UN UOMO DI FEDE RICORDO DI ABELE E I CACCIA di Pippo Bonanno TRUFFA di Angela Strona di Gino Nebiolo a pagina 6 a pagina 10 a pagina 12

Moncalvo e lo spazio Le radici del futuro Piero Messidoro

Eravamo negli anni 50 del secolo scorso e, come si usava fare allora nella mia famiglia la voce di moncalvo …ricordo per i più giovani che la televisio- L’aleramico ne non c’era.., ci si ritrovava in cucina intor- no alla stufa per discutere e condividere le nostre esperienze. Eravamo ad “’rcius” (il Rinchiuso di Mon- calvo) nella casa dei nonni e mia mamma Wilma Zanello ci raccontava quando da piccola veniva inviata a fare alcuni acquisti in piazza presso il negozio di Quarello. Il NUM. 6 suo problema più grosso in queste occa- sioni era evitare di incontrare un signore ANNO IV alquanto strano che girava con l’aria schi- MAGGIO 2016 va ed una mantellina scura sempre assor- L’Notiziario di fatti e notizie sulla storia di Moncalvo a cura della Parrocchia to nei suoi pensieri. I compagni di giochi Sant’Antonio di Padova e dell’Associazione “Guglielmo Caccia detto infatti dicevano che fosse un mezzo stre- il Moncalvo e Orsola Caccia ONLUS” - Piazza San Francesco, 1 - continua a pag. 3 aleramicoMoncalvo - Grafica e stampa: EMMERRE Arti Grafiche - Moncalvo EDITORIALE Vicende della L’ALERAMICO... Re‌sistenza nella per riscoprire le nostre radici zona di Moncalvo Andrea Monti Alessandro Allemano Carissimo lettore, 10 giugno 1940, 8 settembre 1943, 25 il nostro “letargo” invernale è stato un po’ più lungo del previsto … forse anche tu sei da anno- aprile 1945. verare in quella moltitudine di amici affezionati che in queste settimane ci hanno fermato per Queste tre fatidiche date scandiscono cin- strada interrogandoci sulle sorti della nostra rivista che negli anni è riuscita a far breccia nelle que degli anni più drammatici e travagliati della storia italiana dell’ultimo secolo. case dei moncalvesi e dei tanti emigrati che, sparsi per l’Italia da Aosta a Palermo, portano A settant’anni dalla fine della seconda sempre il ricordo dell’amata città aleramica nel cuore. guerra mondiale è opportuno ricordare, Tranquillo!! Nel lungo e nebbioso inverno monferrino non ci siamo dimenticati di te e tra una seppure in sintesi, fatti e personaggi che nella zona del Moncalvese caratterizza- nottata trascorsa a cercare la tanto agognata trifoula d’rou amabilmente descritta da Vincen- rono quel periodo di circa 20 mesi noto zo Buronzo, una mattinata passata ad ammirare la Fiera del Bue Grasso immortalata dalle con il nome di resistenza partigiana.

continua a pag. 16 Breve excursus storico Il 10 giugno 1940 l’Italia entrava in guerra a fianco della Germania contro Gran Bre- tagna e Francia: le nostre truppe erano gravemente impreparate ad affrontare un conflitto sia per inadeguatezza di mezzi che per mancanza di opportuno equi- paggiamento, ma Mussolini non intese ragioni, e fu l’inizio di una tragedia che continua a pag. 8 Da Patro all’Etiopia: ricordi della Guerra d’Africa del 1935-36 Andrea Monti

Il 5 maggio di quest’anno è ricorso l’80° anniversario dalla sera in cui Benito Mussolini, ricevuta notizia dal Maresciallo Pietro Badoglio, comunicava al popolo

Moncalvo: Teatro e Piazza ad inizio Novecento continua a pag. 2 Da Patro all’Etiopia: ricordi della Guerra d’Africa del 1935-36

la patria come scrive sul retro dell’ultima foto inviata alla famiglia dall’Africa Orientale Italiana “Noi si tira sempre diritto da tutte le parti del mondo. Siamo gli eroi della Patria”. Non vi nascondo che la foto coi volti sorridenti, ignari e felici dei due ragazzi abissini lascia senza parole. Ad ottant’anni di distanza possiamo senza dubbio affermare che loro sono stati degli “eroi”, artefici di un eroismo inteso non come risposta ad appelli retorici nefasti nelle conseguenze, ma “eroi” nella sopportazione di ogni sorta di sofferenza per ritornare dai propri cari, ritorno che però fu breve poiché molti di loro furono nuovamente richiamati alle armi nel corso della seconda guerra mondiale senza più Le truppe italiane attraversano il Canale di Suez fare ritorno dalle loro amate famiglie (di italiano la fine della Guerra D’Etiopia. Tale Signore. Sì l’anno 1936 fu un anno glorioso queste vicende avremo modo di parlare confronto bellico era stato intrapreso dal e storico per la Patria. Fu invece disastroso nel prossimo numero de “L’Aleramico”). Se Duce nell’ottobre del 1935 con l’intento per i raccolti che furono pochissimi e oggi noi giovani italiani possiamo essere di espandere l’impero coloniale italiano. scadenti causa le continue piogge che altrettanto felici e sorridenti, con lo stesso La dichiarazione di guerra all’Etiopia e caddero durante tale anno”. sorriso e lo stesso sguardo spensierato al Negus causerà all’Italia un periodo di Tra i giovani di Patro che hanno combattuto di quei ragazzi abissini, considerando la sanzioni comminate dalla Società della in Etiopia vi è era anche mio nonno Barberis guerra solo come un ricordo o una storia Nazioni (di cui faceva parte anche l’Etiopia) Luigi detto “Pinin”, arruolato nella terza raccontataci dai nostri nonni, lo dobbiamo alla quale il governo rispose mediante divisione CC. NN. XXI aprile passata alla proprio a loro che hanno rischiato la loro la cosiddetta “politica dell’autarchia” storia per l’operazione S.C.I.R.E. avvenuta vita per garantire a noi giovani un futuro che prevedeva il solo utilizzo di risorse e tra il 29 febbraio ed il 3 marzo del 1936. migliore. Il presente articolo è stato un prodotti italiani derivanti dalla Madre Patria Le inedite foto che corredano il presente doveroso ricordo. o dalle colonie dell’impero. articolo sono opera sua, di un giovane Il presente scritto, ben lungi dallo spiegare ventiduenne moncalvese che come molti Dedicato a mio nonno le motivazioni storiche e politiche alla base altri ha rischiato la propria vita per difendere Barberis Luigi detto “Pinin” di tale conflitto e l’evolversi dello stesso, vuole ricordare la memoria dei moncalvesi impegnati in tale frangente con alcune testimonianze e foto fin’ora rimaste inedite. Il parroco di Patro Don Luigi Bargero nella sua cronaca parrocchiale si sofferma sulle vicende della cosiddetta A. O. I. (Africa Orientale Italiana) e nella cronistoria parrocchiale del 1935 scrive: “Col 2 ottobre del corrente anno ebbe inizio la guerra o meglio l’impresa coloniale nell’Africa Orientale onde assicurare le colonie già esistenti dalla rapacità della confinante Abissinia nonché a scopo di espansione, Bambini di un villaggio dell’Abissinia anche dare lavoro all’abbondanza di lavoratori esistenti nella Madre Patria e anche per sopperire alla deficienza delle materie prime. Molte nazioni capeggiate dall’Inghilterra si opposero, ricorrendo alle sanzioni contro l’Italia che reagì colle contro sanzioni. Vi presero parte una diecina di Patresi”. Purtroppo Don Luigi Bargero non elenca il nome dei suoi compaesani partiti alla volta dell’Abissinia. Nella cronistoria dell’anno seguente appone invece la seguente annotazione: “Nel giorno 5 maggio del corrente anno ebbe termine l’impresa coloniale. In tale giorno il Grazzanese Maresciallo Pietro Badoglio fece ingresso con l’esercito in Addis Abeba capitale dell’Etiopia ed alcuni giorni dopo ne fu dichiarata l’annessione all’Italia e fu dichiarato l’Impero. Dei nostri Patresi nessuna vittima: essi ritornarono tutti gloriosi e trionfati dalla grandiosa e gloriosa impresa, e ne sia ringraziato il 2 Anziano Capo Tribù Barberis Luigi detto “Pinin” Moncalvo e lo Spazio Le Radici del Futuro Piero Messidoro gone e che avrebbero dovuto fare molta fine del 1609 e l’inizio del 1610, osservan- spaziali quali astronauti, scienziati e rap- attenzione nell’incrociarlo per evitare chis- do per la prima volta il cielo con il suo can- presentanti dell’industria piemontese, at- sà quali guai. Si trattava del Signor Bona- nocchiale compì una serie di osservazioni traverso incontri con il pubblico, presen- ventura, astronomo ante litteram, artigiano che rivoluzionarono l’astronomia, le cono- tazioni e dibattiti, mostre, proiezioni ed ottico, che si dilettava ad osservare il cielo scenze del Sistema Solare e dell’Universo. osservazioni astronomiche. In particolare con i suoi cannocchiali opportunamente Per questo motivo, accogliendo la ri- il 5 Dicembre 2009 è stata organizzata da lui modificati. Lo faceva dalla torretta soluzione avanzata nel dicembre 2005 una mostra presso l’atrio Municipale non- che si può osservare se dal centro di Piaz- dall’Unione Astronomica Internazionale ché un’osservazione diurna del sole e not- za Garibaldi si guarda verso Ovest sopra e dall’UNESCO, l’Assemblea Generale turna di Luna, stelle e pianeti proprio sul la Macelleria Micco e la Drogheria Broda, delle Nazioni Unite aveva proclamato il Belvedere Bonaventura a cura di Claudio una specie di piccolo osservatorio locale 2009 Anno Internazionale dell’Astronomia. Casacci e degli astrofili dell’Osservatorio da utilizzarsi durante le notti stellate mon- Sempre nel 2009 cadeva un altro impor- Astronomico di Cerreto d’Asti. Il 6 Dicem- ferrine. tante incontro con la storia, i 40 anni dallo bre al Teatro Comunale in collaborazione Il Sig. Bonaventura è immortalato dall’a- sbarco da parte dell’uomo sulla Luna il 21 con il Lions Club Aleramo si è svolta la mico Mario Pavese in un bellissimo qua- luglio 1969. Conferenza-dibattito su “L’Esplorazione dro proprio all’inizio della sua raccolta Sembrava impossibile, all’inizio del secolo spaziale dalle prime missioni alle sfide fu- “Monferrato Ieri” (Ed. Imago), nonché nel scorso, anche solo sfiorare l’ipotesi che le ture” in cui Giovanni Caprara giornalista suo logo che tutt’ora possiamo ammirare fantasie di Jules Verne nel suo libro “Dalla scientifico del Corriere della Sera insieme all’ingresso del Belvedere del Castello a Terra alla Luna” si sarebbero potute avve- ad Ingegneri di Thales Alenia Space (la più lui intitolato. L’attenzione verso le stelle e rare. granda azienda spaziale italiana) nonché il lo Spazio ha quindi a Moncalvo radici che Oggi ci rendiamo conto che il progresso primo astronauta italiano Franco Malerba vanno indietro nel tempo. scientifico e tecnologico dell’umanità ha (in collegamento telefonico da Parigi) han- Se però facciamo un salto nel recente superato perfino la fantasia dello scrittore no percorso le tappe principali dell’Esplo- passato, e più precisamente nell’Autunno francese. Da quando il primo astronau- razione Spaziale in Italia. del 2009, vediamo che il discorso spaziale ta della missione Apollo ha messo piede Ma il momento più significativo di questa riprende nel nostro paese proprio in occa- sulla Luna esclamando “Un piccolo pas- serie di manifestazioni è arrivato quando sione dell’Anno Internazionale dell’Astro- so per l’uomo, ma un grande passo per Maura Tombelli astrofila toscana ha con- nomia (cfr. logo allegato). l’umanità”, molto è stato fatto nell’ambito segnato alla più piccola Città d’Italia la per- Infatti pensammo di lanciare in collabo- spaziale nel mondo ed in Italia, quel passo gamena con il nome dell’Asteroide 15360 razione con l’Amministrazione Comunale rappresentò anche il primo di una sempre “Moncalvo” da lei scoperto nel 1996 scru- e con i Comitati per la Fiera del Tartufo più rapida camminata che ha portato altri tando il cielo dai telescopi dell’Altopiano e del Bue Grasso un’iniziativa chiamata successi. Ha spinto l’esplorazione dell’U- di Asiago (cfr. immagine allegata). Dovete GASTRONOMIA (ovvero la buona cucina niverso sempre più in la`, ci ha condotti fino sapere infatti che gli astronomi, osservati incontra lo Spazio) articolata in una serie alle soglie del terzo millennio con le son- nuovi corpi celesti, segnalano la scoperta di eventi nei quali si combinavano i tradi- de robotiche, i voli dello Space Shuttle e ad un ufficio NASA dedicato ed all’Unione zionali appuntamenti autunnali con alcune la Stazione Spaziale Internazionale, ed in Astronomica Internazionale che hanno il manifestazioni centrate sull’Esplorazione un futuro non molto lontano al ritorno sulla compito di verificare l’originalità dell’osser- Spaziale e sull’Astronomia. Luna e all’esplorazione di Marte che è già vazione rispetto al catalogo astronomico Nel corso del 2009 infatti si festeggiavano iniziata con il recente lancio della sonda corrente. Se la scoperta viene confermata, i 400 anni da quando Galileo Galilei tra la ExoMars, in cui il ruolo dell’Italia è fonda- l’astronomo interessato ha diritto di dedi- mentale. care il corpo celeste ad una persona od ad Ma tornando a Moncalvo, le diverse ini- un luogo previa adeguata motivazione. Nel ziative di GASTRONOMIA hanno visto la caso dell’Asteroide in questione è stato partecipazione di importanti personaggi scelta la dedica a Moncalvo, su proposta

