NEXUS ULTIMA FRONTIERA

Interventi di realizzazione della Rete Ecologica tra Parco Valle Lambro e Parco delle Groane

LOTTO 2 – DI Interventi di potenziamento della rete ecologica Progetto definitivo esecutivo

RELAZIONE TECNICA Milano, febbraio 2019

PROGETTAZIONE CENTRO TECNICO NATURALISITICO PARCO REGIONALE DELLA VALLE DEL LAMBRO

I PROGETTISTI Arch. Daniela Gambino Arch. Christian Novak Arch. Claudia Parenti

IL RUP Arch. Mirco Bellè

Bando Fondazione Cariplo - Realizzare la connessione ecologica, 2016

INDICE

1. Premessa 5 2. Idea del progetto 6 3. Inquadramento normativo e urbanistico 8

4. Inquadramento dell’area e stato di fatto 18

5. Descrizione degli interventi 30 6 .Proprieta’ delle aree 38 7. Accesso all’area di cantiere e viabilità interna 39

8. Piano di manutenzione delle opere 39

9. Vincolistica 40

11. Criteri ambientali minimi 40

12. Cronoprogramma 42

3 4 1. PREMESSA

Il presente progetto definitivo esecutivo nasce dal Progetto NEXUS – Ul- tima Frontiera, presentato dal Capofila Comune di e dai Partner (Comune di Bovisio Mascia- go, Comune di , Comune di Sovico, Comune di Varedo, Parco Regionale della Valle del Lambro, Agenzia Innova 21, Legambiente Lom- bardia ONLUS, Politecnico di Milano-Dastu) a Fondazione Cariplo per il Bando “Connessione ecologica” 2016, e oggetto di cofinanziamento dalla stessa Fondazione nell’aprile 2017. Il progetto NEXUS prevede la realizzazione di una parte importante del- lo studio di fattibilità omonimo (2012-2016), consistente nelle azioni di mantenimento e deframmentazione dei varchi, potenziamento delle aree sorgenti e stepping stones e incremento degli elementi di collega- mento territoriali e di riqualificazione paesaggistica. Il gruppo di lavoro, dopo aver collaborato alla redazione dello studio di fattibilità ha individuato precisi interventi volti a realizzare il corridoio ecologico nella piana tra il Parco della Valle del Lambro e il Parco delle Groane: il progetto si sviluppa nell’ambito territoriale dei Comuni di De- sio, Bovisio Masciago, Seregno, Sovico e Varedo e prevede il coinvolgi- mento di proprietà pubbliche dei partner di immediata disponibilità e private convenzionate, significative a livello di corridoio ecologico, dove attivare interventi di miglioramento e valorizzazione della biodiversità al fine di realizzare una connessione ecologica, in base alle indicazioni del- la RER. Il progetto si articola in cinque azioni: AZIONE 1: MIGLIORAMENTO DELLA RETE ECOLOGICA DI SOVICO E SEREGNO AZIONE 2: DEFFRAMMENTAZIONE DEL VARCO DI SEREGNO E DESIO AZIONE 3: LA TANGENZIALE VERDE TRA DESIO, BOVISIO MASCIAGO E VAREDO AZIONE 4: FORMAZIONE, COMUNICAZIONE e monitoraggio AZIONE 5: COORDINAMENTO E SINERGIA ATTIVITA’

5 2. IDEA DEL PROGETTO

L’ambito di progetto fa riferimento ad una parte dell’azione 9 dello stu- dio di fattibilità che interessa la piana agricola fra Desio, Bovisio Mascia- go e Varedo. Gli interventi, concepiti su scala territoriale in continuità fra i vari comuni e in relazione allo stato dei luoghi e alle potenziali di riconnessione eco- logica, sono suddivisi in fase attuativa in lotti definiti per singoli Comuni al fine di facilitarne l’iter di attuazione. L’ambito agricolo a sud del complesso di Cascina Valera e Villa Agnesi interessa il comune di Varedo e di Desio, con un intervento omogeneo, finalizzato a ricostruire una complessità paesistico ecologica ad un’am- pia piana agricola, un tempo tenuta agricola connessa alla Villa Agnesi, ed oggi fortemente depauperata di elementi di qualità ecologica e pa- esaggistica. In questo ambito, più che in altri dello studio di fattibilità, l’integrazione fra progetto ecologico e paesaggistico è essenziale per ridare dignità formale e qualità ambientale ad una porzione di spazio aperto fortemen- te impoverita e debolmente connessa con gli spazi aperti vicini e con il sistema fruitivo.

All’interno dello studio di fattibilità questa area è stata definita come un’”oasi”, ossia come uno dei pochi spazi aperti con una estensione ed una qualità esistente o potenziale, all’interno del territorio complesso del corridoio ecologico di NEXUS. Le “oasi” sono di diverso tipo ma più frequentemente, come quella di Villa Agnesi, sono costituite dalle ex tenute agricole e di caccia delle ville patrizie. Si sono conservate solo in parte, vspesso erose al margine, spesso minacciate da infrastruttu- re esistenti o previste. Sono generalmente luoghi caratterizzati da assi prospettici, dalle recinzioni dei parchi delle ville, da filari e da elementi che segnano ed organizzano lo spazio, obelischi, portali, cippi. Sono so- prattutto spazi in cui ancora primeggia un ordinamento, dato dalla forte invarianza degli assi prospettici, dalla suddivisione regolare dei campi. L’ex tenuta agricola di villa Agnesi è uno spazio aperto di grande poten- ziale anche per la valenza storica che detiene e che il progetto si pre- figge di valorizzare. Il sistema paesaggistico storico della tenuta di Villa Agnesi si configurava in parallelo al più importante sistema di Villa Ba- gatti Valsecchi, con un asse prospettico che partiva dalla villa verso sud, e da un sistema di vicinali parallele in direzione est ovest. Il progetto tende, quindi, a ricostruire la trama, ormai quasi scomparsa, dell’antica organizzazione agraria e paesaggistica (meglio descritta suc- cessivamente), attribuendo agli interventi una doppia valenza paesaggi- stica ed ecologica, e al contempo una potenzialità fruitiva. L’intervento si può riassumere in poche essenziali azioni: la posa di filari paesaggistici nord sud ed est ovest, il ripristino dei tracciati agricoli, la realizzazione di siepi. Questi semplici materiali di progetto vengono composti con due obiet- tivi: la ricostruzione dell’asse prospettico della villa come segno forte nel paesaggio aperto, e la riqualificazione ed alberatura del principale trac- ciato est ovest della tenuta agricola, con la realizzazione di un filare e la riqualificazione del tracciato.

