DesignVerso DesignVerso: una collana dedicata ai designer della comunicazione immaginata come allegato alla rivista Multiverso, Università degli Studi di Udine.

Curatori della rivista Linea come volto di un’ azienda - Sara Corradi Tra passato e presente - Sofi a Gusella Bob Noorda. Il design tradito nel sottosuolo - collettivo Il design dell’ orientamento - Carlo Boschis Linee orientative - Chiara Alberti

Stampa SEF di Mainardi Massimiliano 124, Via Candiani Giuseppe 21058 Milano (MI)

Laboratorio di Fondamenti del Progetto Sezione C2 A.A 2017/2018 Design della Comunicazione Facoltà di Design Politecnico di Milano

Docenti Prof. Daniela Calabi Prof. Cristina Boeri Prof. Raffaella Bruno

Cultori della materia Dott.ssa Monica Fumagalli Dott.ssa Silvia Mondello Dott. Lorenzo Rabaioli Ai lettori

Un progetto. Una linea. Questi due termini sono parole chiave se si vuole parlare di Bob Noorda. Un’ idea che si trasforma in qualcosa di fi sico, di reale. Ciò avviene attraverso diversi passaggi: dalla mente alla mano, dalla matita al foglio. Sono semplici azioni che determinano la traccia di una linea. Un semplice elemento grafi co in grado di trasformarsi, evolversi, comunicare, identifi care. Si può interpretare la linea in diversi modi: un semplice segno grafi - co, un elemento che collega due luoghi, un ponte tra passato e presente, un strumento per orientarsi. Queste defi nizioni sono nate dalla profonda ed attenta analisi dei progetti più signifi cativi di Bob Noorda. I brand, la metropolitana milanese, la Regione Lombardia, il Touring Club Italiano. Sono tutti progetti che hanno il semplice elemento della linea in comune. Ciascuno ha una sua interpretazione e signifi cato, mauna linea collega tutto. È un fi lo conduttore. I progetti principali di Bob Noorda sono stati presentati nelle quattro rubriche. Attraverso testi, illustrazioni, fotografi e, estensioni web (qr code) e citazioni, il genio di Noorda è stato ben espresso, in maniera semplice e diretta, proprio come avrebbe fatto egli stesso. Bob Noorda è stato il genio dei marchi, in grado di comunicare l’identità di un’azienda, di un ente attraverso semplici linee, colori e poche lettere. La semplicità per la complessità del linguaggio. Nel progettare e realizzare questo numero, siamo entrati nella mente e nell’ ottica di Bob Noorda. Abbiamo estrapolato la sua essenza. Ci siamo impersonati in lui, mettendo in atto tutto il meccanismo progettuale che nasce da un’idea. BOBSommario NOORDA

LINEA COME VOLTO DI UN’AZIENDA 6 Un’ energia nuova: i restyling da Enel a Agip L’editoria italiana nei segni

TRA PASSATO E PRESENTE 22 Un simbolo venuto da lontano La geometria di un fi ore Il linguaggio del marchio

INSERTO 40 Il design tradito nel sottosuolo

IL DESIGN DELL’ORIENTAMENTO 42 Le metropolitane di Noorda: dall’Italia alle Americhe Metropolitane, stazioni e segnali New York Subway’s Long Dance With a Typeface

LINEE ORIENTATIVE 64 In linea tra passato e presente: il restyling di un marchio La linea identitaria del marchio: il manuale di immagine coordinata Appartenere ad una serie: la linea editoriale LINEA COME VOLTO DI UN’AZIENDA a cura di Sara Corradi Un’energia nuova: i restyling da Agip a Enel

La progettazione del marchio è stata un che il “cane”, marchio della Agip, e che ha Immagine della partner- Il restyling di Noorda all’uomo servizi e alla macchina. Il sistema di servizio. In questo specifi co settore particola- campo molto praticato da Noorda. In essa vi contemplato anche il progetto di un carattere ship con la nazionale. del cane a sei zampe. immagine coordinata prevede la realizzazio- re importanza hanno assunto i progetti per i conosciamo proprio la sua abilità di disegna- tipografi co dedicato. ne di una famiglia di pittogrammi una forma distributori di carburante, a testata elettronica re immagini fuori dal tempo. Data l’immagine fortemente consolidata del di comunicazione assai poco diffusa in quegli e per le nuove pensiline per le aree di servi- Una capacità che si costituisce facendo te- “cane a sei zampe”, si decide di ridefi nire i anni, estesa tanto ai servizi relativi agli auto- zio self-service post-pagamento. soro delle esperienze e lasciando decantare rapporti e le dimensioni e, successivamente, veicoli, quanto ai servizi relativi alla persona: i segni. Bisogna essere in grado di attribuire di iscriverlo in un quadrato con gli angoli indicazioni di ristoro, di toilette, di acquisti di Gli anni Settanta e Ottanta:il restyling del ai progetti niente di più di quello che devono raccordati. Il secondo intervento per una generi alimentari, di informazioni turistiche e 1972 a opera di Bob Noorda essere. All’inizio degli anni settanta la Agip completa ridefi nizione dell’immagine azien- altro ancora. era, in Italia l’azienda petrolifera con mag- dale è di realizzare un carattere apposita- 4.La diversa sistemazione delle aree la ri- Un intervento, quindi, che si è sviluppato giore quota di mercato. Aveva gli impianti mente progettato per comporre il logotipo strutturazione interna degli edifi ci in funzione prima sul piano concettuale e poi sul piano più attrezzati e i servizi più articolati, ma la Agip. Il lettering progettato è stato ampia- dei servizi offerti. operativo con interventi di progettazione sua immagine era inadeguata a esprimere mente utilizzato negli anni fi no a identifi care 5.Un appropriato uso dei colori, tale da grafi ca, di architettura di esterni ed interni, di questa realtà. Non esprimeva l’entità e la la stessa holding capogruppo negli anni a rimuovere sul piano psicologico talune disegno industriale. Il progetto ha avuto tre qualità dei servizi e soprattutto non poteva venire, l’Eni. apprensioni legate all’uso dei carburanti e diverse fasi di sviluppo e di attuazione: una stare al passo con i piani di sviluppo dell’a- 2.La valorizzazione istituzionale delle aree lubrifi canti e ai fattori inquinanti del petrolio. prima fase negli anni 1971-72, una seconda zienda. Unimark viene incaricata di ridefi nire di servizio questa scelta era in antitesi con la Signifi cativo, in questo senso, è stato l’uso fase negli anni 1974-78 è una terza fase l’immagine dell’Agip. prassi vigente nel settore petrolifero secondo del colore bianco, per caratterizzare, insieme negli anni 1979-80. Gli obiettivi principali del progetto erano: la quale l’immagine delle aree di servizio era a una sottile fascia bianca, tutti gli automezzi I manuali di immagine aziendale, dopo una 1.Il ridisegno degli elementi essenziali trattata secondo criteri meramente pubblici- aziendali, dalle auto di servizio alle grandi prima stesura negli anni 1974-77, alla fi ne dell’immagine e degli elementi di identi- tari. autobotti. del 1982, in collaborazione con l’uffi cio im- fi cazione primaria delle aree di servizio. 3.L’evidenziazione promozionale dei servizi, 6.La progettazione di strutture nuove, magine e relazioni esterne dell’Agip Petroli, Ridisegno al quale non si è sottratto nean- raggruppati in due grandi categorie: servizi motivate da l’introduzione di nuove forme di sono stati completamente rifatti e aggiornati.

8 9 Negli anni successivi al 1953 “il cane a sei cane a sei zampe è già profondamente radi- Alcuni pittogrammi identifi ca stazioni di servizio e motel, diventa no insegne più o meno rettangolari sostenute zampe” viene utilizzato per contrassegna- cato nell’immaginario collettivo italiano anche dedicati alle persone e un elemento familiare che unifi ca visivamen- da antenne, il nuovo marchio dovrà quindi re tutte le attività: dalle stazioni di servizio perché fi no ad allora ciò che era rimasto alle auto disegnati da te il nord e il sud della penisola. Mentre il avere una forma che gli consenta di esse- progettate dall’architetto Baciocchi agli arredi costante nelle nostre campagne di comuni- Noorda che possiamo miracolo economico è in atto, Eni cresce e si re facilmente inserito all’interno di queste trovare nelle stazioni di e suppellettili dei Motel Agip, dalla pubblicità cazione era stato proprio il cane, utilizzato li- servizio. espande oltre i confi ni nazionali, dall’Africa al insegne. La soluzione adottata da Unimark è agli edifi ci aziendali. Quando Mattei viene beramente sugli sfondi e nei contesti più vari Medioriente. Geologi, ingegneri, perforatori un quadrato giallo con gli angoli smussati. Al a mancare l’azienda avverte l’esigenza di secondo la fantasia dei gestori di distributori e tecnici si spostano con le proprie famiglie suo interno viene ricollocato l’ormai famoso riordinare l’assetto comunicativo, in particola- e stazioni di servizio. in Egitto, Iran, Libia e Tunisia. Il cane a sei cane a sei zampe, che però deve essere leg- re di separare gli aspetti legati alla macchina zampe che ogni mattina svetta sull’alzaban- germente accorciato e ridisegnato. Noorda da quelli pensati per le persone. Un cambio Storia d’Italia, storia di Eni diera delle piattaforme e dei campi petroliferi quindi ridisegna il cane di Broggini e lo rende di sensibilità ben sintetizzato da una battuta diventa l’elemento unifi cante di uomini e più moderno: le creste sono meno accen- di Bob Noorda, autore dei due restyling del In breve tempo, il cane a sei zampe diventa donne che hanno in comune la passione per tuate per ricordare meno chimere e grifoni cane a sei zampe nel 1972 e 1998: “Altri- un elemento segnaletico, grazie alla mol- le sfi de. germanici, l’occhio è tondo e più grande. menti si rischiava che tutto odorasse di ben- tiplicazione lungo le strade della penisola Un cane meno feroce, più familiare. zina”. Inizialmente si pensa di creare un vero di una nuova idea di stazione di servizio Il Brandbook del cane a sei zampe e proprio marchio nuovo, così come una assolutamente rivoluzionaria per l’epoca che Il nuovo font Eni nuova immagine coordinata di gruppo. Viene offre all’automobilista servizi di ristoro di alta Una volta deciso che l’elemento centrale quindi contattata l’agenzia Studio Grafi co qualità oltre al rifornimento di carburante. del marchio Eni rimane il cane a sei zampe, Il cambiamento più importante del restyling Unimark che affi da al designer Bob Noorda il Siamo negli anni Cinquanta, il boom econo- nasce l’esigenza di stabilire colori, forme e del 1972 riguarda il carattere tipografi co compito di studiare un nuovo progetto di mico ha cambiato e migliorato le condizioni sfondi precisi e uniformi, in modo da facilitare utilizzato per le scritte. comunicazione per la rete delle stazioni di del paese. La motorizzazione di massa le applicazioni pubblicitarie del simbolo e Quello originario è stretto e alto, poco leggi- servizio Agip. Mentre la sigla Agip non ha consente agli italiani di muoversi, e viaggiare renderlo immediatamente riconoscibile. bile soprattutto a distanza, mentre il nuovo ancora raggiunto una grande popolarità, il è diventato più semplice per tutti: il cane, che In quel periodo le stazioni di servizio utilizza- font aziendale utilizza un carattere classi-

10 11 1926 1952 1957 2000

1952 1953 1972 2009 L’intervento di Bob Noorda

co, lo Standard Bold, ma personalizzato cane, più corto e inquadrato all’interno della La storia del logo Agip. zampe deve seguire il cambiamento. Nel sato da un fi letto orizzontale rosso che sepa- dall’inserimento di un fi letto bianco centrale. palina gialla, ora compare anche il nome 1995 da Ente Nazionale Idrocarburi Eni ra i due elementi e cioè il cane e il logotipo “Il fi letto bianco dà dinamicità al carattere, della società, scritto come un nome proprio diventa una società per azioni e il cambia- Eni. L’ennesimo impercettibile accorciamento si snoda da una lettera all’altra creando con l’iniziale maiuscola. “Anche la forma del mento comporta l’esigenza di un nuovo del cane lo rende lungo esattamente quando una notevole continuità, specialmente nelle logo ricorda la forma del cane a sei zampe restyling del marchio perché, dovendo ap- la lunghezza del logotipo Eni. Il tocco fi nale è parole più lunghe – spiega Bob Noorda – il e il puntino rosso della “i” di Agip evoca la prodare in Borsa, l’azienda ha la necessità di l’aggiunta della parola Group. simbolo che si vuole evocare è quello della fi amma”, aggiunge Noorda. Nel suo insieme dotarsi di un’immagine in linea con il nuovo Come per Agip, Noorda si occupa nell’ultimo strada, le due corsie divise dalla riga bianca si tratta di un cambiamento importante che contesto che esprima un’organizzazione decennio dello scorso secolo del restyling spartitraffi co.” L’altezza del marchio è uguale mostra il superamento della sigla a vantag- aziendale rinnovata,agile e moderna. Per del logo Enel. all’altezza della lettera maiuscola, il colore di gio di un nome. Una scelta che migliorerà ripensare la corporate image del moderno fondo su cui campeggia il cane a sei zampe anche il riconoscimento dell’identità azienda- Gruppo Eni viene interpellato ancora una Il logo 1963 è giallo al 100%, mentre il colore della le da parte del pubblico. volta Bob Noorda. fi amma è un rosso composto dalla somma di Il nuovo progetto grafi co segue un proces- Il primo marchio presentava l’acronimo di giallo 100% e magenta 100%. Al passo con i tempi: il nuovo progetto so di progressiva astrazione e si basa su “Ente Nazionale per l’Energia Elettrica” grafi co (ri)pensato da Bob Noorda. elementi essenziali semplici ma di notevole scritto in maiuscolo, con un font graziato, La nuova corporate identity forza e suggestione, in grado di aggregare inserito in una cornice arrotondata azzurra. Nel 1992, quando Eni si avvia verso la i vari settori dell’immagine e di confermare All’inizio degli anni Ottanta questo logo Tutte le società del Gruppo adottano imme- privatizzazione, il cane a sei zampe attira i il valore della unitarietà del Gruppo. Il cane venne sostituito dal logo con la saetta, diatamente la nuova immagine ottenendo consensi e la fi ducia dei risparmiatori e degli viene tolto dalla palina gialla con bordo nero nero, in cui il font si trasforma in disegno, la così un’azione di forte raggruppamento. investitori istituzionali. ad angoli smussati, che era molto legata alle scritta diventa meno comprensibile, il logo La corporate identity, anticipata dall’azione Il titolo viene quotato alla Borsa italiana e al stazioni di servizio, e viene inserito insieme di grande impatto. Il primo logo rispecchia lo pionieristica di Mattei, è fi nalmente raggiunta NYSE (New York Stock Exchange), l’azienda al logo Eni in un’area perfettamente quadra- stile degli anni ‘60, in cui è il font a fare da anche a livello di immagine. Nel logo oltre al sta evolvendo, e anche il cane a sei ta. Al suo centro il quadrato giallo è attraver- padrone. Semplice ed effi cace per comu-

