I TIFONI 7 Web Tsunami

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Tsunami Edizioni è un marchio registrato di proprietà di A.SE.FI. Editoriale Srl Via dell’Aprica, 8 - Milano www.tsunamiedizioni.com - [email protected] - Twitter: @tsunamiedizioni

Prima edizione, novembre 2013 - I Tifoni 7

Progetto copertina e grafica interna: Eugenio Monti Foto in copertina: Los Angeles Skyline and Freeway at Night - © Epicstock/Dreamstime.com

Stampato in digitale nel mese di novembre 2013 da Rotomail Italia S.p.A

ISBN: 978-88-96131-57-2

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, in qualsiasi formato, senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.

Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per rintracciare i titolari dei diritti delle foto pubblicate, ciò non è stato sempre possibile. L’editore rimane a disposizione per essere contattato dagli aventi diritto. CRISTIANO CANALI - GENNARO DILEO I 100 MIGLIORI DISCHI AOR

JOURNEY, TOTO, SURVIVOR E I CAMPIONI DEL ROCK MELODICO CHE HA CARATTERIZZATO GLI ANNI ’80 Questo libro è dedicato a Eugenio Monti, Massimo Baroni e Alessandro ‘Rullo’ Durini. I primi due, per averlo voluto e aver dovuto sopportare cromatissime e tonitruanti rotture di coglioni, mentre il terzo per aver svenduto la sua intera collezione di CD “per vivere bene”. INDICE

INTRODUZIONE...... 9 GUIDA ALLA LETTURA: ALCUNE PRECISAZIONI...... 13 RINGRAZIAMENTI...... 14 GLI AUTORI...... 15

1ST AVENUE TEARS AND TRIUMPH...... 16 38 SPECIAL STRENGTH IN NUMBERS...... 18 AARON, LEE LEE AARON...... 20 ADAMS, BRYAN RECKLESS...... 22 A.S.A.P. SILVER AND GOLD...... 24 AIRPLAY AIRPLAY...... 26 AIRRACE SHAFT OF LIGHT...... 28 ALIEN ALIEN...... 30 ALLIANCE ALLIANCE...... 32 ARC ANGEL ARC ANGEL...... 34 ASIA ASIA...... 36 ASIA AQUA...... 38 ATLANTIC POWER...... 40 AVIATOR AVIATOR...... 42 ...... 44 BAD ENGLISH BAD ENGLISH...... 46 BALANCE IN FOR THE COUNT...... 48 BALLARD, RUSS RUSS BALLARD...... 50 BEAU GESTE ANOTHER NIGHT IN THE CITY...... 52 BENATAR, PAT SEVEN THE HARD WAY...... 54 BOLTON, MICHAEL EVERYBODY’S CRAZY...... 56 BON JOVI BON JOVI...... 58 BOSTON BOSTON...... 60 BOULEVARD BLVD...... 62 BOULEVARD INTO THE STREET...... 64 BYSTANDER NOT SO INNOCENT...... 66 CANNATA IMAGES OF FOREVER...... 68 CHICAGO 17...... 70

I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 5 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM DAKOTA RUNAWAY...... 72 DARE OUT OF THE SILENCE...... 74 DEF LEPPARD HYSTERIA...... 76 DEVICE 22B3...... 78 DOMINOE KEEP IN TOUCH...... 80 DRIVE, SHE SAID DRIVE, SHE SAID...... 82 EASY ACTION THAT MAKES ONE...... 84 EUROPE OUT OF THIS WORLD...... 86 FATE A MATTER OF ATTITUDE...... 88 FEEHAN, TIM TIM FEEHAN...... 90 FM INDISCREET...... 92 FM TOUGH IT OUT...... 94 FOREIGNER 4...... 96 FOREIGNER AGENT PROVOCATEUR...... 98 FOREIGNER INSIDE INFORMATION...... 100 GIANT TIME TO BURN...... 102 GIUFFRIA SILK + STEEL...... 104 HAREM SCAREM HAREM SCAREM...... 106 HEART HEART...... 108 HEART BAD ANIMALS...... 110 HONEYMOON SUITE THE BIG PRIZE...... 112 HOUSE OF LORDS HOUSE OF LORDS...... 114 ICON NIGHT OF THE CRIME...... 116 I-TEN TAKING A COLD LOOK...... 118 JOURNEY ESCAPE...... 120 JOURNEY FRONTIERS...... 122 JOURNEY RAISED ON RADIO...... 124 KANSAS DRASTIC MEASURES...... 126 LE ROUX SO FIRED UP...... 128 MAGNUM GOODNIGHT L.A...... 130 MARDONES, BENNY BENNY MARDONES...... 132 MARX, RICHARD REPEAT OFFENDER...... 134 NIGHT RANGER BIG LIFE...... 136 NOVA, ALDO ALDO NOVA...... 138 NOVA, ALDO TWITCH...... 140 OUTSIDE EDGE RUNNING HOT...... 142 PERRY, STEVE STREET TALK...... 144 PREVIEW PREVIEW...... 146

