavi 2. Planimetria dell’area litoranea tiberina di G.Amenduni (1884) in cui è rappresentato lo stagno di Maccarese (stagno di Ponente o di Maccarese) nell’area di via della Muratella). prima della bonifica. Un ringraziamento particolare va a Paolo Da Roit, Assistente Tecnico-scientifico della So- printendenza. sperimentate nuove metodologie, di cui questo volume (pesce, fauna selvatica, specie vegetali spontanee). vuole essere una testimonianza, per la valorizzazione Le testimonianze archeologiche indicano, infatti, come 7 Petriaggi et al. 1995; Vittori, Vo- delle aree archeologiche individuate; tali metodologie, a partire dal Paleolitico Medio e Inferiore le rive dello ri 1999; Petriaggi, Vittori, Vori nate dalla stretta collaborazione tra archeologi e stagno di Maccarese siano state frequentate dall’uomo 2001; Serlorenzi 2002; Morelli, Olcese, Zevi 2004; Serlorenzi architetti, tentano di offrire una valida alternativa alla e come le risorse del lago abbiano rappresentato la et al. 2004; Morelli 2008; Morelli mera musealizzazione delle strutture e dei reperti base dell’economia di sussistenza delle comunità che et al. 2008; Castelli et al. 2008; individuati, lì dove essa non sia possibile a causa delle intorno a esso vivevano8. Grossi et al. 2009; Ruggeri et al. 2010; Arnoldus-Huyzendveld et difficili condizioni ambientali. Il primo insediamento stabile conosciuto in quest’area al. 2009; Morelli et al. 2011. è quello del villaggio neolitico de Le Cerquete-Fianello, 9 8 databile a 4.500 anni fa ; il piccolo villaggio, formato da Manfredini 2002, pp. 39-43 con I rinvenimenti archeologici. In epoca pre-protostorica cinque capanne, sorgeva sulle rive dello stagno e i suoi bibliografia precedente. il territorio posto a nord del Tevere era dominato, da un abitanti praticavano l’allevamento, affiancato da attività

9 punto di vista ambientale, dallo stagno di Maccarese: di caccia e di raccolta di vegetali (fig. 5). Lo scavo del villaggio fu effet- un grande lago di acqua dolce separato dal mare Le recenti indagini archeologiche effettuate in tuato in diverse campagne da un da una serie di cordoni dunari e circondato da un corrispondenza dell’antica sponda sudorientale dello équipe di studiosi dell’Università degli Studi di Roma “La Sapien- ambiente palustre (fig. 4). Questo habitat costituiva stagno di Maccarese (nell’area del futuro Interporto za” (Cattedra di Ecologia Prei- un ambiente ottimale per l’insediamento umano Roma-Fiumicino) hanno riportato in luce diverse aree di storica) coordinati dalla prof.ssa A. Manfredini; sui risultati delle sia per la presenza di una fonte costante di acqua frequentazione databili alla tarda età del Bronzo finale indagini si veda Manfredini 2002. dolce sia per le notevoli risorse alimentari che forniva (XII-X secolo a.C.) che si disponevano a semicerchio

54 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 3. Carta delle presenze archeologiche.

1. Necropoli di Castel Malnome (propaggine) 10. Canale in muratura 23. Impianti di canalizzazione agricola/ 34. Diga di anfore 2. Sepolcreto familiare e acquedotto 11. Tomba a fossa drenaggio e area sepolcrale 35. Area di frequentazione protostorica 3. Antico tracciato viario ripercorso da via della 12. Viabilità locale 24. Impianti di canalizzazione agricola/ 36. Area di frequentazione protostorica Muratella 13. Viabilità locale drenaggio 37. Area di frequentazione protostorica 4. Insediamento di epoca imperiale (Mansio) 14. Edificio di servizio/magazzino 25. Impianti di canalizzazione agricola/ 38. Collettore d’acqua dolce 5. Mausolei e area sepolcrale 15. Insediamento di epoca arcaica drenaggio 39. Impianti di canalizzazione pertinenti alle 6. Via Portuense Antica 16. Acquedotto Portuense 26. Mausoleo saline – Campus salinarum romanarum (in 6.1. Tratto 1 17. Serbatoio d’acqua 27. Insediamento di epoca repubblicana rosso è indicata la fase di epoca romana, 6.2. Tratto 2 18. Viabilità locale di epoca post-classica 28. Insediamento di epoca repubblicana in blu quella di età medievale) 6.3. Tratto 3 19. Impianti di canalizzazione agricola/ 29. Insediamento di epoca repubblicana 7. Necropoli drenaggio 30. Fornace Area delle saline romane sino ad oggi 8. Area agro-pastorale: pozzi e canalizzazioni 20. Impianto rustico 31. Fornace indagata agricole/drenaggio 21. Insediamento residenziale 32. Edificio di servizio/magazzino 9. Fosse da albero e pozzi 22. Area sepolcrale 33. Cisterne

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 55 lungo la sponda del lago, direttamente prospicienti oltre a scomparire la riserva di acqua dolce essenziale lo specchio d’acqua10 (35, 36 e 37). In particolare è per il sostentamento di animali selvatici e domestici.

10 stato individuato un esteso sistema di dossi artificiali di La “rivoluzione ambientale” nel corso del tempo ebbe Si veda, da ultimo, Ruggeri et al. forma sub-circolare (di estensione e altezza variabili). come diretta conseguenza una “rivoluzione sociale 2010. Il terreno alla base dei dossi fu consolidato mediante ed economica”: l’uomo si adattò al nuovo habitat e ne

11 strutture lignee costituite da un intreccio di paletti e comprese le potenzialità. La grande riserva di acqua Lo sfruttamento e la necessità fascine. Al di sopra di tale preparazione sono presenti salmastra costituita dallo stagno divenne il centro di bonificare un’area umida at- diversi strati sovrapposti, caratterizzati da sabbia di un nuovo sistema basato sullo sfruttamento delle traverso dossi costituiti da una struttura lignea e da materiale di prelevata nell’area delle colline poste a est del sito, che acque per la produzione del sale. Nacquero, così, riporto (sabbia) ricorda, in par- costituivano i veri e propri piani di frequentazione11; la grandi saline poste sulla riva nord del Tevere che te, quanto visto a Poggiomarino a contatto con essi, infatti, sono stati rinvenuti oltre costituirono un importante polo produttivo sia sotto – loc. Longola (Cicirelli-Albore Livadie 2008) pur trattandosi di a diverse piastre di cottura, forni e focolari, notevoli il dominio etrusco che sotto quello romano. La loro un sito noto al momento per un quantità di vasellame di impasto (fig. 6), fuseruole e centralità nell’economia antica è ovviamente legata periodo più recente. pesi da telaio, ornamenti in osso e rari oggetti metallici. al controllo della produzione e del commercio del 12 I resti faunistici rinvenuti negli strati di frequentazione sale, “l’oro bianco” dell’antichità. Il cloruro di sodio, Giraudi 2004. A tal proposito si indicano una presenza quasi esclusiva di mammiferi infatti, più che per la salatura dei cibi durante la veda anche Di Rita-Celant-Magri 2010 e il contributo di Antonia domestici con prevalenza di ovicaprini. cottura, era elemento essenziale e insostituibile per Arnoldus-Huyzendveld in questo La mancanza di chiare evidenze di strutture la conservazione delle derrate alimentari deperibili stesso volume. abitative stabili indica che l’area era frequentata (tecnica della salatura) e per la lavorazione dei

13 stagionalmente probabilmente durante i periodi caldi derivati del latte. Il sale era, dunque, un bene di prima De Santis 1997. quando il livello dell’acqua si abbassava restituendo necessità e uno degli elementi-base dell’economia porzioni di terreno frequentabili. Le preesistenze delle popolazioni che ne detenevano la produzione e 14 Plutarco, Romulo, XXV, 4; Dioni- riferibili al Bronzo finale evidenziano la volontà di ne regolavano il commercio. gi di Alicarnasso II, 55, 5 e III 41, facilitare l’accesso all’acqua per svolgere le attività In questo periodo la sponda settentrionale del Tevere 3; Livio, I, 15. prevalenti che dovevano, almeno in parte, essere apparteneva agli Etruschi, in particolare alla città

15 legate all’allevamento; a testimonianza di ciò, oltre di Veio: il fiume costituiva, dunque, il confine tra gli Giovannini 1985; Camporeale ai resti faunistici, è da segnalare la presenza tra i Etruschi stanziati a nord e i Romani che controllavano il 1997; Giovannini 2001. materiali ceramici sia di colini e di bollitoi, da riferire territorio posto a sud del fiume stesso. 16 alla lavorazione del latte e dei prodotti caseari, Del periodo di dominazione etrusca nel nostro territorio Livio, V 45:8; VII 17:6; VII 19:8 sia di fuseruole e di pesi da telaio evidentemente è stata individuata, sino ad oggi, un’unica testimonianza (salinae romanae). relazionabili alla filatura e alla tessitura. proprio nell’area interessata dalla realizzazione della 17 Nel periodo successivo, forse tra il IX e il VII secolo Fiera di Roma. Si tratta di un insediamento (15) di Le saline vennero sfruttate a lun- a.C. come sostengono alcuni studiosi12, avvenne una limitate dimensioni che nasce in epoca arcaica (VI go e sono menzionate in numero- vera e propria “rivoluzione” ambientale che modificò secolo a.C.) a valle del Rio Galeria, non lontano dalla si documenti almeno fino alla fine del XV secolo. Fondamentale al ri- radicalmente il paesaggio e anche l’utilizzo del territorio sua confluenza con il Tevere. Tale insediamento deve guardo rimane il lavoro del Lancia- da parte dell’uomo. A seguito dello sfondamento dei essere inquadrato nel sistema di occupazione del ni (Lanciani 1888) ma si vedano anche: Nibby 1827, p. 29; Nibby cordoni dunari e della creazione di uno o più canali territorio che caratterizzò il territorio veiente posto lungo 1848b, pp. 367-369; Tomasset- che collegavano lo stagno di Maccarese al mare vi il Tevere a partire dal VII secolo a.C.; in tale sistema ti 1900, pp. 5, 12, 52-58; Ashby fu l’ingressione di acqua salata che trasformò il lago agli insediamenti fortificati di altura che controllavano 1927, p. 31; Camporeale 1997; Giovannini 2001; Morelli, Olcese, di acqua dolce in una laguna salmastra (fig. 7). Si l’importante confine costituito dal fiume, si affiancarono Zevi 2004; Morelli et al. 2011. modificarono, così, le specie di piante e la fauna ittica, (soprattutto nel VI secolo a.C.) numerosi piccoli

56 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 4. Ricostruzione del paleoambiente in 5. Immagine da pallone del villaggio 6. Scodella carenata con protome ornitomorfa proveniente dai 7. Ricostruzione del paleoambiente in epoca epoca pre-protostorica. neolitico di Le Cerquete-Fianello: siti protostorici nn. 35-36-37. romana. ben visibili i fori in cui erano alloggiati i pali lignei che perimetravano le capanne (da Manfredini 2002).

insediamenti rurali disseminati nelle campagne e Sino a pochi anni or sono l’unica testimonianza nel fondovalle tiberino, tra i quali potrebbe rientrare legata alle antiche saline, oltre a persistenze nella tipologicamente il nostro13. toponomastica dell’antica vocazione produttiva della Se si eccettua questa testimonianza nulla è noto zona18, era costituita da un’iscrizione19 in cui sono dell’occupazione da parte degli Etruschi, anche se le citati i saccarii salarii (portatori dei sacchi di sale) fonti storiche14 e la bibliografia archeologica indicano impiegati nel Campus salinarum romanarum: mancava, chiaramente la presenza di saline intorno allo stagno di invece, qualsiasi evidenza archeologica degli impianti Maccarese appartenenti alla città di Veio (fig. 8). Quel di estrazione del sale e delle infrastrutture a essi che appare evidente è che il nostro territorio rivestiva in connesse. 18 quest’epoca un’importanza autenticamente strategica Solo nel corso delle recenti campagne di scavo In quest’area era, infatti, localiz- dovuta soprattutto alla presenza delle saline costiere. condotte nel settore posto a nord dell’Autostrada zata la Tenuta di Campo Salino, il cui nome è perpetuato dalla mo- Per tale motivo il conflitto tra Veio e Roma, conclusosi Roma-Fiumicino, tra l’Aeroporto Leonardo da Vinci derna via di Campo Salino. con la presa di Veio da parte di Furio Camillo nel 396 ad ovest e il moderno abitato di Piana del Sole a est, a.C., è considerato da alcuni studiosi come una “guerra è stata riportata in luce un’estesa e complessa rete 19 15 Lanciani 1888; CIL XIV 4285. del sale” finalizzata al controllo della produzione e del di canalizzazioni arti ficiali destinate a convogliare e commercio di tale prodotto. Anche dopo la presa e la distribuire l’acqua salmastra proveniente dallo stagno 20 Si sono individuate testimonian- distruzione di Veio, infatti, Livio racconta dei reiterati e di Maccarese (39). I canali, scavati nel terreno senza ze a partire dal II secolo a.C. sino infruttuosi tentativi degli Etruschi nel 390, nel 356 e nel l’ausilio di particolari strutture di contenimento, a tutta l’epoca imperiale. 353 a.C., di riconquistare il territorio in questione16. presentano dimensioni e profili diversi e appartengono 21 Passate definitivamente sotto il controllo romano, le a due distinte fasi di vita degli impianti: la prima, Si sono individuate testimonian- saline, indicate con il nome di Campus salinarum attribuibile a epoca romana20, la seconda databile al ze che coprono un ampio arco 21 cronologico che va dalla fine del romanarum, furono utilizzate per tutto il periodo Medioevo (fig. 9). X agli inizi XV secolo. repubblicano e imperiale17. Per il periodo romano la regolarità del sistema di

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 57 della fauna ittica che popolava lo stagno di Maccarese. Tra le opere di canalizzazione utilizzate sia in epoca romana che in quella medievale solo una convogliava acqua dolce (38): si tratta di un grande collettore23 che corre con andamento nord-nord-ovest/sud-sud-est e che costituisce il limite orientale del sistema idrico romano e medievale. Nel suo tratto più meridionale, il canale si restringe24 nel punto in cui era collocato un ponte che ne permetteva l’attraversamento25. Agli impianti di estrazione del sale appartenenti a epoca romana è, probabilmente, connessa anche una monumentale struttura (34) riportata in luce nel settore posto immediatamente a nord dell’area occupata dagli impianti idraulici appena descritti26. Si tratta di un allineamento, lungo più di 1 chilometro, costituito da 1439 anfore poste in opera verticalmente l’una accanto

8. Particolare della pianta di G.B.Cingolani “Topografia metrica dell’Agro Romano” 9. Le principali opere di canalizzazione all’altra mediante infissione nel substrato limoso (1774) in cui sono indicate le Veteres Salinae Veientibus Ablatae presso lo stagno di epoca romana (in colore rosso) e L’allineamento di anfore risulta attraversato di Maccarese (stagno di Ponente). medievale (in colore blu) sino ad oggi perpendicolarmente da due canali, distanti tra loro individuate nell’area delle saline (38-39). 300 m circa, realizzati in cementizio con paramento in opera reticolata (fig. 10). Ognuno dei canali era munito di due chiuse: la prima posta quasi al centro canalizzazioni disposte “ a scacchiera” funzionali alla 22 del canale stesso, la seconda presso la sua estremità È da segnalare che le canalizza- distribuzione dell’acqua salata sulle ampie zone di orientale. Dai due canali in muratura si dipartono, verso zioni sono, almeno in un caso, terreno circostante, consente di ipotizzare per esse una 27 munite di paratie lignee mobili est, due canalizzazioni artificiali scavate entro terra destinate al controllo del flusso stretta connessione con gli impianti di estrazione del munite anch’esse, a circa metà della loro lunghezza, 22 delle acque. sale . di altri due tratti di canali in muratura che presentano, Per il periodo medievale, invece, i canali sono disposti però, struttura meno complessa rispetto a quelli che 23 in modo meno regolare secondo un modello “a intersecano la struttura ad anfore. Il canale raggiunge una larghezza massima di 6 m ed è stato indi- raggiera”; oltre a ciò la presenza lungo i canali o Per ciò che riguarda la cronologia dell’impianto, in viduato per una lunghezza com- all’estremità di essi di vasche di limitate dimensioni a base alla tipologia delle anfore e ai bolli rinvenuti28, è plessiva di 1,5 km circa. fondo concavo e profilo sub-circolare, al cui interno possibile attribuire la realizzazione dell’opera ad un 24 si dispongono strutture lignee che ne suddividono il periodo compreso tra l’età augustea e la metà del I Raggiungendo una larghezza volume creando piccoli compartimenti separati, spinge secolo d.C. massima di 2 m. a escludere una funzione legata all’estrazione del sale. È ipotizzabile che l’allineamento di anfore 25 Un’ipotesi possibile è che, almeno nell’area sino ad costituisse l’armatura di un terrapieno in Del ponte si conservano solo le oggi indagata, in epoca medievale si assista ad una terra. Si trattava, dunque, di una lunga diga spalle in conglomerato cementi- zio rivestito con un paramento in “riconversione” degli impianti di età romana e alla loro posta sul margine sud-orientale dello stagno opera reticolata. Su tali spalle si trasformazione in impianti per la cattura e l’allevamento di Maccarese che aveva, probabilmente,

58 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE inserivano le travi di legno che so- stenevano le vere e proprie strut- ture di traversamento, probabil- mente anch’esse lignee.

26 La struttura è stata individuata nel corso delle indagini arche- ologiche preventive alla realiz- zazione del moderno Interporto Roma-Fiumicino.

27 Di cui la più settentrionale è sta- ta individuata per una lunghezza complessiva di 1000 m, mentre quella più meridionale per 575 m. 10. Immagine da pallone di uno dei canali in muratura che attraversano la 11. Posizionamento della diga ad anfore (in rosso, 34) rispetto alla stagno 28 diga ad anfore rinvenuta all’interno dell’Interporto Roma-Fiumicino (34). di Maccarese così come rappresentato sulla pianta di G.Amenduni (1884). Poco più del 70% delle anfore appartiene al tipo Dressel 6A, un minor numero di esemplari appartiene al tipo Dressel 1B, la funzione di contenere l’acqua e isolare periodicamente invase dalle esondazioni del fiume: mentre i contenitori appartenen- ti al tipo Dressel 20 non vennero quest’area periferica dell’antico stagno (fig. era, dunque, caratterizzato da terreni praticabili per utilizzati nella struttura originaria 11). Nell’area così delimitata, posta alle spalle la maggior parte dell’anno e quindi idonei per la della diga ma furono in seguito (a est) della diga stessa, il flusso dell’acqua, realizzazione di costruzioni stabili. Non a caso proprio posti in opera in prossimità dei canali in muratura. Le anfore so- poteva essere controllato e mantenuto costante in queste aree i recenti scavi hanno riportato in luce no i corso di studio da parte del tramite i canali in muratura e le chiuse. L’acqua numerosi insediamenti di epoca romana che sembrano dott. S. Medaglia che qui si rin- salata veniva poi distribuita nel territorio indicare una sistematica occupazione del territorio grazia per i dati forniti. circostante tramite le canalizzazioni artificiali in età repubblicana, a partire dalla seconda metà 29 scavate entro terra, che, forse, all’occorrenza del IV secolo a.C., e per tutta l’epoca imperiale; tale Giovannini 2001. Secondo le venivano fatte straripare al fine di allagare le occupazione sembra caratterizzata da strutture che fonti classiche Livio (II 9: 6) in epoca romana il monopolio del vaste aree comprese tra esse. risultano nella maggior parte dei casi non a carattere sale era riservato allo stato che Quel che è certo è che un’opera di tali dimensioni residenziale bensì produttivo e di servizio. Sempre in ne regolava la vendita e ne fis- e di tale rilevanza è probabilmente da attribuire ad quest’area vengono, inoltre, a collocarsi le due grandi sava il prezzo. Il prezzo del sale, stabilito a volte in base a strategie un intervento pubblico e trova una sua naturale “infrastrutture” realizzate nel periodo imperiale al politiche, poteva essere differen- collocazione, anche per la tipologia dell’impianto, servizio dei porti di Claudio e Traiano: la via Portuensis ziato nelle diverse aree dell’Italia nell’ambito delle saline romane, il Campus salinarum e l’acquedotto Portuense. e dell’impero: Livio (XXIX 37:3) ricorda come nel 204 a.C. i cen- romanarum, che, come è noto, appartenevano al L’imperatore Claudio, infatti, nel 42 d.C. diede avvio 29 30 sori aumentarono il prezzo del demanio statale . alla costruzione del grande porto di Roma che sale lasciandolo, però, invariato Il territorio posto a sud delle saline, tra queste e il venne terminato nel 64 d.C. da Nerone: era anch’esso a Roma. Tevere, costituiva in antico una sorta di “cerniera” tra collocato tra le saline a nord-est e il Tevere a sud, 30 il Campus salinarum romanarum e il fiume stesso; lungo l’antica linea di costa. Il bacino di Claudio Si vedano da ultimi Keay et al. esso si collocava, infatti, ai margini sia dell’area (200 ettari circa di superficie), risultò ben presto 2005; Morelli 2005; Keay, Pa- roli 2011; Morelli, Marinucci, Ar- paludosa posta intorno allo stagno di Maccarese inadeguato anche a causa dell’insabbiamento cui era noldus-Huyzendveld 2011. sia delle zone più prossime al Tevere che venivano soggetto; per tale motivo l’imperatore Traiano diede

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 59 12. La ricostruzione dei porti di Claudio e Traiano nell’affresco di Antonio 13. Immagine da pallone dell’impianto 14. Le fosse da albero, forse connesse all’impianto di un frutteto, Danti (Vaticano, Galleria delle Carte geografiche, XVI secolo). residenziale di epoca medio-repubblicana riportate in luce nel sito 9. riportato in luce nell’area della Fiera di Roma (21).

avvio alla costruzione di un nuovo bacino di forma principale via di comunicazione tra la zona litoranea e esagonale (33 ettari di superficie), inaugurato nel 112 Roma. d.C., collocato più internamente rispetto al porto di L’insediamento umano, fortemente influenzato da Claudio31 (fig. 12). Nella struttura portuale giungevano questo ambiente, si organizzò e si strutturò in funzione da tutto il Mediterraneo le grandi navi onerarie cariche dei due importantissimi poli produttivi e commerciali di merci dei generi più svariati come marmi, spezie, qui localizzati: il Campus salinarum romanarum a nord 31 Il bacino realizzato da Claudio stoffe ma soprattutto grano e altre derrate alimentari e i porti di Claudio e Traiano ad ovest lungo la costa. continuò, comunque, a essere u- indispensabili per la vita della capitale dell’impero. Le Come già accennato le recenti campagne di indagine tilizzato come bacino di rada. merci, trasbordate su imbarcazioni fluviali, risalivano archeologica effettuate nella zona posta tra le saline

32 il Tevere (cui il porto era collegato mediante canali e il Tevere, zona in cui si colloca anche la Fiera di Con il sistema dell’alaggio le im- artificiali) utilizzando il sistema dell’alaggio32 e Roma, hanno permesso di individuare e indagare barcazioni che risalivano il fiume arrivavano finalmente a Roma. I porti imperiali furono estensivamente numerosi impianti antichi che non utilizzavano propulsione a vela o a remi, bensì venivano le- circondati da un insieme grandioso di magazzini e restituiscono un panorama variegato e diversificato gate tramite funi e trascinate da di edifici funzionali: oltre alle banchine per l’attracco dell’insediamento umano e dello sfruttamento a fini animali o da uomini che proce- furono, infatti, realizzate imponenti costruzioni a più produttivi ed economici del territorio. devano lungo la riva del corso d’acqua. piani adibite a magazzini, a edifici di rappresentanza Solo due sono gli insediamenti a probabile carattere e ad uffici per le autorità: un vero e proprio quartiere residenziale, individuati nell’area della Fiera di Roma 33 portuale accanto al quale si sviluppò la città di Portus. (20 e 21)33, posti a poca distanza l’uno dall’altro e Certa è la funzione residenzia- le dell’edificio 21, mentre più Il nostro territorio fu, dunque, caratterizzato, in legati, forse, allo sfruttamento dei terreni agricoli (fig. incerta resta la funzione dell’in- epoca romana, da due grandi protagonisti che ne 13); a essi sono collegate piccole aree di sepolture sediamento 20 per il quale si è ipotizzato, stante le modeste modellarono l’ambiente e condizionarono fortemente (22 e 23) e zone bonificate mediante canali per il dimensioni e le strutture piut- l’insediamento umano: la laguna salmastra dello drenaggio dell’acqua (19, 23, 24 e 25). Si tratta di tosto povere, possa trattarsi di stagno di Maccarese e il Tevere con le sue periodiche due complessi i cui impianti, caratterizzati da murature un’abitazione per i lavoranti o un magazzino in collegamento con esondazioni che, dopo aver costituito per secoli il a blocchi o scheggioni di tufo, erano dotati di pozzi l’edificio principale 21. confine tra due popoli (Etruschi e Romani), divenne la per l’approvvigionamento idrico. L’edificio di maggiori

60 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE dimensioni (21) fu occupato dalla fine del IV-inizi III tipo a vasca costituita da due fosse adiacenti separate secolo a.C. sino al II secolo a.C.; il suo abbandono da un cordolo di argilla, la seconda del tipo orizzontale potrebbe, forse, essere collegato alla più vasta crisi priva di camera di combustione (fig. 15). In ambedue che, a partire dalla seconda guerra punica (fine gli impianti sono stati rinvenuti reperti ceramici di III secolo a.C.), portò alla sparizione del piccolo particolare interesse quali piattelli del tipo genucilia colonnato agricolo, e al conseguente spopolarsi delle e una coppa decorata all’interno da teste di satiro campagne, testimoniato qui, come sulla riva opposta e pantera affrontate attribuibile, probabilmente, ad del Tevere (in località Dragoncello – Monte Cugno), officine falische (fig. 16). dall’abbandono degli insediamenti. Ma mentre sulla riva Sempre nell’area del Piano Particolareggiato L23 opposta si assiste ad una profonda modificazione che sono stati riportati in luce tre insediamenti (27, 28 e portò alla creazione di impianti di maggiori dimensioni 29), distanti tra loro 200 m circa, realizzati in epoca attrezzati per uno sfruttamento più razionale e intensivo repubblicana (III-I secolo a.C.) e rioccupati in piena dei terreni, nella nostra zona, a causa delle difficili epoca imperiale (II-IV secolo d.C.) dopo un periodo di situazioni geomorfologiche34 (che non favorivano abbandono dovuto a eventi alluvionali. I tre insediamenti la coltivazione del suolo), mancano in epoca tardo- presentano caratteristiche planimetriche e strutturali, repubblicana e imperiale insediamenti a carattere simili tra loro, che non sembrano essere riconducibili residenziale e ville rustiche. e tipologie residenziali: sono infatti costituiti da un L’unica testimonianza diretta dell’uso del suolo a fini ambiente principale, cui si affiancano in alcuni casi agricoli o di allevamento nel nostro territorio è quella uno o due ambienti minori, caratterizzati da strutture

34 individuata sempre all’interno dell’area della Fiera di in opera quadrata di tufo nella fase repubblicana e in Si veda il contributo di Antonia Roma, nel suo settore più orientale. Si tratta di una cementizio in quella imperiale. Caratteristica di tutti Arnoldus-Huyzendveld in questo zona posta ad una quota leggermente più elevata e tre gli insediamenti è la presenza, soprattutto nella stesso volume. rispetto ai terreni circostanti35, in prossimità della fase imperiale, di estesi piani di calpestio esterni agli 35 confluenza tra il Rio Galeria e il Tevere. Quest’area edifici costituiti da battuti di frammenti ceramici che Si tratta del conoide alluviona- (8, 9 e 10), sfruttata dall’età repubblicana sino a tutta consolidano il terreno e indicano, forse, lo svolgimento le del Rio Galeria individuato in prossimità della confluenza tra il l’epoca imperiale, fu adibita in un primo momento di attività e lavorazioni all’aperto. Galeria stesso e il Tevere. all’allevamento (bovini e ovicaprini), in seguito fu Ad attività di servizio e di immagazzinamento erano resa praticabile per l’agricoltura mediante bonifiche probabilmente destinati due complessi attribuibili 36 I due impianti distano tra loro 1 del suolo con la creazione di canalizzazioni per a epoca imperiale riportati in luce nel corso delle chilometro circa. il drenaggio delle acque di superficie, e infine fu indagini archeologiche. Il primo, localizzato all’interno utilizzata per coltivazioni arboree con la realizzazione dell’area destinata alla Fiera di Roma (14) e utilizzato 37 37 Anche se alcuni materiali cerami- di un’area destinata a frutteto (fig. 14). Nell’ultima fase tra il II e il III secolo d.C. , è costituito da un grande ci rinvenuti all’interno di una fossa di vita fu occupata da semplici sepolture entro fossa ambiente centrale a pianta rettangolare affiancato posta a nord dell’insediamento terragna (7). da due ali laterali costituite da un ambiente a nord attestano una frequentazione dell’area già in epoca medio-re- Nel nostro territorio si sono riportati in luce anche e due ambienti a sud (fig. 17). Alla struttura era pubblicana. alcuni impianti a carattere artigianale, in particolare collegata una piccola necropoli ad incinerazione e

38 due diverse fornaci (30 e 31), individuate nel corso inumazione che testimonia la presenza di un ceto Anche in questo caso sono stati delle indagini archeologiche propedeutiche alla sociale piuttosto povero. Il secondo complesso, rinvenuti materiali ceramici che realizzazione del Piano Particolareggiato L23, lungo situato nell’area destinata al Piano Particolareggiato attestano, comunque, una spo- 36 radica frequentazione dell’area in la via Portuense moderna . Si tratta di due piccole L23 (32) e databile tra il I secolo a.C. e il II secolo epoca medio-repubblicana. fornaci databili a epoca medio-repubblicana: una del d.C.38, presenta anch’esso una pianta rettangolare

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 61 15. La piccola fornace in laterizi riportata in luce 16. Coppa frammentaria con rappresentazione di un satiro e un felino (pantera) rinvenuta nel corso 17. Immagine da pallone dell’edificio di presso nell’area del Piano Particolareggiato degli scavi della fornace 30 (area del Piano Particolareggiato L23) e databile alla seconda metà del servizio/magazzino rinvenuto nell’area L23 (31). IV secolo a.C. della Fiera di Roma (14).

e risulta articolato internamente in piccoli ambienti sfruttamento vero e proprio delle saline; tali appaltatori 39 L’iscrizione si data al 135 d.C. in quadrangolari frutto di una profonda ristrutturazione vengono indicati dalle fonti classiche con il nome di base ai nomi dei due consoli cita- che l’intero complesso subì nel corso dell’ultima fase conductores salinarum. I nostri due dedicanti sono, ti nell’epigrafe stessa. di vita (fig. 18). Caratteristica peculiare comune ai due dunque, due appaltatori del Campus salinarum 40 complessi è la presenza, sul loro lato occidentale, di un romanarum, cioè delle saline portuensi. È, quindi, Vittori, Vori 1999. portico a pilastri che mette in comunicazione gli edifici altamente probabile che l’edificio in cui l’epigrafe è con un ampio spazio aperto assiduamente frequentato stata rinvenuta sia collegato alle grandi saline portuensi 41 Nibby 1827, pp. 25-26; Tomas- e caratterizzato di pavimentazioni in battuto di cui e che sia da ipotizzare per esso (come per l’analogo setti 1977, p. 247; Petriaggi et si conservano solo alcuni lacerti. La tipologia delle edificio individuato nel sito 14) una funzione di servizio al. 1995; Carbonara, Vittori, Vori strutture e l’organizzazione degli spazi interni sembra (magazzino, uffici o residenza dei lavoranti) collegata 2006. escludere un uso residenziale per i due complessi. alle saline stesse. 42 Per comprendere la loro funzione ci viene in aiuto Nel nostro territorio, oltre a necropoli di limitate Petriaggi et al. 1995. un’iscrizione, incisa su un blocco di travertino, rinvenuta dimensioni collegate spesso a singoli insediamenti (11, 43 nel sito 32. Si tratta di una dedica a Nettuno da parte 14, 22 e 23) sono da segnalare strutture funerarie di Morelli et al. 2011. di un Lucius Virtius Epaphroditus e di un Lucius maggior rilievo appartenenti, probabilmente, a famiglie Cornelius Hesper identificati come conductores di censo più elevato. Si tratta di tre mausolei di cui il 44 39 Nibby 1827, pp. 7-11, 18, 22-29, campi salinarum romanarum . Come è noto lo stato più monumentale si colloca lungo il fiume Tevere in 56, 90; Tomassetti 1900, pp. mantenne per tutta l’epoca imperiale il monopolio della corrispondenza dell’area oggi occupata dalla Fiera di 5-7, 11, 19, 25, 33, 49; Ashby produzione del sale, monopolio che veniva esercitato Roma (26); il mausoleo40, a pianta quadrata, è databile 1927, pp. 219, 227; Platner-Ash- by 1929, p. 566; Scheid 1976; tramite concessionari privati che provvedevano allo a epoca tardo-repubblicana ed è servito da un molo

62 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE che permetteva l’accesso alla tomba direttamente dei porti imperiali è, come si è detto, la via Portuensis44 dal Tevere (fig. 19). Non stupisce la presenza di un (6) che, nel nostro territorio, corre con andamento mausoleo lungo il fiume con accesso diretto da esso nord-est/sud-ovest ed è stata riportata in luce per in quanto il Tevere ebbe, per tutta l’epoca romana, la una lunghezza complessiva di 1,3 km circa all’interno funzione di collegamento con Roma al pari delle grandi dell’area della Fiera di Roma (tratti 6.2 e 6.3). Il arterie stradali che si dipartivano da essa e lungo le suo tracciato è, stato, inoltre, intercettato anche in quali si disposero, nel corso dei secoli, le aree funerarie prossimità della moderna via della Muratella (tratto monumentali. Gli altri due mausolei sono stati, invece, 6.1) e pertanto il suo andamento è stato precisamente riportati in luce lungo il tracciato della via Portuense ricostruito per una lunghezza complessiva di 2,6 Antica nella zona più prossima alle colline (5); si tratta km circa45. È, innanzitutto, da premettere che la di due strutture di minori dimensioni, il primo a pianta via Portuensis, realizzata in epoca imperiale in rettangolare e il secondo a pianta quadrata, databili connessione con la costruzione del porto di Traiano, alla media/tarda età imperiale, allineati lungo il margine ripercorre, nella nostra zona, un tracciato viario più dell’asse viario e circondati da una necropoli di antico le cui tracce sono state identificate in più punti semplici tombe a fossa. nel corso degli interventi di scavo. Si tratta della via Come già detto l’area in cui si colloca la Fiera di Campana46 che conduceva al Campus salinarum Roma è attraversata dalle due grandi infrastrutture romanarum da cui prende il nome; l’antico tracciato, costruite al servizio dei porti imperiali con notevole realizzato nel nostro territorio tra la fine del IV e la impegno finanziario e progettuale del potere centrale: prima metà del III secolo a.C., presenta una superficie l’acquedotto Portuense e la via Portuense Antica. carrabile, larga 4,60 m, costituita da un battuto di L’ac que dot to 41 (16), costruito in periodo claudio- ghiaia poggiante su uno strato di preparazione47 e neroniano in connessione con la realizzazione del segnata dai profondi solchi lasciati dalle ruote dei carri porto di Claudio fu profondamente ristrutturato in che la percorrevano. epoca traianea contemporaneamente alla costruzione In epoca giulio-claudia, probabilmente in connessione del nuovo porto di Traiano (fig. 20). Esso sfruttava le con la costruzione del porto di Claudio, venne sorgenti naturali esistenti presso il colle del Casale ripristinata e migliorata l’antica via Campana mediante il della Chiavichetta (subito a est del Rio Galeria); da rialzamento del piano stradale e la posa in opera di un questo punto, attraversato il Rio Galeria, si dirigeva secondo livello di glareato che presenta una particolare con una linea pressoché retta verso i porti imperiali accuratezza nella realizzazione. affiancando a tratti la via Portuense Antica. Nell’area Solo in epoca traianea, in coincidenza con la della Fiera di Roma è stato riportato in luce il suo costruzione del porto di Traiano, fu realizzata la 18. Immagine da pallone dell’edificio di servizio/ magazzino 32 (area del Piano Particolareggiato basamento a gettata continua in cementizio e sono via Portuensis, monumentale tracciato viario che L23), all’interno del quale è stata rinvenuta state individuate alcune delle arcate sostenute da conduceva al porto di Roma da cui derivò il suo l’iscrizione con dedica a Nettuno. pilastri che ne caratterizzavano l’elevato, attualmente nome (fig. 21). La strada, che nel nostro territorio conservate solo in posizione di crollo. si sovrappone almeno in parte alla via Campana, fu All’acquedotto era collegato un serbatoio d’acqua progettata come un percorso ove possibile rettilineo riportato in luce sempre nell’area della Fiera di Roma e veloce, al contempo adatto ad attraversare zone (17)42 e un complesso di tre cisterne monumentali (33) acquitrinose e soggette alle esondazioni del Tevere. localizzate al km 20,200 della via Portuense moderna Non a caso ancora nel VI secolo d.C. Procopio48 anch’esse indagate nel corso dei recenti scavi43. definisce la via Portuense “omalhnv te kai v empodionv La seconda grande infrastruttura realizzata al servizio oudenv ” (“piana e senza alcun ostacolo”).

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 63 Tomassetti 1977, pp. 303-496; Radke 1981, p. 110; Petriaggi 1991; Petriaggi et al. 1995; Pe- triaggi, Vittori, Vori 2001; Ser- lorenzi 2002; Serlorenzi et al. 2004; Arnoldus-Huyzendveld et al. 2009; Morelli et al. 2011.

45 La strada non è stata scavata estensivamente per tutta la sua lunghezza ma è stata riportata in luce in tre settori distinti (Tratti 1, 2 e 3). 19. Veduta da pallone del mausoleo di epoca tardo-repubblicana 20. Immagine da pallone di un tratto dell’acquedotto Portuense riportato 46 individuato lungo il corso del Tevere in località Quartaccio di Ponte in luce nell’area della Fiera di Roma (16). Nibby 1837, pp. 598-601; To- Galeria (26). massetti 1900, pp. 5-7, 19, 25-29; Ashby 1927, pp. 19-31, 219; Platner, Ashby 1929, p. 561, s.v. via Campana; Scheid 1976; Tomassetti 1977, p. 303; Radke 1981, pp. 108-110; La via Portuensis provenendo da Roma attraversava, realizzata in glareato51 poggiante su uno strato di Petriaggi 1991; Petriaggi et al. probabilmente, il Rio Galeria in corrispondenza preparazione e contenuto da due crepidini analoghe, 1995, p. 361; Petriaggi, Vittori- 49 Vori 2001, p. 145; Scheid 2004; del moderno abitato di Ponte Galeria ; dopo per struttura, allo strato di preparazione stesso. Le Di Giuseppe, Serlorenzi 2009; l’attraversamento del corso d’acqua la strada non migliori condizioni dei terreni, che consentivano una Arnoldus-Huyzendveld et al. proseguiva verso ovest in direzione dei porti imperiali: piena fruibilità dell’area posta ai piedi delle colline, è 2009; Serlorenzi, Di Giuseppe 2011; Morelli et al. 2011. è ipotizzabile che, a causa della vicinanza con il punto testimoniata anche dalla presenza in questa zona, in nevralgico di confluenza tra il Rio Galeria e il Tevere adiacenza con la via Portuense Antica, di due mausolei 47 (punto soggetto a maggiori esondazioni) e forse anche e di un’area funeraria di tombe a fossa (5), evidenze Realizzato con scaglie di calcare, travertino, calcare organogeno per evitare almeno in parte le vaste zone acquitrinose che non si riscontrano in altri punti dei tratti indagati (macco) e poche scaglie di tufo. che, a tratti, occupavano la piana sottostante, il della strada. tracciato della via Portuense Antica piegasse verso Da questo punto, proseguendo verso sud-ovest, 48 Procopio, De bello Goth., I, 26. nord andando ad intercettare un’altra viabilità antica l’antico asse viario attraversava in linea retta la piana che correva con andamento nord-ovest/sud-est deltizia del Tevere arrivando quasi a lambire il fiume 49 lungo la moderna via della Muratella50 (3). Dopo aver in corrispondenza della zona più occidentale della Nel punto evidentemente più agevole posto ai piedi delle col- ripercorso verso nord-ovest questo tracciato posto Fiera di Roma. Da qui il tracciato proseguiva verso line che dominano l’abitato. Ar- ai piedi delle colline per una lunghezza di circa 1 km, ovest seguendo il corso del Tevere, affiancato noldus-Huyzendveld et al. 2009, la via Portuensis si distaccava da esso e piegava dall’acquedotto Portuense, e giungeva ai porti imperiali pp. 602-603. nettamente verso ovest, riprendendo la sua direttrice e alla città di Portus in località Stalla Buoi52. 50 verso i porti imperiali. Il tratto 2 (6.2) della via Portuensis riportato in luce Carta dell’Agro (1988), F. 22 n. Proprio in questo tratto, in corrispondenza dei terrazzi all’interno della Fiera di Roma, presenta caratteristiche 240s. collinari posti ad una quota leggermente più alta costruttive di particolare monumentalità. La strada, 51 rispetto alla piana deltizia del Tevere, la strada è stata infatti, attraversava una porzione di territorio Non resta, infatti, alcuna traccia riportata in luce (6.1) nel corso di indagini preventive caratterizzata sia da depressioni paludose generate di un originario piancito in basoli di selce. alla realizzazione di una condotta idrica; essa è da una ricca attività idrotermale sia da zone soggette

64 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 21. Tratto della via Portuense Antica sottoposto 22. Veduta di uno dei ponti individuati lungo il tracciato della via 23. Veduta di una vasca appartenente alla fase medievale delle antiche a scavo estensivo all’interno dell’area destinata Portuense Antica (tratto 6.2). saline: sono visibili gli apprestamenti lignei conservati al suo interno (39). alla Fiera di Roma (tratto 6.2).

periodicamente alle esondazioni del Tevere. Le difficili comunque, ipotizzare che in origine essa, almeno condizioni geomorfologiche del fondovalle tiberino in alcuni tratti, fosse basolata come sembrano hanno imposto di realizzare il tracciato viario su un testimoniare sia i dati bibliografici53 sia il rinvenimento, viadotto che tramite una serie di ponti superava le nel corso degli scavi, di alcuni basoli non più in situ. aree più critiche. Il viadotto era sostenuto da due muri La via Portuense Antica non sembra avere, almeno di contenimento, in conglomerato cementizio con nella nostra zona, un rapporto diretto con il territorio paramento in opera reticolata, muniti di contrafforti circostante: la realizzazione di gran parte del tracciato esterni. Esso era attraversato da ben 14 ponti a una su un viadotto soprelevato e la mancanza di diverticoli o due arcate con spalle rivestite in blocchi di tufo su che da essa si dipartono “isolarono” la strada dagli cui si impostava la volta a botte in cementizio con insediamenti che si dispongono attorno a essa. Alcuni 52 ghiere laterizie in facciata, ponti che subirono numerosi collegamenti sembrano, però, garantiti da tracciati Pellegrino-Bedello Tata 1985; Keay et al. 2005. interventi di rifacimento nel corso dei secoli (fig. 22). viari minori individuati nel corso degli scavi: essi, pur Avvicinandosi al Tevere (6.3), dove l’attività idrotermale, non intercettando la via Portuensis, collegano alcuni 53 pur persistendo, non sembra dare più origine a insediamenti tra loro e con il territorio circostante, Nibby 1827, p. 27. depressioni nel terreno ma solo a depositi dispersi concentrandosi in modo particolare nel settore 54 su ampie superfici, il viadotto si abbassa di quota, orientale della Fiera di Roma (12 e 13). Fea 1831, p. 27; Nibby 1848a, scompaiono i ponti e i due muri di sostruzione In epoca medievale il grande stagno di Maccarese, p. 363; Tomassetti 1910, p. 498. in cementizio si affiancano, a tratti, a strutture di noto dal XII secolo con il nome di Stagnum Maius54, 55 contenimento in blocchi di tufo. continuò a essere uno dei poli di attrazione più Esse sono, infatti, citate in nu- La sistematica attività di spoliazione che ha subito importanti nel nostro territorio: esso alimentava, infatti, merosi documenti con i nomi di Campus Maior, di Campus questo settore dell’antica strada compreso all’interno le strutture produttive delle saline che rimasero in Salinarius e di Campus Salinus dell’area della Fiera di Roma ha portato alla completa uso, secondo le testimonianze delle fonti storiche, Maior (Nibby 1827, p. 29; Nibby asportazione di parte dell’elevato delle murature e alla almeno sino agli inizi del XVI secolo55. È, comunque, 1848a, pp. 367-369; Tomassetti 1900, pp. 52-58). perdita dell’originaria pavimentazione. È possibile, da sottolineare quanto già accennato in precedenza

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 65 e cioè che nelle porzioni di territorio indagate si Portuense seguendo un tracciato che costeggiava il 56 riscontra un differente uso, in epoca medievale, delle Tevere forse coincidente con l’antica via dell’alaggio. Le datazioni effettuate con il me- todo del radiocarbonio degli e- canalizzazioni afferenti alle saline romane. Tra il X E proprio lungo il Tevere venne eretta una delle torri lementi lignei rinvenuti nel corso e il XV secolo, infatti, tali canalizzazioni e le vasche poste a controllo del fiume: la Torre Bufalara che, dello scavo e appartenenti alla subcircolari individuate, munite al loro interno di secondo recenti studi64, è forse da collocarsi in fase medievale coprono un am- 56 pio arco cronologico che va dalla paratie lignee , furono probabilmente utilizzate per la corrispondenza del mausoleo repubblicano riportato in fine del X agli inizi del XV secolo, cattura e l’allevamento della fauna ittica che popolava luce lungo il Tevere nell’area della Fiera di Roma (26). con una particolare concentra- lo stagno di Maccarese57 (fig. 23). I pesci, sospinti È probabile, dunque, che a seguito delle catastrofiche zione di strutture e di attività an- tropiche nel periodo compreso sino alle vasche poste lungo i canali, venivano poi inondazioni del Tevere del XVI secolo la via Portuense tra la metà dell’XI e la metà del trattenuti all’interno di esse tramite gli apprestamenti Antica e gran parte del nostro territorio vennero XIII secolo. lignei che sono stati individuati nel corso delle indagini definitivamente abbandonati: acquitrini e paludi 57 archeologiche. Analoghi impianti sono presenti nella tornarono ad invadere le aree comprese tra il Tevere Oltre alla fauna ittica stanziale, ne- stessa epoca anche a Roma: si tratta delle piscarie e lo stagno di Maccarese sino alle bonifiche del XIX e gli stagni salmastri costieri sono localizzate lungo il corso del Tevere58. L’importanza XX secolo che resero di nuovo frequentabile la zona presenti, in alcuni periodi dell’an- no (particolarmente tra primavera rivestita dalle attività connesse alla pesca nel territorio e la ripopolarono, ma che occultarono al contempo le e autunno) anche altre specie di posto intorno allo stagno di Maccarese sembra tracce dei più antichi abitatori. pesci quali ad esempio muggini e confermata dall’esistenza dal 1115 di un’organizzazione spigole. imprenditoriale, la schola piscatorum stagni che 58 mantenne almeno sino al 1362 il diritto di pesca nello Riferimenti bibliografici Vendittelli 1992, p. 393. stagno e nell’area a esso circostante59. sG. Amenduni (1884), Sulle opere di bonificazione della 59 In epoca medievale, forse a partire dalla fine del IX Vendittelli 1992, pp. 415-421. secolo d.C., i grandi porti imperiali cessano la loro plaga litoranea dell’Agro Romano, che comprende le paludi e funzione, anche se alcune parti del bacino foraneo gli stagni di Ostia, Porto e Maccarese, Roma. 60 sA. Arnoldus-Huyzendveld, A. Carbonara, C. Ceracchi, C. e alcuni edifici risultano ancora agibili e frequentati Paroli 2004. Morelli (2009), La viabilità nel territorio portuense, in Jolivet, 60 in epoca posteriore . Nello stesso periodo il nostro Pavolini, Tomei, Volpe 2009, pp. 599-619. 61 territorio sembra per la maggior parte abbandonato: Nibby 1849, pp. 93-94; Tomas- sTh. Ashby (1927), The Roman Campagna in the Classical setti 1900, pp. 50 sgg.; Tomas- sono state, infatti, individuate solo sporadiche Times, London. setti 1977, p. 488. testimonianze di frequentazione soprattutto in sC. Bagnasco (a cura di) (1998), Il Delta del Tevere. Un prossimità dell’acquedotto Portuense, ormai in disuso 62 viaggio tra passato e futuro, Palombi, Roma. La Curtis Galeriae è nota da (18). Gli insediamenti tendono a concentrarsi nella sG. Bartoloni (a cura di) (1997), Le necropoli arcaiche di bolle dei papi Benedetto VIII del zona più prossima alle colline: all’epoca del Papa Veio. Giornata di studio in memoria di Massimo Pallottino, 1019, Giovanni XIX del 1026, Università degli studi di Roma La Sapienza, Dipartimento di Benedetto IX del 1033 e Leo- Adriano I (772-795) nell’area di Ponte Galeria fu 61 ne IX del 1049. Si veda Nibby fondata una domus culta che in seguito si trasformò scienze storiche archeologiche e antropologiche dell’antichità, 1848b, p. 574. nella Curtis Galeriae nota da fonti dell’XI secolo62, che Roma. comprendeva la chiesa di S.Maria, vari fabbricati, un s!"IGLIERI La bonifica idraulica del Delta del Tevere, 63 “Giornale del Genio Civile”, a. 1895, pp. 1-56. Archivio di Stato di Roma, Pre- ponte sul Rio Galeria e un villaggio. s'#AMPOREALE Il sale e i primordi di Veio, in sidenza delle Strade, Catasto La via Portuensis continuò, invece, a essere utilizzata Alessandrino, mappa 433 bis II, Bartoloni 1997, pp. 197-199. Pianta delle strade fuori di Porta come percorso principale verso il litorale sino a epoca s,#ARAVAGGI /#ARPENZANOACURADI  Interporto Portese da Pozzo Pantaleo verso rinascimentale. Ma già in una pianta del Catasto Roma Fiumicino, prove di dialogo tra archeologia, 63 la Magliana e verso Porto (Frutaz Alessandrino del 1660 la strada antica viene indicata architettura e paesaggio, Alinea, Firenze. 1972, vol. II, tavv. 146-147). come “la strada maestra essendo impraticabile”. s!#ARBONARA -#6ITTORI 06ORI L’acquedotto 64 La percorrenza verso il litorale si spostò dalla via Portuense, “MEFRA”, 118, 2, pp. 472-476.

66 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE s Carta dell’Agro (1988), Carta Storica Archeologica sM.C. Grossi, C. Morelli, D. Citro, A. Facciolo, M. Gala, S. Monumentale e Paesistica del Suburbio e dell’Agro Romano, Medaglia, M.L. Rinaldi, D. Ruggeri, S. Sivilli (2009), Un’estesa Comune di Roma, X Ripartizione, Antichità e Belle Arti, scala struttura idraulica di prima età imperiale nel territorio di 1:10.000, Roma. Maccarese (Fiumicino – Roma), “FOLD&R Fasti On Line s2#ASTELLI !&ACCIOLO -'ALA -#'ROSSI -,2INALDI Documents & Research”. D. Ruggeri, S. Sivilli (2008), Scavi e ritrovamenti, in Caravaggi sP.G. Guzzo, M. P. Guidobaldi (a cura di) (2008), Nuove Carpenzano 2008, pp. 69-86. ricerche archeologiche nell’area vesuviana (scavi 2003- s##ICIRELLI #!LBORE,IVADIE Stato delle ricerche 2006), Atti del Convegno internazionale, Collana di Studi della a Longola di Poggiomarino: quadro insediamentale e Soprintendenza Archeologica di Pompei, Roma. problematiche, in Guzzo, Guidobaldi 2008, pp. 473-487. s6*OLIVET #0AVOLINI -!4OMEI 26OLPEACURADI sCIL, Corpus Inscriptionum Latinarum (1863), Berlin. (2009), Suburbium II. Il suburbio di Roma dalla fine dell’età s!$E3ANTIS Alcune considerazioni sul territorio monarchica alla nascita del sistema delle ville (V-II secolo veiente in età orientalizzante e arcaica, in Bartoloni 1997, pp. a.C.), Collection de l’École française de Rome, 419, Roma. 101-108. s3+EAY --ILLET ,0AROLI +3TRUTT ACURADI  sJ.P. Descoeudres (a cura di) (2001), Ostia port et porte de la Portus. An archaeological survey of the port of imperial Rome, Rome antique (catalogo della mostra, Genève, 2001), Musées Archaeological Monographs of the British School at Rome, 15, d’art et d’histoire, Genève. Oxford. s($I'IUSEPPE -3ERLORENZI La via Campana: s3+EAY ,0AROLIACURADI  Portus and its aspetti topografici e rituali, in Jolivet, Pavolini, Tomei, Volpe Hinterlands: recent archaeological research, Archaeological 2009, pp. 573-598. Monographs of the British School at Rome, 18, Oxford. sF. Di Rita, A. Celant, D. Magri (2010), Holocene sR. Lanciani (1888), Il Campus salinarum romanarum, environmental instability in the wetland north of the Tiber “Bollettino della Commissione Archeologica Comunale di delta (Rome, Italy): sea-lake-man interactions, “Journal of Roma”, pp. 83-91. Paleolimno”, 44, pp. 51-67. sG. Lock, A. Faustoferri (a cura di) (2008), Archaeology s#&EA Storia delle saline di Ostia introdotte da and landscape in central Italy (Papers in memory of John A. Anco Marcio quarto re di Roma dopo la fondazione di quella Lloyd), Oxford University School of Archaeology, Oxford. città, Stamp. della rev. Camera Apostolica, Roma. s',UGLI Fregene – Resti di edificio balneare nel sV. Fiocchi Nicolai, M.G. Granino Cecere, Z. Mari (a cura di) campo delle Corse, “NSc”, pp.168-172. (2004), Lexicon Topographicum Urbis Romae. Suburbium II, s',UGLI '&ILIBECK Il Porto di Roma Imperiale e Quasar, Roma. l’Agro Portuense, Officina d’Arti grafiche, Roma. s!0&RUTAZACURADI  Le Carte del Lazio: Roma, s!-ANFREDINIACURADI  Le dune, il lago, il mare, Istituto di studi romani, Roma Istituto italiano di preistoria e protostoria, Firenze. sA. Gallina Zevi, R. Turchetti (a cura di) (2004a), Méditerranée s-INISTERO!GRICOLTURAE&ORESTE ACURADI  I occidentale antique: les échanges (ANSER III), Rubbettino, Comprensori di Bonifica, II, Italia Centrale, Roma. Soveria Mannelli. sC. Morelli (2005), The Claudian harbour in the light of new s!'ALLINA:EVI 24URCHETTIACURADI B Le strutture investigations, in Keay, Millet, Paroli, Strutt 2005, pp. 241-248. dei porti e degli approdi antichi: 2. Seminario, Roma-Ostia sC. Morelli (2008), Tracce dei sistemi territoriali e ambientali Antica, 16-17 aprile 2004, Rubbettino, Soveria Mannelli. antichi, in Caravaggi, Carpenzano 2008, pp. 69-86. s!'IOVANNINI Le sel et la fortune de Rome, s#-ORELLI '/LCESE &:EVI Scoperte recenti “Athenaeum”. Studi periodici di letteratura e storia, 63, pp. nelle saline portuensi (Campus salinarum romanarum) e 373-387. un progetto di ricerca sulla ceramica di area ostiense in età s!'IOVANNINI Les salines d’Ostie, in Descoeudres repubblicana, in Gallina, Zevi, Turchetti 2004a, pp. 43-55. 2001, pp. 36-38. sC. Morelli, A. Carbonara, V. Forte, R. Giudice, P. Manacorda s#'IRAUDI Evoluzione tardo-olocenica del delta (2008), The landscape of the ager Portuensis, Roma: some new discoveries, 2000-2002, in Lock, Faustoferri 2008, pp. Vittori, Vori 1999. del Tevere, in “Il Quaternario, Italian Journal of Quaternary Sciences – CNR”, 17, pp. 477-492. 213-232.

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68 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE THE AGER PORTUENSIS: Archaeological investigations carried out in recent name Campus salinarum romanarum, throughout THE TERRITORIAL decades in the territory along the Lazio coast the Republican and Imperial periods. DIMENSION OF THE of the Tiber River delta plain, just north of the Recent excavation campaigns have brought to light ARCHAEOLOGICAL river, have unearthed a considerable amount of Roman-era salt extraction systems, comprising a CONTEXTS ancient material, providing the data needed for complex network of man-made canals dug into the ABSTRACT reconstructing the fabric of settlements in the area earth and used to channel and distribute salt water and analysing the economic development of this coming from the Maccarese Pond (nos. 38 and 39). coastal district in antiquity. Probably connected to the salt extraction systems In the pre-Roman and Roman period, this area was is a monumental structure comprising a one- characterised by two major features that shaped kilometre string of 1,439 amphorae, inserted upright the environment and powerfully conditioned human into the muddy substrate (no. 34). The string of settlement there: the Tiber River, an important amphorae, datable to between the Augustan period artery between the coastal zone and the peninsula and the middle of the first century AD, was the interior, and the great Maccarese Pond. The framework of a dam made out of earth and crossed earliest evidence of human presence is in fact perpendicularly by two canals (in cement with concentrated around the latter, which in the pre- opus reticulatum facing), each provided with two protohistoric period was a large freshwater lake. locks. The dam and its two masonry canals made The Le Cerquete-Fianello Chalcolithic village, it possible to control the salt water coming from datable to 4,500 years ago, and numerous areas the Maccarese Pond, which was then distributed with documented human presence datable to the throughout the vast territory behind the dam Late Bronze Age (12th-10th century BC) have (through man-made canals dug into the earth), to been unearthed in the area around the pond, where allow water evaporation and the consequential salt human presence has been traced as early as the condensation. Lower and Middle Palaeolithic Period. (nos. 35, 36 South of the area of the salt pans, between them and 37). and the Tiber, recent excavations have unearthed Following the “environmental revolution”, which numerous Roman settlements that seem to might have taken place between the ninth and indicate the systemic occupation of the territory seventh centuries BC, during which salt water in the Republican age, starting from the second entered the Maccarese Pond, transforming it half of the fourth century BC, and throughout the into a salty lagoon, came a “social and economic entire Imperial age. This occupation seems to revolution”, during which humans adapted to the have been characterised primarily by structures new habitat and realised its potential. It was then with a productive and service function rather than that the great saltpans developed around the pond, residential. This area also hosts the via Portuensis which became an important centre of production and the Portuense Aqueduct, the two major under both Etruscan and Roman domination. There “infrastructures” built to serve the great Port of is also a small settlement from the Etruscan age, Rome—realised by the emperor Claudius and later dating to the Archaic Period (sixth century BC) (no. fully renovated and strengthened by the emperor 15) in the area of the Nuova Fiera di Roma. Trajan—located along the old coastline between After Furius Camillus’ conquest of Veii, which our the salt pans to the northeast and the Tiber to the territory was part of, in 396 BC, the saltpans came south. under Roman control and were used, under the Only two settlements of a clearly residential

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE TERRITORIALE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 69 character have been identified in our territory in Portuense in the area closest to the hills (no. 5). the area of the Fiera di Roma. These are two small As mentioned previously, the area of the Fiera di Roma areas (nos. 20 and 21), inhabited from the end of is crossed by two large infrastructures built to the the fourth/beginning of the third century BC until serve the imperial ports, which required major financial the second century BC and perhaps connected and planning support from the centre of power: the to agricultural activity. Linked to these are small Portuense Aqueduct and the old via Portuense. burial areas (nos. 22 and 23) and zones that were The cement base of the Aqueduct (no. 16), reclaimed via canals for water drainage (nos. 19, which was built in the Nero-Claudian period in 23, 24 and 25). connection with the realisation of the Claudian The structures dedicated to agricultural and animal port and then renovated in the Trajanic period, has husbandry include wells, canals and numerous been unearthed, while the remains of the arches ditches (nos. 8, 9 and 10) attributable to the supported by pillars have been preserved only in Republican and Imperial ages, unearthed in the their collapsed state. easternmost area of the Fiera di Roma, near the Connected to the aqueduct were a water tank, confluence of the Rio Galeria and the Tiber. unearthed in the Fiera di Roma area (17), and three In the westernmost area of the interested territory, monumental cisterns (33) located at the 20,200 km there are three settlements (nos. 27, 28 and 29) point of the modern via Portuense. that, during their original phase (third to first century About 1,3 km of the via Portuensis (6) was BC), were characterised by a single space in opus unearthed in the area of the Fiera di Roma (6.2 and quadratum or fragments of tufa, as well as two 6.3). Its path was, moreover, intercepted further furnace systems datable to the middle-Republican northeast near the modern Via della Muratella (no. age (nos. 30 and 31). 6.1) and it was therefore possible to precisely For service and storage activities, there were two reconstruct its route for an overall total of about 2,6 complexes attributable to the late-Republican and km. Imperial age, the first located in the area of the Fiera It should be stated right away that the via Portuensis di Roma (no. 14) and the other in the area of the partially overlaps, in our zone, an older stretch of Piano Particolareggiato L23 (no. 32). Within the road: specifically, the via Campana, which led to latter, an inscription was found datable to 135 AD, the Campus salinarum romanarum from which it comprising a dedication to Neptune made by two took its name. The old stretch, built in our territory men named Lucius Virtius Epaphroditus and Lucius between the end of the fourth and beginning of the Cornelius Hesper, identified as conductores campi third century BC, has a surface suited to vehicles, salinarum romanarum, or rather Roman saltpan measuring 4.6 metres wide, and comprises gravel contractors. paving over a preparation layer; it is marked by deep In our territory, in addition to small burial sites often furrows made by the wheels of the carriages that linked to individual settlements (nos. 11, 14, 22 and travelled over it. 23), there are also funerary structures of greater In the Julio-Claudian age, and probably in importance. Specifically, three mausoleums, the connection with the construction of the Claudian most monumental of which is located along the port, the old via Campana was restored and Tiber, in the area today occupied by the Fiera di improved by raising the road surface and laying Roma (no 26), while the other two were instead a second level of gravel, which was especially unearthed along a section of the ancient via carefully placed.

70 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE It was only in the Trajanic period, simultaneous to the construction of the port of Trajan, that the via Portuensis was realised, leading to the port of Rome from which it took its name. Section 2 (6.2) of the via Portuensis, unearthed in the area of the Fiera di Roma, features particularly monumental construction characteristics. The road, in fact, crossing a section of land with challenging geomorphological features (swampy depressions created by heavy hydrothermal activity; zones periodically subjected to flooding from the Tiber), ran on a viaduct, supported by two concrete retaining walls with opus reticulatum facing, provided with external buttresses. The viaduct was crossed by no fewer than fourteen one – or two – arch bridges with abutments faced with blocks of tufa topped by a cement barrel vault, with a facade of brick arches. The via Portuensis continued to be used as the main route to the coast up until the catastrophic flooding of the Tiber in the sixteenth century. After this, both the road and a great part of our territory were definitively abandoned. Marshes and swamps returned to invade the areas between the Tiber and the Maccarese Pond until the drainage projects of the nineteenth and twentieth centuries, which made the area usable again, repopulating it, but at the same time burying the traces of its earlier inhabitants.

L’AGER PORTUENSIS. LA DIMENSIONE DEI CONTESTI ARCHEOLOGICI 71 LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE

Antonia Arnoldus-Huyzendveld Allora infine vado alle navi, per dove il Tevere, che si apre in scorre nella depressione che separa i prodotti dei fronte bicorne, solca i campi a destra. Il braccio di sinistra, due centri vulcanici. I sedimenti vulcanici poggiano sui inaccessibile per troppa sabbia, viene evitato; accolse Enea, gli depositi sabbiosi e argillosi del Pleistocene inferiore resta questa sola gloria. e medio, che, a loro volta, coprono le argille marine Rutilio Namaziano, Il Ritorno, I, 179-182, trad. it. di plioceniche. Il paesaggio collinare è separato dalla Alessandro Fo. piana costiera recente attraverso i terrazzi costieri medio- e tardo-pleistocenici. L’interazione tra la sedimentazione vulcanica, In questo contributo vorrei seguire l’evoluzione paleo- l’incisione fluviale e le variazioni del livello marino ha ambientale della fascia costiera di Roma dal punto dato luogo alla tipica morfologia dell’area romana, con di vista della presenza del fiume Tevere. Si tratta colline a sommità vulcaniche pressoché pianeggianti e del secondo fiume d’Italia, con la portata maggiore versanti ripidi in sedimenti pre-vulcanici. tra i fiumi della costa tirrenica. Il delta si è in pratica formato grazie alla sua presenza. Il Tevere è un fiume antico: scorre già, a grandi Il corpo del delta tiberino è composto da depositi linee, nella posizione attuale da prima del marini, dunari, lagunari e alluvionali databili dal periodo vulcanico. Durante il vulcanismo il Pleistocene finale e all’Olocene. La doppia arcata suo corso ha subito vari spostamenti, a causa sinuosa della linea di costa di Roma è composta da dello sconvolgimento della rete idrografica da barriere costiere che collegano le due sporgenze di parte dei prodotti piroclastici. L’evoluzione del Ladispoli/Palo e Tor Caldara/Anzio, con in posizione reticolo idrografico del Tevere è inoltre legata retrostante i relitti delle lagune, ormai bonificate (fig. 1). alle variazioni del livello marino: durante le fasi L’ambiente deltizio vede generalmente l’interazione tra di basso stazionamento del mare è avvenuta il mare e il reticolo fluviale, con in più, in questo caso, l’incisione naturale delle valli mentre durante l’alto il vulcanismo. La Campagna romana è caratterizzata stazionamento il riempimento dei fondovalle, almeno dalla presenza di due grandi edifici vulcanici, attivi quando non c’era l’interferenza della sedimentazione durante il Pleistocene medio e superiore: il Vulcano vulcanica. Proprio per l’assenza di attività vulcanica, Sabatino a nord e il Vulcano Laziale (o Colli Albani) l’ultima incisione valliva, contemporanea alla fase

Capo Due Rami oggi, venendo da Roma; a a sud del Tevere. I prodotti di questi centri eruttivi si glaciale di 20.000 anni fa circa, è stata molto più sinistra il Tevere, a destra il canale di Traiano. accavallano proprio nella città di Roma, dove il Tevere profonda delle precedenti (Giordano, Mazza 2010).

72 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Il delta tiberino è costituito da un complesso di e con un livello basso, verso mare. In secondo luogo, sedimenti di notevole spessore, con alla base un la migrazione può avvenire a causa della variazione esteso ma sottile livello ghiaioso-sabbioso, riferito del carico solido del fiume, e quindi nel materiale all’ultimo periodo glaciale (“ghiaia di base”). I trasportato dalle correnti marine lungo la costa e sedimenti deltizi sono a contatto con le sottostanti verso i fondali. Quindi nella nostra zona questi due argille marine plio-pleistoceniche attraverso processi, cioè le variazioni del livello del mare e del un’articolata superficie di erosione. I suoi sedimenti carico solido fluviale, hanno effettivamente concorso a sono riferibili alla trasgressione “Versiliana”, che si determinare la posizione della linea di costa (Arnoldus- realizzò tra 17.000 e circa 5.000 anni fa, quando Huyzendveld 2005). avvenne la risalita del livello marino a partire da circa Interessante è soffermarsi sulla differente dinamica di -120 metri, o poco più, quota su cui si era attestato accrescimento tra la fascia litorale e la piana interna, durante l’ultima espansione glaciale “würmiana” (che anche perché questa ha delle conseguenze per la ha durata tra 26 o 30 e 19 K-anni fa). distribuzione dei reperti archeologici. Nella piana costiera di Roma, queste vicende hanno La fascia costiera esterna è composta da una avuto una notevole influenza, non solo sul paesaggio successione di cordoni litorali, ciascuno il prodotto fisico e sulla vegetazione, ma anche sulle risorse finale di un barriera costiera formatasi inizialmente naturali a disposizione nelle varie epoche, come le sul fondo marino sotto l’influenza del moto ondoso. acque lagunari e marine e i suoli della terraferma. Il materiale sabbioso che compone questi sedimenti Durante il periodo post-glaciale, la posizione della è stato trasportato prima dai fiumi verso mare, poi linea di costa non è stata fissa. Ben nota è la dalle correnti marine sul basso fondale e verso la posizione più arretrata di alcuni chilometri rispetto spiaggia. Il carico solido dei fiume, l’entità e le direzioni all’attuale in età romana, e il recente ritiro della linea delle correnti marine, la forza delle onde nella zona di di costa. Se escludiamo per il periodo post-glaciale battigia e il livello del mare si trovano in un delicato l’influenza della neo-tettonica, i fattori che hanno equilibrio tra di loro, che alla lunga può portare ad un determinato la variazione della linea di costa sono due. accrescimento, ad una stasi o ad un ritiro della linea di In primo luogo, la costa può migrare sotto l’influenza costa. delle variazioni del livello marino, cioè: con un livello La costa accresciuta riflette la ciclicità dei processi marino alto, la linea di spiaggia si sposta verso terra, avvenuti, sotto forma di una alternanza sub-parallela

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 73 di dossi dunari e depressioni interdunari, in una della fascia costiera hanno subito una rivalutazione sequenza orizzontale deposta a “scaglioni” dal più culturale (espressa da tracce di bonifica o altre antico al più recente (fig. 2). In questo ambiente, solo attività), probabilmente due fattori non del tutto una parte dei reperti archeologici si trova in superficie, separati. a causa dell’inclinazione degli strati e della successiva Vedremo in seguito per i diversi periodi l’influenza del copertura con sabbie dunari. Tevere durante l’evoluzione della fascia costiera, e Completamente diverso è il meccanismo l’interazione tra il fiume, il fondovalle tiberino e la fascia d’accrescimento nel retrostante ambiente lagunare e costiera da un lato e la società dall’altro. Interessante è fluviale: qui si formano strati più o meno orizzontali, che seguire come le condizioni ambientali e le risorse della si depositano durante le alluvioni e le scarse incursioni piana costiera sono variate nel tempo, e sono state marine. Importante notare che al ritiro dell’acqua le sfruttate in modi diversi. 1. Carta geologica generale (elaborata alluvioni lasciano il loro sedimento sia nella laguna, Nell’attuale contesto è importante che alle tante dalla Carta Geologica d’Italia del Servizio Geologico, scala 1:500.000, foglio 3). che sulla terraferma, considerato che solitamente pubblicazioni riferite alla fascia costiera di Roma, di Legenda: sigla rosso 1: depositi alluvionali e l’acqua invade l’intera larghezza del fondovalle, come recente si sono aggiunte diverse che hanno gettato fluviolacustri olocenici, spiagge attuali; rosso ben sappiamo dagli eventi nel 1966 a Firenze e dalle una nuova luce sugli eventi paleo-ambientali degli 2: depositi eolici pleistocenici, parzialmente terrazzi costieri; rosso 7: sabbie e ghiaie del descrizioni delle alluvioni storiche di Roma. Quindi la ultimi millenni, in particolare Di Rita et al. 2010, 2011, Pleistocene medio e superiore, parzialmente crescita di livello è generale, anche se non ugualmente Bellotti et al. 2011 e Milli et al. 2013. I dati sono terrazzi costieri; rosso 8: argille del Pleistocene distribuita. In questa situazione, il rapporto cronologico stati raccolti principalmente attraverso carotaggi, inferiore; rosso 10: sabbie plio-pleistoceniche; rosso 15: argille plioceniche; azzurro 4 & 6: tra i vari depositi è di tipo verticale: in superficie si poi analizzati da un punto di vista geologico e depositi vulcanici del Pleistocene medio. Stella trovano solo i sedimenti più recenti, mentre tutti gli altri paleobotanico. rossa: ubicazione di Portus e dei porti imperiali. si trovano nettamente impilati in profondità, con uno spessore totale per gli ultimi 6.000 anni di alcuni metri (fig. 3). Per questo motivo non è possibile identificare Il periodo pre-protostorico. Anche se dal punto la distribuzione dei reperti archeologici attraverso di vista geologico si tratta di un breve periodo, ricognizioni di superficie, ma solo tramite indagini per nella fascia costiera di Roma si sono svolti notevoli trincea o per carotaggio. cambiamenti tra circa 20.000 e 3.000 anni fa. Per In pratica in questo ambiente le tracce antropiche quanto riguarda l’evoluzione paleo-ambientale e il ruolo sono ben distanziate dai sedimenti naturali, cioè del Tevere, possiamo distinguere almeno due periodi quasi sempre nelle stratigrafie esposte nelle trincee diversi. Questa evoluzione è stata condizionata da due si possono seguire gli strati naturali su grandi fattori: la risalita glacio-eustatica del livello del mare distanze, anche chilometriche, semmai con lievi e la posizione della foce tiberina rispetto alle barriere variazioni orizzontali nelle caratteristiche. Questo non costiere (Bellotti 1992, Bellotti et al. 2007; Milli et al. può significare altro che un’avvenuta intermittenza 2013, in particolare pp. 171-177 e fig. 10). dei fenomeni, sia naturali che culturali, ovvero: ci Nella prima fase (Bellotti et al. 2007: 17.000-6.000 devono essere stati periodi di forte sedimentazione anni fa), la foce del Tevere era interna alla laguna e e quindi di limitata accessibilità, durante i quali si il livello del mare si sollevava in modo discontinuo e sono formati strati di spessore decimetrico (in un con tassi medi via via decrescenti. I sedimenti fluviali unico evento o in una serie di eventi, difficile da non erano in grado di compensare l’incremento stabilire). Evidentemente, questi sono stati occupati volumetrico della laguna indotto dal sollevamento dall’uomo solo quando le condizioni naturali lo hanno marino, cosicché tutto il sistema barriera-laguna di permesso e quando, in contemporanea, le risorse migrava verso terra. A partire dai circa 13.000 anni

74 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE fa, la valle del Tevere, profondamente incisa, a causa Si conoscono diversi siti eneolitici ubicati lungo il dell’ingressione marina si trasformò in una baia. margine interno della laguna di Maccarese, di cui il più Nella seconda fase, iniziata circa 6.000 anni fa (o noto, Le Cerquete-Fianello, è stato datato tra i 5300 7.000 anni) e sicuramente terminata prima di 2.000 e 5.200 anni BP (Di Rita et al. 2011). Frequentazioni anni fa (o 3.000 anni), con il livello del mare pressoché successive lungo il margine lagunare risalgono al stabile, si formarono barriere costiere sempre più periodo del Bronzo medio. I siti della tarda età del continue. All’inizio di questa fase si collocano i Bronzo riscontrati nell’area dell’Interporto, ubicati sedimenti torbosi, attualmente largamente diffusi lungo la riva orientale della laguna, risalgono ai XII – nella piana costiera alla profondità di alcuni metri. X secoli a.C. (Ruggeri et al. 2010; comunicazione Con il livello marino oramai stabile, il Tevere, che personale). Tutti questi siti sono coperti da strati continua a sfociare nella laguna, apportò nella baia lagunari, e perciò sono verosimilmente abbandonati, una quantità sufficiente di carico solido da consentire in momenti diversi, a causa di temporanee risalite del l’avanzamento della sua foce. Così il sistema fluviale livello lagunare. creò un corpo deltizio all’interno della laguna, sempre Nell’intero periodo a partire dai circa 6.000 anni più isolata dal mare, che, raggiunta la linea di costa, fa fino al X-VII secolo a.C., le acque della laguna di divise in due l’originario specchio d’acqua (fig. 4). Maccarese erano prevalentemente dolci e ciò a causa 2. Parete di una trincea nella “duna recente” della Da Milli et al. 2013, figure 10c-d-e, la parte finale del dell’isolamento dal mare e dell’influsso delle alluvioni piana costiera di Roma, con una laminazione fiume è disegnata a più canali, una conformazione tiberine. All’Interporto, uno strato a copertura dei siti e leggermente inclinata e tracce di bioturbazione. L’accrescimento è avvenuto orizzontalmente in tipica del delta in avanzamento. La laguna di depositato in acqua dolce, è stato datato a 910-800 una sequenza di “scaglioni” sviluppandosi in Maccarese era isolata dal mare a partire da 5.500 BP a.C. (Giraudi 2004). direzione del mare, qui da destra a sinistra. (=Before Present, riferita al 1950), mentre quella di A sud del Tevere, nell’area di Ostia Antica, ci sono Ostia raggiunge il suo pieno sviluppo prima di circa testimonianze di frequentazione del Bronzo recente 4.000 BP (Bellotti et al. 2011). e finale (XIII-X secolo; Di Rita et al. 2011). Nel Il Tevere ha cominciato a defluire direttamente nel diagramma pollinico della stagno di Ostia si registra mare, con un percorso praticamente diritto, circa un ambiente paludoso tra circa 3.900 e 2.600 anni 3.000 o 4.000 anni fa. La foce del Tevere era nell’area BP, mentre il resto del paesaggio era coperto da una dei futuri porti imperiali, dove ha lasciato le tracce di vegetazione forestale, con dominanza di quercia ed barriere costiere nell’area tra l’esagono di Traiano e elementi sempreverdi (Bellotti et al. 2011). Capo Due Rami individuate dalle indagini geofisiche da Keay et al. 2005, e inoltre limitatamente a nord di Ostia Antica. (fig. 5, prima fase). Il periodo etrusco. Gli eventi naturali che precedono Nel periodo tra i 10.000 e 5.400 anni BP, il paesaggio o che si svolgono durante il periodo etrusco, con un costiero di Roma è dominato da rigogliosi boschi livello del mare pressoché stabile, sono: decidui probabilmente localizzati vicino agli stagni costieri e da una densa macchia mediterranea s,ATRASFORMAZIONEDELLEACQUELAGUNARIDADOLCIA situati verso il mare e sui primi rilievi interni. Tra i salmastre/salate, sufficiente a consentire nella laguna 5.400 e 5.100 anni BP si registra lo sviluppo di di Maccarese la costruzione delle saline etrusche. una vegetazione palustre. Tra i 5.100 e 3.000 anni Questo cambiamento è stato in parte leggibile nelle 3. Saggio profondo nella piana lagunare di Roma BP intorno al stagno di Maccarese si sviluppa una trincee di Interporto/Vignoline, dove diversi strati fino alle torbe di 5.000-6.000 anni fa, a profondità di circa 3 m. L’accrescimento della stratigrafia è rigogliosa vegetazione arborea ripariale dominata da depositatisi tra l’inabissamento dei siti protostorici e la avvenuto verticalmente, dal basso verso l’alto. ontani e salici (Di Rita et al. 2010). frequentazione romano-imperiale si presentavano con

