18 lunedì 2 febbraio 2004

«DOMENICA IN» LO FA ASPETTARE D’ANGELO NON CANTA E VA VIA CAROTONE, L’AMICO BASCO DI MANU CHAO CHE TIFA CELENTANO E I CORVI Era previsto in scaletta a «Domenica Silvia Boschero in» ma Nino D'Angelo non ha cantato. Il cantante napoletano aveva Chi l’ha detto che all’industria del disco fanno personaggio. Negli anni ha fatto di tutto: dal no dei Corvi, ci voleva proprio uno spagnolo per miei amici. E cominciare al meglio la giornata. concordato l’esibizione «non più tardi comodo solo i musicisti-robot iper efficienti tutti punk è passato alla canzone messicana (con scor- ripescarli? «Sono un grande amante dei dischi Ma si può dire canna?». Certo, certo. C’è di peg- delle 14.30», ha dichiarato. Ma promozione-album-concerto? L’eccezione, la sre- no dei messicani stessi) e poi alla patchanka stile vecchi, li trovo attualissimi – racconta il musicista gio, ad esempio vivere nella Spagna di Aznar: quando è arrivato al Centro Rai golatezza, sono il pane del rock and roll e allora Manu, con cui ha girato mezzo mondo. Sui pull- - Carosone, Raffaella e i Corvi sono veri idoli pop «Parlate voi che ve ne state con Berlusconi?». Ok, Nomentano, poco prima dell'inizio spazio a uno che di regole non ne vuole proprio man on the road però Tonino ascoltava ben altro: come ormai non ce ne sono più. Ormai è tutto uno a zero. Ma uno zingaro autonomo come lui, della trasmissione, Bonolis gli ha sapere. la musica italiana, quella dei Giganti, di Albano e costruito, da Operazione trionfo a El grande her- come vive il mondo del business musicale? «Lo comunicato che non sarebbe stato Il signore in questione, in giro in questi giorni per Romina, del molleggiato e di Mina. Fino al succes- mano». bueno bueno e lo malo malo. Lo malo è la man- possibile cantare a quell'ora perché l’Italia (mercoledì a Bologna, giovedì a Roma e so di qualche tempo fa con Me cago en el amor, Sono le quattro del pomeriggio, e Tonino è uno canza di tempo, ma soprattutto il dover alzarsi prima doveva andare in onda l'abituale poi ad Ancona, Mestre e Rimini), è Antonio de la che stavolta significa semplicemente: me ne frego che comincia a carburare proprio attorno alle troppo presto la mattina per fare la promozione al appuntamento sulla maternità. Cuesta, in arte Tonino Carotone: amico di Manu dell’amore. quattro del pomeriggio: «La mia sveglia è minimo disco o rilasciare interviste. Lo bueno è dividere il D'Angelo ha aspettato in studio una Chao, fan sfegatato di Celentano (non l’ha anco- E dunque in questi ultimi tempi, chi si è imbattu- a mezzogiorno, orario ideale per farmi un bell’ape- sorriso con il pubblico». Visto? Non è cambiato soluzione (fino alle 15 e oltre) ma la ra incontrato ma non vede l’ora), mezzo basco, to per radio in una versione alcolica e bizzarra di ritivo». Quale? Manco a dirlo qualcosa di assolu- per niente, come l’amico di concerti e bisbocce soluzione non è arrivata. A quel punto mezzo cittadino del mondo. Uno che ha esordito Un ragazzo di strada dei Corvi (1966) non ha tamente vintage: «Il vermuth e il Bellini e poi via Manu Chao: «Continuo a fare quella che chiamo si è arrabbiato e ha lasciato lo studio, nei primi anni Ottanta in una band che si chia- avuto dubbi: è Carotone che è tornato all’attacco. a fumar e una bella canna con la quale dividere la mia "malavita", non so neppure dove devo

televisione ed è stato colto da un lieve malore rock mava Cagando duro, tanto per circoscrivere il La cosa assurda è che se in Italia pochi si ricorda- un momento di rilassatezza con la mia gente, i suonare domani. A proposito, tu lo sai?».

