sommario

VOGHIERA 3 Un territorio in fase di profonda trasformazione di Claudio Fioresi - Sindaco di n. 3 7 La localizzazione traina lo sviluppo 2004 di Stefano Ciervo 9 Dalla decadenza alla rinascita: Belriguardo nel sistema delle Delizie estensi di Alberto Guzzon 19 Voghiera, la storia, le storie di Andrea Poli 21 In arrivo la D.O.P per l’Aglio di Voghiera di Maurizio Barbieri 22 Una scommessa per il futuro di Voghiera di Isabella Masina 26 Due ritratti inediti a Voghiera di Valentino Sani 27 L’isola che non c’è In copertina: di Roberto Donati Mario Masperi 29 Un percorso tattile all’avanguardia nel museo civico di Belriguardo “Mondina e vecchio salice” di Ottorino Bacilieri Olio su tela, 1962 31 Spettacoli a Belriguardo di Ottorino Bacilieri 33 Le scuole medie ad indirizzo musicale di Voghiera di Dario Favretti 35 Voghiera, il “piccolo villaggio” dove si insediò la prima sede vescovile di PERIODICO di Angelo Giubelli NON IN COMMERCIO 37 Alla riscoperta di una “nuova” coltura di Roberta Rossi 39 Ambre e Sardonici Direttore Responsabile: di Mirella Golinelli CORRADO PADOVANI 42 Ritrovate sculture ferraresi per la Libia di Gianni Cerioli Comitato di Redazione: CORRADO POCATERRA LAURA SERVIDEI CULTURA PIERPAOLO CORREGGIOLI 45 Cantata (poetica) per quattro voci (di donna) di Maria Cristina Nascosi 49 Mario Masperi un pittore metafisico della campagna ferrarese Fotolito, Impaginazione e Stampa: di Gabriele Turola SATE srl via Goretti, 88 - 44100 Ferrara 51 La “marina” di Augusto Tagliaferri tel. 0532 765646 di Luca Brunelli fax 0532 765759 52 Un paese “ferrarese” in Sardegna: Fertilia di Lucio Scardino 52 Sculture ed Argenta di Antonio P. Torresi 59 La dolce malinconia di Marisa Carolina Occari negli affetti e nell’arte di Bruna Bignozzi PERSONAGGI FERRARESI 63 Eros Giancarlo Cavazzini: un innovatore per la nostra agricoltura di Walter Matteucci Rivista quadrimestrale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato CAMERA DI COMMERCIO e Agricoltura di Ferrara Telefono: 0532 783711 66 Avere 20 anni nel 2020. Scenari socio-economici in provincia di Ferrara e-mail: [email protected] di Andrea Gandini e Chiara Bertelli Autorizzazione Tribunale di Ferrara n. 70 Pensieri di igiene rustica 41 del 18.03.1954 di Giorgio Mantovani 73 Un progetto di recupero sul patrimonio documentario della Camera di Commercio È vietata la riproduzione degli arti- di Sonia Monesi coli e delle note senza citarne la fonte. Gli articoli firmati rispec- chiano soltanto il pensiero SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE dell’Autore e non impegnano la Direzione. 77 AA. VV. “Azienda, Economia, Impresa e Università” Gli articoli, anche se non pubblicati, 77 A. Cavallaroni, G. Mantovani, A. Mascellani “Ferrara Illuminata” non si restituiscono. 78 Gianna Vancini “Testimone d’amore” di Gabriele Turola 80 Giorgio Alberto Finchi “ Al vin di nòstar cò - Storia e poesia dei vini del Delta” di Maria Poste Italiane s.p.a. - Spedizio- ne in abbonamento postale - Cristina Nascosi 70% D.C.B. - Ferrara 80 Paolo Micalizzi “ Al di là e al di qua delle nuvole. Ferrara nel cinema” di Lucio Scardino 83 Lucio Scardino “Tracce del passaggio, poesia ariostesca e non” di Gianni Cerioli NOTA 84 Giuliana Berengan “Favolosa Zucca” di Bruna Bignozzi Le foto dell’articolo di Andrea Poli COMUNICAZIONE AI DESTINATARI IN OMAGGIO DELLA RIVISTA CAMERALE «LA PIANURA» pubblicata sul n. 2/2004, pag. 34, Ai sensi della Legge n. 675/96, si informa che il trattameto dei dati personali dei destinatari in omaggio della rivista camerale «La Pianura» viene svol- sono di Bruno Droghetti. to al fine di dare esecutività alla spedizione del presente periodico. Tale trattamento avviene nel rispetto dei principi di riservatezza e sicurezza richie- La Redazione si scusa per l’omis- sti dalla legge. Il titolare del trattamento è il Dirigente di Settore della Camera di Commercio I.A.A. di Ferrara sione UNIONE PROVINCIALE DEGLI AGRICOLTORI

CONFAGRICOLTURA Sede centrale: via , 637/B Chiesuol del Fosso (FE) FERRARA tel. 0532 979111 fax 0532 979237 e-mail: [email protected] Uffici di delegazione

Argenta via Don Minzoni, 5 - tel. 0532 804067 piazza del Popolo, 5/A - tel. 0532 860033 via Garibaldi, 4 - tel. 0532 831040 Ferrara via Bologna, 637/B - Chiesuol del Fosso - tel. 0532 via Mazzini, 10 - tel. 0532 893052 979225 corso Guercino, 74 - tel. 051 902120 Massafiscaglia via Matteotti, 42/C - tel. 0533 539496 piazza Matteotti, 51 - tel. 0532 713015 Migliarino via Forti, 59 - tel. 0533 52017 via Marconi, 18 - tel. 0533 313312 Poggiorenatico via Fornasini, 14 - tel. 0532 825378

AVVISO PER I LETTORI

“La Pianura” è in distribuzione gratuita, in numero limitato di copie, presso le seguenti librerie di Ferrara e provincia:

Libreria MelBook Store P.zza Trento Trieste, 1 Ferrara Feltrinelli Editore Via Garibaldi, 30 Ferrara Cartolibreria Montanari Via Guercino, 55 Cento Rizzati Via Zappata, 11 Comacchio Sognalibro Via Saraceno, 43 Ferrara VOGHIERA 3

Il Sindaco di Voghiera

Un territorio in fase di profonda trasformazione

Claudio Fioresi l territorio di Voghiera è sicuramente un una volta coltivati a vigneto, che sono stati Sindaco di Voghiera contesto che in questi ultimi anni è stato l’espressione dell’operato dei Conti Ioggetto di progetti e trasformazioni Gulinelli; importanti, in particolare nella riscoperta e - Gualdo e Ducentola, due piccole frazioni nella valorizzazione delle sue origini storico divise dall’attraversamento del raccordo monumentali. I ritrovamenti archeologici Ferrara-mare, vantano la presenza di ville risalenti ad epoca romana, e tutte le bellez- nobiliari risalenti al periodo 1700/1800. ze e delizie storiche, ne evidenziano un pas- Questo contesto di ricchezza storica-monu- sato da protagonista nelle civiltà nobiliari mentale rappresenta un’importantissima che negli ultimi due millenni hanno domi- risorsa per valorizzare un territorio che si nato la nostra realtà provinciale, suscitando trova sicuramente in una fase di cambia- fascino e stupore sia agli abitanti che a i turi- menti sotto il profilo culturale ed economi- sti visitatori. co. Autonomo dal 20 gennaio 1960 a seguito di scissione dal di , In questi ultimi anni l’attenzione e gli sforzi Voghiera è composto da cinque paesi che profusi dalle Pubbliche Amministrazioni, per presentano ciascuno peculiarità storiche. il recupero delle delizie storiche non è cer- - Il capoluogo è caratterizzato dall’imponen- tamente mancato. Fin dagli anni Ottanta si è za del Castello del Belriguardo, residenza investito sul recupero dei resti del Castello estiva del casato degli Estensi; del Belriguardo utilizzando risorse locali e - Voghenza, immersa nel verde parco della contributi extracomunali. Le Amministrazioni settecentesca villa Massari-Mazzoni, offre più recenti hanno lavorato sulla valorizzazio- innumerevoli testimonianze di insediamenti ne dei prodotti tipici come ad esempio risalenti all’epoca romana; l’Aglio di Voghiera, con il duplice scopo di - Montesanto porta ancora oggi la tracce di costituire dei percorsi enogastronomico-turi- particolari architetture e dei magnifici dossi, stici e di sostenere il reddito dei produttori

Immagini del Castello del Belriguardo 4 VOGHIERA

livello nazionale.

Altro fattore che sta provocando un cambia- mento sotto il profilo urbanistico, economi- co e sociale sul nostro territorio (e i risultati sono sotto gli occhi di tutti), è la vicinanza dell’insediamento del “Polo Ospedaliero di Cona”. Ubicato a 1500 metri in linea d’aria dalle frazioni di Gualdo e Ducentola, eserciterà un’influenza rilevante sulla viabilità del nostro territorio, sugli insediamenti produt- tivi e su quelli abitativi. Il nuovo Piano Operativo Comunale, che si elaborerà dal prossimo anno ed andrà a sostituirà il Piano Regolatore vigente, non potrà inevitabilmen- te prescindere da questo fattore. Naturalmente questa influenza sul territorio agricoli. Inoltre si sta investendo sui percorsi non sarà che positiva, perché il baricentro ciclabili, finanziati con fondi comunali e della città di Ferrara tenderà a spostarsi comunitari, che costituiscono un circuito verso il comune di Voghiera con evidenti storico-naturalistico-ambientale di grande vantaggi per i cittadini locali. Il capoluogo di interesse. provincia si avvicinerà alla piccola comuni- Questa politica di tutela, riqualificazione e tà, creando i presupposti per avere servizi sviluppo evidenzia il mutare continuo dell’e- più facilmente accessibili e creerà nel con- conomia di questo territorio, che da sempre tempo occasioni di sviluppo. ha manifestato una connotazione pretta- Non a caso negli ultimi 5 anni, è decollata mente agricola, con una popolazione dedita presso Gualdo un’area produttiva di circa in prevalenza alla coltivazione dei terreni 10 ettari, a ridosso della superstrada Ferrara- che ha affinato questa professionalità su mare ed in coincidenza dello sbocco della una vasta gamma di specie nel tempo, circonvallazione est, un’arteria stradale di come: l’orticoltura, la coltivazione della nuova costruzione che convoglierà gran canapa, la cerealicoltura, la frutticoltura e la parte del traffico proveniente dall’intera pro- coltivazione dell’aglio. Ma la situazione vincia al Polo Ospedaliero di Cona. attuale si presenta in prospettiva molto diversa per il settore agricolo. La globalizza- zione del mercato e l’orientamento dei con- sumi fa si che gli addetti del settore prima- rio rimangano in numero limitato. Solamente le aziende che sviluppano un percorso di coltivazioni di nicchia (Aglio D.O.P. e floricoltura) e di reddito agricolo integrato (Agriturismo e Multifunzionalità aziendale) sono in condizione di esercitare, per il futuro, in modo professionale ed imprenditoriale il mestiere dell’agricoltore. Esaurite quindi le possibilità di sviluppo agri- colo, la popolazione inevitabilmente si river- sa sul settore terziario e avanzato. Di qui una evidente politica della Pubblica Amministrazione di riqualificare il territorio attraverso le valorizzazioni storico-culturali e monumentali, la valorizzazione dei prodotti tipici, la ricerca di un elevato livello di quali- tà della vita. Alcune iniziative di rilevante importanza in questo senso sono la “Fiera dell’Aglio di Voghiera” e la manifestazione culturale “Estate a Belriguardo” che danno prestigio e notorietà al territorio anche a VOGHIERA 5

na privata , gestita da un’associazio- ne di volonta- riato locale, mentre è in fase di costru- zione un asilo per la prima infanzia. E l’e- lenco delle strutture cultu- rali e sociali presenti in Voghiera con- tinua: la Biblioteca comunale, il Quest’area produttiva si è dimostrata in con- museo creto molto appetibile, esaurendo in fretta la archeologico, il museo del modellismo sto- possibilità per imprenditori ed artigiani di rico, i corsi di orientamento bandistico, le reperirvi aree disponibili, e creando i pre- pro-loco, insieme ad una fortissima presen- supposti per un suo imminente amplia- za di associazioni di volontariato che opera- mento sul quale l’Amministrazione no su un ampio ventaglio di settori: dal Comunale di Voghiera sta già ragionando. sociale all’economico, dal culturale al tempo libero. Molto elevato si presenta anche il livello di Sicuramente un territorio molto vivibile, con riqualificazione scolastica sul territorio; i vari fenomeni di problematiche giovanili pratica- plessi delle scuole elementari presenti nelle mente inesistenti, ed una popolazione frazioni del comune, sono stati riuniti nel anziana molto attiva nel volontariato. 2003 in un unico polo scolastico insieme Questo è il quadro della situazione econo- alla scuole medie, mentre in quest’ultime mico culturale e sociale del Comune di già da anni sono presenti progetti di educa- Voghiera, che delinea la predisposizione di zione musicale, laboratori strumentali, labo- questo territorio a diventare zona di periferia ratori linguistici e laboratori informatici. della città di Ferrara, con elevata vivibilità. Un Questa struttura scolastica integrata di territorio che, ben consapevole delle proprie moderna concezione presenta caratteristi- potenzialità, punta su uno sviluppo abitati- che particolarmente qualificanti tanto da vo e produttivo in modo equilibrato, al fine attrarre studenti provenienti da località fuori di mantenere quel livello di qualità di vita dal nostro territorio comunale. che vanta e che lo identifica come una sorta Sul territorio opera inoltre una scuola mater- di “isola felice”. CameraCamera didi CommercioCommercio didi FerraraFerrara unun riferimentoriferimento sicurosicuro perper ilil ValoreValore dell’agricolturadell’agricoltura provincialeprovinciale

I numeri dell’agricoltura ferrarese...

www.fe.camcom.it 180 mila ettari di superficie agraria complessiva; 9 mila imprese attive, il 27,6% del totale provinciale; 14 mila occupati, il 12,3% dell’occupazione provinciale; un valore aggiunto doppio rispetto alla media regionale e nazionale in rapporto agli altri settori.

L’agricoltura rimane, così come lo è sempre stata storicamente, interlo- www.efer.it cutrice di ogni progetto di sviluppo provinciale, in sinergia con il settore il portale agro-alimentare. dell’Economia Ferrarese

La promozione dei nostri prodotti richiede un rafforzamento delle identità tipiche, dei fattori di eccellenza, dei legami con un territorio dalle grandi potenzialità. ra, 2002 ra, Per questo, la Camera di Commercio di Ferrara ha intensificato la propria azione a sostegno della qualità e della certificazione dei prodotti tradizionali ferraresi, valorizzati con nuovi marchi collettivi, a beneficio dei produttori e dei consumatori. Foto: 蔓Ferrara - Zappaterra Paolo - ed. Agricoltura CCIAA Ferra VOGHIERA 7

Il futuro polo sanitario rappresenterà un “volano” per l’economia e per gli investimenti La localizzazione traina lo sviluppo

l nuovo ospedale di Cona per ora è progetto è stato previsto, ad esempio, Stefano Ciervo solo un cantiere che va avanti a sin- un sistema di smaltimento dei reflui in Ighiozzo, ma già oggi la zona attorno al doppia linea: una raccoglie le acque pio- futuro Polo sanitario è un riferimento vane di piazzali, strade e marciapiedi, in imprescindibile per chi programma lo una cassa di laminazione collegata attra- sviluppo del nostro territorio. Un primo verso un sistema di chiuse ad un con- esempio è rappresentato dalla zona dotto consorziale; l’altra smaltisce i reflui produttiva di Gualdo, voluta dal prodotti direttamente dalle aziende di Comune di Voghiera per concentrare le prossimo insediamento, convogliandoli attività artigianali, terziarie e industriali al depuratore di Gualdo. La cassa di alla ricerca di spazi e servizi. La posizio- laminazione, per inciso, ha una dimen- ne eccellente rispetto alle vie di comu- sione di circa 17mila metri quadrati, nicazione (il raccordo autostradale A13 considerata sufficiente per far fronte e la Ferrara-Lidi sono a poche centinaia anche alle bizze meteorologiche ultima- di metri) è sicuramente un fattore mente non così infrequenti. Non manca importante di localizzazione, ma avere a molto alla consegna dell’area produtti- ridosso il futuro Polo incide: “Le aziende va: dei tre stralci nei quali sono state che s’insediano qui hanno quasi tutte divise le opere di urbanizzazione, uno è interessi e aspettative rivolte all’ospeda- già completato e gli altri due sono a le” sottolinea il Sindaco Claudio Fioresi. buon punto. Il Comune non si è ferma- In più ci sono i vantaggi della localizza- to qui, visto che, sia pure in una fase di zione in zona Obiettivo 2. Ecco spiegati bassa congiuntura come l’attuale, le i motivi del rapido esaurimento dei 26 richieste d’insediamento fioccano. C’è lotti disponibili, sui circa 10 ettari di ter- anzitutto da perfezionare l’iter del primo urbanizzato della prima variante al ampliamento, condotto attraverso lo Prg, che consentono uno sviluppo mas- strumento della variante al Piano regola- simo di oltre 404mila metri cubi di tore su di una superficie di 64mila metri capannoni, destinati ad ospitare soprat- quadrati. Non appena la Provincia darà tutto attività legate al settore edilizio. via libera, si comincerà ad attrezzare 10 L’operazione-Gualdo è stata condotta in nuovi lotti produttivi e una nuova cassa due fasi distinte, a partire dal 1995, di laminazione di circa 12mila metri tenendo conto anche dello sviluppo del quadrati, oltre a strade, marciapiedi e Borgo delle Aie, un’area a destinazione verde pubblico, proprio di fronte al terziario-direzionale utilizzata da realtà Borgo delle Aie. I nuovi lotti sono prati- importanti come il camente già prenotati, quindi il Sindaco “Consorzio aglio di Voghiera” Fioresi ha in mente ulteriori amplia- o “Ferrara Frutta”. Le caratte- menti con procedure molto semplifica- ristiche geo-morfologiche te: “Se un’azienda mostrerà interesse della zona richiedono parti- ad insediarsi nella zona, potrà sfruttare colare attenzione, e l’espe- lo Sportello Unico, senza necessità di rienza di altre aree del gene- attendere il nuovo Piano regolatore”. re nel territorio provinciale Attorno alla nuova area produttiva vi qualcosa ha insegnato. A sono infatti terreni della “Fondazione Gualdo, quindi, già in fase di Navarra”, destinabili a questo scopo.

VOGHIERA - DOCUMENTI 9

Dalla decadenza alla rinascita: Belriguardo nel sistema delle Delizie estensi

Queste note sono tratte dalla relazione illustrativa che accompagna il progetto di restauro e recupero strutturale dell’antica Delizia Estense conosciuta come Castello di Belriguardo, elaborato dal progettista arch. Paolo Arveda, con ricostruzioni virtuali di Nicolò Alessandri di Alberto Guzzon

oghiera vanta un posto di gran- degrado che ne avevano completamente A seguito dei primi parziali interventi, de rilievo nel contesto culturale fatto perdere la cognizione, è stata via nella situazione attuale sono intervenu- Vferrarese visto come sistema via restituita alla dignità che le spetta, ti fatti nuovi e straordinari, che sottoli- turistico locale in quanto, oltre agli anche se a tutt’oggi è ancora lontana dal neano lo sforzo che le Amministrazioni importanti siti archeologici, può vanta- potersi riproporre nello splendore origi- interessate hanno fatto per la tutela e la re la presenza di una delle più suggesti- nario, in quanto i progetti che la inte- valorizzazione del loro patrimonio: il ve e per certi versi misteriose dimore ressano non sono certo definitivamente centro storico di Ferrara, il territorio estensi del periodo rinascimentale, la conclusi e alcune parti significative del provinciale e le dimore estensi sono delizia di Belriguardo. Giunta fino a palazzo (tra cui la Sala delle vigne) state riconosciute come patrimonio uni- pochi anni fa in condizioni di grande sono ancora cantieri aperti. versale dell’Unesco.

Finestra a bifora restaurata vista dal basso con il nuovo serramento 10 VOGHIERA - DOCUMENTI

ficato che nell’alternarsi di un periodo storico ad un altro le strutture preesi- stenti dovessero apparire inadeguate ai nuovi bisogni del momento, e quindi fossero radicalmente trasformate o rele- gate ad usi impropri, spesso casuali e marginali. Castelli trasformati in abitazioni popo- lari, chiese e palazzi ridotti a caserme, monumenti classici divenuti cave di materiali edilizi, ecc., sono esempi dif- fusi di queste situazioni. Fortunatamente vi sono altri casi, non meno eclatanti, che esaminati quali sin- goli episodi edilizi si trovano a passare quasi inosservati, inquadrati come fatti locali, mentre se visti nel loro insieme Sala delle Vigne, particolare di una delle “cariatidi” appaiono come un fenomeno territoria- ... e vista dopo i lavori le assai rilevante, capace di segnare in modo inequivocabile un paesaggio fer- affinché risultasse sempre più inade- In questo nuovo clima di grande fervo- rarese, facendone un caso pressoché guato e inaccettabile il precario stato di re culturale, oltre al costante impegno unico nel panorama nazionale ed euro- conservazione in cui alcune di esse si dell’Amministrazione Comunale di peo. trovavano, specialmente in quei casi Voghiera, altre risorse sono state reperi- E’ il caso delle delizie estensi che, spar- che oggi possiamo elencare tra quelli di te dall’Amministrazione Provinciale di se nel territorio provinciale, offrono la sventato pericolo di crollo, come Ferrara convogliando i progetti di recu- loro nobile condizione di separatezza appunto quelli di Belriguardo e di pero nell’ambito dell’obiettivo 2, per il per nuove opportunità di attrazione e di Benvignante. castello del Belriguardo a Voghiera sviluppo turistico e culturale. Laddove se ne è approfondita la cono- appunto, per quello del Verginese nel E’ importante allora che si sia indagato scenza, infatti, ci si è resi conto che si comune di Portomaggiore e per la deli- storicamente il fenomeno della loro rea- trattava di vere e proprie perle dell’ar- zia di Benvignante di Argenta. lizzazione in epoca estense, che se ne chitettura rinascimentale, che richiede- Altre volte, nei secoli passati, si è veri- sia diffusa una maggiore conoscenza, vano di essere tutelate anche nel caso in cui fossero già intervenuti nei secoli precedenti manomissioni o restauri malaccorti a rimuoverne elementi costi-

Ala del palazzo nello stato antecedente ai lavori... Particolare di una finestra a bifora prima del restauro VOGHIERA - DOCUMENTI 11

Crolli nel corpo di fabbrica tra le due corti tutivi importanti, come interi corpi di sistemazione di campi e giardini. Particolare di una finestra a bifora restaurata fabbrica, o di finitura, come gli intona- Alcuni dati salienti della diffusione terri- ci originali, le antiche porte e i serra- toriale delle delizie ferraresi sono estra- menti, le decorazioni e i paramenti d’o- polabili da una tesi di laurea sull’argo- Venezia). gni tipo, fino alla modifica del contesto mento di Luca Tosi (relatore il prof. Da detto studio risulta che il fenomeno paesaggistico, dei corsi d’acqua, della Romeo Ballardini Ð Università di Delizie è parte di un programma urba-

Sala delle vigne 12 VOGHIERA - DOCUMENTI

Ricostruzione grafica al computer delle Delizie di Belriguardo, opera di Nicolò Alessandri VOGHIERA - DOCUMENTI 13 14 VOGHIERA - DOCUMENTI

nistico, territoriale, quindi economico, militare oltre che artistico, in continuo svolgimento, che ha avuto inizio nel 1385 ed è terminato forzatamente nel 1598 con la devoluzione del Ducato allo Stato Pontificio. Le Delizie di Belriguardo, di Consandolo, di Comacchio e di Fossadalbero, edificate tra il 1435 ed il 1437, furono poste a capo di grandi possedimenti allodiali estensi, organiz- zati in aziende agricole. I canali ed i fiumi sulle cui sponde i palazzi furono eretti, costituivano le vie più veloci per il trasporto a Ferrara dei prodotti colti- vati nelle castalderie, ma detti percorsi fluviali erano anche vie commerciali e militari e le Delizie dovevano provve- dere al loro presidio: Consandolo al controllo del Primaro, via d’acqua in grado di collegare Ferrara con la Romagna estense; Comacchio a difesa delle valli, del Porto di Magnavacca e

Planimetria storica del giardino al 1598 (tratto da una stima del Benmabri)

Planimetria catastale che evidenzia l’elevata suddivisione delle proprietà private nelle parti non comunali VOGHIERA - DOCUMENTI 15

Sezione del progetto con ripristino dell’altezza necessaria a liberare lebifore da un solaio aggiunto successivamente quindi delle saline; Belriguardo fu eret- progetto delle tre principali Delizie mare di , e fece così venire ta sulla sponda destra del Sandolo extraurbane: Belriguardo, di Copparo e meno la possibilità di affacciarsi sul all’incrocio con un’importante strada di di Comacchio. mare, condizione indispensabile affin- terra, in grado di collegare la Delizia L’ipotizzato progetto è supportato dalla ché ’Mesola divenisse città’. con il di Primaro. Questa lunga stra- Corografia dei Ducati Estensi di Persa Comacchio con le sue valli e sfu- da graficamente fu accennata solamente Marc’Antonio Pasi del 1571, il quale mata l’ipotesi di Mesola come Porto- nel 1571 nella Corografia di oltre a rappresentare il citato Polesine Città-Delizia, a livello territoriale que- Marc’Antonio Pasi, evidenziata con la ormai bonificato, raffigura il circuito ste imponenti strutture conservarono dicitura “vista del palazzo” e successi- murario della Mesola, iniziato dal 1578, solamente la funzione di tenimento, vamente dall’Aleotti nella corografia contemporaneamente ai lavori di oppure vennero completamente abban- del 1603. E’ inoltre da notare come ristrutturazione della Delizia di donate come nei casi di Belriguardo e all’incrocio tra la strada in questione ed Belriguardo e di Comacchio, condotti di Copparo. il fiume Sandolo, nel 1462, Borso deci- dallo stesso Pasi ed evidenziate nella se di scavare una grande peschiera- stessa Corografia. rogetto di recupero storico-filo- porto di cui rimane traccia ancora oggi, Le Delizie di Belriguardo, di logico delle due corti dell’ex di fronte al castello. Comacchio e di Copparo, anch’esse Pdelizia estense Successivamente iniziò la fase di deca- proprietà’ allodiali del Duca, come denza, in seguito alla devoluzione del Mesola, mantengono il loro valore eco- A priori, l’obiettivo del progetto è in Ducato allo Stato della Chiesa. nomico, probabilmente pero’ non più’ ogni modo quello di mantenere la frui- Ciononostante fu confermata la validi- in rapporto a Ferrara, ma a Mesola, bilità pubblica e privata degli spazi non tà’ dell’intero sistema ‘delizioso’ della nuova città estense, nel futuro territorio costruiti, sia della prima “corte”, sia città di Ferrara, che non fu mutato o ‘straniero’ dello Stato della Chiesa. della seconda, garantendo le funzioni reinterpretato strutturalmente, ma solo Con la Devoluzione, le Delizie della quotidiane dei residenti e al contempo adeguato alle nuove necessita’ difensi- cerchia urbana vengono abbandonate o consentire lo svolgimento di quegli ve. Mentre nel territorio esterno l’ulti- distrutte, quali simbolo di un altro pote- eventi, di carattere culturale e sociale, ma fase di sviluppo si concluse con un re ed il progetto territoriale di Alfonso che ormai da anni hanno trovato sede importante progetto territoriale che, II viene guastato dalla perdita di ed identificazione proprio in questo oltre a prevedere la bonifica del Comacchio, delle sue valli e dal taglio luogo. Polesine di San Giovanni Battista, pre- del Po a Porto Viro, effettuato dai vene- A supporto delle varie parti del proget- vedeva la realizzazione di un’altra ziani, tra il 1599 ed il 1604, per difen- to è stata avviata una fase esplorativa Delizia estense, quella del Castello di dere la laguna Veneziana. Il taglio d’indagine archeologica e conoscitiva Mesola e l’inserimento all’interno del causò l’inevitabile ‘allontanamento’ dal dei substrati superficiali delle due zone 16 VOGHIERA - DOCUMENTI

Tracce di decorazioni pittoriche rinvenute sugli strati dell’intonaco originario. a verde racchiuse fra l’edificato, corri- filologico per una rilettura contempo- ti, sarà probabilmente possibile dise- spondenti alle antiche “corti” quadran- ranea dell’unicità spaziale di questa gnare, con elementi a terra, (attraverso golari della Delizia estense di importantissima emergenza architetto- variazioni delle pavimentazioni, o Belriguardo: il progetto definitivo sarà nica. mediante una diversificazione dello successivamente elaborato in base Gli scavi dovranno essere eseguiti in spazio a verde, o ancora con una parti- all’esito di tale indagine. punti prestabiliti e ritenuti nodali in colare illuminazione artificiale), la La necessità di verificare, sotto lo stra- quella che doveva essere l’antica distri- proiezione di quello che poteva essere to di riporto, la presenza di tracce o di buzione planimetrica dei diversi corpi l’impianto architettonico nella sua reperti archeologici significativi dal di fabbrica ed esplorare il sottosuolo interezza. punto di vista storico, documentario e sino ad individuare eventuali pavimen- L’importanza di questo progetto non è conoscitivo più in generale, dei periodi tazioni od elementi strutturali di fonda- dunque legata alla semplice necessità successivi al crollo e del progressivo zione. d’inserire oggetti di arredo urbano, stato di abbandono, potrebbe sicura- In seguito, facendo riferimento ai risul- quanto a quella di proporsi come ele- mente aiutarci a ricostruire il percorso tati degli scavi, oltre ai predetti requisi- mento unificatore d’immediata perce- VOGHIERA - DOCUMENTI 17 zione, per cercare di offrire nuovamen- getto, innanzi tutto è stata affrontata la riveleranno se in epoche successive, te ai visitatori l’equilibrio perduto nel necessità di porre un sicuro arresto del anche recenti, su di essi sono stati ese- tempo fra l’architettura costruita ed il degrado, prevedendo almeno un inter- guiti interventi di ripristino o restauro, luogo in cui essa si inserisce nonostan- vento urgente di messa in sicurezza in quanto, a vista, la superficie presen- te l’attuale eterogeneità del contorno. dell’immobile, possibilmente senza ta delle incoerenze sia dal punto di creare vincoli ad un possibile futuro vista materico che cromatico. progetto complessivo di riutilizzo, arri- rogetto di restauro del corpo vando a concepire un intervento di Pcentrale fra le due corti restauro strettamente conservativo dello stato di fatto quale premessa indi- Sala delle Vigne La parte dell’ala sud-est estesa dallo spensabile ad ogni altro progetto. scalone che porta alla cappella del Gli interventi proposti possono essere L’ambiente più suggestivo per le sue primo piano sino alla mezzeria dell’an- elencati sinteticamente nell’ambito del superbe superfici affrescate è la sala drone di passaggio è di proprietà risanamento e consolidamento dell’in- delle vigne per la quale sono stati pre- dell’Amministrazione Comunale di volucro e più precisamente rivolti al visti lavori di ripristino della copertura, Voghiera (ad esclusione di una limitata riordino strutturale della copertura, alla nonché di restauro e recupero delle zona di proprietà privata). ricostruzione della zona del portico pareti esterne, di parte dell’ala nord- Non rientrano nella proprietà dell’ente crollata, sul fronte verso la seconda ovest della seconda corte interna. pubblico nemmeno le parti terminali a corte, alla bonifica e alla ricostruzione L’intervento è relativo ai lavori di rifa- sud-est, più direttamente interessate delle travi (considerato che questi ele- cimento del manto impermeabile della dall’intervento e ancora abitate da menti costituiscono un utile riferimen- copertura soprastante la Sala delle alcuni nuclei familiari e nemmeno la to comparativo di quelle che erano le Vigne (che ha denunciato preoccupanti parte opposta che si trova a nord-ovest, dimensioni volumetriche originarie infiltrazioni di acqua piovana, dal di proprietà privata e restaurata in anni degli ambienti interni al piano terra). tetto), al recupero delle strutture prin- recenti. In particolare il cantiere è stato conce- cipali di copertura (capriate e travi), al Nonostante la volontà del Comune di pito anche come occasione approfondi- rifacimento, con sostituzione parziale Voghiera sia senz’altro quella di con- mento della conoscenza attraverso la degli elementi lignei secondari, al risa- vogliare tutte le iniziative in forma pulizia e catalogazione degli elementi namento dell’ambiente utilizzato come sinergica verso un programma coordi- lignei del solaio lo studio e il ripristino magazzino comunale attiguo alla pre- nato ed unitario di intervento, nella delle strutture murarie e i sondaggi sul detta Sala delle Vigne, infine al fase in cui ci troviamo, sono ancora paramento e sui giunti di malta laddove restauro dei paramenti murari di molti i vincoli dovuti alla proprietà il degrado abbia prodotto disgregazio- entrambi i prospetti esterni. promiscua che non consentono di ne. L’intervento prevede inoltre il ripri- affrontare un progetto organico com- stino delle eleganti bifore, con restauro In conclusione si ritiene che con l’in- plessivo all’interno del quale indivi- del fregio in cotto e degli ornamenti in tervento programmato si possano otte- duare le metodologie d’intervento e le calcare bianco. L’operazione di ripristi- nere i necessari benefici conservativi possibili funzioni di riutilizzo architet- no e pulizia di queste finestre monu- per l’intera struttura, senza con questo tonico mentali appare quantomeno indispen- precludere o vincolare una prossima e Per quanto concerne le informazioni di sabile sia per la necessità di consolida- futura programmazione ad ampio carattere storico, esse sono state appro- mento e protezione delle parti orna- respiro, improntata sul recupero e sul- fondite nel progetto generale e nel mentali in cotto e marmo bianco di cui l’integrazione delle parti monumentali piano particolareggiato di recupero, esse sono arricchite, sia per tentare di residue e la valorizzazione di quelle dal depositati presso il Comune di ridare un maggiore equilibrio composi- più semplice carattere rurale. Sia le Voghiera e trasmesso alla Soprinten- tivo ai prospetti. Internamente, la une sia le altre, nella loro successione e denza per i Beni Architettonici e per il rimozione parziale del solaio interme- mescolanza danno origine e carattere Paesaggio, come pure per il rilievo dio in corrispondenza delle suddette ad un insieme architettonico che appa- dello stato conservativo e l’analisi del aperture e la riproposta a tutta luce re per la sua forma tipologica e per la degrado per il quale è stata raccolta delle bifore, garantirà senz’altro la per- dimensione architettonica, come un epi- un’ampia documentazione dal Dipar- cezione dimensionale originaria di sodio straordinario per la cultura del ter- timento di Architettura dell’Università quelli che dovevano essere gli spazi al ritorio ferrarese, un bene da recuperare di Ferrara, tramite il Consorzio Ferrara piano terra della Delizia. rispettosamente senza comprometterne i Ricerche. Le indagini eseguite anche sugli ele- sottili equilibri fra tecnica costruttiva ed Per quanto concerne le priorità del pro- menti marmorei decorativi delle bifore improvvisazione empirica.