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 75 4. La piana costiera di Roma nel periodo tra della foce del Tevere verso sud (Dragone et al. 6.000 e 2.700 anni BP (modificata Milli et al. 2013). 1967, Segre 1986), in questa fase il fiume si emetteva prima nello stagno di Maccarese, per poi raggiungere, intorno al X secolo a.C., il mare nella posizione dei futuri porti imperiali. Più tardi il fiume si sarebbe spostato verso lo stagno ostiense, per, infine, prima della fondazione di Ostia, sfondare la barriera costiera e andare ad occupare la foce attuale. La presenza delle barriere costiere rende verosimile che in questo periodo il percorso fluviale sia stato di tipo meandriforme, come lo è ancora oggi. L’ipotesi di una temporanea presenza della foce del Tevere nel luogo dei futuri porti imperiali, prima della sua migrazione verso l’attuale percorso, è Barriere costiere generalmente accettata, e sembra aver trovato Piana alluvionale conferma in diverse stratigrafie riscontrate nei Stagno – marsh sondaggi geognostici. Risulta anche chiaramente dallo 1. Stagno di Maccarese 2. Stagno Ostiense studio delle direzioni delle barriere costiere di Bellotti et al. 2011, fig. 3, ripreso da Milli et al. 2013, fig. 10f. Da Milli et al. 2013, questo evento è considerato caratteristiche salmastre, sotto forma della presenza avvenuto in modo “abrupto”, e probabilmente durante di conchiglie marine, frantumate o in posizione vitale. una forte alluvione. Purtroppo non esistono ancora dati La causa di questa trasformazione dovrebbe essere la certi sul momento/periodo dello spostamento. Nelle riapertura dei collegamenti con il mare. stratigrafie dell’area dei porti, l’abbandono dell’area In base ai dati pollinici e carpologici, un forte corrisponderebbe alla transizione da strati fluviali a cambiamento ambientale è stato segnalato nell’area quelli spiccatamente marini. Nello stagno ostiense della laguna di Maccarese all’inizio del periodo 2.900- come indicatore dell’arrivo del Tevere è considerato la 2.000 anni fa. Intorno ai 2900 cal. BP, in seguito ad fine della formazione di torba (Bellotti et al. 2011). un periodo asciutto, probabilmente di acque basse Giraudi et al. 2007 propongono, in base alla datazioni e con estesi boschi riparali, compaiano indicatori al 14C di un carotaggio nel bacino di Claudio, il periodo di una salinità maggiore e dello sviluppo di paludi. dello spostamento tra il VIII e il V secolo a.C. (780- All’interno di questa fase, un nuovo periodo di acque 400 a.C.). A grandi linee tale data sembra confermata relativamente basse si svolge circa a 2450 cal. BP. da un sondaggio effettuato di recente nel bacino del La presenza di paludi con acqua dolce tra quelle porto di Claudio (Goiran et al. 2010): un campione salmastre è documentata per circa 2300 cal. BP. Nei raccolto al tetto delle sabbie fluviali, prima che sia pollini e macrofossili la vicina presenza di saline è subentrato l’ambiente marino, ha dato un’età di 3070 evidente intorno a 2200 cal. BP (Di Rita et al. 2010). ± 30 BP non calibrata, corrispondente a 790-370 a.C. Per una simile transizione ambientale Bellotti s,AMIGRAZIONEDELLAFOCEDEL4EVEREVERSOSUD et al. 2007 ottengono una data tra 515 e 395 anni Secondo la prima ipotesi formulata sulla migrazione a.C. Bellotti et al. 2011 propongono una data dopo

76 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 5. I cambiamenti principali della foce del Tevere a.C., con valori estremi medi tra 745 e 470 anni a.C. durante l’evoluzione della piana costiera esterna Bellotti et al (2011) segnalano come dopo lo (modificata da Bellotti et al. 2011). Nella prima fase, da circa 3000 a.C. fino al VIII o spostamento della foce del Tevere si sono formate VII secolo a.C., si sviluppa una cuspide in tutta gradualmente le barriere costiere sulle quali si è poi l’area che va dall’attuale Capo Rami fino al luogo fondata Ostia (fig. 5, seconda fase). dei futuri porti imperiali. Il passaggio alla seconda fase è caratterizzata da un bruso spostamento Gli Autori evidenziano come questa ricostruzione del fiume Tevere verso la palude di Ostia. La terza paleo-ambientale chiarisca l’apparente discrepanza fase evolutiva inizia dopo l’apertura del canale di Fiumicino; questa progradazione è ancora in tra testimonianze archeologiche e fonti storiche, che corso, ed è particolarmente intensificata negli hanno fissato l’origine di Ostia intorno all’ultimo quarto ultimi 500 anni. del VII secolo a.C. Queste considerazioni si riferiscono ad una discussione in atto: se la prima fondazione di Ostia si trovasse nell’area dei futuri porti imperiali (tesi di Giraudi et al. 2007) o a Ostia. In quel periodo la foce del Tevere era appena migrata verso sud, quindi la spiaggia-barriera che separava la palude di Ostia dal mare era ancora troppo stretta 1st phase ~ 5000/27000 yr BP e insicura contro le tempeste e/o le migrazioni 2nd phase ~ 2700/1900 yr BP della foce del fiume per sostenere un’occupazione 3rd phase ~ 1900 yr BP/today umana permanente. Pertanto, nel VII secolo a.C. ci sarebbe potuto essere solo un avamposto, con l’obiettivo di controllare la strategica foce del fiume il periodo 810-540 a.C., in basa alla datazione del ed, eventualmente, istituire le prime saline nella tetto della torba (che indica la locale assenza del palude. Infatti, intorno a circa 600 a.C., i dati di polline Tevere), coperta da sedimenti fluviali, in un sondaggio e molluschi delle carote segnalano un’improvvisa effettuato nello stagno di Ostia. intrusione di acqua marina, che potrebbe aver reso Le datazioni sui campioni delle carote dei sondaggi possibile l’impianto di saline. Non è chiaro se si tratti effettuati a Monte Giulio (indagini Soprintendenza di un evento naturale o di un’opera antropica di rottura Archeologica di Ostia, Monte Giulio 2009; non delle barriere costiere. pubblicate; datazioni effettuate dal Centre de Datation Solo successivamente, intorno al 450 a.C., quando par le Radiocarbon, per cortesia del CNRS – UMR la cuspide si estendeva più di 1 km verso il mare (la 5133 – Maison de l’Orient et de la Méditerranée, crescita media annua è stimata su 5-6 m, Milli et al. Lyon, France) hanno confermato a grandi linee i dati 2013 p. 176), il terreno sabbioso a disposizione era precedenti: sono state ottenute per i sedimenti “alti” sufficientemente largo e sicuro per poter impostare del presumibile paleo-Tevere le seguenti datazioni: un campo fortificato (castrum) e sviluppare le 765-525 a.C., 335-210 a.C. e 820-590 a.C. (cfr. I saline. Frammenti di mattoni, tufo e malta alla base grafico per la sintesi dei dati). di una sondaggio effettuato al margine esterno Quindi, se accettiamo un possibile errore di della palude di Ostia, suggeriscono la presenza di datazione/campionamento del secondo campione edifici permanenti, probabilmente appartenenti a della serie di Monte Giulio 2009, questo complesso infrastrutture periferiche del porto. di dati concorda sul periodo dello spostamento del Nel III secolo d.C., la crescita del delta è stata corso del Tevere da nord a sud tra i secoli VIII e VI (V) interrotta da un processo erosivo, che si è verificato

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 77 nel corso del cosiddetto periodo caldo romano, Il periodo romano. Nel periodo imperiale vengono caratterizzato da una diminuzione delle inondazioni realizzati i due porti di Claudio e di Traiano, la fossa del Tevere (Milli et al. 2013). traianea e altri canali, la via Portuense, l’acquedotto In questo periodo, il livello del mare si è rialzato Portuense e le grandi saline dell’area di Interporto. Il ancora di poco; secondo Leoni e Dai Pra 1997 si è ruolo del Tevere è il trasporto a Roma per via d’acqua trattata, per la costa laziale, di una risalita media di della merce arrivata nei porti, e del sale. 3,9 mm/anno nel periodo tra il IV e I secolo a.C. e di Una risorsa della fascia dunare è la presenza di una 1,2 mm/anno nei primi due secoli d.C., raggiugendo falda acquifera dolce a poca profondità, anche a Ostia praticamente il livello attuale. Antica (Scrinari, Ricciardi 1996). Le condizioni ambientale del fondovalle tiberino s)LVERIlCARSIDIULTERIORI FENOMENIIDROTERMALINELLA erano variabili da zona a zona, anche se, a causa piana costiera. della copertura dagli strati alluvionali posteriori, li Ciò è dimostrato dalla datazione della prima crosta conosciamo solo nei tratti indagati con scavi o trincee. carbonatica lungo la via Portuense Antica (Fiera di La maggior parte della superficie del fondovalle Roma), datata tra il 900 e il 400 a.C. (Tuccimei et al. era composta (come ancora oggi) da sedimenti 2007). La parola “ulteriore” qui usata si riferisce alla calcarei limoso-argillosi e limosi fini, con suoli adatti nostra interpretazione delle incrostazioni calcaree sia a cerealicoltura che a pascolo. Solo nel tratto del sito Le Cerquete-Fianello, datate ai circa 1700 di uscita dalle colline del Rio Galeria si trovava un anni a.C. (Giraudi 2002), come di verosimile origine conoide alluvionale con un raggio di circa 1 km, idrotermale, e non di origine evaporitica, perché non ci composto da sabbie medie derivate dalle formazioni sono, e non ci dovrebbero essere state, le condizioni prevulcaniche e piroclastiche della valle. Il conoide climatiche per questa. costituiva una zona leggermente più alta rispetto ai dintorni, quindi più protetta dalle alluvioni tiberine; inoltre, aveva un drenaggio migliore, una ricca falda

I. Le datazioni 14C relative allo spostamento della foce del Tevere dalla zona dei porti imperiali verso sud.

78 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE acquifera e la possibilità di deviare e sfruttare le di alluvioni di età romana sono state riconosciute acque del Galeria per uso agricolo, di cui ci sono in molte stratigrafie, ma raramente databili come in abbondanti testimonianze sotto forma di pozzi e opere questi casi: a Fiume Morto una del I secolo d.C., di canalizzazione idrica. nell’area Magliana probabilmente le alluvioni degli Altre zone più sabbiose e leggermente sollevate erano anni 15 e 36 d.C. costituite dagli argini vicini all’alveo e ai paleoalvei del Notoriamente il livello dell’acqua marina era circa Tevere, mentre un’altra zona più sollevata si trovava un metro, o poco meno, più basso, e dovrebbe aver verso la transizione pedecollinare. raggiunto la quota attuale probabilmente nei primi La zona a sud dell’acquedotto romano era invece secoli d.C. caratterizzata in età romana da sedimenti più argillosi Alla fine di questo periodo è cominciato della norma (Arnoldus-Huyzendveld, Pellegrino 2000), l’insabbiamento del bacino portuale di Claudio ad aver formata una specie di palude di fondovalle. (le navi di Fiumicino risalgono al II e IV-V secolo Anche le lagune sono state riempite gradualmente da d.C.). Probabilmente in contemporaneo si è ripreso sedimenti fini argillosi depositati durante le alluvioni. l’avanzamento della linea di costa, come dimostrato in All’epoca, il percorso del Tevere era a grandi linee particolare dalle trincee effettuate a nord del bacino simile a quello attuale (se escludiamo il salto del di Claudio (Arnoldus-Huyzendveld 2005), dove meandro di Fiume Morto, avvenuto dopo), a eccezione sembra che sia stato intercettato proprio il contatto di una probabile minore ampiezza delle anse fluviali tra i sedimenti della prima e della terza fase distinte da (fig. 6). Per sostenere questa ipotesi ci sono due Bellotti et al. 2011 (fig. 5, terza fase). indicatori: le indagini effettuate nell’area della Magliana Un altro indicatore della ripresa mobilità della linea (Arnoldus-Huyzendveld 2005), e la curvatura del di costa potrebbe essere l’iscrizione del III secolo meandro del Tevere nell’area Fiera di Roma, in una d.C. ritrovata nell’area direttamente a nord del bacino posizione che sembra tagliare la via Portuense e portuale di Claudio, riferita a regolare il prelievo di l’acquedotto (fig. 7). Se vogliamo escludere una lieve sabbia. In questo caso si potrebbe essere trattati curvatura della via Portuense Antica, si potrebbe di un fenomeno erosivo provocato dall’impatto della trattare dello stesso fenomeno segnalato per il tratto corrente marina (da sud a nord) contro i moli del fluviale nell’area della Magliana, cioè EHOO LQFUHPHQWR bacino sporgenti nel mare. dell’ampiezza dell’ansa fluviale rispetto all’epoca All’inizio del V secolo, Rutilio Namaziano descrive romana. Un saldo sostegno a tale ipotesi è la presenza che il tratto finale del Tevere è impraticabile per la segnalata sul fondo del Tevere di una serie di blocchi presenza dei banchi sabbiosi, per cui bisogna seguire (segnalati dal Professore Marcello Bernabini e dall’Ing. il canale di Traiano per arrivare al mare. Luciana Orlando della Facoltà di Ingegneria Le saline di età imperiale sono state indagate nell’area dell’Università di Roma La Sapienza – dati inediti), che di Interporto. Fu costruita una lunga diga trasversale in potrebbero rappresentare i resti del tracciato stradale modo da isolare un lembo della laguna di Maccarese, e dell’acquedotto crollati nel fiume in occasione di una con la possibilità di gestire il livello dell’acqua forte alluvione. Diverse volte abbiamo cercato lungo attraverso aperture con sbarramenti (Morelli 2008, questo tratto del Tevere le tracce della strada e Ruggeri et al. 2010). In quest’area le saline sono state dell’acquedotto, a piedi e in barca, ma senza esito. accertate dal II secolo a.C. Le alluvioni avvenute in epoca romana sono ben In questo periodo, come anche in età repubblicana, note (Le Gall 2005; Bersani, Bencivenga 2001): in è stata scavata un’estesa rete di canali nell’area peri- tutto ne sono state registrate una trentina. Tracce lagunare a sud della laguna di Maccarese, come si

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 79 è potuto osservare nelle trincee delle aree Vignoline state segnalate nei dintorni. Considerata la presunta e contigue. Alcuni di questi erano evidentemente al notevole profondità delle fessure da cui tale attività servizio delle saline, altri avevano verosimilmente una sia originata, la spiegazione deve essere cercata nella funzione di drenaggio del terreno. L’attività di questo struttura geologica del profondo sottosuolo. periodo si è svolta principalmente al di sopra di gruppi Rimangono ancora diversi aspetti da chiarire sui di strati ben riconoscibili nelle trincee, depositati in fenomeni idrotermali riscontrati, come la questione se modo dominante in ambiente salmastro. il percorso stradale avrebbe potuto evitare l’area delle In età romana, e successivamente, l’attività idrotermale polle e se eventualmente la struttura romana stessa dal sottosuolo continua o riprende, come dimostrano possa aver promosso la successiva risalita idrotermale le incrostazioni calcaree sulle strutture della via nel tratto superficiale della stratigrafia. Inoltre resta Portuense e le polle riscontrate lungo il tracciato incerta la cronologia dei fenomeni: se fossero continui (fig. 8). Le incrostazioni calcaree all’interno dei nel tempo, o, come ci sembra, si svolgessero a ritmi sedimenti fluviali si concentrano lungo il tracciato intermittenti, in analogia all’attività del Vulcano Laziale stradale e in particolare in corrispondenza dei ponti negli ultimi 6.000 anni (Funiciello, Giordano 2010). Un riscontrati (Tuccimei et al. 2007, Serlorenzi et al. 2004, problema è che non esistono confronti bibliografici per Arnoldus-Huyzendveld et al. 2009). Gli ultimi sono le attività idrotermali in ambiente di fondovalle. frequentemente associati a depressioni tondeggianti del fondovalle, preesistenti alla costruzione della via Portuensis che supera i dislivelli proprio mediante Il periodo medievale. Il porto di Traiano ha smesso di ponti. Le depressioni sono profonde alcuni metri, funzionare nei secoli IX-X, e, di conseguenza sia la via larghe una decina e distanti tra loro tra i 50 e i 100 Portuense, sia il Tevere hanno perso importanza come metri. Nel corso dello scavo si è potuto verificare che vie di trasporto delle merci. Le saline di Maccarese le depressioni non sono dovute, come si potrebbe hanno funzionato almeno fino alla fine del XV secolo. facilmente pensare, alla presenza di canali naturali o Nelle stratigrafie delle trincee di Interporto/Vignoline artificiali. È quindi ragionevole presumere che sia stata si legge una decisa fase di intrusione marina la fuoriuscita di gas e acqua ad aver dato origine alle probabilmente del VI secolo d.C., sotto forma di uno conche. Fenomeni simili, ma mai così ben espressi strato ricco in malacofauna marina. Questo strato come nel tratto centrale della via Portuense costiera, copre tutte le testimonianze romane. A titolo d’ipotesi, sono stati riscontrati in diverse altre zone della pianura. questa intrusione può aver distrutto la diga delle saline In una fascia del fondovalle tiberino, dunque, in imperiali, e di conseguenza aver messo fuori uso le epoca romana risulta essere stato attivo un sistema saline stesse. idrotermale legato probabilmente all’attività finale In una fase successiva, nella pianura di Maccarese del vulcano dei Colli Albani, tuttora interessato da ci sono ricche testimonianze di peschiere (fig. 9) intenso degassamento, sia localizzato che diffuso. che si distribuiscono su due livelli stratigrafici, di cui L’origine profonda del fenomeno, probabilmente in il livello inferiore è riferibile alla menzionata intrusione corrispondenza di faglie (Milli et al. 2013 p. 161 ne marina. Le datazioni effettuate su elementi lignee si indicano diverse), è confermata dalla presenza di concentrano nel periodo compreso tra l’XI e il XIII residui ferruginosi nell’intero spessore degli strati secolo (Morelli 2008, Morelli et al. 2011). alluvionali sottostanti le aree di scavo, come visibile Esistono testimonianze scritte sull’itticoltura medievale nei carotaggi. Fuoriuscite contemporanee di anidride nella piana costiera di Roma (Vendittelli 1992), carbonica e di acque mineralizzate sono effettivamente nello specifico una documentazione relativa alla

80 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 6. Topografia della Bassa Valle Tiberina (elaborata da Arnoldus-Huyzendveld & Pellegrino, 2000). Legenda: 1: pianura costiera recente; 2: zone paludose all’interno della pianura costiera, bonificate dopo il 1890: A: hh di Maccarese; M: stagno di Campo Merlo; S: stagno Ostiense; 3: zone al di fuori della pianura costiera recente, ubicate a quote superiori; 4: attuali corsi d’acqua, con direzioni di flusso; 5: variazione esistente fino a 1557 (tagliata naturalmente); 6: variazione esistente fino a circa 1930 (tagliata artificialmente ); 7: variazione esistente in epoca romana, circa 100 d.C.; 8: posizione della linea di costa attuale; 9: posizione della linea di costa circa nel 1570; 10: linea di costa in epoca romana, circa 100 d.C.; 11: agglomerati urbani: F: Fiumicino; G: Ostia Antica con Castello; L: Ostia Lido; 12: strutture romane: C: porto di Claudio, con i moli, l’sola faro e Monte Giulio in una linea nera continua; T: porto di Traiano; O: Ostia romana; 13: localizzazione delle zone dei casi di studio; affluenti del fiume Tevere: fosso della Magliana (destra); fosso del Fontanile (sinistra); fosso Galeria (destra). F.T: fosso di Traiano.

7. Ipotesi sul percorso del Tevere in età romana, area Fiera di Roma: linee piene, certezza sul percorso della strada e dell'acquedotto; linee tratteggiate, ipotesi. gestione degli impianti di pesca impostati lungo il la loro ubicazione in tre periodi successivi (a partire corso del Tevere e nell’area di delta da parte degli dal basso Medioevo) sempre più vicina al mare enti ecclesiastici dal X al XIII secolo. Le fonti studiate (Arnoldus-Huyzendveld 2007). Si osserva che solo hanno permesso di constatare come gli stagni litoranei per le ultime due posizioni conosciamo il canale di di Maccarese e Ostia, prima di essere prosciugati, collegamento con il mare. rappresentassero dei bacini ittici di notevole rilievo nel Per analogia possiamo ipotizzare il trasferimento delle contesto di un’economia peschereccia estremamente saline romane col tempo sempre più in direzione del vitale. Le piscarie erano impianti piuttosto elaborati, mare. composti da una serie di argini, paratie, recinti e Indubbiamente a Roma in questo periodo le saline graticci di legno e di canne più o meno fitti, immersi dovrebbero aver funzionato a vasche poste in serie, nell’acqua e sostenuti da pali infissi nel fondo. Queste come quelle di La Trappola nella piana di Grosseto, complesse strutture costituivano dei labirinti dai funzionanti tra 1386 e 1758 (figg. 10a, 10b). Georgius quali i pesci che vi erano penetrati, attratti dall’acqua Agricola nel 1556 consiglia di costruire le saline per meno salata rispetto al mare, non potevano uscire. evaporazione “laddove nella fascia costiera si trova un Si riportano inoltre testimonianze che in alcuni casi lago tranquillo e un ampio terreno pianeggiante, non si ricorreva all’escavazione di appositi canali che raggiungibile dalle inondazioni marine”. deviavano le acque verso le piscarie. A prima vista, la bassa escursione delle maree di Non sono state riscontrate finora tracce di saline soli 30-40 cm, comune a tutti i piani costieri del di questo periodo, soltanto vasche da peschiere e Mar Tirreno, dovrebbe rendere impraticabile lo sistemi di canali (in parte) al loro servizio. Considerata sfruttamento dell’alta marea per far entrare le acque la nota persistenza delle saline di Maccarese, queste marine nelle saline o nelle peschiere, e quindi avrebbe si trovavano evidentemente al di fuori delle aree costretto ad una forma di sollevamento delle stesse. finora indagate. Sulla posizione ipotetica delle saline Ma forse abbiamo finora sottovaluto questo aspetto, abbiamo un valido confronto nella piana costiera perché di recente si è osservato come nella Puglia di Grosseto, dove i fiumi Ombrone e Bruna hanno occidentale, precisamente a Porto Cesareo (dove creato un delta con caratteristiche simili a quello del si verifica un’escursione di entità simile), una laguna Tevere, caratterizzato da una bassa escursione delle costiera poco profonda e aperta al mare si asciuga maree, non più di 40 cm. Sotto una prospettiva paleo- parzialmente ogni volta durante la bassa marea, ambientale, la storia delle saline costiere tirreniche per riempirsi di nuovo con ogni alta marea (fig. 11). va letta come un regolare adattamento dell’uomo ai Quindi, anche nelle nostre zone l’influenza delle maree mutamenti del paesaggio, alla ricerca di quei margini potrebbe aver avuto un ruolo più importante di quanto delle lagune in posizione tale che consentissero finora presunto nello sfruttamento della laguna. l’ingresso delle acque salate (per via naturale o Ci sono relativamente poche segnalazioni di alluvioni attraverso un canale di collegamento al mare), ma allo del Tevere tra il 500 e il 1100 d.C., in media solo una stesso momento fossero privi di rischio d’inondazione al secolo. L’alluvione del 589 è stata registrata in molte da parte delle stesse acque e dalle alluvioni. altre parti d’Italia, quindi dev’essere stata di notevole Anche se nella piana di Grosseto l’ubicazione delle entità. Successivamente sono ricordate altre alluvioni, saline pre-romane, romane e alto-medievali non più che altro attraverso lapidi conservate a Roma (Di sono conosciute (ma ci sono motivi per ipotizzarle Martino, Belati 1980; Bersani, Bencivenga 2001). direttamente sotto la città di Grosseto; Citter, Nel Medioevo la costa avanza lentamente: solo la metà Arnoldus-Huyzendveld 2012), sappiamo con certezza dell’accrescimento delle barriere litorali è avvenuto

82 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 8. L’impronta della polla a sud del ponte 2, settore E/G. 9. Relitti di una peschiera medievale nella palude di Maccarese.

prima del XVI secolo. Si è calcolato un avanzamento dal meandro apparteneva, in epoca romana, medio della linea di costa di 0,8 m/anno per il periodo strutturalmente alla città di Ostia, ed è nota come 540-1420 d.C. (Bellotti et al. 1989). Trastevere Ostiense. In occasione dell’alluvione del 1557, il Tevere ha saltato questo meandro, lasciando come impronta del vecchio percorso un caratteristico Il periodo rinascimentale. In questo periodo, la laghetto a forma semi-lunare, ancora esistente città di Roma e la Campagna romana riprendono più di 100 anni fa (Amenduni 1884), e inoltre una vigore. Ma ormai la città di Portus è abbandonata, e zona isolata, denominata da quel momento Fiume la memoria del percorso della via Portuense Antica è Morto. L’evento ha completamente isolato dalla sua andata persa. posizione strategica lungo il fiume il Castello di Ostia, Il ’500 è il periodo del Tevere “scatenato”: si costruito 60 anni prima. Il Fiume Morto abbandonato verificano ben 6 piene eccezionali (Di Martino Belati è ben visibile in un affresco a volo d’uccello nel 1980). Quelle che fecero registrare i livelli più alti Museo Vaticano dell’area di Portus, realizzato nel mai raggiunti del Tevere a Roma si sono verificate 1582 da Andrea Danti su indicazione del fratello negli anni 1530, 1557 e 1598. L’alluvione del 1557 è Egnazio (fig. 12). stata segnalata anche in altre parti dell’Italia (Firenze, Durante lo scavo archeologico di un tratto del lato Grosseto). Fino al 1557, il corso del Tevere ad interno del meandro abbandonato, si sono potute Ostia seguiva uno stretto meandro; l’area inglobata riconoscere le tracce dello spostamento laterale

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 83 10a. Pianta delle saline de La Trappola a Grosseto, funzionanti dalla fine 10b. Dettaglio dei bacini delle saline de La Trappola, e una panoramica del XIV alla metà del XVIII secolo. degli strumenti utilizzati.

del meandro delle alluvioni del 1530 e del 1557 percioche in Hostia non era vettovaglia per la cena: (Arnoldus-Huyzendveld, Pellegrino 2000). Dalla et veramente fu prudentissimo conseglio che ogni struttura sedimentologica, ogni volta poteva essere poco più vi fusse dimorata sua Santità rimaneva in dedotto un ciclo di eventi: prima erosione, poi forse di ricevere dallacqua violentia: et venne a Roma deposizione di sabbia, e infine deposizione di strati sempre con lacqua sopra la pancia de li cavalli con orizzontali fini, tipica dell’ambiente a bassa energia. Gli grandissimo periglio di se et tutta la corte” (Di Martino eventi alluvionali sono stati datati tramite il confronto Belati 1980). di alcuni reperti archeologici con l’elenco delle Negli stessi secoli si è intensificato l’avanzamento note alluvioni storiche. In questo tratto del fiume, la della linea di costa, per raggiungere una media di ben migrazione laterale è stata, per ogni evento, di circa 4 7,5 metri per anno (Bellotti et al. 1989). metri. Sembra nel complesso essersi trattato di un Ancora nel ’600 si sono verificate 5 piene eccezionali, cambiamento dell’equilibrio del sistema fiume-mare. ma con effetti meno disastrosi di quelle del secolo Il noto cambiamento dell’uso del suolo nell’entroterra precedente. Nel secolo successivo, invece, non si può essere stato uno dei fattori scatenanti: all’epoca verificano inondazioni di rilievo. Praticamente tutte le pendii sempre più ripidi sono stati disboscati, alluvioni sono state registrate a Roma: solo dell’evento provocando un incremento dell’erosione, che, a sua del 1530 abbiamo una testimonianza oculare delle volta, provoca l’incremento del carico solido dei fiumi, vicende nella fascia costiera, perché al momento la e quindi l’aumento delle alluvioni, il rialzo del livello del corte papale ha percorso, con grandi difficoltà, la fondovalle e la migrazione verso mare della spiaggia. strada da Ostia a Roma: “La Santità di nostro Signore Una concausa dell’intensità delle alluvioni dovrebbe il Sabato che fu a otto dil mese: disinato che glihebbe essere stata la presenza di ostacoli nel fiume a Roma per la inondatione dil fiume qual richiudeva ogni passo (occhi dei ponti occlusi, mulini galleggianti). da intrare et uscire: ditermino partirsi et venire a Roma L’aumento dell’ampiezza dei meandri può essere

84 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 11. Una laguna nella Puglia occidentale durante la bassa marea (sinistra) e verso l’alta marea. In questo caso, l’entità di escursione delle maree è simile a quella delle fasce costiere tirreniche. considerato un’altra conseguenza del cambiato un testo del 1803: “Ostia situata alla sinistra foce equilibrio ambientale. Considerato il salto del Tevere del Tevere presenta ne’ suoi contorni tutte le cause a Ostia all’epoca, è da ritenere probabile che anche capaci di renderne l’aria malsana: Impaludamenti di l’erosione della via Ostiense Antica a Ostia e gli acque dolci prodotti dalle inondazioni dei due rami allargamenti delle anse delle aree di Magliana e del Tevere tanto sopra l’Isola sagra, che lungo le loro della Fiera di Roma (con il probabile crollo delle sponde: Stagni di acque dolci di grande estensione strutture romane nel fiume) siano avvenuti nel XVI dovuti parte a sorgenti nascoste, e parte alii scoli del secolo, probabilmente in occasione dell’alluvione del territorio superiore più elevato: Mucchi di alga gettali 1557. Anche il comprovato abbandono definitivo del dal mare alla spiaggia, che vi si lasciano imputridire: tracciato vallivo della via Portuense Antica nel XVI Numerose famiglie di piante palustri, che vegetano, secolo e la sua copertura con sedimenti alluvionali periscono e si putrefanno nel fondo, e negli orli di tutte (Arnoldus-Huyzendveld et al. 2009), si inquadrano queste paludi; E finalmente un miscuglio continuo di bene nel complesso degli eventi noti. acque dolci colle marine nei stagni più vicini al mare, o Una concausa del cambiato equilibrio fluviale può che in qualche modo vi comunicano…”. essere stato l’inizio della fase climatica più fredda e La “Planimetria Generale della Plaga Litoranea” piovosa con il picco nei secoli XVI-XIX. rilevata da Amenduni (1884) ci offre molti dettagli, tra cui la persistenza del relitto del Fiume Morto sotto forma di un tipico laghetto a forma L’età contemporanea. Nel XIX secolo, le condizioni di mezzaluna (fig. 13). Il relitto fluviale, ormai della fascia costiera sono state descritte e prosciugato, è ben visibile in una foto scattata dal cartografate, in parte in preparazione della bonifica. pallone nel 1911 (Shepherd 2006), e determina All’inizio dell’800 l’abbandono della piana costiera è ancora oggi una lieve depressione in alcune strade totale. Dice Carlo Fea 1831, facendo riferimento ad dell’attuale paese di Ostia. La stessa foto ci mostra

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 85 12. Stralcio dell’affresco di A. Danti del 1582, con visibile in alto a sinistra il tratto abbandonato del 13. Stralcio della “Planimetria Generale Tevere (Fiume Morto) nel 1557, nel centro la fosso traianea e in basso, parzialmente, Portus e il porto della Plaga Litoranea” in scala 1:50.000 di di Traiano. Veduta a nord a sud. Amenduni, 1884, orientamento circa nord/est.

che le saline di Ostia sono ancora esistenti (anche se Riferimenti bibliografici non più funzionanti). Il livello del mare della costa laziale ha ripreso di salire s'!GRICOLA De Re Metallica, traduzione Inglese dal ancora tra 1884 e 1971, con un valore medio annuo di sito: http://www.farlang.com/gemstones/agricola-metallica. Sulle Opere di Bonificazione della Plaga 1,36 mm/anno (Leoni, Dai Pra 1997). s'!MENDUNI litoranea dell’Agro Romano, Tipografia Eredi Botta, Roma. Nel 1825 viene costruita la nuova via Portuense, in s!!RNOLDUS (UYZENDVELD The natural environment concomitanza con la fondazione di Fiumicino. A partire of the Agro Portuense, in Keay, Millett, Paroli, Strutt 2005, pp. dal 1875 vengono costruiti gli argini del Tevere a 14-30. Roma, e a partire dal 1918 lungo il tratto tra Roma e s!!RNOLDUS (UYZENDVELD Le trasformazioni la foce, azioni che praticamente isolano il fiume dalla dell’ambiente naturale della pianura grossetana, in Citter città e dal territorio circostante. Arnoldus-Huyzendveld 2007, pp. 41-61. Dopo il completamento della Bonifica nel XX secolo, s!!RNOLDUS (UYZENDVELD !#ARBONARA ##ERACCHI # si assiste ad una forte urbanizzazione, che continua Morelli (2009), La viabilità nel territorio portuense, in Jolivet, ancora oggi. Si verifica un forte ritiro della linea di Pavolini, Tomei, Volpe 2009, pp. 599-619. s!!RNOLDUS (UYZENDVELD !0ELLEGRINO Development costa, indubbiamente da mettere in relazione alla of the Lower Tiber Valley in historical times. In: Memorie diminuzione dell’apporto solido da parte dei fiumi. descrittive della Carta Geologica d’Italia, vol. LIV, Atti del II Il significato socio-economico e la “presenza” del Convegno Internazionale, tenutosi a Roma, maggio 1996, sulla fiume sono diventati marginali. Conservazione del Patrimonio Geologico: Geotopi, Esperienze Internazionali e Italiane, pp. 219-226.

86 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE s0"ELLOTTI -'#ARBONI 04ORTORA 06ALERI La Paleolimnology”, 44, 1, pp. 51-67 (DOI 10.1007/s10933- Piana deltizia del Tevere: analisi di facies e ipotesi evolutiva 009-9385-9). dall’ultimo low stand glaciale all’attuale, “Giornale di s&$I2ITA !#ELANT ##ONATI"ARBARO Interazioni geologia”, 51, pp. 71-91. tra clima, ambiente e uomo nell’evoluzione olocenica s0"ELLOTTI Sedimentologia ed evoluzione olocenica del delta del Tevere: dati e paleobotanici e ritrovamenti della laguna costiera presente un tempo alla foce del archeologici, “Società Geologia Italiana”, 18 (DOI 10.3301/ Tevere, Atti del X Congresso dell’Associazione Italiana di ROL.2011.60). Oceanologia e Limnologia, Genova, pp. 633-642. s&$RAGONE !-AINO !-ALATESTA !'3EGRE s0"ELLOTTI '#ALDERONI -'#ARBONI ,$I"ELLA 0 Note illustrative della C.G.I. alla scala 1:100.000, foglio 149 Tortora, P. Valeri, V. Zernitskaya (2007), Late Quaternary (Cerveteri), Servizio Geologico d’Italia. landscape evolution of the Tiber River delta plain (Central s#&EA  Storia delle Saline d’Ostia introdotte da Italy): new evidence from pollen data, biostratigraphy and Anco Marcio quarto re di Roma dopo la fondazione di quella, 14C dating, “Zeitschrift fuer Geomorphologie”, 51/4, pp. Roma. 505-534. s2&UNICIELLO ''IORDANOACURADI  The Colli s0"ELLOTTI '#ALDERONI &$I2ITA -$/RElCE # Albani Volcano, “Special Publication of IAVCEI”, 3, The D’Amico, D. Esu, D. Magri, M. Preite Martinez, P. Tortora, Geological Society, London. P. Valeri (2011), The Tiber river delta plain (Central Italy): s''IORDANO 2-AZZA The Geology of Rome Coastal evolution and implications for the ancient Ostia and Urban Areas: the legacy of Prof. Renato Funiciello, Roman settlement, “The Holocene”, 21, p. 1105 (DOI “Journal of the Virtual Explorer”, 36, 28 (DOI 10.3809/ 10.1177/0959683611400464). jvirtex.2010.00277). s0"ERSANI -"ENCIVENGA Le piene del Tevere s#'IRAUDI Evoluzione ambientale tardo-olocenica a Roma dal V secolo a.C. all’anno 2000, Presidenza del nell’area comprendente il sito eneolitico di Maccarese Consiglio dei Ministri, Dip. per i Servizi Tecnici Nazionali, (Fiumicino), in Manfredini 2002, pp. 25-35. Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, Roma, s#'IRAUDI Evoluzione tardo-olocenica del delta (disponibile on-line su: http://abtevere.it/sites/default/files/ del Tevere. Il Quaternario, “Italian Journal of Quaternary datisito/piene_roma/Piene_Tevere_Roma.pdf). Sciences”, 17, 2/2, pp. 477-492. s L. Caravaggi, O. Carpenzano (a cura di) (2008), Interporto s#'IRAUDI #4ATA ,0AROLI Carotaggi e studi Roma Fiumicino, prove di dialogo tra archeologia, architettu- geologici a Portus: il delta del Tevere dai tempi di Ostia ra e paesaggio, Alinea, Firenze. Tiberina alla costruzione dei porti di Claudio e Traiano, s##ITTER !!RNOLDUS (UYzendveld (a cura di) (2007), “FOLD&R Fasti On Line Documents & Research”, 80. Archeologia urbana a Grosseto. Origine e sviluppo di una s*0'OIRAN (4RONCHÒRE &3ALOMON 0#ARBONEL città medievale nella “Toscana delle città deboli”. Le ricerche H. Djerbi, C. Ognard (2010), Palaeoenvironmental 1997 – 2005. Vol. I. La città di Grosseto nel contesto reconstruction of the ancient harbors of Rome: Claudius geografico della bassa valle, All’Insegna del Giglio, Firenze. and Trajan’s marine harbors on the Tiber delta, “Quaternary s##ITTER !!RNOLDUS (UYZENDVELD New International”, 216, pp. 3-13. approaches to old issues: the application of predictive maps s6*OLIVET #0AVOLINI -!4OMEI 26OLPEACURADI in archaeology. A case study: modelling the location of (2009), Suburbium II. Il suburbio di Roma dalla fine dell’età Grosseto’s salt works from 900 BC to AD 1200, “Medieval monarchica alla nascita del sistema delle ville (V-II secolo Settlement Research”, 26. a.C.), Collection de l’École française de Rome, 419, Roma. s6$I-ARTINO -"ELATI Qui arrivò il Tevere. Le s3+EAY --ILLETT ,0AROLI +3TRUTTACURADI  inondazioni del Tevere nelle testimonianze e nei record Portus. An archaeological survey of the port of imperial storici. Multigrafica Editrice, Roma. Rome, Archaeological Monographs of the British School at s&$I2ITA !#ELANT $-AGRI Holocene Rome, 15, British School at Rome, London. environmental instability in the wetland north of the Tiber s3+EAY ,0AROLIACURADI  Portus and its delta (Rome, Italy): sea-lake-man interactions, “Journal of Hinterland: Recent Archaeological Research, Archaeological

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 87 Monographs of the British School at Rome, 18, British Spagnoli (2004), Nuove acquisizioni sulla viabilità dell’Agro School at Rome, London. Portuense. Il rinvenimento di un tratto della via Campana s*,E'ALL Il Tevere fiume di Roma nell’antichità, a e della via Portuense, “Bollettino della Commissione cura di C. Mocchegiani Carpano, G. Pisani Sartorio, Quasar, Archeologica Comunale di Roma”, 105, pp. 97-102. Roma. s%*3HEPHERD Il rilievo topofotografico di Ostia dal s',EONI '$AI0RA Variazioni del livello del mare pallone (1911), “Archeologia aerea”, 2, pp. 15-38. nel tardo Olocene (ultimi 2.500 anni) lungo la costa del s04UCCIMEI -3OLIGO !!RNOLDUS (UYZENDVELD #-ORELLI Lazio, in base agli indicatori geo-archeologici, interazioni A. Carbonara, M. Tedeschi, G. Giordano (2007), Datazione fra neotettonica, eustatismo e clima, ENEA, Dipartimento U/Th di depositi carbonatici intercalati ai resti della via Ambiente, Centro ricerche Casaccia, Roma, RT/AMB/97/8. Portuense Antica (Ponte Galeria, Roma): attribuzione s!-ANFREDINIACURADI  Le dune, il lago, il mare. storico-archeologica della strada e documentazione Una comunita` di villaggio dell’Età del Rame a Maccarese, cronologica dell’attività idrotermale del fondovalle tiberino, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze. “FOLD&R Fasti On Line Documents & Research”, 97, s3-ILLI #$!MBROGI 0"ELLOTTI '#ALDERONI -'#ARBONI pp. 1-9. A. Celant, L. Di Bella, F. Di Rita, V. Frezza, D. Magri, R.M. s-6ENDITTELLI Diritti e impianti di pesca degli enti Pichezzi, V. Ricci (2013), The transition from wave-dominated ecclesiastici romani tra X e XIII secolo, “Mélanges de l’Ecole estuary to wave-dominated delta: The Late Quaternary française de Rome”, 104, 2, p. 387-430 (disponibile on line stratigraphic architecture of Tiber River deltaic succession su: http://www.persee.fr/). (Italy), “Sedimentary Geology”, 284-285, pp. 159-180. s#-ORELLI Tracce dei sistemi territoriali e ambientali antichi, in Caravaggi Carpenzano 2008, pp. 27-41. s#-ORELLI !#ARBONARA 6&ORTE -#'ROSSI ! Arnoldus-Huyzendveld (2011), La topografia romana dell’Agro Portuense alla luce delle nuove indagini, in Keay, Paroli 2011, pp. 261-285. s#-ORELLI !-ARINUCCI !!RNOLDUS (UYZENDVELD Il Porto di Claudio: nuove scoperte, in Keay, Paroli 2011, pp. 47-65. s..EGRONI#ATACCHIOACURADI  Atti del IX Incontro di Studi del Centro di Studi di preistoria e archeologia (Valentano-Pitigliano 12-14 settembre 2008), Milano. s$2UGGERI -'ALA !&ACCIOLO -#'ROSSI #-ORELLI M.L. Rinaldi, S. Sivilli, E. Carrisi, D. Citro, F.R. De Castro (2010), Località Le Vignole, Maccarese (Fiumicino-Roma): risultati preliminari dello scavo protostorico, in Negroni Catacchio 2010, pp. 327-338. s#2UTILIUS.AMATIANUS Il ritorno/Rutilius Namatianus Claudius, a cura di A. Fo, Einaudi, Torino. s63CRINARI -!2ICCIARDI La Civilta dell’Acqua in Ostia Antica, Palombi, Roma. s!'3EGRE Considerazioni sul Tevere e sull’Aniene nel Quaternario, in Il Tevere e le altre vie d’acqua del Lazio Antico, “Archeologia laziale”, VII, pp. 9-17. s-3ERLORENZI "!MATUCCI !!RNOLDUS (UYZENDVELD ! De Tommasi, H. Di Giuseppe, C. La Rocca, G. Ricci, E.

88 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE THE DEVELOPMENT In the last millennia, the coastal plain of Rome has 2600 years ago this lagoon was affected by a sudden DYNAMICS OF THE COASTAL been subject to a very articulate environmental input of sea water, which transformed the basin from ENVIRONMENT AND THE evolution. In this process the Tiber, the second river lacustrine to brackish, thus potentially allowing salt TIBER of Italy and the largest along the Tyrrhenian coast, winning. It’s not known if the change was natural or ABSTRACT has played an essential role, since the delta was due to human influence. Anyway, at the time the width formed practically due to its presence. In the following of the dune belt was too small too accommodate a chapter, written from the geoarchaeological viewpoint, real city, as Ostia was later to become. By the V-IV the influence of the Tiber on the coastal landscape century BC the dune belt had sensibly grown in width, will be considered for the different periods (from the enough to allow the expansion of the city of Ostia. pre-protohistorical to the modern age), as well as the The conditions of the Maccarese pond must have interaction between the river, the valley and the coastal allowed salt winning from Etruscan times on. In this plain on the one hand and the society on the other. It is area, Roman imperial salt works and several late- interesting to follow how the environmental conditions medieval fish ponds were encountered and excavated. and resources of the coastal plain have changed over A temporary presence of the Tiber outlet in the area time, and have been used in different ways. of the imperial harbours, before its migration to the The deltaic environment is characterized generally by present course alongside Ostia, is now generally an interaction between the sea level variations and accepted, and has found confirmation in several the river network, with, in our case, as an additional stratigraphic drillings with 14C datings, and other data. factor the regional volcanism. The sediments that The available data converge to an avulsion of the Tiber make up the coastal plain of Rome can be related to outlet between the VIII and VI (V) century BC. the transgression phase that occurred after the last Another well known change of the Tiber course glacial expansion (which ended about 20.000 years occurred near Ostia during one of the violent 16th ago), when the sea level rose from below -100 m up century floods, the same ones that pushed into disuse to almost the present level. During this whole period, the Via Portuense by covering it with fluvial sediments, the position of the coast line has not been static: and that probably caused the collapse of a stretch of well known is e.g. its position in Roman times a few the roman road and the aqueduct into the river. In this kilometres backwards with respect to the current period, the historical coastline advance reached top coast line, and its recent retreat. values of 7,5 m/year. For each phase in this time span, the text centres The central part of the roman Via Portuense was on the following topics: the geological formation constructed on a viaduct, which by means of bridges dynamics, the spatial distribution of the various crossed water-filled depressions originated from environmental sectors and their vegetation, the hydrothermal activity, with gas and water leaking salt conditions of the lagoon waters, the human from the subsoil. Datings on the calcareous crusts interventions and the natural resources offered and embedded in the alluvial sediments have confirmed exploited in each sector. Another recurrent theme is its intermittent activity from pre-Roman times to the the course of the Tiber river over time. present day. The hydrothermality is considered to Many of the paleo-environmental data have been represent a final expression of regional volcanism. collected, in particular during the last decade, from drilling cores analyzed from the geological and paleobotanical viewpoint. One research concerns the development of the Stagno Ostiense. Around

LE DINAMICHE EVOLUTIVE DELL’AMBIENTE COSTIERO E DEL TEVERE 89 I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI

Cristina Imbroglini Percorrendo la via Portuense da Corviale al Porto I paesaggi collinari: da Corviale a Ponte Galeria di Traiano si attraversano paesaggi caratterizzati da forti elementi di continuità e, al tempo stesso, Da Corviale e Borgo Somaini. Corviale rappresenta, 1 di cambiamento. storicamente, un punto di passaggio. Nella “Quindi discendesi alla valle I paesaggi contemporanei della Portuense sono descrizione di Antonio Nibby che percorse il detta delle Vigne e dopo si sale al dorso detto del Crocifisso l’esito di un’incessante evoluzione, a volte radicale, territorio della via Portuense prima degli interventi […] dopo il quale lasciata un’e- dei rapporti tra dinamiche ambientali, assetti di bonifica degli inizi del ’900, la collina di Corviale dicola e quindi l’osteria della spaziali modi di abitare e vedere il territorio. È segna il limite tra il vignato di Roma e la campagna Speranza a destra sul ciglio 1 della discesa termina il vignato possibile tuttavia rintracciare degli elementi di incolta e paludosa . Anche il Tomassetti individua di Roma. Entrasi quindi in una continuità, alcune “resistenze”dovute a limiti all’altezza di Corviale il territorio delle vigne convalle, a destra e sinistra fisico-morfologici (l’acclività dei terrazzi fluviali, la suburbane di Roma al di là delle quali c’era l’aperta della quale sono disseminati 2 alberi di sughera e per essa tendenza agli allagamenti della piana costiera), a campagna . Nel 1974, Mario Fiorentino, incaricato discendesi nella valle del Rivo funzionamenti territoriali di lunga durata (il ruolo di della realizzazione Piano di Zona e dell’edificio Manliano”, Nibby 1827, p. 25 collegamento tra Roma e il mare) o a più recenti Corviale, apre la relazione di progetto affermando 2 dispositivi di vincolo e limitazione archeologica che: “La collina e il relativo crinale dove avverrà Chiumenti, Bilancia 1979, p. 383. e ambientale (le riserve naturali, le aree dei l’intervento di Corviale rappresentano una testa di

3 rinvenimenti archeologici ecc.). ponte tra la città e la campagna; una città quale M. Fiorentino, Relazione al- Continuità e cambiamento si svelano sia lasciando noi la conosciamo, aggregato informe con pieno legata al Piano di Zona n° 61, parlare gli spazi, sia comparando quello che si carico edilizio”3. Corviale, 1974. osserva oggi con i racconti e le descrizioni di Ancora oggi, alle spalle di Corviale, la valle del 4 storici, topografi, archeologi, antiquari, scrittori e fosso della Magliana conserva molti elementi Lo stato di questa parte di Agro giornalisti che hanno osservato questo territorio in caratteristici del paesaggio della bonifica: la rete Romano, compresa nella tenu- ta dei Mattei, alla fine dell’800 un lontano o recente passato. di canali e strade poderali, i filari di eucalipti, i (prima delle bonifiche) è de- Il testo che segue è quindi un racconto di viaggio centri rurali che permisero di prosciugare i terreni, scritto da Giuseppe Tomasset- nei paesaggie nelle loro narrazioni. debellare la malaria, tornare ad abitare e coltivare ti: “nel 1802 quando Pio VII pro- 4 mise premi a chi migliorasse le aree in abbandono . coltivazioni dell’Agro Romano, In questa continuità di assetti e trame, che Basilio Salvi e altri speculatori l’istituzione della Riserva naturale della Tenuta dei

90 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE si misero d’accordo con i Mat- Massimi ha contribuito a mantenere, sono evidenti Riserva naturale della Tenuta dei Massimi, un tei per stabilire una colonia di agricoltori fissi. Radunatine un tuttavia anche forti tendenze al cambiamento. grande parco agricolo urbano, sono ancora in gran centinaio, si diede inizio ad un Ristoranti, luoghi per eventi e cerimonie, campi parte inespresse. disboscamento […] ma l’isola- sportivi, residenze per vacanze e persino un Intanto nelle aree non più coltivate, lungo le mento dell’impresa, la deficien- za della rete stradale, la carenza parco dell’arte e dell’architettura (il parco nomade strade proliferano attività marginali e usi illeciti d’acqua e l’aria malsana fecero progettato da João Nunes5) testimoniano un nuovo e degradanti, in particolare ai margini del bosco fallire l’iniziativa. Durante l’esta- te molti contadini si ammalaro- modo di vivere la campagna intorno alla città, Somaini. Tra la valle del fosso della Magliana e no, alcuni morirono e altri torna- facendone un luogo del loisir, in cui nascono e il Borgo Somaini la Portuense attraversa infatti rono alle loro case. Del tentativo si consolidano attività legate al tempo libero. Il un’area boscata, residuo delle foreste mesoxerofile di bonifica rimasero solo alcuni vigneti senza che però fosse cambiamento è reso evidente, paradossalmente, che un tempo caratterizzavano versanti e aree possibile mantenervi residenti più dalla proliferazione di elementi “vernacolari” sommitali delle colline. Antonio Nibby identifica in stabili”, in Chiumenti Bilancia non sempre autoctoni (staccionate in legno, questo bosco come una parte della Sylva Maesia, 1979, p. 380. cancelli e insegne tipo ranch, ruote, anfore, carretti contesa tra Romani e Veienti: “la strada entra nella 5 e carriole utilizzati come porta fiori o elementi Selva dei Mattei la quale continua da questo punto Il Parco Nomade parzialmente decorativi), che da elementi estranei ma funzionali per tutta la salita della casetta e per la spianata realizzato lungo via del Fosso della Pisana e inaugurato nel alle nuove attività (parcheggi, campi gioco, tribune del dosso seguente, lasciandosi dove comincia la giugno 2010 è stato promosso spettatori, immancabili castelli gonfiabili). discesa detta della Muratella […] Questa selva è dalla Fondazione Volume! as- sociazione culturale no-profit, In questo primo tratto della via Portuense, in la celebre Sylva Maesia nominata da Livio tolta da con la partecipazione dell’As- particolare all’incrocio e lungo via del Ponte Anco Marzio ai Veienti l’anno 121 di Roma: essa sessorato alle Politiche Cultu- Pisano e, più avanti nel Borgo Somaini, le nuove però in origine era più vasta e forse prendeva dal rali e alla Comunicazione del 7 Comune di Romae dell’Ente attività non sono connesse a forme di agricoltura Tevere fino all’Arrone” . Roma Natura che gestisce la multifunzionale (agriturismi, aziende con vendita Una descrizione più recente del bosco è quella Riserva dei Massimi. Il proget- diretta) o di agricoltura hobbistica6 (quella che della Società Botanica Italiana che, durante un to del paesaggista portoghese João Nunes con la direzione Donadieu associa a pensionati, agricoltori in sopralluogo del 1952, rileva la presenza di cerri, artistica di Anomiastudio ar- pensione, cittadini che vivono in campagna) ma farnie e sughere8. chitetture “prevede l’istallazio- sono prevalentemente attività “urbane” ambientate Il bosco è ancora oggi una riserva di biodiversità ne sul territorio (che rimarrà a destinazione agricola, trasfor- in un paesaggio rurale di pascoli e seminativi. forestale, residuo di un paesaggio naturale quasi mandosi quindi in base al suc- Le potenzialità connesse alla istituzione della del tutto scomparso, oggetto di visite guidate

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 91 cedersi delle stagioni) di diver- si “moduli”, realizzati dagli ar- tisti proposti dalla Fondazione in coppia con architetti di fama internazionale. I moduli saran- no nomadi, ovvero trasportabili in altri ambiti, territori e città […]. Il singolo contenitore mo- dulare e, in maniera sistemica, la sua moltiplicazione e la sua collocazione nello spazio ge- nerano nel tempo infiniti assetti spaziali, realizzando relazioni e rapporti di volta in volta diffe- renti con l’ambiente nel quale si collocano. Un paesaggio quindi mutevole ma allo stesso tempo privo di segni perma- nenti, un intervento reversibile e leggero, forte solo nelle idee di spazio che di volta in volta vengono proposte allo spet- tatore”, in www.anomiastudio. com/portfolio/parco-nomade/

6 Donadieu 2006, p. 127.

7 1. La campagna oltre Corviale. Nibby 1827, p. 25.

8 Cfr. “Annali di Botanica”, 24, (e recentemente meta di una iniziativa volta a strada sia per motivi di sicurezza che di fruizione 1954, CNR, Università degli promuovere la fruizione delle aree protette con i visiva del paesaggio agrario collinare; riorganizzare Studi di Roma La Sapienza, 9 Dipartimento di Biologia Ve- mezzi pubblici ), è però anche l’area più insicura. e razionalizzare accessi e spazi di sosta delle getale. Il progetto della Portuense strada paesaggio nuove attività. proposto in questo studio costituisce un primo 9 Nel 2013 Romanatura ha pro- fondamentale step per l’infrastrutturazione e il Da Borgo Somaini a Ponte Galeria. Dopo Borgo mosso cinque appuntamenti presidio del territorio. In questo tratto collinare gli Somaini la Portuense passa sopra il GRA e questo nella Natura e nella Storia di interventi di riconfigurazione dello spazio lineare attraversamento coincide con il passaggio ad un Roma promuovendo la fruizio- ne delle aree protette attraver- della strada e dei bordi hanno come obiettivi paesaggio collinare completamente diverso: rupi so i mezzi pubblici, due ave- quelli di favorire nuove modalità di percorrenza, e piccoli canyon che interrompono le ondulazioni vano il bosco Somaini come anche lente, garantendone sicurezza e comfort; collinari, polvere e canneti e soprattutto un meta delle visita naturalistica guidata. aumentare la permeabilità visiva da e verso la andirivieni di camion che sbucano dai lati della

92 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 2. Corviale visto dalla via Portuense oltre il fosso della Magliana.

strada segnalano con chiarezza la presenza di (è uno degli insediamenti su cui si sono riversati cave e discariche di inerti in gran parte ancora in per anni gli inquinanti di Malagrotta). È solo un funzione. I centri rurali della bonifica (con casali luogo “possibile”, sufficientemente nascosto da e sylos) sono per lo più ruderi. L’abbandono occultare le pratiche illecite che lo hanno generato. dell’agricoltura, la disponibilità di materiale La mancanza di relazione con il paesaggio, intesa da costruzione sono stati alcuni dei fattori come indifferenza alla morfologia, tendenza 10 che hanno favorito la nascita, in questo tratto all’introspezione ecc. è evidente in tutte le parti L’insediamento di Spallette com- della Portuense, dell’insediamento abusivo di dell’insediamento dalle più vecchie alle più recenti. pare come “area urbanizzata a- 10 busivamente” già in una mappa Spallette . Questi fattori sono gli unici elementi Le prime costruzioni si sono sviluppate su un del territorio di Roma contenuta di relazione con il contesto. Spallette non è ripido pendio a ridosso della Portuense seguendo in Benevolo 1977 e citata anche un luogo appetibile in termini di vicinanza alle una logica di adattamento, mimesi e progressivo in Clementi Perego 1983. infrastrutture, panoramicità, qualità ambientale aggiustamento tipica degli insediamenti abusivi.

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 93 3. La campagna tra la valle del fosso della Magliana e il Borgo Somaini.

Case mono e bifamiliari, palazzine, villette a caratterizza gli spazi pubblici: il parco 11 schiera, tutti contraddistinti da un carattere di recentemente realizzato sulla sommità Si adatta perfettamente a Spal- mai finito11 tipico del fai da te domenicale in cui dell’insediamento e delimitato da una alta inferriata lette la descrizione di Bellicini: le famiglie hanno investito tempo e risparmi, si presenta dei caratteri di “urbanità” che stridono “Nel caso della produzione abusiva, […] lo sforzo è quello alternano a depositi di materiali, aree incolte, pollai. con l’intorno: specie arboree tipiche dei parchi di tenere il più possibile aperto Per adattarsi al pendio edifici e spazi aperti sono urbani, percorsi mattonati, aree gioco impermeabili il ventaglio delle possibilità nel sorretti da muri di sostegno, pali di cemento a vista, con i soliti giochi standard, spazi di cui la natura si contemporaneo contenimento dei costi: non c’è progetto fi- terrazzi e scarpate; le strade seguono sempre la è già riappropriata, perché in attesa della cessione nale, la costruzione si arresta via più breve e affrontano la massima pendenza al Comune, il parco aperto solo saltuariamente, di fronte all’esaurimento delle trasformandosi in cascate ad ogni temporale; i è stato invaso da malva, cicoria, graminacee, disponibilità finanziarie per riprendere quando si sono fossi sono stati tombati (a tratti) e dopo piogge papaveri e le immancabili canne. ricostituite, l’impresa viene più o meno eccezionali, sono frequenti allagamenti Davanti al “fallimento” del parco ci si chiede coinvolta solo parzialmente, e smottamenti con conseguenti interruzioni e se questa città abusiva, nata da processi di solo per alcuni operai e solo per alcune parti della struttura, deviazioni del traffico interno. autocostruzione individuali, non sia geneticamente quando non tutto avviene in au- L’indifferenza al contesto è evidente anche nelle refrattaria ad ogni intervento pubblico calato tocostruzione, e anche quando realizzazioni più recenti previste dal Piano di dall’alto, se il parco non sia l’immagine frattale di ad esempio la costruzione as- 12 sume un aspetto concluso, re- recupero urbanistico della ex zona “O” : piccoli quel fallimento dell’urbanistica messo in evidenza stano sempre i ferri ‘armati’ per condomini barricati all’interno di alti muri di nei diversi studi sulle periferie spontanee, dai testi una possibilità futura, e vengo- cinta, villette a schiera con ampie pareti vetrate ormai storici di J.C Turner13 a quelli sulla periferia no ancora rimandati nel tempo 14 i «lavori non indispensabili» che si affacciano però sul tratto più angusto romana di A.Clementi e F. Perego , fino ai più come quelli di completamento della via Portuense, di fronte a una scarpata con recenti studi di F.Zanfi15. e in particolare di rifinitura”, vegetazione infestante che funge da barriera. A Spallette l’impressione è che non ci sia poi Bellicini 1989. La stessa noncuranza verso il paesaggio molta differenza tra gli interventi abusivi e quelli

94 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 4. Spallette. 5. Spallette. 6. Spallette.

pianificati, anche questi ultimi infatti risultano In questo processo potrebbero acquistare un 12 Approvato con deliberazione episodici, frammentari, dettati dalla necessità di nuovo significato i lotti rimasti liberi, dentro e ai di Giunta Regionale 529/2004 reperire i pochi spazi liberi rimasti impegnando margini dell’insediamento. Si tratta di frammenti e successiva deliberazione il minimo delle risorse. Il parco è uno dei pochi o residui, quasi un terzo paesaggio18, che di Giunta Regionale rettifica 1130 /2004. interventi pubblici realizzati, forse perché il più attraverso interventi minimali di recupero della economico e di pronto effetto… salvo poi rimanere stabilità (drenaggi, piccoli movimenti di terra), 13 chiuso e inutilizzato per anni. assecondando anche dinamismi vegetazionali Charlewood Turner 1978. Anche il processo di partecipazione avviato spontanei, potrebbero costituirsi come rete di 14 dall’Assessorato all’urbanistica16 non ha prodotto connessioni funzionali e ambientali: percorsi nel Clementi Perego 1983. risultati significativi. Forse perché riguardava verde, spazi lineari attrezzati per il gioco e lo sport, 15 un nuovo intervento residenziale e, solo fasce di protezione delle linee d’acqua, piste Zanfi 2008. marginalmente, l’adeguamento di una strada ciclopedonali. carrabile e la realizzazione di una rete di percorsi Il diritto a spostarsi e ad accedere all’area 16 17 Ai sensi del Regolamento di pedonali . metropolitana attraverso interventi a favore della partecipazione dei cittadini O forse perché a Spallette gli interventi più mobilità sostenibile e del trasporto pubblico è alla trasformazione urbana ap- necessari sono proprio quelli che potrebbero essenziale per questa area periferica che ha la provato dal Consiglio Comuna- le con la delibera 57/2006. favorire e sviluppare il senso di comunità: spazi, Portuense come unica via di accesso e Ponte strutture e servizi per bambini, famiglie, anziani, Galeria come centro principale di riferimento 17 magari coinvolgendo gli abitanti in un processo (distante poco più di un chilometro ma di fatto Cfr. Documento della parteci- pazione, programma integrato di autocostruzione (più che di partecipazione) irraggiungibile a piedi o in bicicletta). della trasformazione prevalen- in modo da favorire anche un percorso di L’insediamento di Ponte Galeria svolge infatti un temente residenziale Portuen- responsabilizzazione verso lo spazio collettivo e il ruolo essenziale di accesso alla linea del ferro se-Spallette. prot. 11955 del 4 giugno 2010. paesaggio. e ai servizi essenziali (sia per gli insediamenti

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 95 abusivi dell’area collinare che per quelli della piana I nuovi insediamenti della piana costiera, dai grandi costiera), in continuità con un ruolo antichissimo interventi unitari ai quartieri abusivi come Piana del di crocevia e di insediamento stabile che derivava Sole, si sono di fatto posizionati all’interno della dalla posizione emergente, rispetto a un contesto griglia ortogonale della bonifica, assecondandone paludoso del conoide del fosso Galeria. ritmi e allineamenti. L’esito non è tuttavia quello di un paesaggio ordinato. L’accostamento di insediamenti e infrastrutture di I paesaggi della piana costiera: da Ponte dimensioni così eterogenee (l’autostrada e le sue Galeria al porto di Traiano complanari rispetto alle strade locali e poderali, i grandi contenitori commerciali e fieristici rispetto Da Ponte Galeria alla Nuova Fiera. Oltre Spallette alle case mono e bifamiliari ecc.) creano un effetto la Portuense inizia la discesa verso Ponte Galeria. di “fuoriscala” che non è tanto una questione Dalla sommità dell’ultima altura si ha una visione formale o una figura retorica quanto un problema 18 complessiva della piana costiera, molto differente reale che si traduce in disfunzionamenti e disagi L’interesse per questi spazi dal punto di vista ecologico (cfr. da quella di 60 anni fa, descritta da Nello Ciampi, per chi abita e frequenta questi territori. Clement 2005), e sociale ha in un articolo su Capitolium del 1949: “Se oggi ti Il primo fattore di disagio è determinato prodotto nuove sperimenta- affacci dalle ultime alture della via Portuense, là dall’obbligo di abbandonare, dopo il passaggio zione progettuali in Europa, in particolare in Spagna, dal re- dove essa discende con un ripido declivio verso sotto l’autostrada la Portuense ottocentesca 21 cupero lotti urbani abbandona- Ponte Galeria, tutta la piana un tempo acquitrinosa (che prosegue per Fiumicino) per prendere le ti e in attesa di edificazione del ti apparirà come un’immensa distesa di variegate complanari che costeggiano le grandi distese programma estonoesunsolar (http://estonoesunsolar.es/), coltivazioni intersecate da strade e da casali di parcheggi della fiera e l’autostrada. Per chi alla rigenerazione temporane- punteggiata da piccole costruzioni rurali fino alla era abituato a percorrere la vecchia strada, ma a di spazi per attività sportive scintillante linea del mare”19. anche per i nuovi avventori, il disorientamento, la informali, di strada come il campo de futbolcallejero del Oggi la distesa che si apre alla vista è quella sensazione di avere imboccato una via laterale collettivo De la Calle (http:// dei capannoni di Commercity, della Nuova Fiera che non prosegue oltre ma si ferma alla fiera è thegreatoutdoors.typepad. di Roma, del Centro commerciale da Vinci, inevitabile. com/delacallefc/); queste e- sperienze sono caratterizzate intersecata da reti viarie con alcune aree agricole A nulla valgono i cartelli e le indicazioni stradali da una grande economicità residuali. per orientarsi in questo dedalo di svincoli, come delle realizzazioni, con una Eppure esiste una certa continuità. Gli dimostrano le auto che si fermano al bivio che tendenza al riciclo di materiali che le differenzia dalla prime, insediamenti contemporanei della piana costiera immette sull’autostrada, le pericolose retromarce, quasi storiche, esperienze dei seguono allineamenti e orientamenti della bonifica gli scavallamenti delle aiuole spartitraffico e community garden del nord novecentesca: la maglia ortogonale costituita persino i tentativi di inversione su strade di America. dalla rete dei canali, dalle strade poderali, dai scorrimento. 19 filari frangivento di eucalipti è una maglia così Stessa cosa se si procede a senso inverso, da Ciampi, 1949, p. 109. strutturante e pervasiva da aver cancellato il Fiumicino verso Roma, dove la deviazione del

20 passato (modificando assetti idrogeologici, traffico dalla via Portuense obbliga a percorrere 20 Sul processo di trasformazione ambientali e climatici , radendo al suolo e quella che sembra (e di fatto è) la strada di del paesaggio e dell’ambiente utilizzandole come materiale di colmata le accesso a Commercity. litoraneo prodotto dagli inter- venti di bonifica si veda Imbro- permanenze archeologiche, come l’acquedotto Questo intreccio di strade di scorrimento, svincoli glini 2008. Portuense) e da aver condizionato pesantemente autostradali, complanari e strade locali interferisce presente e futuro. anche sugli spostamenti a piedi, rendendo la vita

96 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 21 Una descrizione della Portuen- se ottocentesca, in rapporto al tracciato della via romana è contenuta nel testo di Nibby: “La via antica raggiunge la stra- da attuale che si dirigge in linea retta a Porto. Questa strada è stata recentemente costrutta, nell’anno 1822 e dopo due anni di lavoro fu aperta al carreggio; precedentemente la strada dopo il Ponte Galeria torceva a sinistra e, dopo aver raggiunto la riva del fiume, lo costeggia- va fino a Porto, con pericolo de’ viandanti, ed era sempre soggetta a grave dispendio pel mantenimento essendo espo- 7. L’aeroporto visto dalla via Portuense. sta a continue dilamaturee alle inondazioni del fiume. Savio consiglio fu certamente quello di rettificare questo tronco di difficile sia a chi viene dai parcheggi sia a chi sono frequenti. In un articolo del 2007 pubblicato strada riducendola all’anda- arriva con il treno scendendo alla nuova fermata su Repubblica si legge: “decine di persone si mento dell’antica via, allonta- nandola dalle sponde del fiume “Fiera di Roma”. In occasione di grandi eventi incamminano lungo il perimetro della Nuova senza perdere l’amenità delle (Romics, Moa Casa, concorsi ecc.) folle di pedoni Fiera di Roma senza sapere che li aspetta una sue rive […] la strada nuova sono costrette a percorrere la via Portuense tra marcialonga di almeno 20 minuti sotto il sole a mentre segue l’andamento dell’antica non si immedesima macchine parcheggiate selvaggiamente ai bordi martello, seguendo indicazioni vaghe e latitanti, propriamente con essa così o ad attraversare aree verdi ormai solcate da spesso sul ciglio di una strada senza marciapiedi come è stato riconosciuto negli percorsi spontanei. a rischio di farsi arrotare dai camion che scavi fatti l’anno 1822 per cer- care materiali che possono ser- Nella cronaca di Roma gli articoli che descrivono sopraggiungo in continuazione e ci costringono vire al massicciato della nuova l’accesso alla Fiera come una impresa disperata a fare i suffumigi coi gas di scarico. […] Le strada”, Nibby 1827, p. 27.

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 97 22 indicazioni stradali non mancano fin dal GRA, collegamento con la stazione ferroviaria. Lugli 2007. almeno questo bisogna riconoscerlo. Dopo i primi Gli spazi interstiziali tra i recinti della Fiera, di 23 chilometri di autostrada, direzione aeroporto, Commercity e del Centro di Identificazione e In una lettera al Messaggero un cartello ci incanala in una sorta di pista Espulsione sono aree incolte e abbandonate, terre pubblicata il 19 febbraio 2009 una mamma scrive: “Il comune serpeggiante nella campagna e qui arriva la prima di nessuno in cui si concentrano usi impropri e di Roma quando diede l’autoriz- sorpresa: all’improvviso sbuca un segnale che spesso illeciti: parcheggi improvvisati, discariche zazione per la costruzione della avverte: ‘solo autorizzati’. E perché non ce l’hanno abusive24. Nuova Fiera di Roma ordinò a quest’ultima la creazione di detto prima? Chi sono gli autorizzati? Adesso che Il progetto di tutela e valorizzazione dei servizi all’interno e nel proprio faccio? Tornare indietro in contromano, a rischio rinvenimenti archeologici della Fiera, illustrato perimetro per i cittadini, uno fra di farsi ammazzare, è fuori questione. L’unica è nella terza parte del libro, e in particolare il questi era appunto la ristruttu- razione di un vecchio casale da proseguire. Ma il divieto, evidentemente, era uno progetto paesaggistico delle antiche direttrici adibire ad asilo nido comunale. scherzo. La prima indicazione che compare è della via Portuense Antica e dell’acquedotto, Qui nascono i problemi: il man- quella che ti porta all’ingresso est. Non avendo nonché della via Portuense ottocentesca, assunta to erboso all’esterno del casale oltre a essere abbandonato a la minima idea di dove andare, tutti la seguono come strada parco, può svolgere un ruolo di se stesso […] non ha alcun im- docilmente e si ritrovano in trappola, davanti a due riconnessione funzionale e spaziale all’interno pianto di irrigazione con conse- parcheggi straripanti di macchine e moto […]. dell’insediamento contemporaneo, migliorandone guente inaridimento del manto, inaccessibile nei periodi più cal- L’unico accesso alla Fiera è quello dell’ingresso accessibilità e vivibilità, riconnettendo i singoli di (quando dovrebbero uscire i nord che, bordeggiando lungo la recinzione, dista elementi (storici e contemporanei) al contesto nostri figli in giardino); interpel- più di due chilometri. Ma nessuno te lo ha detto paesistico e ambientale. Gli ampi spazi verdi lineari lati gli enti interessati la risposta è stata se ne deve occupare prima. Lungo il tragitto, tutto a naso visto che costituiti dalle aree di vincolo, divergenti rispetto la Fiera di Roma…Ma la cosa all’improvviso le segnalazioni sono scomparse, agli orientamenti e allineamenti della bonifica sconvolgente è che un nido Co- munale non abbia alcuna linea c’è chi sacramenta di brutto, chi risparmia il fiato (e dei nuovi insediamenti) possono costituirsi, telefonica tranne un cellulare per camminare e chi dà forfait e torna indietro a nel rispetto del testo archeologico e di future dato in dotazione alle educatrici riprendere la macchina. Molti fortunati hanno già possibilità di indagine e scavo25, come elementi di dallo stesso Municipio. […] A questi disagi si aggiungono poi posteggiato al parcheggio nord ma forse avevano connessione tra infrastrutture, parcheggi ed edifici, quelli di una viabilità assurda, e qualche fonte segreta. A noi comuni mortali non veri e propri parchi in cui spostarsi agevolmente, la mancanza di servizi pubblici al resta che sudare, rassegnarci e prepararci alla passeggiare, sostare, ritrovare suggestioni culturali cittadino (marciapiedi, autobus 22 ecc.). Sapete che nei giorni di maratona del ritorno” . e ambientali in grado di dare nuova identità e fiera la gente, pur di non pagare Disagi e disfunzionamenti caratterizzano anche riconoscibilità complessiva ad un insieme di i parcheggi a pagamento della gli insediamenti storici e consolidati rimasti trasformazioni frammentarie ed eterogenee. fiera stessa, viene a parcheggia- re nella stradine di ingresso al interclusi, isolati dal contesto che ne giustificava e Alle aree di valorizzazione archeologica è affidato nido? Sapete che in quei giorni ne garantiva l’esistenza, soffocati da infrastrutture anche il compito di riconnessione con paesaggio spesso siamo costretti a par- ed edifici sovradimensionati con i quali non della Riserva Naturale del Litorale26, con il Parco cheggiare lungo la via Portuen- 27 se? Interpellati i vigili, posti a 50 hanno alcuna relazione funzionale: il piccolo fluviale del Tevere e con il parco archeologico metri dal nido, la risposta è stata nucleo residenziale che taglia in due la Fiera; il monumentale dei Porti di Claudio e di Traiano, di S. “noi non possiamo fare nulla in casale ristrutturato come locale per ricevimenti Ippolito, della necropoli di Porto, della via Severiana. quanto non vi è una segnaletica adatta ad impedire la sosta a ormai nascosto dal distributore di benzina e dal lungo termine“. parcheggio dell’ingresso ovest; il casale Torlonia, Lo SPI. Oltre la Fiera di Roma il paesaggio

24 sede dell’agri-asilo comunale, sovrastato dai diventa “asimmetrico”. A sinistra della via 23 Nel novembre 2013 è stata po- capannoni e inaccessibile durante le esposizioni ; Portuense (su cui finalmente ci si reimmette dopo sta sotto sequestro una disca- il centro rurale sotto la passerella pedonale di l’ennesima rotatoria) si apre la vista dei campi

98 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE rica abusiva di circa 5.000 mq, contenente rifiuti pericolosi, a ridosso degli spazi espositivi della Fiera (“La Repubblica”, Cronaca di Roma, 20 novem- bre 2013, p. 13).

25 I criteri progettuali definiti nel- la terza parte del testo sono orientati alla integrazione tra esigenze di tutela e valorizza- zione archeologica e esigenze di fruizione e trasformazione contemporanee. Tali criteri sono stati definiti in rapporto alle esigenze di tutela, prote- zione e documentazione dei rinvenimenti archeologici, dei caratteri fisico-ambientali del contesto, delle specificità dei progetti di trasformazione in corso e dei temi più innovativi del dibattito scientifico e disci- plinare in matteria di conserva- zione e valorizzazione archeo- logica e paesistica. Tali criteri riguardano in particolare: la definizione di modalità di sca- vo e di rilievo atte a garantire contemporaneamente la tutela dei reperti, la documentazione relativa e lo svolgimento delle attività di cantiere; la prote- zione dei reperti archeologici in rapporto ai caratteri e alle specificità ambientali di un contesto di bonifica; la leggibi- lità archeologico-paesistica in- tesa come modalità di rilettura 8. Lo SPI. e reinterpretazione critica dei rinvenimenti; gli usi compatibili con le esigenze di tutela e valo- rizzazione archeologica. coltivati a seminativo oltre i quali si scorge la all’interno del paesaggio agrario di bonifica. vegetazione igrofila dell’argine del Tevere, una Impianto urbano (grandi piazze con obelischi, 26 Istituita il 29 marzo 1996 con fascia continua che segue l’andamento sinuoso boulevard pedonali, giardini) e tipologie edilizie decreto del Ministro per l’Am- del corso d’acqua, avvicinandosi e allontanandosi (palazzi con colonnati e timpani) confermano un biente, comprende l’area tra dalla strada. A destra si trova il fronte continuo assetto monumentale, in parte ispirato alla città Fiumicino, Ponte Galeria, Ostia Lido, Ostia Antica, Infernetto, del Parco Leonardo. Questo insediamento, storica (la piazza ellittica aveva forma e dimensioni Acilia, Vitinia, Casalpalocco, il denominato Sistema Polifunzionale Integrato28, nel di Piazza Navona) in parte alle sistemazioni parco urbano di Castel Fusano e le dune di Capocotta e ha tra progetto originale redatto da Ricardo Bofill nel dell’area archeologica centrale di Roma (esedre le principali finalità, definite nel 1990 era un pezzo di città consolidata trasferito di pini, gruppi di cipressi ecc.).Dell’ambizioso

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 99 decreto istitutivo: la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, monu- mentale e culturale, anche con riferimento al patrimonio storico- architettonico di edilizia rurale minore.

27 Il comitato istituzionale dell’au- torità di bacino del fiume Tevere con delibera n. 104 del 31 luglio 2003 ha adottato il progetto di piano di bacino del fiume Teve- re – V stralcio funzionale per il tratto metropolitano da Castel Giubileo alla foce – p.s. 5.

28 Il Nuovo Piano Particolareg- giato (NPP 23) del Sistema Polifunzionale Integrato (SPI), in variante al PRG di Roma del 1962, è stato adottato con de- liberazione del Consiglio Co- munale 69/1997 ai sensi della legge 1150/1942, al fine di ri- considerare l’originaria funzione industriale prevista dal PRG e considerata non più idonea nel contesto economico e territoria- le della fine degli anni ’90.

29 Anche questo un “classico” ro- mano come testimoniato nella ormai storica puntata di “Re- 9. La piana di bonifica dopo Parco Leonardo. port”, I re di Roma, del 4 maggio 2008.

30 progetto di Bofill è rimasto l’impianto generale, Attraverso una rete viaria in continuo “Tra i capannoni e gli showroom che si estendono per 207.000 i progetti architettonici dei singoli complessi aggiustamento e attesa di potenziamento, come metri quadrati […], a due passi edilizi, affidati ad altri progettisti, sono un suggeriscono le file interminabili di new jersey dal Parco Leonardo, negli anni si catalogo dell’edilizia speculativa romana, ma in plastica, la segnaletica provvisoria e gli usi è sviluppata una piccola China- town dell’ingrosso dove trovare quello che rende l’insediamento un classico impropri (parcheggi improvvisati, strade sterrate capi d’abbigliamento, scarpe, quartiere dormitorio della Roma oltre GRA è la invase dal traffico ecc.) lungo la Portuense e le borse, mobili, arredi per negozi. mancata realizzazione di molti servizi pubblici complanari all’autostrada, un popolo di pendolari Manichini compresi. Qui sono cinesi le insegne, le commesse, (parchi, scuole, ecc). Sono invece presenti, e anzi raggiunge ogni giorno Roma o Fiumicino. Fanno i titolari dei negozi. E cinesi sono realizzati prima delle residenze, i servizi privati (la eccezione i molti abitanti di origine cinese, anche i proprietari delle case del multisala e il centro commerciale). Quasi del tutto concentrati prevalentemente sul lato ovest vicino Parco Leonardo”, Paolini 29 2012. invenduti o sfitti i negozi al piano terra e gli uffici . dell’insediamento, che lavorano in gran parte

100 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 31 Studio Trasportistico del Siste- ma viario Roma- Fiumicino re- datto per il Comune di Fiumicino da Steer Davies Gleave (agosto 2005).

32 Valutazione di impatto ambienta- le del Progetto definitivo dei Par- cheggi e del Centro Commer- ciale metropolitano “Leonardo” in attuazione del Nuovo Piano 10. Portus dalla via Portuense dopo una pioggia. Particolareggiato 23, 2002.