LeLe religionireligioni LeLe religionireligioni dell'umanitdell'umanità dell'umanitddell'umanitàell'umanità IlIl BuddhismoBuddhismo IlIl BuddhismoBuddhismo

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Leoncarlo Settimelli canzone melensa, fornisce una interpretazione Vaime: era un poeta da sbadiglio che tuttavia convince gli italiani. Il duello con Modugno è feroce: la sua Libero,che he Carmen Consoli cantasse «mille vio- «È stato un maestro per molti di noi». Così Enrico parla di una rondine che non vuole tornare al lini suonati dal vento» senza citare al- Vaime ricorda Dino Verde con il quale ha lavora- nido, indigna le famiglie cattoliche che lo sento- C meno nelle note di copertina che quel to, firmando, tra l’altro, una , con no come un invito ad abbandonare il tetto co- verso apparteneva a lui, Dino Verde, gli era Dorelli, Vianello e le gemelle Kessler. «In certe niugale. Romantica è un inno al bel tempo che dispiaciuto molto ma non ne aveva fatto un cose sicuramente il migliore, intendo dire - spie- fu e vince. Fioriscono battute su battute la più dramma. Quel verso apparteneva a Piove, musi- ga - come autore di parole per le canzoni. Non a famosa è quella dell’uomo che si rivolge al tassi- ca di , parole appunto di caso non lo definisco a caso un paroliere, perché sta con un «libero?» e al quale viene risposto Dino Verde, uno dei protagonisti dello spettaco- era un poeta. Canzoni straordinarie come 'Resta Dino Verde, l’autore «no, Romantica». lo leggero italiano, morto ieri a Roma a 82 anni. cù mmè o Miezzo n'strada 'anfosa senza dimenti- e paroliere Insomma, anche con le canzoni Verde ci sa Verde è l’autore che ha fatto cantare per primo care quelle con cui ha vinto Sanremo. Era proprio scomparso ieri fare. Ha scritto lui, con Trovajoli, una canzone , scrivendo con Trovajoli Tu che un poeta». Ma era un grande professionista del per Sophia Loren. Ha scritto lui, sempre con m’ha ‘mparato a ffa, ha vinto due Festival di genere satirico - aggiunge Vaime - il più bravo di Modugno, Resta cu’ mme, che ha provocato Sanremo con le voci di Modugno e Rascel, è tutti nel fare le parodie delle canzoni. Ricordo che non pochi problemi di censura radiofonica e l’inventore di quel Dadaumpa che permetteva a Studio uno aveva fatto con i Cetra gli sceneggia- televisiva. Il testo originale si concludeva con alle gemelle Kessler di incantare milioni di spet- ti tratti dalle parole delle canzoni: piccoli capolavo- «nun m’emporta d’o passato/ nun m’emporta tatori e del Ballo del mattone che grazie a Rita ri». «L'ultima volta che abbiamo collaborato in ‘e chi t’ha avuto». «Come come? - insorgono i Pavone rivendicava alla coppia il diritto al guan- teatro è stato sette anni fa, ma ci vedevamo spes- dirigenti Rai - vogliamo dire agli italiani che cia a guancia di fronte al trionfo del twist. so perchè siamo rimasti amici. Eppoi eravamo questa ragazza ha già avuto dei rapporti sessuali Dino Verde era soprattutto un umorista, vicini. È morto un grande del varietà, una persona fuori del matrimonio?» Il testo diventa allora collaboratore di Garinei e Giovannini e spesso straordinaria sul piano umano, di rara simpatia». «nun m’emporta se ‘o passato/ sulo lacrime in coppia con Sandro Amurri, specie alla radio, m’ha dato». Ha scritto lui, per le gemellone dove in anni recenti nelle sue un po’ corrive Alice ed Ellen Kessler, l’onomatopeico Dadaum- rubriche assegnava ai film le palle, come usava- pa: loro due tiravano su la gamba coperta da no allora fare i giornali, per segnalare il valore di una calzamaglia nera e i telespettatori di Studio una pellicola. Immancabilmente, i film più diffi- Uno si sentono al Lido di Parigi, donde le due cili finivano per essere segnalati con «due palle». pubblico. È stato lo stesso Modugno a chiedere sorelle provengono. Scrive anche Una zebra a Umorismo facile ma di sicura presa sul pubbli- a Verde di aiutarlo per il testo. Modugno è stato pois, che contribuisce a fare di Mina la scatenata co popolare, al quale Verde si era sempre rivol- solo colpito, a Pittsburg, pare, mentre si trova in urlatrice dei primi to. America a raccogliere i trionfi di Volare, dall’im- tempi. La sua è una Il suo vero nome era Edoardo, ed era nato a magine di due fidanzati che si separano: lei è sul continua alternanza Napoli, dove sembrava che si schiudessero per