2002 Poste Italiane. Spedizione in a.p.- 45%-art.2 comma20/Blegge 662/96-D.C./D.C.I. TorinoPoste Italiane. Spedizionein a.p.-45%-art.2 ANNO XVII. N.5Maggio 2002

ISSN 1124-044 X ueo1314115 116 numero 113 114 MENSILE DIINFORMAZIONEEDIVULGAZIONENATURALISTICA dei parchi europea Giornata 24 MAGGIO Canto del Canto 117 118 119 120121122 sul Po La regata PIEMONTESI PARCHI Cigno a due voci due a al silicio Dalla selce TERRITORIO MEMORIA E UOMO LE AREE PROTETTE DEL PIEMONTE

PARCHI REGIONALI La Mandria PARCHI NOVARA (Aree attrezzate Collina ALESSANDRIA Valle del Ticino di Rivoli; NAZIONALI Capanne di Marcarolo Villa Picchetta Ponte del Diavolo; 28062 Cameri (NO) Gran Paradiso Via Umberto I, 32a Tel. 0321 517706 Riserva Madonna della Neve 15060 Bosio (AL) Monte Lera) Via della Rocca 47 - 10123 Torino Tel. e fax 0143 684777 Viale Carlo Emanuele II, 256 Tel. 011 8606211 fax 011 8121305 (Riserve Monte Mesma; 10078 Venaria Reale (TO) Tel. 011 4993311 Val Grande Cascina Valperone Colle Torre di Buccione) fax 011 4594352 15020 Ponzano Monferrato (AL) Via Sacro Monte Villa S. Remigio 28016 Orta S. Giulio (NO) Tel. 0141 927120 Stupinigi 28922 Verbania (VB) fax 0141 927800 Tel. 0322 911960 Tel. 0323 557960 fax 0322 905654 c/o Ordine Mauriziano, via Magellano, 1 fax 0323 556397 Parco Fluviale del Po 10128 Torino Tratto Tel. e fax 011 5681650 PARCHI Vercellese/Alessandrino Parchi del Lago Maggiore PROVINCIALI (Riserva Torrente Orba) (Lagoni di Mercurago Piazza Giovanni XXIII, 6 Lago di Candia 15048 Valenza (AL) Riserve Canneti di VERBANIA Dormelletto e Fondo Toce) Alpe Veglia e Alpe Devero Via M. Vittoria, 12 - 10123 Torino Tel. 0131 927555 Tel. 011 8612584 fax 0131 927721 Via Gattico, 6 Via Castelli, 2 28040 Mercurago di Arona (NO) 28868 Varzo (VB) fax 011 8612788 Tel. 0322 240239 Tel. 0324 72572 ASTI fax 0322 240240 fax 0324 72790 SETTORE PARCHI Parchi astigiani (Rocchetta Tanaro, Sacro Monte Calvario Via Nizza 18 - 10125 Torino Val Sarmassa, TORINO di Domodossola Settore Pianificazione Borgata S. Monte Calvario, 5 Valleandona e Val Botto) Collina di Superga Tel. 011 4322596 Via S. Martino, 5 (Riserva Bosco del Vaj) 28055 Domodossola (VB) Tel. 0324 241976 fax 0324 247749 Fax 011 4324759 14100 Asti Via Alessandria, 2 Settore Gestione Tel. 0141 592091 10090 Castagneto Po (TO) Tel. 011 4323524 fax 0141 593777 Tel. e fax 011 912462 Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa Fax 011 4324793 Gran Bosco di Salbertrand P.zza SS. Trinità, 1 Banche dati Via Monginevro, 7 28823 Ghiffa (VB) Tel. 011 4324383 BIELLA 10050 Salbertrand (TO) Tel. 0323 59870 fax 0323 590800 Biblioteca Baragge (riserva), Bessa Tel. 0122 854720 Tel. 011 4323185 (riserva), Brich Zumaglia (area fax 0122.854421 attrezzata) VERCELLI Via Crosa 1 Laghi di Avigliana Alta Valsesia 13882 Cerrione (BI) Via Monte Pirchiriano C.so Roma,35 Tel. 015 677276 10051 Avigliana (TO) 13019 Varallo (VC) fax 015 2587904 Tel. 011 9313000 Tel. e fax 0163 54680 fax 011 9328055 Parco Burcina - Orsiera Rocciavrè Lame del Sesia parchi web Felice Piacenza (Riserve Garzaia Casina Blu (Riserve Orrido di Chianocco tutti gli indirizzi 13814 Pollone (BI) e Orrido di Foresto) di Villarboit; Tel. 015 2563007 Via San Rocco, 2 - Fraz. Foresto Isolone di Oldenico; e le e-mail fax 015 2563914 10053 Bussoleno (TO) Palude di Casalbertrame; Tel. 0122 47064 Garzaia di Carisio) delle aree protette fax 0122 48383 Via XX Settembre, 12 e del settore parchi sono CUNEO 13030 Albano Vercellese (VC) Alta Valle Pesio e Tanaro Val Troncea Tel. 0161 73112 aggiornati (Riserve Augusta V. della Pineta fax 0161 73311 Bagiennorum; 10060 Pragelato (TO) Monte Fenera nel sito ufficiale della Ciciu del Villar; Tel. e fax 0122 78849 Fraz. Fenera Annunziata Regione Piemonte Oasi di Crava Morozzo; 13011 Borgosesia (VC) Sorgenti del Belbo) Canavese Tel. 0163 209478 www.regione.piemonte.it/parchi/ Via S. Anna, 34 (Riserve Sacro Monte fax 0163 209356 12013 Chiusa Pesio (CN) di Belmonte; Tel. 0171 734021 Monti Pelati e Torre Cives; Loc. Sacro Monte Piemonte Parchi on line fax 0171 735166 Vauda) Piazza della Basilica www.regione.piemonte.it/parchi/rivista Corso Massimo d’Azeglio, 216 13019 Varallo (VC) Alpi Marittime 10081 Castellamonte (TO) Tel. 0163 53938 (Riserve: Juniperus Tel. 0124 510605 fax 0163 54047 Piemonte Parchi Magazine Phoenicea); fax 0124 514463 www.regione.piemonte.it/parchi/news C.so Dante Livio Bianco, 5 Parco Fluviale del Po Bosco delle Sorti della 12010 Valdieri (CN) Tratto torinese Partecipanza di Trino Tel. 0171 97397 (Area Attrezzata Le Vallere) C.so Vercelli, 3 fax 0171 97542 Cascina Vallere, Corso Trieste 98 13039 Trino (VC) Iscriviti alla 10024 Moncalieri Tel. 0161 828642 nostra Parco Fluviale del Po Tel. 011 642831 fax 0161 805515 Tratto cuneese fax 011 643218 news letter: (Riserva Rocca di Cavour) invia una e-mail a: Via Griselda 8, 12037 Saluzzo [email protected] Tel. 0175 46505 con oggetto “iscrivetemi fax 0175 43710 a Piemonte Parchi news” REGIONE PIEMONTE Direzione Turismo, Sport e Parchi editoriale Via Magenta 12, 10128 Torino Assessorato Ambiente 2002 Via Principe Amedeo 17, Torino 5• Assessore: Ugo Cavallera Assessorato Cultura Via Meucci 1, Torino 2 Assessore: Giampiero Leo Ornitologia Canto del cigno a due voci PIEMONTE PARCHI di Caterina Gromis di Trana Mensile Direzione e Redazione 6 Via Nizza 18 Clima 10125 Torino La storia dei ghiacciai nei Tel. 011 4323566 - Fax 011 racconti in stalla Carta stampata, quanto mi costi 4325919 di Augusta Vittoria Cerutti e-mail [email protected] 10 In questo numero, che esce in concomitanza t Letteratura & Natura con la Fiera del Libro, dedichiamo un inser- I biotopi di Johnny Direttore responsabile: di Enrico Rivella to alla carta, al libro e all’informazione scrit- Gianni Boscolo 13 ta. Oggi l’informazione veicolata attraverso Redazione Parchi Piemontesi libri e giornali ha di fronte un formidabile Enrico Massone (vicedirettore), E la barca và Toni Farina, Emanuela Celona di Marco Palma avversario: il costo della carta. Notte e (Magazine on line e news letter) Aldo Molino (itinerari e territorio), 15 giorno le tipografie ne divorano quintali di Giovanni Boano (Museo di storia Giornata europea bobine, riciclata, patinata, uso mano… La naturale di Carmagnola, consulenza dei parchi scientifica), Rita Rutigliano Programma comunicazione ha sempre scelto come (avvisi ai naviganti), medium, come veicolo, quello che le permet- Mauro Beltramone (abstract on 17 line) Uomo memoria territorio teva di muoversi più rapidamente, in modo più Fiorella Sina (CSI – versione on Dalla selce al silicio line), Susanna Pia di Gianni Boscolo ampio e a minor costo. Ecco i motivi per cui ci tro- (archivio fotografico) viamo dentro la rivoluzione informatica. Ormai, Maria Grazia Bauducco 21 (segretaria di redazione) Magazzini, giornali illustrati, dicono studi recenti, nei bilanci delle maggiori supplementi imprese editoriali il costo del supporto, cioè della Hanno collaborato a questo numero: di Gianni Boscolo A. V. Cerutti, C. Gromis di Trana, carta, supera quello di una buona redazione. Il L.C. Maletto, M. Palma, 25 P. Passerin d’Entrèves, E. Rivella, Caratteri nobili foglio bianco è più caro dei professionisti che ser- P. Rossi, S. Stefani. Giambattista Bodoni saluzzese vono per stamparlo. Ecco l’handicap rispetto al vir- stampatore eccelso Fotografie: di Luigi Cesare Maletto tuale, Internet, e-mail, ecc. Anche la carta, pur D. Alpe, S. Basileo, G.L. Boetti, 28 riciclabile e in parte riciclata, è diventata un bene O. Cavallo, A Cerutti, T. Farina, Il Mondo Illustrato di Pomba E. Lana, G. Mariotti, A. Spina, limitato e costoso (anche perché ne è aumentato di Gianni Boscolo Arch. Museo di Fabriano, paurosamente il consumo, essendo utilizzata in Arch. Sacro Monte Varallo, 31 Arch. rivista Musei misura crescente anche per gli imballaggi). (G. Boscolo/R. Borra/ B. Rizzato) La magna charta di Fabriano Nonostante questo è difficile dire se l’informazio- di Emanuela Celona Disegni: ne stampata soccomberà di fronte a quella on C. Girard 35 Parchi e storia line. Oppure se si ritaglierà uno spazio delimi- In copertina: Da riserve di caccia tato, di qualità. Molti studiosi delineano cigno di S. Basileo a riserve di natura appunto questo scenario. Un prodotto (quel- di Pietro Passerin d’Entrèves lo dei libri, dei giornali e dei periodici illu- Registrazione del Tribunale di Torino 38 n. 3624 del 10.2.1986 strati come il nostro), sempre più in difficile Arretrati (se disponibili, dal n. 52): € 2 Parchi Piemontesi Manoscritti e fotografie non richiesti Rinasce la funivia a Varallo e delicato equilibrio per quanto riguarda i dalla redazione non si restituiscono e per di Stefania Stefani conti economici, la qualità e la diffusione. gli stessi non è dovuto alcun compenso. 41 Animali totemici Per questo periodicamente chiediamo ai Abbonamento 2002 (tutti i 10 Orso grigio non avrai nostri lettori di sostenerci in vari modi. numeri dell’anno, più gli il mio scalpo Soltanto in questo modo una rivista speciali), di Patrizia Rossi tramite versamento di € 14 come la nostra può proseguire. Perché è sul conto corrente postale 44 n. 13440151 intestato a: Notizie, ricerche, vero che l’editore è pubblico, ma proprio Piemonte Parchi - SS 31 km 22, rubriche, libri, per questo, deve e vuole realizzare opera- 15030 Villanova Monferrato (AL). internet zioni culturali che abbiamo un equilibrio Gestione editoriale e stampa: (se non proprio un pareggio) economico. Se potete, ricordatevene tutte le volte che ci Diffusioni Grafiche S.p.A. Villanova Monferrato (AL) sfogliate. Buona lettura. Tel.0142/3381, fax 483907 Ufficio abbonamenti: tel. 0142 338241 Grafica: M. Bellotti Riservatezza -legge 675/96. L’Editore garantisce la tutela dei dati personali. Dati che potranno essere rettificati o cancellati su semplice richiesta scritta e che potranno essere utilizzati per proposte o iniziative legate PIEMONTE PARCHI ON LINE alle finalità della rivista. www.regione.piemonte.it/parchi/rivista/index.htm Stampato su carta ecologica senza cloro 1 PIEMONTE PARCHI MAGAZINE 6 www.regione.piemonte.it/parchi/news ORNITOLOGIA Canto del Cig

di Caterina Gromis di Trana tre, le beccate dei polli, gli sberleffi di gatti tezza. Bello o brutto che fosse l’anatrocco- e galline…” lo, se la sua storia non fosse fiaba avreb- “Venne la primavera e il brutto anatroccolo [H. C. Andersen] be potuto davvero finire a colpi d’ala e a si accorse che le sue ali erano divenute più beccate. I cigni, territoriali e aggressivi, nel- forti e lo reggevano solidamente in aria. Un Il brutto anatroccolo non lo sapeva ancora la stagione dell’amore sono pronti ad at- giorno si trovò a volare sopra un magnifico perché era stato covato sotto la tiepida pan- taccare gli intrusi della loro e di altre spe- giardino, con un bel laghetto in mezzo. Sul- cia di “mamma anatra” di cui si credeva cie, arruffando le penne, gonfiando il petto lo specchio d’acqua scorse un gruppo di goffo pulcino, ma in realtà era un giovane e allargando le ali, pericolosi anche per l’uo- bianchi e maestosi uccelli, dal collo lungo cigno: l’aveva scoperto quando, atterrando mo se non sta attento. Non c’è tanto da e flessuoso. nel lago dove nuotavano i suoi fratelli di san- scherzare con una dozzina di chili infuriati: Voglio scendere vicino a quegli uccelli re- gue, aveva visto se stesso riflesso nell’ac- ci sono animali che nel corso dell’evoluzio- gali. Mi morderanno, mi uccideranno per- qua e aveva capito la ragione dell’attrazio- ne hanno acquistato dimensioni tali da sco- ché ho osato, io che sono tanto brutto, av- ne irresistibile per quegli sconosciuti. Lui e- raggiare i vari nemici e da allontanare i com- vicinarmi a loro. Ma sarà meglio essere uc- ra pronto a morire pur di avvicinarli, punito petitori. La mole corporea di cigni e oche è ciso che sopportare lo scherno delle ana- a colpi di becco per la sua presunta brut- la loro migliore arma di difesa, perché su-

2 a due voci gnoSi può provare a parlare di un animale per dire il già detto, e intonare un duetto che leghi il pensiero perché la strada non si disperda in tanti sentieri diversi. Si raccolgono allora storie, leggende, studi e scoperte, perché l’umanista e lo scienziato percorrano assieme lo stesso cammino affiancati, come nella tradizione araldica dove due colli di cigno abbracciati sono simbolo di forte legame. Allora si può scegliere il cigno, enigmatico, bello, altero, elegante, come argomento di una conversazione che mescoli scienza e poesia, natura e mitologia, ornitologia e leggenda.

foto S. Basileo pera di molto la taglia dei predatori più co- Poi, come un braccio di donna sboccia da candore delle penne, dovuto all’assenza di muni negli ambienti palustri dove vivono: a- una manica, lo ritira. Nulla. Resta solo un elementi coloranti nella cheratina che le vrebbero l’avvenire assicurato se non fos- attimo perplesso, perché le nuvole non stan- compone, insolitamente pura. se per l’uomo, solito guastafeste, attratto no molto a tornare e laggiù, dove muoiono Davanti a tutto quel bianco fa ancora più ef- non tanto dalla bontà della carne, quanto le increspature dell’acqua, eccone un’altra fetto vedere talvolta nei laghetti di parchi e dalle soffici piume per calde trapunte e cu- che si riforma. giardini lo stesso animale, ma nero fuliggi- scini, sciarpe vezzose ed eleganti piumini Dolcemente, sul suo lieve cuscino di piu- ne, col becco rosso corallo e di bianco sol- da cipria per capricciose signore. me, il cigno rema e si avvicina…” tanto la punta dell’ala. Il Cigno nero è una [J. Renard - Storie naturali] specie scoperta da un navigatore olande- “Come una candida slitta, scivola sulla va- se sulla foce di un fiume australiano, che sca, di nuvola in nuvola. Il bianco del piumaggio è un segnale terri- ora per questo si chiama fiume dei cigni. Di nuvole ha fame, tutte di bambagia, che toriale che serve per farsi vedere da lonta- Vive agli antipodi, in Australia e Nuova Ze- vede nascere, navigare, perdersi nell’ac- no e per segnalare ai rivali di stare alla lar- landa. Il bianco immacolato tipico dei cigni qua. Ne vuole una. La punta col becco e, ga. I pulcini sono grigiastri, e solo nell’età che vivono nell’emisfero boreale si macchia d’improvviso, tuffa il collo vestito di neve. adulta, dopo i tre anni di età, conquistano il di scuro anche un’altra volta nell’altro emi-

3 sfero: il Cigno dal collo nero è il rap- presentante della famiglia che vive nell’estremo meridione del continente sudamericano. Sono sette le specie di cigni nel mondo: gli altri sono sempre bianchi. Tutti hanno un bel portamen- to, ma nessuno batte l’incedere mae- stoso del cigno reale, col suo tuberco- lo nero sul becco arancione, quando sembra pavoneggiarsi galleggiando leggero, con le ali socchiuse e la cur- va elegante del collo a formare una S.

“Elisa sedette dietro un cespuglio in at- foto D. Alpe tesa. A sera, proprio in direzione del sole morente, vide a un tratto undici ci- in virate superbe, ritornano più volte gni selvatici volare dritti verso di lei: o- sulla traiettoria percorsa e poi si ada- gnuno aveva sul capo una coroncina giano in gruppo nell’acqua stagnante d’oro… Elisa ben conosceva quelle co- in un’esplosione di spruzzi. Ci mettono roncine e capì che si trattava proprio un po’ a spiccare il volo: devono cor- dei suoi fratellini… rere sull’acqua e dar di ala per venti “Voliamo sotto l’aspetto di cigni fino al metri, per sollevare tutto quel peso ma calar del sole... ma appena esso spa- poi, presa quota con un volo possente risce… ripigliamo forma umana… sai, e sicuro, il battito ritmato delle ali li por- adesso abitiamo in un paese al di là ta lontano, nella direzione del lungo col- del mare… Dobbiamo volare un gior- lo disteso. no intero per arrivarci…” Tre sono le specie che attraversano i [H. C. Andersen - I cigni selvatici] cieli europei. Il cigno selvatico fa il ni- do in Islanda, nel nord della Svezia, in I cieli del nord nella Danimarca di An- Russia e in Finlandia. Il cigno minore, dersen dovevano essere pieni di uc- il più piccolo dei tre, va ancora più in celli in formazione di volo, a ispirare le alto nella cartina del mondo: nidifica sue poetiche fiabe. I cigni riuniti in un sulle coste artiche e sulle isole del Mar compatto triangolo a volte sfrecciano Glaciale. Il cigno reale è il più meridio-