33 Erano previsti un Parco Urbano nella vicina Commercity definita la Chinatown e misure di mitigazione e compensazione nello (in parte realizzato) e un Parco dell’ingrosso30. Studio di impatto ambientale32. Proprio il sistema Naturalistico (non realizzato) a cui era affidato anche il compito L’accessibilità territoriale allo SPI da e verso delle complanari avrebbe infatti dovuto consentire di connessione tra insediamento Roma e Fiumicino è fortemente condizionata dalla la valorizzazione della Portuense ottocentesca e paesaggio agrario circostante. incompleta realizzazione del sistema di complanari come strada parco e asse portante di un sistema

34 e svincoli autostradali previsto dal PRG di di connessioni ciclopedonali tra residenze, scuole, 33 Ciampi 1949, p. 110. Fiumicino (adottato nel 1999) e da un successivo servizi sportivi, parchi , intese come vere e studio trasportistico del 200531, ma anche dalla proprie fasce attrezzate destinate a ospitare, oltre 35 Con la bonifica: “Gli assetti mor- mancata realizzazione del sistema di spazi verdi al percorso pedonale e ciclabile protetto, spazi fologici e ambientali dell’area e connessioni pedonali che erano state inseriti lineari per il gioco e lo sport, aree di sosta ecc. litoranea vennero modificati radi- come interventi finalizzati all’inserimento paesistico calmente […] Il disboscamento,

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 101 l’eliminazione delle aree a pasco- Oltre lo SPI verso il parco di Traiano. Superata archeologica di Portus (di proprietà demaniale) lo e l’introduzione del seminativo l’ennesima rotatoria la Portuense torna a essere restano dentro le rispettive recinzioni, tra loro determinarono la riduzione, se non la scomparsa, degli ambienti una strada a due corsie costeggiata da pini. Sul separati. forestali tipici dell’area litoranea (i lato sinistro la vista è limitata dal rilievo dell’argine e Sulla proprietà privata del bacino portuale e sulle boschi misti planiziali e i boschi della vegetazione riparia del Tevere che dista pochi diverse attività, a scopo di lucro, ospitate nel igrofili) e la alterazione degli eco- sistemi litoranei delle dune sab- metri dalla strada. In fondo si vede la vegetazione tempo, si sono combattute significative battaglie biose a macchia mediterranea. che circonda il Porto di Traiano. Sul lato destro, oltre civili, volte a salvaguardare, valorizzare e rendere La alterazione degli habitat ha i campi e i filari di eucalipti si vede in lontananza fruibile un paesaggio archeologico e naturalistico inoltre compromesso e significa- 37 tivamente ridotto la biodiversità l’aeroporto, avverando così previsioni e speranze di indubbio valore “sequestrato alla collettività” . vegetale e animale, favorendo la contenute nella descrizione di Nello Ciampi del Nell’agosto del 1975 L’Unità pubblica un articolo diffusione di specie alloctone e 1949: “Ed eccoci dunque nella vasta piana della molto critico che denuncia, tra i primi, l’assurdità ubiquitarie, causando con con- seguenze anche sul microclima Bonifica di Porto che la mia fantasia già popola di realizzare uno zoo safari all’interno dell’area dell’area costiera”, Imbroglini di aviorimesse, di lunghe piste ove si succedono del bacino portuale, recintata per lo scopo: “I 2008, pp. 51-62. rullando gli scintillanti colossi dell’aria, di torrette fenicotteri rosa, gli uccelli acquatici le zebre e le

36 per segnalazioni, di parchi automobilistici, di officine giraffe sono già arrivati e ora si aspettano felini e La linea di costa è avanzata di immense, in un fervore nuovo di vita accanto alla gli altri animali selvatici dall’Africa. […] Nei 120 circa 3 km dall’epoca romana ad maestà dei ruderi intorno al lago di Traiano e alla ettari di terreno coperto di pini, salici e lecci, che oggi, cfr. A. Arnoldus-Huyzend- veld, Le dinamiche evolutive possente bellezza dei pini romani che gli fanno da affondano le loro radici su monumenti di epoca 34 dell’ambiente costiero e del Te- corona in un paesaggio solenne” . romana ancora tutti da scoprire, pagando un lauto vere, infra, pp. 72-89. Se ci si concentra sul paesaggio in primo piano si biglietto si potrà entrare a vedere i leoni, gli elefanti

37 ha tuttavia l’impressione di percorrere la Portuense e gli ippopotami. Attorno alla grande area (nota Cederna 1994. all’ultimazione della bonifica, con la rete di canali e col nome di Villa Torlonia), continuano a sorgere le strade poderali in piena efficienza, le siepi ripariali recinzioni, mentre si costruiscono all’interno strade 38 R.R. 1975. mantenute, i campi coltivati, i casali abitati (anche che attraversano il parco. Un fervore di lavori che se alcuni sono convertiti a nuovi usi: maneggi, fa prevedere l’apertura dello zoosafari nel prossimi 39 agriasilo privato ecc.). mesi, in spregio ad ogni vincolo monumentale e Cederna 1975, p. 88. Più si procede più sembra di tornare indietro paesaggistico”38. 40 nel tempo; dopo l’incrocio con Viale di Porto il Nello stesso anno Antonio Cederna inizia una Cederna 1982. paesaggio sul lato sinistro della via Portuense è battaglia culturale, combattuta con continuità fino

41 quello ante bonifica, dove le bufale pascolano tra al 1996, per “assicurare al pubblico godimento” 39 Cederna 1994. i ruderi dell’antica città di Porto, in mezzo a stagni un bene storico culturale “unico al mondo” . d’acqua che si formano dopo ogni temporale, Fino alla metà degli anni ’80 l’obiettivo prioritario 42 “Il porto di Traiano non è un a ricordare la fragilità dei territori bonificati e la è la chiusura del “deprimente antieducativo 40 bene isolato ma è parte inte- tendenza della natura a riappropriarsi di quanto gli e antiecologico zoo safari” , ma quando grante di un complesso unitario è stato sottratto35. paradossalmente, lo zoo chiude si rischia il (col Porto di Claudio, gli avanzi della città di Porto ecc.) e come Proseguendo verso Fiumicino non avviene il completo abbandono della struttura portuale: tale deve essere acquisito per miracolo: non si torna indietro al paesaggio “Roma ha un detto barbaro non privo di ingegno, l’accrescimento culturale, per romano… il bacino d’acqua del Porto di Traiano rischia di diventare il sepolcro di se stessa tante una fruibilità generalizzata. Solo con l’esproprio si può creare un (il cosiddetto lago, a sottolineare l’oblio del sono le sue meraviglie che nessuno conosce sistema integro e globale […]. funzionamento e della morfologia del territorio perché vietate e inaccessibili ai cittadini. Una di Senza dire che il parco in que- in antichità36) di proprietà privata e l’area queste meraviglie è il Porto di Traiano. […] Hanno stione fa parte di un ben più va-

102 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE sto ambito di tutela: la Riserva potuto intravederlo di sfuggita solo coloro che anni s,"ENEVOLO Roma oggi, Laterza, Bari. Statale del Litorale”, Cederna fa si avventuravano in auto nell’indegno zoo safari s/#ARPENZANO ,#ARAVAGGIACURADI  Interporto 1996. impiantato nella tenuta Torlonia tra poveri elefanti Roma-Fiumicino. Prove di dialogo tra archeologia, Il parco promosso da Italia No- architettura e paesaggio, Alinea, Firenze. stra già nel 1985 divenne realtà e leoni assonnati; e oggi al visitatore è concesso nel 1996 con l’istituzione dellaRi- solo un sommario sguardo attraverso una rete s!#EDERNA I leoni in basilica, le scimmie nel porto. Così prevedeva il progetto, ora in parte modificato, che serva Naturale Statale del Litora- metallica che sbarra l’accesso alle sue sponde”41. le Romano (decreto-ministeriale vuole trasformare in zoo-safari la zona archeologica di Ostia del 29 maggio 1996). Negli anni ’90, con Italia Nostra, la battaglia si Antica, “Il Mondo”, 23 ottobre. concentra sull’acquisizione e la creazione di un 43 s!#EDERNA L’eccezionale complesso archeologico Per una descrizione del progetto unico parco archeologico naturalistico, connesso a romano venduto a una società milanese. Porto Traiano, e dell’iter tecnico e amministrati- Ostia Antica e alla via Severiana e parte integrante trappola da 12 miliardi, “la Repubblica”, 9 giugno. vo che ha portato alla sua attua- del parco del Litorale42. s!#EDERNA La meraviglia nascosta. A rischio il zione cfr. Mannucci 1992; per Porto di Traiano a Fiumicino, “La Repubblica”, 4 novembre. l’avanzamento delle campagne di La visione di Cederna si è attuata solo in parte. scavo e documentazione si veda Nonostante progressive espropriazioni abbiano s!#EDERNA È pubblico il Porto di Traiano. “la il Progetto Portus, diretto da Si- consentito di realizzare il Parco archeologico Repubblica”, 23 febbraio. mon Keay, Research Professor naturalistico del Porto di Traiano43 il bacino s##ELLAMAREACURADI  Roma “Città fai-da-te”, and Director of Archaeologyat “Urbanistica Tre”, 2. the British School at Rome, portuale è ancora di proprietà privata. s*&#HARLEWOOD4URNER Autocostruzione contro http://www.portusproject.org. Il progetto di un grande parco archeologico che grandi programmi, “Spazio e società”, 1. valorizzi il complesso di aree archeologiche della 44 s,#HIUMENTI &"ILANCIA La campagna romana Cfr. disegno di legge 1873/2002, direttrice costiera (Ostia Antica, via Severiana, antica medievale e moderna. Edizione redatta sulla base 44 45 Senato della Repubblica, XIV le- Portus ), è ancora un tema aperto . degli appunti lasciati da Giuseppe e Francesco Tomassetti, gislatura: Interventi per l’istituzio- ne del Parco archeologico e mo- L’immagine progettuale del Contesto archeologico vol. VI, Via Nomentana e Salaria, Portuense, Tiburtina, numentale del territorio ostiense. locale del distretto portuale imperiale delineata Olschki, Firenze, p. 380. nel capitolo 2 di questo libro tende proprio a s.#IAMPI Per l’aeroporto di Fiumicino, 45 “Capitolium”, 24. Cfr. “Progetto di riconnessione di rileggere stratigrafie di relazioni tra permanenze paesaggi archeologici e naturali- archeologiche, evoluzioni ambientali (costiere e s'#LEMENT Manifesto del terzo paesaggio, stici lungo l’antica via Severiana fluviali) e paesistiche (trasformazioni di senso, Quodlibet, Macerata. e la linea di costa della Roma im- attribuzioni di valore ecc.) all’interno di possibilità s!#LEMENTI &0EREGOACURADI  La Metropoli periale fra Portus, Ostia Antica e “spontanea”. Il caso di Roma: 1925-1981, sviluppo attuative connesse ad interventi di recupero e la villa di Plinio”, DiAP Sapienza residenziale di una città dentro e fuori dal piano, Dedalo, Università di Roma, Ricerca di A- riorganizzazione degli insediamenti contemporanei Roma. teneo, anno 2012, responsabile 46 Piero Ostilio Rossi. e di potenziamento infrastrutturale . Analogamente s0$ONADIEU  Campagne urbane. Una nuova a quanto proposto per il Contesto archeologico proposta di paesaggio della città, Donzelli, Roma. 46 locale dello stagno di Maccarese e diga di anfore s#)MBROGLINI Bonifiche recenti, in Carpenzano In questo senso possono costi- 47 tuire un’occasione ma anche una con la realizzazione dell’interporto , e per il Caravaggi 2008, pp. 51-62. sfida progettuale i previsti inter- Contesto dell’ager Portuensis cui questo libro è s',UGLI '&ILIBECK Il porto di Roma imperiale venti di realizzazione del Ponte di dedicato. e l’agro Portuense, Officine Istituto Italiano Arti Grafiche, Dragona (in prossimità dell’ipo- Bergamo . tizzato punto di contatto tra la via s-,UGLI La Nuova Fiera persa nel nulla. L’entrata Portuense Antica e l’acquedotto Portuense) e il nuovo ponte della Riferimenti bibliografici è una caccia al tesoro, “La Repubblica”, 22 maggio. Scafa. s-ANUCCI6ACURADI  Il Parco Archeologico Naturalistico del Porto di Traiano s,"ELLICINI In periferia. Temi, percorsi e immagini, , Ministero per i Beni 47 Culturali Ambientali, Soprintendenza Archeologica di Cfr. Carpenzano Caravaggi “Meridiana”, 5. 2008, pp. 51-62. Ostia.

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 103 s6-ANNUCCI , Il parco archeologico naturalistico del porto di Traiano: metodo e progetto, Gangemi, Roma. s-INISTERODELLECONOMIANAZIONALE$IREZIONEGENERALE dell’agricoltura (1925), Il bonificamento dell’agro Romano dal 1915 al 1925: Relazione presentata alla presidenza della Camera dei deputati dal Ministro dell’economia nazionale Belluzzo, Provveditorato generale dello Stato Libreria, Roma. s!.IBBY Della via Portuense e dell’antica città di Porto, Angelo Ajami, Roma. s!0AOLINI Commercity, la nuova Chinatown all’ombra della Fiera di Roma, “La Repubblica”, 1 novembre. s22 , Elefanti tra le rovine romane, “l’Unità”, 3 agosto. s/4ESTAGUZZA Portus. Illustrazione dei Porti di Claudio e Traiano e della Città di Porto a Fiumicino, Julia Editrice, Roma. s&:ANl Città latenti. Un progetto per l’Italia abusiva, Bruno Mondadori, Milano.

104 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE THE CONTEMPORARY Travelling the via Portuense from Corviale to the of an almost-lost natural landscape is also the area of LANDSCAPES OF THE FINDS. Port of Trajan, one passes through landscapes greatest insecurity. CONTINUITY AND CHANGE characterised by powerful elements of both change The Portuense Parkway is a project that aims to ABSTRACT and continuity. This is the result of the continuous improve the area’s infrastructure and defence. development of the relationships between Projects to reconfigure that road and its edges are environmental dynamics, spatial arrangements and focused on facilitating new ways of travel, increasing ways of living in the area, where it is, however, also use of the agricultural hill landscape and reorganising possible to trace elements of continuity, due to access points and rest areas. physical/morphological characteristics, historical From Borgo Somaini to Ponte Galeria. After local functions and recent archaeological and Borgo Somaini, via Portuense goes past the Grande environmental restrictions. Raccordo Anulare (the Ring Road of Rome) and turns towards a completely different hill landscape. Cliffs The hill landscapes: from Corviale to Ponte and small canyons, dust and constant lorry traffic Galeria are the signs of still-active quarries and landfills for inert materials. The abandonment of agriculture and From Corviale to Borgo Somaini. Corviale is a the availability of construction materials favoured historic point of passage. As described by Antonio the development of unauthorised settlements in Nibby prior to the early twentieth-century reclamation Spallette. Building there has expanded through project, the Corviale hill marked the limit between the gradual adjustments, the roads are steeply sloped vineyards of Rome and the open countryside, which to create the shortest routes and the ditches have was uncultivated and swampy at the time. In 1974, been filled. The same neglect seen in the landscape Mario Fiorentino, who designed the urban plan and is also found in public spaces, an example being a the Corviale building, stated that the Corviale hill park, recently designed in-line with all of the rules and crest are a bridgehead between the city and the for a typical city park, but rarely open and already countryside. overgrown with weeds. Faced with this “failure”, one The numerous elements typical of the reclamation, asks whether this unauthorised community is not still preserved today in part through the institution genetically resistant to “imposed” public interventions of the Tenuta dei Massimi Natural Reserve as a city and whether it might not be more suitable to park, are slowly changing in relation to the recent promote processes of self-construction involving the trend to experience and interpret the peri-urban inhabitants. countryside as a place for leisure activity. Projects favouring sustainable mobility and public In this first section of the via Portuense, and in transport are critical for this area, for which via particular in Borgo Somaini, recent activity has been Portuense is the only access road and the built-up connected not to multi-function forms of agriculture area of reference is Ponte Galeria. The settlement (holiday farms, businesses offering direct sale of of Ponte Galeria, just over a kilometre away, plays products) but rather prevalently “urban” activities a central role in terms of access to the railway brought to a rural landscape. Along the road, illicit and and essential services, for both the unauthorised degrading activities and uses proliferate, especially settlements in the hills and those of the coastal plain, at the margins of the Somaini forest, which is all continuous with its ancient role as a crossroads and that is left of the ancient mesoxerophile hill forests, stable settlement, due to its elevated location above meaning that this area of biodiversity and evidence the coastal marshes.

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 105 The landscapes of the coastal plain: from Ponte The project for the preservation and development Galeria to the Port of Trajan of the archaeological finds of the Nuova Fiera, discussed in the third part of the present volume, From Ponte Galeria to the Nuova Fiera. Beyond as well as those of the Portuense parkway, can Spallette, via Portuense descends towards Ponte assume a role of functional and spatial reconnection, Galeria, offering an overall view of the coastal plain, improving accessibility and liveability, reconnecting where the historic landscape of the twentieth-century individual elements to the landscape and reclamation has now for the most part been replaced environmental context. The large surfaces left open by industrial warehouses and shopping centres by archaeological restrictions can be configured as (Commercity, Nuova Fiera di Roma, Market Center da open spaces that connect infrastructures, parking Vinci) as well as major infrastructural networks. areas and buildings, able to give new recognisability And yet, there is a relationship of continuity to these fragmentary and heterogeneous between the two landscapes, expressed in terms transformations. The areas of archaeological of alignments and orientations. The orthogonal grid development are also entrusted with the task of of the network of canals, farm roads and windbreak reconnecting the Litorale Romano Natural Reserve, rows of eucalyptus is so pervasive that is has the Tiber River Park, with the numerous coastal wiped out the past (modifying hydrogeological and archaeological finds. environmental structures, including to the detriment The S.P.I. (Sistema Polifunzionale Integrato, of archaeological material) and conditioned the or Integrated Multifunctional System). Beyond present and the future. The result is, however, not an the Fiera di Roma, the landscape becomes orderly landscape. The juxtaposition of such varied “asymmetrical”. To the south of via Portuense (which dimensions (the motorway and its slip roads relative one re-enters after an infinity of roundabouts), one to local and farm roads; large commercial and trade sees cultivated fields beyond which one can glimpse fair centres relative to single – and two – family the sinuous band of the hydric vegetation of the homes) creates an “off-scale” environment that bank of the Tiber; standing out to the north is Parco translates into dysfunction and inconveniences for Leonardo. This settlement, which was meant to be those who live there. a piece of city transferred to an agrarian landscape, In the area of the Nuova Fiera di Roma, one is forced is the umpteenth suburban bedroom community, to abandon the nineteenth-century Portuense (which due to the absence of public services, offices and goes to Fiumicino) to follow roads skirting large street-level shops (there is, however, no shortage of parking areas, in a confused multiplication of routes multiplexes or shopping centres). Commuters reach and junctions. Here, even foot travel is challenging, Rome and Fiumicino via an incomplete and continually both for those who leave their cars in the parking adjusted road network. On the contrary, the system of areas and for those arriving by train (the FR1 line). motorway slip roads should have made via Portuense Inconveniences and dysfunction also characterise into the fundamental axis of a bicycle and pedestrian the pre-existing settlements and communities, now system connecting residences, schools and services absorbed among the warehouses and large roads, (the latter almost never realised). isolated by the context that justified and guaranteed Beyond the S.P.I. towards the Park of Trajan. their existence. The interstitial spaces between Beyond the S.P.I., via Portuense, divided into two the various enclosures have by this point become lanes and bordered by pines, seems to pass through neglected, abandoned areas. the landscape as it was at the time of the reclamation

106 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE or even, along a few stretches, that of the water buffalo who once grazed among the ruins of the ancient port. Continuing towards Fiumicino, however, the landscape changes again. The basin of the Port of Trajan (considered a “lake” for the inhabitants of the area) and the Portus Archaeological Area are hidden behind their respective enclosures. Major civil battles have been fought over the private property of the port basin and the activity hosted there, focused on safeguarding and making usable a unique asset sequestered from the general public. Although progressive expropriations have made it possible the creation of an archaeological and natural park, the port basin remains private and the project for a large, single archaeological park linked to Portus, Ostia Antica and the Litorale Romano Natural Reserve remains an open question. The planning image of the Imperial Port District (chapter two) tends to reread historical relationships between archaeological material and landscape/ environmental (coastal and river) developments in terms of interventions for the reorganisation of the settlements and infrastructural strengthening, similar to that proposed for the local archaeological areas of the Maccarese Pond, the Amphora Dam and the ager Portuensis.

I PAESAGGI CONTEMPORANEI DEI RINVENIMENTI. CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI 107 Approfondimenti

SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA

di Andrea Carbonara e Alessandra Delle Sedie

A causa del rapido e massiccio processo di urbanizzazione della campagna romana compresa tra l’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci e l’autostrada Roma-Civitavecchia a nord-ovest, e il fiume Tevere a sud, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma – sede di Ostia, ha avviato un’intensa attività di archeologia preventiva. Il processo d’indagine ha coinvolto numerosi ettari di territorio dei Comuni di Roma e Fiumicino ed ha portato alla conoscenza ex-novo di numerosissime preesistenze grazie alle quali è stato possibile avanzare nuove ipotesi di ricostruzione dei sistemi di funzionamento territoriali e dei paesaggi antichi. Di seguito sono proposte le schede di approfondimento dedicate ai principali singoli siti rinvenuti nel contesto archeologico territoriale dell’ager Portuensis, con particolare riferimento all’area della Nuova Fiera di Roma e alle prime pendici collinari in località Ponte Galeria. Ogni scheda rappresenta una vera e propria discesa verticale sul territorio, il massimo avvicinamento possibile agli oggetti indagati nel corso degli ultimi vent’anni. Ogni approfondimento sintetizza le più recenti acquisizioni scientifiche e rappresenta l’esito di un articolato lavoro di ricerca che parte dai dati raccolti sul campo, passa attraverso un’analitica fase di documentazione di scavo messa a punto per la Soprintenenza, e sfocia in un continuo e minuzioso processo di analisi critica, interpretazione, comparazione e rielaborazione dei materiali raccolti. La realizzazione delle schede è stata affidata agli archeologi responsabili dei cantieri d’indagine preventiva. L’individuazione e la numerazione dei siti prendono come riferimento la carta delle presenze archeologiche.

La numerazione dei siti segue la Carta delle presenze archeologiche, infra, fig. 3, p. 55,

108 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Aree sepolcrali (1, 2)

In questo territorio, posto ai piedi delle colline lungo la moderna via della Muratella presso l’incrocio con via della Salita di Castel Malnome sono stati individuati due contesti funerari di età imperiale. Il primo contesto1 (1), che occupa la fascia inferiore del rilievo collinare noto come Colle Lanzo subito a monte della moderna via della Muratella, ha restituito una decina di modeste sepolture del tipo alla cappuccina, inquadrabili fra il I secolo d.C. e la metà del III secolo d.C.; il nucleo funerario, che si presume originariamente più consistente2, è stato interpretato come propaggine meridionale del più vasto complesso necropolare di Castel Malnome, recentemente individuato sul pianoro sommitale dello stesso rilievo collinare. L’insieme sepolcrale di Castel Malnome, che si estendeva anche lungo le pendici del colle, ha restituito oltre trecento sepolture a netta predominanza maschile ricondotte, sulla base delle patologie individuate3, a saccarii salarii4, ovvero a manovalanza 1. Sepolcreto familiare, tomba 7 in forma strutturata (2). impegnata nelle attività di trasporto dei sacchi di sale dalle saline localizzate nel fondovalle tiberino, poste intorno allo stagno di Maccarese, sino ai magazzini di stoccaggio temporaneo. mattoni, oltre a quattro più modeste sepolture alla L’attività di produzione del sale in quest’area cappuccina6 databili fra la metà del II e la metà occupava, probabilmente, oltre a maestranze del III secolo d.C. (fig. 1). esterne stagionali, anche una cospicua porzione Il ristretto nucleo funerario s’inserisce fra i cimiteri della popolazione stabilmente insediata in questo familiari che di norma sorgono presso modeste areale. residenze o impianti rustici posizionati nelle Il secondo contesto (2) si posiziona a circa 90 m vicinanze. est dal precedente, subito a valle della moderna Ad una quindicina di metri nord-ovest dal via della Muratella, ed ha restituito sette sepolture sepolcreto familiare si rintracciano, isolate, altre a inumazione: tre formae strutturate, ovvero fosse due evidenze funerarie7 databili all’età medio- terragne foderate all’interno da murature in opera repubblicana che rappresentano, al momento, vittata mista5 e piani di deposizione rivestiti in la testimonianza più antica rintracciata presso

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 109 Note

1. Indagato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma – sede di Ostia fra il 2007-2008 in occasione di interventi di adeguamento della viabilità condotti lungo via della Muratella/via della Salita di Castel Malnome. 2. L’area funeraria è stata alterata sia dall’inserimento della linea ferroviaria Roma-Pisa (ex Roma-Civitavecchia) voluta da Pio IX, realizzata fra il 1856-1859 sia dalla costruzione del Caposaldo di Ponte Galeria, fortificazione bellica realizzata nel 1943 per il controllo dello snodo ferroviario e stradale della Portuense/ Magliana e Muratella/Castel Malnome. 3. Catalano 2010, pp. 111-128. 4. L’attività di facchinaggio raramente era assolta anche da donne come comprova l’iscrizione di una saccaria Zosima rinvenuta a Roma (CIL, VI, 25737). Sull’argomento si veda Martelli 2013. 5. In ricorsi alternati di laterizi e tufelli rettangolari intervallati da letti di malta. In ambito ostiense questa tecnica si attesta sul finire del II secolo d.C, perdurando fino alla metà del IV secolo d.C. 6. Con coperture in tegole sormontate da massicciate in materiale eterogeneo e fondo interno foderato con tegole. 7. Appartenenti a due inumati adulti di sesso maschile e femminile alloggiati entro fosse terragne sigillate da coperture in tegole. 8. Esposto per una lunghezza complessiva di circa 17 m. 9. Con speco, non intonacato, costituito da un filare continuo di tegole in piano sormontate da coppie di tegole poste affrontate per il lato della loro lunghezza, direttamente collocate sull’ampiezza del canale e superiormente preservato da una massicciata in scapoli tufacei.

2. Impianto per la conduzione delle acque (2).

il percorso viario antico ricalcato dalla via della Muratella. Sul lato opposto sud-est del piccolo sepolcreto è stato esposto un breve tratto di un articolato impianto per la conduzione delle acque8, che si sviluppa in direzione est-ovest e appare dotato di un duplice sistema di scorrimento sotterraneo9 e superficiale con parallela diramazione in tubuli fittili. La conduttura sembra scendere in direzione della pianura verso l’area della mansio (4), costituendone forse una delle linee di approvvigionamento idrico (fig. 2). (ADS)

110 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Tracciato stradale ed edificio del I secolo e la prima metà del II secolo d.C. di epoca imperiale (3, 4) l’edificio si amplia in direzione della strada5. Contemporaneamente, a monte del muro di perimetrazione dell’area posto a est della viabilità In questa zona1, che si colloca a circa 150 m a sud-est antica, viene realizzata una percorrenza pedonale in della via Portuense Antica (tratto 6.1) e subito a ovest frammenti laterizi. del moderno canale allacciante del Rio Galeria, è Sul finire del II-inizi del III secolo d.C., avvengono stato evidenziato parte di un antico tracciato viario (3) ulteriori ampliamenti: al vano principale, sul lato di e alcuni ambienti appartenenti ad un edificio utilizzato ingresso sud-est, viene addossato un nuovo ambiente dall’iniziale alla tarda età imperiale (4) che fu occupato, quadrangolare6 con murature perimetrali in blocchetti in età tardo-antica, da sepolture. L’intera area risulta di tufo e pavimento interno realizzato con frammenti delimitata sul lato nord-est, rivolto verso le colline, da di mattoni e laterizi; alla parete sud-ovest, sempre un muro in opera incerta in macco2. del vano principale, viene, invece, addossata una La viabilità antica individuata in quest’area (3) struttura in mattoni dimidiati7 sovrapposti su file regolari corre con andamento nord/ovest-sud/est, quasi alternate da letti di malta. ortogonale a quello della via Portuense (tratto 6.1), Le caratteristiche planimetrico-strutturali ed i materiali ed è identificabile con il tracciato antico ripercorso utilizzati permettono di identificare questi spazi come dalla moderna via della Muratella3. Esso si caratterizza probabili locali di servizio o di immagazzinamento come opera costruttivamente meno elaborata rispetto di pertinenza di un più ampio impianto, il cui corpo all’antica Portuense: è, infatti, costituita da una principale è situabile nell’adiacente proprietà con modesta carreggiata ampia 4,10/4,20 m; di essa si Casale posta a nord-ovest8. conserva la sconnessa massicciata in grosse lastre di La stretta correlazione di questo edificio con il macco rinsaldate da argilla e ghiaia, in origine rifinita da passaggio delle due antiche direttrici viarie (via sabbia gialla battuta. La massicciata, lacunosa a tratti Portuensis e antico tracciato lungo via della Muratella), per i recenti interventi agricoli, poggia inferiormente su che dovrebbero giungere ad incrociarsi proprio un piano di allettamento, costituito da grossa ghiaia in prossimità di quest’area, spinge ad identificare ben costipata, a sua volta poggiante su uno strato di l’edificio con una mansio o statio9 posta all’incrocio dei sabbia gialla cui sono frammisti scarsi ciottoli minuti due tracciati e forse inseribile nel cursus publicus10. (fig. 1). L’utilizzo funerario dell’area, iniziato in età tardo antica, Sul lato sud-ovest della strada si sono riportati in luce permette di fissare l’abbandono della mansio in età due ambienti contigui e distanti dalla sede stradale tardo imperiale. circa 5 m, oltre a lacerti di altre murature di età Il primo spazio a essere interessato da tale costruttive diverse, preservati a quota di fondazione. cambiamento d’uso fu il vano principale che a Il primo ambiente, le cui strutture si datano a partire partire dalla seconda metà del IV secolo d.C. venne dalla prima metà del I secolo d.C., si caratterizza come progressivamente occupato da oltre una quindicina un ampio spazio rettangolare4, delimitato da muri in di sepolture. Si tratta nello specifico di modeste opera incerta di macco rivestiti internamente da uno inumazioni alla cappuccina11 inizialmente addossate spesso strato di malta, con piano pavimentale interno lungo le pareti e poi giunte ad occupare anche lo in semplice terra battuta (fig. 2). spazio centrale. Con l’esaurimento degli spazi utili A partire dall’età medio-imperiale si riscontrano interni, l’occupazione funeraria sembra estendersi modifiche e ampliamenti: fra la seconda metà sull’intera area, con la realizzazione di altre due

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 111 1. Antico tracciato ripercorso dalla moderna via della Muratella: particolare della massicciata (3).

cappuccine lungo la parete esterna sud-est del vano la presenza di un bollo anepigrafe apposto sull’ansa, secondario e di almeno altre quattro tombe sparse. identificabile con una menorah (fig. 3). L’attestazione In quest’ultima fase di frequentazione l’accesso di questo simbolo giudaico14, al momento unico in all’area funeraria viene garantito da un nuovo e più ambiente extra-urbano, si giustifica con il confermato ampio battuto in terra e frammenti di laterizi, impostato insediamento di fiorenti comunità ebraiche presso il direttamente sulla più antica percorrenza pedonale, sito principale di Ostia Antica15, ipotizzabile da fonti che incorpora anche i vasti crolli del muro perimetrale epigrafiche anche per le aree di Pianabella-Procoio16 e dell’area. Nel battuto sono stati recuperati numerosi Castel Porziano17. La presenza della menorah potrebbe materiali tra i quali una moneta dell’imperatore Valente12 indicare un commercio di produzioni enologiche databile fra il 367-375 d.C. e un frammento di un’anfora specialistiche kosher18, ad uso e consumo esclusivo di vinaria tipo Keay LII13, di probabile fattura calabrese comunità ebraiche; esso inoltre apre alla problematica o della Sicilia nord-orientale inquadrabile fra la fine dell’ampia trama di rapporti intessuti fra i diversi gruppi del IV e fine del V secolo d.C., che si distingue per ebraici in territorio italico durante l’età tardo-antica, in

112 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 2. Ambiente rettangolare a sud-ovest dell’antico tracciato ripercorso 3. Particolare dell’ansa bollata rinvenuta dalla moderna via della Muratella (4). nella percorrenza pedonale a monte del muro di perimetrazione dell’area (4). particolare fra i nuclei meridionali stanziati nel territorio SECURITAS REI PUBLICAE (si veda Mattingly 1951, pp. 10, 24b- 19 LRBC, P C1, 719, Zecca di Roma). del Bruttium e quelli insediati presso la Capitale 13. Sulle dinamiche storiche, di sviluppo e diffusione delle anfore tipo Keay e lo scalo marittimo ostiense, ambiti che seppur LII si veda: Panella 1993, pp. 613-697; Keay 1984, pp. 267-268, fig. geograficamente distanti condividono, in questi secoli, 114; Auriemma 1998, pp. 753-760. 14. Per confronti in Roma si veda Pacetti 1998, vol. 1, pp. 185-208, figg. una comune renaissance. (ADS) 37-38. 15. Ad Ostia Antica la presenza ebraica è accertata dalla prima metà del I secolo d.C., età a cui risale la sinagoga presso Porta Marina, rintracciata Note nel 1961. (Floriani Squarciapino 1961, pp. 326-337; 1963, pp. 468- 471; 1965, pp. 299-315; Zevi 1972, pp. 3-17). 1. Già segnalata al F 22 n. 265 della Carta dell’Agro dove è indicata come 16. Plotio Fortunato / archisyn(agogo) fec(erunt) Plotius /Ampliatus “area di frammenti fittili”. Secundinus / Secunda PTN et Ofilia Basilia coiugi b(ene) m(erenti) 2. Pietra fossilifera calcarea locale. Il muro si distanzia dalla strada di circa Epitaffio databile fra I-II secolo d.C., attualmente conservato presso 6 m ed è stato riportato in luce per una lunghezza di circa 15 m. Ostia Antica, Lapidario Ostiense (Floriani Squarciapino 1970, pp. 187- 3. Carta dell’Agro (1988), foglio 22, n. 240s. 191; Zevi 1972, pp. 134; Noy 1993, pp. 26, tav. VII, n. 14). 4. Esposto parzialmente per una lunghezza di 8 m e una larghezza di 4 m. 17. [universitas(?)] Iudeorum / [in co(lonia) Ost(iensi) commor]antium 5. Ampliamento comprovato dal raddoppio della muratura esterna qui compara / [verunt ex conlat(?)ione locum C(aius) Iulio Iusto / realizzata sul lato nord-est del vano principale e dai lacerti di [gerusiarche ad m]unimentum struendum / [donavit, rogantib(?)us pavimentazione in terra battuta. Livio Dionysio Patre et // […] no gerusuarche et Antonio / [… dia] 6. Lati di circa 5 m e spazio funzionale interno di circa 16 mq. biu anno ipsorum, consent(iente) ge[r/us(ia), C(aius) Iulius Iu]stus 7. Mattoni quadrangolari (0,20 x 0,20 m) sezionati a metà. gerusiarches fecit sib[i][et coniugi] suaelib(ertis) lib(ertabusque) 8. Carta dell’Agro (1988), foglio 22, n. 263. posterique eorum / [in fro]nte p(edes) XVIII, in agro p(edes) XVII (CIJ 9. Stazioni di sosta poste ad intervalli regolari lungo principali strade 533). Epigrafe datata al II secolo d.C., attualmente conservata in Roma, romane, gestite dal governo centrale ad uso di dignitari, ufficiali, o di chi Museo Nazionale delle Terme. viaggiasse per ragioni di stato. Per una panoramica di questi impianti si 18. Realizzate seguendo l’insieme di norme fisse imposte per l’alimentazione veda Corsi 2000. ebraica (kasherut). 10. Servizio di posta imperiale istituito da Augusto che assicurava la 19. Odierna Calabria, dove si localizzava la sinagoga di Bova Marina corrispondenza di stato, delle personalità ufficiali e delle imposte esatte; scoperta nel 1983, centro principale di produzione delle Keay LII (Suet. Aug., XLIX). (Rubinich 1991). 11. Sepolture con coperture superiori costituite da tegole e coppi. 12. Moneta (AES 3) con dicitura: D -DN VALENS PF AUG e R-

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 113 Edificio, viabilità, impianti di drenaggio e di all’età medio – repubblicana (IV-III secolo a.C.). coltivazione, necropoli (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14) Materiale analogo è stato rinvenuto in un’area limitrofa a nord (8) dove, però, i frammenti ceramici (vernice nera, piattelli tipo Genucilia, Nell’area più orientale della Fiera di Roma dove, per ceramica sovradipinta e bacili di impasto chiaro) la presenza del conoide alluvionale del Rio Galeria, erano riutilizzati per foderare le pareti e il fondo l’ambiente asciutto e rialzato ben si adattava ad una di canali per il drenaggio databili a epoca tardo continuità di frequentazione non riscontrata in altri repubblicana – prima età imperiale4 (figg. 2, 3). Le contesti limitrofi1, si collocano diversi ritrovamenti aree sepolcrali erano, forse, in connessione con che permettono una ricostruzione dell’ambiente un impianto abitativo del quale però non si sono rurale a partire dalla piena età repubblicana (IV-III rinvenute tracce nel corso degli scavi. secolo a.C.) fino all’età tardo-imperiale (IV-V secolo Sempre alla fase più antica di occupazione d.C.)2. appartengono altri ritrovamenti: altre due sepolture Alla fase di occupazione più antica dell’area, entro fossa terragna all’interno delle quali era un databile a epoca medio-repubblicana, corredo costituito da vasetti miniaturistici (un’olpe appartengono sia tombe sia numerosi nuclei e una ciotolina) in vernice nera (IV-II secolo a.C.), e di materiali ceramici, probabilmente anch’essi una fossa a pianta circolare, evidenziata a nord-est pertinenti a sepolture già distrutte in antico. Poco dell’edificio 14, nel cui strato di riempimento si sono a nord dell’acquedotto Portuense è stata, infatti, raccolti frammenti ceramici a vernice nera di un riportata in luce una sepoltura a fossa (11), con kantharos sovradipinto, di lucerne, anfore, ceramica copertura piana formata da tegole di impasto comune e alcune monete in bronzo5. La presenza chiaro, orientata est-ovest. Allo scheletro, relativo infine nelle vicinanze di altro materiale sporadico e ad un individuo di sesso femminile, disposto monete in bronzo6 appartenenti allo stesso periodo, supino, si accompagnava un corredo (fig. 1) confermano una sicura ed estesa frequentazione costituito da due ollette di impasto e da una patera dell’area in epoca medio-repubblicana. a vernice nera collocate lungo il braccio sinistro, da Ad una seconda fase di occupazione dell’area, un’altra patera a vernice nera con stampiglio posta databile a epoca imperiale, appartengono la al di sopra del bacino e da uno specchio di bronzo maggior parte delle strutture riportate in luce che a disco piriforme sulla tibia della gamba destra testimoniano una continuità di uso legata, almeno (inizi del III secolo a.C.)3. Nelle immediate vicinanze in parte, ad attività agro-pastorali. ma ad una quota leggermente più bassa della In questo periodo viene realizzato un grande tomba, si è rinvenuta una notevole concentrazione edificio (circa 350 mq di estensione) a pianta di frammenti ceramici costituiti in prevalenza da rettangolare (14), orientato nord-ovest/sud-est, ceramica fine da mensa, vernice nera e forme di con muri perimetrali costituiti da scheggioni argilla depurata insieme ad un’arula fittile a doppio di tufo e calcare, conservati solo a livello di echino con rappresentazione di volto di Gorgone fondazione (fig. 4); all’interno di esso, oltre ad un e quattro serpenti attorcigliati. La connessione grande ambiente centrale7 sono presenti altri tre del materiale ceramico con la presenza di scarsi ambienti di minori dimensioni: uno sul lato nord- resti di ossa umane, insieme a frammenti di ovest8 con un’apertura lungo il lato ovest e due tegole, testimonierebbe l’esistenza di un’altra area sul lato sud-est, il più piccolo dei quali a pianta sepolcrale, in parte distrutta, databile sempre quadrata. All’interno della costruzione era uno

114 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE con una successiva fase dell’impianto, non più conservata. Esternamente all’edificio, sul suo lato ovest, si sviluppa un porticato, di cui si conservano le fondazioni di sette pilastri9, in cementizio con scapoli di tufo di tipo litoide e granulare irregolari, misti a frammenti di tegole e coppi e sporadici frammenti ceramici. Il porticato metteva in comunicazione l’edificio con un’ampia area esterna in cui si sono evidenziati lacerti di strutture poco definibili, costituite da allineamenti di scaglie di tufo prive di legante, e alcuni pozzi. Intorno all’impianto sono stati, infatti, individuati cinque pozzi per l’approvvigionamento idrico; essi sono disposti lungo un unico allineamento che sfruttava una vena d’acqua sorgiva e sono realizzati con diverse tecniche di rivestimento (fig. 6): uno presenta, sotto un dolio tagliato a metà, elementi cilindrici in terracotta sovrapposti ad incastro, un altro una 1. Sepoltura a fossa, particolare dello scheletro serie di dolii impilati uno dentro l’altro, un terzo ha con corredo (11). un perimetro pentagonale ed è rivestito da tegole disposte in verticale (fig. 7), infine i rimanenti, uno dei quali con pedarole, utilizzano un rivestimento costituito da scaglie di tufo e macco. Immediatamente a sud del complesso è presente un canale scavato entro terra, orientato est- ovest, con funzione di collettore per le acque di superficie; le pareti dell’invaso erano in parte compattate e rivestite da frammenti di materiale fittile10 che si estendeva anche all’esterno del canale stesso, creando una sorta di percorrenza pedonale sulle sue sponde. 2. Veduta di uno dei canali per il drenaggio dell’acqua, foderato da A sud dell’edificio e del canale, l’area era occupata materiale ceramico e fittile (8). da una necropoli che comprendeva una trentina di sepolture di inumati deposti supini11 in fosse terragne (figg. 8-10). La condizione sociale dei strato compatto di crollo, che copriva e inglobava defunti, per la maggior parte di sesso maschile, era resti di strutture murarie con cortina in opera piuttosto povera, come testimonia la presenza di reticolata e ammorsature in tufelli rettangolari (fig. scarsi elementi di corredo. 5); tale strato sembra livellato e regolarizzato al Dal punto di vista cronologico le monete raccolte fanno fine di creare un piano di preparazione per una propendere per una datazione tra il II-III secolo d.C. pavimentazione soprastante da mettere in relazione Il complesso veniva raggiunto da un diverticolo,

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 115 orientato nord-sud, che si distaccava da un asse Percorsi di questo tipo, semplici e senza strati di principale orientato nord-est/sud-ovest (12), preparazione (viae terrenae), testimoniano una ambedue realizzati in battuto di terra e materiale viabilità prettamente locale, rivolta al collegamento ceramico. Si sono riconosciute almeno due fasi di aree prevalentemente rurali con la viabilità di percorrenza, in particolare per il tracciato principale; non è, infatti, da escludere che il principale, sul quale si sono evidenziate impronte tracciato raggiungesse l’area di Ponte Galeria, di solchi carrai. Alla fase più antica, appartenente verso cui sembra dirigersi e la via Portuense a età repubblicana, si riferisce il ritrovamento Antica che proprio a Ponte Galeria attraversava di una moneta con impresso Giano bifronte, l’omonimo Rio. mentre per la fase più tarda ci si può avvalere Poco più a nord, ma non in comunicazione col del ritrovamento di una moneta degli Antonini precedente, è presente un altro tracciato viario insieme a frammenti ceramici (II-III secolo d.C.). (13), assai mal conservato e diverso per tecnica Se il diverticolo si conserva solo per un breve costruttiva: è composto da scaglie di macco tratto e risulta interrotto dal passaggio di un (calcare organogeno), marna (arenaria soffice), canale, il tracciato principale, assai lacunoso12 è scaglie di tufo litoide lionato e qualche basolo di maggiormente conservato. Esso (12), largo 4,50 selce (fig. 12). La disposizione delle singole scaglie

3. Particolare di parte di un’antefissa raffigurante m, ha un andamento regolare e presenta una sembra eseguita con precisione: quelle di maggiori Ercole assiso con kantharos nella mano sinistra, superficie carrabile costituita da un battuto di dimensioni sono accuratamente selezionate per la raccolta all’interno di uno dei canali per il materiale ceramico concentrato ed eterogeneo loro forma e presentano generalmente l’estremità drenaggio dell’acqua (8). tra cui sporadici frammenti di ceramica a vernice appuntita rivolta verso il basso, mentre la faccia nera, terra sigillata italica (soprattutto fondi di superiore è liscia (fig. 13). La perfetta connessione coppe, alcune con bollo in planta pedis) e africana delle scaglie utilizzate come vespaio creava un A, numerosi frammenti di lucerne, anfore, tegole piano carrabile uniforme, mentre la disposizione e coppi; tra la ceramica comune numerosi sono i di quelle lungo il margine, leggermente rialzate, frammenti di olle, vasetti ovoidi e piriformi e infine, garantiva un solido contenimento. Sul vespaio tra la scarsa ceramica a pareti sottili, frammenti di doveva poi disporsi l’acciottolato, non più coppe e boccaletti. Interessante è il ritrovamento conservato; non si riscontrano segni di usura né di di alcuni frammenti di una coppa in terra sigillata solchi carrai. ispanica decorata, di alcuni oggetti in bronzo, di I due tracciati viari delimitavano un’estesa area diversi frammenti di vetro (tra cui un frammento (8, 9), che si sviluppava a sud-est di essi, nella 4. Veduta dal pallone dell’edificio a pianta di balsamario), di alcune tessere di mosaico e quale sono state riportate in luce evidenti tracce rettangolare; a destra si riconosce il canale di raccolta delle acque e, accanto, l’area occupata di qualche mattone dell’opus spicatum. Unico di attività agro-pastorali. In questo ambito si sono dalla necropoli (14). ritrovamento nel suo genere è quello di un residuo riconosciute una serie di fasi di occupazione di fusione. relative ad un periodo cronologico che va dall’età La semplice disposizione del materiale ceramico repubblicana alla piena età imperiale. compresso, in alcuni punti quasi cementato, a Alla fase più antica appartengono una serie di diretto contatto con il paleosuolo, evidenzia come pozzi a pianta circolare di diametro variabile, il tracciato non presentasse strati di preparazione allineati lungo una linea di falda d’acqua sorgiva, sottostanti; in alcuni punti, forse a riempire limitati che occupano l’area 8 (4 pozzi) e, a seguire, avvallamenti del terreno, lo spessore del materiale è l’area 9 (5 pozzi); a differenza dei pozzi posti notevole e raggiunge i 16 cm (fig. 11). intorno all’edificio 14 essi presentano una tecnica

116 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 5. Particolare da nord-est di parte della struttura muraria con cortina in opera reticolata crollata all’interno di uno degli ambienti dell’edificio (14).

9. Particolare del corredo di una delle tombe a cappuccina della necropoli disposta a sud dell’edificio rettangolare; si riconoscono una brocchetta in ceramica comune, un’olletta di impasto e due ciotoline in vernice nera (14).

6. Veduta di due dei pozzi disposti intorno all’edificio rettangolare; particolare del rivestimento costituito da scaglie di tufo e macco e da un dolio (14).

10. Particolare del corredo di una delle tombe a cappuccina della necropoli disposta a sud dell’edificio rettangolare; si evidenziano 8. Particolare della copertura in tegole e coppi di una delle tombe a un’olletta globulare in ceramica comune, uno skyphos, una oinochoe con cappuccina della necropoli disposta a sud dell’edificio rettangolare (14). bocca a cartoccio e una coppetta in vernice nera (14).

7. Particolare di uno dei pozzi collocati intorno all’edificio rettangolare con perimetro pentagonale rivestito da tegole disposte in verticale (14).

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 117 11. Veduta da nord del battuto costituito da materiale ceramico; particolare dello 12. Veduta dall’alto da 13. Veduta da nord-est 14. Particolare del rivestimento di uno dei pozzi spessore dello strato (12). nord-est del tracciato del tracciato viario; con spezzoni di travertino, tufo grigio e scaglie di viario (13). particolare della macco e marna (8). disposizione delle scaglie di macco, marna e delle scaglie di tufo litoide (13).

costruttiva piuttosto simile: nella maggior parte Ad una fase immediatamente posteriore è dei casi sono rivestiti da filari a secco di spezzoni ascrivibile la realizzazione (9) di un esteso di travertino, tufo grigio e in minor numero di complesso di fosse d’albero (scrobe) forse per arenaria insieme a scaglie di macco e di marna un frutteto, che tagliarono e obliterarono parte con l’impiego di frammenti di dolii usati come degli impianti di drenaggio. Sono state riportate in zeppe (fig. 14); uno di essi era, invece, rivestito luce 93 fosse, a pianta quadrata (1 m di lato), con internamente da elementi cilindrici in terracotta. pareti verticali e fondo piano, scavate nello strato Quest’ultimo alimentava un piccolo bacino creato sabbioso giallastro appartenente al conoide del per consentire l’abbeveraggio del bestiame: Rio Galeria. Le fosse (fig. 16), che si disponevano il pozzo permetteva la risalita dell’acqua di lungo file parallele14 ad una distanza variabile falda formando uno specchio d’acqua (fig. 15). tra 3,80 a 4,20 m, erano sigillate da uno strato L’attività di allevamento presente in zona13 era sabbioso di colore grigio contenente sporadici probabilmente condotta insieme a quella agricola, frammenti ceramici (ceramica a vernice nera, da testimoniata dalla presenza nell’area circostante di cucina e sigillata italica). alcuni canali di drenaggio. Non sappiamo se l’impianto agricolo appena Uno sfruttamento agricolo più massiccio è descritto fosse in origine collegato con un’opera confermato, in epoca tardo repubblicana – prima di canalizzazione idrica (10) riportata in luce poco età imperiale, dalla realizzazione di numerosi canali a sud di esso. Si tratta di un canale, delimitato fra loro collegati, a comporre un fitto reticolo con da strutture murarie a secco15 i cui muri di funzione di drenaggio delle acque di superficie. I contenimento presentano il lato interno costituito canali, di differente larghezza ed estensione, sono da tufelli disposti con tessitura quasi regolare con sicuramente posteriori all’intervento di colmatura evidenti tracce di deposito calcareo derivante dell’avvallamento naturale per l’abbeverata del dallo scorrimento e dal ristagno dell’acqua (fig. bestiame, mentre interventi successivi andarono ad 17). Nelle immediate vicinanze è stato recuperato incrementare il reticolo drenante. materiale ceramico (frammenti di terra sigillata

118 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 15. Veduta dall’alto del pozzo rivestito da ele- 16. Veduta dall’alto da nord-ovest delle file di fosse d’al- menti cilindrici in terracotta (8). bero (9).

italica, ceramica a vernice nera e comune), oltre ad un sesterzio di Nerone e un frammento di fondo di lastra di sima frontonale16. Tra il II e III secolo d.C. nella parte più nord-orientale dell’area, originariamente occupata da alcuni dei 17. Veduta da sud di un’opera di canalizzazione idrica (10). canali appartenenti all’impianto di drenaggio, vennero realizzate alcune sepolture: si tratta delle testimonianze più marginali di una più ampia Note

necropoli (7) individuata su ambedue i lati (nord e 1. Tale caratteristica territoriale trova riscontro anche in epoca sud) dell’autostrada Roma-Fiumicino17. Nella nostra moderna; infatti rispetto alle aree in cui l’attività di bonifica area sono state riportate in luce una decina di tombe condotta tra la fine dell’800 e gli inizi del ’900 è stata necessaria per recuperare la funzionalità dei terreni acquitrinosi, in quest’area di inumati, deposti supini in semplici fosse terragne, non sono state apportate sostanziali modifiche. Il livellamento e il prive per la maggior parte della copertura e del riporto di terra che caratterizza le arre circostanti qui non sono stati corredo18. Le sepolture nella loro totalità non hanno necessari, lasciando all’incirca le quote preesistenti. Si spiega così la limitata conservazione dei resti archeologici sui quali le tracce restituito materiali datanti; oltre all’orientamento, il dell’attività agricola moderna sono evidenti, come l’asportazione tipo di deposizione e il collegamento con le tombe o il trascinamento del materiale ceramico presente sui piani di limitrofe, la datazione può ricavarsi dalle informazioni calpestio antichi durante le stesse arature. 2. I ritrovamenti in quest’area sono avvenuti nel corso dei sondaggi offerte da alcune sepolture: è il caso di una tomba archeologici preventivi alla realizzazione sia del centro commerciale che presenta nella copertura alla cappuccina due Autoporto – Commercity (negli anni ’90) sia della Fiera di Roma tegole con bolli databili a epoche diverse (fig. 18): (2005-2008). 3. Petriaggi et al. 1995, pp. 366-368. il primo all’epoca neroniana, l’altro alla fine del II 4. Insieme ai materiali ceramici si sono raccolti, in due canali secolo d.C.19; oppure la tomba a cappuccina il cui differenti, due parti di una stessa antefissa raffigurante Ercole scheletro aveva, presso gli arti inferiori, una lucerna assiso con kantharos nella mano sinistra. 20 5. Sia la disposizione all’interno di un avvallamento del terreno con bollo che data la deposizione alla metà del III del materiale, gettato intenzionalmente rotto al momento della secolo d.C.21 (fig. 19). (AC) deposizione, sia le classi e le forme ceramiche presenti trovano

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 119 18. Particolare della copertura a cappuccina di 19. Veduta dello scheletro di una sepoltura in una delle tombe della necropoli (7). fossa terragna con il rinvenimento, presso gli arti inferiori, di una lucerna (7).

un preciso confronto con quanto riscontrato nella fossa posta generalmente a cappuccina, o addirittura di parte dello scheletro. all’esterno dell’impianto residenziale 21, coevo. In alcuni casi il livellamento ha causato la commistione delle ossa 6. Tra il materiale ceramico erano ciotoline miniaturistiche in vernice con i frammenti ceramici del piano drenante. nera mentre le monete raffigurano sul D/ Giano bifronte e sul R/ la 19. Il bollo semicircolare TONNE___SI__INIS delle figline Tonneiane prua di nave. è simile a CIL, XV, 657; per il bollo circolare OPVS FIGLINV EX 7. Misure 25 x 9 m. PRAEDIS MPONTI SABINI si veda CIL, XV, 2187. 8. Misure 9 x 6 m. 20. Lucerna a disco tipo Bailey II, Q 1366 con bollo LMARMI (CIL, XV, 9. Lato 0,70 m. 6544a) tra due cerchietti; si veda Bailey 1980, tav. 73. 10. Si tratta per lo più di frammenti di anfore, di materiali laterizi e da 21. In questa tomba i chiodini di ferro rinvenuti attorno ai piedi costruzione (cubilia), oltre a frammenti ceramici (vernice nera, potrebbero appartenere ai resti di calzari. ceramica africana, sigillata italica, ceramica acroma ecc.). 11. Un solo scheletro era deposto prono. Le tombe erano per la maggior parte prive di copertura e le poche coperture presenti erano disposte alla cappuccina o in piano. Il dato tassonomico indica soggetti piuttosto giovani, tra i 16-25 anni per le donne e 20-35 per gli uomini. 12. Il limitato spessore dello strato di humus e i lavori agricoli condotti nell’area sono la principale causa della sua cattiva conservazione. 13. A tale attività può sicuramente riferirsi il rinvenimento di numerose ossa di bovino, non solo in questo contesto specifico ma anche nelle aree limitrofe (Petriaggi et al. 1995, p. 368.) 14. Si sono individuate 13 file di fosse. 15. Il canale è orientato in direzione NS ed ha una pendenza da nord verso sud. 16. Petriaggi et al. 1995, p. 366 e n. 12. 17. La necropoli è stata recentemente individuata nel corso delle indagini archeologiche preventive alla realizzazione delle complanari dell’autostrada Roma-Fiumicino. 18. L’attività agricola degli ultimi decenni ha di fatto danneggiato parte delle sepolture che, in alcuni casi, sono sprovviste della copertura,

120 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Insediamento arcaico (15) riconoscevano diversi frustuli di argilla anch’essi concotti e tracce di combustione. Subito a nord- ovest della medesima struttura è stata individuata Nel settore settentrionale del Quartaccio di Ponte una fossa di scarico nei cui strati di riempimento, Galeria, delimitato a nord dall’autostrada Roma – ricchi di cenere, si sono raccolti frammenti ceramici Fiumicino e a sud dalla via Portuense moderna, è relativi a forme vascolari di grosse dimensioni, stata evidenziata un’area di non estese dimensioni insieme a frammenti di bucchero e ceramica di da riferire ad un insediamento abitativo databile a impasto rosso-bruno. epoca arcaica (VI secolo a.C.) in base ai materiali Anche nella zona limitrofa alla seconda struttura, si è ceramici rinvenuti1. Il contesto presentava, sotto evidenziata una fase di frequentazione caratterizzata gli strati di bonifica moderna e sotto lo strato da diversi battuti di frammenti ceramici, in particolare di impaludamento conseguente alle violente frammenti di un calice di bucchero e di un’olla in inondazioni avvenute nell’area nel XVI secolo, i resti impasto rosso. di un ambiente a pianta rettangolare delimitato da Le due strutture erano separate da una canaletta tre muri perimetrali: la parete, orientata est-ovest, con pareti leggermente concave e il fondo piano che che chiudeva a nord la struttura2, è costituita da correva circa al centro dell’insediamento. blocchetti a secco di calcare vacuolare travertinoso Si tratta, quindi, di un piccolo impianto di fattoria e calcare scistoso (fig. 1); a essa si lega la parete di caratterizzato da strutture costruite con uno zoccolo chiusura orientale, costruita anch’essa a secco con in materiale calcareo vacuolare travertinoso e più blocchetti di calcare3; e infine la parete occidentale, raramente con calcare scistoso5 disposto a secco, con muratura a secco costituita in prevalenza da su cui verosimilmente si elevavano murature in schegge di calcare di piccole dimensioni4. materiale deperibile come legno o argilla6 che Nel settore sud-est dell’area è stata individuata una sostenevano il tetto; i pavimenti erano realizzati seconda struttura, conservata solo per un breve in terra e, all’esterno delle strutture, da battuti di tratto, costituita da scaglie grossolane di calcare frammenti ceramici. e da scapoli di tufo rosso, orientata nord-sud con L’ambito culturale a cui riferire l’insediamento è un’estremità curvilinea. quello etrusco; questo territorio, infatti, in epoca Intorno all’ambiente rettangolare sono presenti arcaica apparteneva alla città di Veio e il Rio Galeria diverse ed estese concentrazioni di materiale costituiva una direttrice di traffico che permetteva ai ceramico costituite da frammenti di bucchero, veienti di mantenere rapporti, tramite Ficana, con gli impasto rosso, impasto rosso-bruno e impasto insediamenti laziali disposti sulla sponda sinistra del chiaro sabbioso cui sono in alcuni casi associati Tevere (Castel di Decima, Lavinio, Ardea). grumi di concotto e schegge di tufo giallo. Si L’occupazione di questa porzione del territorio già tratta, probabilmente, di piani di calpestio antichi in epoca arcaica appare più che naturale: l’area in in cui i frammenti ceramici disposti sul substrato esame si trova nel fondovalle tiberino a nord-ovest limo-argilloso dell’area servivano a consolidare il della confluenza del Tevere con il Rio Galeria e terreno e ad impermeabilizzarne grossolanamente la si colloca sul conoide alluvionale del Galeria che superficie. presenta caratteristiche assai diverse rispetto Sempre nei pressi dell’ambiente rettangolare è stato alle aree circostanti caratterizzate dal substrato riportato in luce un piano di concotto, probabilmente alluvionale del Tevere. Mentre, infatti, per il Tevere un focolare, a pianta circolare sul quale si è forte la componente limosa con una costante

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 121 di calcare (materiale proveniente da formazioni 7. Si veda ad esempio Pantano di Grano presso Malagrotta. 8. De Santis 1997. Il ritrovamento in località La Chiesuola presso Ponte sedimentarie), per il Galeria si riconosce assenza Galeria di un edificio a pianta rettangolare in opera poligonale, per la di limo, intercalazione di strati di sabbia grossa con sua posizione strategica a controllo della valle del Galeria rientra tra scarsità o totale assenza di calcare (sedimento quegli insediamenti con funzione di avamposto del territorio veiente: derivato da formazioni piroclastiche). Il conoide Cianfriglia, Giacopini, Mantero 2002. del Galeria, inoltre, presenta quote leggermente rialzate rispetto al fondovalle del Tevere e una falda acquifera ricca e poco profonda; queste combinazioni hanno costituito quindi una situazione più che favorevole all’occupazione dell’area e alla creazione di insediamenti che, solo in epoca posteriore, si disporranno nelle zone più vicine al Tevere. La presenza di questo insediamento in un contesto piuttosto distante dalla città di Veio rientra in quel processo di strutturazione del territorio veiente attuato a partire dal VII secolo a.C., che consisteva nella colonizzazione intensiva delle campagne con la creazione, inizialmente, di piccoli agglomerati di carattere aristocratico7 e, a seguire in età arcaica, 1. Veduta da est del muro perimetrale settentrionale di uno degli ambienti a pianta di piccoli centri rurali con l’occupazione capillare rettangolare (15). del territorio. Tale processo va anche inserito in un più ampio sistema che, a partire dall’VIII secolo a.C., comprendeva la creazione sia di insediamenti di confine fortificati a difesa delle aree più lontane del territorio veiente, sorti a distanze regolari (circa 6/7 km) sulle colline prospicienti il Tevere (Colle S. Agata, Acquafredda), sia di una serie di insediamenti di piccole dimensioni, disposti in posizione strategica lungo vie di comunicazione terrestri (via Aurelia e Cornelia) o fluviali (fosso della Maglianella, Rio Galeria, Arrone)8. (AC)

Note

1. I materiali sono in corso di studio, pertanto i dati presentati sono da considerarsi del tutto preliminari. 2. Lunghezza 4,60 m, larghezza 0,45 m. 3. Lunghezza 2,10 m, larghezza 0,40 m. 4. Lunghezza 4,35 m, larghezza 0,45 m. 5. La provenienza più vicina del materiale usato è la fascia costiera dei monti della Tolfa. 6. Nel corso dello scavo sono stati rinvenuti alcuni lacerti di argilla con- cotta recanti le impronte dello scheletro stramineo degli elevati delle murature.

122 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Acquedotto Portuense e serbatoio presenta rinforzata da una serie di contrafforti dell’acqua (16, 17 e 18) quadrangolari, sia in opera laterizia che in opera reticolata con ammorsature in blocchetti di tufo in fase con la fondazione stessa. I sondaggi condotti per la costruzione dell’Autoporto In un secondo momento si procedette alla rasatura – Commercity (1993 – 1996) e a seguire per di parte della struttura sulla quale venne posta la realizzazione della Fiera di Roma (2002 – una risega in bipedali, sporgente 15 cm, sulla 2008), hanno interessato un consistente tratto quale poggiano filari in opera laterizia sia della dell’acquedotto Portuense (16) compreso tra il base che dei piloni che caratterizzavano l’alzato6 km 15 e il km 18 della via Portuense moderna1; gli dell’acquedotto. ampliamenti condotti in corrispondenza dei punti Assai limitati sono i tratti dell’elevato conservati d’interferenza con il progetto di costruzione, hanno soprattutto negli strati di crollo visibili sia a nord che interessato, oltre la struttura, anche gli strati di a sud dell’acquedotto; in alcuni punti, il buono stato crollo adagiati sul piano. I lavori di bonifica hanno di conservazione del crollo ha evidenziato una serie infatti livellato sia la struttura muraria che i crolli, di arcate, con una luce che varia da 2,50 a 3,50 m, mantenendo una quota costante dell’impianto alla costituite da piloni con base in mattoni rossi e alzato profondità di circa 0,40/0,50 m al di sotto del piano in opera mista di reticolato e tufelli angolari e ghiere di campagna2. La superficie della struttura è stata in sesquipedali. così oggetto di ulteriori danni causati dai lavori Ad una successiva fase si attribuiscono le agricoli, le cui tracce sono visibili sui muri, mentre tamponature in opera mista che hanno obliterato le lo strato di crollo ha subito il trascinamento e la arcate e i cui resti sono stati evidenziati in sito ma dispersione sul terreno. anche riconosciuti nello strato di crollo, tamponature Dalle sorgenti naturali ancora oggi esistenti presso sicuramente realizzate per consolidare la struttura il colle del Casale della Chiavichetta, poco a est sottoposta a cedimenti strutturali. del Rio Galeria, con un percorso rettilineo su arcate Negli strati di crollo si sono individuati anche resti orientato est-nord-est/ovest-sud-ovest, l’acquedotto dello speco7 e della cornice modanata che doveva attraversava la piana deltizia del Tevere per sottolinearne all’esterno la base8. raggiungere la città di Portus. Successivi interventi di restauro sono stati apportati La struttura originaria ha una fondazione continua sia alle murature dei piloni che in alcuni punti larga 1,80 m e alta da 1,60 a 1,80 m, con varianti alle fondazioni stesse, mentre in alcuni casi le nella realizzazione dovute all’attraversamento di tamponature non conservano la cortina originale. terreni con caratteristiche ambientali differenti: si Anche se quasi tutto l’alzato è stato evidenziato in presenta costituita alla base da un vespaio di grossi giacitura di crollo, per l’ampiezza della luce delle scheggioni di tufo, sul quale è una gettata in cavo arcate, le dimensioni dei piloni e del muro di base libero3 di conglomerato cementizio di spezzoni di e la distanza tra quest’ultimo e la chiave di volta tufo e pietra misti a malta con alta percentuale di delle ghiere, si può ipotizzare che l’acquedotto pozzolana; al di sopra della fondazione l’elevato4, raggiungesse un’altezza di circa 5 m. conservato solo per breve tratto, è caratterizzato Il ritrovamento in uno strato di riempimento del da un paramento in opera reticolata5. Per le cavo di fondazione di un dupondio neroniano del problematiche legate alla natura dei terreni, soggetti 64-66 d.C., conferma l’ipotesi che l’acquedotto sia ad alluvioni e ristagno dell’acqua, la struttura si da ascrivere a epoca claudio-neroniana, mentre

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 123 la seconda fase, caratterizzata dall’inglobamento dei vecchi piloni, è databile, in base alla tecnica costruttiva, a epoca traianea9. La datazione delle due principali fasi costruttive conferma la stretta interconnessione tra l’acquedotto e la realizzazione prima del porto di Claudio e in seguito di quello di Traiano. Le problematiche riscontrate nel contesto ambientale attraversato dall’acquedotto sono 1. Veduta da nord-ovest dell’acquedotto e, in state superate con soluzioni strutturali che hanno primo piano, dello strato di crollo delle ghiere delle arcate e della tamponatura (16). permesso all’acquedotto di affrontare diversi inconvenienti: la creazione di una fondazione continua ha senza dubbio ovviato alla natura instabile del terreno alluvionale, mentre la presenza di arcate è stata sufficiente, visto anche il territorio pianeggiante, per lasciare libero flusso alle esondazioni causate dal fiume Tevere, evitando che la violenza dei sedimenti danneggiasse 2. Veduta dal pallone di un tratto l’impianto; l’esistenza di una base continua d’altro dell’acquedotto in prossimità del Tevere; visibili canto non doveva costituire una sorta di barriera i piloni per l’attraversamento pedonale (16). insormontabile, visto che in uno dei sondaggi più prossimi al Tevere è stata evidenziata un’interruzione del muro di base e la sua sostituzione con piloni in modo da consentire sia il fluire delle acque sia l’attraversamento pedonale10. Gli interventi di restauro, comprensivi sia delle tamponature che della risistemazione della cortina della muratura e dei piloni, possono essere avvenuti in corso d’opera o in un periodo successivo intorno alla metà del II secolo d.C. Nell’attraversare l’area di Ponte Galeria l’acquedotto sembra non “interagire” con il territorio circostante, a eccezione di due punti presso i quali esistevano collegamenti e almeno in un caso delle derivazioni. Nel primo caso è stata riportata in luce una struttura a pianta rettangolare, conservata solo a livello di fondazione11, addossata al lato nord dell’acquedotto. Sul lato ovest di tale struttura, che presenta muri in opera cementizia di cattiva qualità, è visibile 3. Veduta dall’alto da nord-est dell’acquedotto in prossimità del Tevere; si riconoscono, rasati, un incavo a sezione semicircolare destinato ad i piloni delle arcate (16). accogliere con tutta probabilità una tubatura. Nelle

124 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 5. Veduta da nord del serbatoio d’acqua in fase di scavo; 6. Veduta da nord-ovest del serbatoio d’acqua (17). in primo piano, particolare del rinvenimento di una fistula plumbea (17).

immediate vicinanze erano grossi frammenti di sembrano appartenere i resti di due piloni con rivestimento in cocciopesto, mentre altri resti di una apertura centrale coperta da una piattabanda posti struttura simile sono testimoniati da altri frammenti ad una distanza di 2,64 m dal serbatoio stesso. 4. Veduta da nord dell’acquedotto e della relativi a parti del bordo e del cordolo di giunzione All’interno del serbatoio, nello strato di riempimento, struttura rettangolare a esso addossata; sulla struttura muraria rasata dell’acquedotto, si con il fondo del rivestimento di una vasca. La si è raccolto scarso materiale ceramico di I e II riconoscono le impronte dei solchi delle arature vicinanza con l’edificio 14 lascia ipotizzare che si secolo d.C.14, mentre all’esterno, insieme a scarso (16). tratti di una struttura di derivazione dall’acquedotto materiale ceramico, importante è il rinvenimento di per il rifornimento idrico dell’insediamento. una fistula plumbea deformata e con i bordi tagliati, Il secondo caso è relativo alla presenza, circa sulla quale compare il nome del procurator aquarum 16 m a sud dell’acquedotto, dei consistenti Gnesius, liberto di Nerone, menzionato su alcune resti di un probabile serbatoio d’acqua (17) a fistule delle Terme in Campo Marzio a Roma15. La pianta rettangolare12, orientato parallelamente struttura è poco conservata (altezza 1,15 m) non all’acquedotto; i muri perimetrali13 con cortina in necessariamente a causa degli interventi legati opera reticolata e ammorsature in tufelli, poggiano alla bonifica intrapresa alla fine dell’800-inizi ’900; su di un vespaio in scheggioni di tufo. Lo spazio per la scarsità di strati di crollo, la rasatura ad una interno è scandito lungo l’asse mediano da tre quota costante dei muri perimetrali, il rinvenimento pilastri con paramento in blocchetti di tufo ed è della fistula tagliata, ma soprattutto per l’assenza di rivestito da uno strato di cocciopesto con cordoli piloni, oltre ai due rinvenuti, che avrebbero dovuto alla base. Sul lato occidentale sono presenti due collegare la struttura all’acquedotto, si può forse scivoli in cocciopesto che permettevano il deflusso ipotizzare che la costruzione della riserva idrica sia dell’acqua, mentre sul lato opposto sono visibili stata sospesa o che essa sia stata parzialmente le imposte di una delle arcate che si dipartivano demolita con recupero dei materiali. dall’acquedotto e che dovevano sostenere il Le ultime attestazioni del funzionamento condotto di alimentazione del serbatoio. Sempre dell’acquedotto si datano intorno al VI secolo, cui fa alle strutture di collegamento con l’acquedotto seguito una fase di progressivo abbandono legato

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 125 alle vicende storiche succedutesi nel territorio 9. Utile al riguardo il rinvenimento, in uno dei sondaggi condotti sull’acquedotto a nord-est del Rio Galeria, di un mattone, non in sito, portuense. In alcuni punti, a ridosso della struttura, con bollo rettangolare datato alla fine del I secolo d.C. furono poste tombe a fossa con copertura alla 10. Singolare è il ritrovamento, proprio in prossimità di uno dei passaggi, cappuccina e furono realizzate brevi percorrenze in un contesto costituito da numeroso materiale ceramico, di circa un centinaio di monetine di bronzo databili intorno al IV secolo d.C. che in parte utilizzavano come piano di calpestio 11. Misure 1,95 x 1,60 m. gli strati di crollo con l’aggiunta di ghiaia e che, in 12. Misure 8,20 x 5,50 m. alcuni casi, attraversavano ortogonalmente lo stesso 13. Larghezza 1,06 m. 14. Tra il materiale raccolto si ricorda un peso da filo a piombo in bronzo acquedotto. In uno dei sondaggi condotti è stato e una moneta di Tiberio (Petriaggi et al. 1995, p. 370-372, n. 19). riportato in luce uno di questi percorsi (18) realizzato 15. Cfr. Petriaggi et al. 1995, n. 21. livellando lo strato di crollo e regolarizzandolo con l’aggiunta di scaglie di tufo, frammenti di basalto, laterizi e materiali da costruzione; sulla sua superficie si sono raccolte due monete di bronzo, una databile all’età degli Antonini mentre l’altra attribuibile al principato dei Gordiani tra il 238 e il 244 d.C. Oltre al recupero sistematico del materiale da costruzione sin da epoca precedente alle alluvioni rinascimentali, l’acquedotto subì una sistematica attività di spoliazione di cui di ha testimonianza anche in epoca recente durante la bonifica ottocentesca; in particolare, in questo periodo, si giunse ad asportare il nucleo cementizio interno della struttura di base lasciando intatto il paramento esterno, vennero così a formarsi una sorta di vasche utilizzate come abbeveratoio per gli animali. (AC)

Note

1. Petriaggi et al. 1995, p. 369-372; Carbonara, Vittori, Vori 2006; Morelli et al. 2011, p. 277. 2. Del tracciato dell’acquedotto si era a conoscenza ancora agli inizi del ’900, quando sul terreno erano ancora visibili parte dei crolli; si veda. Nibby 1827, pp. 25-26 e 89-90; Tomassetti, 1977, p. 437, n. 2. 3. Saggi effettuati in profondità lungo l’andamento dell’acquedotto hanno evidenziato tratti della fondazione gettata anche in cavo armato. 4. Altezza 0,60 m. 5. I cubilia di tufo giallo molto poroso misurano 8/10 cm di lato. 6. I piloni misurano 1,50 x 1,20 m e presentano un nucleo in conglomerato di pezzame di tufo legato da malta grigio-chiara o violacea. 7. Con spallette larghe 0,45 m. 8. Attraverso il rinvenimento di alcuni tratti è stato possibile misurare la larghezza dello speco che è di 0,60 m.

126 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Edificio di epoca insediamento residenziale collocato poco a nord- medio-repubblicana ovest (21). (20) I confronti con strutture murarie coeve6 in connessione con il materiale associato7, farebbe propendere per una cronologia tra la fine del IV e la In un’area disposta tra l’acquedotto portuense a fine del III secolo a.C. (AC) sud-est e la via Portuense Antica a nord-ovest, in

prossimità dell’attuale ingresso ovest della Fiera Note di Roma, sondaggi di scavo condotti nel 19921, hanno parzialmente evidenziato, a -1,80 m dal piano 1. I sondaggi sono stati effettuati in vista della realizzazione del centro commerciale Autoporto – Commercity. L’area non è stata indagata di campagna, un edificio a pianta rettangolare, esaustivamente per i limitati tempi di lavoro. Si veda Petriaggi et al. orientato nord-sud/est-ovest. Nonostante la 1995, pp. 363-364. profondità dei ritrovamenti, che erano sigillati da 2. Spessore 0,80 m. 3. Spessore 0,60 m. strati di sedimenti alluvionali databili tra l’epoca post- 4. Costituita da uno strato di argilla limosa di colore giallo. romana e quella rinascimentale posti al di sotto degli 5. Diametro 0,60 m. strati appartenenti alla bonifica moderna, la struttura, 6. Petriaggi et al. 1995, p. 364, n. 7. 7. Petriaggi et al. 1995, p. 364, n. 8. di cui si sono evidenziati i due muri perimetrali nord ed ovest2 e alcuni ambienti interni delimitati da muri di minori dimensioni3 è conservata solo a livello di fondazione. La fondazione è costituita da scheggioni e blocchi di travertino, più o meno lavorati e di diverso taglio, messi in opera senza legante. La fondazione del muro perimetrale settentrionale presenta due aperture: in corrispondenza di quella più occidentale, sulla paleo-superficie4, si è evidenziata una consistente concentrazione di materiale fittile (tegole, mattoni) e ceramico (per lo più anfore), altre concentrazioni simili si sono individuate in altri punti dell’impianto; esse sono, forse da interpretarsi come resti del crollo delle strutture (fig. 1). All’interno di uno degli ambienti è stato individuato un pozzo costituito da elementi cilindrici d’impasto sovrapposti ad incastro5. L’insediamento è forse da interpretarsi come un impianto a carattere rurale, anche se di incerta funzione; la povertà delle strutture, le limitate dimensioni e la presenza di un pozzo inducono ad ipotizzare per esso una funzione di servizio 1. Veduta dall’alto da nord-est della parete settentrionale dell’edificio di epoca medio- (abitazione di lavoranti o magazzino) e un repubblicana (20). possibile collegamento con il più vasto e articolato

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 127 Impianto residenziale di epoca in antico)3 indicare i tipi di copertura dei diversi medio-repubblicana (21) ambienti. Esigui sono anche i resti dei piani pavimentali presenti sia all’interno che all’esterno dell’impianto: All’interno di un’area disposta poco a sud della via si tratta di una sorta di battuto privo di preparazione Portuense Antica e a nord-ovest del sito 20, un e poggiato direttamente sul paleosuolo, costituito intervento di scavo condotto preventivamente alla da scaglie di tufo miste a frammenti fittili e ceramici. realizzazione della Fiera di Roma, ha riportato in I pochi resti conservati all’interno dei vani mostrano luce un impianto abitativo (fig. 1). Si tratta di una comunque una certa solidità e robustezza. struttura a pianta grosso modo quadrangolare, All’esterno dell’impianto si è individuata la presenza orientata nord-sud/est-ovest, articolata in una serie di un battuto meno compatto e consistente per lo più di ambienti di varie dimensioni; tutti i vani sono lungo i muri perimetrali, ad uso forse di marciapiede. delimitati da murature in blocchi di tufo di cui si L’impianto si articola in quattro ambienti di varie conserva il solo filare di fondazione1. I blocchi di tufo dimensioni e un vano esterno, addossato al lato litoide a matrice vacuolare di un colore che va dal lungo settentrionale, che presenta muri a secco grigio-chiaro al giallastro2 presentano dimensioni costituiti da pietre non squadrate4 con l’inserimento diverse, raggiungendo in almeno due casi la di frammenti di tegole, coppi e materiale ceramico, lunghezza di circa 2 m (fig. 2): sulla faccia a vista tipologia costruttiva più simile a quella dell’impianto si evidenzia una particolare rifinitura che delimita individuato poca distanza a sud-est (20). un’ampia zona centrale aggettante, non lavorata, a Due degli ambienti sono orientati est-ovest e uno bugnato. Su alcuni dei blocchi, in particolare quelli di essi è dotato di un’apertura autonoma verso di maggiore lunghezza, sono presenti fori e incassi l’esterno; l’ambiente centrale presenta una pianta ad per lo spostamento e l’alloggiamento con ferrei L e maggiori dimensioni rispetto agli altri vani. forcipes. Sui blocchi disposti a delimitazione degli All’esterno dell’impianto si sono individuate alcune accessi agli ambienti sono presenti due incassi fosse i cui riempimenti erano costituiti da frammenti rettangolari destinati forse all’inserimento di una di tegole di impasto rosato, giallo chiaro e arancione soglia. A causa della scarsa conservazione di e di coppi, mentre tra il materiale ceramico, da intonacatura sui blocchi, non è possibile stabilire se frammenti di ceramica a vernice nera, comune e questi presentassero un rivestimento, cui un leggero anfore di tipo greco – italico e numerosi frammenti aggetto poteva garantire comunque una migliore di dolia; all’interno anche i resti di una macina in aderenza. trachite leucititica. Per il modesto grado di conservazione delle Di particolare interesse è risultata essere la fossa murature, cui si deve aggiungere la totale mancanza di forma rettangolare allungata con pareti inclinate di significativi strati di crollo in tutta l’area scavata, verso l’interno situata all’esterno dell’impianto, risulta difficile anche ricostruire il tipo di alzato degli a contatto con la parete perimetrale nord della ambienti, che poteva, forse, essere costituito da muri struttura, il cui riempimento era costituito da un a secco sostenuti da una intelaiatura lignea, la più consistente e qualitativo numero di frammenti frequente in questo ambito cronologico. ceramici. Si tratta di ceramica a vernice nera Allo stesso tempo non è possibile, vista anche la (coppe, lucerne, uno skyphos) (fig. 3), ceramica scarsa quantità di tegole e coppi rinvenuta all’interno comune e rozza terracotta (olle, ciotole, coppe, e all’esterno del complesso (forse asportati già ciotole-coperchio, coperchi, tegami, olle perforate,

128 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 1. Veduta aerea dell’impianto residenziale (21). brocche monoansate e bicchieri), pesi da telaio di in ceramica a vernice nera lucente di produzione forma parallelepipeda e a disco, grossi contenitori calena decorata a stampo e almeno due fondi di (bacili e dolia) e numerose anfore di tipo greco coppa sempre in ceramica a vernice nera con lettere – italico; inoltre askoi in argilla figulina, un’arula graffite. Tutte le forme raccolte erano frammentarie, del tipo “a clessidra” (fig. 4), frammenti di bronzo forse volutamente rotte prima dello scarico, mentre e alcuni oggetti miniaturistici. Da ricordare tra il in almeno due casi se ne è potuta ricostruire la materiale alcuni frammenti di una patera umbilicata forma raccogliendone i frammenti nonostante

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 129 2. Veduta da nord-ovest del filare 3. Impianto residenziale, particolare di uno skyphos in 4. Impianto residenziale, particolare di un’arula con di fondazione in blocchi tufo della ceramica a vernice nera (21). raffigurazione di Nereide su toro (21). parete nord-orientale (21).

fossero disposti a distanza all’interno della fossa5. 2. La presenza di pomici giallastre alterate insieme alla mancanza di minerali come la leucite o l’augite, lo identificano come “tufo giallo di Da una prima sommaria analisi delle classi Grotta Oscura” proveniente dalle cave disposte lungo la via Tiberina; ceramiche rinvenute all’interno della fossa è solo tre blocchi si presentano meno alterati e con una più scarsa possibile collocare il materiale archeologico presenza di pomici giallastre, che li identificano sempre come “tufo giallo di Grotta Oscura” e la cui provenienza potrebbe essere da una nell’ambito della media età repubblicana (fine IV-II zona contigua o dalla stessa cava ma da un altro banco. Cfr. Mattias, secolo a.C.), cronologia che la tecnica muraria e i Ventriglia 1970. materiali raccolti sembrano confermare anche per 3. In base ad una prima sommaria campionatura (classificazione effettuata sulle varianti di colore, compattezza e inclusi) prevalgono l’impianto. le tegole di impasto di colore variabile dal giallo chiaro all’arancione, La limitata conservazione dell’edificio non permette con argilla più o meno compatta, con pochi inclusi, mentre pochi di definirne la funzione ma la presenza, a poca sono i frammenti di tegole ricchi di nuclei di pozzolana rossa ed estremamente friabili. distanza, di un’altra struttura sicuramente destinata 4. Si tratta di pietre di origine sedimentaria, composte in gran parte ad uso rurale (20), lascerebbe ipotizzare, per questo da calcare e meno da arenaria scistosa, provenienti forse dagli complesso, un uso invece abitativo6. affioramenti lungo la fascia costiera dei monti della Tolfa. 5. Proprio per la particolarità del materiale ceramico raccolto A questo impianto, nonostante si trovino ad una (la ceramica comune e a vernice nera presenta una maggiore certa distanza, potrebbero connettersi due aree percentuale di forme aperte), si può formulare l’ipotesi che tale fossa funerarie costituite da tombe di inumati e incinerati costituisse un piccolo deposito di materiale a carattere sacro, anche se l’insediamento in cui essa si colloca non presenta caratteristiche (22, 23). (AC) architettoniche assimilabili a quelle di un edificio legato al culto. 6. Morelli et al. 2008, pp. 218-219. Note

1. Tale filare è alloggiato inferiormente entro uno strato di argilla limosa di colore giallastro identificato come paleo-superficie.