6 Il progetto rappresenta una prima fase di un progetto più ampio di ri- qualificazione dello spazio aperto della ex tenuta agricola di Villa Agnesi, che si completa ad est con l’intervento previsto e finanziato nell’ambito del medesimo bando, e con azioni successive a carico del Parco del Gru- gnotorto o dei singoli comuni. Il progetto si integra con un primo progetto di connessione ecologica finanziato dallo stesso bando nel comune di Varedo e che prevede alcu- ne opere diffuse sul territorio di cui due in adiacenza dell’ambito di pro- getto: un sottopasso ecologico di viale Brianza ad ovest di Villa Agnesi e la realizzazione di una siepe di connessione lungo la vicinale nord sud posta ad ovest dell’asse prospettico; e la realizzazione di una siepe albe- rata ad ovest della piana agricola a confine con Desio.

2.1 DATI DI PROGETTO

Ambito territoriale interessato PLIS Grugnotorto-Villoresi, Comune di Varedo, Provincia di e Brianza, Regione Lombardia.

Opportunità Miglioramento della permeabilità ecologica del paesaggio fortemente urbanizzato della Brianza centrale, ricostruzione del paesaggio della ex tenuta agricola di Villa Agnesi.

Intervento Realizzazione di elementi lineari (corridoi) di connessione ecologica di valenza paesaggistica: • filari paesaggistici • riqualificazione dei percossi vicinali • ricostruzioni di percorsi vicinali storici • siepi arborate

Benefici attesi - Rafforzamento della connessione ecologica - Aumento dei siti di foraggiamento, rifugio e nidificazione delle specie animali - Aumento biodiversità in ambienti e specie a livello locale - Riqualificazione del paesaggio

Studio di fattibilità di riferimento NEXUS La realizzazione della rete ecologica tra il Parco Valle Lambro e il Parco delle Groane (marzo 2016)

Quantità - filari metri lineari n° 146 alberi - siepe arborata metri lineari n° 26 alberi, n° 264 arbusti - riqualificazione vicinali metri lineari 413 - ricostruzione vicinali metri lineari 57

Proprietà delle aree Aree di proprietà del Comune di Varedo

7 3. INQUADRAMENTO NORMATIVO E URBANISTICO

Lo scopo degli interventi è la realizzazione di opere a verde per conser- vare e potenziare la Rete Ecologica Regionale nel territorio del Comune di Varedo ed attuare le previsioni dello studio di fattibilità del Progetto NEXUS. All’interno dello studio di fattibilità sono stati verificati puntualmente i vincoli normativi e di pianificazione locale e sovralocale. Di seguito si riporta l’analisi dei vari strumenti urbanistici a livello Regio- nale, Provinciale e Comunale.

3.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Il Piano Territoriale Regionale (PTR) in applicazione dell’art. 19 della L.R. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (Dlgs. n. 42/2004). Il PTR in tal senso recepi- sce, consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela. Le misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in stret- ta e reciproca relazione con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizio- ne del paesaggio. Fa parte del PTR anche il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), che è stato approvato dal Consiglio Regionale della Regione Lombardia il 19 gennaio 2010 come sezione del Piano Territoriale Regionale, mantenen- do comunque una propria identità e specificità. Il Piano Paesaggistico costituisce il quadro di riferimento e disciplina pa- esaggistica, ed indirizza la tutela e la valorizzazione paesaggistica dell’intero territorio lombardo, proponendosi i seguenti obiettivi: 1. conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità dei paesaggi della Lombardia 2. miglioramento della qualità paesaggistica ed architettonica degli in- terventi di trasformazione del territorio 3. diffusione della consapevolezza dei valori paesaggistici e loro fruizio- ne da parte dei cittadini

Il Piano Paesaggistico Regionale ha duplice natura: A destra in alto. Stralcio della tavola A– • di quadro di riferimento per la costruzione del Piano del Paesaggio $PELWLJHRJUDÀFLHXQLWjWLSRORJLFKHGL Lombardo SDHVDJJLR • di strumento di disciplina paesaggistica attiva del territorio. A destra in basso. Stralcio della tavola b– HOHPHQWLLGHQWLÀFDWLYLHSHUFRUVLGLLQWHUHVVH Il PPR ripartisce il territorio regionale in grandi ambiti geografici. Ogni SDHVDJJLVWLFR

8 9 ambito viene identificato nei suoi caratteri generali con l’eventuale spe- cificazione di sotto ambiti di riconosciuta identità. Quindi, all’interno di ciascun ambito vengono indicati gli elementi (luoghi, famiglie di beni, beni propri, ecc.) che compongono il carattere del paesaggio locale. Sono gli elementi che danno il senso e l’identità dell’ambito stesso, la sua componente percettiva, il suo contenuto culturale. La loro cancella- zione comporta la dissoluzione progressiva dell’immagine e dei valori di cui sono portatori. Al contrario, la loro elencazione ne suggerisce non solo l’importanza, come parti di un tutto, ma anche la necessità della loro considerazione ai fini della pianificazione paesistica. Spesso ad ogni voce sono stati accostati i relativi riferimenti topo-geografici che hanno solo valore esemplificativo, non costituiscono cioè un repertorio comple- to dei beni puntuali o areali passibili di tutela. Il loro completo repertorio è operazione che viene demandata alla pianificazione di livello locale. L’area di intervento progettuale in esame appartiene all’ambito geogra- fico della “Brianza”, così come si evince dall’estratto cartografico sotto- stante. Mentre i caratteri tipologici del paesaggio fanno riferimento a Fa- scia alta pianura - Paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta.

Dall’estratto della tavola B sugli elementi identificativi e percorsi d’inte- resse paesaggistico del PPR, si osserva come l’area oggetto dell’inter- vento non ricada all’interno dei luoghi d’identità regionale e di viabilità di rilevanza paesaggistica

Dall’estratto della tavola C sulle istruzioni per la tutela della natura del PPR, si osserva come l’area d’interesse non comprenda alcun geosito di rilevanza regionale.

Dall’estratto della tavola D sul quadro di riferimento della disciplina pae- saggistica regionale del PPR, si osserva come l’area non ricada in ambiti di criticità.

Dall’estratto della tavola “I_c” – quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge articoli 136 e 142 del D. Lgs 42/04 (aggiornamento 2010), l’a- rea oggetto degli interventi non ricade in ambiti di particolare interesse ambientale-paesistico, ma è adiacente all’ambito della villa Agnesi, sot- toposto a vincolo.