4 foto S. Basileo

nale di tutti ed è l’unico che si è lasciato di cure: ha il vantaggio che col passa- addomesticare. Sopravvive con poche re del tempo la coppia diventa più af- popolazioni selvatiche in Svezia, Da- fiatata, collabora meglio, si accoppia nimarca, Germania e Polonia e, rein- più spesso, e così si assicura un sem- trodotto in molte regioni europee, si è pre maggiore successo riproduttivo, tra- acclimatato bene anche in luoghi dove guardo finale per maschi e per femmi- non era mai esistito. ne di tutte le specie. In Italia i cigni introdotti sui laghi del nord si sono riprodotti con successo e Dant sonitum rauci per stagna loquaci non c’è bisogno di andare lontano per cygni. vedere una o due coppie sul Po: han- [Virgilio] no irregolarmente nidificato nel corso degli anni ottanta e novanta sulle spon- Il cigno selvatico (Cygnus cygnus o Cy- de del fiume a Torino, frequentando du- gnus musicus) è l’unico dell’area eu- rante il corso dell’anno le zone del Va- rasiatica ad emettere un suono grade- lentino e delle Molinette e spingendo- vole e armonioso. Forse è questa la specie che ha tramandato modi di di- foto S. Basileo si a valle fino alla confluenza con la Stu- ra. re e leggende. L’etnomusicologo Ma- rius Schneider ha scritto che “l’ultimo “Talvolta si vedono due cigni che, po- canto che intonavano musici e poeti sti l’uno di fronte all’altro, intrecciano i moribondi era accompagnato dall’arpa loro colli: sono l’emblema dell’affetto e si chiamò canto del cigno”: la forma coniugale tenero e fedele perché il ci- primitiva dell’arpa, con un braccio in- gno è monogamo”. feriore che, affacciandosi dalla cassa [A. Cattabiani - Volario] di risonanza suggerisce l’aspetto ser- pentino e sinuoso del cigno, conferma Lo sposalizio è molto cerimonioso: i le sue parole. preliminari delle parate nuziali consi- Virgilio sapeva bene che i cigni hanno stono in atteggiamenti di minaccia ver- la voce rauca: evidentemente so i possibili rivali, poi il maschio si conosceva quelli reali (Cy- esibisce davanti alla femmina con gnus olor), il cui unico il collo ripiegato. Nuotando len- canto è fatto di soffi e tamente la coppia si trova fac- borbottii, musica solo cia a faccia e i due fidanzati si per le orecchie delle sfregano vicendevolmente la compagne innamora- fronte, come se si scambias- te. Evidentemente ogni sero baci e carezze. Consu- suono può essere mu- mato il matrimonio, il maschio si sica o rumore secon- allontana nuotando con le ali se- do lo spirito con cui lo si a- mi-spiegate, altero e solenne più scolta: quello che si sen- che mai. La coppia rimarrà uni- te in primavera sulle ta per tutta la vita: insieme co- acque tranquille di un struiranno il nido tra i giunchi, paradiso palustre, tra in un groviglio voluminoso di le fronde dei salici canne, foglie e rametti, na- spennellate di tenui scosto in un luogo appar- colori, prodotto da tato, e insieme alleveran- una creatura im- no e proteggeranno gene- macolata di aspet- razioni di pulcini. La mo- to regale e di belle nogamia è una scelta che maniere eleganti, conviene per specie in cui i non può essere altro foto archivio rivista /Rizzato piccoli sono bisognosi a lungo che un melodiosissi- foto T. Farina mo canto. 5 CLIMA di Augusta Vittoria Cerutti te circostante: in certe epoche della potente. Ora si aggirano nelle notti, sua esistenza le terre di Eselboden, anime in pena tra seracchi e crepacci. Il Folletto del mulino del Netscho un malgrado la loro ragguardevole altitu- Anche una leggenda del ghiacciaio del giorno disse: “Ho visto sette volte le dine, producevano cereali panificabili Ruitor racconta che nell’Alta Valle di terre di Eselboden coprirsi di messi e atti a nutrire una numerosa popolazio- La Thuile ricchi possidenti dal cuore sette di foreste!”. Lo narra una delle ne; in altre invece, divenivano inadat- duro furono messi alla prova da un numerose fiabe che si raccontano te alle colture agrarie a causa di dra- mendicante. Rifutarono una ciotola di dell’Alta Valle del Lys. stici mutamenti ambientali, e sui campi latte e per disprezzo, addirittura la ro- Eselboden è il capoluogo del non più produttivi avanzava gagliardo vesciarono a terra. Il castigo divino di Gressoney la Trinité a 1.630 m, allo il bosco di conifere. Altre leggende al- trasformò i rivoli di latte in ghiaccio sbocco del ripido vallone del torrente ludono a radicali mutamenti dell’am- che crebbe sommergendo d’improvvi- Netscho. Nel suo vasto territorio si er- biente alpino. Quella della “Città di Fe- so il grande e fiorente pascolo. ge il grandioso massiccio del Monte lik” narra che un tempo, sulla sponda Una leggenda simile si racconta an- Rosa. Fino ad una cinquantina di anni destra dell’attuale ghiacciaio del Lys che per il ghiacciaio di Gran-Croux nel fa la gente di Gressoney, come quella (che allora non c’era), in mezzo a pin- massiccio del Gran Paradiso; ed altre, di tante altre valli alpine, nelle lunghe gui pascoli, sorgeva lungo via del Fe- con poche varianti, riguardano i ghiac- serate d’inverno si radunava nel tepo- likjoch che porta al Vallese, un centro ciai delle valli svizzere di Evoléne, di re rassicurante delle grandi stalle ad molto ricco e importante. Si chiamava Zermatt, dell’Oberland. ascoltare i narratori che raccontavano Felik ed oggi si troverebbe sotto una Leggende che raccontano dei terribili le fiabe e le leggende tramandate da coltre impenetrabile di ghiaccio e neve effetti di un repentino peggioramento generazione in generazione. Le parole caduti ininterrottamente per punire gli dell’ambiente, sono comuni anche nei del Folletto-mugnaio, devono essere agiati ed empi abitanti. I traffici com- Pirenei e nell’Himalaya. La concezio- state ripetute per migliaia di volte, at- merciali e i prodotti dell’allevamento ne di queste catastrofi è un carattere traverso i tempi, senza subire alcuna davano loro un’agiatezza così grande proprio dell’immaginario dei montanari variazione e forse fu proprio il fascino che per ostentarla costruivano le scale o non piuttosto la memoria collettiva di del loro mistero che portò i narratori a delle case non con lastre di pietra ma fatti reali che la fantasia ha trasforma- tanta costante fedeltà nella tradizione con forme di formaggio! Ma non ascol- to in storie leggendarie? Oggi l’indagi- orale. Per indicare quanto lunga fosse tarono l’invito di un vecchio viandante ne scientifica ha accertato che l’ipotesi la sua vita, il Folleto si dice testimone a implorare la misericordia dell’Onni- più realistica è la seconda. Come scri- di ricorrenti mutamenti dell’ambien-

Il ghiacciaio e il Colle del Lys foto G. Boetti Nell’angolo a destra la città di Felik inghiottita dai ghiacci Dipinto di Merian (cm 73 x 116)

nei racconti in stalla 6 ve infatti il geografo Bruno Messerli se e inverni assai più lunghi. anche i villaggi permanenti. In quei se- “Le montagne sono le aree del pianeta Sono queste variazioni che sono rima- coli le nevi persistenti erano ad una al- più sensibili a qualsiasi cambiamento ste registrate dalla memoria collettiva titudine assai più elevata dell’attuale e climatico”. e se ne ritrova traccia nelle leggende i ghiacciai erano confinati sulle creste Una diminuzione di 2 gradi della tem- A cominciare dal 750 d.C. le Alpi han- altissime. peratura media annua, è quasi imper- no fruito, per circa otto secoli, di tem- Allora i passi del Col di Tenda, Mongi- cettibile in pianura. Sui monti invece perature medie più elevate delle attua- nevro, Moncenisio, Piccolo e Gran sposta più a valle, di ben trecento me- li e precipitazioni notevolmente più San Bernardo, Sempione e Gottardo tri, i limiti climatici altitudinali delle col- scarse. In quei tempi nelle grandi valli erano praticabili anche di inverno. ture agrarie, del bosco, del pascolo e alpine delle Dore Riparia e Baltea si delle nevi persistenti. Contemporanea- coltivava senza problemi l’ulivo; la vi- mente sugli alti valichi l’innevamento te fruttificava fino all’altitudine perdura più a lungo e rende precario o di 1.300 m; i cereali pani- addirittura impossibile l’uso delle stra- ficabili giungevano a de transalpine. La montagna si chiude maturazione anche in se stessa, diventa povera, inospita- a quote superiori ai le, repulsiva. 2.300 m. Fino a Negli ultimi decenni la ricerca ha deli- quella quota si neato una precisa cronologia delle va- spinge- riazioni climatiche sulla catena alpina. vano Il neolitico, l’età romana e l’alto me- dioevo furono periodi assai più caldi dell’ attuale mentre l’età del fer- ro, il basso medioevo e l’età moderna ebbero tempe- rature medie più bas-

7 La vista sul Monte Rosa dal Colle del Theodulo foto G. Boetti

I documenti dell’epoca segnalano un frequente uso commerciale an- che di molti passi compresi fra i 2.800 e i 3.000 m. Fra questi: quello del Monte Moro in Vallanza- sca; del Turlo in Val Sesia; del Ga- lisia nella valle dell’ Orco; dell’Agnello, di Saint-Veran in val Varaita; del Lautaret e di Arnas in valle di Lanzo. Anche sui valichi più alti delle Alpi Pennine (dal col Collon di 3.100 m; al col des Bou- quetin di 3.400; a quello del Theo- dulo di 3.300; e al col d’Héren di 3. 462 m) per otto secoli, si snoda- rono innumerevoli carovane mer- cantili che trasportavano le merci dai porti delle repubbliche marina- re ai grandi centri fieristici d’oltral- L’antica via leggendaria pe. Le vie alpine erano costellate da Zermatt di fiorenti borghi in cui i viaggiatori al colle di Felik. Sullo sfondo il Cervino trovavano i cambi di cavalcature, i foto G. Boetti servizi di manutenzione dei mezzi di trasporto, alberghi e luoghi di ri- storo. fin dal secolo XI, le confederazioni sco Mercatore. Particolarmente importanti erano i di Marrones, giovani montanari Dalla tradizione locale e da alcuni centri di tappa più prossimi ai vali- che facevano i portatori e le guide. documenti si deduce che il princi- chi, quali Ferrere presso il passo Il Colle del Teodulo (3.300 m), og- pale centro di servizio di questo del Moncenisio; La Thuile per il gi attrezzatissimo comprensorio storico itinerario sul versante sviz- Piccolo San Bernardo, Saint- sciistico italo-svizzero durante l’età zero era il villaggio di Tiefenmat- Rhemy per il Gran San Bernardo. medioevale era una via commer- ten, posto a monte di Zermatt, nel In questi villaggi d’alta montagna ciale, nota come Mons Silvius nel- vallone di Z’mutt a circa 2.400 m. allora vivacissimi, avevano sede, le carte del geografo cinquecente- Qui la strada che scendeva dal

8 Sopra: La leggenda dello scontro dei ghiacciai in un dipinto di Merian (cm 54 x 65) A lato: il ghiacciaio del Lys da fondovalle foto A. Cerutti In basso: il ghiacciaio di Les Blanche in una stampa del1826 e in una foto recente foto A. Cerutti

colle del Teodulo incrociava quella La radiodatazione al carbonio 14 che risaliva dalla valle di Visp, e colloca la “Piccola età glaciale” ne- quella che portava a Sion attraver- gli ultimi decenni del 1500. Inverni so il colle d’ Héren (m 3.464). che, quasi d’improvviso, si fecero Da alcuni secoli il luogo è coperto lunghi e nevosi; le estati brevi e dalla lingua valliva del ghiacciaio fresche; il limite delle nevi persi- di Z’mutt. Ghiacciaio che, secondo stenti si abbassò di circa 600 me- gli studi di Federico Rothlisbergen, tri. I fronti dei ghiacciai pascoli, bo- verso la fine del XVI secolo si al- schi e campi, talvolta sommergen- lungò di almeno 5mila metri som- do insediamenti umani. mergendo il borgo. I “castighi divini”, raccontano, in La leggenda della città di Felik po- fondo il rapido formarsi di grandi trebbe quindi essere il risvolto miti- ghiacciai come il Ruitor, il Gran- co di una drammatica realtà. Croux o il Marmolada.

9 LETTERATURA & NATURA

I biotopi di

Erano di fronte a una radura, con un ultimo streghesco gioco di luce ed ombra, ed assolutamente esente di quella vita bruente e cigolante di ogni altro punto del bosco. Johnny ci entrò il primo, avendo sotto i piedi una sensazione di piano asfodelico

(da: Il Partigiano Johnny) Paesaggio nelle (foto Arch. rivista R. Borra)

10 di Enrico Rivella, naturalista violata solo dai partigiani, nasconde trovano altri relitti di flora alpina come un vero “antro della natura”. Lungo la il giglio martagone e l’aconito. L’opera di Beppe Fenoglio ha dato fitta rete di sentiieri che collegavano i Il tratto del Tanaro tra Alba, Barbare- un apporto significativo alla cono- cascinali dispersi nei fianchi dlela sco e Neive, più volte attraversato scenza ed al fascino della cultura collina è possibile osservare buona negli spostamenti partigiani, segnava materiale delle Langhe. Contribuirà parte della flora delle Langhe (con le un punto obbligato di passaggio degli anche a farne apprezzare la dimen- sue circa 3.000 specie una delle più scambi tra le Langhe e l’oltrefiume sione naturale? Il ruolo certo non ricche della regione) e l’intreccio del- per la presenza di un servizio di tra- marginale della natura e gli spunti di le due principali espressioni del bo- ghetto con la tipica zattera a fune go- lettura del paesaggio che pervadono sco di Langa quello xerofilo, domina- vernata da un poderoso barcaiolo di l’opera dello scrittore albese sono già to dalla roverella e dal pino silvestre cui Fenoglio offre un’efficace descri- stati affrontati in un precedente arti- e quello mesofilo con il castagno, zione. Lungo queste rive ben due colo (Piemonte Parchi n¡ 106, Aprile l’acero opalo, il carpino bianco fino al biotopi (gli stagni di Mogliasso e 2001). Vi è anche una curiosa corri- faggio. Anche la fauna è di tutto ri- quelli di Neive), sono stati istituiti per spondenza tra i luoghi fenogliani e le spetto con presenze indicative, come proteggere l’avifauna acquatica, spe- aree delle Langhe proposte nei bioto- la pernice rossa, il falco pecchiaiolo cie durante il apsso migratorio quna- pi regionali (L.R. 47/95). ed il tritone alpestre che vive nei do il Tanaro diventa una delle direttri- Cascina Langa e Pavaglione, forse i “crotin”, piccole grotte scavate nelle ci principali. marne per creare un ambiente adatto Il paesaggio è inconfondibile per la luoghi più emblematici legati ai ro- alla conservazione del vino. successione di isole e meandri flu- manzi Il Partigiano Johnny e La ma- Quasi a voler ripercorrere la fuga dei viali, stagni golenali e calanchi a stra- lora giacciono su una dorsale protesa capitoli centrali del Partigiano piombo sul fiume (le cosidette “roc- verso la valle Belbo tra i comuni di Johnny, poche colline più a valle, che”) con la sagoma della torre di Castino, Borgomale e Trezzo Tinella lungo la strada che da San Donato Barbaresco che svetta. Anche in che ospitano il biotopo San Bovo di del Mango conduce a Cossano Bel- questo caso Fenoglio, stregato dal Castino. E’ proprio nel descrivere le bo, c’è forse la più sorprendente pre- silenzio che segna la sospensione peregrinazioni dei protagonisti su senza nella flora delle Langhe, la della presenza umana, si sintonizza questi versanti che Fenoglio da voce Centaurea alpina, rara nelle stesse sui rumori e sulle apparizioni della a boschi e radure scoscese (i “piani Alpi dove si ritrova in poche stazioni natura,in contraltare degli avvenimeti asfodelici” che trovano conferma nel- estremamente disgiunte. Nascosti bellici che stanno imperversando a le fioriture dei bianchi steli nel lumino- nel sottobosco, nel cuore di quella poche colline di distanza. so sottobosco della roverella), oltre al zona che Fenoglio definì “il vero Si- A San Benedetto Belbo, il paese più canyon incassato del rittano di nai delle colline, un vasto deserto amato da Fenoglio, cornice dei più Sant’Elena, la cui inaccessibilità è con nessuna vita civile in cresta ed bei racconti di matrice contadina, è appena qualche sventurato casale stato individuato come biotopo un Johnellen pieghe di qualchen vallone”, si trattoy del Torrente Belbo ricco di avi-

Vigneti (foto Arch. rivista R. Borra)

11 Da sinistra: mountain bike e querce nei boschi delle Langhe (foto G. Boetti) giglio martagone (foto Arch. rivista R. Borra) Centaurea alpina (foto O. Cavallo) fauna, attirata da un piccolo lago arti- instabile delle acque del torrente. attraversare la profonda incisione del ficiale, ma soprattutto di rare libellule Ricordando altri biotopi delle Langhe Sant’Elena i cui varchi e guadi, sono e del gambero di fiume. Quest’ulti- (la faggeta relitta del Bric dei Faggi, a stati coperti dalla vegetazione e a vol- mo, un tempo assai più diffuso è sta- Prunetto, il bosco a Lilium martagon te, cancellati dalle frane che affligono to falcidiato dal bracconaggio per le di Camerana, ai margini della Riser- questo territorio ogni volta che piove sue virtù culinarie e trova rifugio solo va delle Sorgenti del Belbo ed infine qualche goccia più del normale. Un più tra i ciottoli di arenaria coperti di la più ricca stazione di orchidee gruppo di escursionisti locali sta lavo- muschio acquatico del tratto più alto, spontanee delle Langhe, una ventina rando per permettere di ammirare di specie concentrate in un paio di et- questo ambiente affascinante, dove è all’ombra di una continua galleria di tari sulla dorsale di Serra dei Pini a possibile scoprire un ecosistema ac- ontani neri. Qui i riferimenti sono ai Montelupo Albese) si può pensare di quatico, ricco di cascate, anse e racconti Superino e La Pioggia e la dare dignità a questo paesaggio cul- grossi blocchi di arenaria levigati dal- sposa dove efficaci descrizioni met- turale a partire dalla creazione di per- le acque in forme bizzarre. tono in risalto la natura cangiante ed corsi fenogliani di cui da tempo si Per i biotopi lungo il Tanaro vi è l’inte- stra parlando. D’altronde da queste ressante sinergia con il progetto di parti dove il paesaggio è una risorsa una pista ciclabile prevista dalla Pro- Langhe e parchi unanimamente riconosciuta, una po- vincia di Cuneo che toccherebbe i La protezione degli spazi naturali litica di protezione non può fare a due biotopi ed altre interessanti aree ha sempre trovato difficoltà in meno di promuoverne una corretta umide vicine (stagno di Castagnito), queste colline, a partire dalla fruizione. La collina di San Bovo già offrendo impagabili vedute sull’am- contrastata proposta degli anni oggi coincide con l’attuale paradiso biente delle Rocche di Barbaresco. ‘60 di parco nazionale del pro- degli escursionisti che a piedi, a ca- A San Benedetto, la fruizione del Bel- fessor Vigliano, allora preside vallo o in mountain-bike trovano nelle bo consentirebbe di valorizzare an- della Facoltà di Architettura Langhe condizioni e senzazioni ap- che un tratto del suggestivo fondoval- dell’Università di Torino, che eb- paganti. Per mettere in collegamento le in continuità con la Riserva delle be se non altro, il merito di dare la zona di San Donato del Mango sul Sorgenti del Belbo riprendendo il pro- slancio ai parchi creati nei de- già citato percorso della fuga di getto originario di area protetta che cenni successivi dalla Regione Johnny con Pierre ed Ettore, si deve coinvolgeva anche questi territori. Piemonte. Oggi, escludendo la Riserva naturale delle Sorgenti Il castello di Grinzane del Belbo o i versanti a marcata Mostra su Fenoglio (foto G. Boetti) influenza mediterranea affacciati sul Bormida di Spigno, inseriti tra i siti di importanza comunitaria (SIC), questo vasto territorio non possiede aree protette regionali sebbene la biodiversità dal punto di vista sia floristico sia faunisti- co, sia apprezzabile e documen- Verrà inaugurata il 18 maggio a lo scrittore. Durante la mattinata tata. La legge istitutiva die bioto- Barbaresco, presso l’Enoteca Re- verranno presentati gli atti di un pi regionali per contro, prevede gionale del Barbaresco, la mostra convegno svoltosi a Murazzano nel per la loro gestione, specifici pia- “Fenoglio e la natura”, una serie di 1998 sul rapporto tra Fenoglio ed il ni da attuarsi di concerto con i gigantografie delle Langhe accom- paesaggio naturale, nel pomeriggio proprietari e con le amministra- pagnate da altrettante descrizioni si svolgerà un itinerario sui luoghi zioni locali. della natura tratte dalle opere del- fenogliani lungo il Tanaro.