12 13 nicare nell’immediato l’identità aziendale società per azioni posseduta dal Ministero - I raggi: che defi niscono i nove rami organiz- La progettazione del carica, al tempo, di valori funzionali piuttosto del tesoro. E’ il primo passo verso la priva- zativi in cui si dirama l’azienda. logo Enel. che di una visione emozionale e creativa. tizzazione e la denominazione dell’azienda Energia e vitalità sono le due parole chiavi La crisi economica degli anni ‘70 condus- cambia in Enel S.p.a. Il nuovo marchio è un da cui è partita la realizzazione del logo se Enel a drastiche misure di austerity ed ritorno al passato: incentrato sul font Futura, storico di Enel, rimasto in carica per ben 18 alla defi nizione di un nuovo piano energetico semplice ed istituzionale. anni. Dotato di carattere e riconoscibilità, nazionale per la costruzione di nuove centrali Un logo troppo spersonalizzato per descrive- segna anche il passaggio dall’acronimo elettriche e la ricerca di fonti di energia rinno- re un’azienda così importante ed in progres- E.N.EL al semplice nome Enel. vabili. Tra gli anni ‘80 e ‘90 la visual identity siva crescita. Tra l’altro, per chi sottolinea la Potremmo scrivere mille parole, ma affi - di Enel si trasforma in maniera radicale: somiglianza del nuovissimo logo Enel a quel- diamo a Noorda stesso la spiegazione del il logo semplice e squadrato lascia il posto lo di Google, c’è da dire che anche questo nuovo logo.(*) ad una saetta, attorcigliata su se stessa. ricordava all’epoca un altro importante logo, Decisamente poco leggibile e senza grazia. ovvero quello Fiat del ‘68. Logo a parte, il decennio in questione è stato per Enel prospero e decisivo: realizzò nuovi Il logo 1997 impianti sperimentali per la produzione di rin- novabili e diminuì progressivamente l’uso di E’ del 1997 invece il logo disegnato da Bob petrolio, nell’ottica della sostenibilità energe- Noorda . Come spiega egli stesso, esso tica che ha dunque da sempre contraddistin- rappresenta l’unione di tre elementi: (*) Brand identity - Nuovo logo Enel 1998 - Enel to il suo agire aziendale. E’ il 1991 e qualcu- - Il sole: che richiama al concetto d’energia; Frammenti di storia no si accorge che forse è il caso di pensare - L’albero: che rappresenta l’attenzione di Bob Noorda Design, Giovanni Anceschi, Giovanni di Enelvideo ad un logo differente soprattutto alla vigilia Enel all’ambiente ed alla sostenibilità del Baule e Mario Piazza, 24 Ore Cultura. di un passo importante: Enel si trasforma in settore energetico; Eni.com Enel: il resttyling di un logo, elenabona. 14 15 L’editoria italiana nei segni

Un marchio come quello di Mondadori 1969 Norda ricorda il rifi uto per l’emblema di tutto il Libri con il logo degli lavorazione dei moduli costruttivi, moduli che Mondadori è la perfezione della sintesi. La fusione sistema della prima linea della metropolitana Oscar Mondadori di giocano sulla reinterpretazione la costanza esemplare delle due iniziali porta con sè la milanese, affi ora, se pure nel suo stile tipico Bob Noorda. delle forme e delle sottili modanature e sulla Verso la fi ne degli anni 60, Noorda vince il memoria del sigillo tipografi co dell’editore è asciutto, un fi lo di melanconia: quello con loro possibile differenza uno scarto nel ritmo concorso ad inviti per il marchio del Gruppo Nella pagina di destra come uomo di cultura e l’effi cacia strumen- le MM sopra e sotto, era piaciuto a tutti, tran- studi per il logo e il font su uno dei tre moduli fa sparire una leggera Editoriale Mondadori. Il marchio sintetizza le tale del suggello di marchiatura del prodotto ne che al presidente che lo aveva portato al dela Mondadori. vibrazione, devono increspatura dell’acqua. due iniziali del nome del fondatore Arnaldo editoriale moderno. È un segno per durare, consiglio di amministrazione, mettendolo ai Ci consente di immaginare il panorama della Mondadori, integrandole fondendole armo- dove tutto funziona, come con la chiave che voti, dato che a lui non piaceva; naturalmen- laguna, specchio d’acqua dove risplende la nicamente in un segno grafi co. È un segno incontra la serratura, non c’è sbavatura, te, tutti i consiglieri hanno votato come lui”. Il ricchezza della città”. Più un marchio vive, forte e memorizzabile anche in assenza del frizione, disturbo. Questa data e la leggiamo progetto per la metro era la Milano sopra e si mantiene, come dire, fresco, attuale con il logotipo, e a molti anni di distanza mantiene come il fi lo rosso che collega gli oltre 170 la Milano capovolta sotto, è già un enunciato passare degli anni, più l’idea che lo ha soste- la sua decisa riconoscibilità a riprova che un Marchi disegnati da norda: dal Banco di evidente. Il disegno delle lettere era traccia- nuto e contribuito a defi nirlo è ancora valida marchio per defi nirsi davvero tale non deve Desio al Fusital da Rhodiatoce alla M, dalla to con la consapevolezza di trasformare il più sento di aver lavorato bene.” essere condizionato dalle mode e dalle ten- Vallecchia alla Feltrinelli, dall’Eni al Touring corrimano rosso, disegnato da Noorda progetta un nuovo marchio, imposta denze del momento. A molti anni di distanza Club italiano. Ritroviamo in essi sempre e , in un carattere tipografi co la grafi ca delle collane editoriali e disegna dal progetto del marchio Mondadori 1969, una linearità di approccio che non rigetta netto ed equilibrato. Resta un caso storico moltissime copertine. Il marchio Vallecchi Noorda sviluppa l’ampliamento del sistema il confronto anche con la fi gurazione quasi del made in Italy. Anche in una delle ultime deriva da un’idea dello stesso Pampaloni e coordinato aziendale con la progettazione didascalica. Un marchio che funziona per un prove, il marchio per la candidatura di Vene- rappresenta una catasta di tronchi di alberi dell’immagine grafi ca di alcune librerie e segno semplice che comunica con la facilità zia all’expo 2000, ritroviamo questi principi disposti secondo un antico schema della multi-center Mondadori, il re-design del di un libro per l’infanzia. Può essere astrat- e questo metodo, c’è un assunto primario di tradizione toscana. Il logotipo è composto col pittogramma Oscar Mondadori e il disegno to o monogramma, ma deve trasmettere compostezza, c’è la necessità di semplifi care carattere tipografi co Bodoni Classic. del logotipo realizzato con un carattere immediatezza deve offrirsi ha una naturale lo spazio dove il segno dice. Questa riduzio- tipografi co personalizzato. comprensione. Forse per questo, quando ne comunque accompagnata da un attenta

16 17 Feltrinelli Nella pagina di sinistra: uno store Feltrinelli. La collaborazione di Bob Noorda con la casa editrice Feltrinelli risale agli inizi degli anni 60, In questa pagina: logo Feltrinelli e studi quando Giangiacomo Feltrinelli lo incarica di per la collana editoriale progettare l’impostazione grafi ca delle collane dei romanzi. dei romanzi. Successivamente è in che Fel- trinelli a proporre di ridefi nire completamente l’immagine coordinata della società, a partire dalla stessa immagine aziendale. il progetto parte con la progettazione grafi ca della collana editoriale universale economica Feltrinelli e con il disegno di un nuovo marchio è di un nuovo logotipo l’obiettivo di posizionare il marchio a margine destro della copertina diventa l’occa- sione di disegnare la lettera F ruotata di 45° e tagliata verticalmente. Il logotipo è composto dal carattere Century che diviene il carattere della casa editrice.

Bob Noorda Design, Giovanni Anceschi, Giovanni Baule e Mario Piazza, 24 Ore Cultura. 19

TRA PASSATO E PRESENTE a cura di Sofi a Gusella

© dear Milano.it Schizzi delle proposte per il logo Regione Lombardia di Bruno Munari

Un simbolo venuto da lontano Dialogo con Francesco Dondina

Francesco Dondina: Tra i progetti che ti dell’araldica e dei suoi simboli in ambito hanno dato maggior notorietà c’ è il simbolo lombardo. Vennero fatte delle indagini della Regione Lombardia, che hai realizzato di opinione e, fi nalmente, sia Munari nel 1974. L’ intera operazione va rubricata che Lupi presentarono delle proposte tra i massimi esempi di serietà e rigore preliminari. Munari si concentrò sul concet- metodologico in ambito progettuale, soprat- to espresso dallo statuto della regione di tutto per quanto concerne la fase di studio, sviluppo collettivo, di crescita alla quale tutti anche per l’ eccellenza culturale dimostrata partecipano in termini economici, politici e “Allora occorre andare a cercare in dai dirigenti di allora. sociali. Per esprimere visivamente un’ idea così articolata, Munari attinse dal mondo quello che la gente conosce, se c’è Bob Noorda: Il primo presidente della naturale, in particolare al mondo vegetale, qualcosa, in natura, che rappresenti Regione Lombardia, costituita nel 1970, lo schema della crescita delle gemme. è stato Piero Bassetti, che avevo già avuto Partendo da questo segno semplice, questa crescita collettiva, questo modo di conoscere sul piano personale, prospettò l’ ipotesi di svilupparlo grafi camen- e di cui ero stato diverse volte ospite sin te all’ interno di un quadrato, o di una forma sviluppo, che sia lui stesso la crescita, dai tempi della Pirelli. circolare, o ovale, e di poterlo anche Bassetti era un uomo di cultura e sapeva trasformare in un oggetto solido fatto di car- lo sviluppo.” bene chi fossero gli esponenti del design ta, legno, pietra, plastica. di allora, così venne istituita una commissio- Munari diceva che era intuitivo come il segno Bruno Munari ne con molti esperti e un gruppo di grafi ci, della croce, che poteva essere riconosciuto tra cui Bruno Munari e Italo Lupi. anche da un analfabeta, che lo si poteva ad- La commissione raccolse un vasto materiale, dirittura disegnare con un dito nella sabbia. una parte del quale verteva sul tema Italo Lupi, invece, propose di lavorare

24 25 “La Regione come elemento di coesione delle province e di organizzazione, idea-forza e unità, nuova identità politica, elemento vitale per lo sviluppo delle realtà provinciali e realtà basata sull’unitarietà. Struttura in continuo sviluppo, fattore di sviluppo democratico delle entità provinciali e unità di differenti volontà popolari.”