6 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM PROPHET CYCLE OF THE MOON...... 148 PROTOTYPE PROTOTYPE...... 150 Q5 WHEN THE MIRROR CRACKS...... 152 REO SPEEDWAGON HI INFIDELITY...... 154 RIO BORDERLAND...... 156 ROLIE, GREGG GRINGO...... 158 SHADOW KING SHADOW KING...... 160 SHY EXCESS ALL AREAS...... 162 SIGNAL LOUD & CLEAR...... 164 SKAGARACK SKAGARACK...... 166 SPYS SPYS...... 168 STAGE DOLLS STAGE DOLLS...... 170 STAN BUSH & BARRAGE STAN BUSH & BARRAGE...... 172 STARSHIP NO PROTECTION...... 174 STEPHENSON, VAN RIGHTEOUS ANGER...... 176 STONE FURY LET THEM TALK...... 178 STRANGEWAYS NATIVE SONS...... 180 SURGIN’ WHEN MIDNIGHT COMES...... 182 SURVIVOR VITAL SIGNS...... 184 SURVIVOR WHEN SECONDS COUNT...... 186 SURVIVOR TOO HOT TO SLEEP...... 188 TEPPER, ROBERT NO EASY WAY OUT...... 190 THE LADDER THE LADDER...... 192 TOTO TOTO IV...... 194 TOTO ISOLATION...... 196 TOTO THE SEVENTH ONE...... 198 TOUCH TOUCH...... 200 TURNER, JOE LYNN RESCUE YOU...... 202 UNRULY CHILD UNRULY CHILD...... 204 URGENT CAST THE FIRST STONE...... 206 VAN ZANT VAN ZANT...... 208 VIRGINIA WOLF VIRGINIA WOLF...... 210 WHITE SISTER WHITE SISTER...... 212 WORK OF ART IN PROGRESS...... 214

I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 7 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM INTRODUZIONE