12 PARCHI PIEMONTESI E LA BARCA VA 5^ regata nazionale dei parchi fluviali

1° giugno (foto Arch. rivista G. Boscolo)

naio. Un decreto del 1531 ordinerà poi all’Arsenale di di Marco Palma costruire 25 imbarcazioni da gara, per l’appuntamento divenuto ormai annuale. La storia Erano anche previsti premi in denaro : dai 200 ducati Il troiano Cloanto, capitano della barca a remi “Scilla”, è il pri- per i vincitori ai 40 ducati per i sesti classificati. mo campione italiano del remo : vince infatti la gara delle na- Nel 1493 abbiamo la prima regata che vede la parte- vi indetta da Enea nel mare di Trapani, insieme ad altre com- cipazione femminile in onore di Eleonora d’Este. Nel petizioni sportive, per onorare la memoria del padre Anchise, 1751 otto nobildonne remano lungo il fiume Brenta da morto un anno prima. Venezia a Padova. A Venezia sono nate le regate, ma I Troiani si sfidano su quattro imbarcazioni - la Pristi, la Chi- è in Inghilterra che si rinnova e consolida il canottag- mera, la Centauro e la Scilla - su un percorso che prevede di gio moderno: i pionieri del movimento a remi sull’ac- tornare al punto di partenza dopo aver doppiato uno scoglio qua si siedono e si volgono di spalle alla direzione del- lontano, sul quale Enea pone un frondoso tronco d’elce. la barca, vengono codificate regole precise, nasce la Siamo all’incirca nel 700 a.C. e si tratta della prima competi- vogata all’inglese e nasce anche la distinzione tra gli zione remiera italiana di cui si abbia cronaca. amatori e gli agonisti. In realtà, il più antico documento che dimostri come l’uomo Il primo codice delle regate viene redatto nel 1847 dal- fosse in grado di costruire mezzi natanti, risale agli albori dell’at- le rappresentative universitarie di Oxford e Cambrid- tuale razza umana (il Paleolitico superiore, prima dell’8000 ge, insieme ai principali Club londinesi, e viene adot- a.C.), mentre le prime figure di imbarcazioni a remi sono rife- tato nella Henley Regatta di quello stesso anno. Pro- ribili alla prima civiltà cicladica (3000 a.C.) e le prime scene di prio ad Henley, nel 1829 si era già tenuta la prima sfi- gare fra imbarcazioni si possono ammirare in alcune pitture da Boat Race Oxford-Cambridge. A Torino, nel 1863, tombali risalenti alla quinta dinastia dei faraoni d’Egitto (2600 viene fondata la Canottieri Cerea e nel 1888, nasce la a.C.). Federazione Italiana Canottaggio, all’epoca Rowing Grandi rematori dell’antichità furono gli egiziani, i greci, i feni- Club Italiano, grazie all’iniziativa di alcuni soci della Ce- ci, i romani, i cartaginesi, i vichinghi, i genovesi, i veneziani. rea stessa e delle società Armida, Caprera, Esperia ed L’evoluzione Eridano. Nel 1315 abbiamo la prima regata competitiva per decreto del Nel 1892, ancora a Torino, viene poi fondata la FISA Doge Soranzo, in onore della festa di San Paolo del 25 gen- Fédération International des Sociétés d’Aviron (primo- Innanzi a tutti e in mezzo al circo Enea pose i suoi doni : tripodi sacri, floride corone, palme virenti ed armi e vesti tinte di porpora fenicia, e due talenti, d’oro e d’argento, premi ai vincitori. (Virgilio, Eneide libro V, 160-165)

Tutti adunati allora Enea proclama (alta squillò la voce dell’araldo) vincitore Cloanto, e le sue tempie

di verde alloro cinse. (foto Arch. Parco Po R. Borra) (Virgilio, Eneide libro V, 361-364)

13 golamentare (jole) a quattro vogatori con timoniere (open, ovvero senza li- mitazioni di categoria o sesso). Il cam- po di gara è il tratto del Po compreso fra la R.S. Canottieri Cerea (ai piedi del ) ed i Mu- razzi. La regata viene disputata su imbar- cazioni di tipo regolamentare (jole) a quattro vogatori con timoniere. Le jole sono delle bellissime imbar- cazioni a remi in doghe di legno e so- no parte della storia del canottaggio: le barche utilizzate ai primi tempi nel- la vogata all’inglese erano tozze e pe- santi, più simili a barche da trasporto o a baleniere che barche da compe- tizione; le prime edizioni della Boat Race (più nota come sfida Oxford- Cambridge) vedevano l’impiego di im- barcazioni pesanti circa 200 Kg, con genita fra le organizzazioni sportive fica generale che considera la com- i remi infilati in scalmi fissati diretta- internazionali). binazione di tutti i piazzamenti dei par- mente sul bordo dello scafo e con i tecipanti. E’ ovvio, quindi, che parte- vogatori che sedevano su banchi fis- Il canottaggio oggi cipando con due equipaggi si abbia- si. Ai nostri giorni sono otto le società no più chances nella classifica gene- Ancora oggi vengono utilizzate, non torinesi affiliate alla Federazione Ita- rale, ma non è detto. Nell’edizione del nelle discipline olimpiche, imbarca- liana Canottaggio e ben quattro di 2001 infatti, il Parco del Vesuvio che zioni simili: si tratta appunto delle co- queste sono ultra centenarie : la Ce- vedeva schierati i famosi fratelli Giu- siddette jole da mare o imbarcazioni rea, l’Armida, la Caprera e l’Esperia- seppe e Carmine Abbagnale ha por- di tipo regolamentare, non hanno più Torino. tato a casa entrambe le vittorie: la i banchi fissi ma i sedili scorrevoli, so- Queste, insieme ad altre due dalla più Coppa del 1¡ Equipaggio assoluto ed no lunghe 10,5 metri e larghe poco recente costituzione - Amici del Fiu- il Trofeo perenne del vincitore della più di uno e pesano intorno ai 100 kg. me e Amici del Remo Ð, nel 1998 fon- classifica finale. Sono barche dette “di punta”, nelle dano l’Associazione SPORT: l’obiet- quali i remi sono alternati e ogni vo- tivo della quale è rafforzare la pro- L’edizione di quest’anno gatore impugna un solo remo, diver- mozione della conoscenza del PO to- Il Parco fluviale regionale del Po tori- samente da quelle “di coppia” dove il rinese e delle diverse pratiche sporti- nese, l’Associazione SPORT, la Città vogatore impugna un remo per ogni ve che permettono di avvicinare e vi- di Torino, la Federazione Italiana Ca- mano. vere il nostro fiume. nottaggio e la Pro Loco di Torino, or- Alla manifestazione sono invitati a par- La collaborazione con istituzioni ed ganizzano la Quinta Regata dei Par- tecipare tutti gli Enti Parco italiani i enti pubblici e privati, nasce subito ric- chi, che si terrà sabato 1° giugno nel quali possono formare i propri equi- ca di significativi risultati e l’organiz- tratto di fiume Po compreso fra la R.S. paggi (sino ad un massimo di due) zazione della prima regata del 28 giu- Canottieri Cerea ed i Murazzi. con atleti e società con essi conven- gno 1998, insieme con Parco fluviale La regata si disputerà, com’è ormai zionati. del Po torinese ed alla Città di Torino, tradizione, su imbarcazioni di tipo re- Quest’anno è inoltre prevista la par- ne è il primo e più rappresentativo tecipazione di equipaggi francesi e esempio. svizzeri. Particolarità di questa edizione La regata dei parchi sarà anche la possibilità che Già nel 1998, grazie ad verrà offerta al pubblico pre- una felice idea di alcu- sente di visitare le So- ni dirigenti del Parco cietà di Canottaggio, del Po Torinese ed secondo un tour alla creatività or- organizzato, e di ganizzativa dei provare a re- fondatori mare sul Po, dell’Associa- grazie alla di- zione SPORT, sponibilità di al- si indice la prima cune nuove im- edizione della Re- barcazioni partico- gata dei Parchi. larmente adatte allo La formula, che è una novità scopo. assoluta nel mondo sportivo, preve- Tutte le fasi della manifesta- de il “gemellaggio” di un Ente Parco zione possono essere seguite con fa- con una Società di canottaggio. Ogni cilità, approfittando anche del bellis- Ente Parco può partecipare con uno simo ambiente naturale, storico e ar- o due equipaggi e concorrere tanto al tistico costituito dal Parco del Valen- 1¡ posto assoluto quanto alla classi- .

14 24 MAGGIO GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI UNA SETTIMANA DI INIZIATIVE IN PIEMONTE numero verde 800329329 gendo l’antica Abbazia di Sant’Antonio di Giovedì 23 maggio Ranverso (XII° secolo). Parco naturale Alta Valsesia Organizzatori: Ente parco e Associazione per la Viviamo l’ambiente Parco del Po torinese salvaguardia della Collina Morenica In collaborazione con Arnica, tre serate per Ad Alagna Val Sesia, giornata organizzata con Info: tel. 011 9313000; fax 011 9328055; la scuola elementare di Scopello. Gli alunni più conoscere il parco: e-mail: 10 maggio, Museo di Chiasso, ore 20.30 - piccoli resteranno all’A. Pile a osservare [email protected] l’ambiente e a seguire attività ludica. I più 22.30 Parco naturale Alta Valsesia 17 maggio, Biblioteca A.Gaisser, ore 20.30 - grandi percorreranno il “Sentiero Glaciologico” Osserviamo gli stambecchi accompagnati da un esperto. 22.30 Ad Alagna Val Sesia, giornata dedicata 24 maggio, Teatrino di Carmagnola, ore 20.30 Organizzatore: Ente parco – Istituto comprensi- all’osservazione degli stambecchi del parco per vo di Balmuccia - 22.30 tutti gli appassionati di osservazioni naturalisti- Info: Ente parco, tel. 011.642831 Info: tel.0163 54680; che. I partecipanti, accompagnati in punti e-mail: [email protected] “strategici” dai guardiaparco, ammireranno Da venerdì 10 a domenica 26 maggio Sacro Monte di Crea questi animali nel loro ambiente naturale. Alle ore 14.30 A spasso con i guardiaparco: Parchi del Lago Maggiore Organizzatore: Ente parco passeggiata a sfondo naturalistico, storico-arti- Finisce il giorno e comincia l'avventura: Info: tel.0163 54680; stico. Ritrovo presso la sede del Parco. Festalparco 2002 e-mail: [email protected] Info: Ente parco, tel. 0141 927120; fax 927800 A Fondotoce (Verbania), presso la Casa della Resistenza, mostra interattiva sui chirotteri. Comune di Ghiffa Info: tel. 0322 240239, fax: 0322 240240; Manifestazioni dal tema della montagna e Venerdì 24 maggio e-mail: [email protected]; web: dell’ecoturismo www.parchilagomaggiore.it Organizzatore: Sacro Monte Parco naturale Veglia - Devero Info: tel. 0323 59870 fax 0323 590800; I cacciatori preistorici dell’Alpe Veglia 17/18/19 maggio e-mail [email protected] Alle ore 15, presso il centro visita del parco a Sacro Monte di Crea Crodo, presentazione del progetto Parco nazionale Val Grande Alle ore 15, Camminare il Monferrato: "La valle “Archeologia a scuola”. Vita da parchi - Festa delle Donne del parco dei Frati". Passeggiata della durata di tre ore Dopo oltre 10 anni di scavi, il parco ha avviato Milano - Giardini di Porta Venezia con partenza da Ottiglio. un progetto didattico per divulgare i risultati L’Ente Parco partecipa con un suo stand alla scientifici acquisiti. Il progetto fornisce mate- fiera “Vita da parchi. Mostra mercato dei parchi Info: Ente parco, tel. 0141 927120; fax 927800 Parco del Po – Tratto vercellese/alessandrino riali di lavoro a insegnanti e alunni per attività naturali”. Il giorno 18 protagoniste le donne didattiche sulla preistoria della Val d’Ossola. del parco che, nei costumi della tradizione, Dalla collina al fiume Escursione guidata a piedi di una giornata con Per l’occasione, presentazione di altre attività saranno presenti numerosissime (oltre 100). di educazione e inaugurazione del diorama sul Info: tel. 0323 557960 partenza dalla piazza del Peso del Comune di Camino (ore 10). gallo forcello. Info: tel. 0324 72572; Sabato 18 maggio Il Bosco secolare del Castello Escursioni guidate nel Bosco secolare del e-mail [email protected] Parchi del Lago Maggiore Castello di Camino, in concomitanza con l’atti- Parco naturale Alta Valsesia Pipistrelli in dieci parole chiave vità espositiva “RisAlto” organizzata dalla Comune di Carcoforo Alle ore 21, a Fondotoce (Verbania), presso la società MONDO. Viaggio nella natura Casa della Resistenza, relazione sullo stato dei Info: Ente parco, tel. 0384 84676; Giornata organizzata con la scuola media di chirotteri del Lago Maggiore con escursione fax 0384 84754 e-mail: [email protected] Balmuccia dedicata all’ “Orienteering”. I ragazzi finale per ascoltare gli ultrasuoni grazie al "bat dovranno seguire un itinerario utilizzando carta detector". topografica e bussola. In punti stabiliti lungo il Ascensioni in mongolfiera Da lunedì 20 a venerdì 24 maggio : percorso, osservazioni naturalistiche Alle ore 18, a Fondotoce (Verbania), presso la Organizzatore: Ente parco – Istituto comprensi- Casa della Resistenza, una mongolfiera con- Parco del Po – Tratto vercellese/alessandrino vo di Balmuccia sentirà di provare l'ebbrezza del volo e di un Accrobranche“ – Il Mondo visto dall’alto Info: tel. 0163 54680; tramonto sul Lago Maggiore. Prenotazione Attività ecologica di arrampicata sugli alberi e-mail: [email protected] obbligatoria. In caso di maltempo la manifesta- rivolta agli studenti di tutte le scuole, e non Parco nazionale Gran Paradiso zione è rinviata al 25 maggio. solo. Gratuito nelle giornate del 20 e 21 nei Comune di Ceresole Reale Info: tel. 0322 240239, fax: 0322 240240; giardini pubblici di viale Oliva di Valenza e nelle Giornata Europea dei parchi e-mail: [email protected]; web: giornate del 22, 23 e 24 nei giardini pubblici di Festa per i ragazzi delle scuole elementari e www.parchilagomaggiore.it Viale Bistolfi di . medie e inaugurazione del rifugio Massimo Prenotazione obbligatoria. Mila Sabato 18 e domenica 19 maggio Info: Ente parco, tel. 0384 84676; Organizzatore: Ente parco e Associazione amici fax 0384 84754 e-mail: [email protected] Parco naturale Laghi di Avigliana del Gran Paradiso Comune di Avigliana Info: Segreteria turistica di Noasca, tel. e fax 012 4901070 Terra tra i due laghi: 9° incontro regionale Mercoledì 22 maggio della speleologia Piemonte. Parco del Ticino Serie di incontri e proiezioni di attività speleo- Parco nazionale Val Grande Laboratori creativi logiche. Presentazione de “I Sentieri del Gusto”- II^ Per le scuole, in collaborazione con la Organizzatori: Associazione gruppi speleologici edizione Cooperativa EMYS di Oleggio, un modo diver- piemontesi Verbania Intra - Il Chiostro - Famiglia Studenti tente ed educativo per trascorrere la giornata. Info: tel. 011 9313000; fax 011 9328055; Presentazione della Rassegna Info: ufficio cultura del parco, tel.0321 517706; e-mail: Enogastronomica di autunno per la valorizza- fax. 0321 517707; e-mail: info@parcodeltici- [email protected] zione dei prodotti tipici e dei ristoranti del no.pmn.it; Parco, in collaborazione con gli enti preposti Parco naturale Laghi di Avigliana Domenica 19 maggio alla promozione turistica. Durante la rassegna Comune di Avigliana verrà presentato l’Atlante nazionale dei prodotti Video “La fabbrica degli animali.” Parco naturale Laghi di Avigliana tipici delle aree protette predisposto da Slow Con la regia di Adonella Marena e realizzato in Comuni di Avigliana e Buttigliera Alta Food e finanziato dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con la Regione Piemonte, serata IIa Tratta della Via dei Pellegrini accordo con la Federazione Nazionale dei di proiezione e di riflessione sulle nostre abitu- Ripercorriamo le vecchie vie partendo dal piaz- Parchi. dini alimentari, che a volte possono provocare zale del Tiro a Segno di Avigliana e raggiun- Info: tel. 0323 557960 sofferenza alle specie d’allevamento o squilibri

15 ambientali. Alla serata interverrà il consigliere Parchi del Lago Maggiore regionale Moriconi Enrico. Dolci di bosco Organizzatore: L.A.V. Lega Anti Vivisezione di Alle ore 16, a Fondotoce (Verbania), presso la Torino Casa della Resistenza, gara di cucina con torte, Info: tel. 011 9313000; fax 011 9328055; dolci e biscotti ispirati al bosco e-mail: Info: tel. 0322 240239, fax: 0322 240240; [email protected] e-mail: [email protected]; Parco Capanne di Marcarolo web: www.parchilagomaggiore.it Corso di fotografia naturalistica a Mornese. Parco naturale Alta Valsesia Teoria. Il Sentiero glaciologico Info: ufficio turistico tel. 0143 684048 (sab. e Escursione guidata da guardiaparco lungo il dom.); uff. amministrativo di Bosio sentiero glaciologico ad Alagna Valsesia per tel. 0143 684.777 Sacro Monte di Crea osservare i ghiacciai e la loro azione nel model- Dalle ore 14.30 alle ore 17.00 presso la sede latrice del territorio nel corso delle ere geologi- del Parco: "Scopriamo BIOMONF" con Franco che. Picco e i guardiaparco. Organizzatore: Ente parco Parco La Mandria Info: tel. 0163 54680; Info: Ente parco, tel. 0141 927120; fax 927800 Comune di Venaria Parco Nazionale Val Grande e-mail [email protected] Convegno: Attorno alla mandria, riserve, Parco Orsiera Rocciavrè Zone umide e aree di cresta biotopi e valori ambientali Verbania Pallanza - Palazzo Viani Visconti - Dalle 9 alle 13 alla Villa dei Laghi Bussoleno - Fr. Foresto ore 20,30 Info: Ente parco, tel. 011 4993.311 Alla scoperta dell’avifauna Presentazione delle pubblicazioni degli studi Parco del Po – Tratto vercellese/alessandrino Escursione con i guardiaparco in Val Susa scientifici e naturalistici relativi alle zone umide Convegno sull’educazione ambientale: Fenestrelle - Loc. Prà Catinat e agli ambienti di cresta del parco “Imparare con i parchi” Alla scoperta dell’avifauna Info: tel. 0323 557960 Esperienze e metodologie di educazione Escursione con i guardiaparco in Val Chisone Parco del Po – Tratto vercellese/alessandrino ambientale nella realtà dei parchi naturali Info: Ente parco, tel. 0122 47064; Presso i locali della Scuola Materna di e inaugurazione del Centro visita “Terra” pres- fax 0122 48383; e-mail [email protected] Fontanetto Po, alle ore 20.30 presentazione del so la Sede Operativa di Casale Monferrato, Parco naturale Laghi di Avigliana Progetto LIFE Conservazione e gestione del Lungo Po Gramsci n.10. Comune di Avigliana biotopo palude di San Genuario: da area Info: Ente parco, tel. 0384 84676; a marginale a fonte di biodiversità per il terri- I Gara Internazionale di Barche Solari fax 0384 84754 e-mail: [email protected] Avrà tre riprese la gara sul Lago Grande di torio. Parco nazionale Val Grande Info: Ente parco, tel. 0384 84676; Avigliana, con barche a motore elettrico ali- Il Rifugio CAI di Bocchetta di Campo mentate da pannelli fotovoltaici. fax 0384 84754 e-mail: [email protected] Cossogno - Biblioteca - ore 20,30 Presentazione, con fotografie e diapositive, Organizzatore: Ente parco 24/25/26 maggio della ristrutturazione del centenario rifugio sto- Info: tel. 011 9313000; fax 011 9328055; e-mail: Sacro Monte di Ghiffa rico. L’inaugurazione avrà luogo il prossimo 23 Comune di Ghiffa giugno con partenza da Cossogno e dalla Valle [email protected] Festa della SS.Trinità Loana alle prime ore dell’alba con la collabora- Parco nazionale Gran Paradiso Festeggiamenti religiosi e ritrovo in occasione zione del CAI, del Comune di Cossogno e degli Campiglia (Valprato Soana) della Festa della SS.Trinità Alpini. Le erbette di montagna Organizzatore: Parrocchia di S.Croce Info: tel. 0323 59124 Escursione, accompagnata dal guardaparco, Info: tel. 0323 59124 alla scoperta delle erbe. Nel pomeriggio è pre- Domenica 26 maggio vista una merenda sinoira. Organizza l’ Ente parco. Sabato 25 maggio Parco naturale del Monte Fenera Un giorno con la cicogna nera Info: Segreteria turistica di Noasca, tel. e Riserva naturale speciale della Bessa fax 0124 901070 Comune di Zubiena - Area Attrezzata di L’Ente parco centro di documentazione sul Vermogno volatile raduna studiosi, appassionati e fami- Parco Capanne di Marcarolo Un salto sui cumuli glie con la collaborazione di numerosi parchi Breve corso di fotografia naturalistica. Pomeriggio di giochi per bambini e visite gui- piemontesi: Baragge-Bessa-Brich di Zumaglia, Pratica. date in Bessa Burcina, Parchi del Lago Maggiore, Sacro Info: ufficio turistico tel. 0143 684048 (sab. e Info: tel. 015 677276; 2587028 fax. 2587904 Monte di Orta, Valle del Ticino, Sacro Monte di dom.); uff. amministrativo e-mail: [email protected] Varallo, Alta Valsesia, Lame del Sesia, Bosco di Bosio tel. 0143 684777 Riserva naturale orientata delle Baragge della Partecipanza. Parco Alta Valle Pesio e Tanaro Comune di Romagnano Sesia I partecipanti, divisi in gruppi, avrà con sé un Il canto degli uccelli A spasso in Brughiera esperto di identificazione in volo degli uccelli. Visita guidata con i guardiaparco alla scoperta Pomeriggio di giochi e visite guidate nella Verranno fornite, inoltre, cartine topografiche del canto degli uccelli all’Oasi di Crava Baraggia del Piano Rosa. sulle quali indicare gli spostamenti degli ani- Morozzo. Ritrovo alle ore 8 all’ingresso della Info: tel. 015 677276; 2587028: fax 2587904 mali e schede di campo con le loro sagome, riserva. Adesione entro mercoledì 22 (n° mini- e-mail: [email protected] per facilitarne l’identificazione. Una ventina le mo partecipanti: 8) Riserva del Sacro Monte Calvario postazioni di osservazione previste, suddivise Organizzatore: Ente parchi cuneesi di Domodossola tra le varie aree protette. Indispensabile la pre- Info: Ente parco tel. 0171 734021 Intrattenimento con il Mago Barnaba notazione. Parco naturale di Rocchetta Tanaro Per tutti i bambini, merenda presso il circolo Info: Parco del Monte Fenera, tel. 0163 Come gestire l’assestamento di un bosco “Santa Croce” a Domodossola (VB) 209356; Giornata al parco con visita e degustazione Info: tel. 0324 241976; fax: 0324 247749; e-mail [email protected]; prodotti locali e-mail: [email protected]; Ente gestione Baragge Bessa Brich Info: Ente parchi Astigiani, tel. 0141 592091 [email protected] tel. 015 677276; 2587028; fax 2587904 Parco La Mandria Riserva naturale speciale della Valleandona e-mail: [email protected] Comune di Givoletto Parco del Po – Tratto vercellese/alessandrino e della Valle Botto Visita guidata alla Riserva naturale Come conservare un mare fossile Pasta, riso, dolci Giornata di fruizione della riserva con visita e Slow Food organizza nelle vie e nelle piazze di del Monte Lera degustazione prodotti locali Crescentino mercato enogastronomico Partenza ore 8 da Givoletto. Durata della salita Info: Ente parchi Astigiani, tel. 0141 592091 Cantata asimmetrica Origini 2 ore - dislivello 650 m; costo 6 Euro Riserva Naturale Speciale Alle ore 17.30 presso il Teatro municipale di Info: Ente parco tel. 011 4993.311 della Val Sarmassa Casale M.to, concerto organizzato dagli Amici Sacro Monte di Crea Progetto alberi in piedi della musica di Casale con il patrocinio del Concerto alle ore 17.30 presso il Teatro Giornata di fruizione della riserva con visita e Parco Naturale del Sacro Monte di Crea e del Municipale di Casale Monferrato: Cantata degustazione prodotti locali Parco Fluviale del Po e dell’Orba. asimmetrica Origini del maestro Nicola Info: Ente parchi Astigiani, tel. 0141 592091 Info: Ente parco, tel. 0384 84676; Campogrande su libretto di Dario Voltolini. fax 0384 84754 e-mail: [email protected] Info: Ente parco, tel. 0141 927120; fax 927800