2 Logo 2009: anno ufficiale dell’astrronomia Pergamena relativa all’asteoide “15360 Moncalvo” 3 del nostro gruppo di colleghi Thales Ale- nia Space, con la seguente motivazione: Musica che allieta “Moncalvo, piccolo centro del Monferrato, in Piemonte – Italia, terra di antiche e no- bili tradizioni. Oltre ai rinomati aspetti “ga- Serena Bestente stronomici” (famoso il tartufo bianco, una l’anima specie di Asteroide terrestre) e’ stato pro- motore di iniziative culturali scientifiche nel La notte di Natale, in una chiesa gremita, le Fra le famiglie artigiane italiane primeggiava campo dell’Astronomia e dell’Esplorazione sue note riscaldano i cuori e ben ravvivano quella di Vincenzo Mascioni, la quale, Spaziale”.(cfr. pergamena allegata). la preghiera: l’organo della Chiesa di San nella costruzione dell’organo puramente In effetti gli Asteroidi sono corpi minori del Francesco con le sue note armoniose elettrico, seppe sorpassare di gran lunga sistema solare orbitanti intorno alla nostra accompagna da più di un secolo le funzioni in perfezione, sicurezza e semplicità, tutto stella in una fascia compresa tra Marte e religiose più solenni diventando patrimonio quanto si era usato fino ad allora in Europa. Giove ad una distanza quindi tra 3 e 4 vol- artistico e culturale della nostra Moncalvo. E fu proprio alla ditta Vincenzo Mascioni te quella tra Terra e Sole (si presume per Era l’anno 1832 quando i Fratelli Serassi di Cuvio che don Bolla affidò, nel 1942, effetto della disintegrazione di un grosso costruirono l’organo di San Francesco, il restauro dell’organo affinché potesse pianeta che occupava nel remoto passato proprio in un tempo in cui aveva toccato il godere di tutte le comodità moderne e tutta quelle orbite). Ad oggi sono stati scoperti fondo una decadenza dell’arte organaria la ricchezza fonica dell’arte organaria di quel in numero di centinaia di migliaia e normal- ed organistica durata un secolo e periodo. Vide la luce così, un organo nuovo mente non interferiscono con la nostra Ter- mezzo. Il gusto per lo stile musicale del che andò ad incorporare quello del Serassi ra, se non in pochi casi in cui per effetto di melodramma prendeva spazio anche nelle arricchendolo di nuovi registri e funzioni. un urto fra loro un asteroide viene “scalcia- celebrazioni religiose dove, senza aver Si potrebbe definire tale organo come to” in un orbita prossima alla Terra. Tra l’al- la pretesa di suonare strumenti grandi e “sinfonico-moderno” in quanto composto da tro proprio in questi giorni la NASA sta stu- complicati, si lasciava spazio a registri 40 registri distribuiti su due tastiere manuali diando la fattibilità di una missione in grado dimezzati che permettevano di suonare la di 58 note ciascuna, con un totale di oltre di recuperare un asteroide interessante melodia da un lato della tastiera ed il suo 2000 canne e una pedaliera concavo radiale (alcuni di loro infatti potrebbero contene- accompagnamento dall’altro, utilizzando che permetteva l’utilizzo e la pressione di re metalli preziosi che scarseggiano sulla così una sola tastiera e dando, inoltre, entrambi i piedi. A completare il tutto, un Terra come ad esempio il Nickel; infatti uno al pedale poche note disposte in sesta funzionamento interamente elettrico. dei nostri più importanti giacimenti di Nickel per rendere più pieno il suono. I Serassi E fu proprio sul bollettino de “La Buona presente in nord America si è scoperto es- costruirono i loro organi così: essi devono Parola” datato 1942, che il prevosto promise sere proprio un Asteroide precipitato sul la loro fama non ad una abilità che abbracci ai suoi parrocchiani non solo la possibilità nostro pianeta nel lontano passato), per poi l’architettura complessiva dell’organo, ma di poter tornare a suonare melodie e trascinarlo in prossimità della Luna e farlo piuttosto di aver creato ed affinato uno atmosfere musicali di tutti gli stili e le visitare da Astronauti a scopi di sfruttamen- speciale tipo di ripieno che non è l’organo, epoche, ma anche che un tale intervento to delle sue risorse (una specie di miniera ma solo una parte di esso, per quanto la di restauro permesso soprattutto grazie spaziale). più importante ed essenziale. Tuttavia, alle loro offerte, non avrebbe richiesto A proposito di “risorse” del nostro territorio, la musica classica organaria con tale perfezionamenti od innovazioni successive, ci piace pensare all’Asteroide Moncalvo strumento non poteva essere suonata. se non dopo un luogo periodo. proprio come un grande “tartufo”, in effetti Fu così, che dopo alcuni tentativi non andati E la sua parola fu mantenuta, tanto che si tratta di un corpo delle dimensioni mas- a buon fine, volti ad aggiungere un secondo l’organo che noi possiamo ammirare tutte sime di 10-20 Km (all’incirca paragonabile organo manuale al corpo del Serassi, nel le domeniche nella nostra chiesa di San all’estensione del nostro comune e delle 1903, il prevosto don Lupano invitò alcune Francesco è rimasto tale nei decenni sue frazioni) e dalla forma irregolare pro- ditte organarie a presentare un progetto per successivi, richiedendo un solo intervento prio come il nostro prezioso tubero. Siamo un nuovo restauro. Tali proposte restarono di restauro nel 1991, nuovamente affidato sicuri però che si comporterà bene e non ci tuttavia allo stato di progetto, probabilmente alle sapienti mani della ditta Mascioni. creerà problemi …anzi, come è successo per l’alto costo a cui ammontava la spesa... Ora, alzando gli occhi al prestigioso organo spesso a Moncalvo nella sua storia, sarà circa 700 lire. E fu un bene, perché anche che veglia dall’alto sulla navata e ascoltando lì a precorrere i tempi ed ad indicare a tutti quei progetti non rappresentavano che un meglio il suo suono, sembra quasi che noi la strada per le future imprese dell’E- rappezzo ad un rappezzo precedente: a dalle note escano i volti e le voci di coloro splorazione dello Spazio. quell’epoca i costruttori italiani cominciavano che nel tempo hanno creduto e voluto la appena a familiarizzare con i nuovi sistemi valorizzazione e il miglioramento di uno Piero Messidoro che all’estero avevano rivoluzionato l’arte strumento così antico, prezioso. La sua organistica e il loro lavoro necessitava storia racconta di un passato che si fonde ancora di decenni di studio ed esperienza, con il presente, di mani appassionate che affinché le loro opere potessero eguagliare sfiorando i suoi tasti hanno saputo, e tutt’ora e persino far invidia a quelle di fabbricazione sanno regalare, una profonda spiritualità straniera. che aiuta a sentirsi più vicini a Dio.

4 L’asteroide “15360 Moncalvo” L’organo della Chiesa di San Francesco Il mondo del Lavoro a Moncalvo a cura di Sandro Biletta

