Documento d’intenti

per lo svolgimento delle attività “Verso il Contratto di Fiume” finalizzate alla condivisone di una strategia per la messa in sicurezza del territorio, la gestione delle acque e la valorizzazione del patrimonio ambientale e territoriale del bacino idrografico dei torrenti e Baganza VISTI: • la Direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, • la Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione ed alla gestione dei rischi da alluvioni, • il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e in particolare l’Art. 68bis “Contratti di fiume”; • la Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, con la quale sono state capitalizzate le esperienze dei Contratti dei fiumi a partire dalle buone pratiche locali (Milano, 2010), • il documento “Definizione e requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume” (12 dicembre 2015-GdL 1 Tavolo Nazionale dei Contratti di fiume ) • le Linee guida di #italiasicura per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico, che riconoscono nella Scheda 10 la necessità di un’approfondita fase di ascolto delle istanze del territorio e indicano quale strumento Contratto di Fiume (maggio 2016); • la L.R. 9 febbraio 2010, n.3 “Norme per la definizione, riordino e promozione delle procedure di consultazione e partecipazione all’elaborazione delle politiche regionali e locali”; • la L.R. 18 luglio 2017, n.16 che, in coerenza con quanto disposto dal D.Lgs n.152/2006, all’art.35 riconosce l’importanza dei Contratti di fiume quali strumenti di pianificazione a scala di bacino e sottobacino idrografico che perseguono la tutela delle risorse idriche unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico e alla valorizzazione dei territori perifluviali, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree;

PREMESSO CHE • il 2 aprile 2011, tra Regione Emilia-Romagna, Autorità di bacino del Fiume Po, AIPO, Provincia di Parma e Comuni di: , , Parma, e , è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa finalizzato alla messa in sicurezza della città di Parma e del Nodo idraulico di Colorno; • con Protocollo d’Intesa tra Regione Emilia Romagna, Autorità di bacino e Provincia di Parma, sottoscritto il 14 giugno 2011, sono stati riconosciuti al PTCP della Provincia di Parma valore ed effetti di PAI (Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico); • il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) riconosce il nodo idraulico della città di Parma come un’Area a Rischio Significativo (ARS) distrettuale e individua un articolato programma di interventi e azioni non strutturali fra le quali rientra anche l’attivazione di un Contratto di fiume (CdF) funzionale a promuovere un’ampia e diffusa partecipazione territoriale alla definizione di un assetto di equilibrio dei corsi d’acqua Parma e Baganza • la Variante al PAI (Delibera di Comitato Istituzionale n. 4/2016), riguardante il Torrente Baganza - da a confluenza Parma- e il torrente Parma - da Parma città alla confluenza in Po-, aggiorna i contenuti della pianificazione di bacino vigente, PAI e PTCP, sulla base degli effetti conseguenti all’ evento alluvionale del 13 ottobre 2014;

1 • la suddetta Variante disegna un nuovo assetto idraulico del torrente Baganza, articolandolo in tre fasi attuative: ◦ Fase 1 – Primi Interventi urgenti, che prevedono la manutenzione straordinaria del sistema arginale del torrente Baganza in accordo con il di Parma; ◦ Fase 2 – Interventi nel breve-medio termine riguardanti il ripristino dell’assetto morfologico, della capacità di deflusso, di espansione e di laminazione delle piene con la previsione di una cassa di espansione sul Torrente Baganza a monte della città di Parma; ◦ Fase 3 – Interventi nel medio-lungo termine, finalizzati alla riduzione del rischio residuo attraverso il riassetto del bilancio del trasporto solido ed il riassetto ambientale dell’asta fluviale e del bacino di monte. • il Piano di Gestione delle acque del distretto del bacino del fiume Po (2015-2021), approvato con DPCM 27 ottobre 2016, ha rilevato per il bacino Parme e Baganza quali principali criticità quelle relative ad apporti di inquinanti di natura agricola e civile e ad alterazioni idrologiche e morfologiche, ed individuato tra le misure specifiche la “Predisposizione di Contratto di Fiume” per questo bacino, coerentemente con quanto indicato dal PGRA; • gli interventi da eseguire nel bacino idrografico dei Torrenti Parma e Baganza coinvolgono numerosi interessi tra i quali si evidenziano: la protezione dal rischio idraulico, la manutenzione diffusa del territorio, la tutela dell’ambiente e della risorsa idrica, la valorizzazione e la fruibilità del territorio fluviale, con interventi che ne esaltino anche le rilevanze storiche, paesaggistiche e naturalistiche proprie dei luoghi;