130 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Area sepolcrale (22) di bacili) tra cui anche un peso da telaio e una fibula bronzea ad arco, sembra costituire, in questo contesto e in connessione con l’area della necropoli, A poca distanza a nord-nord-est dai due impianti di una sorta di vespaio cui si lega il rinvenimento dei età medio – repubblicana (20 e 21) e sicuramente in resti di una conduttura costituita da tubi cilindrici in connessione con essi, è stata riportata in luce una terracotta (diametro 0,25 m) e da un’anfora di tipo limitata area sepolcrale, costituita da sepolture per punico con funzione di drenaggio dell’acqua (fig. 1)1. la maggior parte ad incinerazione, mentre solo due La cronologia del sepolcreto (IV-III secolo a.C.) sono a inumazione. Tra le sepolture ad incinerazione stabilisce un rapporto, rispetto ai due insediamenti, è presente un bustum sepulcrum mentre, delle due almeno con quello di maggiori dimensioni (21) dal tombe ad inumazione, una è a cappuccina e l’altra in quale dista circa 200 m. (AC) anfora (enchytrismos); esse si trovano a circa -1,80 m dal p.d.c. moderno e sono inserite in uno strato Note di argilla limosa giallastra che costituisce la paleo- superficie. 1. Petriaggi et al. 1995, p. 364, nn. 10 e 11. La disposizione sul piano di numerosissimi frammenti ceramici (vernice nera, frammenti di anfore greco-italiche, ceramica comune, frammenti

1. Veduta da sud dei resti di una conduttura per il drenaggio dell’acqua (22).

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 131 Area sepolcrale e impianto La frequentazione dell’area continuò poi ad uso di canalizzazione (23) funerario con sepolture che occupano lo stesso impianto sicuramente andato in disuso. Tale fase di abbandono può riconnettersi con quella degli In un’area collocata a poca distanza a sud-ovest impianti abitativi limitrofi il cui termine si colloca dell’impianto rustico (20), è stato rinvenuto un intorno al II secolo a.C. reticolo di quattro canali, tra loro paralleli e orientati L’ubicazione a poca distanza a sud dell’impianto nord-est/sud-ovest, e un quinto con andamento rustico (20), confermerebbe l’ipotesi che essa divergente est-ovest1. Questi, scavati nello strato costituisse un’area adibita ad attività agricole e, a a matrice limo-argillosa, hanno diverse larghezze2 seguire, luogo di sepoltura. (AC) e presentano caratteristiche simili, con margini

superiori regolari, stacco dal margine superiore Note graduale, fondo piano, e si differenziano solo per il profilo delle pareti che sono verticali, ad andamento 1. Il sito si dispone in un’area a verde all’esterno dell’ingresso occidenta- le delimitata dalla v. G. Covré. concavo o convesso o inclinate a “V”. 2. Da 0,60 a 1 m circa. Sul fondo, sigillato da uno strato di interro costituito 3. Si sono rinvenuti frammenti di ceramica comune, bronzo, chiodi di fer- da limo argilloso marrone ricco di materiale ro, frammenti laterizi. 4. Cfr. Musco, Petrassi, Pracchia 2001, pp. 290 sgg. ceramico di vario tipo3, sono presenti frammenti ceramici, frammenti di dolia e di tegole che ne attestano la funzione di drenaggio. In aderenza e in parziale sovrapposizione con questo impianto è presente un’area sepolcrale di piccole dimensioni costituita da tre deposizioni, orientate nord-est/sud-ovest, tutte in fossa, due ad inumazione e una di incinerato; una delle tombe è scavata nello strato di riempimento di uno dei canali mentre in un’altra lo scheletro è deposto supino su di un letto di quattro tegole e con un coppo usato come appoggio per la testa (fig. 1). La fossa di quest’ultima sepoltura ha tagliato una delle fosse, forse di coltivazione presenti nei pressi dell’area funeraria. Si tratta di quattro fosse a pianta circolare con pareti verticali o lievemente convesse e nel cui strato di riempimento si sono raccolti frammenti ceramici. Il complesso appare quindi organizzato da una parte con un sistema di canali legato al drenaggio dell’acqua, evitando così il ristagno delle acque piovane che in un terreno caratterizzato da strati argillosi vengono assorbite con più difficoltà; e dall’altra con attività agricole legate alle coltivazioni, 1. Particolare di una delle sepolture con scheletro adagiato su quattro come testimoniato dalle fosse4. tegole (23).

132 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE Impianti di canalizzazione (24, 25 e 19)

Nelle due aree nn. 24 e 25, disposte a poca distanza tra loro a sud dell’acquedotto, nel settore occidentale della Fiera di Roma, si sono riportati in luce tre canali di drenaggio. I due canali evidenziati nel sito 24 sono tipologicamente assai simili: scavati nella paleo-superficie, costituita da uno strato di argilla limosa di colore giallo, presentano profilo delle pareti concavo, stacco dal margine superiore graduale e fondo piano. L’andamento di uno dei canali, orientato est-ovest, porta ad intersecare il secondo, orientato nord-ovest/sud-est. Identico anche il riempimento, costituito da uno strato a matrice limo-argillosa di colore marrone. Anche nel sito 25, a nord-est del precedente, il canale, scavato nello strato di argilla limosa e orientato nord-est/sud-ovest, presenta margini regolari, profilo delle pareti concavo, stacco dal margine superiore graduale e fondo piano, mentre nello strato di interro, a matrice limo-argillosa, si sono rinvenuti alcuni frammenti ceramici. La creazione di canali in questo contesto è probabilmente finalizzata alla bonifica e al drenaggio di terreni soggetti alla costante presenza dell’acqua. Le due aree, tra loro piuttosto vicine, sono probabilmente in connessione tra loro, mentre non si sono riscontrate connessioni con insediamenti o impianti agricoli. Alla stessa funzione doveva assolvere anche il canale evidenziato nel sito 19, posto a nord dell’acquedotto e a nord-est delle aree sopra descritte. Il canale, orientato nord-ovest/sud-est, presenta un andamento curvilineo e una delle sue sponde, unitamente al fondo (leggermente in pendenza), è compattata e rivestita da frammenti ceramici, tegole e scaglie di tufo. (AC)

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 133 Mausoleo (26) sono stati evidenziati tre e l’inizio di un quarto), mentre l’alzato, non più conservato, doveva presentare un rivestimento in stucco (fig. 1). A seguito di un intervento condotto, intorno alla Negli strati di crollo presenti nelle vicinanze, sono fine degli anni ’90 nella golena destra del Tevere1, stati recuperati resti della decorazione architettonica di fronte al territorio ostiense di Dragona a valle di dell’alzato, costituiti da porzioni di colonne4 in Monte Cugno e Dragoncello, all’altezza dei km 17-18 travertino rivestite in stucco bianco e l’elemento della via Portuense, sono stati individuati i resti di un inferiore di un capitello corinzio5, anch’esso in imponente mausoleo di cui rimane il basamento a travertino. pianta quadrata2, orientato nord-sud/est-ovest3. I confronti con elementi decorativi simili offrono una La struttura è costituita da un nucleo in datazione a epoca tardo-repubblicana (fine II, inizi I conglomerato cementizio di scheggioni di tufo e secolo a.C.)6. malta pozzolanica con paramento in opera quadrata Poco ad ovest dell’impianto è stata evidenziata di blocchi di tufo rosso litoide, uniti da grappe una struttura interpretata come un molo7, disposto in piombo e messi in opera alternativamente di obliquamente alla corrente del fiume. Esso è testa e di taglio. La fondazione è costituita da un costituito da un nucleo cementizio di grossi rivestimento di filari di blocchi di tufo bugnati (ne scheggioni di tufo e malta idraulica, rivestito da un

1. Veduta dall’alto del mausoleo e del molo lungo il corso del Tevere (26).

134 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE paramento in opera quadrata di tufo con blocchi funzione del monumento funerario. disposti alternativamente di testa e di taglio legati È anche possibile che l’impianto, ma soprattutto da grappe a coda di rondine di cui restano gli le successive strutture evidenziate nel complesso, alloggiamenti. Il lato nord conservava un elevato con potessero essere raggiunti dalla terraferma tramite paramento in opera incerta. un tracciato viario, proveniente dalla via Portuense di La continuità di occupazione è testimoniata dalla cui non si è, però, rinvenuta alcuna traccia nel corso presenza di un impianto artigianale creato a ridosso delle indagini. del molo, articolato in ambienti, cui appartengono Nonostante la limitata conservazione della struttura, resti di muri con paramento in reticolato misto a la si può forse identificare con la raffigurazione scheggioni di tufo, all’interno dei quali è un piano presente nella carta di Eufrosino della Volpaia8 che inclinato di malta con l’alloggiamento forse per una riporta la presenza di una torre, detta Bufalara, piccola vasca, resti di una fistula plumbea per il collocata lungo la sponda del fiume, a non poca deflusso dell’acqua che confluiva in una canaletta a distanza da quella di Dragoncello posta sulla riva coppi affiancati, e i resti di un ambiente rivestito in opposta. La torre medievale, come tante altre nel cocciopesto. territorio, avrebbe sfruttato, come fondazioni, proprio A ridosso del mausoleo, del quale seguono le strutture del mausoleo repubblicano. (AC) l’orientamento, si attestano alcune strutture in opera

reticolata e mista di uso incerto (fig. 2), mentre la Note continuità d’uso dell’area funeraria è testimoniata da alcune deposizioni a cappuccina addossate 1. Il sito è ubicato lungo la sponda destra del Tevere poco a sud-est di un impianto di idrovora. all’edificio e altre scavate direttamente nel nucleo 2. Ogni lato misura 14,30 m, pari a 48 piedi romani. cementizio del molo. 3. Vittori Vori 1999. Per la tecnica edilizia e la corrispondenza tra le 4. Diametro dei rocchi 0,89 m. 5. Diametro 0,70 m, altezza 0,41 m. quote di spiccato dei muri, appare evidente che il 6. Vittori Vori 1999, n. 2. mausoleo sia coevo al molo che, oltre a fungere da 7. Lungo 24,50 m, largo 9 m. pennello frangicorrente per regolarizzare la sponda 8. Frutaz 1972, tav. 30. del fiume, poteva servire anche come approdo in

2. Veduta degli ambienti disposti a nord-ovest del mausoleo (26).

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 135 La via Portuense Antica (6) meandri e la predominanza dei venti contrari, con le vele5. Per la limitata estensione e per la vicinanza con la via Due erano i tracciati stradali che costeggiavano su Ostiense, sotto il profilo amministrativo entrambe le entrambi i lati il fiume Tevere in direzione della foce: vie avevano gli stessi curatores6. la via Ostiensis e la via Campana. Se la realizzazione Al momento della costruzione del porto di della via Ostiense, sulla sponda sinistra del Tevere, Claudio e successivamente con la creazione di si fa risalire secondo la tradizione alla fondazione un nuovo bacino con annesse strutture portuali della colonia di Ostia (attribuita dalle fonti classiche sotto l’imperatore Traiano, oltre alla via fluviale, al re di Roma Anco Marcio, seconda metà del VII che continuava a garantire il trasporto delle merci secolo a.C.) a controllo della foce e delle saline che su imbarcazioni di notevole tonnellaggio (naves sorgevano presso di essa, anche la costruzione caudicariae)7 che dai porti imperiali raggiungevano della via Campana1(che prendeva il nome dal luogo i grandi empori urbani, si rese indispensabile la in cui era diretta, il Campus salinarum romanarum)2, realizzazione di un tracciato via terra che collegasse sulla riva destra del Tevere, ha una datazione assai la città con le infrastrutture portuali8. Inizialmente remota. La strada, infatti, costituiva, al pari della via venne utilizzata la via Campana, risistemata in diversi Ostiense e come via alternativa a quest’ultima, la tratti e sicuramente prolungata, fino a raggiungere il prosecuzione verso la costa tirrenica della via Salaria porto; in seguito, in epoca traianea, venne costruita che collegava Roma con le zone interne dell’Italia la via Portuensis (dal nome della destinazione)9 il cui Centrale e raggiungeva la costa adriatica. tragitto, a partire da Roma, solo per le prime 2 miglia Il controllo del territorio posto a nord del Tevere coincideva con quello della via Campana10. in prossimità della sua foce, territorio che, per Superata la Porta Portuensis delle Mura Aureliane la presenza delle saline, era fondamentale per il (attuale Porta Portese)11, mentre la via Campana sostentamento delle popolazioni etrusche prima e proseguiva seguendo il Tevere (il percorso è romane poi, fu la causa di una serie di ripetuti scontri generalmente identificato con l’attuale via della tra Romani e Veienti, culminati con la conquista di Magliana)12, la via Portuense attraversava le colline Veio nel 396 a.C. e con l’occupazione definitiva del di Monteverde, accorciando il percorso che, territorio veiente. sebbene più accidentato, risultava più veloce13. Nella nostra zona, quindi, è solo dopo la conquista L’uso continuativo di quest’ultimo tracciato portò di Veio che venne realizzata la via Campana che da ad obliterare il nome della via Campana che dalle Roma raggiungeva gli impianti per la produzione del fonti, a partire dal III secolo d.C., non viene più sale; analoga situazione si riscontra sul lato opposto menzionata. del Tevere dove la via Ostiensis è probabilmente da Presso l’XI miglio, all’incirca all’altezza di Ponte connettersi alla fondazione del castrum di Ostia, nel Galeria, le due strade si ricongiungevano14 IV secolo a.C.3. attraversando insieme il Rio Galeria in direzione di Il tracciato della via Campana, a partire da Roma, Portus. doveva seguire da vicino il corso del fiume ed essere Più oltre, in direzione della costa, le esigue utilizzato fin dall’inizio anche come via di alaggio4, informazioni sull’andamento dei due tracciati permettendo il traino dalla riva con un tiro di buoi o stradali erano dovute alle limitate conoscenze di uomini delle imbarcazioni impossibilitate a risalire archeologiche: il percorso della via Portuense Antica la corrente del Tevere a remi o, per la presenza di venne identificato dagli studiosi del XIX e XX secolo

136 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 1. Veduta dal pallone di un tratto della via Portuense Antica su viadotto (tratto 6.2); si riconoscono i ponti V e VII e, in mezzo, il ponte VI sigillato in fase di costruzione. con quello della via Portuense moderna, realizzata ’90 che gli interventi di scavo condotti dalla tra il 1822 e il 182515. Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia17 in Le consistenti trasformazioni effettuate dallo stato tutta l’area del Quartaccio, tra l’autostrada Roma– italiano e in seguito dai Torlonia tra la fine dell’800 Fiumicino e il Tevere, hanno permesso di evidenziare e i primi 25 anni del secolo successivo, finalizzate un consistente tratto della strada (circa 1.100 m non alla bonifica di un territorio paludoso e pieno di continuativi) contribuendo così in maniera decisiva acquitrini, portarono a spianare i terreni, a colmare alla conoscenza dei percorsi viari della via Portuense le depressioni e ad innalzare le quote del piano di e della sottostante via Campana18. campagna arricchendo la zona di canali e canalette I dati acquisiti sul terreno, come peraltro emerge di raccolta e deflusso delle acque; tale intervento anche dall’analisi delle foto aeree scattate durante la comportò sia la distruzione di tutte le emergenze Seconda Guerra Mondiale19, individuano, per la via ancora visibili che l’interramento di tutte le vestigia Portuensis un andamento completamente differente preromane e romane16. rispetto a quanto ipotizzato in precedenza; si è Nel 1973, a seguito della costruzione di un impianto potuto, infatti, stabilire che il percorso attraversa con per il drenaggio dell’acqua in località La Longarina andamento rettilineo nord-est/sud-ovest il nostro (altezza km 19,700 della via Portuense moderna) territorio, incrociando obliquamente la via Portuense fu portato alla luce un tratto della via Portuense moderna, la ferrovia Roma-Aeroporto di Fiumicino Antica, orientato est-ovest e parallelo all’acquedotto e l’autostrada Roma-Fiumicino e si dirige verso Portuense; ma è a partire dagli inizi degli anni nord-est in direzione delle colline che delimitano

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 137 a est la piana deltizia del Tevere. Proprio nell’area via Campana sia andata distrutta nel corso della pedecollinare nel corso dei sondaggi effettuati costruzione della successiva via Portuense27, mentre dalla Soprintendenza nel 2008-09 per la messa nel tratto più prossimo al Tevere, considerato che in opera di una condotta idrica ACEA, in località il percorso di età repubblicana non si dirigeva ai Piana del Sole circa 1,100 km ad ovest dell’abitato porti imperiali, la via avrebbe potuto seguire un’altra di Ponte Galeria e poco a sud della moderna via direzione deviando verso nord in direzione delle della Muratella, si sono rinvenuti un altro breve antiche saline. 2. Veduta da sud-est del condotto occidentale tratto della via Portuensis antica che qui incrocia Che il tracciato della via Campana, superato il del ponte VIII a due fornici (tratto 6.2); al centro ortogonalmente un altro tracciato viario antico, Rio Galeria, seguisse un andamento così distante del condotto il muro di spina con paramento in opera laterizia. orientato ortogonalmente (nord-ovest/sud-est). dal fiume già in epoca repubblicana non appare Quest’ultimo percorso, che corre poco a sud in realtà così strano: il territorio posto a monte dell’attuale via della Muratella20, parallelamente a della confluenza del Tevere con il Rio Galeria è essa, lungo il quale si dispongono alcuni ambienti caratterizzata da una stratigrafia con assenza di tra loro contigui da riferire forse ad una mansio21 limo e presenza di un alternarsi di strati di sabbie di età imperiale, raggiungeva Ponte Galeria, sito di medie con scarsità o totale assenza di calcare. Tale estrema importanza sia in epoca romana poiché natura del suolo determinò l’esistenza di un conoide sulle alture che sovrastano l’abitato moderno si alluvionale con quote leggermente rialzate rispetto è evidenziata una struttura in opera poligonale al fondovalle del Tevere, un’area più protetta dalle collocata a controllo della valle del Galeria22, sia in alluvioni tiberine, con un drenaggio migliore e con 3. Veduta dal pallone di un tratto della via epoca medievale, periodo in cui le fonti attribuiscono la presenza di una falda acquifera ricca e poco Campana tra i ponti VII e VIII (tratto 6.2); la fondazione in quest’area, sotto Papa Adriano I profonda28; queste caratteristiche hanno costituito riconoscibili sul piano acciottolato le impronte 23 dei solchi carrai. (772-795), di una domusculta poi trasformata in quindi una condizione più che favorevole sia per Curtis Galerae da papa Gregorio IV nell’840 d.C.24, la creazione di insediamenti stabili29 sia per la che comprendeva anche un ponte; si tratta forse realizzazione dei percorsi viari. del ponte attraverso il quale la via Portuense Antica Forse anche per tali caratteristiche del suolo superava il Rio Galeria25. le percorrenze antiche, superato il Rio Galeria, Se le indicazioni sinora raccolte definiscono deviavano non verso sud in direzione del Tevere, in maniera ormai sicura l’andamento della via dove avrebbero incontrato difficoltà perché la Portuense Antica costruita in epoca traianea, zona era caratterizzata da suoli più argillosi ed era meno informazioni si hanno per il tracciato della maggiormente soggetta alle alluvioni del fiume, bensì via Campana che doveva certamente raggiungere verso nord-ovest, con un percorso che costeggiava le saline a sud dello stagno di Maccarese. le pendici collinari30 e poi si dirigeva verso il Tevere Quest’ultima è stata intercettata al di sotto del tagliando, con andamento nord-est/sud-ovest il tracciato traianeo solo nella parte centrale di esso, fondovalle tiberino31. all’interno del Centro di Accoglienza di Ponte L’area attraversata dalla via Campana32 si presentava Galeria della Polizia di Stato (scavo 2001) e in due piuttosto pianeggiante ma caratterizzata da diverse sondaggi posti subito a nord-est (scavi nell’area depressioni che la strada poteva attraversare della Fiera di Roma 2002-2009)26, mentre non è il più delle volte a guado, rendendo il percorso stata rintracciata nel settore più vicino alle colline e particolarmente accidentato. Tale attraversamento nell’area prossima al Tevere. È possibile ipotizzare, era reso ulteriormente difficoltoso dalla presenza per il settore pedecollinare, che in alcuni tratti la all’interno delle depressioni, di diverse risorgive e

138 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 4. Veduta dall’alto da nord-est di un tratto della via Portuense Antica in prossimità del Tevere contenuto, lungo il lato meridionale, dalla parete in opera reticolata con contrafforti (tratto 6.3); al centro della carreggiata il filare di blocchi di tufo disposto a delimitare, in un secondo mo- mento, il tracciato su carri.

5. Veduta dal pallone di un tratto della via Portuense Antica in prossimità del Tevere (tratto 6.3); all’esterno del tracciato si riconoscono gli strati di riempimento dei due canali di gronda, il più prossimo alla strada, colmato da strati calcarei di colore giallo-biancastro.

polle di acqua mineralizzata, le cui manifestazioni attenzione nel costruire una strada che comunque di attività idrotermale, in connessione con la affrontasse tali difficoltà. fuoriuscita di gas, impaludavano il terreno con la La via Campana presenta infatti uno strato di creazione di laghetti d’acqua “ribollente”, circondati preparazione poggiante direttamente sul paleosuolo da vegetazione palustre33. Dato che la fascia di limoso, realizzato con scaglie di calcare, travertino, estensione del fenomeno delle depressioni e dei macco, poche scaglie di tufo e alcune di leucitite sul laghetti, esistenti già a partire dal IX secolo a.C.34, quale si disponeva un compatto strato di ghiaia che risultava essere talmente ampia da non poter costituiva il pavimentum originario. essere semplicemente aggirata, si pose particolare In connessione con la costruzione del porto di

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 139 Claudio il preesistente tracciato repubblicano meteoriche e di falda nonché di contenimento delle subì un rifacimento e un innalzamento del piano alluvioni tiberine. In questo settore la strada ampia in carrabile, contestualmente alla sua probabile origine 4,20 m circa è contenuta su entrambi i lati da prosecuzione in direzione dell’area portuale. Ma solo filari in blocchi di tufo collocati di taglio intervallati, a con la costruzione del Porto di Traiano si giunse alla distanze regolari (15 m circa), da un blocco disposto realizzazione di un nuovo asse stradale adeguato di testa, mentre la sede carrabile è costituita da alle problematiche dell’area che attraversava: la via uno strato di ghiaia molto fine mista a sabbia Portuensis. gialla, sostenuto da uno strato di preparazione con Essa, nel settore più vicino alle colline (tratto scheggioni di tufo rosso irregolari ma ben disposti. 6. Veduta dal pallone di un tratto della via 6.1), proprio per le ottime condizioni del terreno, Ad un periodo successivo è da riferire l’allargamento Portuense Antica su viadotto in prossimità del correva alla quota del piano di campagna e a lato della sede carrabile (5,30 m) che comportò, in ponte VIII (tratto 6.3); visibile il piano acciottola- to conservato alla quota delle pareti di conteni- di essa si disposero, in età medio-imperiale, due alcuni tratti, l’asportazione del filare in blocchi di tufo mento livellate del viadotto e l’attraversamento, mausolei35; nel tratto centrale riportato in luce e la sua sostituzione con tratti di muratura in opera con andamento obliquo, di un canale di scolo (tratto 6.2), a causa delle numerose depressioni e reticolata muniti di contrafforti esterni (fig. 4); di delle acque laghetti presenti, proseguiva sopraelevata su di un conseguenza l’ampliamento della sede carrabile portò viadotto caratterizzato da ponti, per poi ritornare alla ad un rifacimento della strada con la sovrapposizione quota del piano di campagna nel tratto finale sud- di un secondo strato di glareato. Nell’intervento di occidentale individuato (tratto 6.3), in cui il terreno ampliamento della strada fu certamente rilevante tornava pianeggiante e privo di avvallamenti. l’attività idrotermale che, come vedremo, contribuì Viste le difficoltà ambientali è indicativo che nel a determinare la scelta dei tratti in cui le strutture tratto 6.2 la via Portuense corresse su un viadotto di contenimento in blocchi vennero sostituite dalle contenuto da grandiosi muri in opera reticolata murature in opera reticolata. Per tutto il tratto 6.3, muniti di contrafforti e attraversato da numerosi infatti, il tracciato presenta un’alternanza delle due ponti (figg. 1-2). In questo tratto il tracciato di epoca differenti tecniche murarie: ai nuovi tratti di muratura imperiale ingloba, mantenendone l’orientamento, in opera reticolata su di un lato, si contrappone il filare la più antica via Campana (fig. 3): vennero in blocchi di tufo rimasto in sito sull’altro (fig. 5). appoggiati sul piano stradale repubblicano gli strati La costruzione della via Portuense appare pertanto di preparazione della via Portuense, costituiti da nel suo complesso un impianto di notevole fattura la livelli di ghiaia intervallati a strati di terra limosa, cui costruzione, finalizzata a velocizzare il percorso rifiniti superiormente, almeno in alcuni tratti, da tra Roma e il porto della città, ben sottolinea basoli36. Poiché il piano stradale si trovava ad un l’importanza che stava assumendo l’impianto livello più alto del piano di campagna antico e portuale nel contesto dell’impero romano. È stato non aveva collegamenti con esso, l’ampiezza del possibile riconoscere la correlazione tra le tracce tracciato (5,30 m) doveva consentire il passaggio di attività idrotermale e le particolari e diversificate contemporaneo di due carri e lasciare anche uno tecniche costruttive della strada, la cui funzionalità spazio sufficiente per i viandanti. ha permesso di superare le difficoltà di un territorio Nel tratto finale (tratto 6.3), avvicinandosi al Tevere, così insidioso e ostile. al tracciato di epoca imperiale, a partire dall’ultimo Pur soggetta, col trascorrere del tempo, ad un ponte (ponte XIV), vennero affiancati su entrambi costante deterioramento a causa soprattutto di i lati due canali paralleli, scavati nel terreno, con una sempre minor manutenzione a seguito della specifiche funzioni di drenaggio delle acque crisi dell’impero romano37, la via Portuensis appare

140 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE ancora in funzione nel VI secolo d.C. come riporta lontano dalla Portuense e verso la quale, essendo lo stesso Procopio che la definisce “piana e senza ancora in funzione il viadotto del tratto 6.2, le strade ostacolo”38 a differenza della via Ostiense ritenuta dovevano necessariamente convergere di nuovo ormai, anche per il declino della città di Ostia, un per raggiungere poi le zone pedecollinari. Proprio disagevole sentiero semi-abbandonato. per favorire il collegamento tra il tracciato principale In particolare nel tratto di percorso su viadotto (tratto e le percorrenze che le si affiancavano vennero 6.2) la strada subì nei secoli graduali e continue effettuati in questo tratto interventi di livellamento modifiche; gli originari tratti di pavimentazione della muratura di contenimento, creando rampe in basoli di selce vennero asportati in maniera di accesso e uscita dalla strada; infine, lungo il sistematica mentre il livellamento delle pareti di lato settentrionale, vennero create ampie aree di contenimento portò ad abbassare la quota del acciottolato che sembrano costituire vere e proprie tracciato; l’attraversamento dei ponti, i cui canali zone di sosta prima di intraprendere il percorso del erano ormai riempiti e sigillati da sedimenti limosi tratto su viadotto (tratto 6.2). mescolati a detriti provenienti dal crollo delle Questi interventi testimoniano il prolungato uso volte, non condizionava più la viabilità in quanto della strada che si protrasse sino ai disastrosi effetti le depressioni intorno a essi risultavano colmate delle violente alluvioni del XVI secolo che portarono dai sedimenti stessi, misti a pietrame e materiale all’abbandono dell’antico tracciato viario, delle saline da costruzione della strada. Ciò permetteva al e dei terreni coltivati con conseguente trasformazione tracciato, il cui livellamento aveva raggiunto gli del territorio in zona paludosa e malsana. strati di preparazione della strada (fig. 6), di Nonostante le esondazioni avessero prodotto uno superare gli ostacoli tramite una serie di deviazioni strato limo-sabbioso che sigillò tutte le emergenze che correvano all’esterno dell’antico viadotto. Le archeologiche, esse non cancellarono del tutto la pareti di contenimento del viadotto stesso, in parte memoria della via Portuensis, soprattutto di uno crollate in parte livellate, venivano, infatti, facilmente dei suoi ponti (ponte IX), la cui monumentalità oltrepassate, come dimostrano le impronte di solchi e dimensioni suggeriscono di identificarlo con carrai sui muri la struttura riportata nella mappa del Catasto Anche il tratto più vicino al Tevere (tratto 6.3) Alessandrino del 1660 e indicata come “Ponte rotto subì interventi di ripristino e restauro già a partire che segue passato P. Galeria”39. dal II secolo d.C.; questi interventi si resero Nei secoli successivi la struttura vera e propria necessari a causa dell’attività idrotermale che della strada fu oggetto di sistematiche spoliazioni, formava spessi strati calcarei sia all’esterno del soprattutto durante la bonifica ottocentesca e la percorso che ai lati della sede stradale, cui si costruzione della via Portuense moderna il cui aggiunsero i depositi di sedimenti alluvionali che sottofondo venne in parte realizzato con i materiali non venivano più assorbiti dai due canali laterali recuperati, probabilmente, anche dalla via Portuense di raccolta ormai completamente colmati. La via Antica40. (AC) Portuense, per mancanza di manutenzione, perse progressivamente funzionalità e venne affiancata in Note più punti da percorrenze minori, più semplici nella costruzione ma di più facile manutenzione. Dalla 1. Svet. Aug. 64. 2. Per i rapporti tra il Campus salinarum romanarum e la via Campana sede carrabile si distaccavano così viottoli pedonali, si veda Lanciani, 1868; CIL, XIV, 4285; in ultimo Morelli, Olcese, ma anche brevi percorsi viari che correvano non Zevi 2004.

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 141 3. Radke 1981, p. 120; Pellegrino 1991, p. 71. della Portuense moderna immediatamente a nord di essa, all’interno del 4. Lo Scheid (2004) propone di identificare il percorso della via Centro di Accoglienza di Ponte Galeria della Polizia di Stato (Serlorenzi Campana con la via d’alaggio almeno nel tratto tra Roma (pons 2002; Serlorenzi et al. 2004; Di Giuseppe, Serlorenzi 2009; Serlorenzi, Aemilius) e Ponte Galeria. Di Giuseppe 2011) e infine nel 2002-2009 nell’ambito dei sondaggi 5. Philostr. Vit. Apoll. VII,16: Filostrato racconta che per raggiungere preventivi alla realizzazione della Fiera di Roma tra il km 16,400 e il dalla foce del Tevere il porto marittimo di Roma si impiegavano km 18 della Portuense moderna (Serra 2007, pp. 15-21, 185-186; generalmente tre giorni (circa 35 km) e che durante la notte ci si Arnoldus-Huyzendveld et al. 2009; Morelli et al. 2011). fermava mentre gli uomini dell’alaggio si accampavano lungo la riva. 19. Turchetti 2003. Il sistema dell’alaggio con l’uso di buoi, che Procopio (Procop. De 20. Il toponimo della strada risale al XVI secolo; si veda Boccamazza bello Goth. I, 26) dichiara ancora in funzione al tempo di Belisario (VI 1548, pp. 3 e 50. secolo d.C.) con la città di Portus ormai in declino, rimase in attività 21. I sondaggi condotti dalla dott.ssa A. Delle Sedie hanno portato fino al XIX secolo, quando il trasporto venne assicurato da battelli a inoltre alla luce lungo il versante nord-est della strada un muro di vapore. contenimento in opera incerta in macco e calcare e un’area funeraria 6. CIL, VI, 1610; CIL, X, 1975; Tomassetti 1900, pp. 5, 6, n. 3; Platner- che ha occupato gli ambienti della mansio a partire dall’età tardo Ashby 1929, pp. 561, 566; Radke 1981 p. 110; Petriaggi 1991, p. antica (si veda oltre). 75. 22. Cianfriglia, Giacopini, Mantero 2002. 7. Varrone, De vita populi romani, lib. III in Non. XIII; Seneca, dial. 10, 23. Nel corso dell’VIII secolo d.C. per espandere i confini dello Stato 13,4 e De brev. vitae, XII. Sull’importanza del Tevere in relazione Pontificio e consolidare l’area intorno a Roma venne costruita una anche con l’impianto di Porto vedi Le Gall 2005, pp. 275-280. masseria fortificata che testimonia sicuramente che la strada doveva 8. La creazione di un nuovo tracciato viene messa in relazione già con essere ancora in uso; L.P. II, p. 82. la costruzione del porto di Claudio: si veda Nibby 1827, pp. 7-11, 27- 24. Restauri furono condotti sotto Leone IV (847-835) a seguito delle 28; Nibby 1837, pp. 622-624; Tomassetti 1900, p. 5; Nissen 1902, invasioni dei Saraceni, mentre da una bolla emessa da Benedetto VIII p. 542; Ashby 1927, p. 219; Platner, Ashby 1929, p. 566; Scheid nel 1018 emerge uno sviluppo dell’insediamento che probabilmente 1976, p. 644. indica, intorno all’impianto papale, la presenza di un nucleo abitativo, 9. Se nella Tabula Peutingeriana sono rappresentate le strutture mentre la zona fra Ponte Galeria e le saline viene descritta come portuali prossime alla foce del Tevere, non sono invece riportati i riconquistata dalle selve e dal pantano. Si veda Nibby 1848, II, p. tracciati della via Campana e della successiva via Portuense (Levi, 574; Tomasetti 1977, p. 411. Per un’ipotesi sull’ubicazione della Levi 1967; Bosio 1983). domusculta Galeria si veda De Francesco 2004, pp. 260-269. 10. Nibby 1837, pp. 598-601; Canina 1845; Tomassetti, 1900, pp. 5-7, 25. Sebbene tracce del ponte antico siano ora del tutto scomparse, 28-29; Ashby 1927, pp. 29-31, 219; Platner, Ashby 1929, p. 561; indicazioni che l’attraversamento avvenisse all’incirca dove ora è Scheid 1976, pp. 640-647; Radke 1981, pp. 108-110; Petriaggi collocato quello moderno si sono avute dai ritrovamenti, a seguito 1991, p. 75; Petriaggi et al. 1995, p. 361; Petriaggi, Vittori, Vori dei sondaggi effettuati su entrambe le sponde nel 2009 per 2001, p. 145; Arnoldus-Huyzendveld et al. 2009, p. 600. l’allargamento del cavalcavia, di strati glareati e dal rinvenimento 11. Nibby 1827, pp. 7-11; Nibby 1837, pp. 622-624; Tomassetti 1900, p. (in occasione di una ricognizione effettuata dalla Morelli), di diversi 7; Platner, Ashby 1929, p. 566. basoli presenti sul greto del fosso sotto il ponte moderno. 12. Scheid 1976, p. 640. Sul problema della viabilità e della presenza 26. La descrizione che il Nibby riporta della strada antica e che coincide della biforcazione si veda anche Verrando1988, pp. 331-341. con quanto rinvenuto nei due sondaggi si riferisce al punto in cui la 13. Nibby 1848, II, p. 94; Ashby 1927, p. 219; Platner, Ashby 1929, via Portuense moderna ne intercetta il percorso, a non molta distanza p. 566; Quilici 1990, pp. 89-90. Secondo l’Itinerarium Antonini dai sondaggi succitati: Nibby 1827, p. 27. la distanza tra Roma e Portus era di 19 miglia (It. Anton., 300, 8), 27. Peraltro nell’area a nord dell’autostrada Roma-Fiumicino le indagini forse in riferimento alla via Campana, mentre Procopio riporta una archeologiche hanno interessato solo un breve tratto posto sui lunghezza di 126 stadi (circa 15 miglia) da riferire alla via Portuensis. terrazzi pedecollinari. 14. Ashby 1927, p. 219; Platner, Ashby 1929, p. 561; Radke 1981, p. 28. Arnoldus-Huyzendveld, Pellegrino 2000; Arnoldus-Huyzendveld 110. 2005. 15. Nibby 1827, pp. 27-28; Radke 1981, p. 110; Petriaggi 1991, p. 75. 29. Sono noti insediamenti in quest’area già in epoca arcaica (sito 15) 16. Tomassetti 1977, pp. 469 sgg.; Lugli, Filibeck 1935; Parisi Presicce, e soprattutto in epoca repubblicana (siti 14, 13, 11, 8 e 9) quando, Villetti, 1998, pp. 97-109. proprio per l’ambiente tendenzialmente asciutto e coltivabile, si 17. Oggi ricompresa nella Soprintendenza Speciale per i Beni sono sviluppate attività legate all’allevamento e all’agricoltura, come Archeologici di Roma. testimonia un insediamento in uso fino a epoca tardo-imperiale (sito 18. Estese campagne di scavo sono state condotte nel 1992-96 in 14, II secolo a.C.-IV secolo d.C.). occasione dei lavori per la costruzione di Commercity-Autoporto 30. Questo percorso, che l’attuale via della Muratella sembra solo in (Petriaggi 1991, p. 75; Petriaggi et al. 1995, p. 361; Petriaggi, parte ricalcare (si veda Carta dell’Agro (1988), F. 22 n. 240s), Vittori, Vori 2001, pp. 139-150); nel 1996 a nord del km 16,500 della è da riferire ad un antico tracciato che collegava l’area di Ponte Portuense moderna, lungo via Sabbadino, durante la messa in opera Galeria con i territori posti a nord-ovest ed era probabilmente in del metanodotto Magliana-Fiumicino; nel 2001 presso il km 17 circa collegamento con altri tracciati, al pari della via Campana lungo il

142 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE corso del fiume Tevere, per il trasporto e il commercio del sale. e l’utilizzo delle macerie per realizzare la massicciata della nuova 31. Tra le ipotesi per spiegare lo strano andamento dei tracciati viari strada (Archivio di Stato di Roma – Fondo Presidenza delle Strade – oltrepassato il Galeria c’è anche quella dell’esistenza di un santuario Lavori stradali in Agro Romano e Comarca, Busta 288). o di un luogo di culto di incerta collocazione (Serlorenzi et al. 2004, p. 83). Tale ipotesi era stata già avanzata dopo la schedatura preliminare del materiale raccolto durante gli scavi effettuati nel 1995 per la costruzione di Commercity–Autoporto (ora area 11), in seguito al riconoscimento di un frammento fittile di lastra di sima frontonale di cui si conserva il toro con resti della decorazione a squame di colore giallo e nero (si confronti Ferrea 2002, p. 106, tavv. XXII,1-XXII,2) cui si aggiunge ora il rinvenimento, durante i sondaggi effettuati tra il 2002-09 per la costruzione della Fiera di Roma (nn. 7-8), di due frammenti di un’antefissa fittile raffigurante Ercole assiso con kantharos nella mano sinistra. Gli scavi approfonditi condotti in questo contesto non hanno però evidenziato alcuna struttura collegabile ad un luogo di culto. 32. E in seguito dalla successiva via Portuensis. 33. Sulla natura di questa attività geologica vedi il contributo di A. Arnoldus-Huyzendveld in questo stesso volume. 34. Tuccimei et al. 2007. 35. L’area dei due mausolei fu occupata, a partire dall’età tardo-antica, da una necropoli costituita da tombe a cappuccina. 36. Per attribuire alla via Portuense una pavimentazione glareata più che basolata, si fa osservare come sarebbe stata difficoltosa l’asportazione di tutto il basolato a cui la strada nel tempo fu soggetta (sporadici infatti sono i basoli presenti) e il fatto che, attraversando un’area di aperta campagna, non si riteneva necessaria una pavimentazione basolata probabile invece in prossimità e dentro l’impianto portuale (Serlorenzi et al. 2004, pp. 78-81); in effetti se è vero che nei tratti scavati si sono individuati solo alcuni basoli divelti (in particolare all’interno degli strati che hanno colmato le depressioni) è pur vero che innanzitutto la spoliazione ha interessato anche una consistente parte dell’elevato, compreso il piano pavimentale, e inoltre che si sono rinvenute numerose scaglie di selce (risultato dei basoli frammentati) utilizzate per pavimentare i tracciati alternativi alla viabilità principale durante la fase di abbandono della stessa. 37. La mancata manutenzione e controllo del percorso stradale sono maggiormente evidenti nel tratto 3, dove i sedimenti calcarei prima e alluvionali poi costituirono un notevole disagio alla percorrenza e che portarono in più di un tratto a creare soluzioni alternative al percorso principale. 38. Procop. De bello Goth. I, 26. 39. Archivio di Stato di Roma, Presidenza delle Strade, Catasto Alessandrino, mappa 433 bis II, Pianta delle strade fuori di Porta Pantaleo verso la Magliana e verso Porto. Nella mappa il “Ponte rotto” è indicato con il n. XXVIII, mentre nei “Ponti di muro che segue” (n. XXIX) sono probabilmente da identificare gli altri individuati nel corso dello scavo. Si veda Petriaggi, Vittori, Vori 2001, p. 149, n. 20, fig. 11. 40. In un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Roma e datato al 20 maggio 1822, in cui sono riportati gli accordi presi con l’appaltatore Angelo Ruiz per la costruzione del tratto della nuova via Portuense posto ad ovest di Ponte Galeria, viene previsto un compenso per “la demolizione di muri antichi di notabile durezza”

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 143 Via Portuense Antica – Tratto 6.1 e comportò una modesta incisione nel paleosuolo le sue pertinenze (5) di origine fluviale; all’interno di questo modesto invaso artificiale5 venne steso il sottofondo stradale costituito da una massicciata in scapoli di macco In quest’area, sono stati individuati un tracciato e tufo lionato rinsaldati da argilla e ghiaia sottile, stradale identificabile, per le caratteristiche tecniche, posti accuratamente in opera al fine di contrastare con la via Portuense Antica (tratto 6.1) e un’annessa la risalita dell’umidità e di garantire una base area funeraria con strutture e tombe databili fra l’età d’appoggio adeguatamente ampia (6 m circa) su cui medio-imperiale e gli inizi dell’età tardo-antica (sito 5). poter allestire la superiore sede stradale. Al di sopra La viabilità, riportata in luce per una lunghezza di della massicciata, sui due lati della strada, vennero una ventina di metri, presenta un andamento nord- costruite due brevi crepidini lineari6 in materiale est/sud-ovest e si caratterizza per una struttura lapideo analogo a quello della massicciata stessa, semplificata rispetto al successivo tratto 6.2, in ma di pezzatura maggiore; tra le due crepidini venne quanto in questo settore il territorio attraversato posta in opera la vera e propria pavimentazione in presenta minori problematiche ambientali e glareato. geomorfologiche. Sebbene l’ampiezza della sede stradale (5/ 5,15 m) La strada, infatti, in quest’area percorre la fascia lo avrebbe consentito, non è stata riscontrata traccia pianeggiante prossima alle colline, che si posiziona ad di usura imputabile al passaggio di carri; d’altra parte, una quota più elevata rispetto al fondovalle tiberino, la scarsa conservazione dell’acciottolato e delle in un territorio quindi meno soggetto a fenomeni crepidini sembra denunciare un massivo reimpiego d’impaludamento e lontano sia dai condizionamenti dei materiali nella seconda fase costruttiva della imposti dall’attività idrotermale delle polle1 che dalle strada, con l’ovvia perdita di precedenti tracce. esondazioni periodiche del Tevere. Sul limite nord-est dell’area di scavo il tracciato risulta Lo scarso interro dei resti archeologici rispetto interrotto da un canale realizzato ortogonalmente all’attuale piano di campagna2 ha determinato sia al tracciato stesso e finalizzato, probabilmente, a l’inevitabile perdita della gran parte degli elevati drenare le acque di superficie. Tale canale veniva, originari che compromesso la lettura finale dei forse, superato con un apprestamento ligneo oggi depositi archeologici, impedendo quindi di fissare perduto dato il mancato riscontro di resti di murature l’effettivo momento di abbandono del tracciato viario. in corrispondenza. Alla distruzione hanno concorso anche i massivi La seconda fase costruttiva della via Portuense, in interventi di bonifica3 intrapresi a partire dal 1883 questo tratto, punta ad un ammodernamento della e protrattisi fino al 1934, concretizzatisi nell’attuale precedente viabilità e si concretizza in un’opera paesaggio a fitta maglia a seminativo e reticolo di costruttivamente più elaborata. canali. Sono individuabili un consolidamento e ampliamento L’indagine ha confermato la sovrapposizione, in della sede carrabile, estesa a sette metri, che si stretta aderenza, di due fasi costruttive della viabilità, motivano, forse, con l’incremento del flusso di riferibili all’originario allestimento e ad una successiva transito. risistemazione inquadrabili a partire dalla prima metà Sulla precedente viabilità, compresi i lacerti di del I secolo d.C. (fig. 1). crepidine, viene applicato un nuovo sottofondo Con un mirato saggio in profondità4 si è individuata stradale costituito da un modesta massicciata in la prima fase di vita della strada, la cui realizzazione scapoli tufacei e macco.

144 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE A questo viene aggiunto un superiore strato di terra canale con strutture o passarelle lignee, che trovano mista a ciottoli minuti (spesso 0,25 m circa) rinsaldato forse testimonianza nell’estesa fascia di materiale sui margini da grosse schegge tufacee; quest’ultimo organico bruno che ricolma il taglio. strato ha restituito due frammenti in sigillata italica e L’e ste so de gr ado 9 della parte superiore della viabilità nord-italica decorata7, databili fra l’età domiziana e antica impedisce di accertare la presenza di eventuali l’età adrianea che permettono di inquadrare questa percorrenze pedonali ai lati della stessa e parimenti di seconda fase fra la fine del I secolo d.C. e non fissare il momento del suo abbandono. oltre primi decenni del II secolo d.C. Al di sopra L’uso prolungato della viabilità ha trovato comunque della preparazione è presente un battuto di ghiaia, conferme nella vicina area funeraria, che si sviluppa che testimonia l’attuale orizzonte di distruzione del sul lato nord-ovest della strada, dalla quale risulta 1. Saggio di approfondimento sulla Portuense tracciato. intenzionalmente separata da una muro in opera Antica con sovrapposizione delle due fasi della 10 Strada (tratto 6.1). Nel breve tratto riportato in luce, non sono stati incerta di macco che fissava il confine del locus riscontrati indizi che permettano di ipotizzare religiosus. un’originaria pavimentazione in basoli di selce. D’altra Il contesto necropolare, non riscontrabile in altre parti parte l’assenza del lastricato superiore potrebbe, del tracciato, si giustifica con le migliori condizioni forse, giustificarsi con una percorrenza del tratto in ambientali: in questo tratto il percorso infatti corre in aperta campagna, dove un simile onere poteva essere piano tra terreni più asciutti di quelli del fondovalle evitato a favore di una più economica pavimentazione tiberino e come tali più favorevoli alla realizzazione in ciottoli, soprattutto in considerazione della più di costruzioni anche di tipo funerario; la vasta facile reperibilità e abbondanza di questo materiale in estensione della piana, inoltre, non poneva limiti allo zona. sviluppo di un ampio sepolcreto. L’individuazione di alcuni blocchi squadrati in tufo L’area cimiteriale è caratterizzata dalla presenza di 2. Particolare dei blocchi di tufo rinvenuti sui lionato e di altri frammentari, divelti e posizionati due mausolei, realizzati in asse con la Portuense due margini della Portuense Antica (tratto 6.1). ai lati del tracciato potrebbe, inoltre, far ipotizzare e conservati sino alle quote pavimentali11, che l’esistenza di un argine di contenimento alla testimoniano l’elevato tenore economico e il prestigio strada (fig. 2)8. La stessa finalità di contenimento sociale acquisito da alcune famiglie vissute in sembrerebbe avere anche un allineamento di pali che quest’area fra la media e tarda età imperiale; inoltre delimita i due margini esterni della viabilità. intorno a essi si dispongono una ventina di sepolture Nella seconda fase di vita della strada oltre in più semplice fossa terragna databili a partire all’ampiamento della sede carrabile si determinò dall’età tardo-antica. anche un innalzamento della stessa di quasi 20 cm, Il primo dei due edifici è un mausoleo a pianta che pose il tracciato ad una quota più alta rispetto rettangolare12 realizzato in cementizio con residui di al circostante piano di campagna; forse, proprio per paramento in opera laterizia13, dotato sul lato sud- meglio contenere il rilevato stradale furono posti in ovest di un ampio accesso delimitato da colonne opera i blocchi e gli allineamenti dei pali rinvenuti sui laterizie intonacate14. L’interno si articola in due vani lati del tracciato stesso. paralleli: il principale a pianta rettangolare15, al quale Anche nella seconda fase di vita la via Portuensis si affianca una stretta cella rettangolare, collocata risulta tagliata ortogonalmente dal canale già all’estremità sud-est; dei due ambienti si conservano individuato nella prima fase presso il limite nord-est, le preparazioni pavimentali costituite da piani unitari in che risulta solo leggermente spostato verso nord-est; conglomerato di scapoli tufacei e malta. non è improbabile che si sia continuato a superare il L’importanza della tomba trova conferme sia

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 145 3. Area funeraria a nord-ovest della Portuense Antica; Mausoleo principale (tratto 6.1 e 5).

nell’imponenza degli elementi strutturali di base, quali All’attiva frequentazione degli edifici sono da murature e fondazioni con ampi pilastri angolari16 di ricondursi anche i limitati residui di un originario sostegno all’elevato, che in tracce di rivestimento esteso piano in laterizi e frammenti ceramici marmoreo i cui frammenti si sono rinvenuti negli strati sviluppato lungo la fascia sud-est delle costruzioni, di riempimento e interro (fig. 3). esternamente a esse. Il secondo e più modesto edificio, si pone quasi a L’allestimento delle grandi aree portuali di Claudio e contatto con il primo mausoleo sul suo lato sud- poi di Traiano, a cui inevitabilmente si accompagna ovest e fu utilizzato contemporaneamente a esso. La la realizzazione di una serie di infrastrutture viarie seconda struttura funeraria, con accesso anch’esso e idriche, attiva complessi meccanismi di sviluppo da sud-ovest, si presenta a pianta quadrangolare17 socio-economico che condizionano l’intero hinterland e cella singola delimitata da murature cementizie in posto fra Portus e l’abitato di Ponte Galeria. È scapoli tufacei rifiniti da spessa malta18. All’interno ragionevole che per la fascia prossima all’abitato di sono contenute due fosse (formae) ricavate sul Ponte Galeria l’impulso economico si sia incentrato piano pavimentale, collocate presso la parete di prevalentemente su un incremento della ricchezza fondo e laterale destra, mentre sul lato opposto locale rappresentata dagli impianti delle saline sinistro è presente un’ampia impronta rettangolare19, poste lungo i margini del vicina laguna salmastra di allestimento forse per una terza sepoltura. Maccarese e che la forte ripresa di questa attività Resta anche parte della preparazione pavimentale abbia impiegato stabilmente la gran parte della per un mosaico a tessere bianche e nere, oltre a popolazione locale. frammenti di decorazione parietale ad intonaco nei In questa limitata porzione di territorio posta lungo colori rosso e nero. il margine della piana deltizia del Tevere, i recenti

146 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE scavi effettuati (1, 2, 3, 4, 5) sembrano indicare 4. Praticato ortogonalmente sulla larghezza del tracciato fino a quota sterile. un’occupazione stabile a partire dalla prima età 5. Larghezza 6 m circa, profondità 0,20 m, con nette pareti verticali e imperiale in connessione con la realizzazione del fondo piano. Porto di Claudio e della nuova arteria stradale della 6. Ampiezza 0,50 m. A ridosso della crepidine nord-ovest si segnala la presenza di resti animali obliterati dall’allestimento stradale superiore. via Portuense (6.1); a quest’ultima si lega anche la 7. Fra cui una coppa di produzione tirrenica nord-etrusca con realizzazione di una serie di strutture accessorie fra le decorazione applicata con soggetto di maschera di Gorgone romana quali può ricondursi anche la mansio identificata nel entro cornice circolare; il motivo è distintivo delle officine pisane di L.Rasinus Pisanus. (Medri 1992, motivo 32203; Rossetti Tella 1996, sito 4. pp. 106). L’apice dello sviluppo economico-sociale sembra 8. Dato il plurimo riscontro dei blocchi, meno plausibile che fungessero concretizzarsi nella piena età imperiale, in parallelo da segnacoli o basi per miliari stradali; i blocchi, in tufo di tipo lionato, hanno lunghezza variabile fra 1 e 0,80 m, altezza e larghezza costante con il potenziamento degli impianti portuali dovuto alla di 0,50 m. costruzione del nuovo Porto di Traiano. 9. La dispersione dei ciottoli si estende per circa 1m oltre i limiti della In questo periodo la via Portuense diviene oggetto carreggiata, fino ad un’ampiezza di circa 9 m. 10. La muratura si distanzia di circa 5 m dal tracciato ed è stata esposta di un ammodernamento che l’adegua alle nuove per una lunghezza di circa 9 m. esigenze di traffico, mentre nella mansio si 11. I due edifici sono stati oggetto di sistematiche spoliazioni. accrescono gli spazi funzionali e di servizio. 12. Con lati esterni di 7,80 e 7,40 m, e murature esterne ampie 1 m. 13. Con mattoni divisi a metà (bessales dimdiati). Contestualmente fanno la loro comparsa anche i 14. Delle quali si conserva la sola imposta di base. Le colonne sono mausolei sviluppati sul lato destro della via Portuensis realizzate con quarti di cerchio laterizi ed hanno un diametro di circa che evidenziano l’alto status economico e prestigio 0,80 m. 15. Il vano principale misura 5,40 x 5,10 m, quello secondario 5,40 x 1,20 sociale raggiunto da alcune famiglie gravitanti in m. zona. L’acquisito benessere è ravvisabile anche nel 16. In ricorsi alternati di tegole e blocchetti di tufo per una profondità di più modesto e chiuso sepolcreto familiare individuato oltre 1,50 m. 17. Con lati di circa 4 m. presso via della Muratella (2) dove nel giro di poche 18. Spesse circa 0,45 m. generazioni le sepolture diventano più elaborate e 19. Lunghezza 2 m, larghezza 1 m. dispendiose. Con la tarda età imperiale e il progressivo indebolimento del controllo statale si avvia un periodo di forte decadenza a cui si accompagna una sistematica occupazione funeraria degli spazi strutturali e delle aree abbandonate. (ADS)

Note

1. Sull’argomento si rimanda al contributo della dott.ssa Antonia Arnoldus in questo stesso volume. 2. Che coincide con il moderno arativo con uno spessore oscillante fra i -0,40/0,50 m. 3. La maggior parte delle opere si concretizzò a partire dal 1928 grazie al progetto di bonifica integrale varato da Mussolini (legge 3124/1928), che modificò radicalmente gli assetti morfologici e ambientali comportando anche una riorganizzazione territoriale e sociale. (Amenduni 1884; Biglieri 1896; Lugli, Filibeck 1935, p. 267; Ministero Agricoltura e Foreste 1947, pp. 181-185; Tomassetti 1977, p. 498; Parisi Presicce, Villetti 1998).

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 147 Via Portuense Antica – Tratto 6.2 pur con diverse dimensioni4, analoga struttura. Sono caratterizzati da spalle in calcestruzzo rivestite internamente da blocchi di tufo litoide disposti Il tratto riportato in luce si estende per circa 600 m generalmente di testa e di taglio5; al di sopra dei non continuativi: è, infatti, interrotto oltre che dalla via blocchi si imposta una volta a botte con costolature Portuense moderna che lo sovrappassa da canali e in laterizio6 rifinita in facciata da archi con ghiere, strade sterrate. anch’esse in laterizio, di cui rimangono i resti delle reni In questo settore, come già detto, la via Portuensis (fig. 2). Il piano di fondo del condotto7 di ogni fornice corre su un monumentale viadotto databile a età dei ponti è caratterizzato da una piattaforma cementizia traianea, come testimoniato dal rinvenimento di che si lega con i due muri perimetrali di contenimento numerosi bolli su laterizi individuati negli strati di della strada8. disfacimento della strada1. In un secondo momento, a causa probabilmente di Non si è potuta indagare l’estremità nord-est del lesioni e collassamenti nelle volte dei ponti, all’interno viadotto in quanto nessun sondaggio è stato effettuato di ogni condotto venne costruito in posizione centrale nel tratto che va dall’autostrada Roma – Fiumicino un muro di spina9 che poggiava direttamente sulla a via della Muratella (tratto 6.1)2, mentre ne è stato piattaforma di base e lasciava aperti due canali laterali individuato il punto terminale sud-ovest circa 30 m ad per il deflusso delle acque. ovest del ponte XIV. Tra i ponti evidenziati uno (ponte VI) risulta costruito Lungo il tracciato sono stati evidenziati 14 ponti, solo in parte10, a seguito di un ripensamento in corso necessari per superare altrettante depressioni nel d’opera, dovuto forse, ad un’errata progettazione; del terreno originate dalle polle e dal sistema idrotermale ponte si sono infatti evidenziate solo le due spalle in presente nell’area; è probabile che, data l’alta calcestruzzo rivestite dai blocchi di tufo (fig. 3), mentre concentrazione delle depressioni in questo settore, nei mancano sia la piattaforma di base del condotto che punti non sondati siano presenti altri ponti non riportati tracce della volta a botte. In base ai dati di scavo relativi in luce. al ponte VI si è potuto constatare che esso venne Il tracciato stradale largo 5,30 m e orientato nord- sigillato in corso d’opera e inglobato all’interno della est/sud-ovest, corre su un viadotto sostruito sui due strada, e al suo posto vennero realizzati altri due ponti lati da due muri di contenimento in opera reticolata subito a est e ad ovest (ponti V e VII). (larghezza totale 6,80/7,00 m) cui si addossano, e in Risultano differenti per tecnica costruttiva tre ponti alcuni casi si legano tramite ammorsature in tufelli, una (IX, X e XIV) la cui struttura è stata adeguata alle serie di contrafforti esterni, posti a distanze più o meno problematiche del terreno: il ponte IX (fig. 4), costruito regolari, realizzati con la medesima tecnica edilizia. in almeno due fasi11, presenta una fondazione in Nel tratto posto tra l’Autostrada Roma–Fiumicino e la cementizio realizzata mediante l’uso di casseforme12; via Portuense moderna il viadotto presenta una serie di su entrambe i lati del ponte sono visibili le impronte ponti costruiti in fase con la strada, che permettevano delle casseforme che evidenziano l’uso di tavoloni il deflusso delle acque che si raccoglievano nelle verticali intervallati da fascine che chiudevano gli depressioni favorendone la dispersione nei terreni posti interstizi. Proprio all’attività idrotermale delle polle si a nord del tracciato viario seguendo, evidentemente, la devono pesanti interventi di restauro e ricuciture nel naturale pendenza del terreno da sud verso nord3. nucleo cementizio e soprattutto la risistemazione del Quasi tutti i ponti sono ad un fornice a eccezione paramento esterno al centro del ponte su entrambi dei ponti VIII e IX che ne hanno due, e presentano, i lati. Questo intervento, con materiale di riutilizzo di

148 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE epoca tarda, ha comportato la messa in opera sul lato preparazione della via Portuense sono stati evidenziati settentrionale13 del ponte, all’interno della depressione due livelli di un battuto di ghiaia interpretabili come due e dentro strati di sedimenti limosi e argillosi, di una tracciati viari sovrapposti o più probabilmente due fasi doppia palificata lignea (fig. 5) a sostegno di un del medesimo tracciato viario, la via Campana. I due ponteggio ancorato alla piattaforma cementizia muri di contenimento intaccano con le loro fondazioni, mediante elementi, sempre lignei, di cui si conservano le due canalette di scolo poste ai lati della strada

1. Veduta di un tratto della via Portuense su ancora le impronte nella struttura muraria. La limitata preesistente lasciandone intatta la sede carrabile. viadotto all’altezza del ponte IX; particolare conservazione dei resti dell’alzato del ponte rende È in uno dei sondaggi condotti tra i ponti VII e VIII che della parete di contenimento meridionale difficile definirne la struttura: sembra certa la presenza è stato possibile evidenziare un tratto lungo 23 m della in opera reticolata cui si legano, tramite ammorsature in tufelli rettangolari, i contrafforti di due fornici alle estremità est e ovest, mentre è via Campana (fig. 6): la fase più antica è costituita da (tratto 6.2). possibile che al centro più che un terzo fornice vi fosse uno strato di preparazione poggiante direttamente sul una pila in struttura piena, magari alleggerita da un paleosuolo, realizzato con scaglie di calcare, travertino, occhione. macco e tufo: alcune scaglie sono disposte ai margini Anche il vicino ponte X si differenzia dagli altri per la del tracciato, con funzione di umbones. L’accurata mancanza della piattaforma di base e del muro di spina connessione dello strato di preparazione garantiva un centrale, probabilmente non necessari per la limitata piano carrabile uniforme, leggermente convesso, largo ampiezza del ponte che superava un piccolo canale di 4,60 m e rifinito superiormente da un sottile strato di scorrimento delle acque. sabbia e ghiaia fine su cui poggiava il vero e proprio Infine il ponte XIV, posto nel settore a sud della via acciottolato. Portuense moderna, sebbene mostri una struttura L’uso prolungato e intenso della strada è testimoniato originaria analoga, presenta le spalle in calcestruzzo dalla presenza di almeno quattro profondi solchi costituite internamente da una doppia fila di blocchi di carrai15, sul fondo dei quali i ciottoli si sono compattati tufo disposti alternativamente di testa e di taglio14. con lo stesso strato di preparazione che arrivano ad Oltrepassata quest’ultima depressione, il tracciato intaccare (fig. 7); le due coppie di solchi, nonostante raggiunge la quota del piano di campagna. l’ampiezza della carreggiata, in parte si sovrappongono In questo tratto 6.2 all’interno delle strutture di e sembrano testimoniare il passaggio di un solo carro contenimento del viadotto e al di sotto degli strati di alla volta. In prossimità della profonda depressione nel terreno su cui sarà poi realizzato il ponte VIII, il battuto più antico della via Campana non poggia sul consueto strato di preparazione a grosse scaglie di materiale lapideo bensì su uno strato di ciottoli misti a terra, anch’esso intaccato dai solchi carrai. Avvicinandosi da est alla depressione, la strada sale in maniera impercettibile di quota, seguendo l’andamento del paleosuolo che si alza a formare il margine e l’argine della depressione stessa. Per la profondità della depressione e per la 2. Particolare del rivestimento in blocchi di tufo della spalla settentrionale del condotto presenza delle polle idrotermali attive è probabile orientale del ponte VIII con i resti della ghiera in che il passaggio non fosse a guado ma su un ponte laterizio; al centro del condotto il muro di spina forse in legno, mentre è possibile che la scelta di con paramento in opera laterizia (tratto 6.2).

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 149 3. Particolare del filare in blocchi di tufo della 4. Veduta dal pallone del ponte IX; visibili, sulla piattaforma, le 5. Veduta da nord-est di una spalla settentrionale del ponte VI (tratto 6.2). impronte del sistema di ancoraggio di un ponteggio (tratto 6.2). doppia fila di pali a sostegno di un ponteggio, all’interno della depressione nord del ponte IX (tratto 6.2).

sostituire, in prossimità dell’argine, il consueto strato Al di sotto degli strati di preparazione della via di preparazione di materiale lapideo con uno più Portuense Antica, è stato rinvenuto, solo per un breve leggero e drenante di ciottoli e terriccio sia dovuta tratto, su di uno strato di preparazione costituito da proprio alla presenza di questi ostacoli. Al di sopra scaglie di tufo ben allettate che poggiano direttamente di questa fase glareata più antica è stato rinvenuto sul paleosuolo, un piano carrabile in cattivo stato di un secondo livello di acciottolato, conservato solo conservazione; il piano, leggermente convesso, è nella parte più occidentale del settore indagato e formato da un compatto strato di acciottolato con corrispondente ad una seconda fase costruttiva della evidenti tracce di passaggio che ne testimoniano un via Campana da collegarsi probabilmente, come uso prolungato. già detto, alla realizzazione del porto di Claudio. Il Questo tratto di strada glareata presenta notevoli tracciato è caratterizzato da un livello di preparazione affinità con il più recente livello di battuto di ghiaia costituito da uno strato di terra sabbiosa e ghiaia fine16 rinvenuto tra i ponti VII e VIII ed è identificabile con gli sopra al quale è posto in opera il battuto stradale interventi di restauro della via Campana, connessi alla formato esclusivamente da ciottoli di piccole e medie costruzione del porto di Claudio. Il tracciato aveva in dimensioni, compatto e ben disposto; anche in questo questo punto un andamento leggermente divergente caso sono presenti le impronte delle ruote dei carri che verso sud-est rispetto a quello della successiva via seguono l’esatto andamento di quelle sottostanti ed Portuensis il cui muro di contenimento sud-orientale hanno lo stesso interasse. Proprio in questo punto, per ha, infatti, tagliato l’acciottolato sul quale sono visibili cedimenti del terreno e la mancanza di un solido strato le tracce delle fosse scavate per i ritti di fondazione di preparazione, il piano stradale presenta rifacimenti del muro stesso; il muro nord-occidentale ha invece realizzati con ciottoli misti a terra mentre la poca intaccato la canaletta di scolo che correva a lato della profondità dei solchi relativi testimonia un uso limitato strada glareata. (AC) nel tempo17. Sono stati condotti saggi di approfondimento anche nel settore posto a sud della via Portuense moderna, Note

in particolare a est del ponte XIV, che hanno restituito 1. In particolare all’interno degli strati di riempimento della depressione tracce di un percorso più antico. nord del ponte V; CIL, XV, 1373.

150 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 6. Veduta dal pallone del tratto di via Campana tra il ponte VIII (a destra) e il ponte VII (a sinistra); sullo strato di ciottoli si riconoscono le impronte dei solchi carrai. Sul limite sinistro il ponte VI obliterato in fase di costruzione del viadotto (tratto 6.2)

2. Un intervento limitato ad una trincea ortogonale al tracciato antico è 12. La fondazione è realizzata con una gettata di conglomerato con stato effettuato a ridosso del terrapieno settentrionale al momento caementa legati da malta pozzolanica. della costruzione della complanare nord dell’autostrada Roma- 13. Anche sul lato sud del ponte sono state individuate solo le impronte di Fiumicino; al suo interno è stato individuato lo strato glareato tra i muri di alcuni pali allineati relativi ad una doppia palificata lignea. contenimento con contrafforti del viadotto. 14. Diverso e più complesso sicuramente appare il sistema di tamponatura 3. A nord della strada, infatti, tali depressioni risultano più marcate e effettuato sotto al ponte: alle due estremità nord-ovest e sud-est furono profonde e anche l’andamento degli strati di riempimento indica una costruiti due grandi pilastri a pianta quadrangolare in opera laterizia pendenza da sud verso nord. solo in un secondo momento collegati tra loro da una terza struttura 4. Le diverse dimensioni sono evidentemente determinate dall’ampiezza anch’essa in opera laterizia, decentrata e sormontata da una struttura delle depressioni che i ponti dovevano superare. rettangolare; i due canali laterali, lasciati liberi, vennero successivamente 5. Nel caso del ponte VIII, a due arcate, sia le spalle che la campata tamponati. centrale sono rivestite da blocchi disposti solo di testa. 15. L’interasse tra le ruote varia da 1,36 a 1,42 m circa; i solchi misurano 6. Le ghiere sono costituite per la maggior parte da bipedali tagliati a metà. 13/16 cm in larghezza mentre la profondità varia tra i 5 e gli 11 cm. 7. La larghezza interna di ogni condotto è di 3 m circa. 16. Questo strato è spesso 10 cm mentre lungo il lato settentrionale 8. Nel corso dello scavo del ponte VIII si è potuto constatare che le lo spessore raggiunge 18-20 cm; da osservare che soprattutto in fondazioni presentano un sottile strato di malta idraulica che poggia sul questo punto sul glareato della prima fase e all’interno dello strato fondo della depressione. sono disposte diverse scaglie di calcare, tufo e sporadiche scaglie di 9. Tale muro, largo 1,20/1,40 m, ha un nucleo cementizio con paramento in conglomerato calcareo. opera laterizia. 17. L’assenza di materiali datanti negli strati pertinenti alle due glareate non 10. Altri due ponti sigillati in fase di costruzione con la strada sono stati ha purtroppo permesso di stabilire una cronologia assoluta per le varie evidenziati all’interno del Centro di accoglienza di Ponte Galeria della fasi, ma le strette analogie con quanto rinvenuto nel corso dello scavo 7. Particolare da nord-est del tracciato glareato Polizia di Stato. Si veda Serlorenzi 2002, pp. 359-364; Serlorenzi et al. all’interno della caserma di polizia (Serlorenzi et al. 2004) permettono di della via Campana con le impronte dei solchi 2004, pp. 72-77. attribuire la prima fase a epoca medio-repubblicana mentre la seconda carrai; in primo piano i resti del muro di spina 11. Il rinvenimento di alcuni bolli laterizi all’interno degli strati di riempimento fase è collocabile nel periodo compreso tra l’epoca repubblicana e e della spalla meridionale del ponte VII parzial- del ponte IX attesta un rifacimento del ponte nel 134 d.C.; Arnoldus- quella claudia, con interventi di risistemazione del glareato da attribuire mente spoliato come le due pareti di conteni- Huyzendveld et al. 2009, pp. 611-613. quasi certamente a Claudio e che ebbero vita breve. mento del viadotto (tratto 6.2).

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 151 Via Portuense Antica – Tratto 6.3 di dare alla strada un andamento leggermente arcuato, a schiena d’asino, mentre scaglie di maggiori dimensioni sono presenti anche a contatto Nel proseguire in direzione del Tevere la via con i blocchi di tufo di contenimento2. Portuensis (riportata in luce nel tratto 6.3 per una Sullo strato di preparazione si dispone uno strato lunghezza di 300 m circa non continuativi) mantiene di ciottoli di piccole dimensioni che copre una costanti sia l’andamento che la larghezza e, limitata estensione (larghezza 2,50 m) al centro della correndo al livello del piano di campagna, presenta carreggiata, su cui sembra di riconoscere almeno un strutture di contenimento laterali che differiscono, solco carraio. in parte, nella tecnica costruttiva da quelle del Questo piano è poi coperto da un secondo livello viadotto (tratto 6.2). Infatti, al muro di contenimento di glareato costituito da ciottoli di piccola e media settentrionale realizzato in opera reticolata con grandezza misti a sabbia gialla e presente per tutta contrafforti, evidenziato per un lungo tratto a partire la larghezza della carreggiata. Nell’acciottolato, ben dal ponte XIV, si contrappone, sul lato meridionale, compattato, compaiono anche sporadiche scaglie un filare in blocchi di tufo litoide (fig. 1). Questo di tufo di media grandezza, in alcuni casi sporgenti settore della strada sembrerebbe, almeno nella dal piano. Infine, sopra quest’ultimo, si dispone uno sua fase finale di realizzazione, in fase con il tratto strato di ciottoli che raggiunge una larghezza totale 6.2, in quanto presenta la medesima larghezza di 3 m circa: i ciottoli, di piccola e media grandezza, (5,30 m) e identica tecnica costruttiva del muro di sono ben connessi. A testimonianza di un uso della contenimento settentrionale. strada piuttosto prolungato in questa seconda Lungo questo tratto si sono evidenziati almeno due fase si sono individuate alcune impronte dei solchi pianciti stradali sovrapposti appartenenti a due carrai3, evidenziati in particolare nel settore sud- fasi diverse: il primo è attribuibile a epoca tardo ovest del tracciato. repubblicana – prima età imperiale, il secondo Per ciò che riguarda, invece, le modifiche apportate a età traianea ed è cronologicamente coevo alla alle strutture di contenimento della strada nella costruzione del viadotto riportato in luce nel tratto 6.2. seconda fase di vita è necessario premettere Nella prima fase la strada, ampia 4,20 m circa, era alcune annotazioni relative all’attività idrotermale contenuta su entrambi i lati da filari in blocchi di tufo in quest’area già abbondante e intrusiva nella disposti di taglio1; alla medesima fase è da attribuire prima fase di vita. Infatti alle problematiche dovute la creazione, esternamente alla strada, di due canali alla presenza della risalita dell’acqua di falda, alle paralleli al tracciato, da cui risultano equidistanti, che esondazioni del Tevere, ora assai più vicino, si avevano la funzione, soprattutto quello sud-est, di aggiunse l’attività idrotermale già rilevata nel tratto irreggimentare le acque di superficie e di contenere 6.2; il riempimento dei canali realizzati nella prima i sedimenti alluvionali del Tevere. Il piano stradale, fase ai lati del tracciato viario appare costituito da glareato, poggia su uno strato di preparazione sedimenti fluviali e da strati limo-argillosi calcarei, costituito per la maggior parte da scheggioni di caratteristici di un’attività idrotermale4, che portò tufo rosso irregolari, ben disposti e incastrati tra all’interramento costante sia di un tratto del canale loro con la punta rivolta verso il basso, misti ad un meridionale che di un tratto di quello contrapposto minor numero di scaglie di calcare. La presenza di con la creazione di dure incrostazioni calcaree che scheggioni di tufo di maggiori dimensioni al centro condizionarono la funzionalità del tracciato fino della carreggiata evidenzia chiaramente la necessità a quel momento in uso. L’innalzamento costante

152 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE 1. Veduta dall’alto da sud-est della parete di contenimento meridionale della via Portuense Antica in prossimità del Tevere; visibili le tracce delle vene calcaree a contatto con il filare di blocchi di tufo (tratto 6.3).

della quota esterna degli strati calcarei, cui si colmate successivamente dallo strato di ciottoli che cercò rimedio in più di un caso con interventi di costituisce l’ampliamento della sede carrabile. sigillatura delle polle tramite ciottoli e scaglie di L’innalzamento costante della quota esterna degli tufo, causò il riempimento dei canali, mentre gli strati calcarei, che creavano difficoltà per il deflusso strati calcarei raggiunsero quote più alte dello delle acque meteoriche, costituiva certamente un stesso glareato all’interno della sede carrabile, rischio per l’agibilità della strada. Per questo motivo formando così dossi paralleli alla strada. Per sia a sud del settore iniziale del tratto 6.3 che a nord arginare lo sviluppo degli strati calcarei all’esterno del settore terminale dello stesso venne realizzato un dei canali, sia verso l’esterno che soprattutto verso elaborato sistema di drenaggio con la creazione di la sede carrabile, si realizzò anche un intervento di un secondo canale di guardia su entrambi i lati del livellamento dello strato che venne ulteriormente tracciato6, all’interno del quale vennero convogliate contenuto mediante la posa in opera, alla sommità le acque provenienti da una serie di canalette che 2. Particolare del paramento in opera reticolata del filare di blocchi di tufo, di un ulteriore strato si dipartivano dalla strada consentendo, così, il della parete di contenimento settentrionale acciottolato, disposto a coprire la parte meridionale deflusso dell’acqua dalla sede carrabile. Alcune della via Portuense Antica in prossimità del Tevere cui si lega, tramite ammorsature in tufelli della carreggiata e gli stessi blocchi di tufo. Tale delle canalette non raggiungevano il canale di rettangolari, un contrafforte; sotto la risega attività, evidenziata chiaramente su tutti e due i lati guardia ma terminavano all’interno di una fossa più in bipedali, segue la fondazione costituita da 5 filari di tufelli rettangolari e, nella parte finale, a della strada, ma non all’unisono su entrambi , portò profonda, scavata anch’essa nello strato calcareo sacco (tratto 6.3). alla creazione di due canalette di scolo laterali, sempre con funzione di raccolta delle acque.