VOGHIERA 19

Viaggio fra sarcofaghi e varia umanità

Voghiera, la Storia, le storie

arrarvi di Voghiera e dei suoi perso- suoi vecchi bei tempi doveva essere una Andrea Poli naggi è un piacere sottile a cui non cosa da rimanere a bocca aperta, se venne Nrinuncerei per niente al mondo. chiamata la “Versailles degli Estensi” e se Davvero: gli ultimi vent’anni della mia vita non sono pochi gli abitanti di Voghiera pron- sono strettamente intessuti con le vicende ti a mettere la mano sul fuoco sul fatto che di questa comunità. Apparentemente son- proprio Belriguardo, coi suoi favolosi giardini nacchiosa, immersa com’è nella quiete acquatici dei quali si è di recente riscoperto ipnotica della bassa padana; in realtà ribol- il tracciato, ispirò i re francesi -da sempre lente di fermenti politici e culturali di straor- grandi amici ed alleati della signoria ferrare- dinaria intensità, come del resto ben si con- se- nella costruzione della famosa reggia viene a genti che abitano un territorio nelle alle porte di Parigi. Vero o no che sia, fate cui viscere scorre la Storia, quella con la finta di crederci quando Luigi Randoli, entu- esse maiuscola. Un passato addirittura glo- siasta custode del museo della necropoli, rioso squadernato con (finta) nonchalance ospitato proprio nella torre di Belriguardo (il sotto l’occhio stupito del passante, il quale - museo, intendo, Randoli abita a casa sua), indagando tra corti coloniche e androni- può fra la dotta descrizione di un reperto e l’al- scorgere al posto degli usuali nanetti in tro, vi racconterà la suggestiva storia. Magari gesso imponenti sarcofaghi in marmo col vi racconterà pure, essendo agricoltore, che loro bel coperchio riccamente scolpito da qui è nato e prospera il Consorzio per la abili artisti di un paio di migliaia di anni fa. valorizzazione dell’aglio di Voghiera, e su Segni di una grandezza antica che riemer- questo gli potete credere sulla parola. Aglio gono dal passato con facilità disarmante: famoso e temutissimo dalla concorrenza basta solo che un agricoltore decida di arare nazionale perchè è più grosso di qualsiasi la terra ad una profondità appena appena altro grazie a decenni e decenni di sapienti più marcata rispetto al normale, che, puff!, selezioni operate dagli agricoltori della zona spuntano anfore, balsamari, mosaici, cera- e può contare su una fiera di carattere regio- miche graffite, steli funerarie. Tutto merito nale e su di una Denominazione di Origine di un fiume dal nome invero poco nobile, il Protetta in arrivo dall’Unione Europea. Con Sandalo. Oddio, fiume: probabilmente più l’aglio siamo già ai giorni nostri; e ai fermenti simile a un rigagnolo d’acqua fangoso che politici, che cominciano quando, una decina ad un corso d’acqua come dio comanda, il di anni fa, il tranquillo tran tran dei governi Sandalo ha fatto la fortuna di Voghiera e di di sinistra piena -comunisti e socialisti- viene Voghenza, che dal capoluogo di comune è scosso alle fondamenta da liti furibonde tra divisa da un pacato campanilismo e dal i due partiti della coalizione e infine sbara- parco monumentale di Villa Massari, antica gliato da una lista civica capitanata dalla bat- dinastia di conti un rampollo dei quali impal- tagliera Neda Barbieri. Che si guadagna il mò Maria Waldmann, cantante lirica predi- rispetto anche degli avversari applicando un letta da Verdi. Prima consentendo l’insedia- metodo politico davvero inusuale in questi mento romanico di Voghenza -adeguata- tempi infelici: attenzione alle esigenze di mente documentato dalla straordinaria tutti, impegno a risolvere i problemi anche necropoli da cui provengono sarcofaghi, più minuti, rispetto della coalizione avversa- steli funerarie e compagnia cantante di cui ria, coinvolgimento nella gestione della cosa sopra- cui seguì la nomina a prima sede pubblica di gente al di fuori del tradizionale vescovile ferrarese; e poi dando luogo, in circuito dei partiti. In sintesi, l’essenza stessa epoca rinascimentale, alla costruzione della della politica: governo della polis, cioè della residenza estiva più fastosa degli estensi, comunità, così come viene spiegato nei quella Delizia di Belriguardo che ancora cat- manuali di educazione civica. Partita la tura il visitatore col suo fascino ma che ai Barbieri per esportare il modello Voghiera 20 VOGHIERA

alle elezioni provinciali (con risultati inferiori alle aspettative, a onor del vero), cambia la guida del Comune (Claudio Fioresi) ma non la maggioranza e nemmeno la civiltà del confronto fra le opposte fazioni. Succede così che per onorare le straordina- rie doti umane di Ottimo Bacilieri, comunista di anti- ca data, la Giunta comuna- le, contro la quale lui ha fatto campagna elettorale , inventi la nomina di Governatore di Belriguar- do. Lui, che abita davvero nella Delizia e per tutti ha un sorriso e una grappina alla liquirizia sulla cui origi- ne è alquanto vago, com- menta così l’inaspettato onore: “I miei compagni non mi avevano mai fatto un regalo così”. O che, all’opposto, “La voce di Voghiera”, periodico del La tradizionale festa di Ferragosto nel cortile di Belriguardo PCI prima e dei DS oggi, diretto con venature cesa- riste dall’amico Mario Gessi, che quest’anno festeggia i diciassette mille e una difficoltà, da oltre centocinquan- anni di pubblicazioni (a proposito, Mario: t’anni; attualmente diretta da Antonio complimenti), lungi dall’essere un grigio Sovrani, che viene dall’estero (Gambulaga, bollettino di partito sia in realtà un vero e frazione di Portomaggiore) e al quale final- pulsante giornale del territorio, che dà voce mente riuscirò forse a scucire, grazie alla a tutti, esponenti della maggioranza e del- presente citazione, un caffè. Che ha una sua l’opposizione, che pubblica senza censura scuola per insegnare la musica ai giovanissi- alcuna i lavori dei ragazzini delle elementari mi; e che ai concerti può schierare, fidanza- e delle medie e che financo in campagna te permettendo, una quarantina di fiati di elettorale, a dispetto del conclamato settari- età variabile tra i quattordici e i novant’anni. smo del direttore, ha offerto cinquanta righe Inutile specificare che la storia delle fidanza- al candidato dell’Ulivo e altrettante -e non te decima soprattutto le giovani leve, essen- una di meno- a quello della lista civica. In do quelle -diciamo- più stagionate felicissi- questo clima non stupisce che, quando c’è me di sfuggire per una sera alle grinfie delle da rimboccarsi le maniche, capiti di vedere mogli e le mogli altrettanto felici che i loro gente che sta da una parte e dall’altra suda- mariti si levino dai piedi anche solo per re di comune accordo ai fornelli per le qualche ora. Chi è sposato da tanto (dicia- magnifiche sorti e progressive del mo almeno un paio di mesi) sa di cosa Voghierese; la tradizionale festa di parlo. E una formazione di fiati eccelsa, la Ferragosto nel cortile di Belriguardo, ad Big One Band diretta da Massimo Rubbi, esempio: mille e trecento pasti in una sola che è composta da un due dozzine abbon- serata non sono uno scherzo. Trascorrendo danti di musicisti diplomati al conservatorio ai fermenti culturali, cito per brevità due for- e che è capace di far innamorare di una mazioni musicali, entrambe frequentate dal musica difficile come il jazz persino un osso sindaco Claudio Fioresi che qui, in veste di duro come il sottoscritto. So per certo che ottimo trombettista, può giustamente van- qualcuno mi si arrabbierà per non aver cita- tarsi di suonarle a tutti. La Banda Filarmonica to gli spettacoli di Estate a Belriguardo, ma di Voghenza, che sopravvive, sia pure fra quelli li conoscono tutti, che gusto c’è. VOGHIERA 21

In arrivo la D.O.P. per l’aglio di Voghiera

Maurizio l nuovo anno dovrebbe portare la tanto atte- progetto per la tutela dei diritti dei consumato- Barbieri sa Dop (Denominazione di origine protetta) ri che ha lo scopo di indicare sull’etichetta del Iper l’aglio di Voghiera. Dopo un iter iniziato prodotto, la caratteristica della rintracciabilità un paio di anni fa finalmente siamo in dirittura della produzione, un sistema che garantisce la d’arrivo. La Dop impone che la produzione e qualità di provenienza del prodotto e la qualità la trasformazione avvenga nel territorio che della lavorazione fino al raggiungimento della comprende il comune di Voghiera e parte dei tavola del consumatore. comuni di Ferrara (Gaibanella e Cona) e Il Consorzio parteciperà anche nel 2005 a Portomaggiore. Da quattro anni è attivo il varie manifestazioni sia locali che nazionali. Consorzio Aglio di Voghiera. Il Presidente è Riconfermato l’oramai tradizionale sagra del- Alessandro Benini. Ventiquattro le aziende l’aglio che si svolge in luglio nella stupenda cor- agricole aderenti per un totale di una qua- nice della Delizia del Belriguardo. «Stiamo pen- rantina di ettari e quattromila quintali di pro- sando di partecipare a manifestazioni enoga- dotto. stronomiche di carattere nazionale - spiega il Non è questa però l’unica novità per un pro- presidente Alessandro Benini - magari alla dotto che vede la produzione del 50% dell’a- Biteg di Riva del Garda o al salone del Gusto glio ferrarese nel comune di Voghiera. di Torino al fine di dare una maggiore visibilità Il consorzio avrà nei prossimi mesi una nuova al nostro prodotto che da qualche anno a que- sede nel cosiddetto Borgo delle Aie di Gualdo sta parte è sempre piu’ apprezzato anche al di sulla via Provinciale di fronte alla zona artigia- fuori dei confini strettamente provinciali». Da nale. Si tratta di un complesso di sei cascinali e tempo è in atto una collaborazione tra il un’enorme aia di proprietà della Fondazione Comune di Voghiera e l’Università di Ferrara, in Navarra. Grazie ad un accordo tra la stessa particolare con la cattedra di Chimica degli ali- Fondazione, Ferrara Frutta e il Consorzio menti, professor Vincenzo Brandolini, che Produttori Aglio il luogo diventerà un centro di segue le varie fasi del processo produttivo. formazione agricola e commercializzazione dei «L’aglio di Voghiera - conclude Alessandro prodotti tipici e centro per manifestazioni Benini - rappresenta quel prodotto di nicchia oltre alla sede dello stesso Consorzio dove tro- che, nel nostro territorio, ha permesso alle verà sede il laboratorio di lavorazione e lo stoc- aziende produttrici di avere fino ad oggi un caggio dell’aglio oltre ad una sala riunioni ed ai reddito garantito». Voghiera è uno dei due cen- vari uffici. tri tipici di produzione dell’aglio per eccellen- Ricordiamo che il Consorzio ha messo a za. L’altro è Monticelli d’Ongina in provincia di punto, in collaborazione con la Regione, un Piacenza.

In arrivo la tanto attesa DOP per l’aglio di Voghiera Foto: Paolo Zappaterra (tratto da “Agenda Gastronomica”, 1996, CCIAA Ferrara) 22 VOGHIERA

Il settore florovivaismo, una interessante “nicchia” di produzione agricola

Una scommessa per il futuro di Voghiera

l settore agricolo del comune di Come mai, così giovani, avete scelto Isabella Masina Voghiera, in una realtà economica in questo tipo d’attività e quanto vi impe- Imovimento ed in un mercato agricolo gna? sempre più globalizzato, si orienta verso Abbiamo tentato di costruire un’attività che nicchie di produzione differenziate rispetto ci consentisse di lavorare tutto l’anno. alle colture tradizionali cerealicole e frutti- Durante l’estate ci occupiamo del terreno cole. Non a caso questo territorio vanta coltivato, tredici ettari in parte di proprietà un’elevata concentrazione di aziende flo- ed in parte in affitto, durante l’inverno ci rovivaiste. dedichiamo alle serre, aperte da aprile a Abbiamo incontrato alcuni di questi ope- ottobre. Tra le due attività prevale, comun- ratori e chiesto loro come hanno intrapre- que, la floricoltura: per quanto impegnati- so quest’ attività e quali sono le proble- va, rende di più. Per una famiglia numero- matiche relative alle produzioni intensive sa come la nostra l’agricoltura non dà suf- che sviluppano nelle loro realtà aziendali. ficiente reddito. Se non avessimo intrapre- so l’attività di florovivaismo, alcuni di noi ristina Quarella è componente avrebbero dovuto cambiare lavoro. dell’Azienda florovivaistica a condu- Nei periodi in cui le richieste sono mag- Czione familiare “Quarella Graziano” giori, come il periodo dei crisantemi, svi- luppiamo meno attività nell’azienda agri- Da chi è composta la vostra Azienda e da cola, ed arriviamo a lavorare in serra anche quanti anni svolgete quest’attività? venti ore al giorno. L’Azienda di famiglia è nata, per scommes- sa, circa quindici anni fa. Nostro padre par- Che tipo di prodotti trattate? lando con un amico disse: “Vedrai che Noi produciamo sia fiori che ortaggi, in riesco anch’io a fare le stelle di Natale”. particolare pomodori, meloni e cocome- Così abbiamo costruito la prima serra; l’an- ri. La nostra produzione floreale si apre no seguente le serre sono diventate due, con i ciclamini, seguono i crisantemi, le per una produzione complessiva di quat- stelle di Natale, le viole, le primule ed infi- trocento stelle di Natale. Mio padre si ne i gerani. Inoltre, trattiamo tutti i tipi di occupava della serra più grande ed io di fiorito annuale: come petunie e begonie, quella piccola. per citarne alcune. Grazie ad alcuni finan- Così è nata la nostra passione: è davvero ziamenti statali, oltre ad aver costruito una grossa soddisfazione coltivare e far una nuova serra, abbiamo ampliato l’atti- crescere una pianta per poi vendere un vità investendo in tecnologie come prodotto di ottima qualità, anche se c’è attrezzature innovative per la semina e i molto da lavorare. trapianti. Ciò ha consentito di aumentare

L’azienda florovivaistica Quarella Abbiamo serre di varie dimensioni per un considerevolmente la produzione: grazie totale di sedici. alle meccanizzazioni introdotte, infatti, è Siamo passati stato possibile quintuplicare la quantità di dalle quattrocen- prodotti realizzati ogni giorno. to stelle dei primi anni ad una pro- Quali aspettative avete per la vostra duzione di seimi- Azienda? la-settemila pian- Per il momento non ci sono segnali che te dello stesso facciano presumere uno stop. Ci aspettia- genere. mo, quindi, che il florovivaismo continui a Attualmente, ad generare i profitti attuali se non addirittura, occuparci delle incrementarli. Per tale motivo, una delle serre, siamo in opzioni da noi presa in considerazione è quattro fratelli, quella di ampliare, indubbiamente nel più nostra madre. lungo periodo, l’attività. VOGHIERA 23

uro Lazzari è il proprietario di Il target cui ci rivolgiamo per “Vitaverde” una piccola Azienda floro- la collocazione delle piante Avivaistica di Voghiera di vivaio sono privati inte- ressati ad alcuni lavoretti fai Com’è nata l’idea di intraprendere l’attivi- da te e, quindi, all’acquisto tà di florovivaismo? di piante da sistemare in La nostra attività è iniziata nel 1997. giardino. La clientela è, in Attualmente me ne occupo con l’aiuto di conclusione, limitata a que- mio padre e di un dipendente. sta tipologia. L’Azienda è composta da tre unità, per una Non abbiamo un mercato superficie di 1.200 mq di coperto, oltre ad privilegiato, la percentuale una parte esterna a vivaio in cui si coltiva- per la vendita al dettaglio o no varietà differenti di piante, come arbu- all’ingrosso, come movi- sti, magnolie, pini e piante ornamentali in mento di materiali, è la genere, fino al momento del trapianto in stessa. un luogo stabile. In azienda produciamo L’idea di aprire un’attività del genere è tutto il ciclo del fiorito nata, in un primo momento, per inco- annuale. Per quanto riguar- scienza. Allora le piante erano un hobby, da le produzioni più consi- ma, finito gli studi, ho intrapreso quest’atti- stenti numericamente par- vità, per trasformare la mia passione in tiamo dalle primule a gen- lavoro, senza focalizzarmi troppo sull’a- naio, poi gerani e tutti i pro- spetto economico. dotti tipici della stagione pri- maverile, infine ciclamini e Che tipo di problematiche ha dovuto stelle di Natale. A fianco di essi abbiamo affrontare per intraprendere l’attività? tanti piccoli prodotti, definibili “di nicchia”, I floricoltori espongono le loro L’attività è iniziata in modo sperimentale, per differenziare la produzione e per offri- composizioni sul “listone” di non ho fatto indagini di mercato. re un maggiore assortimento. Ferrara Le difficoltà più consistenti che abbiamo incontrato sono state nel modo di colti- Cosa si aspetta, nel futuro, dalla sua atti- vare le piante, in quanto nessuno, in vità? famiglia, si era mai occupato di florovivai- Penso che, se l’andamento è quello attua- smo. le, sarebbe già un buon risultato mante- Ci siamo, quindi, avvalso delle consulen- nere questi livelli di produttività. Non credo ze di un tecnico. Soprattutto nei primi ci sia, al momento, la possibilità di un’e- periodi di attività è stato fondamentale: spansione, almeno nel mio caso. sarebbe stato impossibile improvvisarsi Alla base di un eventuale ampliamento floricoltore. La consulenza è di vitale futuro vi è la necessità di accrescere il mer- importanza per ottenere un prodotto di cato di riferimento; sarebbe, infatti, contro- qualità, appetibile sul mercato. producente produrre più di quello che si vende; attualmente però, secondo il mio Ha avuto difficoltà nel trovare un proprio parere, ciò che impedisce ai florovivaisti di spazio sul mercato? accrescere la loro azienda è la forte dipen- La realtà florovivaistica del territorio con- denza dalla clientela fissa. sente ancora di instaurare rapporti tra i La situazione è, in conclusione, abbastan- diversi produttori; personalmente non ho za stazionaria, anche se ci sono, logica- avuto grandi difficoltà a crearmi una clien- mente, anni in cui i livelli di produzione di tela, ovviamente del luogo. E’ una que- alcune piante variano sensibilmente; sulla stione di offerta e di servizio: il cliente va base, soprattutto, delle richieste e dei risul- curato con una certa attenzione. tati ottenuti l’anno precedente. Sappiamo benissimo quanto sia difficile, soprattutto per un’attività di piccole dimen- sioni, crearsi un proprio pacchetto clienti. ecnoverde Azienda Agricola di Bonora Si tratta, giustamente, di affrontare la situa- Renzo e Tecnoverde Landscape & zione con questi presupposti; in conclu- TGarden di Bonora Rodolfo sione, posso sostenere che l’attività è ben inserita nel settore di produzione e vendi- Rodolfo Bonora ci parla di “Tecnoverde ta di piante. Azienda Agricola di Bonora Renzo” e della sua “Tecnoverde Landscape & Garden”, Da chi è composta la vostra clientela? impegnate nella progettazione e realizza- Esiste un mercato prevalente? zione di opere verdi. 24 VOGHIERA

Quando è nata la vostra Azienda? tore, impensabile alcuni anni fa. Inoltre, lo L’attività è stata iniziata molti anni fa da mio sviluppo dell’edilizia residenziale ha favori- padre, l’Azienda era prima completamente to l’aumento delle richieste di realizzazio- frutticola poi si è trasformata in azienda flo- ne e manutenzione di aree verdi. ricola con la costruzione di serre, quindi L’interesse verso il settore sta aumentan- colture protette. Dopo di che si è spostata do, in base alle necessità di progettazione sulla coltivazione di piante da esterno, e realizzazione di aree verdi, mentre, in vivaismo da esterno e contemporanea- alcune zone del nord Italia, il settore è con- mente si è iniziato con la realizzazione e solidato da diversi anni. Per contro, laddo- manutenzione di opera verde in generale. ve la cultura del bello è più consolidata si Quest’ultima adesso è l’attività prevalente. ha una concorrenza molto più spietata rispetto alla nostra. Quali attività svolgete? Il problema attuale è prevalentemente la Noi lavoriamo in tre settori tra loro correla- carenza di manodopera. ti: Tecnoverde Vivai si occupa della produ- Purtroppo sono sempre meno le persone zione di piante da esterno per la realizza- interessate a questo tipo di lavoro. Al zione di giardini, quale attività prevalente, e momento abbiamo due extracomunitari, poi “annuali fiorite” e piante da interno. anche in questo settore, infatti, la mano- Tecnoverde Landscape & Garden realizza dopera straniera sta entrando prepotente- giardini, comprese tutte le opere comple- mente, mancando quella locale. mentari, gestisce aree verdi in genere, costruisce impianti di irrigazione ed infine Quali sono i suoi obiettivi? offre servizi di potatura e abbattimento di Ottenere una crescita graduale e sosteni- alberi di grosse dimensioni mediante tec- bile per le nostre capacità di investimento niche quali il tree-climbing e la piattaforma e spero soprattutto che possa maturare la aerea. Tecnoverde Studio Di Paesaggistica, mentalità del consumatore, dell’utente attività in cui io stesso metto a disposizio- finale sia a livello pubblico che privato. ne le mie competenze specifiche sui temi della paesaggistica, per consulenze alle ichele Boarini è il proprietario di pubbliche amministrazioni sul verde orna- una grande azienda florovivaista: mentale, la progettazione di giardini per M“Floricoltura Boarini” privati, e l’insegnamento presso Scuole Professionali del settore. Mi può raccontare come è nata la sua In occasione della visita della Regina di Azienda? Norvegia a Ferrara, abbiamo realizzato un L’Azienda nasce nel 1987. Un elemento allestimento temporaneo per conto del importante, che ha caratterizzato la nascita Comune di Ferrara. della nostra attività, sta nel fatto che, prima di iniziare a produrre, Ci siamo preoccupa- Qual è il vostro mercato di riferimento? ti di crearci un mercato. Ciò è abbastanza In un primo momento ci occupavamo sia inusuale in quanto un agricoltore, solita- di vendita al minuto che all’ingrosso. Da mente, si mette a produrre sperando di quando si è sviluppata l’attività di realizza- vendere i suoi prodotti. zione di opera verde ci occupiamo solo di Innanzitutto abbiamo individuato i merca- vendita al minuto. La produzione di piante ti; i prodotti al momento non disponibili da interno e di annuali da fiore è diminui- venivano acquistati. Abbiamo puntato ta come importanza, ed è dedicata preva- molto sui servizi, per servizi intendo i lentemente al mercato locale. Noi puntia- noleggi e i servizi di vario genere rivolti ai mo soprattutto sulla negozianti; ci siamo accorti, infatti, che i nuova attività per la quale rivenditori avevano necessità di avere abbiamo investito in sempre un prodotto fresco, quindi una modo consistente anche rotazione molto veloce. Il nostro intento è dal punto di vista della stato, per tutti questi motivi, quello di dare formazione. sicurezza al commerciante, di proporre sempre un prodotto qualitativamente Ritiene che il vostro setto- eccezionale, bello, nel momento in cui re sia in espansione? consumatore finale ne fa richiesta. Perché, Personalmente penso di proprio per vocazione, piante e fiori si ven- sì, soprattutto per la pre- dono solo per la bellezza. senza dei primi segnali di Le prime difficoltà sono state legate alla riconoscimento della pro- limitata conoscenza del settore, tali pro- fessionalità in questo set- blematiche si sono risolte nel momento in VOGHIERA 25

cui abbiamo creato un mercato, e quindi è anche più spietata a causa di politiche un pacchetto clienti che richiedevano ser- del passato che hanno favorito questo vizi, attivando, così, la produzione in fenomeno. Inspiegabilmente ci sono Azienda. aziende di città collocate fuori dal nostro territorio, ad esempio di Latina, che L’idea di occuparsi di floricoltura nasce per riescono a portare i loro prodotti da noi a passione o per la volontà di costruire una prezzi più vantaggiosi dei nostri, che pro- propria attività? duciamo sul luogo, nonostante i costi del Per entrambi i motivi. La mia famiglia lavo- trasporto. Considerando che, il trasporto rava già in questo settore, non specificata- della pianta, incide mediamente nella mente nella floricoltura, la loro azienda, percentuale del 15-20% sul prezzo di tuttora esistente, è più votata alla orticoltu- vendita. Ciò significa che, queste aziende, ra. Io sono cresciuto in azienda, il mestie- riescono a produrre a costi inferiori. re mi piaceva; e poi ha contato molto Questo è uno dei grossi guai che ha crea- anche la voglia di fare, perché a vent’anni to questo sistema economico. di voglia di fare se ne ha tanta. Essendo partito con un’Azienda in affitto, Esiste qualche produzione su cui le difficoltà sono state prevalentemente l’Azienda si sta specializzando? legate all’erogazione di prestiti da parte degli istituti bancari. Mancando le garanzie, Gli articoli di punta che vengono prodotti per un giovane come me, partito comple- sono di tipo stagionale: ad esempio gera- tamente da zero, è stato difficilissimo. Gli ni, ciclamini, stelle di Natale e, in genera- istituti bancari hanno cominciato a farmi le, i prodotti destinati alle ricorrenze. Il credito quando ho acquistato nostro punto forte sta nell’aver individua- quest’Azienda. to, in partenza, il nostro mercato, infatti, la produzione non è mai stata sufficiente Alcuni problemi attuali? per accontentare le richieste dei clienti. Ci sono alcune difficoltà di tipo gestiona- Per tale motivo l’Azienda ha aumentato le le. Essendo l’unico responsabile è mio sue dimensioni. compito seguire in maniera diretta ogni In ogni caso non pensiamo ad una pro- aspetto della produzione e distribuzione duzione specializzata, ci siamo sempre dei prodotti. Inoltre, ogni anno, abbiamo proposti come un’Azienda flessibile a un incremento delle richieste, e quindi seconda delle esigenze di mercato. della produzione, in media del 30-40%. Abbiamo dei progetti su un certo tipo di È molto, per certi versi troppo, in quanto prodotto: stiamo pensando ad un tipo di difficile da sostenere economicamente. pianta aromatica, biologica, rivolta alle Ciò comporta molti sacrifici. Tuttora io massaie, da poter tenere sulla finestra vivo in Azienda, faccio da custode e la della cucina, in modo da fornire aromati- notte devo tenere sotto controllo gli che fresche all’occorrenza e, quando fini- impianti non ancora tutti automatizzati. sce, sarà possibile acquistarne la ricarica Sabato e domenica ricevo gli arrivi dall’e- biologica in negozio o al supermercato. stero e quindi, gran parte del mio tempo, lo passo qui. Le difficoltà sono, come ho Ha alcune esperienze o iniziative impor- detto, molteplici, è comunque mia inten- tanti che ci vuole raccontare? zione tentare di trasferirmi in paese e Un’esperienza significativa dal punto di assumere un custode per migliorare la vista lavorativo risale ad alcuni anni fa. mia qualità di vita. Insieme ad altre persone abbiamo costruito, in una comunità di tossicodi- Trovare un proprio spazio sul mercato, a pendenti gestita dall’USL, un’area in cui livello competitivo, è stato un problema? facevamo lavorare i ragazzi in una serra, io Non è stato un problema perché quando fornivo loro le piante, gli insegnavo il lavo- ho iniziato, negli anni Ottanta, non erano ro, loro producevamo e acquistavo i loro in tanti a voler intraprendere quest’attività. prodotti per rivenderli. Il progetto è durato I primi anni, con i miei mezzi, ho girato quindici anni poi, purtroppo, la comunità tutta Europa cercando dei fornitori. Oggi la è stata chiusa. È stata un’esperienza competizione è forte a livello nazionale, molto importante per me. dove ci sono città con bacini d’utenza Tra le iniziative più recenti voglio ricordare molto più grandi rispetto alla nostra, lì le la costituzione, insieme ad un’altra azien- aziende hanno avuto molte più opportu- da del settore floricolo, di un consorzio nità di crescere e, di conseguenza, sono che gestisce rapporti con importanti cen- diventate molto più forti. La competizione tri di distribuzione. 26 VOGHIERA

Due ritratti inediti a Voghiera

resso il municipio di Voghiera sono Vincenzo Massari (1759-1832) Valentino Sani conservati due dipinti inediti del 1777, Mercante. Nato a ferrara da Gianbattista e P provenienti dalla villa Massari di Vittoria Casoni. A scritto alle accademie degli Voghenza e donati in anni recenti da Maria Intrepidi (1783) e degli Ipocondriaci Teresa Massari. Olii su tela, essi misurano (1787), dalla fine di luglio 1796 all’agosto cm 80 x 60 e raffigurano i cugini Giovanni 1797 fu a Parigi come membro della depu- e Vincenzo Massari: sono stati solo citati da tazione ferrarese presso il Direttorio. Lucio Scardino nel suo recentissimo volume Durante la Cisalpina fu a Milano nel “ La collezione d’arte di Antonio Santini” Consiglio degli Juniori del CL fino al colpo di (pag. 25), ma mai pubblicati. Vengono stato del generale Brune. Tornato a Ferrara quindi riprodotti in questo numero della in ottobre, vi rimase anche in seguito, pur

Giovanni Massari “Pianura” con una scheda biografica sugli essendo stato riconfermato nella preceden- importanti effigiati, tratta dal libro te carica dall’ambasciatore francese presso di Valentino Sani “La rivoluzione la Cisalpina, François Rivaud. Nell’aprile senza rivoluzione. Potere e società 1799 venne inviato in missione a Milano a Ferrara dal tramonto della lega- insieme a Vincenzo Bertelli, in qualità di zione pontificia alla nascita della deputato dell’AC del Basso Po presso il Repubblica Cisalpina (1787- Direttorio cisalpino. Deputato ai comizi di 1797)”, edito da Franco Angeli a Lione del 1802, negli anni del Regno d’Italia Milano nel 2001, secondo classifi- fu consigliere del primo distretto del Basso cato al “Premio Niccolini” nel 2003. Po, membro del Collegio elettorale dei pos- sidenti e cavalieri della corona ferrea. Giovanni Massari (1758-1837) Durante la restaurazione pontificia venne Mercante. Nato a Ferrara da Antonio creato conte sotto il pontificato di Leone XII. e Teresa Travagli. Volontario della Morì a Ferrara il 6 maggio 1832 a 73 anni, prima Guardia civica ferrarese nel- dopo aver fatto parte del governo provviso- l’agosto 1796, fu tra i 30 deputati al rio rivoluzionario ferrarese durante i moti del primo congresso cispadano di febbraio-marzo 1831. All’inizio del 1798 Modena. Durante la Repubblica aveva sposato Teresa Zagaglia, figlia del cisalpina fu membro del Consiglio marchese Carlo, dando così vita al ramo dei amministrativo della GN di Ferrara e capo Massari-Zavaglia, poi insignito del titolo

Vincenzo Massari battaglione della stessa. Deputato ai comizi ducale. Cfr. Ferrara, Ariostea , Pasi Famiglie. di Lione, morì in seguito a Milano B.14, fasc.955; Massari, b. 8c, fascc. 1-5 e nella propria residenza di Palazzo all. 1-2; R.Belvedere, La deputazione ferra- Belgioioso nel 1837. Sposò la con- rese a Parigi…, in “Nuova rivista storica tessa Beatrice Aventi e, in seconde 1950,f.6, pp.1-28; I deputati emiliano- nozze, la contessa Bianca Garbini. romagnoli …, cit.,pp.157-158 ( la data di Cfr. archivio Storico Comunale di nascita figura erroneamente posticipata dal Ferrara, Bandi IV, 76/V, 64/XIX, 51; Boiardi al 1760); (G.Mazzolani), Diario fer- Militari e guerre, b. 465: Guardia rarese per l’anno 1809, p. 42; C. Zaghi, nazionale.Atti (1796-98); elenchi L’italia di Napoleone…, cit.,p.478; C.Zaghi,La GN, legione prima, battaglione missione …,cit.; (G.Mazzolani), Diario del secondo; I deputati emiliano roma- basso Po per l’anno 1831, Ferrara s.d., p.27; gnoli ai comizi di Lione, a cura di Bcafe, Mss. Classe I, 682:Giornale dal 1823 Franco Boiardi, Bologna, 1989, al 1827, 24 agosto 1824; F. Quintavalle, Un p.156; C. Zaghi, L’Italia di mese di rivoluzione a Ferrara, Bologna Napoleone p.478 dalla Cisalpina al 1900; Registri dei morti, ad datam. Regno, Torino,1986. VOGHIERA 27

“Il bambino che non gioca non è un bambino l’adulto che non gioca ha perso per sempre la felicità.”