A destra in alto. 6WUDOFLRGHOODWDYRODF²LVWLWX - ]LRQLSHUODWXWHODGHOODQDWXUD

A destra in basso. 6WUDOFLRGHOODWDYRODG²TXD - GURGLULIHULPHQWRGHOODGLVFLSOLQDSDHVDJJL - VWLFDUHJLRQDOH

10 11 3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE DI MONZA E BRIANZA

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è lo strumento con il quale la collettività provinciale, attraverso le istituzioni rappresentative che hanno partecipa- to alla sua formazione, si impegna a perseguire lo sviluppo del proprio territorio in forme ambientalmente sostenibili. Nel rispetto dei principi di sussidiarietà, adeguatezza, responsabilità e cooperazione, definisce gli indirizzi strategici per le politiche e le scelte di pianificazione territoriale, paesaggistica, ambientale e urbanistica di rilevanza sovracomunale.

3.2.1 Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio

Dall’estratto della tavola degli elementi di caratterizzazione ecologica del territorio, si osserva come le aree interessate dall’intervento in comune di Varedo ricadano nel corridoio regionale primario a bassa o moderata antropizzazione, che collega il Parco Regionale della Valle del Lambro con il Parco Regionale delle Groane, indicato nella relazione sulla Rete Ecologica di Regione Lombardia (D.G.R. 8/8515 del 26/11/2017). Le aree, inoltre, ricadono all’interno del Parco Locale di Interesse Sovra- comunale Grugnotorto Villoresi.

Le aree oggetto del presente lotto sono inserite dal PTCP della Provincia di Monza e Brianza all’interno del sistema della Rete Verde di Ricomposi- zione Paesaggistica. Nello specifico le aree sono comprese all’interno la Rete Verde di ricomposizione paesaggistica. Le aree d’intervento sono integralmente ricomprese all’interno delle aree Agricole Strategiche.

A destra in alto. 6WUDOFLRGHOODWDYRODLBF²TXD - GURVLQRWWLFRWXWHOHSDHVDJJLVWLFKHGLOHJJH DUWLFROLHGHOG/JV DJJLRU - QDPHQWR

A destra in basso. (VWUDWWRSWFS²HOHPHQWL GLFDUDWWHUL]]D]LRQHHFRORJLFDGHOWHUULWRULR YDUHGR

12 13 14 3.3 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DI VAREDO

Il PGT di Varedo individua una serie di vincoli sovralocali, in particolare relativi ai temi forestali: aree definite dal Piano Forestale della Provincia di Milano, aree vincolate ad uso boschivo con convenzione sottoscritta relativa alle compensazio- ni forestali di Expo, l’individuazione delle aree agricole strategiche da PTCP e della Rete Verde Regionale.

L’area in oggetto è governata dal Piano dei Servizi come “Area verde di A sinistra in alto. (ODERUD]LRQHFDUWRJUDÀFD GHOVLVWHPDGHOOD5HWHYHUGHGLULFRPSRVL]LR - riqualificazione ambientale e urbana di proprietà pubblica” art. 11 NTA QHSDHVDJJLVWLFDHGHJOLDPELWLGLLQWHUHVVH del Piano dei Servizi: SURYLQFLDOH $LS 3LDQRWHUULWRULDOHGL 1. Sono aree di proprietà pubblica comprese nel sistema del Parco Gru- FRRUGLQDPHQWRSURYLQFLDOHGHOOD3URYLQFLD GL0RQ]DH%ULDQ]DH3URYLQFLDGL0LODQR gnotorto-Villoresi da ,QYHUGHFKLDURqLQGLYLGXDWDODUHWH9HUGH riqualificare da un punto di vista ambientale e connettere con il verde FRQLOSHULPHWURYLRODJOLDPELWLGLLQWHUHVVH urbano anche di interesse SURYLQFLDOH storico. A sinistra in basso. (ODERUD]LRQHFDUWRJUDÀFD 2. In tali aree sono previsti interventi di riqualificazione ambientale e pa- GHOVLVWHPDGHOODDUHHDJULFROHVWUDWHJLFKH esistici e funzionali alla 3LDQRWHUULWRULDOHGLFRRUGLQDPHQWR3URYLQ - FLDOHGHOOD3URYLQFLDGL0RQ]DH%ULDQ]DH fruizione. 3URYLQFLDGL0LODQR,QJLDOORVRQRLQGLYL - GXDWHODDUHHDJULFROHVWUDWHJLFKH

In basso. (VWUDWWRWDYRODESLDQRGHLVHUYL]L GHOFRPXQHGLYDUHGR

15 3.4 PROGRAMMA PLURIENNALE DEGLI INTERVENTI DEL PLIS DEL GRUGNOTORTO

Parte del progetto è già individuato all’interno del Programma Plurienna- le degli interventi del PLIS del Grugnotorto che comprende gli interventi previsti dallo studio di Fattibilità di NEXUS e prevede in modo specifico l’intervento di ricostruzione del percorso lungo la vicinale est ovest a sud di Villa Agnesi all’interno della scheda CE PA 23.

A destra. 6FKHGDSURJUDPPDSUXULHQDOHSOLV JUXJQRWRUWRYLOORUHVL

16 17 4 INQUADRAMENTO DELL’AREA E STATO DI FATTO

L’area in oggetto è attualmente un’area agricola di proprietà pubblica del comune di Varedo, data in comodato a soggetti privati e regolar- mente coltivata. L’area si estende a sud di viale Brianza e del complesso di Villa Agnesi e Cascina Valera. La volontà progettuale di ricostruzione del paesaggio storico perduto di Villa Agnesi si basa su una serie di documenti storici, cartografie, fo- tografie, testimonianze, documenti che hanno permesso di individuare i principali caratteri del paesaggio della tenuta di Villa Agnesi e di definire quali porzioni possano essere ripristinate e con quali materiali vegetali, all’interno di un progetto ecologico e paesaggistico. Il complesso di Villa Agnesi è sottoposto a tutela ministeriale DLgs 42/2004 dal 05.12.2005 limitatamente al complesso edilizio e alle perti- nenze, mentre l’ambito della tenuta, non è inserito all’interno dell’ambito di vincolo. Nonostante questo si ritiene fondamentale per il progetto ar- gomentare le scelte di ricostruzione del paesaggio anche a partire dalla storia e dalla composizione del complesso della Villa.