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 153 3. Veduta da nord-est dei sedimenti alluvionali depositatisi sullo strato 4. Veduta da sud dello strato di materiale ceramico e di uno dei canali di acciottolato della via Portuense Antica in prossimità del Tevere; si drenaggio dell’acqua (tratto 6.3). riconoscono le impronte di animali e dei solchi carrai (tratto 6.3).

Tale sistema di drenaggio aveva il preciso intento della strada in un contesto già molto alterato. di mantenere in uso la percorrenza che ancora Nella seconda fase di vita si decise, quindi, costituiva l’unica viabilità esistente; la realizzazione di modificare la tecnica costruttiva delle di due nuovi canali ai lati della strada e soprattutto pareti di contenimento del tracciato ma solo la creazione di canalette dirette verso essi o verso in corrispondenza delle zone non interessate fosse di raccolta dell’acqua, attesta chiaramente dall’attività idrotermale delle polle: alla struttura che il glareato, oggetto comunque di restauri e a blocchi di tufo fu sostituita una struttura in rifacimenti che ne avevano ampliato la larghezza cementizio con paramento in opera reticolata con coprendo le pareti di contenimento in blocchi di contrafforti esterni8 (fig. 2). Nei tratti soggetti tufo, continuava a sostenere il flusso veicolare. È all’attività idrotermale, infatti, gli strati calcarei induriti probabile che inizialmente si effettuasse anche avevano inglobato e sigillato la struttura in blocchi una sorta di manutenzione del tracciato anche in di tufo tanto da renderne difficile l’asportazione e la relazione all’accumulo di sedimenti fluviali, ma la sostituzione con una struttura in muratura. situazione doveva essere alquanto complessa: se La strada nella seconda fase era, quindi, da un lato, infatti, il continuo accrescimento degli caratterizzata da muri di contenimento a tratti strati calcarei all’esterno della strada costituiva una realizzati ex-novo in cementizio con paramento in sorta di sbarramento che contrastava l’espandersi opera reticolata, a tratti, invece, manteneva l’originaria dei sedimenti fluviali, nel contempo essi struttura di contenimento in blocchi di tufo. La ostacolavano il deflusso delle acque meteoriche realizzazione delle murature in opera reticolata con e dei sedimenti stessi che, raggiunta la sede contrafforti esterni sembra essere coeva alla fase carrabile, non ne uscivano con facilità. di costruzione del viadotto individuato nel tratto 6.2 A seguito del continuo depositarsi di sedimenti e risulta, quindi, attribuibile a epoca traianea; l’uso alluvionali7 si rese necessario un intervento più della medesima tecnica costruttiva nelle murature incisivo che mettesse in sicurezza la percorrenza e l’identica larghezza della sede carrabile (5,30 m)

154 ARCHEOLOGIA E TRASFORMAZIONI CONTEMPORANEE sembrerebbero confermare questa ipotesi. Dal momento che il piano di calpestio interno appare Nei punti in cui si conservano e sono, quindi, ormai quasi del tutto ricoperto dai sedimenti, si osservabili le giunture tra la strutture di contenimento utilizzano percorsi alternativi che si distaccano dalla a blocchi della prima fase e quelle di contenimento via principale correndo paralleli a essa, sfruttando le in cementizio con paramento in opera reticolata aree limitrofe al percorso in cui i canali di raccolta e della seconda fase, si nota che queste ultime sono le canalette appaiono ora colmati e pertanto di facile state realizzate all’esterno rispetto all’asse dei filari superamento. di blocchi. Proprio nei punti di giuntura, infatti, le A testimonianza di una continua e differenziata due strutture si affiancano per breve tratto: quella in frequentazione dei settori esterni alla strada è da cementizio si dispone esternamente mentre quella citare la presenza, lungo il lato nord-occidentale, a blocchi si conserva verso l’interno del tracciato di due fornaci entrambe del tipo orizzontale, prive viario. Tale sistema, evidentemente, garantiva una di camera di combustione. La prima, prossima alla migliore coesione tra le due strutture, assai diverse strada, è scavata negli strati calcarei di riempimento per tecnica costruttiva, venendo a costituire una del primo canale di guardia. Essa presenta una sorta di “ammorsatura” tra esse. pianta circolare12, e pareti svasate, conservate per Nel settore più meridionale del tratto 6.3 indagato, un’altezza di circa 0,90 m; l’accesso avviene da sui sedimenti depositatisi all’interno della strada sud-ovest tramite una rampa13 in pendenza verso fu inserito, al centro della carreggiata, un filare l’interno. Sulle pareti si notano tracce di concotto, in blocchi di tufo9 che restrinse la via Portuense così come sul fondo dove si evidenziano tracce di ad una larghezza di 2,90 m, con la funzione combustione. La seconda fornace, localizzata circa di sostenere il transito dei carri che dovevano 15 m a nord della via Portuense, è ricavata in parte percorrere questo tratto a senso unico alternato negli strati di riempimento del secondo canale di (la strada si trova in prossimità del punto di guardia; anch’essa è a pianta circolare14 con pareti intersezione con l’acquedotto Portuense) svasate e rampa di accesso, orientata all’incirca est- (16)10. Considerato che la larghezza delle ovest, in leggera pendenza verso l’interno. Anche qui arcate dell’acquedotto oscilla tra 2,50 e 3,50 tracce di concotto si rinvengono sia sul fondo piano m, appare evidente che la sede stradale doveva che sul taglio delle pareti. In entrambe le fornaci necessariamente restringersi per sottopassare non si è raccolto alcun frammento ceramico15. l’acquedotto transitando all’interno delle arcate. L’essenzialità delle due strutture e la mancanza Nonostante l’imponente opera di ristrutturazione di tracce della copertura, lascia pensare ad una del tracciato viario avvenuta nella seconda fase i semplice copertura costituita da fascine. sedimenti fluviali continuarono a raggiungere la sede Sul lato opposto meridionale della via Portuense, stradale e a depositarsi su di essa, in particolar modo sempre in prossimità del punto di intersezione con nel settore più meridionale del tratto 6.3, più prossimo l’acquedotto Portuense, a ridosso della struttura di al Tevere. Molti degli strati di sedimento non furono contenimento in opera reticolata ed esternamente neanche asportati e rimasero all’interno della via a essa, si è individuata un’area funeraria di limitata Portuensis11. Nel corso dello scavo di tali sedimenti si estensione caratterizzata da sepolture a fossa sono riconosciuti su di essi solchi carrai e impronte tagliate in uno strato di ciottoli che costituisce di animali (per la maggior parte ovicaprini) (fig. 3), un percorso parallelo alla Portuense e coperte mentre in alcuni casi la superficie dei sedimenti viene semplicemente da frammenti d’anfora16. consolidata mediante la realizzazione di battuti. Inoltre, sempre in prossimità del tracciato antico,

APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 155 poco a nord di esso, si sono individuate tracce 7. Questo tratto di fondovalle, dove la viabilità correva all’incirca alla stessa quota del piano di campagna, era soggetto maggiormente di attività produttive e agricole: oltre ad un’altra alle piene del fiume perché in questo punto la velocità dell’acqua fornace, simile alle prime due, raggiungibile dalla era elevata e quindi maggiore la sua capacità distruttiva; inoltre, strada principale tramite un percorso glareato, è per la presenza del vicino acquedotto, l’acqua incanalandosi tra quest’ultimo e la strada doveva esercitare la massima pressione. stato rinvenuto un impianto produttivo inizialmente 8. Per un lungo tratto i contrafforti si legano alla parete in opera destinato ad attività agricole caratterizzato dalla reticolata tramite ammorsature in tufelli rettangolari mentre la risega presenza di fosse circolari o rettangolari scavate nel di fondazione è costituita da un filare in bipedali e sesquipedali; subito sotto la risega sono presenti diversi filari di tufelli rettangolari terreno le cui pareti erano rivestite da frammenti di e la fondazione a sacco è costituita da caementa in scaglie di tufo anfore; dopo la loro obliterazione si crearono, nella disposte a file allettate in uno strato di malta pozzolanica di colore medesima area, canali per il drenaggio dell’acqua, violaceo che presenta, per un’altezza di 0,20 m uno strato di malta idraulica. delimitati da un battuto, costituito da consistenti 9. Si tratta di alcuni dei blocchi appartenenti alle strutture originarie di strati di materiale ceramico e databile in base alle contenimento del tracciato e asportati nel corso della seconda fase monete di bronzo recuperate a contatto con esso al costruttiva dello stesso. 10. L’area di indagine non si è, purtroppo, estesa sino a esplorare il vero IV secolo d.C. (fig. 4). (AC) e proprio punto di incontro delle due strutture. 11. I dati raccolti da A. Arnoldus-Huyzendveld, che riporta anche uno schema con l’evidenziazione dell’impatto delle piene del Tevere Note nell’area di Ponte Galeria, definiscono chiaramente l’incidenza in quest’area dei sedimenti alluvionali sulla strada e le reali difficoltà 1. Nei filari di blocchi disposti di taglio è presente in più punti un blocco incontrate nel mantenere in funzione nel corso dei secoli un così disposto di testa, essi sono collocati a intervalli regolari di 15 m importante tracciato viario. circa sia lungo il lato nord che lungo quello sud, anche se il loro 12. La fornace ha un diametro di circa 1,50 m alla base e di circa 2 m posizionamento non è speculare sui due lati della strada; i blocchi nella parte superiore, profondità 0,80 m. disposti di testa presentano una leggera bugnatura sulla sommità 13. Lunghezza 2,20 m, larghezza 1,50 m circa. e all’attacco con quello laterale ed evidenti sono i segni della 14. La fornace ha un diametro di circa 1,80 m, profondità 0,70 m. lavorazione e per la messa in opera con l’incasso per il sollevamento 15. Si tratta di due impianti che trovano precisi confronti con altre fornaci e l’alloggiamento tramite ferrei forfices. rinvenute, una in quest’area a poca distanza dalla via Portuense e 2. La presenza di una lente di pozzolana e malta mista a sporadiche un’altra all’interno della stessa strada, nel tratto 2, a nord della via scaglie di tufo di piccole dimensioni di spessore costante (10 cm), a Portuense moderna. Anche per queste l’assenza di qualsiasi tipo di costituire una sorta di piano di allettamento per rendere uniforme e materiale non permette di stabilire la produzione cui erano adibite, compatto il piano di posa dello strato di preparazione in scheggioni ma conferma una datazione a epoca tarda quando il tracciato di tufo, evidenziato in alcuni tratti del tracciato, testimonia delle principale era stato in parte abbandonato e venivano utilizzate difficili condizioni del paleosuolo sul quale la strada poggiava. viabilità esterne che si dipartivano dalla via Portuense. 3. Lungo questo settore il solco più esterno (larghezza 14 cm e 16. Le tombe sono tutte sprovviste di corredo e relative ad individui profondità 5 cm) intercetta i blocchi disposti di testa sui quali si adulti di sesso maschile e femminile e ad un infante. evidenzia l’impronta; l’interasse tra i solchi raggiunge una larghezza di 1,30 m. 4. Presenti sia in epoca storica che nei periodi precedenti, esse sono da riferire alla risalita, attraverso faglie, di acque idrotermali, legate all’attività finale del vulcano dei Colli Albani; il risultato di tale attività fu la creazione di incrostazioni calcaree lungo tutto o gran parte del tracciato su entrambi i lati. Su tale argomento si veda il contributo di A. Arnoldus-Huyzendveld. 5. A partire dal ponte XIV l’attività idrotermale e gli interventi volti ad arginarla si concentrano lungo il lato meridionale del tracciato nella parte iniziale del tratto 6.3, mentre nella parte terminale di esso sembrano concentrarsi maggiormente lungo il lato settentrionale. 6. Al momento della creazione del secondo canale lungo il lato settentrionale della via Portuense, l’area doveva essere occupata da strati acciottolati in connessione con il tracciato della strada che, a seguito di questo intervento, vennero sezionati interrompendone di conseguenza la continuità.

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APPROFONDIMENTI. SITI ARCHEOLOGICI PRINCIPALI E VIA PORTUENSE ANTICA 159

Paesaggi dell’archeologia invisibile Invisible archaeology landscapes Ritrovamenti archeologici del distretto Portuense costiero re-interrati (dati mappa: Google). Parte prima

Interpretazione di un paesaggio archeologico contemporaneo. Il distretto Portuense Interpretation of archaeological contemporary landscape: the Portuense district 1. VINCOLI E POSSIBILITÀ

Lucina Caravaggi C’è un’idea molto diffusa a proposito dei progetti di Riferirsi alla pianificazione. La pianificazione – paesaggio rivolti alla cosiddetta scala vasta, o più regionale e comunale in primo luogo – è assunta in precisamente rivolti a territori e ambienti considerati questa ricerca come riferimento cardine dell’azione come campi di relazioni non riducibili a singoli democratica di trasformazione del territorio e, oggetti, una convinzione che ha a che fare con la seppure con qualche défaillance (anche nel territorio separazione, consolidata nell’ordinamento legislativo portuense), come presidio della legalità e del diritto del nostro paese, tra urbanistica-trasformazione e democratico. paesaggio-tutela (come se le due cose potessero Il riferimento alla pianificazione permette inoltre di vivere separatamente l’una dall’altra). È l’idea utilizzare una mole consistente di dati conoscitivi che il progetto di paesaggio non sarebbe che un “condivisi”. Si tratta degli elaborati che si catalogo di buone intenzioni, un’opzione culturale, un accompagnano alla redazione dei piani e che dispositivo debole nei confronti della realtà forte. possono costituire una base informativa comune In questa seconda parte del libro cercheremo di al servizio non solo degli studiosi ma soprattutto dimostrare che non è necessariamente cosi. dei progettisti, e dell’argomentazione democratica Abbiamo assunto il riferimento archeologico come delle scelte che vengono sviluppate attraverso i motore per un nuovo possibile progetto di paesaggio. progetti stessi. Un tempo le informazioni, i dati e Attraverso frammenti di razionalità territoriale le conoscenze relative al patrimonio culturale, agli appartenenti al passato, ma ancora leggibili attraverso assetti naturalistici, e perfino agli orientamenti delle l’archeologia, abbiamo provato cioè ad immaginare società locali, erano informazioni a disposizione un progetto capace di “migliorare” le prestazioni di pochi, a volte tenute nascoste. Non che questa incerte di un territorio tipicamente contemporaneo, tendenza sia del tutto sconfitta – anzi è un costume utilizzando variabili culturali e scientifiche proprie della mentale ben radicato soprattutto in ambito ricerca archeologica e paesaggistica. accademico – ma è certamente da considerarsi A cominciare dal quadro della pianificazione, che ridicola dopo l’avvento di internet, tanto più che i fornisce le coordinate di riferimento indispensabili piani sono stati tra i primi strumenti ad adeguare per collocare qualsiasi progetto all’interno di uno i loro standard di comunicazione “trasparente” al spazio di legittimità e fattibilità. nuovo mondo della rete. In generale si può comunque affermare che muovere

164 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE da conoscenze a disposizione di tutti è un segnale Mappe anti settoriali utili al progetto. Il contesto importante per affermare la necessità di nuovi non è riconducibile a semplici elementi fisico- processi di argomentazione democratica dei progetti. materiali; il contesto rappresenta anche l’insieme I piani costituiscono infine, oltre che lo scenario dei beni comuni a cui viene riconosciuto un valore di legittimità delle scelte, oltre che la base di collettivo in rapporto alla loro natura storico-culturale, conoscenze condivise, anche una sorta di grande o ambientale (secondo la principale biforcazione gioco delle possibilità. Lo scacchiere delle previsioni, della tutela nel nostro ordinamento, a cui è stato siano esse limitazioni d’uso (come per es. i vincoli forzatamente ricondotto anche il paesaggio, come archeologici), o trasformazioni (come per es. nuove se i valori culturali e storici del paesaggio fossero infrastrutture o insediamenti), è infatti interpretabile in separabili da quelli biologico-naturalistici!). Il modo originale rispetto a finalità specifiche. Come se vincolo dovrebbe costituire il segnale di questo i piani fornissero pezzi di una costruzione, sul modello riconoscimento pubblico, e come tale capace di di quelle dei bambini, con i quali è possibile creare generare usi pertinenti del bene stesso, in funzione figure ogni volta diverse, in ragione del tema, delle della sua conservazione ma anche della sua finalità e delle capacità creative degli autori. conoscenza e valorizzazione. In questo senso ogni limite che il contesto ci pone In questo senso tutti possono concordare può essere interpretato come una potenzialità, nell’affermare che un vincolo costituisce anche una e dentro ogni possibilità, guardando da un altro qualche possibilità; nel momento in cui un uso viene punto di vista, possiamo scoprire limiti che non negato (quello edificatorio, per es.) se ne aprono sospettavamo. infatti molti altri, connessi alla natura specifica di un Muovere dal quadro delle previsioni, in sintesi, bene e al suo contesto di appartenenza. significa dimostrare che le “regole” – se commisurate Ci sono molti ostacoli tuttavia che impediscono e pertinenti – possono anche costituire degli una positiva diffusione di questo punto di vista. incentivi al progetto di paesaggio contemporaneo In primo luogo l’estrema settorialità delle “tutele”, (diversamente purtroppo da quanto accade nel a cui corrisponde il carico burocratico derivante progetto di architettura, rispetto al quale, e solo nel dalla gestione dei vincoli da parte di enti e soggetti nostro paese, le regole di tipo pseudo-tecnico stanno amministrativi differenti. Non si valuta abbastanza soffocando interpretazioni, innovazione e creatività). quanto questa frammentazione sia incomprensibile ai

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ 165 più, e generi una profonda disaffezione anche rispetto In modo analogo sono state messe a punto le mappe ai beni che quei vincoli vorrebbero difendere. Casi sintetiche relative ai beni paesaggistico-ambientali emblematici sono in questo senso quelli delle aree così come sistematizzati dal PTPR, e le Aree protette, sulle quali insistono più vincoli che si ignorano tra con l’intento di trasformare l’insieme delle “limitazioni” loro, a volte accentuando anzi la contrapposizione in altrettante potenzialità di progetto. dell’uno rispetto all’altro, come per es. un vincolo Nello stesso PTPR, a fianco ai vincoli, in accordo archeologico che prevede la possibilità di scavi con le indicazioni della Convenzione Europea del rispetto ad un vincolo naturalistico che prevede la paesaggio e del Codice Urbani (decreto-legislativo conservazione assoluta dello stato attuale. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, Questa frammentazione burocratica iper-settoriale, ai sensi dell’articolo 10 della legge 137/2002” e che spezzetta i nostri poveri paesaggi in isole discrete successive modificazioni) vengono individuati dieci corrispondenti a “competenze”, testimonia anche, diversi Ambiti di paesaggio in relazione all’integrità oltre a una specifica tradizione amministrativa, una dei valori storico-culturali ed ecologico-ambientali grande povertà della cultura progettuale riferita al e alla loro possibilità di “trasformazione”. L’intento paesaggio. è chiaro, anche se la sua sostanza giuridica lo è Solo di fronte a un progetto infatti è possibile un po’ meno: si tratta di indirizzi larghi, una sorta di evidenziare quanto si potrebbe fare, realisticamente, mappa delle opportunità, da declinare attraverso i senza scomodare scenari utopici (nel nostro paese progetti. Ma quello che conta di più è l’affermazione già le cose più semplici sembrano utopie). esplicita legata a queste elaborazioni sui paesaggi, Solo in presenza di un progetto è possibile misurare e cioè che conservazione non significa astratto carenze e responsabilità. congelamento (peraltro impossibile da realizzare) e Per argomentare queste ipotesi sono stati messi a che trasformazione non significa necessariamente punto alcuni elaborati di sintesi dei vincoli ratificati dal distruzione. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) della Anche nel PTPR i paesaggi si confermano come Regione Lazio, nel quale è già stato fatto in verità il “mappe della possibilità” in attesa di interpretazione. grande sforzo di “riassumere” i differenti tipi di vincolo Dal punto di vista comunale invece il tema dominante in rapporto alle categorie di beni previsti dal nostro è quello delle grandi trasformazioni, evidenti nel ordinamento. mosaico dei PRG di Roma e Fiumicino, e nello Ai fini della nostra ricerca era importante disporre schema che sintetizza lo stato di attuazione delle di alcune mappe sintetiche che evidenziassero più importanti previsioni insediative e infrastrutturali la morfologia, l’estensione e la tipologia di tre dell’area, già descritte in premessa e nel contributo di diverse famiglie di vincoli, generalmente assunti in Cristina Imbroglini. forma separata, per arrivare ad ipotizzare una loro All’interno o ai margini delle grandi trasformazioni si possibile integrazione progettuale: aree di interesse attesta l’archeologia invisibile, in attesa di un possibile archeologico, beni paesaggistico-ambientali e aree ruolo costruttivo nella città contemporanea. protette. Per le aree di interesse archeologico, in particolare, i vincoli sono stati ricondotti a tre diverse configurazioni: beni puntuali, beni lineari, ambiti e superfici. La mappa che ne deriva – un insieme di punti, linee e superfici – tende esplicitamente a facilitarne possibili interpretazioni di senso all’interno di una qualche strategia di progetto.

166 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE RESTRICTIONS AND There is a widespread notion about landscape Anti-sectorial maps of use to the project. OPPORTUNITIES projects oriented towards a vast scale, or, Here, the context is the totality of common assets ABSTRACT more precisely, oriented towards territories and recognised as having collective value in relation environments considered to be fields of relations that to their historical and cultural, or environmental, cannot be reduced to single objects, a certainty linked nature. When one type of use is denied (building, for to the separation, well-established in Italy’s legislative example), many others always open up, connected to order, of town planning/transformation and landscape/ the specific nature of an asset and its context. preservation. As if the two can exist separately from There are, nevertheless, many obstacles that impede one another. This is a belief that a landscape project the positive circulation of this point of view. Firstly, can be, in substance, no more than a catalogue of the extremely sectorial character of “preservation”, good intentions, a cultural option or a weak apparatus corresponding to the bureaucratic burden that in the face of harsh reality. comes with the management of restrictions by In the second part of this volume, our aim is to show different administrative parties and organisations. This that this is not necessarily correct. hyper-sectorial bureaucratic fragmentation, which We have assumed archaeological reference as an divides up our poor landscapes into distinct islands engine for a potential new landscape project: starting corresponding to ‘competencies’, also evidences, in from fragments of territorial rationality that belong to addition to a specific administrative tradition, the great the past but that are still legible through archaeology, poverty of landscape planning culture. we tried to envision a project that can ‘improve’ the Only in the context of a specific project can be seen uncertain state of a typically contemporary territory, how much one might be able to do, realistically, using cultural and scientific variables proper to without disrupting utopic scenarios (in Italy, it is archaeological and landscape research. enough to be simple to seem utopic). Starting with the planning framework, which provides Only in the context of a specific project can one the reference coordinates indispensable for ensuring a measure deficiencies and responsibilities. proposal’s legitimacy and feasibility. To argue these hypotheses, a number of summary reports were mapped out relative to the primary urban Reference to planning. In this project, planning – planning tools in force in the area. regional and municipal – is not only assumed as a With reference to the Regional Landscape Plan legitimising backdrop for the selections and foundation (PTPR) the following were prepared: for shared knowledge, but also as a kind of grand s4HREESUMMARYTHEMATICMAPSRELATIVETOTHEINDIVIDUAL game of possibilities. Expectations, whether these are preservation categories (areas of archaeological limitations to use (such as archaeological restrictions) interest, landscape/environmental assets and protected or transformations (such as new infrastructures or areas). The highlighting of each group’s morphology, settlements), can in fact be interpreted in an original extension and typology is aimed toward identification of way with respect to specific aims. their possibilities for integration into the plan; In this sense, each limit that a context imposes on s!NINTERPRETIVEMAPOFREGIONALLANDSCAPESYSTEMS us can be interpreted as a potential, and within each and environments, highlighting the margins for possibility, looking at it from a different point of view, we transformation possibilities; can find limits we had not suspected were there. s!MOSAICOFTHE,ANDUSEPLANOFTHEMUNICIPALITIES In short, starting from the planning framework of the Rome and Fiumicino, and their relative state of means showing that the “rules” — if commensurate implementation, towards recovering the meaning of and pertinent — can also constitute incentives for a the major transformations currently underway. contemporary landscape project.

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ 167 Vincoli di PTPR sovrapposizione dei tracciati viari moderni a quelli antichi, a testimonianza di un lungo processo di costruzione del territorio durante il quale le direttrici L’analisi del complesso sistema di vincoli vigente sul di attraversamento e collegamento territoriali territorio rappresenta la prima fase di conoscenza del si sono stratificate nel tempo. In questo senso, territorio. Il ricorso diretto ai documenti propri della è particolarmente interessante il caso della via pianificazione paesaggistica, anziché agli strumenti Portuense Antica che, dalla linea di costa fino alle convenzionali di lettura del territorio (carte tematiche prime pendici collinari, seguiva un andamento in rapporto a geomorfologia, idro-geomorfologia, usi difforme a quello ottocentesco e poi contemporaneo. del suolo ecc.), è motivato dalla volontà di avvicinarsi La concentrazione di ambiti, beni puntuali e lineari al contesto (con specifico riferimento al patrimonio rispetto alla morfologia del territorio e la natura storico-culturale e paesistico-ambientale) dall’interno stessa dei rinvenimenti introducono alla presenza di di un quadro di riferimento normativo vigente e differenti paesaggi archeologici locali: da una parte condiviso, grazie al quale qualità e vocazioni del la pianura fluviale compresa tra l’antica linea di costa territorio su cui si opera siano già state oggetto di un a ovest (evidenziata dalle fasce di rispetto relative riconoscimento pubblico. alle antiche strade costiere), le lagune salmastre a A partire dagli elaborati del Piano Territoriale nord, le colline sabbiose a est e il fiume Tevere a Paesaggistico Regionale del Lazio (da ora: PTPR), sud, e caratterizzata in primo luogo dagli imponenti sono state elaborate tre carte tematiche di sintesi sistemi di canalizzazione e regimentazione delle dei vincoli organizzate per classi di tutela: aree di acque connessi alle saline di Maccarese, oltre che interesse archeologico, beni paesaggistico-ambientali dalle grandi infrastrutture di collegamento tra Roma e aree protette. e Portus; dall’altra le pedici collinari, i primi rilievi e l’entroterra, ambienti da sempre stabili, soprattutto se paragonati alla contigua valle fluviale, e per questo Aree di interesse archeologico. Il PTPR definisce motivo prescelti per l’insediamento e lo sviluppo dei le zone di interresse archeologico come l’insieme contesti abitativi antichi (necropoli, insediamenti rurali delle “aree in cui siano presenti resti archeologici o ecc.) (fig. 1.2). paleontologici anche non emergenti che comunque costituiscano parte integrante del territorio e lo connotino come meritevole di tutela per la propria Beni paesaggistico-ambientali. La carta riporta attitudine alla conservazione del contesto di giacenza l’insieme delle zone tutelate a fini paesaggistici e del patrimonio archeologico”1. ambientali, escluse le zone di protezione archeologica Dall’elaborato Beni paesaggistici – Tavola B del PTPR, e le Aree protette. sono state selezionate le sole fasce di vincolo relative Le aree di vincolo riportate sono state selezionate alle zone di interesse archeologico e ricondotte ad una dall’elaborato Beni paesaggistici – Tavola B del PTPR legenda di sistema articolata in ambiti e superfici, fasce Lazio, e si articolano in: beni singoli e beni d’insieme, di rispetto dei beni puntuali e fasce di rispetto dei beni relativamente ai beni paesaggistici; aree di rispetto 1 lineari, tralasciando la distinzione tra vincoli ricognitivi di della linea di battigia, aree di rispetto delle coste Cfr. Piano Territoriale Paesistico legge e vincoli ricognitivi di piano (fig. 1.1). dei laghi, aree di protezione dei corsi delle acque Regionale del Lazio 2007, Nor- me Tecniche d’Attuazione, art. La distribuzione topografica delle sole aree di pubbliche, aree boscate e zone umide, relativamente 41, comma 2. interesse archeologico evidenzia una complessiva alle aree di tutela ambientale2.

168 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 1.1. Aree di interesse archeologico. Sintesi da PTPR.

Aree di interesse archeologico – ambiti e superfici Aree di interesse archeologico – fascia di rispetto dei beni puntuali Aree di interesse archeologico – fascia di rispetto dei beni lineari

Oltre ai beni tutelati ope legis, il PTPR, in attuazione rurale e relativa fascia di territorio contermine, del decreto-legislativo 42/2004 e successive rappresentati in primo luogo dai casali di bonifica modifiche – Codice dei beni culturali e del e in secondo luogo da alcuni dei casali connessi paesaggio, ha individuato, tipizzato e sottoposto a all’epoca delle grandi tenute dell’Agro romano; tutela ulteriori elementi e aree del territorio regionale canali delle bonifiche agrarie e le relative sponde, ritenuti connotativi e qualificanti del paesaggio. per i quali è prevista l’applicazione delle norme In riferimento all’area in analisi, i beni tipizzati già applicate in tema di protezione dei corsi delle catalogati dal Piano sono riconducibili al paesaggio acque pubbliche3 (fig. 1.3). 2 Cfr. ivi, capo III (Modalità di tute- costruito della bonifica degli anni ’30 del ’900 e si Dalla lettura del sistema dei vincoli paesaggistico- la delle aree tutelate per legge). articolano in: beni singoli identitari dell’architettura ambientali e dell’osservazione dei beni tutelati intesi

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | VINCOLI DI PTPR 169 1.2. Ambiti di frequentazione del territorio antico. Aree protette. La carta riporta l’insieme delle Interpretazione. Aree naturali protette, ossia delle parti di territorio sottoposte ad uno speciale regime di tutela e gestione del proprio patrimonio naturale4. Le informazioni contenute nella carta tematica elaborata sono state estratte dal PTPR e in particolare: dall’elaborato Beni paesaggistici – Tavola B, relativamente alle Aree protette di cui alla legge 394/1991 – Legge quadro sulle aree protette; dall’elaborato Beni del patrimonio naturale L’interpretazione morfologica della distribuzione e culturale – Tavola C, relativamente alle altre delle aree di interesse archeologico sul superfici protette. Sono stati inoltre consultati i Piani territorio ha permesso di riconoscere due principali ambiti di frequentazione del territorio di Assetto delle principali Riserve e Tenute naturali, antico: l’ambito vallivo caratterizzato da una oltre che le altre eventuali leggi, direttive o atti forte infrastrutturazione, e l’ambito collinare costituitivi propri di ciascuna Area protetta (fig. 1.5). caratterizzato da una dominanza di aree di frequentazione puntuali. La carta mostra come gran parte del territorio sia compreso nella “Riserva Naturale Statale del Litorale Romano” (da ora: Riserva). Le aree di 3 come insieme di elementi da salvaguardare, il territorio Riserva sono sottoposte a diversi gradi di tutela Cfr. ivi, capo IV (Modalità di tu- stabili in base all’integrità dei valori ecologico- tela degli immobili e delle aree risulta articolato in tre fondamentali habitat: tipizzati e individuati dal PTPR). sla fascia costiera, caratterizzata dalla concentrazione ambientali presenti nei diversi habitat, e in numerica e spaziale di ambienti diversi e originari particolare5: 4 saree di tipo 1, caratterizzate da ambienti di Cfr. legge 394/1991 (Legge della costa laziale e tirrenica: residui di dune mobili quadro sulle aree protette). con vegetazione pioniera, lembi di boschi costieri rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e e formazioni di macchia bassa, ambienti umidi culturale che coincidono con il corridoio fluviale del 5 Tevere, e i principali beni paesaggistico-ambientali Nel testo si fa riferimento alla retrodunali e boschi igrofili in corrispondenza degli zonizzazione vigente al settem- ambienti fluviali di foce; già ricordati; bre 2013 e successivamente si corsi d’acqua, naturali (fiume Tevere, fiume saree di tipo 2, caratterizzate prevalentemente da modificata dal Decreto del Min- ambienti agricoli della bonifica e a maggiore grado istero dell’Ambiente e della Tu- Arrone) e artificiali (collettori e canali di bonifica), che tela del Territorio e del Mare del rappresentano gli elementi di connessione ecologica di antropizzazione, in cui le azioni di tutela del 24/10/2013 (“Nuova perimet- di primaria importanza tra gli ambienti costieri e le aree patrimonio naturale sono soprattutto indirizzate al razione della Riserva Naturale recupero territoriale, ambientale e paesaggistico. Statale del ‘Litorale Romano’”). agricole interne; sle aree agricole di bonifica, habitat maggiormente Risalendo verso Roma, appena dentro l’anello messo a rischio dalle recenti trasformazioni territoriali del Grande Raccordo Anulare, il corridoio fluviale 6 del Tevere si unisce ad un’altra importante area Cfr. Regione Lazio, delibera- e dall’industrializzazione dei sistemi di coltivazione, zione del Consiglio Regionale e caratterizzato dalla presenza di ampie aree a di riserva: la Riserva naturale della Tenuta dei 61/2009, supplemento ordina- seminativo alternate ad aree umide artificiali, incolti Massimi. Tra gli habitat sottoposti a misure di tutela rio n. 60 al B.U.R. n. 15 del 21 più restrittive in virtù della loro importanza e della aprile 2009. umidi, e di numerosi elementi di micro connessione ambientale (reali o potenziali) rappresentati dalla fitta condivisa necessità di conservazione troviamo: 7 rete di canali, filari alberati e siepi (fig. 1.4). sILBOSCO3OMAINI CERRETAMISTAASUGHEREE Siti di Interesse Comunitario. macchia mediterranea che, a cavallo della via Cfr. Direttiva Habitat, direttiva

170 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 1.3. Beni paeaggistico-ambientali. Sintesi da PTPR.

Beni paesaggistici (legge regionale 37/1983 art. 14; legge regionale 24/1998 art. 134, comma 1, lett. a; decreto-legislativo 42/2004, art. 136) Beni singoli Beni d’insieme

Aree tutelate per legge (decreto-legislativo 42/2004, art. 134, comma 1, lett b e art. 142) Area di rispetto della linea di battigia Area di rispetto della costa dei laghi Area di rispetto dei corsi delle acque pubbliche Aree boscate Zone umide

Immobili e aree tipizzati dal PTPR (decreto- legislativo 42/2004, art. 134, comma 1, lett. c) Beni singoli identitari dell’architettura rurale e relativa fascia di territorio contermine Canali delle bonifiche agrarie e relative sponde

92/43/CEE del Consiglio, del 21.5.1992, relativa alla conser- vazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della 6 fauna selvatiche, (GU L 206 del Portuense lungo il suo tratto collinare compreso approvato nel 2009 , assicurerebbe la persistenza 22.07.1992). tra il Fosso della Magliana e il Grande Raccordo di un fondamentale corridoio ecologico continuo dal Anulare, ricopre e caratterizza ampi lembi della Tevere fino alla Tenuta dell’Acquafredda. 8 Zone di Protezione Speciale. campagna romana, anche ospitando una fauna di Oltre alle due Riserve, sul territorio sono stati istituiti Cfr. Direttiva Uccelli, Direttiva grande interesse; anche numerosi siti tutelati a livello comunitario. 79/409/CEE del Consiglio, del sILFONDOVALLEUMIDODEL&OSSODELLA-AGLIANACHE In riferimento al progetto Rete Natura 2000, sono 2.4.1979, concernente la con- 7 servazione degli uccelli selvatici se preservato insieme all’area contigua segnalata stati istituiti tre SIC (Macchiagrande di Galeria, (GU L 103/1979). in località Tenuta della Brava dal Piano di Gestione Macchiagrande di Focene, Porti di Claudio e

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | VINCOLI DI PTPR 171 1.4. Habitat principali. Interpretazioni. Traiano) al fine di mantenere gli habitat naturali e semi-naturali e le specie di flora e fauna, minacciati o rari a livello comunitario, e due ZPS8 (Porti di Claudio e Traiano, Centro Habitat mediterraneo) al fine di proteggere i territori più idonei in numero e superficie alla conservazione delle specie di uccelli minacciate, vulnerabili o rare.

A partire dall’individuazione degli elementi che singolarmente costituiscono il patrimonio paesaggistico-ambientale del territorio (vincoli paesaggistico-ambientali) è stato possibile rico- noscere tre habitat principali: la fascia costiera, i corsi d’acqua, le aree agricole di bonifica.

1.5. Aree protette.

Riserva Naturale del Litorale Romano Aree tipo 1 Aree tipo2

Rete Natura 2000 SIC – Siti di Interesse Comunitario (Direttiva 92/43/CEE – “Habitat”) ZPS – Zone di Protezione Speciale (Direttiva 09/147CE – “Uccelli”) RESTRICTIONS OF THE Analysis of the complex systems of current Landscape/environmental assets. In addition to REGIONAL LANDSCAPE restrictions in the interested area is the first step assets protected by law, there are other elements and PLAN (PTPR) towards knowledge of the territory. Direct recourse to areas in landscape and environmentally protected ABSTRACT documents pertaining to landscape planning, rather zones that characterise and qualify the landscape: than to the conventional sources for interpreting elements of rural architecture and the canals from territory (thematic charts on geomorphology, hydro/ agrarian reclamations, for which will be applied the geomorphology, soil use, etc.) was motivated by norms already applied for the protection of public an interest in approaching the issue from within waterways (cf. ib., NTA, Article III and IV; ib. Beni the current and shared regulatory framework (the paesaggistici – Tavola B). restrictions) as well as aware of the qualities and From analysis of the system of landscape/ vocations of the interested area (the possibilities). environmental restrictions, the area seems to be Starting from the material in the Regional Landscape divided into three large habitats: the coastal strip, Plan (PTPR), three synthetic thematic charts have been characterised by the numeric and spatial concentration devised, organised according to class of protection. of different, original environments of the Lazio and Tyrrhenian coast; waterways, natural (the Tiber River, Areas of archaeological interest. The PTPR defines the Arrone River) and artificial (reclamation water zones of archaeological interest as the entirety collectors), which represent the most important of “areas in which are present archaeological or elements of ecological connection between coastal paleontological remains, including non-emergent environments and interior agricultural areas; reclaimed ones, that in any case constitute an integral part of the agricultural areas, which are the habitats most greatly territory and characterise it as meriting preservation endangered by recent transformations of the area. for its aptitude for the conservation of the context of archaeological heritage” (Cf. PTPR Lazio 2007, Norme Protected areas. This chart presents the whole of Tecniche d’Attuazione, section 41 paragraph 2; ib. Natural Protected Areas, which is to say areas under a Beni paesaggistici – Tavola B). special regime for the preservation and management of In reference to the considerable stratification of the natural heritage (cf. ib. Beni paesaggistici – Tavola B territory, and in particular its arteries, the case of and Beni dei patrimoni Naturale e Culturale – Tavola the ancient via Portuense is interesting in that, from C). the coastline to the hills, it followed a completely In addition to the Litorale Romano Natural Reserve different route than the nineteenth-century, and later and the Tenuta dei Massimi Natural Reserve, which contemporary, one. together protect the fluvial corridor of the Tiber, from The topographical concentration of areas, single its mouth to the Tenuta dell’Acquafredda numerous heritage sites and heritage sites that extend along sites have also been instituted that are protected by paths with respect to morphology points to the the European Community. As part of the Natura 2000 presence of different local archaeological landscapes: Networking Program, three SCI have been instituted the fluvial plain, dominated by impressive canal and (Macchiagrande of Galeria, Macchiagrande of Focene water control systems connected to the Maccarese and the Ports of Claudius and Trajan), and two SPA salt pans, and by major infrastructures connecting (the Ports of Claudius and Trajan, Centro Habitat Rome and Portus; the hillsides and elevations, areas mediterraneo). preselected for settlement and the development of ancient habitations.

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | VINCOLI DI PTPR 173 Sistemi di paesaggio e indicazioni di PTPR conservazione/variazione dell’attuale destinazione d’uso (fig. 1.6): sPaesaggi della valorizzazione, del mantenimento In linea con la Convenzione Europea del Paesaggio e della conservazione ambientale e paesaggistica. e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio1, Territorio per cui il PTPR conferma l’attuale uso il PTPR ha perseguito non solo l’obiettivo di del suolo. Comprendono: il Paesaggio naturale costruire un quadro conoscitivo regionale certo e il Paesaggio naturale agrario, in quanto ambiti e condiviso (riorganizzazione dell’intero apparato di elevato interesse naturalistico per cui sono normativo regionale), ma anche quello di definire previste la valorizzazione e la conservazione un quadro previsionale organizzato per sistemi di integrali “anche mediante l’inibizione di iniziative paesaggio, introducendo nuovi strumenti di tutela di trasformazione territoriale”3; il Paesaggio attiva dei valori paesaggistici e ambientali regionali. dell’insediamento storico diffuso, in quanto ambito L’interpretazione e la riconduzione dei Sistemi di massimo valore testimoniale del patrimonio di paesaggio individuati dal PTPR in Paesaggi storico-archeologico e per cui il PTPR prevede la della trasformazione (fig. 1.6) sono finalizzate a “valorizzazione e la conservazione dei beni anche descrivere la strategia paesaggistica messa a mediante l’inibizione di iniziative di trasformazione punto per l’intero territorio portuense attraverso territoriale pregiudizievoli alla salvaguardia dei l’esplicitazione dei principali contenuti progettuali beni”4; il Paesaggio agrario di rilevante valore e elaborati dal Piano, con particolare riferimento ai il Paesaggio agrario di valore, in quanto ambiti di processi di trasformazione di destinazione d’uso e particolare interesse paesaggistico-percettivo e per di impermeabilizzazione del suolo. cui sono previste rispettivamente la “salvaguardia 1 A partire dalla Tavola A – Sistemi e ambiti di […] mediante il mantenimento di forme di uso Cfr. decreto-legislativo 42/2004 5 e successive modifiche. paesaggio e dalle Norme Tecniche d’Attuazione agricolo del suolo” e il “mantenimento della qualità (da ora: NTA) del PTPR sono stati analizzati del paesaggio rurale mediante la conservazione 2 tutti gli articoli di legge specificatamente rivolti e la valorizzazione dell’uso agricolo e di quello Cfr. Piano Territoriale Paesaggi- 6 stico Regionale del Lazio 2007, alla “Disciplina di uso, tutela e valorizzazione produttivo compatibile” . Norme Tecniche d’Attuazione, dei paesaggi”2, dando particolare attenzione ai sPaesaggi della riqualificazione urbana e capo III. contenuti pianificatori del Piano. I singoli ambiti di infrastrutturale e del recupero ambientale. Territorio 3 paesaggio individuati dal PTPR sono stati quindi per cui il PTPR conferma l’uso attuale del suolo. Cfr. ivi, art. 21 (Paesaggio natu- ricondotti a tre grandi categorie interpretative qui Comprendono: il Paesaggio degli insediamenti rale), comma 2 e art. 22 (Paesag- gio naturale agrario), comma 2. denominate Paesaggi della trasformazione. In ogni urbani, in quanto ambito urbano di recente paesaggio della trasformazione sono stati ricondotti formazione per cui il PTPR prevede interventi 4 i sistemi di paesaggio regionale considerati affini di riqualificazione mirati alla promozione del Cfr. ivi, art. 31 (Paesaggio dell’in- sediamento storico diffuso), com- non tanto per le loro caratteristiche fisico-percettive rapporto tra città e campagna e alla valorizzazione ma 3. (elementi connotativi fisici, morfologici, ambientali, della componente ambientale in generale; il insediativi ecc.) quanto per il tipo di interventi paesaggio delle reti, infrastrutture e servizi, 5 Cfr. ivi, art. 24 (Paesaggio agra- previsti al loro interno e per i relativi obiettivi di quale ambito trasversale di attraversamento dei rio di rilevante valore), comma 4. qualità paesaggistica definiti dal Piano. Attraverso paesaggi di PTPR e per cui il Piano prevede la la carta dei Paesaggi della trasformazione “valorizzazione e riqualificazione soprattutto ai fini 6 7 Cfr. ivi, art. 25 (Paesaggio agra- diventa così possibile individuare le parti di della percezione del paesaggio circostante” ; il rio di valore), comma 4. territorio accomunate dalle previsioni relative alla paesaggio naturale di continuità, quale ambito di

174 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 1.6. Mappa delle possibilità. Sintesi da PTPR.

Paesaggi della valorizzazione, del mantenimento e della conservazione ambientale e paesaggistica Paesaggio naturale Paesaggio naturale agrario Paesaggio dell’insediamento storico diffuso Paesaggio agrario di rilevante valore Paesaggio agrario di valore

Paesaggi della riqualificazione urbana e infrastrutturale e del recupero ambientale Paesaggio degli insediamenti urbani Paesaggio delle reti, infrastrutture e servizi Paesaggio naturale di continuità

Paesaggi della trasformazione sostenibile Paesaggio degli insediamenti in evoluzione Paesaggio agrario di continuità

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | SISTEMI DI PAESAGGIO E INDICAZIONI DI PTPR 175 elevato valore di naturalità anche se parzialmente edificato o infrastrutturato, per la cui salvaguardia il PTPR prevede di interventi di recupero dei valori naturalistici del paesaggio; sPaesaggi della trasformazione sostenibile. Territorio per cui il PTPR prevede un cambio di destinazione d’uso rispetto all’attuale. Comprendono: il paesaggio degli insediamenti in evoluzione, in quanto definito dall’insieme delle aree libere già ritenute “compatibili con programmi di sviluppo urbano pre-vigenti”8 all’entrata in vigore del PTPR; e il paesaggio agrario di continuità, quali aree situate al margine all’edificato, predisposte dallo stesso Piano regionale ad “un uso diverso da quello agricolo e produttivo […] previa procedura di valutazione di compatibilità paesistica in sede di esame di variante urbanistica”9. Per entrambi gli ambiti, il processo di nuova edificazione è ammesso purché la “conservazione e la valorizzazione dei beni del patrimonio culturale e degli elementi naturali presenti”10 siano assunti a garanzia di un’alta qualità insediativa. La forte “alternanza topografica” tra Paesaggi della trasformazione sostenibile e Paesaggi della riqualificazione urbana, caratterizza aree a forte trasformazione recente come quella della Nuova Fiera di Roma e di Commercity nella piana fluviale, ad ovest di Ponte Galeria e a sud dell’autostrada 7 Roma-Fiumicino, e quella delle cave e delle Cfr. ivi, art. 28 (Paesaggio del- le reti, infrastrutture e servizi), aree estrattive lungo la via Portuense nel tratto comma 5. compreso tra il GRA e l'insediamento di Ponte Galeria. In questo senso, è necessario segnalare 8 Cfr. ivi, art. 28 (Paesaggio de- come la strategia paesaggistica delineata dal PTPR gli insediamenti in evoluzione), sembri essere del tutto estranea alle previsioni di comma 1. PRG del Comune di Fiumicino, soprattutto rispetto

9 all’importante processo di trasformazione in atto nel Cfr. ivi, art. 26 (Paesaggio agra- quadrante compreso tra l’aeroporto Leonardo Da rio di continuità), comma 4. Vinci a ovest, l’autostrada Roma-Civitavecchia a est

10 e il fiume Tevere a sud. Cfr. ivi, art. 28 (Paesaggio dell’in- sediamento in evoluzione), com- ma 4.

176 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE LANDSCAPE SYSTEMS IN In line with the European Landscape Convention transformations underway in the area between the THE REGIONAL LANDSCAPE and the Code of Cultural Heritage and Landscape, Leonardo Da Vinci airport to the west, the Roma- PLAN (PTPR) the Regional Landscape Plan (PTPR) has Civitavecchia motorway to the east and the Tiber ABSTRACT outlined an anticipatory framework organised by River to the south. Landscape Systems, introducing new tools for the active preservation of regional landscape and environmental assets. Starting from Tavola A – Sistemi e ambiti di paesaggio and the Norme Tecniche d’Attuazione of the PTPR, all of the sections pertaining to the “Rules and regulations for the use, preservation and development of landscapes” were analysed, with special attention to planning content with the aim of explicating the landscape strategy defined for the Portuense area. The individual landscape contexts identified by the PTPR were then divided into three large interpretative categories under the following headings: Landscapes requiring environmental and landscape development, maintenance and conservation, Landscapes requiring urban and infrastructural renewal and environmental recovery and Landscapes requiring sustainable transformation. Regional landscapes were assigned to each of these categories, not so much based on their physical/perceptive characteristics (physical, morphological, environmental, settlement, etc.) as on the type of interventions planned for them and the relevant landscape quality goals defined in the PTPR. An alternation between Landscapes requiring sustainable transformation and Landscapes requiring urban renewal characterises the main areas subjected to recent transformation, including that of the Nuova Fiera di Roma and Commercity near the fluvial plain, west of Ponte Galeria and south of the Roma-Fiumicino motorway, and that of the quarries and the extraction areas along Via Portuense in the section between the Grande Raccordo Anulare (GRA – the Ring Road of Rome) and Ponte Galeria. In this sense, the PTPR instead does not seem to make reference to the major

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | SISTEMI DI PAESAGGIO E INDICAZIONI DI PTPR 177 Previsioni comunali e attuazioni in tempi diversi, queste hanno sottoscritto nel corso degli anni e relativamente a molte singole realizzazioni, numerosi Protocolli di intesa, Accordi La costruzione di un elaborato che tiene insieme di Programma e Patti Territoriali finalizzati ad e permette di comparare le previsioni di Piano assicurare una pianificazione urbanistica coerente, Regolatore Generale dei comuni di Roma e e sostenuta da adeguate forme di sussidiarietà e Fiumicino, ha il duplice obiettivo di verificare e collaborazione interistituzionali. descrivere in maniera sintetica la coerenza delle In generale, la lettura contestuale dei due PRG previsioni di trasformazione già programmate e evidenzia la volontà condivisa di trasformare vigenti sul territorio in analisi, e di rilevare elementi l’area portuense puntando in primo luogo sul di supporto offerti dai PRG per lo sviluppo di decentramento delle “funzioni pregiate” dalla progetti innovativi (figg. 3.2, 3.3, infra, pp. 214- città consolidata verso il settore più periferico, 215). L’inserimento di tali previsioni in una cornice innescando un esteso processo di riqualificazione temporale precisa permette infine di chiarirne urbana, e in secondo luogo sulla modernizzazione lo stato d’attuazione, necessario a valutare il della capitale, con specifico riferimento al funzionamento del territorio all’oggi oltre che potenziamento di tutte le attività diversamente a definire con precisione i margini di fattibilità connesse a quelle aeroportuali, e in particolare urbanistica entro cui avanzare un’ipotesi di progetto. dei settori fieristico-congressuale, logistico e Il mosaico delle previsioni è stato realizzato trasportistico. In questo senso, è fondamentale attraverso la lettura critica dell’insieme degli il progetto della nuova centralità metropolitana interventi previsti dai due PRG. I principali localizzata in zona Ponte Galeria, lungo la via documenti di riferimento sono gli elaborati Portuense e a ridosso del fascio infrastrutturale prescrittivi dei due Piani e in particolare: per il Roma-Fiumicino, che si sta lentamente attuando PRG di Fiumicino, approvato con deliberazione attraverso un articolato programma d’interventi di di Giunta Regionale 162/2006, la:ONIZZAZIONE grande rilievo, per lo più finalizzati a colmare il forte aerofotogrammetrica, stralci delle tavole da 12.10 deficit di servizi e infrastrutture del territorio (fig. 1.7). a 12.13; per il PRG di Roma, approvato con La messa a punto di una carta dello stato deliberazione del Consiglio Comunale 18/2008, d’attuazione degli strumenti attuativi di Piano, ha Sistemi e regole, stralci delle tavole 15, 16, 23 e 24. permesso di osservare da vicino le trasformazioni Per la costruzione della mappa relativa allo stato di in atto, identificando e descrivendo i principali fatto (luglio 2013), sono stati effettuati sopralluoghi interventi attraverso cui si sta attuando la strategia specifici oltre che l’analisi di diverse Deliberazioni pianificatoria dell’area anche in termini di funzioni e Comunali dei comuni di Roma e Fiumicino. funzionamento (fig. 1.8). In particolare: Lo sviluppo urbanistico del territorio portuense, sAdeguamento e potenziamento della rete viaria si inserisce nella più ampia strategia pianificatoria e ferroviaria e dei servizi connessi allo sviluppo dell’intero settore ovest dell’area romana, dell’area litoranea e aeroportuale: in fase di partecipando alla configurazione del futuro assetto realizzazione. In attuazione della deliberazione territoriale dell’asse strategico EUR-Aeroporto del Consiglio Comunale di Fiumicino 157/2002, Internazionale Leonardo Da Vinci. Poiché le due Approvazione del programma degli interventi Amministrazioni comunali di Roma e Fiumicino all’interno del quadrante ovest dell’Area hanno definito la programmazione degli interventi Metropolitana di Roma, ogni attuazione delle

178 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE configurate; lungo il perimetro nord dell’intervento, il gruppo Ferrovie dello Stato ha realizzato una nuova stazione ferroviaria (linea FR1 Fiumicino Aeroporto – Orte) a servizio del nuovo quartiere fieristico. sSistema Polifunzionale Integrato: parzialmente realizzato. Nel PRG di Roma del 1962, l’area era già conosciuta come Nuovo Piano Particolareggiato 23 (NNP23) e le previsioni di trasformazione parlavano di una nuova area industriale. La realizzazione del nuovo insediamento di Parco Leonardo è uno dei pochi interventi che ha invece poi previsto, oltre alla realizzazione di aree commerciali e servizi, nuovi carichi urbanistici residenziali. Rispetto al disegno di progetto, oltre alla realizzazione di una bassa percentuale di cubature restano da configurare le previsioni urbanistiche indicate nei Piani prevede aree verdi a standard e di vincolo archeologico. in maniera prioritaria l’adeguamento della rete Anche in questo caso, a servizio del nuovo infrastrutturale di accesso e distribuzione ai nuovi insediamento, dal 2005 è in funzione una nuova insediamenti. I principali interventi realizzati finora stazione (linea FR1), sempre realizzata dal gruppo 1.7. sono: le complanari dell’autostrada dedicate al Mosaico delle previsioni di PRG. Ferrovie dello Stato. collegamento diretto tra GRA, sistema autostradale I comuni di Roma e Fiumicino hanno previsto sPiattaforma Logistica: parzialmente realizzato. in generale e le nuove aree residenziali, commerciali un complesso programma di interventi lungo Approvato con Accordo di Programma 11 Febbraio la direttrice Portuense, al fine di decentrare e per servizi (ad es. la Nuova Fiera di Roma, 2002, il progetto prevede la realizzazione di un alcune funzioni verso aree periferiche da Commercity); l’ampliamento dello svincolo riqualificare, e colmare il forte deficit di servizi grande interporto italiano completo di magazzini autostradale Roma-Fiumicino-Civitavecchia; e infrastrutture del territorio. A colori, sono per corrieri e spedizionieri, di magazzini ferroviari, evidenziate tutte le aree che concorrono alla lo svincolo autostradale di accesso a Cargo di aree per la sosta e la manovra degli automezzi, creazione della nuova centralità metropolitana City; lo svincolo e il viadotto di attraversamento in zona Ponte Galeria. un centro servizi per le attività di supporto legate autostradale a servizio di Parco Leonardo e del alla piattaforma logistica, per attività terziarie e centro commerciale Le Vignole; il raddoppio commerciali, edifici per attività artigianali e di della via Portuense in corrispondenza del nuovo piccola industria. Al momento attuale sono ultimati insediamento di Parco Leonardo. e funzionanti solo quattro capannoni. Le superfici a sNuova Fiera di Roma: parzialmente realizzato. standard non sono state realizzate, fatta eccezione L’intervento, rappresenta il cuore della centralità per una piccola quota di parcheggi. metropolitana di Ponte Galeria. Il progetto prevede Tra gli altri interventi, rimane da segnalare il piano di la realizzazione di una grande superficie espositiva lottizzazione recentemente approvato (deliberazione e un centro servizi già realizzati e funzionanti, di Giunta Comunale 103/2012) identificato dal PRG un centro direzionale in fase di ultimazione e di Fiumicino con gli interventi 16a e 16b (fig. 1.8). un comparto residenziale ancora in fase di progettazione. Oltre ai comparti edificatori sono previste grandi aree a parcheggio già realizzate ma non del tutto funzionanti, ampie aree verdi, sia a standard che di vincolo archeologico, mai

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | PREVISIONI COMUNALI E ATTUAZIONI 179 1.8. Stato d’attuazione delle previsioni di PRG.

Interventi realizzati 1. Cargo City 2. Alitalia 3. Commercity

Interventi parzialmente realizzati 4. SPI – Parco Leonardo 5. Nuova Fiera di Roma 6. Central Market Da Vinci 7. Piattaforma logistica – Interporto Roma-Fiumicino

Progetti approvati Progetti in fase di adozione

1. Cargo City, 2012 5. Nuova Fiera di Roma, 2012 (dati mappa: Google). (dati mappa: Google)

180 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Municipal urban development The preparation of a document that holds together In this sense, the project for new metropolitan and relative implementations and compares the expectations of the Piano centrality in the Ponte Galeria area (still in the ABSTRACT Regolatore Generale (PRG, i.e. the Land use process of completion), along via Portuense and plan of the municipalities of Rome and Fiumicino) near the Rome-Fiumicino highway and railway, is has the double aim of verifying and concisely fundamental. describing the coherence of expectations for transformation already shared in common and identifying the types of support offered by the PRG for developing innovative projects. The insertion of these expectations within a precise time frame permits, finally, clarification of the status of its implementation, necessary in turn for knowing the area’s current state as well as even more precisely defining the margins for town-planning feasibility within which projects might be advanced. The comprehensive view of municipal expectations resulted from the critical reading of the entirety of interventions planned by the two PRG. The primary materials of reference are the two PRG’s prescriptive documents, specifically, for the PRG of Fiumicino, approved through the Resolutions of Regional Council 162 of 31 March 2006, the :ONIZZAZIONEAEROFOTOGRAMMETRICA, excerpts from tables 12.10 to 12.13; for the PRG of Rome, approved through the Resolution of Municipal Council no. 18 of 12 February 2008, Sistemi e regole, excerpts from tables 15, 16, 23 and 24. On- site investigations were fundamental for constructing the map of the current situation (July 2013), as was the examination of various Municipal Resolutions of the municipalities of Rome and Fiumicino.

In general, reading the two PRGs together revealed a shared interest in transforming the Portuense area by focusing, firstly, on decentring the activities valued by the city towards the more peripheral area, triggering a broad project for urban renewal and, secondly, on modernising the capital, with specific reference to strengthening all of the activities variously connected to airport activity, in particular in the trade fair/ 4. SPI-Parco Leonardo, 2012 convention, logistics and transport industries. (dati mappa: Google)

1. VINCOLI E POSSIBILITÀ | PREVISIONI COMUNALI E ATTUAZIONI 181 2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO

Lucina Caravaggi Per utilizzare correttamente l’eredità del paese, a proporre immagini “parziali”, con “passato” all’interno di un più generale progetto pochi elementi sconnessi e senza capacità di di riorganizzazione paesaggistica del territorio è comunicazione. Ambienti e manufatti fanno parte necessario definire con esattezza i sistemi di beni di un’unica realtà storica e nello stesso tempo storico-archeologici assunti nel progetto stesso. Il ambientale, che ormai è indagata consapevolmente che, in un territorio così vasto e ricco di ritrovamenti, come insieme di azioni e retro-azioni, e come tali testimonianze e permanenze storico-archeologiche, impossibili da separare e presentare in forma non è un’operazione semplicissima. A questo fine “autonoma”. sono state messe a punto tre famiglie di elaborati, Certo il momento della rappresentazione grafica che testimoniano una specifica modalità di lavoro mette in evidenza con grande nettezza tutte le ma soprattutto il dialogo tra architetti e archeologi “lacune” conoscitive e, a volte, quanto si è sicuri che, proprio in questa fase, è stato più intenso. di poter rappresentare è molto meno di quello che Gli elaborati sono stati definiti mappe diacroniche; rimane nebuloso, o del tutto sconosciuto. Ma non sistemi di permanenze; contesti archeologici locali. importa. L’importante è la plausibilità di ipotesi ben definite, documentate con rigore e comunicate con chiarezza. Mappe diacroniche. Il senso di queste mappe Il secondo elemento che caratterizza le mappe è in primo luogo quello di integrare in un’unica diacroniche è la struttura della legenda, che rimane rappresentazione famiglie di conoscenze che, in costante nelle varie fasi rispetto a tre grandi famiglie: genere, sono separate (esito di specializzazioni direttrici di collegamento lineare, insediamenti diverse). Si tratta in particolare di conoscenze e e/o aree di frequentazione, ambiti dei principali interpretazioni riferite ai ritrovamenti “costruiti” paleoambienti. e di quelle relative agli ambienti “naturali”. La Il riferimento concettuale a punti, linee e superfici, consapevolezza che non può esserci separazione tra cioè a una struttura formale tipicamente “moderna” queste due famiglie di indagini è ormai largamente usata spesso nell’interpretazione recente dei diffusa, come più volte sottolineato in premessa, ma fenomeni insediativi, permette di interpretare altrettanto non si può dire per le rappresentazioni i ritrovamenti coerentemente con la quota di grafiche che si ostinano, soprattutto nel nostro osservazione prescelta (che in questo caso può

182 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE definirsi territoriale), suggerendo interdipendenze e Sistemi di permanenze (mappa sincronica). scambi, ma soprattutto di comparare mappe diverse Anche la mappa delle permanenze, esito della attraverso un sistema di riferimento che rimane “sovrapposizione” concettuale di ciascuna costante1. singola fase allo stato attuale, mostra in realtà il Il terzo elemento di interesse delle mappe grado di coerenza della nostra interpretazione è connesso al loro contenuto, a cominciare contemporanea rispetto a quanto, del passato, dalla periodizzazione “scelta” per la sequenza giudichiamo ancora comprensibile e potenzialmente cronologica. La consapevolezza che siamo in un ri-leggibile, magari con il supporto di dispositivi campo in cui le notizie “certe” acquistano valore progettuali specifici. In questo caso si tratta di una solo se sorrette da ipotesi intepretative plausibili ha selezione in rapporto a quegli elementi che possono consigliato di evidenziare in forma esplicita, dopo ancora essere riletti come sistema (riconducibili cioè ogni mappa, le fonti principali usate per la messa a a relazioni tra insediamenti, collegamenti e usi del punto delle mappe stesse (pubblicazioni scientifiche suolo)2. Si tratta di una traccia di grande valore per e rassegne di scavi) sotto il titolo Principali fonti la formulazione di progetti in grado di riconnettere bibliografiche e cartografiche utilizzate per la al presente punti, linee e superfici appartenenti al localizzazione e la datazione. Oltre ai riferimenti passato, sottraendoli al triste destino dell’isolamento, bibliografici sono state selezionate anche alcune della frammentazione e del mutismo. immagini tratte dalle pubblicazioni stesse, tra quelle L’area è evidentemente caratterizzata da due grandi

1 che hanno assunto un particolare valore per la sistemi di permanenze, relativi all’età imperiale e Un’interessante messa a punto nostra ricerca. alla bonifica otto-novecentesca, mentre gli elementi di questa struttura di legenda è In questo modo abbiamo cercato di scongiurare puntuali rinviano soprattutto ai periodi definiti contenuta in Caravaggi, Imbro- glini 2008, pp. 73-77. le polemiche (a nostro avviso piuttosto sterili) “medioevale” e “moderno”. Ma è solo la quota di connesse alla sempre possibile “incompletezza” osservazione che ci fa cogliere i sistemi più forti, che 2 delle informazioni di natura archeologica, cercando non sono certamente gli unici, e forse neanche i più Per la definizione di sistema e la sua esplorazione all’interno di sottolineare piuttosto la trasmissibilità e la importanti. Questo è il rischio delle rappresentazioni. della progettazione paesistica e trasparenza di una modalità di lavoro. Infatti tutto quello che c’è intorno e in mezzo ai ambientale cfr. la produzione di Vittoria Calzolari e in particolare: sistemi selezionati non è affatto una tabula rasa, Calzolari 1999. ed è sufficiente abbassare la quota del rilievo per

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO 183 cogliere altre immagini, e altri “sistemi interni” a Riferimenti bibliografici quelli considerati. Forse, in un certo senso, solo gli insediamenti contemporanei sono per davvero una s#"ERNARDINI 4$E-AURO Contare e raccontare, tabula rasa. Laterza, Roma-Bari. Con Tullio de Mauro, utilizzando la sempre fertile s6#ALZOLARI Storia e natura come sistema: un progetto per il territorio libero dell’area romana, Argos, Roma. analogia con la linguistica, potremmo concludere: “Il s,#ARAVAGGI #)MBROGLINI Paesaggi del Molise. consumismo cerca di proiettare tutte le nostre vite Istruzioni per l’uso, Officina, Roma. in una dimensione tutta sincronica. Ma l’usa e getta s,#ARAVAGGI 3-ENICHINI Paesaggi che cambiano. funziona male per le culture e per le lingue. Una Linee guida per la progettazione integrata del paesaggio lingua è fatta per mettere in contatto le generazioni. della Basilicata, Officina, Roma. Non vive tanto nello spazio quanto nel tempo. Anche s,#ARAVAGGI 3-ENICHINI Linee guida per la a causa di ciò il suo mutare ha il respiro, il ritmo dei progettazione integrata delle strade, Alinea, Firenze. tempi lunghi della storia, non quello frenetico del s#)MBROGLINI Studi per una variante al PRG di Isera. lava-più-bianco. […]. Un progetto di paesaggio, “Sentieri Urbani”, 3, pp. 4-8. Il linguista, insegnava Saussurre, se vuole capire un fatto linguistico deve sapere collocarlo sull’asse della sincronia, nel suo funzionamento simultaneo con altri fatti che gli coesistono, e sull’asse della diacronia, del suo provenire ed evolversi da altri fatti”3.

Contesti archeologici locali. L’assunzione del contesto archeologico locale nasce dalla volontà, di cui si è accennato in premessa, di pervenire alla considerazione integrata sia delle variabili storiche che di quelle insediative e ambientali contemporanee, così da rendere un insieme di 3 ritrovamenti-testimonianze-permanenze inscindibile Bernardini, De Mauro 2005, pp. dal contesto di appartenenza. 89-90. Coerentemente con questa affermazione sembra 4 opportuno ancorare con più chiarezza le misure Per l’applicazione di contesto attuative (sia di tutela che di valorizzazione paesistico locale a territori, temi e scale di osservazione molto archeologica) ad uno specifico contesto locale, con diversi tra loro, in quanto con- i suoi problemi e le sue contraddizioni, in modo tale cetto dotato di grande duttilità da cogliere “dall’interno” limiti e possibilità. trans-disciplinare, e lontano da ogni determinismo geografico Il concetto di contesto archeologico locale è (a differenza di molti piani pa- in stretta connessione con quello di contesto esistici dominati ancora dall’i- paesistico locale4, e può essere un valido per-determinismo delle “unità di paesaggio”) cfr. Caravaggi, supporto sia in fase di confronto normativo che di Menichini 2006; Caravaggi, Im- impostazione progettuale, come è accaduto nella broglini 2008; Caravaggi, Meni- ricerca presentata in questo libro. chini 2007; Imbroglini 2010.

184 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE ANCIENT TERRITORIES AND In order to correctly use the legacy of the “past” Analysis of the archaeological evidence ENVIRONMENTS within a more general project for the landscape (synchronic map). The map of the evidence that ABSTRACT reorganisation of the territory, it is necessary to results from the conceptual “superimposition” of precisely define the historical and archaeological each single up-to-date archaeological phase, shows system of assets adopted in the project itself. Three the level in which our contemporary interpretation is families of brief reports about the used methods were coherent with what of the past we deem to be still mapped out for this purpose as an outcome of the comprehensible and potentially re-legible. In this case, dialogue between archaeologists and architects, at its it is an issue of selection in relation to the territorial most during this phase: recognisability of the archaeological evidence and, above all, the highlighting of elements that can still be Diachronic phase maps. These maps are read as part of a system (that is, in relation to specific characterised by three elements: relationships between settlements, connections and s4HE)NTEGRATIONINTOASINGLEREPRESENTATIONOFFAMILIES land uses). This is a highly valuable guideline for of knowledge and interpretations concerning “built” project design, that can reconnect points, lines and finds and “natural” environments. Environments and surfaces from the past to the present, preserving them man-made elements are in fact impossible to separate from a bleak future of isolation, fragmentation and from one another and presented independently, since silence. they belong to a single historical and environmental reality, which is consciously investigated as a totality Local archaeological contexts. The assumption of of actions and retro-actions by now. While the the local archaeological context emerges from the graphic representation clearly reveals the “holes” in need in arriving at the integrated consideration of both our knowledge, the relevance lies in the plausibility historical variables and contemporary development of well-defined, rigorously documented and clearly and environmental variables, such as to create a communicated hypotheses; totality of finds/evidences/materials that is inseparable s4HESTRUCTUREOFTHELEGEND WHICHREMAINSA from its context. constant during the various phases, in respect of three Consistent with this statement, it seems opportune major families: paths of linear connection, settlements to clearly link executive measures (aimed towards and/or frequented areas and environments. both preservation and archaeological promotion The conceptual reference to points, lines and surfaces and development) towards a specific local context, makes it possible to suggest their interaction in the complete with its problems and contradictions, to context of a single map and, above all, to compare perceive both limits and possibilities “from the inside”. different maps through a consistent system of The concept of local archaeological context is closely reference; tied to the one of local landscape context, and can be s4HEhCHOSENvPERIODIZATIONFORCHRONOLOGICAL a valid support in the phase of regulatory comparison sequence and contents. The awareness of being in as well as in the formulation of the plan, as the case a field where “sure” information only acquires value for the research presented in this volume is. if supported by plausible interpretive hypotheses, recommended the explicit highlighting of sources used for drafting each map (scientific publications and excavation surveys).

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO 185 Mappe diacroniche selezione, interpretazione e messa in coerenza (georeferenziazione) di dati provenienti da fonti eterogenee: articoli scientifici e fonti letterarie di La lettura per fasi cronologiche successive del diversa natura; carte storiche, cartografie tematiche; territorio costituisce la prima fase di lavoro per la documentazioni di scavo prodotte in occasione messa a punto di un progetto di valorizzazione delle indagini più recenti; confronto diretto con la dei paesaggi archeologici. Il riconoscimento delle Soprintendenza archeologica. principali fasi storiche di vita e di costruzione del territorio ha il duplice obiettivo di evidenziare Con particolare riferimento alle direttrici di l’insieme delle relazioni fisico-funzionali che collegamento, nelle carte sono indicati come intercorrono tra il sistema ambientale e quello “tracciati certi” sia quei tratti effettivamente rinvenuti insediativo-infrastrutturale nelle diverse epoche, e di durante il corso delle più recenti campagne di scavo riconoscere elementi di continuità – o di rottura – tra condotte dalla Soprintendenza, sia quelli testimoniati i sistemi di funzionamento territoriale disetanei. dalle fonti storiche e iconografiche, accreditate dalla Con riferimento all’area compresa tra Roma e il continuità d’uso e dalla sovrapposizione di tracciati mare, e in particolare a nord del Tevere tra il Rio moderni; sono invece indicati come “tracciati incerti” Galeria e la linea di costa, sono state individuate i tratti delle percorrenze, rispetto al cui andamento il cinque fondamentali tappe di evoluzione dei sistemi dibattito scientifico è ancora aperto. storico-archeologici: l’età repubblicana (V-I secolo a.C.); l’età imperiale (I secolo a.C.-IV secolo d.C.); l’epoca medievale (VIII-XV secolo d.C.); l’epoca moderna (XVI e il XVIII secolo d.C.); il territorio al termine della bonifica (1950). L’individuazione di queste cinque fasi ha tenuto conto non solo dell’evoluzione del contesto fisico-ambientale – che in questo particolare caso ha rappresentato dei momenti di profonda trasformazione del funzionamento del paesaggio e della modalità di frequentazione del territorio – ma anche di quello socio-politico e amministrativo. Per ogni fase di vita del territorio individuata sono stati messi a punto una carta diacronica e un breve testo descrittivo di commento, entrambi finalizzati a mostrare le interazioni evolutive tra caratteri ambientali e modalità di insediamento storico-archeologiche. L’ipotesi di ricostruzione della struttura fisica del territorio è stata effettuata attraverso la localizzazione topografica di una selezione critica di dati rilevati (aggiornati a marzo 2013). Ogni mappa è da intendersi quale esito di un articolato processo di analisi,

186 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Diachronic The stratigraphic reading of the territory, in other phase maps words the recognition of its primary phases of con- ABSTRACT struction, has the double aim of revealing the physi- cal/functional relationships between the environmen- tal system and the settlement/infrastructural system of various epochs, and recognising elements of continuity – or discontinuity – between the territorial systems of different periods. With reference to the area between Rome and the sea, and in particular north of the Tiber River be- tween Rio Galeria and the coast, five fundamental stages of the evolution of historical/archaeological systems have been identified: the Republican Age (5th-1st century BC); the Imperial Age (1st century BC-4th century AD); the Middle Ages (7th-15th cen- tury AD); the Modern Period (16th-18th century AD) and the area as it was on completion of the reclama- tion project (1950). The identification of these five phases has considered not only the evolution of the physical/environmental context, but also the socio- political and administrative context. For each phase, a diachronic chart was defined by georeferencing a critical selection of physical and dimensional data collected and updated in March 2013. Each map is to be understood as the result of a com- plex process of analysis, selection and interpretation and coherent with data coming from varied sources: scientific articles and literary sources of various kinds; historical maps, thematic maps; excavation documentation from the most recent investigations; direct consultation with the Heritage Office. This interpretive process also entailed the preparation of a concise information sheet for each epoch, which lists the main bibliographic and cartographic sources used to create the diachronic maps.

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 187 Il territorio in età repubblicana La carta descrive il territorio in età repubblicana, ovest della via Salaria antica e di connessione tra Roma (V-I secolo a.C.) dall’inizio del V secolo a.C. fino alla decadenza di Ostia, e il Campus Salinarum Romanorum. Per motivi connessi simbolicamente identificata con la realizzazione del bacino di all’attività estrattiva del sale, nella campagna circostante Claudio (fig. 2.1). agli impianti, con particolare riferimento alle zone di collina Sin dall’età repubblicana, le vicende del territorio sono e del conoide del Rio Galeria, si sviluppano anche i primi connesse alla vita economica e politica di Roma che insediamenti. dalla conquista di Veio (396 a.C.) estende il suo dominio Contemporaneamente, lungo la sponda opposta del Tevere, anche sull’area a nord del Tevere. Grazie alla gestione la frequentazione del territorio è più intensa: sempre nel amministrativa riunificata sotto un’unica potenza, che IV secolo a.C. viene fondato il castrum di Ostia, nucleo contemporaneamente regna anche sull’intero bacino originario dell’antico insediamento che da presidio militare mediterraneo, si comincia a delineare un assetto arriva a rivestire un rinnovato ruolo di polo commerciale territoriale della fascia costiera caratterizzato dalla forte destinato allo smistamento e all’immagazzinamento delle infrastrutturazione connessa alle attività commerciali portuali derrate annonarie destinate all’Urbe. Alla fine del II secolo (porto di Ostia Antica) destinate al rifornimento alimentare a.C. il porto fluviale di Ostia dimostra però di non poter più di Roma, alle attività produttive connesse alle grandi saline rispondere alle esigenze di approvvigionamento di Roma, non costiere alimentate dai laghi di Ostia e Maccarese, e al solo a causa delle dimensioni ridotte delle strutture portuali nascere di importanti centri costieri (ad es. Ostia e Fregene). (soprattutto in riferimento alle dimensioni delle navi mercantili Con riferimento al contesto ambientale, il territorio è da provenienti dall’Oriente), ma anche per la grande difficoltà sempre stato caratterizzato da una forte eterogeneità e il rischio cui erano sottoposte le stesse imbarcazioni di paesaggi. Superati i cordoni dunari, compresa tra gli durante le manovre d’ingresso alla foce del Tevere. Per stagni salmastri e le prime pendici collinari, si allarga la far fronte a questa situazione, durante gli ultimi due secoli valle del Tevere, area caratterizzata da ambienti instabili dell’età repubblicana, è in funzione un sistema portuale che e paludosi originati non solo dall’impetuosa attività prevede il dirottamento del traffico mercantile verso il porto fluviale – frequenti inondazioni con relativo trasporto e di Puteoli (l’antica Pozzuoli) dove le merci venivano caricate sedimentazione di materiali –, ma anche dalla presenza di su imbarcazioni più piccole, capaci di raggiungere il bacino un sistema idrotermale legato all’attività finale del vulcano portuale di Ostia e di risalire il fiume fino a raggiungere la dei Colli Albani. Nel territorio a nord del Tevere, su questo città di Roma. stesso terreno limoso di pianura che all’inizio del IV secolo a.C. qualificava il piano di campagna, viene realizzata la via Campana, strada di ideale prosecuzione verso sud-

188 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 2.1. Il territorio in età repubblicana (V-I secolo a.C.).

Direttrici di collegamento territoriale Tracciato certo Tracciato ipotetico 1. Via Campana 2. Antica strada pedecollinare 3. Via Ostiense 4. Pista d’alaggio

Insediamenti e/o aree di frequentazione a. Ostia Antica b. Ficana c. Ager Portuensis

Ambiti dei principali paleoambienti

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 189 Il territorio in età imperiale La carta descrive il territorio alla fine dell’età imperiale con Roma. Dopo una prima fase di adeguamento della via (I secolo a.C.-IV secolo d.C.) evidenziando come questa fase, già interpretata come momento Campana, avvenuta in epoca claudia affinché la strada fosse culminante del processo di rifunzionalizzazione delle attrezzature idonea a mettere in collegamento l’Urbe con il nuovo bacino portuali di età repubblicana, si collochi in sostanziale continuità di Claudio, in età traianea viene realizzata la via Portuensis, con quella precedente (fig. 2.2). il cui tracciato, in parte costruito in elevato per fronteggiare Il ricorso alla struttura portuale di Puteoli, mostra ben presto le complicate condizioni ambientali della valle fluviale, verrà numerose criticità connesse all’efficienza del sistema di definitivamente abbandonato solo in seguito alle inondazioni del approvvigionamento di Roma, da considerarsi soprattutto in Tevere del XVI secolo (1530; 1557). relazione ai frequenti ritardi nei tempi di distribuzione delle merci. La laguna di Maccarese continua ad alimentare le grandi Per questo motivo l’imperatore Claudio decide di costruire un saline del Campus Salinarum Romanorum, la cui produttività grande bacino portuale subito a nord-ovest di Ostia, sempre è connessa al buon funzionamento di imponenti opere collegato al Tevere attraverso alcuni canali artificiali. Il bacino, di regimentazione idraulica – dighe e articolati sistemi di inaugurato da Nerone nel 64 d.C., è presto interessato da canalizzazione – necessarie a controllare l’afflusso dell’acqua consistenti problemi di insabbiamento: la soluzione finale al salata necessaria alla lavorazione del sale. problema arriva con la realizzazione del porto di Traiano (112 d.C.). La nuova infrastruttura, che si inserisce all’interno del primo bacino di Claudio, rappresenta una delle più complesse strutture portuali del mondo antico. La costruzione dei porti di Claudio e Traiano rappresenta il volano dello sviluppo insediativo dell’intero territorio a nord del Tevere, che fino a quel momento era stato frequentato e connesso alla città di Roma per l’esclusiva presenza delle saline. Nonostante il fiume Tevere continui a svolgere il fondamentale compito di trasportare le merci dagli horrea costieri fino ai grandi emporia urbani, l’insediamento di Portus e le altre infrastrutture a esso connesse – come l’area sepolcrale di Isola Sacra e l’acquedotto portuense – rendono necessaria la costruzione di una nuova infrastruttura di collegamento veloce

190 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 2.2. Il territorio in età imperiale (I secolo a.C.-IV secolo d.C.).