treno e lui la saluta, mentre scende una pioggia Ha scritto «Il ballo del di anticonformismo e lui le porte di una carriera all’Accademia aero- leggera. Verde lavora di fino, anche se tutti (a di temi rassicuranti. nautica di Caserta. Ma nel 1943 s’era congedato cominciare da Garinei e Giovannini per finire a Nel 1962 Dino ed aveva cominciato a scrivere battute per quel- Zavattini) lo sfottono per il richiamo a La piog- mattone», ha lavorato Verde è di nuovo a la fucina umoristica che era il giornale il gia nel pineto di D’Annunzio. L’attacco della Sanremo, questa volta Marc’Aurelio. Finita la guerra, aveva comincia- canzone è delicato, «mille violini suonati dal con Modugno e Mina come autore di uno to a scrivere per Riccardo Billi e Mario Riva che vento/ tutti i colori dell’arcobaleno/ vanno a sketch che Tognazzi e con Luisa Poselli agivano al Teatro Bernini. Era- formare una pioggia d’argento/ ma piove piove era autore fisso a Vianello debbono in- no gli anni in cui, cadute le censure imposte al sul nostro amor/ Ciao ciao bambina», e Modu- terpretare nel corso di teatro di rivista dal Minculpop, si potevano fare gno, da grande istrione, se lo gioca da par suo e Canzonissima, Dino un siparietto. Il tema battute su tutti, specie sui governi e Verde era vince il festival. è d’attualità, cioè le maestro nel coniare battute al veleno. Contem- L’anno successivo Verde viene chiamato da nozze Mussolini-Sci- poraneamente, si dedicava alla radio, le cui rivi- . «Dino – gli dice il piccoletto – ho Verde è morto colone, quelle dalle ste - la televisione era di là da venire – erano questa musica che mi fa pensare a una ragazza quali nascerà la barri- ascoltate da milioni di persone. Sue erano Brisco- romantica. Fammi un testo». E Verde si mette Umorista e paroliere cadiera Alessandra. la, con Silvio Gigli, Billi e Carlo Croccolo e suoi al lavoro, divertito dall’idea che Rascel voglia Gli sposi andranno ad erano molti copioni per Macario, Taranto, Wan- andare a Sanremo a confrontarsi proprio con ha fatto la storia dello abitare nel Viale delle da Osiris, Rascel. Un’idea del suo procedere è Modugno. Riempie foglietti su foglietti, cancel- Milizie e via con deci- dato anche da titoli come Billi e pupe che, paro- la, riscrive, ed ecco Romantica: «Bambina bru- spettacolo leggero ne di battute su un diando il film con Marlon Brando, aveva come na/ sono l’ultimo romantico che canta per la matrimonio all’inse- protagonista Riccardo Billi. O Il terrone corre sul luna» sussurrra la strofa. C’è una bambina an- gna del saluto roma- filo (dove «terrone» sostituiva ovviamente «ter- che qui, come in Piove e Rascel, fino ad allora e della Rai no, che all’ultimo mo- rore»). noto per il suoi nonsense e gli sfottò verso la mento i dirigenti Rai Con la nascita della tv Verde diventa uno decidono di non tra- degli autori più richiesti dalla Rai. Basti pensare smettere. Tognazzi e a Canzonissima, che nel 1959/60 lo vede accanto Vianello restano con un palmo di naso e il pub- a Garinei, Giovannini e a Lina Wertmüller. È Dov’è finita la verve e l’umorismo graffiante del comico? A «Trash» un talento sembra sprecarsi tra battute e sketch modesti blico non capisce che cosa i due comici siano l’edizione presentata da Delia Scala, Paolo Panel- andati a fare a Sanremo. L’Unità riesce ad avere li e Nino Manfredi, che non fila subito liscia, il copione e lo pubblica integralmente. Uno sco- anzi. Molte battute di Verde vengono censurate op, si direbbe oggi. e fino all’andata in onda non si sa bene cosa «’A Montesa’, ridacce l’autentico Montesano» Per la radio, Verde scrive con Amurri la reciteranno i tre. Verde risulterà alla fine tra gli lunga serie di Gran varietà, spettacolo della do- autori più presenti nelle edizioni di Canzonissi- menica mattina. Negli ultimi anni si lega ad ma: nel ‘63/64, l’anno successivo e poi nel Enrico Fierro no consenziente e, a giudicare dall’espressione del suo viso, Da un artista che ha sempre giudicato la comicità come il Antonella Steni ed Elio Pandolfi (Scanzonatissi- ‘69/70, nel ‘72/73, nel ‘74/75, cioè l’edizione con finanche felice. Si dirà che la comicità deve essere per forza frutto migliore «dell’intelligenza» ci saremmo aspettati invece mo), fornendo anche a Rascel e alla sua nuova la Carrà e con Cochi e Renato. Una curiosità: crudele (si è sempre riso tanto nel