Pag. 19 in alto. &DWDVWRWHUHVLDQR   FDVFLQDYDOHUDSULPDGHOODFRVWUX]LRQHGL YLOODDJQHVL

in basso. &DWDVWRORPEDUGRYHQHWR ²  LQHYLGHQ]DLOVLVWHPDSDHVDJJLVWLFR GLYLOODDJQHVLFRQLOSDUFRDVXGO·HVHGUDH O·DVVHSURVSHWWLFR Pag. 20 in alto. &DUWDGHOEUHQQD  LQ HYLGHQ]DLOWUDFFLDWRSURVSHWWLFRQRUGVXG GHOODYLOODPHQWUHLOWUDFFLDWRHVWRYHVWH· DSSHQDSHUFHSLELOH

In basso. &DUWRJUDÀDLJP  LQHYLGHQ]DLO UHWLFRORGLYLFLQDOLHLOVLVWHPDGHOOHSLDQWDWH JHOVL LQGLUH]LRQHSUHYDOHQWHQRUGVXG

Pag. 21 in alto. C DUWDPLOLWDUHGHOO·,PSHUR $VEXUJLFR FRQLQWHJUD]LRQL VXFHVVLYH LQHYLGHQ]DODSUHVHQ]DGHOÀODUH SURVSHWWLFRHGLXQDHVHGUDDVXG

In basso )RWRDHUHHIRQWH,VWLWXWR*HRJUDÀFR 0LOLWDUH  LQHYLGHQ]DLOVLVWHPDGHOOH SLDQWDWHGLJHOVLLQGLUH]LRQHQRUGVXG

18 19 20 21 Dalle cartografie storiche si evincono diversi elementi che possono orientare il progetto. Deve essere inizialmente chiarito che le diverse cartografie attribuisco- no al sistema di tracciati vicinali ranghi diversi e, quindi, vicinali esistenti possono essere rappresentate come vicinali o confini di campo a secon- do della rappresentazione. La rappresentazione del territorio ha livelli di dettaglio in relazione alla scala di rappresentazione territoriale e rispetto allo scopo della rappresentazione (catastale o militare), tendenzialmente poco dettagliate rispetto alle caratteristiche vegetazionali. I loro tracciati ed il sistema di partizione della tenuta agricola della Valera e Villa Agnesi è comunque sempre riconoscibile. Nel catasto Teresiano non è ancora presente l’edificio della Villa Agnesi, il suo giardino e l’asse prospettico a sud, ma è ben visibile il complesso dealla preeesistente cascina Valera. Al contempo non è visibile la vicina- le est ovest. Nella cartografica catastale lombarda veneta è invece ben definito l’as- setto della villa e del giardino, il moro di recinzione a sud con esedra e l’asse prospettico verso sud (rappresentato però privo di alberature). Nella cartografia del Brenna è ben visibile il tracciato dell’asse prospet- tico e la sua estensione verso sud, ma non è definito il sistema di vicinali est ovest, rappresentato come semplice suddivisione di campi. Nella cartografia IGM è ben rappresentata la vicinale est ovest ed in par- te l’asse prospettico nord sud nella sua estensione (ma non nel tratto immediatamente adiacente alla villa. Il sistema delle piantate (probabil- mente già gelsicultura) è rappresentato in modo ideogrammmatico, ma si evince la presenza di filari che accompagnano le vicinale est ovest. Nella carta militare asburgica è presente l’asse prospettico della villa nel- la sua interezza, con percorso, doppio filare ed esedra a sud, mentre non è rappresentato parte del tracciato vicinale est ovest più vicino alla villa. La foto aerea degli anni ‘50 mette in evidenza il sistema delle piantatte di gelsi con un serrato ritmo di filari disposti da nord a sud, il sistema di lotti stretti e lunghi tipici della pianura asciutta, la persistenza del tracciato prospettico della villa e del doppio filare (già impoverito), ed il sistema dei cascinotti dispositi lungo le vicinali est ovest.

22 4. 1 IL COMPLESSO DI VILLA AGNESI E CASCINA VALERA

Il complesso della Villa Agnesi è un pregevole complesso architettonico composto da villa padronale, dalle abitazioni del personale agricolo, da numerosi manufatti rustici e da un piccolo oratorio. Parte del comples- so è di proprietà del Comune di Varedo e parte della Fondazione La Versiera 1718. La costruzione della villa, pur risalente alla metà del XVIII secolo, è successiva alle cascine che formavano la corte a sud di viale Brianza, al corpo ad “L” a nord della strada, e alla chiesetta (seicentesca) a nord-est della villa stessa. Villa Agnesi s’inserisce, quindi, nella corte storica della “Cascina Valera”, costituendone con il corpo principale il lato sud e formando con i due corpi laterali di servizio, a sud-est e sud-o- vest, una ulteriore corte chiusa a sud da una sagomata cinta muraria con un andamento curvilineo ad esedra con tripla cancellata corrispondente alla definizione della facciata della villa. L’edificio padronale articolato su tre piani, presenta un portico a tre campate su colonne binate e, al suo interno, conserva ancora l’originario scalone d’onore con balaustra barocca con pietra arenaria. I corpi di fabbrica laterali sono, invece, svi- luppati su due piani, come pure il corpo porticato (ad archi ribassati), verosimilmente coevo alla villa, che chiude il lato est della corte princi- pale. Il corpo di fabbrica che chiude a nord la corte ospita le abitazioni di tipo popolare e una vecchia osteria. L’edificio che costituisce il lato ovest della corte, destinato a stalla al piano terra e fienile al piano primo, pre- senta la facciata su corte scandita da cinque archi a tutto sesto, rimarcati da cornici in cotto. Completa il nucleo centrale un corpo abitativo di due piani, con distribuzione a ballatoio che si estende dall’angolo sud-ovest della corte verso ovest, formando un prolungamento della villa Agnesi. Ad ovest della cascina si trovano poi due rustici a pianta rettangolare e sviluppo di due piani fuori terra, adibiti a stalla e fienili. A nord-est del nucleo centrale, e a sud della via Brianza, sorge la chiesetta dedicata all’Annunciazione di Maria, che presenta un’aula rettangolare con volta a botte e l’abside con volta a crociera. Un ultimo elemento degno di nota è il corpo di fabbrica a “L” attestato a nord della cascina e della Via Brianza, che ospita nell’ala nord le abitazioni di tipo popolare, con distribuzione a ballatoio, e nell’ala sud la stalla e il soprastante fienile. Le residenze padronali rilevano ancora porzioni di pavimentazione in cotto lombardo e soffitti a cassettoni. Le aree pertinenziali dell’antica cascina sono pun- teggiate da numerosi corpi accessori, edificati in gran parte durante il se- colo XX, alcuni con murature in mattoni crudi misti a ciottoli. Nonostante versi in stato di abbandono, e sia stato oggetto di rimaneggiamenti e superfetazioni (in particolare durante il secolo XX), il complesso archi- tettonico di “Villa Agnesi e pertinenze” rappresenta tuttora un articolato e stratificato esempio di residenza extraurbana lombarda, testimone di antiche e sapienti consuetudini del fare e del costruire. Il complesso è di proprietà del Comune di Varedo. La porzione di proprietà comunale è stata interessata daun progetto di recupero nell’ambito di un Program- ma Integrato di Intervento. L’attività di recupero è sospesa per fallimento dell’impresa esecutrice e mancato interesse dell’Operatore del PII all’a- dempimento degli obblighi convenzionali rispetto a cui il Comune ha attivato il recupero delle garanzie fideiussorie per consentire la ripresa dei lavori.

