Questa cartoguida della riviera del Conero è il frutto di un lavoro minuzioso di ricerca e di CARTOGUIDA DELLA RIVIERA DEL CONERO catalogazione dei luoghi più suggestivi e dei toponimi attribuiti dagli uomini del mare nel corso dei secoli; ci illustra un patrimonio nascosto tra i più affascinanti dell’Adriatico: spiagge, baie, coste rocciose, grotte e montagne. RIPE MARZOCCA FALCONARA Luoghi che vanno ammirati e conosciuti “in punta di remi”, navigando nel mare placido, in uno MARITTIMA CASTELLONE OSTRA spettacolo di colori, odori e silenzi suggestivi, immersi in una natura primordiale solo in parte segnata DI SUASA MORRO D’ALBA CHIARAVALLE MONTE S. VITO a BARBARA S. MARCELLO dalla mano dell’uomo, che nel tempo ha trovato qui fonte di sussistenza. BELVEDERE PORTONOVO SERRA DE’ OSTRENSE CONTI AGUGLIANOO Rivolgiamo questa proposta ai nostri ospiti e ai residenti, convinti di stimolare la curiosità ed il piacere di un turismo emozionante e assolutamente rispettoso dell’ambiente. POGGIO S. MARCELLO S. MARIA NUOVA In attesa della istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero che ne suggelli il suo straordinario Provincia diROSORA AnconaOSIMO valore. MAIOLATI SPONTINI S. PAOLO DI JESI FILOTRANO L’Assessore al Turismo Il Presidente GENGA do LORETO Parchi ed Aree Protette NavigandoNavigan Luciano Montesi Enzo Giancarli C

FABRIANO CERRETO D’ ESI Avvertenza lungo la costa del Conero Molti tra i siti indicati sono raggiungibili solo via mare, tra questi alcuni non sono accessibili per espresse ordinanze dei comuni costieri, causa rischio frane e smottamenti. La navigazione a motore è consentita solo a distanza di sicurezza dai bagnanti e dalla costa. Ai più esperti consigliamo la visita in canoa. Raccomandiamo a tutti la massima prudenza e di informarsi sulle regole qui accennate. Per i percorsi via terra, quando sono possibili, seguire scrupolosamente i tracciati Assessorato al Turismo realizzati e segnalati dal Consorzio Parco del Conero.

Navigando dal porto di Ancona fino al porto di Numana Navigando, noterete le caratteristiche grotte, uniche nel loro genere in Il Passetto(4) è una parte importante del Parco Naturale del Conero, tutta la costa adriatica. perciò, provenendo dal porto di Ancona, inizieremo da questa baia la Le prime furono scavate nel lontano 1889 dai pescatori con la funzione di nostra navigazione, costeggiando tutta la riviera del Conero fino al ricovero delle attrezzature da pesca e delle barche e, ancora oggi, con la porto di Numana, e cercando di descrivere tutto quello che riusciremo pesca praticamente molto ridimensionata, i figli e i nipoti di quei "pionieri" a vedere. non riescono a fare a meno di trascorrere dei periodi di tempo nella baia, Superato il Cantiere navale, noterete un numeroso insediamento di facendo manutenzioni e conversando con il vicino di grotta, ricordando le caratteristiche grotte, sottostanti le Rupi di Gallina e il neo Parco del belle storie del passato e Cardeto e, subito dopo lo sperone di roccia, vedrete una piccola cavità i tanti problemi del pre- naturale profonda pochi metri, comunemente chiamata la "Grotta sente.

