la contrada - teatro stabile di trieste

progetto artistico 2020

Trieste teatro orazio bobbio Via del Ghirlandaio, 12 34138 Trieste tel. 040 948471 fax 040 946460 [email protected] la contrada 2020

Presidente Livia Amabilino

Direttore organizzativo Diego Matuchina

2 Il teatro popolare la contrada nasce a Trieste nel 1976 per volontà degli attori Ariella Reggio, Orazio Bobbio, Lidia Braico e del regista Fran- cesco Macedonio. Dopo alcuni anni di attività itinerante con spettacoli di Teatro Ragazzi, la compagnia approda nel 1983 al Teatro Cristallo. Da allora è organismo stabile di produzione e programmazione teatrale che opera in diversi settori di attività, dall’allestimento di opere classiche e contemporanee alla produzione di spettacoli per l’infanzia e la gioventù, alla programmazione di spettacoli e rassegne nelle sue sedi del Teatro Orazio Bobbio (ex Cristallo) e del Teatro dei Fabbri. In particolare sul fronte del teatro legato al territorio, attraverso il suo progetto annuale la Contrada rafforza la sua identità, basata su un forte radicamento nell’area mitteleuropea, di cui ha esplorato in tutti questi anni le radici culturali e linguistiche. Con una attenzione costante agli autori contemporanei, talvolta commissionando testi originali che sono andati in scena presso le proprie sedi, la Contrada ha creato in questo modo una drammaturgia, un “filone” che prima non c’era, impiegando maestranze locali (ma non solo), sia tecniche che artistiche.

Nel 1989 la contrada ottiene il riconoscimento ministeriale quale “Teatro Stabile di interesse pubblico” . Dalla scomparsa nel 2006 del Presidente e fondatore Orazio Bobbio, ha assunto la guida della Contrada Livia Amabilino. Nel corso di questi anni sono state realizzate più di 200 produzioni ed ospitate quasi 400 compagnie, per un totale di oltre 600 spettacoli, ripartiti fra la programmazione serale e quella del Teatro Ragazzi. In ogni stagione vengono effettuate circa 200 recite in sede – consideran- do gli spettacoli di produzione e le ospitalità – di fronte ad un pubblico di quasi 3.000 abbonati con oltre 40.000 presenze complessive. Nel 2009, dopo diversi anni di lavori di restauro, la Contrada ha riaperto a Trieste il piccolo Teatri dei Fabbri, dove organizza rassegne di Teatro per Ragazzi, spettacoli sperimentali ed eventi culturali. Ogni anno lavorano con la contrada più di 70 persone tra attori, mae- stranze tecniche, impiegati e collaboratori stagionali.

3 la contrada 2020 attori servizi tecnici Ariella Reggio Bruno Guastini Monica Guerritore Roberto Vinattieri Milena Vukotic Francesco Orrendo Enzo Iacchetti Claudio Balducci Debora Caprioglio Andrea Abbrescia Pino Quartullo Jan Meola Corrado Tedeschi Rossella Plaino Maximilian Nisi Tiina Hakkinen Ninni Bruschetta Massimiliano Baskar Matteo Branciamore Snezana Lazovic Lodo Guenzi Lorenzo Lavia Enzo Gambino Alessandro Marmorini teatro per l’infanzia e la Adriano Giraldi gioventù Enza De Rose Marzia Postogna Diana Höbel amministrazione Marco Casazza Antonella Delbello Alessandro Di Somma Alice Esposito Francesco Godina ufficio stampa Elke Burul Daniela Sartogo Enza De Rose promozione Francesco Paolo Ferrara Julian Sgherla Daniela Gattorno Paola Saitta Valentino Pagliei Julian Sgherla responsabile di sala Giacomo Segulia Ornella Antonazzi biglietteria regia Alessandra Ropretig Monica Guerritore Elisabetta Colavito Pino Quartullo sala e biglietteria Marcello Cotugno Manuel Chelo Davide Calabrese Gabriele Cimador Antonio Zavatteri Diego Coslovich Lorenzo Lavia Simone Salvador Diana Höbel Samuel Saia Marco Casazza Giulia Segulia Daniela Gattorno Alice Varljen Giulio Settimo Matteo Amodio Elke Burul Maurizio Zacchigna scene, costumi e musiche Andrea Stanisci Laura Benzi Rossella Plaino Pino Cangialosi Fabio Valdemarin Guido Ruggeri la contrada 2020

L’attività di produzione del 2020 della contrada - teatro stabile di trieste è suddivisa in quattro aree tematiche, presentate in dettaglio nelle pagine successive. In seguito ai DPCM di febbraio e ottobre che ha chiuso le sale teatrali al pubblico, diversi spettacoli e tournée previsti per il 2020 sono stati annullati, sostituiti o rimandati al 2021.

(1) Il teatro legato al territorio [ Ottantena; Guarnerius ]; (2) Le produzioni di interesse nazionale [ Hollywood burger; L’anima buona di Sezuan; Montagne russe; Un autunno di fuoco; Notte di follia; Era un fantasma; Angry Alan ]; (3) Il teatro per l’infanzia e la gioventù [ Le quattro stagioni; La gatta con gli stivali; Bella e Bestia; Alice nel paese delle meraviglie; Biancaneve; Sisì, Ottone e la cantina musicale; le rasse- gne e gli spettacoli per i piccolissimi Fiabe allo Zucchero filato, Dolcetto o scherzetto?; La bella lavanderina ]; (4) I progetti speciali Produzione di spettacoli legati alle figure e alle opere di Italo Svevo e James Joyce [ Italo Svevo genero letterario ]; laboratorio teatrale e spettacolo sul tema del connubio fra arte e scienza, realizzato per il Festival Trieste in The City nell’ambito delle maniestazioni per ESOF 2020 [ La ricerca della simmetria ]; studio teatrale sulla figura e le opere di Emily Dickinson [ Nelle stanze d’alabastro ]; spettacolo multimediale sulla figura del grande regista Ingmar Bergman [ Le ombre di una vita ]; iniziative dell’Associazione culturale Amici della Contrada].

L’insieme del progetto si richiama esplicitamente alle finalità indicate dallo Stato per l’erogazione di contributi ai soggetti che svolgono attività teatra- li. La qualità artistica e il rinnovamento della scena, la sperimentazione di tec- niche e stili, il ricambio generazionale, la committenza di nuove opere e la valorizzazione del repertorio contemporaneo italiano ed europeo, l’incentiva- zione di forme di creazione interdisciplinare sono gli elementi fondamentali tenuti in considerazione per la redazione del progetto. Un teatro stabile si caratterizza per il forte e durevole legame che gli artisti riescono a promuovere tra la sede teatrale in cui operano, la comunità locale e il territorio; sono quindi obiettivi imprescindibili la valorizzazione delle professionalità e la più ampia diffusione del proprio lavoro, in particolare presso il nuovo pubblico e le nuove generazioni. Il progetto della Contrada si avvale di un nucleo artistico, di una direzione e di una struttura d’impresa che sin dalla costituzione, nel 1976, ha non solo mantenuto, ma consolidato il proprio tratto distintivo: il legame con la città di Trieste e un repertorio di pregio, senza concessioni al gusto più facile, con la ricerca di nuove opere, nuovi autori, nuovi interpreti.

5 la contrada 2020

Il teatro legato al territorio

Ottantena Guarnerius

Il primo dei percorsi fondamentali della Contrada nasce dal profondo radicamento di questa realtà nella comunità in cui opera, dove per comunità si intende non solo il quar- tiere specifico o la città di Trieste, ma la Regione e la zona confinante, in particolare l’Istria (Slovenia e Croazia). In concreto significa proporre agli spettatori momenti di riflessione sul passato e il presente allargando l’orizzonte ai grandi mutamenti epocali che stiamo vivendo. La storia di queste terre è caratterizzata in maniera diversa rispetto a quella italiana, con le problematiche di confine e l’intreccio di culture e sensibilità. Si è sviluppato negli anni un rapporto molto diretto e non anonimo con gli spettatori, facili- tando la familiarità tra il Teatro e l’utente, anche sfruttando le moderne forme di relationship quali i social, ma dando sempre un volto e soprattutto un responsabile all’interlocutore. Negli anni questo ha prodotto effetti importanti, in primis sviluppando un’originalità dell’im- magine e del “marchio” della Contrada e in seconda battuta contribuendo a sviluppare una drammaturgia originale, su commissione, sia in italiano che in triestino (modalità “alta” di utilizzo del dialetto), attingendo a scrittori, giornalisti, poeti nati o operanti in queste terre o rivisitando autori conosciuti o meno della grande tradizione. Oltre alla rivisitazione dei “classici” la maggior parte dei testi attinge al presente o alla storia contemporanea. I nomi sono molteplici: Claudio Grisancich, Pino Roveredo, Pietro Spirito, Pierluigi Sabatti, Paolo Rumiz, Roberto Curci, Ugo Vicic, Carpinteri e Faraguna, Tullio Kezich, Enrico Luttmann, Matteo Oleotto, Francesco Macedonio, Stefano Crivelli, Umberto Saba, Italo Svevo, Virgilio Giotti, Fulvio Tomizza, Anita Pittoni, James Joyce e moltissimi altri. la contrada • produzioni 2020 Ottantena Stand-up Comedy Show per signora e mascherina

Autore Davide Calabrese Regia Davide Calabrese Interpreti Ariella Reggio, Anselmo Luisi

Prima nazionale 1 ottobre 2020; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

Il genere dello Stand-Up Comedy Show nasce in America ai tempi di Lenny Bruce e trova il suo apice con comici come o Robin Williams. Una serie di monologhi molto divertenti sulle cose che succedono nella vita. In italia si va dai casi più eleganti come quelli di Gioele Dix a quelli più “estremi” di Giorgio Montanini o Daniele Luttazzi. Solitamente – ma non sempre – la Stand-Up Comedy è appannaggio degli uomini, ma nel tempo ci si sono cimentate con successo anche diverse attrici comiche, come Lella Costa. Ma ci voleva Davide Calabrese, membro degli Oblivion, per realizzare il pri- mo “Stand-Up Comedy Show per Signora e mascherina”, con un’attrice della caratura di Ariella Reggio. In questo scenario quasi apocalittico dvuto alla pandemia che ha colpito l’in- tero mondo, un’attrice con qualche anno sulla carta d’identità, ma pochissimi nell’animo, rinuncia alla solitudine e decide di passare il periodo di contumacia assieme al compagno di sempre: il Teatro. Trasformando il soggiorno di casa in un palcoscenico, combinando in maniera improbabile Shakespeare, Beckett e la sua amata Debegnac ai fatti di più stretta attualità, Ariella Reggio ci tra- scina all’interno del suo personalissimo show e, come da tradizione, mostra tutta sé stessa, armata soltanto di un’asta e un microfono. Un teatro spoglio, nessun oggetto e prende vita Ottantena, le vicissitudini tra il comico e il tragicomico di un’attrice “di una certa età” chiusa in casa ai tempi del Coronavirus. Un’osservazione della realtà che ci ha circondati in questo strano periodo, “scorretta” e riflessiva da una parte, divertente e leggera dall’altra. Il tutto con il contrappunto di un bizzarro percussionista pronto a sottolineare ogni battuta con un rullo di tamburi. Ottantena ripercorre in poco più di un’ora quasi quat- tro mesi di solitudine forzata, tra canzoni, monologhi, telefonate improbabili e dialoghi al limite dell’assurdo, cercando il lato più spensierato e “scorretto” di un periodo che ha destabilizzato il mondo intero. Un inno alla gioia bizzarro e stravagante, che ci ricorda ancora una volta che il Teatro è davvero “…la zona franca della vita”.

Le date annullate causa il DPCM del 25 ottobre che ha im- posto la chiusura delle sale teatrali, saranno recuperate nella primavera 2021.

7 la contrada • registi 2020

Davide Calabrese

Classe 1978, Davide Calabrese è un attore e cantante italiano, componente del gruppo musicale-teatrale degli Oblivion. Nato a Trieste, studia psicologia e debutta come attore cabarettista, mimo e sputafuoco. Si diploma nel 2004 alla Bernstein School of Musical Theatre di Bologna ed vince una borsa di studio alla Guildford School of Acting di Londra (sezione Musical Theatre). Durante la formazione accademica recita nel musical Com- pany con Antonello Angiolillo diretto da Max Farau e in Jesus Christ Superstar diretto da Shawna Farrell. Nel 2004 entra nella Compagnia della Rancia partecipando al musical Tutti insieme appassionatamente con Michelle Hunziker e Luca Ward, e ricoprendo nel 2007 e nel 2008 il ruolo da protagonista. Sempre per la regia di Saverio Mar- coni recitato in Grease prima nel ruolo di Tom/Teen Angel e poi in quello di Kenicke. Riceve nel 2005 il Premio Sandro Massimini assegnato dall’Associazione Internazionale dell’Operetta come rive- lazione nel musical. È stato la voce del narratore nel musical La Piccola Bottega Degli Orrori diretto da Federico Bellone. Entra successivamente nella Compagnia Lombardi-Tiezzi recitando in Sogno di un mattino di primavera diretto da Federico Tiezzi. Per la Contrada Teatro Stabile di Trieste recita ne Il nido di memorie di Tullio Kezich e ne Il divo Garry con Gianfranco Jannuzzo e Daniela Poggi, entrambi diretti da Francesco Macedonio. In televisione lavora come doppiatore e attore in fiction, come la soap opera Un posto al sole. Dal 2003 è membro della compagnia Oblivion per la quale è autore dei testi e interprete.

8 la contrada • produzioni 2020 Guarnerius Mangjâ libris e sfueâ parsuts Spettacolo in lingua italiana e friulana

Autore A. Floramo, F. Fantini, C. Moretti, E. Scruzzi Interpreti Angelo Floramo, Fabiano Fantini, Claudio Moretti, Elvio Scruzzi Coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / a.Artisti Associati di Gorizia / La Contrada Teatro Stabile di Trieste / Teatro Miela -Bonawentura Trieste

Prima nazionale 1 ottobre 2020; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

È il 1466, l’Europa è devastata dalla peste. Tre “cramars” (venditori ambulanti friulani) dopo aver attraversato l’Austria, giungono all’abbazia di San Gallo in Svizzera. Devono portare la notizia della morte di Guarnerio d’Artegna al monaco Adelmus Silvatico, suo amico. Ma chi era Guarnerio d’Artegna? I tre cramars non conoscono la sua figura, e il monaco, pazientemente, racconta loro la storia del grande umanista friulano. Il trio del Teatro Incerto, con la cifra comica che lo caratterizza, incontra lo storico Angelo Floramo e la sua formidabile capacità narrativa, dando vita ad uno spettacolo sospeso tra Storia e Commedia.

Fra i progetti per il territorio spicca lo spettacolo Guarnerius, coprodotto dai quattro teatri di produzione e ospitalità della Regione FVG: Contrada, CSS di Udine, Artisti Associati di Gorizia e Teatro Miela di Trieste. La sinergia nasce dal proposito di aderire alla tematica culturale per il 2020 proposta dall’Ammini- strazione regionale e legata al 600° anniversario della caduta del Patriarcato di Aquileia per mano della Repubblica di Venezia.

9 la contrada • produzioni 2020

Il progetto prende spunto dal libro “Guarnerio d’Artegna. Il suo tempo, la sua biblioteca” di Elio Varutti e Angelo Floramo. La documentazione è un pretesto per raccontare la figura del vicario patriar- cale, ed in particolare una delle sue missioni diplomatiche a Venezia, che nel frattempo era diventata l’interlocutore politico principale per ogni possibile scelta e decisione riguardanti il territorio. Guarnerio nel 1461, per dirimere certe liti, porta con sé a Venezia ben 13 chili di prosciutti. Da diversi secoli ormai i Patriarchi di Aquileia utilizzavano questa prelibatezza quale dono sontuoso per delegazioni e autorità di tutta Europa. Attraverso questa vicenda si vuole far luce sull’importante periodo storico, mettendo in scena aspetti politici e sociali che, dopo la caduta del patriarcato, porteranno alle rivolte contadine del 1511. Lo spettacolo, pensato come racconto storico, vede l’alternarsi e il fondersi di scene teatrali con momenti didattici o didascalici per ancorarsi, da un lato alla verità della storia, dall’altro per muoversi liberamente e fantasiosamente nel gioco del teatro. Per questo, oltre agli attori impegnati nel progetto, è prevista sulla scena la figura dello storico e scrittore Angelo Floramo, che collaboraanche alla drammaturgia. Altra peculiartià del progetto, come si evince dal sottotitolo dello spettacolo Mangjâ libris e sfueâ parsuts (mangiava libri e sfogliava prosciutti), è l’utilizzo di un linguaggio misto friulano e italiano.

