Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 81 (2004): 29-39 ISSN 0392-0534 © Museo Tridentino di Scienze Naturali, 2006

Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento)

Maria ECCHELI1*, Matteo GENNARO2 & Silvia MITTEMPERGHER3

1Via Dante 4, I-38061 Pilcante di Ala (TN) 2Via Graziano Gennaro 14, I-36033 Isola Vicentina (VI) 3Via della Polla 41, I-38052 (TN) *E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected]

RIASSUNTO - Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento) - Nella zona di Corna Piana affiorano terreni che vanno dal Cretaceo Superiore all’Oligocene inferiore, in un assetto strutturale complesso dovu- to alla sovrapposizione di diverse fasi deformative nella zona di interferenza tra i sistemi strutturali giudicariense, sclevense e valsuganese. Vengono qui presentate la carta geologica dell’area e la relativa legenda che ne illustra la peculiare successione stratigrafica, dovuta alla condizione di alto strutturale che interessa la dorsale baldense a par- tire dal Cretaceo Superiore. Sugli hard ground che marcano il tetto della Scaglia Rossa si appoggiano, infatti, le piat- taforme del Calcare di Nago e del Calcare di Torbole, interrotte a vari livelli da vulcaniti basaltiche eoceniche. Si segnala, per la prima volta, la presenza in questa zona della Formazione Acquenere e il rinvenimento, in un orizzonte di paleosuolo intercalato nelle vulcaniti, dell’icnogenere Coprinisphaera Sauer. I depositi quaternari testimoniano le dinamiche dell’evoluzione recente di questo territorio, a partire dalle ultime fasi glaciali fino ai fenomeni gravitati- vi tuttora in atto.

SUMMARY - Geology of the Natural Preserve of Corna Piana, Brentonico (Trento) - In the area of Corna Piana the outcropping terrains are dated from the Middle Cretaceous to the Lower Oligocene. The structural setting is complex, because in the Monte Baldo area there were several superimposed deformation phases related to the main structural systems of the Southern Alps (Giudicarie, Schio-Vicenza and Valsugana). The geologic map here presented and its legend highlight the particular stratigraphic sequence of this area, that was a structural high start- ing from the upper Cretaceous. In these conditions on the top of Scaglia Rossa started a no-depositional phase wich caused the formation of hard grounds. Over these horizons began the sedimentation of the Calcare di Torbole and Calcare di Nago shelves, interrupted by the Eocenic volcanism, that was partly subaerial. In the study area it has been discovered for the first time the Formazione Acquenere, deposited during the Lower Oligocene, and the ichnofacies Coprinisphaera Sauer (dung beetle nests) at the top of a paleosoil developed on the volcanoclastic deposits.

Parole chiave: Monte Altissimo di Nago (Trento, Nord Italia), stratigrafia, Terziario, carta geologica, riserva naturale Key words: Monte Altissimo di Nago (Trento, Northern ), stratigraphy, Tertiary, geological map, natural preserve

1. INTRODUZIONE E INQUADRAMENTO L’ambiente prevalente è quello tipico del pascolo GEOGRAFICO alpino, mentre sui ripidi versanti che bordano il rilie- vo centrale si estendono boschi di latifoglie. La Riserva Naturale di Corna Piana, istituita nel L’idrografia superficiale è praticamente assente 1972 per la salvaguardia di rare presenze botaniche, è nel settore centrale, che ha i caratteri di un piccolo situata nel sud-occidentale, nel settore set- massiccio carsico perforato da numerose doline; in tentrionale del Monte Baldo. La zona studiata fa parte corrispondenza dei limiti di permeabilità si hanno del di Brentonico (TN) e si estende per circa numerosi punti di emergenza, che in parte sono cap- 9 km2 a una quota compresa tra i 1200 e i 1700 m; è tati da acquedotti, mentre altri alimentano piccoli tor- limitata a Sud dagli abitati di San Giacomo e San renti. Valentino e a Nord dal versante meridionale del Il paesaggio della zona appare modellato da diver- Monte Altissimo di Nago (Fig. 1). si agenti, collegati ai regimi climatici che si sono sus- 30 Eccheli et. al. Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento)