16 disegno di Cristina Girard musei ecomusei UOMO, MEMORIA,TERRITORIO ALDO MOLINO EMANUELA CELONA, A CURADI accolse gitto, checosì mus, redell’altoE- racconta lastoriadiTha- ni, contimori.Platonenel Accolta, cometuttelerivoluzio- cultura orale,trasmessaavoce. dre dituttiglialfabeti.Finiscela ta “sillabariosenzavocali”,lama- fenici inventinounascritturadet- lecinquecento anniprimachei tura ideografica;passerannomil- coli dagliegizi.Siamoallascrit- scrittura, seguitidopoalcunise- meri inventanolaprimaformadi é intornoal3500a.C.cheisu- quindi disabbia. mente disilicio,inultimaanalisi traverso ichips,fattiessenzial- del messaggioinformatico,at- trasmissione tramitel’incorporeità segni incisisullapietraallaloro nicare degliuomini,passatida licemente ilpercorsodelcomu- nini, editonel1987,sintetizzafe- scritta. AutoreGiovanniGiovan- l’avventura dellacomunicazione to titolodiunlibrocheracconta Dalla selcealsilicioèilfortuna- di GianniBoscolo al silicio Dalla selce LABORATORIO ECOMUSEI Fedro

mulaico” cheaiutavaaricordare. senso principaleeilsapere“for- ta lamemoria,l’orecchioquale co La rivoluzionechirografica(dalgre- di testo”. so facilmentetrovareinognilibro memoria conquestidatichepos- “Non loso.Nonmiimbottiscola se lavelocitàdelsuonorispose: Einstein interrogatosuqualefos- novità. dividono lepersonedifrontealle finizione diUmbertoEco),incuisi tegrati” secondounacalzantede- categorie (l’altraèquelladegli“in- apocalittico. Ossiaunadelledue segni estranei…”.Decisamenteun a ricordaredaldifuorimediante dosi dellascritturasiabitueranno che laimpareranno,perchéfidan- menticanza nelleanimedicoloro vrà comeeffettodiprodurreladi- tura: “Lascopertadellascritturaa- venzioni, tracuiquelladellascrit- Theut, undioautoredisvariatein-

kiros,

scrittura) mandainsoffit-

scrittura tibetana incisa supietrain Preghiera buddista 7 Ma la cultura orale ci ha la- sciato la poesia quale me- todo per evocare, emozio- nare e quindi ricordare. An- cora oggi leggiamo due grandi opere nate nella cul- tura orale: l’Iliade e l’Odis- sea. La scrittura introduce innovazioni di qualità nel- la comunicazione. Ad e- sempio l’astrattezza. Pri- ma di essa si diceva: se un uomo uccide un altro uo- mo verrà a sua volta ucci- so…Oggi le nostre leggi recitano: “L’assassinio è definito un crimine ed è pu- nibile con la pena di mor- te”. Nel III secolo a.C. nasco- no le prime biblioteche. Ve ne erano di enormi, per il numero di rotoli che con- tenevano a Roma, ad An- tiochia, a Pergamo e ov- viamente ad Alessandria che, forse perché andata a fuoco, divenne la “biblio- In alto: Uomo che scrive, pittura di scuola teca” per eccellenza. Bi- renana, fine del XVI sec. Colmar, sogna però arrivare intor- Museo Unterlinden no all’anno Mille perché dal A fianco: rotolo si passi al codice, Mosé, Giusto di Gand. , ossia a singoli fogli legati Palazzo Ducale insieme da “sfogliare”, ap- A sinistra in basso: discorso di Nerone inciso su pietra punto il libro, come lo co- In basso: nosciamo noi. La prima bi- “San Gerolamo scrive blioteca pubblica “moder- Medici. su pergamena, manoscritto francese na” nasce a Firenze nel Fra i cultori della scrittura 1441 voluta da vi era senz’altro Galileo Galilei che ebbe a scrive- della scienza), nasce in un Cosimo il piccolo centro renano: Ma- Vecchio de re: “Ma sopra tutte le in- venzioni stupende, quale gonza. É qui che nel 1454 Scriba egiziano eminenza di mente fu quel- l’orafo Johannes Gem- della IV dinastia la di colui che si immaginò sfleisch detto Gutenberg, (2620-2500 a.c.) mette insieme le cono- Parigi Louvre di trovare modo di comu- nicare i suoi più reconditi scenze dell’epoca e in- pensieri a qualsivoglia al- tra persona, benché di- stante per lunghissimo in- tervallo di luogo e di tem- po?”. Nei secoli che dividono l’I- liade dalla Bibbia a 42 ri- ghe, (come fu chiamata la prima opera a stampa) l’avventura della scrittura e del libro si sro- tola attraverso scribi, copisti, zione egiziana della scrit- miniaturisti, tura fu di mettere insieme conventi; si inchiostro liquido, penna e passa dalla perga- carta. La stampa invece mena alla car- mise insieme la carta, l’in- ta, dalla pelle chiostro, il torchio e i ca- d’agnello lun- ratteri mobili di metallo fu- gamente lavo- so. “La più grande inven- rata agli stracci maciul- zione del Rinascimento” lati e macinati. La rivolu- (George Sarton, storico 18 Da sinistra: Gutenberg, incisione del XVII secolo dipinto del XIX di una stamperia antica La ricostruzione del torchio di Gutenberg, fine XIX secolo. Codici canonici buddisti in un libro tibetano (foto A. Spina)

no di assomigliare ai ma- noscritti. Nei primi decen- ni di storia del libro, ama- nuensi e librai si conten- devano ancora il pubblico. Ma con il libro stampato, la parola si fa merce e allora bisogna trovare nuovi ca- nali di distribuzione. John Fust, che aveva finanziato l’idea di Gutenberg rice- vendone una dozzina di venta la macchina per la copie della Bibbia, si recò “scrittura artificiale”. Nel alla Sorbona a Parigi per volgere di qualche secolo venderle e verificare così la stampa modificò radi- la bontà del proprio inve- calmente la cultura dell’uo- stimento. Ma dovette fug- mo, e il modo di trasmet- gire: la congregazione de- terla. Nacquero le prime ti- La stampa normalizzò l’or- teggiatura e abolì le ab- gli amanuensi locali instil- pografie: a quella di Colo- tografia, omogeneizzò i lin- breviazioni tipiche degli a- lò il dubbio che tante copie nia del 1460 seguirono di un unico libro, così bel- guaggi e le lingue. Nella manuensi. L’introduzione quelle di Basilea e Roma le, nelle mani di un solo scrittura manoscritta la pri- del carattere a stampa non (1467), Venezia (1469), uomo non poteva che es- ma riga di questo articolo Parigi e Norimberga; l’an- richiedeva più “specialisti sere opera del Maligno. no dopo, Milano, Napoli e sarebbe stata scritta più o della lettura” e poté farsi si- Nei primi cinquant’anni di Firenze nel 1471. Si molti- meno così: lenziosa (prima di leggeva esistenza della stampa plicarono i libri, nacquero i “Dallaselcealsilicioèilfortu- ad alta voce) e, a un tem- vennero prodotti otto mi- giornali, e il “diritto d’auto- natotitolodiunlibrocherac- po, privata e di massa. lioni di volumi, un numero re” (il “Copyright Act” in- contal’avventuradellaco- I libri quattrocenteschi a- superiore a quanti ne co- glese è del 1709, l’equiva- municazionescritta.” vevano le iniziali dipinte piarono gli amanuensi nei lente francese del 1793). La stampa impose la pun- dagli amanuensi: cercava- milleottocento anni prece- denti. Un “best seller” dell’epoca arrivava a 500 copie. La tiratura media si aggirava sulle 200: il 50% dei libri stampati in Italia u- sciva dalle tipografie di Ve- nezia. I libri cambiarono il modo di insegnare ma soprattut- to, il mondo delle idee. Con i libri nacquero anche la censura e le persecu- zioni di chi scriveva e stampava opere sgradite al potere. Tra il 1600 e il 1756 la Bastiglia ospitò più di 800 librai, autori e tipo- grafi. Il primo periodico è del 1605 e nasce ad An- versa: la Nieuwe Antwer- sche Tijdinge. Il primo quo- tidiano, Leipziger Zeitung,

19 foto G. Boetti a Lipsia nel 1660 mentre A destra: fu il Frankfurter Journal a area delle principali raggiungere per primo le stamperie alla fine del XV secolo, 1500 copie. e direttrici della diffu- Alla fine del Settecento sione della stampa (1798) Nicolas-Louis Ro- (p.g.c. De Agostini) bert inventa una macchina per la produzione mecca- nica della carta, ma occor- rerà quasi un secolo (1886) per vedere la prima linotype in funzione; la macchina da scrivere, da cui in qualche modo deri- va, ha vent’anni. Nel 1870 i quotidiani stampavano nel mondo sette milioni di copie; alla vigilia della pri- ma guerra mondiale le co- pie sono 70 milioni. Ma tra que anni, i telefoni cellula- il 1814, anno in cui il va- ri meno di dieci… pore fu applicato al torchio L’uomo scrive da soli sei- da stampa, al 1912, anno mila anni, stampa libri da in cui l’Olivetti produce la cinquecento, pubblica gior- prima macchina da scrive- nali da centicinquant’anni. re italiana, sono nati la fo- E comunica via Internet da tografia, il fonografo e il te- una decina scarsa. Le ri- lefono. Strumenti che rapi- voluzioni della comunica- damente daranno vita ad zione riducono il tempo e una rivoluzione della co- lo spazio, oltre a essere municazione: quella elet- sempre più economiche. tronica. Per questo Marshall Mc Rivoluzione che si dispie- Lhuan ha coniato il termi- gherà pienamente con i ne di villaggio globale a computer e la televisione. proposito della società at- Anche questa sarebbe u- tuale. L’informazione cor- foto G. Boetti na storia interessante: E- re sempre più velocemen- NIAC, il primo calcolatore te e sempre a minor costo. nasce nel 1946, il primo Ma l’accelerazione può si- costruito in serie è del gnificare sviluppo, ma non 1953; i circuiti integrati so- necessariamente progres- no del 1958. Con un’acce- so. Abbiamo più notizie ma lerazione inquietante la ri- capiamo di meno. Siamo voluzione elettronica, det- in crisi di iper-informazio- ta a questo punto informa- ne: la società è malata di tica, galoppa. Il primo sa- troppa informazione che tellite per le comunicazio- non sempre genera mag- ni è lanciato in orbita nel giore conoscenza. Ecco la 1962; il mouse con cui og- sfida del villaggio globale, gi tutti noi lavoriamo è sta- la frontiera della società to presentato nel 1968, dell’immagine in cui siamo mentre il PC ha venticin- immersi. foto G. Boetti 20 Magazzini, giornali illustrati, supplementi

Viviamo nella società dell’immagine. la concomitante nascita di una que- é diventato un luogo comune. Ep- stione sociale. Nel 1832, esce il pure il “giornale illustrato” ha una sto- Penny Magazine, primo giornale de- ria relativamente recente e affasci- liberatamente e continuativamente nante. I primi periodici con illustra- arricchito con illustrazioni. Con straor- zioni risalgono al Seicento; tra que- dinaria rapidità fu copiato in quasi tut- sti la Galleria di Minerva (Venezia, ti gli altri paesi d’Europa, Italia com- 1696-1717), che si inseriva nel filo- presa. Tra il 1830 e il 1840, fiorisco- ne dell’epoca degli “estratti ”, rical- no i “magazzini pittorici”. Piccolo, cati sul modello del francese, Jour- modesto ed economico, è il primo ti- nal des Savants. La data di nascita po di giornale illustrato che si diffon- di una stampa periodica illustrata ve- de rapidamente in tutta Europa, mo- ra e propria risale invece alla prima dellandosi sulle caratteristiche sociali metà dell’Ottocento. e culturali del Paese in cui veniva L’epicentro fu l’Inghilterra degli an- stampato. La fortuna del Magazzino ni Trenta, un periodo cruciale che declinò con l’unificazione nazionale. registrava insieme il culmine I primi giornali illustrati si occupava- della rivoluzione no di tutto, lettere, scienze arti man- industriale e cava soltanto l’attualità. Un grosso

21 difetto, agli occhi di chi non prezzo contenuto, L’Illu- si voleva più accontentare strazione italiana si guada- solo delle patrie memorie o gnò al contrario una fama di curiosità. L’idea di un di giornale diretto a un pub- giornale illustrato, “specchio blico benestante, un au- nazionale” si affacciò in I- tentico status symbol da e- talia nel 1846, con Il Mon- sibire in salotto o nei loca- do illustrato di Giuseppe li alla moda. Va detto che Pomba. giornali di questo genere e- Fu L’Illustrazione italiana, rano assenti in tutto il me- nata a Milano nel 1875 do- ridione, dove pure le con- po molti tentativi infruttuosi, dizioni della stampa perio- che aprendo le pagine ai dica non erano dappertut- grandi fatti di attualità, na- to depresse. Questa for- zionali ed esteri, segnò la mula giornalistica richiede- seconda fase del giornali- va le caratteristiche di im- smo illustrato. I “Giornali il- presa industriale, capitali lustrati” portarono all’allar- consistenti e minuziosa or- gamento del pubblico dei ganizzazione tecnica. Il po- lettori. Non soltanto quelli lo di attrazione della stam- di poca istruzione si acco- pa periodica illustrata si starono dopo l’Unità a que- consolidò al nord e parti- ste pubblicazioni, ma an- colarmente a Milano. E qui che un pubblico colto, abi- nacque la terza fase della tuato da tempo a sfogliare nostra storia, con La do- i settimanali illustrati che gli menica del Corriere, men- giungevano in particolare tre a Roma usciva La Tri- da Londra e da Parigi. Se buna illustrata. é la nasci- L’Emporio pittoresco (1864) ta del supplemento ai quo- e L’Illustrazione popolare tidiani, rapidamente ogget- (1869) divennero ben pre- to di grande favore da par- sto, le ”Illustrazioni” dei po- te del pubblico, specie veri, grazie soprattutto al quello di estrazione popo- 22 lare. Non potendo gareg- gia del disegnatore avreb- giare con il modello del- be trasformato in splendi- l’Illustrazione, attento in de tavole a colori. Quelle particolare agli eventi di immagini, essenziali come grande risonanza pubblica, incisioni e fastose come af- il Supplemento illustrato freschi, affascinarono i let- scelse la via del commen- tori contribuendo in modo to a piccoli fatti di cronaca, determinante al successo trasfigurati in enfatiche del settimanale. composizioni a colori, e poi La “Domenica” entra nelle offerti a un pubblico che case, negli uffici, nelle a- non chiedeva niente di me- ziende, passa rapidamen- glio che inorridire o com- te dalle decine alle centi- muoversi fino alle lacrime. naia di migliaia e infine ai L’8 gennaio 1899 nelle e- milioni di copie, diffonden- dicole italiane apparve per dosi capillarmente fra let- la prima volta la Domenica tori di ogni età ed estrazio- del Corriere. Dodici pagine, ne sociale in Italia e all’e- prezzo dieci centesimi, in- stero, dove costituisce un viata gratuitamente agli ab- forte legame con gli emi- bonati del Corriere della grati. Sera. Un giovane disegna- Se l’autorevolezza del Cor- tore, allora sconosciuto, A- riere è innegabile, la Do- chille Beltrame, aveva di- menica si afferma dive- segnato la copertina: una nendone la spalla divulga- tempesta di neve nel Mon- tiva grazie a una sapiente tenegro. Era la prima di u- formula redazionale. I let- na lunga serie di tempeste, tori più affezionati erano le alluvioni, disastri, incidenti famiglie piccolo-borghesi, provocati dalla natura o artigiane, operaie (almeno dall’uomo, di casi dolorosi, quelle che potevano per- divertenti, commoventi, sin- mettersi il lusso di leggere), golari, bizzarri, che la ma- gente per nulla sofisticata 23 spazio gli aspetti ufficiali L’Omnibus, ideato da Leo della vita del Paese, quan- Longanesi. Un esperimen- to significava novità e cre- to però, troppo in anticipo scita, le scoperte, le gran- sui tempi, anche se la fo- di e piccole invenzioni, le tografia era già entrata nel- prime auto, i primi voli, i la stampa da tempo, gra- trafori che avvicinano l’Ita- zie al perfezionamento dei lia all’Europa, le esposizio- procedimenti di stampa. ni nazionali e internaziona- Occorrerà aspettare la ri- li. costruzione del dopoguer- Nella seconda illustrazione ra per avere una nuova fa- settimanale domina invece se: quella dei cosiddetti “ro- una cronaca che alterna tocalchi”. Anche questa si modernità e Belle Epoque, spegnerà per risorgere u- eroismi e crimini, laceranti na ventina di anni fa, quan- passioni e spirito di sacrifi- do i maggiori quotidiani, cio: una realtà romanzesca sempre a caccia di lettori, talvolta romanzata, tesa a recupereranno, con i ma- commuovere. Non posso- gazine, lo spirito enciclo- no mancare i momenti del- pedico degli antichi “ma- la Storia: il conflitto russo- gazzini” supportati da nuo- giapponese, i prodromi ri- ve tecnologie di stampa. voluzionari nella Russia za- Ma questa è un’altra storia. rista, il lento disfacimento (g. b.) dell’Impero Ottomano, la Grande Guerra. Il mondo dei supplementi si affolla (dal Il Piccolo illustrato al Per le immagini si ringrazia Secolo Illustrato della Do- la Biblioteca civica centrale menica) senza sostanziali di Torino novità fino al 1937, quan- do compare il settimanale Riproduzioni di G. Mariotti e con pretese intellettuali avevano (il disegno ha, an- semplici. Il lavoro permet- cora oggi) un pregio che la teva poche evasioni; forse fotografia non può avere. Lo zoo di Achille per questo era gente cu- Una sola immagine tra- Achille Beltrame entrò alla Domenica con il primo riosa di conoscere, attra- smette una storia, realizza numero del giornale; da allora non lo lascerà più verso le immagini della una sintesi e ne fornisce u- fino alla sua morte avvenuta nel 1945. Con il gior- “sua” rivista, quel mondo na lettura. Il dettaglio reali- nale si costituisce infatti un rapporto di reciproca che non avrebbe mai co- stico supera la gelida pre- fedeltà durato quarantasei anni, ritmati dal lavoro nosciuto nella realtà, an- cisione dell’istantanea e la nello studio di via Garibaldi e le vicine redazioni del siosa di essere informata contemporaneità degli ele- Corriere e della Domenica. Beltrame “lavorava” di sulle mille novità che il pro- menti (una pistola spara e fantasia, ma si documentava con scrupolosa gresso della scienza e del- già si vede il colpito bar- coscienziosità. Per le tavole con animali (come la tecnica sfornava a getto collare) rappresentati con- quelle che illustrano questo articolo) probabilmente continuo. densa in un’immagine un aveva a disposizione l’Atlante zoologico, edito a Di queste esigenze il diret- filmato. Il disegno permet- Milano dalla Hoepli nel 1886, con belle cromolito- tore era ben consapevole teva un’immagine simboli- grafie di origine tedesca. Attraverso le sue tavole si fin dal primo numero: era ca dell’accaduto che la fo- è venuta stratificando, settimana dopo settimana, fatta dal Signor Tutti e per tografia realizzò soltanto una “cronaca figurata del tempo”, ricca e varia. Egli il Signor Tutti. Doveva es- con scene ricostruite e racconta in alcune pagine autobiografiche come le sere cioè, specchio del co- spacciate per istantanee. tavole nascessero: la proposta della redazione era stume, delle aspirazioni, Affascinano noi, smaliziati determinante per quella della prima pagina, mag- delle mode, dei gusti diffu- da migliaia di immagini, fi- gior libertà di scelta gli veniva concessa per l’ultima di copertina. Le costruiva basandosi su informazio- si tra i suoi lettori e, al tem- gurarsi all’inizio del secolo ni giornalistiche e d'archivio, schizzi occasionali e po stesso, uno strumento quando il cinema muoveva documentazione fotografica. Nei suoi disegni la per promuovere tali gusti e i primi stentati passi e la te- natura appare sempre nelle sue espressioni deva- modificarli, in un sottile gio- levisione doveva ancora a stanti, mentre gli animali paiono, secondo l’opinio- co di influenze reciproche. venire. Achille Beltrame ne ne dell’epoca, un’intrusione nell’ordinata e raziona- Per i nostri nonni e padri la fu un interprete ecceziona- le società umana. Fedele allo stilema del sorpren- cronaca, con le sue vicen- le anche se non mancaro- dere e incuriosire, le tavole illustrano sempre due de e i suoi personaggi, a- no altri illustratori di pregio, mondi che casualmente si incontrano, sovente si veva le forme, i lineamen- come Eduardo e Ettore Xi- scontrano e quello perdente è sempre quello della ti, i colori che le prestava il menes. Ma i più restarono natura animale che non può accettare la superio- pennello di Beltrame. Le ignoti. rità del progresso. copertine della domenica, Nelle copertine trovavano