La fase di preparazione dello spettacolo è iniziata nel 2020. Causa la chiusura dei teatri alla fine di ottobre, le rappresentazioni previste presso le sedi dei quattro coproduttori e, in collaborazione con L’Ente Regionale Teatrale del FVG, in diverse piazze del circuito regionale, sono state rimandate al 2021.

10 la contrada 2020

Le produzioni di interesse nazionale

Hollywood burger

l’anima buona di Sezuan

montagne russe

un autunno di fuoco

notte di follia

era un fantasma

angry Alan

Il secondo filone del progetto artistico della Contrada verte sulla messa in scena di autori contemporanei italiani e stranieri. Dal 2018 il fil rouge degli spettacoli prodotti è la krísis, nell’accezione greca di cambiamento. L’ovvio riferimento è naturalmente alla lunga crisi economica che ha investito il nostro paese ma anche i periodi difficili che ognuno di noi deve affrontare nella vita. È dunque un’occasione per scegliere, una potenziale opportunità di cambiamento superan- do un momento di disorganizzazione, cambiamento e turbamento, in cui la nostra mappa mentale non riesce a ritrovarsi e cerca nuovi ordini. Questo tema è sviluppato attraverso diversi testi, con la collaborazione di interpreti e registi di assoluta eccellenza. la contrada • produzioni 2020 Hollywood burger

Autore Roberto Cavosi Regia Pino Quartullo Scene e costumi Andrea Stanisci Interpreti Enzo Iacchetti, Pino Quartullo e Fausto Iheme Caroli

Prima nazionale 27 luglio 2019; Festival di Borgio Verezzi

Quanti possono dire di aver raggiunto le mete che si erano prefissati all’inizio della propria vita? Quanti possono essere pienamente soddisfatti per aver realizzato il proprio sogno? In una mensa per artisti negli Studios ad Hollywood, due attori mitomani, assolutamente alla deriva ma tenacemente aggrappati al sogno del cinema, se ne dicono e ne fanno di tutti i colori; si passano e spalmano sui loro ham- burger senape, maionese, ketchup, con un fare convulso e ingordo come la loro voglia di far parte, in un modo o nell’altro, della magia di Hollywood. Un inserviente li tratta come fossero intralci, inutili ingombri, ma Leon e Burt non smettono di fare a gara con le loro disgrazie e disavventure. Snocciolano aneddoti con Stanley, Jack, Robert, Francis, Al, Ridley, Meryl, Giulia: sono classici “name-dropper” (quelli che “sgocciolano” i nomi dei personaggi più famosi come fossero intimi amici). Forse sono anche bravi attori ma il destino si è accanito contro di loro; sono due tipiche vittime del sistema hollywoodiano; allo stesso tempo così “teneri” da farci inna- morare di loro: troppo indifesi per una jungla come Hollywood. Ed è in questa jungla che Leon e Burt ci conducono per mano raccontandoci la loro vita attraverso i loro film. Leon che poteva essere il protagonista di 2001 Odissea nello spazio, il capolavoro di Stanley Kubrick, ma totalmente nascosto in un travestimento da scimmia. Burt che prende parte a molti film di successo, ma il suo ruolo (dal killer omosessuale ne Il Padrino al vampiro postino in Dra- cula) viene sempre irrimediabilmente tagliato in fase di montaggio. E così quei film “mancati”, famosissimi, mitici, in cui hanno lavorato senza poter essere riconoscibili o da cui sono stati poi fatti fuori, diventano per noi un viaggio nei ricordi, una parte della nostra esistenza, una sezione della nostra stessa identità. La tournée dello spettacolo, sospesa a fine febbraio 2020, sarà recuperata nella primavera del 2021.

12 la contrada • attori 2020

Pino Quartullo

Autore, attore e regista. Laureato in Architettura. Diplomato in regia all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Diplomato in recitazione al Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Gigi Proietti. Nomination all’Oscar 1987 per il miglior cortometraggio (Academy of Motion Picture Arts and Sciences). Durante gli studi in Accademia d’Arte Drammatica e al Laboratorio di Proietti, debutta professionalmente in teatro nel “FRA DIAVOLO” di G. Aceto, regia di Aldo Trionfo con (1981); al Festival dei Due Mondi di Spoleto 1982 con “INCANTESIMI E MAGIE” adattamento e regia di Aldo Trionfo (saggio finale dell’Ac- cademia S.D’Amico); partecipa ad una versione estiva di “A ME GLI OCCHI PLEASE” di e con Gigi Proietti, con altri allievi del Laboratorio. Nel 1982 interpreta Valerio ne “L’AVARO” di Moliere, con , regia Giuseppe Patroni Griffi (1982-83), ripreso per Raiuno. Nel 1983, con alcuni suoi compagni d’accademia (tra cui Maria Paiato, Luca Di Fulvio, Alvia Reale, Blas Roca Rey, Bruno Maccallini, Franca D’Amato, Pasquale Anselmo) for- ma la compagnia La Festa Mobile e mette in scena, come regista, numerosi spettacoli. Nel 1989, come attore, interpreta Osvaldo Menicucci in”A CHE SERVONO GLI UO- MINI?” commedia musicale di Iaia Fiastri, musiche originali di Giorgio Gaber, regia di Pietro Garinei, con Ombretta Colli, Marisa Merlini, Stefano Santospago, Teatro Sistina di Roma. Mette in scena due sue commedie, di cui interpreta anche il ruolo da protagonista, curando la regia: “QUANDO ERAVAMO REPRESSI” con Francesca d’Aloja, Alessandro Gassman, Lucrezia Lante della Rovere, prodotto da , e “LE FAREMO TANTO MALE”, con Stefania Sandrelli (il suo debutto come attrice in teatro) e Alessandro Gassman, prodotto da David Zard. (1993). Entrambe le commedie teatrali verranno trasposte come film. Innumerevoli negli anni successivi tutti gli spettacoli cui rpende parte in veste di attore e/o di regista, lavorando con i più grandi nomi del palcoscenico italiano. Nel 2012 porta in scena un proprio one-man-show nella triplice veste di autore, regista e interprete, SOMATIZZO MOLTO. Nel 2018 è protagonista dell’edizione estiva de IL FU MATTIA PASCAL dal romanzo di Luigi Pirandello, regia Guglielmo Ferro, con Rosario Coppolino, presentata al Festival di Borgio Verezzi. Numerose anche le sue partecipazioni sul piccolo e grande schermo. Come regista cinematografco realizza il suo primo corto cinematografico “EXIT” (come autore, regista e attore) con Stefano Reali e gli attori della sua compagnia teatrale La Festa Mobile (1986). Il cortometraggio vince la “Concha de oro” al Festival di San Sebastian e ottiene la Nomination all’Oscar 1987 per il miglior cortometraggio (Academy of Motion Picture Arts and Sciences).

13 la contrada • attori 2020

Enzo Iacchetti

Attore, comico, cantante, musicista, regista e conduttore televisivo, Iacchetti inizia da bambino a recitare nella compagnia Filodrammatica Piero Monaco del suo paese. Tra il 1968 e il 1973 fonda due gruppi musicali che spopolano nella provincia di Varese : “ I TAPS” (beat) e “ I TUICC (cabaret). Nel 1979 inizia la professione di attore al DERBY CLUB di Milano fino al 1986. Apre e collabora nei concerti dei Gatti di Vicolo Miracoli e collabora Con Giobbe Covatta, Giorgio Faletti, Francesco Salvi, Walter Valdi, I Gufi, , Zuzzurro e Gaspare. Nel 1989 è protagonista in due farse di Dario Fo che girano per due stagioni, seguite dal successo di Troppa salute, spettacolo di cabaret che raggiunge ad oggi piu’ di 500 repliche. Innumerevoli dagli anni ‘90 in poi le sue partecipazioni teatrali in ruoli da protagonista, diretto da registi quali Daniele Sala, Massimo Navone, Saverio Marconi, Massimo Romeo Piparo, Gioele Dix. Come autore, fra le altre cose, scrive il soggetto di E fuori nevica... che sarà portato al successo da Vincenzo Salemme. Innumerevoli anche le sue partecipazioni televisive dagli anni ‘80 in poi sia sulle reti RAI che sulle reti private (TeleMontecarlo, Mediaset). Fra tutte va citata “Striscia la notizia” di cui fra il 1994 e il 2018 ha condotto quasi 2.500 puntate. Fra ruoli da protagonista e apparizioni in camei o cortometraggi, Iacchetti vanta decine e decine di presenze anche sul grande schermo. Con tutta la sua attività di attore, autore, compositore musicale e regista, Enzo Iac- chetti ha vinto un numero incredibile di premi, fra i quali: Premio Vittorio Gassman Città Di Lanciano; Premio Barocco Gallipoli; Premio come miglior attore di musical al Festival di Taranto; Premio Flaiano come miglior inter- prete in “The producer”; Premio speciale ad Alghero; Premio Clown Nel Cuore a Monte San Giusto; Premio Nino Manfredi al Festival di Monaco; Premio Mike Bongiorno conferito a New York dalla Comunità Italiana; Premio Walte Valdi come miglior cabarettista; Premio Troisi XV edizione; Titolo di Maestro D’Accademia dalla Link Academy di Roma; Premio alla 24esima edizione di “Fatti di Musica”, per il miglior live d’autore italiano per lo spettacolo “Chiedo scusa al Signor Gaber”; 14 Telegatti per “Striscia La Notizia”; 1 Telegatto per “La stangata”; 1 Telegatto per “Benedetti dal Signore”; 22 Oscar della TV (Rai1) per “Striscia La Notizia”. Per il cortometraggio “Pazza di te” vince: Celluloide D’Oro-Festival del Cinema di Salerno; Cuveglio Film Festival; Corto Lovere come Mi- glior Opera Prima; Reggio Calabria Film Festival, Menzio- ne Speciale; Premio “I Have Seen Films” a Milano; Primo Premio al Festiva di Chianciano; Premio Giffoni 2008; Premio Agropolis Cremona; Premio Fano Film Festival.

14 la contrada • produzioni 2020 L’anima buona di Sezuan

Autore Bertolt Brecht Traduzione Roberto Menin Regia Monica Guerritore Scene Luciano Damiani Musiche Paul Dessau Interpreti Monica Guerritore, Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Enzo Fgambino, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Dego Migeni, Lucilla Mininno

Prima nazionale 11 luglio 2019; Festival di Borgio Verezzi

Nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una, la prostituta Shen Te, che li ospita per la notte. Il compenso inaspettato per tale atto di bontà è una tonda sommetta, mille dollari d’argento, ossia, per Shen Te, la possibilità di cambiare vita e vivere bene. Ma il compenso è accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà. La povera Shen Te apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti, falsi e veri parenti bisognosi, esigenti fino alla ferocia, da cui è costretta a difendersi. Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo, Shui Ta, spietato con tutti. A complicare la situazione però interviene l’amore… Questa nuova edizione della commedia di Bertolt Brecht, con Monica Guer- ritore nel doppio ruolo della buona prostituta Shen-Te e del suo perfido ed inventato cugino è ispirata alla versione che Giorgio Strehler diresse nel 1981 per il Piccolo di Milano. La regia, curata dalla stessa Guerritore, propone un nuovo allestimento – pensato per la contemporaneità teatrale che ci circonda – ma con un le- game strettissimo all’immenso patrimonio della tradizione.

Tournée 2019/20 Trieste, Cormons, Albano Laziale, Catania.

La tournée 2020/21 dello spettacolo sarà programmata nella Stagione 2021/22.

15 la contrada • attori 2020

Monica Guerritore

Esordisce in teatro a soli 16 anni con la regia di Gior- gio Strehler ne Il giardino dei ciliegi, recita in seguito ne I masnadieri di Schiller, in Scene da un matrimo- nio e interpreta ruoli complessi, quali Giocasta, Lady Macbeth, La Signorina Giulia, Madame Bovary. È stata protagonista del primo sceneggiato Rai a co- lori, “Manon Lescaut”, e ha riscosso grande successo anche nel cinema, in film come “La lupa”, “La bella gente” e “Parfums D’Alger”. Collabora con Giancarlo Sepe in tre spettacoli che fanno epoca: Madame Bovary, Carmen e La Signora delle Camelie. Come regista e drammaturga, ha scritto e diretto spettacoli teatrali di successo come Dall’Inferno all’Infinito, Mi chiedete di parlare, su Oriana Fallaci, e Giovanna D’Arco. Nel 2011 è nominata Commendatore al Merito della Repubblica Italiana per il suo impegno nel campo delle Arti e della Cultura dal Presidente Giorgio Napolitano. Testimone della Fondazione Veronesi contro il Cancro, nel 2014 è Presidente della Giuria dei Letterati del Premio Campiello. Nel 2016 con il suo Dall’Inferno all’Infinito inaugura le giornate della lingua italiana all’Accademia della Crusca. Nello stesso anno, è candidata ai Nastri D’Argento 2016 come Migliore Attrice per la sua interpretazione ne “La Bella Gente” con la regia di Ivano de Matteo. Di recente è di nuovo sul grande schermo con “Puoi baciare lo sposo” (regia di Ales- sandro Genovesi) film che tratta dell’unione civile di due ragazzi, mentre a teatro porta in scena Mariti e Mogli, che riscrive, dirige e interpreta autorizzata dallo stesso Woody Allen, e riprende a grande richiesta dopo 10 anni Giovanna D’Arco. È anche autrice di due libri: “La Forza del Cuore” che parla della sua esperienza personale e artistica (ed. Mondadori) e, di recente uscita, “ Quel che so di lei. Donne prigioniere di amori straordinari”, edito da Longanesi. Con questa nuova edizione di L’anima buona di Sezuan, nella duplice veste di interprete e regista, Monica Guerritore intende omaggiare la storica edizione del 1981 diretta da Giorgio Strehler.

NOTE DI REGIA Nell’Anima buona di Sezuan c’è un piccolo popolo di abitanti di un luogo che è tutti i luoghi del mondo: essi appaiono come buffi, straniti e imperiosi ‘personaggi’ più veri e precisi che nel mondo reale. Nel mio spettacolo sarà forte l’influenza del mio Mae- stro: soprattutto nel concetto che l’essere umano si rappresenta perché, attraverso la rappresentazione, qualcuno lo capisca, lo accolga, lo compianga e forse gli dia una soluzione finale. Nell’Anima Buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri ma sempre raccontati con lo sguardo tenero e buffo di chi comprende.In questi anni durissimi solo il teatro può raccontarci dal di dentro, rendendoci consapevoli delle maschere ringhianti che stiamo diventando. Mettere in scena la meravigliosa parabola di Brecht risponde alla missione civile e politica del mio mestiere. Teatro civile, politico, di poesia. Monica Guerritore

16 la contrada • produzioni 2020 Montagne russe

Autore Eric Assous Traduzione Giulia Serafini Regia Marco Rampoldi Scene Andrea Bianchi Interpreti Corrado Tedeschi e Martina Colombari

Prima nazionale 9 novembre 2019; Teatro Comunale Walter Chiari, Cervia

Lui - maturo, affascinante ed elegante, moglie e figlio fuori città - incontra casualmente lei - più giovane, di bell’aspetto e consapevole di piacere - e la invita a casa. Si preannuncia una serata molto piacevole e spensierata, ma lei non è facile come lui si sarebbe aspettato. Ed ogni volta che lui sta per riuscire ad ottenere quello che vorrebbe, la donna lo spiazza cambiando identità e carattere, in un continuo vorticoso salire e scendere, come sulle macchinette delle montagne russe, fino a scoprire che in realtà… Corrado Tedeschi, dopo anni di attesa, interpreta con l’intelligenza e la classe che lo contraddistinguono, uno dei testi più riusciti di Eric Assous (vincitore di due Prix Molière), portato in scena nel 2004 da Alain Delon e Astrid Veillon, tenendo a battesimo il debutto sul pal- coscenico di Martina Colombari, perfetta per il ruolo, e che forma con lui una coppia inaspettata e di grande fascino. Marco Rampoldi, che ha già diretto Corrado in alcune delle sue prove più convincenti, dirige una commedia scritta con inconsueta sapienza, divertente (a tratti esilarante), sorprendente, che sa regalare anche momenti di intensa commozione.

Tournée Portogruaro, Cittadella, San Martino Buonalbergo, Noventa Vicentina, Porto Viro, Altamura. La piazza di Trieste, annullata causa pan- demia, sarà recuperata nella primavera del 2021.