Con questi frammenti tratti da alcune lettere scritte da Carlo Biletta al fratello Fernando - che in quel periodo prestava servizio militare a Pinerolo - si conclude questa rubrica apparsa negli ultimi tre numeri de “L’Aleramico”. In queste righe si legge il timore di cavalcare l’onda dello sviluppo ed il boom economico del secondo dopoguerra. La paura di rischiare è palpabile in questo giovane uomo (Carlo era del 1921) che ha vissuto esperienze drammatiche durante la prigionia ed il lavoro coatto che per circa 18 mesi l’ha visto deportato in Germania. Tutte le lettere sono state trascritte senza correzioni per lasciare, a quanti l’hanno conosciuto, il ricordo delle sue espressioni. Carlo è deceduto nel giugno del 1990. Cortile della casa-bottega di Via Roma 24 Da una lettera del 6/6/54 Caro Fernando, spiacente ma devo dirti, meglio poi la campagna stessa porta un piazza a fare un giro, ed ho incontrato il che il Mario G. (1) lo ho nuovamente lasciato infinità di lavoro ed io quasi impazzisco, Sig. Luigi Menfi (5) Scorreggia, (6) col a casa, forse a te potrà sembrare strano, non so più come fare per mandare i clienti quale mi sono intrattenuto a parlare delle ma però ho dovuto fare così perché il tasso a spasso, per fortuna il papà mi tiene su di nostre miserie, e delle maniere colle contributivo che mi toccava di pagare morale, sebbene non faccia precisamente quali prendere i nostri clienti, pure Lui è mi pareva un po’ alto, e precisamente £ come io voglia, anzi al contrario non fa d’accordo di usale le molle per trattare 3.800 circa mensili, senza contare ferie, nulla di come io dico, ma però è un buon i clienti è ancora la migliore maniera, in festività e tredicesima, e tenere a calcolo esattore, e poi Lui si preoccupa solo di compagnia del medesimo abbiamo preso che a breve scadenza si doveva praticare star bene, e di fregare, è quindi l’opposto un rinfresco dal Nasin (7), e poi ci siamo un aumento ai salari in base al 5 per cento di quel che faccio io che cerco sempre di salutati. e 10 per cento in base ad una legge di stare male e di farmi fregare. recente varata. In compenso è un buon aiuto materiale Quindi io in base alle entrate, non potevo per me, quel che manca a casa nostra, sostenere a questi obblighi, da tener o meglio alla nostra officinotta, è l’ordine, (1) volutamente omesso presente che ammettendo il caso che e il sistema commerciale. I conti sono (2) la sciagura della “Rota” era avvenuta nelle ore di servizio questo nostro giovane a posto, pure i pagamenti, acquisti, l’anno prima: 9 luglio 1953 confronta allievo in bicicletta investisse un passante crediti, sono tutti esattamente segnati, l’articolo di Angela Strona pubblicato su non essendo io assicurato a ½ di una ma se si cerca qualche articolo povero “L’Aleramico” n. 5 dell’ottobre 2015 compagnia di assicurazioni per questo me, dove sarà mai, in che stato sarà, e (3) Anche se il fratello Fernando, acquisì allievo ai danni di terzi, finirei per pagare il bello quanto costerà, ma! Per Papà va competenza e professionalità negli tutte le spese, il che ne comporterebbe sempre bene perché Lui il valore di un impianti idro-sanitari e di riscaldamento, a forse il doppio od il triplo di tutti quanti i miei oggetto lo giudica dal peso, dal volume, fine anni cinquanta vinse un concorso per averi, quindi dimmi tu come si può lavorare dalla lucidezza, come da altri fattori. Ma vigile urbano e si trasferì a Milano, dove tranquilli in queste condizioni, ed una io che devo riacquistarlo, a volte lo vendo risiede tuttora. assicurazione contro terzi ti costerà per sottocosto, come a volte lo vendo a prezzi (4) Il fratello Fiorenzo, prima con Giovanni una bicicletta circa £ 8.000 £ire all’anno, esagerati, il che nei due casi non è nel Prosio, successivamente con Luigi Viale di ed una assicurazione a danni a civili nel mio interesse, e poi l’ordine va sempre Casale Monferrato e poi autonomamente, caso uno di noi lavorasse su una grondaia, peggiorando. gestiva una drogheria ed un piccolo e per incidente un qualche frammento Sono certo però che questo groviglio di commercio all’ingrosso di alimentari; cadesse ed investisse cose o persone meccanismo mentale un po’ lo risentono negli anni cinquanta la drogheria era questa assicurazione che è a parte, potrà tutti quelli che esercitano un negozio sotto i portici di piazza Carlo Alberto,dove costarti sulle 5 o 6 mila lire annue, e queste o magazzino e quindi mi sono come al attualmente c’è l’ingresso della Banca sono intestate ad una sola persona quindi solito a proporre di cercar di fare meglio Intesa San Paolo. pensa quante spese, bisogna vedere il per l’avvenire. (5) Cugino di Carlo, figlio di Antonio e gettito delle entrate. Quante lacrime!! Maria Biletta, idraulico e lattoniere Quante parole!! Quindi ho creduto bene di Da una lettera del 9 / Maggio / 1954 (6) Era tipico l’uso di soprannomi spesso lasciarlo a casa, e pure Lui ha compreso Qui il lavoro è in continuo aumento, e ora i fioriti come in questo caso. Confronta “Al che non mi era più possibile di tenerlo, e a clienti anziché riceverli, bisogna mandarli Litaniji di Giobia” di Vincenzo Buronzo, quanto pare andrà a fare il manovale nelle via alle buone od alle cattive, pensa che Edizioni d’Arte Rassegna 1977 – nuove fabbriche Rota (2). Quando sarai sono persino diventati esigenti, vogliono Prefazione pag. XXX. poi a casa Te si vedrà poi se intenderai di essere serviti ad ogni costo anche se (7) Si ringrazia chi è in grado di fornire proseguire nella mia professione, se vi sia dici di non poter accettare il lavoro, e ti informazioni su questo “locale”. o no il merito di allargare o meno la nostra minacciano persino di chiederti i danni azienda, per il momento io vado avanti da qualora non svolgessi il lavoro nel solo con il papà. (3) periodo stabilito, lavoro che consiste poi magari in una brenta marcia, od un relitto Da una lettera del 16 / Maggio / 1954 di una pompa irroratrice, o su per giù un Qui il lavoro si fa sempre più intenso, per aggeggio del genere. me, come per Renzo (4), poiché data la Povera gente sta impazzendo a tutto stagione bella, tutti si cercano di sistemar vapore. Prima di cena sono stato in 4 5 Un uomo di fede Pippo Bonanno Moncalvo! Ieri, e sono invece trascorsi coetaneo. Forse anche lui sul fronte che potevo sparigliare. E ridevamo tutti. settant’anni. Ma la memoria sconosce innevato dell’altopiano delle Dolomiti, in Aveva il settebello e rideva. la misura del tempo e mi rimanda a quella grande tragedia della carneficina Un giorno però, molto severo, molto tutto campo eventi, episodi, figure, di uomini. Scriva a suo padre. Scriva determinato, mi chiamò a rapporto. personaggi, paesaggi di ogni tempo e di spesso a suo padre. Giovanotto! Chiel frequenta cattive un tempo lontano. Settant’anni! Ieri. Chissà perché Monsignore si era così compagnie! Non mi piacciono i suoi amici Sbuffa, rantola, fischia nella nebbia benevolmente accomunato alla figura e non mi piacciono le sue frequentazioni la vaporiera a carbone. Nebbia fitta, del mio genitore. Conosceva bene Don alla Piccola Russia. compatta, luce soffusa, senza ombre. Bolla i sentimenti del suo prossimo. La Piccola Russia, un circolo comunista Un fenomeno sconosciuto, nuovo per Aveva capito che mi sentivo solo tra dove, qualche volta, si ballava. C’erano un ragazzo di una città di mare, sole quella nebbia fitta che raramente le ragazze e avevo vent’anni. infuocato e ombre corte e lunghe, in concedeva qualche sprazzo di pallido Reverendo, i miei amici sono bravi relazione al trascorrere delle ore del sole. giovani, studenti! giorno e delle stagioni. Chiel non è solo! Bene bene, si metta d’accordo con Moncalvo! Nebbia fitta, luce soffusa, Come se avesse letto il pensiero. E Don Ferrando. Me li porti qui. Voglio paesaggio velato. Il primo impatto con qualche volta, certo, per darmi il calore conoscerli! le dolci, sinuose colline del Monferrato. della mia famiglia, mi invitava a cena. E così Gigi Sarzano, Mario Pavese, Nino Sorpresa e un filo sottile di paura. Poi Spesso. Mi lasciava parlare, chiedeva, Bonzano e Gino Nebiolo, un giorno, tutti … Poi l’accoglienza, i pasti caldi con i forse si divertiva anche a sentirmi a colazione con Don Ferrando, solerte e ragazzi del collegio della Parrocchia di raccontare della mia Sicilia, delle infaticabile, e Don Bolla che chiedeva e San Francesco con il maestro Bottero. stranezze e delle contraddizioni della si informava. Salame e ottimo grignolino Ed Emma, la perpetua, che approntava mia terra. Amabile, affettuosa curiosità. e finale con spumante di Asti. pietanze succulente e deliziose, Monsignor Don Giuseppe Bolla! Settant’anni! Ieri. Il ritorno a Palermo e qualcuna delle quali a me sconosciuta. Sacerdote e uomo. Pareva per niente nel salutarmi mi dice Don Bolla: ascolti La polenta, cucinata in tanti modi. preoccupato a indicarmi il percorso le parole del suo papà. E raccontava Emma, raccontava di un accidentato della strada del Paradiso. Mi guardava come sapeva lui, con nascituro al quale era stato pronosticato Pareva. occhio penetrante, senza aggiungere che da adulto avrebbe avuto grandi Nebbia, freddo, solitudine. Ma c’era altro. Ma col suo silenzio, forse, voleva responsabilità di Ministro dello Stato, o la cena con Monsignore, amabile dirmi di non correre troppo appresso a meglio ancora, di Ministro di Dio. affabulatore. E le cene, quasi sempre, si certe errate ideologie. Don Giuseppe Bolla! Un sacerdote. Un concludevano con la partita a scopone. Settant’anni! Ieri. Forse, chissà, il uomo. Un sacerdote e un uomo tutto d’un Don Fantin, assistente di Don Bolla, in tempo ha spazzato via tutti quelli che lo pezzo. Un Ministro di Dio. E finalmente coppia con l’avvocato Panero, direttore hanno conosciuto, amato e ammirato. una sera, una sera, Don Ferrando, della Banca San Paolo di Torino. E io, Tutti morti, meno due, Gino Nebiolo solerte vicario della Parrocchia, mi dice: indegno ragazzotto di una grande città e il sottoscritto. Presumo, forse, i soli Monsignore la vuole conoscere. di mare, in coppia con Monsignore, a due ultranovantenni ancora in vita che Mi guarda Don Bolla con occhio acuto, seguire sparigli di un giuoco, per me, abbiano direttamente conosciuto un conoscitore di uomini e di peccatori. Mi quanto mai complicato. grande sacerdote e un grande uomo. viene incontro a braccia aperte e subito Ma anche in questo, graziosamente, mi chiede della mia famiglia e di mio certo per ridere, Don Bolla, padre. improvvisandosi baro, ridendo mi Suo padre – dice – forse è mio schiacciava l’occhio per farmi capire Palermo, 4 febbraio 2016