rugherio, marzo 2006. In un’afosa sala prove ricavata in un angolo di un capannone industriale, due ragazzi fanno incetta di una valanga di dischi dell’amico proprie- Btario, collezionista pentito che sceglie di liberarsi dei propri tesori per abbracciare l’edonismo più sfrenato. Molti di questi album sono riconducibili a quella misteriosa etichet- ta musicale chiamata Adult Oriented Rock. Durante gli spostamenti in macchina, i due iniziano a perdersi in lunghe discussioni musicali, scoprendo di avere in comune una grandissima passione per il rock melodico degli anni ottanta, “quello di Top Gun, Rocky o Flashdance, per capirci, quello che ti esalta quando c’è quella scena del film”. Una volta appurato che quel tipo di rock è stato prin- cipalmente catalogato come AOR da qualche oscuro scribacchino anglofono, ha inizio una frenetica corsa all’oro che porta i due ‘ricercatori’ a scandagliare la rete e gli avamposti musicali meneghini Markuee e Mariposa a caccia dell’ennesimo disco semisconosciuto, “che però ti stende come un multiplatino”. Milano, agosto 2013. Sette anni dopo, gli stessi protagonisti di questo racconto si go- dono le brevi vacanze estive, ma qualcosa li rende decisamente curiosi agli occhi dell’uomo comune: il primo si trasferisce in montagna e trascorre le sue giornate chiuso in casa, analizzando le foto di vecchi vinili pubblicate su eBay con l’intento di scovarne i credits, mentre il secondo prepara la valigia per Dublino riempiendola di vestiti consumati e im- presentabili, pianificando di buttarli via giorno dopo giorno per svaligiare Tower Records, riempire la borsa di CD e tornare in Italia con Ryanair senza pagare un centesimo in più. Come avrete già capito, quei due strambi individui siamo noi, gli autori di questo libro! Pur portando avanti esperienze editoriali differenti, per anni abbiamo coltivato il sogno proibito di scrivere un libro dedicato all’AOR, scontrandoci con la dura legge del mercato e dei numeri: “Chi mai lo pubblicherebbe? E, soprattutto, chi cazzo lo compra?”. Ma un anno fa, gli amici di Tsunami Edizioni ci hanno comunicato che l’avviata collana de ‘I 100 migliori dischi’ non avrebbe potuto essere completa senza addentrarsi anche negli zucche- rosi meandri del riverbero, dei synth strabordanti e delle batterie elettroniche, e ha avuto così inizio la travagliata avventura di cui state per leggere i frutti. Definire adeguatamente l’AOR, lasciatecelo dire, è davvero un’impresa. Tanti ci han- no provato negli anni (incluso l’italiano Vincenzo Ferrara, autore di interessanti teorie e catalogazioni), ma ancora oggi si fatica a trarre conclusioni definitive. Dato il format del nostro volume, non spetta a noi abbracciare alcune ipotesi o distruggerne altre, ma voglia- mo comunque dare più riferimenti possibili a chi si avvicina per la prima volta a questo meraviglioso universo sonoro. Il termine AOR nasce negli Stati Uniti degli anni settanta, inizialmente come acronimo legato all’affascinante mondo della radio. Ai tempi, l’etichetta Album Oriented Radio o Album Oriented Rock (il termine Adult sarebbe arrivato dopo) non indicava un genere vero e proprio, ma un tipo di programmazione radiofonica delle stazioni FM volta a privilegiare la messa in onda di brani non troppo conosciuti, estrapo- lati da album dotati di un certo appeal commerciale: in parole povere, si trattava di una I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 9 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM via di mezzo tra la libertà totale di programmazione garantita dal format Freeform (netto oppositore dello stile da chart Top 40 delle stazioni AM) e la definitiva commercializza- zione delle radio FM, causata dal numero sempre crescente di ascoltatori e dalla volontà dei direttori delle emittenti di intrattenerli e fidelizzarli al meglio. Seguendo quest’ottica, band come Aerosmith, Led Zeppelin o Deep Purple avrebbero potuto tranquillamen- te rientrare sotto l’etichetta AOR, calderone che raggruppava senza alcuna distinzione gruppi riconducibili a correnti hard rock, heavy metal, progressive rock, southern rock e, inizialmente, persino blues, soul, folk e jazz. Col passare del tempo, le stazioni FM improntate sul format AOR si sono legate mag- giormente al rock in tutte le sue forme, distanziandosi sempre più dalle emittenti votate alla musica nera e, ovviamente, alla disco music. Man mano che il format diveniva più mainstre- am, spuntavano gruppi perfettamente in linea con le esigenze delle radio, che miravano ad aumentare gli ascolti proponendo musica rock accattivante, ma ugualmente dotata di una certa indipendenza sonora e stilistica rispetto alla classica logica dei singoli da classifica. Se nella seconda metà degli anni settanta gruppi come Boston, Styx, Kansas, Fleetwood Mac, Supertramp e i primi Toto sono stati i pionieri di queste frequenze, bisogna aspettare l’inizio degli anni ottanta per veder esplodere l’AOR come (sotto)genere musicale vero e proprio, dotato di un sound riconoscibile e di elementi distintivi rispetto alle tradizionali etichette rock. Band come REO Speedwagon, Airplay, New England e, poco dopo, Journey, Forei- gner, Asia, Toto e Survivor si rendono portavoce di questo ‘nuovo genere AOR’ che rielabora le sonorità hard rock, Westcoast, pop rock, progressive rock e pomp rock secondo canoni sonori ben definiti. Nello specifico, le produzioni si fanno pulite, nitide e meticolosamente rifinite nei dettagli, con cura certosina degli arrangiamenti e del missaggio delle diverse trac- ce audio. Tastiere e synth, da semplici gregari, diventano strumenti di prim’ordine, sempre più marcati e determinanti a livello di presenza e partiture. La batteria viene equalizzata con grande attenzione all’impatto sonoro dato dal rullante, spesso effettato e ben distinto nel mix, mentre le chitarre si fanno compatte e ultra-precise nelle ritmiche, così come cariche di quintali di riverbero durante i lick e gli assoli. Infine, la voce viene registrata ad arte, con uno strato di cori e armonizzazioni che spingono al limite gli interpreti, nel perenne tentativo di raggiungere una resa cristallina priva di imperfezioni. Arricchendosi nel tempo del termine ‘Adult’, ritenuto da molti (noi inclusi) ben più appropriato e pertinente del vecchio e radiofonico ‘Album’, l’acronimo AOR va quindi a rappresentare un tipo di rock rivolto ad un pubblico più maturo (non solo anagraficamen- te), più attento ai dettagli, alle emozioni e al talento musicale dei suoi interpreti rispetto al teenager medio, maggiormente avvezzo a sonorità più ribelli, grezze e scatenate. A diffe- renza dell’hard rock, dell’heavy metal e di correnti alternative come il punk, la new wave e (anni dopo) il grunge, l’AOR è privo di una scena underground ben definita, non ha alcun ‘codice di comportamento’ condiviso dai suoi fan e non sposa esplicitamente alcun look o taglio di capelli: salvo casi particolarmente eccentrici o vicini ad altre etichette sonore, i suoi interpreti abbracciano semplicemente i trend degli anni ottanta, senza distinguersi più di tanto sul palco rispetto al loro pubblico. Quest’ultimo aspetto può sembrare bana- le o superfluo, ma in realtà è la chiave dell’immensa popolarità raggiunta negli eighties: l’AOR è un genere inclusivo, non esclusivo, apprezzabile da chiunque e libero da dogmi, veti, barriere e implicazioni politico-sociali. Chi ne percepisce la cura e la qualità a livello 10 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM musicale può goderselo al pari di chi non sa nemmeno cosa sia un synth, ma si esalta comunque a mille quando Rocky Balboa atterra in Unione Sovietica con i Survivor di sottofondo. Dato il suo lato mainstream e politicamente corretto, l’Adult Oriented Rock diventa il genere preferito dai produttori di Hollywood, che lo utilizzano come ideale colonna sono- ra della visione reaganiana della società dei controversi anni ottanta. I testi delle canzoni sono semplici (a volte davvero troppo!), spesso incentrati sul tema dell’amore in tutte le sue sfumature, oltre che sulla volontà di avverare i propri desideri, qualsiasi essi siano. Gli anni settanta, con il dramma del Vietnam, le proteste studentesche, la creatività dell’ar- te psichedelica e la grande attenzione verso il sociale sono definitivamente alle spalle, e l’occidente, trainato dagli Stati Uniti, si concentra su dinamiche più individualiste, volte a celebrare l’autorealizzazione del singolo tramite il duro lavoro e l’importanza di inseguire i propri sogni e la propria affermazione ad ogni costo. E nessun genere musicale incarna in egual misura questa ostentata positività alternata ad attimi di umana malinconia, questa lotta tra una concezione romantica e, allo stesso tempo, pragmatica della vita e l’edonistica celebrazione del ‘vivere al massimo’ quanto l’Adult Oriented Rock. Volutamente o meno, tanti gruppi già affermati si trovano ad abbracciare temporane- amente le sonorità più cool e rappresentative del periodo, pubblicando dischi vicinissimi agli stilemi dell’AOR che spiazzano non poco i loro fan: Power Windows dei Rush, Crazy Nights dei KISS e Destiny dei Saxon sono solo tre dei tanti splendidi esempi che potrem- mo citare. A livello sonoro, dal 1980 ai primi anni novanta l’AOR ha seguito (e, spesso, determinato) l’evoluzione delle tecniche di registrazione e di campionamento, finendo per accorpare gruppi o progetti estremamente diversi tra loro e spesso confinanti con generi quali pop, hard rock, heavy metal e glam metal. Dal canto nostro abbiamo cercato di sce- gliere gli album senza essere troppo rigidi o maniacali e, se si escludono le ben evidenziate eccezioni rappresentate da Boston e Def Leppard, siamo riusciti ad analizzare uno spettro di sonorità che parte dal ‘quasi pop’ di Airplay, Richard Marx e Chicago e arriva fino alle sferzate metalliche e hardeggianti di gruppi come Icon, Prophet, Harem Scarem e Giant. Tenete presente che all’epoca di massimo splendore del genere c’erano molte meno distin- zioni ed etichette di adesso. Anni dopo il suo inevitabile declino, infatti, anche l’AOR ha finito per arricchirsi di svariate sottocategorie, che si appoggiano in certi casi ad alcune correnti del rock degli anni settanta. Termini come Westcoast AOR (Airplay, Chicago), Hi-Tech AOR (Device, Dominoe), Pomp AOR (1st Avenue, Giuffria), Southern AOR (38 Special, Van Zant) e Lite AOR (Richard Marx, Benjamin Orr) sono nati per indicare maniacalmente il tipo di schema compositivo dei brani utilizzato dagli autori, così come la predominanza di questo o quello strumento all’interno degli arrangiamenti (Hi-Tech AOR si riferisce, ad esempio, ai gruppi e agli artisti particolarmente legati all’uso di synth, tastiere ed effetti elettronici/tecnologici). Negli ultimi anni, l’esplosione di YouTube e l’apertura di numerosi blog di appassionati (molti dei quali sudamericani) hanno permesso la diffusione di tanti capolavori pratica- mente introvabili su supporto fisico, completando l’egregio lavoro di rimasterizzazione e ristampa portato avanti da etichette specializzate come Rock Candy, Yesterrock, AOR Heaven, Wounded Bird Records, High Vaultage, MTM Music ed Escape Music – alcune delle quali, purtroppo, non più in attività. I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 11 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM In conclusione, ci preme sottolineare un aspetto ben noto ad ogni appassionato che si rispetti: compilare questa lista di album è stata una bella soddisfazione, ma allo stesso tem- po anche un vero tormento, dato che i capolavori dell’AOR sono davvero molti, ma molti di più di cento. Tenendo conto della ricchezza del genere, abbiamo cercato di rappresen- tarne al meglio tutte le sfumature, rendendo la lista definitiva solamente quando entrambi non siamo più stati in grado di rispondere alla domanda: “Se inserisco questo disco, quale tolgo?”. Detto questo, ci preme far sapere agli amanti di Stan Meissner, Glen Burtnick, Eddie Money, New England, Fortune, Beau Coup, B.E. Taylor Group, Nielsen/Pearson, Diving For Pearls, 707, GTR, The Storm, Benjamin Orr, Rick Springfield, Trillion, Max Carl, Fury, Marilyn Martin, Orion The Hunter, Loverboy, H.E.A.T, Joe Lamont e di tanti altri rimasti esclusi, che comprendiamo il loro dolore e che questi gruppi e artisti li amiamo tanto anche noi!