23 A sinistra in alto. 9LOODDJQHVLYLVWDGOO·LQWHUQR GHOJLDUGLQRDVXG

A sinistra al centro. VLVWDGLYLOODDJQHVLDQQL ¶GDVXG

A sinistra in basso. )RWRDHUHDYLOODDJQHVL DQQL¶6RQRYLVLELOLDVXGOHWUDFFHGHL SUHHVLVWHQWLFDVFLQRWWLHDOFXQHDOEHUDWXUH RJJLVFRPSDUVH

24 A destra in alto. )RWRDHUHDYLOODDJQHVLDQQL ¶,QHYLGHQ]DODVWUHWWDUHOD]LRQHIUD VLVWHPDGHLWUDFFLDWLVWUDGDOLHDJULFROLH O·LPSLDQWRGHOFRPSOHVVRGLFDVFLQDYDOHUDH YLOODDJQHVL

A destra al centro. $UHDDWWRUQRDOODUHFLQ]LRQH GLYLOODDJQHVLSRU]LRQHGLUHFLQ]LRQHVWRULFD FUROODWDHYHJHWD]LRQHLQYDVLYD

A destra in basso. 9LVWDUDYYLFLQDWDGLYLOOD DJQHVLGDVXG

25 4. 2 LA TENUTA AGRICOLA DI VILLA AGNESI E CASCINA VALERA

L’area della tenuta agricola è caratterizzata da una griglia ortogonale che definisce l’ordito dei campi e il sistema delle vicinali agricole. Il sistema delle vicinale prevede una serie di quattro tracciati paralleli in direzione est ovest (a partire da nord viale Brianza, una seconda vicinale origina- riamente estesa per circa 5 km dalla villa Bagatti di Varedo fino a Lisso- ne, ed una terza ed una quarta a sud risultano oggi appena leggibili). Le quattro vicinali parallele ad una distanza di 150 metri una dall’altra, testimoniano probabilmente un antico sistema di “gerazio” forse legato alla centuriazione (probabilità supportata anche da ritrovamenti romani nell’area della Villa). In direzione nord sud sono presenti tre tracciati principali, ad ovest ed ad est del complesso (anche con tracce di acciottolato, ed un asse bari- centrico e prospettico che dalla villa traguardava il giardino e l’esedra e puntava verso sud. Dalle cartografie storiche e dalle testimonianze risulta che il tracciato prospettico mettesse in relazione la villa ed il suo giardino con la tenuta e un roccolo per la caccia, ancora esistente (anche se non attivo) a sud della villa. La tenuta agricola era fino a pochi anni fa caratterizzata sull’asse est ovest dal tipico ritmo di cascinotti, esito della frammentazione agraria legata alla mezzadria e all’organizzazione per lotti stretti e lunghi in direzione nord sud coltivati da singole famiglie a mais, grano, vite, e gelsi. I cascinotti sono stati recentemente demoliti e ne rimane traccia solo ad ovest dove una macchia alberata nasconde le rovine di un cascinotto. Le piantate di gelsi tipiche dei paesaggi agricoli di queste zone sono del tutto scomparse, a parte qualche isolata pianta. Dalle foto aeree del primo dopoguerra emerge chiaramente il ritmo serrato delle piantate di gelsi in direzione nord sud nei campi a sud della villa. Negli ultimi 10 anni la piana agricola è andata nella direzione della sem- plificazione del paesaggio agricolo e sono stati eliminati alcuni elementi arborei rilevanti, due fasce arboree e prative costituite da alberi ad alto fusto e da alberi da frutto (gelsi e ciliegi), e dal sistema tipico dei casci- notti che si disponevano paralleli poco a sud della prima vicinale. Tale impoverimento è direttamente connesso ad una pratica agricola esten- siva sui territori sia di Varedo che di Desio (proprietà Ospedale San Ge- rardo di Monza), su aree in affitto o comodato e prive, quindi di alcuna visione a lungo termine e di investimento sulle culture.

26 A destra in alto. $OOLQHDPHQWRGHOO·DVVHSUR - VSHWWLFRGLYLOODDJQHVHGDVXG

A destra al centro. 3ULPDYLFLQDOHHVWRYHVW YLVWDYHUVRYDUHGR

A destra in basso. 6HFRQGDYLFLQDOHHVWRYHVW YLVWDYHUVRGHVLR

27 A sinistra in alto. 9LFLQDOHHVWRYHUWDVXGGHO FHQWURVSRUWLYRYLVWDGDRYHVWFRQWUDFFHGL FDVFLQRWWR

A sinistra al centro. $UHDGHOO·DVVHSURVSHWWLFR GHOODYLOODDJQHVLYLVWDGDQRUG

A sinistra in basso. 9LFLQDOHGLLQJUHVVRYLVWD YHUVRYLDOHEULDQ]D

28 A destra in alto. ([URFFRORYLVWDGDQRUG

A destra al centro. Ex roccolo

A destra in basso. &RQÀQHGLFDPSRDVXG GHOO·DPELWR

29 5. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI

Il progetto è costituito da due filari paesaggistici paralleli in direzione nord sud, un filare paesaggistico in direzione est ovest, una siepe pae- saggistica, la riqualificazione di due tracciati agricoli, la ricostruzione di un tracciato agricolo ed alcune operazioni di pulizia e ripristino e posa di di segnaletica.

5.1 FILARE PAESAGGISTICO

Il Filare Paesaggistico (FP) è l’elemento verde che caratterizza maggior- mente l’intervento. In questo ambito assolve ad una triplice funzione: 1 arricchisce di biodiversità una piana agricola che ha visto negli ultimi decenni un profondo depauperamento della biodiversità e degli habitat naturali 2 ricostruiscono un disegno di paesaggio legato alla storia del luogo (doppio filare prospettico della villa Agnesi) e del sistema di organizza- zione spaziale della tenuta agricola e del sistema della “geratio” di pro- babili origini antiche (centuriazione romana). 3 accompagnano percorsi campestri anche di tipo fruitivo rendendo più piacevole l’attraversamento a piedi ed in bicicletta della piana agricola.