17 la contrada • produzioni 2020 Un autunno di fuoco

Autore Eric Coble Traduzione Marco Casazza Regia Marcello Cotugno Scene Luigi Ferrigno Costumi Andrea Stanisci Interpreti Milena Vukotic, Maximilian Nisi

Prima nazionale 2 agosto 2018; Festival di Borgio Verezzi

Una donna anziana barricata in casa e un intruso che si infila dalla finestra. È così che inizia Un autunno di fuoco di Eric Coble, commedia dolce e graffiante sui delicati e spesso esplosivi rapporti tra madri e figli. Ma Alessandra non è una vecchietta in- difesa, bensì un’artista quasi ottantenne alla resa dei conti con la sua famiglia per stabilire dove trascorrerà i suoi ultimi anni di vita. Con un’arguzia inaspettata in una donna dall’aspetto così gentile, una passio- ne vulcanica e una pila di bombe Molotov, Alessandra si chiude in casa minacciando di dar fuoco a tutto piuttosto che finire in una casa di riposo. E l’intruso è Chris, il più giovane dei tre figli, quello che con la madre ha avuto il rapporto più problematico tanto da allontanarsi dalla famiglia per molti anni. Ed è sempre lui a dover convincere Alessandra a lasciare la sua casa, mentre le prime bombe emotive iniziano a detonare.

Tournée Camaiore, Borgo San Lorenzo, Castagneto Carducci, Pratovecchio, Cannobio, Asti, Diano Marina, Acqui Terme.

18 la contrada • registi 2020 Marcello Cotugno

Regista, autore, filmmaker, pedagogo. Si forma all’Accademia di Napoli diretta da Guglielmo Guidi, al Teatro di Roma con Mario Martone e, alla Biennale di Venezia, agli Atelier di regia di Eimuntas Nekrosius e di drammaturgia di Neil LaBute. Dal 1996 a oggi ha diretto oltre 60 spettacoli, tra cui Anatomia della morte di… (vincitore del premio “7 spettacoli per un teatro italiano per il 2000” e rappresentato al Teatro Argentina di Roma), Niente e nessuno di Letizia Russo, Bash, La forma delle cose e Some Girl(s)di Neil LaBute, Il corpo giusto di Eve Ensler, Due vecchiette van- no al Nord di Pierre Notte, Italiani si nasce… di Tullio Solenghi e Maurizio Micheli, Novantadue - Falcone e Borsellino vent’anni dopo di Claudio Fava. A novembre 2017 ha debuttato il suo nuovo spettacolo: Regalo di Natale, tratto dal film di Pupi Avati e adattato per il teatro da Sergio Pierattini. Per il cinema, dopo il diploma in Filmmaking alla New York Film Academy nel 1999, ha diretto il cortometraggio Don’t you need. Somebody to love (menzione speciale al LAIFA 2001 a Los Angeles), il corto Fuori dal giro, co-diretto con Dario Iacobelli (vincitore al Festival di Trevignano 2001) e il corto La Tazza (premio Franco Santaniello al Napoli Film Festival 2006). Nel 2016 dirige due cortometraggi: Non è volare di Paolo De Vita e L’Incontro, scritto assieme a Philippe Goudard e Irene Alison, vincitori di premi a Madrid, Valencia, Buenos Aires e Fano. Dal 2014 collabora come docente al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dal 2009 alla Link Campus University, dal 2008 all’Accademia Padiglione Ludwig e dal 2017 all’Accademia Italiana di Musical. Dal 2007 al 2015 è uno degli autori della serata per RAI1. Tra le sue pubblicazioni il saggio L’atroce ironia del quotidiano nella drammaturgia post-moderna americana sul Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Let- teratura, A New Form of Beauty all’interno del libro Corpo Riflessione Immagine per Alpes Edizioni, la prima edizione italiana di testi di Neil LaBute, Trilogia della bellezza per Editoria&Spettacolo in collaborazione con Masolino D’Amico e Gianluca Ficca e il testo Liquido scritto in collaborazione con Irene Alison, pubblicato da Nardini editore nella collana Sottotesto, curata da Luca Cedrola. È presidente dell’Associazione Te@troshock che si occupa di teatro-terapia.

19 la contrada • attori 2020 Milena Vukotic Nata a Roma, Milena Vukotic è figlia di un commediografo montenegrino e di una pianista e compositrice italiana. Frequenta le scuole superiori a Londra e poi si trafserisce a Parigi per studiare recitazione, musica e danza sotto la guida di Tania Balachova. Qui, come ballerina, entra a far parte della compagnia internazionale Grand Ballet du Marquis De Cuevas e, in seguito, in quella di Roland Petit. Torna in Italia negli anni ‘60 e si dedica alla recitazione, prima in teatro, con la compagnia Morelli-Stoppa, con Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Paolo Poli e Jean Cocteau, poi in televisione e al cinema, rivelandosi da subito un’attrice minuta e delicata, dotata di soavità e leggerezza unita ad una notevole dose di classe, che da sempre la contraddistingue. Approda al cinema nel 1958 con “La carne è debole” (primo di oltre 95 film), ma la sua prima interpretazione significativa è del 1964 in “Giulietta degli spiriti” di Fellini. Capace di destreggiarsi con vari registri interpretativi, le vanno a pennello soprattutto le parti da persona introversa e fragile. Viene molto valorizzata dai film di Luis Buñuel, come in “Il fascino discreto della borghesia” (1972), “Il fantasma della libertà” (1974) e “Quell’oscuro oggetto del desiderio” (1977). La sua figura minuta si distingue anche in “Amici miei” (1975) di Mario Monicelli, e nel lavoro del grande maestro Andrei Tarkovsky, “Nostalghia” (1983). La sua particolare mimica espressiva l’ha resa particolarmente adatta ad impersonare una vasta gamma di personaggi, anche i più strampalati, come quello di “Pina”, moglie del ragionier Fantozzi, in quasi tutti i film della saga (ruolo che le vale anche un Nastro d’Argento come ‘miglior attrice non protagonista’ nel1993). Da sempre è molto attiva anche in televisione partecipando a numerosi sceneggiati, come “Il giornalino di Gian Burrasca” (1964) di Lina Wertmüller, “Nel mondo di Alice” (1974) e, negli ultimi anni, “Un medico in famiglia”, sicuramente la serie più nota. Negli anni Duemila prende parte a “Saturno contro” (2007) di Ferzan Özpetek e “Scontro di Civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2009) di Isotta Toso. Nel 2002 le viene stato assegnato il premio ‘Eleonora Duse’, in riconoscimento della sua rilevante carriera teatrale mentre, nel 2007, ha ricevuto il Ciak d’Oro alla carriera cinematografica. Nel 2014 ottiene la terza nomination al ‘David di Donatello’ grazie alla sua partecipazione al film testamento di Carlo Mazzacurati “La sedia della felicità”. Nel 2017 è protagonista a teatro di “Sorelle Materassi” con la regia di Geppy Gleijeses, mentre per il cinema partecipa a “Natale da chef” con la regia di Neri Parenti. Maximilian Nisi Maximilian Nisi, attore e regista torinese si diploma nel 1993 alla Scuola del Teatro d’Europa di Milano diretta da Giorgio Strehler. Nel 1995 segue il Corso di Perfezionamento per Attori, presso il Teatro di Roma, diretto da Luca Ronconi in collaborazione con Peter Stein, Luigi Squarzina, Piero Maccarinelli, Federico Tiezzi e Franco Quadri. Studia inoltre con Marcel Marceau, Carolyn Carlson, Lindsay Kemp, Micha Van Hoecke, Bruce Myers, Erica Utter, Dizziacs Theatre Company. In campo teatrale è diretto, tra gli altri, da Strehler, Ronconi, Vassil’ev, Savary, Sequi, Scaparro, Terzopoulos, Cavani, Calenda, Zanussi, Bernardi, Mauri, Lavia, Menegatti, Tchkeidze, Pagliaro, Lamanna, Znaniecki, Marinuzzi, Ricordi, Sepe, Marini, Pizzech. In campo cine-televisivo è stato diretto, tra gli altri, da Brandauer, Argento, Maselli, Magni, Negrin, Bibliowicz, Spano, De Sisti, Greco, De Luigi, Zaccaro, Chiesa, Ponzi, Molteni, Migliardi, Sciacca, Riva, Pingitore, Sollima, Terracciano, Parisi, Inturri, Amatucci.

20 la contrada • produzioni 2020 Notte di follia

Autore Josiane Balasko Regia Antonio Zavatteri Scene Laura Benzi Interpreti Debora Caprioglio, Corrado Tedeschi, Alessandro Marmorini

Prima nazionale 16 gennaio 2018; Grosseto, Teatro degli Industri

Un incontro inatteso al bar di una stazione. Un noto conduttore di un program- ma TV beve per dimenticare e, brillo, importuna una cliente sotto gli occhi di un barista irriverente e dalla battuta pronta. Lei, da poco uscita di prigione, non si lascia mettere i piedi in testa e anzi risponde per le rime. Due persone agli antipodi, sole, accomunate dallo stesso segreto iniziano un dialogo divertente e serrato finché man mano che la notte si fa più assurda emerge il vero malessere che pervade e unisce queste due singolari anime. L’amnesia al risveglio del protagonista Jacques trasporterà i tre personaggi in un turbinio di follia dove, tra offese, battute e malintesi, emerge ciò che veramente conta, ciò che attira un essere umano verso l’altro. Tratto da Nuit d’ivresse di Josiane Balasko, attrice e autrice francesce di cinema e teatro fra le più acclamate, Notte di follia è un testo di grande intelligenza e divertimento per una coppia inedita come Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi.

L’intera tournée 2020 è stata annullata causa pandemia. Durante l’estate è stata recuperata la sola piazza di Ostiglia.

21 la contrada • produzioni 2020 Josiane Balasko Attrice, regista, sceneggiatrice, scrittrice e costumista francese, Josiane Balasko ha conquistato la vetta del cinema d’oltralpe quando era anco- ra un’under 30, imponendosi come segno di rinnovamento nel vecchio panorama cinematografico dei nostri cugini francesi, nonostante il suo aspetto davvero lontano da quello charmant delle attrici francesi. Capace di creare piccoli gioielli di grande successo, è una raffinata e ironica personalità artistica capace di descrivere e giocare senza pu- dore con temi di attualità scottanti come la prostituzione maschile, l’ambiguità sessuale, le donne single con irriverenza e leggerezza, facendo della sua “poco ortodossia” il suo divertente e anticonformista marchio di fabbrica. Nel 1973, debutta al cinema con la pellicola L’anno 01, e da allora un’ ininterrotta storia di successi sia a cinema che a teatro accanto ad alcuni dei più importanti attori e attrici francesi per i quali riceve varie nomi- nation per il César sia come attrice che come sceneggiatrice e regista. Per tutti ricordiamo Peccato che sia femmina (1995) con Victoria Abril, Alain Chabat e Miguel Bosé di cui ha curato la regia. Al cinema continua a recitare ruoli di grande impatto come quello della portinaia Renée ne Il riccio (2009), aggiungendo un’altra piacevole, divertente e a tratti pruriginosa interpretazione. In teatro continuano i suoi successi come autrice e attrice in particolare “Nuit d’ivresse” (1986) “Tout le monde aime Juliette” (2009), “La nuit sera chaude” (2010).

Antonio Zavatteri Antonio Zavatteri studia recitazione alla scuola del Teatro Stabile di Genova fino al 1994. Comincia la propria attività di attore con vari teatri nazionali lavorando con registi quali Benno Besson, Matthias Langhoff, Marco Sciaccaluga, Alfredo Arias, Andrea De Rosa, Luca Ronconi, Inizia quindi l’attività da regista mettendo in scena con la compagnia Gank (di cui è socio fondatore) spettacoli tra cui La Bottega del Caffè, Don Giovanni, Poker (Dealer’s Choice) di Patrick Marber e Le Prénom (Cena tra Amici). Ha fatto parte di una delle più importanti compagnie italiane di ricerca, la Popular Shakespeare Kompany diretta da Valerio Binasco, con cui realizza Romeo e Giulietta e La Tempesta di W. Shakespeare. Negli ultimi anni ha cominciato una intensa attività televisiva lavorando tra l’altro in “1992” e “Non Uccidere” di Giuseppe Gagliardi, in “Gomor- ra – la serie” di Stefano Sollima, “Sense8” di Lana e Lilly Wachowski; e cinematografica con Gabriele Muccino, Francesca Comencini, Maria Sole Tognazzi e Nanni Moretti. Ha recitato in Pecore in Erba, opera prima di Alberto Caviglia e ne Il Mangiatore di Pietre di Nicola Bellucci.

22 la contrada • produzioni 2020

Debora Caprioglio

Debora Caprioglio debutta giovanissima nel cinema partecipando a “Grandi cacciatori” di Augusto Caminito e “Kinski Paganini”, accanto a Klaus Kinski, presentato tra mille polemiche al Festival di Cannes. In seguito Caprioglio cambia totalmente rotta: dal 1994, dopo aver recitato in un ruolo drammatico nel film “Con gli occhi chiusi” di Francesca Archibugi), abbandona volontariamente l’immagine della ra- gazza sensuale, per dedicare più energie alle fiction televisive, al teatro e alla tv. In teatro ha modo di recitare al fianco di attori del calibro di Mario Scaccia, Franco Branciaroli, Mariano Rigillo. Con Corrado Tedeschi porta a teatro L’anatra all’arancia e Spirito Allegro; negli ultimi anni ha preso parte a diversi lavori teatrali di successo, fra i quali The elephant man e Alla faccia vostra.

Corrado Tedeschi

Conduttore televisivo e attore teatrale, Corrado Tedeschi si diploma all’accademia del Teatro Stabile di Genova. Numerose le sue apparizioni in televisione come presentatore, giusto per citarne alcune “Doppio Slalom”, “Il gioco delle coppie”. Intanto il teatro da passione diventa sempre di più la sua principale occupazione. Dopo numerose esperienze, nel 1999 diventa primo attore del Teatro Parenti di Milano: da allora continua a dividersi fra teatro e televisione. A teatro negli ultimi anni è protagonista di titoli come L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello, Vite private di Noël Coward, Trappola mortale di Ira Levin e Quel pomeriggio di un giorno... da star! di Gianni Clementi, spettacolo nato da una sua idea.

23 la contrada • produzioni 2020 Era un fantasma

Autore Arianna Mattioli Regia Lorenzo Lavia Scene Gianluca Amodio Costumi Alessandro Lai Luci Pietro Sperduti Interpreti Ninni Bruschetta, Lodo Guenzi, Matteo Branciamore, Lorenzo lavia

Prima nazionale 3 settembre 2020; Todi, Teatro Comunale

Era un fantasma è la storia di una famiglia in attesa. Un tragicomico ritratto di una disfunzionalità incantata dalla ricerca della normalità, di una famiglia tranciata che cerca goffamente di ricucirsi a pugnalate, di un esercizio di massacro domestico che avrà un sapore conosciuto anche dallo spettatore più candido. Claudio attende durante una lunga giornata l’arrivo di suo figlio Arturo. Con lui, in uno strenuo passaggio di tempo, gli altri due figli, Tommaso e Romano. Il tentativo è quello di non affrontare l’unico argomento che dovrebbero af- frontare e che goffamente cercano di evitare da molti anni. I quattro si sfidano a volto scoperto, mostrando ognuno le proprie armi, ognuno le proprie debolezze. Il tutto utilizzando fino alla fine il codice del sarcasmo, dell’ironia, della goliardia, dell’etichetta che impone il “saper vivere”. Cinismo, crudeltà, odio che diventano ora presa in giro, ora semplice allenamento.

“Era un fantasma è uno spettacolo duro e leggero nello stesso tempo che mette a nudo le relazioni tra persone intime come possono essere i famigliari, e rivela come quel luogo paradisiaco chiamato famiglia possa spesso trasformarsi nell’esatto contrario, anche se non se ne può fare a meno. Il tema della fa- miglia e della casa ci permette sia come attori che a me anche come regista di poter raccon- tare quello che Freud definisce: Unheimlich (Perturbante) ovvero l’esatto opposto di Heimlich (Confortevole, Tranquillo). “ Lorenzo Lavia

Dopo il debutto in anteprima nazionale al Fe- stival di Todi, l’intera tournée è stata annullata causa pandemia.