Cristiano Canali e Gennaro Dileo Milano, ottobre 2013

[email protected] [email protected]

12 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM GUIDA ALLA LETTURA: ALCUNE PRECISAZIONI

ata la mole, la scarsa reperibilità e il prezzo delle numerose ristampe giapponesi degli album pubblicate nel corso degli anni, abbiamo scelto di non tenerle in con- Dsiderazione durante la compilazione delle schede di ciascun disco, e lo stesso trat- tamento è stato riservato alle rare ristampe di alta qualità stile Mobile Fidelity Sound Lab o Audio Fidelity. Ogni scheda riporta sempre la prima edizione del rispettivo album pubbli- cata nel paese di origine del gruppo (o, in rari casi, in quello della casa discografica, quando non coincidono) ed eventualmente l’ultima ristampa ufficiale disponibile sul mercato, salvo alcune eccezioni che includono anche ristampe intermedie dotate di materiale esclusivo e facilmente reperibili anche ai giorni nostri. Salvo casi particolari e ben segnalati, abbiamo sempre omesso le ristampe multiple contenenti due o più album di un determinato artista (cofanetti, antologie o edizioni a basso costo), preferendo le ristampe singole, quasi sempre più curate e fedeli al prodotto originale. Inoltre, nel caso delle ultime ristampe pubblicate di ciascun disco, abbiamo tenuto in considerazione per quanto possibile anche le diffusissime ‘ristampe invisibili’, ovvero riedizioni successive di una particolare ristampa causa esauri- mento scorte: per fare un esempio, Escape dei Journey è stato ufficialmente rimasterizzato e ristampato per l’ultima volta nel 2006, ma dato il grande successo, lo stesso master è stato poi ripubblicato nel 2009 con tanto di specifica riportata sul retro dell’album. Sempre rima- nendo in tema, in alcune schede è possibile imbattersi in ristampe datate in modo differente rispetto a quanto riportato sullo stesso CD: nel caso di Stan Bush & Barrage, Rock Candy ha effettivamente ristampato il disco nel 2011, ma a causa di alcune difficoltà legate ai diritti, non ha potuto metterlo in commercio prima del 2013, anno riportato nel nostro volume e in linea con quello della maggior parte dei negozi online. Salvo esplicite delucidazioni contenute nella sua stessa recensione, ogni album è presente nel libro con la copertina della stampa originale dell’epoca. Per quanto riguarda le lineup di ogni disco, come noterete può capitare di imbattersi in formazioni chilometriche e a prima vista fuorvianti, ma ogni mu- sicista è stato accuratamente verificato grazie all’incrocio di fonti rigorosamente ufficiali: oltre al lavoro dei membri veri e propri delle band, infatti, molti album hanno beneficiato dell’altrettanto indispensabile contributo di svariati session men, ospiti e addetti ai lavori, la cui identificazione ci ha procurato nel tempo non pochi esaurimenti nervosi. Spesso speci- fichiamo il loro contributo nelle recensioni, ma se volete sapere con esattezza di chi sia ogni assolo, ogni lick e ogni coro presente in un determinato brano, vi suggeriamo di scavare tra le note di copertina dei dischi originali dopo esservi votati a qualche Santo protettore. Per ovvi motivi di spazio, infine, abbiamo scelto di riportare solamente i produttori e i coproduttori dei brani presenti nelle tracklist originali (elencati in ordine di importanza e quantità dei brani prodotti), omettendo quelli delle bonus-track, se differenti. Buona lettura!