I filari paesaggistici sono composti da elementi monofilare e monospeci- fici, distanza di impianto di 5 m, larghezza della fascia di 3 m, ogni albero è sostenuto da 2 pali tutori. Tra gli alberi si mantiene una fascia con erba anche alta ma senza arbusti. Nei costi sono inclusi 5 anni di manutenzio- ne dell’impianto. Specie suggerite dallo studio di fattibilità: Acer pseudoplatanus, Carpi- nus betulus, Celtis australis, Malus sylvestris, Morus alba, Populus nigra italica, Populus tremula, Tilia cordata. I filari si differenziano nell’ambito di progetto in due tipi a seconda della funzione paesaggistica attribuita. I filari nord sud vanno a ricostruire il viale prospettico di Villa Agnesi, totalmente scomparto ma presente in diverse cartografie storiche e ca- tastali come tracciato. Per assonanza al viale prospettico di villa Bagatti Valsecchi, si ripropone un doppio filare di pioppi cipressini (Populus nigra italica), che hanno il pregio di definire le prospettive monumentali in modo marcato e di avere un accrescimento rapido, adatto a creare fin dall’impianto un ef- fetto paesaggistico anche in relazione al loro andamento colonnare. La distanza fra i due filari è stata studiata in funzione alla dimensione della facciata della villa e della cancellata d’ingresso dell’esedra (10 metri). I pioppi cipressini possono arrivare ad un’altezza rilevante (30 - 35 metri) e segnalare la presenza di un elemento monumentale a notevole distan- za. La disposizione in filari nord sud riduce l’ombreggiamento sui campi agricoli. I filari est ovest lungo la vicinale agricola hanno come obiettivo quello di marcare il tracciato di centuriazione (visibile dalle cartografie ottocente- sche dalla Villa Bagatti Valsecchi fino alle porte di ). Per questi tracciati si è pensato di utilizzare una specie con minor svilup-

30 po verticale, con una chioma allargata. Per introdurre un effetto paesaggistico di forte continuità lungo il per- corso agricolo si è preferito l’utilizzo di una specie che fosse in grado di connotare decisamente il paesaggio. La specie prescelta l’acero per il suo portamento e colorazione autun- nale. La scelta può ricadere su tre varietà di aceri: Acero di monte (Acer pseudoplatanus) più alto o acero riccio (Acer platanoides) di medio di- mensione, e molto efficace nella riduzione della CO2 (3800 chili di CO2 in 20 anni ad albero), altri gas inquinanti e polveri sottili, l’acero campe- stre di dimensioni più contenute (altezze fino ai 20 metri).

Specifiche filari Età: 5 anni Altezza: 6-7 m per pioppi cipressini, 4-5 m per aceri ricci Radicamento: già radicato Contenitore: zolla in rete Buca Impianto: 0,4 x 0,4 x 0,4 m Accessori: 2 tutori in legno, legacci Certificati: Tutto il materiale vegetale utilizzato deve essere prodotto e commercializzato in conformità al decreto legislativo 10 novembre 2003, n. 386 (Attuazione della direttiva 1999/105/CE relativa alla com- mercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione) e al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214 (Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali), nonché corredato da: a) certificato principale di identità, ai sensi dell’articolo 6, del d.lgs. 386/2003; b) passaporto delle piante dell’Unione europea sullo stato fitosanitario del materiale di propagazione.

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33 5.2 SIEPE ARBORATA

La Siepe arborata (SA) costituisce un elemento complesso della rete ecologica locale e del paesaggio e si adatta a necessità progettuali con ridotti spazi: combina più livelli (arbustivo, arboreo) e presenta una larghezza sufficiente a creare delle condizioni microclimatiche diverse dall’ambiente aperto circostante; svolge una funzione paesaggistico-na- turalistica, secondariamente anche con finalità di connessione ecologi- ca. L’intervento prevede tutte le pratiche per la realizzazione dell’opera a verde ed il corretto attecchimento delle piantine ed in particolare: la pre- parazione del terreno (sfalcio, tracciamento), l’apertura di buche, la forni- tura, la posa ed il rincalzo delle piantine selezionate, l’utilizzo di supporti per facilitare l’attecchimento e la crescita delle piante, la manutenzione dell’impianto (vedi capitolo 8, Piano di manutenzione delle opere), irri- gazione di soccorso (vedi capitolo 8, Piano di manutenzione delle opere) e sostituzione delle fallanze (vedi capitolato speciale d’appalto). Sesto d’impianto in doppia fila con specie di arbusti disposti in ordine casuale, distanza d’impianto di 1.5 m sulla fila e tra le file, quindi con filare mono- specifico centrale di alberi distanti tra loro almeno 10 m; larghezza della fascia di almeno 4 m. Gli arbusti possono essere disposti anche attorno all’albero così da ottenere una maggior compattezza della siepe. Al fine di preservare il patrimonio genetico e la biodiversità della flora locale, le essenze piantumate dovranno essere corredate di certificazione di pro- venienza, che garantisca la provenienza locale e l’appartenenza alla flora autoctona. Specie suggerite: Arbusti/ Cornus mas, Cornus sanguinea, Corylus avel- lana, Crataegus monogyna,Euonymus europaeus, Frangula alnus, Pru- nus spinosa, Rhamnus catharticus, Rosa arvensis, Rosa canina, Sambucus nigra, Viburnum lantana, Viburnum opulus. Alberi/ Acer campestre, Acer pseudoplatanus, Carpinus betulus, Celtis australis, Malus sylvestris, Mo- rus alba, Populus nigra, Populus tremula, Prunus avium, Tilia cordata. Vie- ne dato ampio spazio alle specie baccifere, mentre sono più sporadici i grandi arbusti (nocciolo, biancospino, salicone, sambuco) Nello specifico sono previsti 260 metri lineari di siepe arborata su un intervento.