Azzurra"(1); di seguito poi vedrete una scogliera naturale e tutta la Grotta Azzurra Poco più avanti troviamo Baia di Pietralacroce costa del Passetto come era un tempo, prima degli insediamenti umani. l'imponente struttura del- Lungo la scogliera noterete anche un riquadro sugli scogli, chiamato il Quadrato, un luogo dove oggi gli appassionati l'ascensore, da poco completamente ristrutturata, e la grande scalinata(4), del mare si esibiscono in tuffi, ma dove un tempo nelle sue vicinanze vi era situata una grande Pesca con palafitte (i cui lavori furono completati probabilmente nell'anno 1948) che sale annesse. fino al tempio a 8 colonne doriche in pietra d'Istria, che, maestoso nel Subito dopo il Quadrato vi troverete di fronte a quello scoglio dalla strana forma chiamato la "Seggiola del Papa"(2), suo bianco candore, simboleggia i caduti di tutte le guerre. che è senz'altro lo scoglio più amato dagli anconetani. Nei pressi si trovano una vasca naturale chiamata la Il Monumento ai Caduti(4), progettato dall'Architetto anconetano "Vaschetta" e il "Canalaccio"(3), un piccolo canale che porta in mare aperto. Sono questi i luoghi dove gran parte Passetto: Monumento ai Caduti e scalinata Guido Cirilli, fu inaugurato il 3 Novembre dell'anno 1932. degli anconetani ha imparato a nuotare: i primi approcci con il nuoto avvenivano, e tutt'ora avvengono, nella Vaschetta, A sinistra della scalinata troviamo due stabilimenti su palafitte e, subito raggiunto poi un livello accettabile, si passava al Canalaccio, dove l'acqua è più alta, per arrivare poi a nuoto fino al dopo un breve tratto di costa senza insediamenti, un altro agglomerato di grotte (Passetto sud) e sulla sinistra notere- "Paletto". mo un grande smottamento di terreno causato da una grande frana nel novembre del 1998.

Proseguendo la nostra navigazione, osserviamo una scogliera semi- Troviamo poi altre grotte, tra le quali un sentiero sale fino all'abita- sommersa sottostante le rupi di Pietralacroce e, subito dopo la Baia, la to della Vedova, e una serie di scogli chiamati i Draghetti, costole "Valletta" dove vi sono insediate una serie di grotte utilizzate dai pesca- sottili di roccia perfettamente parallele, così chiamati per le curiose tori come ricovero per le barche: le origini di alcuni di questi insediamen- e strane sembianze che hanno osservandoli. ti artificiali risalgono ben al lontano 1850. Andando ancora avanti, arriviamo di fronte al Monte dei Corvi(9- Tutt'attorno alla Baia sono visibili una serie di scogli chiamati nell'ordi- 10) dove il sentiero della Sardella sale fino alla SP 1 del Conero e, ne: Scoglio dei Gamberi e Scoglio Lungo, posti di fronte alla scogliera subito dopo, proprio di fronte a quel piccolo gruppo di capanne dei semisommersa; mentre sulla sinistra della Baia scorgiamo lo Scoglio pescatori, troviamo i Campani(10), cioè un piccolo gruppo di scogli Sirolo, le Tre Pozze, lo Scoglio Grande, i Quattro Sassetti, il Quadro e lo affioranti sopra ad una conformazione rocciosa sommersa chiama- sperone della Scalaccia, da dove un sentiero porta fino al cimitero di ta le Mesole, in linea con lo Scoglio del Trave(11).

Scoglio l’Emerso Pietralacroce. Scoglio del Trave Subito dopo c'è lo Scoglio del Trave che scende a 45° dal Monte dei Sotto allo sperone della Scalaccia(5), sono visibili un insidioso cunico- Corvi e si riversa in mare prolungandosi per un chilometro: la carat- lo, creato dall'erosione marina, che ha termine dopo quindici metri di pericoloso percorso, e sulla sua sinistra lo scoglio teristica formazione rocciosa è visibile a fior d'acqua, per circa 450 metri, perciò occorre stare molto attenti men- del Fico, mentre la baia che segue viene comunemente chiamata Baia del Campo del mare(6), alla cui sinistra si trova tre ci si accinge a superare lo scoglio con un' imbarcazione. lo Scoglio del Cavallo(7), denominazione che comprende anche una secca. Molte sono le leggende sullo scoglio del Trave: una relativa alla traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto, Superato lo scoglio, troviamo una serie di bianchi scogli, chiamati la Scogliera e proseguendo ancora, la Baia della narra che la costruzione, sorretta dagli angeli, si fermò proprio su questo scoglio, per un'ultima sosta prima di Vecchia, con degli insediamenti di grotte ed un sentiero che sale fino a monte Venanzio. giungere a destinazione. Dalla baia, procedendo sempre via mare in direzione dello Scoglio del Trave, subito dopo aver superato l'ultima grotta, troviamo uno scoglio chiamato l'Emerso(8), il cui nome deriva da un'antica e suggestiva leggenda la quale narra che una notte, improvvisamente, la formazione rocciosa emerse dall'acqua, senza che si fosse verificato alcun evento sismi- co: da questa tradizione orale deriva appunto l'appellativo di Emerso.