24 la contrada • produzioni 2020 Angry Alan

Autore Penelope Skinner Traduzione e regia Marco Casazza Interpreti Marco Casazza Prima nazionale 19 novembre 2020; Festival Trend, streaming

In modalità del tutto inconsueta (dettata dall’attuale emergenza sanitaria) La Contrada ha preso parte al prestigioso Festival Trend - Nuove frontiere della scena britannica dedicato alla drammaturgia contemporanea. La rassegna, promossa dal critico teatrale Rodolfo Di Giammarco, si svolge ogni anno al Teatro Belli di Roma. Il testo, tradotto e interpretato da Marco Casazza, è Angry Alan di Penelope Skinner e mette in scena la storia di Roger e il suo incontro con un guru dei nostri giorni. Vediamo nella pièce gli effetti più drammatici di un fallimento politico e sociale nato negli Stati Uniti, ma poi rapidamente espanso in tutto il mondo globalizzato. Il guru in questione promette e rivendica la felicità maschile, una sorta di nuova e potenziata emancipazione del sesso forte, contro i movimenti femministi. Complottismo, fake news e statistiche prive di fondamento scientifico sono la dinamite di questo meccanismo a orologeria. Questa storia non si limita a far emergere le problematiche derivanti dall’eccessiva liberalizzazione e libe- ralità della rete, bensì si configura come un vero e proprio atto di denuncia, in quanto ciò che viene raccontato non è pura finzione, ma ispirato a fatti assolutamente reali.

Le repliche dello spettacolo, in seguito al DPCM di fine ottobre che ha chiuso le sale teatrali al pubblico, sono state realizzate in streaming a pagamento.

25 la contrada 2020

Il teatro per l’infanzia e la gioventù

Le quattro stagioni La gatta con gli stivali Bella e bestia alice nel paese delle meraviglie Biancaneve Rassegna A TEATRO IN COMPAGNIA (39a edizione) Rassegna TI RACCONTO UNA FIABA (30a edizione) Rassegna FIABE ALLO ZUCCHERO FILATO

Terzo filone del progetto artistico è il settore del Teatro per l’Infanzia e la Gioventù. Fin dalla fondazione l’attenzione alla cura e alla crescita culturale del piccolo pubblico è una delle colonne portanti del Teatro La Contrada. Gli obiettivi fondamentali da sempre perseguiti sono la qualità artistica dell’offerta raggiunta attraverso la collaborazione con realtà significative di questo settore e la partecipazione a festival, il rinnovamento della scena e la multidisciplinarità. La Contrada mette in scena e ospita spettacoli che promuovono l’avvicinamento alla danza e alla musica anche attraverso produzioni ad hoc: Le quattro stagioni (novità)che vede l’interazione in scena di un’attrice e di una ballerina; Dove si è nascosta Riccioli D’Oro? (ripresa) percorso interattivo che porterà i bambini ad essere protagonisti in prima persona attraverso l’esperienza tattilo-visiva e uditiva. Al piccolo Teatro dei Fabbri, tolte le seggiole della sala, viene allestito un percorso di oggetti, luci, suoni e musiche in cui i bambini “vivono” la celebre fiaba, mentre attraverso un tulle i genitori seguono il loro percorso emotivo e li possono accogliere al termine usciti da un piccolo scivolo che li riporta al mondo reale; Sisì, Ottone e la cantina musicale (ripresa) che spiega ai bambini le basi delle note musicali attraverso l’aiuto di una ballerina di carillon e del proprietario di un emporio musicale; I musicanti di Brema, (ripresa) che avvicina il bambino alla conoscenza del blues attraverso musiche eseguite dal vivo dagli stessi attori/musicisti; Anche le pulci hanno la tosse (ripresa) tratto dal testo di Fulvio Tomizza, con quattro attori, tra i quali un tenore e un soprano, che avvicinano i bambini all’opera lirica attraverso una storia di piccoli insetti cantanti. Altre quattro riprese completano l’offerta produttiva presentata in tutta Italia, fino in Calabria.

[ Quasi tutti gli spettacoli sia di produzione che in ospitalità previsti nel 2020 e l’in- tera tournée delle produzioni per ragazzi sono stati annullati a causa delle chiusure dei teatri in febbraio e in ottobre per la pandemia da Covid-19 ] la contrada • teatro per l’infanzia e la gioventù 2020

Le quattro stagioni

Autore Livia Amabilino Regia Daniela Gattorno musiche Antonio Vivaldi, Max Richter Scene e costumi Andrea Stanisci Interpreti Enza De Rose, Irene Ferrara

Prima nazionale 2 gennaio 2020; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

Le Quattro Stagioni è un progetto artistico dedicato all’infanzia, dove Tea- tro, Danza e Musica si incontrano per dar vita ad uno spettacolo dedicato alla natura con le sue molteplici forme e colori. Ispirata al Teatro-Danza mescolato alla tecnica del Teatro d’Attore, lo spettacolo prende le mosse dalla celebre sinfonia di Antonio Vivaldi, di cui vengono esaltati alcuni brani grazie alla suggestione della danza. Alla lirica di Vivaldi si accosta quella di Max Richter, giovane compositore anglotedesco che nel 2012 ha pubblicato “Recomposed by Max Richter: Vivaldi – The Four Season”, una riscrittura delle quattro stagioni in chiave contemporanea.

27 la contrada • teatro per l’infanzia e la gioventù 2020

La gatta con gli stivali

Autore Livia Amabilino tratto dalla fiaba tradizionale Regia Elena Husu Interpreti Enza De Rose, Francesco Godina, Valentino Pagliei

Prima nazionale 2 gennaio 2017; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

La nuova produzione della Contrada per la sezione Teatro Ragazzi, La gatta con gli stivali, è tratta dalla favola originale di Basile con un’aggiunta di sti- vali, che nella versione originale non c’è, corredata da un lieto fine. La favola infatti ha ispirato quella che sarebbe poi diventato il Gatto con gli stivali di Ludwig Tieck, ma appare anche in diverse versione: dai Fratelli Grimm a Charles Perrault. La gatta in questione aiuta un pover’uomo a far fortuna, a sposare una principessa dal caratterino non facile ma in fondo buona e amorevole e a diventar signore. Soprattutto insegna ai piccoli spettatori il valore dell’ami- cizia e della gratitudine. La scenografia è resa speciale dalle videoproiezioni curate da Enza de Rose e dalla tecnica ispirata al Teatro delle ombre dove le silhouette degli attori, attraverso un grande telo bianco - interagiscono con le immagini proiettate creando sfondi dentro cui le ombre nuotano, si baciano, ballano e cantano. Musica e canzoni infatti non mancheranno a rendere suggestiva la rappre- sentazione anche grazie alla voce della cantante lirica Valentina Sancin. Elena Husu porta in scena Francesco Godina, Valentino Pagliei e Enza De Rose in un vortice di vicissitudini narrate oltre che con musica e parole, anche attraverso l’utilizzo fisico portando gli attori a lavorare molto con il corpo. La regista infatti ha studiato alla London Institute of Performig Arts la tecnica che deriva da De Cock e la applica in questo spettacolo insieme alla Commedia dell’Arte e forme di clownerie.

28 la contrada • teatro per l’infanzia e la gioventù 2020

Bella e Bestia

Autore Livia Amabilino e Lorella Tessarotto tratto dalla fiaba tradizionale Regia Daniela Gattorno Scene Gisella Leone Costumi Rossella Plaino e Daniela Gattorno Luci Francesco Orrendo maschera Giulio Settimo Interpreti Enza De Rose, Francesco Godina, Valentino Pagliei Prima nazionale 2 gennaio 2015; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

Liberamente tratto dalla fiaba tradizionale, con un nuovo adattamento di Livia Amabilino e Lorella Tessarotto, lo spettacolo resterà in scena al Bobbio fino al 6 gennaio, con repliche pomeridiane tutti i giorni alle 16.30 e nei giorni 4 e 6 gennaio anche al mattino alle 11.00. La bestia della fiaba omonima è qui un giovane principe, ma anche un ragazzo di oggi, con grandi orecchie e sopracciglia pelose, trasformato in un essere orribile da una strega malvagia. Ma Bestia non si arrende e vuole trovare la ragazza giusta per spezzare l’incantesimo che lo opprime. E’ così che, quando un padre sta per cogliere una rosa in regalo per la figlia preferita, alla Bestia viene offerta la grande opportunità di costringere una ragazza a vivere con lui, nella speranza di riuscire a convolare a nozze. Bella per sua fortuna non è solo carina, ha un grande cuore e accetta di conoscere Bestia, che è brutta ma simpatica e anche un po’ romantica. Tra i due si instaura un rapporto speciale, che trascende l’aspetto fisico, capace di spezzare ogni incantesimo, partendo dall’accettazione di sé. Tra sorelle intigranti e pasticcione, un padre negato per gli affari ma col cuore di poeta e un cameriere bizzarro, si sno- da una vicenda dal finale un po’ speciale.

29 la contrada • teatro per l’infanzia e la gioventù 2020

Alice nel paese delle meraviglie

Autore Giulio Settimo da Lewis Carroll Regia Giulio Settimo Scene DACO srl Musiche Giovanni Settimo Interpreti Enza De Rose, Francesco Paolo Ferrara, Francesco Godi- na Prima nazionale 2 gennaio 2014; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

Un titolo che ha ispirato tantissimi registi teatrali e cinematografici, che vi hanno trovato la giusta ispirazione per i loro lavori. Adatto ai più piccoli, ma in grado di convincere anche gli adulti, il testo di Lewis Carrol dal 1865 è uno dei più amati al mondo. In questa nuovissima messinscena, il regista Giulio Settimo ha deciso di basarsi, come spesso accade, anche sul seguito, intitolato “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”, mantenendosi fedele all’originale ma concedendosi anche delle aggiunte. La vicenda è quindi ambientata al giorno d’oggi. Alice è una bambina di otto anni con la testa tra le nuvole, che a scuola fatica a seguire le lezioni perché la sua fantasia troppo spesso la porta a giro- vagare per altri luoghi. Nel paese delle meraviglie, appunto, che è un posto in cui incontra tanti buffi personaggi, come il Bruco Buffo o il Cappellaio matto. Questo suo percorso la porta però a conoscere le diverse discipline scolastiche come la matematica, la storia, la geografia, l’inglese e l’italiano, prima di arrivare a confrontarsi con il test più importante, ovvero l’incontro con la famigerata Regina di Cuori, che minaccia di tagliarle la testa, perché non è ade- guatamente preparata. Per la prima volta nella sua storia la Contrada pro- duce uno spettacolo di teatro di figura. In questa messinscena infatti il teatro si fonde con il teatro di figura misto e l’animazione a vista. Burattini e muppet animeranno tutta la vita nel paese delle meraviglie, nel quale la stessa Alice arriverà trasformata in un burattino. Impegnati in questa straordinaria avventura saran- no Enza De Rose, che sarà Alice, affiancata dai mille personaggi di Francesco Paolo Ferrara e Andrea Tich. I pupazzi sono delle creazioni di Giulio Settimo realizzati, come le scenografie, in collaborazione con il Teatro Statale di Karlovaz, Gradtsko Kazaliste Zorin Dom. Le musiche sono di Giovanni Settimo.

30 la contrada • teatro per l’infanzia e la gioventù 2020

Biancaneve

Autore Livia Amabilino e Lorella Tessarotto tratto dalla fiaba tradizionale Regia Daniela Gattorno Scene DACO srl Costumi Ida Visintin Musiche Carlo Moser Interpreti Enza De Rose, Francesco Godina, Valentino Pagliei con l’amichevole partecipazione di Adriano Giraldi Prima nazionale 2 gennaio 2012; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

Ironico e divertente, lo spettacolo vuole mostrare ai bambini la prota- gonista della celebre fiaba un po’ diversa, forse meno dolce e romantica di quella tradizionale o dei film d’animazione, ma che appassiona per la sua sbadataggine. Lo spettacolo è un “divertissement” sul testo della fiaba originale dei fratelli Grimm ma i bambini ritroveranno il burbero Brontolo e i suoi fratelli, il cacciatore, la regina cattiva e un principe un po’ speciale. Nella leggerezza della proposta si nasconde il tema della necessità delle scelte, delle con- seguenze negative dell’invidia e della vanità e quello delle proibizioni, utili e non, che ac- compagnano il percorso di crescita di ognuno di noi. Un percorso tra luci ed ombre, come avviene quando si cammina nel bosco, finché il sostegno degli altri e la forza dell’amore non aiutano il passaggio dall’infanzia all’età adulta.

31 la contrada 2020

Progetti speciali

Progetto Sveviano Italo Svevo genero letterario

Progetto per ESOF 2020 La ricerca della simmetria

Progetto su Emily Dickinson Nelle stanze d’alabastro

Progetto su Ingmar Bergman Tutte le ombre di una vita

Amici della Contrada la contrada • progetti speciali 2020

Il Progetto Sveviano della Contrada

Fra le numerose iniziative particolari che hanno visto il coinvolgimento della Contrada negli ultimi 20 anni, uno dei progetti più significativi è senza dubbio quello legato alla vita e alle opere di Italo Svevo. Il primo incontro fra la Contrada e Svevo risale all’estate del 1998, quando, su iniziativa della regista Elena Vitas, nasce un rapporto di collaborazione con il Comune di Trieste, la Biblioteca Civica e il Museo Sveviano con l’intenzione di realizzare una manifestazione estiva nella cornice del rinnovato spazio pedonale di Piazza Hortis. Con l’allestimento di Terzetto Spezzato (1998), presentato in un’edizione decisamente originale diretta da Vitas, nascono le “Serate Sveviane”, che proseguiranno per nove anni fino al 2006. Il successo dello spettacolo è tale che sarà ripreso più volte nel corso degli anni successivi (compresa una rara edizione all’interno del monumentale Palazzo delle Poste di Piazza Vittorio Veneto, unico caso di uno spettacolo teatrale rappresentato in quella sede). I primi anni delle “Serate Sveviane” riportano all’attenzione del pubblico non solo la figura di Svevo, ma anche quella di Joyce e della loro amicizia, dando vita ad un filone parallelo (le “Serate Joyceane”) con allestimenti quali Ulisse, ovvero ‘tu mare grega’ (1999) o Gli Ulissidi, spettacolo itinerante nelle vie della citta vecchia (2000). Nel 2000 si ritorna a Svevo con La verità, interpretato da Lidia Kozlovich, Adriano Giraldi, Maurizio Zacchigna, Paola Bonesi, Carlo Moser, due musicisti e otto ballerini di tango ar- gentino. Anche questa messinscena viene ideata da Elena Vitas reimpostando, anche con opportuni interventi musicali, la struttura drammaturgica e soprattutto l’ambientazione dello spettacolo, adattandolo alla rappresentazione di piazza e sfruttando l’architettura naturale della città come “palcoscenico urbano”. La libertà dell’allestimento all’aperto, realizzato in piazza e fruibile gratuitamente a tutti, permette di mettere in scena in maniera più leggera ed eclettica testi solitamente poco rappresentati, facendo così riscoprire la genialità e l’anticonformismo di Italo Svevo al grande pubblico. L’ottima riuscita de La verità spinge la Contrada ad ideare un progetto a lungo termine di messa in scena integrale dell’opera teatrale di Italo Svevo, forte anche di una compagine di attori che prende rapidamente dimestichezza con la particolare prosa dell’autore (fra tutti Maurizio Zacchigna e Adriano Giraldi, che prenderanno parte a tutte le rappresentazioni sveviane della Contrada). Nel 2002 Elena Vitas presenta in una forma originale, musicale e irriverente La Rigenera- zione di Svevo, che suscita interesse e grande favore di pubblico e di critica. Il protagonista è incarnato da un grande attore, Antonio Salines, che inaugura così la sua collaborazione con la Contrada. Ed è lo stesso Salines, nell’estate del 2003, a raccogliere l’eredità di Elena Vitas, scomparsa

33 la contrada • progetti speciali 2020

l’autunno precedente, interpretando e curando la regia de L’avventura di Maria; anche stavolta lo spettacolo ha un ottimo riscontro di pubblico e critica e viene rappresentato, oltre che nelle Serate Sveviane in Piazza Hortis, anche al Mittelfest di Cividale del Friuli. Nel 2004 è Francesco Macedonio a cimentarsi con Svevo, portando per la prima volta in palcoscenico Atto unico (il solo testo teatrale sveviano in dialetto triestino), con Orazio Bobbio e Maria Grazia Plos come protagonisti. Sabrina Morena dirige invece Maurizio Zacchigna e Nikla Petruska Panizon in Un marito (2005) mentre nuovamente Macedonio nel 2006 firma la regia de Le ire di Giuliano con Zacchigna e Marzia Postogna. Anche stavolta si tratta di un debutto assoluto, perché non risulta che il testo, fra i meno noti di Svevo, sia mai stato rappresentato. Nel 2007 cambia la cornice e da Piazza Hortis ci si sposta nel giardino del Museo Sartorio, sempre grazie alla collaborazione del Comune di Trieste - Civici Musei di Storia ed Arte. Ad andare in scena davanti ad un pubblico numeroso stavolta è Inferiorità, con Adriano Giraldi, Maurizio Zacchigna, Manuel Fanni Canelles e Lorenzo Zuffi, per la regia di Ulderico Manani. Fra gli spettacoli presentati in Piazza Hortis e Inferiorità sono ben otto i titoli di Svevo messi in scena dalla Contrada in dieci anni. A questi si aggiungono nel 2009 l’atto unico Una com- media inedita e il monologo Prima del ballo: presentati sotto forma di “dittico sveviano”, i due testi vengono allestiti in un nuovo scenario (la corte del Castello di Muggia) nell’ambito della manifestazione Teatri a Teatro promossa dalla Provincia di Trieste. Il progetto sveviano della Contrada si arricchisce inoltre con due testi ispirati alle vicende autobiografiche di Svevo, entrambi scritti appositamente per lo Stabile di Trieste da Tullio Kezich: L’ultimo carnevàl (2002) e Italo Svevo genero letterario (2004). Nella Stagione 2011/2012, in collaborazione con il Museo Sveviano e il Comune di Trieste, la Contrada prende parte alle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario della na- scita di Svevo, presentando vari testi sveviani, tra i quali un happening teatrale interpretato da Andrea Germani, U.S. Ultima Sigaretta. Italo Svevo e il buon proposito e, sotto forma di “lettura scenica”, l’undicesimo e penultimo titolo della teatrografia sveviana: Le teorie del Conte Alberto, testo mai rappresentato prima d’ora da nessuna compagnia teatrale. In collaborazione con l’Associazione culturale Amici della Contrada, nel 2015 viene pre- sentato a leggìo l’ultimo testo teatrale di Svevo, anch’esso mai rappresentato come il precedente: Il ladro in casa. A distanza di 16 anni dal debutto, la Contrada riporta in scena nel 2020 il testo originale di Tullio Kezich Italo Svevo genero letterario, presentato nell’ambito del festival Trieste Estate. In dicembre, con le sale teatrali nuovamente chiuse a causa della pandemia, la Contrada ha riproposto gratuitamente on line sul proprio canale You Tube le registrazioni di Atto unico, Un marito e Inferiorità.