J.L.Borges L’isola che non c’è

noi giochiamo! Non vogliamo mica Roberto Donati perdere la felicità, almeno quel E poco che il mondo oggi ci lascia. Siamo insieme da trenta e passa anni e continuiamo a giocare e sapeste come è bello! Si fa così: si spegne la televisione, anzi non si accende nemmeno, si va nel laboratorio che ti sei ricavato in un ango- lo della casa, qui le mani cominciano a muoversi, plasmano, saldano, fondono, tagliano, incollano, dipingono ed alla fine nasce una cosa che prima non c’era. ove documentarsi, scene della vita estense Una magia. con armigeri dalle coloratissime vesti. Lucrezia Occhio però qui il modellismo è ricerca storica Borgia cavalca la sua mula fra due ali di folla e e tecnica, non cercate navi nelle bottiglie. va al matrimonio col nostro Duca, transitando Cominciammo che non c’era ancora il divor- davanti alla chiesa di S. Antonio Abate, men- zio, non c’erano nemmeno le Regioni, e passi, tre il Nautilus del capitano Nemo mostra i rostri ma perdere quattro a uno col Brasile questo micidiali alla nave fluviale dei Signori di Ferrara, secca. Cominciammo a Ferrara ma non si è che se ne beffa, perché chiusa in un’altra vetri- mai profeti in Patria. Ma “Patria est ubicumque na. Le auto da record vicine l’una all’altra scal- est bene “ la Patria è dovunque si sta bene. E dano i motori mentre assumono sempre più noi stiamo bene qui dove ci hanno aperto le le sembianze di missili, pronte ad incidere il porte, mentre altrove si chiudevano, offrendo- suolo, con ruote come lame, in lontani laghi ci un’occasione. salati. Il museo era una vecchia scuola, andandoci Un vecchio baule da viaggio di un ufficiale del- alla mattina presto, nel silenzio, senti ancora la l’aeronautica contiene la nostra bandiera, ma

Modelli ed arredi contenuti nel campanella ed il frusciare delle scope dei di fronte, gareggia in colori quella inglese, museo bidelli, ma poi i fantasmi si dissolvo- impressa sui motoscafi da record di Campbell, no, nel laboratorio si accende il sibi- lo del tornio, mentre al piano terre- no sbuffa il treno che cammina fra le montagne catturando gli occhioni dei bambini increduli che salviamo, per alcuni minuti, dal rincretinimen- to dei videogiochi. I visitatori più attenti ci chiedono l’o- rigine dei modelli e degli arredi. I modelli vengono da mezzo pianeta, ma vetrine ed allestimenti sono nati tutti qui. Abbiamo tolto il guinzaglio alla fantasia e questa ha cominciato a correre lungo i muri e su e giù per le scale riempiendo dei suoi colori quanto toccava: scherzi, giochi,dipin- ti e ghirigori alle pareti, vetrine, tante vetrine, piene di navi, aerei, auto ed antichi guerrieri,una fornita biblioteca 28 VOGHIERA

di una nave russa degli inizi del secolo: com- passi, calibri e l’elenco dei materiali da com- prare, fra qualche mese galleggerà nel laghet- to del giardino, piccolo specchio d’acqua in cui si protendono i rami di giovani salici, ed in cui si specchia il melo cotogno, che dà tutti gli anni i frutti per la marmellata che Mene prepara e che consumiamo con qualche visitatore a mezzo pomeriggio, raccontando le nostre sto- rie con un sorriso. Perché “Chi non sa sorride- re non apra bottega” dicono i cinesi. I pittori roteano lentamente nelle mani il busto di un guerriero acheo o di un conquistatore spagnolo e nell’aria si spande il profumo dei colori ad olio, un curioso segue i lavori con interesse, lontano qualcuno segnala la presen- za in una vetrina proprio della Fiat 500 della sua gioventù, quella con cui andava sul Po con Mirella. Altri sfogliano i libri delle presenze, sor- ridono leggendo i commenti e vengono attrat- ti dalle firme importanti: quelle di una delega- zione della Syracuse University, che è venuta in sopraluogo, dato che devono progettare un museo del giocattolo, i figli di Ettore Bugatti, il Rettore dell’Università Lateranense, dopo quel- le di una III° F, l’autografo del Vicepresidente della Camera dei Deputati e gli schiribizzi dei giapponesi. Già, i giapponesi; e pensare che in via Vignatagliata forse non ci conoscono. Sopra si spegne il tornio e si abbassano le luci, anche questa settimana è finita, domani si torna a correre, senza sapere perchè, ma l’ap- puntamento è qui per la prossima apertura. Siamo fieri di gestire questo angolo di serenità, Segrave e Cobb, lampi sull’acqua, spuma fine questo museo unico al mondo, rifugio e ripo- come nebbia, sfida al pericolo. so per poche ore per noi e per chi ci visita, Nel laboratorio si scaldano i fornelli per fonde- un’isola lontana, la nostra “Isola che non c’ è.” re il piombo, versato negli stampi diventerà un soldatino. Sul tavolo della biblioteca i progetti Grazie Borges. VOGHIERA 29

Turismo accessibile anche per i non vedenti

Un percorso tattile all’avanguardia nel Museo Civico di Belriguardo Ottorino Bacilieri Assessore alla cultu- ra del Comune di ono trascorsi più di due anni da Voghiera quel 13 dicembre, Santa Lucia, Squando nel Museo Civico di Belriguardo, si è compiuto un ulteriore e significativo passo avanti nella qualifi- cazione dei Beni Culturali del Comune di Voghiera, nonché nella direzione di ulteriori possibilità di fruizione culturale e turistica per i meno fortunati. Il pro- getto per i non vedenti, infatti, portato a termine dall’ assessorato alla Cultura in stretta collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi di Ferrara e con il contributo anche della Amministrazione Provinciale, è ancor oggi uno dei pochissimi esistenti sul territorio nazionale per il settore archeologico e l’assessorato riceve spesso richieste di informazioni da altri Enti Museali che vogliono dotarsi di analoghi percorsi. Il progetto è scaturi- to dalla necessità di far si che le strut- ture preposte alla conservazione ed alla divulgazione della cultura possano finalmente essere seguite ed apprezza- te anche da utenti portatori di handi- dove si può usufruire di spiegazioni in alfa- A sinistra, il Presidente cap particolari e fortemente invalidanti dell’Unione Ciechi Marco beto Braille ed audiocassette, nonché toc- Trombini con l’assessore Prof. come appunto la cecità. care con mano le riproduzioni dei principa- Ottorino Bacilieri Questa realizzazione ha quindi reso acces- li reperti contenuti nelle bacheche del sibili le informazioni museo, come le lucerne, i balsamari, le sui principali Beni ceramiche ed i materiali da costruzione. archeologici e sul Lungo il percorso di visita sono anche Territorio anche ai non appositamente segnalate e facilmente vedenti, in un percor- accessibili al tatto tutte le iscrizioni funera- so di visita apposita- rie del museo ed i marchi laterizi riprodu- mente strutturato per centi il nome della fornace fabbricante e loro, nella parte dell’Imperatore regnante. Un viaggio nel archeologica del tempo della durata di circa un’ora che, a museo civico di parere di chi lo ha provato, risulta estrema- Voghiera dedicata alla mente suggestivo e valido dal punto di necropoli romana di vista anche dell’apprendimento e quindi Voghenza (I-III sec dell’arricchimento culturale di chi lo com- d.C.), in cui i visitatori pie. La struttura è inoltre dotata di materia- seguono una banda a li stampati a fortissimo ingrandimento per rilievo posta sul pavi- favorire così la vista anche agli ipovedenti. mento con segnali di Il percorso fu inaugurato significativamente sosta particolari nei nel giorno della Santa Patrona dei non punti di interesse, vedenti alla presenza del Sindaco di allora 30 VOGHIERA

Il museo offre ai non vedenti un livello davvero straordinario di fruizione

Neda Barbieri, dell’Assessore provinciale na nel sito internet www.superabile.it che alla Cultura Rita Cinti Luciani e del si occupa specificamente del mondo Presidente dell’Unione Ciechi di Ferrara, della disabilità. Marco Trombini che ha tagliato il nastro In questi due anni di attività il museo è inaugurale con l’aiuto di chi scrive, in stato meta di numerose visite di non veste di Assessore alla Cultura, quindi ha vedenti, anche bambini, e si sono svolte rivolto toccanti parole di ringraziamento significative giornate dedicate a loro, per la sensibilità e l’attenzione riservata come la presentazione ufficiale del per- da Voghiera ai disabili, affermando anche corso alle associazioni ciechi dell’ che da oggi noi ci sentiamo un po’ meno Romagna e delle Regioni limitrofe, che ciechi e più simili agli altri. hanno potuto così anche usufruire dei Il museo di Voghiera si pone quindi ad un meravigliosi spazi dell’antica corte esten- livello straordinario di fruizione e sicura- se di Belriguardo, non disdegnando mente all’avanguardia anche in campo anche l’assaggio di alcune specialità tipi- nazionale ed è oggetto di una intera pagi- che ferraresi. VOGHIERA 31

Una “vetrina” di arte, spettacolo e valorizzazione dei prodotti tipici

Spettacoli a Belriguardo

Ottorino Bacilieri Assessore alla cultu- ra del Comune di a ex reggia estense di Belriguardo ospi- illusioni degli affreschi, per rendersi conto Voghiera ta ogni estate una rassegna di spettacoli della forza che ancora emanano queste Led eventi che hanno contribuito nel opere ed il sito che le conserva. L’idea di far tempo ad attrarre la pubblica attenzione riprendere, dopo cinque secoli, la vita cultu- sullo storico manufatto e rafforzato le ragio- rale tra le vecchie mura di Belriguardo è ni di un suo indispensabile recupero. “Estate tutta da ascrivere alla luminosa e vulcanica a Belriguardo” è divenuta così una delle mente del compianto Mario Roffi, quando principali vetrine ferraresi di arte, spettacolo, nel 1981, nella sua veste di Presidente del gastronomia e valorizzazione di prodotti Comitato Ferrarese Manifestazioni Culturali, tipici, grazie al costante impegno delle varie pensò di tenere una breve rassegna estiva, amministrazioni comunali, anche di segno ospitando per la prima niente meno che politico opposto, che si sono succedute l’Orchestra dell’Emilia Romagna diretta dal negli ultimi 23 anni. Chi trascorre una sera- grandissimo Peter Maag, uno di più grandi ta nella grande corte corniciata dalle splen- direttori d’orchestra del mondo, purtroppo dide finestre ad arco acuto, già descritte da anch’egli scomparso. Fu l’inizio di una inin- Sabadino Degli Arienti nel 1496, sente di terrotta serie di manifestazioni estive che appartenere ad un diversa dimensione, vedono succedersi lirica, operetta, teatro, dove lo spazio ed il tempo sembrano irreali ballo, musica di ogni tipo ed epoca, conve- – e forse si comprende perché la metafisica gni scientifici e manifestazioni popolari che abbia avuto origine proprio a Ferrara – dove rendono estremamente vivaci le corti del- è stato tutto così abilmente realizzato che l’antica reggia nel periodo estivo. cinque secoli di ingiurie hanno tolto poco o Lo scopo, tramite le manifestazioni, di attira- nulla al fascino del luogo, così come vollero re l’attenzione sulle grandi necessità struttu- i principi estensi e per cui misero al lavoro rali di Belriguardo, inteso come sito di gran- le menti più luminose del loro tempo. Basta de interesse storico, architettonico ed artisti- entrare nella splendida Sala della Vigna co, è stato perseguito pienamente e da durante una visita guidata ed ascoltare i quell’ormai lontana estate 1981 di passi commenti stupiti dei visitatori davanti alle verso il recupero ne sono stati fatti tanti, 32 VOGHIERA

tazioni di spettacoli che poi hanno trovato successo in tutta la penisola. Un sodali- zio fortunato è stato quello che dura da almeno quindici anni con il noto attore e can- tante Roberto Bencivenga, della Compagnia il Palcoscenico, di Roma, una sorta di consulente artistico grazie al quale attori e can- tanti lirici di altissimo livello hanno calcato le tavole del palcoscenico di Belriguardo, magari strappando qualche ora di tempo alle prove di importanti complessi come l’Arena di Verona o famosi Enti Teatrali italiani. Da alcuni anni poi si è anche consolidata una consistente inserendo anche nel complesso istituzioni collaborazione con la Provincia di Ferrara, permanenti come il Museo Civico e giun- inserendo le manifestazioni di Belriguardo gendo ad ottenere finanziamenti europei nel cartellone generale di quelle provinciali di notevole consistenza, che stanno ora sotto il titolo “Delizie Destate”, che costitui- consentendo il recupero integrale dell’alta sce un ghiotto pacchetto di proposte per i corte (nella porzione di proprietà pubblica), turisti che si trovano a poter scegliere ogni con le splendide finestre gotiche in marmo sera spettacoli diversi, di ottimo livello e che hanno ritrovato uno splendore perduto sempre in sedi prestigiose, come da secoli. Belriguardo, Il Verginese, La rocca Possente, Le varie amministrazioni comunali succedu- Cento ecc… tesi in questo quarto di secolo hanno sem- Il palcoscenico della delizia è da sempre poi pre puntato su un livello qualitativo medio- a disposizione di gruppi minori per spetta- alto nelle proposte di spettacolo e nel corti- coli autogestiti, offrendo cosi la possibilità le di Belriguardo si sono alternate anche anche alle compagnie amatoriali di farsi compagnie ed artisti di livello assoluto; non conoscere in una cornice accattivante e pre- sono mancate addirittura prime rappresen- stigiosa. VOGHIERA 33

Le scuole medie a indirizzo musicale di Voghiera

“E’ una realtà recente, ma molto vivace e cratica e letteraria diffidenza e dove la Dario Favretti ormai consolidata, autentico punto di rife- musica si studia tuttora solo in rimento nella vita culturale della comuni- Conservatorio, anacronisticamente sepa- tà”. Così Massimiliano Urbinati – pianista rata dal resto della cultura. e docente titolare di pianoforte – defini- Il senso dell’indirizzo musicale - di sce l’indirizzo musicale delle Scuole Voghiera come delle altre scuole medie Medie di Voghiera, un programma di studi italiane di questo tipo - consiste proprio triennale che dal 1991 ha visto coinvol- nell’imparare a suonare uno strumento gere gran parte della popolazione scola- con la consapevolezza di intraprendere stica. Forse fare musica con tutti era a un percorso più profondo che un sempli- Voghiera un destino già scritto, visto che ce passatempo e di accedere al diritto di la comunità ha tuttora in attività un corpo ricevere un’istruzione musicale non più bandistico di eccellenza e che dal 1877 a solo se si è talentati. lungo vi soggiornò il mezzosoprano Maria E’ ancora Massimiliano Urbinati a descri- Waldmann – l’Amneris prediletta di Verdi vere la concreta realtà dei corsi: “qui si – dopo aver sposato il conte Massari. impara uno strumento musicale a scelta Quella di Voghiera è una delle cinquecen- tra quattro: pianoforte, chitarra, clarinetto to Scuole Medie a Indirizzo musicale della e violino. Chi vuole si iscrive in prima penisola, divenute nell’agosto 1999 istitu- media e deve superare una piccola prova zionali dopo venticinque anni di speri- mentre è ancora in quinta elementare: mentazione didattica: una mini-rivoluzio- niente di selettivo, solo un modo per noi ne, di quelle silenziose ma forse destina- insegnanti di orientare i ragazzi alle loro te a lasciare un segno profondo nella vita reali attitudini. Dalla prima classe alla scolastica italiana, dove l’istruzione musi- terza i ragazzi ammessi vengono da noi cale è stata sempre ripudiata con aristo- due pomeriggi alla settimana.”

Una foto d’epoca dell’Asilo Galeazzo Mazzari 34 VOGHIERA

Teatrino della Villa Massari Mazzoni Accade così dal 1991 che la quasi totalità composizione e di arrangiamento, perché degli studenti medi – oltre cinquecento uno dei principali problemi di queste allievi da allora a tutt’oggi – si sia trovata scuole è che non sempre è facile trovare a studiare pianoforte con Massimiliano un equilibrio tra la didattica dello stru- Urbinati, chitarra con Paolo Rosini, clari- mento e l’esigenza di costituire un atteg- netto con Domenico Marcello Urbinati e giamento verso la musica non necessaria- violino con Massimo Mantovani: i mente rivolto al professionismo. Fare momenti più significativi di questo per- musica d’assieme con brani scritti ad hoc corso sono quelli di musica d’assieme diventa fondamentale. A riprova dell’inno- che sfociano ormai d’abitudine nella par- vativa concezione dell’indirizzo musicale, tecipazione ad un concorso nazionale – centrato sulla richiesta degli alunni, va quello di Città di Castello dove gli allievi di ricordato poi come realizzi la sua funzione Voghiera sono soliti mietere successi – e formativa anche orientando coloro che ne nell’organizzazione di un saggio musicale hanno interesse e attitudini verso la pro- di fine anno scolastico che tutta Voghiera secuzione degli studi musicali. Sono molti attende con trepidazione e vive come un i nostri ex allievi ad essersi iscritti al appuntamento di assoluto rilievo locale. Conservatorio.” In effetti, lo strumento musicale nella Come fondamentale è stato in questi anni scuola media di Voghiera è una materia coprire con attività capillari – da parte dei che ha conservato alcuni preziosi e col- docenti di strumento della scuola media laudati aspetti della tradizione d’insegna- – l’assenza di musica alle scuole ele- mento dei Conservatori come l’imposta- mentari, uno degli altri grandi “buchi neri” zione individuale della lezione di stru- del sistema scolastico italiano, e come mento e nel contempo ne ha innovato le importantissimo sarà, sempre in attesa di metodologie arricchendosi di molteplici riforme “dall’alto”, l’ultimo progetto che a attività d’insieme (orchestra, coro), al cen- Voghiera dovrebbe partire con il patroci- tro di progetti multidisciplinari di qualità nio dell’Amministrazione Comunale: quel- elevatissima. “E’ una vera fortuna – lo di una scuola di musica permanente aggiunge Massimiliano Urbinati - che due rivolta a tutta la popolazione scolastica, in docenti della scuola, Paolo Rosini e grado di far proseguire l’esperienza dello Massimo Mantovani, si occupino anche di strumento anche dopo la terza media. VOGHIERA 35

Voghenza, il “piccolo villaggio” dove si insediò la prima sede vescovile a Ferrara

l turista che dal capoluogo della nostra conflitti non soltanto teologici che all’epoca Angelo Giubelli provincia si dirige verso la pregevole deli- opponevano la Chiesa di Roma all’arcive- Izia estense di Belriguardo, lungo la stra- scovo ravennate, non fosse stata frutto di da provinciale, talvolta dimentica che lì, a profonda meditazione. Infatti, Voghenza Voghenza, a qualche centinaio di metri è era stata importante centro amministrativo sorta la prima diocesi di Ferrara. Con poca e commerciale in epoca romana, aveva vis- approssimazione si può dire che il primo suto intensamente le esperienze culturali di vescovo si è insediato nella diocesi di due mondi, quello pagano, nei secoli del Voghenza nell’anno 330 d. C., primo, in suc- massimo splendore e poi dell’impero decli- cessione, di altri quattordici che si sussegui- nante, nonché quello paleo-cristiano, assor- rono fino alla metà del VII secolo quando la bendo in profondità il fascino del nuovo sede diocesana si trasferì a Ferrara. Tutti ci messaggio religioso”. Un altro aspetto che siamo chiesti come mai la prima sede spiega la collocazione della prima sede vescovile ferrarese abbia trovato collocazio- vescovile a Voghenza è certo di ordine spi- ne in quello che ora potrebbe essere consi- rituale e lo sostiene l’autorevole studioso derato soltanto un piccolo villaggio. Le ragio- monsignor Antonio Samaritani che, trattan- ni sono molteplici, ma intanto, per capire do delle “Radici della spiritualità ferrarese” meglio bisogna calarsi a ritroso di 17 secoli nel 1993 scrisse: “Storia istituzionale e sto- e cercare di focalizzare che cosa rappresen- ria della spiritualità non hanno ragione di tasse, all’epoca, quel “piccolo villaggio”. Una correre parallele; c’è una compenetrazio- risposta di ordine pratico viene dalla Scuola ne profonda, per cui l’istituzionale non si superiore dell’Amministrazione degli Interni capisce senza lo spirituale, mentre lo spiri- che in un suo documento recente, ricorda: tuale ha la sua evidente esplicazione istitu- “Voghiera ha anche l’invidiabile primato di zionale. Purtroppo, devo essere fugacissi- aver ospitato nel suo territorio, esattamen- mo nel dare degli stimoli. Occorrerebbero te nella località di Voghenza, la prima sede dei seminari di studio sulla storia della vescovile della provincia di Ferrara ma sba- nostra chiesa mai scritta compiutamente. glierebbe chi pensasse che la decisione di Non è che si vada alla ricerca di note pecu- ridimensionarla a vantaggio di quel piccolo liari che non abbiano riscontro in altre chie- borgo che poi ne sarebbe divenuto il capo- se locali, ma si tratta di evidenziare come luogo, assunta nel secolo VII, sull’onda dei l’incarnazione di certe tematiche universali assume una colorazione par- ticolare nella chiesa locale. Avanti che la chiesa ferrarese nascesse c’ era una spirituali- tà padana, lagunare, che rag- gruppava zone che sono poi state sedi delle nostre dioce- si”. Giova ricordare che ultimo vescovo di Voghenza fu quel monaco, successivamente santificato, quel San Maurelio che dopo il trasferimento della sede vescovile a Ferrara ne venne messo a capo. Serve a meglio capire la situa- zione di quei tempi una sia pure sintetica storia della

Voghenza, chiesa di S. Leo nomina a vescovo di San Maurelio e per far questo è 36 VOGHIERA

chità romana, solcata da residue culture pagane e da insorgenti eresie sulla natura di Cristo. In questo clima - poiché l’arcivescovo di Ravenna sembra sposare le tesi bizantine più che quelle romane - la Santa Sede, verso la metà del VII secolo, provvede ad alcune nomine episcopali strategiche, nell’a- rea orientale e nell’esarcato bizantino raven- nate in Italia. Nella diocesi di Voghenza viene inviato un vescovo di alta levatura teo- logica, in grado di contrastare le dottrine reli- giose imposte da Bisanzio: è il papa-mona- co Teodoro I che nel 642, appena salito al Soglio Pontificio, inizia una capillare opera di difesa della politica ecclesiastica, affidando la strategica diocesi di Voghenza al fidato monaco Maurelio. Egli era quindi un confra- tello del Papa, esule dall’oriente come lui, fermo nella volontà di difesa della dottrina e della disciplina canonica della Chiesa di Roma. Voghenza diventa quindi un avam- Recinto funerario nella necropoli doveroso citare la relazione “San Maurelio posto ottimale di Roma, prossimo a romana di Voghenza tra agiografia e storia” tenuta nel maggio del Ravenna e servito da vie di comunicazione 2004 a Ferrara, dal professor Giorgio sia terrestri che fluviali. La memoria di San Picasso, preside della Facoltà di Lettere e Maurelio è apparsa e appare quindi fonda- Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro mentale nella dialettica politico-religiosa Cuore di Milano. In quella circostanza, come della medievale città di Ferrara, erede di viene riportato dal sito della Cassa di Voghenza, come documenta un saggio pub- Risparmio di Ferrara, si ricorda come, “La blicato nel 2000 da Romeo Sgarbanti nella figura di San Maurelio deve essere compre- rivista “Bizantinistica” del Centro Italiano di sa nel contesto spirituale del VII secolo, che Studi sull’Alto Medioevo. chiude in Europa il periodo della tarda anti-

IL PORTALE DELL’ECONOMIA FERRARESE www.efer.it

E’ il portale Internet dell’economia ferrarese, un sito web ricco di servizi applicativi che le imprese possono utilizzare per ottenere il massimo della tecnologia con il minimo investimento

Per informazioni e prenotazione spazi pubblicitari: Tel. 0532 783914 E-Mail [email protected] VOGHIERA 37

La canapa, reintrodotta anche nel territorio di Voghiera

Alla riscoperta di una “nuova” coltura

vegliatasi da un lungo letargo, la ghe giornate di lavoro, dell’ insoppor- Roberta Rossi canapa di produzione ferrarese tabile calura di agosto che rendeva Sfa capolino sul mercato. più difficoltosa la raccolta, dei troppi Passando per la fase di sperimenta- indumenti da portare, per evitare il zione, intrapresa a partire dal 1997 contatto con le infiorescenze della nella zona del Basso Ferrarese, la col- pianta (altamente urticanti) e dei tura ha gradualmente “guadagnato maleodoranti maceri, per concludere terreno” in tutta la provincia ottenen- immancabilmente con l’ enorme sod- do, anno dopo anno, risultati sempre disfazione ed il sollievo provati, quan- più incoraggianti fino a conquistare, do, la fibra grezza in “mannelle” veni- nel 2003, un posto effettivo tra le col- va finalmente depositata nei magazzi- tivazioni locali. Eccellente risultato ni in attesa dei compratori. enfatizzato dall’ attivazione, nello stes- La rilevanza economica della fibra so anno, dell’ impianto di trasforma- prodotta nelle principali province zione situato a Comacchio, anello canapicole d’ Italia (tra le quali mancante della filiera di produzione. Ferrara) era tale che, con lo scoppio In realtà, la fibra è tutt’ altro che una della seconda guerra mondiale ed il “new entry” per Argenta, conseguente maggior fabbisogno di Portomaggiore e Voghiera e più, in prodotti ottenibili dal tiglio, viene a generale, per la provincia di Ferrara, formarsi un settore a sé stante: cana- poiché, già dai primi dell’ 800, le pa e cotone. Quest’ ultimo, assieme nostre campagne producevano una agli altri tre settori, lana, bachicoltura, canapa altamente collocabile sul mer- lino e fibre varie sostituisce il settore cato nazionale ed estero per via del unico delle fibre tessili. colore cristallino, della morbidezza e Come ogni coltura, la canapa naziona- della resistenza del tiglio, caratteristi- le, in passato è stata protagonista di che mai eguagliate dalle fibre concor- fasi congiunturali negative e la neces- renti. sità di risollevare tale prodotto strate- Fino alla seconda metà degli anni ’60, gico rese indispensabile, negli anni periodo che segnò la scomparsa della ’20, la costituzione di forme associati- Coltivazione della canapa , coltura dalle campagne della provin- ve di produttori da una parte e di foto di Paolo Zappaterra, Ferrare è Agricoltura, 2002 cia, la cannabis sativa deteneva il industriali canapieri dall’ altra. primo posto nell’ economia Nel 1931, con un decreto ministeria- del Ferrarese ed il metodo le viene a costituirsi il Consorzio tradizionale di coltivazione e Provinciale per la Difesa della di primo approntamento, Canapicoltura di Ferrara con un pro- manuale e scrupolosissimo, prio statuto volto al controllo ed alla investiva pressoché tutta l’ regolamentazione della produzione e annata agricola con livelli di del commercio nazionale ed interna- occupazione della manodo- zionale della canapa e del seme. pera specializzata elevatissi- Tra le previsioni dello statuto erano mi. compresi gli obblighi di denuncia al Nitidi sono ancora i ricordi Consorzio del quantitativo di canapa e dei canapini del tempo, che seme prodotti e di ammassamento raccontano, come fosse ieri, totalitario degli stessi presso i magaz- delle estenuanti fatiche a cui zini consortili; si passa quindi dal libe- erano sottoposti, delle lun- ro mercato al monopolio. 38 VOGHIERA

Nel 1933, i Consorzi provinciali da all’ultimo Convegno a tema tenutosi volontari divengono obbligatori, causa nel marzo del 2004 a S. Martino di la preoccupante crisi di mercato della Bentivoglio, sede del Museo della fibra, per riunirsi poi in Federazione civiltà contadina; segno questo di un (Federcanapa) nel 1935. crescente interesse verso una coltura I prezzi vengono stabiliti di concerto che in futuro potrebbe sostituirne dal Ministero dell’ Agricoltura e delle altre meno redditizie. Foreste e dal Ministero delle Nonostante il grosso scoglio alla rein- Corporazioni su proposta della troduzione della canapa costituito Federazione che ha potere di veto dall’ attuale normativa vigente sulle sulla conclusione dei contratti di com- droghe (occorre tenere presente che pravendita di fibra grezza, sottopro- la pianta è molto simile a quella da dotti e seme. cui si ricava la sostanza stupefacente), L’ Ente Nazionale Esportazione i dati ufficiali dell’Ufficio statistica della Canapa (E.N.E.C.) istituito nel 1941 Provincia di Ferrara registrano per il affianca Federcanapa regolamentando 2003 un totale di 520 ettari coltivati e controllando le esportazioni. con una produzione complessiva di Tale contesto rimarrà nella sostanza 16.000 quintali. pressoché immutato fino al marzo del I coltivatori, essendo la canapa una 1979, quando il Consorzio Nazionale coltura PAC, hanno beneficiato di un Produttori Canapa, sostitutivo di contributo europeo di € 328 per etta- Federcanapa e dell’ E.N.E.C., viene ro coltivato ed il prodotto grezzo è soppresso con trasferimento di beni e stato venduto ad un prezzo medio di personale alle regioni. € 22 al quintale. Ed ecco, facendo un balzo di una cin- L’ impegno teso al raggiungimento di quantina d’ anni, la versatilissima una quantità in grado di far funziona- canapa è pronta a trasformarsi in carta re a pieni regimi l’impianto di finissima o grossolana, abiti Comacchio viene portato avanti all’ultima moda, cordami, borse e ten- anche nel 2004 ed Argenta e daggi, prodotti cosmetici per la cura Portomaggiore danno un significativo del corpo, medicinale efficace, fertiliz- contributo in termini di ettarato. zante naturale per la terra, biocarbu- Dai dati forniti da Ecocanapa, società rante, solvente ed olio combustibile, che gestisce lo stabilimento di trasfor- foraggio e lettiera per il bestiame, ali- mazione della fibra, emerge per i due mento completo sulle nostre tavole e Comuni un totale di 280,65 ettari col- persino fonte energetica alternativa tivati, pari al 71% circa degli ettari rinnovabile. complessivi nel Ferrarese che Fase di lavorazione della canapa, La pianta a basso impatto ambientale ammontano a 393,24. immagine scattata in occasione della prima fiera di Ferrara nel ha fatto parlare di sé anche Nel Comune di Argenta, le quattro 1947 principali aziende agricole che hanno scommesso sulla canapa, raggiungo- no nell’ insieme i 170,61 ettari, men- tre nel Comune di Portomaggiore gli ettari sono 110,04 distribuiti in otto aziende. La strada della canapa ferrarese verso il riottenimento dell’ antico prestigio posseduto è quindi ormai spianata, con l’ augurio che, in un prossimo futuro, grazie alle ricerche sulla sele- zione del seme, si possa ottenere una varietà autoctona e, perché no, rico- nosciuta a livello comunitario come prodotto DOP/IGP da aggiungere agli altri fiori all’ occhiello della nostra pro- vincia. VOGHIERA 39