regime distensivo ad una fase di tipo compressivo. Il margine occidentale della Piattaforma di Trento si segmentò in blocchi variamente sollevati. A partire dal Cretaceo superiore, lungo l’attuale dorsale del Monte Baldo - Monte si evidenziarono una serie di “alti” e “bassi” strutturali delimitati da faglie distensive e allungati in direzione NE-SW. I blocchi sollevati di questo settore, prossimi alla zona fotica, funsero da centri di propagazione per le piattaforme carbonatiche (Calcare di Torbole e Calcare di Nago) che, nel corso dell’Eocene, diedero origine al Lessini Shelf, esteso in senso Est-Ovest dal Lago di Garda al Bacino Bellunese e circondato da ambienti di mare profondo (Luciani 1989). La geologia del settore settentrionale del Monte Baldo è conosciuta dalla prima metà dell’Ottocento. Tra le prime carte geologiche che comprendono que- sto territorio, ricordiamo la Geognostische Karte Tirols del 1849, nella quale sono riconosciuti, al di sopra dei Diphya Kalk del Giurassico superiore, i livelli cretacei (Kreide) delle Nonsberg Mergel, cui si sovrappongono basalti (Basalt), a loro volta seguiti da un’estesa successione di terreni terziari (Tertiare Fig. 1 - Localizzazione dell’area studiata. Gebilde) nei quali sono indicate numerose località Fig. 1 - Location of the studied area. fossilifere (Petrefacten). Gli studi di Liebener & Vorhauser (1852), Gilli (1884), Lepsius (1878), Bittner (1879), Nicolis seguiti in questo settore delle Alpi Meridionali; i (1884), Tausch (1887), Giacomelli (1896), Gümbel depositi di ambiente glaciale e periglaciale appaiono (1897), Vacek (1903) e Schubert (1900) rappresenta- spesso coperti e obliterati da forme e depositi legati no la base sulla quale venne realizzato il foglio all’evoluzione postglaciale. Le forme sono soggette a “ und Riva” della Geologische Specialkarte importante controllo strutturale, dovuto all’assetto della Osterreichisch-ungarische Monarchie (Vacek tettonico e alla successione di formazioni più o meno 1903) (Finotti & Bizzarini 1993). In questa carta geo- erodibili che danno luogo a superfici strutturali alter- logica il settore Monte Altissimo di Nago - Corna nate a dolci pendii modellati in materiali argillosi e Piana è illustrato con estremo dettaglio. Vi sono rico- soggetti a fenomeni gravitativi. Le formazioni carbo- nosciuti e suddivisi i terreni giurassici, ai quali si natiche appaiono interessate da fenomeni di dissolu- sovrappone la Scaglia del Cretaceo, seguita da una zione carsica, mentre il dilavamento dei versanti dà prima piattaforma carbonatica dell’Eocene inferiore luogo ad accumulo di depositi colluviali alla base. (Nummulitenkalk und Mergel), da tufi basaltici (Basalttuff) e quindi da una seconda piattaforma car- bonatica dell’Eocene superiore (Nummulitenkalk). 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E Poco a Sud (Malga Dossioli) è indicato l’affioramen- STUDI PRECEDENTI to di unità oligoceniche (Megel mit Clavulina Szaboi und Nulliporenkalk). La “Corona de Bes” appare L’area che costituisce la dorsale del Monte Baldo tagliata da un’importante faglia inversa, che solleva il si colloca sul margine occidentale della Piattaforma settore nord-occidentale su quello sud-orientale di Trento, elemento paleogeografico Giurassico infe- (Dislocation Linie). riore che, a partire dal Dogger, fu soggetto a una fase Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale gli di subsidenza accelerata, trasformandosi in plateau studi per la realizzazione della cartografia geologica sommerso (Plateau di Trento). A partire dal nazionale alla scala 1:100.000 portarono Fabiani Giurassico superiore ebbe inizio, nel settore conside- (1915, 1930) a occuparsi dei terreni eocenici del rato, la deposizione di formazioni ad affinità pelagica Monte Baldo, ben affioranti in un vasta sinclinale o emipelagica quali il Rosso Ammonitico, la estesa in senso NE-SW da Corna Piana fino a Cavallo Maiolica, la Scaglia Variegata Alpina e la Scaglia di Novezza - Monte delle Erbe. La suddivisione di Rossa. Le condizioni di elevata profondità permasero Fabiani, che ricalca e precisa quella già proposta da fino al Cretaceo superiore quando, in corrispondenza Vacek (1903), viene utilizzata nel Foglio Riva della collisione tra Europa e Adria, si passò da un 1:100.000 (1938), l’unico foglio geologico ad oggi Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 81 (2004): 29-39 31 disponibile per l’area. Nei primi anni ’70 del secolo A scorso vennero istituite in questo settore numerose formazioni eoceniche e oligoceniche che delinearono il quadro stratigrafico dell’area (Bolli et al. 1962; Castellarin & Cita 1969, 1970). Tra esse il Calcare di Nago, il Calcare del Monte delle Erbe e la For- mazione Acquenere (Castellarin & Cita 1970) utiliz- zati anche in questo lavoro. Successivamente (Fogelgesang 1975; Finotti 1981), il Monte Baldo settentrionale venne illustrato in una carta geologica alla scala 1:25.000 nella quale, tuttavia, la stratigrafia ripresa dai lavori precedenti non fu ulteriormente affi- nata. Un’approfondita revisione della stratigrafia ter- ziaria del Monte Baldo venne effettuata da Luciani (1989), che correlò le unità litostratigrafiche prece- dentemente individuate e le inserì in un quadro orga- B nico in chiave di stratigrafia sequenziale. Nel presente lavoro si fa riferimento alle più recenti suddivisioni stratigrafiche adottate nell’ambi- to del Progetto CARG e nelle note illustrative del limitrofo “Foglio Riva” della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000.

