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REGIONE

COMUNE DI AMENDOLARA

PIANO D’ AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE (SEAP)

“A NEW HORIZON FOR AMENDOLARA BY THE RENEWABLE ENERGY”

IL PATTO DEI SINDACI (D.C.C. DEL 30/12/2011

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INDICE

INTRODUZIONE 4

1.PIANO D’ AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE 5

1.1Metodologia

1.2ANALISI SWOT :PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

2. SCENARIO ATTUALE E VERSO IL 2020 9 2.1. SCENARIO ENERGETICO INTERNAZIONALE ...... 9 2.2. SCENARIO ENERGETICO EUROPEO ...... 12 2.3. SCENARIO ENERGETICO NAZIONALE ...... 156 2.4. SCENARIO ENERGETICO IN CALABRIA ...... 20 2.5. INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI DEGLI EDIFICI ...... 30 3. IL PIANO DI AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE 322 3.1 I CONTENUTI ...... 3.2 ORIZZONTE TEMPORALE ...... 3.3 REQUISITI DEL SEAP ...... 3.4 LA CITTA’ DI AMENDOLARA: VISIONE FUTURA E MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE ...... 333 ORGANIGRAMMA DELLA STRUTTURA DI FUNZIONAMENTO DEL SEAP 34 Budget e Risorse finanziarie previste per l’attuazione del piano d’azione ...... 34 4. QUADRO GENERALE 35 4.1. La Storia ,i monumenti,le zone archeologiche,i personaggi illustri ...... 46 4.2. DEMOGRAFIA E STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE ...... 46 INDICATORI DEMOGRAFICI ...... 4.3 IL QUADRO STRUTTURALE MORFOLOGICO TERRITORIALE 49 4.3.1 Sistema georefernziale 4.3.2 Sistema relazionale ...... 4,3,3 Sistema insediativo ...... 4.3.4 Sistema economico………………………………………………………………………………………………………………54 4.3.5 Sistema Turistico………………………………………………………………………………………………………………….56 4.3.6 Considerazioni generali di pianificazione territoriale ...... 57 Il Contesto territoriale (componente strategica) e il PSC ...... 57 La sostenibilità ambientale ...... 60

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4.3.7 INTERVENTO DI RIPOPOLAMENTO ITTICO,LA SECCA DI AMENDOLARA ...... 62 4.3.8 ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO,ZONE PROTETTE SIC E ZPS ...... 63 4.3.9 Caratteristiche ed efficientamento nella pubblica illuminazione ……………………………65 Impianto fotovoltaico su scuola previsto …………………………………………………………………………………70 Impianto fotovoltaico sulla sede dei Vigili Urbani previsto ...... 71 4.3.10 CLIMATOLOGIA 72

4.3.11 Parco veicolare di Amendolara

4.3.12 Progetti in cantiere : cooperazione internazionale con l'Unesco,attivazione rete WIFI gratuita sul territorio ……………………………………………………………………………..75

5. Patto dei Sindaci e Smart Cities…………………………………………………………………………..76

5.1 Emissioni di CO2 ed edifici ad energia quasi zero,building automation……………..80

5. INVENTARIO DELLE EMISSIONI (BEI) 85 5.1. PREMESSA Errore. Il segnalibro non è definito. 5.1.1. CARATTERISTICHE TERMICHE ...... 87 5.1.2. CARATTERISTICHE ELETTRICHE ...... 87 4.2. BILANCIO ENERGETICO 87 4.2.1. AUDIT ENERGETICO ED ANALISI GENERALE DEI CONSUMI ...... 88 Usi domestici ...... 88 Usi nel settore terziario ...... 88 Agricoltura...... 88 Bilancio ...... Errore. Il segnalibro non è definito. Consumi energetici nel territorio di AMENDOLARA ...... 89 5.1.Quadro delle Utenze comunali 89 UTENZE ELETTRICHE : ......

LOCALIZZAZIONE E POTENZA ELETTRICA ......