PRESO ATTO CHE • nell’ambito dei numerosi incontri di natura tecnica, istituzionale e di partecipazione pubblica, che hanno accompagnato i processi di pianificazione e le Intese sopra indicate, è stata unanimemente riconosciuta l’urgenza di costruire un quadro progettuale d’insieme per la gestione del rischio idraulico nei bacini dei Torrenti Parma e Baganza e di favorirne la più tempestiva attuazione;

• il bacino idrografico dei Torrenti Parma e Baganza presenta un territorio nel quale coesistono valenze e criticità ambientali e socioeconomiche la cui complessità risulta in buona parte già riconosciuta ma ancora non pienamente affrontata;

RITENUTO CHE • in un’ottica di sinergica iniziativa le attività debbano essere rivolte alla risoluzione delle complesse problematiche del nodo idraulico critico in una visione unitaria e multidisciplinare del bacino al fine di non trasferire i problemi da monte a valle o trasporli ad un tempo futuro; • sussista l’opportunità di affrontare i problemi relativi al bacino attraverso un percorso di concertazione che coinvolga tutti i settori interessati alla gestione del territorio e dell’ambiente e la volontà di perseguire obiettivi comuni per la tutela, la riqualificazione e lo sviluppo del territorio in questione; • il CdF sia lo strumento più idoneo a definire un impegno condiviso da parte dei diversi soggetti pubblici e privati, a vario titolo interessati alla riqualificazione ambientale e alla rigenerazione socio-economica del bacino idrografico dei Torrenti Parma e Baganza ; • il CdF debba essere inteso come un nuovo metodo di lavoro da adottare da parte di tutti i soggetti firmatari, per la condivisione delle decisioni sul territorio e per la creazione di un modello di azione locale basato sulla concertazione ed integrazione, fondandosi su un approccio trasparente ed interattivo; • il CdF debba essere altresì interpretato come un processo decisionale che compone gli interessi di un territorio nel rispetto delle competenze di ciascuno degli attori interessati e rappresenti lo strumento che concorre ad orientare e integrare le risorse e le programmazioni economiche destinate ad un territorio;

2 CONSIDERATO CHE • in data 30 ottobre 2017 presso la Sala Consiliare del Comune di Felino ◦ La Regione Emilia Romagna, Direzione Generale Cura del Territorio e Ambiente e Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile; ◦ l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, ◦ l’AiPo, ◦ la Provincia di Parma, ◦ i Comuni di , , Calestano, Collecchio, Colorno, Felino, , Lesignano De’ Bagni, , , , , , Parma, Sala Baganza, , Tizzano, , . ◦ il Consorzio di Bonifica Parmense, ◦ l’Unione dei Comuni Parma Est, si sono costituiti come Tavolo di Orientamento del CdF al fine di condividere un percorso tecnico amministrativo finalizzato a definire una strategia e un programma d’intervento che concerti le esigenze e le priorità, per l’intera asta fluviale e il suo bacino idrografico, • nella stessa riunione del 30 ottobre tutte le parti hanno rimarcato la necessità di dare rapido avvio alle attività di preparazione del CdF e segnalato le questioni prioritarie da affrontare; ◦ articolazione del territorio di riferimento in sottoambiti operativi distinti in relazione alle peculiarità evidenziate dagli attori locali; ◦ definizione del modello organizzativo del processo, ruoli, compiti, modalita e obiettivi del processo; ◦ fasi del processo: 1. costituzione delle rete di attori locali, 2. programma d’azione 3. formalizzazione del Contratto, 4. attuazione del Contratto. ◦ cronoprogramma delle diverse fasi; • al fine di dare, fin da subito, concretezza all’attività, si sono convocati tre successivi incontri: ◦ sotto ambito Val Baganza presso la Sala Consiliare del Comune di Felino per il giorno 22 gennaio 2018; ◦ sotto ambito Città di Parma-confluenza Po presso la sala Consiliare del Comune di Colorno per il giorno 29 gennaio 2018; ◦ sotto ambito Val Parma presso la sede della Comunità Montana per il giorno 30 gennaio 2018; • nel corso dei suddetti incontri sono state formulate, discusse e condivise le proposte organizzative necessarie ad accompagnare il processo che porterà alla sottoscrizione del CdF, riportate specificatamente nell’articolato del presente documento;

TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO ◦ La Regione Emilia Romagna, Direzione Generale Cura del territorio e Ambiente e Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, ◦ l’ Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, ◦ l’AiPo, ◦ la Provincia di Parma, ◦ i Comuni di Berceto, Corniglio, Calestano, Collecchio, Colorno, Felino, Langhirano, Lesignano De’ Bagni, Mezzani, Monchio Delle Corti, Montechiarugolo, Neviano Degli Arduini, Palanzano, Parma, Sala Baganza, Terenzo, Tizzano, Torrile, Traversetolo, ◦ il Consorzio di Bonifica Parmense, ◦ Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia occidentale, ◦ Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano

3 ◦ l’Unione dei Comuni Parma Est;

SOTTOSCRIVONO il presente Documento al fine di manifestare la volontà di proseguire a lavorare insieme per pervenire alla sottoscrizione di un Contratto di Fiume, avente come obiettivo la costruzione di una strategia condivisa di messa in sicurezza del territorio dei bacini del T. Parma e T. Baganza, basata sulla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali esistenti a partire dall’acqua e dalle problematiche di gestione ad essa connesse, rispettosa delle esigenze di sviluppo locale. A tal fine i soggetti firmatari concordano sulle modalità di organizzazione ed i tempi di svolgimento delle attività funzionali alla definizione del CdF dei T. Parma e T. Baganza descritte nell’articolato che segue;

Art. 1 Finalità del Documento d’Intenti Il presente documento è stipulato al fine di condividere una strategia condivisa sull’intero bacino del Parma e Baganza attraverso un processo di concertazione che prevede il confronto in merito a: 1. Criticità e valori territoriali, 2. Scenari e obiettivi del CdF, 3. Piano di azione del CdF. I risultati di tale processo negoziato costituiranno il riferimento per la predisposizione del testo dell’Accordo del contratto di fiume.

Art. 2 Soggetti firmatari e struttura organizzativa I soggetti firmatari del presente documento si impegnano a perseguire le finalità di cui all’art. 1 secondo i tempi e modi di seguito riportati. A tal fine è prevista una struttura organizzativa articolata in: Tavolo di coordinamento, con funzioni di indirizzo, coordinamento e concertazione delle attività in cui sono rappresentati tutti gli Enti firmatari e un Tavolo tecnico nel quale sviluppare le attività tecnico-operative comprese anche quelle di partecipazione pubblica, che potrà articolarsi in più Tavoli tematici e comprendere anche soggetti esterni ai soggetti sottoscrittori.

Art. 3 Temi oggetto delle attività I temi principali da trattare, anche se non esclusivi sono: la mitigazione del rischio idrogeologico, la tutela della qualità dell’acqua e degli ambienti fluviali, la valorizzazione del paesaggio fluviale, lo sviluppo locale e l’informazione e formazione dei cittadini. Il tema prioritario da affrontare è la messa in sicurezza la mitigazione del rischio idrogeologico, anche in considerazione dei recenti eventi alluvionali e della completezza e aggiornamento dei quadri conoscitivi sviluppati. Nell’ambito delle attività sulla messa in sicurezza e della mitigazione del rischio idrogeologico sarà garantita la costante valutazione dei temi della tutela delle acque, ambiente e paesaggio, nonché del tema della valorizzazione territoriale e sviluppo locale e delle infrastrutture al fine di pervenire alla individuazione condivisa di azioni compatibili e, qualora possibile, integrate e sinergiche, attraverso le quali specializzare ed orientare il Piano d’azione del Contratto di Fiume.