Un'altra leggenda narra che in un tempo molto lontano lo scoglio avreb- Arriviamo così a Portonovo(15), esclusiva meta balneare, dove la prima be collegato le due sponde dell'Adriatico, poi il susseguirsi di fenomeni cosa che certo noterete è che la baia si è formata in seguito ad una gran- naturali avrebbe interrotto tale collegamento, lasciando di conseguenza de frana, mai documentata dalla cronaca storica, avvenuta in epoca lo scoglio come un lungo ponte crollato sul mare. remota ed espansa dall'attività estrattiva presente fino agli anni 50 in tutta Sulla sinistra del Trave noterete un muro di terra grigia franosa chiama- la zona costiera.Ma questa è storia del passato. ta i Colombacci(12) (aula geologica) e, subito dopo, una serie di scogli Oggi Portonovo è una prestigiosa località balneare conosciuta in tutto il e di rocce color marrone contenenti bitume e cristalli di gesso. Di fron- Mondo, con alberghi esclusivi e rinomati ristoranti con una serie di servi- te, in mare, emerge uno scoglio chiamato di Caldarola. zi balneari efficientissimi. Navigando in direzione di Portonovo troviamo la bellissima spiaggia di Sulla baia fanno bella mostra di se, il Fortino napoleonico(16), la Torre Mezzavalle(13), dove due sentieri salgono fino alla SP 1 del Conero, e, di Guardia(17) e la chiesa romanica di Santa Maria di Portonovo(19). Baia di Portonovo ancora più avanti una Monte della Croce Oltre la chiesetta notiamo il tratto di costa fino allo Scoglio della Vela(20). serie di scogli, proprio sotto il Monte della Croce(14), dove un tempo transitava la vecchia strada che portava a Portonovo; tra quegli scogli, fino a non molti anni or sono, veniva effettuata la pesca dei Balleri, datteri di mare che riesco- no a perforare la marna morbida grazie al loro guscio zigrinato e alle secrezioni acide che sciolgono la componente calcarea delle rocce. Oggi, la pesca di questi molluschi è tassativamente proibita.

Spiaggia di Mezzavalle Torre di guardia Fortino napoleonico Chiesa Santa Maria di Portonovo

Lo scoglio viene così chiamato per la sua curiosa forma. Alcuni però Dopo la spiaggia dei Forni, chiamata da alcuni anche spiaggia dei lo chiamano " Trovelò ", termine che viene spiegato in due modi: il Gabbiani, proseguendo notiamo le vestigia del Molo Davanzali(27) e, primo, perché somiglierebbe ad una "Trivella"; il secondo, perché sulla sua destra, un tempo non troppo lontano, vi era posizionata la alcuni pescatori avrebbero " trovato " uno scoglio in mare franato dal famosa Grotta degli Schiavi, una grotta il cui toponimo è scritto in tutte monte. Altri lo chiamano "Oronzo vergine", termine quest'ultimo di le carte, ma che oggi non esiste più. oscura derivazione. Il nome "scoglio della Vela" è comunque molto Poco più avanti sono ancora molto evidenti le vestigia degli insedia- più appropriato e poi "sa più di mare". menti dei cavatori. Oltre la Vela, superato il Puntone che interrompe il tratto costiero, tro- Proseguiamo ancora viamo la Spiaggiola(21) che è un approdo protetto, una delle tante pic- fino ad arrivare di fron- cole e spettacolari insenature conquistabili solo dal mare, territorio indi- te agli splendidi scogli scusso dei naturisti. A delle Due Sorelle(29), Scoglio della Vela Baia delle Due Sorelle sud della Spiaggiola posti tra il Puntone troviamo il tratto di costa chiamato il Lavatoio o l'Ospedale(22), minore e la Baia delle Due Sorelle(30). per il candore delle sue bianche e maestose rocce e, proseguendo, Oggi, nella baia approdano barconi carichi di turisti attratti da un luogo vediamo il tratto di costa chiamato dei Sassi Bianchi(23) e, poco selvaggio ed unico, tra i più belli dell'Adriatico; con la sua acqua limpida più avanti, l'omonima spiaggia che un tempo veniva chiamata anche e cristallina, la baia è tra le più conosciute mete balneari di tutto il terri- Valle Ombrosa(24), perché illuminata dal sole per poche ore al torio nazionale e non solo. giorno. Dalla baia è possibile risalire un sentiero fino alla vetta del monte, o fino Scogli delle Due Sorelle Da questa spiaggia, superato lo sperone di roccia, giungiamo alla a Sirolo attraverso il Passo del Lupo: questo percorso nel passato fu Spiaggia dei Forni(26), che appare come una breve mezzaluna ricavato dai cavatori del Conero. incastonata tra rocce imponenti, tra innumerevoli cavità che si sono Sulla sinistra della baia troviamo il Puntone Maggiore(31), chiamato anche Front'alto, dove, nel punto di contatto con il I Forni formate a causa dell'erosione marina, chiamate appunto i Forni(25). mare, è ben visibile la particolare conformazione rocciosa chiamata i Libri(31).