34 la contrada • progetti speciali 2020 Italo Svevo genero letterario

Autore Tullio Kezich Regia Francesco Macedonio Interpreti Ariella Reggio, Julian Sgherla

Prima nazionale 6 agosto 2004; Trieste, Piazza Hortis

Con Italo Svevo genero letterario – che nel sottotitolo recita “raccontato da sua suocera” – l’autore immagina che un fantomatico studioso australiano abbia scoperto fra le carte del Museo Sveviano di Trieste un manoscritto di Olga Veneziani, l’inflessibile suocera di Svevo. Da queste pagine, che hanno l’aspetto di un’immaginaria conferenza, emerge quanto a Trieste, e perfino in famiglia, fosse completamente disconosciuto il genio di quello che i posteri avrebbero consacrato come uno dei più grandi scrittori del ‘900. Protagonista di questo monologo è Ariella Reggio la quale, curiosamente, aveva già ricoperto il ruolo di Olga Veneziani in un altro testo su Svevo scritto

da Kezich per la Contrada, L’ultimo carnevàl. Invitata a raccontare ad un vasto uditorio del suo geniale genero, la terribile Olga spiazza tutti liquidando le pretese letterarie di Svevo come una debolezza dalla quale prima o poi sarebbe dovuto guarire; ne deride, beffarda, i primi insuccessi editoriali (Una vita e Senilità, pubblicati a proprie spese e andati interamente invenduti) e confida scandalizzata di temere che le storie che Svevo scriveva fossero ispirate a fatti autobiografici (o così, almeno, la gente avrebbe potuto pensare!). Troppi incompatibili la dura e tenace capitana d’in- dustria Olga Veneziani e il sensibile Ettore Schmitz, che sfogava la sua frustrazione nel lavorare come impiegato scrivendo di nascosto! Un universo intero passa accanto alla vecchia Olga: emergono i nomi di James Joyce e Umberto Veruda, Sigmund Freud e Bobi Bazlen, ma una donna che ha affrontato sette gravidanze e tenuto in piedi una delle ditte più fiorenti in tutta Europa a cavallo fra il XIX° e il XX° secolo non riesce a coglierne lo spirito. Solo alla fine si intravede una crepa nella dura corazza della donna, che lascia trasparire l’affetto e il rimpianto per quell’Ettore che non ha mai compreso. Benché frutto di fantasia, Italo Svevo genero letterario ricostruisce molto fedelmente l’ambiente sociale, famigliare e storico in cui visse Svevo. Tullio Kezich, infatti, critico cinematografico e teatrale tra i più auto- revoli in Italia, è stato un appassionato studioso della vita e delle opere di Svevo (per il teatro ha curato una storica riduzione de La coscienza di Zeno).

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ESOF 2020 - Festival Science in the City

Nel 2020 la Contrada partecipa al Festival Science in the City realizzato nell’ambito della manifestazione internazionale EuroScience Open Forum (ESOF). Creato nel 2004 da Euroscience, associazione di ricercatori scientifici europei, l’EuroScience Open Forum è un congresso generale sulla scienza che coinvolge gli scienziati di tutta l’Europa dedicato alla ricerca e all’innovazione. Ogni congresso, che si tiene con cadenza biennale, aspira a stimolare confronti e dibattiti relativi agli ultimi avanzamenti e scoperte in tutti i campi della scienza moderna, comprese le scienze sociali. La nona edizione del congresso, che avrebbe dovuto attrarre a Trieste migliaia di ricercatori. scienziati, giornalisti da tutto il mondo, si è svolta in parte in presenza, in parte in streaming a causa della pandemia da Covid-19. Collegato a ESOF, nella settimana centrale del con- gresso a metà luglio, si è svolto anche in parallelo il Festival Science in the City - Trieste 2020.

Il progetto della Contrada, Alla ricerca della simmetria, si incentra sulla possibilità di divul- gare drammaturgicamente temi inerenti la ricerca scientifica a partire da un’esperienza di condivisione umana e di storie individuali da parte di uno o più “dramaturg” in residenza presso un’istituzione scientifica. Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, giovani ma esperti drammaturghi milanesi, con molteplici esperienze alle spalle e molti premi ottenuti, hanno partecipato al primo anno della Residenza Artisti nei territori del Friuli Venezia Giulia e a un anno di distanza scrivono un testo a partire da quelle suggestioni, ma soprattutto da quella esperienza avvenuta presso la SISSA di Trieste. Viene realizzato quindi negli spazi della Contrada un laboratorio di scrittura teatrale gratuito per autori, attori e cittadinanza incentrato sullo scrivere di teatro/scienza per rafforzare, questa volta con un gruppo di “ascoltatori esperti” e di persone che vogliono sperimentare la scrittura drammaturgica, il legame di queste iniziative con il territorio. La regia viene affidata a Marco Casazza che per esperienza internazionale e competenza formativa può interpretare al meglio i temi proposti. Il testo drammaturgico intreccia due linee. Da una parte la storia di Abdus Salam, dal Pa- kistan a Oxford, fino a Trieste, attraverso le tappe della fondazione dell’ICTP, della vincita del Premio Nobel, grazie anche all’impegno profuso per i giovani scienziati dei Paesi del Terzo Mondo. Dall’altra troviamo la storia di due ragazzi giovani al giorno d’oggi, nella Trieste di ESOF 2020. La Contrada, senza limitare il progetto alla sola creazione drammaturgica, porta il laboratorio teatrale fino alla messa in scena, in collaborazione con l’Associazione Poesia e Solidarietà, Golden Show e CasaCave di Visogliano, presentando La ricerca della simmetria non solo nella propria sede al Teatro Bobbio, ma anche nella manifestazione di Muggiateatro al Teatro Verdi di Muggia e a Visogliano, dove lo spettacolo si “contamina” con il concetto di arte contemporanea, inserendosi nel contesto storico paesaggistico di Duino Aurisina.

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La ricerca della simmetria

Autore Chiara Boscaro e Marco Di Stefano Regia Marco M. Casazza Interpreti Giovanni Boni, Marzia Postogna, Francesco Godina, Anna Godina, Davide Rossi

Prima nazionale 15 luglio 2020; Trieste, Teatro Orazio Bobbio

La ricerca della simmetria ruota intorno alla storia del Premio Nobel per la fisica Abdus Salam - voce narrante dello spettacolo - del suo impegno verso i giovani scienziati dei paesi del terzo mondo, dai pri- mi passi dell’ICTP e della Sissa. In parallelo prende forma la storia d’a- more di due giovani ambientata al giorno d’oggi nella Trieste di ESOF 2020, alla Sissa: una ragazza italiana di nome Laura e un ricercatore di Hong Kong, Wu. Già nelle prime scene la storia si tinge di giallo: Wu è scomparso da un giorno all’altro e Laura lo cerca disperatamente, mentre l’arrivo a Trieste di una misteriosa “delegazione” cinese infittisce il mistero. Intanto Abdus Salam, che racconta la storia dei due innamorati come una sor- ta di Virgilio, tra rimandi cronologici e flashback racconta anche la sua storia, le difficoltà che i giovani ricercatori stranie- ri incontrano all’estero e cita alcuni dei suoi discorsi più importanti: quello te- nuto a Vienna nel 1962 nella Conferenza Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, quello a Washington alla Camera dei rappresentanti del Con- gresso degli Stati Uniti Comitato per la Scienza e l’Astronautica nel 1971 e quel- lo tenuto alla consegna del nobel nel ‘79. La rappresentazione è arricchita da im- magini e sovrimpressioni, proiettate sul fondale e musica per ambientare il rac- conto nei diversi luoghi in cui si svolge la vicenda.

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Nelle stanze d’alabastro

Autore di D. Gattorno dalle poesie di E. Dickinson Interpreti Daniela Gattorno, Laura Grandi

Prima nazionale 30 luglio 2020, Trieste, Parco del Museo Sartorio

Un breve incontro sospeso nel tempo attraverso i pensieri di una donna enigmatica, la cui riservatezza cedette solo alla poesia. Emily Dickinson ha tramutato in poesia l’essenza di ogni esperienza terrena e, attraverso le sue parole e le impressioni di chi ha vissuto il suo tempo, raccontiamo parte della sua straordinaria storia. Il lin- guaggio non poteva esser null’altro che la sua poesia, che talvolta si fa musica. 1830-1886. È questo l’arco della vita del- la Dickinson, che dal 1852 trascorse i suoi giorni in volontaria reclusione nella grande casa paterna, la Homestead, nel- la cittadina di Amherst, Massachusetts. Sulla sua poesia è stato scritto tanto, le prime pubblicazioni crearono via via un interesse crescente fino a diventare un vero e proprio “caso” letterario. Un’esistenza impulsiva, inquieta imbri- gliata dal conformismo ottocentesco, si fa silenziosa ed enigmatica, tanto più volle sottrarsi al mondo tanto più fu og- getto di mitizzazioni. Una donna dalla personalità potente, una straordinaria poetessa. Le poesie e la personalità cmplessa della Dickinson rivivono oggi in una originale performance dell’attrice Daniela Gattor- no, accompagnata dalle suggestive note della violinista Laura Grandi.

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Tutte le ombre di una vita. Omaggio a Ingmar Bergman

Autore Nadia Dalle Vedove Regia Nadia Dalle Vedove Musiche Max Jurcev Interpreti Sara Alzetta

Prima nazionale 31 giugno 2020, Trieste, Teatro dei Fabbri

Ingmar Bergman sale sul palco. Mentre lavora alla regia della sua ul- tima messinscena - il suo banchetto funebre - racconta al pubblico la sua storia. Un racconto intimo e spudorato che Bergman poteva af- frontare solo su un palcoscenico, correndo dentro e fuori da una lan- terna magica, come a sottolineare che il confine tra vita vera e crea- zione artistica è quanto di più misterioso possa riguardare un artista.

In scena un solo attore - Bergman - leggerà tutto il testo nella sua interezza, indicazioni di recitazione e sceniche comprese, dirigendosi come regista e confidandosi come semplice uomo: inTutte le ombre di una vita conosceremo un artista che parla di un uomo, un regista, un marito, un figlio, che a momenti gli corrispondono e a momenti no. Il senso e il potere della masche- ra bergmaniana. La pièce teatrale Tutte le ombre di una vita, scritta da Nadia Dalle Ve- dove, viene qui presentata nella versione one woman show, realiz- zata in occasione del centennale dalla nascita del regista. La scelta originale di affidare il ruo- lo maschile all’attrice Sara Alzetta – che porta lo spettatore tra le pagine biografiche ispirate a “Lanterna ma- gica” e “Tre Diari” scritti dal regista in momenti diversi della propria vita – è arricchita dalle musiche dal vivo e da proiezioni di fotografie

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Gli “Amici della Contrada”

L’Associazione culturale Amici della Contrada nasce nel 1998 per ini- ziativa di Mario Licalsi, Tullio Kezich, Fulvio Tomizza, Armando Zimolo, Ariella Reggio, Sergio D’Osmo, Bruno Maier, Claudio Grisancich, Livio Chersi, Adriano Dugulin, Mario Diego, Danilo Soli, Claudio Grizon e Paolo Quazzolo con lo scopo di promuovere attività culturali volte a diffondere la conoscenza del teatro e a sostenere l’immagine della Contrada - Teatro Stabile di Trieste. Nell’arco di oltre vent’anni, gli Amici della Contrada hanno ottenuto vivi consensi da parte del pubblico, della critica e il riconoscimento delle maggiori istituzioni cittadine, collocandosi così tra le associazioni cul- turali più vivaci - e più numerose - nell’ambito triestino. In tutti questi anni sono state realizzate decine di inziative (conferenze, mostre, tavole rotonde, proiezioni video, serate di poesia e musicali), diversi cicli di Pro- lusioni degli spettacoli e incontri con gli attori in scena alla Contrada. Ma il fiore all’occhiello dell’Associazione rimane sicuramente il Teatro a Leggìo, proposto e diretto per molti anni dal regista Mario Licalsi, pri- mo Presidente dell’Associazione. Il Teatro a Leggìo ha rilanciato presso il pubblico un genere di teatro - quello in lettura, appunto - che da anni non veniva più praticato. L’occasione offre la possibilità di allestire testi che, per la loro peculiarità, non vengono rappresentati con frequenza in palcoscenico o sono stati ingiustamente trascurati, mentre la particolare forma della lettura consente allo spettatore di concentrarsi sui contenuti del testo, sul suono della voce, sul ritmo della recitazione, senza che altri elementi quali scene, costumi, luci, movimenti e gestualità vengano a interferire con la linea della scrittura drammatica. L’idea del “teatro a leggio”, ossia di una particolare forma di rappresenta- zione teatrale nella quale - eliminato qualsiasi codice visivo - predomina solamente la parola, nasce assieme all’Associazione nella primavera del 1998, quando vengono proposti in rapida successione Il letterato Vin- cenzo di Umberto Saba, Terzetto spezzato di Italo Svevo e La casa del melagrano di Pier Antonio Quarantotti Gambini, tutti per la regia di Li- calsi. Il successo delle prime letture è tale che a partire dalla stagione 1998/1999 gli Amici della Contrada presentano un cartellone decisa- mente più nutrito. Il crescente numero di presenze, costringerà l’Asso- ciazione dopo due sole stagioni a limitare l’ingresso alle letture sceniche ai soli soci (inizialmente l’ingresso era libero). Nei primi anni le letture del Teatro a Leggìo vengono proposte presso il Circolo delle Assicurazioni Generali (partner degli Amici della Contrada in questa iniziativa), ma già nel 2001 si rende necessario il trasferimento

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nella più capiente sala del Teatro Bobbio, a causa del continuo aumen- to dei soci. E, tra i motivi di vanto di questa iniziativa, anche i numerosi tentativi di imitazione che, tuttavia, non hanno mai saputo eguagliare la qualità dell’originale. Fin dai primi cartelloni proposti da Licalsi si manifesta la grande duttili- tà del Teatro a Leggìo, che spazierà negli anni dalla drammaturgia con- temporanea giuliana a quella italiana e francese tra Otto e Novecento, dai classici ai drammi di autori viventi, dai testi italiani alle commedie straniere, con diverse incursioni nel teatro nordamericano. L’eredità di Licalsi, scomparso nel 2003, è stata raccolta dal direttivo degli Amici che hanno continuato a proporre stagioni di qualità, in equilibrio fra il rispet- to della grande tradizione teatrale e la ricerca di nuovi linguaggi. Le decine e decine di letture sceniche presentate in questi anni hanno avuto quali interpreti Orazio Bobbio, Ariella Reggio, Antonio Salines, Lidia Kozlovich, Dario Penne, Maria Grazia Plos, Elke Burul, Maurizio Zacchigna, Marisandra Calacione, Adriano Giraldi, Massimo Somaglino, Marzia Postogna, Mariella Terragni, Gualtiero Giorgini, Manuel Fanni Ca- nelles, Maurizio Repetto, e molti altri ancora. Dopo Mario Licalsi, l’Associazione è stata retta da Ariella Reggio, da Ma- ria Grazia Plos e da Sergio Barberi. Attualmente ne è Presidente Daniela Gattorno.