Bruno Munari © F.G per acam.it

sull’ immagine dell’ albero leonardesco Francesco Dondina: A quel punto, la In alto: Incisione rupestre della prime proposte, a tracciare dei disegni al centro- che forma una specie di fi ore, della Sala delle Asse del Castello Sforzesco. commissione nominò i grafi ci incaricati della schizzi delle proposte rosa camuna in Val preliminari, ma non eravamo affatto o di croce, detto “rosa camuna”. Quell’ idea poteva portare alla creazione realizzazione del progetto. per il logo Regione Camonica. convinti... Il simbolo del biscione visconteo Ci concentrammo su quello. […] di un simbolo unitario senza alcuna Lombardia di Massimo era già stato molto usato, per esempio Verrecchia contaminazione araldica, e rappresentava Bob Noorda: Si, alla fi ne di quel meticoloso dall’ Alfa Romeo, e la stessa cosa valeva Lavorare con altri colleghi è stata un’espe- anch’esso, con grande chiarezza, il concetto lavoro preliminare, venne identifi cato un per Leonardo. rienza arricchente e fortunata, visto che, per di sviluppo e di crescita. piccolo gruppo costituito da Pino Tovaglia, Non eravamo soddisfatti, fi nché, a un certo questo lavoro, nel 1979, abbiamo vinto Una terza ipotesi di lavoro venne da Mas- da Roberto Sambonet e da me. punto Sambonet, rientrato da un weekend il premio Compasso d’Oro. simo Verrecchia, a proposito dei concetti di Munari rimase coordinatore, ma non parte- in Val Camonica, ci disse di aver trovato organizzazione, unità, identità politica cipò all’ ideazione. Noi tre ci incontrammo delle cose molto interessanti, e ci condusse e funzione parlamentare dell’ ente. diverse volte, anche perché la fase di studio a fare un passo indietro, fi no alla Preistoria Da quella prima ricerca e dalle tre proposte fu molto lunga. della Lombardia. formulate successivamente, sono emerse Rivedendo il materiale raccolto, toccammo altre indicazioni, ottenute analizzando un po’ tutta la storia della Lombardia; cosa Francesco Dondina: La Val Camonica è tra il territorio attraverso le diverse epoche non facile, perché la parte orientale è stata le zone preistoriche più importanti d’Europa, storiche e i loro simboli principali. per molto tempo sotto Venezia, e ne ha ricca di incisioni rupestri a testimonianza Per il Medioevo c’erano l’ effi gie di Sant’Am- subito l’ influenza. degli usi culturali, religiosi e forse anche brogio, la corona ferrea dei longobardi, Abbiamo scelto diversi temi da approfondire, economici delle popolazioni preistoriche la croce di Aginulfo. Per l’ epoca comunale e in particolare Leonardo da Vinci, il simbolo della Lombardia. c’erano il Carroccio, Alberto da Giussano, della croce, i Visconti e il loro biscione e la battaglia di Legnano. Per l’ epoca delle l’ aquila. Bob Noorda: Ed è nota per quel segno Signorie, il biscione visconteo, il Castello Su questi argomenti abbiamo cominciato con quattro lobi e nove punti -quattro all’ Francesco Dondina, Bob NOORDA: Una vita nel Sforzesco e il Duomo. a fare dei ragionamenti e ad articolare delle interno dei lobi, quattro all’ esterno e uno segno della grafi ca, Milano, Editrice San Raffaele, 2009

26 27 In basso: processo di rielaborazione e semplifi cazione della rosa camuna, sino ad arrivare al logo Regione Lombardia.

La geometria di un fi ore

Tra i vari segni e fi gure incisi su pareti schematizzato, lo spirito di un defunto, di roccia e massi erratici, se ne trova uno la fi rma dell’ artista o il segno della tribù. caratteristico noto come croce o rosa: nove segni circolari, in sequenza di tre occupano Tra tutti i segni graffi ti della Val Camonica le anse dei quattro lobi o petali o bracci. si decide di provare a visualizzare il segno Si tratta di un segno, che rappresenta una corrispondente alla rosa camuna. vasta diffusione geografi ca: lo si trova infatti Scelto il segno di base si presentano tre in Francia, Spagna, Svezia e in numerose possibilità: località italiane. In particolare per l’ Italia 1. riprodurre tale e quale l’ originale; si possono ricordare i massi o le rocce 2. rispettare il segno di base, sottoponendo della Val Camonica, il menhir di Monte ad una interpretazione geometrica senza della Madonna presso La Spezia, le tavolette alterazione strutturale; di Bande di Cavriana e l’ ara del castello del 3. partire dal segno di base lasciando libero Toppo di Solimbergo, vicino a Pordenone. campo alla creatività. Nelle incisioni delle ultime tre località Viene scelta la terza possibilità. la croce appare, a differenza di quelle della Il simbolo è posto a numerosi trascrizioni Val Camonica, senza i nove segni circolari. grafi che ed a variazioni di rapporti tra i nove Il signifi cato originario di questo segno rima- segni circolari ed il tracciato della croce. ne ancora ignoto. Potrebbe essere il simbolo Vengono tolti i nove piccoli dischi, perché dell’ uomo, un segno di orientamento (nelle appesantiscono troppo l’ immagine e per non incisioni della Val Camonica le croci sono suggerire visivamente la tendenza centraliz- orientate verso l’ asse terrestre), lo schema zatrice di Milano in rapporto agli altri di uno strumento musicale, un uccello capoluoghi lombardi.

28 29 “Dodici capoversi per il simbolo della Regione” di Franco Fortini

Il simbolo scelto viene ridisegnato secondo triangolo equilatero oppure da forme Bandiera della Regione vengono suddivisi con linee comuni alle due dei quattro cerchi che determineranno i quat- un procedimento geometrico matematico elementari derivate.[…] Lombardia, presso forme: il diametro del cerchio corrisponde tro lobi della rosa camuna. Il raggio di questi il quale ha la funzione di strutturare armoni- Nel caso del simbolo della Regione Lombar- il Palazzo Regione esattamente al lato del quadrato. In questo cerchi corrisponde al punto di incontro del camente il soggetto trattato, di determinare dia, il modulo spaziale scelto per la struttura- Lombardia a Milano. spazio verrà inscritto il simbolo, e siccome lato del quadrato con le linee che dividono delle proporzioni e dei rapporti esatti. zione è un quadrato con un cerchio inscritto. l’intenzione dei progettisti è quella di dare lo spazio in sedici parti. Facendo centro In molti casi queste proporzioni e questi rap- Da questo modulo spaziale derivano tutte un aspetto dinamico al simbolo, si rende a metà dei lati del quadrato inscritto, si porti vengono determinati dal gusto dell’arti- le misure necessarie ad individuare la forma. necessaria l’ abolizione della staticità risul- tracciano gli altri quattro cerchi che segne- sta ideatore del simbolo o del marchio. Queste misure sono ricavate tramite opera- tante dal simbolo costruito sulle linee verticali ranno la parte verso l’ interno del simbolo. L’ artista decide lui, secondo la sua sensibili- zioni geometriche, tracciando linee rette ed orizzontali. Si tratta quindi di defi nire un tà, spazi, dimensioni, proporzioni tra e curve che suddividono in parti uguali nuovo asse costruito in modo logico sulla Il simbolo strutturato viene considerato in le parti e il tutto; senza preoccupazioni di che il modulo. Su questa traccia verrà disegnato struttura generale. Si sceglie quindi una linea positivo e in negativo e nella sua riduzione cosa succederà quando si dovrà riprodurre il simbolo. Nel nostro caso, essendo che corrisponde alla rotazione della verticale anche nelle misure più piccole. Il colore sarà il marchio o il simbolo grande trecento volte il simbolo fatto tutto di linee curve, il proble- per un sedicesimo del cerchio in senso bianco su verde perché la Lombardia è ricca di più del disegno originale. […] ma era quello di defi nire i centri e i raggi orario. Su questo nuovo asse si procederà di acque e di verde. Quando si progetta un simbolo o un marchio, di queste curve. Con questo sistema il pro- per la strutturazione grafi ca. Il logotipo Regione Lombardia è stato scritto oggi, non si può fare a meno di questo studio blema di ingrandire trecento volte il simbolo Si tracciano tutte le linee corrispondenti col carattere tipografi co Futura. di strutturazione della forma, qualunque essa diventa un fatto automatico e preciso. all’ asse dinamico, che dividono lo spazio sia. Uno schema da inventare ogni volta per Nello stesso tempo il simbolo, così struttu- in sedici parti uguali. Si segna un cerchio ogni tipo di marchio o simbolo. rato, secondo lo spirito leonardesco ancora concentrico al cerchio massimo, in modo che Normalmente si inizia dalla delimitazione presente oggi nei casi dove l’ arte è un tagli a metà tutti i raggi. In questo cerchio dello spazio occupato dalla forma del mestiere, risulta più equilibrato, più leggibile, si costruisce un quadrato la cui diagonale simbolo che può essere contenuto in una più memorizzabile, più riproducibile. coincide con l’asse dinamico. delle forme basilari come quadrato, cerchio, I due moduli spaziali, il quadrato e il cerchio, I vertici del quadrato inscritto sono il centro

30 31 Al centro: nuovo logo Regione Lombardia. Immagine © regionelombardia.it “Brandbook Regione Lombardia” di Regione Lombardia

Processo di costruzione del logo Restyling del logo Signifi ca prima di ogni cosa saper risponde- re ai bisogni e rafforzare costantemente il 1.Idea di partenza Dopo più di quaranta anni e qualche restyling legame di fi ducia e appartenenza che passa 2.Quadrato cromatico, la Lombardia è ormai connotata anche attraverso la capacità di riconoscersi 3.Tracciare le mediane da questo ideogramma; un segno moderno in un brand moderno come la Rosa Camuna, 4.Inscrivere un cerchio e duttile, in grado di identifi care intimamente in grado di veicolare valori di leadership, 5.Tracciare le diagonali non solo l’Istituzione regionale ma anche effi cacia, effi cienza e specialità, in 6.Suddividere in 16 spicchi la comunità e il suo territorio, attraverso un un contesto sia nazionale che europeo. 7.Tracciare un cerchio di raggio pari alla legame grafi co rintracciabile già nell’inclina- metà del primo zione dell’asse a nord-est e nel dinamismo 8.Tracciare un quadrato inclinato di 22° rotatorio della Rosa, metafora di una terra 9. Tracciare cerchi con centro nei quattro che sa interpretare il futuro e trainare lo vertici del quadrato sviluppo del paese senza mai smettere di 10.Tracciare quattro cerchi con centro nel innovare. La Rosa Camuna è un segno pon- punto d’ intersezione tra mediane e lati del te tra la nostra storia, il presente e il futuro quadrato che vivremo: il nostro bagaglio culturale e la 11.Unire la forma meta a cui tendere. 12.Colorare Sviluppare un brand istituzionale come 13.Rimuovere le linee di costruzione Regione Lombardia, signifi ca lavorare per 14.Invertire i colori sfondo/fi gura allineare al meglio l’identità che si vuole Noorda, Sambonet, Tovaglia, Ricerca e progetta- zione di un simbolo: una metodologia progettuale 15.Applicare la scritta “Regione comunicare all’effettiva percezione che grafi ca, a cura di Pietro Gasperini, Bologna, Zani- Lombardia” hanno stakeholder e cittadini quando entrano chelli, 1979. in relazione con l’Istituzione. regione.lombardia.it 32 33 “Da logo nasce logo Il logo Lombardia in movimento” da Regione Lombardia, delibera di giunta Il linguaggio del marchio Dialogo con Francesco Dondina “Più che altro si può insegnare e imparare un metodo per conseguire un risultato.” Bob Noorda

Francesco Dondina: Trovo interessante la perché capace di “raccontare” quell’azienda, sintetico, un segno grafi co che in pochi riproducibile a colori e in bianco e nero, in tua affermazione sulla“tipicità” di un segno presentandola e differenziandola rispetto tratti deve essere in grado di rappresentare positivo e in negativo, ossia tanto su fondi – sia esso tipografi co o iconico – che diventa all’offerta complessiva. un’azienda, una società, un’istituzione o un chiari che su fondi scuri, senza però perdere marchio. Il carattere come espressione visiva Il metodo di lavoro per il design di un soggetto individuale. Il marchio deve essere le sue principali caratteristiche personali e del soggetto che deve presentarsi al pubbli- marchio parte da un briefi ng sviluppato semplice perché deve parlare al pubblico di riconoscibilità. Da qui deriva la necessità co e dialogare. Qual è la tua idea di design insieme al committente e, come è ovvio, tramite un messaggio immediato, sintetico, di accompagnare lo studio del marchio con di un marchio? il primo approccio al progetto si focalizza riconoscibile e quindi facilmente comprensi- un manuale di istruzioni che spieghi sinteti- sull’analisi del “problema”. Nel design di bile. Il secondo punto è l’atemporalità. camente, ma con estrema precisione, come Bob Noorda: Nell’affrontare il disegno un marchio e di un sistema di corporate Un marchio deve durare nel tempo, perciò utilizzarlo. Il quarto punto è la memoria, ed di un marchio, ho sempre cercato, tra le altre identity, ho sempre seguito un metodo molto non deve essere soggetto alle mode è direttamente collegato alla frase di Bruno cose, di garantire la memorabilità. semplice che essenzialmente si basa su del momento. L’immagine coordinata è cosa Munari che ho appena citato: un marchio Questo nel rispetto di un pensiero di Bruno cinque punti. Quando queste cinque regole ben diversa dalla pubblicità: le campagne deve essere facilmente memorizzabile, Munari, che mi è sempre stato utile: Munari sono rispettate e garantite, possiamo dire pubblicitarie hanno una durata limitata, quindi deve utilizzare un linguaggio semplice sosteneva che un marchio svolge pienamen- di essere di fronte a un progetto di corporate mentre un progetto di corporate identity, e comprensibile a tutti. te la sua funzione quando viene facilmente che funziona e ha una propria personalità; e creato per durare decenni, deve essere ricordato e rimane impresso nella memoria; che quindi si è riusciti a cucire l’abito giusto quanto più possibile svincolato dalla dimen- Francesco Dondina: Sembra che, duran- al punto che, se viene fatto vedere ad per quell’azienda. sione temporale. Il terzo punto è la ripro- te una riunione per presentare il progetto un bambino, anche per breve tempo, questi ducibilità. Un marchio, per dirsi tale, deve preliminare ai dirigenti della Regione Lom- riesce a ridisegnarlo, almeno nelle caratte- Francesco Dondina: Un’operazione di alta essere facilmente riproducibile su ogni tipo bardia, Bruno Munari abbia domandato loro ristiche principali che lo contraddistinguono. sartoria… E quali sono questi cinque punti? di supporto e in ogni situazione. Proprio per di descrivere lo stemma della Repubblica Un buon marchio certo non decreta il suc- questo esistono diverse declinazioni del Italiana. Nessuno lo seppe fare correttamen- cesso di un’azienda, ma può influenzarlo Bob Noorda: Sintesi e semplicità, il primo. marchio, ossia versioni con caratteristiche te. Questo esperimento diverte sempre i miei e sostenerlo signifi cativamente, proprio Per sua natura, il marchio è un elemento differenti. Un marchio deve poter essere studenti, stimolandoli a confrontarsi

34 35 Al destra: ritratto di Bob Noorda.