Superato il Puntone Maggiore, a ridosso del Passo del Lupo troviamo la Si arriva così di fronte alla Spiaggia Urbani(38) dove potrete osserva- Spiaggia delle Vellare(32), un nome che deriva dalla caratteristica gra- re la cavità conosciuta come Grotta Urbani(39), scavata naturalmente minacea chiamata comunemente Tagliamani, pianta presente in moltis- nella marna e la prestigiosa spiaggia Urbani. simi esemplari in questo versante. Il molo artificiale della spiaggia è collegato ad uno scoglio chiamato Superata la spiaggia, troviamo la cosìdetta Punta del monte(33), cioè la Sasso Grosso e ad un altro denominato Sasso delle Donne, quest’ulti- punta estrema del massiccio del Conero più avanzata verso mare e un mo viene così chiamato perché nei primi anni del 900 le donne vi si conseguente tratto di costa con fenditure aperte sul mare scavate dalla recavano in gruppo per bagnarsi. continua erosione marina e, inoltre subito dopo in un'ampia zona situata Subito adiacente alla Grotta Urbani ci sono i Lavi(40), un’altra par- tra il monte e il mare, notiamo le vestigia di vecchie costruzioni del ticolare conformazione rocciosa composta da lunghe placche lisce

"Moletto" o "Pontile"(34), un vecchio punto di attracco di barconi dei Grotta Urbani che dolcemente scendono verso il mare, interrotte da fenditure sca- Spiaggia di San Michele cavatori. Subito dopo troviamo un gruppo di placche lisce che scendono vate dall’erosione marina e da una profonda cavità chiamata la verso il mare, con una Grotta della Secca dei frati(41). serie di fenditure che ne interrompono la quasi regolarità e, proseguendo, Troviamo poi Vetta marina(42), sperone a picco sul mare, dove un tipico paesaggio litoraneo con una spiaggia che sembra fatta di confet- sulla cui sommità sorgeva un convento di frati minori del XIII seco- ti, dove, sottostante ad una serie di rocce rosate, un tempo vi erano inse- lo e subito dopo la spiaggia chiamata Gigli o Sotto Santa(43) con diate alcune fornacI per la calce. Proseguendo ancora, poco più avanti tro- lo Scoglio del Bo(44), detto anche Sasso della Balena e, di segui- viamo un piccolo gruppo di scogli affioranti, comunemente chiamati gli to, la frequentatissima ed apprezzata Spiaggiola di Numana Orsetti(35), per la loro forma particolare. Arriviamo così alla spiaggia dei alta(45) e il suo porto, punto di arrivo della nostra navigazione. Sassi neri(36), meta prediletta dai praticanti del naturismo e a quella di San Michele(37), famosa spiaggia del Conero e vanto della cittadina di Sirolo; subito dopo vediamo la Punta di Ferri o Punta di Giacchetta che Spiaggia dei Sassi neri prende il nome dall'omonimo scoglio situato oltre la scogliera frangiflutti. Grotta della Secca dei frati