Direttrici di collegamento territoriale Infrastrutture, insediamenti e/o aree di frequentazione Tracciato certo a. Porti di Claudio e Traiano Tracciato incerto b. Insediamento di Portus 1a. Via Portuense (Roma-Ponte Galeria) c. Diga di anfore e canali/saline (Campus salinarum 1b. Via Campana/Portuense (Ponte Galeria-Portus) Romanorum) 2. Via Campana d. Ager Portuensis 3. Antica strada pedecollinare e. Avamposto fortificato di Ponte Galeria 4. Via Ostiense f. Ostia Antica 5. Via Severiana 6. Via Aurelia 7. Strada d’alaggio Necropoli e grandi aree sepolcrali h. Necropoli di Portus a Isola Sacra i. Necropoli di Castel Malnome Acquedotti Tracciato certo Ambiti dei principali paleoambienti Tracciato ipotetico Saline individuate A. Acquedotto ostiense B. Acquedotto portuense

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 191 Il territorio tra il Medioevo e l'Epoca La carta descrive il territorio sino all’alluvione del 1557, con fondata da papa Alessandro I presso il XIII chilometro della moderna (VIII secolo d.C.-1557) specifico riferimento al sistema difensivo tiberino composto via Portuense, lungo il fosso omonimo, e la Curtis Draconis, dall’insieme delle torri di avvistamento, delle fortezze e dei sorta per volere di Gregorio IV sulla riva opposta del Tevere. borghi fortificati (fig. 2.3). Le due fortificazioni, dominando le ultime alture prospicienti Come nelle fasi di vita precedenti, le vicende di questo al corso del Tevere prima della foce, e posizionate sulle rive territorio continuano a essere strettamente legate alla opposte del fiume, hanno costituito un punto di controllo del vita economica e politica di Roma. La caduta dell’impero territorio di fondamentale importanza. Romano d’Occidente, il trasferimento della capitale da Roma Nonostante i ripetuti interventi papali finalizzati alla tenuta in a Costantinopoli, e le frequenti incursioni barbariche sono vita degli insediamenti antichi di Ostia e Portus, le incursioni concorrenti all’affermarsi dell’influenza della Chiesa nell’Agro saracene provocano il collasso del territorio e rendono Romano. Il nuovo assetto territoriale così caratterizzato necessario un potenziamento delle funzioni difensive della vede la decadenza dei grandi centri costieri che in epoca costa: papa Gregorio IV fa costruire nei pressi dell’antica romana avevano caratterizzato il rapporto tra territorio città di Ostia il nuovo insediamento fortificato di Gregoriopoli, costiero e Roma, e un generale processo di abbandono favorendo l’abbandono dell’impianto di origine romana con e spopolamento del territorio. A partire dal IX secolo, e la dislocazione dell’abitato nel nuovo borgo; l’Episcopio di soprattutto in seguito alle incursioni saracene, la zona Porto, originariamente edificato come sede vescovile della costiera riconquista il ruolo di baluardo difensivo, questa diocesi di Porto e Santa Rufina, finisce con il raccogliere volta simboleggiato dalla comparsa del primo sistema di torri progressivamente gli abitanti di Porto, diventando un di avvistamento e dalla ricomparsa dei castra fortificati. baluardo di controllo rispetto al canale artificiale della Il sistema di avvistamento delle torri costiere, in collegamento fossa traianea. Infine, il porto di Traiano, cessata la funzione con quelle situate nell’entroterra e disposte lungo le strade annonaria, mantiene un ruolo di collegamento con Roma di accesso a Roma e i corsi d’acqua, permette un controllo accogliendo fino al tardo Medioevo i pellegrini cristiani diretti adeguato del territorio. verso la città. A partire dall’VIII secolo, la Chiesa subentra definitivamente nell’amministrazione della campagna romana organizzando l’intero territorio in centri agricoli di diverse dimensioni direttamente dipendenti dal papato e articolato in fundi, curtis, massae, domuscultae, e castra. Tra i centri fondati in questo periodo sono da evidenziare, anche in rapporto al sistema difensivo delle torri, la Domusculta Galeria –

192 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 2.3. Il territorio tra il Medioevo e l’Epoca moder- na (VII secolo d.C.-1557).

Direttrici di collegamento territoriale Insediamenti fortificati Tracciato certo a. Episcopio di porto (Borgo Santa Lucia) Tracciato in via di dismissione b. Gregoriopoli (Ostia Antica) 1a. via Portuense (Roma-Ponte Galeria) 1b. via Portuense (Ponte Galeria-Episcopio) Torri 2. via della Magliana 3. antica strada pedecollinare Domusculta – Curtis Galeriae 4. via Ostiense 5. via Severiana Ambiti dei principali paleoambienti 6. via Aurelia Saline 7. strada d’alaggio di Isola Sacra di Ostia Acque lagunari

c. Canali e piscarie

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 193 Il territorio in età moderna La mappa evidenzia alcuni elementi di funzionamento rinascimentale di Giulio II, sorta in difesa del borgo di Ostia. (1557-XVIII secolo d.C.) territoriale alla fine del XVIII secolo mostrando un assetto I primi secoli dell’età moderna rappresentano il periodo di spaziale in piena continuità con la precedente fase maggiore degrado ambientale della fascia costiera di Roma: medievale, anche se in presenza di importanti cambiamenti per la diffusa presenza della malaria e per le condizioni politici e in conseguenza a significative trasformazioni di impaludamento dei terreni il territorio fu soggetto a un ambientali (fig. 2.4). Dal IX secolo, il possesso delle costante spopolamento fino alla fine dell’800. campagne passa progressivamente in mano ai Signori, sotto forma di enfiteusi o di affitto e a cui lo Stato Pontificio demanda la difesa delle coste. Nonostante i cambiamenti di carattere amministrativo, da cui hanno origine le grandi tenute storiche dell’Agro romano segnalate nelle tavole del Catasto Alessandrino del 1660, il principale ruolo svolto dal territorio costiero in rapporto all’insediamento di Roma resta quello difensivo. La storica inondazione del Tevere del 1557 rappresenta un evento di eccezionale importanza: da una parte la linea di costa avanza di circa 1.000 metri a causa del trasporto e dell’accumulo di limi e detriti, rendendo necessaria una seconda fase di fortificazione della costa; dall’altra, viene tagliata l’ansa del Tevere, da ora denominata “fiume morto”. Lo spopolamento già cominciato nei secoli precedenti si traduce adesso in un vero e proprio abbandono dell’intero territorio, ancora paludoso e insalubre, dove continuano a vivere solo pochissime famiglie di salinari e contadini. Tra le opere di nuova fortificazione della costa sono da menzionare non solo la costruzione delle torri San Michele (1560), di Maccarese (1574-75), Alessandrina (1662) e Clementina (1773), ma anche il restauro della torre Nicolina (già edificata nel 1450), oltre alla costruzione della rocca

194 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 2.4. Il territorio in età moderna (1557-XVIII secolo d.C.).

Direttrici di collegamento territoriale Insediamenti fortificati 1. Via Portuense (Roma-Ponte Galeria) a. Episcopio di porto (Borgo Santa Lucia) 2. Via Ostiense b. Gregoriopoli (Ostia Antica) 3. Via della Magliana 4. Strada pedecollinare Torri 5. Via Severiana 6. Via Aurelia Grandi tenute (Catasto Alessandrino, 1660) 7. Strada d’alaggio, viabilità principale per il litorale

Ambiti dei principali paleoambienti Saline di Ostia Ansa morta del Tevere Acque lagunari

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 195 Il territorio al termine della bonifica La carta descrive il territorio alla fine degli anni ’50 es. Ostia, Focene) ma anche delle prime borgate nate a sud (1950) evidenziando come le opere di bonifica idraulica del Litorale della città (ad es. Acilia). Romano abbiano rappresentato un punto di rottura dell’assetto In relazione al sistema di permanenze connesse alle morfologico, paesistico e funzionale dell’area rispetto a tutte le precedenti fasi di costruzione del territorio, oltre alle torri sue fasi di vita precedenti (fig. 2.5). medievali e moderne, e all’insediamento di Ostia Antica e al Il primo progetto di risanamento del territorio viene steso da Porto di Traiano – che vengono riportati alla luce in seguito alle Garibaldi che già nel 1875 considerava urgente la risoluzione prima campagne di scavo archeologico – la carta evidenzia dei diversi problemi che legavano Roma al suo territorio – tre batterie del sistema di fortificazione costruito tra il 1877 e inondazioni fluviali, mancanza di abitanti e abitati, diffusione il 1881 intorno a Roma capitale. La corona che i forti, collegati della malaria ecc. Nel 1878 la prima legge sull’Agro romano alle strade convergenti verso la città e la rete ferroviaria, promuove la bonifica delle principali paludi site nei territori di disegnano intorno al centro urbanizzato ha rappresentato pianura prossimi al mare, comprendendo tra gli otto progetti prima un sistema di raccordo tra la città e la campagna e poi presentati quello relativo alle Basse contrade di Porto, successivamente un motore per l’urbanizzazione moderna Camposalino, Maccarese. Con specifico riferimento alle dell’Agro romano costiero. aree a nord del Tevere, la maggior parte delle opere viene realizzata solo a partire dal 1928 con l’avvio del progetto di bonifica integrale sostenuto anche da Mussolini. Il principale merito di questo ultimo progetto è quello di affrontare contemporaneamente il problema idraulico e quello fondiario organizzando un sistema di incentivi per l’insediamento dei coloni nel territorio e definendo un nuovo sistema di funzionamento territoriale. In pochi anni, gli ambienti originari del territorio (lagune, macchia mediterranea, dune) lasciano il posto a una fitta rete di canali tra principali e secondari, di strade poderali e filari alberati, centinaia di casali adibiti a case, scuole, caseifici, cantine sociali e a campi sperimentali di frutteti e colture irrigue. A queste fasi di bonifica succedono i primi movimenti di ri-conquista della costa da parte di Roma: è il caso non solo dei primi centri balneari novecenteschi (ad

196 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 2.5. Il territorio al termine della bonifica (1950).

Direttrici di collegamento territoriale Ambienti dei principali paleoambienti Insediamenti 1. Via Portuense 2. Via Ostiense Principali specchi d’acqua A. Cetro abitato di Ostia Antica 3. Via della Magliana a. Porto di Traiano B. Centro abitato di Fiumicino 4. Via Aurelia b. Drizzagno di Spinaceto C. Centri balneari novecenteschi c. Area umida di Coccia di morto C1. Ostia Direttrici di collegamento secondarie d. Area umida di Focene C2. Focene 5. Via della Pisana 6. Via di Ponte Galeria Rete dei canali della bonifica Casali e centri di bonifica 7. Via della Muratella 8. Via della scafa Torri Forti Maglia della bonifica Scavi di Ostia Antica Ferrovie Scavi del Porto di Traiano

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 197 Principali fonti bibliografiche e cartografiche utilizzate per la localizzazione e la datazione

2.a. Via Campana, sezione del tratto rinvenuto in prossimità del ponte VIII Il territorio in età repubblicana La via Portuensis, la via Campana e i principali contesti (Nuova Fiera di Roma). (V-I secolo a.C.) insediativi

Il territorio in età imperiale s!!RNOLDUS (UYZENDVELD !#ARBONARA ##ERACCHI (I secolo a.C.-IV secolo d.C.) C. Morelli (2009), La viabilità nel territorio portuense, in V. Jolivet, C. Pavolini, M.A. Tomei, R. Volpe (a cura di) (2009), Suburbium II. Il suburbio di Roma dalla fine dell’età monarchica alla nascita del sistema delle ville (V-II secolo a.C.), Collection de l’École française de Rome, 419, Roma, pp. 599-619 (figg. 2.a, 2.g). s!#ARBONARA !$ELLE3EDIE Siti archeologici principali e via Portuense antica, infra, pp. 108-159 (fig. 2.c). s($I'IUSEPPE -3ERLORENZI  La via Campana e le acque violate. “FOLD&R Fasti On Line Documents & 2.b. Via Portuense Antica, tracce visibili e orientamento della strada. Research”, 107 (fig. 2.b). s#-ORELLI Tracce dei sistemi territoriali e ambientali antichi, in L. Caravaggi, O. Carpenzano (a cura di) (2008), Interporto Roma Fiumicino, prove di dialogo tra archeologia, architettura e paesaggio, Alinea, Firenze, pp. 69-86. s#-ORELLI !#ARBONARA 6&ORTE -#'ROSSI !!RNOLDUS Huyzendveld, (2011), La topografia romana dell’Agro Portuense alla luce delle nuove indagini, in S. Keay, L. Paroli (a cura di) (2011), Portus and its Hinterlands: recent archaeological research, Archaeological Monographs of the British School at Rome, 18, Oxford, pp. 47-65 (fig. 2.d). s#-ORELLI !-ARINUCCI !!RNOLDUS (UYZENDVELD Il porto di Claudio: nuove scoperte, in S. Keay, L. Paroli (a cura di) (2011), Portus and its Hinterlands: recent archaeological research, Archaeological Monographs of the British School at Rome, 18, Oxford, pp. 47-65. s-3ERLORENZI "!MATUCCI !!RNOLDUS (UYZENDVELD !$E Tommasi, H. Di Giuseppe, C. La Rocca, G. Ricci, E. Spagnoli (2004), Nuove acquisizioni sulla viabilità dell’Agro Portuense. 2.c. Via Portuense Antica, veduta dal pallone in prossimità del ponte VIII Il rinvenimento di un tratto della via Campana e della via (Nuova Fiera di Roma). Portuense, “Bollettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”, 105, pp. 97-102. s-3ERLORENZI ($I'IUSEPPE La via Campana: spunti di riflessione sul contesto topografico e ambientale, in S. Keay, L. Paroli (a cura di) (2011), Portus and its Hinterlands: recent archaeological research, Archaeological

198 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Monographs of the British School at Rome, 18, Oxford, pp. 287-300. s20ETRIAGGI '"ONACCI !#ARBONARA -#6ITTORI M.L. Vivarelli. P. Vori (1995), Scavi a Ponte Galeria: nuove acquisizioni sull’acquedotto di Porto e sulla topografia del territorio portuens, “QuadAEI” 23, pp. 361-373. s20ETRIAGGI -#6ITTORI 06ORI  Un contributo alla conoscenza del tracciato della via Portuense e della viabilità tra Roma e Porto, “ATTA”, 10, pp. 139-150.

Fascia costiera: Porti di Claudio e Traiano, insediamento di Portus via Severiana s3&OGAGNOLO -6ALENTI Via Severiana, Istituto poligrafico dello stato, Roma. 2.d. Porto di Claudio. s3+EAY --ILLET ,0AROLI +3TRUTTACURADI  Portus. An archaeological survey of the port of imperial Rome, Archaeological Monographs of the British School at Rome, 15, Oxford. s',UGLI '&ILIBECK Il Porto di Roma Imperiale e l’Agro Portuense, Officina d’Arti grafiche, Roma. s6-ANNUCCI Il parco archeologico naturalistico del porto di Traiano. Guida archeologica del Litorale Romano di Ostia e Fiumicino, Gangemi, Roma. s!.IBBY Della via Portuense e dell’antica città di Porto, Roma. s,0AROLI Il porto di Roma nella tarda antichità, in A. Gallina Zevi, R. Turchetti (a cura di), Le strutture dei porti antichi e degli approdi antichi, Rubbettino, Soveria Mannelli, pp. 247-266. s&:EVI Inquadramento storico relativo ai porti di 2.e. Roma, in A. Gallina Zevi, R. Turchetti (a cura di), Le strutture Via campana, andamento del tracciato tra il fosso Galeria e il fosso della Magliana. dei porti antichi e degli approdi antichi, Rubbettino, Soveria Mannelli, pp. 211-219.

Evoluzione dei paleoambienti s!!RNOLDUS (UYZENDVELD Le dinamiche evolutive dell’ambiente costiero e del Tevere, infra, pp. 72-89 (fig. 2.f). sA. Arnoldus-Huyzendveld, D. Citro, A. Facciolo, M. Gala, M.C. Grossi, C. Morelli, M.L. Rinaldi, D. Ruggeri, S. Sivilli (2009), The Lagoon of Maccarese (Rome-Fiumicino): environmental and archaeological developments over the last 3000 years, poster presentato al convegno “Wetlands 2.f. Foce del Tevere, principali 2.g. Polla di acqua idrotermale as archives of the cultural landscapes: from research to cambiamenti durante l’evoluzione (Nuova Fiera di Roma) della piana costiera.

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | MAPPE DIACRONICHE 199 management”, Università degli Studi di Genova, 29-30 gennaio 2009. s#'IRAUDI #4ATA ,0AROLI Carotaggi e studi geologici a Portus: il delta del Tevere dai tempi di Ostia Tiberina alla costruzione dei porti di Claudio e Traiano, “FOLD&R Fasti On Line Documents & Research”, 80. s!!-ARTIN La sirga en el Tíber en época romana, in S. Keay (a cura di) (2012), Rome, Portus and the Mediterranean, Archaeological Monographs of the British School at Rome, 21, London, pp. 105-123 (fig. 2.e).

Il territorio alla fine del Medioevo Sistema difensivo tiberino e grandi tenute (VIII-XV secolo d.C.) 2.h. Litorale Romano e foce del Tevere, elementi del sistema difensivo s$$E&RANCESCO La proprietà fondiaria nel Lazio, tiberino. Il territorio in età moderna secoli IV-VIII. Storia e topografia, Quasar, Roma, pp. 260-269. (1557-XVIII secolo d.C.) s'-$E2OSSI Torri e castelli medievali della campagna romana, De Luca, Roma. s6-ANNUCCI Osservazioni sulla cartografia portuense, “Bollettino d’Arte”, 41, pp. 71-86. s2-OTTA Organizzazione territoriale nel Medioevo, in AA. VV., Capocotta, ultima spiaggia. Proposta per il parco archeologico del Litorale Romano, Quasar, Roma, pp. 98-104. s'4OMASSETTI Della Campagna Romana nel Medio Evo. Illustrazione della via Portuense, Roma. s'4OMASSETTI La Campagna Romana Antica, Medioevale e Moderna, II, Olschki, Firenze. s06IRGILI Trasformazione e assetto territoriale nell’età moderna, in AA. VV. Capocotta, ultima spiaggia. Proposta per il parco archeologico del Litorale Romano, Quasar, Roma, pp. 106-112. 2.i. Litorale Romano e foce del Tevere, insabbiamento e abbandono dei Principali riferimenti cartografici porti di Claudio e Traiano.

s'&!METI Il Lazio con le sue più cospicue strade antiche e moderne, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 176. s!NONIMOA Il vero disegno del sito di Hostia e di Porto con li forti fatti dal campo di sua santità et delli imperiali, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 39 (fig. 2.h). s!NONIMOB Rappresentazione dei porti di Claudio e Traiano, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 31 (fig. 2.i).

2.j. Litorale Romano e foce del Tevere, il bacino di Claudio, l'acquedotto Portuense e le saline costiere. s,#ANINA :ONA Sette Pagi-Ostia-Larento – Particolare dell’Agro pontino, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 267. s#ATASTO!LESSANDRINO IN!0&RUTAZACURADI (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 143-153). s'"#INGOLANI Topografia geometrica dell’Agro romano, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 164 (fig. 2.j). s%UFROSINODELLA6OLPAIA Mappa della campagna romana, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 30. 2.k. La foce del Tevere, il bacino di Claudio, l'acquedotto e la via Portuense. s'"'HIGI IN!0&RUTAZACURADI  Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 200 (fig. 2.k). s0IRRO,IGORIO Nova regni neapolitani descriptio, particolare, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 48. s/4ORRIANI Acquerello. Tenuta di Porto del Capitolo di San Pietro, in A.P. Frutaz (a cura di) (1972), Le Carte del Lazio: Roma, Istituto di studi romani, Roma, tav. 55.

Il territorio al termine della bonifica Opere e campagne di bonifica ottocentesche dell’Agro (1950) romano

s'!MENDUNI Sulle opere di bonificazione della plaga litoranea dell’Agro romano, Tipografia Eredi Botta, Roma. s,"ORTOLOTTI Roma fuori le mura: l’agro romano da palude a metropoli, Laterza, Roma-Bari, pp. 63-81, 167-220. s',ATTANZI 6,ATTANZI La bonifica del litorale di Roma, 1870-1911, in C. Aymonino (a cura di) (1984), 2.l. Litorale Romano, bonifiche proposte dal Generale Giuseppe Garibaldi. Architettura e urbanistica. Uso e trasformazione della città storica, Marsilio, Venezia, pp. 142-151.

Opere e campagne di bonifica novecenteche dell’Agro romano

s#"AGNASCOACURADI  Delta del Tevere: un viaggio fra passato e futuro, Palombi, Roma. s0"EVILACQUA -2OSSI$ORIAACURADI  Le bonifiche in Italia dal ’700 ad oggi, Laterza, Roma-Bari.

2.m. Agro Romano, Piano regolatore delle strade. s,"ORTOLOTTI Roma fuori le mura: l’agro romano da palude a metropoli, Laterza, Roma-Bari, pp. 81-112, 221-234. s,"ORTOLOTTI Le persistenze della campagna romana: alcuni aspetti della sua evoluzione storica, intervento al seminario Strumenti e metodi per la conoscenza della campagna romana, Dottorato di ricerca in Progettazione Paesistica, Roma. s!#AZZOLA I paesaggi nelle campagne di Roma, Firenze University press, Firenze, pp. 201-209. s#)MBROGLINI  Bonifiche recenti, in L. Caravaggi, O. Carpenzano (a cura di) (2008), Interporto Roma Fiumicino, prove di dialogo tra archeologia, architettura e paesaggio, Alinea, Firenze, pp. 51-62.

Principali riferimenti cartografici

s!NONIMO Planimetria generale della plaga litoranea, in G. Amenduni, Sulle opere di bonificazione della plaga litoranea dell’agro romano che comprende le paludi e gli stagni di Ostia, Porto, Maccarese e delle terre vallive di Stracciacappa, Baccano, Pantano, Lago dei Tratari, Tipografia Eredi Botta, Roma. s!NONIMO Planimetria generale del delta del Tevere, tav. 1, scala 1:25.000 (fig. 2.n). s!'IORDANO88SECOLO PRIMAMETÌ Piano regolatore delle strade dell’Agro romano in scala 1: 50.000, Ministero di Agricoltura industria e commercio, Direzione generale dell’Agricoltura, Servizi speciali, Roma (fig. 2.m). 2.n. Foce del Tevere, primi segni della bonifica ottocentesca. s)'- )STITUTO'EOGRAlCO-ILITARE SCALA   Fiumicino, foglio 149 – II. N.O.; Ponte Galeria, foglio 149 – II. N. E.; Foce del Tevere, foglio 149 – II. S.O. s)'- )STITUTO'EOGRAlCO-ILITARE SCALASETTEMBRE 1888), Roma e dintorni. s)'- )STITUTO'EOGRAlCO-ILITARE SCALA Roma e dintorni. s)'- )STITUTO'EOGRAlCO-ILITARE SCALA Fiumicino, foglio 149 – II. N.O.; Ponte Galeria, foglio 149 – II. N.E.; Foce del Tevere, Foglio 149 – II. S.O. s#0AVON Roma e i suoi contorni. Bonifiche proposte dal generale Garibaldi (fig. 2.l). s0IANTATOPOGRAlCADELLATENUTADI0ORTO,AGRO portuense dopo la bonifica eseguita dal principe Torlonia (1935) (fig. 2.o). 2.o. Pianura portuense e il territorio dopo la bonifica idraulica novecentesca.

202 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Sistemi di permanenze a tre paesaggi locali. Alla luce delle più recenti interpretazioni dei dati di scavo si possono distinguere tre sistemi tematici (o paesaggi La mappa delle permanenze raccoglie le evidenze archeologici): storico-archeologiche ancora leggibili sul territorio sILSistema del distretto portuale imperiale, quale insieme di tutti gli elementi afferenti alle fasi rappresentato dalla grande porta di accesso a Roma storiche già evidenziate (cfr. Mappe diacroniche, (bacini di Claudio e Traiano, insediamento imperiale infra, pp. 186-202). di Portus, via Severiana e necropoli dell’Isola Sacra); La carta è stata costruita attraverso il confronto sILSistema dell’ager Portuensis, caratterizzato cartografico tra gli schemi di funzionamento del da una doppia scala di funzionamento del passato e le carte topografiche ufficiali più recenti paesaggio: quello più minuto dei contesti (NCTR Lazio 1:5.000, 2005). Tutti gli elementi così insediativi della campagna romana (insediamenti individuati sono stati ricondotti a precisi sistemi di rurali sparsi, sistemi agricoli di irrigazione del differenze, da intendersi non solo come gruppo di terreno, canalizzazioni, pozzi), e quello delle grandi permanenze che afferiscono a un preciso periodo infrastrutture lineari che collegavano Roma a Portus storico ma anche e soprattutto come sistemi di (via Portuense Antica, acquedotto Portuense, fiume elementi coevi che testimoniano il funzionamento Tevere); di uno specifico paesaggio del passato (fig. sILSistema dello stagno di Maccarese e della 2.6). L’interpretazione dei ritrovamenti in sistemi diga di anfore, connesso all’antichissima pratica di differenze vuole favorire la costruzione di un dell’estrazione del sale (diga di anfore, sistema di racconto unitario delle vicende storico-evolutive del canalizzazione delle saline). territorio. Elementi morfologici, ambientali, insediativi L’attuale consistenza fisica dei tre sistemi ecc. coevi passati vengono riconnessi a partire dalla archeologici è particolarmente eterogenea, loro attuale leggibilità al fine di definire una nuova cosicché ai grandi complessi monumentali dell’area possibile matrice di organizzazione del territorio archeologica dei porti di Claudio e Traiano, della presente. necropoli e dell’insediamento di Portus si affiancano La carta evidenzia come la maggior parte delle reperti frammentati, spesso fatti di tracce e segni permanenze facciano riferimento a due particolari nel terreno. Questa seconda famiglia di rinvenimenti fasi: l’età imperiale di epoca romana e gli anni ’50 più recenti si trova per lo più all’interno dei grandi del ’900. Considerando come e quanto le vicende ambiti di trasformazione della città contemporanea, ambientali abbiano in questa zona influenzato è invisibile e resta esclusa da nuovi progetti di – se non determinato – il tipo e l’intensità della paesaggio. frequentazione umana, appare significativo che i Con riferimento all’epoca medievale fino al XV paesaggi ancora oggi maggiormente leggibili siano secolo, sono rintracciabili ritrovamenti e permanenze connessi a quelle fasi storiche in cui è stato più forte storiche connesse al Sistema difensivo tiberino, lo sforzo di gestione e sfruttamento delle risorse sviluppatosi in maniera trasversale alle due fasi offerte all’uomo dagli stessi contesti ambientali. a cavallo delle grandi inondazioni del 1500. In Con riferimento all’epoca romana imperiale (I particolare, è possibile rintracciare sul territorio secolo a.C.-VI secolo d.C.), differenti campagne le torri di avvistamento, distinguibili nelle due fasi di scavo, dall’inizio del ’900 fino ad oggi, hanno di fortificazione della costa, e i due grandi borghi riportato alla luce numerosi rinvenimenti riconducibili fortificati: Episcopio di Porto e Gregoriopoli.

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | SISTEMI DI PERMANENZE 203 2.6. Sistemi di permanenze.

Età imperiale (I secolo a.C.-IV secolo d.C.) 1. Sistema del distretto portuale imperiale 2. Sistema dello stagno di Maccarese e della diga di anfore 3. Sistema dell’ager Portuensis

Necropoli di Portus

Antica via Portuense interrata (Fiera di Roma)

Canale d’acqua dolce

204 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Età medievale (XV secolo d.C.) Tutti questi elementi sono facilmente individuabili 4. Sistema difensivo tiberino, fase 1 sul territorio e rappresentano delle emergenze Età moderna (XVI-XVIII secolo d.C.) architettoniche o spaziali, mentre sono andate 5. Sistema difensivo tiberino, fase 2 completamente perse le tracce delle loro connessioni territoriali. Con riferimento all’epoca moderna è evidente come la bonifica novecentesca del litorale abbia modificato in maniera netta l’assetto morfologico, paesistico e ambientale dell’intera piana fluviale, costituendo il volano di tutte le successive espansioni urbane e trasformazioni territoriali. Gli elementi del Sistema di bonifica (collettori principali, canali d’irrigazione Torre Niccolina e pompe idrovore, strade poderali, casali e centri di bonifica) seppure spesso frammentati, abbandonati e talvolta in pessimo stato di conservazione, sono ancora leggibili: l’orientamento e la “misura” scandita dalla fitta maglia di canali e strade rappresentano Età moderna (fine anni ’50) ancora un’unità di riferimento funzionale, spaziale 6. Sistema della bonifica e percettiva dell’intera area, soprattutto nei residui del paesaggio agrario di bonifica e nel paesaggio in trasformazione (ad es. l’individuazione e la suddivisione interna delle aree di intervento e dei comparti edificatori). Nelle aree di recente trasformazione, i canali di bonifica vengono spesso interrotti o intubati, la vegetazione igrofila si deteriora (filari e boschetti), i casali e i centri di bonifica sono abbandonati o Casale di bonifica inglobati, e rifunzionalizzati, nelle grandi aree per servizi.

Casale di bonifica abbandonato

Casale di bonifica rifunzionalizzato

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | SISTEMI DI PERMANENZE 205 Analysis of the The interpretation of historical/archaeological remains a practical, spatial and perceptive unit of archaeological evidence evidence in terms of systems of difference aims reference, especially in the residue of the reclaimed ABSTRACT at constructing a single narrative of the life of the agricultural landscape and the landscape undergoing territory, reconnecting morphologies, environmental transformation (for example, the identification and dynamics and different phases of settlement, internal division of the areas of intervention and infrastructural and productive transformation, etc., building sectors). through which to construct a new organisational framework for the territory. For the identification of archaeological evidence, cartographic comparison was made between historical patterns of use and the most recent official topographical maps (NCTR Lazio 1:5.000, 2005). All of the elements thus identified were then assigned to precise systems of difference, in other words, systems of coeval elements that provide evidence of the historical use of a specific landscape, territorial or local. Most of the archaeological evidence belongs to two specific periods: Imperial Rome and the 1950s, which were the two periods during which the management and use of environmental resources and contexts was strongest. With reference to Imperial Rome (1st century BC- 6th century AD), the physical consistency of the three recognised ancient systems (the System of the ancient port district, the System of ager Portuensis and the System of the Maccarese pond and amphora dam) is especially heterogeneous, such that the great monumental complexes (the ports of Claudius and Trajan, the necropolis of Portus, etc.) are flanked by fragmentary finds for the most part immersed in large areas of transformation in the contemporary city, invisible and excluded from the construction of the landscape. With reference to the modern period, the archaeological evidence connected to the System of reclamation (primary water collectors, irrigation canals and draining pumps, farm roads, farms and reclamation centres), although often fragmentary, is still quite legible. The orientation and the clear “measure” of the dense grid of canals and roads

206 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Contesti archeologici locali pratica sportiva libera) in grado di interconnettere le risorse storico-archeologiche e ambientali, in accordo con le previsioni dei due PRG di Roma e Fiumicino. L’interpretazione critica dei dati fin qui analizzati Inoltre, all’interno dei grandi recinti la valorizzazione (dati fisici e normativi, storici e culturali, e la loro delle evidenze archeologiche potrebbe essere evoluzione temporale, l’assetto insediativo e assunta ad occasione di qualificazione dei processi funzionale contemporaneo, i limiti e le possibilità di di trasformazione territoriale e recupero delle parti di trasformazione previste dagli strumenti di gestione territorio già degradate; del territorio) hanno guidato il riconoscimento di sil contesto archeologico locale dello stagno di tre contesti archeologici locali. La delimitazione di Maccarese e diga di anfore, delimitato a sud e a ogni contesto è l’esito di un processo interpretativo nord-est dall’autostrada Roma-Civitavecchia, e a finalizzato a sintetizzare, nell’individuazione di ambiti ovest dalla terza pista dell’Aeroporto Internazionale territoriali distinti, le diverse possibili interazioni tra Leonardo Da Vinci. L’ambito è caratterizzato dalla ritrovamenti archeologici, prospettive di valorizzazione presenza di antiche infrastrutture lineari connesse e trasformazioni in corso (fig. 2.7). alle saline dell’epoca imperiale tra cui, in particolare, Assumendo l’intero distretto Portuense costiero una diga composta dall’allineamento di quasi 1.500 come grande contesto archeologico e in riferimento anfore, attraversata perpendicolarmente da due ai Sistemi di differenze già riconosciuti, sono stati grandi canali in muratura, oltre che da un complesso distinti al suo interno tre contesti archeologici locali: sistema di canalizzazione. In questo contesto, sil contesto archeologico locale dell’ager Portuensis, l’indagine archeologica segue le fasi di attuazione dei delimitato a nord dall’autostrada Roma-Fiumicino, progetti attuativi del PRG di Fiumicino: attualmente a est dalle colline e dal fosso Galeria, e a ovest dal (2013) i rinvenimenti archeologici interessano l’area Parco archeologico del Porto di Traiano. L’ambito occupata dall’Interporto Roma-Fiumicino e dal è caratterizzato dalla presenza delle antiche nuovo centro commerciale Market Central da Vinci. infrastrutture lineari della via Campana, della via Il contesto fa parte della Riserva Naturale Statale Portuense Antica e dell’acquedotto portuense. del Litorale Romano che può rappresentare una Questo contesto è stato indagato a causa significativa occasione per la tutela e la valorizzazione delle recenti rilevanti trasformazioni che hanno del patrimonio archeologico, del patrimonio storico- riguardato in particolare l’adeguamento della rete architettonico rurale minore connesso al paesaggio viaria autostradale, la realizzazione del sistema agrario storicizzato (centri e casali, trame e polifunzionale integrato (SPI) e la realizzazione della allineamenti della bonifica); Nuova Fiera di Roma. In riferimento alle prospettive di sil contesto archeologico locale del distretto valorizzazione, l’ambito coincide in buona parte con portuale imperiale, delimitato a nord la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e il dall’aeroporto Internazionale Leonardo Da Vinci, Parco fluviale del Tevere. La compresenza dei due a est dall’insediamento di Fiumicino, a sud perimetri è da intendersi come occasione non solo dall’insediamento di Isola Sacra e ad ovest dal corso per la rimessa in sicurezza idrogeologica del territorio del Tevere. L’ambito è caratterizzato, a differenza ma anche per la valorizzazione funzionale e paesistica degli altri due, dalla presenza di importantissime dell’asta fluviale attraverso la realizzazione di una rete emergenze archeologiche monumentali: il bacino di fruizione ecosostenibile (nuovi approdi, percorsi di Claudio e il Porto di Traiano con l’antico ciclo-pedonali longitudinali e trasversali, aree per la insediamento di Portus, la Necropoli di Portus presso

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | CONTESTI ARCHEOLOGICI LOCALI 207 2.7. Contesti archeologici locali.

a) Contesto archeologico locale, ager Portuensis b) Contesto archeologico locale, stagno di Maccarese e diga di anfore c) Contesto archeologico locale, distretto Portuale imperiale – porti di Traiano e Claudio

Isola Sacra e un primo tratto della via Severiana necropoli di Porto e della via Severiana, inteso come già scavato. Anche se gran parte di queste aree testata del parco fluviale del Tevere e come sistema sono già da anni sottoposte a regimi di protezione e integrato di collegamenti e servizi per la fruizione valorizzazione pubblica, le trasformazioni territoriali, turistico-culturale delle emergenze archeologiche che ancora oggi interessano le aree limitrofe al monumentali, come previsto anche dal PRG di contesto, rappresentano importanti occasioni di Fiumicino. arricchimento e avanzamento nella conoscenza archeologica del grande sistema portuale costiero di epoca romana. In riferimento alle prospettive di valorizzazione del contesto, sarebbe interessante arrivare all’istituzione di un unico parco archeologico monumentale dei Porti di Claudio e di Traiano, della

208 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Local archaeological The juxtaposition of physical/objective and regulatory In terms of possibilities, it would be interesting to contexts data connected, respectively, to the identification institute a single monumental archaeological park ABSTRACT of the primary systems of historical and cultural comprising the Ports of Claudius and Trajan, the archaeological evidence, their temporal development, necropolis of Portus and Via Severiana, understood the settlement structure and contemporary layout and as the head of the Tiber river park and as an the limits and possibilities for transformation provided integrated system of connections and services for the for by territorial management tools has made it touristic/cultural use of monumental archaeological possible to divide the area into local archaeological evidence. contexts. The delimitation of each context is the result of an interpretive process aimed at synthesising, in the identification of distinct territorial environments, the various interactions that are possible between archaeological finds, development prospects and transformations currently underway. In reference to the Portuense coastal district and the already recognised systems of difference, three local archaeological contexts have been identified: s4HELOCALARCHAEOLOGICALCONTEXTOFAGER0ORTUENSIS, characterised by the presence of the ancient linear infrastructures of via Campana, the ancient via Portuense and the Portuense Aqueduct. In terms of possibilities, the environment offers an opportunity to recover the practical and landscape role of the Tiber as an eco-sustainable infrastructure connecting historical/archaeological and environmental resources that, in turn, should be viewed as opportunities for defining the settlements of the river valley; s4HELOCALARCHAEOLOGICALCONTEXTOFTHE-ACCARESE pond and the amphora dam, delimited to the south and northeast by the Roma-Civitavecchia motorway and characterised by the presence of ancient linear infrastructures connected to the Imperial Roman salt pans. In terms of possibilities, the presence of the Litorale Romano Natural Reserve could be an opportunity for the preservation and development of archaeological and rural historical/ architectural (historical agricultural landscape linked to reclamation) heritage; s4HELOCALARCHAEOLOGICALCONTEXTOFTHEANCIENTPORT district, characterised by the presence of extremely important monumental archaeological evidence.

2. AMBIENTI E TERRITORI DEL PASSATO | CONTESTI ARCHEOLOGICI LOCALI 209 3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI

Lucina Caravaggi La via Portuense da Corviale al porto di Traiano attraversati, suggerendo divagazioni, itinerari paralleli potrebbe diventare una straordinaria strada e trasversali rispetto alla direttrice principale. Come in paesaggio. Capace di dare senso a ritrovamenti epoca Romana cioè, la via Portuense, oltre a garantire sparsi, tracce e stratificazioni, guidare il i “collegamenti” tra Roma e la sua costa in riva riconoscimento delle modificazioni ambientali destra del Tevere, si è costituita spesso come spazio testimoniate da morfologie collinari, alvei e canali, di connessione essa stessa rispetto ai contesti suggerire la comprensione di strade e insediamenti attraversati, punto di incontro e di separazione tra scomparsi e ritrovati. E potrebbe dare vita anche territori, attività e insediamenti vitali (dal punto di a passeggiate bellissime, a piedi e in bicicletta, vista economico e commerciale) ma problematici attraverso boschi e aziende agricole vitali. (dal punto di vista ambientale) e profondamente La Portuense potrebbe trasformarsi cioè in un eterogenei (dal punto di vista funzionale e sociale). dispositivo in grado di generare itinerari differenti, Nella trattazione contemporanea, la strada paesaggio frequentati con continuità da soggetti molteplici stabilisce un punto d’incontro originale tra la (abitanti, turisti, addetti alle numerose aziende tradizione di origine americana delle green-ways, presenti nella zona, sportivi, studiosi), in diverse ore le connessioni ecologiche di matrice ambientale e del giorno e nel corso delle stagioni. L’obiettivo di gli itinerari culturali della tradizione novecentesca questa ricerca, in sintesi, è quello di prefigurare una europea (con recenti innesti di natura eno- strada capace di trasformarsi in paesaggio, presidio gastronomica).

1 sociale e ambientale, segnale di sicurezza, abitabilità Le strade-paesaggio si costituiscono inoltre come Sul concetto di strada paesag- e cultura, muovendo proprio dall’archeologia, assunta risposta specifica alla domanda di trasformazione gio, si vedano le declinazioni che non solo in termini scientifici ma anche come vasto, e che investe i territori protetti, rifiutandone la chiusura ne sono state date all’interno delle seguenti ricerche: “Territori potenzialmente vivacissimo, immaginario collettivo. a favore di rapporti sostenibili tra aree protette e più protetti. Spazi dell’archeologia vasti contesti di appartenenza1. All’interno di questa contemporanea”, ricerca in con- prospettiva la strada-paesaggio assume anche i venzione tra la Regione Lazio e il DiAP Dipartimento di Architettura Strade-paesaggio. Non un “percorso pedonale” significati di “infrastruttura”, intesa come matrice e e Progetto Sapienza Università si intende con strada paesaggio, ma un dispositivo supporto delle trasformazioni nella direzione dello di Roma (in corso), coordinatore 2 scientifico: L. Caravaggi; Cara- complesso di punti, linee e superfici che si sviluppo, in questo caso sostenibile . vaggi 2011; Caravaggi 2004. addensano o si diradano in rapporto ai contesti I significati di matrice sono direttamente connessi alla

210 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE dimensione territoriale dell’infrastruttura, secondo insediative contemporanee), ed evidenziate nella diverse possibili declinazioni: principio insediativo, selezione funzionale al progetto (fig. 3.8, infra, pp. elemento “morfogenetico” di spazi e relazioni, 230-233). materiale dell’attrazione insediativa o della decadenza s)NTEGRAZIONEL’integrazione è rivolta territoriale, della connessione o della cesura, prevalentemente a tre famiglie di azioni, in dell’attraversamento o del limite. genere affrontate separatamente: rilettura delle I significati di supporto alludono invece alla natura permanenze storico-archeologiche; potenziamento funzionale dell’infrastruttura, connessa a specifiche o recupero di connessioni ecologiche; recupero prestazioni e interrelata con i processi di sviluppo, di condizioni critiche e creazione di spazi e attività anche in questo caso motore di addensamento di interesse collettivo. Queste azioni, assunte 2 Il termine infrastruttura ambienta- o abbandono, ma con riferimento alle dinamiche come insieme, possono concorrere al recupero e le è stato utilizzato per la prima economiche, meno evidenti di quelle spaziali anche al potenziamento della continuità territoriale in un volta per indicare un particolare se a quelle inscindibilmente connesse. territorio pesantemente frammentato, contribuendo tipo di interventi complessi in cui le azioni ambientali assumevano Con il termine infrastruttura si sottolinea quindi, anche a ripristinare condizioni di sicurezza e di comfort precise valenze economiche in in questo caso, la necessità di avviare interventi ambientale. direzione dello sviluppo sosteni- bile; cfr. Caravaggi 1998. capaci di guidare e supportare una trasformazione del Muovendo, per esempio, dall’obiettivo di potenziare Una esaustiva ricognizione criti- territorio entro i limiti della riproducibilità delle risorse la connettività ecologica lungo alcuni itinerari fluviali ca delle differenti matrici storiche primarie e del riconoscimento delle differenze locali. (Tevere) o pedecollinari (antica direttrice di via della delle infrastrutture ambientali contemporanee è stata com- La strada-paesaggio allude infine alla prevalente Muratella riletta attraverso la linea del collettore di piuta da: Imbroglini 2000 (Tesi dimensione pubblica delle realizzazioni, immaginate bonifica) può essere perseguito anche l’obiettivo di Dottorato); nella stessa tesi come interventi di forte interesse collettivo. di evidenziare alcune percorrenze strutturali del l’impostazione concettuale della rete di infrastrutturazione am- L’articolazione del progetto della Portuense strada territorio romano e medievale, attraverso interventi bientale è ricostruita attraverso la paesaggio può essere ricondotta ad alcuni termini volti a recuperare la stabilità del suolo, a migliorare valutazione di alcune esperienze chiave. le prestazioni ecosistemiche di boschi e arbusteti, significative; ne viene infine e- splorata l’applicabilità all’interno s#ONTESTUALITÌIl progetto è immaginato come a conservare il mosaico ambientale; ma anche del progetto APE, Appennino descrizione e segnalazione dei “contesti di differenze” attraverso interventi finalizzati alla minimizzazione Parco d’Europa, promosso dalla Legambiente e sostenuto dal Mi- che si incontrano lungo il suo tracciato (differenze e mitigazione degli impatti ineliminabili degli nistero dell’Ambiente. al tempo stesso ambientali, storico-archeologiche, insediamenti, in particolare la riduzione dell’effetto

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI 211 barriera dovuto alle strade e agli insediamenti di potenziamento). Gli accessi tendono a sottolineare lineari compatti (con conseguente ricucitura di il peso urbano della nuova strada-paesaggio, che insediamenti e servizi dis-sconnessi, come auspicato dovrebbe essere raggiunta con facilità da un grande emblematicamente nell’area della Fiera di Roma), o la numero di persone provenienti da un’area vasta, e compensazione ecologico-ambitale in corrispondenza possibilmente senza ricorrere alla propria auto. Per di particolari forme di degrado e usura (come nel questo sono tutti e tre caratterizzati dall’esistenza caso delle cave o del bosco Somaini lungo il tratto e dalla previsione di sistemi di accessibilità e collinare della via Portuense). spostamento sostenibile, connessi cioè alla rete Su questo sfondo acquistano un valore molto positivo del ferro (linea FR1 a Ponte Galeria e porto di tutte le attività agricole a carattere innovativo, legate Traiano, per cui viene immaginata la riapertura della cioè al ruolo sociale, ambientale e culturale interne ai stazione), e al progetto di un tram di livello urbano contesti dell’urbanizzazione diffusa. con capolinea nel nodo di Corviale (in corso di s&IGURABILITÌLa strada-paesaggio è interpretata progettazione preliminare). Gli accessi principali sono come un dispositivo progettuale teso a produrre anche caratterizzati dalla presenza di piccole aree nuove “figure” e nuove spazialità, capaci di dare forma di parcheggio diffuse, a evitare le tristi e pericolose ai temi della valorizzazione storico-archeologica, grandi concentrazioni di auto in sosta. La permeabilità della continuità ambientale3, delle attività agricole della strada-paesaggio rispetto ai contesi attraversati innovative. incoraggia comunque molte forme di ingresso diffuso, I riferimenti di sfondo sono costituiti da immagini soprattutto da parte degli abitanti della zona. Gli lineari e dinamiche, connesse alla possibilità altri elementi puntuali rappresentano le attività a di spostarsi a piedi o in bicicletta in uno spazio carattere collettivo (prevalentemente legate ad attività contemporaneo reso finalmente sicuro e salutare. agricole e ricreative), in larga parte già esistenti, che Ma si tratta anche di pre-figurare nuove possibili potrebbero essere collegate e raggiunte dalla strada convivenze tra immagini e immaginari tradizionalmente paesaggio. antagonisti, o conflittuali, come naturalità/produttività, Gli interventi sulle linee, relativi alla via Portuense e centralità/marginalità, conservazione/modificazione. agli altri percorsi a essa collegati, sono ricondotti In questo senso la Portuense strada paesaggio a interventi sulla sezione stradale, in aderenza alle suggerisce nuove forme di misura, ritmo e norme di sicurezza, o interventi sulla fascia di bordo, orientamento dello spazio contemporaneo. spazi del massimo degrado ambientale e instabilità idro-geo-morfologica, dove si prevede di ricavare gli spazi pedonali veri e propri o di potenziare la valenza Pochi interventi fattibili. Il progetto è riconducibile ecologica dello spazio di margine. a pochi tipi di intervento (fig. 3.1). In primo luogo Ma i segni che dominano la figura sono quelli delle viene sottolineato il ruolo degli accessi territoriali testimonianze archeologiche, con gli orientamenti principali che segnano anche le due parti principali divergenti rispetto a quelli contemporanei, dotati di della strada paesaggio: quella collinare, da Corviale una magica capacità evocativa, estranei eppure legati a Ponte Galeria, e quella della pianura fluviale, al fiume, alla strada, alle colline. 3 da Ponte Galeria al porto di Traiano. Gli accessi La seconda mappa che tende a evidenziare la Il ruolo delle immagini della continuità corrispondono a nodi morfologici che rappresentano fattibilità della proposta, insieme a quella dei tipi di ambientale nella costruzione di nuo- ve figure di progetto è stato delineato nello stesso tempo gangli del territorio antico e nodi intervento, è la fattibilità urbanistica, a testimonianza anche in Caravaggi 1999. di interscambio del territorio contemporaneo (in corso del fatto che la selezione delle aree che compaiono

212 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 3.1. Portuense strada paesaggio. Tipi di intervento.

Interventi sulla sezione stradale Interventi sulla fascia di bordo Interventi di valorizzazione archeologica

Accessi e poli funzionali principali Attività ricreative e funzioni esistenti e di nuovo impianto

nel progetto non risponde solo ai criteri della logica combinazione cioè con gli interventi di integrazione- “scientifica” ma anche a quella della prefigurazione recupero-potenziamento ecc. democratica del futuro assetto del territorio (fig. 3.2). Per quanto riguarda le criticità tra le moltissime carenze, domande, disfunzionamenti e sprechi rilevabili all’oggi nel territorio d’indagine (elenco Selezione di elementi per il progetto. Le scelte di potenzialmente infinito), sono stati selezionati progetto sono argomentabili attraverso due famiglie quelli che appaiono pertinenti con le capacità di di elaborazioni, che corrispondono a una selezione soluzione attribuita realisticamente al progetto, senza consapevole di elementi esistenti: la prima famiglia sconfinamenti generati da manie di onnipotenza o da è quella delle criticità che il progetto si propone utopie a buon mercato (figg. 3.4-3.7). esplicitamente di affrontare (e possibilmente di Le criticità selezionate mostrano ancora una volta una risolvere-attenuare); la seconda famiglia è quella grande differenza tra le colline e la pianura portuensi. di elementi di paesaggio selezionati in rapporto Le colline si presentano come un territorio degradato al loro potenziale ruolo all’interno del progetto, in e usurato, specie lungo le strade, con situazioni di

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI 213 3.2. Portuense strada paesaggio. Fattibilità urbanistica.

Vincoli (PTPR) AIA – Aree di interesse archeologico ARC – Aree di Rispetto dei Corsi d’acqua pubblica CBA – Canali delle Bonifiche argrarie e relative sponde AP – Aree protette

PRG – Piano Regolatore Generale Piano Regolatore Generale di Roma Piano Regolatore Generale di Fiumicino

LR – Legge Regionale

4 pericolo evidente per tutti coloro che si spostano contribuisce ulteriormente alla percezione di “landa Nell’ambito del recente progetto non solo a piedi o con i mezzi pubblici ma anche in desolata”, in inverno come in estate, quando le alte di ricerca “Roma intorno e oltre auto4. Mentre la pianura portuense è il regno dello temperature mettono a dura prova i parametri vitali dei il Grande Raccordo Anulare”, l’alta densità abitativa, la criticità spaesamento contemporaneo, della difficoltà estrema malcapitati “utenti”. del traffico veicolare e i problemi ad orientarsi, dell’insicurezza e del degrado delle Con la seconda famiglia di elementi, selezionati di accessibilità alla linea del fer- risorse primarie, dell’eterogeneità dimensionale (dalla nel catalogo dei “materiali di progetto” (fig. 3.8, ro hanno indicato il quadrante Corviale come area campione Fiera di Roma al casale di bonifica sopravvissuto, infra, pp. 230-233) si cerca di dimostrare quanto per l’applicazione e l’approfondi- dalla autostrada Roma-Fiumicino alle strade di vasto, interessante e pertinente possa risultare un mento di una innovativa strategia bonifica con canale e filare di eucalipti, ancora catalogo di elementi esistenti da rileggere-potenziare- urbana per la mobilità sostenibile denominata “progetto dei pon- oggi utilizzate quali unici collegamenti di grandi recuperare (in una parola: interpretare) attraverso il tili”. I risultati della ricerca sono insediamenti abusivi). Spostamenti a piedi o in progetto. L’osservazione attenta di un contesto può in fase di pubblicazione (ricerca bicicletta sono impossibili anche solo da immaginare. condurre fin qui: ad un catalogo che, con qualche convenzione DiAP – Agenzia per mobilità di Roma; resposabile Il degrado degli elementi ambientali, in particolare accentuazione figurativa, è già un progetto. O forse, scientifico: Lucina Caravaggi). di quelli appartenenti alla bonifica novecentesca, con più esattezza, costituisce un programma di

214 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 3.3. Tabella sinottica delle previsioni urbani- stiche.

progetto quanto mai chiaro e coerente, che potrebbe Traiano); strutture religiose che organizzano corsi e essere interpretato (per esempio attraverso un incontri per la formazione spirituale, accoglienza di concorso) da progettisti diversi, con declinazioni gruppi, parrocchie, associazioni per ritiri, incontri e spaziali e figurative differenti. pellegrinaggi (e il caso del Centro Nazareth, sede A titolo di esempio, per testimoniare la vitalità della del movimento ecclesiastico FAC, situato a ridosso zona (e del catalogo) si richiamano alcune delle del GRA). principali attività esistenti nel territorio che sono Tra le attività esistenti lungo via della Muratella, state selezionate perché coerenti con le finalità di seguendo la strada da Ponte Galeria verso rivitalizzazione del progetto. Maccarese, oltre alle numerose attività svolte in Lungo la via Portuense, da Corviale verso il porto di spazi informali e improvvisti (ad es. le numerose Traiano, si alternano: attività agricole multifunzionali piazzole street food o le aree di vendita di prodotti (dall’azienda agricola Infernaccio, al casale Proprietà agricoli), sono state evidenziate: la Fattoria Latte Guidoboni nella Riserva Naturale della Tenuta dei Sano (produzione di latte e prodotti derivati, spaccio Massimi); casali adibiti ad ospitare cerimonie ed aziendale e accoglienza scolastica); due popolari eventi, attività all’aperto, d’animazione e loisir (dai strutture di ristoro situate nei pressi dell’Interporto, più popolari e frequentatissimi Locanda dei Massimi l’Antica braceria del pino e il ristorante Rubbagalline. e il Secchio e l’olivaro, alle elegantissime e sempre Lungo la via Portuense (località Spallette) sono stati richieste Scuderie San Carlo, sempre situate nella selezionati un centro agricolo abbandonato (casale, Riserva e in corrispondenza del Borgo Somaini, stalla e silos) e la cava esaurita di Ponte Galeria. o alle strutture dell’Episcopio di Porto e la chiesa È importante sottolineare che tutte queste strutture di SS. Ippolito e Lucia, nelle vicinanze del porto di (sia funzionanti che da rifunzionalizzare attraverso

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI 215 l’inserimento di nuovi servizi) sono indicate nel Piano portuense attraverso la linea del ferro si è già detto, di Gestione della Riserva Naturale della Tenuta dei e anche della possibilità di utilizzare con pochi Massimi gestita da Roma Natura. Inoltre, sono state miglioramenti ambientali i moltissimi parcheggi assunte e riconnesse in un unico sistema paratattico esistenti nella zona. di percorsi ciclo-pedonali le aree di verde pubblico Infine lo spazio pedonale e ciclabile vero e proprio, e servizi pubblici di livello locale e le aree di verde che costituisce la principale valenza funzionale dal privato attrezzato previste dai due PRG di Roma e punto di vista degli “utenti”. Analogamente a quanto Fiumicino lungo il collettore di bonifica (figg. 3.2, 3.3). è accaduto alla via Portuense, che ha rappresentato, L’eterogeneità è dunque sicuramente il carattere più a più riprese e lungo il corso dei secoli, oltre che evidente di questo catalogo, una felice consapevole una strada in senso proprio, una direttrice in grado eterogeneità legata alle finalità del progetto. La di attrarre e smistare un fitto reticolo di percorrenze mappa evidenzia la possibile coerenza di progetti in secondarie a carattere sub-parallelo (percorrenze grado di ripartire dagli elementi esistenti, inventando che spesso si trasformavano in spazi complessi, per loro nuovi cicli di vita (re-cycling) senza per la sosta e per attività temporanee, siti di necessità di aggiungere altri oggetti ai già tanti che frequentazione, secondo la specifica definizione affollano l’area, senza sottrarre cioè altre possibilità archeologica), analogamente a tutto ciò, anche di movimento ad acque, uomini, animali, e per la strada paesaggio contemporanea genera un immaginare nuove passeggiate archeologiche. reticolo di percorsi e aree di frequentazione destinati ai pedoni e ai ciclisti. Il tracciato principale della strada resta pertanto riservato al traffico Nuovi paesaggi portuensi. Il progetto di paesaggio automobilistico (come la via Portuense di età è stato interpretato come combinazione di pochi imperiale era probabilmente “riservata” a mezzi elementi semplici, capaci nel loro insieme di veloci e autorizzati), anche se opportunamente ri- migliorare il contesto contemporaneo di tanti organizzato in funzione degli standard di sicurezza, importanti siti archeologici. Un progetto che permette e di criteri di continuità e riconoscibilità dell’intero di immaginare la valorizzazione archeologica itinerario. La fitta rete di percorrenze protette sub- senza che questa sia sinonimo di fuga, di chiusura parallele è invece riservata agli spostamenti lenti, in dello spazio dell’archeologia rispetto al “territorio mezzo al verde, in connessione con gli ingressi di circostante”; un progetto come condizione di civiltà, grandi strutture pubbliche (come la Fiera di Roma) e necessaria per poter conoscere e apprezzare il nostro dei parchi archeologici, tra cui anche quelli auspicati passato (fig. 3.9, infra, p. 239). dell’archeologia invisibile, come il Parco della Diga A cominciare dal Tevere: chissà se potrà mai tornare delle anfore, il Parco dell’acquedotto e della via a essere una via navigabile, e avere qualche punto Portuense ecc. dei quali si darà conto nella terza di connessione tra acqua e terra, qualche “pontile” parte. laddove un tempo fervevano le attività più varie di Gli interventi previsti dal progetto sono in larga trasporto e spostamento. Se questo accadesse, parte attuabili in forma diretta, in quanto ricadenti in come ci auguriamo, la via Portuense potrebbe regimi di proprietà o di tutela a carattere pubblico: riacquistare il suo alter-ego d’acqua, rispetto al quale fasce di pertinenza delle infrastrutture, zone di essa stessa fu costruita e dal quale dovette spesso tutela delle sponde fluviali e dei principali canali di difendersi. bonifica aree con vincoli archeologici (attraverso cui Dell’importanza di prevedere accessi al territorio vengono reinterpretate le principali antiche direttrici

216 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE di collegamento), aree di verde pubblico da PRG che caratterizzano l’area è indicata negli schemi o da standard per le trasformazioni di cui sono d’impianto e nelle “sequenze tipo” rappresentate nelle già stati redatti i progetti esecutivi. Fanno parte di sezioni ravvicinate della strada (fig. 3.9, infra, p. 239). questa famiglia di interventi: l’adeguamento e messa in sicurezza della sezione stradale; il rimodellamento dei bordi della strada (ecologico-ambientale); la Riferimenti bibliografici compensazione ambientale delle principali aree di sosta esistenti (piantumazione dei parcheggi s,#ARAVAGGI Le infrastrutture ambientali nel progetto delle reti territoriali, in Dipartimento per le politiche di sviluppo per migliorare il comfort ambientale, adeguamento e di coesione del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della delle piazzole street-food, creazione di look-out Programmazione Economica 1998, pp. 483-486. e punti di sosta); inserimento di percorsi ciclo- s,#ARAVAGGI Paesaggi e figure di connessione, “PPC pedonali. In particolare, i percorsi ciclo-pedonali si – Piano Progetto Città”, Rivista del DAU di Pescara, 17, pp. 96- sviluppano recuperando e riconnettendo tra loro 105. percorrenze esistenti (ad es. i percorsi esistenti s,#ARAVAGGI Schema direttore della strada dei due lungo l’argine del Tevere, i percorsi di servizio lungo parchi, in Nuovi paesaggi, progetti sostenibili per la Provincia il collettore principale di bonifica) o inseriti in aree di Pescara, catalogo della mostra (Provincia di Pescara, verdi pubbliche previste dai PRG, generalmente Assessorato all’Ambiente e alla valorizzazione del Territorio), posizionate ai margini dei comparti edificatori. Acma, Milano. Oltre agli interventi a carattere pubblico sono s,#ARAVAGGIACURADI  Ricostruzione di territori, progetti a supporto dei Comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo, stati previsti anche interventi che potranno essere Rocca di Cambio, Lucoli nella Provincia di L’Aquila, Alinea, realizzati da soggetti privati. La loro realizzazione Firenze. potrebbe essere supportata da politiche e s$IPARTIMENTOPERLEPOLITICHEDISVILUPPOEDICOESIONEDEL programmi di finanziamento e incentivo pubblici Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione ad hoc (es: PSR e misure relative). Questo è il Economica (a cura di) (1998), Cento idee per lo sviluppo- caso degli interventi mirati al consolidamento di schede di programma 2000-2006, Catania. elementi del paesaggio agrario (filari di bonifica e s#)MBROGLINI , Le infrastrutture ambientali : matrici del del paesaggio agrario collinare; filari di pini lungo progetto territoriale, Palombi, Roma. la via Portuense dalla Fiera fino al Porto di Traiano; vegetazione di segnalazione della presenza dei casali ed ex-centri di bonifica sempre lungo la via Portuese). Ma si tratta anche degli interventi mirati alla rifunzionalizzazione delle strutture abbandonate (soprattutto casali e strutture di bonifica), o connessi alla promozione della multifunzionalità di aziende agricole, al recupero ambientale delle cave esaurite ecc. Dal punto di vista ecologico e paesistico sono le fasce verdi arboree e arbustive i materiali principali messi a punto per migliorare le attuali prestazioni ambientali della zona. La declinazione di boschi e arbusteti secondo le ricche differenze ecologiche

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI 217 FUTURE TERRITORIES AND The via Portuense from Corviale to the Port of Trajan the functional aspect of infrastructure, connected to ENVIRONMENTS could become an extraordinary example of parkway. specific uses and interrelated with the development ABSTRACT The Portuense could be capable of giving meaning processes, in this case as well an element of to the fragmentary archaeological evidence along attraction or spacing, but with reference to the its path and it could guide us in the recognition of economic dynamics, which are less evident than the the various environmental modifications occurred in spatial ones, even if inseparably linked to them. the area, as evidenced by the morphology of hills, Finally, the term parkway alludes to the prevailing river beds and canals. This will thus lead to the public aspect of the projects, imagined as understanding of the roads and the settlements that interventions of major community interest. were lost and have now been discovered, as well The articulation of the Portuense parkway project is as inviting pleasant strolls and bike rides through expressed by three key concepts: forests and farms. The via Portuense could thus be s#ONTEXTUALITYThe project is envisioned as the transformed into a system capable of generating description and the indication of the complex a variety of itineraries, to be used by a wide range systems of difference (environmental, historical/ of people (residents, tourists, employees of the archaeological, contemporary development) numerous companies in the area, scholars and encountered along its path. people enjoying sports), at various times of the day s)NTEGRATIONIntegration primarily addresses three and in all seasons. The aim of this project, in short, is families of activity that are generally considered to envision a road capable of transforming itself into separately: the historical and archaeological material; a landscape, a social and environmental reserve - a the development or recovery of the ecological links sign of inhabitability and culture with its solid basis and the creation of new spaces and activities of in archaeology, perceived not only in scientific terms interest to the greater public in derelict areas. These but also as a wide-ranging and potentially extremely activities, only when taken as a whole, can contribute lively collective vision. to the recovery and development of the territorial continuity in a deeply fragmented area, contributing Parkway. By parkway we mean a complex system to restore safe conditions, environmental comfort and of points, lines and surfaces that accumulates or ecological realignment. In this sense, a fundamental disperses in relation to the interested contexts, value is also acquired by all of the multifunctional suggesting digressions and secondary or transversal agricultural activities carried out in contexts of itineraries relative to the main path. widespread urbanisation. From this perspective, the “parkway” also takes s%NVIRONMENTALRECOGNISABILITYThe parkway is the meaning of “infrastructure” as the matrix and interpreted as a planning system aimed at producing the support relative to the transformations oriented new “images” and new spaces, capable of giving towards a sustainable development. The various shape to the reading of the historical/archaeological meanings of matrix are directly connected with the evidence, to the environmental continuity, to support territorial aspects of the infrastructure, according to innovative agricultural activities and finally, to push a range of possible declinations: settlement origin, forward the pedestrian and bike traffic friendliness of “morphogenetic” element of spaces, relationships a contemporary safe and healthy space and material that can attract or move away, connect or interrupt, cross through or delimit. Possible interventions. The project for the The various meanings of support instead allude to Portuense parkway is presented within this volume

218 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE in two drawings showing the proposal. The first (deficiencies, dysfunctions and territorial waste) summarises and presents the few types of foreseen present today in the area under investigation, interventions: the main accesses mark the two emphasis has been given only to those ones which primary cores of the parkway. These are the hilly are realistically solvable by the project. landscape from Corviale to Ponte Galeria, and The criticalities show once again two very different the fluvial plain from Ponte Galeria to the Port of realities: the Portuense hills and its plain. In the Trajan. The access points thus correspond with actual state, the landscape of the Portuense hills the morphological junctions that at the same time appears deteriorated, especially along the roads represent the main centres of the ancient territory that cross it, where there is a clear dangerous and the points of interchange of the contemporary situation. The plain is the realm of contemporary one (currently under development). The parkway disorientation, extreme difficulty in orienting oneself – opened to the contexts it goes through – within it, and dimensional heterogeneity in both encourages many forms of diffuse access, developments and infrastructural links. especially regarding the local residents. The other s+EYELEMENTSOFTHELANDSCAPEPROJECT This part specific project interventions concern activities that of the work endeavours to demonstrate that the are collective in nature (primarily tied to agricultural careful observation of a context can lead to the and recreational activities), already existing or selection of analytical elements necessary for the planned, and that could be linked to and reached creation of a landscape project. In this catalogue from the parkway. heterogeneity is the most important feature. The The interventions relative to the project via drawing highlights the opportunity of developing Portuense and its secondary routes are relative a landscape project starting from the recycle of to the adjustment of the Portuense roadway, in existing elements. compliance with the Italian safety regulations. Along the roadside of the Portuense, the project sees the New Portuense landscapes. The landscape insertion of pedestrian paths and some interventions project has been interpreted as a combination of of ecological empowerment. small, simple elements that are capable, when taken The Portuense ancient landscape and its together, of improving the contemporary context of orientations are the core of the project. These a large number of important archaeological sites. orientations not corresponding with the This project allows the preservation of the local contemporary ones have the capacity of evoking heritage linking this archaeological evidence to the Antiquity. surrounding territory. The second drawing – a map showing the urban In particular, the programmed project interventions planning feasibility of the area – demonstrates that can be implemented both directly and indirectly. The the selection of the project areas is not only based interventions that can be realised directly regard the on “scientific” criteria, but that it is also based modification of the road section and its safety; the on a democratic planning relative to the future reshaping of the road borders; the environmental organisation of the territory. balance of the main existing recreation areas (planting trees in car parks to improve environmental Selection of elements for the project. Two comfort, modifying street-food areas, creating look- drawings show and argument the project choices: outs and rest areas) and the building of bicycle and s0ROBLEMSANDCRITICALITIES Among all the issues pedestrian paths. These interventions fall within

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI 219 contexts of public ownership, heritage and natural preservation. The indirect interventions involve private parties. Their realisation could be supported by financing policies and programmes and ad hoc public incentives (for example, PSR Lazio 2014-2020 and relative measures). For example, this is the case of the interventions aimed at consolidating elements of the agricultural landscape (for example, reclamation rows and agricultural landscape rows in the hills), restoring functionality to abandoned structures (especially country houses and reclamation structures) or structures connected to promoting the multiuse of farms and environmental recovery of depleted quarries, etc.

220 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Problemi e criticità attività connesse alla filiera del “ciclo edilizio” (aree estrattive e cave di inerti, aree di stoccaggio e vendita di materiali, discariche legali e abusive), nei fenomeni L’individuazione di “problemi e criticità” ha il fine di degrado e abbandono presenti lungo i margini di rilevare le diverse modalità di identificazione, della strada in corrispondenza del bosco Somaini appropriazione e uso che vengono fatte dello spazio (Riserva naturale della Tenuta dei Massimi). Nella da parte dei diversi soggetti che lo frequentano, con Piana fluviale, usura ambientale e degrado paesistico particolare attenzione alla qualificazione del rapporto connotano soprattutto le aree marginali della bonifica che esiste tra prestazioni degli insediamenti e pratiche dove il processo di deterioramento degli elementi di d’uso. paesaggio, dei loro rapporti funzionali e spaziali e della Le carte sono state realizzate attraverso una serie trama paesistica nel suo complesso ha già parzialmente di sopralluoghi diretti il cui ambito di riferimento è compromesso la funzionalità del sistema di drenaggio rappresentato dal territorio attraversato dalla via delle acque, oltre ad alterare la percezione del Portuense compreso tra le colline di Corviale fino al paesaggio storicizzato; Lago di Traiano, con particolare attenzione alla valle sinsicurezza stradale, intesa sia in riferimento fluviale del Tevere nella parte delimitata dal fosso al rapporto tra usi e caratteristiche geometrico- Galeria e il Collettore generale delle acque alte a est, dimensionale della via Portuense, sia in riferimento alle l’aeroporto di Fiumicino a nord-ovest e il Tevere a sud. condizioni di sicurezza – e talvolta di legalità –, entro In primo luogo, in base ai caratteri morfologico- cui vengono svolte altre attività – stanziali o mobili, ambientali, al suo attuale funzionamento e agli elementi episodiche o consolidate – rilevate lungo i margini rilevati sono stati riconosciuti due grandi differenti della strada e nelle strutture agricole abbandonate in paesaggi: prossimità della strada stessa (fig. 3.5). Soprattutto sLEcolline portuensi, ambito che comprende il tratto lungo il tratto pedecollinare, l’insicurezza stradale è collinare e pedecollinare della via Portuense da Corviale connessa ai seguenti elementi: mancato adeguamento fino a Ponte Galeria, caratterizzato da un paesaggio della carreggiata stradale rispetto ai crescenti flussi in cui si alternano spazi aperti e spazi caratterizzati da di traffico dei mezzi pesanti e di cantiere; assenza diverse attività antropiche usuranti; di adeguate piazzole di sosta e di emergenza lungo sLApiana fluviale, ambito che comprende il tratto strada e di corsie di sorpasso per l’agevolazione del pianeggiante della via Portuense da Ponte Galeria traffico veicolare privato; mancanza di percorsi e di fino al lago di Traiano, caratterizzato da insediamenti spazi di sosta protetti per i pedoni; presenza di incroci eterogenei per funzioni, forme e dimensioni, con pericolosi e accessi diretti delle attività lungo strada addensamenti prevalentemente lineari, come è tipico di non segnalati. quelli che siamo soliti chiamare “città contemporanea”. I problemi di sicurezza stradale si riducono Per ogni ambito sono state elaborate due mappe di notevolmente nella piana fluviale, dove ogni attuazione sintesi dei dati rilevati: delle previsioni di PRG ha portato con sé interventi di sUSURAAMBIENTALEEDEGRADOPAESAGGISTICO, intesi sia adeguamento della rete infrastrutturale viaria di accesso come consumo delle risorse primarie, inquinamento e distribuzione (cfr. Previsioni comunali e attuazioni, e alterazione del funzionamento ecologico, sia come infra, pp. 178-181); deterioramento degli elementi dei sistemi di paesaggio sconflitti spaziali e disorientamento percettivo, intesi (figg. 3.4, 3,6). Nelle Colline portuensi, l’usura come contrasti dimensionali e funzionali “ingovernati” ambientale si legge soprattutto nella diffusione delle dal punto di vista dell’utente (fig. 3.7). Alla ripetitività,

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PROBLEMI E CRITICITÀ 221 3.4. Colline portuensi. Usura ambientale e degrado paesaggistico.

Cave e aree estrattive Bosco Somaini

Attività rischiose lungo la strada Casali e strutture agricole abbandonate

222 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 3.5. Colline portuensi. Insicurezza stradale.

Accessi diretti delle attività lungo strada non segnalati Discontinuità e pericolosità delle percorrenze pedonali

Incroci pericolosi con altre strade Pericolosità delle fermate degli autobus

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PROBLEMI E CRITICITÀ 223 3.6. Piana fluviale. Usura ambientale e degrado paesaggistico.

224 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Grandi spazi liberi non configurati (verde pubblico, aree a Compromissione ecologico-ambientale delle fasce di rispetto standard, aree di interesse archeologico) delle infrastrutture

Assenza di comfort climatico Deterioramento degli elementi costitutivi del paesaggio di bonifica

all’omogeneità e al basso comfort climatico dei recenti territoriale recenti (Nuova Fiera di Roma, SPI-Parco paesaggi insediativi, si aggiungono il disorientamento e Leonardo, Market Central Da Vinci ecc.). Questi la confusione percettiva creati da continue alterazioni, percorsi trovano i loro punti di ancoraggio nelle fermate interruzioni e mancanza di chiarezza nel senso di della FR1 ma non sono studiati in maniera tale da poter percorrenza delle strade principali (ad es. la via connettere agevolmente i diversi punti e questi tra di Portuense moderna). A questo si aggiunge la mancata loro (piana fluviale); realizzazione delle aree pubbliche, siano essi spazi di sILUNGHISEGMENTI DEGRADATIEABBANDONATI DELLE pertinenza e di margine delle infrastrutture stradali, aree strade poderali di bonifica, e dei percorsi sterrati di a standard interne ai singoli ambiti di trasformazione servizio paralleli ai principali canali di bonifica e alle territoriale (verde e spazi pubblici) o aree di interesse principali aste fluviali (piana fluviale); archeologico (verde archeologico). sIMARCIAPIEDIISOLATICHE INMANIERASALTUARIAE Trasversalmente all’intero territorio si rilevano una inadeguata, evidenziano la mancata connessione delle complessiva discontinuità e pericolosità, scarsità e fermate del servizio di TPL con le attività commerciali, frammentarietà delle percorrenze pedonali esistenti. Esse ricreative e gli insediamenti distribuiti lungo la via caratterizzano infatti indistintamente rispettivamente: Portuense (colline portuensi). sIFRAMMENTISCONNESSIDEIPERCORSIPROTETTIPROGETTATI all’interno dei principali ambiti di trasformazione

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PROBLEMI E CRITICITÀ 225 3.7. Piana fluviale. Conflitti spaziali e disorientamento percettivo.

226 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Discontinuità e pericolosità delle percorrenze pedonali

Mancanza di continuità e direzione nella percorrenza della Portuense Grandi parcheggi con intensità d’uso estremamente variabile

Stato di cantierizzazione permanente Eterogeneità dimensionale

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PROBLEMI E CRITICITÀ 227 Problems and critical The identification of problems and criticalities paths. The inadequacy of this category of space is elements pertaining to the interested territory has the aim of found both transversally and in the observed area in ABSTRACT establishing the different means of identification, its entirety. appropriation and use employed by the various interested parties, with particular attention paid to the definition of the relationship between settlement performance and practices of use. The method of analysis was direct investigation. The area of reference is the area of Via Portuense from the hills of Corviale to the Port of Trajan, and it was divided into two territorial sub-areas: the Portuense Hills, an area that includes the hill and foothill section of Via Portuense from Corviale to Ponte Galeria, characterised by a landscape that alternates between open spaces and areas dedicated to various human activities, and the Fluvial plain, an area that includes the flat stretch of Via Portuense from Ponte Galeria to the Port of Trajan, characterised by the landscape of the contemporary city par excellence. The investigations revealed four main themes: sENVIRONMENTALWEARANDLANDSCAPEDEGRADATION, understood both as consumption of primary resources, pollution and alteration of the ecological function of the elements of the environmental system and as deterioration of the elements of the main systems of a valuable landscape; sroad insecurity, understood both in reference to the relationship between geometric/dimensional uses and characteristics of Via Portuense and in reference to the safety—and sometimes legal— conditions within which other activities are carried out—permanent or mobile, occasional or established—along the side of the road and in the abandoned agricultural structures near the roadway; sspatial conflicts and perceptive disorientations, understood in reference to the formal solutions expressed in the contemporary city; sdiscontinuity and dangerousness of the paths for foot traffic, understood in reference to qualitative and quantitative insufficiencies in existing foot traffic

228 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Elementi chiave del progetto di paesaggio Mappe diacroniche, infra, pp. 186-202). Quello che colpisce in particolare è l’orientamento delle infrastrutture antiche a cui si oppone la La messa a punto di un catalogo di elementi netta ortogonalità della maglia di bonifica. La chiave per la costruzione di progetto di paesaggio trasversalità delle relative aree di vincolo rispetto archeologico passa attraverso l’interpretazione all’orientamento secondo cui è cresciuta e si è degli elementi di paesaggio esistenti, la cui organizzata la città contemporanea invita a riflettere reinterpretazione spaziale, funzionale e relazionale su una possibilità alternativa di organizzazione – e può supportare nuovi sistemi di funzionamento attraversamento – del territorio, oggi funzionante territoriale. per isole specializzate connesse solo dalle Nonostante profonda diversità degli elementi principali direttrici stradali contemporanee; rilevati (dimensionale, cronologica, elementi e sPRINCIPALIELEMENTIDIPAESAGGIO, in cui sono superfici di pregio o usurati ecc.), essi sono tutti stati riportati gli elementi morfologici, le principali caratterizzati da un forte carattere di marginalità fisionomie vegetazionali e gli oggetti della città spaziale, ecologica e funzionale. La marginalità contemporanea diversamente coinvolti nei problemi di questi “oggetti”, che nasce dalla modalità di di accessibilità e fruizione del territorio. espansione e crescita della città contemporanea, Tra gli elementi morfologici, la carta evidenzia i dalle funzioni usuranti e dai conflitti generati dal terrazzamenti costieri che segnano il limite della rapporto tra prestazioni degli insediamenti e valle fluviale e le pendici collinari che si sviluppano pratiche d’uso dei soggetti, non significa tuttavia lungo la via Portuense, con il duplice intento di che non ci siano possibilità di integrazione, a partire individuare riferimenti chiari in termini di percezione proprio da una rilettura dello spazio aperto e dalla dello spazio e di recuperare informazioni importanti sua riconfigurazione in chiave sia ecologica che rispetto alle possibilità di attraversamento del funzionale (fig. 3.8). territorio, soprattutto in relazione a possibili forme A questo fine sono stati selezionati elementi di mobilità dolce. eterogenei riconducibili a due grandi famiglie: Tra i diversi tipi di spazi verdi, sono stati assunti sprincipali siti archeologici, in cui sono state come elementi chiave del progetto le fisionomie evidenziate tracce e permanenze di natura più interessanti per la conservazione dei varchi archeologica. La fase di interpretazione degli ambientali e per il ripristino delle connessioni ambienti e dei territori del passato ha permesso ecologiche. Sono stati quindi segnalati da una di comprendere le principali fasi di modificazione parte i filari alberati posti lungo strada o connessi del territorio riconoscendone i principali sistemi ai canali di bonifica quali elementi identificativi – di permanenze, che ancora oggi testimoniano anche se spesso compromessi – dei paesaggi precedenti funzionamenti territoriali. In particolare, riconoscibili della campagna romana; dall’altra, nella carta sono evidenziate le aree di interesse le numerose formazioni boschive e soprattutto gli archeologico relativamente a quella parte arbusteti – spesso degradati – che caratterizzano di territorio (la valle fluviale fino alle pendici le scarpate e i margini della via Portuense nel tratto collinari presso il rio Galeria) interessate dalle collinare. recenti indagini archeologiche che hanno In riferimento ai temi del funzionamento territoriale permesso una conoscenza più approfondita contemporaneo, tra gli elementi costruiti della degli assetti ambientali e insediativi antichi (cfr. città contemporanea sono state selezionate

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | ELEMENTI CHIAVE DEL PROGETTO DI PAESAGGIO 229 3.8. “Catalogo” degli elementi di progetto.