24 Caratteri nobili Giambattista Bodoni saluzzese stampatore eccelso

di Luigi Cesare Maletto pa in Europa altri caratteri A fianco: sono stati creati per le va- ritratto di Bodoni rie esigenze della tipogra- In basso a sinistra: La ricerca da parte degli monumento a stampatori di nuovi stili al- fia, tra cui il Roman du Bodoni a Saluzzo fabetici contraddistinti, nel- Roi, il Baskerville, l’Elzevi- la loro mutevole fisionomia, ro, il Didot, fino a quelli di da nomi particolari, fu la questo secolo. Come il Ti- conseguenza della diffu- mes New Roman creato appositamente per il fa- sione dell’invenzione della che ancora oggi porta il piegò per realizzare i suoi stampa a caratteri mobili. moso quotidiano inglese, nel 1932; l’Helvetica inve- suo nome. Allo scultore capolavori. Vicinissimo al Il Garamond, ha alle spal- Ambrosio non difettava la monumento, una lapide ri- le ben cinque secoli di sto- ce, non trae il nome né da una pubblicazione, né dal fantasia. Infatti il torchio a corda la data di nascita del ria: deve il nome al suo i- suo creatore (Max Miedin- cui si appoggia il grande Nostro, il 26 febbraio del deatore, che ne disegnò ger), ma dal paese dove è stampatore non è certo la 1740. Egli fu nel suo tem- lettere e numeri nel ‘500. stato inventato, la Svizze- riproduzione fedele degli po grande stampatore, va- Nell’evoluzione della stam- ra. Ciascuno di questi arnesi che a Parma im- lente creatore e raffinato comprende tra maiuscole, minuscole, numeri, simbo- li, punteggiature, 130 let- tere per ogni serie di alfa- beto. Il Bodoni invece, come tut- ti i caratteri classici, trae il nome dal suo inventore, “nobile” protagonista di u- na storia tutta piemontese. Saluzzo, graziosa cittadi- na del Cuneese, fu capita- le di un glorioso marche- sato assorbito dai Savoia nel 1548. L’architettura, fra chiese di cotto e antiche case, ricorda il governo il- luminato del marchese Lu- dovico; il San Giovanni e la Torre; la Castiglia. Ma è un garbato personaggio in vesti ottocentesche, im- pietrito sul piedistallo men- tre si appoggia a uno stra- no marchingegno, ad atti- rare la nostra attenzione. Tiene nella mano sinistra, un po’ maldestramente, u- no strano strumento: è il monumento a Giambatti- sta Bodoni, gloria tipogra- fica della cittadina pie- montese, ideatore dell’ele- gante carattere tipografico

25 incisore di caratteri tipo- scinarono il Panini nella grafici, nonché editore dot- sua pittura, il Piranesi nel- to e illuminato. Qui vengo- le sue incisioni, i disegni di no spesso cultori e ammi- H. Robert. Sono anni an- ratori della sua opera, per che di grandi mutamenti riscoprire i luoghi che ispi- sociali, politici e culturali. rarono tanto ingegno: dal- La Francia è attraversata le università americane, a dai fermenti della rivolu- quelle di Upsala, Tokio, zione che presto si diffon- Berlino e la parigina Sor- dono in tutta Europa. I Di- bona. dot rinnovano profonda- Si perdono davanti alle o- mente la tipografia in Fran- pere da lui destinate in cia. Se ne accorse ben simbolico omaggio alla pa- presto il nostro Bodoni, fi- tria amata, ora custodite no ad allora emulo dei nella biblioteca civica. I bio- fronzoli di Fournier, ma già grafi raccontano che il gio- attento ai messaggi puri vane Giambattista crebbe del Baskerville. Affina il suo nella tipografia paterna stile, incide nuove serie di (anche la madre, una Gio- tipi, ne varia ritmi e grada- lito, discendeva da una ca- zioni con il gusto di una fi- sata di stampatori), nella ne musicista. Le sue edi- città che ben presto, però, zioni sono ammirate e rac- gli andò stretta, richiama- colte dai bibliofili ovunque; to dai fasti di Roma che al- la sua officina è meta di ti- lora stava riscoprendo la pografi e uomini illustri. propria vocazione artistica. Corteggiato dai regnanti All’ombra del Cupolone per sovrintendere alle pro- trovò spazio per la sua in- prie stamperie, rifiuta gli in- ventiva, lavorando alla viti, ma ottiene in cambio Stamperia di Propaganda dal suo Principe di allesti- Fide, dove ebbe occasio- re nel 1790 una propria ti- ne di incidere fregi e ca- pografia, a lato di quella ducale, nella quale dare ratteri e di ripristinarne al- incontrastato sfogo alle tri, specialmente di scrittu- sue più alte esigenze crea- re esotiche. tive. La sua straordinaria Forse il desiderio di vede- attività a Parma dura ben re all’opera un altro gran- 45 anni, ma dovrà lascia- de dell’arte tipografica, il re incompiuta la sua ope- Baskerville, che da Bir- ra più cara: quel Manuale mingham rinnova pagine e Tipografico che la vedova do vedevano la luce i ritro- caratteri, lo induce ad ab- Margherita porterà a ter- vamenti di Ercolano e bandonare Roma. Ancora mine dopo la sua morte, Pompei. Opere d’arte che in Piemonte lo coglie una avvenuta a Parma nel tornavano dal passato e seria malattia che lo co- 1813. che influenzarono e affa- stringe ad una profonda ri- L’inventario, redatto in se- flessione, durante la qua- le tuttavia continua ad e- sercitare l’incisione, pro- ducendo soggetti anche per la Stamperia reale di Torino. La “folgorazione Città di Saluzzo Provincia di Cuneo sulla via di Damasco” gli Regione Piemonte giunge quando viene invi- Fondazione Bodoni tato a dirigere la Stampe- ria Ducale di Parma: tipo- grafo di corte potrà stam- pare con dovizia di mezzi opere di grande dignità. ° Il gusto allora stava rinno- 250 vandosi e le correnti arti- anniversario stiche guardavano ai ca- polavori del passato: an- della nascita che la tipografia si fece più di lieve e delicata. Erano gli anni intorno alla seconda G.B.Bodoni metà del Settecento, quan-

26 guito, ci offrirà le cifre im- delle sue pagine, la so- pressionati della sua pro- brietà dei suoi tipi, sono duzione: a parte le opere ancora di indiscutibile at- stampate sono 25.491 i tualità e gusto. “Tipo- punzoni registrati e 50.283 grafo di re”, o forse so- le matrici: un patrimonio i- prattutto, “re dei tipogra- nestimabile. L’arte del Bo- fi” come universalmente doni, dopo oltre due seco- viene ancora riconosciu- li è ancora viva e il rigore to.

La tipografia in Piemonte Dopo essersi insediata a Roma, Venezia e Foligno la tipografia arriva a Savigliano e Mondovì, allora città dotte, la prima anche sede universitaria, la seconda di cartiere. Il nobile saviglianese C. Beggiamo chiamò in città il te- desco G. Glim e insieme intrapresero nel 1471 l’atti- vità tipografica. L’anno seguente giungevano nel Mon- regalese due stampatori olandesi, Mathias e Lauren- szoon, chiamati dal patrizio B. Cordero. A Torino la stampa fu portata nel 1475 dal francese G. Fabri, che qui produsse sotto alte protezioni opere prestigiose. A Carmagnola la prima tipografia risale al 1497. Gli stampatori subalpini eccellenti furono J. Suigo e il ver- cellese F. De Silva. In tempi più recenti il Piemonte ha ospitato originali artisti della pagina stampata, come il creatore di alfabeti Aldo Novarese e i tipografi editori Tallone di Alpignano.

La collezione Bodoniana della Biblioteca civica di Saluzzo

Il legame fortissimo che unì per tutta la vita Bodoni alla sua “Saluce ma chère patrie” è dimostrato dai frequenti rapporti epistolari intercorsi fra Parma e le auto- rità cittadine, in occasione dei preziosi doni che il tipografo saluzzese volle loro destinare e dei regali che in cambio ne ricevette. Ma il più significativo simbolo di reciproco affetto è costituito dal lascito testamentario di due copie delle proprie opere, di cui una di esse destinata alla città. Dopo l’invio, in vita, dei due capolavori di ambientazione piemon- tese o più propriamente saluzzese (Epithalamia exoticis linguis reddita, del 1785, e Gestorum ab episcopis Salutiensibus del 1784), tra il giugno del 1814 e l’aprile-maggio 1817, giungevano a Saluzzo, mittente la vedova Bodoni Margherita Dall’Aglio, 220 edizioni, stampate sia dai torchi della tipografia parmense, sia da quelli privati del Bodoni. La Collezione bodoniana attualmente conservata nella Biblioteca civica di Saluzzo deriva in gran parte dal lascito testamentario di Giambattista Bodoni, anche se non vi corrisponde con esattezza: le vicende storiche che hanno coinvolto la biblioteca, la città e il Paese, l’incuria con cui, a lungo, i volumi sono stati conservati hanno favorito furti e sparizioni, parzial- mente ricompensati da acquisti e donazioni. La collezione è oggi caratterizzata da circa 250 edizioni: molti volumi si presentano rilegati “alla bodoniana”, con il celebre cartone ricoperto di carta color arancione-terracotta. Gli altri, con legature diverse, talvolta preziose, note manoscritte, ex-libris, raccontano di provenienze dispara- te, a volte molto interessanti: come le opere appartenute al cardinale savoiardo Hyacinthe Sigismond Gerdil, al conte Carlo Giacinto Caissotti di Chiusano, celebre collezionista di Bodoni, alla nobile famiglia parmi- giana dei Sanvitale, allo storico toscano Giuseppe Bencivenni, all’illu- minista, anch’egli toscano, Giovanni Fabroni.

27 riodico, il Pomba dovette scrivere ben tre lettere al Il Mondo Illustrato Reggente della Segreteria di Stato. In un’epoca in cui i regnanti temevano i libri di Pomba (e la satira dei giornali) quanto e forse più delle rivendicazioni sociali, Pomba operò scelte di rottura. A quattor- di Gianni Boscolo linea la figura di dici anni è di fatto questo piemontese già il motore Il primo giornale illustrato a cui Torino ha dell’impresa “Ve- di respiro nazionale nac- dedicato una via. dova Pomba e que sotto la Mole. Anzi pri- Autodidatta (ave- figli” (il padre è ma che Antonelli la pro- va interrotto gli prematuramen- gettasse. Il mondo illustra- studi a dieci an- te scomparso). to, questa la testata, visse ni), editore “pu- Con tre torchi a soltanto due anni (1847 / ro” e self made tecnologia cin- 48); iniziativa ambiziosa ed man, si direbbe quecentesca e esaltante ma certo prema- oggi, mise la sua 44 cassetti di ca- tura. Si trattava di un setti- passione per ratteri si butta in manale di varietà, ricco di stampare e distri- un’attività produt- illustrazioni con pregiate e buire libri, consape- tiva che è ad un curate incisioni. Ideatore vole che si trattava di tempo tipografia, li- ed editore fu il torinese un formidale strumen- breria e casa editrice. Giuseppe Pomba (nato a to di promozione socia- L’elenco della produ- Torino nel 1795 dove morì le, al servizio della cresci- zione di Pomba è stermi- il 3 novembre del 1876). ta culturale del Paese. Un nata e variegata. Testi di Luigi Firpo in un suo volu- liberale moderato, lo definì pedagogia, statistica, bo- me del 1983, dedicato al- Firpo, ma dall’azione di- Giuseppe Pomba tanica, geologia, la Storia la Gente di Piemonte, ri- rompente nel clima op- in un dipinto d’Italia di Cesare Balbo, le di Carlo Silvestri corda che ai suoi funerali pressivo e chiuso della Re- Opere Inedite di Silvio Pel- staurazione post napoleo- si videro sia le tube degli lico, la prima edizione (un nica. Il ritorno di Vittorio E- tra le più notevoli e corag- amministratori comunali sia mese dopo quella origina- manuele I si reggeva sulla giose imprese editoriali le milanese) dei Promessi i vessili delle Società ope- censura e sul controllo del- dell’800. Non va dimenti- raie di Mutuo soccorso. Ed Spoi. E poi, Il Calendario la Stamperia Reale, prati- cato che siamo in un’epo- Georgico, la Comedia dan- è in questo omaggio “uni- camente l’unica editrice del ca in cui l’analfabetismo e- tario” in una società parti- tesca, un collana di cento Regno. Ed è in questo cli- ra quasi esaltato e che per volumetti di duecento pa- colarmente segmentata e ma che Giuseppe Pomba pubblicare “ritratti di per- classista come quella ita- gine, formato tascabile e divenne l’artefice di alcune sone viventi” in un suo pe- prezzo economico formanti liana dell’epoca, che si de-

28 una “biblioteca popolare”. e degli affamati di sapere. Ma alla diffusione dei libri Fu il primo ad introdurre tra i ceti meno abbienti, si l’inchiostratrice a rulli, la opponeva non soltanto un “presse mécanique” a ci- clima politico illiberare, ma lindri (fino ad allora scono- anche una tecnologia ar- sciuta in Italia) e sarà an- retrata. é ancora Firpo che cora il primo a portare (nel racconta l’arcaica struttura 1847) nello stabilimento di dell’impresa grafica dell’e- via Carlo Alberto la prima poca di Pomba, “rimasta motrice a vapore. E fu an- ancorata a moduli quattro- cora lui, sempre nell’inten- centeschi: composizione to di avvicinare alla lettura, manuale, pescando ad u- ad entusiasmarsi per il da- no a uno i caratteri dalle guerrotipo, i primi passi “casse”, allineandoli sul della fotografia. E poi la compositoio, legandoli con vendita a dispense, per te- lo spago per tener saldi i nere bassa la spesa setti- piombi impaginati; impres- manale per la cultura in fa- sione con il torchio a vite, miglie dove c’era poco da dopo aver inchiostrato le scialare. forme con tamponi di legno Tra il ‘34 e il ‘38 realizza rivestiti di pelle, mediante un’Italia descritta, cinque strappi d’una leva che con volumi, duecento dispen- 2800 tratte, nel corso di u- se ricche di vedute di pae- na giornata lavorativa di dieci e più ore, consentiva l’impressione di 700 piccoli fogli”. Pomba capì che l’in- novazione tecnologica po- teva rendere il libro, fino ad allora appannaggio delle classi benestanti, alla por- Sotto: tata delle classi più umili e l’edificio in contrada di Po più in generale, dei curiosi all’angolo di Piazza Castello

29 saggi ed edifici. Nel ‘34 na- sce il Teatro universale settimanale di varietà con 250 tavole in un anno. E A fianco: poi l’Enciclopedia popola- la prima illustrazione a colori impressa da Pomba. re (366 dispense al prezzo Particolare di Camelia di 50 centesimi che com- del Giappone ponevano 13 volumi, 364 In basso: tavole e 15 mila pagine di i 108 volumi della collana testo). L’Emporio di cogni- “I classici latini” zioni utili (1835) fu una del- le prime riviste di divulga- zione scientifica. Pomba segue lo sviluppo dei pe- riodici illustrati francesi e Carlo Alberto aveva pro- inglesi con grande entu- mulgato già nel novembre siasmo. E nel ’47 crea Il 1847, avevano ridotto il Mondo illustrato. Un perio- censore all’impotenza, e Il dico nuovo sotto tutti i pun- Mondo illustrato si era co- ti di vista dal formato del sì trasformato irresistibil- foglio, di grandi dimensio- mente in un giornale poli- ni, alle incisioni originali e tico, seppure moderato, realizzate secondo la tec- sull’onda degli avvenimen- nica xilografica, un’arte cin- ti quarantotteschi. Questi quecentesca che Pomba ultimi, infatti, vi compari- ebbe il merito di ripropor- vano al completo nelle no- re. Nuova, in buona misu- tizie, nei commenti e nelle ra, era la materia trattata, illustrazioni che originali il- e nuovo, soprattutto, era lo lustravano “le giornate mi- spirito che informava il pe- lanesi”, “i moti nel Regno riodico, desideroso di in- delle Due Sicilie”, quelli coraggiare il processo di ri- nella stessa Torino e per- nascita nazionale. Il “tar- fino la distruzione del tro- get” si direbbe oggi, del no di Luigi Filippo. Spe- settimanale lo poneva co- ranze e illusioni furono me il primo giornale illu- però di breve durata e Il strato che guardava all’I- Mondo illustrato cessò le talia, anche se questa, pubblicazioni seppellito dai debiti. Ma questa disillu- quando esso uscì, era an- sione, per quanto cocente, cora tutta da fare. Una non fermò l’impegno civile “follia” commerciale ma e nel mondo del libro di un’iniziativa generosa co- Pomba. Intervenne per la me editore. Dopo un solo tutela del diritto d’autore e anno di vita il giornale fati- fu attivo nella fondazione ca a trovare il numero di di un “Emporio librario” di abbonati necessario (ren- alterne fortune fino a quan- diconto, secondo i calcoli do nel 1869 rinacque co- del Pomba che sarebbe me Associazione libraria i- stato in pareggio con 10 taliana di cui divenne pri- mila). L’Illustration di Pari- mo presidente. Tra le ulti- gi ne aveva ventimila e il me “imprese” del nostro e- londinese The Illustrated ditore vanno ricordate, in London News quaranta- qualità di consigliere co- mila. Il periodico torinese munale (fu eletto nel ’48 e arrivò a quota 3384; non fu rimase sui banchi del Co- dunque la censura quanto mune per un trentennio), le difficoltà che gli Stati e- la battaglia per la creazio- steri ponevano alla circo- ne di una biblioteca civica lazione del periodico fuori e l’apertura a Chieri di una dal Piemonte a metterlo in scuola gratuita per i figli di difficoltà. E forse, anche il contadini. Una vita, sono fatto che i tempi non era- ancora parole di Firpo, no ancora maturi. Nono- “…di rigore senza cedi- stante le premesse ci fos- menti, mescolato da un sero tutte. Infatti le dispo- pizzico d’azzardo e di or- sizioni sulla stampa che gogliosa sicurezza”.