Due opere artistiche di Pippo Bonanno Don Bolla con i ragazzi del collegio 6 L’estremo saluto di Moncalvo al compianto Prevosto Mons. Bolla Tratto da “La Vita Casalese” di Giovedì 19 Giugno 1952 Il 2 marzo u.s. fu l’ultimo giorno trascorso fu composta la venerata salma che per ben ni. Nessuna cronaca potrà mai far sentire dal compianto nostro Prevosto in piena quattro giorni ininterrottamente fu meta di l’atmosfera di dolore, di devozione e di attività apostolica. Dopo il Vespro un col- visite e centro di preghiere da parte di tutti raccoglimento da cui tutta Moncalvo era lasso provocato da precedente emorragia i moncalvesi e di innumerevoli amici. Il suo fasciata in quei giorni. interna diede il primo allarme sulla gravità volto si compose ad uno splendido sorriso, Un’enumerazione necessariamente in- del suo male. tale da attirare addirittura i piccoli che sol- completa può dare una vaga idea della Due giorni dopo, in preda ad una grave levati dalle loro mamme baciavano quella vastissima cerchia di amici, di ammiratori crisi di cuore volle che gli fossero ammi- mano che li aveva battezzati e benedetti. e di beneficati che sono stati raggiunti dal nistrati gli ultimi Sacramenti. Le cure amo- Una schiera di giovani e di signorine furo- grande cuore dello scomparso. revoli prestategli durante oltre un mese, no la sua bella e fedelissima scorta che lo Oltre a tutte le autorità, Istituti e Associa- sia nel nostro Ospedale di S. Marco, sia a vegliò giorno e notte. zioni locali furono presenti: le LL. EE. I Cereseto presso l’affezionato Prevosto D. Il giorno 13, festa di S. Antonio, Patrono Vescovi di Casale e di Pontremoli, Mons. Giaccone, portarono ad un miglioramento della Parrocchia e ventiduesimo anniver- Oddone nostro Vicario Generale, Mons. che permise il suo trasferimento a Torino, sario del suo ingresso in Moncalvo, Mons. Cavagna e Can. Richetta per il Capitolo di presso l’Astanteria Martini; qui fu sottopo- Bolla era testimone dal cielo del trionfo Casale, Can. Boltri per il Capitolo di Pon- tremoli, Can. Scarabello per il Vescovo di Asti, Can. De Giuli per il Vescovo di Alben- ga, Can. Grandi per il Seminario Maggio- re, P. Cremonesi per il Sem. Piccolo, D. Campese e D. Miglietta per l’A. C., D. Pa- vesi per la Casa Madre dei Salesiani e gli ex-Allievi, Mons. Rabia e Can. Accomasso per il Cottolengo, D. Lano per il Rettore Maggiore dei Giuseppini, D. Richiardone con quattro Cappellani per l’Ordinario Mi- litare, P. Giustino, Isidoro e Pasquale per i Padri di Crea, P. Barale e P. Scaltriti O P. per il P. Daffara, Provinciale Domenicano, D. Localelli per gli ex- Cappellani militari, Mons. Prevosto di Carate Brianza, Mons, Rostagno, P. Burroni, gli Istituti Salesiani di Casale, Asti, , Bollengo, Suo- re dell’Istituto Mazzone, Benedettine di Voghera, Suore delle Case di Arignano, Brusasco. Cavagnolo, S. Giorgio, , Cereseto, i Gruppi Alpini di Moncalvo, Asti, Penango, Villa S. Secondo, Zenevreto, Mombello. Col. Jannelli per il Distretto di Casale, Uffi- ciali del Presidio di Asti, Consigliere Provo Meda, On. Buronzo, Gen. Dott. Audisio, Col. Cavallero, Jspettrice Martinetti, Conte e Contessa Morelli di Popolo, Prof. Tode- L’articolo de “La Vita Casalese” - di Giovedì 19 Giugno 1952 schini. sto a tutti gli esami clinici poi ad intervento conclusivo della sua missione sacerdotale. Si fecero rappresentare per le condoglian- chirurgico, ormai indispensabile. La sua venerata salma, preceduta da tutte ze: Mons. Colli, Mons. Ugliengo, P. Ge- Lo stato generale del suo organismo, in le organizzazioni locali, accompagnata da melli, Mons. Monticone, D. Mazzolari, Su- condizioni insospettate di grave anormali- moltissimi sacerdoti, seguita dagli affezio- periora Generale Suore Salesiane, Sup. tà, impedì la tanto sospirata guarigione. Il natissimi parenti e da una folla piangente Generale Cenacolo Domenicano, Sua coro immenso delle preghiere che l’accom- fu portata in mesto trionfo a benedire per Ecc. On. Brusasca, S.E. il Prefetto di Asti pagnarono durante tutta la malattia cul- l’ultima volta la sua diletta Moncalvo; fu ce- Sen. Baracco, Sen. Lovera, On.li Giacche- minò domenica 8 luglio nel pellegrinaggio lebrata la solenne Messa funebre con ese- ro, Armosino, Sodano, Gen. Battìsti, Gen. parrocchiale di penitenza a Crea. cuzione di musiche a tre e quattro voci dei Ratti, D. C. di Casale e di Asti, Ing. Guala, Ma la santa volontà di Dio aveva scelto suoi maestri Casimiri e Perosi. Mons. Ve- Grand’Uff. Reiss Romoli, Prof. Bologna proprio questo giorno per accogliere il ca- scovo, insieme a Mons. Sismondo, per un Provveditore agli Studi di Asti, Municipi di rissimo prevosto nella gloria e nel riposo tratto di squisita bontà volle dividere il no- Brusasco, S. Giorgio, , Alfiano, eterno. Chiese ripetutamente di essere stro dolore prendendo parte alla sepoltura Cereseto. portato nella sua Moncalvo; vi giunse alle e tenendo un breve e bellissimo discorso L’universale rimpianto sta a dimostrare la ore 11. Sorrise ancora alla sua casa, ai al termine della Messa. gravità della perdita di tanto pastore. Il Suo suoi figli che si strinsero in lacrime attorno Al Cimitero parlò da devotissimo figlio spi- cuore ha trovato finalmente lo spazio suffi- al suo letto. Pure oscillando tra lo stato di rituale Don Finazzi a nome dei Sacerdoti; ciente per espandersi: l’Amore Infinito. coscienza e il delirio pregò, salutò, sorrise, quindi il Sindaco, avv. Martinetti a nome Ci ha lasciati tutti ricchi per un’immensa diede ordini e consigli, vittima fino all’ultimo della popolazione; infine il Gen. Emi- eredità di grandi passioni: splendore del della sua passione predominante: gli altri. lio Faldella a nome degli Alpini e di tutti i culto di Dio, amore per i fratelli poveri, uni- Un’ora dopo la visita di Mons. Vescovo e di combattenti. Mons. Sismondo concluse la tà dei cuori nella comprensione cristiana, Mons. Sismondo chiuse gli occhi a questa cerimonia con un rasserenante pensiero entusiasmo per tutte le grandi iniziative, vita: egli era preparatissimo alla morte, noi cristiano e la sua paterna benedizione. La dedizione alla Patria. affatto impreparati al distacco. cara salma fu tumulata per Sua disposizio- Nella storia religiosa di Moncalvo e del Nel più bel salone della casa parrocchiale ne nella terra in mezzo ai Suoi parrocchia- Monferrato la Sua Figura resterà. 6 7 Vicende della resistenza nella zona di Moncalvo Alessandro Allemano

non sembrava aver fine. e qui lo fucilarono, gettandone il corpo zona della Valcerrina, e la “Porro”, nella Finalmente, dopo tre anni di continue e nel Po. Le sue spoglie non furono mai più zona di Altavilla e Fubine. Più diretta- gravi sconfitte, con la popolazione civile ritrovate. mente attiva nei dintorni di Moncalvo era stremata dai bombardamenti e dai lutti, Alla memoria dell’eroico patriota fu intito- la 19ª Brigata “Giambone” della I Divisio- si giunse alla caduta del Duce e – 3 set- lata la III Brigata della “Monferrato”; dopo ne “Leo Lanfranco”. tembre 1943 – alla firma dell’armistizio la guerra Moncalvo gli dedicherà l’anti- Meno diffuse erano le formazioni di “Giu- di Cassibile, in pratica una resa senza ca strada dell’Ardovana. Nel novembre stizia e Libertà”, che si ispiravano agli condizioni. Comunicato alla nazione il 1960 l’anziana madre riceverà la meda- ideali liberalsocialisti di una sinistra non successivo 8 settembre dal vecchio Ma- glia d’argento al valor militare concessa marxista propugnati dal Partito d’Azione. resciallo Badoglio che aveva sostituito alla memoria del figlio. Molto forti nel Cuneese (tra i suoi capi Mussolini alla guida del governo, l’ar- Giorgio Bocca e Nuto Revelli), da noi mistizio provocò lo sbandamento dell’e- “Le formazioni operanti in zona” ebbero scarsa partecipazione. Tuttavia il sercito, lasciato dai vertici militari senza Lazzarini, come detto, apparteneva a primo partigiano ucciso a Moncalvo ap- ordini precisi: nel frattempo numerose una delle formazioni più cospicue attive parteneva proprio a una Divisione GL. Si divisioni tedesche scendevano da nord, nel Moncalvese, la VII Divisione auto- chiamava Renato Capello, nato a Torino invadendo e occupando quasi l’intera pe- noma “Monferrato”. Le unità autonome nel 1925 e ucciso diciannovenne l’11 lu- nisola. non avevano una connotazione politica glio 1944: una lapide lo ricorda in Corso In questo clima confuso e concitato, definita, ma si dichiaravano fedeli alla XXV Aprile. quando già si sperava che la guerra fos- monarchia e professavano ideali mode- Di gran lunga più diffuse, insieme agli au- se finita, piccoli gruppi di giovani uomini rati e cattolici: talvolta, con disprezzo, ve- tonomi, erano le formazioni “Matteotti”, di incominciarono a organizzarsi per com- nivano bollati dai nazifascisti e dagli altri generica ispirazione socialista. Nel Mon- battere in forma di guerriglia l’invasore partigiani con l’appellativo di “badoglia- calvese operò la IX Brigata, comandata ex alleato germanico. Li guidavano per ni”. La “Monferrato”, ispirata e guidata da Emilio Colombo, con vicecomandante lo più soldati del R. Esercito che prove- dai fratelli Carlo e Gabriele Cotta, aveva il callianese Pietro Beccuti e commissa- nivano dal fronte occidentale: in genere quartier generale a e due del- rio Alfio Mengoli “Nemega”. In seguito fu ufficiali inferiori e sottufficiali che si erano le sue brigate, la “Lazzarini” appunto e la inquadrata nelle Divisione “Italo Rossi” e dati alla macchia sfruttando operativa- “Evasio Rossi”, erano insediate a Mon- assunse l’ordinativo di II Brigata, al co- mente la loro preparazione professionale calvo con ramificazioni nei paesi vicini: mando di Beccuti con Luigi Fiorino com- nella pratica delle armi e nella condotta di le comandavano rispettivamente Alber- missario. Alle “Matteotti” appartennero rapide azioni militari. to Dellavalle “Giusto” e Giovanni Capra anche due delle bande partigiane più “Marco”. Una brigata della Divisione note in Monferrato e finite tragicamente “Le prime forme di resistenza: il tenente autonoma “Langhe” operava nella zona per mano dei nazifascisti: la VII Brigata Lazzarini” compresa tra Grana, Vignale, Castagno- comandata da Antonio Olearo, il mitico Nel Monferrato moncalvese un primo nu- le Monferrato e Calliano: la guidava una “Tom”, e la VIII agli ordini dei fratelli Ago- cleo di patrioti si formò ad figura di partigiano divenuta leggendaria, stino e Pietro Lenti di Camagna. I patrio- a opera di Luigi Quarello con l’appog- il “Tek-Tek”, Luigi Acuto di Grana. ti della “Lenti”, catturati in una cascina gio dei parroci della zona, in particolare Le formazioni “Garibaldi” erano invece della Madonna dei Monti, furono fucilati Don Bolla e Don Finazzi. Qualche tem- fortemente connotate ideologicamente, a Valenza il 12 settembre 1944, mentre po dopo l’attività da cospirativa divenne essendo emanazioni del partito comu- Tom e i suoi uomini, catturati a , operativa, coordinata dall’esperienza e nista ancora clandestino. Soggette a trovarono la morte alla cittadella di Casa- dall’entusiasmo di un giovane ufficiale, frequenti modificazioni di organico e di le il 15 gennaio 1945. il tenente Lazzaro Nazzareno Lazzarini. denominazione, in Monferrato erano rap- Bergamasco di nascita, Lazzarini (classe presentate da due brigate della X Divisio- “La missione alleata” 1916) era figlio della maestra moncalve- ne “Italia”: la “Piacibello”, operativa nella Una banda delle “Matteotti”, la VIII della se Cristina Ottone. Maestro elementare anch’egli e studente universitario, allo scoppio della guerra fu arruolato come sottotenente di complemento nel 3° Al- pini, Battaglione “Fenestrelle” e combat- té contro la Francia, fu ferito e si meritò una medaglia di bronzo al valore militare. Dopo l’8 settembre si diede alla macchia e organizzò le prime bande partigiane in Val Chisone. Tornato a Moncalvo, fu contattato da Don Bolla ed entrò a far parte del comitato patriottico presieduto da Quarello. Nell’estate 1944 il tenente Lazzarini per le sue doti organizzative e operative divenne vicecomandante della Divisione autonoma “Monferrato” con il nome di battaglia di “Neno”. Il 7 settembre 1944, dopo aver trasporta- to all’ospedale di Casale un suo gregario rimasto ferito in uno scontro, Lazzarini fu riconosciuto quale capo partigiano da un disertore tedesco e arrestato. Durante l’interrogatorio fu percosso con ripetuti calci nel ventre: al suo rifiuto di parlare, i tedeschi lo trascinarono fino al Ronzone Tessera di partigiano delle “Matteotti” 8 ma fu colpito da una raffica co Don Camandona. Ritornarono la pace in pieno ventre e morì poco e la serenità, peraltro velata di cordoglio dopo. Poi la battaglia si spo- per le vicende di congiunti e conoscen- stò attorno alla chiesa di ti che in cinque anni di guerra avevano San Francesco. I partigiani perso la vita. Moncalvo ricordava anche i dall’alto del campanile in- quattro ebrei che, deportati ad Auschwi- gaggiarono una furibonda tz, non vi avevano fatto più ritorno. sparatoria contro i nazifa- Che cosa rimane, a distanza di 70 anni, scisti arroccati sulla collina degli ideali che mossero tanti giovani a del Parco della Rimembran- sacrificare la propria vita, che cosa re- za. Nel pieno della battaglia sta della tensione morale che animò i il prevosto Don Bolla uscì superstiti a ricostruire ciò che la guerra a parlamentare, ottenendo aveva distrutto, ora che la maggior par- una sospensione del fuoco te dei protagonisti di quegli anni non ci e permettendo alle due parti sono ormai più? Anche se tante di quelle di raccogliere i propri feriti. speranze sono andate disilluse, resta per Alla fine si dovette contare sempre l’esempio di chi ha contribuito a un altro partigiano caduto, dare a noi tutti molti decenni di pace. Renzo Gavello “Esplo”, nato nel 1923 a Villadeati, appar- tenente alla 2ª Brigata della Divisione “Matteotti - Italo Rossi”. Dati i limiti di questo articolo, segnalo alcuni libri di utile lettura per chi volesse La fine approfondire l’argomento: Finalmente, come Dio vol- L. COLLOTTI ET ALL. (a cura), Diziona- Nazzareno Lazzarini in un disegno di Mario Pavese (1946) le, incalzate dall’azione rio della resistenza, 2 vv., Torino, Einau- IX Brigata, formatasi nella frazione San- congiunta di truppe alleate di, 2000-2001 ta Maria, offrì importante supporto mili- e formazioni partigiane, le truppe tede- S. FAVRETTO, Resistenza e nuova co- tare e logistico a una missione anglo-a- sche lasciarono il Nord Italia e i fascisti si scienza civile, Alessandria, Falsopiano, mericana, denominata “Youngstown”. sbandarono: a Moncalvo rimasero però i 2009 Composta di quattro ufficiali italiani che corpi di otto militi della Brigata Nera “Via- S. FAVRETTO, Fenoglio verso il 25 apri- operavano per conto dell’OSS della V le” di Asti fucilati dai partigiani per rappre- le, Alessandria, Falsopiano, 2015 Armata statunitense e comandata dall’a- saglia il 2 marzo 1945 e sommariamente lessandrino Giansandro Menghi (“Capi- sepolti nel cimitero ebraico: dopo la Libe- Per consultare le schede dei partigiani tano John”), la missione, che aveva base razione le loro salme saranno esumate e piemontesi: http://intranet.istoreto.it/par- nella Cascina Girino, coordinò una serie ricomposte da Don Bolla e dal viceparro- tigianato/ di aviolanci per fornire ai partigiani atti- vi in zona armi, munizioni ed esplosivo. Nella valle tra Santa Maria e Cioccaro furono anche lanciate numerose fiale di penicillina, ancora sconosciuta in Italia. Il tenente Giancarlo Ratti era incaricato di tenere i contatti con la “Matteotti”. Della banda facevano parte una quindicina di uomini e una donna, la staffetta Carme- lina Demaria. Il padre di chi scrive que- ste note, allora diciassettenne patriota dell’VIII Banda, fornì un eccellente posto di osservazione, su un bricco in territo- rio di Grazzano da cui si dominavano a 360 gradi tutti i paesi vicini. Nell’ambito della “Youngstown” fu più volte a Santa Maria un giovane albese ufficiale di col- legamento della II Divisione autonoma “Langhe”. Allora lo si conosceva solo per la sua attività di partigiano, ma nel dopoguerra avrebbe scritto alcune delle pagine più significative della letteratura contemporanea: si chiamava Beppe Fe- noglio.