I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 13 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM RINGRAZIAMENTI

Cristiano

ingrazio Eugenio Monti e Max Baroni per le proposte, la pazienza, la fatica e la dedizione che mettono ogni giorno nel loro lavoro, che sta rendendo felici tanti Rappassionati di buona musica rock. Gennaro Dileo, per aver contribuito a definire la mia passione per l’AOR e aver condiviso con me questo ennesimo sogno di carta. Sara, per l’amore, la forza e il supporto che continua a donarmi nonostante tutto, facendomi deside- rare di essere un uomo migliore. La mia famiglia e i miei parenti, per tutto. Tank Palamara, per avermi fatto conoscere alcuni capolavori presenti in questo volume. Shery, per l’incorag- giamento e l’entusiasmo con il quale ascolta questa musica. Kee Marcello, Marco Garavelli, Marco Gamba e ovviamente tutti voi lettori.

Gennaro

ingrazio Francesca Paitoni per il prezioso ed infinito supporto che mi ha concesso, la famiglia Dileo per il vitto e l’alloggio e la famiglia Paitoni per aver sopportato il Rmio linguaggio aulico e saccente anche nei momenti meno opportuni. Diego ‘Dr. Zed’ Zorloni, serio critico musicale ed ottimo amico (nonché mentore del blog Raised On Melodies), Luca Pessina, David Scatigna e l’incredibile staff di Metalitalia.com. Un ringra- ziamento speciale lo dedico allo staff Tsunami (Eugenio e Max) e a Cristiano Canali. Last but not least, ringrazio Marco Barbati per le grasse risate che ci facciamo da tanti anni, la sorella acquisita Elena Gilbert ed Erik Wahlstrom, ottimo amico, buon intenditore di musi- ca e soprattutto re incontrastato delle grigliate.

14 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM GLI AUTORI

ristiano Canali nasce e vive a Milano, dove si laurea in Linguaggi dei Media. A partire dal 2003 entra a far parte dello staff di Eddie’s, celebre fan club italiano de- Cvoto agli , e dal 2005 al 2010 scrive per Flash, storica rivista dedicata alla musica rock e metal, gestendo la rubrica Replay e realizzando mensilmente interviste, recensioni e reportage di eventi live. Nel 2009 scrive per Tsunami Edizioni il libro-intervista ‘Fottetevi Tutti! La vita e il rock di Pino Scotto’, seguito nel 2011 dal corposo volume ‘Iron Maiden Dalla A alla Z - Come nessuno ve li ha raccontati prima’. Oltre alla scrittura, nel tempo ha avuto modo di provare l’ebbrezza della conduzione radiofonica su Rock‘n’Roll Radio e gioie e dolori dell’essere un bassista negli anni duemila.

ennaro Dileo nasce nel 1981 a Milano, dove vive tuttora. Inguaribile ricercatore musicale e collezionista di dischi, attratto dalle poliedriche espressioni artistiche Gche prescindono dalle etichette, concretizza la sua innata passione per le dodici note entrando a far parte nel lontano 2003 dello staff di Metalitalia.com. Ciò gli ha per- messo sino ad oggi di recensire numerosi dischi e di assistere ad una moltitudine di concerti prestigiosi, che l’hanno motivato ad intraprendere anche lunghi viaggi in giro per l’Europa. Nel 2010 si è gettato a capofitto nella conduzione radiofonica di Flashbacks e Fast Forward su Radio Metalitalia.com, approdando in seguito nei ranghi di Rock‘n’Roll Radio con Metal Mood. La sua prima esperienza editoriale giunge come un fulmine a ciel sereno, permetten- dogli di coronare il suo sogno: riportare alla luce una serie di gemme di inestimabile valore sommerse dal tempo e dalle mode.

I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 15 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM 1ST AVENUE TEARS AND TRIUMPH (Indisc, 1992)

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Intro / Going For The Gold Formazione: Heaven In Your Arms Peter Strykes - voce When The Night Is Gone Gil Lopez - chitarre Out Of Reach / Out Of Touch Joby Bosboom - tastiere Once In A Million Years Arko Bommer - basso Never Too Late To Live Nop Ton - batteria Hurt Before You Forsake Me Prodotto da Okkie Huysdens, Rob Bolland e Ferdi Help Me Out Bolland Tears And Triumph