Ambre e Sardonici

’elemento decorativo che si aggiunge ceramiche, vetri opalescenti, sarcofagi con Mirella Golinelli per conferire maggior bellezza, splen- epigrafi, statuette, lucerne, monete, Ldore ed eleganza, ad un mobile, un ecc…sui monili indossati dagli ex viventi. In brano musicale o al corpo umano, sia esso codesta raccolta, sono presenti, come nella suppellettile, nota o gioiello, di per sé non maggior parte delle tombe, oggetti in oro, ha alcuna esigenza di carattere funzionale, ovvero; foglie ritagliate su lamina d’oro ma accresce magia, simbolismo e distinzio- (Tomba23), orecchini (Tomba 36), spillone ne, qualità, atte ad indicare la posizione (Tomba 61) orecchini a pelta ed un ciondo- sociale dell’individuo. Un pizzico di vanità, lo a lavorazione sbalzata tratti dalla tomba gusto e piacere è insito in ciascuno di noi e, 67, ma gli accessori più entusiasmanti in lo era anche nelle popolazioni primitive, se ambra e sardonica sono quelli ritrovati nelle così possono essere considerate, vista la Tombe 23, 37, 45, 58, e 61. Già magnificente fattura degli oggetti personali nell’Odissea (XVIII, 361 –363 —Eurimaco rinvenuti nella Necropoli Romana di un monile addur si fece d’oro e intrecciato Voghenza. d’ambra, opra da insegne mastro sudata Voghenza, situata nel basso ferrarese, al che splendea qual sole..) la pregiata ambra centro di un vasto possedimento sorto nel- gialla era apprezzata,quanto all’Età della pie- l’antico delta, alla confluenza con il Volano, tra, come pure nella grandi civiltà egiziana, incrementando per via della posizione geo- cretese, micenea e romana. Fu l’uomo prei- grafica favorevole il commercio, divenne un storico perciò, ad utilizzare l’ambra per fab- importante centro amministrativo governato bricare “ornamenti preziosi”. Queste meravi- da funzionari imperiali. L’ originario nome glie erano in uso presso gli Assiri ed i romano del nucleo ubicato sul Sandalo, era Babilonesi ed Aristotele (384 – 322 a. C.) Vicus Aventinus o Vico Habentia. scoprì la sua derivazione vegetale, mentre Nel secolo VII° e precisamente nel 657 d. Talete di Mileto (VI° secolo a.C.), che aveva, C., la città di Ferrara divenne sede vescovile dopo lo sfregamento, la proprietà d’attirare i e San Giorgio la prima cattedrale (1), corpi leggeri. La resina fossile si è formata togliendo a Voghenza, il primato di arcaica da giacimenti di lignite composti da primiti- sede cristiana della fascia territoriale, cre- ve foreste di conifere del Periodo Terziario, sciuta come “Vicus romano” . Le ville del che in quell’Era producevano resina in Duca Massari, marito del mezzosoprano maniera molto più abbondante che attual- Maria Waldmann (2) e della Famiglia Dioli, mente ed erano situate lungo le coste sud ancora oggi mirabilmente visibili, sono state – orientali del Baltico. L’ambra si stacca edificate su di un terreno che per via di par- naturalmente dal fondale marino e, per ticolari manifestazioni ambientali e dissesti merito della sua leggerezza, risale, fino a idrogeologici, come cedimenti ed inonda- posarsi sulla spiaggia. Soltanto dopo il VI° zioni, rese Voghenza meno protetta e difesa secolo a.C. ci si rese conto dell’elettricità che strategicamente e, militarmente parlando. emanava questa resina e, da allora, i Greci Anello di Ambra Da qui la fortuna di la chiamarono elektron – cosa splendente. Ferrara. E’ stato nel- Per Roma e Pompei era simbolo di immen- l’occasione della sa ricchezza possedere ambra, vista la rarità “Festa dell’aglio” ed essendo i giacimenti molto lontani. durante la visita al Nerone per quante spedizioni organizzò, Museo di Belriguardo, tracciò la ”via dell’ambra” , che passava per il quale dal 1994 con- la Moravia e L’Austria. L’ambra diventò un serva molto del mate- importantissimo oggetto di scambio e lo riale riscoperto duran- stesso Plinio il Vecchio, che scrisse trattati te gli scavi della sulle pietre era dello stesso parere di Necropoli, che l’atten- Aristotele. Come non menzionare la famosa zione è caduta, tra “camera d’ambra” che conservava un’ altret- manufatti in pietra, tanto superba collezione, la quale venne 40 VOGHIERA

simbolico,visto che la somma in entrambi è cinque e, 5 + 5 = 10! (4) Nella Tomba 37, una rilucente collana in ambra bicolore rossa e gialla, forma- ta da 2 perle vitree e 30 grani sfaccet- tati e modellati, raffiguranti, un gran- chio, un delfino, un colombo, una lepre, vari tipi di frutta, fà bella mostra di sé. Un incanto è per l’occhio vedere con quanta maestria siano stati scolpi- ti questi piccoli pezzi d’ambra. Ricostruita, è la spatola in ambra rossa trasparente della tomba 45, con una lunghezza di circa 15 cm, è formata da un cucchiaio ed una presa a baston- Balsamario in Sardonice cello. Ancora due anelli di pregevolissi- ma esecuzione, scovati, durante il setaccio della fanghiglia che si era for- mata nella Tomba 58, offrono allo regalata da Federico II°(1712 – 1786) allo sguardo, il primo, in un ambra rossa di Zar di tutte le Russie, Pietro il Grande (1672 circa 4,5 cm. di diametro, un amorino che – 1725) e che, purtroppo, l’ evento bellico guida una biga di cavalli, il secondo invece, della seconda Guerra Mondiale ci ha strap- un dolce viso di donna, con acconciatura. Il pato! In tutte le lingue, l’ambra acquisisce nome Sardonice, pietra dura con la quale una denominazione che identifica le sue nella Tomba 61 è stato ritrovato un balsa- qualità di trasparenza, leggerezza, metallo mario, deriva da un porto dell’Asia Minore, brillante, succo (sucimun – romano)… attualmente Sart, da cui venne importata in ….L’ambra la cui storia ha inizio nei paesi Grecia. La Sardonice, o onice, o anche cor- nordici, si presenta in sassolini, sfere e grani, niola, ha una durezza di 7 sulla scala Mohs può pure essere traslucida e torbida, ma ha (5) ed è forse tra le agate, la più variegata. un neo, la fragilità, mentre la trasparenza Le striature o zonature, sono formate da aumenta con il calore. Ora, la natura ci ha strati di opale, quarzo, calcedonio, ed in pic- donato anche ciottoli del peso variante tra 8 cole quantità da limonite,clorite verdastra, e 10 chilogrammi di questa resina fossile ematite e quando l’agata (in questo caso) è amorfa (dal greco a = senza – morfa = raffinatamente e squisitamente stratificata, forma), che ha come durezza sulla Scala di può comprendere una tavolozza di colore Mosh, 2 – 2,5 ed un peso specifico di 1,0 che in natura, ben poche altre pietre la – 1,1. L’ambra si trova anche in Sicilia in for- eguagliano e per questo motivo ben si adat- mazione dal colore blu o verde fluorescen- ta all’ esecuzione di oggetti da ornamento. Il te ed è definita simenite ed è più apprez- balsamario ritrovato nella Tomba 61 ha un zata di quella baltica.. Solo nel XVI° e XVII° altezza di circa 6 cm., una base di 2, mentre secolo si ebbe la riscoperta di questo orga- il diametro della bocca di circa 1,5 cm. poi, nolite(3) - resina, con la quale ancora oggi ai lati di essa due piccoli manici per solle- si fanno gioielli ed oggetti artistici, come arti- varlo.Giunto sino ai nostri tempi integro, coli per fumatori, collane, braccialetti ed quindi oggetto raro e ricercato dai più anelli. Molti di questi ”pezzi” sono ottenuti importanti collezionisti, ha una forma non scaldando e sottoponendo la resina, la usuale e, probabilmente, è giunto a quale diventa “ambroide”, ad una forte pres- Voghenza da Aquileia. Il colore delle venatu- sione. Il lungo discorso è per indurvi a sti- re della Sardonice è grigio, marrone chiaro e mare e valutare l’immane lavoro che si cela scuro. Sicuramente sparsi, ovvero non attri- buibili con precisione ad una Tomba, fino ad Lepre, elemento di collana dietro questi monili rintracciati nelle quattro tombe site nella Necropoli voghenzana. oggi catalogata, sono i due impareggiabili Incominciamo con il descrivere lo scettro in castoni in Agata zonata. Fin dall’antichità opaca ambra rossa della lunghezza di una questa gemma era associata, a seconda del ventina di centimetri circa, venuto alla luce colore, alla Luna od al pianeta Mercurio e, nella Tomba 23. Esso presenta alcune molte popolazioni, nelle sue venature, scor- scheggiature ed è suddiviso in due parti, la gevano figure mitologiche, oppure attribui- fattura è molto piacevole e comprende nella vano ad essa poteri straordinari, per la con- parte rigida 23 cerchietti cilindrici, mentre quista femminile e, pare, impedisse l’eson- nella parte cedevole, le irregolari perle sono dare dei fiumi. E’ considerata importantissi- 32. Chissà forse è un numero ma per la pesca perlifera, in quanto, gettan- do a mare un filo con un’agata appesa essa VOGHIERA 41 si posizionerebbe sul fondo proprio vicino alla perla e non la lascerebbe più. Inoltre un’ agata striata di nero conferirebbe al suo pos- sessore, una difesa dalle cose spiacevoli ed un cuore forte. La forma dei due castoni uno dei quali è ancora incassato in un anel- lo di bronzo è ovaloide a superficie distesa e nel primo vi è raffigurata una leonessa con una stellina sul dorso, mentre nel secondo, quello ancora incastonato nell’anello bron- zeo, trovasi un capo femminile il cui manto di capelli è raccolto da una benda sul collo. Nel Lapidario civico, sorto nella ripristinata Chiesa di Santa Libera, in Ferrara, è conser- vato molto altro del materiale archeologico Fetonte, figlio di Elio (dio Sole). Gli abi- rinvenuto durante gli scavi effettuati intorno tanti della Cina credevano che l’ambra Scettro in ambra rossa al 1700, ma si è ritenuto porre all’attenzio- fosse “l’anima della tigre” che risorgeva ne del lettore questi piccoli “ornamenti”, dalla Terra, ed è associata al pianeta facenti parte del vivere quotidiano di fami- Mercurio. glie sicuramente agiate, per lasciare nel 4) Cinque = Questo importantissimo princi- cuore di ciascuno di noi la meraviglia di un pio numerico, è riscontrabile nel tempo passato, nel quale però, grazia, Pentagramma musicale, nel Pentateuco - gusto, diletto, amore per le bellezze della i primi 5 libri dell’Antico Testamento: donateci dalla Madre Terra, facevano di Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Voghenza prima e di Ferrara poi, agglomera- Deuteronomio e forma la TORAH, nei “5 ti urbani, collocati in suolo deltizio, quindi sensi”, nei ”5 dei della fortuna giappone- grandi centri commerciali da e per Paesi se”, nei “5 gradi di nobiltà”, nei “5 domi- Lontani. natori mitici del passato”, nei “5 cerea- li”….Mentre il 7 è considerato la perfe- zione umana, 10, è la PERFEZIONE SUPREMA. 5) Scala di Mohs = La durezza è la resi- stenza che la superficie di un cristallo oppone alla scalfittura. La durezza viene NOTE: misurata con lo sclerometro, che è un piccolo apparecchio, dove nella parte 1) Frizzi = Memorie per la storia di Ferrara – inferiore, porta una punta di diamante la Vol. II° - Storia della prima Cattedrale di quale preme su di un carrello mobile Ferrara, San Giorgio, pagg. 9,42,54, dove è posta la pietra da scalfire. Per 85,122, 161 individuare il grado di durezza dei mine- 2) Maria Waldmann = in “ La Pianunra” N° rali, sono state pensate molte scale , ma 1 del 2001 di Mirella Golinelli – pagg. 67 la più usata ed attendibile è la Scala di – 68 – 69 – 70. Nella rivista specializ- Mohs: zata “Gli amici della musica” mese di agosto 2004 Minerali teneri 3) Organolite = Composizione organica che Talco (1) serve per fabbricare acido e olio di Gesso (2) ambra ed isolanti per apparecchi elettrici. La silice d’ambra è usata in farmacia. Minerali semiduri Colori = gialla, rossastra, bruna o verda- Calcite (3) stra, anche grigia. L’ambra grigia è un Fluorite (4) escremento del capodoglio, probabil- Apatite (5) mente una formazione di calcoli del/nel suo intestino. Quando viene bruciata Minerali duri emana odore di muschio ed è special- Ortoclasio (6) mente usata in profumeria. I gioielli in Quarzo (7) ambra pare abbiano la funzione di spa- Topazio (8) ventare ed allontanare ogni tipo di fanta- Corindone (9) sma o creatura demoniaca, inoltre, la Diamante (10) la durezza è segnalata in resina, toglierebbe dolori reumatici e ordine crescente, perciò ogni mal di capo. Le ambre affilate, nell’anti- Minerale, scalfisce il precedente ed è scalfi- chità vennero considerate le lacrime di to dal seguente. 42 VOGHIERA

Ritrovate sculture ferraresi per l’Africa

cavallo tra 2004 e 2005 si è tenuta ornare le fontane votive predisposte nelle Gianni Cerioli presso il Palazzo Ducale di Massa la piazze dei nuovi villaggi agricoli che acco- Amostra “Due scultori e un monumen- glievano le famiglie dei coloni italiani, molti to”, dedicata al restauro, ad opera degli allie- dei quali erano di origine ferrarese. vi dell’Istituto d’Arte “Felice Palma”, del Le lastre dovevano commemorare le figure Monumento a Garibaldi modellato dal fio- di personaggi eroici, i quali avevano fatto rentino Ezio Ceccarelli nel 1906 e che si sacrificio della loro vita per un ideale. trova in una piazza della città toscana. L’intenzionalità del committente condizionò La questione non sembra dover coinvolgere gli artisti ferraresi ad evidenziare l’elemento apparentemente il lettore ferrarese, eppure illustrativo nelle loro opere. felici coincidenze attorno a questo evento Due di questi bassorilievi appartengono al espositivo hanno rivelato una serie assai catalogo di Enzo Nenci (Mirandola, 1903- interessante di rapporti con l’arte locale del Virgilio, 1972) ed erano considerati irrime- Novecento e permesso, infine, una corretta diabilmente perduti sia nei cataloghi delle lettura di alcuni rilievi che il Genio Civile nel- recenti mostre mantovane dello scultore, l’immediato dopoguerra aveva collocato che nel volume di Lucio Scardino “Dentro e presso l’Istituto Palma a Massa. fuori le mura. Quattro testi sull’arte ferrarese Si tratta di cinque bassorilievi in marmo di moderna” (2003). Carrara, opera di scultori ferraresi, depositati Di essi restavano solo testimonianze foto- da circa sessant’anni presso la scuola d’arte grafiche; illustravano, infatti, un’intervista rila- (quattro decorano l’esterno dei laboratori, sciata dall’artista in occasione della morte di uno l’interno) e che hanno trovato soltanto Balbo ad un giornalista che si nascondeva oggi una loro giusta collocazione storico-arti- sotto lo pseudonimo di Observator. stica. La qual cosa permetteva, per l’appunto, di Proprio al gerarca ferrarese Italo Balbo nel datare l’ideazione delle lastre tra il 1939 ed suo periodo di governatorato della Libia il giugno del 1940. Quella più grande è Enzo Nenci, fontana votiva per il Villaggio Oliveti. Il primo perso- (1934-1940) si deve la committenza di dedicata alla memoria dell’aviatore Ivo naggio sulla destra è Italo Balbo almeno tre di queste sculture, destinate ad Oliveti, morto in Etiopia, mentre quella più VOGHIERA 43 piccola, di formato quadrato (cm 100x100) al più famo- so Francesco Baracca. Nell’ampio catalogo dedica- to ad una retrospettiva itine- rante dello scultore nel 2003, primo centenario della sua nascita, il critico Luciano Caramel ha sottoli- neato l’aura mitopoietica in cui vengono trasferiti i due Caduti ed il conseguente ricorso “nell’iconografia, al nudo eroico, agli esseri alati; nella composizione al rispecchiamento speculare (nel memoriale di Oliveti) e al chiasmo dell’orizzontale funebre con la diagonale dell’elevazione oltre la morte (in quello a Baracca); e nella forma a stilemi di immobile freddezza, di lenti- colare calibratura degli equi- libri e della definizione delle superfici, in cui Nenci fa di nuovo tesoro della lezione wildtiana”. Occorre precisare che Enzo Nenci, il quale non ha avuto una formazione artistica tra- dizionale, era stato allievo privatamente di Ezio Ceccarelli nel suo studio fiorentino. dagli allievi del corso triennale di “arte e Enzo Nenci, fontana votiva per il Proprio mediante la visione del catalogo restauro di opere lapidee”. Villaggio Baracca presentato da Caramel, il curatore della Un altro bassorilievo, l’unico ad essere fir- mostra e il direttore dell’Istituto “Palma” di mato e datato (XIX dell’era fascista), è di Massa hanno potuto riconoscere i due bas- Ulderico Fabbri (Marrara, 1897-Ferrara, Giuseppe Virgili, Lastra sorilievi anonimi recentemente restaurati 1970). In un intervista apparsa sul “Corriere 44 VOGHIERA

Padano” nel 1940, lo scultore si dice al lavo- mibilmente a Querceta. Giuseppe Virgili, Lastra ro per una fontana votiva da collocare nel In effetti intorno alla statua di Giuseppe villaggio “Fabio Filzi”. La suggestiva lastra, Garibaldi dello scultore Ceccarelli a Massa si infatti, rappresenta il sacrificio del giovane sono ritrovate non fortunate coincidenze, eroe impiccato per la liberazione delle terre ma felici “concorrenze”, in quanto sono trop- irredente nel 1916. pi gli elementi che hanno giocato a favore Ricordato con una retrospettiva allestita a di una giusta conclusione della vicenda. Casa Cini nel 1989, Fabbri fu alquanto atti- Anzitutto bisogna tener conto della grande vo nel campo monumentale: oltre alla fon- tenacia con cui Giorgio Nenci, figlio di Enzo, tana per la Libia, ricordiamo la tomba Bovelli sollecita la conoscenza dell’opera paterna. nella Cattedrale di Ferrara, la pala del Sacro Va poi dato merito all’Istituto “Felice Palma” Cuore di aver saputo organizzare un corso specifi- nel Duomo di Milano, la “Via Crucis” nel co per il restauro di opere lapidee e di aver chiostro del cimitero della Certosa di Ferrara. cominciato a salvare proprio i marmi esterni Infine, due bassorilievi anonimi, che rappre- al suo laboratorio, dimostrando in tal modo sentano non un eroe specifico ma movi- una notevole capacità pedagogica e profes- menti di popolazioni tra le due sponde del sionale. Mar Mediterraneo. Infine, è giusto segnalare un gruppo di stu- Al di là degli stilemi compositivi, per questi diosi che amano confrontarsi con percorsi di bassorilievi si può ragionevolmente propor- ricerca meno battuti e che hanno appronta- re il nome dello scultore Giuseppe Virgili to il catalogo della mostra sul restauro del (Voghiera, 1894-Bologna, 1968). Monumento di Garibaldi: Antonio P. Torresi, Una recentissima testimonianza orale del autore della scheda sulle opere monumen- figlio Francesco lo dice impegnato in opere tali di Ceccarelli, il quale ha scoperto, tra l’al- per l’Eritrea, su committenza dell’imprendi- tro, che il centese Stefano Galletti era il pre- tore ferrarese Rossetti; questa circostanza sidente della giuria nel concorso vinto dallo motiverebbe la differenza con le altre lastre. scultore fiorentino, Anna Vittoria Laghi, la Stilisticamente esse ricordano, nella defini- quale si è occupata del laboratorio Cuturi- zione delle figure e nei motivi decorativi (le Tombesi, che ha eseguito materialmente l’o- onde del mare), il suo monumento ai pera su modello del Ceccarelli, Massimo Caduti di Vergato, nell’Appennino bologne- Bertozzi e Giuseppe Silvestri. se. A Virgili, come risaputo, il Comune di Infine, Lucio Scardino, che ha già curato nel Voghiera ha dedicato uno spazio perma- 1990 una mostra di Ceccarelli nel chiostro nente nel torrione della Delizia di della basilica fiorentina di Santa Croce, ma Belriguardo. che è stato un po’ il motore di tutta l’opera- Molte sono le ragioni per cui le opere sono zione. In catalogo il critico ferrarese si occu- rimaste a Massa e non hanno preso al via pa degli allievi di Ceccarelli, citando inoltre i delle Colonie. Le operazioni sul fronte afri- cinque rilievi africani e il loro ritrovamento. cano avevano modificato completamente il Un approfondimento del tema il lettore inte- quadro politico che aveva giustificato la loro ressato potrà trovarlo negli atti del committenza, così come il bombardamento Convegno Nazionale su Italo Balbo, tenuto- del porto di Genova nel febbraio del 1941 si a Ferrara nel dicembre 2000, e, finalmen- può aver interrotto una naturale via di trans- te, di prossima pubblicazione presso la Casa ito: i rilievi erano stati infatti realizzati in un editrice “il Mulino” di Bologna. laboratorio del marmo della Toscana, presu- VOGHIERA 45

Cantata (poetica) per quattro voci (di donna)

Maria Cristina crivere di donna. SÓL UN RICÒRD Nascosi S Quand che i ann i sarà passà In uno scorcio di fine 2004 ed inizio 2005, e i segn dal témp i avrà ssgnà la mié fazza, il primo dedicato dalla nostra città alla avrò zzarcà ad scurdàr, Donna, l’altro che – ci si augura – foriero di mò am vanzzarà ancora un belìssim ricord. una lunga teoria di anni “dedicati ed oltre e Anch adèss che a ssón chi mi ssóla per sempre” alla Donna, alle opportunità che int al ssilénzzi, sól con la cumpagné le si vorrà, potrà, dovrà offrire più o meno dal mié respir, alla pari e comunque nuove, positive, inelu- a dèdich a ti una part ad mi stéssa, dibili, piace prendere in considerazione, in un cantón dla mié anima, questa sede, alcune opere al femminile, un arzzelèst ad penssiér e ad paròl mai dìti. parti scrittòri di Autrici di quella parte della Grazie, par aver capì al mié bisógn ad dol- provincia di Ferrara collocata tra cézza, Portomaggiore e dintorni, zona particolar- ad tenerézza, ad calór. mente fertile per quanto riguarda la creativi- Grazie, par al calór ch’a t’am dà, parché at tà su carta. ssént avsìn. “…Possiamo scrivere a qualunque ora – E squaciàr inssiém la nostra incossiénza, la scriveva Margherite Duras – la liberazione è nostra passión. quando si fa buio…” La paura ad dir “at vói ben”, par an riussìr più Ecco, non serve, forse, …”a room of one’s a smétar, own – una stanza tutta per sé”, come si osti- vivénd intensamént chi ’sti àtim ad grand nava ad affermare Virginia ( Woolf ), lo spa- felizzità. zio ce lo possiamo prendere comunque e a Sól, lus d’un ssentimént pur, discapito, purché ci se lo ritagli nel momen- mò, int al stéss témp, teribilmént sfurtunà. to più cónsono. Egoisticamént a pénss che pó a starò mal, E su questo/ i spazio / i che ‘ragionano’ e mò se an fuss acssì, adèss an putrév brìsa scrivono quattro Autrici come Valentina Dalla èssar acssì cunténta. Torre di Portomaggiore, Verbena Romagnoli E quand che an gh’avrò più gnènt ad quél di Portoverrara, Raffaella Tonegutti di ach g’ò adèss, Portomaggiore e Graziella Vezzelli, ancora di am ssentirò stranamént spuiàda, vóda, inù- Portomaggiore, madre di Valentina. tila. Quattro donne, quattro menti, quattro talen- E tut al vanzzarà ssól un magnific ricòrd, ti tutti diversi: generazioni che si narrano, che fat ad baticuór e ad nòt inténssi passàdi parlano e che talvolta non si parlano, ma a ’scultàr al mar. che, in ogni caso, sono riuscite ad esprimer- Un magnific ricòrd, si su carta. sól un ricòrd……….. Valentina Dalla Torre è una giovane donna, matura da molto tempo: l’avere ini- ziato il lavoro presto, l’essere divenuta madre presto, l’aver vissuto insomma così intensa- mente da subito, ha spinto la sua mano a MEDITAZZIÓN trasporre, tangibilmente, quanto l’animava. E “un arzzelèst ad pensiér - un arcobaleno Un ciarór luntan: di pensieri” viene sciorinato in una delle tre l’alba. poesie, “Sól un ricòrd”, che si propongono a La gioia ch’la casca int un incub seguire. ad dulór. 46 CULTURA

Mill pezz sbaglià di tò pugn sarà strich, dal mosàich dla vita dil tò man sémpar vódi, i rùzzla par tèra, ad cal bén che t’a pèrss, int un nègar e fond abìss, ad cal vód ch’al n’ass cólma un bus. gnanch con tut l’univèrss, Suói. ad cla mòrssa ch’at strìca Al sól al tramonta. da la banda dal cuór Un sól che al n’e’ mai nat. e ad cla man che t’agh pog par calmàr al dulór quand ch’at pénss a cal fiòl, a cla vita rubàda e davanti da ti cl’esisténzza acssì vóda TRAMÓNT ch’ l’ è da vìvar par fòrza fin a l’ultim suspìr Al sól al tramonta int la bassóra, mentr’at pénss che al tò vìvar al vent al sùpia alziér, alziér l’è più brut che murìr. e al fa sdundlàr il spigh dal frumént. In luntanànzza ’na cà vècia, cunturnàda d’atrézz da cuntadìn, e là, santà sui sò scalìn, un vèc, con la barba lunga, IL STÉLI CADÉNTI con un par ’d bragh còl pèzz e ’na capèla in cò. Ma parché in ’sta nòt incantàda Al sò sguard l’è luntàn, ssóra penssiér, an casca gnanch ’na stéla? e sla sò fazza Agh’ o ’na péna imménsa a par ’d védar al témp ch’al passa. sarà dentr’ int al cuór, ’Na fazza stufa cóm il brazza intant ch’a guard al zziél. ch’il lavarà e, forse ancóra, Il jè là ch’il brìla il lavurarà più ch’il putrà. come ’na quèrta ad diamant Póvar vèc, l’è come al sól al tramónt: a mìla e mìla, fin ch’al riéss a dar un razz ad lus però nessuna ass móv. al vòl tgnir bòta, Il tréma in mèz al blu mò anch par lu ormai l’è sìra. da parér tant avsìn che quasi il ss’pòl tucàr. I dis che i desidèri Redige in lingua dialettale ferrarese, sol una stéla ach casca Valentina, come la madre, Graziella la i pòl realizàr. Vezzelli, che però ha declinato liriche e Dai! Casca, stéla, canzoni (è, infatti, pure cantautrice) anche travèrsa l’arch dal zziél in italiano: dense, le loro due scritture, e va pian, pian. eppure con spessori che non paiono profa- Fa ch’an m’incanta brìsa nare il limine della levità, del poco ( appa- intant ch’at véd passàr. rente ) in tanto (effettivo ). Dam al témp giust ch’agh vòl Entrambe vincitrici di concorsi letterari, tro- a esprìmar un desidèri, vano nel sermo familiaris il medium più prima che ass a smòrzza autentico per la loro espressività. la ssìa dla tò lus.

Strada bianca ’NA MÀDAR QUADRÉT D’AUTÙN

Cussa sàla la zént La bat ai védar ’na spiuvsìna fìna, dal tò vestì négar, ’t arméntar che ’na vcìna, dal tò fazzulét tirà bass in sla frónt, fagànd al sò calzzét, di tò òcc infussà, l’è pèrsa in mill penssiér ad témp luntàn dla tò vós sémpar bassa, e la sò man, CULTURA 47 di tant in tant, solo due facce di una stessa luna trasfigura- l’indùsia int ’na carézza ta per l’occasione, testimoni di una vója ad Poesie di: sla testa d’n’ vnudìn vìvar come la poesia che da essa pren- Valentina Della Torre ’ch zóga li ’d banda. de…il nome. Graziella Vezzelli Santà dnanzz al camìn Verbena Romagnoli coi pié pugià sl’aròla, Raffaella Tonegutti fumand al sò tuscàn, un vèc al guarda al zzòch ch’al brusa pian VÓJA AD VÌVAR e ogni tant al ssciuplìss in mill ssintìll ch’il ss’pèrd int un istànt, Cóm dill criniér al vént e dòp, baligànd, a sligarò i mié cavì la vampa sól agh vanzza, ch’j’è intarzzà che calànd e carssénd, con desidèri e dill fadìgh. la cùna adàsi, adàsi A mitrò a nud un póch l’incànt ad cal mumént. dal mié passà e a vastirò Fóra ’n sbruflòt ad vént al vél d’aria pura. al spàzza via il fói séchi come gnént A mitrò j òcc sul righ scrìti: e i ram quas nud ’d ’n àrbul la mié man la scrivarà a par ch’iss a scarmìssa quél ch’la vrà dir. int al squassàr. E sunànd la tastiéra Là sóta al fnil i pùi col pén rufàdi dal mié témp, i spiocra tut a mucc par star più cald. ogni dì invantarò la vita. Al can al sta cucì col mus pugià sui pié e al prìla sól i occ guardand in zir. Là, sóra ‘na cariòla,un pó ardupà, un gat pigrón al dorm inrudlà IL TEMPO RIEMPI’ IL VUOTO con ’na zampina sui òcc par far capir che ad quél ’ch zzuzzèd lì intóran Io fatta in casa, an gh’intarèssa gnént non ho mai bevuto in un calice d’argento. …e intant al vént, Io, vestita d’aria, passànd in préssia a piedi scalzi ho preso argilla dai fossi, sóra ’st al bèl quadrét d’autùn, con quella mi son fatta i giochi. al fa pruvàr un sgrisulìn ’d malincunìa. Ho soffiato sulla piuma che andasse leggera per l’azzurro cielo, nel tuo cassetto c’era anche l’arcobaleno. Diversa la cifra stilistica ( ma non così tanto quella contenutistica) di Verbena Il tempo riempì il vuoto, Romagnoli. io accettai il tempo. Madre ‘a tutto tondo’ , ‘tirato su’ l’adorato figlio fino alla laurea ed al conseguimento Ora ti ritrovo, del posto di lavoro che l’ha portato lontano come tanti insieme a me, da casa, l’Autrice ha cercato ( e trovato ) il ad implorar la vita modo di colmare questa dolente ‘lacuna’ che ti scappa tra le dita. scrivendo. Ed i motivi del suo scrivere, quelli che l’han- no stimolata, lei li ha ritrovati nel suo vissu- to quotidiano, nelle petit choses di tutti i giorni, un ‘mondo piccolo’ fatto di grandi AL TEMP L’À INPINÌ AL VÓD sensazioni, emozioni che solo le piccole cose di ‘poco conto’ sanno dare. Mi fàta in cà, Allora una lirica come “Il tempo riempì il an ò mai buèst int un càlizz d’arzént. vuoto” diventa “Al témp l’à inpinì al vód” ed Mi, vastìda d’aria, ambedue le versioni sono metaforicamente a pié scalzz a i ò tolt suói dai fòss e simbolicamente referenti, ma non uguali, e con quél am són fata i zógh. 48 CULTURA

A i ò supià s’na péna, Calzoni ogni giorno che l’andéss alziéra parole, numeri sfiatati par l’azùr dal zziél, garbi in cornice. int al cassét ti at gh’avév l’arczzalèst. Studi bucati, Al témp l’à inpinì al vód, virate incoscienti mi a i ò azzetà al témp. ignorando l’Eden.

Adèss at tróv, Scivolo su specchi cóm tanti insiém a mi, d’esperienza a inpluràr la vita riflessi da spicchi che l’at scàpa tra il dìda. d’orgoglio.