3. STRATIGRAFIA

3.1. Successione sedimentaria pre-quaternaria

3.1.1. Scaglia variegata alpina (Aptiano-Ceno- maniano) Fig. 2 - Scaglia Rossa. A) Affioramento in località Pra da Questa formazione affiora esclusivamente nel Stua. Sono riconoscibili due litofacies separate da due letti letto del torrente che scorre nella Val de Vic. biancastri a sedimentazione condensata. Litofacies a) Si presenta come un’alternanza di calcari micritici Scaglia Rossa molto calcarea , lastriforme, a stratificazio- bianchi o grigio chiaro e intervalli marnosi di colore ne piano-parallela; litofacies b) tipica facies sommitale, da grigio scuro a verde o rossastro. color rosso scuro, marnosa, con struttura tipo flaser bed- Il limite inferiore con la Maiolica è di tipo gradua- ding. B) Limite Scaglia Rossa - Calcare di Torbole affio- le, così come quello superiore con la Scaglia Rossa. rante a quota 1648,8 m, sulla strada che dal Rifugio In questa zona lo spessore non è definibile, in quanto Graziani conduce a Malga Campo. Il limite tra le forma- il limite inferiore non affiora. zioni è caratterizzato dalla presenza di due orizzonti mine- Si tratta di una successione di ambiente pelagico ralizzati a tetto di unità condensate. mediamente profondo e verosimilmente prossimo al Fig. 2 - Scaglia Rossa. A) Outcrop at Pra da Stua. Two livello a minimo di ossigeno (Bosellini et al. 1978). white beds with condensed sedimentation share the forma- tion in two different litofacies. Litofacies a) very calcare- 3.1.2. Scaglia Rossa (Cretaceo superiore - ous, well layered Scaglia Rossa; litofacies b) typical top- Paleocene) facies, dark red marly limestone, with flaser bedding-type structure. B) Scaglia Rossa - Calcare di Torbole boundary, La Scaglia Rossa costituisce il substrato su cui si outcropping 1648.8 m high, on the path between Rifugio imposta la successione vulcano-sedimentaria terzia- Graziani and Malga Campo. The boundary is character- ria; affiora sul versante meridionale del M. Altissimo ized by two mineralized horizons on the top of condensed e a Sud e a Est di San Valentino. units. Si tratta di un wackestone-mudstone a Globo- truncana di colore rosa chiaro con subordinata frazio- ne terrigena. Presenta una stratificazione regolare, Nella parte alta la formazione diviene più marno- piano-parallela, con strati di spessore variabili tra 10 sa, di colore rosso-marrone e assume un aspetto sca- e 20 cm, separati da giunti millimetrici ondulati costi- glioso (struttura tipo flaser), conferito da superfici tuiti da marne rossastre. di discontinuità ondulate che isolano lenti di dimen- 32 Eccheli et. al. Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento) sioni superiori ai 10 cm. Tale litofacies della Scaglia Il Calcare di Torbole ricopre in paraconcordanza il rossa viene citata in letteratura col nome di Scaglia tetto della Scaglia Rossa, segnato da un vistoso hard maastrichtiana (Massari & Medizza 1973). Talora si ground; il limite superiore è netto; nella parte alta riconoscono, alla scala dell’affioramento, unità della formazione sono presenti croste giallastre e organizzate in parasequenze all’interno delle quali il orizzonti ricchissimi di Nummuliti che raggiungono contenuto in carbonato di calcio aumenta progre- dimensioni centimetriche. dendo verso il tetto (shallowing upward). La base di In quest’area lo spessore è di circa 50 m; le calca- tali unità è costituita da micriti ad abbondante fra- reniti denotano un ambiente di acqua bassa, ad alta zione marnosa, mal stratificate e aventi struttura tipo energia, anche se mancano corpi biocostruiti. flaser bedding. Verso la sommità gli strati calcarei sono più spessi (centimetrici) e più compatti; la 3.1.4. Vulcaniti basaltiche del ciclo Eocene colorazione passa dal rosa-marrone al bianco-rosato inferiore - Eocene medio (Fig. 2a). Se sottoposta a sollecitazione tettonica, come visi- Nella zona di Corna Piana - Corne di Bes sono bile in prossimità dei piani di sovrascorrimento, la presenti considerevoli spessori di materiali vulcani- Scaglia Rossa sviluppa una fratturazione pervasiva, ci sia di colata sia risedimentati: si tratta di materia- che oblitera completamente la stratificazione. li facilmente degradabili e spesso alterati in argilla. Il limite inferiore non affiora nella zona in esame, Gli affioramenti sono limitati; in particolare, si ma in aree a essa limitrofe appare graduale rispetto segnalano quello di Bocca del Creer, quello lungo la alla Scaglia Variegata. Al tetto la formazione è mar- mulattiera a NW di Malga Bes e quello a monte del- cata da uno o più orizzonti di mineralizzazione costi- l’ex Cimitero Militare di San Valentino. Si è cercato tuiti da lamine ferro-manganesifere che localmente di distinguere in carta i prodotti di colata da quelli formano strutture a cavolfiore ben sviluppate; tali rimaneggiati, per lo meno dove la qualità degli orizzonti poggiano su una Scaglia rossa compatta, affioramenti lo ha permesso. Le lave risultano più completamente decolorata ed estremamente rielabo- diffuse nella parte sud orientale dell’area, mentre nel rata dalla bioturbazione (Fig. 2b). Questi depositi settore di NW si sono riconosciute ialoclastiti e tufi testimoniano uno hiatus temporale causato da un rimaneggiati; presso il Rifugio Graziani la succes- periodo di bassa o nulla velocità di sedimentazione sione è complicata dalla presenza di una lente calca- che in letteratura viene collegato a faglie di età eoce- renitica intercalata tra due corpi di materiale vulca- nica inferiore, le quali portarono al sollevamento, in nico (Fig. 3). Le litologie vengono descritte secondo blocchi, del horst del Monte Baldo - Monte Bondone la suddivisione utilizzata in carta, anche se la loro (Bosellini & Luciani 1985). forte variabilità laterale rende difficoltosa una tratta- Il contenuto fossilifero è caratterizzato, oltre che zione generale. Lo spessore delle vulcaniti non è dall’abbondante e caratteristica presenza di uniforme e passa da circa 200 m verso San Valentino Globotruncana, anche da Brachiopodi, Inoceramidi e ai 100 m della Bocca del Creer. da rudiste del genere Hippurites rinvenute in località Prà da Stua. L’ambiente di deposizione è emipelagico.

3.1.3. Calcare di Torbole (Eocene medio)

Il Calcare di Torbole affiora in corrispondenza dei fianchi meridionale e settentrionale della Sinclinale di Corna Piana, a San Valentino e nella zona del Rifugio Graziani; questa litologia è riconoscibile anche sulle pareti rocciose a Sud-Est della Bocca del Creer. È costituito da calcareniti bioclastiche grossolane (packstone e grainstone) di color grigio chiaro in stra- ti sottili e ondulati dello spessore di circa 10 cm, che nell’insieme formano potenti bancate. Caratteristica distintiva di questa formazione è l’organizzazione in straterelli ondulati dello spessore di circa 10 cm; que- sta struttura è ben visibile nella zona di San Valentino. Il contenuto fossilifero è prevalentemente costituto da Fig. 3 - Lente calcarenitica (Calcare di ) interca- abbondanti macroforaminiferi, soprattutto Nummuli- lata entro le vulcanoclastiti. ti, frammenti di Echinidi e di bivalvi e alghe coralli- Fig. 3 - Calcarenitic lens (belonging to the Calcare di nacee. Malcesine) interbedded with volcanoclastic rocks. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 81 (2004): 29-39 33

3.1.4.1. Lave basaltiche

Si presentano come corpi massicci di lave bollose, talora intensamente fratturati secondo superfici con- centriche (esfoliazione cipollare). Frequentemente le cavità sono riempite da carbonati o da zeoliti. Il limite inferiore con il Calcare di Torbole è netto, mentre al tetto presentano un orizzonte ossidato dello spessore di circa 10 cm, attribuibile a esposizione subaerea con impostazione di un paleosuolo. In genere, le colate vengono ritenute sottomarine, A in quanto presentano fratture dovute a rapido raffred- damento; non si esclude, tuttavia, che vi siano episo- di avvenuti in ambiente subaereo, come suggerito tal- volta da alterazioni di tipo pedogenetico al tetto delle unità.