La battaglia del Giovedì Santo Quando ormai sembrava che la lotta per liberare l’Italia del Nord dai nazifascisti stesse terminare, un episodio tragico se- gnò la vita di Moncalvo. Il 29 marzo, giovedì della Settimana San- ta, una formazione delle Brigate Nere attaccò Villa Foa, sede d’incontro tra le varie unità partigiane attive in zona. Un giovane patriota, il ventenne casalese Sergio Oliaro “Giorgio” della “Lazzarini” impegnò i fascisti in un lungo scontro a fuoco, impedendo loro l’accesso alla vil- la; ferito, cercò riparo dietro a un pozzo, Partigiani della “Monferrato” alla liberazione di Torino 8 9 La carità ha un nome: Abele Truffa Angela Strona

Visse un tempo a Moncalvo un uomo a Moncalvo dove resterà fino alla Ma ecco, da l’alto, l’ora di Piazza Garibaldi buono, nato non lontano da qui ma che conclusione della carriera, il 30 settembre manda brevi rintocchi: sono le prime voci de qui aveva portato il suo grande cuore, 1964 per raggiunti limiti di età. la notte dal timbro freddo come l’aria che le scegliendo la nostra città come campo Per molti anni fu il maestro più stimato accoglie, come le ombre che le circondano, d’azione in cui riversare la sua immensa e amato di Moncalvo. Truffa era un e ricordano i secchi richiami delle scolte riserva di generosità. Era un uomo schivo, uomo dolce, gioviale, semplice al limite vigili su gli spalti di una fortezza. riservato. Di quella generazione del “fare dell’ingenuità, ma aveva una personalità Risponde San Francesco dal suo severo senza dire” di cui si va perdendo la specie. autorevole. Riusciva a farsi voler bene convento e dal suo tempio maestoso ma L’uomo che nel silenzio, senza clamore, dagli alunni per la dolcezza dei modi con una voce mistica ed eroica insieme: metteva in pratica il precetto evangelico unita al rigore dell’insegnamento. La la fede parla il suo linguaggio immutabile, dell’amore verso il prossimo e l’apertura sua classe era l’esempio di una piccola eterno ma ineffabile perché è una voce di totale nei confronti dei più deboli, degli società ordinata in cui l’ordine non era una madre che parla ai figli. ultimi. Questo è stato Abele Truffa. Un imposto, ma richiesto e ottenuta da E con essa parlano gli Eroi del verde Parco uomo cui la cittadinanza moncalvese una personalità in cui si fondevano de la Rimembranza. La notte li chiama a deve moltissimo e sulla cui figura ritorna autorevolezza, dolcezza e serietà. convegno su la ridente altura, a l’ombra oggi la comunità parrocchiale istituendo Il maestro Abele Truffa fu un raffinato degli olivastri a rievocare le gesta immortali; un premio intitolato alla sua memoria, scrittore, poeta, artista. Passando dalla e ripetono i giorni delle cruenti battaglie, da attribuire ogni anno a qualcuno che poesia alla prosa con estrema delicatezza, gli urti formidabili, le mischie furibonde, le seguendo il suo insegnamento ha fatto colse nella natura la grandezza del interminabili veglie ne l’aspre trincee, le tesoro di una preziosa eredità morale che Creatore per trasmetterla ai suoi alunni. ardimentose scalate, i guadi audaci e tutti continua nel tempo. Bellissima una paginetta scritta sul i prodigi del loro valore. Abele Truffa nacque a Grana Monferrato il bollettino “La Buona Parola” nell’ottobre E nel clima ardente del ricordo ecco 6 ottobre 1898 ultimo di nove figli da Luigi 1942 intitolata “Le ore di Moncalvo” in cui apparire al loro sguardo il volto soave de e Angela Picollo, famiglia monferrina di i vari angoli della Moncalvo che lui ama la madre, il profilo sereno de la sposa, la antico stampo e di profonda fede, tanto ormai incondizionatamente scorrono bionda testa d’angelo del figlio: l’incontro che in famiglia seguiranno la vocazione davanti ai suoi occhi per entrare nel trasfigura la loro anima e sublima il loro religiosa il fratello Giobbe, sacerdote cuore. Ne riportiamo uno stralcio: olocausto. salesiano missionario in Brasile e “ ( … ) Ora domina il silenzio ne la Quasi eco gentile, s’innalza la voce di S. la sorella Giuseppina religiosa nella campagna, per i sentieri, per le vie e per Marco, l’ora che segna il lento svolgersi congregazione di Sant’Anna. le piazze. I grandi alberi dei Cappuccini del dolore; voce pacata, voce casta, voce Abele Truffa, dopo aver preso parte alla hanno moti sonnolenti come persone che sembra discendere da un altro mondo Grande Guerra come soldato semplice, gravate di stanchezza mentre Borganino tanto risuona nuova, tanto è inconfutabile il consegue la licenza all’insegnamento tace e tacciono i cipressi del camposanto e suo timbro. In essa il pianto segreto della ad Alessandria nel 1920. Neodiplomato le robinie di S. Giovanni. Le acacie dei viali sofferenza che a stilla a stilla batte sul maestro presta servizio per un anno a hanno lenti respiri e qualcuna placidamente cuore umano ferito ne la sua essenza fisica Livorno Ferraris e sette anni a Poirino. piega verso la campagna l’ampia chioma e spirituale. Nel settembre 1935 è assunto stabilmente come per una confidenza. Le finestre de l’Ospedale sono tutte