30 La magna charta di Fabriano

di Emanuele Celona

Quante volte in un giorno u- siamo un foglio? Per scri- vere un appunto, per leg- gere uno scritto, per “con- fezionare” qualcosa. Ai no- stri giorni la carta è un ma- teriale che diamo per scon- tato: versatile, impiegata per un’infinità di scopi, non per- de comunque la sua predi- letta destinazione per la scrittura. Non si conosce come, do- ve, quando e da chi l’arte cartaria è stata introdotta in Italia, ma dalla metà del XIII secolo la lavorazione della carta fiorisce a Fabriano, nell’entroterra marchigiano, luogo che resterà per oltre due secoli uno dei maggio- ri centri cartari della storia. Ed è “in quel” di Fabriano, che troviamo il Museo della In basso: carta e della filigrana. forma o modulo per la filigrana L’atmosfera è di un antico A fianco: opificio medievale, e l’inte- Convento di ro ciclo lavorativo della car- S. Domenico, ta è sotto i nostri occhi: dal- Chiostro, sede lo stoccaggio a monte degli del Museo stracci alla spedizione del prodotto finito, avvolto in balle che un tempo rag- giungevano, attraverso i

31 ti di grossi chiodi per ridur- re gli stracci in lembi fila- mentosi; la pila a “raffina- re” con chiodi a testa piatta per trasformare i filamenti in fibre allo stato elementare (il “pisto”); infine, la pila ad affiorare senza chiodi poi- porti di Fano e Talamone, lità in: “boni, grossi e ver- ché destinata a omoge- lontani luoghi italiani ed eu- gati”. Per eliminare comple- neizzare le fibre e a com- ropei. tamente il sudiciume, gli pletare il processo di raffi- L’immaginazione, stimolata stracci venivano bagnati e nazione. dapprima da un video intro- ammucchiati nel “macera- La mistura ottenuta passa duttivo, dai vari attrezzi di la- toio”, angolo particolarmen- al tino dove viene realizza- to, rigorosamente a mano, voro nelle sale del museo, te puzzolente e caldo della e se ne da dimostrazione, non trova alcuna difficoltà a gualchiera dove le sostan- un foglio di carta attraverso “divagare” seguendo le ze organiche e la parte non la “feltrazione”, processo spiegazioni di una prepara- cellulosica fermentavano che unisce le fibre per ot- ta e simpatica accompa- sviluppando gas maleodo- tenere una superficie u- gnatrice. ranti insieme a calore. niforme. Gli stracci giungevano a Fa- Pochi passi, e si giunge al- Un operatore del museo, briano da diversi centri vici- la fase lavorativa in cui gli ma ai nostri occhi “lavoren- ni confezionati in balle chiu- stracci venivano trasforma- te” del XIII secolo, si arma se da corde di canapa, e la ti in “pasta da carta”: di sce- di una “forma” costituita da “stracciarola” dopo aver na le pile idrauliche a magli piccole verghe di bronzo po- provveduto a una prima pu- multipli. Imponenti strutture co distanti tra loro e posi- lizia degli stracci, togliendo in legno, se ne conoscono zionate su un telaio rettan- polveri e scucendo fibbie e di tre tipi destinate a funzio- golare di legno, a sua volta particolari cuciture, li divi- ni differenti: la pila a “di- delimitato da una cornice li- deva in base alla loro qua- sgrossare” con magli muni- gnea. Immerge la forma nel

32 In alto da sinistra: tino e ne estrae una quan- ti asciugare o appesi sopra ta nell’industria conciaria n- dall’opera artistica tità di pasta che distribuisce corde di canapa in uno dr), Fabriano, in Italia, era e alla filigrana. Particolari della con consumata maestria “stenditoio”, oppure distesi rimane la città della carta. Gualcheria medioevale sull’intera superficie della te- sopra l’erba di un prato. Da L’industria cresce nel XIV e del museo. la. Poi, appena il foglio si non dimenticare, poi, che i XV secolo. Sono almeno 40 Filigrana in chiaro forma davanti ai nostri oc- mastri cartai fabrianesi han- le botteghe e nella seconda scuro chi, lo passa al “ponitore” no avuto il merito di far di- metà del ‘300 si producono Sotto: sala delle filigrane che lo adagia su un feltro di menticare la costosa per- milioni di fogli che prendo- In basso da sinistra: lana per staccarlo dalla te- gamena grazie alla loro car- no la via di Venezia, Firen- alcune fasi della la: un foglio e un feltro, e poi ta, resa impermeabile agli ze e di altre città per l’Oltre- lavorazione: ancora un foglio e un feltro, inchiostri tramite il “carnic- mare. Disegni sempre più dagli stracci al foglio uno sopra l’altro, tanto da cio”, un “bagno” in gelatina complessi e raffinati espri- di carta foto arc. Museo formare una pila da pres- animale ricavato dallo scar- mono la creatività degli ar- sare sotto un torchio a vite to delle concerie locali. E tigiani: il grifone, i fiori, il per eliminare l’acqua in ec- dopo ulteriori operazioni, i monte, il leone, la cicogna, cesso e staccare i fogli dai fogli giungevano alle fasi fi- il cavallo, il becco, il mezzo feltri. Un tempo erano tre le nali di “apparecchiatura”: cerco, il melograno, il giglio, figure che eseguivano le dalla “cialandratura” che li- il dragone, l’aquila la luna e successive operazioni: il “le- sciava i fogli con il “cialan- le stelle sono tra i simboli- va feltro” che toglieva il fel- dro”, blocco di pietra con smi più diffusi. tro superiore; il “levatore” e base ben levigata, alla cer- Con la nuova tecnica dei il “tenitore” che distaccava- nita dei fogli che li destina- caratteri mobili per la stam- no, insieme, il foglio dal fel- va al loro miglior uso. pa, la carta, nella seconda tro inferiore “pizzicandolo” e Ma se i fabrianesi rimarran- metà del XV secolo, assu- lo disponevano sopra una no nella storia “cartacea” me il ruolo di veicolo per la nuova pila di fogli umidi che, per aver inventato “collaggi” diffusione della cultura e se necessario, veniva sot- composti di colla animale e dell’informazione soppian- toposta a una seconda adragante (mucillagine che tando tutti gli altri materiali. pressatura. Infine, presi sin- trasuda da fusti e rami di al- Con la crisi del mercato de- golarmente, i fogli erano fat- cune specie di piante, usa- gli stracci, il suo prestigio

33 decade, e nel Set- tecento le cartiere in attività si ridu- cono a tre. é nel 1780, grazie a Pietro Miliani, che l’attività ri- ceve un nuovo impulso e Fa- briano torna a essere la città della carta e ancora culla di novità: na- sce la carta di Francia, det- ta anche “velina”, pregiata per la stampa e indicata per il disegno e l’incisione, particolarmente apprez- zata dai nostri Bodoni e Rosaspi- na. Dopo aver rilevato i cinque opi- fici operanti in città nel corso del XIX secolo, il periodo più difficile da af- frontare è quello segnato dall’ulti- mo cinquantennio, ma dopo la ca- La città di Fabriano duta del fascismo, è tempo di una nuova ripresa che oggi, attribuisce alle Cartiere Milani 1.050 dipen- denti, quattro stabilimenti e una pro- PerPer sapernesaperne didi piùpiù duzione annua di 90.000 tonnelate U. Mannucci, La gualcheria medioevale fabrianese, di carta. Mentre Fabriano continua ed. Comune di Fabriano Ð Museo della carta e della a essere “riconosciuta” per le sue filigrana, 2001, Fabriano carte valori, ancora oggi le più ri- AA.VV, L’arte della carta a Fabriano, ed. Comune di cercate. Fabriano Ð Cartiere Milani - Museo della carta e del- la filigrana, 1991, Fabriano Info: La visita al Museo della carta e della filigrana, della durata di un’ora e un quarto circa, avviene con l’assistenza di guide. Presso il museo si possono acquistare prodotti in car- ta realizzati presso la gualchiera medioevale interna e prenotare visite guidate alla città e ai siti di interesse turistico locali (abbazie, musei, scavi archeologici, Grotte di Frasassi, parchi naturali, etc).

Laboratori didattici per le scuole: Uno spazio all’interno del museo è riservato al laboratorio concepito come luogo di ri- cezione, produzione ed elaborazione del sapere, in cui il visitatore diviene protagonista sviluppando le proprie capacità creative e apprendendo tramite un approccio ludico, la realtà culturale e territoriale in cui museo è inserito. Seguendo l’antico proverbio cinese che dice: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”, il museo non è so- lo il luogo della ricerca scientifica, ma quello in cui il fruitore può vivere delle esperien- ze culturali, umane, emozionali ed estetiche. Il percorso museale può essere modifica- to a seconda delle diverse esigenze del pubblico e la visita guidata sostituita, su richie- sta, con una “visita animata” arricchita di una serie di giochi didattici variabili a seconda del grado scolare, usate per facilitare la comprensione e per rendere l’incontro interatti- vo.

Orario di apertura: estivo (1 aprile Ð 30 settembre): dal martedì al sabato 10.00 – 18.00; domenica e fe- stivi 10.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00; lunedì chiuso invernale (1 ottobre Ð 31 marzo): dal martedì al sabato 10.00 – 18.00; domenica e fe- stivi 10.00 – 12.00 e 14.00 – 17.00, lunedì chiuso chiuso: 1 gennaio, pasqua, 1 maggio, 1 novembre, natale Tariffe di ingresso: singoli _ 3,35; gruppi _ 2,60; ragazzi sotto i 6 anni, accompagna- tori di gruppi (1 ogni 20 paganti), disabili e loro accompagnatori gratuito

Info e prenotazioni: Museo della carta e della filigrana (Largo Fratelli Spacca, 21 - 60044 Fabriano (AN); tel. 0732 709297 e 0732 22334; fax 0732 709240 web site: www.museodellacarta.com; e - mail: [email protected] 34 PARCHI E STORIA

di Pietro Passerin d’Entrèves tre i restanti limiti erano costituiti dal corso del fiume Po e del Torrente Cervo. La ge- I principi di Casa Savoia fin dal periodo stione delle Chasses royales era affidata medievale, si dedicarono con grande pas- ad una delle principali cariche di Corte, il sione alla caccia, considerata il principale Grand Veneur, o Gran Cacciatore da cui loisir delle Corti europee, mantenendo, dipendeva la Vénerie royale. Il Gran Cac- dapprima in Savoia e poi, dal Seicento, in ciatore gestiva dunque “l’Equipaggio di Piemonte, vasti territori di caccia e prati- caccia”, caratterizzato da uniformi sgar- cando questa attività anche più volte du- gianti e grandi trombe circolari, i numerosi rante la settimana, inseguendo a cavallo cavalli da caccia, le mute di cani, i boschi, cinghiali, cervi ed altra selvaggina. la selvaggina e tutto quanto permetteva In Piemonte, il “Distretto delle Regie Cac- un buon funzionamento delle pratiche ve- cie” si estendeva su buona parte della natorie. La caccia al cervo fu la più prati- pianura fino ai piedi delle montagne, men- cata dalla Corte Sabauda fino ai primi

Diversi parchi piemontesi sono eredità di tenute venatorie sabaude: Stupinigi e la Mandria, le Alpi Marittime e il Gran Paradiso

35 dell’Ottocento, seguendo le complica- te ed antiche regole della chasse à courre, che prevedevano la scelta di un solo e ben preciso capo - fra quelli preventivamente individuati da appo- siti cani e personale a piedi - che ve- niva poi lungamente inseguito dai ca- ni e dai cacciatori a cavallo attraverso boschi e radure, coltivi e piccoli corsi d’acqua, fino al momento finale della “presa”. I cani erano dunque i veri protagonisti del successo venatorio che, in Piemonte, portava all’abbatti- mento di poco più di venti capi per stagione. Le residenze di Venaria Reale e di Stupinigi rappresentano oggi le testi- monianze della notevole importanza assunta dalla Vénerie presso la Dina- stia Sabauda. Esse sono infatti dota- te di vastissime scuderie per i nume- rosi cavalli dell’Equipaggio e dei gentiluomini che parte- cipavano alla caccia, di ampi canili per oltre due- cento cani, di alloggi per l’Equipaggio, la Corte, il seguito ed il personale e, infine, di grandi saloni per le feste od i concerti che generalmente si svolgevano dopo la cac- cia. Con la salita al trono di Carlo Alberto si assiste ad un progressivo for- ai capi cui sparare, te rallentamento delle scomodi apposta- cacciate tradizionali à menti per non allerta- courre, anche in se- re gli animali e per tro- guito alla drastica di- vare la migliore posi- minuzione della zione per il tiro e, infi- grande selvaggina di pianura, ne, uccisione della pre- già iniziata nel periodo dell’occupa- al di- da che poteva rimanere zione francese post-rivoluzionaria, stretto di Valdieri, dove l’unica per tutta la gior- mentre si svolge regolarmente la cac- vengono cacciati camosci fagiani di nata, o per più giorni cia col fucile. Con Vittorio Emanuele monte e coturnici, il Re istituisce consecutivi, anche perché il rumore II infine questo tipo di caccia prende quelli di Ceresole e di Aosta, attorno dello sparo disperdeva rapidamente decisamente il sopravvento. Il nuovo al Gran Paradiso, soprattutto per la gli altri individui presenti nella zona. Re, ottimo tiratore, predilige di gran caccia allo stambecco. Qui, a partire La possibilità di tirare a bersagli mobi- lunga l’utilizzo delle armi, che lo fan- dal 1861 e fino ai primi anni del No- li numerosi e importanti dal punto di no sentire vero protagonista nello vecento, vengono costruiti o riadattati vista cinegetico dovette sembrargli scontro diretto con la selvaggina, per- numerosi casotti e case di caccia in assai più appassionante e divertente mettendogli anche l’uccisione di mol- quota, come quelli del Gran Piano, di che non sparare a singoli capi fermi. te prede durante la stessa battuta. Dondenaz, del Nivolet, del Lauson e Su queste basi, a partire dagli anni Inoltre, le Roi Chasseur preferisce, al- di Orvieilles e viene tracciata e man- sessanta dell’Ottocento, Vittorio Ema- lo stuolo dei cortigiani presenti alle tenuta una gran quantità di sentieri, nuele trasformò la caccia al camoscio grandi cacce a cavallo, la compagnia necessari per raggiungere le zone più ed allo stambecco in una caccia di poche persone intime ed un am- favorevoli alla caccia e per la sorve- all’agguato da appostamenti fissi, le biente più rustico e borghese, che glianza. “imposte”, o poste, piccoli ricoveri in sfarzoso e principesco. Appassionato fin da giovane di cac- quota, aperti, o dotati di un tetto leg- Con queste premesse, in pochi anni cia anche alla fauna alpina, Vittorio gero. vengono rese pienamente operative Emanuele II avrebbe ucciso per la Le battute dei primi anni avvenivano le tenute di Pollenzo, già attiva sotto prima volta uno stambecco nel luglio facendo fuggire gli animali dall’alto Carlo Alberto, di Valcasotto, di Som- 1850, in valle di Cogne, seguendo il verso il basso. Per far questo veniva- mariva Perno e, soprattutto, della Re- sistema classico utilizzato dai caccia- no reclutati, nella stessa valle in cui si gia Mandria presso Venaria Reale, tori di ungulati di montagna. Questa svolgeva la caccia, una cinquantina come basi principali per le cacce di tecnica prevedeva lunghi, faticosissi- di battitori, che partivano general- pianura. Per quelle di montagna, oltre mi e sovente infruttuosi avvicinamenti mente prima dell’alba del giorno sta-

36 to, in modo da poterli schierare in file più compatte, capaci inoltre di coprire un’area maggiore. Questo tipo di cac- cia si dimostrò subito assai più reddi- tizio. Infatti gli animali anziché fuggire velocemente e rumorosamente verso il basso facendo rotolare le pietre e talvolta ferendo i battitori, salivano con meno foga e spavento, rendendo la caccia meno pericolosa per gli uo- mini e assai più redditizia per il Re ed i suoi ospiti. Terminata la caccia i capi uccisi venivano raccolti presso le po- ste reali e poi, a dorso di mu- lo, portati all’accampa- mento di caccia. Qui gli animali venivano tutti radunati, attorno al In alto da sinistra: Re, con il capo rivol- Vittorio Emanuele II in abito to dalla stessa parte da caccia, fotografia Alinari. e poi i preparatori Vittorio Emanuele II a caccia, provvedevano a spel- in un dipinto larli ed a naturalizzare i di B. Comba, I dipinti settecenteschi di più interessanti. Parte caccia sono di della carne veniva utilizzata di V. A. Cignaroli, per la mensa reale, anche se Vittorio palina in legno indicante i Emanuele II risultava assai spartano confini del Distretto di Aosta, nell’alimentazione, cibandosi perlopiù in basso a sinistra: di una minestra fredda e di poche al- cartolina illustrata della serie bilito e andavano rapidamente a tre cose. La restante parte veniva ge- I Reali, raffigurante prendere posizione in cresta, dispo- neralmente suddivisa tra gli ospiti, le Umberto I alla caccia del nendosi a parecchie decine di metri varie autorità, le guardie, i battitori e cervo, di distanza l’uno dall’altro. Molto più le comunità locali. in basso erano sistemate le poste Le Chasses royales terminarono, per reali, dietro cui si sistemavano il Re e quanto riguarda il territorio attorno al gli invitati. All’ora stabilita un colpo di Gran Paradiso, nel 1913. Nel 1919 il fucile, o l’uso di apposite bandiere Re Vittorio Emanuele III comunicò la ben visibili, scatenavano l’azione dei sua disponibilità a cedere le riserve battitori che armati di bastoni, di pie- del Gran Paradiso allo Stato nel caso tre e di pistole caricate a salve, inizia- si intendesse istituire su quei territori vano la discesa chiudendosi sempre un Parco nazionale. Il Parco naziona- più verso le poste reali. Camosci e le del Gran Paradiso, la prima area stambecchi di ogni età e sesso veni- protetta italiana, venne poi effettiva- vano così sospinti verso il Re, che mente istituito nel dicembre 1922. uccideva i camosci di entrambi i ses- si, ma solo i maschi degli stambec- chi, più facilmente distinguibili dalle Con l’apertura al pubblico, femmine per il diverso sviluppo delle nell’estate 2000, del Castello di corna. Sarre, acquistato dal re Vittorio Nel trambusto generale molti stam- Emanuele II nel 1869 per poter di- becchi riuscivano comunque a pas- sporre di un pied-à-terre perma- sare attraverso lo schieramento dei nente, comodo e facilmente acces- sibile, da cui partire per le lunghe battitori e fuggivano, o, avvertendo escursioni di caccia allo stambec- l’odore dell’uomo, si dileguavano pri- co ed al camoscio nelle valli valdo- ma di essere ristretti. Pertanto il risul- stane, la Regione autonoma Valle tato di questo tipo di battute assume- d’Aosta ha ritenuto opportuno de- va solo raramente un significato inte- dicare una parte del percorso ressante da un punto di vista quanti- espositivo alle Cacce reali di mon- tativo e, offrendo poche occasioni di tagna. tiro, risultava poco divertente per il Parallelamente a questa iniziativa, Re. è stato realizzato un volume che il- Si provò dunque ad introdurre un lustra l’attività venatoria alpina dei nuovo sistema di battute, indirizzan- primi tre Sovrani italiani, inseren- dole dal basso verso l’alto. Le poste dola nel più vasto ed antico conte- reali dovettero pertanto venire co- sto delle Chasses royales sabau- struite a quote molto più elevate delle de. precedenti, mentre il numero di batti- Pietro Passerin D’Entréves,Chas- tori fu aumentato fino a circa trecen- ses royales, Musumeci 2000 Aosta

37 di Stefania Stefani

Tornerà a funzionare a maggio, dopo 28 anni di inattività, la funivia che col- lega la città con il Sacro Monte. Il col- legamento fra il complesso, dal 1980 riserva naturale speciale della Regio- ne Piemonte, e Varallo risale al 1934 quando venne inaugurata questa sin- golare via di comunicazione tra la più antica città sacra tra i Sacri Monti e il secolare “borgo” di Varallo, centro cul- turale del territorio valsesiano. La ricostruzione della funivia Varallo- Sacro Monte, è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la Regione Pie- monte, il Comune di Varallo e l’Ente di gestione del Sacro Monte. La riaper- tura della funivia permetterà la riorga- nizzazione e razionalizzazione delle vie e delle modalità di accesso al Sa- cro Monte, del sistema dell’ospitalità, con una riduzione dell’impatto dei vei- coli nel delicato contesto artistico. Ma rafforzerà anche il legame storico e de- vozionale tra Varallo e il suo Sacro Monte, con il rilancio culturale e turi- stico, sia del patrimonio artistico e re- ligioso del Sacro Monte, sia dell’intero sistema culturale varallese. Il Sacro Monte sorge su uno sperone roccioso, che domina, a circa seicento metri di altezza, la città di Varallo. È il più an- tico dei complessi devozionali (fu ini- ziato nel 1491) e fra i più significativi per valore artistico e religioso.Costi- tuito da una grande basilica e da 50 cappelle isolate, o inserite nel verde ed in monumentali complessi (Nazaret, Betlemme, Palazzo di Pilato, Calvario, Palazzo Parella), è popolato da più di 800 statue in legno e terracotta poli- croma ad altezza naturale, recitanti il dramma della vita, passione e morte di Cristo, in ambienti completamente affrescati. In un magico rapporto tra pit- tura e scultura, è inscenato il più spet- tacolare, sacro, “gran teatro montano”. Tra 1500 e 1600, ope- rarono al Sacro Monte grandi pittori come Gaudenzio Fer- PARCHI PIEMONTESI PARCHI