3.1.4.2. Ialoclastiti e tufi risedimentati

Le ialoclastiti rappresentano i prodotti di rielabo- razione in ambiente sottomarino delle lave basaltiche; si presentano come brecce con clasti angolosi di basalto, di dimensioni da sub- a centimetriche, quasi prive di matrice; il cemento è costituito da calcite di colore bianco. Sono suddivise in livelli dallo spesso- re varabile tra i 40 e i 10-15 cm, entro i quali, talvol- ta, si intuisce una gradazione inversa. Si rinvengono B in livelli entro le lave basaltiche. Alla Bocca del Creer, in particolare, le ialoclastiti passano verso l’al- Fig. 4 - Icnofacies Coprinisphaera Sauer presso Bocca del to a tufi risedimentati. Questi ultimi si presentano Creer. A) paleosuolo a tetto delle tufiti, a contatto con una come areniti fini composte da piccoli frammenti di intercalazione carbonatica; B) particolare dell’associazione materiale vulcanico; mostrano stratificazione molto come si presentava in affioramento. evidente, con strati sottili, spessi al massimo qualche Fig. 4 - Ichnofacies Coprinisphaera Sauer at Bocca del centimetro e laminati. Il colore va dall’ocra al viola- Creer. A) paleosoil between the tufites and the carbonatic ceo. horizon; B) particular of the association on the outcrop. In località Bocca del Creer le tufiti presentano un orizzonte ossidato di paleosuolo, di colore giallastro, spesso pochi centimetri; nella parte superiore di que- Calcare di Nago; è un packstone a frammenti biocla- sto livello si segnala la presenza di Coprinisphaera stici da fini a medi, in cui si riconoscono macrofora- sp. (Fig. 4), icnofossile recentemente segnalato in miniferi, frammenti algali, placchette di echinidi ed affioramenti dell’Eocene medio del Veneto (Dieni & echinidi interi sottoforma di pseudogusci. La stratifi- Genise 2004) e attribuito all’attività di insetti. Sono cazione è irregolare e l’aspetto tipico di questa unità visibili camere approssimativamente sferiche dal dia- è dato dai grossi noduli (diametro da 20 a 30 cm) che metro tra 5 e 8 mm riempite di sabbia carbonatica e danno agli affioramenti l’aspetto di muretti a secco; preservate sottoforma di modello interno; il suolo si non si riconoscono strutture sedimentarie, mentre trova, infatti, a letto di una intercalazione calcareniti- restano abbondanti tracce di bioturbazione. Uno dei ca dello spessore di circa 2 m, datata da Castellarin & macrofossili caratteristici della formazione è il gaste- Cita (1969) al “Biarritziano” e testimone di un limita- ropode Campanile sp., che può raggiungere anche i to episodio trasgressivo. Tale ichnofacies ha impor- 50 cm di lunghezza, spesso preservato come modello tanti implicazioni paleoclimatiche, in quanto è indi- interno. cativa di ambiente continentale con vegetazione erba- La Formazione di Malcesine copre con contatto cea (Genise et al. 2000). discordante il paleosuolo al tetto delle vulcaniti, men- tre passa transizionalmente al Calcare di Nago. La 3.1.5. Formazione di Malcesine (Eocene medio) distinzione di questo orizzonte ha lo scopo di eviden- ziare la presenza di depositi di rampa carbonatica alla È riconoscibile nella zona settentrionale del rilie- base del primo ciclo del Calcare di Nago, che non vo di Corna Piana, alla base delle pareti modellate nel risulta quindi completo (Luciani 1989). 34 Eccheli et. al. Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento)

3.1.6. Calcare di Nago (Eocene medio - Eocene Facies C superiore) È costituita da calcareniti bioclastiche (grainsto- ne) di colore rosato, con bioclasti dati soprattutto da Si tratta di una formazione molto potente che macroforaminiferi bentonici, in particolare Nummu- affiora diffusamente in zona, caratterizzata da forte liti e Discocyclinidi, e frammenti di alghe. Sono disomogeneità verticale. Sono riconoscibili le quattro abbondanti le tracce di bioturbazione. Lo spessore facies individuate da Luciani (1989), che si ripetono degli strati va da 20-30 cm a 1 m e i giunti sono ciclicamente, rispondendo a variazioni relative del ondulati. Verso l’alto lo spessore degli strati aumen- livello marino. ta, il colore si fa da grigio chiaro a bianco e aumen- ta la percentuale di rodoliti rispetto agli altri tipi di Facies A clasti. Si tratta di calcari marnosi alternati a marne, in strati dai giunti ondulati dello spessore di 5-10 cm; vi Facies D si riconoscono livelli ricchi di bioclasti, in particolare È caratterizzata da banconi metrici di calcari bio- con grandi Discocycline. Gli intervalli argillosi sono costruiti a coralli. Si tratta di un livello molto discon- caratterizzati da un caratteristico colore giallo-ocra. tinuo non identificato nell’area in esame. Sono comuni icnofossili tubiformi. Le facies A e B (Fig. 5) si depositarono entrambe in ambienti a energia idrodinamica molto bassa; si Facies B tratta infatti di sedimenti “fangosi” privi di strutture Si distingue dalla precedente per la maggiore com- da corrente. I loro caratteri paleontologici indicano petenza; è data da wakestone-packstone di colore gri- condizioni relativamente profonde. Le strutture gio chiaro ad alghe rosse e macroforaminiferi, con sedimentarie e il contenuto paleontologico delle frammenti di echinidi e gusci di bivalvi. Gli strati, facies C e D indicano batimetrie più superficiali e dello spessore di 10-15 cm, presentano giunti ondula- condizioni a elevata energia. La successione delle ti, spesso con interstrati argillosi (Fig. 5). facies denota un’organizzazione in cicli coarsening-