Inediti virgulti Last but not least, Raffaella Tonegutti, adornano il un’altra giovane donna, un’altra personalità: colletto bianco reciso. irruente, sanguigna, viscerale, stila poesie in italiano ed in dialetto. Esprimendosi con il secondo, il suo linguag- gio spesso s’arricchisce di voluti ed oppor- tuni neologismi che ricreano atmosfere A TI, FIÒL estemporanee e contemporanee, riferite agli affetti, alle gioie, ai dolori dell’esistenza. Carssarà fort int al mié véntar sicùr, A seguire, tre sue opere, due in italiano, una at darò la luna e il stéll, nella lingua di latte, per parlare del proprio se ta li vrà. latte materno, rivolto alla creatura che porta A i ò preparà tanti fòl da cuntàr, in grembo, nel suo particolare ‘essere indóv al bén scunfìz al mal, Donna’. indóv al giust prevàl. S’incaminarém par i sentiér dla vita, cuiénd il ròs ad gentil primavera. Ti at furarà col spin, ma brìsa avér guai: VORREI E NON VORREI a sarò pronta a curàr il frid, at cunsularò dal dulór, dal spavént, Vorrei e non vorrei at sufucarò d’atenzzión, d’afètt, sorprendere arcuata parché at póssa èssar lo sguardo incerto fiér ad te stéss. stralunato dal capire Slungarò la man al capitàr la solitudine. d’ogni tò cascàda, ti, putìn, brìsa avér paura. Vorrei e non vorrei Quanti fòl il i è pronti par éssar urciàdi, scompigliare le biglie stòri ad tuti i dì, giostrare i fili racónt ad vita. dell’essere Purassà quèi at dév imparàr, quando il destino brìsa sémpar agh è amór tra la zént, s’è fatto. spéss la cópa, pò l’ass pént. Quant quèi che a dév insgnàrat, quant quèi ch’a dév incóra imparàr… Ma ti, par adèss, carsarà fort int al mié véntar sicur, COLLETTO BIANCO RECISO sibén an cgnóssa brìsa al culór di tò òcc e an so gnanch il tò sumigliànzz, Voli irrequieti tra sav, putìn mié, che mi at vrò bén, meandri cromati di tubi fin d’adèss, mi a t’am!!!. ridotti in pollice. CULTURA 49

Mario Masperi, un pittore metafisico della campagna ferrarese

a pittura metafisica, le cui origini risal- particolare della Bassa padana, dove le Gabriele Turola gono al soggiorno del grande de Chirico risaie, i campi di grano, le nevicate, gli albe- Lprima a Firenze, poi nella città estense ri, i salici dai tronchi nodosi e scavati evoca- durante il periodo della grande guerra, trova no atmosfere magiche, spettrali, ben lonta- in Antenore Magri un suo ideale e degnissi- ne dai paesaggi postimpressionisti, solari e mo continuatore. Ma se entrambi rappre- sanguigni di Cattabriga. La campagna di sentano piazze, città, oppure spazi incantati, Masperi corrisponde alle piazze deserte, trasfigurati, non identificabili geograficamen- oppresse da ombre cupe, di de Chirico o te, ci sembra che Mario Masperi rientri in agli orizzonti sconfinati di Magri, dove la pre- questa corrente apportandovi un suo parti- senza umana è del tutto abolita, sostituita colare contributo, cioè effettuando una con- da radi alberelli scheletriti, da barche che taminazione fra realtà e sogno, introducen- sembrano salpare verso i mari del sogno o do gli enigmi metafisici all’interno di un pae- da palloncini, sottratti alla forza di gravità, saggio ben riconoscibile, padano, quello che volano in un cielo fiabesco. specifico della Bassa, delle Valli. Un altro arista che senz’altro ha influenzato L’artista, nato a S. Biagio d’Argenta nel 1931 Masperi risulta Virgilio Guidi, soprattutto per e scomparso nel 1992, ha frequentato quel che riguarda le sue celeberrime l’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara sotto “Marine”, dove cielo e acqua si fondono for- la guida di Nemesio Orsatti dal 1947 al mando un tutt’uno e dove la ricerca della 1951; si è poi diplomato al Liceo Artistico di luce, intesa secondo un’accezione filosofica, Venezia; dal 1960 ha insegnato educazione hegeliana, trasforma le vedute di Venezia in artistica presso le scuole medie di Argenta, pure astrazioni; non a caso il Maestro diver- Terni e, per oltre un trentennio, di rà un protagonista del movimento spaziale Portomaggiore. insieme a Fontana e Deluigi. Ha tenuto mostre personali a Ferrara, Masperi, a differenza di Guidi, non abban- Chivasso, Foggia, Bologna, Argenta, dona mai il riferimento al dato reale e anche Portomaggiore, Terni, Belluno, Auronzo di in ciò si scorge una sua matrice tipicamente Cadore, Venezia, Ravenna, Este, Padova, padana, terragna, però innestata nel solco di Torino, Monselice. Nei suoi paesaggi e nelle una pittura aggiornata, metafisica e fauve, sue marine regna quel senso di dolce soli- riflessiva e solare ad un tempo. tudine e di incanto che costituisce una Venezia costituisce per lui un luogo della peculiarità della pittura metafisica. memoria, una fonte d’ispirazione, proprio al Ampi orizzonti pervasi di una magica Liceo artistico della città lagunare il pittore sospensione, spazi silenti, cieli piatti. ci argentano si è diplomato negli anni ‘50, riconducono alle atmosfere metafisiche di inoltre egli denota un evidente aggancio con Antenore Magri. Inoltre, come de Chirico i pittori che si muovono in area veneta: proponeva i manichini quali personaggi- Guidi per la sintesi e il lirismo essenziale, chiave del suo mondo enigmatico, così spoglio, Saetti per il motivo ricorrente del Masperi introduce nei suoi paesaggi deserti sole ridotto ad elemento astratto, Borsato la figura dello spaventapasseri e delle mon- per i contrasti cromatici fauves, il gusto della dine, prive di tratti fisionomici. Proprio come narrazione attraverso immagini icastiche, i manichini di de Chirico, le mondine di incisive. Masperi ama raffigurare non solo la Masperi col volto interamente coperto da campagna ferrarese, ma anche le marine cappelli di paglia, ridotte a silhouettes quasi veneziane. Quindi la sua formazione artisti- astratte, vanno intese come personificazioni ca comprende gli stimoli ricevuti dai pittori di un paesaggio straniante dove la storia e il di due città: Venezia e Ferrara. Nel secondo tempo si intrecciano con una dimensione caso egli, oltre a tenere presente la lezione surreale. Le mondine di Masperi, come le di Antenore Magri, come abbiamo accenna- Muse inquietanti del pictor optimus, rappre- to, ama guardare indietro nel tempo, infatti sentano il mistero della condizione umana, ha reso un doveroso omaggio a un Maestro sono le custodi, le vestali della campagna, in dell’Officina ferrarese, Omaggio a Francesco 50 CULTURA

del Cossa, acrilico su legno, 1987. Il dipinto do, montagne desolate, alberi coperti di in questione rappresenta un frammento del neve, intrisi di una poetica malinconia, assi- Mese di Marzo di Schifanoia, reinterpretato milabile ai paesaggi struggenti del grande in chiave personale: appare un contadino Music o alle nevicate di Magri. che pota una vite, accostato a un enorme e Nel 1991 è stato pubblicato un catalogo nodoso salice, l’opera è stata esposta nella dedicato a Mario Masperi, un anno prima mostra Per Schifanoia, allestita presso il che morisse, con introduzione di Giuseppe di Ferrara nel 1987, curata Inzerillo, allora Provveditore agli Studi di da Lucio Scardino. Fra parentesi va aggiunto Ferrara, con testi di Antonio Caggiano, Rino che gli affreschi di Schifanoia danno luogo a Boccaccini, del sottoscritto e di Manlio quello stile visionario e fiabesco, magico e Bacosi, pittore umbro al quale Masperi sem- stregonesco, tipico della Scuola ferrarese in bra ispirarsi allorché dipinge le sue nature cui affonda le radici la Pittura Metafisica. morte materiche degli anni ‘80. Ma ci Non a caso, anzi per un segno evidente del preme soprattutto sottolineare due testimo- destino, de Chirico durante il suo soggiorno nianze importanti riportate nel detto catalo- a Ferrara ai tempi del primo conflitto mon- go: la prima è di Virgilio Guidi che nel com- diale, amava visitare il Salone dei Mesi e si mentare le Marine veneziane di Masperi, in ispirò proprio ai ciclopi del Mese di cui compare, a volte in primo piano, la figu- Settembre, dipinti da Ercole de’ Roberti, per ra di un vescovo, vi riconosce “una conce- creare i suoi manichini inquietanti dalla testa zione religiosa del mondo per l’unità delle a forma di uovo. Prendiamo ora in esame cose”. alcune opere significative di Masperi che Infatti l’artista argentano affronta a volte sog- fanno parte della collezione Giuseppe getti sacri, come ad esempio Cristo, 1990, Stagni di S. Bartolomeo in Bosco. In acrilico di impronta matissiana. Infine Mondine, 1979, olio su tela cm 20?30, spic- Antenore Magri, col quale Masperi espose a ca una tavolozza accesa, tipicamente fauve; Ferrara nel 1976 presso la Galleria Loma di strisce di colore denso, pastoso e intenso via Contrari (la mostra comprendeva tre arti- vengono stese con la spatola, le mondine si sti, fra cui anche Celati), scrive: “Masperi si è presentano di spalle, la gamma vivace dei creato un’astrazione sua, un linguaggio per- gialli, rossi, verdi ci ricorda questa frase: sonalissimo per una pittura che ritrae archi- “Una commozione di colore puro”, come tetture, personaggi e cose in un mondo ebbe a dire De Pisis a proposito della pittu- d’incanto”. ra di Melli. In Venezia, 1979, olio su tela, cm Si tratta di una nota critica amichevole che 20x30, il gusto della sintesi ci riporta alle esprime affinità elettive, il comune interesse Marine di Virgilio Guidi, l’acqua della laguna per una pittura meditativa, metafisica, in cui è resa con un blu di Prussia cupo, nell’isola la forma e il contenuto si sposano armonio- della Giudecca sorge la chiesa del samente. Redentore colpita da una luce tersa, fatta di caldi tonalismi, la barca in primo piano rove- sciata, tagliata prospetticamente, conferisce Desideriamo ringraziare Giuseppe un senso di metafisica solitudine. Stagni per la sua amichevole collabo- In Mondine e vecchio salice, senza data, olio razione. su tela, cm 30x40, l’al- bero dai colori intensi richiama il salice del suo Omaggio a Francesco del Cossa, il campo di grano in scorcio, dispo- sto in diagonale, lascia intravedere una mondi- na col volto completa- mente coperto da un enorme cappello di paglia, che la rende simile a uno spaventa- passeri, il sole sembra una moneta d’oro getta- ta nel cielo piatto, Mario Masperi: “Mondina e metallico. Infine vecchio salice”. Olio su tela, cm 30x40, collezione Giuseppe Nevicata del 1989, olio Stagni su cartone, cm 20x30, ci propone un sole palli- CULTURA 51

La “marina” di Augusto Tagliaferri

l misterioso sincronismo Luca Brunelli degli eventi mi ha fatto Ivarcare la porta di casa Padovani un pomeriggio d’e- state inoltrata. Luisa Padovani e Marisa Occari: due amiche che dis- corrono. La loro piacevole conversa- zione in giardino, in quel La “marina” di Augusto Tagliaferri giardino così ermeticamente ricordato da Folco Quilici nella sua introduzione alla monografia “Corrado Padovani” a cura di presentazione fu affidato a Ferruccio Luppis, Lucio Scardino, mi ha magicamente proiet- altro poliedrico artista ferrarese, che ne curò tato nella dimensione di un tempo che non e pubblicò anche la relativa monografia. c'è più. Nel Maggio successivo, l’esposizione venne Ricordi, rievocazioni delle stagioni di una poi replicata anche a Ferrara nelle sale di Ferrara animata dai salotti intellettuali. “Palazzo Crema” e proprio in quella circo- Tutto svanito. stanza Corrado Padovani acquistò la “mari- No, fortunatamente no. All’interno di quella na”: la notizia appare sulla “Gazzetta casa, nel vissuto di quelle stanze si conser- Ferrarese” del 18 maggio 1922. vano vivi, intatti, i frammenti della vita di Ma ora continuiamo a fantasticare e... chis- quel tempo e i protagonisti di allora conti- sà... un giorno non lontano gli abitanti della nuano a parlarci. “città delle meraviglie” potranno ammirare, Ci parlano attraverso le loro opere: moleco- in una sede prestigiosa, una grande mostra le d’arte purissima, materia molecolare viva. come quella allestita nel 1928 nelle sale di E così, giocando con la fantasia, incontro “Palazzo S. Anna” (in occasione dell’inaugu- Corrado Padovani e all’angolo del corridoio, razione della Torre della Vittoria) sfatando con grande sorpresa, Augusto Tagliaferri, il così, almeno per una volta, il pensiero di pittore porottese prematuramente e tragica- Augusto Droghetti: “... Ciò che é nostrano, e mente scomparso nel 1909; una “marina”: rimane nostrano sarà una fatalità, pare non pastello dai colori sfumati, inafferrabili, abbia valore... “. acquistato da Corrado nel 1922. Nella primavera di quell’an- no infatti, il critico-pittore par- tecipò, come é documentato dal biglietto-invito ancora conservato sul retro del qua- dro, alle celebrazioni com- memorative in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita Tagliaferri. Al teatro “Verdi” di Porotto, l’omonima società corale allestì per l’evento una

Il biglietto-invito, ancora conser- mostra delle opere del pitto- vato sul retro del quadro re porottese, e il discorso di 52 CULTURA

Un paese “ferrarese” in Sardegna: Fertilia

lle propaggini di Alghero, verso Punta sorta di collaborazione implicita fra Lucio Scardino Negra, sorge una località novecente- Edmondo Rossoni, da , Ministro Asca, Fertilia, la cui genesi ha molto a dell’Agricoltura e delle Foreste, del ferrarese che fare con Ferrara. Italo Balbo, allora Ministro dell’Aeronautica e Il 7 ottobre 1933 venne infatti ufficialmente dell’onorevole sardo Mario Ascione, il quale istituito l’”Ente Ferrarese di Colonizzazione”, voleva bonificare il territorio della Nurra, a cui furono attribuiti 13.000 ettari nella pro- acquitrinoso, malarico e spopolato. vincia di Sassari (1). Dopo un paio di anni di faticoso lavoro, a Per risanare i terreni dell’Algherese, zona base di decespugliamento, irrigazione e dis- “desertica e ventosa”, furono qui inviati vari sodamento (nonchè messa a coltura di olivi, contadini della provincia di Ferrara. mandorli, viti e cereali), fu deciso di costitui- L’Ente che li raggruppava era stato “istituito re un villaggio nel cuore del territorio: l’8 proprio negli anni cruciali della campagna marzo 1936 fu così posta la prima pietra di ruralista, attraverso un provvedimento atto a Fertilia. L’onorevole Ascione (che tra il 1934 decongestionare il Ferrarese, una zona poli- e il 1943 fu il direttore dell’Ente) fece redi- ticamente pericolosa per la presenza di un gere una sorta di piano regolatore da un elevato numero di braccianti disoccupati” tecnico di sua fiducia, l’ingegner Arturo (2). Miraglia: ma, circostanza ignorata del tutto Questa sorta di atteggiamento “repressivo” dagli storici concittadini, contemporanea- s’avverte ancor più nella scheda su Fertilia mente veniva affidato il medesimo incarico redatta da Sergio Polano: “affidata in gestio- ad un professionista ferrarese, l’ingegner ne all’”Ente Ferrarese di Colonizzazione”, la Giorgio Gandini. bonifica della Nurra parte dall’insediamento La notizia si evidenzia grazie ad un articolo di una serie di bagni penali, per i quali è pre- apparso sulla rivista mensile “L’Economia vista, in un secondo tempo, la sostituzione Nazionale”, diretta dal senatore Livio Tovini: dei detenuti con i coloni, scelti direttamente nel numero del’ottobre 1936 (quindi ad un dal commissariato dell’Ente e sottoposti ad semestre dall’inaugurazione del paese) vi un rigido contratto, la cui trasgressione com- apparve un lungo testo siglato EcNaz e dedi- porta la rescissione” (3). cato per l’appunto a Fertilia, “ultima fra le Più o meno lo stesso avvenne contempora- città create dal Fascismo”. Ebbene, l’articolo neamente nell’Agro Pontino e, qualche è corredato da quattro disegni progettuali tempo dopo, in Libia, dove sorsero nel (per la Residenza Comunale, la Casa del deserto centri agricoli intestati a personaggi Fascio, la Casa del Balilla, gli Uffici Agrari di ferraresi (Arturo Breveglieri, operaio ferito a Bonifica che dovevano sorgere nella Piazza morte a Pontelagoscuro nel 1921), coltivati 9 maggio), tutti firmati per la nuova borgata dai loro conterranei e talora decorati da arti- da Giorgio Gandini. sti provenienti dalla provin- cia ex-estense (4). Secondo il decreto istitutivo l’Ente di Colonizzazione doveva trapiantare in Sardegna, in zone a basso indice demografico, fami- glie di coloni ferraresi soprattutto “al fine di costi- tuire la piccola proprietà Giorgio Gandini, Progetto per la coltivatrice”. Residenza Comunale di Fertilia. Il progetto, quindi, vide una CULTURA 53

Questo ingegnere aveva avuto modo di primo progetto urbanisti- distinguersi nella Ferrara “balbiana” grazie ai co per il nuovo centro di progetti della Casa del Fascio e della sede Fertilia e all’unico edificio del “Corriere Padano”, invero alquanto eclet- realizzato di quel piano, tici e soprattutto per uno dei capolavori del la scuola (in realtà, di Razionalismo nostrano, il Palazzo Miraglia, n.d.a.), figura dell’Aeronautica, edifici tutti posti sull’arteria importante nell’ambito di viale Cavour. ferrarese e non lontano Nato a Ferrara il 1° marzo 1893, dopo dalle posizioni di Grossi, essersi laureato in Ingegneria, Gandini era di Cianetti e di Balbo, fu stato assunto dall’Istituto Autonomo Case uno dei personaggi di Popolari, di recentissima fondazione, quale riferimento nel dibattito principale progettista. Ma oltre a realizzare sindacale ed economico vari casamenti “popolari” a Ferrara (sia in sull’abitazione; realizzò centro che in periferia), l’ingegnere aveva negli stessi anni, nella delineato progetti per altre committenze sua città, il primo prototi- pubbliche, anche per i sindacati: si ricorda- po di abitazione (per no in particolare i disegni per le case sinda- l’I.A.C.P., n.d.a.) dal quale cali di Madonna Boschi, nei pressi di deriverà nel secondo Poggiorenatico e a Tripoli, entrambi raziona- dopoguerra l’intero mec- listi. canismo di finanziamen- Pur non avendo aderito ufficialmente al to del piano Fanfani. In M.I.A.R. egli infatti progettò vari edifici in analogia e in sintomatico quello stile ed ebbe spiccate simpatie per le parallelismo con l’espe- Avanguardie, come rivelano scenografie per rienza plastica e figurativa commedie di Luigi Pirandello (che egli di Montuori, Gandini conobbe personalmente) e la sua adesione lavora sul tema della casa e dei relativi mec- Fertilia in una cartolina recente: al Futurismo (5). canismi tecnici e finanziari anticipando di sul fondo, il Palazzo del Comune. Al di là di alcuni disegni progettuali non lon- circa un decennio e, anzi, realizzando di tani da Sant’Elia, nel 1941 egli espose a fatto il primo campione “al vero” di un Ferrara nella sala futurista predisposta dal modello di intervento squisitamente “corpo- “Gruppo Savarè” la propria scultura “Il fab- rativo” che verrà poi travasato, in pratica bro”, in terracotta (6), assieme ad opere dei senza sostanziali mutazioni, nel più impor- coniugi Korompay, Antenore Magri e tante piano che l’Italia della “ricostruzione” Gaetano Sgarbi. varerà definitivamente negli ultimi quaranta Eclettico ed intelligente, colto e vivace, anni sotto l’egida del “piano” Fanfani” (9). Gandini lavorò per la Sardegna a più riprese, L’ambigua e quasi schizofrenica visione sto- anche se i suoi interventi isolani sono stati riografica di questi studiosi cozza contro la confusamente ripercorsi: ad esempio, i suoi circostanza oggettiva che Gandini contem- quattro progetti per Fertilia sono stati ripub- poraneamente nell’isola stesse progettando blicati nel 1998 da Giorgio Peghin ed Emilio l’Aeroporto militare di Elmas, a Cagliari, Zoagli, senza indicarne l’autore nelle dida- come rilevato dal catalogo di una importan- scalie relative, salvo poi postillare in una te mostra romana, allestita di recente nelle nota che questi disegni “sono stati progetta- Piccole Terme Traianee. ti dall’architetto Giorgio Gandini, anche se La scheda è incentrata soprattutto sulla non esiste nessun riscontro documentario Caserma degli Avieri, “con la sua facciata circa questa attribuzione”, quasi ad ipotizza- animata da quattro agili pilastri... uno degli re una sorta di “millantato” da parte del loro stabili più interessanti dell’intera area. autore (7). Un’elegante rampa elicoidale domina l’in- Nello stesso volume del ‘98 un testo di gresso centrale” (10). Questo motivo mette Marco Rinaldi sembra poi voler attribuire i in stretto rapporto Gandini con uno dei disegni a Miraglia, accusando quasi i redat- migliori e più giovani architetti della “scuola tori della vecchia rivista di un’inesattezza romana”, il famoso Luigi Moretti: basti vede- (8). re la scala elicoidale nella sua Casa della Ma poi Giorgio Muratore scrive che fra i Gioventù a Trastevere, progettata nel 1933 migliori architetti operanti nella Sardegna (11). fascista fu Gandini, “sicuramente il meno Nella bibliografia del catalogo capitolino è noto tra i nomi ricordati, ma non per questo quindi citato un interessantissimo libro di meno significativo. Attivo collaboratore al Franco Masala sull’architettura contempora- 54 CULTURA

nea in Sardegna, dove Ma torniamo a Fertilia, dove nè Gandini nè l’aeroporto di Elmas è Miraglia ebbero la soddisfazione di vedere ben descritto e foto- realizzati i propri disegni urbanistici: la bor- grafato. Gandini era gata fu infatti costruita a partire dal 1936 stato nominato consu- seguendo le direttive imposte da un gruppo lente dell’ufficio tecni- composto dagli architetti Petrucci e Tufaroli co del Demanio e dagli ingegneri Paolini e Silenzi, ossia gli Aeronautico di Cagliari, stessi che avevano contemporaneamente presumibilmente - si vinto il concorso per i piani regolatori di rileva - quale “protégé Aprilia e di Pomezia, nella nuova provincia di di Balbo”, ferrarese Latina (13). come lui. Al di là delle Una constatazione: furono proprio questi raccomandazioni di nuovi paesi laziali, ed ancor più il Borgo tipo campanilistico, in Pasubio di Pontinia ad accogliere un gran questa cittadella dell’a- numero di contadini (circa 900 famiglie) ria Gandini dimostrò provenienti dalla provincia di Ferrara (14). intelligenza funzionale, Il gruppo romano (denominato “2PST”) ordinata simmetria, rielaborò notevolmente i progetti iniziali, ma sensibile adesione agli nella località per noi ferraresi è da registrare schemi modernisti, (sentimentalmente?) una eco delle soluzio- impeccabile gusto ni ideate da Gandini (15), anche se il decorativo (12). Municipio turrito è diversamente risolto, così Balbo può averlo certo come il prospiciente monumento “marcia- imposto, come nel no” dinanzi al mare. Ma nel paese, con i contempo ha tentato due “blocchi di edifici, rigorosamente sim- di “ferraresizzare” l’ar- metrici e porticati (che) costituiscono la

Una recente cartolina di Fertilia chitettura della Libia (dove fu Governatore parte centrale dell’abitato e (che) ricorrono con una duplice veduta: in alto, la dal 1934 al 1940), ma è anche vero, osser- al repertorio “metafisico” del Classicismo Chiesa parrocchiale. vando con attenzione il medesimo volume ripulito di ogni elemento superfluo per con- sardo (p. 167), che proprio il Modernismo tare soltanto su forme semplici” (Masala) tendeva a codificare una sorta di omologa- (16), visitato nel corso di caldissime giorna- zione del linguaggio, come si vede nel te estive, è riemerso il ricordo sia delle Palazzo delle Poste di Nuoro, in cui l’archi- costruzioni dechirichiane che delle strade di tetto Angiolo Mazzoni propose i medesimi Tresigallo, paese contemporaneamente ri- mascheroni teatrali della facciata di quello di costruito per l’impegno del ministro Rossoni Ferrara, infischiandone degli elementi autoc- e dell’ingegner Frighi. toni “isolani”, così come di quelli decorativi Il Miraglia, l’altro sconfitto dai “romani”, si neo-estensi. prese almeno una rivincita, come rilevato, nella bella scuola elementare di Fertilia, razionale e internazionalista, simile alla coeva scuola “Alda Costa” di Ferrara, eretta dai fratelli ingegneri Savonuzzi. La costruenda, autarchica e quasi dimessa architettura di Fertilia (“pregevole comples- so” secondo Polano) conobbe una certa notorietà, quando, alla fine del 1938, fu pre- sentata nel padiglione dell’”Ente Ferrarese di Colonizzazione”, allestito da Saverio Muratori all’interno della Mostra della Bonifica Integrale, al Circo Massimo di Roma. L’opuscolo edito a corredo iniziava infor- mando i lettori che “l’Ente Ferrarese di Colonizzazione, sorto per la solidarietà delle associazioni professionali della Provincia di Ferrara, che hanno contribuito in modo tota-

La lapide in memoria del pittore litario alla costituzione del capitale iniziale, Giuseppe Biasi, posta sulla faccia- ha il compito di fissare il maggior numero ta della Chiesa di Fertilia (il ritratto è opera di Gavino Tilocca). possibile di famiglie coloniche, tratte dalla Provincia di Ferrara, in Sardegna...”. CULTURA 55

Ma così non fu: l’ennesima utopia ferrarese (6) A. P. Torresi, I futuri- si infranse non soltanto con le difficoltà della sti ferraresi del gruppo guerra, ma anche con altre sfortunate circo- Savarè, in “La Pianura”, stanze. La Società divenne infatti “Ente n. 2, 2000. Sardo di Colonizzazione” e la costruzione (7) G. Peghin - E. del paese nel golfo di Alghero fu completa- Zoagli, Fertilia. Storia e ta dai profughi giuliani, in fuga dalla fondazione di una città Jugoslavia di Tito. moderna, in “Le città di I nuovi abitanti (so-prattutto pescatori) ter- fondazione in minarono, ad esempio, la chiesa parrocchia- Sardegna”, Cagliari, le nel 1955, dedicandola a San Marco ed 1998, p. 175, nota 24. erigendo vari altari in ceramica eseguiti da (8) M. Rinaldi, Le ulti- Giuseppe Silecchia con veneteggiante ico- me città, in “Le città nografia. di fondazione in Permangono nell’abside i mosaici di Sardegna”, cit., p. 95, Giuseppe Biasi (ricordato altresì all’esterno nota 22. della chiesa da un bronzeo ritratto di Gavino (9) G. Muratore, Città Tilocca) (17), raffiguranti il “Cristo risorto” fra nuove in Sardegna, in due Angeli (1941). “Le città di fondazione In quest’opera musiva, di vago ricordo in Sardegna”, cit., p. “funiano”, il grande pittore novecentista 125. insulare, nei cui ultimi quadri s’evidenziano (10) Ritratto di un’idea. “le linfe amare del pessimismo, del disin- Arte e architettura nel canto, della malinconia esistenziale”, per Fascismo, a cura di dirla con Vittorio Sgarbi (18), ha lasciato una Rossana Bossaglia, sorta di testamento spirituale. Roma, 2002, p. 80. Non riuscirà a completare la decorazione (11) Cfr. Luigi Moretti, della chiesa e dovrà trasferirsi in Piemonte: a cura di Salvatore qui, il 20 maggio 1945, sarà ucciso a sassa- Santuccio, Bologna, 1986, p. 28. “San Marco”, ceramica all’interno te da un antifascista. (12) F. Masala, Storia dell’arte in Sardegna. della Chiesa di Fertilia (opera di Giuseppe Silecchia). Alla sua memoria è dedicato quest’articolo, Architettura dall’Unità d’Italia alla fine del così come ai tanti coloni ferraresi “morti di ‘900, Nuoro, 2001, pp. 157-161. fatica” bonificando il territorio attorno a (13) AA. VV., Futurismo e Agro pontino, Latina, Fertilia. 2000. (14) C. Rossetti, I ferraresi nella colonizzazio- ne dell’Agro pontino, Roma, 1994, p. 172. (15) G. Pellegrini, Da Mussolinia a Carbonia, le Città di fondazione in Sardegna, in “Metafisica costruita”, Milano, 2002, p. 144, rileva lo “schietto stile razionalista” di Gandini nei progetti per gli edifici pubblici a Fertilia. Della località sarda parlava anche S. Ruinas, Viaggio per le città di Mussolini, Milano, 1939, p. 25: “l’Ente Ferrarese di colonizzazione offrì Note generoso le necessarie energie collo scopo di fissare il maggior numero di famiglie, tratte (1) E. A. Valsecchi, Nella Nurra del Sud: Fertilia dalla provincia di Ferrara, in Sardegna e in altre 3, Sassari, 1999, p. 35. zone a scarso indice demografico, al fine di (2) M. L. De Felie, Le città di fondazione fasci- costituire la piccola proprietà coltivatrice”. sta, in “Le città di fondazione in Sardegna”, (16) Masala, cit., p. 218. Cagliari, 1998, p. 105. (17) L’opera, del 1961, non è citata nel cata- (3) S. Polano, Guida all’architettura italiana logo Tilocca sculture, a cura di Gianni Murtas, del Novecento, Milano, 1991, p. 563. Sassari, 1998. Gavino Tilocca, di formazione (4) Cfr. L. Scardino, Dentro e fuori le mura. accademica carrarese, visse a Sassari dal 1911 Quattro testi sull’arte ferrarese moderna, al 1999. Ferrara, 2003. (18) V. Sgarbi, L’arte vera non deve essere: è, (5) Il dizionario del Futurismo, a cura di Ezio in “Giuseppe Biasi”, Nuoro, 2001, p. 30. Godoli, Firenze, 2001, ad vocem. Biasi decorò anche Villa Argentina a Viareggio 56 CULTURA

Sculture ad Argenta

Antonio P. Sculture ad Argenta toscane. Più che imitazione è la fedele Torresi trasposizione degli elementi che si nota- Antonio P. Torresi no in molte case dei dintorni di Firenze e nella città stessa. Si ha l’impressione Prefissomi lo scopo di indagare la sta- di girare verso Settignano e di arrivare a tuaria esistente nel Comune di Argenta, villa Riccarda o alla Capponcina, di dan- mi sono accorto che essa è stata varia- nunziana memoria, per trovare riscontro mente analizzata negli ultimi anni, a del largo bugnato in pietra serena torno cominciare dalle sculture presenti nella a torno alle finestre arcuate e al corona- Civica Pinacoteca (1), per finire a quelle mento dei finti vasi fioriti. Nella villa non nella principale chiesa, dedicata a S. c’è nessun errore di proporzione perché Nicolò: dal monumento a don Giovanni il committente ebbe l’avvertenza di Minzoni, capolavoro novecentesco di importare il capo-mastro (del quale è Angelo Biancini (2), all’immagine del sconosciuto il nome) assieme alle mae- santo patrono (datata 1728), di recente stranze”(3). Ma il Malagù commette un recuperata dal cortile dell’Istituto di errore attribuendo questo singolare Beneficenza “Manica” ed ora posta nel- esempio imitativo di architettura filo- l’atrio della chiesa stessa. toscana alla committenza dell’agricolto- Ho quindi preferito, per presentare ai re Giuseppe Casazza, subentrato ai Pasi lettori de “La Pianura” qualche opera come proprietario dell’edificio negli anni inedita, rivolgere la mia attenzione alla Trenta. Più correttamente Giglioli scrive Vittorio Caradossi, medaglione di statuaria di tipo funerario, svolgendo che “la facciata è recente e fonda tutta Clementina Pasi. Cimitero di S. Nicolò. una ricerca in alcuni cimiteri del la struttura in un unico armonico con le Comune. Ma mentre a finestre arcuate e i finti vasi fioriti. La Boccaleone non ho ristrutturazione fu commissionata dalla rintracciato alcun’ope- signorina Pasi nel 1932 ad artisti fioren- ra, sono stato invece tini importando capomastro e mae- fortunato nel cimitero stranze” (4). di San Nicolò, la prima La signorina Teresa Pasi era l’ultima frazione argentana che discendente della nobile famiglia e per si trova partendo da far eseguire i medaglioni in marmo dei Ferrara. parenti defunti si rivolse per l’appunto a Sotto l’arco della nobi- scultori fiorentini. Sotto l’arco spicca le famiglia Pasi ho anzitutto il medaglione di Clementina infatti rintracciato ben Pasi, firmata “Prof. V. Caradossi. Firenze”: quattro sculture firmate quindi il ritratto marmoreo è anteriore al da importanti artisti 1918, anno della scomparsa di Vittorio operanti a Firenze nel Caradossi. Nato a Sesto Fiorentino nel primo Novecento. Ciò 1861, questo scultore, dopo aver fre- si spiega con la circo- quentato l’Accademia di Belle Arti di stanza che questa Firenze, ne fu nominato “accademico famiglia fosse alquan- corrispondente”(5). Il suo capolavoro è to legata all’ambiente il monumento allo scultore rinascimen- toscano. Malagù rac- tale Desiderio, collocato nel 1904 nel- conta che la loro villa l’omonima piazzetta di Settignano, di un di S. Nicolò venne tra- gustoso revival “neo-mediceo”. Ma sformata “nello stile Caradossi, che aveva esposto in impor- delle grandi magioni tanti mostre collettive a Parigi e San CULTURA 57

Francisco è soprattutto noto per la sua da aggiungere che attività di scultore funerario: ricordiamo furono anche filantropi: perlomeno la sobria figura della Fede di fronte alla chiesa di nella Cappella Salvadori e il busto bron- S. Nicolò sorge ancor zeo di Annunziata Dolfi, entrambi nel oggi l’”Asilo Pasi”, gesti- cimitero monumentale di San Miniato a to dall’Opera Pia Firenze, il medaglione marmoreo del Nagliati Braghini, men- celebre letterato Niccolò Tommaseo, nel tre la loro villa tosca- cimitero di Settignano e il cippo neggiante è oggi un Komapoblkon in quello degli Allori, alla piccolo ricovero per periferia di Firenze. anziane. L’inedita opera per S. Nicolò raffigura Un’altra opera di artisti una fanciulla elegantemente vestita e toscani ho rintracciato con il perfetto ovale impreziosito da gra- nel cimitero di Argenta: ziosi orecchini a pendente, con richiami si tratta della tomba al Verismo appreso dal suo maestro della famiglia Manica, Augusto Rivalta. ennesimi benefattori Lo scultore fiorentino maggiormente della zona, imparentati rappresentato sotto l’arco Pasi è però il con i nobili Zavaglia di più noto Alimondo Ciampi, che per S. Ferrara. Benchè non Nicolò eseguì il medaglione di Luigi firmato, il monumento Pasi, firmato e datato “Firenze. 1935” e marmoreo ricorda for- quello della consorte Angela, firmato e temente l’opera di due datato allo stesso modo; nella parte ornatisti toscani trasfe- ellittica del monumento funenario è poi riti in Romagna, ossia i un medaglione in marmo firmato e pisani Virgilio e Ranieri Alimondo Ciampi, medaglione di datato nel 1935 sempre dal Ciampi, Montanelli. Basti osservare le loro opere Luigi Pasi. Cimitero di S. Nicolò. che raffigura una giovane monaca non rintracciabili nel cimitero monumentale meglio identificabile, sovrastante il di Ravenna: molto simile al sepolcro medaglione di ignoto che effigia argentano è il disegno per la tomba Giambattista Pasi, scomparso nel 1864. Pileri-Brunetti di Ranieri, recentemente E’ comunque da rilevare che tutta la riprodotto (9). D’impostazione squisita- tomba Pasi versa in cattive condizioni: le mente neorinascimentale, il manufatto lettere bronzee con i nomi dei defunti presenta raffinate decorazioni floreali (i sono state in gran parte asportate, così fiori di papavero, palmette, ghirlande) come un medaglione marmoreo, raffi- sapientemente distribuite nel candore gurante Angela Rossi Foschi Pasi e ascri- del marmo. vibile, secondo il parroco don Angelo Ma l’opera più pregevole nel cimitero Zerbini, forse alla mano dello scultore argentano è il grandioso monumento mirandolese Enzo Nenci. dell’avvocato Giuseppe Vandini, altro Ricavati verosimilmente da fotografie, i benefattore: nel 1860 fece apporre a tre medaglioni del Ciampi non sono in proprie spese una balaustrata in ferro verità da annoverarsi tra i suoi capola- fuso nella parrocchiale di S. Nicolò, vori, tuttavia si fanno apprezzare per la mentre ancora oggi l’ospedale argenta- caratterizzazione psicologica, l’accura- no in via Nazionale è dedicato a tezza dell’esecuzione e la resa delle “Mazzolani-Vandini”. Il primo nome si stoffe degli abiti e dei capelli. riferisce a quello della moglie Emilia Alimondo Ciampi nacque a San Mauro Mazzolani, la quale commissionò il a Signa nel 1876 e morì a Firenze nel grandioso monumento funebre del 1939. Qui frequentò l’Accademia di marito nel 1891 allo scultore cesenate Belle Arti; realizzò numerosi monumen- Tullo Golfarelli, facendosi effigiare lei ti, espose in varie occasioni (ma nel stessa inginocchiata alla base in una 1924 fu presente anche alla Biennale di figura marmorea a grandezza naturale, Venezia) (6) e soprattutto si dedicò a affiancata ad un sarcofago ricoperto da composizioni di carattere liberty-simbo- rose e da una croce. In alto è posto il lista, come ha rivelato una recente retro- busto dell’amato consorte, dallo sguar- spettiva allestita nella chiesa di S. do nobile e incisivo. L’opera è in sintonia Lorenzo a Signa (7). con i moduli espressivi contemporanea- Per quanto riguarda i nobili Pasi (8), è mente diffusi a Ferrara dallo scultore 58 CULTURA

Luigi Legnani, mentre pare dissimile da altri monumenti, più sim- bolisti, nel cimitero monumentale di Cesena, come la tomba Mori e la cap- pella Roverella (10). Nella città romagnola lo scultore era nato nel 1852 e, dopo gli studi artistici compiuti a Roma, si trasferì defini- tivamente a Bologna attorno ai quarant’anni. NOTE Ma fu assai legato all’ambiente di Ferrara, città in cui nel 1906- (1) La Pinacoteca Civica di Argenta. 1907 realizzò il Catalogo generale, a cura di Monumento a Giordano Viroli, Bologna, 1987. Garibaldi (11) nei giar- (2) L. Scardino, Biancini nel ferrarese, dini di viale Cavour ed in “La Pianura”, n. 2, 2003. il “Busto di Giosuè (3) U. Malagù, Ville e “delizie” del Carducci con le nove Ferrarese, Ferrara, 1972, p. 61. Muse dolenti” nella (4) D. Giglioli, Argenta e i suoi dintorni, Biblioteca Comunale. II vol., Ferrara, 1984, p. 244. Nel 1913 espose in una collettiva alle- (5) A.P.Torresi, Scultori d’Accademia.