1998/1999 L’uomo di sfiducia di Tullio Kezich; Cloppete-cloppete. Concerto Palazzeschi, collage di Paolo Quazzolo da Aldo Palazzeschi; L’ul- timo pezzo è in cucina di Giuseppe O. Longo, Variazioni del tempo che pas- sa di Furio Bordon; Le voci di Claudio Magris; Il gioco di Nera Fuzzi; Storia uno e, magari, due e tre di Claudio Grisancich; Il segno di Roberto Damiani. 1999/2000 Grisaglia blù di Sergio Velitti; La moglie ideale di Marco Praga; La bilancia di Silvio Benco; Le voci di Claudio Magris; La nemica di Dario Niccodemi; Tristi amori di Giuseppe Giacosa; Lumie di Sicilia di Luigi Pirandello; Atto unico di Italo Svevo. 2000/2001 Cecè di Luigi Pirandello; Inferiorità di Italo Svevo; Era una roccia, il colonnello di Giuseppe O. Longo; Divorziamo di Victorien Sar- dou; La parigina di Henry Becque; Boubouroche di Georges Courteline; La cantatrice calva di Eugène Ionesco; L’anniversario di Anton Cechov. 2001/2002 Cavalleria rusticana di Giovanni Verga; La casa di Bernar- da Alba di Federico Garcia Lorca; La voce umana di Jean Cocteau; La ve- dova nera di Carlo Terron; La morsa di Luigi Pirandello; Un corpo estraneo di Renzo Rosso. 2002/2003 Liolà di Luigi Pirandello; Due dozzine di rose scarlatte di Aldo De Benedetti; Le parole tra noi leggere di Lidia Kozlovich da Lalla Romano; Tre quarti di luna di Luigi Squarzina; Rose di Martin Sherman; Candida di George Bernard Shaw.

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2003/2004 Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello; Boubouroche di Georges Courteline; Le piccole volpi di Lilian Hellman; La mamma buo- nanima della signora di Georges Feydeau; La sacra fiamma di Somerset Maugham; Svevo a Venezia di Paolo Puppa. 2004/2005 Come le foglie di Giuseppe Giacosa; Vorrei incatenare la mia anima per non vederla più vagabondare di Elsa Fonda; La finzione del- la vita di Giovanni Antonucci; A porte chiuse di Jean Paul Sartre; L’orso di Cechov; Le parole tra noi leggere di Lalla Romano; Monologo di Yvette di Maria Luisa Spaziani. 2005/2006 La lupa di Giovanni Verga; L’orso di Anton Cechov; Vec- chio mondo di Aleksej Arbuzov; La moglie ebrea e Lo spione di Bertolt Brecht; Erano tutti miei figli di Arthur Miller; L’osteria della posta di Carlo Goldoni. 2006/2007 Il sosia di Tullio Kezich; L’uomo malato di Silvio Benco; Pupo prende la purga di Georges Feydeau; Un tram che si chiama deside- rio di Tennessee Williams; I creditori di August Strindberg; La lezione di Eugène Ionesco. 2007/2008 Una casa di bambola di Henrik Ibsen; L’uomo dal fiore in bocca e La patente di Luigi Pirandello; Elettra e Clitennestra da Eschi- lo, Sofocle ed Euripide; Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee; Cattivi e cattivissimi nel teatro shakespeariano di Luigi Lunari; Lo spinato dev’essere grande di Giuseppe O. Longo; Dialoghi con Marie Curie di Luisa Crismani e Simona Cerrato; Il pozzo di Ugo Vicic; I ricordi rubati di Vittoria Miani Cannarella. 2008/2009 Candida di George Bernard Shaw; Lettere impossibili di Paolo Puppa; Medea di Euripide; Lungo viaggio verso la notte di Eugene O’Neill; Tango viennese di Peter Turrini; Triangolo magico di Alessandro De Stefani. 2009/2010 Vera Verk di Fulvio Tomizza; Una serata futurista a cura di Giovanni Antonucci; Delitto all’isola delle Capre di Ugo Betti; Cecè di Luigi Pirandello; Spettri di Henrik Ibsen; Fedora Barbieri: un viaggio nella memoria di Liliana Ulessi. 2010/2011 George Dandin di Molière; Il sorriso di Daphne di Vitto- rio Franceschi; Miss Margherita di Roberto Athaide; Il padre di August Strindberg; Come lui mentì al marito di lei di George Bernard Shaw; Made- moiselle Molière di Giovanni Macchia; La casa di Bernarda Alba di Federico Garcia Lorca. 2011/2012 Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller; La signorina Giu- lia di August Strindberg; Le teorie del Conte Alberto di Italo Svevo; Resu- requie di Carlo Tolazzi; Parenti terribili di Jean Cocteau; Ex di Aldo Nicolaj; Luisito di Susanna Tamaro 2012/2013 Due gatte randagie di Aldo Nicolaj; Un leggero malessere

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di Harold Pinter; 100 mq di Juan Carlos Rubio; Caro bugiardo di Jerome Kilty; Emigranti di Slawomir Mrozek; Tre donne alte di Edward Albee; Cro- nache venete di Paolo Puppa. 2013/2014 Emily di Adam Boch; L’ultimo pezzo è in cucina di Giusep- pe O. Longo; Storia dello zoo di Edward Albee; Io, Anton Cechov di Claudio Grisancich; Le serve di Jean Genet; Due dozzine di rose scarlatte di Aldo De Benedetti 2014/2015 Non si sa come di Luigi Pirandello; Voci di Renzo S. Cri- velli; Due signore di Manlio Santanelli; Il ladro in casa di Italo Svevo; La malinconia del disc-jockey di Furio Bordon; L’armadietto cinese di Aldo De Benedetti; Stai zitta per favore da Raymond Carver. 2015/2016 Non ti conosco più di Aldo De Benedetti; Giacomo Leo- pardi e la grande muraglia di Claudio Grisancich; Il calapranzi di Harold Pinter; Il direttore di Pietro Spirito e Elke Burul; Danza macabra di August Strindberg; Due signore di Manlio Santanelli. 2016/2017 Duetto di Giuseppe O. Longo; La mamma buonanima della signora di Georges Feydeau; L’anniversario di Anton Cechov; Sogno o forse no e La patente di Luigi Pirandello; Manzoni, ovvero del rimorso di Claudio Grisancich; Spettri di Henrik Ibsen; Trieste, l’aria natìa di Claudio Grisancich. 2017/2018 Zoo di vetro di Tennessee Williams; Fiori per Maria Teresa di Luisa Crismani; La cantatrice calva di Eugene Ionesco; Toutou di Agnes e Daniel Besse; Tempo d’attesa di Pietro Spirito e Elke Burul; Storie de Fau- sta di Claudio Grisancich. 2018/2019 I topi di Agatha Christie; Italo Svevo, genero letterario di Tullio Kezich; L’orso di Anton Cechov; Le parole di Natalia da Natalia Ginzburg; Prima della pensione di Thomas Berhard; La signorina Julia di August Strindberg. 2019/2020 Fiore di cactus di Barillet-Gredy; I creditori di August Strindberg; Le due amiche di Renzo S. Crivelli. [ La rassegna si è interrotta a causa della prima chiusura dei teatri in febbraio per la pandemia da Covid-19 ] 2020/2021 Il dio del massacro di Yasmina Reza. [ La rassegna si è inter- rotta a causa della seconda chiusura dei teatri in ottobre per la pandemia da Co- vid-19 ]

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L’ospitalità al Teatro Orazio Bobbio la contrada • ospitalità teatro bobbio 2020

Stagione 2019/20

Prosa, commedia, genere noir, varietà, musica dal vivo, intrattenimento e grandi nomi: ecco alcuni degli ingredienti di questa stagione 2019/2020 che si presenta con un nuovo cartellone ricco di grandi titoli e a cui si aggiunge uno spettacolo rosso in più rispetto agli anni precedenti per un totale di 29 spettacoli tra cui 13 in abbonamento, suddivisi tra rossi e blu, e 16 spettacoli tra fuori abbonamento e ospiti. Lo slogan “Visti da vicino”, che accompagna la campagna 2019/20, non si riferi- sce solo ai volti degli attori protagonisti - Luca Argentero, Moni Ovadia, Angela Finocchiario, Lino Guanciale, Ascanio Celestini, Debora Villa, Leo Gullotta, Fabio Troiano, Gaia De Laurentiis, Enzo De Caro, Rossella Brescia, Martina Colombari - ma vuole richiamare quel senso di vicinanza, di intimità che il teatro e soprattutto La Contrada trasmette da sempre al suo affezionato pubblico con il desiderio di far sentire gli spettatori vicini e parte di questa grande famiglia. E tanto più spazio sarà dedicato ai giovani, per loro proponiamo un nuovo abbonamento esteso fino a 30 anni, la Young Card, a prezzo vantaggioso per consentire ai ragazzi di appassionarsi e di poter continuare a venire a teatro. Non ci resta che alzare il sipario e augurarvi una buona visione. Con queste parole Livia Amabilino dà il via alla campagna abbonamenti della stagione 2019/2020. Tra i 13 titoli del nuovo cartellone - suddivisi fra spettacoli “rossi” e spettacoli “blu” come da tradizione - ben 4 sono produzioni firmate Contrada a partire dall’apripista della Stagione 2019/2020, in scena dal 18 al 23 ottobre, il nuo- vo spettacolo in dialetto triestino di Davide Calabrese, il varietà musicale “Nuovo Cine Swarovsky” con Ariella Reggio e gli attori della compagnia della Contrada. In scena la storia della strampalata associazione del Fio della Debegnac, scelta per gestire un teatro prestigioso della città di Trieste: il fu Teatro Cristallo ora rinato con il scintillante nome Nuovo Cine Swarovsky. Unica condizione per l’affido della gestione, creare uno spettacolo che porti il dialetto triestino agli antichi fasti di un tempo, pena pagare di tasca propria le spese di produzione. Musiche originali dei Sardoni Barcolani Vivi, con gli arrangiamenti di Fabio Valdemarin, le scenografie e i costumi di Andrea Sta- nisci e le coreografie di Alberta Izzo. Recite straordinarie fuori abbonamento dal 25 al 31 ottobre. Secondo appuntamento in stagione con lo spettacolo “La camera azzurra” di Georges Simenon e la regia della pluripremiata Serena Sinigaglia, interpre- tato da Fabio Troiano, attore popolare e sensibile di cinema e tv, e la giovane Irene Fabbri affiancati da Giulia Maulucci e Mattia Fabris. Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1963, è una vicenda archetipica ove si mescolano sensualità, paura, pettegolezzo, omertà, tradimento e moralismo nello scena- rio di una provincia francese retriva e giudicante. Una storia permeata di eros e di noir che per la prima volta approda a teatro. Lo spettacolo si avvale delle scenografie di Maria Spazzi, già scenografa di Rosalyn e vincitrice del Premio Hystrio Altre Muse, che per l’occasione ha immaginato un’ambientazione di grande impatto estetico ed emotivo. Lo spettacolo andrà in scena dall’8 al 13 novembre.

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Dal 22 al 25 novembre appuntamento al Bobbio con “Otto donne e un mistero”, commedia thriller di Robert Thomas, un ingranaggio perfetto per sedurre lo spettatore contemporaneo ormai abituato alla nuova generazione di criminologia psicologica con quel valore aggiunto dei grandi scrittori di saper dosare con maestria la comicità noir d’oltralpe, di fare emergere sfac- ciatamente la lamina sarcastica e comica della vita contro la morte. Ricco di suspense tutto ironico, la rappresentazione si avvale di otto donne diverse che rappresentano otto ruoli familiari e sociali diversi, otto mondi: madri, figlie, sorelle, amanti, cameriere e governanti interpretate da un gran cast di donne di talento. Grandi icone del teatro italiano e giovani attrici con già importanti esperienze alle spalle e qui molto ben amalgamate. Paola Gassman, Anna Galiena, Debora Caprioglio Caterina Murino, Giulia Fiume, Claudia Campagnola, Antonella Piccolo e Mariachiara Di Mitri dirette con grande sintonia da Guglielmo Ferro. Dal 6 all’ 11 dicembre salirà sul palcoscenico l’affiatata coppia Gaia De Lau- rentiis e Ugo Dighero in “Alle 5 da me” con le musiche della Banda Osiris. Lo spettacolo, diretto da Stefano Artissunch, racconta i disastrosi incontri sen- timentali di un uomo in cerca di stabilità affettiva e di una donna alla ricerca di qualcuno che le possa garantire una procreazione senza l’uso di provette. Protagonisti dello spettacolo sono quindi cinque donne che corteggiano un uomo e cinque uomini che corteggiano una donna. Come spesso capita nella vita, quando si vuol incontrare qualcuno alla svelta si diventa poco selettivi, e così i due personaggi, accompagnati dalle musiche dal vivo della Banda Osiris, finiscono per trovarsi ad accogliere in casa figure davvero singolari e a tratti paradossali. Dall’11 gennaio finalmente in scena la nuova produzione Contrada che ha debuttato al Festival di Borgio Verezzi “L’anima buona di Sezuan” con Monica Guerritore che ne firma anche la regia. Scritto negli anni 30 da Brecht questa versione si ispira all’edizione di Strehler del 1981. In una Cina di fantasia, flagellata però da conflitti etico-sociali straordinariamente affini a quelli causati dall’attuale crisi economica globale, tre Dei scendono sulla terra alla ricerca di “un’anima buona” per scoprire che l’unica persona disposta a ospitarli per la notte è una misera prostituta. Ricompensata con una grossa somma, Shen-Te lascia il mestiere più vecchio del mondo e acquista una tabaccheria, ma tutti sfruttano la bontà della donna, che cadrebbe in rovina se ogni tanto non fingesse di sparire, presentandosi sotto le mentite spoglie di un presunto cugino, Shui-Ta, esperto uomo d’affari e affatto generoso. In cartellone fino al 15 gennaio 2020. Leo Gullotta sarà il protagonista di “Pensaci, Giacomino” di Luigi Pirandello a partire da venerdì 24 gennaio e in scena fino al 27 di gennaio. Tutti i ragio- namenti, i luoghi comuni, gli assiomi pirandelliani sono presenti in questa opera. Un testo di condanna, condanna di una società becera e ciarliera, dove il gioco della calunnia, del dissacro e del bigottismo è sempre pronto ad esibirsi. La storia racconta di una fanciulla che rimasta incinta del suo giovane fidanzato non sa come poter portare avanti questa gravidanza e il professore Toti pensa di poterla aiutare chiedendola in moglie e potendola poi così autorizzare a vivere della sua pensione il giorno che lui non ci sarà più. Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura che nel frattempo è venuta al mondo.