16 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM eguendo l’inflessibile ordine dell’alfabeto, gli olandesi st1 Avenue si aggiudicano la prima recensione di questo volume con il possente Tears And Triumph. Non Sfatevi ingannare dalla copertina, unico punto debole dell’album: stiamo parlando di un maestoso mix dell’AOR più pomposo e di un hard rock dalle tinte epiche, solenni ed eleganti, suonato da un team di eroici musicisti tremendamente controtendenza. Solamente per essere uscito nel 1992, in piena epoca grunge, questo disco dovrebbe garantire un qual- che tipo di riconoscimento all’etichetta Indisc, caratterizzata da una complessa storia nella quale i termini ‘bancarotta’ e ‘assorbimento in altri gruppi discografici’ si fanno decisamente notare. Di tutti i nomi presenti nel progetto, solamente due possono far scattare qualcosa nelle menti dei lettori più esperti. Il primo è indubbiamente quello di Robby Valentine (pseudonimo di Robert Kempe), compositore polistrumentista membro dei mitici Zinatra e autore di svariati lavori solisti, mentre il secondo è Peter Strykes, cantante apparso nelle fila dei Vandenberg rintracciabile solo in qualche demo. Tutto qui? Assolutamente. Ma pur senza un passato di successo e tantomeno un futuro, questa band riesce ancora oggi a strappare applausi da un’ampia schiera di appassionati di rock melodico, che attendono con pazienza qualche asta su eBay per portarsi a casa Tears And Triumph. Valentine e St- rykes formano il gruppo nella seconda metà degli anni ottanta ma, prima che il progetto possa dare qualche frutto concreto, Robby abbandona la band per dedicarsi ai Zinatra e al suo primo album solista. Il suo contributo ai 1st Avenue resta comunque indispensabile, dato che il nome Robert Kempe compare nei credits di ben otto brani su dieci! Il prolifico polistrumentista Okkie Huysdens (che ha collaborato, tra gli altri, al progetto metal Ay- reon come cantante) si occupa della produzione del disco ai Bolland Studios di Blaricum, Olanda, e svolge un lavoro complessivamente egregio: pur trattandosi del debutto di un gruppo non certo mainstream, Tears And Triumph può vantare una produzione nitida, po- tente e curata, perfetta per il tipo di brani presenti nella tracklist. Già dalle prime sequenze dell’intro si capisce di avere a che fare con un lavoro complesso, ricco di arrangiamenti evocativi scritti da musicisti capaci e attenti ai dettagli. L’opener vera e propria, ‘Going For The Gold’, irrompe con un impatto micidiale e un sound degno degli Europe più pomposi. Le tastiere di Joby Bosboom dominano incontrastate, mentre la voce di Strykes, timbri- camente simile a quella di Chris Troy dei Praying Mantis, si rivela corposa e adattissima allo stile del gruppo. La successiva ‘Heaven In Your Arms’ stupisce per la ricchezza delle parti strumentali e contiene una delle migliori prove vocali del disco, con un contorno di cori a dir poco fantastico. Brani tastieristicamente eclatanti come ‘When The Night Is Gone’ o ‘Once In A Million Years’ (commovente ballata, cantata divinamente!) rincarano nuovamente la dose di stupore che sopraggiunge quando ci si ricorda di non avere a che fare con musicisti di fama internazionale, mentre ‘Never Too Late To Live’ e la malmste- eniana ‘Help Me Out’ mettono a dura prova ugola e collo di chiunque le ascolti ad alto volume. Dopo la pubblicazione del valido Daily Battle nel 1994, l’avventura dei 1st Avenue giunge al termine, lasciandosi alle spalle una testimonianza di immenso valore e prestigio. Metteteli alla prova!

CRISTIANO CANALI

I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 17 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM 38 SPECIAL STRENGTH IN NUMBERS (A&M Records, 1986) - (Universal Special Products, 2004)

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Somebody Like You Formazione: Like No Other Night Don Barnes - voce, chitarre Last Time Donnie Van Zant - voce Once In A Lifetime Jeff Carlisi - chitarre Just A Little Love Larry Junstrom - basso Has There Ever Been A Good Goodbye Steve Brookins - batteria One In A Million Jack Grondin - batteria Heart’s On Fire Bill Cuomo - tastiere Against The Night Mike Porcaro - basso Never Give An Inch Denny Carmassi - batteria Jim Vallance - batteria Jerry Peterson - sax Earl Lon Price - sax Nick Lane - trombone Mike Cichowicz - tromba Tom Kelly - cori Carol Bristow - cori

Prodotto da Keith Olsen

18 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM on vogliamo fare ancora lo stesso disco. [...] Non possiamo interpretare per sempre canzoni sul whiskey e sugli alligatori”. Queste dichiarazioni di Don “NBarnes, estrapolate da un’intervista del 1986 al quotidiano The Morning Call, la dicono lunga sulle intenzioni dei 38 Special di lasciarsi alle spalle le influenze southern per mutare definitivamente in un’arena rock band. Ma facciamo un passo indietro. Il combo di Jacksonville si forma nel 1975 con l’intenzione di proseguire il discorso inaugurato dai celebri Lynyrd Skynyrd. La A&M fiuta l’affare ed ingaggia questi rudi cowboy di belle spe- ranze che danno alle stampe l’omonimo debut e Special Delivery, due lavori piacevoli di puro rock sudista rimasti praticamente ignorati dal grande pubblico. Nel successivo Rockin’ Into The Night vengono introdotti alcuni piccoli, ma significativi, cambiamenti nel sound (com- plice la presenza di Frank Sullivan dei Survivor nei credits della title track), che permettono così di allargare la proposta al mainstream. Con il quarto LP Wild-Eyed Southern Boys, i Nostri iniziano ad iniettare robuste dosi AOR che li portano a mietere ampi consensi negli Stati Uniti, raggiungendo la posizione numero 10 su Billboard. Il sound radiofonico viene ampiamente approfondito su Special Forces e Tour De Force, lavori estremamente ispirati dai quali vengono estratti alcuni singoli di successo come ‘Caught Up In You’ (in cui troviamo lo zampino di Jim Peterik), ‘If I’d Been The One’ e ‘Back Where You Belong’, che donano la celebrità alla band. Ma è con il successivo Strength In Numbers che i 38 Special decidono di eliminare ogni residua scoria sudista, affidandosi così alle cure dell’esperto Keith Olsen. Per l’occasione viene reclutato l’inappuntabile song doctor Jim Vallance, che contribuisce in ma- niera determinante alla scrittura di sei brani su dieci; e già dall’incalzante opener ‘Somebody Like You’, la nostra mente viaggia attraverso un arcobaleno traboccante di cangianti melodie. Tenui chiaroscuri preludono ai magniloquenti chorus di ‘Like No Other Night’ e ‘Has There Ever Been A Good Goodbye’, mentre il groove intermittente di ‘Last Time’ confluisce in un crescendo pazzesco all’altezza del bridge. ‘One In A Million’ è un meraviglioso blues tirato a lucido, scolpito da soffici impasti vocali che flirtano in maniera passionale con il pop. ‘Never Give An Inch’ possiede le caratteristiche ideali per proiettarci in un futuristico immaginario metropolitano; ‘Just A Little Love’ invece è coronata da un bollente e pulsante groove. Gli arabeschi cesellati dalle sei corde appaiono sempre ispirati e mai fuori contesto, permettendo così a un episodio come ‘Once In A Lifetime’ di scardinare la nostra corazza dopo un solo ascolto. La folkloristica presenza di due batteristi non intacca minimamente l’infinità di melodie che pervade Strength In Numbers, evidenziando esclusivamente il lato tamarro di un gruppo che è riuscito nell’impresa di evolversi in maniera credibile. Il disco raggiunge la diciassettesima posizione su Billboard, ma improvvisamente Barnes e Brookins decidono di mollare il colpo, lasciando le redini dei 38 Special nelle mani di Donnie Van Zant. Il seguente Rock & Roll Strategy è un lavoro complessivamente meno ispirato e rappresenta un parziale ritorno alle origini, anche se il singolo ‘Second Chance’ si fa ricordare come il miglior piazzamento in classifica nella storia della band (posizione numero 6 di Billboard raggiunta il 6 maggio 1989).