Semplicità RiproducibilitàAtemporalità Memoria

concretamente con i concetti di sintesi e grafi ca, di linguaggio visivo che coordina Continuità memorabilità. Ma veniamo al quinto punto e utilizza in modo stabilito e determinato del tuo metodo. i differenti codici, di modo che, anche in assenza di marchio, siamo in grado di Bob Noorda: Il quinto punto riguarda il con- riconoscere quel prodotto di comunicazione cetto di corporate identity: spesso si tende, come appartenente a una determinata erroneamente, a limitare al solo marchio il azienda piuttosto che a un’altra. progetto di immagine coordinata di un’azien- Continuità: ecco, questo è un aggettivo molto da. Niente di più sbagliato che ritenere, una vicino al concetto di corporate identity. volta fi ssato il marchio, di aver creato l’abito A tale proposito, il manuale di corporate completo della società. L’immagine coordina- identity assume un ruolo fondamentale, ta aziendale è una struttura molto comples- perché regola in modo preciso e indiscutibile sa, di cui il marchio è una parte fondamenta- come tutti gli elementi del progetto di imma- le, ma non è tutto. gine debbano essere utilizzati. È importante L’immagine coordinata è costituita da che queste norme vengano rispettate, se diversi codici di comunicazione, come i codici si vuole garantire la continuità nel tempo cromatici, ovvero i colori; i codici tipografi ci, del progetto. ovvero il lettering e i font istituzionali; i codici iconografi ci, ovvero i pittogrammi e le icone; e, a volte, addirittura i codici fotografi ci, vale a dire le immagini istituzionali. Le cinque parole In un progetto di immagine coordinata, inol- Francesco Dondina, Bob NOORDA: Una vita nel chiave per costruire un tre, viene defi nita una sorta di grammatica segno della grafi ca, Milano, Editrice San Raffaele, buon marchio. 2009 36 37 La bandiera della Regione Lombardia in Val Camonica.

38 39 Il design tradito del sottosuolo

Bob Noorda progettò la grafica della metropolitana milanese aggiudicandosi il Compasso d’Oro nel 1964. Più di cinquant’anni dopo, la metropolitana ha subito molti interventi e cambiamenti... non sempre in meglio.

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Parti per un viaggio alla sco- perta della metropolitana di Milano, da come l’avevano pensata Noorda e lo Studio Albini fino al giorno d’oggi.

40 41 IL DESIGN DELL’ORIENTAMENTO a cura di Carlo Boschis Le Metropolitane di Noorda: dall’Italia alle Americhe.

“Fu l’architetto Franco Albini a chia- marmi. Lui era stato incaricato di progettare gli arredi delle stazioni. Quella segnaletica ebbe così succes- so che poi mi affi darono anche quelle di New York e San Paolo.”

Bob Noorda

Nel 1962 la Società Metropolitana Milanese localizzazione del punto di arrivo in rapporto dà incarico agli architetti Franco Albini e alla circostante zona urbana, ed ai servizi Noorda in posa alla fer- in stretta collaborazione, abbiamo tirato fuori perché l’effetto in negativo è sempre che il Franca Helg per il progetto di arredo delle pubblici di superfi cie utilizzabili. Ecco come mata San Babila della un nuovo sistema, la famosa fascia rossa carattere si allarga otticamente. Ho accor- stazioni e della segnaletica della Linea 1. Bob Noorda ricorda le esperienze di quel metro di Milano della linea uno, e la verde per la due, che ciato, quindi, tutti i discendenti e ascendenti Per la realizzazione della segnaletica Albini momento: “. La metropolitana era completa- porta solo le indicazioni per la segnaletica delle lettere, in maniera che l’occhio del scelse di collaborare con il grafi co olandese mente nuova. La struttura era stata comple- per trovare la strada in questi ambienti e carattere risulti più grande. Questa soluzio- Bob Noorda. La scelta di studiare un’im- tata e in quel periodo l’architetto Albini ha anche sulla banchina. Una novità. ne sulla banda continua funzionava molto magine coordinata per la metropolitana e avuto l’incarico di progettare l’arredamento Prima di allora infatti c’era solo il nome della meglio. Per quello ho dovuto disegnare a per la sua segnaletica fu un’innovazione nel delle varie stazioni. Anche lui si è trovato in stazione al centro della banchina, come mano 64 caratteri, all’epoca non c’era ancora panorama italiano e solo il secondo esempio un momento, direi, abbastanza diffi cile, per- nelle stazioni di Parigi o Londra. Io invece ho il computer …” al mondo dopo il progetto grafi co di Colin ché le strutture erano tutte di una fi nitura di proposto l’idea di ripetere il nome della sta- Noorda non si fermò al solo impianto della Forbes per l’aeroporto di Londra Heathrow cemento. D’accordo, era tutto calcolato per zione ogni cinque metri, in maniera che un segnaletica ma affrontò anche la scelta di un nel 1961. La segnaletica dei trasporti pubblici il fl usso dei passeggeri ecc., ma non come passeggero su una vettura che entra in sta- font appositamente creato, basato sul carat- usciva dalle offi cine per entrare negli studi fi nitura. Allora Albini ha trovato una solu- zione possa subito vedere in quale sta- tere Helvetica. Inoltre creò una serie di icone degli architetti e dei designer: funzionalità ed zione molto semplice direi, di mettere nelle zione si trova, ancora col treno in movimen- e lo schema della rete stessa, tutti elementi estetica insieme. pareti un certo materiale e risolvere tutto con to. Questa è stata direi la grande novità purtroppo oggi in gran parte persi. E’ inte- Albini e Noorda effettuarono un analisi un grande design. Io ho avuto la fortuna di mondiale. Ho dovuto studiare un nuovo tipo ressante notare come l’iscrizione delle frecce particolarmente approfondita e razionale essere stato chiamato da Albini dal primo di carattere. Sono partito da un carattere in un fondo circolare, permetta facilmente di sul progetto e sulle parti già realizzate nel momento che lui aveva cominciato a lavora- esistente, Helvetica, che allora era anche poterle ruotare senza modifi carne il disegno. 1961, anno in cui entrarono a far parte del re al progetto. E allora ce l’abbiamo fatta… abbastanza nuovo. Facendo delle prove, La linea guida era la semplicità, la chiarezza team della Linea 1. In particolare si dovette di solito funzionava così: un architetto fi niva però, dovevo usare questo carattere bianco del linguaggio grafi co, ripulito da qualsiasi or- studiare un complesso di segnalazioni tutto il suo arredamento e diceva: adesso ci su fondo rosso, cioè in negativo. Prendendo pello decorativo, che non fosse una semplice relative al nome della stazione stessa, alle vogliono un po’ di cartelli che dicano le di- l’Helvetica su questo fondo, il chiaro era trop- linea spessa, oltre all’uso del minor numero uscite, ai tratti percorsi e da percorrere, alla rezioni. Invece no, questo passo è stato fatto po chiaro, il nero diventava troppo chiaro, di colori possibili; quindi anche il font doveva

44 45 O

1963, MILANO 1966, NEW YORK 1972, SAN PAOL

“Ho avuto la fortuna di essere stato “A New York era completamente diverso, “San Paolo aveva tutta una serie di chiamato da Albini dal primo momento con 430 stazioni già esistenti. Abbiamo stazioni nuove, ognuna diversa, ognuna che lui aveva incominciato a fare il potuto cambiare il nome delle linee progettata da un architetto che ha potuto progetto, di solito succedeva invece che mettendo il numero o in lettere, dando Tavole di studio della dare una forma in cemento finito. un architetto finiva tutto il suo lavoro e un colore per ogni linea e trovando un segnaletica per la M1 allora lì si poteva dire <> ed ho risolto con una di cartelli che dicano la segnaletica>>. applicazione che funziona ancora, eio banda di luce che si interrompe ogni Invece è stata una stretta collaborazione, parlo del ‘72-’73.” tanto, dove c’era bisogno, con un abbiamo tirato fuori un nuovo sistema cartello un po’ più grande con la scritta a che è questa famosa fascia rossa.” colori, in maniera che erano anche luminose.”

essere ripulito da qualsiasi decoro che ne ity. Era richiesta la riprogettazione della stazioni); quelli orientativi (le frecce e le in- cate da un nome. Per evitare fraintendimenti appesantisse la lettura. Questa scelta, che segnaletica per l’intero sistema delle linee dicazioni per muoversi nel sistema); e quelli del codice alfabetico con quello numerico si oggi può apparire scontata, negli anni ’60 era metropolitane. Il progetto doveva quindi informativi (orari, binari, servizi e strumenti adotta la differenziazione cromatica. I colori in realtà decisamente innovativa, pochissimi affrontare l’elevata articolazione del sistema accessori). Questi tre livelli sono integrati e attribuiti alle linee non accettano che nelle erano gli esempi simili se non quelli legati di mobilità (oltre 30 linee) e la necessità di articolati evitando ridondanze e confusione stazioni di incrocio siano presenti due linee al sistema svizzero. Il progetto toccò con intervenire in un contesto esistente e già comunicativa. con lo stesso colore. Alla già complessa grande attenzione il posizionamento della largamente sedimentato nei comportamenti È stato progettato un sistema modulare che ridistribuzione dei fl ussi pedonali occorre segnaletica, in modo che la lettura fosse abituali dell’utenza. È stato quindi formulato contempla la differenziazione dei singoli poi richiedere di distinguere le linee ad alta immediata per le persone sia in piedi che un programma complessivo di design per un elementi per livelli di informazione. Alcuni velocità/rapide, che per questo vengono sedute all’interno del treno, inoltre l’unitarietà sistema coordinato di comunicazione rapida moduli prevedono l’inserimento di pittogram- identifi cate con una medesima lettera, ma di tale altezza e posizione, era fondamentale delle informazioni. Sono stati defi niti degli mi di direzione, per le uscite, per i treni e per raddoppiata. per “abituare” l’occhio del passeggero, cosa standard per l’identifi cazione, per l’orienta- le linee di interscambio; altri l’inserimento del Per contemplare l’alta varietà di situazio- che non poteva avvenire per esempio nella mento, per la consultazione delle infor- nome delle stazioni e delle informazioni di ni possibili, è stato redatto dalla Unimark metropolitana di Londra o Berlino dove ogni mazioni da parte degli utenti all’interno del secondo livello. International un manuale di applicazione che stazione aveva una differente tipologia gra- sistema di trasporto. In fase preliminare i pannelli progettati preve- dimostra come il sistema modulare proget- fi ca delle indicazioni. Il nome della stazione Un primo problema affrontato è stato quello devano le scritte in positivo (nero) su fondo tato permetta la combinazione di diverse era ripetuto ogni 5 metri, con un’altezza di 2 di defi nire un codice identifi cativo dei percor- bianco. Si passa poi su richiesta del commit- soluzioni. Sistema modulare che per verifi ca metri dal piano della banchina. si metropolitani. Il sistema di base di presen- tente a pannelli in negativo su fondo nero, di funzionalità viene testato su due nodi di in- tazione delle informazioni e delle direzioni è che consentono di limitare il problema (che terscambio particolarmente complessi, Times I progetti di New York e San Paolo stato studiato affi nché l’utente le riceva nel nasceva proprio in quel periodo) del van- Square e Central Station. La grafi ca adotta il momento in cui servono. Il codice identifi ca- dalismo dei writers. Si confermano le linee carattere standard chiamato “AG Old Face”, Il sistema grafi co e il manuale per la metro- tivo dei percorsi si articola in tre categorie di con codifi ca alfabetica e si adotta la codifi ca che viene impiegato per comporre tutte le politana di New York sono stati realizzati su segni: quelli di identifi cazione (i nomi delle numerica per le linee in precedenza identifi - incarico della transit Author- informazioni relative alla segnaletica.