38 rari, il Morazzone, il Tanzio, architetti famosi come Galeazzo Alessi, rinomati scultori, quali Gaudenzio Ferrari, il Ta- bacchetti, Giovanni D’Enrico. Un giar- dino rinascimentale, denso di piante e di verde, si affianca ai grandi piazzali del Tempio, dei Tribunali, delimitati dai palazzi – cappelle, riproponendo l’idea di città, la città di Gerusalemme. Nato dalla volontà, e contributo, della comunità varallese e valsesiana, an- cor oggi appartiene “agli uomini di Va- rallo“. Una Comunità che gestiva poli- ticamente ed amministrativamente, col Consiglio della Valle, l’intero territorio di Valsesia, e che fornì artisti e mae- stranze per il farsi del Sacro Monte (e nell’Ottocento per la sua conservazio- ne), che lo amministrò sin dall’atto del suo affidamento agli Osservanti di San Francesco nel 1493 e che di Varallo, centro religioso di Seminario e di con- venti monastici, fece un polo di cultu- ra trainante. Basti pensare alla produzione artistica secentesca e settecentesca, all’istitu- zione nel Settecento di pubbliche scuo- le (1759), della Scuola di Disegno (1778), prefigurazione delle Accade- mia di Brera e Albertina, della Scuola di Scultura Barolo (1831) che per tali Accademie formò docenti valsesiani, alla creazione della Pinacoteca (1875), destinata alla custodia e conservazio- ne del patrimonio artistico valsesiano, primo fra tutto quello legato al Sacro Monte. Veduta aerea del Sacro Monte La nuova funivia, ricostituendo il lega- (foto Arc. Parco) me, anche ideologico, fra città sacra e cartolina d’epoca sulla sommità della parete, e città civi- le sottostante, dal centro storico anco- ra a fisionomia medioeva- le, condurrà il visitatore anche alla conoscenza delle testimonianze di questo passato. Della quattrocentesca chiesa francescana di S. Maria delle Grazie innanzitutto, introibo al Sacro Monte non solo per l’ubicazio- ne all’inizio della salita per il monte, e per es- sere stata, con l’annes- so convento, il crogiolo religioso della nascita del Sacro Monte, ma per la presenza della grande parete affre- scata nel 1513 da Gaudenzio Ferrari, do- ve i 21 riquadri con la storia di Cristo. Un ve- ro e proprio Vangelo illustrato al popolo, ma anche evento di alta cultura figurativa, im- posta scenografica- 39 mente il fatto sacro con un frammisto di pittura e scultura. Un esempio, nel corso dei secoli, per gli artisti scultori e pittori nelle cappelle del Sacro Mon- te. E sulle tracce di Gaudenzio Ferrari, ol- tre al drammatico polittico della par- rocchiale di S. Gaudenzio, s'incontra, alle porte di Varallo, la chiesetta della Madonna di Loreto, sintesi elegante di modi architettonici locali e rinascimen- tali lombardi, interamente affrescata sia all’esterno che all’interno, nella pri- ma metà del Cinquecento, dallo stes- so Gaudenzio e dalla sua scuola, con la splendida statua in terracotta poli- croma della Vergine col Bambino, o- pera di Gaudenzio, assisa sull’altare di pietra. Nel Palazzo dei Musei, la Pina- Partendo dall’alto: coteca, che conserva più di 3.000 o- Varallo, chiesa di S. Maria delle pere fra dipinti, sculture, disegni, arre- Grazie: di, è fra le prime raccolte museali del- G. Ferrari, parete con la storia le province del Piemonte e, per valore della vita di Cristo Varallo, Sacro Monte: qualitativo delle opere, fra le più im- G. D’Enrico. La cappella portanti.Le opere, provenienti dal Sa- “Ecce homo” cro Monte, dalle chiese della Valle, da Varallo, la chiesetta della collezioni private, anche patrizie come Madonna di Loreto Casa D’Adda, dalle Scuole di Disegno (foto arch. Parco) e Barolo, testimoniano la straordinaria vitalità artistica della vallata fra Cin- quecento e Ottocento e, con la pre- ranno riaperte le grandi sale ristruttu- senza di opere di artisti lombardi e pie- rate, dell’Ottocento valsesiano, singo- Inaugurazione e non solo montesi, i legami intercorsi, nel corso lare e ricca rassegna di opere di pitto- In occasione dell’inaugurazione dei secoli, tra territorio valsesiano e ca- ri e scultori che nell’Ottocento furono della nuova funivia, promosse e poluoghi di Lombardia e Piemonte. protagonisti dei fatti artistici a Torino e patrocinate dall’Assessorato alla Cultura e dal Settore Aree Nella ristrutturazione totale del Palaz- Milano, come il Della Vedova, il Ginot- zo dei Musei in corso, promossa e pa- Protette della Regione Piemonte, ti, il Cusa, il Metalli, Pier Celestino Gi- in collaborazione con il Comune trocinata dall’Assessorato alla Cultura lardi, per citarne qualcuno. Ma ancora di Varallo e gli Enti culturali locali della Regione Piemonte, verrà, a bre- visibili, nel contesto del vecchio ordi- (Biblioteca Civica, Pinacoteca, ve, inaugurato il “salone del Tanzio”, namento, le opere di Gaudenzio Fer- Archivio di Stato sezione di dedicato alla preziosa raccolta delle o- rari e della sua scuola, provenienti dal Varallo), a sottolineare l’unità cul- pere di questo caravaggesco pittore Sacro Monte e dalla chiesa di S. Ma- turale del territorio, la riserva del montano di cui, fatto recente, è la mo- ria delle Grazie, la produzione lignea, Sacro Monte ha organizzato una stra allestita nel Palazzo Reale di Mi- risalente al Quattrocento e al Cinque- serie di manifestazioni: lano. Con le opere di Antonio D’Enri- cento, ivi compresa la scultura walser, allestimento di una mostra docu- co detto Tanzio, saranno esposte o- e la rassegna della produzione pittori- mentaria e fotografica illustrante pere dei fratelli di Tanzio, Giovanni e ca valsesiana tra Seicento e Settecento la storia della funivia dalla sua ini- Melchiorrre D’Enrico, pittori e scultori, con opere di Pier Francesco Gianoli, ziale istituzione, con sedi disloca- tutti attivi anche al Sacro Monte ed o- di Borsetti e Orgiazzi, del Pianca, e di te presso la Biblioteca Civica, la pere di artisti del Seicento lombardo. artisti non valsesiani, come il Magna- stazione di partenza della nuova åNel Palazzo dei Musei, presto ver- sco. funivia, la Casa D’Adda al Sacro Monte; allestimento di “La Varallo degli Angeli”, rassegna, con pannelli e gigantografie, riproducenti Angeli dalle opere di Gaudenzio Ferrari, Tanzio, Morazzone, ecc. presenti in Pinacoteca, al Sacro Monte, nelle chiese di Varallo, con sede presso il Palazzo dei Musei. Infine, inaugurazione della ristrut- turata Casa D’Adda al Sacro Monte e del suo salone delle con- ferenze, con presentazione del volume Atlante dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei curato dal Sacro Monte di Crea ed edito dalla De Agostini

40 ANIMALI TOTEMICI

NON AVRAI IL MIO SCALPO Io sono come un orso: alzo il palmo delle mani, aspettando il sorgere del sole. Canto Ute del Nord

di Patrizia Rossi

Secondo i nativi americani, l’Orso è quella parte nascosta di noi, selvaggia e terribile, che talvolta si manifesta. Talvolta gli orsi indossano un’apparenza intelligente e camminano in mez- zo a noi. Talvolta noi indossiamo l’emotiva pelle dell’orso e scom- pariamo nell’oscuro della foresta. Così temibile è l’orso, così in- nominabile il nostro lato oscuro, che gli indiani non lo evocano mai direttamente: lo chiamano “La Cosa Oscura” (Haida), l’“In- nominabile Grande Animale” (Blackfeet), “Colui che va per i bo- schi” (Tlingit), “L’Uomo a quattro zampe” (Cree), tutti sono ap- disegni di Cristina Girard pellativi d’onore e rispetto, sempre preceduti dalle parole “Fra- tello” o “Nonno”, “Grande Padre”. Nelle storie degli indiani uomo e orso sono intercambiabili; generalmente, la trasformazione rappresentata con la tana dell’orso è la morte e la morte è solo una metamorfosi ver- so un altro aspetto di noi stessi. Dormire per tutto l’inver- no in una tana significa introspezione e conoscenza di sé stessi, una capacità di primaria importanza per l’uo- mo. Una storia dei Micmac e degli Irochesi comincia con una caccia all’orso.

Tre fratelli hanno ferito un orso nella schiena. Quan- do è ferito, l’orso cerca luoghi segreti e remoti per nascondersi e questo si rifugia su un’alta monta- gna. I fratelli lo inseguono così da vicino che l’or- so continua a fuggire nel cielo. Ma i fratelli continuano a seguirlo. L’inseguimento av- viene ancora oggi: l’Orsa Maggiore con- tinua a correre nel cielo, inseguita dai cacciatori (il se- condo cacciatore porta una pentola, una stella rossa, per cuocere l’orso nel caso che finalmente rie- scano a prenderlo!).

Ogni trasformazione umana è un passaggio da un mondo ad un altro, come dall’infanzia all’età a- dulta: molte culture lo riconoscono e hanno creato speciali riti per facilitare la transizione. Un fanciullo “muore” per la madre quando spezza il suo legame di dipendenza da lei, ma rinasce nel mondo adulto. In molti riti di iniziazione si svolge il rituale dell’orso:

41 il giovane danza la caccia all’orso, mani e riunito al fratello: insieme eb- mo-Orso. Gli uomini del villaggio an- uccide l’orso per provare la sua a- bero il potere sufficiente per ucci- darono a cercarla e sfidarono l’Uo- bilità, dorme nella sua tana e rina- dere il mostro. Il Ragazzo del Vil- mo-Orso a combattere. Lei lo pregò sce come orso, fiero e capace guer- laggio, che rappresenta il lato ra- di non farlo, ma lui disse di dover o- riero. Quando cacciano l’orso, cer- zionale, e il Ragazzo della Foresta, norare un antico patto di guerra tra cano le migliori qualità in sé stessi. che rappresenta il lato emotivo e gli uomini e gli orsi. Fu ucciso. Gli creativo, furono entrambi necessa- uomini lo onorarono tagliando con In una tradizione Cree, un ragazzo ri per compiere l’impresa. un apposito rituale la sua carne nel fu trovato e cresciuto da un orso. Il bosco, e mangiandolo interamente padre del ragazzo non aveva mai Da questa storia apprendiamo che (il loro compito sancito dall’antico abbandonato la speranza di trova- “i mostri” della vista, i problemi che patto). Quando la donna uscì dalla re il figlio perduto. Alla fine sospettò dobbiamo superare, possono es- grotta in cerca del suo compagno, che l’orso l’avesse catturato e co- sere vinti solo grazie all’equilibrio trovò solo un piccolo pezzo di gras- minciò a dargli la caccia. Era una delle due personalità. so che gli uomini avevano dimenti- caccia basata sul potere dello spi- cato e che lei lavò con cura e mise rito: Uomo e Orso cantarono cia- I Blackfeet raccontano di una don- sotto i vestiti. Per il dolore, si tra- scuno il proprio canto per vedere na che andò a raccogliere bacche sformò in un orso e uccise alcuni quale dei due fosse più potente. Il sulle montagne vestita con una pel- uomini del villaggio senza che a- lato umano e il lato selvaggio si die- le d’orso. Là s’innamorò di un Uo- vessero il tempo di reagire. Poi dero battaglia per conquistare lo spi- mo-Orso e lo seguì nella sua grot- scomparve di nuovo nel bosco. rito del ragazzo. Il padre umano vin- ta. Anche se era imponente e im- Quando finì il tempo del lutto, tornò se e uccise l’orso, ma si accorse pressionante, la rassicurò pettinan- una donna gentile che si prendeva che c’era del valore anche nel lato dole dolcemente i capelli con un cura dei propri parenti. Un giorno, selvaggio del ragazzo: così avvolse pettine d’osso e parlandole gentil- mentre raccoglieva cactus, si pun- in un fagotto una zampa dell’orso mente. Essi fecero l’amore, dolce- se e divenne dolorante e furiosa: di come regalo per il ragazzo. Il ra- mente e selvaggiamente e lei deci- nuovo, per il dolore, si trasformò in gazzo conservò il regalo e divenne se di rimanere con l’Uo- un orso e aggredì il villaggio. I suoi il miglior cacciatore di orsi a me- nipoti le tirarono frecce, ma tutti moria d’uomo. Una donna divenne la mancarono tranne uno, il più gelosa della sua capacità e volle giovane. L’orso li aggredì co- che suo figlio diventasse il miglior stringendoli a trovare scampo su cacciatore e cercò di rubare al ra- un albero. Rendendosi conto che gazzo la zampa d’orso. Ma il dono l’orso era invincibile, il ragazzo non era trasferibile a chiunque: il ra- scoccò frecce ai fratelli, spingen- gazzo-orso aveva vissuto con un or- doli nel cielo dove divennero stel- so, dopotutto. Immediatamente il ra- le. Per inseguirli, anche l’Orsa gazzo si trasformò in un orso e balzò nel cielo, dove si trova an- scomparve nella foresta. Senza il cor oggi. suo cacciatore, il villaggio non eb- be mai più lo stesso successo nel- Tutti questi interscambi tra uomi- la caccia. ni e orsi testimoniano che non ci sono osservatori in questo mon- Molti popoli della foresta (Ojibwe, do, ma solo partecipanti. Noi Cree, Sauk, Fox e Micmac) hanno mangiamo l’orso, ma siamo man- una storia sull’importanza di giati dall’orso. mantenere entrambi i lati di se Noi inseguiamo l’orso e l’orso stessi. ci insegue. Il suo spirito è parte di noi. Una donna incinta di due gemelli fu uccisa da un or- ribile mostro. Uno dei due gemelli, il Ragazzo del Villaggio, fu allevato dagli Umani. L’altro fu trascinato dal mostro nella foresta e fu al- levato dagli Orsi. Il Ragazzo della Fo- resta fu finalmente recuperato dagli U-

42 DAL MONDO a cura di Giovanni Boano DELLA direttore Museo civico scienze naturali, Carmagnola RICERCA La scienza ci ha regalato un nuovo ragno di Caterina Gromis di Trana provincia di Parma, dove Il ragno del genere Tro- Al Museo di storia natu- sono stati raccolti durante glohyphantes non è il solo rale di Carmagnola l’atti- Avrebbe potuto essere u- un ampio intervallo di tem- animale con un suffisso nel vità di ricerca è sempre na farfalla o un millepie- po usando trappole a ca- nome dedicato al suo rac- in fermento e grazie allo di, un diplopode o un chi- duta. coglitore: ci sono è anche spirito di avventura dei lopode, comunque sem- Delmastro lavora di setac- un microlepidottero, A- suoi responsabili si rac- pre si sarebbe trattato di cio senza allontanarsi mai compsia delmastroella, un coglie materiale prove- un piccolo invertebrato molto dalla sua città nata- coleottero elateride, Athous niente da viaggi scientifi- apparentemente in signi- le e dal suo museo, quello delmastroi, e un millepie- ci che spaziano dalla ficante, ma importantissi- di Carmagnola. E il tempo di, Pedemontia delmastroi. Tanzania al Gabòn al mo agli occhi del natura- gli sta rendendo giustizia Tutti nostrani e fino a po- Perù. E’ bello che ai ri- lista esploratore raccogli- premiando via via la sua ri- co tempo fa sconosciuti e sultati delle spedizioni in tore. E’ stato descritto, in- cerca fiduciosa e paziente. innominati. paesi lontani si mescoli- sieme ad altre quattro no quelli di un ricercato- nuove specie di Aracnidi re “locale”, che stagione italiani, da Carlo Pesari- dopo stagione continua a ni, del Museo di Milano, raccogliere dediche alla fine del 2001, quindi scientifiche di nomencla- la scoperta è molto re- tura. Si tratta di piccoli ri- cente: si chiama Tro- conoscimenti, ma im- glohyphantes delmastroi, portanti per ogni natura- è un animaletto gialliccio, lista che si rispetti: il no- con occhioni bordati di me che sta scritto sul car- nero. Non è proprio un gi- tellino di un reperto con- gante: l’olotipo (si chiama servato in museo serve a così l’esemplare su cui lo conservare memoria del specialista si basa per passato, e così diventa descrivere la nuova spe- garanzia di futuro. cie) è lungo 2,6 mm com- prese le zampe. Quello che rende degna Nelle foto due esemplari di nota questa infinitesi- di Troglodyphantes pedemontanus male scoperta è che il foto E. Lana ragnetto non vive in sco- nosciute foreste o in lan- de deserte, dove ancora ci si aspetta di trovare qualcosa di ignoto alla scienza: abita in provin- cia di Cuneo. L’olotipo è stato raccolto da Gianni Delmastro durante le sue predilette ricerche di cam- po, setacciando l’humus di un bosco lungo il tor- rente Rizuolo, presso Cissone, in una località a nome Baudrà. I parati- pi (altri esemplari esami- nati che servono a chi descrive la nuova specie per confermare i risultati delle sue osservazioni) provengono da una loca- lità dell’Appennino Emi- liano presso Tornolo, in

43 SENTIERI PROVATI a cura di Aldo Molino

Il Sentiero Arturo Genre nella Vallescura

La Germanasca di Massello e Salza , nel Pinerolese, è una di quelle valli rimaste finora ai margini dello sviluppo tu- ristico e segnata purtroppo da un fortissimo spopola- mento. Una valle però quasi intatta e ricca di testimonianze sto- riche e culturali legate alle at- tività proprie della montagna ma anche alle miniere di tal- co e alle guerre di religione tra cattolici e valdesi. Da qualche tempo vi opera l’Associazione Vallescura co- stituita da un gruppo di val- della Val Germanasca (1997) frazione di Perrero) raggiun- che riportano il tracciato del ligiani, che si prefigge la va- L’itinerario inizia proprio to dalla carrozzabile che si percorso e le principali e- lorizzazione delle risorse e la dalla sua abitazione nella stacca dalla provinciale di mergenze naturali e cultura- promozione culturale e turi- borgata Serre di Maniglia ed fondovalle poco a monte del li che si incontreranno nel gi- stica del territorio interve- è estremamente interessante capoluogo in prossimità del ro. Un depliant in distribu- nendo contro l’abbandono in quanto si snoda per soli- ponte sul Germanasca. Ma si zione in Comunità Montana, dell’ambiente, per incenti- tari valloni e panoramiche può anche partire dalla Lâ riporta il tracciato e le infor- vare il ritorno e la perma- dorsali, toccando antiche Laramuza o dal Caire di mazioni essenziali. nenza in montagna , recupe- borgate e le vestigia di mi- Massello. Esaurienti bache- Da Serre tagliando i tornan- rando le risorse naturali, cul- niere, cave di pietra e alpeg- turali, storiche esistenti. gi. E grazie all’azione di questa Facile e adatto a escursioni- associazione, che ha sede in sti medi , presenta un solo borgata Reynaud presso Gra- tratto impegnativo, con qual- ziella Tron, che con contri- che passaggio un po’ esposto, buti pubblici è stato realizza- sulla variante VS Ia al Bâ to e reso agibile il sentiero to- Jouann , comunque evitabile ponomastico escursionistico seguendo invece il percorso dedicato ad “Arturo Genre”. di base. Arturo Genre, docente uni- L’anello presenta un dislivel- versitario nativo di Marsiglia lo complessivo di 730 metri ma originario di Maniglia, ha e richiede 5 ore e mezza di insegnato fonetica speri- cammino. Dato l’orienta- mentale a Torino e diretto mento a sud, può essere frui- l’Atlante linguistico delle Al- to comodamente anche negli pi Occidentali (ALEPO). Stu- inverni secchi. E’ interamen- dioso delle tradizioni e della te segnalato con cartelli in le- lingua locale, con i suoi la- gno ai bivi, frecce direziona- vori ha contribuito a rico- li e segnavia gialli e rossi (VS struire la memoria storica I) ed è percorribile in en- della valle curando tra l’altro trambi i sensi di marcia. la traduzione in occitano di L’accesso più comodo è quel- Rodoretto del Vangelo secon- lo “ufficiale” dal Serre di Ma- do Marco e l’ultima edizione niglia, 1.132 m, (Maniglia, del Dizionario del dialetto ex-comune autonomo ora

44 Da sinistra: salendo verso Serre, scendendo verso il Vallone, cascatella sul Rio Malotta, resti di antichi villaggi, in basso: un vecchio mulino sul percorso “La ruota e l’acqua”, panorama sulla Val Germanasca di Massello (foto A. Molino)

ti della strada si sale dappri- (1.743 m) dove si supera il babilmente luogo di avvista- zato dall’Associazione Valle- ma alle case Bocetto quindi costolone che separa Mani- mento e successivamente scura, che contiene la pun- per mulattiera a Lou Couins glia da Massello verso le cui Ciaberso, dove per un tratto tuale descrizione dell’ itine- dove nel bosco si possono borgate si inizia così a scen- ci si accompagna con il sen- rario e molte note storico- ancora vedere le piazzole u- dere. Si toccano gli alpeggi di tiero del CAI dedicato alla culturali e ambientali, è re- tilizzate un tempo dai carbo- Troncea ancora utilizzati e le scoperta dei mulini, e Lou peribile presso l’Azienda a- nai e quindi con più ripida a- Miande Praiet poi si rag- Caire dove è la chiesa catto- gricola L’epi d’or in borgata scesa a La Fracho, il punto giunge la Gardetta che come lica. Poco sopra Ciaberso i- Reynaud, tel. 0121 808960, a- più elevato dell’itinerario indica il toponimo era pro- nizia la variante abbastanza zienda che produce ottimi impegnativa che consente caprini e che gestisce anche però di raggiungere la vec- un Centro Ippico. chia cava di lose (pietre da Per pernottare ci si può ri- copertura) e quindi la zona volgere nella vicina Salza di delle miniere senza transita- Pinerolo, all’agriturimo La re lungo la strada asfaltata. Miando tel.0121 801018 e Seguendo la vecchia mulat- d’estate al Posto tappa GTA tiera di valle si raggiunge in- di Balsiglia. Alla Balsiglia nel vece la strada in località La- periodo estivo funziona an- ramuza, strada che si lascia che un bar- ristorante (tel. poi poco più avanti per sali- 0121 808797) ed è possibile re al Vallone dove sono i re- visitare il Museo storico Val- sti delle miniere di talco atti- dese, tel. 0121 808816. ve sino agli anni 60 e dove sono collocati alcuni pannel- Un secondo interessante per- li esplicativi collegati a “So- corso nel Vallone di Massel- priminiera”. Superato il rio lo è quello realizzato dal CAI Molotta dopo una breve sa- Val Germanasca (tel. 0121 808629), il già citato “La ruo- lita ci si riunisce alla varian- ta e l’acqua” che consente la te e sul viottolo pianeggian- visita dei siti degli antichi te si torna al Serre dopo esse- mulini idraulici della zona, re passati nei pressi dei rude- alcuni ancora ben conserva- ri del villaggio perduto di ti altri in rovina. Anche per Oucho. questo itinerario esiste un Un interessante e utile opu- pieghevole illustrativo. scoletto sul sentiero, realiz-