Totale piante previste: 27 alberi e 264 arbusti

Alberi Numero piante Carpinus betulus Carpino bianco 9 Morus alba Gelso bianco 9 Prunus avium Ciliegio selvatico 9

Arbusti Cornus mas Corniolo 25 Cornus sanguinea Sanguinello 25 Corylus avellana Nocciolo 10 Euonymus europaeus Evonimo 15 Frangula alnus Frangola 25 Ligustrum vulgare Ligustro 25

34 Prunus padus Pado 25 Prunus spinosa Prugnolo 15 Rosa canina Rosa canina 20 Salix caprea Salicone 15 Salix cinerea Salice grigio 10 Sambucus nigra Sambuco nero 10 Sarothamnus scoparius Ginestra dei carbonai 12 Viburnum lantana Lantana 12 Viburnum opulus Pallon di maggio 20

264

Elenco delle fasi della piantumazione Decespugliamento della vegetazione infestante; - Tracciamento dell’impianto (ove richiesto); - Apertura buca; - Posa pianta; - Rincalzo del terreno; - Posa sostegno e shelter; - Eventuale sostituzione delle fallanze.

Specifiche piante forestali Età: 1 o 2 anni Altezza: 0,7 – 1 m Radicamento: già radicato Contenitore: fitocella o multiforo Buca Impianto: 0,2x0,2x0,2 m per gli arbusti. Accessori: Shelter e tutore in canna di bambù

Certificati: T utto il materiale vegetale utilizzato deve essere prodotto e commercializzato in conformità al decreto legislativo 10 novembre 2003, n. 386 (Attuazione della direttiva 1999/105/CE relativa alla com- mercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione) e al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214 (Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali), nonché corredato da: a) certificato principale di identità, ai sensi dell’articolo 6, del d.lgs. 386/2003; b) passaporto delle piante dell’Unione europea sullo stato fitosanitario del materiale di propagazione.

A destra. 6LHSHDUERUDWD

35 5.3 RIQUALIFICAZIONE VICINALE

Le vicinali agricole oggetto di riqualificazione sono 2 contrariamente a quanto previsto dallo studio di fattibilità, è stata inserita anche la vicinale nord sud che connette viale Brianza con lo spazio aperto agricolo a sud della Villa. Complessivamente si tratta di 370 metri lineari. La riqualificazione delle vicinali agricole permette una fruizione del terri- torio agricolo più agevole da parte dei mezzi agricoli e di pedoni, ciclisti o a cavallo. La fruizione oltra a costituire un elemento fondamentale del- le politiche del Parco del Grugnotorto Villoresi, agevola le manutenzioni e attiva l’attenzione della popolazione rispetto ad eventuali abusi (depo- siti di rifiuti, recinzioni ed elementi deturpanti). La riqualificazione delle vicinali prevede per la larghezza esistente (in media 3 metri) il livellamento della superficie della vicinale esistente (as- similata allo scotico) per ridurre le irregolarità del terreno ed eliminare la vegetazione esistente (prato nel tratto di vicinale est ovest). L’elimina- zione di eventuali tracce di asfalto o cemento (tratto di ingresso da Viale Brianza). La stesa e la rullatura del materiale di finitura superficiale per uno spessore minimo di 10 cm in pietrisco misto di cava tipo calcare. Il materiale verrà scelto su campioni in loco in funzione della sua colora- zione e granolumetria per essere il più possibile coerente con la finitura delle vicinali esistenti nell’ambito.

Elenco delle fasi di lavorazione - Livellamento del terreno, equiparato allo scotico di 20 cm di terreno vegetato e non vegetato - Riutilizzo parziale del materiale per il riempimento di buche presenti o per la definizione delle banchine - Stesura e rullatura di misto di cava con granulometria come da com- puto e colorazione da campionare in cantiere con pendenza minima del 2% per scolo laterale dell’acqua.

A sinistra. 6H]LRQHFRVWUXWWLYDGHOODULTXDOLÀ - FD]LRQHGHOODYLFLQDOH

36 5.4 RICOSTRUZIONE VICINALE

Nello studio di fattibilità non era prevista la realizzazione di nuovi trac- ciati vicinali. Le economie di progetto hanno permesso l’inserimento di un breve ma fondamentale tracciato di progetto che ricostruisce il primo tratto dell’asse prospettico della Villa Agnesi fra il cancello del giardino della villa e la prima vicinale agricola est ovest. Il sedime del tracciato è ancora labilmente visibile sul terreno, ma ne- cessita di un recupero e di un sostanziale rifacimento. Tale breve trac- ciato permetterà in futuro di ricostruire quella relazione diretta fra la vil- la Agnesi ed il suo territorio che oggi è interrotta sia per l’abbandono dell’immobile, sia per la distruzione dell’asse prospettico. Si tratta, quin- di, della ricostruzione di una preesistenza fondamentale per ridare una dignità allo spazio aperto e per permettere al fruitore di affacciarsi alla villa e poterne un domani godere la bellezza. La ricostruzione della vicinale prevede per una larghezza di 3 metri lo scotico per una profondità di 20 cm, la stesa del geotessuto, la formazio- ne di 30 cm di sottofondo, la stesa e la rullatura del materiale di finitura superficiale per uno spessore minimo di 10 cm in pietrisco misto di cava tipo calcare. Il materiale verrà scelto su campioni in loco in funzione del- la sua colorazione e granolumetria per essere il più possibile coerente con la finitura delle vicinali esistenti nell’ambito. Ed infine il trattamento a prato del raccordo fra percorso e piano campagna.

Elenco delle fasi di lavorazione - Scotico di 20 cm di terreno vegetato - Riutilizzo del materiale per la definizione delle banchine - Posa del geotessuto di separazione fra il terreno e il sottofondo - posa e stesura del sottofondo minimo 30 cm di spessore e relativa rul- latura - Stesura e rullatura di misto di cava con granulometria come da com- puto e colorazione da campionare in cantiere con pendenza minima del 2% per scolo laterale dell’acqua.

A destra. 6H]LRQHFRVWUXWWLYDGHOODULFRVWUX - ]LRQHGHOODYLFLQDOH

37 6 PROPRIETA’ DELLE AREE

Per quanto riguarda il piano particellare di esproprio tale procedura, esproprio, non viene attivata, in quanto terreni su cui si andrà a intervenire ricadono totalmen- te su proprietà del Comune di Varedo. Di seguito si riportano i mappali interessati dall’intervento. Foglio 11 mappale 46 proprietà Comune di Varedo Foglio 11 mappale 54 proprietà Comune di Varedo Foglio 11 mappale 55 proprietà Comune di Varedo Foglio 20 mappale 27 proprietà Comune di Varedo

38 7 ACCESSO ALL’AREA DI CANTIERE E VIABILITÀ INTERNA

L’area è accessibile da viabilità ordinaria e da viabilità campestre. In particolare: l’accesso carrabile principale è da viale Brianza difronte al civico 157. L’accessibilità al cantiere dovrà tenere conto dell’uso promiscuo del primo tratto di vicinale che dà accesso ad una serie di edifici accessori e orti in uso e alla cantierizzazione del lotto 1 relativo al sottopasso ecologico di Viale Brianza e della siepe di connessione lungo la vicinale.