46 47 Una menzione a parte la merita la scel- ta dell’emblema stesso della Metropo- litana Milanese, tale logo doveva servi- re soprattutto come punto di richiamo, univoco e riconoscibile, nell’ambito urbano. Noorda decise di abbandonare la linearità del carattere Helvetica, per introdurre una certa morbidezza por- Per la metopolitana di São Paulo, l’incari- stazioni. Questo elemento a fascia percorre Tavole di studio della tata dagli spigoli arrotondati, con l’in- co, successivo a Milano e New York, viene per tutta la sua lunghezza le fermate delle segnaletica per la me- assegnato quando l’architettura è già stata stazioni in prossimità delle banchine. tro di San Paolo teressante peculiarità di presentare le defi nita e realizzata. Le soluzioni architet- Al di sotto di questa fascia sono stati realiz- toniche adottate divengono allora opportu- zati pannelli smaltati lucidi di 20 cm di base due “M” specchiate simmetricamente nità per un dialogo con la segnaletica: per per 160 cm di altezza, che potessero preve- una sull’altra. esempio, l’integrazione dei pannelli luminosi dere una diversa decorazione cromatica per che riportano le indicazioni di direzione e il ogni stazione. L’insieme risultante è dettato sistema di illuminazione a tubi fluore- scenti da un’unione degli spazi che, seppur dif- posti in prossimità dei mezzanini. ferenziati architettonicamente, sono collegati O, ancora, l’immagine coordinata di stazioni da un sistema segnaletico coerente e unico. progettate da architetti diversi: una stes- Per la grafi ca si è adottato l’Helvetica, un sa fascia modulare fornisce due differenti carattere che prevede già nella famiglia del livelli informativi per tutte le stazioni, mentre suo alfabeto una notevole disponibilità di l’elemento grafi co sui pannelli sottostanti è lettere. diverso da stazione a stazione. La fascia in prossimità delle banchine è stata realizzata con un modulo di 60 cm e suddivisa a sua volta in due parti; la prima equivalente a un terzo dell’altezza dell’intero pannello riporta le indicazioni di uscita, mentre la seconda, equivalente ai due terzi mancanti, riporta Bob Noorda Design, Giovanni Anceschi, Giovanni l’informazione primaria relativa al nome delle Baule e Mario Piazza, 24 Ore Cultura.

48 Metropolitane, Stazioni e Segnali “I sistemi segnaletici rendono fruibili gli spazi collettivi del trasporto urbano e si rapportano con l’opera architettonica. Le tentazioni consu- mistiche mettono in secondo piano la fun- zione pubblica” Mario Piazza

Cinquant’anni fa veniva inaugurata a Milano architettura milanese, mentre il designer, la prima moderna linea metropolitana in olandese ma a Milano dagli anni Cinquanta, Italia. Era il 1º novembre 1964 e dopo aveva progettato la grafi ca e la segnaletica. sette anni di lavori di costruzione i cittadini “La Metropolitana è stata – pur solo attra- milanesi potevano attraversare la città con verso un tema d’arredo – un contributo rico- un effi ciente trasporto sotteraneo che dalla noscibile e impressivo a dare ordine a spazi stazione di Lotto portava a quella di Sesto senza forma, a creare un sistema per l’uso Marelli. 21 stazioni collegavano l’area della della città”: così Albini riassumeva il progetto Fiera, attraversavano il centro storico e (c/o Giuseppe Bozzini, “La vita ridisegnata. raggiungevano la città operaia. La linea si Milano capitale del nostro nuovo paesaggio”, estendeva per 12,5 km di lunghezza, con in Città di Milano, n. 8, Comune di Milano). una distanza media tra le stazioni di 590 m. Il Questo sentire comune per un’opera progetto era stato fi nanziato con 500 milioni pubblica aveva poi trovato nella vestizione di lire dal Comune e il resto da un prestito delle stazioni e nella codifi cazione dell’im- da parte dei cittadini milanesi, che furono magine una coerente e parallela risposta nel generosi ed entusiasti. progetto di Franco Albini, Franca Helg e Bob Questo sentire comune per un’opera Noorda. Le stazioni della nuova linea erano pubblica aveva poi trovato nella vestizione state disegnate negli arredi dallo studio di delle stazioni e nella codifi cazione dell’im- architettura milanese, mentre il designer, magine una coerente e parallela risposta nel olandese ma a Milano dagli anni Cinquanta, progetto di Franco Albini, Franca Helg e Bob Fermata della M1 aveva progettato la grafi ca e la segnaletica. milanese Noorda. Le stazioni della nuova linea erano “La Metropolitana è stata – pur solo attra- state disegnate negli arredi dallo studio di verso un tema d’arredo – un contributo rico

51 Non lo vuole dire ma lo dice: alcune delle grandi opere più recenti gli fanno orrore. Come l’aeroporto di Malpensa, come la stazione della Ferrovia Nord (la ristrutturazione di piazza Cadorna fi rmata da Gae Aulenti, che Noorda defi nisce ‘un mercato rio- nale’). E poi si sfoga: “Sono atterrato a Linate arri- vando da Barcellona, che tristezza il confronto...”. Bob Noorda, l’architetto dei marchi, Caterina Soffi ci Il Giornale, 1 settembre 2005

noscibile e impressivo a dare ordine a spazi progettato di informazioni per l’uso. d’Oro per i tre progettisti, entusiastici com- gestione del sistema di mobilità metro- senza forma, a creare un sistema per l’uso I sistemi segnaletici rendono fruibili e alfabe- menti e speranzosi auspici: “se si potesse politana ha lasciato sviluppare. In alcune della città”: così Albini riassumeva il progetto tizzati i grandi spazi collettivi per il trasporto fare altrettanto per lo squallido disordine stazioni è stato avviato un vero e proprio (c/o Giuseppe Bozzini, “La vita ridisegnata. e i fl ussi urbani di cittadini e utilizzatori degli uffi ci pubblici, per la caotica malinconia restyling, un progetto di ristrutturazione che Milano capitale del nostro nuovo paesaggio”, della città. Vivono in simbiosi con l’opera dei nostri ospedali, per l’ignobile decrepi- interessa tutti gli elementi di architettura in Città di Milano, n. 8, Comune di Milano). architettonica, che aiutano a far conoscere tezza di tante nostre scuole” (c/o ancora degli interni, gli arredi, i supporti di servizio Le anticipatorie osservazioni di Pier Carlo e fruire nel miglior modo possibile. Sono Giuseppe Bozzini) [Ops! sembra di leggere i e il sistema segnaletico. Con risultati non Santini, sul numero 4 del 1964 della rivista di anche un indubbio completamento esteti- propositi del Governo Renzi, ma sono di una sempre incoraggianti. grafi ca Pagina, mettono in evidenza la cen- co dei manufatti urbani. Il rigore austero e quarantina di anni fa! nda]. Questo equilibrio Il restyling muove da intenzionalità diame- tralità del progetto comunicativo. Il sistema pragmatico dell’intervento di Albini e Helg ha e forza tralmente opposte al progetto di Albini, Helg, segnaletico disegnato da Noorda sancisce trovato nella pulizia e nella misura informa- del progetto sistematico di arredo e segna- Noorda. È il segno dei tempi. I luoghi pubblici “l’eccezionalità, almeno per l’Italia, dell’inter- tiva della grafi ca di Noorda il volto perfetto letica sembrano essere diventati un po’ eva- di attesa e gestione dei flussi (grandi stazio- vento di uno specialista in una materia che per quest’opera di razionalità collettiva. Un nescenti nelle esperienze contemporanee. ni, aeroporti), oltre a rispondere agli obiettivi poteva essere affi data alle responsabilità modello autorevole, che divenne di successo funzionali, diventano luogo di commercio e di un qualsiasi uffi cio tecnico, con conse- e fu esportato nel mondo, da San Paolo a Da standard a unicum consumo. C’è un desiderio di adeguamento guenze per il risultato estetico e funzionale Washington, da Vienna a Brasilia (Bob a nuovi standard che vedono nel modello facilmente prevedibili” (Studi per la segna- Noorda, con il suo studio Unimark Inter- Anche per la linea storica della Metropolitana di intrattenimento, e non in quello di funzio- letica della Metropolitana Milanese). Questo national, realizzò anche la segnaletica e Milanese è in corso, ad esempio, da qualche nalità al movimento individuale, la ragione progetto, nato nel clima espansivo dell’Italia l’immagine per le linee metropolitane di New anno un lavoro di manutenzione straordi- dei progetti per gli spazi adibiti al trasporto del boom, mette in luce la necessità di do- York e di San Paolo). naria. Non si tratta solo di adeguamenti a urbano metropolitano. Il grafi co Ruedi Baur, norme e necessità tecniche né di un piano tare le grandi opere di ingegneria e architet- Il progetto, che puntava all’effi cienza per la autore col suo studio Integral di molti sistematico per correggere le contamina- tura, destinate alla fruizione di un servizio mobilità di massa attraverso una sorta di progetti per sistemi segnaletici, ritiene che si zioni, le manomissioni, le mortifi cazioni al pubblico, di un adeguato e coerente sistema “austerità” formale, si meritò un Compasso stia manifestando una situazione parados modello originario che negli anni una cattiva

52 53 sale, dove tendenzialmente gli spazi pubblici mento da quello ambientale. L’illuminazione Fermata Loreto della verde) che scorre di Albini e Noorda (il fi lo di che continuerà a crescere. diventano sempre più marketing oriented e e il chiarore interno, sinonimo di tranquillità e M1 milanese Arianna) è esploso in un ingombrante e zig- Non mancano però anche interventi che quelli privati e destinati al commercio ma- facilità di controllo, sembrano essere il primo zagante sistema di illuminazione, che riduce puntano al rinnovo coniugando l’effi cienza nifestano la presunzione di essere luoghi di obiettivo degli ammodernamenti. Bisogna anche l’altezza degli ambienti. La purezza del trasporto pubblico con la chiarezza della servizio pubblico. I progetti di restyling della dimenticare la spirituale parsimonia nei e semplicità di elemento di orientamento, segnaletica e sulla sobrietà degli ambienti. Metropolitana Milanese certo non puntano sistemi di illuminazione anni Sessanta a fa- minimale e concreto, diventa un gigantes- È il caso dei progetti per la Transports Me- apertamente in questa direzione, ma asse- vore di un maggiore e rassicurante ambiente co dispositivo decorativo. Nella stazione di tropolitans de Barcelona (TMB) dello studio condano un modello emergente per confe- diurno, anche se totalmente artifi ciale e poco Garibaldi l’ampia spazialità delle banchine ON-A (Jordi Fernández, Eduardo Gutiérrez, zionare un’architettura o un arredo su misura sostenibile. Nella stessa direzione vanno le viene interpretata con una rivisitazione dal Francine M.J. Houben). Nelle stazioni di per le singole stazioni. scelte per le pannellature e l’imbiancatura sapore vagamente fanciullesco, uno spazio Sant Andreu e di Drassanes a Barcellona la Gli esempi recenti non mancano e adattano delle pareti, per le bianche e ceramiche pavi- giochi sottolineato dalle inserzioni a co- metropolitana ha cambiato aspetto attraverso il modello landmark-archistar alle esigenze mentazioni, per la sostituzione delle sedute. lori accesi nelle pavimentazioni. Anche la il rinnovo dei rivestimenti, della segnaletica del trasporto urbano: dalla stazione di sostituzione delle panche in granito a favore e degli impianti. In un caso il sistema di illu- Canary Wharf a Londra disegnata da Riservatezza rinnegata di scatolati metallici, sicuramente di mood e minazione rende lo spazio delle piattaforme Norman Foster a quella di Baixa-Chiado a design contemporaneo, ma meno funzionali vivo e cangiante, attraverso una coreografi a L’indistinto dei consumi vince contro la Lisbona di Alvaro Siza, a quelle d’arte della e con una decisa allegria cromatica, confer- di luci sviluppate sui soffi tti. Nella stazione di riservatezza del progetto di sistema, tutta metropolitana di Stoccolma o di Napoli. ma l’indirizzo. Drassanes si ottiene una forte omogeneità fede funzionale e raziocinio. Il progetto Il rifi uto di una standardizzazione e industria- Ma il colore in un sistema di way fi nding è spaziale, attraverso un continuum visivo unitario degli arredi e di gestione grafi ca lizzazione funzionale come quella introdotta un importante codice informativo che non realizzato dai pannelli in cemento rinforzato, delle informazioni per i cittadini viene messo nel 1964 dalla metrò di Albini, Helg e Noorda va confuso con una notazione espressiva e modulari e adattabili. Le fi niture nelle stazioni in secondo piano. Sono due livelli separati sposta verso soluzioni che allontanano d’autore. Certo, le stazioni si caratterizzano, sono uno specchio degli interni delle vetture, e distinti. Questo avviene anche nei casi dall’idea di sistema coordinato e scindono ma a discapito della comprensione d’insieme l’insieme ha un aspetto luminoso, lindo e di migliori e ragionati. Nella stazione plurima il piano dei sistemi informativi e di orienta- del sistema che negli anni si è sviluppato e facile praticabilità. di Loreto, il concetto della linea rossa (e poi L’Architetto, Marzo 2014.