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Il 7 febbraio e fino a mercoledì 12, arriva sul palco del Bobbio un’altra nuova produzione Contrada che ha debuttato al Festival di Borgio Verezzi con una coppia inedita: Pino Quartullo e Enzo Iacchetti in “Hollywood Burger”, diretto dallo stesso Quartullo. Leon e Burt, due attori che dicono di aver partecipato a molti film celebri, anche se nessuno li conosce, raccontano le loro disavventure in una mensa per artisti degli «Studios» di Hollywood, dove si trovano in compagnia di un inserviente (Fausto Caroli), che li tratta come inutili ingombri, e mentre snocciolano aneddoti con Stanley, Jack, Robert, Francis, Al, Ridley, Meryl, Giulia, citando i nomi dei personaggi più famosi come fossero intimi amici, se ne dicono e se ne fanno di tutti i colori: si pas- sano e spalmano sui loro hamburger senape, maionese e ketchup in modo convulso e ingordo come la loro voglia di far parte, in un modo o nell’altro, della magia di Hollywood. [ La rassegna si è interrotta a causa della prima chiusura dei teatri in febbraio per la pandemia da Covid-19 ]

Per i titoli fuori abbonamento andranno in scena 16 appuntamenti d’eccezio- ne tra cui spiccano nomi di fama come Moni Ovadia, Luca Argentero, Debora Villa, Ascanio Celestini, Angela Finocchiaro, Lino Guanciale. Gli spettacoli fuori abbonamento (per i quali gli abbonati della Stagione di Prosa godranno di un trattamento di favore) inizieranno domenica 3 novembre con la rappresentazione della Compagnia del Barone Rampante “Peter Pan e i ragazzi perduti”, tratto da “Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere” di James M. Barrie, con la regia e l’adattamento di Gianmaria Martini e impreziosito da musiche rock, tra cui brani di Kurt Cobain e i Joy Division. A seguire il 14 novembre arriverà l’atteso “Dio Rode. Nish Koshe” con Mani Ovadia, per la prima volta al Bobbio con questo spettacolo sul modello di Oylem Goylem, di cui ricorre il 25° anniversario, con le musiche dal vivo della Moni Ovadia Stage Orchestra. Protagonista sarà il vecchio ebreo errante, con nuove storie e nuove musiche. Il 15 novembre ritorna come di consuetudine uno spettacolo di e con Silvia Priori: “Elena di Sparta”. Silvia Priori, attrice, regista e drammaturga porterà a Trieste la sua Elena, ribaltandone il mito e rivaluta la figura della donna e le restituisce la sua dignità. Un personaggio estremamente attuale che ha sempre fatto parte del vissuto culturale e dell’immaginario popolare. Sabato 30 novembre sarà la volta di “È questa la vita che sognavo da bam- bino?” con Luca Argentero nei panni di alcuni grandi personaggi dalle vite straordinarie che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina. Luisin Malabrocca “inventore” della Maglia Nera, l’alpi- nista Walter Bonatti e il campione Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani. E, per la prima volta interpretato da una donna, la comica Debora Villa, la Contrada ospiterà il 14 dicembre lo spettacolo ironico, dissacrante e raffinato “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” tratto dal celebre libro di John Gray. Il 1 febbraio sarà la volta di Ascanio Celestini con “Barzellette”, tratto dall’omo- nimo libro edito Einaudi e uscito da poco mentre il 21 febbraio andrà in scena

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una inedita Angela Finocchiaro, protagonista in “Ho perso il filo” spettacolo in cui si mette alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontare con la sua stralunata comicità e ironia un’avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso: quella di un’eroina pasticciona e anticonvenzionale, una Teseo che parte per un viaggio, si perde e si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terri- bile Minotauro. [ La Stagione si è interrotta a causa della prima chiusura dei teatri in febbraio per la pandemia da Covid-19 ]

Tra gli spettacoli Ospiti al Teatro Bobbio, suddivisi tra Danza, Musica e Altri Eventi andranno in scena un omaggio a Ennio Morricone (6 marzo) e agli Abba (22 febbraio); due classici della danza, Lo Schiaccianoci (30 dicembre) e Cenerentola (15 febbraio); le commedie, quella commovente “Up&Down” con Paolo Ruffini il 6 gennaio e la divertente “Finchè Social non ci separi” con Angelo Pisani e Katia Follesa in scena il 7 gennaio. Infine dopo il successo dell’anno scorso ritorna il Capodanno in compagnia di Flavio Furian, Maxino, Ornella Serafini, Raffaele Prestinenzi e Elisa Bom- bacigno insieme ai ballerini di Emporio Danza con il quale gli spettatori del Teatro Bobbio festeggeranno l’arrivo del nuovo anno con le parodie e gli ospiti (finti) internazionali di “San Remo vs San Silvestro”.

Stagione 2020/21

A proposito di noi. Parte così, con questo slogan, la campagna abbonamenti 2020/21 della Contrada, un invito per tornare ad ascoltare insieme le storie, quelle di noi tutti, raccontate attraverso il teatro e nel teatro. A presentare la stagione del Bobbio alla presenza dell’Assessore Regionale Tiziana Gibelli e dell’Assessore del Comune di Trieste con delega ai Teatri Serena Tonel, sono stati stamattina la Presidente e direttrice artistica dello Stabile di Trieste, Livia Amabilino e il Direttore organizzativo Diego Matuchina. La conferenza stampa, trasmessa in streaming sui canali social della Contrada, Facebook e Youtube, ha visto la presenza della stampa, degli artisti e degli amici della Contrada. «È una stagione importante quella che si apre oggi - spiega Livia Amabilino - in un anno decisamente anomalo che ha visto il settore dello spettacolo dal vivo messo a dura prova, ma che ha stimolato energie nuove e necessità maggiori di condivisione. E questo è il significato dello slogan di quest’anno: A proposito di noi, per sottolineare che il Teatro parla di qualcosa che ci riguarda, delle nostre emozioni, che abbiamo bisogno di ricevere e trasmettere, e delle nostre esperienze. Naturalmente la ripresa avverrà adottando tutte le misure di sicurezza imposte dalla situazione, perché sentiamo la responsabilità che ci viene affidata». «Avrei voluto essere con voi oggi, ma non mi è possibile - ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli in un video proiettato in

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occasione della presentazione - a causa di un impedimento fisico, quindi vi giunga il mio bocca al lupo per la nuova stagione. Il coraggio che stanno avendo i soggetti di produzione culturale è encomiabile. È un coraggio unito a creatività, perché ognuno aggiunge di suo idee e soluzioni per fare rispettare le regole e per permettere di fruire in sicurezza il proprio prodotto culturale. Vi sono grata perché stiamo “osando con giudizio”. Conto molto sulla programmazione de La Contrada per tirarci su il morale e superare qualche inevitabile momento di mestizia che questo periodo ci ha imposto». Tra i 12 titoli del nuovo cartellone - suddivisi fra spettacoli “rossi” e spettacoli “blu” come da tradizione - ben 5 sono produzioni firmate Contrada. I nomi in cartellone sono quelli di attori di grande calibro, molti dei quali sono colleghi e amici, collaborazioni che si rinnovano ma anche nuove proposte: Ariella Reggio, Veronica Pivetti, Enzo Decaro, Paolo Triestino e Nicola Pistoia, Emilio Solfrizzi, Corrado Tedeschi, Martina Colombari, Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere, Michela Andreozzi, Francesco Montanari, Andrea Delogu, Chiara Francini, Matteo Branciamore, Ninni Bruschetta, Lodo Guenzi, Lorenzo Lavia, Marzia Postogna. Anche quest’anno a fare da apripista della Stagione 2020/2021 - che si avvale del sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste e della Fondazione CRTrieste - giovedì 1 ottobre, sarà una nuova produzione della Contrada. Lo spettacolo, in dialetto triestino, unico nel suo genere, è la prima Stand-Up Comedy della Contrada con la mitica Ariella Reggio: Ottantena. Stand Up Comedy Show per Signora e mascherina, scritto da Davide Calabre- se, membro degli Oblivion, che ne cura anche la regia. Durante il periodo della Quarantena un’attrice con qualche anno sulla carta d’identità, ma pochissimi nell’animo, rinuncia alla solitudine e decide di passare il periodo di contuma- cia assieme al compagno di sempre: il Teatro. Trasformando il soggiorno di casa in un palcoscenico, combinando in maniera improbabile Shakespeare, Beckett e la sua amata Debegnac ai fatti di più stretta attualità, Ariella Reg- gio, accompagnata da Anselmo Luisi nei panni di un bizzarro e stravagante musicista, trascinerà il pubblico all’interno del suo personalissimo Show. Ottantena ripercorre in poco più di un’ora quasi quattro mesi di solitudine forzata, tra canzoni, monologhi, telefonate improbabili e dialoghi al limite dell’assurdo, cercando il lato più spensierato e “scorretto” di un periodo che ha destabilizzato il mondo intero. Un inno alla gioia bizzarro e stravagante, che ricorda come ancora una volta il Teatro è davvero “la zona franca della vita”. Lo spettacolo andrà in scena tutti i giorni dal primo di ottobre al primo di novembre: serali 20.30, martedì e domeniche 16.30, lunedì riposo.

[ La Stagione si è interrotta a causa della seconda chiusura dei teatri in ottobre per la pandemia da Covid-19 ]

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La compagnia la contrada • attori 2020

Ariella Reggio

Nata a Trieste, frequenta nella sua città la Scuola di Recitazione “Silvio D’Amico” (annessa al Teatro Nuovo diretto da Ser- gio D’Osmo). Entra in seguito a far parte dell’allora esistente compagnia di prosa della RAI, diretta da Ugo Amodeo. Nel 1961 viene scritturata dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia per partecipare a un’edizione di Arlecchino servitor di due padroni di Goldoni e da al- lora, per numerosi anni, fa parte della compagnia del Teatro Stabile. Partecipa alla messinscena di svariati spettacoli sotto la direzione di registi quali Giuseppe Maffioli, Orazio Costa, Giovanni Poli, Francesco Ma- cedonio, Sandro Bolchi, Furio Bordon e altri. Si trasferisce quindi a Londra dove si ferma per parecchi anni, conducendo presso la BBC delle trasmissioni culturali sia radiofoniche che televisive. Ritornata in Italia lavora a Genova con il Teatro del- la Tosse diretto all’epoca da Lele Luzzati e Tonino Conte, e partecipa nel 1970 all’allestimento di Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e diretto da Giorgio Strehler. Nel 1976 assieme a Orazio Bobbio, Lidia Braico e Francesco Macedonio fonda a Trieste il Teatro Popo- lare La Contrada e da allora innumerevoli sono le sue partecipazioni sia in testi brillanti che drammatici, in dialetto triestino e non, sotto la direzione di molti registi, fra i quali Francesco Macedonio, Antonio Calenda, Patrick Rossi Gastaldi, Luisa Crismani, Elena Vitas, Alessandro Marinuzzi, Mario Licalsi, Marco Mattolini, Davide Calabrese, Alessandro Fullin. Da allora partecipa ogni anno agli spettacoli prodotti dalla Contrada. Oltre al consolidare negli ultimi anni il suo personale successo nel Friuli Venezia Giulia, grazie anche ai fortunati spettacoli scritti e diretti per la compagnia della Contrada da Alessandro Fullin e Davide Calabrese, Reggio collabora regolarmente anche con altre compagnie e Teatri Stabili italiani: fra i diversi titoli portati in scena con altre compagnie si ricordano la com- media di Natalia Ginzburg Ti ho sposato per allegria, per la regia di Valerio Binasco (prod. Teatro Stabile di Firenze) con Maria Amelia Monti e ; Il compleanno di Pinter (prod. Teatro Stabile di Firenze) per la regia di Fausto Paravidino; Boeing boeing con Gianluca Guidi e Gianluca Ramaz- zotti (prod. Ente Teatro Cronaca) – spettacolo che le fa vincere nel 2014 il Premio “Maschere del teatro” come attrice non protagonista; Calendar girls con Angela Finocchiaro e Laura Curino per la regia di Cristina Pezzoli (prod. Compagnia Enfi Teatro); Zio Vanja di Anton Čechov, diretto dalla giovane regista ungherese Kriszta Székely (prod. Teatro Stabile di Torino). Numerose anche le sue partecipazioni al cinema (diretta fra gli altri da Woody Allen), nei corti (fra cui il pluripremiato “Pepitas” di Alessandro Sampaoli) e in TV (fra le altre, tre stagioni della fortunata serie di Riccardo Milani “Tutti pazzi per amore”).

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Marzia Postogna

Triestina, ha studiato danza classica e contemporanea nonché canto lirico. Ha seguito alcuni corsi di perfezionamento attoriale con Giovanni Boni, Aldo Vivoda, Jean Pierre Marry, nonché gli stages condotti dai registi Francesco Macedonio e Mario Licalsi presso la Contrada. A teatro ha esordito nel 1993 nel contesto del Palio teatro-scuola. Da allora ha recitato dapprima con piccole compagnie per approdare infine al teatro professionistico. Tra le esperienze più significative Piaf con il CIRT di Trieste e Babele con la compagnia Petit Soleil. Ha debuttato con la Contrada recitando in alcuni spettacoli di Teatro per ragazzi e dalla stagione 1996/97 fa parte della compagnia stabile del teatro privato triestino. Ha recitato in diversi spettacoli dedicati alla pro- grammazione serale: Non ti conosco più di Aldo De Benedetti sotto la direzione di Patrick Rossi Gastaldi e, con la regia di Francesco Macedonio, El mulo Carleto e El serpente de l’Olimpia di Roberto Damiani da Angelo Cecchelin, Antonio Freno di Macedonio-Perno, L’assente di Bruno Maier, L’Americano di San Giacomo, Un nido di memorie e L’ultimo carneval di Tullio Kezich e la riedizione di Due paia di calze di seta di Vienna di Carpinteri e Faraguna. Ha inoltre preso parte a due spettacoli della trilogia Teatro-Scienza promossa dalla Contrada e ad alcune produzioni di Teatro per Ragazzi. Ha partecipato al Festival dell’Operetta del Ente Lirico Giuseppe Verdi di Trieste e ha recitato con successo nelle produzioni musicali della Contrada: Un bellissimo settembre. Kurt Weill, l’Americano di Gianni Gori per la regia di Mario Licalsi, Piccole donne: il musical! di Tonino Pulci e Stefano Marcucci (regia di Tonino Pulci), Orient Express, spettacolo nato da una sua idea in collaborazione con la pianista Cristina Santin per la regia di Orazio Bobbio. Negli ultimi anni ha preso parte a tutte le commedie dialettali che inaugu- rano la Stagione della Contrada (Sariandole e Tramachi di Roberto Curci, Vola colomba di Pierluigi Sabatti, Remitùr di Ugo Vicic, Fuori i secondi e Svola cicogna di Enrico Luttmann, Maldobrie e Due paia di calze di seta di Vienna di Carpinteri e Faraguna, tutti per la regia di Francesco Macedonio; Sissi a Miramar e Ritorno a Miramar di Alessandro Fullin, per la regia di Alessandro Marinuzzi e Alessandro Fullin; Pronto, mama…? e Nuovo Cine Swarovsky per la regia di Davide Calabrese). È stata protagonista al fianco di Antonio Salines della prima edizione teatrale italiana di Io e Annie di Woody Allen e de Il gatto in tasca di Feydeau; era fra gli interpreti di Capriole in salita di Pino Roveredo (regia di Macedonio) e di Capitano Ulisse di Alberto Savinio, diretto da Giuseppe Emiliani e presentato al 40° Festival di Teatro della Biennale di Venezia; ha partecipato alla prima edizione del Prigioniero della Seconda Strada di Neil Simon con Maurizio Ca- sagrande e Tosca D’Aquino, per la regia di Giovanni Anfuso e all’allestimento del Fu Mattia Pascal diretto da Guglielmo Ferro.

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Adriano Giraldi

Triestino, si forma alla scuola del Piccolo Teatro di Milano e debutta nel 1981 con la compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in Karl Valentin kabarett per la regia di Giorgio Pressburger. In seguito lavora al Teatro di Roma con Luigi Squarzina (Il cardinale Lambertini di Testoni e Timone d’Atene di Shake- speare); all’Olimpico di Vicenza con Sandro Sequi (I pettegolezzi delle donne); a Bologna con Leo De Berardinis (Amleto nel ruolo di “Laerte”); a San Miniato con Krzystof Zanussi (Giobbe, con Ugo Pagliai e Paola Gassman. Torna allo Stabile del Friuli Venezia Giulia recita in Attraverso i villaggi di Handke e in Baal di Brecht, per la regia di Roberto Guicciardini. Partecipa inol- tre a diversi spettacoli diretti da Giuseppe Patroni Griffi, Gabriele Lavia, Franco Però e Sandro Bolchi. Nel 1986 inizia a collaborare con La Contrada, partecipando a quasi tutti gli allestimenti dello Stabile privato triestino sotto la direzione di Francesco Macedonio, Antonio Calenda, Mario Licalsi, Patrick Rossi Gastaldi, Tonino Pulci e altri. Sempre per la Contrada è direttamente coinvolto nell’organizzazione di progetti teatrali legati alla realtà culturale triestina, come ad esempio le rassegne estive dedicate all’allestimento di spettacoli ed eventi urbani legati alle figure di Italo Svevo e James Joyce. In tale ambito è fra i protagonisti di tuti gli spetta- coli della rassegna Serate Sveviane, diretto di volta in volta da Elena Vitas, Antonio Salines, Francesco Macedonio, Sabrina Morena e Ulderico Manani. Nell’estate del 2001 è al fianco di Ariella Reggio al Todi Festival in Ballan- do con Cecilia di Pino Roveredo, con la regia di Macedonio. Nelle ultime stagioni con La Contrada ha preso parte a Un nido di memorie di Tullio Kezich e a I rusteghi di Goldoni per la regia di Francesco Macedonio, a Piccole donne: il musical! di Pulci e Marcucci, a Io e Annie di Woody Allen con la regia di Antonio Salines, a I ragazzi irresistibili di Neil Simon, accanto a Johnny Dorelli e Antonio Salines, e a Il divo Garry di Noël Coward con Gianfranco Jannuzzo e Daniela Poggi, entrambi diretti da Macedonio. Ha recitato in tutti gli ultimi spettacoli dialettali di inizio stagione della Contrada, è stato protagonista di L’aberrazione delle stelle fisse di Santanelli, de Il metodo di Jordi Galceran, ha partecipato alle tournée di Italiani si nasce e L’apparenza inganna, accanto a Maurizio Micheli e Tullio Solenghi; all’allestimento di Daddy blues. Un papà per tutti, con Marco Columbro e Paola Quattrini. Nel 2014 ha recitato con Maurizio Casagrande e Tosca D’Aquino nel Prigioniero della Seconda Strada di Neil Simon ed è stato protagonista di Pronto, mama…? e Nuovo Cine Swarovsky per la regia di Davide Calabrese. Diretto da Guglielmo Ferro è fra gli interpreti de Il fu Mattia Pascal di Pirandello.