Art. 4 Ambito territoriale interessato dal Contratto di fiume L’ambito territoriale del CdF corrisponde al bacino del Torrente Parma e del suo affluente Baganza articolato in tre sotto ambiti: ◦ sotto ambito Val Parma, ◦ sotto ambito Val Baganza,

4 ◦ sotto ambito Città di Parma-confluenza Po ; al fine di consentire una completa ed analitica disamina delle criticità e dei valori di ciascun territorio. Art. 5 Fasi e modalita di sviluppo delle attività Le attività saranno organizzate in fasi successive e sequenziali aventi le seguenti finalità: ◦ Fase 1 Ascolto finalizzato a definire Criticità e Valori territoriali; ◦ Fase 2 Confronto di idee, valutazione di scenari finalizzata a condividere gli Obiettivi; ◦ Fase 3 Concertazione finalizzata a definire il Piano di azioni e a descrivere le modalità operative di sottoscrizione del CdF. Le attività sviluppate in ogni singolo sotto ambito saranno poi riaggregate in relazione al bacino idrografico, al fine di consentire una valutazione complessiva e di condivire la strategia generale da attivare sull’intero bacino .

Art. 6 Mappa degli attori e partecipazione pubblica A fronte della mappa degli attori individuate nel corso degli incontri finora svolti e che si amplierà progressivamente in relazione all’analisi di tutti i temi (art.3) che verranno via via affrontati, sarà cura degli Enti firmatari promuovere tutte le iniziative utili a favorire la massima partecipazione degli attori locali pubblici e privati al processo di elaborazione delle attività svolte delle diverse fasi. Il programma delle attività di partecipazione pubblica e informazione dovrà coinvolgere in generale i portatori di interesse e soprattutto la cittadinanza e il mondo delle scuola, a tale programma infatti si riconosce, oltre alla concertazione delle azioni del CdF, anche il ruolo formativo utile a favorire la conoscenza dei temi oggetto del CdF. Nell’ambito degli incontri svolti è stata condivisa un’Agenda delle attività di partecipazione pubblica, che prevede un programma di incontri per ciascuna delle tre fasi riportate nell’art. 6.

Art.7 Cronoprogramma delle attività In relazione alle fasi delle attività rappresentate nell’art. 4, si conviene sulle seguenti tempistiche: ▪ Fase 1 Ascolto Criticità e valori territoriali: 6 mesi ▪ Fase 2 Confronto di idee, scenari e obiettivi: 2 mesi ▪ Fase 3 Concertazione e definizione del Piano di azioni: 2 mesi. Le attivita di ciascuna fase saranno sviluppate con modalità partecipate ed integrate, prevedendo il costante coinvolgimento della struttura organizzativa e la promozione del processo partecipato di cui all’art. 5. Al termine di ciascuna fase saranno comunque organizzati adeguati eventi pubblici di partecipazione pubblica che verranno territorialmente e tematicamente concordati allo scopo di garantire la massima partecipazione degli attori locali pubblici e privati. In relazione all’avanzamento delle attività potrà essere prevista la rimodulazione del cronoprogramma indicato.

Art. 8 Ruoli e compiti dei dei soggetti sottoscrittori I sottoscrittori si impegnano a partecipare attivamente e a porre in essere tutte le azioni utili e necessarie al buon svolgimento delle attività previste nelle forma e modalità organizzative concordate nel presente documento.

5 Altri soggetti, pubblici e privati, interessati a partecipare alle fasi ed attività potranno sottoscrivere il presente Documento d’Intenti anche in momenti successivi, letto, approvato e sottoscritto da: Autorità di bacino distrettuale del fiume Po…………………………………………………………. Regione Emilia Romagna, Direzione Generale Cura del Territorio e Ambiente,……………………. Regione Emilia Romagna, Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile; …………………………………………………………. AiPo …………………………………………………………. Provincia di Parma …………………………………………………………. Consorzio di Bonifica Parmense …………………………………………………………. l’Unione dei Comuni Parma Est …………………………………………………………. Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia occidentale…………………………………………………………………………………………….. Parco Nazionale Appennino Tosco- Emiliano………………………………………………………………………………………………. . Comuni di Berceto …………………………………………………………. Corniglio …………………………………………………………. Calestano …………………………………………………………. Collecchio …………………………………………………………. Colorno …………………………………………………………. Felino …………………………………………………………. Langhirano …………………………………………………………. Lesignano De’ Bagni …………………………………………………………. Mezzani …………………………………………………………. Monchio Delle Corti …………………………………………………………. Montechiarugolo …………………………………………………………. Neviano Degli Arduini …………………………………………………………. Palanzano …………………………………………………………. Parma …………………………………………………………. Sala Baganza …………………………………………………………. Terenzo …………………………………………………………. Tizzano …………………………………………………………. Torrile …………………………………………………………. Traversetolo ………………………………………………………….

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