54 55 New York Subway’s Long Dance With a Typeface By Alice Rawsthorne

First, a confession. Whenever I write about can design historian Paul Shaw has pro- a design project, there’s a risk that I’ll make duced a particularly thoughtful and engaging it sound simpler than it really was. I’m not example in his new book, “Helvetica and the the only culprit; most other critics do it too. New York City Subway System” (MIT Press). You know the script. A problem arises. A If ever a typeface was destined to symbolize dynamic designer is called in to solve it. He a city, it is Helvetica and New York. Like or (occasionally) she analyzes the problem, other great New Yorkers, Helvetica came identifi es a solution and implements it. Hey from somewhere else: the small Swiss town presto! Job done. of Münchenstein, where it was developed in There are reasons for this simplifi cation. I the mid-1950s by an obscure designer, Max have space for only so many words in a col- Miedinger, for the Haas Type Foundry. True umn, generally too few to explain everything to émigré tradition, it dumped its original in much detail, and too much detail can be name — Neue Haas Grotesk when it arrived confusing. And there may be a natural ten- in the United States, in favor of one easier dency, doubtless exaggerated in those who for Americans to pronounce. choose to write about something as inherent- The makeover worked. Helvetica fl ourished ly controlling as design, to tidy things up. in America, becoming the typeface of choice But design projects are rarely tidy; they’re for 1960s designers who wanted their work much likelier to be muddled, chaotic, and to to look modern. Among them were Bob be determined by fl ukes, gaffes and compro- Noorda and , who chose mises as much as forethought. It’s always Helvetica as the typeface for New York’s Segnaletica della met- refreshing to come across an unexpurgated subway signs when they redesigned them ropolitana di New York account of the messy reality, and the Ameri- in the late 1960s. You can still see it on the

57 latter-day version of their scheme: the thou- brought in to build the second line, and a Segnaletica della Segnaletica della designers developed ways to solve this prob- but the transit authority refused to consider sands of signs on New York’s subway trains, third for the next one. By the time the three metropolitana di metropolitana di lem using visual tools such as color-coding, alternatives. The choice of typeface was stations and platforms. lines were merged in 1940, the system New York prima dell’in- New York pictograms and type. The exemplars were restricted to ones already used by the shop, It looks so comfortable there, not just be- washopelessly fragmented. tervento di Noorda the London Underground’s 1930s system, which did not include Helvetica. Unimark had cause it is familiar, but because its charac- This chaos was refl ected in subway signs, and Mr. Noorda’s early 1960s signs for the to settle for the similar but less refi ned Stan- ter mirrors the city’s. Helvetica is simple in which included the IRT’s original mosaic Metro, which used a bespoke version dard Medium. And the transit authority could shape with no decorative details; like New station names and a motley assortment of of Helvetica.In 1966, Mr. Noorda was invited never afford to commission enough signs, Yorkers it is tough, blunt and pragmatic. enameled, glazed and hand-painted signs in to work with Mr. Vignelli and the Unimark de- creating a confusing muddle of old and new. Hey presto! Except that the story isn’t quite different colors, formats and typefaces. The sign group on a review of New York subway Yet another version of the Unimark scheme so straightforward, as Mr. Shaw explains. title of a 1957 proposal to redesign the sys- signage. They then watched in horror as the was unveiled in the late 1970s, only to Helvetica did not become ubiquitous in the tem said it all: “Out of the Labyrinth: A plea Bergen Street Sign Shop, which made the encounter similar problems. It was not until New York subway system until the 1990s. and a plan for improved passenger informa- signs, proceeded to implement some of their 1989 that Helvetica fi nally became the sub- Before that, efforts to introduce it were tion in the New York subways.” recommendations, misinterpret the majority way’s offi cial typeface.Helvetica has since stymied by a soap-operatic cacophony of The key to the success of any information of them and ignore others. Still reeling from a become one of New York’s most visible sym- budget cuts, transit strikes, shoddy produc- design program is clarity, especially so for transit strike earlier that year, the city’s cash- bols, although its conquest of the subway tion and feeble management. a subway system. Passengers, including strapped transit authority refused to allow still isn’t quite complete. Mr. Shaw detects a Helvetica wasn’t the only casualty. As Mr. out-of-towners, rely on its signs to guide Unimark to oversee the process. distracting new threat from digital signs, and Shaw explains in his foreword, the history of them around a vast, often tangled network Eventually the authority relented and com- an old one from the “temporary” signs written the subway system had been an unrelenting of underground tunnels, in which they have missioned Unimark to produce a compre- by station staff. Though there are welcome “struggle between centripetal and centrifugal no other means of identifying where they hensive design scheme, many elements of distractions, too, in the lovely old mosaic forces,” starting in 1904 with its fi rst line, the are. They often need to read them quickly, which still survive. Even then, the process station signs that have somehow survived Interborough Rapid Transit’s route from City distracted by crowds of passengers and was botched. Unimark was dissatisfi ed with decades of design chaos. Hall to the Bronx. Another company was noisy trains.Throughout the 20th century, the Bergen Street shop’s workmanship, The New York Times, April 3, 2011.

58 59 Segnaletica della met- ropolitana di New York LINEE ORIENTATIVE a cura di Chiara Alberti “Tira aria di rinnovamento al Touring, sono cambiate alcune cose e altre cambieranno, è ovvio che si pensi a rinnovare l’‘immagine’, di cui il marchio è espressione signifi cativa. [...] Rinno- vare sì, ma restando nella tradizione; rispettan- do e conservando ciò che generazioni di italiani hanno imparato a conoscere, ad apprezzare e – perché non dirlo? – ad amare, come risulta da infi nite testimonianze.” “Qui Touring” n. 1-2 gennaio 1979, p. 9

allora il suo marchio istituzionale, rimasto im- portante ma rispettoso della storia, al punto mutato sino al 1978, è strutturato sul disegno da far titolare l’articolo sul mensile “Qui Tour- di due elementi sovrapposti e compenetrati, ing”, in cui viene presentato uffi cialmente ai che ne descrivono appartenenza territoriale soci, “Un marchio nuovo (ma non troppo) per In linea tra passato e presente: e vocazione, ovvero il guidone del “tricolore un Touring che si rinnova, e da far scrivere italiano e una ruota di ciclo”, a ricordare che sulla rivista Domus, che il progetto fi nale, é il sodalizio nasce per promuovere il turismo ben lontano dalle proposte ritenute troppo il restyling di un marchio ciclistico a livello nazionale, marchio che ne innovative, ma e solo una “leggera messa a diventa presto il “distintivo sociale”. punto visuale” del marchio originario. di Cinzia Ferrara Tra le proposte progettuali presentate da Il restyling del marchio di Noorda è l’eviden- Bob Noorda, “ineccepibili” per la commissi- za comunicativa di un processo in essere one esaminatrice rappresentata dal Consiglio interno al sodalizio, che determina un rinno- Bob Noorda incontra il Touring Club italiano interpellato un ristretto numero di studi [...] Direttivo del TCI, pur apprezzando a qualità vamento della struttura e dell’organizzazione nel 1978, nel momento in cui Franco con l’incarico di presentare delle proposte grafi ca delle stesse, stabilisce che non si può complessiva fi nalizzato al raggiungimento Brambilla, presidente dell’importante asso- di redesign del marchio del sodalizio che “ammainare la bandiera”, perché in alcune dei propri obiettivi strategici (aumento del ciazione nazionale decide di procedere con permettessero di verifi care fi no a che punto di esse Noorda non mantiene il guidone - il corpo associativo e rinvigorimento della il progetto del nuovo marchio istituzionale, e fosse conveniente mutare l’antico marchio vessillo divenuto elemento fortemente con- missione statutaria). per farlo passa attraverso la procedura del ancora in uso”. notativo e irrinunciabile per l’immagine del Il marchio progettato da Noorda per il TCI, concorso a inviti a cui verranno chiamati a E la maggior parte delle proposte che si TCI - , che scompare come oggetto ma viene presenta tutti gli elementi richiesti e irrinun- partecipare tre selezionati studi di progettazi- trovano di fronte forse da quella tradizione reinterpretato ed elaborato come elemento ciabili, disegnati secondo un rigore geomet- one tra cui l’Unimark International di cui egli si allontanano troppo, ma servono ad avere grafi co e cromatico, inserito all’interno di uno rico celato e ammorbidito dai curvi raccordi stesso è socio insieme a Massimo Vignelli e un quadro complessivo sul quale ragionare e spazio circolare che evoca invece la ruota che restituiscono del precedente marchio DA-Centro per il Disegno Ambientale, studio ad individuare quello che sarebbe diventato raggiata della bicicletta. le fl essuose forme del vessillo agitato dal formato da Riccardo Nava, Duccio Soffi entini il loro principale interlocutore in materia di La sigla riportata nel marchio originariamente vento. La forma circolare torna a essere una e Alessandro Ubertazzi. progettazione grafi ca per circa un ventennio. è TCCI (Touring Club Ciclistico Italiano), poi “ruota di ciclo” ma con i 36 raggi disegnati in La decisione importante da parte della Quello sarà l’inizio di una lunga e profi cua diviene negli anni del fascismo CT (Con- modo regolare e costante a defi nire dei set- dirigenza del Touring di rinnovare, pur se collaborazione che ci ricorda quanto incida sociazione Turistica Italiana) e infi ne, nelle tori circolari dell’ampiezza di 10° ciascuno. nel segno della tradizione il proprio storico sulla qualità di un progetto il rapporto di fi du- proposte di Bob Noorda, TCl (Touring Club Il tratto adoperato é costante e lo stesso per marchio, si innesta in un poderoso processo cia e comprensione che si viene a stabilire Italiano), elemento questo che viene recepito disegnare ogni elemento, l’ombra proiet- interno di rinnovamento e ristrutturazione tra il committente e il progettista, specie e accolto favorevolmente dalla committenza. tata dal guidone viene ottenuta sulla ruota organizzativa, volto anche all’accrescimento quando, condizione sempre più rara, il com- Ma rispetto alle proposte presentate viene dall’annerimento parziale della stessa, senza del numero dei soci disseminati sull’intero mittente non ha solo il potere decisionale ma scelta quella che non presenta soluzioni di l’aggiunta di ulteriori linee. il guidone presen- territorio nazionale. anche la competenza in materia per potere continuità rispetto al marchio originario, di ta una inclinazione a 15° che si ritrova nelle “Desiderando che questo cambiamento scegliere con cognizioni di causa. cui di fatto Noorda progetterà un attento e fasce della bandiera, nell’asta, nella compo- trasparisse anche dalla sua immagine venne Il Touring Club Italiano nasce nel 1894 e da rigoroso redesign. Il suo è un intervento im- sizione delle lettere che formano la sigla

64 65 in modo regolare e costante a defi nire dei in Times bold e la spaziatura adoperata per settori circolari dell’ampiezza di 10° cias- la composizione è ottica e non tipografi ca. cuno. Il tratto adoperato é costante e lo II rapporto dimensionale tra il marchio e il stesso per disegnare ogni elemento, l’ombra logotipo, impaginato a epigrafe, fa in modo proiettata dal guidone viene ottenuta sulla che l’altezza del logotipo sia pari alla distan- ruota dall’annerimento parziale della stessa, za tra questo e il marchio stesso, sia nella senza l’aggiunta di ulteriori linee. il guidone soluzione A in cui il diametro del marchio é presenta una inclinazione a 15° che si ritrova pari a 3 volte l’altezza del logotipo, sia nella nelle fasce della bandiera, nell’asta, nella soluzione B in cui il logotipo ha una larghez- composizione delle lettere che formano la za pari al diametro del marchio. Questa nel sigla TCI. Queste disegnate appositamente dettaglio dei rapporti e delle misure, quelle si presentano come un blocco compatto, in stesse che lui ricordava sempre a memoria, cui risultano contenute in un modulo quadra- é la descrizione del marchio, come oggi lo to che, una rotazione di 15°, deforma in un conosciamo a distanza di oltre tre decenni parallelogramma. | colori sono quell della da quando é stato progettato. “Un marchio bandiera italiana, il verde (Pantone 355 o in deve durare il più a lungo possibile, non per CMYK 100-0-100- 0), il bianco, il rosso (Pan- sempre”, affermava con lucidità, sottoline- tone 186 o in CMYK 0-100-100-0), sostituiti ando l’importanza di progettare, non affas- nella versione in bianco e nero da una fi tta cinati dalle sirene delle mode transitorie, ma trama di linee parallele con inclinazioni dif- poggiando solidamente sulla disciplina che ferenti per le due bande colorate. Il marchio permette di riporre in un marchio una buona é completato poi dal logotipo magistralmente dose di fl essibilità e di visionarietà, elementi defi nito nella sua natura tipografi ca e densa che gli consentono nel tempo, di adattarsi di contenuti da Franco Fortini, quale scrive: come un morbido abito ai “corpi” mutanti di “Quando una parola si concentra In un carat- enti, associazioni o aziende, e di descrivere tere a stampa e si fanno inseparabili segno, grafi camente i valori fondanti in una proget- signifi cato e supporto grafi co, allora non si tazione futura. ha più una semplice parola, ma una parola oggetto, anzi una parola persona, l’espressi- one di una identità. Un nome che agisce per- ché trascrizione alfabetica dl un complesso In alto il logo originale del TCI e il risultato del restyle di suoni ma anche per il suo aspetto grafi co effettuato da Noorda si chiama —non senza un poco al dotta In basso: due delle proposte avanzate da Noorda intimidazione- logotipo […]”. E il logotipo, o come nuovi loghi On the Road, C. Ferrara, F. E. Guida, meglio la “parola persona” viene composto Milano, AIAP, 2011

66 67 “Their [advertisement] time-scale is based on annual or seasonal renewal whereas the time-scale for design coordination is based on decades […] The best designers are aware of future trends in the visual worlds: this an essential part of their job.” F. H. K. Henrion, Alan Parkin

68 69 Scatto dalla mostra “On the road. Bob Noorda, ABCDERFGHIJKLMNOPQRSTU il grafi co del viaggio” organizzata da AIAP nel 2010 VWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 ABCDERFGHIJKLMNOPQRSTU VWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz La linea identitaria del marchio: 1234567890 I font utilizzati da Noorda per il Touring il manuale di immagine Club: Helvetica Light e coordinata Helvetica Medium di Cinzia Ferrara e Mario Piazza