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I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 19 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM AARON, LEE LEE AARON (Attic Records, 1987) - (Unidisc Music, 2002)

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Powerline Formazione: Hands Are Tied Lee Aaron - voce, cori Only Human John Albani - chitarre, cori Empty Heart Jimi ‘G’ Gelcer - tastiere, cori Number One Chris Brockway - basso, cori Don’t Rain On My Parade Randy Cooke - batteria, percussioni Goin’ Off The Deep End David Roberts - cori If This Is Love Eye For An Eye Prodotto da Peter Coleman Heartbeat Of The World Dream With Me

20 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM aren Lynn Greening nasce il 21 luglio 1962 a Belleville, Canada, mostrando sin da giovane età un fattivo interesse nei confronti della musica. Mentre frequenta Kla high school, viene ingaggiata al sax e alle tastiere da una band denominata Lee Aaron e, nel 1980, viene notata durante un concerto dal manager Bob Connolly, folgorato dal suo fascino. Tale partnership avvia il licenziamento di tutti gli altri componenti, sostituiti per l’occasione da musicisti tecnicamente più abili e preparati. Nel 1982 esce per la piccola Freedom Records l’omonimo debutto dei The Lee Aaron Project, discreto prodotto anco- ra imbrigliato negli schemi dell’hard rock tradizionale, stemperato da timidi accenni radio friendly. Nel frattempo, la protagonista vola a New York e, con il chiaro scopo di accattivarsi le simpatie del pubblico maschile, posa in topless sulla rivista patinata Oui. Il disco vende pochissimo e, rescisso il contratto con la label, la frontwoman sigla un accordo con Attic Records. Nello stesso periodo, intraprende una partnership musicale durata ben undici anni con il chitarrista John Albani e, nel 1984, pubblica Metal Queen, LP contenente una serie di episodi orientati verso un sound hard‘n’heavy. Il video promozionale della title track viene bandito in Australia e bollato dalla BBC come V.M. 18, ma queste decisioni non impedi- scono di risvegliare l’interesse del pubblico, anzi! Il successivo Call Of The Wild, prodotto da Bob Ezrin, sposta il baricentro verso sonorità mainstream, ottenendo un buon successo nel vecchio continente. Tale risultato le permette di aprire i concerti di Bon Jovi e KISS; la Attic, consapevole della progressiva ascesa dell’artista canadese, sigla un contratto di distri- buzione europeo con 10 Records, sussidiaria di Virgin Records, per promuovere il nuovo album intitolato semplicemente Lee Aaron. Pubblicato nel 1987, il disco viene ripulito da ogni residua traccia heavy per ammantarsi di un morbido ed elegante tessuto AOR, cesellato dalla produzione cristallina di Peter Coleman, noto per aver contribuito all’epocale Parallel Lines dei Blondie. Lo sguardo aggressivo e provocante immortalato sulla copertina delle tre opere precedenti lascia spazio ad un look decisamente più sobrio, ma altrettanto sensuale. Joe Lynn Turner dona il suo contributo in fase di scrittura nella regale power ballad ‘Only Human’, sontuosa ed elegante pièce impreziosita da un solenne chorus; ingredienti che le permettono di varcare la soglia della Top 40 canadese, rimanendo però ignorata nel resto del mondo. L’inconfondibile firma dell’ex cantante dei Rainbow appare anche in altri tre brani: ‘Powerline’ è una trascinante opener ispirata ai migliori Bon Jovi; ‘Hands Of Time’, invece, è un pulsante midtempo incorniciato da un solido guitar riff portante; e le armonie scolpite dalle tastiere velatamente vintage nel solare hard rock di ‘Number One’ rimembrano i fasti commerciali della band di Ritchie Blackmore. Dallo spartito di ‘If This Is Love’ e ‘Dream With Me’ gronda una cospicua quantità di miele, mentre non lascia scampo il dinamico groove danzereccio di ‘Empty Heart’ e ‘Don’t Rain On My Parade’. Il fascinoso AOR a tinte notturne di ‘Heartbeat Of The World’ si colloca come un manifesto immaginario delle big city americane, puntualmente illuminate a giorno da fasci di luci al neon. Ciò non basta a regalare il successo sperato a Mrs. Greening, meritatamente raggiunto due anni dopo con Bodyrock, full-length incastonato su sonorità più robuste.