Fig. 6 - Calcare di Nago. Sinclinale di Corna Piana. Lo schema evidenzia la stratificazione del Calcare di Nago; la parte bassa della parete mostra una stratificazione piano- parallela; nei metri sommitali dell’affioramento si distin- guono clinostratificazioni (CN: Calcare di Nago). Fig. 6 - Calcare di Nago. Sincline of Corna Piana. The Fig. 5 - Calcare di Nago. Ciclo negativo dato dalla sovrap- scheme highlights sedimentary structure of Calcare di posizione di Facies A e Facies B. Nago; the lower part of the wall shows a stratified lime- Fig. 5 - Calcare di Nago. Coarsening-upward cycle formed stone, whilst in the upper part clinoforms occur (CN: by Facies B over Facies A. Calcare di Nago). Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 81 (2004): 29-39 35 thickening-upward in ambiente di piattaforma car- via più fitti dal basso verso l’alto (Fig. 7). In partico- bonatica; sono stati individuati due cicli a scala lare, si riconoscono echinidi tra i quali Scutella subro- maggiore, ciascuno composto da più cicli minori, tundiformis e macroforaminiferi bentonici. Le arena- interpretati come shallowing upward. Considerando rie appaiono laminate. un ciclo completo, l’ambiente deposizionale passa dal basso all’alto, da rampa distale (marne della Facies A) a rampa più prossimale con orizzonti tem- pestitici (Facies B), fino alla calcareniti di piattafor- ma prossimale e agli orizzonti biocostruiti, di bassa profondità (Fig. 6). La formazione poggia in genere con contatto discordante sulle vulcaniti dell’Eocene Medio, ma in alcune aree è stato distinto un orizzonte basale riferi- bile alla Formazione di Malcesine, che passa gradual- mente alle facies caratteristiche del Calcare di Nago; il tetto presenta talvolta segni di paleocarsismo e è coperto dalle Marne di Bolognano. Nella zona di S. Valentino lo spessore misurato è di circa 200 m (Luciani 1989).

3.1.7. Marne di Bolognano (Eocene superiore - Oligocene inferiore) Fig. 7 - Formazione Acquenere. Particolare della parte alta, caratterizzata da areniti con abbondanti bioclasti. Questa unità affiora esclusivamente nella zona di Fig. 7 - Acquenere Formation. The upper part, formed by Malga Bes; data la sua natura molto erodibile, essa è sandstones with abundant bioclasts. visibile solo in scassi freschi, come presso la pozza artificiale a SW di Malga Bes. Si tratta di peliti di colore da grigio a giallastro, con bioclasti poco rico- noscibili concentrati in livelli: frammenti di otoliti, La formazione è sovrapposta alle Marne di ostracodi e foraminiferi planctonici. Nelle parti a Bolognano, con passaggio graduale. Il limite superio- maggiore frazione terrigena, la formazione si presen- re non è visibile, obliterato dal contatto tettonico con ta in banchi argillosi da bruno-giallastri a grigio il Calcare di Nago, che subisce una duplicazione. piombo. Lo spessore visibile è di circa 5 m. L’unità ricopre con contatto discordante il tetto del Le caratteristiche composizionali e sedimentologi- Calcare di Nago, che presenta segni di esposizione che suggeriscono un ambiente deposizionale di off- subaerea. Il passaggio alla formazione di Acquenere è shore di bassa profondità, su di una rampa con pen- graduale (Luciani 1989). denze blande. Lo spessore apparente è in questa zona di circa 100 m, anche se data la complessità tettonica esso 3.2. Successione sedimentaria continentale quater- potrebbe risultare falsato per la presenza di faglie o naria sovrascorrimenti minori. L’abbondanza di materiale fine terrigeno, unita 3.2.1. Sintema del Garda indistinto (Pleistocene all’assenza di strutture sedimentarie da corrente, sug- superiore) gerisce una deposizione in ambiente bacinale, con episodi di tempesta responsabili dei livelli più ricchi Nell’area affiorano diffusamente depositi legati in bioclasti. Considerazioni di tipo paleontologico all’ultima massima espansione glaciale, provenienti suggeriscono comunque una profondità non superio- dal bacino di alimentazione del Ghiacciaio re ai 100 m (Luciani 1989). dell’Adige, nonché depositi di ghiacciai locali e di ambiente periglaciale. 3.1.8. Formazione Acquenere (Oligocene inferiore) Till di ablazione e depositi di contatto glaciale L’unico affioramento riferibile a tale unità è situa- Si tratta di un diamicton a supporto di matrice to a NW di Malga Bes, lungo il sentiero che porta a sabbioso-limosa di colore giallastro con ciottoli del Corna Piana; si tratta di arenarie quarzose fini di colo- diametro da qualche centimetro a qualche decime- re da grigio chiaro a giallastro, poco cementate, con tro, arrotondati; la litologia dominante è carbonati- abbondanti bioclasti molto frammentati. La frazione ca, ma non mancano elementi esotici quali porfido più grossolana è concentrata in livelli tempestitici via e metamorfiti. Affiora estesamente a valle di 36 Eccheli et. al. Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento)