UTENZE TERMICHE ...... UTENZE ELETTRICHE COMUNALI ...... Le azioni individuate ed il piano di monitoraggio . 93

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INTRODUZIONE

Il 30/12/2011, con delibera di consiglio comunale, AMENDOLARA aderisce al "Patto dei Sindaci" la denominazione italiana dell'iniziativa dell'unione europea volta a ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20% al 2020 rispetto al 2008, mediante programmi di efficienza energetica e ricorso alle rinnovabili. Da allora AMENDOLARA si sta dotando dell'inventario di emissioni all'anno di riferimento (2008), partendo dalle emissioni riguardanti le strutture comunali. La parte più importante riguarda però il piano di azione, ovvero come concretamente ridurre le emissioni di CO2. Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (SEAP) è un documento chiave che definisce le politiche energetiche che il di AMENDOLARA intende adottare al fine di perseguire gli obiettivi del Patto dei Sindaci. Esso si basa sui risultati del “Baseline Emission Inventory” (BEI) che costituisce una fotografia della situazione energetica comunale rispetto all’anno di riferimento adottato. A partire dall’analisi delle informazioni contenute nel BEI il Comune è in grado di identificare i settori di azione prioritari e le opportunità per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione della CO2 fissati dall’Amministrazione Comunale e di conseguenza pianificare un set di misure concrete sia in termini di risparmio energetico atteso, tempistiche, assegnazione delle responsabilità sia rispetto agli aspetti finanziari per il perseguimento delle politiche energetiche di lungo periodo. Le tematiche prese in considerazione nel SEAP sono trasversali rispetto ai vari settori dell’Amministrazione Comunale, pertanto ogni futuro sviluppo a livello urbano dovrà tenere in considerazione quanto previsto da Piano d’Azione. Il Comune di AMENDOLARA ha aderito al Patto dei sindaci della Comunità Europea con l’obiettivo di ridurre entro il 2020 di oltre il 20% le emissioni di CO2. La proposta di adesione è stata approvata e comporta una serie di impegni a cui il Comune di AMENDOLARA dovrà far fronte al fine raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 20 % entro il 2020. Le azioni riguarderanno sia il settore pubblico che quello privato, con iniziative relative all’ambiente urbano (compresi i nuovi edifici) alle infrastrutture urbane (illuminazione pubblica, generazione distribuita, ecc.), la pianificazione urbana e territoriale, le fonti di energia rinnovabile e le politiche per la mobilità urbana. Il piano prevede il coinvolgimento dei cittadini e più in generale la partecipazione della società civile, in modo da favorire l’assunzione consapevole di comportamenti intelligenti in termini di consumi energetici.

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1. IL PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE

Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) è il documento chiave che indica come i firmatari del Patto rispetteranno gli obiettivi che si sono prefissati per il 2020. Tenendo in considerazione i dati dell’Inventario di Base delle Emissioni, il documento identifica i settori di intervento più idonei e le opportunità più appropriate per raggiungere l’obiettivo di riduzione di CO2. Definisce misure concrete di riduzione, insieme a tempi e responsabilità, in modo da tradurre la strategia di lungo termine in azione. I firmatari si impegnano a consegnare il proprio PAES entro un anno dall’adesione.IL PAES non deve essere considerato come un documento rigido e vincolante. Con il cambiare delle circostanze e man mano che gli interventi forniscono dei risultati e si ha una maggiore esperienza, potrebbe essere utile o addirittura necessario rivedere il proprio piano.

1.1 METODOLOGIA DI SVILUPPO DEL PAES

La metodologia di sviluppo del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile è composta da fasi di base così individuate:

1) Pianificazione preliminare; 2) Inventario base delle emissioni; 3) Istituzionalizzazione; 4) Implementazione di un programma d’azione; 5) Monitoraggio;

Di seguito vengono descritte nel dettaglio le fasi suindicate.

1) Pianificazione preliminare. Primo incontro del promotore (Energia Calabria) con il contatto di riferimento presso l’autorità locale (Sindaco e Ufficio Tecnico del Comune di Petilia Policastro), esposizione delle necessità, degli interessi e delle richieste da parte dell’autorità, pianificazione dei prossimi incontri, identificazione dei dipartimenti di rilevanza e di altri contatti di riferimento locale. Consapevolezza crescente della protezione locale del clima: il promotore presenta la rilevanza della protezione locale del clima per la politica e le amministrazioni locali e presenta importanti campi su cui agire e il dettaglio della filosofia ispiratrice del Patto dei Sindaci.

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2) Inventario base delle emissioni Identificazione delle caratteristiche, delle priorità e delle condizioni di partenza della municipalità e definizione degli obiettivi prioritari del prossimo futuro. Analisi delle condizioni strutturali locali, provinciali e regionali per l’implementazione delle misure di protezione del clima. Raccolta delle esistenti attività in favore della protezione del clima, controllo dei dati esistenti su edifici, impianti, proprietà e parco veicoli della municipalità per dimostrare le potenzialità nella riduzione delle emissioni di gas serra direttamente imputabile alla sfera d’azione dell’autorità locale. Controllo dei dati disponibili sulla produzione e il consumo di energia, la mobilità e le emissioni di CO2.