Tullo Golfarelli, tomba Vandini- stita al Palazzo dei Diamanti dalla socie- Dizionario biografico di maestri, Mazzolani. Cimitero di Argenta. tà “Benvenuto Tisi”. allievi e soci dell’Accademia di Belle Successivamente, poco prima di morire Arti a Firenze (1750-1915), Ferrara, (scomparve nel 1928) il cesenate ese- 2000, p. 43. guì nel cimitero di Cento il bronzeo (6) Il “Dizionario Faini”, a cura di monumento alla scrittrice Jolanda (12). Antonio P. Torresi, Ferrara, 1997, p. Ma fu attivo anche nelle località limitro- 61. fe: nel 1913 realizzò il medaglione (7) Alimondo Ciampi, a cura di Ornella bronzeo di Alberto Giolo, collocato a Casazza e Marco Moretti, Signa, Rovigo, in un padiglione dell’Ospedale 1998. Civile progettato dall’ingegner Antonio (8) F. Pasini Frassoni, Dizionario storico Mazza di Ferrara, come si apprende araldico dell’antico ducato di dalla “Gazzetta Ferrarese” del 23 aprile Ferrara, Roma, 1914, pp. 407-408, 1913, mentre in un recente articolo il 763. disegno è erroneamente attribuito all’in- (9) A. P. Torresi, Artisti toscani per il gegner Attilio Muggia (13). Cimitero Monumentale di Ravenna, in “Romagna arte e storia”, n. 64, 2002, p. 78. (10) R. Pieri, Lo scultore Golfarelli fra il Pascoli e il Carducci, Cesena, 1989, pp. 91, 97. (11) Un busto di Garibaldi di energica caratterizzazione espressiva e forse erratico, è conservato nel cimitero di Argenta, ma non è fir- mato. (12) L. Scardino, Alcuni ritratti di lette- rati, in “La Pianura”, n. 3, 1999. (13) A. Nave, Virgilio Milani e gli altri. La scultura nel Polesine degli anni Dieci, in “Libero”, n. 19, primavera 2002, pp. 3, 9-10. CULTURA 59

Le valli da Comacchio a Campotto, il Po da Stienta alla foce

La dolce malinconia di Marisa Carolina Occari negli affetti e nell’arte

i avevano colpito i modi coi quali salu- lezza e profumi. E di lato, oltre la rete metalli- Bruna Bignozzi tava il padre. Essi non contenevano un ca, l’annoso imponente ciliegio. Mcomune affetto filiale, ma qualcosa di Laggiù in fondo l’argine del Po, il cui fianco Le immagini sono tratte dal assai più ricco, qualcosa di straordinario. erboso mitigava il rosso del tramonto, impe- Catalogo: “Carolina Marisa Includevano un rispetto velato di malinconia dendo la vista dell’acqua che a quell’ora, si sa, Occari” Catalogo delle incisioni Ed. Marsilio 2004 che si manifestava, pur non detto, nel è infuocata dai raggi solari. A cura di Laura Gavioli momento del commiato. “Ci rivediamo presto” diceva lei salendo in Lui, il padre, quella sera, stava seduto davanti macchina. Lui annuiva con un piccolo cenno alla casa, su una seggiola bassa da cortile. Zitto del capo. e fiero nella sua tristezza. Sapeva che la figlia sarebbe tornata il prima Portava in testa un cappello di paglia leggero, possibile, per stargli vicino e per lavorare in come usavano gli uomini di campagna. E pace nel suo luogo d’elezione. indossava una giacchetta di lana nonostante il Infatti, proprio là, nella casa paterna, Marisa clima estivo. aveva iniziato a muovere i primi passi del suo La luce ormai vespertina ne sottolineava il pro- cammino d’artista. Dapprima con soggetti vari filo del volto, ingentilito dalla linea diritta del per poi approdare a quelli paesaggistici che, a naso greco. tutt’oggi, sono i suoi prediletti. Volgeva le spalle alla sua grande casa polesa- na dai camini sporgenti dai muri, che mi face- l Maestro, Giorgio Morandi, le aveva asse- vano pensare alla cucina del castello di Fratta gnato un compito, ossia lo studio di un par- di nievana memoria. Le imposte chiuse come Iticolare di una famosa incisione di Giovanni a riparo dall’afa pomeridiana, ma anche a dire Benedetto Castiglione detto il Grechetto (sec. che ormai tutte le donne se ne erano andate. XVII). Dapprima le ragazze, una ad una, per creare Raffigura “Diogene che cerca l’uomo”. Diogene nuove famiglie, poi la moglie, per un luogo di Sinope, detto il Cinico. Infatti, si dice, che senza ritorno. questo antico filosofo (V sec. a. C.) camminas- Il giardino che attorniava la casa era ricco di se, lacero, per le vie di Atene tenendo in mano piante: due grandi ontani dispensatori di una lanterna, in pieno mezzogiorno, mentre ombre, rosai fioriti dai colori decisi, cespugli di andava dicendo “ Cerco l’uomo”. ortensie rosa e azzurre, oleandri rossi dischiusi Non era impazzito anche se, pur con rispetto, ad ombrello, gerani rossobandiera, zinnie lo chiamavano “Socrate pazzo”. Egli si compor- composite dai forti petali, serenelle, gelsomini tava coerentemente al suo pensiero filosofico e un bianco caprifoglio dispensavano bel- che riduceva al minimo le necessità dell’uomo Zucca e pere, 2002 saggio e virtuoso. Da qui, appunto, la copia realizzata da Marisa, fedele al modello nella qualità del segno, ma travalicante la pura esercitazione. Essa, infatti, include un’impronta di sicura marca artistica, tanto che il Docente la elogiò affermando che quello era “il modo corretto d’incidere”. Una sera, la solerte allieva pensò di creare qualcosa che fosse al di fuori dalle mere prove accademiche. E, poiché disponeva di una lastrina di zinco, incise, di getto, un mazzo di garofani e di felci a mollo in un vaso. La luce era incerta, perché l’erogazione dell’e- lettricità in quella sua strada discosta dal paese andava a sbalzi, tuttavia non tale da impedirle di fare. L’indomani, sottopose il lavoro, pronto per la 60 CULTURA

stampa, al giudizio del Professore che, con un questo periodo, forse il più citato dai diversi leggero tocco del palmo della mano, tolse un osservatori. po’ di “patina” per conferirgli maggiore lumi- Sedute all’aperto, in quello stesso giardino fio- nosità. rito di cui si è parlato all’inizio, pudicamente Ne uscì una stampa delicatissima, una vera fili- coperte secondo l’uso di allora, esse sembra- grana, con variazioni chiaroscurali di notevole no cercare refrigerio, nella calda giornata estiva, effetto. appoggiando i piedi nudi sui pioli della seggio- Erano i primi anni Cinquanta, quelli della rotta la. del Po. Lavorano di fino, dando piccoli punti nel Il grande fiume, infatti, aveva spaccato gli argi- panno, con ago sottile, che, come un bulino, ni nel novembre del ’51, nei pressi di richiede concentrazione e delicatezza. Occhiobello, lasciandovi a lungo i suoi segni Quest’acquaforte, realizzata a puro segno, cioè luttuosi. Ma anche Stienta, il paese di Marisa, senza effetti chiaroscurali, è particolarmente non ne era uscito indenne. pregnante di significato, grazie all’eliminazione Tuttavia, dopo che la furia delle acque si era di qualche piccola angolosità, suggerita dal quietata e le ansie della gente si erano ricom- grande Maestro, per esaltarne quel senso rota- poste, pur nell’attesa che queste ricomincias- torio che dà grande armonia alla composizio- sero a defluire e il terreno sempre più ad ne. assorbirle, la Nostra ravvisò in quel singolare Nondimeno, quest’opera, sia come soggetto paesaggio un oggetto di ispirazione. sia come tipo di tecnica (come anche le altre Salì sull’argine e lo percorse, munita di lastre e di questo periodo) non avrà sviluppi. Non bulino, di fogli da disegno, matita nera, sangui- costituirà “il soggetto personalissimo”, ossia la gna e seppia. cifra dominante della sua cospicua produzione Lavorò per un lungo periodo realizzando varie artistica. incisioni e vari disegni che, oltre al pregio arti- stico, costituiscono, oggi, una testimonianza ell’anno 1954, Marisa conclude il ciclo storica di un tragico fatto naturale e umano. degli studi all’Accademia di Belle Arti di La campagna ricoperta dalle acque, inondanti NBologna. anche la parte più bassa delle case coloniche, Giorgio Morandi l’invita a ricoprire il posto della un uomo solitario che si dirige verso una gran- sua assistente che se ne va a Napoli, ma lei de stalla, i tronchi potati di alberi vedovi sono rifiuta. Si sente timida, forse inadeguata. In real- gli elementi di un’acquaforte che esprime tà, non riesce a staccarsi dal nucleo degli affet- molto efficacemente il senso di desolazione ti per intraprendere una vita da single nella città del luogo. di Bologna. Intitolata “Case ad Occhiobello”, essa si trova La sua famiglia e il suo ambiente padano la ora, insieme a diverse altre, presso l’Accademia legano a doppio filo, anche se in cuor suo dei Concordi di Rovigo,. pensa a Parigi che diverrà, poi, il sogno inap- Mentre, alcuni disegni, eloquenti più delle pagato per antonomasia. parole, premiati nell’ambito di una mostra per E’ giovane e bella, sottile e slanciata, ma non la ricostruzione del Polesine ( allestita in occa- più giovanissima avendo ripreso gli studi dopo sione della visita del Presidente del Consiglio una lunga interruzione. dei Ministri, Alcide De Gasperi) sono stati Infatti, all’età di dodici anni, i genitori l’avevano acquistati dalla Cassa di Risparmio di Rovigo. tenuta a casa da scuola per affidarle la cura delle sorelle più piccole. Era il destino di molte rattanto, le acque del Po, pian piano, si bambine delle classi sociali non abbienti. erano in gran parte ritirate e la vita quoti- Lei le accudiva con amore, ma nel tempo libe- Fdiana era tornata, più o meno, alla nor- ro “scarabocchiava” col carbone sui muri ester- malità. ni della casa perché non poteva trattenere la Le ferite materiali e umane si stavano rimargi- spinta espressiva che portava in sé. nando ed erano incominciati diversi lavori sia Creava degli strani murales che se ne andava- per riparare quanto era stato danneggiato sia no con la prima pioggia. Ma disegnava anche per costruire nuove opere, atte ad evitare l’e- su fogli, soprattutto in bianco e nero. ventuale ripetersi di una tale catastrofe. Finché un giorno, aveva ormai quattordici o L’animo di Marisa poteva, ora, rivolgersi verso quindici anni, arrivò, ospite, una cugina, Licia nuovi soggetti. A quei particolari soggetti, nutri- Bedani, che, novella Cimabue, notando il ti di profondi echi pascoliani. Quelli, cioè, degli talento naturale di cui la ragazza disponeva, affetti domestici, così importanti nella sua sen- s’impegnò affinché non andasse disperso. sibilità di donna da condizionare, in futuro, lo Così, con il consenso del padre che, ormai, si svolgersi della sua carriera artistica. era reso conto dell’inclinazione artistica della “Le sorelle che cuciono” è uno dei lavoro di figlia, la nostra giovinetta iniziò a frequentare CULTURA 61 lezioni private, dapprima presso l’architet- to Magoni, poi presso il pittore Nemesio Orsatti, nell’ambito stesso dell’istituto d’ar- te “Dosso Dossi” di Ferrara. Ma già al secondo ed ultimo anno di regolare scuola pubblica, fu lei la vincitrice del “Premio del Sindaco”, consistente in una pergamena e in una penna d’oro, ornata di roselline sbalzate. Di nuovo privatamente, si preparò a sostenere l’esame di maturità che conse- guì, a pieni voti, presso il liceo artistico statale di Venezia, grazie anche alle lezio- ni supplementari impartitele da un prete plurilaureato, parrocco a Gurzone. E, proprio nella favolosa città lagunare, avrebbe voluto frequentare l’Accademia, se non fosse stato per quel forte richiamo che esercitava in lei la produzione artisti- ca di Giorgio Morandi. Ma, ahimè, Morandi insegnava incisione all’Accademia di Bologna, quindi bisogna- va compiere una scelta, seppur conflittua- le. Optò per la città di san Petronio, consa- pevole di non poter perdere l’occasione della vita, ossia quella di divenire allieva di tanto Maestro.

veva fatto la scelta giusta perché, come ha scritto Vittorio Sgarbi, AMarisa “morandiana lo era di den- tro”, lo era “per elezione”. E, come di rimando, anche Morandi apprezzava quel suo talento in fieri, tanto che mise all’asta un suo quadro affinché non rischiasse di restare inespresso. Si profilava, difatti, un’eventuale interruzione degli studi, a causa delle precarie condi- zioni economiche della famiglia Occari. Così, un giorno, la nostra polesana venne invitata a recarsi nell’ufficio del Preside che le consegnò una busta contenente Diogene: omaggio al Grechetto, denaro. quali “assorbe idee, come fosse una spugna”. 1952 Egli, infrangendo la volontà del benefattore, ne Nel tempo libero si dedica alla lettura di testi svelò la fonte suscitando nella giovane gratitu- poetici e di testi teatrali, prediligendo, tra altri, dine ma anche molto imbarazzo. Rilke e Ibsen. Intanto, lei realizzava piccole incisioni che ven- Quando gli studi accademici stanno ormai per deva a una bottega di oggetti rari, la “Dominici” concludersi, Morandi le consiglia di procurarsi di via Farini, per mantenersi a pensione, nel un torchio, indispensabile per la stampa delle periodo in cui l’alluvione le impediva il pendo- lastre. Ma né lei né la famiglia dispongono del larismo. denaro per acquistarlo. Allora il Docente le In quel periodo, a Bologna, grazie alla sua chiede se, per caso, ha qualche parente mec- compagna di stanza, studentessa di lettere, fa canico. incontri culturali importanti. C’è un cugino che dispone pure di un’officina. Incomincia a frequentare il teatro “La Baracca” Il Maestro lo invita in Accademia, gli mostra il dove ha modo di vedere rappresentate opere torchio, gli spiega com’è fatto e come funziona di Shakespeare, di Pirandello, di Brecht. E dove in modo che possa costruirne uno per Marisa. ha modo di conoscere varie persone colte E il cugino lo costruirà, solido e ben funzio- (come ad esempio Andrea Emiliani) dalle nante come un Lefranc. 62 CULTURA

el 1958, dopo una lunga malattia che ritti sulle lunghissime zampe. le aveva impedito di lavorare, la nostra E’ primavera. Nei prati arginali di valle Santa i N giovane promessa si sposa con un fiori punteggiano la coltre verde. Sono tanti e compaesano, l’ingegner Claudio Zampini. variopinti, testimoniano il risveglio della natura. Ha già vinto una cattedra d’insegnante nella Più giù, verso la linea dell’orizzonte lontano, scuola statale e spera, finalmente, di potersi distese di genziane d’acqua e poi di ninfee, librare nel mondo dell’arte. aperte nel loro fulgore e intervallate dalle gran- Ma, nel giro di cinque anni, partorisce quattro di foglie peltate. figli che l’assorbiranno, tra altre, nelle cure Marisa ne è affascinata. Promette di tornare in materne pressoché a tempo pieno. quel luogo con bulino e lastrine di zinco per Con un telo copre di nuovo l’amato torchio, inciderle dal vivo. Pensa a Claude Monet, che quasi a nasconderlo, perché non può usarlo, dipinse quei fiori luminosi in tele sempre più se non per stampare qualche occasionale grandi per offrirle alla Francia come celebrazio- lastrina, incisa a scuola insieme ai ragazzi. ne della pace. Trascorrono così circa vent’anni di inattività arti- Le ninfee di Marisa sono, invece, preziose inci- stica. Marisa ormai è rassegnata alla rinuncia, sioni di piccole dimensioni che ricreano la son- quando, invece, una sua ex alunna del liceo tuosità del singolo fiore sbocciato. scientifico, la gorese Laura Gavioli, la convince Nondimeno, sono tutte le valli nel loro insie- a ricominciare. me, da quelle comacchiesi all’oasi argentana, La invita, ospite, a Goro e la conduce in giro che risvegliano, come d’incanto, la sopita sen- per le , di e di sibilità dell’artista polesana. Campotto: ogni giorno un posto nuovo. Prende, addirittura, alloggio presso una fami- “Quei luoghi mi affascinavano” affermerà glia che abita un casone e là, in tempi diversi, Marisa “ per la loro vastità, per la loro partico- realizzerà una ventina di splendide incisioni, lare conformazione, caratterizzata dai dossi e “pure e fantasiose”, come le definirà poi Tono dalle barene, per la varietà delle erbe palustri e Zancanaro. delle canne, per la fauna, così ricca di gabbia- Lavora con grande lena poiché sente risorto ni, di garzette e di altri diversi uccelli e per quel- l’antico vigore. Poi alterna i paesaggi vallivi con la luce così particolare”. quelli del Po che ama intensamente. Perché il Una mattina, le due amiche giungono quasi ad Po è il fiume della sua vita, sulle cui sponde è Anita, quindi all’argine del Reno che percorre- nata e cresciuta. Ne conosce i segreti, le piene ranno per un discreto tratto prima di inoltrarsi e le magre, le spiagge e le golene coi grandi nell’oasi di Campotto. pioppi, coi salici, con le robinie, coi cespugli di Osservano in silenzio il paesaggio per coglier- more, tonde e nere come chicchi d’uva. ne appieno l’armonia. Ed ecco un airone che Seduta, en plein air, fissa “il tutto” sulle sue sbuca da un canneto, e poi un altro e un altro lastre, grazie a quel segno speciale che il noto ancora: scorrono sull’acqua, tranquilli, verso la critico Paolo Bellini ha definito “nobilissimo, loro destinazione. robusto e capace di esprimere il linguaggio E, assai più oltre, su un isolotto vallivo un grup- che crea”. petto di fenicotteri dal collo torto, splendidi e Attualmente, Marisa Carolina realizza opere Valle Giralda, 1996 con vari soggetti, a seconda dell’inclinazione del momento e della possibilità o meno di spostarsi: paesag- gi padani o nature morte con ottimi effetti chiaroscura- li. Nel 2004 è stato pubblicato un catalogo completo delle sue opere per i tipi di Marsilio in Venezia. Un’opera importante che farà cono- scere quest’artista pudica ad un pubblico più vasto, grazie al lavoro meticoloso di ricer- ca della figlia Licia, all’espe- rienza della curatrice del catalogo Laura Gavioli e alla supervisione scientifica del professor Paolo Bellini. PERSONAGGI FERRARESI 63

Importante riconscimento conferito dal Comune di

Eros Giancarlo Cavazzini: un innovatore per la nostra agricoltura

l Sindaco del Comune di Jolanda di da subito le proposte di migliorie aziendali e Walter Matteucci Savoia, Valerio Casalicchio, ottemperando capisce appieno le potenzialità di una nuova Iad un voto unanime del Consiglio coltura per questo territorio: il riso. Questo Comunale, ha conferito al Dr. Eros Giancarlo perché trovandosi ad operare in un terreno Cavazzini la “Cittadinanza Onoraria” e quin- la cui gran parte è di rivenienza torbosa, la di l’appartenenza a questa comunità. risaia, e il suo gioco d’acqua, risulta forte- mente premiante per la rigenerazione della Chi è Eros Giancarlo Cavazzini? produttività agronomica dei terreni in quan- Oggi è un ancora giovanile 84 enne che to il dilavaggio asporta quella salinità salma- vive il suo tempo non privo di quegli inte- strosa che è caratteristica dei terreni torbosi, ressi nell’economia, nella cultura, nella e la cui salsedine altrimenti depositata socialità, financo con legami nella politica rende alla fine sterili e non più fertili. non manifesta, del territorio in cui ha radici Cavazzini farà del riso e della risaia il perno profonde. Cavazzini, per retaggio storico, è economico dell’azienda. Nei suoi bacini, per figlio di una cultura imprenditoriale agricola. un comprensibile intreccio di conoscenze Egli nasce a Copparo il 14 agosto 1920. proprie, si sono avvicendati agronomi, chi- Vive però anche a Ferrara e frequenta la mici, biologi, ricercatori universitari per rap- dotta Bologna nella cui Università consegue portarsi al come fare riso in un ambiente di il dottorato in scienze agrarie. Sin da subito coltura completamente diverso dalle tradi- è coinvolto e partecipe nella conduzione zionali risaie lombarde / piemontesi. Proprio dell’azienda agricola di famiglia, ubicata in nelle risaie di Jolanda di Savoia si è speri- quello sperso territorio della recente bonifi- mentato e appreso il diverso modo di “con- cazione ferrarese, una tenuta di circa 600 cimare”, in forza della ricchezza azotata del ettari a contane, frazione di quel Comune di fondo; altresì come modificato il dosaggio Jolanda di Savoia la cui costruzione statuaria degli erbicidi, poiché i principi attivi di questi era di recente formazione, scisso dal quasi si annullavano negli effluvi torbosi. E Comune di Copparo nel 1910 e che anda- in queste risaie il Dipartimento di Biologia va assumendo nel contesto della provincia Evoluzionistica e Sperimentale dell’Univer- Ferrarese rilevanza ed importanza nel sità di Bologna diede corso, in ragione dello campo agricolo e nella trasformazione di studio della Prof.ssa Franca Scanabissi alcuni sui prodotti, primo fra tutti la barba- Sabelli e del Prof. Stefano Tommasini, ad Il Sindaco di Jolanda di Savoia Valerio Casalicchio, in piedi, e alla bietola e quindi lo zucchero. una qualificata e mirata ricerca su una parti- sua sinistra il dottor Cavazzini Ma Cavazzini è un innovatore. Accoglie sin colarissima microfauna: gli “Entomostraci delle risaie ferraresi” Ma il Dr. Cavazzini si è speso anche in altre colture sempre con coraggio innovativo, cosa che cozza con il detto che ritiene il “contadino” propenso a rifuggire il nuovo. Nei suoi campi si sono avute le più diverse e impensate colture: dalle arachidi alla sag- gina (la cui spazzola, essiccata, viene usata per le scope); dalle sugose nere angurie di contane ai dolci meloni retati; financo alla floricoltura: i bulbi dei gladioli. Notevoli i riconoscimenti ottenuti dal Dottor Cavazzini nel suo mondo agricolo. Fra i tanti il premio “Spiga d’Oro” per i grani da seme e il “Premio nazionale al merito della tecni- 64 PERSONAGGI FERRARESI

Savoia, che pur aprì le sue porte nel 1920, ha ospitato ed accol- to tante autorità e figure di importanza e rilievo, e non solo del mondo dell’agricoltura, come nella serata di venerdì 28 novembre scorso. Risulta diffici- le anche darne un solo cenno di quanti risultavano mischiati nel folto pubblico. Ci proviamo. Alfredo Diana, l’ex ministro dell’Agricoltura, venuto apposita- mente da Napoli; l’On.le Alfredo Sandri, il parlamentare del terri- torio; Carlo Alberto Roncarati, il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara; Davide Nardini, l’assessore provinciale all’agricoltura, Sergio Lenzi, il Presidente della Fondazione ca agricola”, avuti dalla Fiera di Foggia nel della Cassa di Risparmio di Il Dottor Giancarlo Cavazzini mentre riceve il riconoscimento 1974. Ha ricoperto, e ricopre tuttora, nume- Ferrara; Paolo Bruni, il Presidente di del Consiglio Comunale di rosi incarichi nelle organizzazioni di catego- Confcooperative; Alfredo Santini, il Jolanda di Savoia ria, anche a livello nazionale. E’ stato vice- Presidente della Cassa di Risparmio di presidente dell’Unione Provinciale Ferrara. Molti sindaci di Comuni del ferrare- Agricoltori, presidente del sindacato provin- se, fra questi: Anna Bregoli (Cento), Daniela ciale Proprietari e Conduttori in Economia, Montani (), Maurizio Barbirati presidente dell’Ente Nazionale Risi e della (Tresigallo); nonché vicesindaci ed assesso- sezione nazionale della cerealicoltura nella ri all’agricoltura del territorio. Inoltre presi- Confederazione Nazionale dell’Agricoltura. denti di enti diversi: citiamo Dino Resca, Oggi è socio dell’Accademia Nazionale di presidente del Consorzio di Bonifica del I Agricoltura di Bologna, dell’Accademia dei circondario Polesine di Ferrara. Ma anche Georgofili di Firenze ed è consigliere di autorità religiose: Mons. Antonio Grandini, amministrazione della Fondazione della amministratore diocesano dell’Arcidiocesi di Cassa di Risparmio di Ferrara. Il Presidente Ferrara e Comacchio; autorità civili: il della Repubblica Italiana, Giovanni Leone, Viceprefetto Francesco Guagliata; autorità l’ha insignito dell’onorificenza di Cavaliere militari dei Carabinieri e della Finanza. E tutti del lavoro. i consiglieri comunali di Jolanda di Savoia a cui in definitiva competeva l’onere del voto Le ragioni profonde di questo riconosci- approvativi di questo riconoscimento. mento. L’evento, la serata ed i discorsi L’Amministrazione comunale che guida il Una sala quindi piena, anche di semplici cit- governo civico di Jolanda di Savoia continua tadini ben addobbata con tendaggi e vessil- a spendersi per dare visibilità e riconoscibili- li che richiamavano i colori statutari del tà al comune jolandino e promuove eventi Comune jolandino. L’Azzurro Savoia, alla cui ed iniziative che a questo sono confacenti. storica casata questo comune deve il pro- Non solo, ha mantenuto ben saldo per una prio nome; il Rosso, quale retaggio del promozione di un suo specifico caratteristi- Comune di Copparo, da cui Jolanda ha radi- co prodotto: il riso. E’ quindi comprensibile ce di rivenienza e il Giallo intenso del grano, leggere in questa iniziativa di conferimento che è nascita e scelta di cultura formativa della cittadinanza onoraria al Dr. Cavazzini, propria. anche una non scritta “politica programma- Egualmente richiamante il mondo dell’agri- tica”, che tende a valorizzare l’economia coltura è una grande tela che funge da sfon- Jolandina e nel contempo risultante pre- do del tavolo dei relatori, del codigorese miante quel mondo agricolo che è essenza Renzo Piccoli, che pittò, su commissione costitutiva del territorio di Jolanda di Savoia. degli organizzatori, in occasione della 1^ manifestazione delle “Giornate del Riso” nel Autorevoli i presenti all’evento settembre del 1990 – conservata nel palaz- Forse mai il teatro comunale di Jolanda di zo municipale – e che ben si inquadra nel PERSONAGGI FERRARESI 65 contesto di questa serata che celebra “Una silenzioso e ben attento. “Questo è il titolo vita spesa in risaia”. di una serata che sento mio e che mi grati- Una serata ed una manifestazione che fica perché è stata veramente la mia vita e viene aperta dallo scampanellio formale del perché questo premio mi è dato con amore Sindaco, dal rituale d’obbligo del “notaio” dalla gente di Jolanda di Savoia, a cui ho della seduta, il Dr. Maurizio tedeschi, segre- sempre portato rispetto”, Il pubblico, tutto, tario del Comune di Jolanda di Savoia, il applaude Cavazzini. Sicuramente è un quale dà lettura di un telegramma di parte- applauso esteso anche a quel mondo che cipazione all’evento inviato dall’On.le ha costruito questo paese, anche con fati- Giacomo de Ghislanzoni Cardoli, presidente che inimmaginabili oggi, nelle risaie e nei della Commissione Agricoltura della Camera campi. dei Deputati. In questo, de Ghislanzoni, rin- Ed è lasciato ad un giovane di Jolanda di grazia Cavazzini “per il suo impegno per la Savoia, Paolo Menegatti, il “Sindaco dei tutela del territorio, per il suo rapporto con ragazzi”, il privilegio e l’onere di consegnare la terra che vive e che si deve conquistare le chiavi di Jolanda di Savoia al Dr. Cavazzini. ogni giorno”. Un riconoscimento a chi ha operato sin da Ed è il Sindaco che dà compiutezza alle ieri per la Jolanda di oggi, dato da chi, ed è ragioni della serata. “Questo riconoscimento un augurio, dovrà contribuire a costruire la mi auguro possa, in qualche modo – dice il Jolanda di Savoia di domani. Sindaco – ripagare la dedizione e la tenacia che un nostro concittadino ha riposto nella propria attività lavorativa. Nel contempo deve significar eun impegno reciproco per- ché il legame iniziato tanti anni fa con il nostro territorio, con la gente di Jolanda di Savoia non si interrompa e che la concre- tezza della tua esperienza rimanga anche da esempio per gli anni a venire”. Viene poi proiettato un filmato, che è una esaustiva intervista a Cavazzini di Daniela Bighinati, in cui si ha compiutezza del per- corso di vita di Giancarlo Cavazzini. Poi gli oratori ufficiali. Mario Guidi, il Presidente dell’Unione provinciale agricolto- ri, che porta, nonostante la giovane età, la ragione profonda per cui si celebra questo imprenditore che ha saputo costruire nella sua azienda, nel mondo associativo, sempre con spirito innovativo. “Egli mi è stato mae- stro – dice il presidente – per la guida dei miei incarichi., per capire il gusto della terra”. Similmente di riconoscenza dei meriti a Cavazzini è stato l’intervento di Roberto Soffritti, già Sindaco di Ferrara. Intervento tutto giocato sulla politica sottile di chi tesse nuovi limiti e impegni e che riconosce a Cavazzini quelle aperture che hanno saputo creare “climi collaborativi fra attori di campi diversi, di cui sicuramente anche oggi se ne intravede la necessità”.