10 La Chiesa e il vecchio Ospedale di San Marco illuminate: là si sveglia in trepidazione alla “San Vincenzo” Abele Truffa fu tra i sua attenzione verso i più deboli durerà accanto ai bianchi letti su cui le martoriate promotori dell’iniziativa e rimase membro per tutta la vita, con gesti semplici e membra de l’umanità chiedono una tregua attivissimo del sodalizio caritativo fino alla spontanei nel vissuto quotidiano. In segno a lo spasimo. Per le corsie passa il dolore morte. di riconoscenza per le molte attività svolte additando la croce e, oltre il breve spazio Dalla sua abitazione di via Lanza - che i nella sua lunga permanenza nella nostra chiuso, l’azzurro che arde d’infinite stelle. La moncalvesi chiamano “’l roc“ - partivano città, il Comune gli conferì nel 1971 il pace de l’ora ha un potere d’assopimento su quotidianamente spedizioni in soccorso “Premio della Bontà” e la “Medaglia d’oro l’animo dei sofferenti e le stanche pupille si di tutti coloro, portatori di disagi, nei quali città di Moncalvo” per i lunghi anni di chiudono in un momentaneo oblio del male Abele vedeva il Cristo sofferente. La sua appassionato insegnamento. Nel 1997 gli (…) Nell’immane travaglio che agita il cuore carità non ha colore, il bene che fa è senza fu intitolata una via: quella che conduce umano, forse domani, risuonerà l’ora de la etichette. Trova lavoro ai disoccupati, all’attuale plesso scolastico. divina libertà che affrancherà lo spirito della paga l’affitto alle famiglie bisognose … E poi … venne la sera per questo millenaria schiavitù del male”. lui, Abele Truffa c’è sempre per tutti. straordinario uomo di carità. Era il 30 Il suo ricordo va anche agli ebrei, “il Come attivista vincenziano organizza la ottobre 1980, un giovedì. A 82 anni un popolo che conobbe la schiavitù e i campi di refezione per i poveri e il grande pranzo di attacco cardiaco fermò per sempre il sterminio, che rivive ammantato di splendore Natale. Nel periodo invernale, nella casa suo cuore immenso in una stanza di come la natura dopo l’uragano, nel verde del parrocchiale funzionava una cucina con quell’ospedale San Marco che tante volte Cimitero che giace sul crinale della collina annesso refettorio e pure un locale adibito lo aveva visto visitatore. Come ultimo che porta a Grazzano”. a dormitorio per i poveri del posto e di atto di generosità volle donare le proprie Il suo amore per l’arte oltre che per la passaggio. cornee perché i suoi occhi continuassero scrittura lo portò a comporre la parte critico Nella sua disponibilità senza limiti, vive nel a vivere, portando la luce a due persone – biografica del libro che il Cenacolo di mondo da laico e terziario francescano il prive del bene della vista. Durante le Moncalvo pubblicò su Guglielmo Caccia senso della spiritualità più profonda. La esequie svoltesi nel giorno di tutti i Santi, il parroco Don Carlo Grattarola paragonò il maestro Truffa al chicco della parabola evangelica che, morto e sepolto nel buon terreno, dà vita ad una pianta rigogliosa, auspicando che tutti i presenti potessero essere quella pianta nata dall’esempio del defunto. Il maestro Abele Truffa riposa nel cimitero di Grana, il paese che gli diede i natali. Questo angelo di carità che tanto bene ha lasciato sulla sua strada, che affascinato dall’arte definiva la Madonna e gli angeli dipinti dal Caccia “figure non contaminate dalla colpa, ma in uno stato di perenne intimo candore”, senza saperlo ha descritto se stesso. Perché nessuno come lui ha attraversato il sentiero della vita “in uno stato di perenne intimo candore”.

Angela Strona

Abele Truffa al “Pranzo dei Poveri” organizzato dalla San Vincenzo.

nel 1968 in occasione del 4° centenario della nascita del pittore. La descrizione di molti quadri dimostra non solo la vasta cultura, ma anche la squisita sensibilità del maestro Truffa. Vinse pure una medaglia d’oro presentando fuori concorso un articolo che esaminava la figura di Orsola Caccia, figlia del pittore, pittrice essa stessa e monaca orsolina. Quando qualche anno dopo lo stesso Cenacolo diede alle stampe “Moncalvo, una pagina di Monferrato”, l’articolo descrittivo delle chiese di Moncalvo portò ancora la firma di Abele Truffa. Numerosi furono i premi alla poesia – vero grande amore del maestro – che collezionò nella sua lunga vita. Ma se la passione per la poesia, la prosa e l’arte costituì occasione per elevare il suo spirito al di sopra delle miserie umane, fu proprio nei confronti delle miserie umane che Abele truffa svolse la sua opera più assidua e nascosta, nel silenzio. Fu tuttavia chiara, fin dal suo arrivo a Moncalvo, mentre prendeva conoscenza dell’ambiente, delle famiglie dei suoi alunni, la carica di amore che aveva in sé da donare a poveri, agli ultimi, ai diseredati. Quando l’allora parroco di Moncalvo Don Bolla fondò il primo gruppo di appartenenti 10 Abele Truffa mostra ina sua opera 11 Moncalvo e i Caccia Gino Nebiolo

Moncalvo aveva una miniera inesplorata che sta in sacrestia, qualche problema lo essere semplicemente riappesi ai loro per secoli. Ogni tanto qualche anima risolverei. Ma è un quadro certificato dalle posti e abbandonati. Gli instancabili don coraggiosa tentava di portare i suoi tesori autorità. Proibita la cessione… Cercherò Giorgio e Andrea Monti fondano una alla luce, ma presto tutto ripiombava nel un benefattore, un mecenate ma la associazione culturale dedicata ai Caccia, buio. La miniera di Moncalvo sono le specie dei mecenati e dei benefattori è che raccoglie subito aderenti entusiasti e sue chiese e i suoi tesori le opere d’arte in estinzione, almeno da queste parti. Mi animano dibattiti e convegni. (Opere della che racchiudono, principalmente quelle coprirò di debiti e Iddio mi perdonerà… Orsolina Maddalena sono state esposte di Guglielmo Caccia, detto appunto “il Del resto poi la gente se ne infischia dei in una grande mostra a Washington Moncalvo” (1568-1625) e della figlia Caccia, non li guarda nemmeno. Sono dedicata alle Donne Artiste). suor Orsolina Maddalena. Almeno indifferenti! Come se quei dipinti fossero Moncalvo non aveva mai vissuto momenti due sacerdoti nel tempo, alla fine cose mie. E invece sono cose loro, di così forte interesse culturale - e poi dell’Ottocento il parroco don Costantino patrimonio di Moncalvo! Mi chiedo se vale parlano della freddezza, del distacco dei Lupano e nella prima metà del Novecento la pena patire tanto per nulla?” Grande monferrini! Ed ora, uniti ad uno studioso il parroco mons. Giuseppe Bolla, si anima, il caro don Bolla. moncalvese, il prof. Giuseppe Vaglio, adoperarono per rendere quei dipinti nel Chiusa la parentesi personale, un poco don Giorgio e Andrea Monti scrivono e giusto valore: ma si direbbe che, fedeli di storia recente ci viene utile. Nel 2009, pubblicano il libro del quale conversiamo e visitatori, tranne encomiabili eccezioni, circa 60 anni dopo la morte di don Bolla, oggi. Ricchissimo di illustrazioni, inclusi guardassero i capolavori dei Caccia arriva a Moncalvo un nuovo prevosto, don molti dettagli di tele che sfuggirebbero senza vederli: senza sentire il fascino Giorgio Bertola. Nel prendere possesso all’attenzione, rivela una conoscenza che sprigionavano. Come si getta uno della parrocchia, entra nella chiesa di ed uno scrupolo perfetti. Gli autori ci sguardo su certe Vie Crucis fatte in serie. San Francesco e (così immagino io) prendono per mano e ci accompagnano Senza capirli. rimane subito folgorato dalla bellezza e nella visita. Panoramiche storiche sulla Le frasi che ho appena scritto non mi dalla quantità di opere d’arte, sugli altari, città, sul castello, sulle chiese, sulle vite appartengono. Le condivido ma sono nelle cappelle, nella sacrestia, persino di Caccia padre e figlia, di alcuni pittori state pensate da altri, venute alla mia nei corridoi. “Qui siamo in un museo, meno noti e pur presenti (Bartolomeo mente sul filo dei ricordi. A questo punto in una pinacoteca” deve aver pensato. Bonone cinquecentesco, Vincent Malò lasciatemi fare una confidenza personale. Don Giorgio ha sempre covato una seicentesco), colpi d’occhio sui meandri Io sono un vecchio moncalvese, vecchio passione per l’arte ed essendo anche un dell’antico convento e una per una le tele ultranovantenne, e le mie origini le tengo ingegnoso organizzatore, Moncalvo gli vengono mostrate, descritte, narrate, orgogliosamente nel cuore. Prima di offre l’occasione di realizzarla. In primo commentate senza mai trascurare un lasciare questa bella città ho frequentato luogo i dipinti non sono tutti intatti: gli riferimento biblico, evangelico, testi per anni mons. Bolla. Oso dire che anni e l’incuria rendono indispensabile rari del passato, citazioni di volumi eravamo amici e nel porgermi il bicchiere un accurato restauro di 22 tele, tra contemporanei – intere biblioteche di buona barbera dei Gessi o nel tendermi quelle di San Francesco e delle altre rovistate fino in fondo. la scatola del tabacco da fiuto, suo unico due chiese, Sant’Antonio, la Madonna. Credevo di avere conosciuto Moncalvo vizietto, spesso, quando eravamo soli Ma dove trovare il denaro, molto denaro, almeno quanto l’abbia amata. Ma nel suo studio, si abbandonava a sfoghi per quei lavori? Don Giorgio si confida leggendo questo prezioso e unico commoventi. Rammento che una sera con un giovane amico, Andrea Monti, baedeker devo confessare con una punta lo trovai molto turbato. “Soldi, soldi!” e insieme hanno l’idea di sottoporre il di vergogna che soltanto adesso, decine continuava a ripetere. “Non ho soldi!” progetto, piuttosto temerario, ad una e decine di anni dopo la mia partenza dal Voleva far restaurare tutti i Caccia della Banca di Torino, che insperabilmente Monferrato, soltanto adesso ho capito chiesa e gli mancava il denaro. “Potessi lo approva e lo finanzia. Ritornati agli più profondamente il mio paese e, se almeno vendere la tela del Macrino d’Alba antichi splendori, i quadri non potevano possibile, ora l’amo anche di più.

MONCALVO - Chiesa Parrocchiale - Altare di S. MONCALVO - Chiesa Parrocchiale Libro di Andrea Monti- Don Giorgio Bertola - Antonio - Tomba e Quadri di G. Caccia di S. Francesco - Altare di S. Sebastiano Giuseppe Vaglio riferito alle opere dei Caccia 12 Gino Nebiolo: in giro per il mondo con Moncalvo nel cuore Andrea Monti