Bob Noorda è profondamente convinto e così come di tutti i codici legati all’identità, e immagine aziendale per il TCI viene pubbli- manuale di identità aziendale è l’“Annuario consapevole del valore di uno strumento per fare in modo che ogni elemento man- cato nel 1986. Generale dei Comuni”, edito dal TCI nel disciplinare, che si presenta nella gestione, tenga una sua invariabilità e rigore rispetto Il ruolo di Bob Noorda non si esaurisce con 1980, per il quale, dopo ben sette anni di complesso, diffi cile e a lungo termine, come al progetto originario, nasce lo strumento il redesign del marchio, con la realizzazione lavoro e di aggiornamento dei dati, progetta il progetto di iImmagine coordinata che si del “manual”, un libro che attraverso testi dell’immagine coordinata e del manuale, ma 250 pittogrammi. struttura a partire da pochi ed essenziali e immagini descrive in maniera chiara e gli fa assumere negli anni la connotazione Le edizioni precedenti dell’Annuario, come elementi, quali il marchio e/o il logotipo inequivocabile il sistema di norme operative ben più importante di art director del TCI che molte delle guida del Touring, avevano già (o un loro “accoppiamento giudizioso”’), i e le prescrizioni per la realizzazione di ogni lo porterà ad occuparsi ampiamente della assolto in parte a queste necessità introdu- “codici”, come lui stesso li chiama, tipografi - singolo artefatto. Il manuale progettato da grafi ca editoriale del sodalizio. cendo simboli e codici fi gurati per le parole ci, cromatici, iconografi ci, fotografi ci, che Noorda per il TCI è essenziale e chiaro in Noorda ripensa e progetta l’intera linea che venivano continuamente ripetute. È una insieme, coordinati tra loro e declinati sui ogni sua parte, e tra le sessanta pagine fo- editoriale e grafi ca per le copertine di guide scelta molto diffusa nell’editoria per il viag- vari artefatti, garantiscono la continuità del rate e accolte in un raccoglitore ad anelli con e libri illustrati, per l’interno di molti volumi, giatore, già alla fi ne dell’Ottocento le guide progetto nel tempo, anche in assenza del la copertina in un coerente Verde Pantone Sono suoi i progetti delle guide rosse. delle Baedeker avevano introdotto abbreviazioni e marchio, accompagnati allora da quella che 355, accompagna e descrive a chi dovrà guide verdi d’Europa e del Mondo, la collana asterischi col fi ne di evidenziare la bellezza lui defi nisce “una sorta di grammatica grafi - farne uso, le differenti soluzioni previste per “Attraverso l’Italia”, carte e atlanti (il nuovo di un luogo o di un monumento, e già ai primi ca, che coordina e utilizza in modo stabilito il marchio completo di logotipo, in modo da “Atlante 1:200.000” con la copertina verde) del 1900 le Guide Michelin contemplavano e determinato i differenti codici, di modo che, fargli conoscere e comprende. e molti volumi inseriti nel “Paccosoci” come l’uso di simboli e pittogrammi per descriv- anche in assenza del marchio, siamo in gra- re le geometrie, i rapporti, le relazioni, le Città da scoprire”, “Città d’Europa” e ‘Regioni ere le categorie classifi catorie di alberghi, do di riconoscere quel prodotto di comunica- correzioni ottiche ma anche la tipografi a, i e mete d’Europa”, ma anche le copertine pensioni e ristoranti e i principali servizi zione come appartenente a una determinata colori, le trame del marchio TCI, facendog- della rivista “Vie del Mondo” e la testata di offerti dalle strutture turistiche. Il disegno azienda piuttosto che a un’altra”. li apprezzare quanto contenuto in pochi “Qui Touring”. delle icone del TCI era però molto informale Per la corretta e fedele riproduzione del centimetri quadrati di carta e tracciato da Il primo progetto impegnativo per il Tour- e approssimativo, basato più sulle necessità marchio su supporti e in contesti differenti, pochi milligrammi di inchiostro. Il manuale di ing Club, dopo il restyling e la stesura de redazionali delle edizioni e senza

70 71 “Per sintetizzare le informazioni abbiamo ideato un sistema di pittogrammi però si alternavano al testo scritto e per evitare [...] che i pittogrammi sembrassero delle macchie scure inframmezza- te al testo più sottile, ogni pittogramma è stato disegnato con lo stesso spessore del carattere tipografi co con cui era composto il testo.”

nessun coordinamento grafi co tra testi e im- articolato. Di certo la necessità tecnica della Alcuni dei pittogrammi nuova “scrittura”, sono immagini da leggere, ha come obiettivo un equilibrio percettivo magini. Le icone degli annuari e delle guide stampa a corpi molto piccoli ha guidato gli ridisegnati da Noorda codifi cate e coordinate fondamentalmente tra testo scritto e (forse possiamo dire) testo Touring erano quindi dei semplici disegnini. intenti progettuali. col testo composto. Il volume “era composto fi gurato. È la stessa prospettiva perseguita Oltre all’impostazione grafi ca del volume il Cosi Adriano Agnati, direttore editoriale in carattere Univers” [singolare coincidenza nel caso Air France di Frutiger e Pfàiili, ma a lavoro di Noorda risponc de alla necessità di del TCI, informava i soci e i lettori su “Qui con il lavoro di Frutiger e Piàffl i] “in corpo 7. differenza di quell’esperienza la casistica e ridisegnare o di disegnare ex-novo i pitto- Touring” nel 1980 della rilevanza progettuale Per sintetizzare le informazioni -ricorda Noor- il numero delle icone da disegnare e di gran grammi atti ad ottenere una lettura rapida e dei primi 55 nuovi segni convenzionali: “ora da nel libro/intervista di Francesco Dondina- lunga più rilevante. sintetica di gran parte delle notizie propos- disponiamo di una simbologia che non solo abbiamo ideato un sistema di pittogrammi Il programma di pittogrammi di Noorda è te dai volumi. Inoltre il proc getto doveva sarà opportunamente e razionalmente adot- [. . .]. I pittogrammi però si alternavano al composto da oltre 150 icone, messo a punto tenere in conto la tecnica di produzione delle tata in tutte le pubblicazioni e gli strumenti di testo scritto e per evitare di avere uno stacco nel tempo ha dato forma a una sorta di edizioni. comunicazione del Touring. ma può essere visivo tra testo e immagine, ovvero che i atlante d’immagini per descrivere il turismo Siccome i volumi erano fotocomposti (com- presa in considerazione come una seria pittogrammi sembrassero delle macchie e informare il viaggiatore. Questo esteso posti attraverso una pellicola fotosensibile preposta di rappresentazione per simboli agli scure inframmezzate al testo più sottile, ogni sistema spiega l’approccio pianifi cato, la e un successivo passaggio fotografi co) il operatori turistici e non dell’intero paese”. E pittogramma è stato disegnato con lo stesso necessità di introdurre una modularità e di disegno delle icone doveva contemplare la in una didascalia che illustra la tabella con i spessore del carattere tipografi co con cui era affi ancare al rigore della tracciatura tipogra- riproduzione a scala ridotta dei segni nella simboli di Noorda. si osserva che attraverso composto il testo e strutturato su un modulo fi ca (nel caso di Noorda alle volte istintivo) pagina. L’obiettivo del Touring, però, era essi “e facile leggere con immediatezza le quadrato. Questo espediente ha evitato che una forma di controllo da designer delle anche quello di utilizzarli su scale diverse per notizie che possono interessare, la presen- si verifi cassero salti di tono nel chiaroscuro modalità di rappresentazione. altri usi, dalla cartografi a, alle guide fi no alla za di un campeggio, per esempio o quella e ha prodotto un’armonia visiva gradevole e segnaletica ambientale nei villaggi turistici. dell’ospedale o dell’uffi cio postale”. Entram- facile da leggere”. La prima necessità, sotto- E anche diventare una proposta per l’Alli- be le annotazioni sottolineano la funzione lineata da queste parole di Noorda, è quella ance Internationale de Tourisme, alla quale organizzativa e facilitante dei pittogrammi. di dotare di parametri tipografi ci i segni con- On the Road, C. Ferrara, F. E. Guida, il TCI era affi liato. Insomma un programma Con l’“Annuario” si introduce una sorta di venzionali. La procedura di rappresentazione Milano, AIAP, 2011

72 73 Appartenere ad una serie: Alcune publicazioni del la linea editoriale Touring Club Italiano di Francesco E. Guida

Noorda per tutta la durata del rapporto con subito questi viene coinvolto nel ridefi nire gli articolando i vari blocchi di testo in modo alle informazioni, in cui l’obiettivo della leg- il TCI fornisce indicazioni e determina le impaginati di alcuni titoli già in programma razionale e leggibile. Una partizione del cam- gibilità è prioritario non solo per il progettista scelte grafi che, spesso fi rmando le prime dagli anni precedenti e le copertine delle po grafi co delle copertine che d’ora in avanti ma per il committente stesso. uscite delle collane, o i primi numeri delle nuove collane come quella dedicata ai man- diverrà la caratteristica di molte delle guide Più in generale emerge una cura tipogra- riviste come “Qui Touring”, “Alisei” o “Le vie uali pratici di turismo le cui prime due uscite (come le verdi), dei repertori (a cominciare fi ca che determina l’immagine delle varie del Mondo”, per poi lasciare che sia l’uffi cio sono del 1979 (“Manuale pratico per viagg- da quella per “Campeggi e villaggi turistici in pubblicazioni: per le copertine è sintoma- tecnico del sodalizio a portare avanti, spesso iare” e “Manuale pratico di campeggio”). Si Italia 1979” e per tutte le edizioni successive tico l’utilizzo del graziato istituzionale dalla adattandolo alle esigenze, il progetto grafi co tratta di pubblicazioni turistiche snelle e fi no al 1994), delle carte e degli atlanti (a spaziatura ristretta per i titoli, eccezion fatta originale. di agile lettura, caratterizzate da copertine partire dal 1980). L’altro evidente contributo per l’Helvetica utilizzato per la nuova carta Per quanto è dato sapere non esiste un man- essenziali che sembrano voler recuperare di Noorda è l’utilizzo dei noti pittogrammi, dell’Europa editata a scala continentale e in uale di istruzioni per l’applicazione di regole quello spirito partecipativo del TCI proprio come per la copertina del menzionato rep- collaborazione con l’Alliance Internationale grafi che specifi che alla produzione editoriale, delle origini nell’utilizzo di fotografi e ama- ertorio del 1979, ma anche per i successivi de Tourisme (AIT) nel 1980. ma è possibile individuare alcuni elementi di toriali per quanto espressive ed esplicative “Campeggi in Europa” e, soprattutto, per La copertina quindi ha una doppia valen- continuità negli accorgimenti –primi fra tutti la dei contenuti, nel solco di quella tradizione l’“Annuario generale dei comuni” del 1980. za, da un lato informativa ed evocativa sui tipografi a, l’organizzazione delle informazioni che chiede ai soci di documentare fotografi - Pittogrammi che in realtà aveva ridisegnato contenuti del volume, dall’altro di affermazi- accompagnate da pittogrammi e i colori– che camente i viaggi e di mettere a disposizione non tanto per ragioni decorative o di mera one di una reputazione, quella del TCI, da rimandano a un sistema ragionato in grado dell’Associazione tali documenti. Immag- evocazione di soggetti turistici, ma per adeguare ai tempi nel rispetto della propria di defi nire l’identità dell’editore e di facilitare ini che non hanno nulla di autoriale, ma aggiornare e unifi care le legende dei vari missione statutaria e degli obiettivi strategici. la consultazione degli strumenti da parte del semplicemente documentano i molteplici repertori e, soprattutto, comporre tipografi ca- Strategia che da subito dà i suoi risultati viaggiatore-turista. aspetti del turismo. mente la miriade di informazioni contenuta in tanto che nel 1980 il fatturato dall’editoria è Il tradizionale fermento editoriale del TCI Su queste immagini Noorda compone le ciascuna pubblicazione. quasi doppio rispetto all’anno precedente quindi riprende vivacità in coincidenza con informazioni in carattere Times introducen- L’attenzione è rivolta in questo caso a una raggiungendo le 950.000 copie vendute nel l’inizio della collaborazione di Noorda e da do da subito la divisione mediante i fi letti e scala micro-tipografi ca, a quella dell’accesso complesso. Una cura evidente anche

74 75 Il volume “Liguria” appartenente alla linea delle “Guide d’Italia”, più comunemente denominate “Guide Rosse” per il quale Noorda progetta l’intero impaginato