S. Giacomo, dove l’azione di ruscellamento ha dato Depositi di frana luogo a grandi calanchi che permettono di apprezza- Frequenti frane di scivolamento coinvolgono le re una sorta di stratificazione nella parte alta del litologie più tenere, quali i basalti alterati in argilla e deposito, forse imputabile a rielaborazione fluviale. le marne; sono frequenti gli smottamenti che danno Anche a monte della Strada Provinciale 3 verso San luogo a caratteristiche nicchie e accumuli dalla Valentino si rileva la presenza di materiale di genesi morfologia irregolare. Un ampio tratto della Strada glaciale, che dà luogo a prati dalla morfologia arro- Provinciale n. 3 corre su una zona soggetta a movi- tondata. mento. La presenza di questi depositi implica che il Ghiacciaio dell’Adige si sia spinto durante il L.G.M. Depositi colluviali fino a una quota di almeno 1200 m. La commistione Nelle zone a scarsa pendenza si accumulano sedi- di elementi esotici e locali fa supporre una interazio- menti a granulometria minuta (al massimo 2-3 cm) ne tra il grande ghiacciaio atesino e apporti locali ali- con abbondante matrice argilloso-limosa, dovuti al mentati da ghiacciai alloggiati sul versante meridio- ruscellamento superficiale. Tali depositi contribuisco- nale del Monte Altissimo. no ad addolcire la base dei versanti e conferiscono piatto alle vallette. Depositi eolici (Loess) Si è rilevata la presenza in alcune zone a penden- Depositi palustri za modesta di accumuli di materiale fine (silt) di colo- Si tratta di depositi torbosi localizzati in zone a re rossastro, in cui è caratteristica la diffusa presenza scarso drenaggio per la presenza di substrato poco di lamelle di mica, minerale non compatibile con la permeabile (basalti). litologia prevalentemente carbonatica o marnosa del substrato. Si ipotizza, dunque, un’origine eolica di tali depositi, collegata con il persistere di condizioni 4. GEOMORFOLOGIA periglaciali nella zona. Forme strutturali La successione stratigrafica affiorante in zona, 3.2.2. Unità Postglaciale indistinta costituita dall’alternanza di formazioni competenti ed erodibili, dà luogo a una morfologia a cenge e grado- Vengono compresi in questo raggruppamento i ni, visibile soprattutto sul rilievo di Corna Piana. sedimenti deposti dopo il ritiro dei ghiacciai in condi- L’uniforme inclinazione del Calcare di Nago presso zioni climatiche simili a quelle attuali; sono depositi Corne del Bes dà luogo a un rilievo monoclinale di dovuti all’azione della gravità (falde detritiche, accu- tipo cuesta, delimitato a tetto da una superficie strut- muli di frana) e dell’acqua sia in movimento (deposi- turale esposta a causa della completa asportazione ti colluviali o da debris flow) sia stagnante (depositi delle più erodibili Marne di Bolognano. lacustri). Nella zona della Bocca del Creer, la morfologia a vallette e dossi si è impostata su una struttura a pie- Grèzes litées ghe; si sono così formate due valli sinclinali separate Sono accumuli di ciottoli delle dimensioni di qual- da un dosso anticlinale. che centimetro, angolosi, depostisi a brevissima distanza dalla roccia in posto, caratterizzati da embri- Forme dovute al ruscellamento superficiale catura. L’unico affioramento di tale deposito è visibi- Il ruscellamento superficiale ha dato luogo a cana- le lungo il pendio a est del Rifugio Graziani; esso si è li di scolo preferenziali, soprattutto nelle zone a mino- formato a spese del Calcare di Torbole, reso gelivo re pendenza. dalla fratturazione tettonica; i ciottoli appaiono molto ingialliti rispetto alla roccia fresca. Forme carsiche Le formazioni carbonatiche che affiorano estesa- Depositi gravitativi di versante mente in zona sono soggette a fenomeni di dissolu- Ai piedi delle pareti che caratterizzano i rilievi zione carsica, che si esplicano preferibilmente lungo della zona sono presenti imponenti falde detritiche, fratture preesistenti; si nota, ad esempio, l’allinea- costituite da materiale di dimensioni per lo più mento di doline nella zona interessata dalla faglia da centimetriche a decimetriche, anche se non man- inversa a nord di Corna Piana. Sulla superficie strut- cano grossi massi. Questi accumuli sono per lo più turale di Corne del Bes sono presenti profondi solchi coperti da vegetazione arborea, che ne testimonia la carsici ad andamento regolare (karren), associati a relativa stabilità; localmente la curvatura della base docce carsiche. Nei pressi del Rifugio Fosce è docu- dei tronchi indica un lento scivolamento verso il mentata la presenza di una sorgente in grotta alimen- basso. tata attraverso le fratture dell’ammasso carbonatico Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 81 (2004): 29-39 37 sovrastante; in corrispondenza di eventi piovosi la sua L’aumento della frazione terrigena nella Scaglia portata aumenta infatti bruscamente. Rossa maastrichtiana è ricondotto proprio all’arrivo Un sistema di cavità carsiche si apre nel Calcare di della frazione più fine delle torbiditi che si scaricava- Nago e valle di Malga Bes. All’imbocco di una di no nel Bacino Lombardo. esse (Grotta di Bes) sono stati rinvenuti, attorno agli L’evento Mesoalpino di trend dinarico (Eocene anni ’70 del secolo scorso, sporadici reperti ceramici inferiore) non è documentato da linee strutturali, ma attribuibili genericamente all’Età del Bronzo. si può desumere dall’articolazione del settore balden- se in alti strutturali che hanno condizionato fortemen- Forme dovute alla gravità te la distribuzione delle facies bacino-piattafoma nel Ampie zone del territorio studiato presentano corso dell’Eocene. forme dovute a processi gravitativi; i versanti impo- L’evento Neoalpino ha indubbiamente lasciato le stati su formazioni argillose, quali le Marne di tracce più evidenti. Bolognano e le vulcaniti alterate presentano segni di Si individuano due principali stili deformativi, diffusi episodi di scivolamento verso il basso. Si indi- collegati l’uno al sistema strutturale valsuganese, svi- viduano frane di scivolamento rotazionale, con picco- luppatosi tra Serravalliano e Tortoniano, l’altro al le nicchie di distacco a mezzaluna e relativi depositi, sistema Adriatico, di età Messiniano-Pliocenica che danno ai versanti una morfologia a dossi e con- (Castellarin & Cantelli 2000). Questi diversi regimi che. Un processo legato alle stesse dinamiche è in atto compressivi hanno portato alla riattivazione delle nell’area a ovest di Malga Canalece, dove un corpo strutture ad andamento NNE-SSW già presenti nel- tabulare di Calcare di Nago giace a franapoggio su l’area delle Giudicarie; in particolare, durante la fase σ vulcaniti; vi sono evidenze di fratturazione e di valsuganese, con 1 orientato circa N 340°, le struttu- basculamenti differenziali dei vari blocchi. Tutto ciò re giudicariensi sono state utilizzate come rampe late- fa pensare a un lento movimento verso valle di tutto rali che mettevano in comunicazione brevi e ravvici- il settore secondo l’orizzonte di debolezza costituito nati sovrascorrimenti con direzione circa E-W. Su dalle vulcaniti (deformazione gravitativa profonda di queste strutture si sono sovrapposte quelle dovute alla versante), in corrispondenza del quale emergono le compressione orientata N 310° del Sistema Adriatico, acque drenate dal massiccio carbonatico sovrastante. con lo sviluppo di anticlinali NNE-SSW dislocate da faglie trascorrenti sinistre ad andamento NE-SW. Il settore immediatamente a Nord dell’area di 5. ASSETTO STRUTTURALE Corna Piana presenta strutture che ben si inquadrano nei modelli deformativi illustrati. Come riportato nel L’assetto tettonico del Monte Baldo è dominato da limitrofo Foglio Riva alla scala 1:50.000, recente- strutture ad andamento NNE-SSW, appartenenti al mente rilevato nell’ambito del progetto CARG, si fascio strutturale delle Giudicarie. Tale lineamento ha riscontrano soprattutto strutture a trend valsuganese, rappresentato fin dal Giurassico il confine tra due successivamente rielaborate da faglie collegate al diversi domini paleogeografici: la Piattaforma di sistema strutturale Schio-Vicenza. Le principali strut- Trento e il Bacino Lombardo. Le successioni sedi- ture ad andamento ENE-WSW sono il retroscorri- mentarie originatesi mostrano un diverso comporta- mento del Monte Altissimo di Nago e il sovrascorri- mento rispetto alle compressioni alpine, cosicché la mento di Corna Piana, svincolati verso NW da una Linea delle Giudicarie assume anche il ruolo di con- zona di trasferimento NW-SE (Punta Calcarole - fine reologico. Malga Campo). Le linee collegate al Sistema Nel Cretaceo Superiore - Paleogene viene indivi- Strutturale Valsuganese hanno determinato forti duata una prima compressione nelle Alpi Orobiche, deformazioni nel settore in esame, dando origine a σ (con 1 orientato N 0°-30° W), che dà luogo a sovra- pieghe e faglie con orientazione essenzialmente ENE scorrimenti con direzione circa E-W (“fase eoalpina” - WSW. secondo Doglioni & Bosellini 1987). Lungo il fascio L’area della Riserva Naturalistica Integrale di delle Giudicarie tale campo di stress si esplica in un Corna Piana - Corne di Bes si trova al nucleo di movimento transpressivo sinistro, che seziona il mar- un’ampia sinclinale con asse in direzione circa NE- gine occidentale della Piattaforma di Trento in una SW, in cui sono conservati i terreni terziari che la serie di alti strutturali e bacini. Si hanno testimonian- caratterizzano. Tale struttura a grande scala è compli- ze di tale paleomorfologia grazie allo studio della cata da pieghe minori, accavallamenti e faglie inver- distribuzione delle formazioni sedimentarie del se aventi la stessa orientazione, che provocano un Cretaceo superiore, che rivela l’esistenza di bacini sensibile raccorciamento. Tale assetto tettonico era allungati in direzione NNE-SSW (Bosellini et al. stato riportato in precedenti lavori (Fogelgesang 1978) e di un alto strutturale in grado di sbarrare il 1975): l’orientamento generale corrisponde a quanto materiale terrigeno proveniente dallo smantellamento già descritto in passato, mentre la complessità è risul- dei rilievi delle Alpi Orobiche (flysch insubrico). tata maggiore. 38 Eccheli et. al. Geologia della Riserva Naturale di Corna Piana, Brentonico (Trento)