La commozione dell’imprenditore,dell’uo- mo Comprensibilmente, quando prende la parola lo stesso Cavazzini è emozionato e commosso. Gli viene riconosciuta, e in que- sto modo e in pubblico, una correttezza pro- fessionale e morale. “Una vita spesa in risaia”. Dice Cavazzini ad un pubblico ora 66 CAMERA DI COMMERCIO

“Avere 20 anni nel 2020”. Scenari socio-economici in provincia di Ferrara Andrea Gandini l CDS (Centro Documentazione Italia) in anni il sistema universitario italiano – che è e Chiara Bertelli collaborazione con l’Ufficio Studi della nel vivo dell’attuazione della riforma degli ICamera di Commercio di Ferrara e con il ordinamenti didattici – si è caratterizzato per CMCS (Centro per la Modellistica, il Calcolo un forte aumento delle immatricolazioni e e la Statistica) dell’Università di Ferrara, ha dei laureati. Ciò avviene a fronte di una con- realizzato una ricerca per conto tinua riduzione del numero di diciannoven- dell’Amministrazione Provinciale in cui sono ni, cioè di coloro che hanno l’età “normale” prefigurati i principali scenari al 2020, con per iscriversi all’università, che negli stessi l’obiettivo di offrire all’istituzione pubblica le tre anni di applicazione della riforma sono migliori condizioni conoscitive per fare fron- diminuiti del 5,3% rispetto all’anno antece- te alle sfide future e predisporre azioni effi- dente la riforma. caci e anticipatrici, senza subire gli avveni- In questo arco di tempo è aumentata sia la menti. “propensione” degli studenti a conseguire la Alcune domande, sottostanti l’indagine, maturità, sia la tendenza a non fermarsi al sono le seguenti. titolo di studio di scuola media superiore. Ci sarà lavoro per i nostri giovani nel 2020? Tutto questo è avvenuto anche a Ferrara. E soprattutto, ci sarà una quantità di lavoro Ciò evidenzia l’attenzione che gli studenti e qualificato sufficiente per i nostri giovani che le famiglie italiane riservano all’investimento in misura sempre maggiore si iscrivono in istruzione. Si pongono altresì le basi per all’università e si laureano? Non rischiamo di una sempre maggiore presenza nella socie- avere una situazione esplosiva al 2020, con- tà e nel mercato del lavoro di soggetti più siderando l’attuale modesta domanda di qualificati in rapporto alla popolazione e alla lavoro di laureati che proviene dall’econo- forza lavoro attiva. Il “ritardo” di istruzione mia locale? che caratterizzava i ferraresi rispetto agli ita- Crescerà ancora l’occupazione in provincia liani non c’è più. Oggi anche molti figli di di Ferrara? Quale sarà la struttura occupazio- famiglie non agiate si iscrivono all’università nale al 2020. Quali settori avranno una cre- ed ottenere la laurea è un obiettivo ambito scita maggiore di occupati? Quali un calo? per molte famiglie che non hanno mai Quale sarà la struttura demografica? avuto un laureato tra i propri famigliari. Un Eventualmente quanti saranno gli immigrati, ferrarese su tre ormai si laurea: in tal modo di quali età e sesso, di quale provenienza Ferrara si colloca (ma anche l’Italia) nella etnica, quali lavori faranno? media europea per scolarizzazione terzia- Cosa si può fare per rendere più appetibili ria/universitaria. lavori che nessuno vuol fare, come l’infer- miere, il muratore o alcune lauree come fisi- La domanda di lavoro sia della provincia di ca, matematica …? Ferrara che dell’Italia non è cresciuta in Quali saranno le principali sfide che l’eco- modo altrettanto impetuoso. Solo, infatti, la nomia e la società ferrarese si troveranno di metà circa dei laureati troveranno lavoro in fronte? provincia di Ferrara nei prossimi 5-7anni, in L’assetto attuale scolastico e universitario quanto la pur evidente crescita di occupati sarà ancora adeguato alla crescita dell’eco- laureati non tiene il ritmo di un’ascesa così nomia e della società locale? repentina. Laurearsi significa tuttavia avere Ci sono azioni, alla luce delle nuove sfide, in opportunità di lavoro (specie se si è dispo- particolare nella filiera dell’istruzione e for- sti a muoversi da Ferrara) non inferiori a mazione professionale, che vale la pena di quelle disponibili con altri titoli di studio e anticipare? nel lungo periodo dà più garanzie. Già nel prossimo decennio ci saranno più L’analisi mette in evidenza che negli ultimi 3 opportunità di lavoro per i nostri giovani lau- CAMERA DI COMMERCIO 67

cheranno diffi- DOMANDA DI LAVORO IN PROVINCIA DI FERRARA PER LAUREATI E coltà di reperi- OFFERTA DI LAUREATI FERRARESI DAGLI ANNI SESSANTA AL 2020 mento anche perché dimi- nuirà l’offerta di diplomati dagli Istituti Tecnici e solo dal 2017 ini- zierà ad esse- re significativo l’apporto di diplomati figli (seconda generazione) degli attuali Fonte: Cds immigrati (oltre cento reati, ed esse cresceranno più ci avvicinere- all’anno). mo al 2020, quando ci sarà carenza per I settori che hanno un forte fabbisogno di alcune lauree tecniche, così come oggi immigrati sono: edilizia (46% delle doman- avviene per gli operai. Il tasso di disoccupa- de di regolarizzazione nel 2003 a Ferrara), zione per i nati a Ferrara si ridurrà ulterior- commercio (15%), industria metalmeccani- mente e raggiungerà i livelli minimi già rag- ca (11,7%, operai generici), agricoltura giunti nelle province forti dell’Emilia- (8,6%, operai), abbigliamento (4,7%, ope- Romagna. raie), trasporti (2,6%, autisti e facchini) ed altri settori (fornai, colf, badanti,...). La principale ragione di questo migliora- Nonostante la massiccia entrata di immigra- mento della situazione occupazionale è ti la popolazione complessiva si ridurrà di 14 dovuta a quattro fattori: mila unità arrivando a 325 mila abitanti nel • la struttura professionale dell’occupazione 2019, mentre i ferraresi in età di lavoro dai si qualificherà e la quota di assunzioni di 30 ai 44 anni scenderanno dagli attuali laureati quasi raddoppierà rispetto ad oggi; 81mila a 58mila, creando maggiori oppor- • l’occupazione sarà ancora in lieve espan- tunità anche per le giovani donne in età di sione; lavoro. Ciò determinerà, come conseguen- • ci sarà una forte riduzione dell’offerta gio- za, un incremento del fabbisogno di servizi vanile di ferraresi. I giovani nella fascia di all’infanzia. età da 19 a 24 anni si ridurranno del 9%; Crescerà l’importanza della scuola ma il suo • ci sarà una forte riduzione della popolazio- “monopolio” culturale si attenuerà, nel ne in giovane età lavorativa 30-44 anni senso che crescerà la certificazione delle (-28%) che accentuerà la richiesta di gio- competenze e delle conoscenze derivante vani. da altri contesti extrascolastici, accentuando Per quanto riguarda la domanda di perso- una tendenza già oggi individuabile. nale tecnico o con qualifica operaia si verifi-

POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROVINCIA DI FERRARA PER MACRO CLASSE D’ETÀ– PREVISIONI AL 2019

Classi di età 2004 2007 2010 2013 2016 2019 Var. ass. Var. % 2019-2004 2019-2004 0-14 33.555 33.994 34.366 34.395 33.670 32.276 -1.279 -3,81 15-29 48.366 42.419 39.075 38.344 38.830 40.429 -7.937 -16,41 30-44 80.954 80.467 76.753 70.637 64.280 57.879 -23.075 -28,50 45-64 97.417 97.821 100.828 102.796 104.645 107.568 10.151 10,42 65-79 64.203 64.122 62.914 62.924 63.116 62.559 -1.644 -2,56 80 e oltre 23.087 25.641 27.460 29.413 31.222 32.691 9.604 41,60 Totale 347.582 344.464 341.396 338.509 335.763 333.402 -14.180 -4,08

Fonte: Cds 68 CAMERA DI COMMERCIO

L’Università svilupperà in modo crescente delle singole professionalità. un raccordo con le imprese (anche locali) e Sono in forte aumento le immatricolazione con le sedi della ricerca applicata, e si ai corsi umanistici mentre sono pochissimi potrebbe qualificare con il progetto Pil, gli iscritti ad alcuni corsi scientifici (Fisica, dando l’opportunità ad una percentuale cre- Matematica, Scienze Infermieristiche, etc.). scente di laureati di effettuare una prima Ciò porterà ad una carenza rilevantissima di esperienza di lavoro. L’Università ferrarese queste ultime figure, alcune delle quali non potrebbe in tale modo diventare, anche per facilmente sostituibili con gli immigrati. Per questa iniziativa, un ateneo leader in Italia e esempio, per insegnare fisica e matematica in Europa. alle superiori ci si può servire degli indiani Nelle scuole superiori si svilupperanno per- immigrati ma è necessario che conoscano corsi di integrazione con le imprese in la lingua italiana, altrettanto dicasi per gli modo da apprendere anche da altri contesti infermieri, la cui carenza determinerà acute e rafforzare la conoscenza dei processi pro- crisi di assistenza anche negli ospedali. Per duttivi. Si svilupperanno, inoltre, nuove questi corsi occorre trovare soluzioni e modalità di insegnamento che si basano incentivi, sia economici, sia di maggiori meno sull’approccio frontale e tradizionale e opportunità in termini di lavoro all’uscita, sia più sulla capacità di formazione e coinvolgi- formule intelligenti di apprendimento. Noi mento degli studenti. Si svilupperanno infi- proponiamo, per esempio, un’estensione ne programmi di scambio con altre scuole specifica del PIL (Piani di Inserimento europee affinché l’apprendimento della lin- Lavorativo) a questi corsi. Più ancora del gua straniera avvenga attraverso un periodo numero chiuso o programmato o di riduzio- significativo di presenza nel paese madrelin- ne nelle rette, potrebbero essere infatti utili gua. politiche attive come i PIL, che danno bene- Tale sviluppo si potrebbe contestualizzare fici in termini di prima esperienza di lavoro, all’interno di uno scenario di Ferrara “città- di un percorso di apprendimento che alter- scuola”, dove vi è buona integrazione tra il na teoria e pratica, che consente un rapido sistema scolastico, accademico e delle inserimento nel lavoro. Un incentivo a cor- imprese. E’ prevedibile lo sviluppo di solu- reggere il mismatch potrebbe essere quindi zioni qualificate e innovative per alcune quello di favorire l’accesso a quelle lauree mansioni e profili professionali, accompa- che si stima saranno carenti nel decennio gnati da una concreta azione di orienta- prossimo. Sarebbe inoltre opportuno favori- mento verso le famiglie, gli studenti e da re l’accesso a queste lauree in un’ottica di incentivi per le professioni nuove e più riduzione dei tempi di attraversamento (1), carenti (muratori specializzati, ingegneri per con un sistema di crediti formativi che eviti l’energia rinnovabile, alcune professioni dei di ripetere nella laurea triennale parte degli servizi pubblici, infermieri, biotecnologi, studi effettuati alle superiori, agevolando e bioinformatici,…). abbreviando il percorso di uscita universita- rio. Ciò implica un sistema di crediti che La ricerca oltre a prefigurare i principali sce- favorisce l’ingresso in corsi universitari che nari di sviluppo, sulla base degli elementi di hanno coerenza con le scuole di provenien- partenza, cerca di offrire possibili indirizzi su za, orientando in tal modo al percorso di cui è necessario riflettere. apprendimento. Gli occupati italiani e ferraresi hanno tassi di Un incentivo all’innalzamento dell’istruzione istruzione inferiori alla media europea (10% può venire nel favorire l’accesso a queste di laureati rispetto a 13% in Europa e 16% lauree (ma anche ai diplomi, come mostra nella media Ocse). Ogni politica tesa a favo- l’esperienza in forte crescita dell’Istituto rire l’accesso di adulti già occupati al diplo- Tecnico a Ferrara) di lavoratori già occupati ma e alla laurea è particolarmente racco- da 5 -10 anni in certe professioni che pos- mandato. Sarà, pertanto, necessario agevo- sono far valere crediti formativi e laurearsi lare tali occupati con crediti da lavoro. Inoltre con un percorso di studi abbreviato (per ogni politica tesa a favorire l’inserimento, esempio due anni anziché tre). Queste pra- anche temporaneo, di laureati (anche attra- tiche potrebbero gradualmente estendersi a verso incentivi economici) stimola soprattut- tutti i corsi di laurea e favorire l’immigrazio- to le piccole imprese a non rinunciare a ne più qualificata per titoli di studi. questa prospettiva che ha un ruolo positivo L’invecchiamento della popolazione è un sia come crescita del potenziale di compe- processo in atto. Le donne sopra i 64 anni tenze soprattutto di carattere innovativo costituiscono già un quarto della popolazio- delle aziende, sia come percorso di crescita ne. Nonostante il calo dei giovani che si pre- CAMERA DI COMMERCIO 69

TASSI DI PASSAGGIO DEI 14ENNI RESIDENTI A FERRARA NEL DIPLOMA E LAUREA DAL 2003 AL 2019 Anno Diplomati Dipl. Tot. TOT. Qualificati Qual. o TOT TOT. Anno % % % Tot giov. di dipl. Fe Immigr. Diplom diplomati o non non dipl. Qual. e Laureati di qualif. e Diplomati Laureati Ingresso in ingresso diplomati Immigrati non dipl. laurea non dipl. nel Mdl nel MdL 2003 1765 1765 1141 472 472 1.138 2003 21,9 38,5 39,7 2.870 2004 1606 1606 914 476 476 1.084 2004 22,1 35,9 42,1 2.576 2005 1590 1590 853 476 476 1.006 2005 23,4 35,7 40,9 2.463 2006 1528 1528 757 464 464 938 2006 23,4 35,8 40,7 2.302 2007 1471 1471 676 432 432 877 2007 22,1 39,2 38,7 2.266 2008 1549 1549 799 403 403 830 2008 22,7 37,4 39,9 2.079 2009 1577 1577 808 392 392 791 2009 23,0 38,7 38,3 2.066 2010 1626 8 1634 882 368 7 375 755 2010 23,8 38,6 37,7 2.003 2011 1671 16 1687 950 357 22 379 739 2011 24,0 37,8 38,2 1.935 2012 1625 25 1650 876 352 39 391 721 2012 21,8 41,8 36,4 1.981 2013 1584 35 1619 830 349 55 404 712 2013 20,4 43,7 36,0 1.980 2014 1611 47 1658 845 321 73 394 714 2014 19,6 45,3 35,1 2.033 2015 1580 61 1641 805 321 93 414 725 2015 18,8 46,3 34,9 2.076 2016 1609 75 1684 857 309 113 422 739 2016 19,4 44,6 36,1 2.047 2017 1664 92 1756 951 305 135 440 751 2017 20,1 42,8 37,1 2.027 2018 1728 110 1839 1006 284 151 434 754 2018 20,3 43,5 36,3 2.080 2019 1673 137 1809 979 267 174 441 743 2019 20,2 43,7 36,1 2.055 716 2020 20,5 45,7 33,8 2.118 Fonte: Cds sentano sul mercato del lavoro e la difficol- la transizione dalla disoccupazione, tramite tà delle imprese a reperire alcune professio- formazione (4), al lavoro. Le scuole supe- ni, vi è una percentuale crescente di lavora- riori e la formazione professionale possono tori adulti (2) (soprattutto donne) che non svolgere un ruolo di riqualificazione. trovano lavoro. La crescente turbolenza eco- Se la situazione oggi riguarda in prevalenza nomica (fasi rapide di espansione e contra- i locali, in futuro il fenomeno riguarderà zione con esuberi) colpisce i lavoratori più anche gli immigrati, almeno coloro che deboli. Le difficoltà a ricollocare questi lavo- hanno modesti studi e qualifiche. Un’altra ratori e la modestia delle politiche attive, sfida riguarderà l’approccio personalizzato, ipotizzano crescenti difficoltà per gli adulti/e, in quanto le varie etnie (come ci viene indi- specie se con basse qualifiche e bassa sco- cato dalla letteratura esistente) hanno diver- larità. Politiche di Workfare( 3) favoriscono si gradienti di “adattabilità” al lavoro.

NOTE

1 In Italia si va all’università un anno dopo che negli altri paesi europei e Nord americani. 2 L’Italia, l’Emilia-Romagna e Ferrara hanno uno dei più bassi tassi di attività dai 55 ai 64 anni in Europa. 3 Di notevole interesse sono alcune esperienze di altri paesi, come la Gran Bretagna. Il New Deal for Young People, sistema rappresentativo della filosofia dei programmi di workfare, agisce, per esempio, su due fronti: da un lato, stabilisce per lavoratori e imprese gli incentivi o disincentivi volti ad attivare flussi in uscita dalla disoccupazione verso lo stato di occupazione; dall’altro, ma questa volta agendo solo dal lato dei lavoratori, cercando di migliorare l’attrattività dell’opzione partecipativa al lavoro rispetto a quel- la dell’inattività. In tale esperienza, il paradigma “adattabilità” diventa costitutivo: per l’impresa agendo sui meccanismi di sgravio, incentivi e riadattamento organizzativo interno continuo; per il lavoratori agendo sulle motivazioni individuali, su una ri-calibratura delle competenze, sulle risorse morali connesse alle capacità di rinnovarsi e mettersi in gioco umanamente e professionalmente. 4 Supporti motivazionali e per l’autostima personalizzati (bilancio di competenze in ingresso e in uscita dall’esperienza, un portfolio con crediti da lavoro che ne aumenti le chance per ulteriori impieghi,…). 70 CAMERA DI COMMERCIO

Una ricerca condotta nella Biblioteca della Camera di Commercio

Pensieri di igiene rustica

Giorgio el 1843 nel palazzo Villa il Comune modello, pubblicizzasse gli esercizi scolastici Mantovani di Ferrara apriva la nuova scuola o accademici e diffondesse nei paesi i primi Nagraria.Già alla fine del secolo prece- rudimenti agrari anche attraverso semplici dente si era istituita in città una Accademia conoscenze fornite ai maestri comunali. agraria,ed erano seguite scuole di agricoltu- Con la scuola agraria si iniziarono a propor- ra, ma tutte quelle iniziative per una serie di re anche conferenze scientifiche considera- coincidenze sfavorevoli si erano interrotte. te un mezzo efficace non solo per migliora- Nell’Ottocento, dopo che in altre regioni re la prosperità dell’agricoltura, ma anche meno produttive della provincia ferrarese si per accrescere la popolazione agricola dimi- erano avviati studi agrari, lottando contro nuendo così il numero dei poveri. Secondo pregiudizi e cattive consuetudini, si capì che una inchiesta agraria la popolazione rurale anche il nostro territorio, da molti decantato del Comune si aggirava sulle quarantamila per la sua fertilità, poteva essere suscettibile unità e tra queste c’erano 328 fittavoli, di miglioramenti 1251 mezzadri, 4962 boari e circa 1251 Molti erano gli elementi su cui si poteva operanti giornalieri metà dei quali obbligati operare: l’imperfezione degli strumenti agra- e metà disobbligati. ri e in particolare dell’aratro; la scarsa cura Tra le varie conferenze proposte ci furono dei buoi obbligati a pascolare per molte ore quelle tenute da medici. L’intervento dei dopo le fatiche sui campi e questo provoca- sanitari non era casuale ma perseguiva una va costipazioni, infiammazioni, malattie; la precisa finalità: nei primi decenni dell’otto- scarsa coltura degli alberi e delle viti, la pre- cento la figura del medico era circondata da coce raccolta dell’uva e l’imperizia nella fab- diffidenza, sospetto, ostilità, rifiuto. Per vin- bricazione dei vini; l’errata rotazione delle cere questa generale disistima non solo in colture, l’imperfetta raccolta della canapa e Italia ma anche in Europa e per battere una l’abbandono dei prati. accesa concorrenza di numerosi ciarlatani di A tutto quello si aggiungevano gli aspetti tutte le specie- erboristi, omeopati, chirurghi igienici e legali come la cattiva costruzione ortopedici, operatori erniari, guaritori delle di fabbricati bassi, umidi, insalubri sia per gli malattie veneree e degli stessi farmacisti uomini che per gli ani- mali; il trascurato scolo delle acque e la scarsa igiene dei pozzi; la carenza o mancanza di disciplina per i coloni e di legislazione relativa alla proprietà. Nel Ferrarese c’erano in verità pochi e avveduti agricoltori che tentavano di eliminare dai loro fondi i problemi soprain- dicati, e talvolta avevano pubblicato i risultati otte- nuti, ma mancava la scuola che evidenziasse gli errori nelle colture,

“Dopo la Fatica” - Leon realizzasse lezioni speri- Augustin Lhermitte mentali sopra fondi CAMERA DI COMMERCIO 71 che fornivano consulti- si decise di stampare trattati, prolusioni acca- demiche, catechismi e galatei con l’obiettivo di evidenziare il medico ideale. Gli estensori dei galatei riservarono una particolare attenzione alle comunicazioni tra medico e pazienti. Se il dottore voleva distin- guersi dai ciarlatani la sua elo- quenza doveva essere “chiara e limpida”, usare un linguaggio che seppur rigoroso doveva essere compreso da tutti. La medicina nella prima metà dell’Ottocento versava in una profonda crisi di crescenza perché erano ancora lontani i successi della batteriolo- gia. Tuttavia, nonostante che le terapie fossero ancora per lo più efficaci, il sapere medico stava vano diminuire il numero e la gravità delle “Falciatori” Arnaldo Ferraguti - acquisendo nuove rivoluzionarie metodiche malattie che affliggevano le nostre terre con Olio su tela - 1908 per esaminare l’organismo malato. rilevanti danni per l’agricoltura. A tutti erano evidenti le statistiche della mor- Nel 1849 la scuola di agricoltura chiamò un talità: la metà dei morti comprendeva bam- medico per la conferenza: ”Pensieri d’igiene bini da 1 giorno a 7 anni, diminuiva dai 7 ai rustica per la provincia di Ferrara”. 20, ricresceva dai 20 ai 30 proprio nel perio- Dall’osservazione di quanto avveniva nelle do in cui l’organismo doveva essere più varie località e dalla conoscenza delle abitu- forte, diminuiva dai 30 ai 40 perché c’era dini dei coloni risultò che in estate si dormi- più cura per il corpo e ancora robusti ci si va quasi sempre sulla nuda terra e all’aper- difendeva dalle malattie che causavano la to per godere la brezza notturna. Se questo morte, poi dopo i 40 per il peso delle fati- era giustificato per chi voleva difendersi dai che si diventava più sensibili alle varietà ladri del bestiame o dei raccolti o per chi delle stagioni, alle intemperanze, alle circo- svolgeva lavori per la canapa, per gli altri era stanze meteorologiche contrarie alla salute solo una usanza che causava raffreddamen- pubblica. Pochi invece nel mondo agricolo ti del corpo sudato con conseguenti febbri conoscevano le norme igieniche che pote- intermittenti spesso di origine reumatica.

“Le spigolatrici” Arnaldo Ferraguti - Olio su tela - 1908 72 CAMERA DI COMMERCIO

Un’altra errata abitudine era di bere acqua ammalava. A quella situazione si sarebbe abbondante e fredda quando si era sudati e potuto trovare una soluzione offrendo a chi ciò causava spesso coliche letali che porta- era dotato di forze sufficienti dei lavori di vano alla morte anche i più giovani. scavo negli scoli, di disseccamento delle In autunno il pericolo maggiore derivava paludi, di miglioramento delle acque potabi- dalle acque stagnanti e putride dei maceri e li. quegli effluvi associandosi a quelli delle Alla conclusione della conferenza il medico paludi provocavano malattie respiratorie. propose alcune considerazioni personali. ”Il C’era in verità una legge sanitaria che fissa- primo interesse dell’umanità è quello di esi- va le epoche di espurgo dei maceri, ma stere con robustezza e salute e tutte le pochi le rispettavano e quei proprietari che generazioni si succedono uguali e ardenti di la osservavano procuravano ai coloni inten- questa brama, disputandosi ancora il prima- se sofferenze per l’alternanza di caldo e to nell’impresa, non tutti ugualmente felici. freddo con danni sicuri per la salute dei Ai contadini la natura ha donato una robu- coloni. stezza invidiabile, se la classe colonica Un altro pericolo che provocava malattie reclama nei suoi patimenti dei vantaggi ne gastrointestinali era l’abitudine a pescare e ha tutto il diritto, ma per migliorare la situa- cucinare la gran quantità di pesce che si tro- zione è necessario che anche i ricchi pro- vava in diverse località dove le acque sta- prietari collaborino, perché una società si gnavano o le correnti erano ridotte. Ma la può definire libera quando tutti contribui- fame era tanta e tale che ci si cibava anche scono al bene comune”. A quel bene comu- della carne degli animali bovini morti per ne provvederà anche una legge che verrà malattie e per questi la carne veniva divisa promulgata nel 1888 col titolo “Sulla tutela tra le famiglie con diritto di preminenza. Se dell’igiene e della sanità pubblica”, si cree- in città esistevano delle leggi sanitarie a tute- ranno così gli strumenti necessari per una la dei cittadini queste non trovavano appli- gestione tecnicamente corretta della sanità cazione nelle campagne. con la speranza di combattere la tisi, la scro- In inverno i problemi di salute derivavano fola, la rachitide, la pellagra, il colera, il vaio- dalle abitazioni umide, male ventilate, con lo e la difterite, malattie che dimostravano stanze troppo piccole e fredde e al freddo anche dopo l’unificazione politico territoriale venivano inviati spesso i figli all’accattonag- che il “paese reale” era un paese malato. gio per un po’ di pane. Con la legge non si sarebbero risolti tutti i Con il risveglio della natura in primavera problemi sanitari della nuova Italia, ma la anche per i coloni nascevano nuove spe- legge di riforma non avrebbe mancato di sti- ranze e forze, ma spesso poiché i granai molare in molti grandi e piccoli comuni un scarseggiavano si riduceva la frugale mensa grande risveglio e un altrettanto ampio entu- colonica e la famiglia intristiva, deperiva, si siasmo per le opere di risanamento.

“L’aratura” Luigi Gioli - Olio su tela -1854 CAMERA DI COMMERCIO 73

Un secolo di infrastrutture nel nostro territorio

Un progetto di recupero sul patrimo- nio documentario della Camera di Commercio Sonia Monesi Curatrice della a Camera di ricerca Commercio di Ferrara Lmetterà a disposizio- ne del pubblico, all’interno della propria Biblioteca, un’intera sezione dedicata alle opere infrastrutturali della provincia di Ferrara. E’ un’occasione per rendere ulteriormente specialistica l’offerta bibliografica a dis- posizione dell’utenza, e che completa le restanti sezioni tematiche dedicate alla navigazione e trasporti nonché al turismo, geogra- fia ed economia, non trala- sciando le notizie ed approfondimenti che sul- l’argomento sono rinveni- bili negli articoli pubblicati su “La Pianura”. A causa di una serie di tra- sferimenti a cui sono stati sottoposti gli uffici della Camera di Commercio, diveniva attuale il pericolo della dispersione di tale materiale, per lo più dislo- cato nei vari archivi came-

rali e senza costituire un insieme organico. Oggi, questo squarcio sull’economia ferrare- se potrà essere utilizzato da ricercatori, pro- fessionisti del settore, da laureandi e da tutti coloro che possono nutrire interesse in merito. Quest’esigenza di recupero, selezione, sal- vaguardia, e, infine, catalogazione di mate- riale d’archivio nel settore delle infrastruttu- re ha costituito il fondamento del progetto avviato dall’Ufficio Studi e dalla Biblioteca dell’Ente. In itinere l’esigenza maggiormente sentita è stata quella di una ricerca dell’ori- ginalità ed autenticità della documentazio- ne, unita naturalmente all’utilizzo di sistemi di conservazione: tali da garantire per un verso una pratica consultazione e la ricerca 74 CAMERA DI COMMERCIO

da parte degli utenti, e dall’altro non venire do dopoguerra per arrivare agli attuali studi meno alla salvaguardia dei documenti, spe- sullo sviluppo dell’economia del ferrarese. cialmente quelli che lo scorrere del tempo Data l’importanza del polo chimico nell’eco- ha reso più fragili. nomia ferrarese, una sottosezione è dedica- La raccolta contiene una documentazione ta alla “Montedison” e al Centro Ricerche tipologicamente diversificata: dai progetti, “G. Natta”, con una raccolta di articoli non- conservatisi in originale per più di un cin- ché pubblicazioni provenienti dall’Ufficio quantennio, delle più importanti vie di stampa di questa grande realtà industriale. comunicazione del nostro territorio, come la Le ulteriori sezioni completano il quadro: la Transpadana e la Cispadana, senza tralascia- zona del Delta, la Darsena di S. Paolo, i col- re l’Idrovia Ferrarese, che dal Canale legamenti ferroviari, il Porto di Portogaribaldi Giovanni Boicelli porta al mare. Il documen- e la sua zona industriale. Il tutto introdotto to più datato riguarda proprio il Canale di dai provvedimenti di pianificazione infra- Pontelagoscuro e rappresenta uno studio strutturale della provincia, nonché da studi sulla costruzione di un ponte, con calcoli e sul territorio ferrarese e la sua salvaguardia e testo manoscritti, risalente al 1929. Infine corredato da una nutrita raccolta di carte sono disponibili le carte geografiche, plani- ufficiali e storiche della provincia. metrie e corografie, alcune risalenti ai primi Per agevolare la consultazione dei docu- anni del ‘900 ma, non mancano nemmeno menti, è stato creato un catalogo, nella riproduzioni del territorio ferrarese del XVI duplice versione cartacea ed informatica, sec., nonché pubblicazioni e documenti suddiviso in macrosezioni (piani infrastrut- selezionati al fine di permettere un interes- turali complessivi della provincia, opere sante approfondimento tanto, tecnico quan- viarie, idroviarie, portuali, ferroviarie, aree to storico. industriali, logistica ed intermodalità, Delta Particolare riguardo è stato riservato alla del Po), in ognuna delle quali il materiale è Zona Industriale di Ferrara. I documenti, i più stato suddiviso in sottosezioni che prendo- datati dei quali sono in originale e risalgono no il nome delle opere infrastrutturali. agli anni ‘40, ci parlano della situazione Nella versione informatica del catalogo, la economica, dell’occupabilità, nonché delle navigazione all’interno delle sezioni è age- localizzazioni delle industrie, in un lasso volata dalla presenza di collegamenti iper- temporale che parte dall’immediato secon- testuali.

Foto ormai sbiadite di alcune infrastrutture nel territorio fer- rarese

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 77

AA. VV. a cura di Emidia Vagnoni Introduzione di Patrizio Bianchi “Azienda, Economia, Impresa ed Universtà” Effe Elle Editori, Ferrara, 2004

Gli atti del convegno in ricordo del Prof. Antonio d’Atri, che si è tenuto presso la Facoltà di Economia alla fine del 2003, sono stati raccolti in un volume intitolato “Economia, Impresa, Azienda e Università”. Sono questi i contenuti sui quali i ricercatori sione e con la crescita continua, morale e intervenuti nell’occasione hanno concentra- culturale, delle persone che fruiscono del to la loro attenzione, ispirandosi alla traccia sistema di istruzione, che si rapportano con segnata dal percorso umano e di studio di la pubblica amministrazione, che partecipa- Antonio d’Atri, nel quale le discipline econo- no ad un impresa e che competono sul mico-aziendali costituiscono una chiave di libero mercato con altre imprese. lettura di fenomeni che vanno oltre l’anda- Il segno lasciato dal Professore, scomparso mento economico delle imprese orientate nell’ottobre del 2002, rappresenta un riferi- al profitto e che interessano le organizzazio- mento saldo per chi continua la propria ni pubbliche e private, quali enti pubblici, opera di ricerca presso il Dipartimento di scuole e Università. Economia dell’Università di Ferrara, e con Il concetto unificante è che sia questi ultimi, entusiasmo continua ad approfondire il con- sia le aziende che si confrontano con il mer- cetto di “valore”, la significatività dell’impatto cato, sono infatti chiamate a generare valo- del sistema informativo delle aziende all’in- re per i propri “stakeholders” secondo le terno ed all’esterno di esse, e quegli stru- proprie specificità, poiché solo in questo menti che aiutano il singolo ad interpretare modo è possibile garantire che le finalità i fenomeni legati agli aggregati di persone ultime perseguite da ciascuna organizzazio- che sono le organizzazioni, grandi riduttori di ne siano compatibili con la libertà di espres- complessità della realtà che ci circonda.

tifica, ha pubblicato un originale ed elegan- A. Cavallari, G. Mantovani, te volume, dal titolo: “Ferrara illuminata”. A. Mascellani Gli Autori del testo, Alberto Cavallaroni, Giorgio Mantovani (da molti anni collabora- tore de “La Pianura”) ed Alfio Mascellani, hanno a lungo effettuato approfondite ricer- “Ferrara che sulla storia dell’illuminazione a Ferrara, e - per evitare che lo studio rimanesse cir- Illuminata” coscritto al solo ambito locale - lo hanno confrontato con i dati nazionali e interna- Fondazione Ca.Ri.Fe., 2004 zionali relativi alle stesse applicazioni. L’opera, articolata in otto capitoli, prende in Nel mese di dicembre del 2004 la esame diversi momenti storici, “fotografan- Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, done” in maniera molto originale una serie nell’ambito dei suoi obiettivi di favorire l’ar- di aspetti specifici, quali l’illuminazione artifi- te e la cultura, l’istruzione e la ricerca scien- ciale (fino al 1800), quelle ad olio e a gas; i 78 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

primi tentativi di trasformazione dal gas all’elettricità; le centrali elettriche ferraresi; l’elettricità in alcuni ambiti di applicazione; le aziende produttrici di articoli elettrici e per illuminazione, tra queste in particolare i Fratelli Santini, le officine metallurgiche Sgarbi & Chiozzi, le officine elettriche Puglioli, molto conosciute a Ferrara per la produzione di fanali e di dinamo da bici- clette Radius e Lux. Il volume contiene un ricco materiale icono- grafico, con documenti tratti dall’Archivio Storico Comunale, cartoline d’epoca e foto- grafie dell’archivio di Alberto Cavallaroni, fotografie di impianti elettrici della città e della provincia , pubblicità. Conclude l’opera un documentatissimo elenco delle invenzioni e delle applicazioni dell’energia elettrica dal 1600 fino al 1922, un glossario dei termini tecnici, una vasta bibliografia, nonchè una tabella dei valori reali della lira dal 1861 al 2000.