8 PIANO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE

Tutti gli interventi prevedono 7 anni di manutenzione per garantire la buona riuscita dell’opera.

8.1 INTERVENTI DI RICONNESSIONE ECOLOGICA

8.1.1. Nuove piantumazioni siepi Manutenzione obbligatoria primi sette anni • Controllo • Decespugliamento • Irrigazione di soccorso • Rimozione shelter e tutori • Verifica manutenzione primi sette anni • Controllo post manutenzione impianto

1XRYHSLDQWXPD]LRQL²ODUH • Controllo • Decespugliamento • Irrigazione di soccorso • Potature • Sostituzioni • Rimozione tutori • Verifica manutenzione primi sette anni • Controllo post manutenzione impianto

8.2 INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E RICOSTRUZIONE DI STRADE VICINALI 5HDOL]]D]LRQHHPDQXWHQ]LRQHGLVWUDGHYLFLQDOL

• Controllo • Decespugliamento • Risarcitura buche e avvallamenti

39 • Controllo post manutenzione

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9 VINCOLISTICA

Le aree interessate dagli interventi non sono soggette a vincolo paesag- gistico. L’unico vincolo previsto dal PTCP della Provincia di Monza e Brianza è quello del sistema della Rete Verde di Ricomposizione paesaggistica ma gli interventi oggetto del presente progetto sono compatibili con il vincolo in essere. Da PGT del Comune di Varedo invece si evince che alcuni interventi ri- cadono in aree destinate all’attività agricola strategica: la natura degli interventi (siepe paesaggistica e siepe di connessione) non danno luogo ad incongruenze in quanto rientranti in elementi del mosaico agricolo. La tipologia degli interventi non richiedono approfondimenti di tipo ar- cheologico, geologico, ed inoltre la medesima area non è soggetta a vincolo idrogeologico. La presenza di una linea elettrica aerea a basso voltaggio lungo la vici- nale est ovest pur se priva di fascia di rispetto non permette la posa di alberatura che possa confliggere con la linea aerea. Il filare di accompa- gnamento della vicinale viene quindi posto a nord a distanza di 10 metri dalla linea elettrica.

10 CRITERI AMBIENTALI MINIMI

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della dispo- nibilità di mercato. In Italia l’efficacia dei CAM è stata assicurata grazie all’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, all’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.lgs 56/2017), che ne hanno reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni ap- paltanti. Si fa riferimento alla normativa in tema, in particolare al CAM in vigo- re “Affidamento del servizio di gestione del verde pubblico, acquisto di ammendanti, piante ornamentali, impianti di irrigazione” (approvato con DM 13 dicembre 2013, in G.U. n. 13 del 17 gennaio 2014). I CAM sono ripresi nel progetto NEXUS Ultima Frontiera nelle seguenti fasi: Indicazioni specifiche per la stazione appaltante – “La stazione ap- paltante [ha elaborato] una lista delle più comuni specie vegetali adatte

40 alle condizioni climatiche della regione ove si trovano i siti di impianto”; “riguardo alle caratteristiche delle piante utilizzate, se la stazione appal- tante ha come obiettivo quello di […] creare habitat idonei alla vita della fauna regionale/ locale nella città, può specificare che una percentuale di piante debba essere nativa del luogo (il che non vuol dire coltivata localmente).” (pa- ragrafo 3.2) Specifiche tecniche – “Materiale vegetale da mettere a dimora. Alberi, arbusti, cespugli, erbacee da mettere a dimora devono - Essere adatti alle condizioni ambientali e di coltivazione del sito di impianto, ove per condizioni ambientali e di coltivazione si intendono le caratteristiche cli- matiche dei terreni[…] - Presentare caratteristiche qualitative tali da garantirne l’attecchimento (dimensioni e caratteristiche della zolla e dell’apparato epigeo, resisten- za allo stress da trapianto, stabilità, ecc.) - Non presentare fitopatogeni che potrebbero inficiarne la sopravviven- za o renderne più difficoltosa la gestione post-trapianto - Appartenere a specie che non siano state oggetto, negli anni preceden- ti, di patologie endemiche importanti nel territorio del sito di impianto.” “Taglio dell’erba. L’offerente deve prevedere l’utilizzo di tecniche ti taglio dell’erba a basso impatto ambientale in base alla localizzazione […] non asporto del materiale di risulta.” “Gestione residui organici. I residui organici (foglie secche, residui di po- tature, erba, etc..) prodotti nelle aree verdi devono essere compostati in loco o cippati in situ ed utilizzati come pacciame nelle aree idonee per ridurre il fenomeno di evaporazione dal terreno.” “Piante ed animali infestanti. Qualsiasi pianta o animale sospetto di esse- re invasivo deve essere immediatamente segnalato all’amministrazione affinché siano presi opportuni provvedimenti appositamente concorda- ti.” Criteri premianti – “che consentono di selezionare prodotti/servizi con prestazioni ambientali migliori di quelle garantite dal rispetto dei soli criteri di base.” Per quanto riguarda il progetto Nexus Ultima Frontiera nella presen- tazione dei tipologici è stata riportata la lista delle specie idonee, ul- teriormente raffinata nella presentazione dei singoli interventi in base alle caratteristiche dei siti. In un’area di Varedo, lontana dal lotto, è stato segnalato un focolaio di colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora); nonostante la distanza sia tale da non rientrare in una zona cuscinetto di attenzione a tale malattia è stato deciso, per un criterio di prudenza, di escludere le specie suscettibili. Viene specificato nella descrizione degli interventi, negli approfondimenti tecnici e nel piano di manutenzione che le piante utilizzate per le siepi dovranno riportare una certificazio- ne di provenienza che ne attesti l’appartenenza a specie autoctone e a nessun cultivar ornamentale, produttivo o da giardino. Inoltre vengono riportate le caratteristiche minime che dovranno avere le piante nel mo- mento di messa a dimora in quanto ad età e dimensione. Ulteriore at- tenzione è stata posta alla scelta dei materiali di supporto alla pianta, ovvero nell’utilizzo di bacchette in bambù come sostegno e di shelter fotodegradabili, che – secondo il piano di manutenzione – al temine del quinto anno dall’impianto verranno rimossi.

41 11 CRONOPROGRAMMA

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