Sovrascorrimento di Corna Piana SSW, responsabile di un abbassamento del blocco di Si tratta di un piano a basso angolo (circa 35°) letto di circa 20 m; il rigetto decresce verso SW fin- immergente a N 350°; è visibile in affioramento ché non si hanno più evidenze di questa struttura. Si lungo il sentiero che da S. Giacomo porta al Rifugio tratta, probabilmente, di una faglia distensiva collega- Graziani. Il rigetto è di circa 500 metri, in quanto pro- ta con il sovrascorrimento principale, vista la simile prio in questa località la Scaglia Rossa viene a tro- orientazione. varsi al di sopra del Calcare di Nago. Più ad ovest, nella zona di Malga Bes, dal piano principale si dipar- tono piani secondari con la stessa giacitura, che isola- RINGRAZIAMENTI no dei cunei rialzati di qualche decina di metri. Il sovrascorrimento di Corna Piana è una struttura Il lavoro riporta i risultati dello stage effettuato che si estende per diversi chilometri a Nord dell’area dagli scriventi per il corso di Laurea in Scienze studiata, come riportato nel Foglio Riva alla scala Geologiche dell’Università di Padova. 1:50.000. Si ringraziano Jacopo Dal Corso e Giacomo Carlin per la collaborazione nelle attività di campo; i gestori Faglia della Valle degli Archetti del rifugio Malga Fosce per l’appoggio logistico e la È una faglia inversa con direzione ENE-WSW e disponibilità; il dott. Matteo Massironi per l’aiuto inclinazione di circa 60°; essa provoca il sollevamen- nell’elaborazione informatica della carta. to di circa 50 m del Calcare di Nago a Est di Malga Un ringraziamento particolare al dott. Marco Canalece. In corrispondenza di tale struttura, il tetto Avanzini per il supporto scientifico e morale durante mostra un’anticlinale di rampa solo accennata (visibi- tutte le fasi di produzione dell’elaborato e per la revi- le da NE), mentre è molto più delineata la struttura sione critica del manoscritto. sinclinale a Nord. Questa apparente contraddizione si spiega considerando le diverse proprietà reologiche delle vulcaniti rispetto al sovrastante calcare di piat- ALLEGATI taforma: mentre quest’ultimo tende a rimanere rigido, l’orizzonte più duttile assorbe le spinte in atto. Questa Allegato 1 - Carta geologica della Riserva Naturale di faglia si ricongiunge con il Sovrascorrimento di Corna Piana, Brentonico (Trentino, Italia). Corna Piana.