Storia. Questi due registri (le descrizioni della vita dei singoli protagonisti, l’aspetto intimista e perfino lirico dell’esistenza quoti- Gianna Vancini diana delle persone semplici da un lato e dall’altro la narrazione obiettiva dei grandi eventi che determinano il destino delle Testimone nazioni) vengono da Gianna Vancini armo- nizzati con sapiente puntualità. d’amore Così ai rivolgimenti che si sono succeduti dal 1854 al secondo dopoguerra si alterna- Este Edition, Ferrara, 2004 no momenti di pace domestica, intrecci amorosi, tradimenti, nascite, morti di fami- L’incipit di “Testimone d’amore” di Gianna glie che, per così dire, costituiscono quel Vancini, Este Edition, Ferrara, descrive come microcosmo di sentimenti ed affetti non un fantasma emerso dalle nebbie del pas- meno importanti delle guerre, delle rivolu- sato la figura di Antonio Giusti, che ha mili- zioni, degli affari di Stato. Le storie minime tato nell’esercito di Carlo III di Borbone nel così si intrecciano al destino delle nazioni. ducato di Parma e Piacenza dal 1850 al La realtà, gli aspetti del passato sono trasfi- 1854 e che ritorna a Cassana. gurati da Gianna Vancini e descritti come se Dal suo matrimonio con Elvira nasceranno fossero schegge di un eterno presente che cinque figli, cinque bocche da sfamare in ci coinvolge perché quello che resta immu- situazioni di miseria e ignoranza, legate al tato nel tempo è proprio il mondo delle pas- mondo contadino. Da questo nucleo fami- sioni, dei desideri ai quali la scrittrice ferra- liare inizia quella saga che attraverso lo scor- rese attribuisce la massima importanza. Anzi rere del tempo ci porta dal Risorgimento Gianna Vancini con sottile introspezione psi- all’Unità d’Italia, al primo conflitto mondiale, cologica indaga anche nell’intimo dei grandi al periodo fascista, al secondo dopoguerra. protagonisti, delinea per esempio il lato Alle vicende descritte fanno da scenario umano, la malinconia, i risvolti più segreti Parma, Mantova, Cassana, Bondeno, della personalità del duca di Parma Carlo III Ferrara, Canneto Pavese. Lungo le pagine rendendolo a noi vicino, infatti tratteggia la del romanzo si aprono parentesi con anno- figura romantica di questo nobile infelice tazioni storiche che entrano così nella trama che amava i suoi sudditi parmigiani senza legata ai personaggi ricordandoci che gli essere ricambiato, che non era compreso uomini sono pedine nella scacchiera della dalla moglie, che ebbe una relazione dolcis- SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 79

sima con Argia e che alla fine morì assassi- nato. In tal modo la dimensione ufficiosa, aulica, viene ribaltata per privilegiare piuttosto l’a- spetto intimista. La storia, quel grande teatro che è il mondo, come ebbe a dire Shakespeare, si riduce a un palcoscenico dove attori e comparse recitano la loro parte, ma andando dietro le quinte, coglien- do le espressioni più spontanee, i moti segreti del cuore dei personaggi, scopriamo la vera storia, fatta non semplicemente di fredde date e di elenchi, ma di confessioni, slanci di anime che amano, sognano, sof- frono, esultano. Ed è proprio in questo alternarsi di vicende pubbliche e private che Gianna Vancini passa dal suo ruolo di ricercatrice storica a quello di narratrice, capace di raffigurare un intero e dettagliato affresco delle passioni umane, ora tragiche, ora dolci e tenere, colte nelle loro infinite sfumature, quali l’a- figlia di Antonio Giusti ed Elvira, si sposa nel more coniugale, l’erotismo, il sentimento 1884 a un uomo di Bondeno, pertanto religioso, la gioia di vivere, la malinconia. Lo anche questo paese diviene centro d’azio- stesso stile letterario segue gli andamenti, i ne, scenario dove si muovono i personaggi sobbalzi degli stati d’animo dei personaggi del romanzo “Testimone d’amore”, ciò spie- passando dai toni alti a quelli raccolti, cor- ga il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura diali, adottando un linguaggio scorrevole, di del Comune di Bondeno nella persona di facile lettura, che racchiude in sé elementi Daniele Biancardi e la copertina del volume ora di amara constatazione, ora di trasporto eseguita dall’artista bondenese Gianni lirico, ora di vivace intelligenza. Anche lo stu- Cestari. Dalla lettura del libro si scopre che il dio degli usi e costumi, l’analisi sociopolitica titolo deriva da una riproduzione della interessa Gianna Vancini, che pertanto con- Madonna della Seggiola di Raffaello, che ferisce al suo romanzo un taglio sociologico, come il testimone nella gara della staffetta, etnografico in quanto affronta i problemi passa da persona a persona, attraverso varie presenti nell’arco di tempo da lei descritto: generazioni, come una sorta di filo rosso l’analfabetismo, la condizione femminile, il che tiene legate le vicende che formano la mondo contadino con i suoi riti di fertilità, trama del romanzo. Come scrive Roberto l’arte di fare il pane, il bucato con la cenere, Pazzi nella sua brillante Prefazione, il libro la lavorazione della canapa, la fienagione, racchiude «una maternale visione della crea- ovvero quei fatti privati, quelle storie mini- turalità che soltanto una donna può posse- me, ma importanti, che si agganciano ai dere». Infatti il tema ricorrente risulta quello grandi eventi e che attraggono i poeti. della fertilità, rappresentato dalla presenza Ne emerge così le personalità di una scrittri- femminile che, attraverso le varie generazio- ce colta e genuina ad un tempo, passionale ni, veglia sui fatti della storia e sulle vicissi- e razionale, amante della verità storica e tudini private di famiglia come un nume incline alla fantasticheria, al volo pindarico tutelare, come una divinità feconda e beni- della poesia, come dimostrano le bellissime gna. Nella Postfazione Giovanni Negri indivi- pagine dedicate alle favole e al magico dua in questo canto d’amore, ambientato mondo dell’infanzia, alle feste campestri nel paesaggio padano, le ascendenze lette- con banchetti opulenti, ai pittoreschi ed ele- rarie e cinematografiche a cui esso si ricol- giaci paesaggi padani. lega e che vanno da De Pisis, a Gianfranco In questo caso Gianna Vancini si sbizzarri- Rossi, fino al film “Amore amaro” di sce, lascia irrompere libera la sua vena lirica, Florestano Vancini. L’editore Riccardo assimilabile al temperamento sensuale e Roversi nella bandella del libro scrive terragno di Corrado Govoni, addirittura rive- «Testimone d’amore si configura come l’o- la una sensibilità pittorica, impressionistica, pera della maturità letteraria di Gianna vicina a quella di Galileo Cattabriga. A un Vancini». certo punto della narrazione Erminia, una Gabriele Turola 80 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Nascosi, a conclusione di una sorta di Trilogia della Pappa, per parafrasare scherzosamente uno degli espressivi modi di dire di Giannino Giorgio Alberto Finchi Stoppani, il popolarissimo birichino protagoni- sta del Gianburrasca nato dalla arguta penna di Vamba – al secolo Luigi Bertelli - iniziata nel Al vin di nòstar cò 1998 con “Al magnàr di nòstar cò” e prose- guita, nel 1999, con “Erb e piant di nòstar cò”, Storia e poesia dei vini dello stesso Autore e della medesima Curatrice. del Delta Tema d’eccellenza i vini delle nostre zone del Delta del Po, ricchissime, forse come poche Cartografica Artigiana, 2004 pp. 76 altre in Italia, di gusti, di sapori e di profumi e, perché, no? anche di colori, per quanto attiene Tra Le Perle del Ferrarese, eventi imperdibili al cibo, ma non altrettanto, se ci si riferisce al per scoprire l’Enogastronomia di Ferrara e del nettare sacro agli dei, soprattutto, a Bacco: suo Delta, offerti dall’Amministrazione eppure l’autore, con benevola ed affettuosa Provinciale di Ferrara e dalla Camera di ironia, ‘racconta’ dei Vini delle Sabbie e del Commercio al Salone del Gusto, rassegna Bosco Eliceo e della loro ultima fortunata internazionale dei prodotti tipici, che si è tenu- accettazione, in termini di degustazione e di ta a Torino dal 21 al 25 ottobre scor- diffusione, anche se non propriamente storici si, era presente anche una ‘perlina su ‘a…doc’. carta’, una pubblicazione inerente “Al Una lettura che, è certo, si rivelerà un piccolo vin di nòstar cò – Storia e poesia dei divertissément del quotidiano di casa nostra, vini del Delta” collocata in mostra ma a cui il testo tradotto a fronte, garantisce presso lo stand della Strada dei Vini e una circuitazione di sicuro successo in tutta dei Sapori di Ferrara, accanto alle Italia, isole comprese!. nostre gustose specialità, vere perle Il libro, dall’affascinante copertina illustrata con …dal vivo. la riproduzione monocroma in seppia di un Il testo, di cui è autore Giorgio Alberto particolare della fascia inferiore del Mese di Finchi, medico-scrittore di Marzo, capo d’opera di tipico impianto Officina Pontelangorino, è il nono volume Ferrarese (Francesco del Cossa), è stato pre- della collana Cóm a dzcurévan / sentato in anteprima a Ferrara il 24 settembre Come parlavamo, naturale ‘costola’ di scorso in Sala Arengo, nell’ambito della XXI AR.PA.DIA., l’Archivio Padano dei Settimana Estense e, tra gli altri, gode del Dialetti del Centro Etnografico / patrocinio dell’A.R.G.A., l’Associazione Centro di Documentazione Storica Regionale Giornalisti dell’Agroalimentare che dell’Assessorato alle Politiche ed comprende l’Emilia-Romagna, la Toscana, le Istituzioni Culturali del Comune di Marche e l’Umbria. Ferrara ed è stato curato, come lo stesso Archivio, da Maria Cristina Maria Cristina Nascosi

nel 1981, è finalmente uscita la storia del Paolo Micalizzi cinema a Ferrara, curata da Paolo Micalizzi, notissimo pubblicista nato nel 1938 in Calabria e trapiantato da lungo tempo in “Al di là e al di terra estense. Lungamente attesa, la pubblicazione qua delle nuvole. colma una lacuna bibliografica a cui aveva inutilmente tentato di porre rimedio lo Ferrara nel scrittore Gianfranco Rossi, il quale aveva steso un saggetto sull’argomento, rimasto incompiuto per la sua morte improvvisa Cinema” nel 2000 ed apparso solo di recente, muti- Aska Edizioni, Firenze, 2004 lo e a puntate, sul “Resto del Carlino”. Ma il lavoro di Micalizzi è di tutt’altra tem- Dopo una laboriosa gestazione, ormai pra: al di là di ogni liricheggiante divagazio- ultraventennale, che ha visto i suoi prodro- ne, raccoglie in circa 250 pagine un’inte- mi nei due inserti della “Pianura” stampati ressante sequela di informazioni, dati di SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 81

bella matrigna” (1976) di Guido Leoni, dove il protagonista, un archeologo, capita nella necropoli di Spina o “Temporale Rosy” (1979) di Mario Monicelli, che inizia con un incontro di boxe ambientato nel Palasport di Ferrara. Di produzione nordica è infine “Oltre il confine”, girato nel 2003, ma ancora inedito, con protagonista Anna Galiena e riprese nelle campagne tra il Copparese e la “Bassa”. Nel documentario televisivo di Folco Quilici “La grande èpoque” girato una quindicina d’anni orsono e dedicato allo stile liberty, varie riprese hanno poi riguardato le ville di viale Cavour, i palazzi di corso Ercole I d’Este e la parrocchiale di , con le belle decorazioni murali di Ippolito Medini. Di produzione televisiva sono infine una ripresa della tragedia dan- nunziana “Parisina” (1981) diretta da Marco Gagliardo ed una trasposizione diretta da Marco Leto dal racconto bassa- niano “Una lapide in via Mazzini”. Dopo aver parlato delle “quisquilie” che mancano nel libro, tentiamo ora di riassu- cronaca, schede, recensioni sugli oltre 200 mere quel che esso narra nelle sue dense titoli, fra opere di finzione e documentari- pagine, incentrate soprattutto sul periodo stiche, girate nella provincia di Ferrara a successivo al 1942-43, anno-spartiacque, partire dal 1902, anno in cui Rodolfo poiché allora il nostro territorio vide le Remondini realizzò un filmato sul soggior- riprese di “Ossessione” di Luchino Visconti no in città del Conte di Torino, ovvero il (con Girotti e la Calamai) e di “Gente del cugino del re. Po”, documentario di Michelangelo E Stefano Beccastrini, direttore della colla- Antonioni, due episodi fondamentali nella na “Viaggio in Italia” dove il libro ha visto la storia del cinema, per esser stati iniziatori e luce (e autore altresì di una prefazione apripista del mitico Neorealismo. Entrambi “alla Roffi”, ma ancor più pletorica e meno i giovani registi, futuri genii cinematografici, spiritosa degli scritti del compianto senato- vollero ambientare le loro opere d’esordio re) ha imposto all’autore tagli e limitazioni nella nostra provincia, luogo che permette- per non “sfondare” la griglia editoriale. va di dar sfogo all’idea di un cinema antro- L’autore, che avrebbe potuto tranquilla- pomorfico, dove il paesaggio era coprota- mente aggiungere un centinaio di pagine, gonista reale della vicenda. Il mèlange di ha dovuto così eliminare alcune curiosità, afa e fango, sensualità e disperazione, che qui recuperiamo per il divertimento povertà e destino avverso, trovava perfetto dei lettori della “Pianura”. Ad esempio, la risalto nelle prospettive orizzontali di piop- sceneggiatura del capolavoro ravennate di pi, argini, stradine medioevali, borghi flu- Michelangelo Antonioni “Deserto rosso” viali e castelli estensi: la macchina da presa (1964) prevedeva alcune sequenze riprendeva tutto ciò, mentre gli “attori” ambientate nella casa del caporeparto (reali o fittizi) si muovevano entro gli sce- Mario Boni, in un villaggio operaio vicino a nari ferraresi in modo indimenticabile . Ferrara, ma riprese chissà dove… Girate Come si legge giustamente a pagina 56 nel Ferrarese sono invece le sequenze ini- del libro di Micalizzi, “Ossessione” non ziali di due films d’ambientazione parmen- “nasce da Ferrara, ma la Ferrara cinemato- se: “La padrona è servita” di Mario grafica è nata dal film ed è ben viva!”. Lanfranchi (1975), riprese sul ponte di Ro Proprio dal film viscontiano, sorta di arche- e “Una canna con Goldrake” (1999) di tipo e prototipo, deriveranno ancora situa- Giuseppe Gandini, che comincia in una zioni dei successivi films ferraresi: Massimo casa di via Terranuova e sulla strada verso Girotti sarà ancora un adultero che cospi- il casello di Ferrara sud. rerà con l’amante per uccidere il marito in Citazioni “curiose” riguardano poi “Oh, mia “Cronaca di un amore” (1950) di 82 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Antonioni, l’errabondo protagonista de “Il solito Beccastrini) in attesa che l’ultimo, grido” (1957), sempre di Antonioni appro- attesissimo film di Florestano Vancini possa derà come aiutante in una pompa di ben- rilanciare le fortune dell’ambientazione zina, gestito però da una donna (che rove- estense, dopo gli sfondi fittizi dei numero- scia così il personaggio di Bragana, l’oste- si films su Lucrezia Borgia e la sua famiglia benzinaio di “Ossessione”), la denuncia (dei quali ha scritto nel centenario lucre- alla polizia, sorta di spauracchio per i pro- ziano Mario Ruffini) e l’anteprima offerta tagonisti del film di Visconti, diventerà dalle purtroppo rare sequenze ferraresi cruda realtà per gli amanti de “La donna dello splendido “Il mestiere delle armi del fiume” (1954) di Mario Soldati. E poi, (2001) di Ermanno Olmi. in un disperato e fascinoso paesaggio flu- Unico neo del libro di Micalizzi (ce lo con- vial-ferrarese sempre e comunque deute- senta l’amico Paolo), non sappiamo fino a ragonista della vicenda narrata, trascineran- che punto addebitabile alle limitazioni no le loro infelici, irrisolte storie d’amore imposte dall’editore e da Beccastrini, (quasi sempre ambientate in epoca fasci- riguarda la parte dedicata al cinema muto, sta) altri epigoni di Girotti e della Calamai: liquidata in una quindicina di pagine. Ci dai protagonisti de “La lunga notte del ‘43” resta così la curiosità di saperne di più sul (1960) e “Amore amaro” (1974), entram- fantomatico regista Chino Colussi, autore bi di Florestano Vancini a quelli di della comica “Sotto a chi tocca” (1912), “Giovinezza, giovinezza” (1969) di Franco con Tugnin e Burela: sarà lo stesso che fu Rossi e “Gli occhiali d’oro” (1987) di ferito, appena venticinquenne, in un bor- Giuliano Montaldo, includendo persino il dello di via Colomba nel maggio 1909? E modesto e contemporaneo “La ragazza il film “Ugo e Parisina” girato nell’estate fuoristrada” (1974) di Luigi Scattini e il 1909 tra Ferrara e Pontelagoscuro in 17 televisivo “Cronaca nera” di Faliero Rosati capitoli da Giuseppe De Liguoro su sog- (1992). Il senso di colpa e l’angoscia esi- getto di Domenico Tumiati sarà lo stesso, stenziale, il cupo fato e la grettezza della in tre atti e quattro quadri, proiettato al società di provincia sembrano dominare le cinema “Bios” di Ferrara il 12 ottobre storie cine-ferraresi, come ben documenta 1909? Sappiamo infatti che l’anno prima Micalizzi. Tutt’al più i personaggi tenteran- aveva steso sulla tragica vicenda estense no di riscattare i loro tristi amori, le loro un soggetto cinematografico il critico sfortune esistenziali con l’impegno politico Gualtiero Ildebrando Fabbri, mentre al e ideologico: basti pensare in tal senso a 1913 viene schedata dagli storici una “L’Agnese va a morire” (1976) di Montaldo, “Parisina” di produzione Ambrosio di a “La vela incantata” (1982) di Mingozzi, a Torino, anziché Saffi-Comerio come fu “La neve nel bicchiere” (1984) di Vancini o quella del film di De Liguoro. E perché alle versioni del bacchelliano “Mulino del datare al 1913 il film “Il baratro” di Mario Po”. Bernardi, quando la commedia “Verso il Ma, poi, Ferrara diventerà una set-location baratro” di Carlo Gamberoni da cui fu trat- sempre più astrattizzata, un luogo (o, to, venne messa in scena dalla Compagnia meglio, un non-luogo) del mito in “Il giar- Filodrammatica Estense in prima assoluta dino dei Finzi-Contini” (1970) di Vittorio al “Bonacossi” solo nell’agosto 1917? De Sica o in “Al di là delle nuvole” (1995), Infine, perché ignorare il film “Crevalcore” sempre di Antonioni, entrambi ambienta- di Romolo Bacchini, tratto dall’omonimo te con splendide sequenze in un corso romanzo di Neera in gran parte ambienta- Ercole d’Este quasi irriconoscibile. Quindi, to a Ferrara, dove venne presentato al giungeranno films e telefilms che appiatti- cinema “Italia” nel settembre 1918? O i ranno la cinegenia ferrarese, divenuta documentari “La laguna di Comacchio” ormai periferia dell’Impero, un piccolo (1913), “Concorso ginnastico a Ferrara” punto del villaggio globale: un titolo per (1914) e “Concorso ippico a Ferrara” dei tutti è il banalissimo “La vita come viene” fratelli Roatto, seppur registrati nel libro di di Stefano Incerti (2003). Bernardini sui film “dal vero”? Forse oggi le peculiarità insite nel paesag- Domande a cui speriamo di ricever rispo- gio cinematografico ferrarese sono riserva- sta in una auspicabilissima seconda edizio- te solo ai luoghi della “Bassa”, tra le Valli e ne con ampliamenti del prezioso libro di il Delta del Po (basti pensare solo al capo- Paolo Micalizzi. lavoro horror-comacchiese “La casa delle finestre che ridono” (1976), di Pupi Avati, Lucio Scardino registrato opinabilmente come umbro dal SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 83

gio governa la potenzialità poetica del con- tenuto, che di certo non é quello tradizio- nalmente inteso. Un’aura surreale avvolge Lucio Scardino questi frammenti del flusso vitale dell’auto- re, di tutto ciò che é più fuggevole e fragile e che paradossalmente, da solo, può descri- Tracce del vere la complessità del mondo. Ogni poesia si compone di sette versi giocati al ritmo di passaggio cut/up (taglia incolla) in cui il principio della contiguità rende bene la complessità della Poesie ariostesche domanda di identità personale e della ricer- ca di svelamento del lato oscuro dell’esi- e non stenza. Tuti noi vorremmo augurarci di supe- rare l’intrigo delle interazioni e dire come il Ed. Liberty House, 2004 poeta nel verso conclusivo di I will survive: La sagra di Ruina e il sambodromo di “Ed io vorrei poter sopravvivere a tutto ciò”. Renazzo scandiscono una ben precisa geo- La maggiore qualità delle poesie di Scardino grafia privata nelle nuove poesie di Lucio sta proprio nella precisa consapevolezza di Scardino dal titolo Tracce dl passaggio, poe- crearsi un codice linguistico del tutto origi- sie ariostesche e non, edizioni Liberty nale ed autonomo, di cogliere le sfumature house, 2004. Gli spazi aperti da queste dei diversi linguaggi che quotidianamente ci incursioni nella straniante quotidianeità dei attorniano, di rilevare i sottocodici, nella cer- luoghi, riportano il lettore ad altre discorsivi- tezza che ogni termine, in quella articolare tà poetiche. Luzi, ad esempio, in Primizie del accezione, possa connotare un mondo inte- deserto (1952) sottolinea: “Di me non c’é ro, una traccia del nostro passaggio. Giochi traccia negli anni / se non come raccontano di parole, calembours, parodie ed apporti un viaggio / le impronte sulla sabbia d’un diversi segnano le tappe di un cammino deserto”. Tracce appunto, impronte di un così come le citazioni dirette o indirette di passaggio. Eppure, occorre dirlo, il sito in cui testi o canzoni, di espressioni dialettali, di Scardino si muove è fin troppo frequentato sistemi referenziali di comunicazione, pre- da molta, varia umanità: “questo rettilario posti attraverso la designazione dell’oggetto ferrarese é pernicoso per chiunque”. Il significato. Tutto concorre a creare un lin- bestiario ferrarese viene declinato in tutte le guaggio in cui naufragano altri linguaggi: del maniere, a volte scopertamente, sin quasi contemporaneo, del nuovo-nuovo, dell’effi- agli estremi della querela. Riconoscibili dun- mero mondano. que le figure della cultura, dell’imprenditoria, Molte sono le cose che continuamente della politica della città estense, attento il assediano il lettore da ogni parte. Confesso poeta a ricondurle con fili sapienti alla man- di aver dimenticato la distinzione, che esiste, sioni originarie, nelle quali si intrecciano i tra trousse e pochette. Ammetto pure di segni ed i destini della città. “La borghesia di intuire soltanto alcune delle molte dietrolo- Ferrara recita la canasta o la messa in gie cui l’autore allude. Quello che è certo memoriam”. “Non voglio piu essere nel che il poeta sommerge di stimolazioni (ver- cuore della gente”, afferma convito e subito bali, antropiche, semantiche) continue dopo ammette, “ma, debbo confessarlo, quanti seguono la pista del suo percorso, detesto anche io praticamente tutti”. pronto spesso a sviare in sentieri nascosti, in Il lettore è così autorizzato a interpretare percosi privati, sempre sollecito a lasciare tutto questo alla luce di una forte irreversi- tracce organiche, comportamentali, verbali bile crisi abbandonica: un amore-odio tra lo sul suo e nostro sentiero... Se poi al lettore studioso e la città. “Sto per esplodere, a venga la curiosità si sapere cosa siano i causa di un’autoanalisi interna” conferma il bigotones, può utilmente andare al sito poeta. La frammentazione delle persone e www.bigotones.org e giungere alla conclu- delle cose riporta però continuamente la sione se possa trattarsi o meno di una parola al centro della scena. Gli aspetti piu metafora d’uso o motivata. scopertamente antigraziosi della versificazio- ne risultano alla fine maggiormente accatti- Gianni Cerioli vanti e persuasivi. L’intonazione e la pausa danno un particola- re valore al coro polifonica dei testi. La sola espressione delle cose attraverso il linguag- 84 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

zionale. Così, il leggiadro prodotto, che già riscuote consensi tra i palati saputi, ha suggerito a Giuliana Berengan “Beccati Daniele” d’inserirsi nel circuito del mercato globale presentando i suoi cappel- lacci con la zucca nel circuito nelle grandi Favolosa Zucca fiere alimentari. Tanto più che i cappellacci ferraresi, diversi dai più noti cappellacci Storie miti curiosità mantovani, rientrano nel novero delle “diciassette perle” della nostra provincia: ricette dei cappellacci l’anguilla di Comacchio, i vini della sabbia, la estensi vongola di Goro, l’aglio di Voghiera, la cop- pia ferrarese, il pampepato, la salamina da Daniele Beccati editore, 2004 sugo, la zia, e via dicendo. Ma, poiché non si può mostrare semplice- “Beccati Daniele” non è un editore librario in mente il prodotto pur con tanto d’invito quanto non dispone di alcuna casa editrice, all’assaggio, Beccati si è rivolto all’atelier Il tuttavia, per una volta, si è fatto tale esiben- Passaggio (Factory of ideas) per legare il do, però, un marchio che recita in sottotito- suo manufatto a un progetto culturale. lo la qualità sfida il palato: un cavaliere Difatti, le persone che visitano le fiere, spe- galoppa su una zucca tra cappellacci e cap- cie se straniere, desiderano avere dettaglia- pelletti, garantiti da un gonfalone stemmato. te notizie sui cibi pronti che non conoscono. In vero, Daniele Beccati è il fondatore di un * * * laboratorio gastronomico (San Bartolomeo Giuliana Beregan, la colta creativa del sud- in Bosco; tel. 0532 725067; www.beccati- detto atelier, si è messa quindi al lavoro. Ha daniele.it) dove lavorano varie persone, iniziato col visitare archivi e biblioteche in soprattutto donne. cerca delle notizie riguardanti la zucca e il Le quali, grazie alla loro fine e svelta manua- relativo utilizzo in cucina, con particolare lità, acquisita da mamme e nonne, danno riguardo ai cappellacci ferraresi che lei deno- forma di cappellaccio o di cappelletto a minerà ”estensi”. quadretti di pasta sfoglia con ripieno, già E, solo dopo un notevole impegno, fatto di approntati dalle moderne macchine elettro- ricerche bibliografiche, di studio e di scrittu- niche. Esse cioè rifiniscono artigianalmente ra, ha pubblicato, per i tipi della “Litografia le paste imbottite della nostra cucina tradi- Tosi”, un graziosissimo libretto (24x17) di SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 85

una quarantina di pagine che possiamo sta cucurbitacea un po’ zuccherina in gusto- definire artistiche. Perché, oltre la prosa si cappellacci ? chiara e gradevole, ognuna di esse è illu- E’ stato grazie all’inventiva dello scalco della strata da Carlo Salomoni con belle immagi- corte estense, Giovan Battista Rossetti, al ni dai colori intensi e allo stesso tempo deli- servizio dell’ultimo duca di Ferrara, Alfonso II cati. d’Este, nel 1557. Già la copertina si presenta come fosse Egli, dovendo soddisfare il palato dei Signori, un quadro da parete: zucche e foglie di strologava come armonizzare il salato col diverse forme e colori incorniciano gli ele- dolce, cioè l’italiano con l’alemanno. Perché menti informativi essenziali del libro: nome gli Estensi, forse di origine longobarda, con- dell’autrice, titolo, sottotitolo e, alla base, servavano ancora ricordi di gusti ancestrali. una custodia da flauto aperta, contenente Ed ecco l’idea geniale: “i tortelli di zucca cappellacci in bella mostra, quale firma con butirro”. sostitutiva dell’editore [email protected]. Nondimeno, le novità culinarie, come tutte Un indice ragionato guida poi il lettore nella le vivande offerte nei banchetti principeschi, scelta degli argomenti trattati che vanno da dovevano essere oltreché buone anche quelli di carattere storico a quelli di caratte- “bellissime”, dovevano stare tra lo “iocundo re nutrizionale. vivere” e “il sano mangiare”. “Alla corte del cappellaccio; Antenati illustri; Allora, lo scalco pensò, con un pizzico d’en- La sfoglia; La Zucca; Una divina signora; I comio scherzoso, all’elegante foggia del menù della memoria; Alla salute; Parole cappello del duca. La prese a modello e ne parole; Ricette da Ferrara; Ricette d’autore; uscì “il cappellaccio”, ossia “al caplàzs” del Ieri e oggi” sono i titoli delle sezioni del libro dialetto ferrarese che mescola la z “più a cui non manca un’adeguata bibliografia. sorda” con la s “più sibilante” così come il Tutti questi portano, in guisa di firma in cuoco mescola il dolce col salato. calce, una coloratissima “zuca viulina”, detta Insomma, il libro è ricco di interessanti anche “suca baruca” nei territori già estensi curiosità storiche, di consigli nutrizionali di là dal Po. nonché di ricette singolari. La pagina successiva, invece, apre il discor- Potrà essere acquisito, anche in elegante so con l’immagine di una grande zucca confezione da regalo, presso la libreria rotonda che esibisce, in sezione, il suo “ven- “Il Sognalibro” di via Saraceno, 43, a tre d’azdora”, simbolo eloquente di genero- Ferrara. sa fecondità. Ma a questo punto, viene da chiedersi, come è avvenuta la trasformazione di que- Bruna Bignozzi UNA VETRINA ON-LINE PER GLI EVENTI DELLA NOSTRA PROVINCIA

Per informazioni e adesioni contattare: [email protected] I PRINCIPALI EVENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA NEL 2005

RICONOSCIMENTI FEDELTÀ AL LAVORO E PROGRESSO ECONOMICO 12 Marzo La cerimonia di consegna avrà luogo sabato 12 marzo, al Teatro Nuovo di Ferrara. Iniziativa volta alla celebrazione dei valori del lavoro e dell’attività d’im- presa (vengono premiati sulla base di apposito bando lavoratori dipen- denti del settore privato, anche già in pensione, nonché aziende).

GIORNATA DELL’ECONOMIA

9 Maggio Lunedì 9 maggio nella sala Conferenze della sede camerale Presentazione del “Rapporto sullo stato dell’economia locale” e rela- tiva analisi/dibattito

SETTIMANA ESTENSE 18-25 Sette giorni ricchi di avvenimenti culturali, economici e sportivi che Settembre culmineranno con l’assegnazione del Premio Estense

RICONOSCIMENTI FRANCESCO VIVIANI

La cerimonia di consegna si terrà luogo sabato 15 ottobre, al Teatro Nuovo di Ferrara. 15 ottobre Iniziativa finalizzata alla celebrazione dei valori dell’istruzione/cultura. Vengono premiati gli studenti ferraresi che hanno completato il ciclo di studi superiori con il punteggio di 100/100.

GIORNATA DELLA RICONOSCENZA PROVINCIALE

La cerimonia di consegna dei riconoscimenti avrà luogo Sabato 3 dicembre, nella sala conferenze della sede camerale. 3 dicembre L’iniziativa si pone come momento celebrativo di particolari meriti acquisiti da persone, aziende e/o associazioni, in vari settori tra cui l’e- conomia, la cultura e la solidarietà. Università di Ferrara Facoltà di Economia PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO PER IL RICAMBIO GENERAZIONALE NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

É aperto il bando di ammissione al progetto rivolto alle piccole e medie imprese coinvolte in processi di ricambio generazionale

Il progetto prevede le seguenti attività: • Check-up aziendale (analisi strategica e di business) • Formazione mirata • Tutoraggio continuo per la durata del progetto

Le domande saranno selezionate dal Gruppo di Progetto formato da rappresentanti della CCIAA di Ferrara, dell’Università di Ferrara - Facoltà di Economia e delle Associazioni di Categoria.

Destinatari: n° 12 piccole e medie imprese Durata: 12 mesi Scadenza Bando: 28 febbraio 2005

Il Bando, il relativo modulo di domanda e informazioni aggiuntive sono reperibili presso la CCIAA di Ferrara - Via Darsena, 79 - Ufficio Promozione, o sul sito www.fe.camcom.it sotto la voce Finanziamenti.

Referenti: Anna Faccini - Andrea Migliari: Tel. 0532/783813/802