45 E. Baronetto, Sì am suvìnat, espositivo. Alla base, le inda- questo il IV Quaderno dell’E- üra am suvìnat, Alzani ed., gini di Guillaume Lebaudy, comuseo Cusius è dedicato al 2001, Pinerolo, € 14,00 punto di partenza della mo- tema dell’acqua. Uno stru- Info: Ecomuseo dell’Alta stra “La routo” (di cui il testo mento in più al servizio del Val Sangone; tel. 011 ne rappresenta il catalogo) visitatore per conoscere la 9340056, fax. 011 9340429 che, itinerante in diverse lo- realtà storica, culturale e ma- calità della Provenza, ha coin- teriale locale esposta nei mu- LIBRI La Routo – Sulle vie della ciso, nel giugno 2000, con l'a- sei (come il Museo del rubi- transumanza tra le Alpi e il pertura al pubblico dell'Eco- netto a San Maurizio d’Opa- A cura di Enrico Massone mare museo della Pastorizia, luogo glio, in provincia di Novara) dove vi farà ritorno come e- o sparsa sul territorio cusia- Pagine di ecomusei sposizione permanente. Il vo- no. Il libro è in vendita pres- lume, in italiano e in - so l’Ecomuseo e nelle librerie di Emanuela Celona se, contiene sia immagini in della zona. bianco e nero che ritraggono AA.VV; L’uomo e l’acqua – Gli ecomusei piemontesi con- le vie della transumanza tra le Rubinetti, bagni e mode cul- tinuano, e in alcuni casi “co- Alpi e il mare, sia fotografie turali attraverso i secoli; Eco- minciano”, con le proprie più recenti che raccontano la museo del Lago d’Orta e pubblicazioni a testimoniare, vita pastorale in Valle Stura, Mottarone, 2001, Pettena- ricostruire e promuovere le descrivendo alcuni “poli” sco, € 12,91 tradizioni locali, affidando al- dell’ecomuseo. Il libro, è in Info: Ecomuseo Cusius, tel. le pagine di un libro fotogra- vendita presso l’Ecomuseo, 0323 89622, fax 0323 fie e scritti prima custoditi so- nei negozi della zona e in al- 888621 lo nella memoria. cune librerie della provincia di Cuneo. Sì am suvìnat, G. Lebaudy e Dionigi Albera üra am suvìnat (a cura di), La Routo – Sulle Un testo che racchiude, in vie della transumanza tra le poco meno di 150 pagine, le Alpi e il mare, ed. Associazo- molteplici sfaccettature della ne culturale Primalpe, 2001, transumanza in alta Valle Cuneo, 14,00 Euro Stura. Perché molteplici so- Info: Ecomuseo della Pasto- no, secondo gli autori, le in- rizia, tel. 0171 955555, fax. terazioni tra i pastori e i le fa- 0171 955055 miglie che restavano al villag- gio, “pizzicate” tra le logiche mercantili che costituivano L’uomo e l’acqua – Rubinet- un altro aspetto della loro vi- ti, bagni e mode culturali at- ta. traverso i secoli La complessità delle vicende La tradizione della produzio- legate alla transumanza tra le ne dei rubinetti nell’area Cu- Alpi e il Midi francese è esa- siana rappresenta uno dei minata negli testi che descri- momenti più significativi vono una sorta di itinerario dell’operosità della zona: per E’ il titolo del primo “qua- derno” dell’Ecomuseo di Coazze, una raccolta di storie Il piccolo larice: firmata Ennio Baronetto. En- secondo quaderno trando nell’atmosfera di av- venimenti fatti di semplicità, dell’Ecomuseo Colombano Romean saggezza popolare, gioia, u- Un incontro felice: l’ecomuseo, la scuola, il comune e miltà, fatica, sofferenza e so- soprattutto l’autore, Oreste Rey, classe 1920. litudine, le emozioni di un E’ con loro che incomincia la collana dei cahier dell’eco- mondo passato rivivono, leg- museo, con un primo numero dedicato alla favola del gendo il testo, in ciascuno di grande larice, e con un secondo, datato 2001 e tradotto noi. anche in patuà, che prosegue la storia: il “gigante” è sta- “[…] Una sorta di lessico fa- to abbattuto e la sua memoria vive nel primo quaderno; migliare di una famiglia al- ma la vita continua e i bambini di Salbertrand piantano largata, in cui basta un ac- un nuovo piccolo larice esattamente al posto del pa- cenno, un’allusione, il titolo triarca scomparso. Una bella storia di rinascita e conti- di un canto, un modo di dire nuità per una piccola comunità che a partire dalla me- dialettale per risvegliare una moria, risale i percorsi già fatti per scoprire dove sta an- catena di reminiscenze. Que- dando oggi. Il libro, è in vendita presso la sede dell’Ecomuseo. ste e altre cose si possono co- gliere nelle pagine di questo O. Rey e i bambini della scuola elementare di Salbertrand, Il piccolo larice, Parco natura- libro”, scrive Tullio Telmon le Gran Bosco e Comune di Salbertrand, 2001, € 2,58. nella presentazione. Il libro, è Info: Ecomuseo Colombano Romean, tel. 0122 854720, fax 0122 854421 in vendita presso l’Ecomuseo e nelle librerie della zona.

46 interesse, appositamente re- risposte pratiche, chiare e pre- nutriente anche per la mente. Ambiente e territorio datte nell’obiettivo di ottenere cise a tutte le domande che l’iscrizione dell’intero territo- vengono in mente a chi ha de- rio nell’elenco del Patrimonio ciso di passare un po’ di tem- Mondiale dell’Umanità dell’U- po all’aperto: dove mangiare e NESCO e di creare in futuro, dove dormire, cosa fare, dove un vero Parco europeo (Info: trovare prodotti tipici e arti- tel. 0171 97397). gianali, come raggiungere un museo o un altro luogo d’inte- Ministero dell’ambiente e del- resse turistico. Una guida da te- la tutela del territorio, Guida nere a portata di mano e con- all’uso del parco, Ed. Acli Anni sultare tutte le volte che si vuol Verdi (Distribuzione gratuita trovare una buona occasione tel. 06 57228224). Un’antolo- per stare in contatto con la na- gia aggiornatissima sulla realtà tura. della salvaguardia ambientale in Italia. 240 pagine di natura, cultura, storia, tradizione pae- saggi dei parchi nazionali ita- Mondovì e la sua provincia - Il liani. Ricerca scientifica e tecnica caso Mombasiglio, Comune di Nella collana Quaderni di Mondovì e Mombaruzzo, € Renzo Moschini, Parchi alla Conservazione della Natura, 5,20 (tel. 0174 43003). prova, Ed. Maggioli, € 8,78 ed. Ministero dell’Ambiente e Un ipertesto di facile consulta- (tel. 0541 626777). Nei cambi della Tutela del Territorio - I- zione, ricco di qualificate ri- di fase relativi al governo na- stituto Nazionale per la Fauna produzioni grafiche e fotogra- zionale, regionale e comunita- Selvatica “Alessandro Ghigi”: fiche. Offre uno spaccato am- rio, s’impone una riflessione Marco Zenatello e Nicola Bac- pio e suggestivo di storia, ar- sullo stato delle aree protette cetti, Piano d’azione nazionale cheologia, viabilità antica, to- del nostro paese e questa pub- per il Chiurlottello (Numenius ponimi, edifici di culto e d’im- blicazione è una buona occa- tenuirostris); portanza sociale del Monrega- sione di saperne di più. Le va- Gianluca Serra, Luca Melega e lese. rie problematiche riguardanti Niicola Baccetti, Piano d’azio- la questione sono affrontate in Il paesaggio vegetale della pro- ne nazionale per il Gabbiano modo chiaro e sistematico. A corso (Larus audouinii); vincia di Sondrio, _ 5,69 (tel. partire dall’evoluzione del con- 0342 612451, via Cotrivacci, 2 Alessandro Andreotti, Piano cetto di parco, il volumetto fa d’azione per il Pollo sultano 23017 Mombregno; e-mail: un ampio excursus storico sul- museo.morbegno@provin- (Porphyrio porphyrio) la ‘cultura dei parchi’ dalle èli- (Distribuzione gratuita su ri- cia.so.it). E’ il catalogo di una te alle associazioni, esamina la Sport mostra realizzata dal Museo Due ruote nel vento. È il titolo chiesta: I.N.F.S. via Ca’ Forna- situazione europea e italiana cetta, 9 40064 Ozzano dell’E- Civico di Storia Naturale di degli ultimi dieci anni, si con- del catalogo dell’omonimo Mombregno e dal Diparti- tour operator torinese che of- milia BO) mento di Ecologia del Territo- centra su alcuni temi di attua- Ministero dell’Economia e del- lità come i parchi marini e la fre agli appassionati delle due rio dell’Università di Pavia con ruote una gamma vastissima di le Finanze - Comitato Tecnico testi di Roberto Ferranti, Au- biodiversità, per concludere Interministeriale per la Mon- con attente osservazioni sugli viaggi, con o senza accompa- gusto Pirola e Fabio Penati. gnatore, il trasporto bagagli, le tagna (a cura di Giovanni Can- Frutto di un’accurata ricerca studi e le indagini relative alle nata e Angelo Malerba), VII aree protette. prenotazioni alberghiere, e durata oltre due anni il libro quanto serve per piacevoli iti- Relazione sullo stato della mon- presenta i paesaggi montani e Parchi della Lombardia–Guida nerari in bicicletta. Per saper- tagna italiana. Il testo è con- la flora e la vegetazione pre- pratica all’ospitalità, Ed. Cen- ne di più consultare il sito: sultabile sul sito Internet: sente nei vari ambienti. tro Turistico Studentesco e www.dueruotenelvento.com, http://www.tesoro.it/web/do- Giovanile. (Distribuzione gra- scrivere a: info@dueruotenle- cu indici/Area Politiche di Svi- Parchi naturali tuita presso le sedi lombarde vento.com, tel. 011 4372057 / luppo/Docu Area Politiche di del CTS, oppure scrivendo di- 349 (corso Tassoni 50, Torino). Sviluppo.asp La distribuzione Parco naturale Alpi Marittime- rettamente al CTS – Settore E- è gratuita su richiesta scritta in- Parc National Le Mercantour, coturismo via Andrea Vesalio, dirizzata al Ministero - Servi- Atlante transfrontaliero, I par- 6 00161 Roma; e-mail: am- Cultura zio centrale di segreteria del CI- chi Alpi Marittime e Mercan- [email protected], tel. 06 44111473). Intrecciar di fiori, intrecciar di PE - Ufficio 6° dott. Malerba, tour condividono i due ver- Un libro elegante e manegge- sapori, Ed. Comune di La Log- via XX Settembre 97 00187 Ro- santi di un medesimo massic- vole corredato di cartine topo- gia, € 18,07 (tel. 011 9627047) ma; tel. 06 47613093 / 4501; fax cio montuoso posto a sud-o- grafiche, fotografie e disegni e Sapori e colori antichi, profu- 06 47613113. vest del Piemonte e a sud-est ripartito in due parti. Prima mi ed acquerelli, musiche raf- Dario Seglie, De petroglyphis della regione francese Proven- l’informazione descrittiva, nel- finate e parole semplici… E’ gallaeciae, con testi di F. j: Co- ce - Alpes Côte d’Azur. Una la prosa essenziale, piacevole e l’invito ad una lettura piacevo- stas Goberna, R. Fabregas Val- pubblicazione che sottolinea il ricca di contenuti di Giulio Ie- le e gustosa accostato al valore carce, A. de la Pena Santos, P. carattere straordinario dell’a- lardi che presenta la variegata sentimentale e storico della Ricchiardi, M. Santos Estevez, rea e le molteplici particolarità realtà della natura protetta memoria. Una miscellanea di D. Seglie, Ed. Centro Studi e del patrimonio naturale e cul- lombarda: un parco naziona- ricordi e suggestioni, creato Museo d’Arte Preistorica Pi- turale. Una trentina di schede le, 26 parchi regionali, 56 ri- dalla fantasie di donne capaci nerolo, € 20, (tel. 0121 794382; tecniche, con dettagli carto- serve naturali, oltre ai parchi di trasformare i prodotti dell’a- fax 0121 75547; e-mail: Ce- grafici e fotografici di grande d’interesse locale e ai monu- gricoltura in un cibo buono e [email protected]).

47 di Enrico Massone

“Piemonte Parchi Magazine” compie un anno. L’8 maggio 2001, il numero zero del giornale on line è poco più di una newsletter. Il primo numero del ‘Magazine’ è sem- plice, la redazione muove i primi pas- si nell’universo del ‘www’, la grande rete, e la scrittura on line. Ogni mez- zo di comunicazione ha un linguag- gio specifico e la “rete” richiede par- ticolari capacità di sintesi e spiccata sensibilità grafica. Terminata la fase di rodaggio, dal gennaio 2002, il ‘Ma- gazine’ assume una nuova fisiono- mia, più gradevole sotto il profilo e- stetico, le pagine web diventano una trentina per numero, amplia periodi- cità e contenuti. Si inaugurano nuove rubriche, appo- sitamente studiate per caratterizzare il quindicinale con lineamenti sempre più specifici e riconoscibili. Tra le al- tre: l’attività degli ecomusei, le novità dal mondo dei libri e del cinema, una nutrita linkografia su siti ambientali e una serie di pratiche indicazioni per chi desidera imparare i segreti della scrittura web. La rubrica Angoli pre- senta alcuni luoghi delle aree protet- te ancora poco noti, ma meritevoli di essere conosciuti e per i quali la frui- zione, ovviamente, non è lesiva. L’ul- tima proposta è del mese scorso e in- vita l’utente della rivista cartacea a continuare su ‘Magazine’ la lettura delle schede di approfondimento di un articolo. Nell’arco di un anno sono stati attiva- ti una serie di servizi on line, come In bozza che consente un ‘assaggio’ in anteprima di alcuni articoli di ‘Pie- monte Parchi’ ancora in fase di lavo- razione; l’e-mail news.pp@regio- Stampa e Internet ne.piemonte.it, per coloro che inten- dono pubblicare notizie d’interesse ambientale e l’e-mail iscrizioni@co- un gioco di squadra munic.it, per ricevere direttamente sul proprio computer una news letter con le ultime notizie, aggiornate una vol- pidamente agli autori e agli argomenti me lo strumento più idoneo, efficace ta alla settimana. pubblicati su ‘Piemonte Parchi’ dal ed economico per rispondere a quel- Il ‘Magazine’ è collegato a ‘Piemonte 1983 al 2000. A completare il quadro la esigenza. I consigli degli esperti del Parchi on line’ che contiene un’ampia di questa articolata linea editoriale, ci CSI-Piemonte e degli operatori del sintesi degli articoli pubblicati sulla ri- sono anche due gadget gratuiti: il Sal- portale dei parchi italiani Parks.it, han- vista cartacea e propone informazio- vaschermo, applicabile al proprio no contribuito a mantenere intatta l’i- ni utili per l’approfondimento dei temi computer, propone una serie di bel- dentità e l’esperienza del più antico trattati, reperibili nella rivista stessa o lissime fotografie naturalistiche men- giornale dei parchi italiani. riferiti a una biobliografia generale. tre una Copia omaggio della rivista Fornire informazioni puntuali e cor- Tra i vari servizi offerti: Galleria delle viene spedita agli internauti che com- rette, offrire i documenti e le indica- immagini con le riproduzioni di circa pilano un questionario utile a definire zioni necessarie agli approfondimen- 200 opere dei migliori fotografi, dise- sempre meglio il target dei lettori. ti, questo è l’obiettivo della nostra gnatori e pittori collaboratori della ri- La necessità di creare il ‘Magazine’ è informazione. Un impegno del grup- vista; Materiali per comunicare, un nata dalla volontà di fornire al pubbli- po di redazione che i lettori dimostra- manuale di scrittura e stile che è un co informazioni dettagliate e puntua- no di apprezzare sia sottoscrivendo vero e proprio alfabeto di regole a- li sulle varie iniziative dei parchi na- l’abbonamento alla versione cartacea, dottate dalla rivista per scrivere e re- turali che negli ultimi anni registrano sia iscrivendosi alla news e collegan- dazionare i propri articoli, e soprat- un crescente sviluppo. La grande re- dosi con assiduità alla versione on li- tutto Indici che consente di risalire ra- te telematica si è mostrata subito co- ne.

48 5 vvisi ai Rita Rutigliano @ [email protected] http://www.lagazzettaweb.it naviganti

La casa telematica http://www.regione.piemonte.it/mus degno corollario e naturale di Piemonte Parchi eoscienzenaturali/museoscienzenat complemento. Pubblicato solo in Questa volta dedico un po’ d’attenzione urali.htm, dove il portale della Internet, in pratica il Magazine (di più al sito in cui Piemonte Parchi ha Regione accoglie uno dei tesori frequente e tempestivo trovato, da qualche tempo, un’ospitale piemontesi: il Museo di Scienze aggiornamento) è un giornale pieno di e spaziosa casa telematica. In verità naturali di Torino, che fra l’altro notizie, indicazioni bibliografiche, più che di sito si deve parlare del annovera le collezioni degli antichi rubriche, riflessioni e approfondimenti, portale ufficiale della Regione musei degli Istituti di Anatomia curiosità e materiali assortiti. Non Piemonte comparata e di Zoologia sistematica manca, infine, la newsletter (http://www.regione.piemonte.it), che della prestigiosa Università. settimanale a proposito della quale vi l’anno scorso ha registrato la bellezza Né posso tacere riguardo le pagine più regalo un buon consiglio: abbonatevi di 18.644.426 accessi. “verdi” del portale, tali anche perché il mandando a [email protected] il Durante il 2001 è stato ampiamente colore dominante è un bel colore messaggio “iscrivetemi a Piemonte rivisto e parecchio arricchito, fra l’altro opaco di una tonalità che lo Zingarelli Parchi News", e la riceverete gratis con nuovi servizi e dieci nuove sezioni 2002 chiama “verde foresta”… Per direttamente nella vostra casella di tematiche. Finita la cura ricostituente, cominciare cito quelle che si aprono posta elettronica. questo era il quadro positivo offerto digitando nell’ultimo scorcio dell’anno passato (e http://www.regione.piemonte.it/parc Nelle vostre navigazioni avete trovato che da allora ha visto ulteriori hi. Fra la copiosa documentazione altri siti interessanti? Non siate egoisti, incrementi): dote di oltre 25.000 pagine disponibile: cliccando alla voce segnalateli anche a noi. web suddivise in una sessantina di “Schede” (oppure direttamente sezioni, circa 70.000 pagine consultate all’indirizzo GLI INDIRIZZI ogni giorno, versioni in quattro lingue http://www.regione.piemonte.it/parc segnalati straniere (inglese, francese, spagnolo e hi/enti/index.htm) si trova una mappa in questa perfino giapponese!). Non basta, interattiva delle aree protette rubrica sono perché per meglio definire il quadro piemontesi, circa le quali sono messi a ÇlinkatiÈ sintetico così abbozzato si dovrebbero disposizione schede e collegamenti nella versione aggiungere ancora un bel po’ di diretti ai relativi siti Internet; parimenti, on-line della pennellate. Mi limito però a citare la a rivista. pubblicazione di numerosi “speciali”, http://www.regione.piemonte.it/turis Sono gradite che vanno considerati davvero tali in mo/ecomusei/index.htm o dalla voce segnalazioni genere di dimensioni che li rendono “Ecomusei” si ha accesso a mappa di siti paragonabili a vere e proprie interattiva e schede sui medesimi. interessanti sottosezioni. Un campione in questo Qualche parola anche su di noi, a o curiosi senso è la corposa rassegna intitolata questo punto. Dentro la solida cornice all’indirizzo “Piemonte dal vivo”: avventurandosi in disegnata dal portale regionale, alla ritarutigliano@ un viaggio fra cultura e turismo all’ rivista che proprio ora avete davanti tin.it http://www.regione.piemonte.it/speci agli occhi (su carta o sul monitor del www.regione.piemonte.it ali/piemvivo/ si può rintracciare un vostro computer…) il successo arride /parchi/rivista/index.htm mare di informazioni relative a anche quando indossa la sua veste spettacoli teatrali, rassegne web: ne è un indice significativo il cinematografiche, balletto etc. numero d’accessi, che ormai si calcola Per i nostri lettori possono rivelarsi in parecchie decine di migliaia ogni interessanti molte altre pagine. Segnalo mese (oltre 75.000 nell’ottobre 2001). almeno, rapidamente, che non manca “Piemonte Parchi” è in rete con l’attenzione alle montagne l’edizione elettronica del mensile (per esempio all’indirizzo cartaceo http://www.regione.piemonte.it/mont (http://www.regione.piemonte.it/par agna/) così come all’agricoltura ed ai chi/rivista/index.htm), anch’essa in suoi prodotti (un bell’excursus tempi recenti sottoposta a profondo ed all’http://www.regione.piemonte.it/ag accurato “restyling” e perciò ora “più ri/mappa/index.htm). Stimolanti pure i ricca e più bella che pria”. Per giunta, Vuoi ricevere contenuti della sezione “Territorio e adesso a farle compagnia c’è il le news ambiente” rampollo che ha generato qualche (http://www.regione.piemonte.it/amb mese fa e che vede crescere con di Piemonte Parchi? iente/): un esempio è il “Progetto soddisfazione. invia una e-mail a: licheni” che il Laboratorio territoriale di Fuor di metafora: parlo di “Piemonte [email protected] Alessandria presenta all’indirizzo Parchi Magazine” con oggetto: “iscrivetemi a (http://www.regione.piemonte.it/par http://www.regione.piemonte.it/ambi Piemonte Parchi news” ente/reti/poli/alessand/progsto.htm). chi/news/index.htm), curato dalla Merita senz’altro una citazione, stessa redazione del periodico di cui è Le Lame del Sesia in 250 pezzi

Quanti sono gli uccelli disegnati da Lorenzo Dotti per il Parco naturale Lame del Sesia? Scopritelo componendo il puzzle di 250 pezzi realizzato dall’Ente parco in collaborazione con Clementoni, € 5 (tel. 0163 73112).