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Daniela Gattorno

Nasce artisticamente nel Circo Orfei dove vive per 13 anni formandosi con diversi maestri e perfezionandosi nelle arti della giocoleria e nell’acrobazia aerea. All’inizio degli anni ’90 si stabilisce a Trieste dove incomincia l’attività teatrale con Aldo Vivoda, attore e regista formatosi nel Theatre du Soleil di Ariane Mnouchkine. Con il gruppo lavora sui testi delle commedie di William Shakespeare, partecipando a seminari e a tutte le messe in scena. Nel 1995 entra a far parte dell’Associazione Culturale Fuclap e con la stessa inizia un’intensa attività di teatro di strada, contribuendo poi alla realizzazione di eventi tea- trali e musicali a tema, con specifici riferimenti al territorio friulano e alla conservazione delle sue tradizioni e memorie. Nell’ottobre del 2001 incomincia un duraturo rapporto di collaborazione con la Contrada; da allora prende parte a tutti gli spettacoli prodotti per il Settore del Teatro Ragazzi: (I viaggi di Marco Polo, Dalla terra alla luna, Il vello d’oro, Il gatto e la volpe, Giro giro tondo, Cappuccetto rosso, Hansel e Gretel), diretta dai registi Eugenio Allegri, Carlo Rossi, Francesco Macedonio, Giorgio Amodeo e Maurizio Zacchigna. Partecipa all’allestimento dello spettacolo L’ultimo carnevàl di Tullio Kezich, per la regia di Macedonio e a diverse messe in scena nell’ambito del Settore della Contrada “ContradeAperte-Progetti speciali” (Le vie del caffè, Viaggi a Trieste: il carnevale di Casanova). Prende poi parte all’allestimento di Vera Verk di Fulvio Tomizza, presentato al Castello di Muggia nell’ambito del Festival “Teatri a Teatro” 2009 promosso dalla Provincia di Trieste. È inoltre ideatrice e protagonista di diversi spettacoli realizzati per la prima infanzia – Mare, Quadratino, Fiabe africane, La bella lavanderina, La pentola di Samarcanda – e negli ultimi anni organizza e interpreta le animazioni delle rassegne “Fiabe al cioccolato” e “Fiabe allo zucchero filato” presentate al Teatro dei Fabbri. Sempre per il settore del Teatro per ragazzi dirige gli spettacoli Biancaneve, e I musicanti di Brema. Viene scelta dal regista Davide Calabrese per gli spettacoi inaugurali della Contrada, Pronto, mama…? di Carpinteri e Faraguna e Nuovo Cine Swarovsky. Dal 2017 è Presidente dell’Associazione Amici della Contrada, per la quale, fra le altre cose, organizza la rassegna “Teatro a leggìo”, dove talvolta figura anche in veste di regista e/o interprete.

54 la contrada • attori 2020 Valentino Pagliei

Nato a Terracina (LT), si diploma presso l’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine studiando con , Jurij Alschitz, Danio Manfredini, Françoise Khan, Giuseppe Bevilacqua, , Pierre Byland, Geraldine Ba- ron, Pippo Del Bono. Studia danza classica e contemporanea con Michele Abbondanza, Anita Bucchi, Virgilio Sie- ni, Julie Stanzak e Irène Tassembedo; violino e contrabbasso con Antonio Nicchiniello e Andrea Zulian. Debutta in teatro nel 1990 con Girotondo di Ar- thur Schnitzler, regia di Marco Angelilli. Dal 1991 al 1995 è appassionato animatore della compa- gnia di teatro di sperimentazione L’Appeso. Nel 1992 partecipa al Festival di Santarcangelo dei Teatri con La Condanna da Franz Kafka, regia di Amedeo di Sora. È organizzatore della Scuola di Teatro Città di Frosinone. Negli anni successivi lavora con Claudio Di Scanno, Marcello Sambati, Luciano Brogi, Giambattista Storti, Valeria Talenti, Renata Ciaravino, Andrea Collavino ed entra in contatto con il Living Theater di Judith Malina e Hanon Reznikov. Dal 1997 al 2004 è co-regista de La Notte delle Paure, teatro in paesi ab- bandonati nel Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, su storie e leggende raccolte dalla viva voce degli anziani del posto. Dal 2001 collabora attivamente con la Contrada, recitando in quasi tutte le produzioni di Teatro Ragazzi dello stabile triestino degli ultimi vent’anni, sotto la direzione di Eugenio Allegri, Carlo Rossi, Francesco Macedonio, Giorgio Amodeo, Maurizio Zacchigna, Daniela Gattorno e Elena Husu. È stato lui stesso responsabile del Settore per l’Infanzia e la Gioventù della Contrada dal 2009 al 2012. Partecipa inoltre allo spettacolo di Tullio Kezich L’ultimo carnevàl, ad Al- cesti tratto da Euripide, Savinio e Rilke per la regia di Ulderico Manani, a Tramachi di Roberto Curci e Fuori i secondi. Tiberio Mitri: professione pugile di Enrico Luttmann, diretti da Macedonio, e all’allestimento di Ritorno a Miramar, Le basabanchi e Basabanchi 2: rèpete, scritti, diretti e interpretati da Alessandro Fullin. Oltre a collaborare continuativamente con la Contrada per il settore de- dicato ai ragazzi, prende parte a diverse letture sceniche del ciclo “Teatro a Leggio” degli Amici della Contrada ed è fra gli interpreti di Egon & Jim di Renzo S. Crivelli. Ha lavorato anche per il cinema, ne “Il papà di Giovanna” di Pupi Avati, in varie fiction per la RAI, la TV Nazionale Austriaca, quella Tedesca e History Channel, con la regia di Emanuele Sangiuli, Luigi Perelli, Gianni Lepre, Marco Rosi, Hannu Salonen e in alcune registrazioni radiofoniche con Massimo Somaglino e Marisandra Calacione.

55 la contrada • attori 2020

Francesco Godina

Nato a Trieste nel 1982, Francesco Godina muove i suoi primi passi nel mondo del teatro con la Contrada, nel 2002, partecipando all’allesti- mento de L’ultimo carneval di Tullio Kezich, per la regia di Francesco Macedonio. Nel 2005 consegue il diploma di attore presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine e partecipa negli anni suc- cessivi a numerosi stages tenuti da prefessionisti del teatro quali Re- nata Molinari, Massimo Di Michele, Maurizio Schmidt, Emma Dante e Jean-Paul Denizon. Dal 2006 al 2010 collabora con Fondazione Atlantide - Teatro Stabile di Verona prendendo parte a Romeo e Giulietta di Shakespeare e Enrico IV di Pirandello. Nel 2007 interpreta I due lati del cerchio, storie di Auschwitz e Semi di zucca, storie d’emigrazione e Resistenza, prodotti dalla compagnia TEATROMUROQUATTRO di Trieste, della quale è socio fondatore, creata per lo sviluppo degli studi e degli spettacoli sulla formazione e la memoria storica e teatrale in Italia. Nel 2009 interpreta La Variante di Lüneburg, lettura scenica in friulano, per la regia di Sabrina Morena, mentre nel 2010 partecipa a Odisee, spetta- colo prodotto dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine in collaborazione con l’Accademia Nico Pepe, per la regia di Claudio De Maglio. Lo stesso anno è in Molto rumore per nulla e ne I Giganti della Montagna di Pirandello. Nel 2012 è a Mittelfest con Siums, prodotto dal CSS di Udine e diretto da Gigi Dall’Aglio Fra il 2008 e il 2011 collabora in laboratori teatrali, di recitazione e dizio- ne organizzati dall’Accademia Nico Pepe e nel 2013 diventa docente di riferimento per l’Accademia Nico Pepe in Microcosmi di Claudio Magris, evento Mittelfest 2013, per la regia di Giorgio Pressburger. Dal 2008 al 2014 è docente interno di Impostazione della voce, dizione e lettura presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Dal 2013 ha ripreso la collaborazione con la Contrada partecipando a tutti gli spettacoli per il settore dedicato ai ragazzi, a diverse letture sceniche dell’Associazione Amici della Contrada, a tutti gli spettacoli scritti da Alessandro Fullin per la compagnia della Contrada e a Pronto, mama…? di Carpinteri e Faraguna per la regia di Davide Calabrese. Dal 2019 prende parte a L’anima buona di Sezuan di Brecht, diretto da Monica Guerritore.

56 la contrada • attori 2020

Elke Burul

Elke Burul nasce a Trieste nel 1970. Nel 1993 ottiene il diploma alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, frequentando, fra gli altri, i seminari di Walter Magliaro, Vittorio Franceschi, Nanni Garella e Francesco Macedonio. Dopo una serie di esperienze semiprofessioni- stiche tra il 1985 e il 1990, recita in La Maddalena lasciva e penitente di Gianbattista Andreini per la regia di Walter Magliaro, Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello per la regia di Nanni Garella, in Anche le pulci hanno la tosse di Fulvio Tomizza per la regia di Boris Kobal, I misteri di Pari- gi. Delitti in osteria tratto da Eugene Sue, adattato e diretto da Roberto Piaggio, Rilke curato e diretto da Luisa Crismani, e infine Il Campiello di Goldoni per la regia di Francesco Macedonio. Nel 1996 e nel 1997 prende parte a Il fuoco del radio e Ettore Majorana (regia Luisa Crismani), primi due spettacoli della trilogia “Teatro-Scienza” prodotta dalla Contrada e presentata al Teatro Miela nell’ambito della rassegna Teatralmente Intrecci. A Trieste lavora con numerose realtà indipendenti, oltre che con il Dramma Italiano di Fiume e il Teatro di Capodistria, e da molti anni collabora con la Contrada, partecipando a numerose produzioni di teatro per ragazzi e per adulti e, fin dagli albori, alle stagioni di Teatro a Leggìo curate dall’As- sociazione Amici della Contrada, per le quali negli ultimi anni ha curato diverse regie e riduzioni dei testi. Negli anni viene diretta, tra gli altri, da Mario Licalsi, Francesco Macedonio, Giorgio Pressburger, Sabrina Morena, Furio Bordon, Boris Kobal, Paola Bonesi, Giulio Ciabatti, Giovanni Boni. Per molti anni lavora inoltre presso l’Ente Lirico Giuseppe Verdi in qualità di regista assistente e attrice. Per fiction e cinema ha partecipato a “Rossella” (regia G. Lepre), “Un bacio” (regia di I. Cotroneo), “Volevo fare la rockstar” (regia M. Oleotto). Dal 1997 è attrice radiofonica e speaker doppiatore presso la sede Rai del FVG e diversi studi di registrazione a Trieste e in Slovenia. Nel 2013 inizia anche un percorso autorale, scrivendo diversi sceneggiati radiofonici per la sede Rai del FVG e due testi teatrali “Il Direttore” e “Tempo d’attesa” assieme allo scrittore e giornalista Pietro Spirito. Parallelamente, dopo la laurea in drammaturgia conseguita alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università degli Studi di Trieste, inizia ad insegnare. Dal 2008 al 2011 è docente di Tecniche della Recitazione presso la stessa Università e dal 2004 al 2012 insegna all’Accademia teatrale Città di Trieste. Attualmente è docente presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe e presso l’Associazione Culturale Star Ts Lab con sede al Teatro Stabile del FVG.

57 la contrada • attori 2020

Enza De Rose

Enza De Rose si diploma nel 2009 all’Accademia teatrale “Città di Trieste”, la scuola di teatro promossa dall’Associazione culturale La Cantina in collaborazione con il Teatro Stabile La Contrada. Durante il corso biennale dell’Accademia, studia recitazione, dizione, canto, danza e storia del teatro con professionisti dello spettacolo quali Francesco Macedonio, Elke Burul, Ornella Serafini, Maurizio Zacchigna, Corrado Canulli, Paolo Quazzolo e altri. Interpreta C’era una volta in America tratto da vari autori contemporanei statunitensi come saggio di fine biennio, per la regia di Macedonio. In seguito viene diretta da Franco Però in Uno, due, tre! di Vadim Levanov, produzione della Contrada pre- sentata al Mittelfest di Cividale del Friuli. Da alcune stagioni fa parte della compagnia stabile della Contrada e partecipa a tutti gli allestimenti di Teatro per Ragazzi, settore del quale, dal 2012, prende in mano l’organizzazione. È protagonista di tutte le produzioni più recenti di Teatro Ragazzi della Contrada (Biancaneve, Cenerentola e l’albero magico, Alice nel paese delle meraviglie, Bella & Bestia, I musicanti di Brema, La gatta con gli stivali, Anche le pulci hanno la tosse, Dove si è nascosta Riccioli d’oro?, Le quattro stagioni), di diverse letture sceniche dell’Associazione Amici della Contrada. Prende parte agli spettacoli Egon & Jim di Renzo S. Crivelli, Stai zitta per favore di Raymond Carver, Amy, the great Gig in the sky coprodotto con il Teatro Miela-Bonawentura e Pronto, mama…? di Carpinteri e Faraguna per la regia di Davide Calabrese. È stata ideatrice, con Sara Cechet, del ciclo di fiabe per bambini in lingua italiana e inglese Mrs. Grey & me, del quale ha curato anche la regia. Partecipa a diversi cortometraggi, fra i quali la fiction RAI “La porta rossa”, e al programma radiofonico “Parole desuete”, prodotto da Radio Rai 2 Trieste. Nel settembre 2014 idea il laboratorio “Insegnare il teatro” dedicato a operatori e insegnanti mentre nell’ottobre dello stesso anno inizia a con- durre un laboratorio di recitazione per adulti presso l’Associazione Iav di Gorizia. Contemporaneamente diventa docente esterna di recitazione presso diverse scuole pubbliche e private della Regione FVG e dal 2017 insegna recitazione presso la scuola di danza Arteffetto di Trieste. Per la Contrada dirige alcuni spettacoli per ragazzi e assiste alla regia Marco Mattolini (Giovanna e il funambolico Alfredo), Alessandro Fullin (Basabanchi. Répete), Pino Quartullo (Hollywood Burger), Marco Casazza (La ricerca della simmetria), Davide Calabrese (Ottantena).

58 la contrada • attori 2020

Francesco Paolo Ferrara Laureato in Arti Visive e dello Spettacolo, dipartimento di Design e Arte presso lo IUAV a Venezia, Francesco Paolo Ferrara prende parte a diversi labvboratori teatrali e allestimenti scenici sotto la regia di Luigi Dall’Aglio, Claudio Longhi, Giuseppe Emiliani e altri. Nel 2007 si iscrive all’Accademia teatrale “Città di Trieste”, diretta da An- tonio Salines, e studia recitazione, dizione, canto, danza e storia del teatro con professionisti dello spettacolo quali Francesco Macedonio, Elke Burul, Ornella Serafini, Maurizio Zacchigna, Corrado Canulli, Paolo Quazzolo e altri. Dopo il diploma nel 2009, partecipa a diversi allestimenti della Contrada, per la regia di Paola Bonesi (Il triangolo magico di De Stefani) e di Francesco Macedonio (Storie brevi di brevi amori, antologia da Cechov; Remitur di Ugo Vicic; Aspettando Giulietta di De Franceschi; C’era una volta in America antologia da E.Lee Master, T.Williams, I.Shaw). Partecipa alle performance del progetto di Dora Garcia “The Inadequate” all’interno del padiglione spagnolo per la 54sima Esposizione Internazio- nale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 2013 diventa assistente alla comunicazione LIS (il linguaggio italiano per sordomuti) presso il Centro di Formazione Professionale “IAL SICILIA” di Messina in ambito del corso “Tecniche artistiche polivalenti”. Nel 2014 riprende la collaborazione con la Contrada partecipando all’al- lestimento degli spettacoli per ragazzi Alice nel paese delle meraviglie e I musicanti di Brema e ideando e curando il progetto “Il teatro che fa la differenza!”.

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