Siti archeologici 1. Via Portuense Antica 2. Acquedotto Portuense 3. Contesti agrari minori 4. Necropoli di Castel Malnome 5. Canale d’acqua dolce 6. Diga di anfore 7. Porti di Claudio e Traiano

Elementi di paesaggio Terrazzamenti costieri e pedici collinari Principali fronti di cava

Canali di bonifica Filari alberati di pianura e di collina Filari alberati lungo strada

Boschi e boschetti Arbusteti

Strutture della campagna romana rifunzionalizzate (ristoro, aziende agrarie, servizi e loisir) Strutture della campana romana abbandonate (idrovore, casali e centri di bonifica, silos) Cave esaurite

Stazioni del ferro funzionanti Grandi parcheggi esistenti

Tratti di percorsi esistenti

230 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE 3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | ELEMENTI CHIAVE DEL PROGETTO DI PAESAGGIO 231 3.8. “Catalogo” degli elementi di progetto. Rilievo fotografico

Centro di bonifica abbandonato Casale di bonifica rifunzionalizzato Collettore principale

Diga di anfore – allestimento interno al Central Market Da Vinci Centro di bonifica abbandonato

le grandi aree di sosta e le stazioni della rete o il cattivo funzionamento di un territorio come ferroviaria urbana e metropolitana FR1, che quello portuense, soprattutto immaginando una segnalano gli insediamenti più recenti della valle proposta di valorizzazione in termini di paesaggio e fluviale. Anche in questo senso, Ponte Galeria archeologia. rappresenta uno “snodo” importante, punto di Altri elementi chiave del progetto sono state passaggio tra l’ambito vallivo e quello collinare, considerate le numerose strutture della campagna ambito quest’ultimo che però, a differenza del romana, siano esse abbandonate o già riadattate primo, non è direttamente servito dal TPL su ferro ad accogliere attività ricreative e di loisir, questo (è attualmente in fase di elaborazione una proposta con l’obiettivo di realizzare una nuova offerta per la creazione di un capolinea di una linea di tram territoriale basata su un rinnovato sistema di presso Corviale. Questa nuova linea dovrebbe relazioni fisiche e funzionali tra gli insediamenti collegare “il Serpentone” con la stazione della FR1 della città diffusa e lo spazio agricolo. di Villa Bonelli e risalire fino al deposito di Casaletto, Come elemento da rifunzionalizzare è stata infine ricongiungendosi così con i binari serviti dalla linea individuata un’area di cava esaurita prossima 8). L’attenzione e l’interesse nei confronti dei punti a Ponte Galeria, selezionata per la sua elevata di accesso alla linea del ferro e dei relativi nodi di accessibilità e per la possibilità di recupero scambio intermodali presenti nell’area derivano ecologico-ambientale che offre. dalla convinzione che lo spostamento e la mobilità L’ultima voce del catalogo degli elementi utili sostenibile siano elementi determinanti per il buono al progetto è quella delle percorrenze pedonali

232 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Casale rifunzionalizzato – Tenuta dei Massimi Bosco Somaini Filari alberati di collina

Ponte Galeria, pedici collinari Fronti di cava

esistenti, dicitura con cui sono stati considerati tutti i quei frammenti di spazio dedicati alla pedonalità già individuati e descritti (cfr. Problemi e criticità, infra, pp. 221-228). Se considerati nel loro insieme, marciapiedi, passerelle, banchine stradali, percorsi interpoderali e percorsi paralleli agli argini delle linee d’acqua costituiscono un patrimonio infrastrutturale prezioso per la realizzazione di un articolato e funzionale sistema di percorrenze ciclopedonali protette a servizio di una rinnovata modalità d’attraversamento dell’intero territorio portuense.

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | ELEMENTI CHIAVE DEL PROGETTO DI PAESAGGIO 233 Key elements of the The definition of a catalogue of key elements for landscape project the creation of an archaeological landscape project ABSTRACT proposal requires pre-project interpretation of the work context. The aim is to identify landscape elements – ordinary, degraded but also valuable – the spatial, practical and relational reinterpretation of which will make it possible to propose new systems of territorial use. Despite the strong dimensional (topographical extension of the sign in space), chronological (epoch of the sign’s provenance) and qualitative (valuable or worn elements and surfaces) heterogeneity of the elements identified in the document, they are all characterised by strong spatial, ecological and practical marginality as regards the current system of territorial use. Observation of the work context revealed heterogeneous elements assignable to two large categories. Specifically: sprimary archaeological sites, which include the areas of archaeological interest of the main ancient sites, pertaining to the area for which recent archaeological investigations have provided deeper scientific knowledge (the river valley up to the slopes of the hills near Rio Galeria). Among all of the signs, it is striking how the orientation of the long lines marked out by ancient infrastructures is opposed to the clear orthogonality of the reclamation grid, in fact cutting it. sPRIMARYLANDSCAPEELEMENTS, which include the morphological aspect, the main vegetational physiognomies (rows of trees planted along the road or linked to the presence of reclamation canals, forest formations in the hills and shrubs located along the morphological slopes and edges of Via Portuense) and all of the objects of the contemporary city differently connected to points of accessibility (the large rest areas and stations of the urban railway FR1) and territorial use (the numerous structures of the Roman countryside, whether abandoned or already reused to host recreational and leisure activity).

234 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Portuense strada paesaggio fascia di pertinenza delle infrastrutture); per indiretti si intendono quegli interventi che potranno essere realizzati da soggetti privati anche grazie al supporto di L’obiettivo degli elaborati di questa sezione è la politiche e incentivi ad hoc (per es., gli interventi mirati descrizione della proposta di valorizzazione del al consolidamento di elementi del paesaggio agrario). paesaggio archeologico portuense considerato a Il primo materiale complesso è la strada parco. La partire dalla sua configurazione attuale. riconfigurazione della via Portuense interessa la fascia In particolare, il riferimento al termine archeologico diretta della strada ed ha l’obiettivo principale della nasce dalla consapevolezza delle qualità non sempre sua messa in sicurezza (adeguamento della sezione evidenti di questo territorio e testimonia la volontà di in base al Nuovo Codice della Strada, decreto- formulare una proposta di reinterpretazione sostenibile legislativo 285/1992 e successive modificazioni), oltre da attuare, laddove possibile, attraverso la messa in a garantire la continuità fisica, funzionale e percettiva relazione dei sistemi di permanenze ancora leggibili con all’intera percorrenza attraverso l’inserimento di arredi gli elementi della città contemporanea (fig. 3.9). stradali riconoscibili e connotativi. Nel nuovo paesaggio Evidenziati i problemi e le criticità (cfr. Problemi e archeologico la strada parco è assunta come materiale criticità, infra, pp. 221-228), e selezionati gli elementi di progetto primario e si basa sull’idea di trasformare utili alla costruzione del nuovo paesaggio del distretto la strada in spazio dinamico complesso (veicolare Portuense (cfr. Elementi chiave del progetto, infra, e ciclopedonale ai bordi) inteso come esperienza e pp. 229-234), gli elaborati di questa sezione illustrano possibilità di attribuire all’intero territorio nuove identità e la strategia paesaggistica e descrivono i materiali di funzionalità. progetto. Si tratta di materiali complessi, composti Lungo tutta la percorrenza della strada parco, che cioè di più elementi che, in relazione al contesto resta riservata all’uso veicolare pubblico e privato, si d’inserimento, si assemblano dando luogo a differenti sviluppa una complessa rete di percorsi ciclopedonali, configurazioni spaziali, senza con questo perdere la il cui obiettivo è assicurare il collegamento diretto della loro caratterizzazione finale. Ogni materiale è stato via Portuense con i luoghi del loisir presenti nell’area pensato in risposta ai problemi rilevati e nasce dalla (aziende agricole, agriturismi, ristoranti, strutture di rielaborazione in chiave progettuale degli oggetti inseriti accoglienza religiose, centri sportivi, aree attrezzate nel “catalogo di progetto” (cfr. fig. 3.8, infra, p. 230-231). connesse alla Tenuta dei Massimi ecc.) attraverso La configurazione strategica e trans-scalare del la realizzazione di percorsi protetti e in sede propria progetto di paesaggio è assicurata dall’impiego di – anche a carattere escursionistico – destinati alla materiali complessi, autonomi ma coerenti e coesi mobilità dolce. In base allo spazio disponibile e alle rispetto ad una visione progettuale unitaria e condivisa caratteristiche del territorio, la rete dei percorsi si del territorio. Considerando la possibile modalità inserisce ad una distanza variabile dalla Portuense d’attuazione dell’intera strategia paesaggistica, ogni e assume differenti configurazioni spaziali, anche materiale di progetto sottende famiglie di intervento privilegiando solo una tra le modalità di percorrenza distinguibili in interventi diretti e interventi indiretti. (ciclabile o pedonale). Per diretti si intendono quegli interventi attuabili A protezione e segnalazione della rete ciclopedonale, immediatamente perché ricadenti in regimi proprietari sono state inserite numerose fasce verdi arboree o o di tutela a carattere pubblico (per es., l’adeguamento arbustive. Le prestazioni di questo materiale sono e la messa in sicurezza della sezione stradale o il molteplici: filtro e separazione delle percorrenze rimodellameto dei bordi della strada internamente alla rispetto alle attività più usuranti già presenti sul territorio

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PORTUENSE STRADA PAESAGGIO 235 3.9. Portuense strada paesaggio.

Insediamenti esistenti

Portuense strada parco Percorsi ciclopedonali Fasce verdi arboree e arbustive

Aree di valorizzazione archeologica Alberature isolate e filari Attività e aree di sosta attrezzate Accessi – stazioni FR e attracchi fluviali Tevere – via navigabile 3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PORTUENSE STRADA PAESAGGIO 237 3.10. Abachi vegetazionali. Percorso ciclopedonale Percorso Boscaglia mesofila Strada paesaggio Arbusti mesofili Boscaglia mesofila Percorso ciclopedonale Percorso Canale Piante acquatiche Strada paesaggio Arbusti mesofili Boscaglia mesofila Area attrezzata per la sosta

Arbusti mesofili – Miglioramento della connessione ecologica e consolidamento dei versanti di cava

modulo minimo d’impianto modulo medio d’impianto modulo massimo d’impianto R – Rhamnus cathartica Ra – Ruscus aculeatus C – Crategus oxyacanta V – Viburnum opulus Rc – Rosa canina E – Euonymus eur Rf – Rhamnus fragula Filare Arbusti igrofili Canale Piante acquatiche Filare Arbusti igrofili via della Muratella Filare ciclabile Percorso Collettore Piante acquatiche

Arbusti igrofili – Miglioramento della connessione ecologica degli alvei di fiumi e canali, fascia di margine ai boschi

modulo minimo d’impianto modulo medio d’impianto modulo massimo d’impianto

Sc – Salix Caprera Si – Salix incana Sp – Salix purpurea C – Cornus sanguinea P – Prunus spinosa L – Ligustrum vulgare

238 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Canale Piante acquatiche Bosco igrofilo perialveare Bosco igrofilo perialveare Arbusti igrofili ciclabile Percorso Arbusti igrofili Collettore Piante acquatiche Arbusti igrofili Bosco igrofilo perialveare

Boschi igrofili perialveari e ripariali di pianura – compensazione e protezione dei percorsi ciclopedonali

modulo minimo d’impianto modulo massimo d’impianto – aree estrattive, stoccaggio e vendita dei materiali S – Salix Alba inerti, smorzi, principali direttrici di infrastrutturazione A – Alnus glutinosa del territorio ecc. –; compensazione rispetto alla realizzazione di nuovi spazi impermeabili – percorsi Strato arbustivo Pr – Prunus spinosa ciclopedonali, aree di sosta attrezzate, piazzole ecc. –; Cr – Crategus monogina stabilizzazione e recupero ambientale in corrispondenza Cs – Cornus sanguinea degli elementi più fragili e degradati del sistema Cm – Cornus mas ecologico attuale. Considerando il ruolo e la necessità di diversificazione ecologica di questo materiale, sono stati elaborati alcuni abachi vegetazionali che indicano le cenosi di riferimento, in relazione al contesto specifico di inserimento (mesofilo, igrofilo), ai materiali vegetazionali impiegati (arbusti, alberature in filari o in gruppo) e all’obiettivo di miglioramento, compensazione, protezione o connessione ecologica Strada paesaggio Alberature parcheggio Canale Piante acquatiche ciclopedonale Percorso Bosco igrofilo modulo di impianto minimo Filare dell’intervento di inserimento. L’abaco indica anche le dimensioni opportune per impianti differenti e in base allo spazio disponibile (moduli d’impianto minimi, medi Filari di pianura bonificata – restauro dei filari e massimi). Infine, per ogni cenosi sono state elaborate lungo i canali e segnalazione delle strutture di una o più sezioni che chiariscono le diverse possibilità bonifica d’inserimento delle fasce vegetazionali nel territorio, evidenziando le possibili relazioni spaziali e funzionali con gli altri materiali di progetto (fig. 3.10). Un altro materiale vegetazionale di progetto è costituito dalle alberature isolate e filari. In questo caso, gli interventi tendono a favorire il recupero e il consolidamento ecologico e paesaggistico dei Pp – Pinus pinea principali elementi del paesaggio agrario storicizzato di Eu – Eucaliptus sp

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PORTUENSE STRADA PAESAGGIO 239 pianura e di collina. Il ripristino delle forme tradizionali attività e gli spazi collettivi e di loisir presenti sul di questi contesti (altamente compromessi), assume territorio. Tra le attività e le aree di sosta attrezzate diverse valenze tra cui quella di segnalazione e indicate rientrano: gli esercizi già esistenti (agriturismi, orientamento: nella valle fluviale, ad es., mentre i filari ristoranti, aziende agrarie multifunzionali, centri di Pino marittimo (Pinus pinea) presenti lungo il tratto sportivi, maneggi); gli spazi di accoglienza già previsti finale della via Portuense indicano gli accessi dei all’interno di Piani e progetti (ad es. il Pano di assetto principali centri di bonifica del XX secolo, quelli di della Riserva naturale della Tenuta dei Massimi ha Eucalipto (Eucalyptus sp), singoli o doppi, segnalano individuato casali in cui ospitare attività di laboratori di la presenza e l’orientamento della maglia principale – e ricerca, punti ristoro e servizi, centri sportivi e ricreativi, residua – dei canali di drenaggio delle acque. aree per la pratica sportiva libera, aree attrezzate per il Tra le aree più importanti che i percorsi ciclopedonali gioco bimbi ecc.); funzioni ipotizzate in base alle reali mettono in relazione con la strada parco, ci sono opportunità di recupero degli spazi degradati (strutture le aree di valorizzazione archeologica. Questi abbandonate: idrovore, casali e centri di bonifica, auspicabili nuovi luoghi della collettività, sono spazi silos) e di rigenerazione ambientale (cave dismesse). complessi e multifunzionali, parchi di attività, che A questo si aggiungono nuove piccole aree di sosta, nascono da progetti di valorizzare dei principali piazzole street-food e per la vendita diretta, punti rinvenienti archeologici e si configurano attraverso panoramici e parcheggi verdi da localizzare lungo la interventi di rilettura e narrazione dei paesaggi antichi. strada parco e lungo la rete dei percorsi ciclopedonali. Le aree di valorizzazione sono veri e propri parchi Un ultimo materiale di progetto, necessario alla archeologici della città contemporanea, si localizzano riorganizzazione del territorio portuense, è quello in corrispondenza delle principali aree di interesse degli accessi alla strada parco, alla rete dei percorsi archeologico e trovano nella complessità temporale, ciclopedonali e all’intero sistema delle attività funzionale e biologica, la loro caratteristica dominante. connesse ai percorsi. Il sistema di accessi, oltre a Le valenze progettuali connesse alle aree ricomprendere le stazioni della FR1 già funzionanti archeologiche così intese sono numerose: in primo (Ponte Galeria, Fiera di Roma, Parco Leonardo ecc.), luogo le aree a parco rappresentano per la valle ha incluso rispettivamente la stazione ferroviaria di fluviale un patrimonio di aree utili per la messa a Porto, auspicandone la riapertura che da più parti punto di un rinnovato sistema di relazioni (funzionali, di viene richiesta, e il capolinea di un tram leggero connessione e attraversamento, ecologico-ambientali, posto sulla sommità della collina di Corviale, per cui economiche) tra gli insediamenti della città diffusa e è attualmente in corso la verifica di pre-fattibilità del il suo territorio; in secondo luogo, assumono un ruolo tracciato. Per quel che riguarda il potenziamento importantissimo di mitigazione e compensazione della navigabilità del fiume e l’inserimento di attracchi ambientale e di connessione ecologica all’interno delle fluviali, sono state assunte le previsioni delle Norme aree più densamente urbanizzate (ad es. Nuova Fiera Tecniche d’Attuazione, Piano di bacino del Tevere – V di Roma, Commercity, Parco Leonardo); di serbatoi stralcio funzionale P.S. 5 (Titolo IV – Art. 27 Indirizzi di biodiversità rispetto ai contesti agricoli intensivi per la costituzione del Parco fluviale del Tevere), e le biologicamente depauperati. indicazioni contenute nell’Ambito di programmazione La costruzione di una nuova offerta di attività, ipotizzata strategica Tevere, NPRG Roma 2008. a partire dalle qualità e dalle “vocazioni” del territorio portuense, prevede la messa in rete delle diverse attività e aree di sosta attrezzate, ossia di tutte le

240 PARTE PRIMA. INTERPRETAZIONE DI UN PAESAGGIO ARCHEOLOGICO CONTEMPORANEO. IL DISTRETTO PORTUENSE Portuense as a parkway Once the problems and criticalities were revealed trees. In this case, the planned interventions favour ABSTRACT and all of the elements that would be useful for the ecological and landscape recovery and strengthening construction of the new archaeological landscape of the primary elements of the historic agrarian hill of the Portuense district were selected, a landscape and plain landscape. strategy was defined for the archaeological The zones of archaeological promotion and landscape project. The elements involved are developmentare among the areas of activity linked complex elements, which is to say composed of to the parkway by the bicycle and foot paths. These multiple individual elements that, in relation to the new community sites are complex and multifunctional context of insertion, assemble to create different spaces, activity parks, which emerged from projects spatial configurations without ever setting aside for the promotion and development of the primary their functional “oneness”. Each of the elements finds and are configured through the reinterpretation was conceived in answer to the conflicts that have and narration of the archaeological landscapes. been revealed and emerges from the reworking, The construction of a new community area, in planning terms, of the objects included in the conceived to start from the qualities and vocations catalogue of key elements. of the Portuense territory, involves the inclusion The first complex element is the parkway. The within the landscape strategy creation of a network reconfiguration of Via Portuense has the primary with other activities and rest areas, which is to say aim of making it safe (adaptation of the section, in all activities, community spaces and leisure areas, accordance with the Italian Highway Code (Nuovo whether these are already existing, anticipated Codice della Strada – Legislative Degree 30 April through other territorial planning initiatives or newly 1992 no. 285 and successive modifications), as imagined based on concrete opportunities for the well as giving physical, practical and perceptive recovery of degraded spaces, new uses for space continuity to its entire route, through the insertion of and environmental reclamation. recognisable and descriptive street furniture. The final element, necessary for the reorganisation Along the entire path of the parkway, which remains of the Portuense territory, is that of access to the reserved for public and private vehicles, there is parkway and network of bicycle and foot paths. The a complex network of bicycle and foot paths, the access system, other than including the already purpose of which is to connect Via Portuense directly operating FR1 stations, also includes the Porto train with leisure destinations. station, the terminus of a light tram at the top of the Numerous green zones filled with trees and shrubs Corviale Hill, increased river navigability and the were planted to protect the bicycle and foot path creation of new river berths. network. The planning values of this third element are manifold: it is a filter and path separator as regards the most consuming activities already carried out in the area; it offers compensation as regards the brand-new realisation of waterproof or semi-waterproof spaces and it offers environmental stabilisation and recovery of the most fragile and degraded elements of the current ecological system. Another purely vegetational project element comprises plantations of individual and rows of

3. TERRITORI E AMBIENTI FUTURI | PORTUENSE STRADA PAESAGGIO 241 Evidenziati a colori i rinvenimenti archeologici re-interrati: via Portuense Antica, impianti di canalizzazione e insediamenti repubblicani, acquedotto portuense (da sinistra verso destra). Parte seconda

Linee guida per la valorizzazione dell’archeologia invisibile. La Nuova Fiera di Roma Guidelines for the promotion and development of invisible archaeology. The Nuova Fiera di Roma 4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA

Lucina Caravaggi Le testimonianze archeologiche si configurano nella proposta Portuense strada paesaggio – e come un riferimento quanto mai duttile rispetto alle quello ravvicinato – mirato a rileggere, conservare e quote di osservazione di un territorio: attraversano riconfigurare singole testimonianze archeologiche, le diverse scale mantenendo la capacità di svelare riconducibili all’area della Fiera di Roma. storie di uomini e di ambienti del passato, sono in L’approfondimento progettuale delle Linee guida grado di indirizzare uno sguardo ravvicinato come giunge fino al livello che permette di argomentare quello da un aereo, di modificare la percezione dello compiutamente le singole scelte, senza però spazio attraverso medesimi processi di “simulazione” svilupparne una specifica declinazione figurativa. mentale, e di connettere il presente a passati lontani. Questo dovrebbe permettere l’uso delle Linee Così, come in un’immagine frattale, zoomando guida a supporto del progetto di questo comparto, sull’area della Fiera di Roma, le testimonianze di e di altri analoghi appartenenti al medesimo strade, insediamenti e suoli coltivati appartenenti contesto paesistico archeologico Portuense, senza a fasi protostoriche e a diverse fasi romane, condizionare le interpretazioni dei progettisti, ma mantengono costanti gli stessi principi di garantendo un sufficiente grado di coerenza rispetto funzionamento del più vasto territorio Portuense a cui alle sistemazioni delle aree archeologiche vincolate appartengono, e nello stesso tempo acquistano una (cfr. L. Caravaggi, Nuove categorie di valorizzazione peculiarità che li rende nel loro insieme un contesto archeologica, infra, pp. 264-277). irripetibile, composto da tanti siti differenti, ogni sito a sua volta con storie e mutazioni uniche. Per questo l’esercizio progettuale riferito a uno Orientamenti archeologici nella città specifico contesto, assunto come indissolubile dal contemporanea. Anche l’osservazione ravvicinata suo più vasto territorio di appartenenza, può risultare degli spazi della nuova Fiera di Roma mostra, esemplificativo di una modalità di lavoro, ed essere attraverso un’evidente riproposizione trans-scalare, di una qualche utilità per affrontare il progetto in altri quanto già osservato nel più vasto territorio contesti. Portuense (figg. 4.1, 4.2, infra, pp. 249-251). Le Linee guida nascono quindi dalla simultaneità di Abitare la città contemporanea significa, anche due sguardi: quello strategico – rivolto a un vasto in questo caso, confrontarsi con lo spaesamento paesaggio archeologico, racchiuso sinteticamente dimensionale, con la mancanza di riferimenti collettivi,

244 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA con il dominio assoluto degli spazi destinati alle auto La vicenda del piano particolareggiato della Nuova rispetto a qualsiasi altro elemento, con l’impossibilità Fiera di Roma è un caso emblematico di come i dello spostamento a piedi, con la mancanza di rinvenimenti archeologici siano stati metabolizzati comfort ambientale. “al minimo” dal progetto (almeno fino a oggi), e In un’area così complessa, destinata a ospitare di come potrebbero invece in futuro costituire flussi ingenti di persone che si spostano a piedi una traccia preziosa per aumentare la qualità dei (per es., dai parcheggi e dalla stazione ferroviaria progetti e delle realizzazioni, senza necessariamente verso i diversi ingressi della Fiera), appare evidente mettere in discussione le previsioni urbanistiche (fig. la mancanza di chiarezza dei percorsi pedonali, la 4.4, infra, p. 255). lunghezza eccessiva delle connessioni, la totale Gli orientamenti, le tracce e le permanenze mancanza di percorsi all’ombra e spazi di sosta, archeologiche possono infatti costituire un supporto l’assenza di attività e spazi per il loisir stabili e perciò quanto mai concreto, anche in rapporto alle aree in grado di presidiare e far vivere un’area così vasta. verdi vincolate, per la riqualificazione ambientale e Il Programma di intervento urbanistico della Fiera, l’uso pubblico di aree oggi degradate e marginali. oltre ad interessare aree comprese tra l’insediamento di Commercity a sud e una piccola zona residenziale a nord (che è oggi compressa tra i capannoni e la Nuovi significati della valorizzazione via Portuense), ha previsto infatti la realizzazione di archeologica. In primo luogo si tratta forse comparti edilizi destinati a insediamenti direzionali di sgombrare il campo da un atteggiamento e ricettivi, solo in parte realizzati, che sono destinati molto diffuso che emerge frequentemente nella ad avere tempi e modi di frequentazione continuativi, sistemazione di aree con ritrovamenti re-interrati, differenti e del tutto autonomi dalle manifestazioni atteggiamento che potrebbe letteralmente definirsi fieristiche. “superficiale”, in quanto tende a tracciare sulla E anche in questo caso, tra le strade, i capannoni superficie del suolo scavato alcuni “segni” desunti e i parcheggi, ampie fasce incolte denunciano e dalle testimonianze sottostanti. indicano, solo a pochi informati, la presenza di Un atteggiamento che muove dalla volontà positiva testimonianze archeologiche reinterrate (fig. 4.3, di comunicare i ritrovamenti ma che finisce infra, p. 254). per banalizzare irrimediabilmente il messaggio

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA 245 archeologico con ghirigori di sassi bianchi appoggiati su tappeti erbosi, o percorsi costellati di ciottoli di fiume circondati da aiuole e giardinetti. Più in generale si tratta di riabilitare il concetto di traccia archeologica, liberandolo da una sua diffusa e confusa identificazione con un “segno” desunto dai ritrovamenti, generalmente ricondotto all’universo del decoro, o peggio dell’arredo, svincolato da qualsiasi ipotesi di comunicazione storica di ritrovamenti e contesti. Una delle conseguenze più nefaste di questo riferimento al “segno” archeologico è proprio la totale sconnessione degli oggetti dai loro contesti, sia da quelli “coevi” al ritrovamento da segnalare che da quelli contemporanei. Per evitare le scorciatoie di segni e disegni a buon mercato è necessario delineare con chiarezza il senso contemporaneo della valorizzazione, interpretando il progetto come assunzione di responsabilità nei confronti del passato in rapporto ai significati che questo può assumere oggi, in contesti ben definiti, con i loro limiti e le loro potenzialità. Nel caso della Fiera di Roma il progetto della valorizzazione archeologica incrocia, in qualche modo facendosene carico carico, di una serie di problemi ambientali e funzionali dell’intero comparto, proponendo l’interpretazione delle principali testimonianze archeologiche (linee, punti e superfici dell’archeologia invisibile) quali dispositivi flessibili, spazi verdi ma anche materiali della coesione tra parti sconnesse, parchi per attività molteplici capaci di favorire i rapporti con il contesto ambientale, soprattutto con quello fluviale, rapporti significativi sia rispetto al passato che al presente (fig. 4.5, infra, p. 259).

246 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA ARCHEOLOGICAL FINDS AS Archaeological finds can be an extremely flexible guideline for increasing the quality of plans and A PLANNING OPPORTUNITY resource with regard to a territory’s observation level: projects, without questioning about urban planning IN THE CONTEMPORARY they run through the various gradations maintaining expectations. The various orientations, traces and CITY the capacity to reveal human and environmental archaeological materials can be used as an extremely ABSTRACT history; they can guide an aerial gaze, modify the concrete support—in part by virtue of the availability perception of space through identical processes of of restricted green areas—for the environmental mental ‘simulation’ and connect present to distant redevelopment and public use of areas that are pasts. currently deteriorated and marginal. Like in a fractal image, zooming in on the area of the Nuova Fiera di Roma (Rome trade fair centre), New meanings of archaeological promotion evidence of roads, settlements and cultivated land and development. To avoid the short cuts of cheap belonging to protohistoric phases and various ancient signs and designs, which in the best-case scenario Roman periods illustrate the functional principles of make archaeological evidence a kind of decoration the vaster Portuense territory they belong to, and at or furnishing for contemporary space, it is necessary the same time acquire a peculiarity that makes them a to clearly delineate the current meaning of promotion unique context, when taken as a whole. and development, interpreting the project as an The Guidelines thus emerge from the simultaneity assumption of responsibility for the past in relation to of two perspectives: the strategic perspective— the meanings that it can have today, in well-defined addressing a vast archaeological landscape, contexts, with all of their limits and potentials. summarily enclosed within the Portuense landscape In the case of the Nuova Fiera di Roma, the road proposal—and the close up perspective—aimed archaeological promotion and development project at rereading, preserving and reconfiguring individual intersects, and in a certain way takes upon itself, archaeological finds in the area of the Nuova Fiera di a series of environmental and practical problems Roma. involving the entire sector, proposing the interpretation of the main archaeological evidence (lines, points and Archaeological orientations in the contemporary surfaces of invisible archaeology) as flexible systems; city. Close-up observation of the spaces of the Nuova green spaces but also materials that create cohesion Fiera di Roma reveals, through clear cross-scale re- between disconnected parts, multiuse parks that presentation, what has already been observed in the favour relationships with the environmental context vaster Portuense territory: dimensional disorientation, and especially with the river’s, relationships that are an absence of community references, the absolute meaningful with respect to both the past and the domination of car-areas, the impossibility of getting present. around by foot and the absence of environmental comfort. The wide, overgrown zones that reveal and indicate, to the few who are informed, the presence of reburied archaeological finds make the meaning of the Implementation Plan of the Nuova Fiera di Roma an emblematic case of how archaeological finds were metabolised ‘at a minimum’ by the project, and of how in the future they might instead be used as a valuable

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA 247 Caratteri insediativi contemporanei gli uni agli altri senza soluzione di continuità e, al tempo stesso senza un rapporto reciproco, è un accostamento paratattico di spazi e modi di vita Il territorio della piana costiera delimitato a sud che non dialogano tra loro, producendo un “abitare dal fiume Tevere e a nord da via della Muratella e scomodo”, sintetizzabile in alcune figure (fig. 4.1): dal sistema aeroportuale (piste e aerostazione) è s%TEROGENEITÌDIMENSIONALELa rete autostradale con caratterizzato da una grande varietà di insediamenti. il sistema di svincoli e complanari e i grandi interventi L’eterogeneità non è solo spaziale (rapporti unitari dell’aeroporto e di Cargo City, di Commercity, dimensionali, tipologie ecc.) ma è soprattutto del Parco Leonardo, della Nuova Fiera di Roma, eterogeneità di funzionamenti, di modalità di uso e dell’interporto di Fiumicino, del centro commerciale di accesso, di ritmi di frequentazione. Questa varietà Da Vinci, hanno introdotto all’interno del paesaggio è dovuta a processi di insediamento diversi per agrario della piana costiera una “dimensione” del modalità (abusivi o pianificati, episodici o unitari) tutto nuova (per altezza, per estensione o per densità) e per epoca di realizzazione, che rispondono a che, accostata agli “elementi storici” (centri rurali, razionalità specifiche e settoriali, spesso conflittuali canali di bonifica, strade poderali, filari arborei) ma tra loro: anche ai più recenti insediamenti residenziali a bassa sILGRANDEINSEDIAMENTORESIDENZIALEABASSADENSITÌ densità (Piana del Sole, il nucleo abitato all’interno di Piana del sole, sviluppatosi abusivamente all’interno della Fiera ecc.), produce un effetto di fuoriscala della maglia di bonifica e oggi intercluso tra il canale e di estraneamento rispetto al contesto. Casali, della acque alte e la rete autostradale; villette, case mono e bifamiliari, sovrastati da svincoli, sILGRANDEPOLOCOMMERCIALEDI#OMMERCITY capannoni e grandi contenitori commerciali, sono sILGRANDEINTERVENTOUNITARIODELLA.UOVA&IERADI isolati, privati delle relazioni storiche e consolidate di Roma e delle aree direzionali a esso connesse che ha prossimità con lo spazio aperto, in particolare con le in parte inglobato insediamenti residenziali e militari aree coltivate. preesistenti; s$IPENDENZADALLEGRANDIINFRASTRUTTUREI grandi sILSISTEMAPOLIFUNZIONALEINTEGRATO0ARCO,EONARDO insediamenti produttivi, commerciali e residenziali che comprende gli insediamenti residenziali, il dipendono direttamente dalle grandi infrastrutture nuovo centro commerciale e le aree artigianali della (e dall’automobile) creando una maglia ipertrofica precedente destinazione produttiva; che soffoca, taglia e interrompe la rete minuta della sILCENTROCOMMERCIALE-ARKET#ENTRAL$A6INCI viabilità storica (la via Portuense, le strade poderali) sLANUOVAGRANDEINFRASTRUTTURAPERLAGESTIONEELA e la rete dei canali di bonifica. Esito di questo movimentazione delle merci di Cargo City; accostamento sono interruzioni di percorrenze sLINTERPORTODI&IUMICINO NONANCORACOMPLETATO preesistenti (carrabili e pedonali) e di reti di drenaggio che prevede la realizzazione di magazzini per corrieri (con frequenti e ricorrenti allagamenti e dissesti). e spedizionieri, aree per la sosta e la manovra degli s6ICINANZEPERICOLOSEViadotti e svincoli che automezzi, un centro servizi per le attività di supporto passano sopra i casali con rischio di incidenti e legate alla piattaforma logistica (uffici, controllo ecc.) sversamenti di inquinanti, autostrade che attraversano e per attività terziarie e commerciali; nuclei residenziali, traffico di mezzi pesanti vicino sLAEROPORTODI&IUMICINO a asili, agriturismi, campi coltivati sono alcuni dei L’esito di questi processi eterogenei di appropriazione problemi più evidenti dell’abitare contemporaneo. e territoriale, in cui gli insediamenti si sono aggiunti Vicinanze obbligate tra usi e attività eterogenee che

248 PARTE TERZA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 4.1. Caratteri insediativi e problemi dell’abitare.

Vicinanze pericolose Porosità e assenza dei margini Dipendenza dalle grandi infrastrutture Eterogeneità dimensionale degli edifici

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | CARATTERI INSEDIATIVI CONTEMPORANEI 249 4.2. Nuova Fiera di Roma. Funzionamento previsto ed effettivo

Accessi Funzionanti Non funzionanti

Parcheggi Funzionanti Non funzionanti

Percorsi pedonali progettati Interruzioni dei percorsi pedonali progettati Percorrenze pedonali rilevate

Degrado dello spazio

Sistema circolatorio

determinano abbandoni, comportamenti adattivi e inutilizzati, luoghi di degrado ed entropia in o “eversivi” come nel caso di pedoni costretti a cui si condensano usi impropri, attività illecite, percorrere strade carrabili senza marciapiedi, spazi depositi di materiali e scarti. Ogni spazio indefinito verdi utilizzati a parcheggi perché più vicini agli sembra alimentare la continua modificazione, accessi della Fiera, dei centri commerciali ecc. l’aggiustamento progressivo che caratterizza in s0OROSITÌEASSENZADIMARGINIL’indefinitezza modo particolare le nuove realizzazioni: parcheggi dei margini, il confine incerto tra i vari tipi di non utilizzati e abbandonati anche prima di essere insediamento e tra questi e la campagna generano ultimati, accessi chiusi, strade interrotte, deviazioni una molteplicità di spazi interstiziali, indefiniti provvisorie. Funzionamenti forzati che producono

250 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA Accesso funzionante Percorsi pedonali progettati Parcheggio non funzionante Sistema circolatorio

Accesso non funzionante Percorrenze pedonali rilevate Degrado

varie forme di insubordinazione: percorsi spontanei, solo in corrispondenza di manifestazioni espositive occupazioni ecc. e quindi non utilizzabili dagli addetti dei centri Richiamando la metafora delle immagini frattali, direzionali); i reali spostamenti pedonali coinvolgono il nuovo polo fieristico rappresenta in maniera spazi insicuri e inadatti (per es., le banchine della emblematica la città contemporanea. L’osservazione sezione carrabile della via Portuense); le aree a ravvicinata della Nuova Fiera di Roma permette in parcheggio sono spazi desolati e abbandonati oltre generale di riconoscere molte delle figure dell’abitare a essere fisicamente lontani e isolati rispetto agli scomodo che caratterizzano la pianura fluviale ingressi della Fiera (due ingressi su quattro non sono portuense, e denuncia in particolare l’inadeguatezza funzionanti; l’ingresso principale è quello più lontano dello spazio pubblico e di tutte le aree diversamente dalle grandi aree di sosta); le aree a verde, siano esse destinate ad una qualunque forma di uso collettivo da di verde pubblico, di rispetto archeologico o di arredo parte di utenti, visitatori, abitanti e addetti. Soprattutto stradale, sono caratterizzate da una percezione il raffronto degli spazi di connessione previsti e svilente, di forte degrado e insicurezza, prive di realizzati con il rilievo dei comportamenti reali, con ogni configurazione spaziale, inutilizzate e spesso specifico riferimento agli spostamenti pedonali, addirittura inaccessibili a causa dell’assenza totale di denunciano un pesante disfunzionamento dell’intero manutenzione. comparto: i percorsi progettati sono spesso interrotti o inaccessibili (per es., i passaggi sopraelevati che collegano la stazione ferroviaria e parte dei parcheggi pubblici all’ingresso nord della Fiera sono aperti

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | CARATTERI INSEDIATIVI CONTEMPORANEI 251 Contemporary The area of the coastal plain is characterised margins and an unclear boundary between the development features by a wide range of development types. Their various development types and between these and ABSTRACT heterogeneity is not only spatial (dimensional ratios, the countryside generate a multiplicity of interstitial, typologies, etc.), but also and above all derives from undefined and unused spaces of deterioration their functional, usage, access and frequentation and entropy, where clusters improper land usage profiles. This variety is due to development processes (adaptive or subversive), illegal activities, deposits of that differ in terms of modality (illegal or planned, materials and waste. fragmentary or unified) and period of realisation, and Returning to the metaphor of the fractal image, that correspond to often-conflictual particular and the new trade fair centre is an emblematic sector-specific rationalities. representation of the contemporary city. Close-up The result of these processes is a paratactic observation of the Nuova Fiera di Roma exposes, juxtaposition of spaces and lifestyles that are not in particular, an inadequacy of public spaces in dialogue with one another and that produce an and of areas dedicated to various kinds of users ‘awkward inhabited zone’, which can be summarised (visitors, residents, employees, etc). Above all, a in a few points: comparison between the envisioned and existing s$IMENSIONALHETEROGENEITYThe road network, linking spaces with observation of actual behaviour, with its system of junctions and slip roads, and with specific reference to pedestrian traffic, reveals large unified interventions have introduced into the the profound dysfunction of the entire area: the reclamation landscape a wholly new ‘dimension’ (in planned routes are often interrupted or inaccessible; terms of size, extension and density) that, combined parking areas are desolate, abandoned, physically with ‘historical elements’ (rural centres, reclamation far away and isolated zones from the Nuova Fiera canals, farm roads and rows of trees), as well as the di Roma entrances; green areas, whether public, more recent low-density residential developments archaeological or along the roads, are perceived as (Piana del Sole and the residential zone inside debased, deteriorated and unsafe, lacking in spatial the Nuova Fiera di Roma), produce off-scale and configuration, unused and often even inaccessible alienation effects from the surrounding context. due to a total lack of maintenance. s$EPENDENCEONLARGEINFRASTRUCTURESThe large productive, commercial and residential developments directly depend on large infrastructures (and cars), creating a hypertrophic network that suffocates, cuts and interrupts the minute historical road system (the via Portuense and farm roads) and the network of reclamation canals. s0ROXIMITYOFDANGEROUSELEMENTSViaducts and junctions passing over groups of houses bringing risk of accidents and dumped pollutants, motorways crossing through residential centres and heavy vehicles traveling near day-care centres, holiday farms and cultivated fields are a few of the most evident problems in the contemporary inhabited zone. s0OROUSNESSANDLACKOFMARGINSThe undefined

252 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA Ritrovamenti archeologici e alla presenza di un colonato agricolo che venne miglioramento dei progetti progressivamente abbandonato durante il periodo di crisi della fine III secolo a.C. (Seconda guerra punica). All’epoca imperiale risalgono invece le due I rinvenimenti archeologici nell’area della Fiera di grandi infrastrutture al servizio dei porti di Claudio Roma hanno imposto un ripensamento complessivo e Traiano: la via Portuense Antica e l’acquedotto delle previsioni contenute nel Programma di Portuense. Intervento Urbanistico delle aree di Ponte Galeria Questi importanti rinvenimenti e i vincoli necessari finalizzato alla realizzazione del nuovo polo a garantire sia la conservazione dei reperti (oggi fieristico. Il Programma, nella versione adeguata alle re-interrati) che la possibilità di nuove campagne prescrizioni della Conferenza dei Servizi del 30-07- di scavo hanno condizionato la realizzazione del 2003, interessava un’area di circa 223 ettari di cui: progetto della Fiera, modificandone l’assetto 61,70 destinati ai comparti fondiari (in particolare: generale e determinando la mancata realizzazione il comparto Z1 destinato alle attività fieristiche di alcune parti, in attesa di una proposta capace e i comparti Z2, Z3, Z4 destinati a insediamenti di garantire simultaneamente la tutela e la direzionali e ricettivi); 3,38 destinati a verde privato valorizzazione dei siti archeologici e la funzionalità e verde agricolo; 97 destinati a verde pubblico e a dei nuovi insediamenti commerciali e direzionali. verde di rispetto archeologico; circa 30,9 destinati Paragonando direttamente il planivolumetrico del a parcheggi pubblici; 30 destinati alla viabilità e al progetto originale della Fiera (2003) e lo stato verde di arredo. attuale delle realizzazioni (2013), si evidenziano due L’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici di settori in cui la fase attuativa degli interventi risulta Ostia (oggi Soprintendenza Speciale per i Beni essere stata particolarmente difforme in rapporto Archeologici di Roma – sede di Ostia) ha avviato alle previsioni originali (fig. 4.4): una campagna di scavi preventivi che ha interessato #OMPARTO: Il vincolo dell’antica via Portuense tutte le zone destinate a edificazione. In particolare che taglia diagonalmente la Fiera ha imposto sono stati eseguiti sondaggi archeologici attraverso una riorganizzazione della viabilità e delle aree a una maglia regolare di trincee che hanno interessato parcheggio, preservando un vasto spazio lineare estensivamente tutti i comparti; a tali sondaggi che, oltre a garantire la tutela archeologica, hanno fatto seguito sia allargamenti mirati a chiarire può costituire un elemento di connessione le sequenze stratigrafiche, sia scavi estensivi di tutti funzionale e paesistica tra diversi spazi e attività i siti archeologici individuati (fig. 4.3). contemporanee e garantire una quota significativa I rinvenimenti consistono in un insediamento di di aree permeabili tra i piazzali di asfalto. Alla epoca arcaica (VI secolo a.C.) facente parte presenza delle aree di vincolo dell’insediamento del sistema dei piccoli insediamenti rurali del residenziale e dell’impianto rustico (siti 21 e 20 fondovalle tiberino realizzati nel periodo di nella mappa dei ritrovamenti) è dovuta la mancata dominazione etrusca, e in numerosi insediamenti realizzazione di 8 dei 22 capannoni previsti dal di epoca romana che testimoniano una sistematica progetto originale della Fiera. Questa mancata occupazione del territorio in età repubblicana, realizzazione appare oggi funzionale anche ad un a partire dalla seconda metà del IV secolo a.C., ridimensionamento dell’area fieristica (anche in e per tutta l’epoca imperiale. Gli insediamenti di ragione di un bilancio non del tutto positivo dei epoca repubblicana sono probabilmente connessi primi anni di esercizio) e ad un ripensamento del

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI E MIGLIORAMENTO DEI PROGETTI 253 4.3. Mappa dei principali ritrovamenti (2013).

6. Via Portuense Antica 7. Necropoli 8. Area agro-pastorale: pozzi e canalizzazioni agri- cole/drenaggio 9. Fosse da albero e pozzi 10. Canale in muratura 11. Tomba a fossa 12. Viabilità locale 13. Viabilità locale 14. Edificio di servizio/magazzino 15. Insediamento di epoca arcaica 16. Acquedotto Portuense 17. Serbatoio d’acqua 18. Viabilità locale di epoca post-classica 19. Impianti di canalizzazione agricola/drenaggio 20. Impianto rustico 21. Insediamento residenziale 22. Area sepolcrale 23. Impianti di canalizzazione agricola/drenaggio e area sepolcrale 24. Impianti di canalizzazione agricola/drenaggio 25. Impianti di canalizzazione agricola/drenaggio 26. Mausoleo

suo rapporto con il contesto territoriale. Nel 2013 la di circa 32.000 mc di capannoni. Tra i requisiti società Investimenti S.p.A che gestisce il quartiere delle proposte da presentare sono state richieste, espositivo e congressuale di Roma ha emanato un oltre alla tutela dei siti archeologici, la sostenibilità bando di concorso per una nuova fase di sviluppo ambientale dell’intervento edilizio, l’integrazione con del polo fieristico e in particolare per la realizzazione il tessuto urbano circostante, la connessione con la delle cubature residue nel comparto Z1. In base rete delle comunicazioni materiali e immateriali. alla legge regionale Lazio 11/2011 (il cosiddetto Comparti Z2E:Nella cosiddetta area D della “Piano Casa”), è stata indicata la realizzazione di Fiera (comparti Z2 e Z3 con destinazione ricettiva 45.700 mc di edilizia residenziale (di cui il 30% e direzionale) i vincoli apposti sui rinvenimenti destinata a edilizia a canone calmierato), al posto archeologici (contesto agrario del conoide Galeria,

254 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 4.4. Nuova Fiera di Roma. Progetto (2003) e realizzazioni (2013).

1. Comparto Z1, 2013 (dati mappa: Google) 2. Comparto Z2 e Z3, 2013 (dati mappa: Google)

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI E MIGLIORAMENTO DEI PROGETTI 255 siti nn. 8-11 nella mappa dei ritrovamenti) e le riconnessione territoriale dei diversi siti archeologici relative prescrizioni impongono un ripensamento dell’ager Portuensis all’interno dell’intera Fiera. complessivo delle previsioni originarie rispetto alle L’insieme delle prescrizioni dettate dalla parti ancora inedificate, consentendo di perseguire Soprintendenza per la protezione dei reperti una maggiore integrazione tra spazi archeologici, influiscono quindi non solo direttamente sulla aree verdi e spazi edificati (fig. 5.20, infra, p. 307). configurazione spaziale delle fasce di vincolo ma Le prescrizioni specifiche della Soprintendenza suggeriscono anche, per queste stesse aree, riguardano infatti: potenziali e rinnovati ruoli di connessione fisica e sLAREALIZZAZIONEDIUNAFASCIACONFUNZIONEDIlLTRO funzionale tra i differenti comparti dell’intero polo tra i rinvenimenti e le aree edificate, complanare fieristico, a favore di un complessivo miglioramento all’area archeologica. Tale prescrizione oltre a dei progetti (e delle realizzazioni) che non alteri le garantire la protezione dei reperti è funzionale a originali previsioni urbanistiche. evitare un effetto “fossa” che isoli l’insieme dei rinvenimenti dal contesto, limitandone la fruizione; sILDIVIETODIREALIZZAZIONEDIUNFRONTEEDIlCATO continuo a ridosso dell’area archeologica, sempre ai fini di una maggiore integrazione tra l’area di valorizzazione archeologica e gli spazi edificati; sILRISPETTOELEVIDENZIAZIONEDIALLINEAMENTIE direzioni prevalenti dei rinvenimenti archeologici attraverso analoghi orientamenti di spazi aperti e spazi edificati.

La Soprintendenza ha anche definito degli indirizzi per la valorizzazione dei siti archeologici dei comparti Z2 e Z3 attaverso: sLAREALIZZAZIONEDELPARCOARCHEOLOGICOVERDE privato) contestualmente e compatibilimente con la realizzazione degli interventi edilizi, volta a garantire la protezione dei rinvenimenti sin dalle fasi di cantiere e la disponibilità di spazi aperti attrezzati sin dalle prime fasi di esercizio; sLAPERMEABILITÌlSICAEVISIVATRALAREADI valorizzazione archeologica e spazi aperti di pertinenza degli edifici, come condizione necessaria a garantire la continuità nella fruizione e nella percezione del parco archeologico, aumentando al tempo stesso, qualità e attrattività complessiva dell’intervento; sLACONTINUITÌFUNZIONALEEAMBIENTALETRAAREA archeologica e spazi aperti perimetrali, ai fini della

256 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA Archaeological finds and The archaeological finds in the area of the Nuova s3ECTOR Z2 AND:In this area the archaeological project improvement Fiera di Roma necessitated a complete rethinking of evidence (i.e. the agricultural context of the Galeria ABSTRACT the plans contained in the Programma di Intervento cone) imposed some limitations and the ensuing Urbanistico delle aree di Ponte Galeria (Urban complete rethinking of the original plans for the still Planning Intervention Project for Ponte Galeria) unbuilt areas. In particular, the restrictions dictated for the realisation of the new trade fair centre. The by the Cultural Heritage Office not only directly project concerned an area of around 223 hectares influenced the spatial configuration of the protected divided among building zones (for trade fair activity archaeological area but it also suggested, for the and administration and reception areas), green areas same area, a potential and renewed function as (private, public, agricultural and archaeological), public a physical and practical connector between the parking, and a road network bordered by vegetation. different sectors of the entire trade fair centre, The Soprintendenza launched a campaign of resulting in an overall improvement of the project archaeological excavations that involved all the without altering the original urban planning project area. This exploration was followed by other expectations. sondages with the intent to clarify the stratigraphic sequence of the area. The archaeological evidence naturally conditioned the realisation of the Fiera project, changing its overall organisation: some of its element were not built and their construction put on hold waiting for a development proposal that could on the one hand guarantee the protection, promotion and development of the archaeological sites, and, on the other hand, the functionality of the new commercial and administrative areas. Comparing the 3D plan of the original project of the Fiera (2003) with the current built state of the area (2013), it is possible to note that two sectors greatly differ from what was originally planned: s3ECTOR: The designation of the restricted areas of the residential development and of the rural framework resulted in building only fourteen of the twenty-two planned warehouses of the Fiera (Sector Z1). In 2013, a competition was announced for a new development phase regarding the trade fair centre and, in particular, the planning of the residual residential cubage. The proposal requirements included the preservation of the archaeological sites in addition to the environmental sustainability of the building project, the integration with the fabric of the surrounding city, and the connection with the material and immaterial communication network.

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI E MIGLIORAMENTO DEI PROGETTI 257 Nuova Fiera di Roma. Ipotesi di valorizzazione rispetto alle altre funzioni usuranti presenti nell’area. archeologica In primo luogo, appare con grande evidenza il possibile ruolo funzionale delle due principali “linee archeologiche” – la via Portuense Antica e Lo studio del funzionamento attuale, il rilievo l’acquedotto Portuense. Queste, in virtù della loro attento delle criticità d’uso dello spazio da parte continuità e della loro posizione, possono infatti dei soggetti e la mancanza di comfort ambientale, assolvere al fondamentale compito di ri-strutturazione anche in rapporto a nuovi possibili scenari di ambientale e funzionale dello spazio verde interno progetto connessi e finalizzati alla valorizzazione dei (acquedotto Portuense) o di creazione di un nuovo ritrovamenti archeologici re-interrati, hanno supportato parco di collegamento tra ingressi, parcheggi e la messa a punto del master plan per un possibile stazione del treno (via Portuense Antica). progetto di ristrutturazione dell’area della Nuova Fiera Sono evidenti inoltre alcuni “punti rossi” rappresentati di Roma. L’archeologia è il filo conduttore “invisibile” da strutture archeologiche stratificate a carattere delle scelte di riorganizzazione spaziale e funzionale. agricolo e insediativo, occasione di ripensamento Il progetto tende infatti non solo a conferire leggibilità circa la forma e la funzione dei capannoni “mancanti” e riconoscibilità allo spazio della Fiera favorendo nel recinto della fiera, della creazione di un’area l’orientamento e lo spostamento dei visitatori, verde multifunzionale e a servizio degli addetti del ma anche a rivitalizzare complessivamente l’area Da Vinci Center, e di un complessivo auspicabile attraverso l’inserimento di altre attività rispetto a miglioramento progettuale. quella espositiva, sul modello del parc d’activité Infine è presente un’area rossa che, per le sue francese. dimensioni e per la natura particolare dei ritrovamenti L’area della Nuova Fiera di Roma costituisce uno dei (residui di paesaggi agrari e infrastrutture idrauliche nodi strutturali della Portuense strada paesaggio, appartenenti a epoche diverse) è stata assimilata in continuità con gli interventi previsti per l’intero ad una “superficie” da destinare a parco pubblico, tracciato (come, per es., il caso delle fasce arboree all’interno di un comparto edificatorio sempre a e arbustive che non ricadono direttamente nel destinazione direzionale e ricettivo (fig. 4.6). comparto fieristico). Il progetto di valorizzazione di linee, punti e superfici Il progetto di ristrutturazione della Fiera e archeologiche sarà approfondito nel capitolo valorizzazione dei ritrovamenti archeologici si serve che segue (cfr. L. Caravaggi, Nuove categorie di di cinque categorie di spazi e materiali di progetto, valorizzazione archeologica, infra, pp. 264-277). ognuna delle quali è rappresentata nel master plan s!REEVERDIENASTROBLULe aree verdi corrispondono con un colore differente (fig. 4.5). al totale delle aree verdi pubbliche (standard) a cui si s!REEROSSELe aree rosse evidenziano il sistema aggiungono le fasce di pertinenza della via Portuense. delle aree archeologiche, o più esattamente delle È stata inoltre annessa al colore verde anche la aree caratterizzate da rinvenimenti archeologici a parte ovest del comparto edificatorio della Fiera cui ha fatto seguito l’apposizione di vincoli diretti e (attualmente inedificata e probabilmente destinata indiretti. Gli interventi di valorizzazione si differenziano a rimanere tale) e il comparto Z2, di destinazione e sono coerenti con i diversi gradi di protezione residenziale. Il nastro blu, sostanzialmente parallelo corrispondenti alle due fasce di vincolo. Ogni alla via Portuense, rappresenta il raccordo di un intervento persegue cioè obiettivi di protezione nuovo sistema di percorsi di distribuzione trasversali dei reperti reinterrati, di compatibilità degli usi e e superfici a cui sono affidati la riconnessione di protezione ambientale delle aree archeologiche funzionale dell’intera area della Fiera e la ri-

258 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 4.5. Ipotesi di progetto di rilettura dei ritrovamenti e nuova pedonalità.

configurazione dello spazio pubblico. Le aree verdi (in particolare: un asilo, un casale per ricevimenti rappresentano il suolo rigenerato, permeabile e e un distributore in cui c’è anche una tavola calda connettivo, entro cui si sviluppa l’intervento dello frequentata da molti impiegati del Da Vinci Center). spazio pubblico (nastro blu). Inoltre lungo la via Portuense, tra la rotonda Il nastro blu connette le aree di valorizzazione dell’ingresso est e il cavalcavia dell’autostrada ci archeologica, gli ingressi della Fiera (nella visione di sono diversi e frequentati punti street-food che progetto tutti funzionanti), i parcheggi (nella visione potrebbero essere inseriti nel sistema dello spazio di progetto tutti funzionanti), la stazione ferroviaria, pubblico (fig. 4.7). il centro servizi (Da Vinci Center, con il sito della Il nastro blu non occupa le fasce di pertinenza delle percorrenza stagionale 13) e il comparto Z3, nonché infrastrutture, in corrispondenza delle quali è previsto i servizi e le attività presenti all’esterno dell’intervento solo l’inserimento di fasce vegetazionali di mitigazione della Fiera lungo questo tratto della via Portuense e filtro tra la strada carrabile e il percorso pedonale.

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | NUOVA FIERA DI ROMA. IPOTESI DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 259 4.6. Spazi ed elementi coinvolti nel progetto di ristrutturazione della Fiera.

Le due modalità di uso – carrabile e pedonale – allestimento ecc.). L’inserimento di tutte queste sono organizzate in modo autonomo ma nello stesso fasce verdi, alte e basse, segue l’orientamento tempo sono interconnesse, in coerenza con le scelte ortogonale della bonifica, ne reintegra misure, sviluppate per l’intera Portuense strada paesaggio. immagini e consistenza ambientale, enfatizzando s0ALLINIVERDI. I pallini verdi segnalano la previsione la stratificazione di orientamenti differenti, con d’inserimento di nuove formazioni vegetazionali particolare riferimento a quelli ottocenteschi e a lineari arboree e arbustive, con il compito principale quelli di epoca romana (fig. 4.8). di mitigazione ambientale. Sono state collocate in s0ALLINIGIALLICHIARIESCURI I pallini gialli segnalano particolare lungo la via Portuense in corrispondenza vaste fasce di vegetazione con il compito di delle fasce di pertinenza delle infrastrutture; nei mitigazione e protezione, ma anche di rigenerazione parcheggi per aumentare il comfort ambientale delle di ecosistemi depauperati. I nuovi impianti sono superfici adibite alla sosta; in prossimità dei casali stati collocati lungo le grandi infrastrutture della bonifica per proteggere le funzioni residenziali, autostradali e ferroviarie e lungo il corso del Tevere, scolastiche o di loisir dalle attività fieristiche del collettore principale di bonifica e del Fosso più logoranti (oltre alle attività espositive che si Galeria, dove la vegetazione, seppure spesso già svolgono nei capannoni, all’interno del comparto presente, necessita di interventi per il rafforzamento, fieristico hanno frequentemente luogo attività di consolidamento e riequilibrio ecologico-ambientale carico e scarico delle merci, di stoccaggio, di pre- dello stato attuale.

260 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 4.7. Rilievo degli spazi coinvolti.

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | NUOVA FIERA DI ROMA. IPOTESI DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 261 4.8. Aree verdi e nastro pedonale. Layers di approfondimento.

262 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA The Nuova Fiera di Roma. Archaeology is the ‘invisible’ thread running through correspond to the totality of public green areas Possibilities for the spatial and functional reorganisation options for a (standard), with the addition of the relevant zones of archaeological promotion potential project to redevelop the area of the Nuova the via Portuense, and represent the regenerated, and development Fiera di Roma (the New Rome Trade Fair Centre). permeable and connective land within which the ABSTRACT The area of the Nuova Fiera di Roma is one of public space intervention (blue strip) is developed. the structural nodes of the Portuense landscape The blue strip connects the areas for archaeological road, consistent with the interventions envisioned promotion and development, the Nuova Fiera di for the entire route (such as the independent but Roma entrances (which the plan envisions as all interconnected organisation of the various options for being functional), the train station, the service centre vehicular, bike and pedestrian traffic). and sector Z3, as well as services and activities The project, which involves five categories of spaces outside the Nuova Fiera di Roma intervention along and materials, not only aims to make the space of this section of via Portuense. The blue strip does the Nuova Fiera di Roma legible and recognisable, not include the relevant infrastructures zones, for facilitating visitor orientation and movement, but also which are envisioned only the introduction areas of to revitalise the area as a whole, on the model of the vegetation designed to mitigate and serve as a filter French parc d’activité, through the introduction of between the road and the pedestrian path. other activities in addition to those linked to trade s'REENDOTS The green dots mark envisioned fairs. plantings of rows of trees and shrubs, with the s2EDAREASThe red areas highlight the system principle function of environmental mitigation (in of archaeological areas, or, more precisely, relevant infrastructure zones and car parks; near areas characterised by archaeological finds with reclamation structures to protect residential, school applied direct and indirect restrictions. Promotion and leisure functions from the most taxing trade fair and development interventions differ and are activities). The introduction of these green zones consistent with the various degrees of protection emphasises the stratification of different orientations, corresponding to two restriction categories, with the with special reference to those of the nineteenth aims of protecting finds, compatible usage and the century and the ancient Roman period. environmental protection of archaeological areas s9ELLOWDOTSLIGHTANDDARK The yellow dots from other taxing activities in the zone. mark vast vegetation zones serving the functions In particular, the potential functions of the two main of mitigation and protection, as well as that of ‘archaeological lines’—the old via Portuense and regenerating impoverished ecosystems in need the Portuense aqueduct—appear quite clear. By of ecological/environmental development and virtue of their continuity and position, these two rebalancing (relevant areas of main road and rail ‘lines’ could in fact fulfil the fundamental function of infrastructures and the banks of the Tiber, the main environmentally and practically reorganising interior reclamation collector and the fosso Galeria). green space (the Portuense aqueduct) or creating a new link park, connecting entrances, car parks and train stations (old via Portuense). The project for the promotion and development of archaeological “linear infrastructures”, “points” and “surfaces” will be discussed more in-depth in the next chapter. s'REENAREASANDTHEBLUESTRIPThe green areas

4. RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI COME OCCASIONE DI PROGETTO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA | NUOVA FIERA DI ROMA. IPOTESI DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 263 5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA

Lucina Caravaggi L’interpretazione progettuale per punti, linee secondo uno schema di tipo lineare secondo cui e superfici supporta i differenti progetti di il progetto viene affrontato all’ultimo passaggio, valorizzazione riferiti ai diversi siti archeologici, quando tutte le scelte sono state fatte senza disponendone ordinatamente correlazioni e verifica progettuale, e spesso è troppo tardi per singolarità. Ci sono ritrovamenti che senza alcun tornare indietro). Il percorso di lavoro sviluppato dubbio possono essere definiti lineari, come le in questa ricerca indica, alle diverse scale, le “linee” delle strade e degli acquedotti; altri che medesime modalità di lavoro orientate al progetto, possono essere assimilati a punti, come nel caso con lo stesso grado di “concretezza” (fattibilità di insediamenti isolati o altri tipi di ritrovamenti amministrativa, verifiche tecniche, prefigurazioni “insularizzati” per l’evoluzione del loro contesto, spaziali). In questo senso sarebbe opportuno (per es. in questo caso le aree di frequentazione); sostituire il concetto tradizionale di scala con quello e altri ancora che si possono definire superfici, in di livello di osservazione del territorio. virtù della loro estensione e della natura degli stessi Il ricorso a una figura facilmente comprensibile ritrovamenti, (per es. ilcaso specifico di “superfici come quella di punti, linee e superfici, favorisce coltivate”). infine una comunicazione efficace in termini Il ricorso alla stessa figura – punti, linee e superfici figurativi (strumenti di rappresentazione e supporti –, presa liberamente in prestito da Kandinsky conoscitivi), permettendo la necessaria astrazione e poi declinata al plurale per la forza evocativa ma contrastando l’eccessivo distacco dalla dell’astrazione e non per specifici riferimenti configurazione fisica del territorio. figurativi, caratterizza le diverse parti della ricerca: Più in generale si potrebbe dire che ha il merito dall’intero contesto costiero all’area della Fiera di supportare il progetto senza condizionarlo di Roma, fino all’interpretazione ravvicinata dei dall’interno, come un’impalcatura supporta differenti siti archeologici. le diverse fasi di costruzione di un edificio Con questo si intende evidenziare in primo luogo la (un’impalcatura non può essere considerato forte trasversalità dell’interpretazione archeologica un elemento dotato di valore in sé, eppure è rispetto al territorio contemporaneo, e mostrare indispensabile per immaginare-realizzare qualcosa la fertilità di uno sguardo che non procede per che ancora non c’è) (cfr. Rileggere e valorizzare passaggi di scala (dal generale al particolare le linee. La via Portuense Antica; Rileggere

264 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA e valorizzare i punti. Il sito 13; Rileggere e e mostrano quindi una perfetta rispondenza con valorizzare le superfici. Il contesto agrario del l’interpretazione del contesto Portuense. Punti linee conoide Galeria, infra, pp. 278-311). e superfici archeologiche sono state interpretate La struttura concettuale costituita da punti, linee e cioè come altrettanti stepping stones, corridoi e superfici, oltre che trans-scalare si dimostra anche serbatoi per l’auspicabile rigenerazione di territori profondamente trans-disciplinare. Appare efficace costieri usurati. infatti non solo in campo archeologico ma anche Il ricorso prevalente a materiali naturale (terra e in quello ecologico ambientale per la disposizione materiali verdi) implica non una fuga dal progetto di ordinata di indirizzi di intervento (in questo caso architettura ma la messa a punto di un programma rivolti in particolare alla vegetazione). innovativo per la valorizzazione e la rilettura del L’integrazione tra valorizzazione archeologica e patrimonio storico-archeologico, in qualche modo in interventi di rivitalizzazione ecologica appare, rapporto con la grande tradizione di interpretazione soprattutto nei contesti dell’urbanizzazione recente, dell’antico che ha preso forma proprio con la quanto mai adeguato e auspicabile. Le analogie nascita dell’archeologia, in opposizione alle tra la figura di punti, linee e superfici e alcune tendenze ricostruttive. modellizzazioni dell’ecologia del paesaggio sono L’interpretazione che viene suggerita in evidenti, e ormai largamente note: a partire dal termini linguistici infine è senza alcun dubbio ruolo di corridoi assegnato alle formazioni lineari e dichiaratamente inscritta nella ricerca (importanti funzioni di connessione e di scambio, dell’architettura contemporanea: l’unico linguaggio indispensabili al mantenimento della biodiversità), al che può essere utilizzato per “valorizzare” ruolo che le formazioni puntuali – suggestivamente l’archeologia è quello contemporaneo, con denominate stepping stones – possono assumere tutte le declinazioni possibili, ma rinunciando in rapporto alle esigenze di alcune specie animali, programmaticamente a qualsiasi forma di mimesi per giungere alle prestazioni delle grandi superfici o di travestimento vernacolare, che pure troppo naturali il cui ruolo è quello di mantenersi come spesso è quello preferito dalle strutture direzionali serbatoi di naturalità. di alcune Soprintendenze. Queste immagini sono state utilizzate felicemente proprio negli ambienti insularizzati,

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 265 1. Variabili della rilettura archeologico- geometrizzanti; sconnessi da significati culturali paesistica. Su questo sfondo possono essere vitali diventano esercizi autoreferenziali, con disposte le categorie da utilizzare come guida e presunto valore estetico, che si sovrappongono – a supporto figurativo per i progetti di valorizzazione volte recando disturbo – ai testi che vorrebbero di siti archeologici scavati e re-interrati, denominate interpretare. orientamento, continuità, ritmo, funzionamento- Mentre gli orientamenti sono le tracce del “tempo evoluzione (fig. 5.1). lungo” della storia, e come tali, con una qualche rispettosa serietà, andrebbero considerati e Orientamento. Soffermarsi sui significati reinterpretati. dell’orientamento quando si parla di archeologia è Nelle Linee guida per la valorizzazione un riflesso quasi istintivo, largamente diffuso e per dell’archeologia invisibile l’orientamento è qualche verso facilmente comprensibile. considerato una variabile attiva per ogni tipo di L’orientamento è il primo indizio che ci svela intervento, da utilizzare cioè sia per i siti lineari che il grado di continuità tra un ritrovamento e il per quelli puntuali che per le superfici. suo territorio di appartenenza, così come lo Ricorrere a questa variabile come supporto per osserviamo oggi. Osservare differenti orientamenti, l’interpretazione contemporanea dell’archeologia da una carta, da un aereo, da una foto, oppure significa, in linea generale, esplicitare gli andamenti percorrendo una strada o costeggiando un muro, significativi di tracciati e strutture costruite, significa avviare, anche istintivamente, un confronto enfatizzandone differenze e specificità rispetto a tra razionalità e funzionamenti differenti, razionalità altri orientamenti (per es., quelli moderni, o rispetto e funzionamenti che spesso non comprendiamo all’ambiente naturale). Per esempio, ai fini della esattamente – e questo ci spinge a indagare, leggibilità di una percorrenza oggi scomparsa, a cercare dietro quei diversi orientamenti per è opportuno che la rilettura del tracciato antico comprendere le ragioni delle differenze: quote enfatizzi l’andamento originario. Tutti gli eventuali di suoli antichi, consistenze di pedologie recenti, percorsi e allestimenti che intendono suggerire confini tra acque stagnanti e bonifiche, margini la presenza dell’infrastruttura lineare dovranno di alluvioni, sistemi di partizione proprietaria, quindi essere orientati secondo le direzioni note o sovrapposizioni tra insediamenti ancora attivi e altri accertate. per lungo tempo abbandonati. Gli orientamenti, una volta decifrati, o ri- Continuità. Uno dei principali problemi nella scoperti – come nel caso della via Portuense trasmissione di senso di una struttura archeologica con il suo andamento profondamente diverso è quello della mancanza di continuità delle dal tracciato moderno, e con una razionalità di aree di interesse archeologico e delle strutture funzionamento ancora in parte da “scoprire” e archeologiche stesse, connessa alle fratture che chiarire –, permettono di orientarsi nel tempo delle un testo – più o meno sotterraneo – ha subito nel trasformazioni storico-ambientali, ma anche nello corso del tempo, o anche all’incompletezza delle spazio che percorriamo oggi, se opportunamente campagne di scavo, che spesso ci restituiscono segnalati. solo alcune parti di una infrastruttura che per C’è tuttavia il rischio di trasformare gli orientamenti esempio, nel caso di una strada, “proseguirebbe” in segni vuoti. Deprivati del loro spessore euristico poco più in là se solo si potesse scavare. gli orientamenti si riducono infatti a grafismi La continuità è un tema centrale per la rilettura

266 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.1. Variabili della rilettura archeologico-paesistica. attraverso la moltiplicazione infinita di pochi oggetti ripetitivi – strade, capannoni, centri commerciali e residenze diffuse. Una stessa esigenza di continuità proviene, in questi territori, sia dalle esigenze di valorizzazione archeologica che da quelle di miglioramento delle condizioni di vivibilità (cfr. L. Caravaggi, Territori e ambienti futuri, infra, p. 210-220; L. Caravaggi, Rinvenimenti archeologici come occasione di progetto nella città contemporanea, infra, p. 244- 247): continuità di percorrenze pedonali e ciclabili, continuità di aree verdi presidiate e coltivate, continuità di connessioni ecologiche tra ambienti differenti, continuità di acque, continuità della direttrice archeologico-paesistica Portuense da Porta Portese al Porto di Traiano, continuità di percorsi protetti dalle aree verdi della Fiera di Roma al parco del Tevere. Nelle Linee guida la continuità è considerata una variabile attiva soprattutto per le strutture lineari, anche quelle presenti all’interno di antiche superfici coltivate (strade, acquedotti, percorrenze secondarie, dighe, canali ecc.) Ai fini della comprensione dei differenti tipi di tracciati lineari, in linea generale le sistemazioni e contemporanea dell’archeologia, e quindi per gli allestimenti dovrebbero concorrere a evidenziare la comprensione di territori e insediamenti del tre diversi tipi di continuità: passato. continuità fisico-funzionale: la continuità dei La comunicazione di funzionamenti e assetti tracciati lineari dovrebbe essere garantita oggi non più attivi si scontra in primo luogo con attraverso la possibilità di muoversi e spostarsi la discontinuità “endogena”, quella causata cioè realmente lungo la linea, con il supporto conoscitivo dall’evoluzione di una struttura rispetto a differenti di allestimenti capaci di suggerire la funzione fasi storiche, che a volte, soprattutto nelle “aree originaria delle strutture e le peculiarità del rapporto centrali”, genera dubbi e interrogativi rispetto alla tra infrastruttura e contesto; scelta di quale continuità decidere di evidenziare. continuità visivo-percettiva: la leggibilità dei In questo caso si tratta soprattutto (per un tracciati lineari dovrebbe essere garantita anche principio di rilevanza e non di esclusività) di una in presenza di fratture o interruzioni dovute alla discontinuità “esogena”, indotta dagli insediamenti presenza di strade, parcheggi, aree edificate contemporanei che, soprattutto nei territori e altre interferenze di varia natura, attraverso maggiormente investiti da trasformazioni recenti, la predisposizione di allestimenti che guidano hanno frantumato il continuum ambientale il riconoscimento visivo della percorrenza

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 267 interrotta “oltre” l’ostacolo, anche attraverso Nelle Linee guida il ritmo è considerato una circumnavigazioni o by-pass di varia natura variabile attiva soprattutto per le strutture lineari funzionale. principali (strade, acquedotti, dighe ecc.). continuità simbolica: la leggibilità della continuità Per favorire la leggibilità dei ritmi – regolari degli antichi tracciati dovrebbe essere garantita o irregolari – è opportuno che i dispositivi di anche laddove non è possibile realizzare progetto suggeriscano i differenti rapporti esistenti percorsi, allestimenti o segnalazioni di variazione tra ritrovamenti e loro ambienti di vita, in forma dell’itinerario (aree intercluse, sbarramenti, limiti tale da evidenziare anche il grado di continuità/ dell’area di intervento) attraverso la previsione di discontinuità rispetto all’ambiente attuale. dispositivi capaci di indicare “simbolicamente” Ai fini della rilettura dei caratteri ambientali la continuità interrotta, che rimane in attesa di “originari” le sistemazioni, in particolare le essere riconquistata (landmarkers di varia natura, sistemazioni del suolo e gli impianti vegetazionali, segnalazioni di luce, ecc). dovrebbero suggerire la presenza di quegli Per garantire la percezione della continuità di accidenti che hanno condizionato la realizzazione un tracciato è importante utilizzare i medesimi e la vita dell’infrastruttura stessa (depressioni, materiali lungo l’intero tratto di progetto; in canali, polle, acque ecc.) e che hanno obbligato le caso di convivenza di più tracciati, i materiali da strutture costruite ad adattarsi, con conseguente impiegare nella realizzazione di eventuali percorsi variazione di dimensioni, tecniche costruttive ecc. secondari dovrebbero essere diversi (per natura o Gli “ambienti del passato” costituiscono inoltre trattamento) da quelli del percorso principale. spesso un prezioso spunto per interpretazioni ecologiche contemporanee. Ritmo. La categoria interpretativa del ritmo Per garantire la leggibilità dei ritmi delle strutture deriva dalla riflessione sviluppata nel corso di antiche è opportuno che le sistemazioni diverse ricerche sul tema del rapporto tra strade contemporanee evidenzino le diverse caratteristiche e paesaggi contemporanei1. Il ritmo infatti è tecniche e costruttive accentuandone il ruolo ricondotto al rapporto, complesso e storicamente rivelatore delle condizioni di contesto. determinato, che un’infrastruttura lineare instaura con il suo contesto fisico-morfologico di Funzionamento-evoluzione. Piuttosto che appartenenza, costituendosi essa stessa, in virtù proporre una lettura banalizzante di un ritrovamento di questo rapporto, come elemento di costruzione archeologico, che annulla ogni complessità di un paesaggio, e fattore (a volte dominante) della funzionale ed evolutiva in nome della sua sua riconoscibilità. trasmissione a un pubblico “vasto”, sarebbe meglio La variabile del ritmo viene quindi assunta come astenersi da qualsiasi azione. modalità di interpretazione delle peculiarità La predominanza del valore storico, argomentata morfologiche e ambientali del contesto (nel caso in premessa, obbliga a un confronto rigoroso con della via Portuense ritmo discontinuo in rapporto le fasi di vita di un ritrovamento, e a un’attenta a dislivelli del suolo paludoso, polle, canali ecc.) disamina critica finalizzata alla selezione delle 1 in rapporto alle caratteristiche costruttive dei fasi che appaiono più significative ai fini della sua Si vedano in particolare: Cara- manufatti (ritmo continuo di contrafforti, ricorsi, rilettura e valorizzazione. vaggi 2011; Caravaggi Menichi- ni 2007; Caravaggi, Menichini, modificazioni, riprese ecc.), elementi considerati tra In linea generale, si può affermare che sarebbe Pavia 2004; Caravaggi 2004. loro inscindibili. opportuno prevedere dispositivi progettuali in grado

268 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA di rileggere modalità di uso e di funzionamento di un’interpretazione rigorosa delle testimonianze una struttura, cercando di comunicare non solo gli archeologiche, le Linee guida prevedono anche stati “stazionari” ma anche le eventuali variazioni, criteri più tradizionalmente riferiti alla protezione interpretando cioè diverse fasi di vita, almeno le dei ritrovamenti anche in relazione agli usi principali, di un testo archeologico. contemporaei compatibili delle aree di verde Nelle Linee guida la variabile del funzionamento, archeologico. ed eventualmente della sua evoluzione, è assunta Questi sono stati organizzati in tre famiglie: come variabile trasversale, attiva cioè per ogni tipo protezione dei ritrovamenti, usi contemporanei di struttura si intenda interpretare e valorizzare. compatibili, potenziamento ambientale e paesistico La sua assunzione comporta l’esplicitazione (fig. 5.2). delle relazioni funzionali esistenti tra elementi coevi, ma anche le variazioni e le fratture (di uso Protezione dei ritrovamenti. Le Linee guida e di funzionamento) tra elementi appartenenti a muovono dal fatto che, ai fini della protezione epoche differenti. La valutazione delle fasi di vita dei rinvenimenti da agenti ambientali, climatici e significative dovrebbe tenere conto soprattutto antropici, si rende necessario il reinterro dei siti dell’interesse storico della struttura in relazione a scavati, sia che questi si trovino inseriti in contesti specifici contesti economici, culturali e ambientali spazi edificati sia che si trovino in spazi aperti. del passato. Questa appare infatti la scelta più opportuna Per garantire la leggibilità di usi e funzionamenti gli considerando le caratteristiche sabbiose del allestimenti dovrebbero privilegiare l’interpretazione suolo, la presenza della falda superficiale, la delle relazioni tra strutture principali, manufatti di presenza di aree interessate da rilevanti interventi servizio, risorse naturali e assetti territoriali (per di trasformazione, e la possibilità di uso collettivo esempio tra edifici rurali, pozzi, canali, strade di delle aree. accesso; tra aree di sepolture, aree al contorno, Ai fini della protezione dei rinvenimenti, qualsiasi strade di accesso; ecc.). sistemazione (allestimenti, progetti di valorizzazione Al fine di rileggere eventuali elementi di mutazione ecc.) che insiste sulle aree di vincolo diretto e frattura tra epoche differenti si può invece si dovrebbe sempre mantenere a una quota di ricorrere a una forma di variazione rispetto alle sicurezza rispetto ai reperti mai inferiore ai 50 cm. “sistemazioni di fase”, accentuando anche in questo Ai fini del rispetto del testo archeologico, e per caso il rapporto con eventuali trasformazioni socio- non compromettere nuove eventuali operazioni ambientali del contesto. di scavo e di ricerca, i materiali da impiegare Inoltre, ai fini della leggibilità di più siti che nella realizzazione delle diverse attrezzature risultano fisicamente prossimi ma che in realtà dovrebbero rispondere a criteri di reversibilità, in sono differenti per epoche e funzione, si dovrebbe rapporto alla possibilità di essere smantellati nel favorirne una percezione differenziata attraverso la futuro. È opportuno pertanto utilizzare materiali possibile variazione di quote e andamenti, e l’uso di leggeri, quali legno e materiali metallici, che non materiali differenti. necessitano di fondazioni profonde e invasive, e sono completamente rimuovibili. Nel caso siano necessarie strutture di fondazione per opere in 2. Variabili di uso e protezione. Insieme elevazione queste dovrebbero essere previste a alle categorie mirate a garantire la leggibilità e opportuna distanza dai rinvenimenti stessi.