Pieghe della Bocca del Creer BIBLIOGRAFIA A Sud del retroscorrimento del Monte Altissimo di Bittner A., 1879 - Sulla struttura geologica della parte Nago, la successione sedimentaria è deformata da una meridionale del Monte Baldo nel Veronese. Boll. R. serie di pieghe con asse in direzione N 70° E, che si Com. Geol. Italiana, 10 (1-2): 46-55. smorzano a Sud della Faglia di Val degli Archetti. Ad Bolli H.M., Cita M.B. & Schaub H., 1962 - Il limite Ovest della bocca del Creer gli assi delle pieghe si Cretaceo-Terziario nella catena del Monte Baldo. Mem. avvicinano tra loro causando una maggiore compres- Soc. Geol. Ital., 3: 149-168. sione delle strutture con strati che risultano addirittu- Bosellini A. & Luciani V., 1985 - Contributo alla cono- ra rovesciati, mentre verso Est (Palon di Pesna) la scenza dell’hard ground di Nago. Rend. Soc. Geol. It., geometria si fa più ampia e lo stile plicativo molto 8: 61-64. ben riconoscibile in campagna. A partire da Nord, è Bosellini A., Broglio Loriga C. & Busetto C., 1978 - I baci- evidente una prima sinclinale (Sinclinale I), abba- ni cretacei del Trentino. Riv. Ital. Paleont., 84: 897-946. stanza ampia, in cui si è impostata una piccola valle. Castellarin A. (a cura di),1972 - Carta tettonica delle Alpi La successiva anticlinale appare invece molto com- Meridionali (alla scala 1.200000): 124-134. pressa, al punto da sviluppare in prossimità della cer- Castellarin A. (a cura di), (2006) - Note illustrative della niera fratture pervasive radiali entro il rigido Calcare carta geologica d’Italia 1:50.000, Foglio Riva (in stam- di Torbole. A Sud si sviluppa un’ampia sinclinale pa). (Sinclinale II) che coinvolge anche la successione del Castellarin A. & Cantelli L, 2000 - Neo-Alpine evolution Calcare di Nago; la sinclinale è asimmetrica, in quan- of the Southern Eastern Alps. J. Geodynamics, 30: 251- to il fianco meridionale risulta verticalizzato in corri- 274. spondenza della Faglia della Valle degli Archetti. Il Castellarin A. & Cita M.B., 1969 - Etude de quelques cou- Calcare di Nago assume in corrispondenza di tale pes priaboniennes dans le Monte Baldo (Prov. Verona struttura un’inclinazione di circa 65°. et Trento, Italie) et discussion de limites de l’étage. Mémoires du B.R.G.M., 69: 119-143. Faglia di Malga Bes Castellarin A. & Cita M.B., 1970 - Gruppo di Monte In corrispondenza di Malga Bes è presente una Baldo. Istituti di Geologia e Paleontologia piccola faglia distensiva orientata in direzione NNE- dell’Università degli Studi di Milano, 80: 3-6. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 81 (2004): 29-39 39

Castellarin A., Fesce A.M., Picotti V., Pini G.A., Prosser G., Genise J.F., Mangano M.G., Buatois L.A., Laza J.H. & Sartori R., Selli L., Cantelli L. & Ricci R., 1987 - Verde M., 2000 - Insect trace fossil associations in Structutal and kinematic analysis of the Giudicarie paleosols: the Coprinisphaera ichnofacies. Palaios, 15: deformation belt. Implications for compressional tecto- 49-64. nics of Southern Alps. Miner. Petrogr. Acta, 30: 287-310. Gümbel C.W., 1897 - Über die Grünerde vom Monte Dieni I. & Genise J.F., 2004 - First european record of Baldo. Sitz. k. b. Ak. Wiss. Math. Phys. Cl., Bd, 26: 545- Coprinisphaera Sauer, 1955 (dung beetle nests) from 604. the Eocene of NE Italy. Congresso della Società Lepsius R., 1878 - Das Westlische Südtirol: Geologisch Paleontologica Italiana, 2004. Abstract book. Dargesellschaft. Berlin: 375 pp. Doglioni C. & Bosellini A., 1987 - Eoalpine and mesoalpi- Liebener L. & Vorhauser J., 1852 - Die Mineralien Tirols ne tectonics in the Southern Alps. Geolog. Rundschau, nach ihrem eigentuemlichen Vorkommen in den ver- 76/3: 735-754. schieden Fundhorten beschrieben. Wagner Vorlag, Fabiani R., 1915 - Il Palogene del Veneto. Mem. Ist. Geol. Innsbruck: 304 pp. Univ. Padova, 6: 1-33- Luciani V., 1989 - Stratigrafia sequenziale del Terziario Fabiani R., 1930 - Sviluppo e caratteri del terziario del nella Catena del Monte Baldo (province di Verona e Trentino. Atti Soc. Italiana Progr. Scienze, 2: 237-249. Trento). Mem. Sc. Geol., 41: 263-351. Finotti F., 1981 - Note illustrative della carta geologica del Massari F. & Medizza F., 1973 - Stratigrafia e paleogeo- Monte Baldo Settentrionale (Trento). LXXXIII grafia del Campaniano - Maastrichtiano nelle Alpi Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto: Meridionali (con particolare riguardo agli “hard 56 pp. grounds” della Scaglia Rossa veneta). Mem. Istituti di Finotti F. & Bizzarini F. 1993 - Geologia. In: Passerini V. Geol. e Miner. Università di Padova, 28: 62 pp. & Turri E. (a cura di), Brentonico e il Monte Baldo: Nicolis E., 1884 - Oligocene e Miocene nel Sistema del l’ambiente naturale e gli insediamenti umani. Cierre Monte Baldo, Prealpi Retiche. Mem. Agr. Art. Comm., Edizioni - Comune di Brentonico, Verona: 49-70. 48: 12-18. Fogelgesang J.F., 1975 - Sur les Alpes calcaires Schubert R.J., 1900 - Über Oligozenbildungen aus dem Méridionales: géologie du Monte Baldo Septentrional südlichen Tirol. Verhandl. k.k. geol. R. Anst., 15-16: (Prov. De Trente, Italie) et aspects géochimiques de la 370-372. sédimentation pélagique des zones Tridentine et Tausch L., 1887 - Einiges über die Fauna der Graue Kalke Lombarde au Jurassic. Tesi di laurea inedita del 3° der Südalpen. Verhandl. k.k. geol. R. Anst., 187: 162- ciclo, Université P. et M. Curie, Paris. 176. Giacomelli P., 1896 - Alcune note sui basalti nei dintorni di Vacek M., 1903 - Geologische Specialkarte der Oest.- Mori. Annuario SAT, 19: 393-421. Ung.-Monarchie – SW Gruppe n° 96, Rovereto und Gilli A., 1884 - I minerali utilizzabili del Trentino. Riva. Wien. Annuario SAT, 10: 123-154.