Partire dalla cosiddetta “Città più piccola tro un muretto ma io gli grido << Tranquillo, tonda che domina il Monferrato e il mondo. d’Italia” alla volta di un viaggio alla scoper- sono uno di queste parti!>> perché non mi Abbasso le malinconie, la politica, i debiti, le ta del mondo intero per incontrare i princi- scambi per un crucco o un brigatista”. Così in delusioni d’amore: VIVA NUIATRI!”. pali protagonisti della storia del Novecen- maniera del tutto fortuita nasce l’amicizia E dal quell’editoriale del 1948 Gino ne ha to: potrebbe essere la ricorrente traccia di tra Gino Nebiolo e Cesare Pavese che du- fatta molta di strada, bruciando le tappe. un tema svolto tra i banchi da sognanti fan- rerà fino alla morte di quest’ultimo. E’ il 4 maggio 1949 quando da collabo- ciulli delle scuole elementari o da intrepidi Terminata la guerra Gino Nebiolo insieme ratore de “La Stampa” è tra i primi a rac- ragazzini delle medie alla ricerca di quello ad un gruppo di giovani moncalvesi fonda contare le drammatiche ore successive che sarà il loro lavoro da grandi. Parrebbe “LA ROTONDA”, giornale di Moncalvo di allo schianto dell’aereo del grande Torino uno di quei sogni impossibili da realizzare, cui firma l’editoriale del primo numero da- contro la Basilica di Superga. In quel trava- che solo a pensarci, ti viene da sorridere. tato 22 gennaio 1948 dal quale è tratto il gliato pomeriggio è lui ad accompagnare Gino Nebiolo invece ce l’ha fatta: è stato seguente estratto “Per un momento lascia Vittorio Pozzo, lo storico allenatore della un attento osservatore e attore della storia da parte quella smorfietta di compatimento e Nazionale italiana di Calcio vincitore di del Novecento. ascoltaci: noi rubiamo un po’ del tuo tempo due Campionati del Mondo, sul luogo della Nato in quel di Moncalvo nel 1924, come e qualche lira del tuo portafogli, ma abbi pa- tragedia e a condividere con lui le difficili ore di quella notte delle quali gli restano ancora impresse le parole di Pozzo “Una squadra che muore, tutta insieme, al comple- to … Come uno di quei plotoni di arditi che, nella guerra, uscivano dalla trincea, coi loro ufficiali, e non ritornava nessuno … Il Torino è morto in azione”. Nel dicembre del 1962 Gino incontra un giovane ragazzo che afferma in un’intervi- sta a lui rilasciata “Non credo che gli astri possano determinare il destino degli uomini, chi si fa impressionare dalle coincidenze è un ingenuo. E quando ho un’ora da buttare via cerco notizie di quel razzo americano che sta volando verso Venere”. Gino controbatte incuriosito: “Le piacerebbe uscire da questo luogo e vedere il mondo?” e il ragazzo ri- sponde: “Certo che mi piacerebbe. Un giorno lo farò, e allora non mi fermerò più”. Da quel giorno Gino e quel giovane ragazzo non si sarebbero più fermati: tant’è che ancora oggi viaggiano in tutto il mondo portando la propria casa nel cuore. La casa di Gino è Moncalvo, quella del giovane ragazzo è il Tibet. Già mi stavo scordando di dir- vi che Gino Nebiolo stava intervistando il Dalai Lama. Si potrebbero fare altre decine di esem- pi e sciorinare altre decine di personaggi Gino Nebiolo intervista il Dalai Lama intervistati da Gino Nebiolo: da Vittorini a Ceausescu, da Peròn ad Arafat. tutti i ragazzi della sua età si trova ad af- zienza. Dopo, se vuoi, abbandoneremo ogni Nonostante Gino sia stato un uomo di frontare la tragedia della seconda guerra velleità giornalistica e, con un litro di grigno- mondo ha sempre portato e porta tutt’oggi mondiale “Quando la mia classe venne chia- lino, dimenticheremo “LA ROTONDA” e chi la sua Moncalvo nel cuore come ha scrit- mata alle armi dalla Repubblica di Salò, nel l’ha fatta. Ma prima stacci a sentire. Da tempo to nella bellissima lettera che ci ha inviato novembre del 1943, io inforcai la bicicletta e avevamo nella testa l’idea peregrina di fare un “Credevo di aver conosciuto Moncalvo alme- mi avviai da Asti, dove ci eravamo trasferiti giornale. no quanto l’abbia amata” e come traspare in ragione dei miei studi, per nascondermi Tanti se ne vedono, l’edicola trabocca di carta dall’inedita intervista fatta al Prevosto di a Moncalvo, il nostro paese” come raccon- stampata, la gente è nauseata di fogli di de- Moncalvo Don Bolla. ta nella sua intensa autobiografia “Il giro del stra, sinistra, centro, illustrati, sportivi, d’amo- Ogni moncalvese dovrebbe conoscere la mondo in 50 anni. Guerre ed incontri di un re, d’avventura … Ma ci rodeva la tentazione storia di Gino Nebiolo ed essere fiero che inviato speciale”. di fare un giornale di Moncalvo, per Moncal- la città di Moncalvo possa annoverarlo tra Racconta l’estate del 1944 “Ne approfittavo vo. Un giornale che si facesse leggere, che i suoi figli. per spingermi a Moncalvo quando era possi- attirasse l’attenzione. Un giornale semplice, Ogni giovane moncalvese dovrebbe pren- bile. Durante un ritorno, mi venne la nostalgia allegro, buontempone. Casalingo, direi, fa- dere esempio dalla storia di Gino Nebiolo del Santuario della Madonna di Crea in cui da migliare, un giornale che fosse come una perché ci trasmette un messaggio che va ragazzi andavamo in pellegrinaggio il giorno chiacchierata tra amici … Stiamo allegri, se ci oltre ogni generazione: con la costanza, di Pasquetta. A Serralunga mi imbatto in un è possibile in questi tempi infelici, e pensiamo l’impegno, la determinazione si può partire uomo sotto i quarant’anni. Vestito alla buona, alla salute. dalla “Città più piccola d’Italia” per scrive- un cappellaccio di feltro scolorito, miope con Pensiamo, voglio dire, a noi stessi, Moncal- re un pezzo di storia, l’importante è avere un paio di lenti spesse, che cammina ai bordi vesi di Moncalvo e Monferrini del Monferrato. sempre la città di Moncalvo nel cuore. della strada leggendo un libro. Appena sente Pensiamo alla salute, al vino frizzante delle il rombo della moto cerca di nascondersi die- nostre meravigliose colline, alla nostra ro- 12 13 Una realtà significativa per il territorio: le Orsoline di Moncalvo Giuseppe Vaglio