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 269 dal contesto in cui si opera, e dall’obiettivo della sua valorizzazione. In generale la compatibilità è dettata dal rispetto delle norme relative alla protezione dei reperti, in questo caso accennate al paragrafo precedente. La messa a punto di una frequentazione intelligente di ampi spazi archeologici richiede la presenza di attrezzature idonee, che spesso appaiono del tutto inadeguate (per forma e “messaggio”) alla finalità di rilettura e di uso contemporaneo dello spazio archeologico stesso. È evidente infatti nel nostro paese la carenza di una ricerca specifica sulle attrezzature adatte agli spazi archeologici (definibile Archeologic-design), di cui possono invece essere trovati esempi nelle esperienze più recenti del design internazionale (caratteristiche di sostenibilità ambientale, coerenza nella scelta dei materiali, duttilità, modularità, reversibilità, economicità, immagine contemporanea, scevra cioè da tendenze ricostruttive e da impropri tratti vernacolari ecc.). Nelle aree di valorizzazione archeologica andrebbero inoltre sostenute ipotesi di cambiamento d’uso creativo degli spazi costruiti esistenti, anche per realizzare strutture adatte alla didattica e ai laboratori. Ma è necessario indirizzare 5.2. Variabili di uso e protezione. Ai fini della protezione dei rinvenimenti è l’attenzione verso le esigenze gestionali degli spazi, consigliabile in generale orientare la scelta dei nel tentativo di evitare contenitori che inseguono materiali vegetazionali verso specie con modesto modelli di musealizzazione e di comunicazione per sviluppo radicale in modo da proteggere i reperti molti versi ormai inadeguati rispetto all’avanzamento sottostanti. della ricerca, alla contrazione economica, alle nuove A maggiore protezione dei reperti e del loro esigenze dei “fruitori” (soprattutto necessità di contesto ambientale, oltre al rispetto dei vincoli maggiore comfort ambientale) ecc. Particolarmente archeologici e delle relative prescrizioni, è interessanti appaiono recenti sperimentazioni opportuno prevedere adeguate fasce verdi di filtro di convivenza virtuosa tra attività di ricerca (non e di protezione ambientale rispetto a strade e rimunerative) e attività connesse al commercio, alla parcheggi. ristorazione, meglio se collegate alla produzione agricola in loco ecc. (rimunerative), o forme di Usi contemporanei compatibili. autogestione con finalità sociali. L’individuazione di specifici usi compatibili Nell’area della Fiera di Roma gli usi che appaiono da prevedere nei progetti di valorizzazione è pertinenti e auspicabili sono comunque tutti strettamente dipendente dalla tipologia di reperto, connessi alla più generale destinazione di aree

270 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA verdi pubbliche o a frequentazione pubblica, Potenziamento ambientale e paesistico. Anche in ricadenti in comprensori con spazi e attività di questo caso le azioni di progetto sono dipendenti sicura rilevanza collettiva. dal contesto territoriale di intervento, dagli usi In primo luogo, al fine di assicurare la segnalazione presenti e previsti. Nel caso della Fiera di Roma, e la comprensione dei differenti siti archeologici considerata la convivenza forzata tra aree di dovrebbero essere predisposte opportune aree valorizzazione archeologica, grandi infrastrutture informative con strutture di segnalazione ad hoc. viarie e vaste distese impermeabilizzate di aree Ai fini di indirizzare con chiarezza i flussi di utenti a parcheggio, il potenziamento ambientale e diversi (ciclicamente anche ingenti), ma cercando paesistico è stato declinato come insieme di la massima integrazione funzionale tra aree di interventi di protezione/filtro e ricucitura paesistico- valorizzazione archeologica e aree di frequentazione ambientale, con la previsione di inserimento di “commerciale”, è opportuno predisporre lungo estese fasce arboreo-arbustive con funzione di l’intero tracciato delle principali direttrici di accesso filtro, barriera e schermatura visiva. all’area la segnaletica necessaria per selezionare Ai fini della protezione della rete di canali di gli itinerari. Questo permetterebbe di orientare bonifica spesso presenti nelle aree verdi adiacenti senza confusione i diversi flussi di utenti (per es. le aree di valorizzazione archeologica dovrebbero diretti ai centri commerciali o ai parchi) ma anche essere previsti interventi di manutenzione e di integrare al massimo i diversi tipi di spazi, con potenziamento della vegetazione ripariale arborea la speranza che ne possa risultare un mix virtuoso, e arbustiva con funzione di consolidamento delle sia in termini di salute pubblica (per es. attraverso sponde e di protezione e filtro rispetto ad agenti l’uso ordinario di percorsi pedonali nel verde) che inquinanti. di arricchimento culturale. Per garantire la valorizzazione ambientale e Ma la fruizione pubblica di aree archeologiche paesistica complessiva degli interventi appare come quelle del distretto Portuense costiero opportuno che i materiali vegetazionali da può avere senso solo se vengono previste, e impiegare nella realizzazione degli spazi verdi mantenute, aree verdi attrezzate, con caratteristiche rispondano ai seguenti criteri: adeguate alle differenti stagioni: aree al sole per sCRITERIECOLOGICISCELTADISPECIEAUTOCTONE l’inverno, aree in ombra per l’estate, aree protette e consolidate in grado di inserirsi nel contesto dalla pioggia, all’interno delle quali svolgere tutte ambientale, migliorandone il funzionamento le attività che di solito si praticano all’aria aperta ambientale e riducendo gli oneri di manutenzione; (pratica sportiva, gioco, incontro, riposo ecc.). sCRITERIPAESISTICISCELTADISPECIEINGRADODI Per permettere a tutti l’accesso alle aree di suggerire i diversi ambienti “originari” nelle aree valorizzazione archeologica (compresi portatori di di valorizzazione archeologica (per es.: specie handicap, donne incinte, bambini, anziani, persone igrofile o erbacee che suggeriscano il movimento con pacchi pesanti ecc.) è opportuno prevedere dell’acqua e la dinamicità dei paesaggi nelle aree lungo i percorsi pedonali attrezzati strutture e umide ecc. ); specie della tradizione moderna spazi a elevata accessibilità. I materiali utilizzati nei paesaggi della bonifica; specie a elevata dovrebbero conseguentemente garantire comfort e funzionalità ecologica in tutti gli spazi di raccordo e sicurezza (pavimentazioni non scivolose, superfici di filtro, privilegiando impianti a bosco disetaneo. non riflettenti ecc.).

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 271 *** paleoambiente coinvolto. In essa sono riassunti sinteticamente i contenuti essenziali da Percorso metodologico per i progetti di comprendere e comunicare attraverso il progetto. valorizzazione archeologica. Il compito di questa Parallelamente le elaborazioni grafiche hanno il sezione di ricerca è quello di verificare l’efficacia compito di sottolineare gli elementi significativi, delle nuove categorie di valorizzazione archeologica attraverso l’uso di foto e schematizzazioni dei rilievi attraverso l’approfondimento e la simulazione archeologici, puntando l’attenzione soprattutto sul progettuale. rapporto tra strutture e contesto ambientale, che Sono stati selezionati tre siti da valorizzare, nel caso del territorio portuense è un rapporto rispettivamente a carattere lineare, puntuale assolutamente “costitutivo”. e areale, e rispetto a ciascuno di essi è stato s6ARIABILIDELLARILETTURAARCHEOLOGICO PAESISTICA sperimentato lo stesso percorso di lavoro, Testo ed elaborazioni grafiche tendono a esplicitare scandito dai medesimi passaggi interni, in che modo le nuove variabili di supporto definiti sinteticamente: elementi archeologici all’interpretazione (orientamento, continuità, ritmo, significativi, variabili della rilettura archeologico- evoluzione funzionale) sono state declinate nel paesistica, variabili di uso e protezione, ipotesi di caso in esame. valorizzazione archeologica, dispositivi di progetto s6ARIABILIDIUSOEPROTEZIONEAnche in questo e simulazioni. Ogni passaggio è organizzato da caso, sia il testo che le elaborazioni grafiche un testo-scheda e da corrispondenti elaborazioni esplicitano il ruolo accordato alle prestazioni grafiche: connesse alla protezione dei ritrovamenti, agli usi s%LEMENTIARCHEOLOGICISIGNIlCATIVIDal punto contemporanei compatibili e al potenziamento dell’interpretazione archeologica, come più volte ambientale e paesistico. sottolineato sia in premessa che nelle altre sezioni s)POTESIDIVALORIZZAZIONEARCHEOLOGICAViene del libro, il valore principale di questa ricerca esplicitata schematicamente una delle infinite sta forse proprio nel dialogo con gli archeologi possibili declinazioni progettuali degli interventi finalizzato alla selezione critica ed esplicitazione di valorizzazione, quale esempio di passaggio delle fasi di vita significative di un testo tra impostazione del tema (chiaramente archeologico, da rileggere attraverso il progetto di definito attraverso i passaggi precedenti) e sua valorizzazione. interpretazione attraverso uno specifico progetto di Ed è ancora una volta da qui che i progetti di spazio. Questo step può coincidere con il punto di valorizzazione dei singoli siti archeologici ripartono, partenza per eventuali concorsi di progettazione. ripercorrendo circolarmente lo stesso itinerario che s$ISPOSITIVIDIPROGETTOESIMULAZIONIIl percorso si ha guidato l’interpretazione nelle sezioni precedenti chiude con l’esplicitazione dei principali dispositivi (alle altre quote di osservazione del territorio). di progetto, nei quali si concentrano i contenuti A questo fine è stata messa a punto una scheda ritenuti particolarmente significativi. Generalmente sintetica, che costituisce una sorta di modello per si tratta della specificazione di una o più categorie la redazione di una sorta di carta d’identità del della rilettura archeologica (orientamento, ritrovamento che si intende valorizzare. continuità, ritmo, evoluzione funzionale) non più La scheda di testo è articolata nelle seguenti assunte in forma separata ma integrate rispetto alle voci: nome, stratificazioni e fasi di vita, caratteri variabili di uso e protezione (attrezzature, impianti dimensionali, materiali e tecniche costruttive, vegetazionali ecc.).

272 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA Riferimenti bibliografici s,#ARAVAGGI Schema direttore della strada dei due parchi, in Nuovi paesaggi, progetti sostenibili per la Provincia di Pescara, catalogo della mostra (Provincia di Pescara, Assessorato all’Ambiente e alla valorizzazione del Territorio), Acma, Milano. s,#ARAVAGGIACURADI  Ricostruzione di territori, progetti a supporto dei Comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, Lucoli nella Provincia di L’Aquila, Alinea, Firenze. s,#ARAVAGGI 3-ENICHINI Linee guida per la progettazione integrata delle strade, Alinea, Firenze. s,#ARAVAGGI 3-ENICHINI 20AVIA Stradepaesaggi, Meltemi, Roma.

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 273 ARCHAEOLOGICAL Conceiving the plan in terms of points, lines Finally, this linguistic concept is unquestionably PROMOTION AND and surfaces provides support to the various and declaredly inscribed within the interests DEVELOPMENT: SOME projects designed to promote and develop the of contemporary architecture and opposed to NEW CATEGORIES archaeological sites, organising correlations and reconstructive trends: the only language that can be ABSTRACT singularities in an orderly way. Some of the finds used to ‘promote and develop’ archaeology is the can be unquestionably defined as lines, such as contemporary one, in all of its declinations, but while roads and aqueducts. Others can be equated programmatically renouncing all forms of mimesis or with points, for example isolated settlements and vernacular disguise, which are all too often preferred other kinds of finds that have been ‘insulated’ due by the administrations of some Archaeological to the evolution of their context, such as areas Heritage Offices. of frequentation. Still others can be considered surfaces, by virtue of their extension and the nature 1. Variables in landscape/archaeology of the finds themselves, such as the specific case of reinterpretation. Against this backdrop, we can cultivated ‘surfaces’. lay out four categories to be used as a guide and Recalling the concept of points, lines and surfaces, figurative support for projects focused on the freely borrowed from Kandinsky and presented promotion and development of archaeological in the plural because of the evocative power of sites that have been excavated and then reburied: abstraction rather than any specific figurative orientation, continuity, rhythm and evolution in content, characterises the various aspects of the function. research project: from the entire coastal zone Orientation. Orientation is the first indication to the area of the Nuova Fiera di Roma to the suggesting the degree of continuity that exists close-up interpretation of the various interested between a find and the territory it belongs to as we archaeological sites. observe it today. With this concept, we intend to emphasise first Orientations make it possible for us to orient and foremost the strong transversal nature of our ourselves in the time during which the historical and archaeological interpretations in respect with the environmental transformations took place, as well as contemporary territory, and to demonstrate the in the space we walk through today, if appropriately fruitfulness of a perspective that does not proceed marked. Orientations are the traces of the ‘long through scaled steps (from the general to the time span’ of history and, as such, should be taken specific in accordance with a linear scheme that under consideration and reinterpreted with a kind of is followed by the project up to the final step), but respectful seriousness. rather through different territory observation levels, In the Guidelines for the promotion and development all oriented towards the project with the same degree of invisible archaeology, orientation is considered of concreteness (administrative feasibility, technical as an active variable for all of the intervention types, checks, spatial indications). and therefore to be used for all three site categories: Recurring to easy concepts like points, lines and lines, points and surfaces. surfaces, facilitates effective visual communication Recurring to this variable as a support for the (tools of representation and cognitive support), contemporary interpretation of archaeology issues, permitting a necessary level of abstraction but also generally speaking, explicates the significant enduring excessive detachment from the physical developments of routes and built structures and configuration of the territory. emphasises their differences and specificities with

274 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA respect to other orientations (for example, modern while it awaits a solution (landmarks of various kinds, ones) or with respect to the natural environment, to special lighting, etc.). underline the presence of man-made elements. Rhythm. This interpretive category derives from Continuity. One of the main problems dealying the reflections developed over the course of varied transmission of the meaning of an archaeological research on the theme of the relationship between structure is that of an absence of continuity in the roads and contemporary landscapes. area of archaeological interest and concerning The variable of rhythm serves especially as a the archaeological structures themselves, whether method for interpreting a context’s morphological connected to the fractures that a text suffers and environmental peculiarities (in the case of the over time, the incompleteness of an excavation Via Portuense, discontinuous rhythm in relation to campaign or the fragmentation of the contemporary changes in level of marshland, springs, canals, etc.) environmental continuum, which often provides us in relation to the structural characteristics of the with only part of an ancient site. finds (the continuous rhythm of buttresses, courses, Continuity is a central theme for the contemporary modifications, revivals, etc.), elements considered reading of archaeology, as well as for understanding inseparable from one another. territories and settlements of the past. Towards the goal of interpreting the ‘original’ Arrangements and organisation – considered active environmental features, the arrangements, and in variables above all in the case of linear structures – particular arrangements of land and plants, need need to partake to highlight three different types of to suggest the chance features that conditioned continuity: the realisation and life of the infrastructure itself s0HYSICALANDFUNCTIONAL: the continuity of linear (depressions, canals, springs, water elements, etc.) routes needs to be ensured through the possibility of and that made it necessary for the built structures actually moving along them, with cognitive support to be adapted, with resulting changes in dimension, suggesting the structures’ original function and any building methods, etc. ‘Past environments’ are peculiarities in relationship between infrastructure moreover often a valuable clue for contemporary and context; ecological interpretations. s6ISUALANDPERCEPTIVE: the legibility of linear Evolution/function. The predominance of historical routes needs to be ensured even when broken or value, discussed in the introduction, necessitates interrupted by roads, car parks, built-up areas or rigorous comparison of the phases of a find’s history other interferences of various nature, through the and close critical examination aimed at selecting provision of materials that guide visual recognition those phases that seem the most significant in of the interrupted path ‘beyond’ the obstacle, even terms of the goals of interpretation, promotion and through circumnavigation or bypasses of various development. functional kinds; In general, one can state that it would be fruitful to s3YMBOLICthe legibility of the continuity of old plan for project apparatuses that can reread the routes also needs to be ensured when it is not function of and ways of using a structure, trying possible to create paths, displays or indications to communicate not only the ‘stationary’ stages concerning variations in the itinerary (blocked areas, but also any variations, such that they ‘absorb’ the obstructions, limits to the area of intervention) various phases of life, or at least the main ones, of an through the provision of apparatuses that archaeological text. ‘symbolically’ indicate the interrupted continuity, In the Guidelines, the variable of function, and where

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 275 appropriate, that of evolution, is understood as a towards species with modest root development. transversal variable, and thus active for each type of To better protect the finds and their environmental structure earmarked for interpretation, promotion and context, in addition to respecting archaeological development. restrictions and their relative requirements, it is Its adoption entails the explication of the functional advisable to plan sufficient green zones to serve as relationships that exist between elements from the filters and environmental protection with respect to same periods, as well as variations and breaks (in roads and car parks. use and in function) between elements from different Compatible contemporary uses. The periods. The assessment of significant life phases identification of specific compatible uses to be needs to consider, above all, the historical interest of planned for promotion and development projects the structure in relation to specific economic, cultural is closely dependent on find’s typology, work’s and environmental contexts from the past. context and the goal of the find’s promotion and development. In general, compatibility is dictated by 2. Variables in use and protection. Together with respect for the regulations relative to the protection the categories focused on ensuring the legibility and of finds, which in the present case were noted in the rigorous interpretation of the archaeological material, preceding section. the Guidelines also include criteria more traditionally The refinement of intelligent frequentation of large related to the protection of finds, including in relation archaeological spaces requires the use of suitable to compatible contemporary uses of archaeological apparatuses, which often appear wholly inadequate green areas. (in form and ‘message’) for the goals of rereading and These are divided into three families: protection contemporary use of the archaeological space itself. of finds, compatible contemporary uses and The areas of archaeological promotion and environmental and landscape development. development should also be considered for Protection of finds. The Guidelines start from creative changes in the use of existing built spaces, considering the sandy quality of the soil, the consistent with the economic crisis and the new presence of the surface layer and areas affected needs of users. In the area of the Nuova Fiera di by major transformation interventions and the Roma, the kinds of uses that seem pertinent and possibilities for community use of the areas: it was desirable are all linked to general use as public green necessary to rebury the excavated sites in order to space or areas for public frequentation, concerning protect the finds. zones with spaces and activities of sure community For this purpose any kind of arrangement importance, and to serving as a connector between (organisational, promotion and development projects, ‘commercial’ areas and therefore orienting diverse etc.) that involves directly restricted areas always and cyclically sizeable user flows. needs to maintain a safety level of at least 50 cm Environmental and landscape development. In with respect to the finds. this case, the project activities depend on territorial As concerns the aims of respecting the context and on present and anticipated uses. In the archaeological text, and to avoid compromising case of the Nuova Fiera di Roma, environmental possible new excavation work and research activity, and landscape development is understood as the the materials used for the various elements of the totality of protection and filtering and landscape/ project need to be reversible. As for the use of environment mending interventions, with plans for plants, it is generally advisable to orient selection the introduction of extensive plantings of trees and

276 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA shrubs to serve as filters, barriers and visual screens. a sorting model to draft an identity card of the The plant types to be used for the green spaces selected find for promotion and development, must answer the following criteria: summarising the basic information needed to s%COLOGICALCRITERIACHOICEOFNATIVEANDESTABLISHED be understood and communicated through the species suitable for the environmental context, promotion and development project. In parallel, improving environmental functioning and reducing graphics have the task of emphasising important the burden of maintenance; elements through photographs and schematisations s,ANDSCAPECRITERIACHOICEOFSPECIESTHATCAN of the archaeological surveys, focusing attention suggest various ‘original’ environments in the areas on the relationship between structures and the of archaeological promotion and development (for environmental context, which in the case of the example, hygrophilous or herbaceous species that Portuense area is an absolutely ‘constitutive’ suggest the water movement and the dynamic relationship. nature of landscapes in humid areas, etc.); traditional s6ARIABLESINLANDSCAPEARCHAEOLOGYREINTERPRETATION modern species in reclamation landscapes; species Text and graphics aimed at explicating how the new that are ecologically high-functioning in all of the variables of support for interpretation (orientation, areas used to create connections or filters, privileging continuity, rhythm and evolution of function) are mixed-age forests. expressed in the case under examination. s6ARIABLESINUSEANDPROTECTIONTexts and graphics *** are used to explicate the role assigned to work connected to the protection of finds, compatible Methodological path for archaeological contemporary uses and environmental and promotion and development projects landscape development. Aim of this part of the research is to verify the s0OSSIBILITIESFORARCHAEOLOGICALPROMOTIONAND effectiveness of the new categories of archaeological development – project apparatuses. promotion and development through close Here, one of the infinite possibilities for promotion examination and planning simulation. and development is schematically explained, standing Three sites designed for promotion and development as an example of passage from setting up the theme were selected, one characterised as a line, another (clearly defined in the preceding sections) and its as a point and the third as an area, applying to interpretation in a specific spatial plan. each the same working method, following the same The methodological path concludes with the internal sections, summed up as follows: significant explication of the primary project apparatuses, the archaeological elements, variables in landscape/ elements considered to be especially meaningful archaeology reinterpretation, variables in use and are concentrated within. In general, it is a matter of protection, possibilities for archaeological promotion specifying one or more categories of archaeological and development, project apparatuses and rereading (orientation, continuity, rhythm or evolution simulations. Each section includes a text entry and of function) no longer considered as separate but corresponding graphics: instead integrated with respect to the variables in use s3IGNIlCANTARCHAEOLOGICALELEMENTS The and protection (apparatuses, plantings, etc.). archaeological promotion and development project starts from the dialogue with archaeologists. A summary text entry was prepared: it constitutes

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA 277 Rileggere e valorizzare le linee. La via in cementizio con paramento in opera reticolata e Portuense Antica contrafforti esterni. L’intero tracciato è caratterizzato dalla presenza di 14 ponti particolarmente concentrati nel tratto a N-nord- Elementi archeologici significativi est della via Portuense moderna, costruiti in fase con la strada, e realizzati con spalle in calcestruzzo Nome: via Portuensis – via Portuense Antica rivestite da blocchi di tufo disposti di testa e di taglio su cui s’impostava una volta a botte. La volta era Stratificazione e fasi di vita: La costruzione della rifinita in facciata da archi con ghiere in laterizio. La via Portuensis, funzionalmente connessa prima alla presenza dei ponti era funzionale alle caratteristiche costruzione del Porto di Claudio e successivamente ambientali del territorio attraversato dalla via a quello di Traiano con annesse strutture portuali, Portuensis: l’irregolarità dimensionale e localizzata di è datata nella sua fase monumentale conservata depressioni e avvallamenti del terreno determinavano all’epoca traianea (98-117 d.C.) l’ampiezza dei ponti che servivano per superarli La strada, che ripercorre in questo tratto il più (uno o due fornici). I ponti permettevano il deflusso antico tracciato della via Campana, subì nei secoli delle acque dovute all’attività di diverse risorgive interventi di restauro e ristrutturazione e fu del e polle d’acqua mineralizzata che si raccoglievano tutto abbandonata a seguito della catastrofica in queste depressioni, favorendone l’accumulo e inondazione del Tevere del 1557. Il tracciato è la dispersione nei terreni posti a nord-ovest del stato oggetto di spoliazione nel corso dei secoli di tracciato viario seguendo la naturale pendenza del abbandono anche per il recupero di materiale di terreno da sud verso nord (fig. 5.3). costruzione, con livellamento progressivo del piano carrabile e degli strati di preparazione. Paleo-ambiente: Limi grigio-azzurri del Tevere. Ambiente di origine alluvionale e tendenzialmente Caratteri dimensionali: Lunghezza complessiva del paludoso, caratterizzato da depressioni tondeggianti tratto indagato: 1.100 m. Larghezza della sezione di fondovalle, profonde anche alcuni metri e stradale: 5,30 m distribuite irregolarmente. L’origine di questi avvallamenti è associata alla fuoriuscita di acqua Materiali e tecniche costruttive: Tratto a nord/ mineralizzata e gas, testimoniata da tracce di nord-est della via Portuense moderna: il tracciato antiche polle di acque idrotermali già attive in stradale è realizzata su un viadotto sorretto da muri età repubblicana e caratterizzate da un’attività di contenimento in opera reticolata di buona fattura discontinua (fig. 5.4). realizzati con cubilia di tufo, in alcuni casi di diverso colore. Si addossano e in alcuni casi si legano, tramite ammorsature in tufelli, posti a distanze che Variabili della rilettura archeologico- variano in media da 4,20 a 4,50 m, contrafforti paesistica. La rilettura dell’orientamento assume esterni realizzati con la medesima tecnica una grande rilevanza ai fini della valorizzazione di costruttiva. un tracciato stradale, soprattutto in questo caso, Tratto a sud/sud-ovest della via Portuense moderna: per le differenze che si colgono immediatamente il tracciato, che corre sempre su viadotto, è rispetto agli orientamenti contemporanei e in caratterizzato dai due consueti muri di contenimento particolare rispetto alla maglia della bonifica

278 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.3. Elementi archeologici significativi 1 Rilievo archeologico della via Portuense Antica.

2

Elementi costitutivi del rapporto infrastruttura- contesto 1. Muri di contenimento e contrafforti 2. Ponti

Elementi significativi del contesto ambientale 3. Polle e depressioni 3

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE LINEE. LA VIA PORTUENSE ANTICA 279 5.4. Elementi archeologici significativi Rilievo archeologico della via Portuense Antica. Paleosuolo.

a) Schema stratigrafico. Lo schema stratigrafico è stato elaborato sulla base delle trincee di scavo eseguite lungo il lato sud della via Portuense Antica, presso il ponte VIII (elaborata da Arnoldus-Huyzendveld, 2011) b) Dettaglio fotografico. In basso l’argilla scura e il paleosuolo marrone precedenti alla strada romana; in alto i sedimenti fluviali storici influenzati dall’attività idrotermale a) b)

ottocentesca, che costituisce anche la matrice stato scavato (verso il Tevere), o resta inaccessibile dell’urbanizzazione recente. L’orientamento (area militare) (fig. 5.5). principale del tracciato della Portuense Antica è La rilettura del ritmo della via Portuense è sud-ovest/nord-est, mentre quello della Portuense particolarmente significativo dal punto di vista del moderna, e della maglia di bonifica è nord-ovest/ rapporto tra infrastruttura e contesto ambientale. sud-est. La direzione da enfatizzare nella rilettura Appare infatti evidente una duplice natura della è sicuramente quella che indirizza la percorrenza grande strada imperiale: da una parte il ritmo verso il Tevere, fortunatamente ancora possibile regolare dei contrafforti esterni posti a distanza grazie alla tutela delle aree fluviali, così da suggerire regolare (4,20/4,50 m) in rapporto a una tecnica un assetto del territorio antico del tutto diverso da costruttiva collaudata; dall’altra il ritmo irregolare dei quello contemporaneo, e il ruolo strutturale del fiume quattordici ponti necessari a superare depressioni nella infrastrutturazione territoriale e commerciale di e avvallamenti e permettere il deflusso delle acque Roma. che scaturivano da risorgive e polle di acqua Anche la rilettura della continuità del tracciato è mineralizzata. A quello dei ponti si accompagna ovviamente molto importante, trattandosi di una il ritmo altrettanto irregolare delle depressioni strada, in questo tratto sopraelevata, che ha avuto un del terreno e delle polle che costituiscono ruolo molto significativo nei collegamenti tra Roma e una testimonianza di straordinario interesse la sua costa. Si tratta in particolare di enfatizzarne la storico-ambientale, e che assumono un valore continuità fisico-funzionale dove questo è possibile paradigmatico rispetto alle dinamiche co-evolutive di (all’interno dell’area di vincolo), di minimizzare le manufatti e ambienti naturali (fig. 5.6). interruzioni in corrispondenza degli attraversamenti Dal punto di vista del funzionamento la rilettura del stradali attraverso il rafforzamento della continuità tracciato è necessariamente connessa al carattere visivo-percettiva, e di segnalare la continuità in forma dominante dell’infrastruttura, il suggerimento cioè simbolica nelle aree dove il tracciato non è ancora di una struttura sopraelevata che ha instaurato un

280 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.5. Variabili della rilettura archeologico- paesistica. Via Portuense Antica. Orientamento e continuità.

a) Orientamento principale del tracciato sud-ovest/nord-est b) Continuità del tracciato: continuità fisico- funzionale, continuità visivo-percettiva, continuità simbolica

a) b)

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE LINEE. LA VIA PORTUENSE ANTICA 281 dialogo complesso con l’ambiente attraversato, e la progettazione attenta dei percorsi di che godeva di totale autonomia funzionale rispetto attraversamento e di accesso al parco, diversi e alle molte percorrenze minori presenti nell’area. Per immediatamente riconoscibili rispetto al grande quanto riguarda l’evoluzione sarebbe opportuno percorso pedonale attrezzato che rilegge il tracciato suggerire almeno qualcuna delle fasi di decadenza della via Portuense, e la contemporanea messa a e spoliazione vissute dalla Portuense, segnalando, punto di un progetto adeguato di segnaletica e di per es., il sopraggiungere di rampe posticce per orientamento dei flussi di visitatori. Con particolare accedere a quel che restava della grande strada attenzione andrebbero progettati infine gli interventi imperiale o le moltissime aree di frequentazione di potenziamento ambientale e paesistico dell’area informale che si trovano lungo il suo tracciato, archeologica, affidando ad impianti arborei ad alta periodicamente riassorbite dalle acque e altrettanto efficienza ecologica il compito di proteggere il parco periodicamente risistemate in forma provvisoria per dagli impatti del traffico (fig. 5.7). ospitare funzioni di sosta e ristoro (stratificazioni di tracce di carri in sosta accanto a resti di forni per focacce, presenti soprattutto nel tratto esterno alla Ipotesi di valorizzazione archeologica – Fiera di Roma) (fig. 5.3). dispositivi di progetto. L’esemplificazione Nel caso di queste ultime variabili sarebbe progettuale è riferita al tratto della via Portuense auspicabile comunque il supporto di materiali Antica rinvenuto tra la via Portuense moderna a sud informativi ad hoc. e la ferrovia FR1 a nord (fig. 5.8). La presenza della via imperiale viene riletta attraverso la riproposizione di una percorrenza Variabili di uso e protezione. La destinazione rettilinea continua, rialzata rispetto al piano di d’uso per l’area della via Portuense Antica che campagna, con funzione di percorso pedonale. attraversa l’intero settore ovest della Fiera di Roma Si evidenzia la possibilità di interpretare la continuità è quella di costituirsi come significativo Parco dei muri di contenimento, e di segnalare la sequenza lineare, occasione preziosa di riconnessione regolare dei contrafforti esterni alla sede stradale e di differenti aree e comparti oggi sconnessi o la sequenza irregolare dei ponti (aperture). inaccessibili e quindi sottoutilizzati. L’infrastruttura Si suggerisce la presenza di percorrenze verde sarebbe utilizzabile infatti come percorso longitudinali autonome dal tracciato principale pedonale di collegamento tra l’area della Fiera, i attraverso la realizzazione di percorsi secondari, parcheggi pubblici, le aree verdi attrezzate e le aree funzionali al collegamento tra l’area archeologica, gli fluviali esterne alla Fiera. (La presenza della Riserva spazi della Fiera e le aree di sosta attrezzate (aree naturale Statale del Tevere Litorale spinge infatti pavimentate, aree soleggiate e ombreggiate, sistemi ad immaginare che, in un futuro, l’antica direttrice di segnalazione, ecc.). territoriale possa tornare a collegare di nuovo Roma Il rapporto costitutivo tra infrastruttura e contesto è con il “suo” grande porto). suggerito dalla sequenza di allestimenti vegetali e di Il parco lineare della Porteunse antica costituirebbe movimenti di terra che tendono a simulare l’instabilità inoltre una caratterizzazione “positiva” dell’area della dei paesaggi paludosi del passato, le depressioni e fiera, con sicuri benefici in termini di immagine, oltre le polle di acque minerali. che di funzionamento e di comfort. Gli allestimenti arborei e arbustivi di protezione In questo senso acquista molta importanza e filtro dell’area archeologica sono costituiti da

282 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.6. Variabili della rilettura archeologico- paesistica. Via Portuense Antica. Ritmi.

a) Ritmo regolare dei contrafforti esterni b) Ritmo irregolare dei ponti c) Ritmo irregolare delle depressioni del terreno e delle polle risorgive

a) b) c) Depressione causata dall’attività idrotermale

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE LINEE. LA VIA PORTUENSE ANTICA 283 5.7. Variabili di uso e protezione. Via Portuense Antica.

a)

c)

b)

a) Protezione dei ritrovamenti b) Usi contemporanei e potenziamento ambientale-paesistico: parco lineare della via Portuense Antica c) Area di vincolo 5.8. Ipotesi di valorizzazione archeologica. Parco lineare della via Portuense Antica e dispositivi di progetto.

b)

a) c) d)

a) Planimetria di progetto b) Continuità del tracciato principale e percorrenza secondaria c) Instabilità del paesaggio paludoso d) Studio delle quote specie che suggeriscono facies e funzionamento delle formazioni originarie e che ben si adattano alle attuali caratteristiche ecologico-ambientali: sGRAMINACEEORNAMENTALIEFORAGGERE ALBERIISOLATI o mosaici di Acero campestre (Acer campestre), Leccio (Quercus ilex) e Sughera (Quercus suber) per l’ambiente drenato delle sabbie del conoide Galeria; sMOSAICIDIFALASCOCladium mariscus), canneto (Phragmites australis), Lisca maggiore (Typhas angustipholia) e boschetti igrofili di Farnia (Quercus robur), Olmo (Ulmus campestris), Pioppo bianco (Popolus alba) e Ontano (Alnus glutinosa) per l’ambiente umido delle polle e del substrato limoso.

286 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA Interpretation, promotion and Significant archaeological elements (with one or two arches). development of the “linear Name: via Portuensis – ancient via Portuense Paleoenvironment: grey-blue silt from the Tiber. infrastructures”. The case of Stratification and periodization: the construction of the The originally alluvial, basically marshy environment, the ancient via Portuense via Portuensis dates in its actual monumental phase is characterised by irregularly distributed roundish ABSTRACT to the Trajan period (98-117 AD). The Portuense depressions several metres depth. The origin of road was a street mainly intended to serve the Port these depressions is related to the discharge of of Claudius and later of that of Trajan, with annexed mineralised water and gas, evidenced by traces of old infrastructures. hydrothermal springs that were already active in the This road – which in this part follows the older route Republican period and that were characterised by a of the via Campana – during its century-long history discontinuous activity. was subject to various restoration and reorganisation, and it was only definitively abandoned after the Variables in the interpretation of the catastrophic flood of the Tiber in 1557. The Portuense archaeological landscape. Orientation is one of road in the area under exam was robbed of its the main concepts for the interpretation and reading materials after its abandonment a phenomenon which of an ancient infrastructure. The orientation makes it led to the progressive levelling of its surface and of its possible to immediately grasp the difference of the preparatory layers. ancient landscapes with the contemporary ones. Dimensions: overall length of the investigated section: The orientation of the ancient via Portuense runs 1,100 m; width of the road section: 5.30 m southwest-northeast, while that one of the modern via Building materials and methods: North-northeast Portuense (and of the nineteenth-century reclamation section of the modern via Portuense: this section of network, i.e. the matrix of recent urbanisation) runs the road was built on a viaduct supported by retaining along a northwest-southeast axis. walls made in opus reticulatum. Some external Another key element is the concept of continuity of buttresses – which are built in the same building the road. Specifically, this is a matter of emphasising technique – lean against the viaduct and they are physical and functional continuity where possible sometimes connected to them, at a distance of 4.20 (within the restricted area), minimising interruptions, and 4.50 m from each other. ensuring correspondence of road crossings through South-southwest section of the modern via reinforcement of visual/perceptive continuity, and Portuense: this section, which continues along the symbolically signalling continuity in areas where the viaduct, is characterised by two customary retaining route has not yet been excavated (toward the Tiber) or walls in Roman concrete faced in opus reticulatum remains inaccessible (i.e. the military zone). and with external buttresses. The entire section has Interpreting the rhythm of the via Portuense is another fourteen bridges that were built at the same time key element from the perspective of the relationship as the road. These consist in concrete abutments between infrastructure and environmental context. faced with blocks of tuff that are laid in stretchers The double nature of this Roman imperial road is and headers, previously topped by a barrel vault. The clear: on the one hand, we have the regular rhythm bridges were built in response to the environmental given by the evenly spaced external buttresses; on the characteristics of the territory crossed by the via other hand, we have the irregular rhythm given by the Portuense. The dimensional and localised irregularity fourteen bridges built to cross over depressions and of the depressions and dips in the terrain determined dips, which also permit the discharge of waters that the width of the bridges, clearly built to cross them came from resurgences and springs of mineralised

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE LINEE. LA VIA PORTUENSE ANTICA 287 water. The rhythm of the bridges is accompanied by It would also be possible to interpret the continuity of the equally irregular rhythm of the depressions in the the retaining walls and indicate the regular sequence ground and the springs, which are of extraordinary of the buttresses external to the road and the irregular historical and environmental interest, and take on sequence of bridges (openings). paradigmatic value with respect to the co-evolutive The presence of longitudinal routes independent from dynamics of finds and natural environments. the main section of the road is suggested through the realisation of secondary routes, to be used as links Variables in use and protection. The use planned between the archaeological area, the spaces of the for the area of the ancient via Portuense is that of a Fiera and the recreation areas (paved areas, areas of meaningful linear park, i.e. a valuable opportunity for sun and shade, signage systems, etc.). reconnecting areas and sections that are currently The constitutive relationship between infrastructure disconnected or inaccessible, and therefore and context is suggested by the sequence of plantings underused. The green infrastructure would in fact be and earthworks that aim to simulate the instability of usable as a pedestrian path connecting the area of the marshy landscapes of the past, the depressions the Fiera, the public car parks, the green areas and and the mineral water springs. the river areas outside the Fiera, giving a positive character to the entire area in terms of image, function and comfort. In this sense it becomes critically important to carefully plan paths for crossing through and accessing the park, which would be different and immediately distinguishable from the pedestrian path over the original route of the via Portuense, and at the same time to prepare a plan for signage and orientation for visitors. Finally, a special attention would be paid to designing projects for the environmental and landscape development of the archaeological area, protecting the park from traffic impact with the planting of trees of high ecological effectiveness.

Possibilities for archaeological promotion and development – project apparatuses. The planning example concerns the section of the ancient via Portuense discovered between the modern via Portuense to the south and the FR1 railway to the north. The presence of the Imperial Roman road has to be interpreted through the representation of a continuous rectilinear stretch of land, raised up with respect to the level of the countryside and serving as a pedestrian path.

288 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA Rileggere e valorizzare i punti. Il sito 13 frammento di tegole e coppi.

Paleo-ambiente: Sedimenti sabbiosi giallastri. Ambiente Elementi archeologici significativi di origine alluvionale connesso al conoide del fosso Galeria, tendenzialmente ben drenato e coltivabile, e Nome: Sito 13 – percorrenza stagionale limitatamente soggetto alle alluvioni del Tevere.

Stratificazione e fasi di vita: A causa della limitata conservazione del percorso, non si hanno dati diretti per Variabili della rilettura archeologico-paesistica. la sua datazione, anche se è possibile ipotizzare in base Le testimonianze archeologiche rinvenute in alla sua collocazione e in rapporto agli insediamenti un un’area limitrofa alla Fiera di Roma, all’interno di utilizzo almeno dalla tarda epoca repubblicana per tutta un comparto caratterizzato da edifici di dimensioni l’età imperiale. rilevanti, sono state ricondotte a una delle molte percorrenze, probabilmente a carattere stagionale, che Caratteri dimensionali: Le ridotte dimensioni dei tratti caratterizzavano il funzionamento dell’area in rapporto di tracciato conservati, non permettono di ricavare dati alle funzioni agricole e a una rete capillare di scambi certi sulla larghezza del tracciato né sul suo andamento e connessioni tra insediamenti sparsi, anche se non è complessivo. Il ritrovamento di alcune scaglie di macco stato possibile stabilire quali fossero le sue relazioni quale unico limite settentrionale, permette di ipotizzare funzionali con gli altri siti della Fiera. una larghezza massima di 7 m. L’orientamento “prevalente” del ritrovamento, considerata la sua natura irregolare, è sud-ovest/ Materiali e tecniche costruttive: Le parti del tracciato nord-est. La sua accentuazione assume soprattutto un rinvenuto sono composte da materiali eterogenei: significato contemporaneo, cioè quello di evidenziare la scaglie di macco e marna, scaglie di tufo litoide e totale estraneità del progetto di valorizzazione rispetto al qualche basolo di selce. La posa in opera delle singole contesto edificato circostante. scaglie è stata eseguita con cura: quelle di maggiori Attraverso la rilettura della continuità fisico-funzionale dimensioni sembrano accuratamente selezionate per del ritrovamento è certamente possibile rimarcare la sua la loro forma e presentano generalmente l’estremità natura di una percorrenza, ma non ci sono elementi che appuntita rivolta verso l’interno, mentre la faccia esterna possano supportare l’indicazione visiva o simbolica del è liscia. L’accurata connessione delle scaglie utilizzate suo andamento nel territorio circostante, disperso nel come vespaio creava un piano carrabile uniforme, corso del tempo. mentre la disposizione di quelle lungo il margine Dal punto di vista del funzionamento la percorrenza garantiva un solido contenimento. Sul vespaio doveva mostra un’interessante eterogeneità di materiali e poi disporsi l’acciottolato, ora non più conservato; non tecniche costruttive che ne indicano una probabile si riscontrano segni di usura né di solchi carrai (fig. 5.9). evoluzione attraverso fasi di vita differenti. In Il tratto più occidentale conserva solo la crepidine questo senso è interessante sottolineare l’accurata meridionale e pochi resti del vespaio, mentre nel tratto realizzazione del piano carrabile, reso uniforme dalla successivo il vespaio che si addossa alla crepidine attenta connessione di scaglie di macco selezionate si conserva maggiormente e presenta, disposte in base alla loro forma, e l’attenzione con cui sono direttamente sullo strato, alcune scaglie di macco e realizzati margini di consolidamento della percorrenza marna di grandi e piccole dimensioni insieme a qualche stessa. Anche se non c’è la possibilità di tracciare

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE I PUNTI. IL SITO 13 289 5.9. Elementi archeologici significativi. Rilievo una sequenza chiara delle diverse fasi di vita del archeologico del sito 13. ritrovamento purtuttavia questo carattere duplice dell’infrastruttura, accurato in alcuni dettagli e 2 contemporaneamente molto fragile rispetto all’ambiente circostante, lo rende un “frammento” significativo e quasi simbolico del rapporto con il contesto della Fiera, carattere questo che il progetto di valorizzazione potrebbe tentare di interpretare (fig. 5.10).

Variabili di uso e protezione. L’uso previsto per l’area denominata sito 13 è quello di costituire un parco al servizio prevalente di coloro che lavorano nei due grandi palazzi per uffici circostanti. Per questo motivo, ai fini della mitigazione dell’impatto delle costruzioni sull’area archeologica e sulla sua percezione verde, oltre all’inserimento di fasce arboree di filtro che dovrebbero garantire protezione e mediazione percettiva, è stata prevista anche la realizzazione di una duna di terra. La struttura dovrebbe costituire uno schermo di separazione tra parco, aree parcheggio e edifici, come simbolo di discontinuità temporale e distinzione chiara tra area archeologica e aree edificate contemporanee. Lungo il lato interno della duna potranno essere predisposte strutture informative a supporto dei rinvenimenti, da inquadrare cronologicamente e funzionalmente nel più ampio contesto dell’ager Portuensis. Al fine di garantire la protezione dei reperti è previsto il reinterro di circa 1 metro sopra la quota dei rinvenimenti; per garantire il corretto deflusso delle acque si rende necessaria la realizzazione di un sistema diffuso di drenaggio, tale da evitare fenomeni di ristagno sotterraneo (fig. 5.11).

1 Elementi costitutivi del rapporto infrastrut- Ipotesi di valorizzazione archeologica – tura - contesto dispositivi di progetto. L’esemplificazione progettuale 1. Margine di consolidamento della percor- relativa alla valorizzazione dei rinvenimenti archeologici renza 2. Crepidine in scaglie di macco, marna, del sito 13 delinea una suddivisione dello spazio in tre tufo e pochi basoli in selce fasce, a cui corrispondono tre diversi tipi di allestimento

290 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.10. Variabili della rilettura archeologico- paesistica. Sito 13. Orientamento, continuità, funzionamento-evoluzione.

a) b)

a) Orientamento prevalente sud-ovest/ nord-est b) Continuità fisico-funzionale del tracciato c) Funzionamento. Elementi costruttivi del tracciato d) Funzionamento–evoluzione. Rapporto con l’ambiente instabile c) d)

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE I PUNTI. IL SITO 13 291 5.11. Variabili di uso e protezione. Sito 13.

c) a)

a) Protezione dei ritrovamenti b) Usi contemporanei compatibili e potenziamento ambientale-paesistico. Il parco del sito 13 c) Area di vincolo b)

292 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA spaziale e tre differenti modalità di funzionamento (fig. di abbandono e decadenza, fasi di declino stagionale 5.12): ecc.) sarebbe opportuno delineare un sistematico sLAREADELLADUNA, intesa come fascia di filtro e “sconfinamento” di elementi naturali all’interno dello protezione tra i rinvenimenti archeologici e il nuovo spazio artificiale della percorrenza (magari a carattere edificio in fase di costruzione; stagionale). sl’area del rinvenimento vero e proprio, intesa come Il valore finale dell’allestimento sarà sempre comunque spazio destinato alla rilettura della percorrenza, con i dipendente dal livello di coerenza spaziale e figurativa suoi caratteri funzionali e strutturali; di uno specifico progetto, esito di una interpretazione di sl’area a giardino, finalizzata alla creazione di un architettura contemporanea. sistema di spazi di sosta per garantire una maggiore L’area a giardino acquista un particolare risultato ai fini funzionalità del parco in rapporto alle esigenze degli della rilettura dell’ambiente originario drenato e coltivato utenti (ombra, sole, relax ecc.). del conoide del fosso Galeria. La simulazione indica una La duna è immaginata come un rilevato in terra conformazione con differenti fasce di prato, costituite opportunamente rafforzato con dimensioni tali (da da miscele di sementi e specie perenni differenziate 1,50 a 3 metri) da assolvere al compito di mediazione in rapporto a effetti di colore, variazioni stagionali. Al percettiva con il piano parcheggi del complesso, fine di realizzare zone di sosta confortevoli durante le allestita con materiali vegetali (giardino verticale) e diverse stagioni (ombra nei periodi caldi, protezione e pannelli informativi studiati ad hoc. I pannelli informativi soleggiamento nei periodi freddi) e creare zone di filtro dovrebbero aiutare la comprensione sia dei ritrovamenti rispetto alla viabilità circostante, è necessario prevedere – all’interno del contesto territoriale e ambientale di impianti arborei dalla conformazione irregolare ai appartenenza – che del progetto stesso. margini dell’area. La percorrenza vera e propria può essere riletta Le specie più opportune da utilizzare sono quelle attraverso la riproposizione di uno spazio continuo autoctone e consolidate, e in particolare: patches con andamento rettilineo ma di forma irregolare, con di graminacee ornamentali e foraggere per lo strato funzione di spazio pedonale. erbaceo; allestimenti in gruppo o isolati di roverella Si evidenzia la possibilità di interpretare lo spazio (Quercus pubescens), acero campestre (Acer interno della percorrenza differenziandone con chiarezza campestre), olmo campestre (Ulmus minor), e berretta i tratti di crepidine e i tratti di sedime stradale laddove del prete (Euonymus europaeus) per lo strato arboreo rinvenuti; mentre i cigli e la superficie interna del e arbustivo. percorso che si intendono re-integrare con il progetto, Ai fini del collegamento tra le diverse fasce del progetto, anche ai fini del della funzionalità e sicurezza dell’area oltre che tra l’area archeologica e gli spazi della Fiera, pedonale, dovrebbero essere realizzati con materiali è previsto un sistema di percorsi secondari (aree differenti. pavimentate, aree di sole e di ombra, pannelli informativi È inoltre opportuno suggerire la probabile esistenza di e totem segnalatori) che alludono all’antico sistema di percorrenze longitudinali rispetto al tracciato stagionale percorrenze longitudinali e trasversali che esisteva tra principale attraverso la realizzazione di percorsi il tracciato stagionale e il contesto di riferimento (fig. secondari con andamento irregolare, quindi del tutto 5.13). diversi da quello principale, utili anche per collegare l’area archeologica con le altre zone e attrezzature circostanti. Al fine di suggerire le trasformazioni nel tempo (fasi

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE I PUNTI. IL SITO 13 293 5.12. Ipotesi di valorizzazione archeologica. a) Parco del sito 13 e dispositivi di progetto.

a) Planimetria di progetto b) Continuità del tracciato principale e percorrenze secondarie c) Paleoambiente del conoide drenato e coltivato d) Duna per la protezione del parco

b) c) d)

294 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.13. Ipotesi di valorizzazione archeologica. Sito 13. Simulazioni.

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE I PUNTI. IL SITO 13 295 Interpretation, promotion and Significant archaeological elements existing urban context. This datum has an important development of the “points”. Name: Site 13 – seasonal path meaning for the contemporary landscape project. The case of Site 13 Stratification and periodization: due to the limited Through the rereading of the physical and functional ABSTRACT extent of the preserved sections of the path, no continuity of the find, one can clearly observe its precise data is available for its dating, although function as a path, but there are no elements that based on its location and relationship to settlements, would be able to support the visual or symbolic one can hypothesise that it was in use at least by indication of its route in the surrounding territory. the late Republican period and continued to be used In terms of function, the path is made up of throughout the whole Imperial period. an interesting variety of materials and building Dimensions: the small size of the preserved sections techniques that indicate that it was probably of the path makes it impossible to obtain secure developed in different periods. Notwithstanding the data on its width and overall course. The discovery accuracy of some of its constructive details, this of a few flakes of macco (a kind of limestone), infrastructure results very fragile with regards to its which constitute the only northern boundary, makes original environment. It is a meaningful and almost it possible to hypothesise a maximum width of 7 symbolic “fragment” of the relationship with the metres. context of the Fiera, an aspect that the development Building materials and construction methods: the and promotion project could try to interpret. discovered sections of the path are made up of heterogeneous materials: flakes of macco and marl, Variables in use and protection. The use flakes of lithic tuff and a few flint of paving stones. envisioned for Site 13 consists in the creation of The individual flakes were laid with care: the larger a service park, primarily in service of the people ones seem to have been carefully chosen for their working in the two large office buildings standing shape and generally have a pointed end facing nearby. the interior, while the external side is smooth. The In order to mitigate the impact of construction on careful placement of flakes for the loose stone the archaeological area and its green perception foundation created a uniform road surface, while the – in addition to the planting of tree-filled zones arrangement of the ones along the edge ensured to act as filters that would ensure protection and solid containment. Cobblestones must have been perceptive mediation – there are also plans to laid over the loose stone foundation, but are no create an earth dune. This structure would act as a longer preserved. There are neither signs of wear nor screen separating the park, the parking areas and of wheel ruts. the buildings, like a symbol of temporal discontinuity Paleoenvironment: yellowish sandy sediments. and clear distinction between the archaeological An environment of alluvial origin connected to the area and the contemporary built-up zones. Along cone of the Fosso Galeria, mostly well drained and the internal side of the dune, it would be possible cultivatable, and marginally subject to flooding from to set up informational structures supporting the the Tiber. archaeological finds, which would be chronologically and functionally framed within the broader context of Variables in the interpretation of the the ager Portuensis. archaeological landscape. The orientation of the path – considering its irregular nature runs along a Possibilities for archaeological promotion southwest-northeast axis completely different from the and development – project apparatuses. The

296 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA planning example relative to the promotion and development of the archaeological finds of Site 13 divides the space into three zones, corresponding to three different types of spatial organisation and three different functional modes: s4HEDUNEAREA, i.e. a protective, filtering zone between the archaeological finds and the building under construction; sThe area of the find itself, i.e. a space devoted to the rereading of the path, along with its functional and structural features; sThe park area, oriented towards the creation of a system of recreational spaces, guaranteeing the greater functionality of the park in relation to the needs of its users (shade, sun, relaxation, etc.). The actual path can be reread through the re- presentation of a continuous space with a rectilinear but irregular course, to be used as a pedestrian area. It would also be possible to interpret the internal space of the path, clearly differentiating, through the use of different materials, sections of foundation and sections of road surface, where discovered. It would also be possible to suggest the probable existence of longitudinal connections to the main seasonal path, through the realisation of secondary paths with an irregular course, and so entirely different from the main one, which would also be useful for connecting the archaeological area to the other zones and surrounding facilities. Considering the various transformations that took place over a long period of time (phases of abandonment and decline, phases of seasonal waning, etc.), it will be possible to delineate a systematic “encroachment” of natural elements inside the artificial space of the path (perhaps seasonal ones). The park area has a special role with respect to the aims of reading the original, drained and cultivated environment of the cone of the Fosso Galeria. The simulation indicates a configuration featuring a range of grassy areas, planted with a mix of seeds and perennial species, differentiated through colour and seasonal variations.

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE I PUNTI. IL SITO 13 297 Rileggere e valorizzare le superfici. confine degli appezzamenti di terra. L’inserimento di Il contesto agrario del conoide Galeria questo vivaio è ascrivibile ad una fase di più intensivo sfruttamento agricolo del territorio. L’impianto testimonia inoltre l’acquisizione da parte dei suoi realizzatori di una Elementi archeologici significativi certa esperienza in quanto a tecniche agrarie, di cui la precisione geometrica che definisce le fosse e della Nome: ager Portuensis maglia d’impianto.

Stratificazione e fasi di vita: L’analisi stratigrafica dei Caratteri dimensionali: Pozzi: 8 pozzi a pianta circolare. rinvenimenti relativi all’utilizzo agro-pastorale dell’area Fosse d’impianto: gruppo di 93 fosse (1 x 1 m) ha evidenziato tre fasi cronologiche principali di disposte lungo file parallele e poste ad una distanza frequentazione del sito (fig. 5.14): reciproca compresa tra i 3,80 e i 4,20 m. s%TÌREPUBBLICANA ACUIRISALEILSISTEMADIPOZZIPER la captazione dell’acqua realizzati in corrispondenza di Materiali e tecniche costruttive: Pozzi: nonostante una linea di falda sottostante. Il pozzo posto più a N è l’eterogeneità delle strutture, in generale, la costruzione stato costruito in corrispondenza di un avvallamento dei pozzi avveniva tramite tecniche di realizzazione a naturale del terreno, dando probabilmente luogo secco e l’utilizzo di spezzoni di materiali diversi (dal inizialmente ad un piccolo specchio d’acqua utilizzato travertino al dolio, dall’arenaria al macco e al tufo litoide) per l’abbeveraggio del bestiame. A questa prima fase di di medie e grandi dimensioni comprese tra i 14 e i 40 frequentazione doveva corrispondere un uso del suolo cm di diametro. caratterizzato più dalla pastorizia che dalla presenza di Opera di canalizzazione: I canali principali raggiungono pratiche agricole. una profondità di 1,50 m circa; i canali secondari si s%TÌTARDOREPUBBLICANA PRIMAETÌIMPERIALE INCUI attaccano grosso modo perpendicolarmente ai primi, venne realizzato un complesso sistema di canalizzazioni seguono degli orientamenti a dispersione e sono funzionali al drenaggio del terreno e alla sua ad una profondità di -0,60/0,80 m circa. Tra i canali coltivazione. Questo sistema, autonomo rispetto a principali, alcuni presentano pareti rivestite di materiale quello dei pozzi, drenava le acque lungo tre direzioni fittile e ceramico. principali assecondando le pendenze naturali del Fosse da albero: pareti verticali e fondo piano (fig. conoide del fosso Galeria. L’intero sistema di canali si 5.15). è sviluppato per fasi distinte, segnate da brevi intervalli di tempo che testimoniano l’intensa attività agricola Paleo-ambiente: Sedimenti sabbiosi giallastri. Ambiente della zona nell’epoca di riferimento. La presenza di origine alluvionale connesso al conoide del fosso dell’agricoltura è eccezionale in questo contesto di Galeria, tendenzialmente ben drenato e coltivabile, e pianura e si è pertanto ipotizzato che questo antico limitatamente soggetto alle alluvioni del Tevere. sistema di canalizzazioni fosse connesso a esperienze di agricoltura intensiva (colture foraggere e cerealicole) connesse alla presenza delle ville disposte nell’area Variabili della rilettura archeologico-paesistica. collinare retrostante. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce s%TÌIMPERIALE INCUIVENNEROREALIZZATENUMEROSE testimonianze di paesaggi coltivati che acquistano fosse di impianto di un vivaio di alberi, probabilmente significati interessanti al fine di comprendere da frutta. Coevo al vivaio è un canale posto a S di esso, l’evoluzione ambientale dell’area e differenti tipi di considerato alla stregua dei contemporanei canali di sistemazioni agro-pastorali. In particolare i rinvenimenti

298 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.14. Elementi archeologici significativi. Rilievo archeologico del contesto agrario del 5 conoide Galeria.

3 2

4

Elementi costitutivi del rapporto strutture- contesto 1. Canale in muratura 2. Pozzi in muratura 3. Rete principale e secondaria di canali per l’adduzione e il drenaggio dell’acqua 4. Complesso di fosse d’albero

Elementi del contesto ambientale 5. Avvallamento naturale con sorgente 1

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA 299 5.15. Elementi archeologici significativi. Rilievo archeologico del contesto agrario del conoide Galeria. Cronologia.

Epoca repubblica I fase – pozzi II fase – avvallamenti naturali III fase – canali di drenaggio

Epoca tardo repubblicana-primo imperiale IV fase – canali di drenaggio V fase – piano drenante VI fase – canali di drenaggio

Epoca imperiale VII fase – complesso di fosse d’albero e canale VIII fase – canale di drenaggio

possono essere sinteticamente ricondotti a tre distinte (colture foraggere e cerealicole) legate alle ville presenti fasi di frequentazione (fig. 5.16): nell’area; sUNAPRIMAFASE, corrispondente alla prima età sUNATERZAFASE, sempre corrispondente al primo repubblicana, testimoniata dalla presenza di pozzi per periodo imperiale, caratterizzata però da un più intenso la captazione dell’acqua che attingevano a una linea di sfruttamento agricolo del territorio testimoniato da fosse falda sottostante. Questa prima fase di frequentazione di impianto regolare di alberi, probabilmente da frutta, corrispondeva molto probabilmente a un uso del suolo e da alcuni canali realizzati forse anche in rapporto ai caratterizzato prevalentemente da attività connesse alla confini degli appezzamenti di terreno. pastorizia; La rilettura dell’orientamento può risultare in sUNASECONDAFASE, corrispondente alla prima età questo caso uno strumento molto utile ai fini imperiale, testimoniata dalla presenza di un complesso dell’interpretazione contemporanea dei ritrovamenti in sistema di canalizzazioni per il drenaggio del terreno. quanto permette di evidenziare i differenti andamenti Queste strutture, realizzate nell’arco di 50 anni circa, delle strutture costruite principali e delle trame minori appaiono connesse ad attività agricole di tipo intensivo (sistemi di drenaggio, canali di coltivazione, impianti

300 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.16. Variabili della rilettura archeologico- paesistica. Contesto agrario del conoide a) Galeria. Funzionamento-evoluzione.

a) Funzionamento – evoluzione b) Interpretazione grafica del contesto agrario

Epoca repubblicana/Paesaggio del pascolo: 1. Pozzi di captazione dell’area di falda 2. Avvallamenti naturali (utilizzati come bacini di abbeveramento)

Epoca tardo repubblicana-primo imperiale/ Paesaggio agrario a frequentazione intensiva: 3. Sistema a pettine dei canali di drenaggio (principali e secondari) e delle canalette 4. Canali di coltivazione e distribuzione idrica 5. Necropoli

Epoca tardo repubblicana-primo imperiale/ Paesaggio degli impianti arborei intensivi: 6. Fosse di coltivazione 7. Canale di coltivazione e di delimitazione delle aree di coltivazione intensiva ad albero

b)

agrari ecc.) inscindibili dagli elementi costituitivi elementi lineari che garantivano il deflusso delle acque dell’ambiente circostante (natura del suolo del conoide, dai campi coltivati e costituivano la trama del paesaggio linee di pendenza e di deflusso delle acque, andamenti agrario; della falda ecc.). I principali orientamenti rinvenuti negli sMAGLIEAGROFORESTALI: sesti di impianto di frutteti antichi paesaggi agrari dell’ager Portuensis possono sperimentali testimoniati dalla presenza di fosse di essere ricondotti a: coltivazione (fig. 5.17). sALLINEAMENTIDIPOZZI: sequenze di elementi puntuali Rispetto alle strutture lineari principali è opportuno funzionali alla captazione dell’acqua di falda e disposti evidenziare anche i caratteri di continuità e lungo la linea di deflusso delle acque sotterranee; interconnessione (un sistema idraulico è per sua direzioni principali di deflusso delle acque superficiali: natura un sistema continuo), magari supportando gli andamenti prevalenti delle linee di deflusso delle acque allestimenti con percorrenze parallele alle strutture drenate dalle aree di coltivazione, coincidenti con rinvenute, che alludono alla probabile presenza di l’andamento prevalente delle pendenze; percorsi di servizio alle strutture stesse. sRETEDEICANALIDIDRENAGGIOEDELLETRAMEAGRICOLE: Ma la leggibilità archeologica è strettamente connessa

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA 301 5.17. Variabili della rilettura archeologico- paesistica. Contesto agrario del conoide Galeria. Orientamenti.

a) b) c)

a) Orientamento nord-est/sud-ovest con andamento curvilineo dei pozzi e della linea di deflusso della falda b) Orientamento a raggiera con andamento rettilineo del sistema di drenaggio (canali principali e secondari, sistemi a pettine ecc.), delle trame agricole e delle principali direzioni di deflusso delle acque c) Orientamento nord-est/sud-ovest, nord- ovest/sud-est con andamento rettilineo delle maglie di impianto dei frutteti; orientamento nord/sud del principale canale di deflusso d) Interpretazione dell’orientamento delle principali direzioni di deflusso dominanti del conoide Galeria

d) anche in questo caso all’evidenziazione delle differenti A sottolineare l’integrazione tra questo brano di fasi di funzionamento agricolo del suolo, in rapporto paesaggio antico e il più vasto paesaggio dell’ager sia all’evoluzione del contesto che, soprattutto, delle Portuensis, oltre che a scongiurare il deleterio tecniche agrarie (sullo sfondo dei mutamenti socio- effetto “fossa” che caratterizza alcune sistemazioni economici di Roma dall’età repubblicana alla prima età archeologiche, tutte le sistemazioni dovrebbero imperiale). Un progetto di valorizzazione dovrà quindi essere realizzate alla stessa quota delle aree di futura necessariamente interpretare le differenti “forme” edificazione (fig. 5.18). del suolo in rapporto alle conoscenze tecniche e alle consuetudini da cui queste scaturivano, evidenziandone in modo “dinamico” la successione temporale che in Ipotesi di valorizzazione archeologica – questo caso coincide con una complessa stratificazione dispositivi di progetto. Nel progetto esemplificativo materiale. la rilettura dell’orientamento, della continuità e della stratificazione degli antichi sistemi idraulici di drenaggio e adduzione avviene in larga parte attraverso Variabili di uso e protezione. Ai fini della la realizzazione di percorsi pedonali e sistemi di conservazione e valorizzazione dei rinvenimenti è attrezzature lineari. stata prevista la realizzazione di un’area di tutela La differenziazione dei diversi sistemi di carattere e valorizzazione archeologica con una superficie idraulico (corrispondenti a fasi temporali e a tecniche complessiva di 23.000 mq. Il perimetro e l’estensione agrarie differenti) viene reinterpretata mediante la di quest’area è stato definito in base alle esigenze di realizzazione dei percorsi e attrezzature realizzati a tutela e protezione dei singoli rinvenimenti ma anche quote diverse in relazione al periodo di appartenenza, alle nuove esigenze di leggibilità e valorizzazione delle enfatizzandone i differenti tipi di orientamento testimonianze archeologiche. (allineamenti di pozzi, direzioni principali di deflusso Al fine di garantire la massima integrazione tra spazi delle acque superficiali, rete dei canali di drenaggio e archeologici, aree verdi e spazi edificati, e assumendo delle trame agricole, maglie agroforestali). prescrizioni della Soprintendenza e previsioni Allo stesso modo sarebbe opportuno differenziare il urbanistiche esecutive non come ragioni contrapposte trattamento delle superfici per indicare le differenti ma come elementi per un “progetto integrato”, tale modalità di coltivazione e di uso del suolo “antico”: da garantire la qualità e la sostenibilità complessiva leggere depressioni con allestimenti di specie dell’intervento, è senza dubbio opportuno destinare erbacee e arbustive con andamento flessuoso, l’area vincolata a parco attrezzato, al servizio prevalente potrebbero a esempio suggerire la sequenza di pozzi e del nuovo insediamento residenziale previsto nell’area. l’affioramento di acqua in superficie che caratterizzava L’area di tutela e valorizzazione archeologica si la prima fase di frequentazione del sito. Allestimenti configura cioè come una dotazione di verde privato vegetazionali regolari delimitati da elementi lineari, con possibilità di fruizione collettiva, un vero e proprio potrebbero suggerire invece le fasi di sfruttamento parco attrezzato comprensoriale nel quale è possibile agrario intensivo caratterizzate dalla presenza di trame ospitare attività e funzioni compatibili con le esigenze agrarie e di linee di drenaggio e deflusso delle acque di protezione dei rinvenimenti. In questo senso è (fig. 5.19). possibile garantire la massima integrazione funzionale Tra le specie adatte alla reinterpretazione dell’ambiente (e ottimizzazione economica) tra gli interventi di umido originario in corrispondenza di avvallamenti e protezione ambientale rivolti al parco e quelli rivolti al depressioni prossimi ai bacini di abbeveramento o nuovo insediamento residenziale, in quanto realizzati in adiacenti ai pozzi attraverso allestimenti vegetazionali coerenza progettuale e contiguità fisica. igrofili di filtro e protezione si segnalano: falasco

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA 303 (Cladium mariscus), canneto (Phragmites australis), spazi aperti di pertinenza degli edifici, come condizione Lisca maggiore (Typhas angustipholia). necessaria per la continuità funzionale e percettiva Per l’interpretazione dell’ambiente originario di prati/ e in quanto prestazione dotata di evidenti significati pascolo e di appezzamenti agricoli di piccole dimensioni ecologici e ambientali. con la stessa funzione potrebbero essere utilizzate La simulazione affronta il tema della rimodellazione specie erbacee (graminacee ornamentali e foraggere), della superficie fondiaria susseguente alla creazione alberi isolati di Acero campestre (Acer campestre), dell’area di tutela archeologica, con conseguente Leccio (Quercus ilex) e Sughera (Quercus suber). ridefinizione dei perimetri dei comparti, delle aree Per la rilettura di ambienti agricoli originari costituiti a verde (pubblico e privato) e dei parcheggi, da appezzamenti destinati alle coltivazioni intensive è confrontandosi cioè con tutti gli obblighi di legge necessario il ricorso a specie erbacee in prevalenza (standard) e con i diritti acquisiti da parte della graminacee caratterizzate da altezza e tonalità di proprietà delle aree (fig. 5.21). colori differenti al fine di evidenziare trame colturali In altre parole si tratta di: e partizione dei campi, oltre alla riproposizione di sMANTENERELASUPERlCIEDIPARCHEGGIPUBBLICI definiti un impianto a maglia regolare di alberi da frutta a in base al calcolo complessivo degli standard (nella suggerire l’impianto di età imperiale. misura di 36.796 mq; sMANTENERELADOTAZIONEDIPARCHEGGIPRIVATI prevista dal Programma di intervento urbanistico in base alla Indirizzi finalizzati alla massima integrazione normativa vigente (1 mq di superficie di parcheggi di spazi archeologici, aree verdi e progetti privati ogni 10 mc di ricettivo ed 1 mq di superficie di edificazione contemporanea. Oltre alle a parcheggi privati ogni 7,5 mc di direzionale) per un indicazioni relative alla sistemazione verde dell’area totale di 83.431 mq; di valorizzazione archeologica le Linee guida hanno sMANTENERELEQUANTITÌEDIlCATORIE (cubature) previste esplorato in questo caso anche l’applicazione di criteri dal Programma di intervento urbanistico, tenendo espressi dalla Soprintendenza riguardanti l’edificazione conto anche delle parti già realizzate; prevista sulle aree prossime all’area di tutela e sGARANTIREILSISTEMADEGLIACCESSIEILRACCORDOCONLA valorizzazione archeologica (fig. 5.20). viabilità esistente. Si tratta in particolare, oltre alla prescrizione di La proposta di possibile variante simulata nelle Linee attestare parco e edifici alla stessa quota, del divieto Guida riesce a ottemperare a tutte le prescrizioni, di realizzar un fronte edificato continuo a ridosso modificando radicalmente la geometria dei comparti in del perimetro dell’area archeologica e dell’obbligo rapporto alle “ragioni” dell’archeologia contemporanea di tenere conto degli allineamenti e delle direzioni (fig. 5.20). prevalenti dei rinvenimenti archeologici, per rafforzare il Ma il senso di quest’ultima sperimentazione è principio di integrazione tra interventi rivolti allo spazio soprattutto quello di raccomandare una valutazione aperto e a quello costruito. In questo caso si afferma preventiva delle testimonianze archeologiche una sorta di condizionamento “benefico” del territorio all’interno dei progetti in modo tale che l’integrazione antico rispetto a quello contemporaneo, in relazione a con eventuali rinvenimenti possa costituirsi non direttrici visive, esposizioni e allineamenti. come “inutile orpello” ma come matrice, culturale e In questo senso acquista particolare significato la ambientale, per nuovi insediamenti contemporanei, raccomandazione di garantire permeabilità fisica e auspicabilmente migliori di quelli che osserviamo oggi visiva tra l’area di valorizzazione archeologica e gli (figg. 5.22, 5.23).

304 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.18. Variabili di uso e protezione. a) Contesto agrario del conoide Galeria.

b)

a) Protezione dei ritrovamenti b) Usi contemporanei compatibili e potenziamento ambientale-paesistico. Il parco comprensoriale del conoide Galeria c) Area di vincolo c) 5.19. Ipotesi di valorizzazione archeologica. Parco comprensoriale del conoide Galeria e dispositivi di progetto.

b)

c)

a) Planimetria di progetto b) Rete delle sistemazioni idrauliche. Percorrenze pedonali a) c) Ambienti umidi e prati asciutti

306 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.20. Indirizzi per l’integrazione tra spazi archeologici, aree verdi e progetti di edificazione.

a) Ipotesi originaria di sviluppo planivolumetrico b) Primo adeguamento dell’impianto planimetrico in relazione ai ritrovamenti archeologici. In arancio e giallo sono indicati rispettivamente i vincoli diretti e indiretti. c) Studio planivolumetrico per l’integrazione spaziale e ambientale a) b) c)

5.21. Indirizzi per l’integrazione tra spazi 1. Realizzazione di un’area di tutela finalizzata archeologici, aree verdi e progetti di alla valorizzazione archeologica edificazione. Interpretazioni degli indirizzi di 2. Realizzazione di una fascia di filtro tra i rin- tutela. venimenti e le aree edificate che sia obbliga- toriamente complanare all’area archeologica e finalizzata ad agevolare la continuità fun- zionale e ambientale tra spazi contigui con funzioni diverse 3. Divieto di realizzazione di un fronte edificato continuo a ridosso del perimetro dell’area archeologica 4. Rispetto ed evidenziazione di allineamenti e direzioni prevalenti dei rinvenimenti archeolo- gici attraverso analoghi orientamenti di spazi aperti e spazi edificati 5. Favorire la permeabilità fisica e visiva tra l’a- rea di valorizzazione archeologica e gli spazi aperti di pertinenza degli edifici

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA 307 5.22. Indirizzi per l’integrazione tra spazi archeologici, aree verdi e progetti di edificazione. Studio di differenti ipotesi di progetto.

Soluzione A Soluzione B

Soluzione C

308 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA 5.23. Indirizzi per l’integrazione tra spazi archeologici, aree verdi e progetti di edificazione. Contesto agrario del conoide Galeria. Simulazioni.

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA 309 Interpretation, promotion Significant archaeological elements excavation evidenced the presence in antiquity of and development of the Name: ager Portuensis cultivated lands that are of importance toward the “surfaces”. The case of the Stratification and periodization: the stratigraphy relative understanding of the environmental development of rural context of the cone of to the area revealed three main chronological phases the area. Also attested are different kinds of agricultural the Fosso Galeria of frequentation of the site: and pastoral organisation or the territory under exam, ABSTRACT s4HE2EPUBLICANPERIOD WHENASYSTEMOFWELLSFOR the evidence point toward three distinct phases water collection was built near a slope. During this of frequentation, associated with three different period, frequentation of the area involved land use that landscapes. was more pastoral than agricultural in nature. The new reading of the orientation of the main built s4HELATE2EPUBLICPERIODnEARLY)MPERIALPERIOD structures in the area and its minor elements (e.g. during which a complex system of canals was built drainage systems, cultivation canals, agricultural to drain and cultivate the land. This system, which is systems, etc.) reveals their different courses. The main independent from that of the wells, drained water in orientations discovered in the ancient agricultural three main directions following the natural slope of landscapes of the ager Portuensis can be traced the cone of the Galeria trench. The canal system as a thanks to the alignment of its wells, primary directions whole was developed in distinct phases, marked by of surface water flow, drainage canal and agricultural short intervals of time that evidence intense agricultural networks, and agricultural/forest networks. activity in the zone during this period. With respect to the main linear structures it would also s4HE)MPERIALPERIOD WHENNUMEROUSTRENCHESWERE be opportune to emphasise the features of continuity built for a tree nursery (probably fruit trees). The and interconnection (a hydraulic system is by its very establishment of this nursery can be ascribed to a nature continuous), perhaps supporting the landscape period of more intense agricultural use of the land. apparatuses with paths parallel to the discovered Descripton: 8 circular-plan wells; trenches: group of structures, possibly indicating the presence of paths 93 trenches (1 x 1 m) arranged along parallel lines at a serving the structures themselves. reciprocal distance between 3.8 and 4.2 m. The reading of the archaeological evidence is once Building materials and methods: despite the again closely connected to the different phases of heterogeneity of the structures, the wells were the land’s agricultural use, in relation to both the generally built using dry methods and blocks of development of the surrounding context and, above different materials. all, to the development of the agricultural methods. Canal system: the main canals are about 1.50 m deep. A promotion and development project would thus The secondary canals, which are about 0.60–0.80 necessarily need to interpret the different “forms” of deep, are more or less perpendicularly linked to the the land in relation to the technical knowledge and the main ones, following dispersion orientations. practices resulting from it, emphasising the complex Tree trenches: vertical walls and a flat bottom. stratification of the interested area. Paleoenvironment: yellowish sandy sediments. An environment of alluvial origin connected to the cone of Variables in use and protection. Towards ensuring the fosso Galeria, mostly well drained and cultivatable, the maximum level of integration of the archaeological and marginally subject to flooding from the Tiber. spaces, green areas and built-up areas, and considering the requirements of the Soprintendenza Variables in the interpretation of the and executive urban planning expectations as not archaeological landscape. The archaeological in opposition to one another but rather as elements

310 PARTE SECONDA. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INVISIBILE. LA NUOVA FIERA DI ROMA of an “integrated project”, such as to ensure the instead suggest the phases of intense agricultural use overall quality and sustainability of the intervention, characterised by the presence of agrarian elements it is unquestionably advisable to use the restricted and water drainage and flow lines. area as a park, primarily serving the new residential development planned for the area. Policies aimed toward the maximum level of The area of preservation and archaeological promotion integration of archaeological spaces, green and development thus configures itself as a private areas and contemporary building projects. park for community use, a true district park where In this case, in addition to the indications relative activities and functions can be hosted that are to setting up the area of archaeological promotion compatible with requirements for protecting the finds. and development as a park, the guidelines also In this sense, one can ensure the maximum level of explored the application of criteria expressed functional integration (and economic optimisation) by the Soprintendenza concerning the building between the interventions for environmental protection projects anticipated in the areas near the zone addressed to the park and those addressed to the new of archaeological preservation, promotion and residential development, since realised in a context of development. planning coherence and physical contiguity. In particular, this involves, in addition to the requirement for the park and buildings to be at the same level, a Possibilities for archaeological promotion ban on creating a continuous built-up front near the and development – project apparatuses. In the perimeter of the archaeological area and an obligation example plan, the rinterpretation of the orientation, to bear in mind the alignments and prevalent directions continuity and stratification of the ancient water of the archaeological finds, in order to reinforce drainage and collection systems is carried out for the the principle of integration between interventions most part through the creation of pedestrian paths and addressed to open space and the built-up area. In this systems of linear apparatuses. case, there is a kind of “beneficial” conditioning of the Differentiation of the various hydraulic systems ancient territory with respect to the contemporary one, (corresponding to different time periods and in relation to sight lines, exposures and alignments. agricultural methods) is interpreted through the In this sense, special meaning is ascribed to the creation of paths and apparatuses at different recommendation to ensure physical and visual levels in relation to the period to which they belong, permeability between the area of archaeological emphasising the different types of orientation (well promotion and development and the relevant open alignment, primary directions for the flow of surface spaces of the buildings, as a necessary condition water, drainage canal and agricultural networks and for functional and perceptive continuity and since of agricultural/forest networks). clear ecological and environmental importance. In the same way, it would be opportune to differentiate The simulation addresses the theme of reshaping treatment of the surfaces in order to indicate the the surface of the land subsequent to the creation different methods of cultivation and use of “ancient” of the area of archaeological preservation, with the land: slight depressions with willowy grass and shrub consequential redefinition of the perimeters of the plantings could, for example, suggest the sequence sections, green areas (public and private) and car of wells and rising of the water to the surface that parks, thus addressing all of the (standard) legal characterised the first phase of the site’s frequentation. obligations and the rights acquired by the owners of Orderly plantings delimited by linear elements could the areas.

5. NUOVE CATEGORIE DI VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA | RILEGGERE E VALORIZZARE LE SUPERFICI. IL CONTESTO AGRARIO DEL CONOIDE GALERIA 311 DiAP volumi pubblicati

PRINT / PROGETTI

1 Giovanna Donini, Romolo Ottaviani (a cura di) Allestire l’antico Un progetto per le Terme di Caracalla

2 Alessandra Capuano, Orazio Carpenzano, Fabrizio Toppetti Il parco e la città Il territorio storico dell’Appia nel futuro di Roma

3 Lucina Caravaggi, Orazio Carpenzano, Alfredo Fioritto, Cristina Imbroglini, Luigi Sorrentino Ricostruzione e governo del rischio Piani di Ricostruzione post sisma dei Comuni di Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo (L’Aquila)

4 Marta Calzolaretti, Domizia Mandolesi (a cura di) Rigenerare Tor Bella Monaca

5 Lucina Caravaggi Cinzia Morelli Paesaggi dell’archeologia invisibile Il caso del distretto Portuense

PRINT / TEORIE

1 Piero Ostilio Rossi Per la città di Roma Mario Ridolfi urbanista 1944-1954

2 Filippo Lambertucci Esplorazioni spaziali

Finito di stampare nel mese di agosto 2014 presso Industria Grafica Bieffe, Recanati (MC) per conto delle edizioni Quodlibet.