Esempi di guide che presentano l’utilizzo di pittogrammi come elementi tipografi ci

impaginati revisionati o progettati ex-novo anni Ottanta anche sull’altra storica serie di per le “Guide d’Italia”. Tale proposta non e alle riviste tra gli anni Ottanta e i primi anni come nel caso delle celebri guide rosse guide del TCI, genericamente note come verrà mai accolta in pieno, per quanto negli Novanta, per poter in una certa misura avere (Guida d’Italia) per le quali Noorda riorga- le guide verdi, introducendo alcuni accorgi- anni successivi molte guide utilizzeranno un quadro più completo della portata del suo nizza la pagina e le informazioni, facendo menti che verranno poi ripresi e mantenuti la medesima logica di distinzione, come ad lavoro. guadagnare ai testi leggibilità e chiarezza per i successivi 15 anni. In questo periodo esempio le “Guide del sole”. conservandone i tratti distintivi e il formato. – oltre ad aver introdotto o fatto introdurre su Ma la ricchezza della produzione è tale che Le grandi opere Si tratta di guide per un turista dai tempi ca- tutta la collana la sequenza progressiva di si potrebbero aprire altri capitoli: basti men- denzati, contemplativi e pertanto la leggibilità linee parallele che la caratterizzerà per tutti zionare i progetti per la collana “Nauticus” e A partire dal 1984, in coincidenza con il è indispensabile a una lettura conoscitiva dei gli anni Novanta– suggerisce una distinzi- le “Guide escursionistiche per valli e rifugi”, passaggio di testimone da Franco Brambilla luoghi. Noorda nel dare maggiore ariosità one cromatica tra le varie sotto-collane in poi più avanti quelli per le “Guide ai paesi a Riccardo Ricas Castagnedi alla presidenza alla composizione tipografi ca, aggiunge parte messa poi in essere con le “Guide del lontani” e le “Guide di viaggio”. e della ricorrenza dei 90 anni del sodalizio, alcuni semplici elementi peritestuali come le Mondo” e il prototipo delle “Guide regionali Anche, in tempi più recenti, a testimoniare la Noorda lavora a quasi tutti i nuovi progetti testatine nella parte superiore della pagina d’Europa” (nello specifi co il volume “Corsica” ripresa di un rapporto interrottosi a metà anni editoriali del TCI. A delle autentiche icone del (inizialmente nel colore del resto del testo, in uscito nel 1995). Novanta e sintomo di una stima reciproca tempo in ambito culturale e divulgativo, come nero, poi in verde) per rendere più fruibile il La proposta è di caratterizzare cromatica- mai venuta meno, il progetto grafi co per la i volumi “Viaggio nella geografi a” e la serie contenuto e di migliorato utilizzo lo strumento mente la serie di linee parallele –introdotte collana “Reportage” (2004). Una produzione degli “Atlanti Enciclopedici” di cui progetta nel suo insieme. proprio con i volumi delle “Guide del Mondo” dalla quale emerge quella capacità –se non copertine dal tono serioso, ma anche le È un intervento umile, quasi artigianale, nel 1987– mantenendo invariato il distintivo necessità– di controllo della serie, con “rego- guide illustrate “Italia” e “Città da scoprire”, neanche troppo evidente se non lo si utilizza. colore verde di sfondo.Suggerisce infatti un le e corollari” precisi. i grandi libri fotografi ci sui paesi lontani e la Le copertine restano le stesse, in tela rossa marrone per le “Guide d’Europa”, un viola Si ritiene però doveroso, in tale sede, fare nuova serie di “Attraverso l’Italia”. Quest’ulti- con titolazioni composte a epigrafe e stam- per le “Guide regionali d’Europa” (applica- cenno ad altri due capitoli della sua esperien- ma è un caposaldo della produzione editori- pagliate in oro. to nel menzionato prototipo), un blu per le za con il TCI, ovvero il contributo progettuale ale del TCI già pubblicato negli anni Trenta e Noorda interviene a partire dalla metà degli “Guide del Mondo” e un verde più brillante dato ad alcune delle grandi opere editoriali poi negli anni Sessanta. Si tratta di volumi

76 77 Schizzi della copertina del volume “Marocco” appartenente alla serie “Guide di Viaggio”

Nella pagina prece- monografi ci su città o regioni, arricchiti da un Permane il rigore “pur nell’amplifi cazione dei dente: schizzi della apparato fotografi co d’autore (tra i vari Mario valori spettacolari dell’immagine fotografi ca, copertina del volume Cresci, Mimmo Jodice, Luigi Ghirri, Gianni [...] sempre accompagnato al corollario di “Marocco” Berengo Gardin). La sensibilità tipografi ca e elementi (fasce, rubricature, regia iconogra- appartenente alla serie “Guide di Viaggio” il senso delle proporzioni di Noorda appare fi ca) in grado di comunicare la serialità e evidente in questi volumi, sia nelle copertine didatticità del progetto”. Rigore che si ritrova sia negli impaginati. Nel volume “Viaggio del resto nei volumi “Regioni e mete d’Euro- nella geografi a” (1985) organizza l’impagina- pa” e “Grandi città d’Europa” usciti all’inizio to secondo tre ordini di lettura, sulla base di del nuovo decennio, a segnalare l’impegno una griglia variabile su due colonne asim- del Touring per una editoria di qualità ma metriche, quattro colonne o tre colonne a rivolta sempre più a un pubblico ampio. In seconda se i contenuti sono i saggi, i viaggi questa ottica nel 1987 il TCI stringe un forte o le schede di approfondimento, variando sodalizio con la National Geographic Society il rapporto testo - immagine –con fotografi e che porterà a una serie di pubblicazioni per a tutta pagina, foto più piccole di contorno le quali Noorda progetta le copertine (come se non anche dettagli più piccoli, ai margini “Alla scoperta del Pianeta Terra” del 1988 o addirittura inseriti nel corpo grande della o “Parchi e riserve naturali nel mondo” del foto– al fi ne di restituire un messaggio di 1989) e anche l’impaginazione (“Viaggio in volta in volta saggistico, narrativo o tecni- Usa” del 1990); alla nascita della rivista “Le co. Diverso è il concetto della nuova guida Vie del Mondo” e della omonima collana in illustrata “Italia” (1984, ripubblicato nel 1994 grande formato, della quale come già per in occasione del centenario del TCI con una “Qui Touring” e “Alisei”, Noorda cura in parti- differente copertina), una guida di tipo svelto colare il sistema delle copertine. e selettivo, ma con una sua logica culturale attenta alle esigenze di un turismo qualifi ca- I periodici to. Così l’aveva defi nita il presidente Cast- agnedi, evidenziando l’intenzione di proporre Quando sul fi nire dl 1980 viene annunciato il una guida rivolta a tutti ma dai solidi principi lancio della nuova versione di “Qui Touring”, culturali secondo l’assioma di far convivere i al tempo periodico rivolto non solo ai soci ma termini turismo e cultura. E proprio la cultura a tutti coloro che fossero interessati al tema progettuale di Noorda dona a questa guida del viaggio culturale, è già in piena corsa il e a quelle dedicate ai centri minori – i tre rinnovamento di tutte le produzioni editoriali volumi di “Città da scoprire” (1984-1985)– marchiate Touring. La rivista, nata nel 1971 una eleganza e una sobrietà che ne hanno dalla fusione della rivista fatto, a distanza di anni, libri da collezione. “Vie d’Italia e del Mondo” e del bollettino “Il

78 79 Touring”, è la prima rivista turistica italiana per la composizione dei titoli. Noorda e i suoi che raggiunge, già nel corso del primo anno, collaboratori propongono anche una struttura una tiratura di 500 mila copie. Nell’ottobre dell’impaginato rigorosa, riconducibile, per del 1981 “Qui Touring” si rinnova un’altra l’utilizzo dei vari elementi grafi ci di corollario, volta e gli viene affi ancato il giornale “Qui all’immagine del TCI editore. Touring Notizie” per le comunicazioni più Sono però anni febbrili, tanto che già nel specifi catamente legate alla vita associati- novembre del 1992 la rivista vive una nuova va. L’impostazione grafi ca e la testata sono importante svolta, rinnovata nei contenuti studiate e disegnate da Noorda e dalla e nella veste grafi ca che sarà mantenuta redazione perché abbiano in sé i caratteri per i successivi quattro anni, fi no al dicem- ricercati, al fi ne di rendere chiaro a tutti bre 1996. La composizione della testata si che si tratta di una rivista da conservare, di riduce, con i due termini fermati all’interno di qualcosa che può essere utile anche dopo solidi riquadri, a cercare stabilità e quasi a una prima lettura. La diffusione è oramai una voler comunicare una rinnovata autorevolez- certezza essendo gestita la realizzazione za, in una forma che appare molto istituzio- della rivista dal Gruppo Rizzoli-Corriere della nale. Sera e successivamente, dal 1983, dal Grup- Il lavoro sulla tipografi a, sul colore, nell’im- po Mondadori. La testata tipografi ca appare postazione della grafi ca delle copertine dei elegante nella sua semplicità, con quel “Qui” periodici risulta molto evidente anche nei esageratamente ingrandito a ribadire il ruolo progetti per “Vie del Mondo” e “Alisei”. centrale del sodalizio nell’informazione sugli La prima vede la luce nel luglio del 1987, argomenti del turismo, della salvaguardia del proponendosi come una rivista nuova nei patrimonio culturale, ambientale e sociale. contenuti e nello spirito, oltre che nella veste Un punto d’incontro, di scambio e di confron- editoriale, anche se la sua testata richiama to, cui contribuiscono fi rme di rilievo. Con il la tradizione dell’editoria e del patrimonio 1990 la rivista muta radicalmente non solo culturale del Touring con un graziato stretto nell’aspetto e nella consistenza ma nella e dai rapporti molto accentuati. La rivista strutturazione, nell’articolazione, nei conte- nasce dall’accordo di collaborazione con nuti, assorbendo tra l’altro “Qui Touring No- la prestigiosa National Geographic Society tizie”. L’impostazione grafi ca a questo punto di Washington e si rivolge a soci e non, deve tenere conto della distribuzione che presentandosi in edicola. La copertina rende arriva anche nelle edicole, i due termini della subito chiaro il taglio da reportage in presa Nella pagina seguente: testata riacquistano pari dignità pur nella diretta che hanno i servizi contenuti all’inter- schizzi per lo studio composizione ad angolo retto, quasi a costi- no. Una grande fotografi a campeggia su un dell’impaginazione del tuire una cornice all’immagine, un riferimento fondo neutro, con una piccola cornice aperta bollettino “Il Touring”

80 81 Volumi n°2 e 3 dell’anno 1992 della rivista “Alisei” per la quale Noorda cura l’impostazione grafi ca delle copertine La mongolfi era logo di “Alisei”

(con un solo angolo retto) sulla destra in alto tutto tondo, dimensione di cui la natura fa però adattare i suoi principi a una produzione che detta l’allineamento per la composizione parte insieme alla cultura e al pensiero. Per editoriale differente da quella di Feltrinelli, dei titoli principali e delle altre informazioni, il questo “Alisei” è, come recita il sottotitolo, un Vallecchi o CEI. In questi lavori la tipografi a cui colore cambia a ogni uscita. mensile dell’uomo, dei luoghi, delle idee. prevale, vi è un attento lavoro di bilancia- Con il numero di settembre del 1992 “Vie Noorda disegna una stilizzata mongolfi era mento dei pesi e di occupazione del campo del Mondo” sospende le pubblicazioni e multicolore che va ad affi ancarsi alla testata, grafi co delle copertine e degli impaginati. nasce “Alisei”, una rivista nuova e diversa. i cui caratteri graziati sono ariosi per quanto Nel progettare centinaia di copertine e migli- Il 29 settembre 1992, all’aeroporto di Malc solidi. aia di pagine dedicate ai temi del viaggio, del pensa, una mongolfi era variopinta che si La composizione dell’intera copertina preve- turismo, lavora sul rapporto con l’immagine o alza verso il cielo segna la nascita del nuovo de l’utilizzo di immagini orizzontali o verticali, l’icona impostando però, sempre strutture di mensile del Touring che va ad affi ancarsi una sola per numero, con i vari titoli che si coordinamento, di riconoscibilità e distinzi- a “Qui Touring”. La testata “Alisei”, evoca i organizzano di conseguenza secondo uno one. Lavora sull’autorevolezza. venti caldi che nell’oceano Atlantico soffi ano schema estremamente chiaro. Infi ne emerge anche un altro aspetto che si dall’Europa verso l’America, l’allontanamento La copertina è sostanzialmente divisa in potrebbe sintetizzare come dai luoghi della consuetudine, della noia, due parti: lo spazio per la testata e quello la capacità di interpretare il proprio ruolo di dell’ordinario. Ma non si parla di soli viaggi. per l’immagine e i titoli, che non vanno mai progettista come intermedio tra quello del A idearne la formula e a dirigerne la redazi- a sovrapporsi, ma mantengono inalterata la grafi co redattore e dell’art director. Emerge one è Egidio Gavazzi, fondatore e per anni loro leggibilità su un fondo colorato che cam- la disponibilità al dialogo e all’ascolto, al direttore di fortunate testate come “Airone” e bia anch’esso a ogni uscita. Una impostazi- confronto – quasi quotidiano– sui temi propri “Aqua”. one semplice, bilanciata, elegante secondo del Touring, con cognizione di causa. Queste Dopo aver contribuito a diffondere un nuovo quei codici su cui Noorda ha imbastito tutta qualità del resto spiegano la durata e la e più maturo concetto di natura, egli propone la sua produzione editoriale. Nell’arco della prolifi cità del binomio, e ne fanno proprio un On the Road, C. Ferrara, F. E. Guida, una rivista che parla della vita dell’uomo a sua esperienza con il TCI, Noorda ha dovuto caso emblematico. Milano, AIAP, 2011

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“Un buon progetto di design non deve essere infl uenzato dalle mode del momento” Bob Noorda