vedere uno che cade), ma il saccheggio a piene mani dalla realtà targata 2004. Pensiamo compagna Giuditta Saltarini copioni che non l’edizione del 1959/60 finisce con la vittoria del- ROMA ’A Montesà ridacce Montesano. Sì, caro Montesano, ci via: qui siamo di fronte a crudeltà gratuite. Perché imitare per un attimo a cosa sarebbe stato capace di inventarsi il rinnovano i precedenti successi. Si dedica allora la canzone Piove (Ciao ciao bambina), autore – ridia, per favore, il vero, l’autentico Enrico Montesano. Quel- malamente - lo faceva, e alla grande, Alighiero Noschese quan- Montesano del Fantastico edizione ‘88-’89 di fronte ad un a «La chanson», un cabaret romano, per il quale con Modugno – lo stesso Verde. Ma non c’è la maschera graffiante, irriverente, sarcastica e disincantata do Sergio Bruni era in vita e all’apice del successo - un grande capo del governo che si è fatto il lifting? Ne siamo certi: ci scrive piccole riviste da camera come Bentorna- conflitto di interessi, perché quella canzone ha che in tanti anni abbiamo imparato a conoscere e ad apprezza- autore della canzone napoletana scomparso recentemente e avrebbe stesi dalle risate. E il Montesano di Quantunque io, to avanspettacolo, che ha debuttato il 14 gennaio trionfato a Sanremo e risulta la più votata dal re in teatro, a cinema e in tv. Quel Rugantino sempre pronto nella colpevole distrazione della tv? E perché accanirsi con per non parlare di quello del Puff, quali personaggi avrebbe scorso. Ma non ce l’ha fatta a vederlo. alla battuta fulminante la cui comicità fu paragonata da Le Reitano, che per un passaggio sul piccolo schermo farebbe di tirato fuori dal calderone maleodorante del crac Parmalat? Figaro «alla fantasia di Arlecchino». È l’appello che ci viene di tutto e di più? Forse la risposta sta proprio nello stile del Sarebbe stato sicuramente spietato. Come quella sera del 1988 Nel ’62 un suo sketch con lanciare dopo aver visto in tv (ma che fatica!) ben due puntate programma, nel suo andamento lento che supera abbondante- a Fantastico, quando davanti a milioni di italiani con la sua Rascel gli chiese un testo ‘‘‘ di Trash, sottotitolo «non si butta via niente». Intanto non è mente il confine della noia totale, nelle sue battute scontate, maschera e un monologo inchiodò i democristiani al governo ‘‘ Tognazzi e Vianello fu vero che «non si butta via niente», perché qualcosa è stata già fiacche, per niente graffianti (oltre che totalmente rispettose per gli scandali del dopoterremoto in Campania. Facendo per una canzone romantica vietato: rideva, con buttata via senza alcun ritegno: insieme al senso del limite e al di governo e governanti). Dove sta e cosa direbbe oggi Torqua- semplicemente il suo mestiere di comico che registra i fatti e vinse Sanremo. Perfino rispetto per l’intelligenza del pubblico, l’arte comica di un to il pensionato, quello che (citiamo un Montesano del 1993) della vita e li porta in scena. Montesano 1992, intervista a allusioni al fascismo, delle grande protagonista della scena. «vuole fare la rivoluzione senile perché quella giovanile l’han- questo giornale firmata da Matilde Passa: «Io osservo più me Carmen Consoli, che fa nozze Sophia Nella prima puntata dello show del sabato sera abbiamo no imbavagliata»? E dov’è finito Dudù il gagà? Certo, ripro- che la gente. Studio le mie reazioni, penso che siccome siamo rock, ha usato visto una imitazione, complice Nino D’Angelo , del compianto porli oggi non è facile. I vari Torquato - cui erano state tutti uguali quello che dà fastidio a me dà fastidio anche agli Loren-Mussolini Sergio Bruni che canta Il mare. Pietosa. E anche crudele. Nella promesse pensioni da favola - devono far quadrare gli scarsi altri, quello che mi fa ridere fa ridere anche gli altri. Funzio- le sue parole seconda un Mino Reitano che canta Italia chiuso in un casso- conti e girano per mercatini rionali e discount. E Dudù oggi è na». Forse si tratta proprio di questo: Trash non funziona netto della spazzatura, monnezza in romanesco autentico. Pe- spiazzato dagli autentici gagà di maggioranza e di governo che perché Montesano non si indigna più. E, ancora peggio per noso e crudele pure quello. Ma in questo caso c’era un Reita- gigioneggiano da una festa all’altra, da un salotto all’altro. un comico, non ride più. ’A Montesà, ridacce Montesano.