Negli scorsi numeri de “L’Aleramico”, comunità e i Vescovi casalesi, abbiamo L’anno successivo tocca a Candida Ro- nell’àmbito degli articoli dedicati alla conferma che le cosiddette “monache Or- salia Pia di Montegrosso, che supplica in storia della parrocchia di Moncalvo, ab- soline”, in realtà, non erano monache di prima persona, in quanto il padre, Barone biamo già tratteggiato, a grandi linee, la clausura in senso stretto: vivevano insie- di Montegrosso, è defunto. storia del monastero delle Orsoline, dalla me, tenute all’unico voto di verginità, se- Nel 1755, la Marchesa Giovanna Maria fondazione, voluta da Guglielmo Caccia guendo una regola di vita molto semplice. Del Carretto Camerana (o di Camera- nel 1625, a favore delle proprie figlie, in Con il permesso del legittimo Superiore no), “essendosi passata qualche tempo particolare di suor Orsola Maddalena, (il Vescovo di Casale o, in sua assenza, fa nella Città di Moncalvo, dove andò a sua collaboratrice e futura continuatrice il Prevosto di Moncalvo), potevano fare visitare quella Congregazione di Sant’Or- nell’attività pittorica, fino alla soppressio- entrare in monastero le persone dei cui sola”, chiede di essere ammessa, per il ne, decretata nel 1802 dal governo fran- servizi avessero bisogno, ad esempio momento come educanda. cese. Ma ora ci chiediamo: chi erano in medici, trasportatori di merci e così via, Infine, Giacinta Maria Camusi, già edu- realtà queste monache? Quale la loro così come potevano ottenere la licenza di canda nel monastero moncalvese, “ter- vita? Quale la loro attività? uscire dal monastero, sia pure con alcu- minata la prova”, chiede di essere accet- La loro storia ebbe la sua lontana origi- ne limitazioni. Citiamo, a tale proposito, tata nella Congregazione: è della Città di ne nel 1535: in quell’anno, a Brescia, un caso: nel 1713, Mons. Pietro Secondo Pinerolo, e la domanda viene presentata Sant’Angela Merici, nata a Desenzano Radicati, Vescovo di Casale, concesse “a dal fratello, Felice Domenico Camusi: sul Garda nel 1474, fondò la Compagnia Suor Clara Adriana Carrara del Monastero l’accettazione è del 1756. di Sant’Orsola, per la formazione umana di Sant’Orsola di Moncalvo di poter trasfe- Come è evidente, si tratta di un campione e cristiana della donna. Si trattava di un rirsi a Pomaro alla Casa dei suoi Fratelli molto ristretto, sia per quanto riguarda il gruppo di laiche secolari, alle quali, nel unitamente alla Compagna che gli sarà de- numero delle postulanti, sia relativamen- 1566, San Carlo Borromeo, Cardinale e stinata dalla Madre superiora per tal effetto, te al periodo preso in esame; tuttavia, Arcivescovo di Milano, diede una regola, per giorni quindici solamente”, aggiungen- possiamo notare che almeno un certo esortando nel contempo tutti i Vescovi do che “questa nostra licenza servirà anco- numero di domande proviene da ambienti della Provincia ecclesiastica lombarda, ra di facoltà a qualsivoglia Confessore da nobiliari (anche se, da altri documenti, si cui apparteneva anche la diocesi di Ca- Noi approvato di poter loro amministrare evidenzia una realtà socialmente più va- sale, ad affidare a questa Compagnia la i Santi Sagramenti in tal loro absenza dal riegata) e che non tutte vengono da per- catechesi parrocchiale e l’educazione Monastero”. sone o famiglie monferrine: in particolare femminile. Queste Orsoline svolsero la Altre carte sono relative all’ingresso di appare singolare il caso della pinerolese loro attività fino alla soppressione napole- nuove suore nel monastero, per l’anno Camusi. Queste scarsissime e frammen- onica; nel 1844, per volere del Cardinale di noviziato. Fra di esse, abbiamo cinque tarie notizie sembrano pertanto dirci che, Gaisruck, Arcivescovo di Milano, l’istituto documenti diversi, redatti secondo un almeno intorno alla metà del XVIII secolo, rinacque, come Congregazione di Suore, unico modello: domanda di accettazione il monastero moncalvese godeva di una dedite all’istruzione e tuttora esistenti. presentata al Vescovo di Casale da par- fama e di un prestigio di tutto rispetto, an- Tuttavia, fin dai tempi di San Carlo, alcune te della postulante o di un parente della che al di fuori dei confini del Monferrato e Orsoline manifestarono il desiderio di una stessa; licenza del Vescovo, o del Vicario della diocesi casalese. vita più simile a quella monastica: ebbe Generale della Diocesi, alla Su- così inizio una sorta di “emorragia”, verso periora di proporre alle Religiose i monasteri delle Clarisse, delle Cappuc- del Monastero riunite in Capitolo cine, delle Agostiniane. Allo scopo di evi- di ammettere la postulante al No- tare questa “fuga”, San Carlo, pure man- viziato; risposta positiva della Su- tenendo anche la forma primitiva della periora a sèguito dell’adunanza Compagnia di Sant’Orsola, eresse alcuni capitolare. conventi dove fosse possibile una vita co- Il primo caso è del 1747 e riguarda munitaria, senza voti particolari, fuorché Madamigella Flaminia Coconita quello di castità, e senza clausura, ma Montiglia di Montiglio: già educan- semplicemente in vista della perfezione da per quattro anni nei monasteri spirituale dei loro membri. Il monastero delle Reverende Madri Orsoline di moncalvese, così come quello di Bianzè, Fontaneto e di Bianzè, nell’ultimo dal quale provenivano le figlie Caccia, aveva iniziato il periodo di prova appartenne appunto a questo tipo di vita per diventare religiosa; ma il clima religiosa. poco a lei favorevole di Bianzè l’a- Purtroppo, non disponiamo più del Libro veva costretta a rientrare a casa. maestro della Congregazione moncalve- Tuttavia, persistendo nella fedeltà se, che costituì la principale fonte per la alla sua vocazione, il padre, Mar- ricostruzione della storia del monastero chese Lodovico Coconito Mon- di Sant’Orsola da parte di don Costantino tiglio di Montiglio, chiede che sia Lupano, nella sua Moncalvo sacra (1899): ricevuta fra le Reverende Madri esso è misteriosamente scomparso e Orsoline di Moncalvo, località dal a nulla sono valsi finora i tentativi degli clima simile a quello di Montiglio, studiosi di rintracciarlo. Perciò dobbiamo ottenendo risposta favorevole. accontentarci delle poche e frammentarie Nel 1748, ad essere accettata carte conservate presso l’Archivio Storico come novizia è Madamigella Bar- della diocesi di Casale Monferrato. Esse, bara Roggeri, di Moncalvo, pre- tuttavia, ci danno qualche indicazione sentata dal padre, il moncalvese preziosa. Pietro Giacomo Roggeri, Com- Innanzi tutto, attraverso la corrisponden- mendatore dell’Ordine dei Santi za intercorsa fra il 1674 e il 1726 fra le va- Maurizio e Lazzaro e Vassallo di rie Superiore succedutesi alla guida della Villanova. Guglielmo Caccia - Martirio di Sant’Orsola 14 Chiesa Parrocchiale di San Francesco Moncalvo ha... Stoffa Marco Cerruti Nel vecchio ghetto di Moncalvo, “giù dal- signor Foa gestì il negozio moncalvese fino da una grande iscrizione in ebraico e in ita- la Fracia”, alle spalle della Sinagoga c’è il alla sua morte avvenuta nel 1932. Egli morì liano. Da sottolineare che essa è l’unica Si- negozio di Bergagna. E’ un florido negozio di crepacuore in seguito al grande dolore pa- nagoga in Europa che si affaccia sulla piaz- del ramo tessile che risale a 150 anni fa. tito per la perdita del piccolo nipotino, fratello za principale della città in cui è situata. Con Mia nonna, quando voleva riferirsi a questo del nostro concittadino Piero Norzi, morto la scomparsa della comunità la Sinagoga fu negozio, usava dire “Da Moisin”. E non era di polmonite fulminante nel 1931. Vincenzo smantellata e lo splendido soffitto ligneo e i l’unica. Mi è venuta la curiosità di capire l’ori- Bergagna, in quegli anni commesso, suben- preziosi arredi furono trasferiti in Israele. Nel gine di quell’appellativo e sono approdato al trò nella gestione del negozio e acquisì l’atti- Settembre 2013 su ”Repubblica”, Nicola Gal- ghetto ebraico… vità e la casa adiacente. Vincenzo Bergagna lino scrive un articolo dal titolo “La piccola Gli Ebrei iniziarono a stabilirsi a Moncalvo aveva come moglie Amalia Debernardi che Moncalvo d’Israele”, dove afferma: “C’è in nel tardo Medio Evo, prima del ‘400, sotto il per un po’ ha gestito il negozio di fronte dove Israele un pezzo di storia ebraica piemonte- dominio dei Paleologi, a seguito delle espul- facevano maglie e filati. La coppia aveva tre se custodito dagli eucalipti e dal vento caldo sioni francesi. Il ghetto fu istituito dai Savoia figli: Piero, classe 1916 e Carla, classe 1923 che qui gira dal promontorio di Giaffa. E’ l’ nel 1731 e in esso andarono ad abitare le che emigrarono negli Stati Uniti a Boston. “Aron ha Kodesh” della Sinagoga di Moncal- 171 persone della comunità. Era situato in Paolo, classe 1921, insieme alla moglie Rita vo, sacro armadione ligneo dove gli Ebrei una breve viuzza con ingresso da Via Mon- Coppo, subentrò successivamente al padre monferrini riponevano i rotoli della Torah…” tanari e Via XX Settembre (20 Settembre nella gestione del negozio e condusse sa- e altro ancora. 1870, data della presa di Roma, attraverso la pientemente l’evolversi dei tempi, dei gusti breccia di Porta Pia; episodio, questo, del Ri- e delle mode nel campo dell’abbigliamento, sorgimento che sancì l’annessione di Roma fino all’avvicendarsi della generazione con il all’Italia). In mezzo c’è via IV Marzo che ri- figlio Massimo, la nuora Maria Luisa Gabutti corda la promulgazione dello Statuto Alber- e la loro figlia Stefania. tino, 4 Marzo 1848. Con lo Statuto, Carlo Nel 1960 c’è stata la vendita della Sinagoga Alberto concede agli Ebrei il riconoscimento ( la cesa dij Ebrei) da parte della Comunità dei diritti civili e politici. Molti bambini ebrei, Ebraica, a Paolo Bergagna. Dal negozio del in quegli anni, furono chiamati Alberto e Al- ghetto c’era un portone che comunicava con bertina, proprio per festeggiare l’avvenimen- un cortile dal quale si accedeva poi diretta- mente alla Sinagoga. La Sinagoga di Moncalvo è oggi dismessa; essa era situata in piazza Carlo Alberto. Quando nel 1732 fu creato il ghetto di Moncalvo fu edificata anche la Sinagoga. Come tutte le Sinagoghe di ghetto, l’edificio di culto si trovava all’interno dell’area chiusa, privo di qualsiasi segno di riconoscimen- to esteriore e con accesso interno dal ghetto stesso. Dopo lo Statuto Albertino e precisamente nel 1860 Famiglia Bergagna la Sinagoga di Moncalvo presenta una facciata monumentale sul lato Dopo quanto raccontato, e in una terra che esterno del ghetto, quello che ap- ha confezionato raffinate camicie marchiate punto dà su piazza Carlo Alberto TT, sono venuto anche a conoscenza delle Sinagoga di Moncalvo (piazza intitolata proprio a quel re attività di un altro personaggio che ha lavo- to. Grazie all’emancipazione gli Ebrei pote- che aveva emancipato gli Ebrei). La facciata rato e creato nel campo dei tessuti: Alberto rono dedicarsi alle attività pubbliche. Furono consiste in due portali simmetrici sormontati Fassini Camossi. Alberto Fassini Camossi soprattutto attività commerciali, ma ci furono nacque a Moncalvo l’8 aprile 1875 e morì anche professionisti, medici e presta-soldi, a Roma il 7 ottobre 1942, di professione in- attività vietata ai cattolici. Nel bellissimo libro dustriale, fu anche Parlamentare del Regno “Conta le stelle se puoi” di Elena Loewenthal d’Italia e produttore cinematografico. La sua è raccontata la storia di una famiglia ebraica, principale attività fu legata al settore tessi- bella, grande e poi, sparsa per il mondo che le. Legato al gruppo tessile “Comptoir Des ha come capostipite Moise Levi. Moise Levi, Textiles Artificial”, creò, nel 1912, a Padova, “el me Moisin” come lo chiamava sua madre, la “Cines seta artificiale”, primo stabilimen- ha solo 23 anni la mattina di fine estate in cui to italiano per la fabbricazione del rayon. Il lascia il ghetto di Fossano portandosi dietro rayon è una fibra trasparente che si ottiene un carretto di stracci. Vuole andare a Tori- dalla cellulosa del legno o del cotone. Il rayon no a far fortuna e in effetti proprio a Torino, fu anche chiamato seta Gloria. Esso rende i darà il via ad una fiorente ditta di commer- tessuti ottenuti, molto confortevoli per essere ci nel ramo tessile. E’ la storia della grande indossati e con prezzi assai inferiori alla seta famiglia di Moise Levi che con i suoi amori, naturale derivante dal baco da seta. Succes- i suoi affanni e le sue attività nel ramo dei sivamente creò altri stabilimenti che vennero tessuti diventa sempre più numerosa in una poi ceduti nel 1920 alla “Snia Viscosa” per la casa vicino alla Mole Antonelliana, costruita produzione di filati artificiali. Sia a Moncalvo, proprio dove una volta c’era il ghetto. Proprio che attraverso i moncalvesi, il settore tessile in una casa dove c’era il ghetto di Moncalvo ha vestito, e ha dato lavoro a tante persone. nasce l’attività di compravendita di tessuti Si può ben dunque affermare che Moncalvo di Moise Foa “el Moisin”. All’inizio del ‘900 ha anche la stoffa…per le stoffe. il signor Moise Foa era titolare del negozio di tessuti per confezionare abbigliamento Marco Cerruti e per arredamento di Via XX Settembre. Il Via XX Settembre “La Fracia” 14 15 “Le chiese di Moncalvo e i EDITORIALE capolavori di Guglielmo e L’ALERAMICO... Orsola Maddalena Caccia. per riscoprire le nostre radici Alla scoperta di un tesoro di fede, di storia e di arte” scritto da Andrea Monti, don Giorgio tempere di Mario Pavese e un pomerig- ricorda con immutato affetto il suo triennio Bertola e Giuseppe Vaglio. Il volume gio dedicato alla scoperta delle opere di passato a Moncalvo dove nel 1947 gli fu vuole essere un prezioso dono dedicato Guglielmo Caccia poeticamente descritte assegnata la cattedra di maestro elemen- ai nostri concittadini moncalvesi, ai turisti, ai visitatori e agli appassionati di arte, di dalle soavi parole di Abele Truffa… abbia- tare. A latere del suo articolo, nel quale da storia, del nostro Monferrato e della nostra mo recuperato tanti ricordi e storie della esperto saggista descrive con nostalgia la amata Moncalvo. Un viaggio alla scoperta nostra città che proviamo oggi a ricom- sua esperienza moncalvese di settant’an- delle vicende storiche, civili e religiose che porre in questo mosaico cartaceo. ni orsono e il suo ricordo di Don Bolla, ti nel corso dei secoli hanno caratterizzato la nascita e l’evolversi della comunità civile e Per farci perdonare la nostra latitanza l’A- proponiamo alcune sue opere d’arte che parrocchiale di Moncalvo. Avendo una piena leramico raddoppia il numero di pagine negli anni hanno conquistato il pubblico coscienza delle radici storiche e culturali che con una rosa di collaboratori che si sta fa- siciliano. Ha detto di lui Leonardo Scia- la caratterizzano è possibile apprezzare in maniera più completa i suoi tesori e le sue cendo sempre più ampia e qualificata. Ol- scia “Pippo Bonanno è un pittore palermita- ricchezze artistiche e culturali per riscoprirle tre a Giuseppe, Angela e Serena, storici no che consuma la luce e il ritmo della sua e valorizzarle nella maniera adeguata. pionieri insieme a me di questa avventura città, e del paesaggio siciliano in una com- Puoi richiedere il volume, dal costo di 20 letteraria, a Marco, Sandro e al Professor plessa esperienza culturale: con risultati euro, in Parrocchia o scrivendo all’indirizzo Alessandro Allemano, che hanno già im- espressivi inconsueti, che vogliono essere, mail: [email protected]. preziosito i precedenti numeri del giornale e a volte sono, un’affermazione di libertà”. con i loro contributi, abbiamo nuovamente Compirei un gravissimo errore a rubarti l’onore di dare voce al carissimo Gino Ne- altri istanti del tuo prezioso tempo… non biolo che ci ha regalato una recensione mi resta che augurarti una buona e piace- sul recupero dei capolavori cacciani im- vole lettura. preziosita da un toccante ricordo perso- nale di Mons. Giuseppe Bolla. Andrea Monti Abbiamo altresì il piacere di annoverare tra i nostri collaboratori per questo nu- mero l’ing. moncalvese Piero Messidoro, direttore tecnico dell’azienda produttrice di attrezzature spaziali per l’Italia “Thales Alenia Space”, e il Professor Pippo Bo- nanno poliedrico artista palermitano che

16 Il mercato di Moncalvo