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I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 21 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM ADAMS, BRYAN RECKLESS (A&M Records, 1984) - (A&M Records, 1997)

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One Night Love Affair Keith Scott - chitarra ritmica, chitarra solista, cori, She’s Only Happy When She’s Dancin’ battimani Run To You Dave Taylor - basso Heaven Robert Sabino - tastiere Somebody Tommy Mandel - tastiere Summer Of ’69 Mickey Curry - batteria Kids Wanna Rock Pat Steward - batteria, cori It’s Only Love Jim Vallance - percussioni Long Gone Tina Turner - voce in It’s Only Love Ain’t Gonna Cry Steve Smith - batteria Lou Gramm - cori John Eddie - cori Bob Clearmountain - cori Gerry Berg - cori Jody Perpick - battimani Formazione: Beanbag - battimani Bryan Adams - voce, chitarra ritmica, chitarra solista, cori, pianoforte, percussioni, armonia Prodotto da Bryan Adams, Bob Clearmountain e vocale, armonica, battimani Jim Vallance

22 I 100 MIGLIORI DISCHI AOR WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM o, non abbiamo inserito un Best Of nel nostro libro, state tranquilli. Ma capisco il motivo di un eventuale fraintendimento: Reckless, che ha venduto più di dodici Nmilioni di copie in tutto il mondo, sembra una dannata, fottuta compilation! Date un’occhiata alla tracklist qui a lato e tenete a mente i brani ‘She’s Only Happy When She’s Dancin’’, ‘Kids Wanna Rock’ , ‘Long Gone’ e ‘Ain’t Gonna Cry’. Dato che sono tutti pezzi famosi, saranno i singoli, giusto? Sbagliato. I singoli sono gli altri sei pezzi che non ho no- minato: sei canzoni su dieci, tutte entrate in un’ipotetica Top 15 della classifica Hot 100 di Billboard. Se vi chiamate Bryan Guy Adams e siete nati il 5 novembre 1959 a Kingston, in Ontario, significa che all’età di venticinque anni avevate America, Canada e svariati paesi eu- ropei ai vostri piedi e riempivate gli stadi di gente che pagava per sentirvi suonare. Reckless è il frutto della perfetta sinergia di un giovane artista reduce dal primo album multiplatino della sua vita (seguito da un mastodontico tour mondiale) e del polistrumentista/compositore/ arrangiatore/produttore Jim Vallance, una delle più importanti entità sforna-hit nella storia della razza umana. Pubblicato verso la fine del 1984, il disco rappresenta il picco artistico definitivo raggiunto dai due amici e colleghi compositori, destinati a dividersi non proprio serenamente qualche anno dopo. Scritti con passione e spontaneità, i dieci brani presenti sono entrati in breve tempo nella storia dell’AOR e del rock in generale anche grazie al loro sound caldo, diretto, pulito e perfettamente in sintonia con la voce ruvida e graffiante di Adams, abile nel non adottare eccessive patinature fuori contesto. Citare le tracce migliori è un’impresa disperata! ‘Summer Of ’69’ è semplicemente uno dei pezzi rock più celebri e significativi di sempre. A distanza di quasi trent’anni, migliaia di fan tentano ancora di sta- bilire se il brano sia un elogio alla spensieratezza e alla magia dell’adolescenza (come afferma Jim Vallance) o una ben più grezza metafora della scoperta della sessualità, con esplicito riferimento alla nota posizione orizzontale (come ama ripetere Adams, non senza una certa ironia, da qualche anno a questa parte). Con la sua semplice quanto enorme carica descrittiva e uno dei bridge più belli mai scritti, questa canzone potrebbe anche parlare di un’invasione aliena del ’69 senza perdere una virgola del suo eterno fascino. La superba opener ‘One Night Love Affair’ risale al settembre 1983 ed è lo splendido racconto di una bruciante passione durata solo una notte, che può lasciare dietro di sé ricordi (e rimpianti?) per una vita intera. ‘It’s Only Love’ è l’epocale duetto con la scatenata Tina Turner, fortemente voluta dallo stesso Adams, mentre ‘Run To You’ è stata rifiutata sia dai Blue Öyster Cult, sia dai 38 Special, prima di finire in sesta posizione nella Hot 100 grazie al suo autore. La ballata strappalacrime per eccellenza ‘Heaven’, primo posto negli States, è stata invece recuperata all’ultimo minuto dalla colonna sonora del misconosciuto film Nudi in paradiso, rischiando di rimanervi esiliata. In poche parole, oltre ad essere musicalmente eccelso, ogni segmento di questo album ha una storia da raccontare che va al di là dei suoi dischi di platino. Ancora oggi, ad esclusione del Giappone, il mondo attende una ristampa rimasterizzata definitiva di Reckless, che compirà trent’anni proprio l’anno prossimo...

CRISTIANO CANALI

I 100 MIGLIORI DISCHI AOR 23 WWW.TSUNAMIEDIZIONI.COM A.S.A.P. SILVER AND GOLD (EMI, 1989)

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The Lion Formazione: Silver And Gold - chitarra solista, chitarra ritmica, Down The Wire chitarra acustica, voce You Could Be A King Andy Barnett - chitarra solista, chitarra ritmica, After The Storm chitarra slide e acustica, cori Misunderstood Dave Colwell - chitarra ritmica, chitarra solista, Kid Gone Astray chitarra acustica, cori Fallen Heroes Richard Young - tastiere, programmazione Wishing Your Life Away sequenze Blood On The Ocean Robin Clayton - basso Zak Starkey - batteria

Prodotto da Stephen Stewart-Short

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