3) Istituzionalizzazione Creazione di una adeguata struttura organizzativa: controllo di differenti modelli di organizzazione, individuazione dei dipartimenti coinvolti e dei contatti responsabili, accordo sulla interazione tra la struttura e la politica locale. Costituzione del gruppo di lavoro e primo incontro.

4) Implementazione di un programma d’azione Intesa e corrispondenza dei dati e dei risultati precedenti, formulazione delle condizioni di partenza. Definizione di una visione a lungo termine per la politica contro il cambiamento climatico dell’autorità. Presentazione di azioni raccomandate da parte del promotore, selezione delle misure prioritarie tenendo conto delle misure già intraprese e di quelle già in corso di sviluppo da parte dell’autorità locale. Identiificazione e formulazione di risoluzioni di base (metodologie, criteri di calcolo, standards, ecc.).Intesa sullo sviluppo strategico di una approccio comprensivo nella politica per la protezione del clima.

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Il programma d’azione sarà basato e collegato alle attività già in corso. Esso consisterà di tre parti: - Base. Decisioni generali su metodologie, criteri di calcolo, standards, ecc. - Misure prioritarie specifiche. In particolare misure per ridurre il consumo di risorse, il risparmio economico e finanziario e altri benefici secondari. - Stesura materiale di un programma sistematico di protezione del clima, basato sul’inventario base delle emissioni (BEI), le potenzialità di riduzione della CO2 e l’individuazione del “piano d’azione” attraverso azioni raccomandate per abbattere le emissioni di gas serra.

5) Monitoraggio Tale fase è successiva alla pubblicazione del PAES, tuttavia permette il controllo sull’efficacia delle azioni consigliate ed un eventuale implementazione o integrazione di ulteriori misure. In particolare: Individuazione degli indicatori di sviluppo del piano d’azione. Raccolta dei dati per il monitoraggio delle emissioni di CO2. Valutazione dei costi e dei benefici per le singole misure. Lavoro di preparazione per i report futuri.

1.2 ANALISI SWOT (PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA)

L’analisi SW consente di determinare i punti di forza e i punti deboli che potrebbero avere influenza sul Piano d’Azione, valutati anche in maniera critica, nel conseguimento degli obiettivi di gestione energetica, del clima e di riduzione di CO2. Questa analisi, riportata nella tabella di pagina seguente, può aiutare l’autorità locale anche in contesti temporali diversi a sfruttare al meglio i punti di forza e ad evitare che i punti di debolezza mettino a rischio il programma per la riduzione della CO2.

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STRENGTHS – PUNTI DI FORZA WEAKNESSES – PUNTI DI DEBOLEZZA - Focalizzazione sul successo della fase di - La qualità della valutazione dipende implementazione con revisione almeno fortemente dalle competenze professionali biennale e susseguente adattamento del dei consulenti energetici; piano; - Tutte le fasi del processo sono supportate da - Eventuale difficoltà nel reperimento dei fondi consulenti energetici di comprovata per attuare alcune azioni suggerite; esperienza; - Le fasi successive dipendono fortemente - Mirate azioni raccomandate e precisi strumenti per la loro valutazione; dalla volontà politica nella lotta al - Sviluppo continuo di strumenti e cambiamento climatico che deve essere metodologie. Ciò assicura la disponibilità condivisa anche dalle future amministrazioni degli strumenti e un supporto per il futuro; - Coinvolgimento di stakeholders e della comunali destinate ad insediarsi nella società civile e professionale, organizzazione municipalità. L’approvazione di tale di eventi ed incontri per garantire da una documento da parte del Consiglio Comunale, parte la sensibilizzazione della cittadinanza, tuttavia, è certamente garanzia per tale dall’altra la qualità della gestione e la standardizzazione a livello europeo; continuità di intenti. - La valutazione degli obiettivi è garantita da consulenti esterni (Energia Calabria).

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2. SCENARIO ATTUALE E VERSO IL 2020

2.1. SCENARIO ENERGETICO INTERNAZIONALE Partendo da uno studio redatto nel 2005, vediamo brevemente come si configura lo scenario energetico globale dei prossimi 15 anni.

Le fonti fossili (petrolio, carbone e gas) soddisfano attualmente più dell’80% del fabbisogno mondiale di energia. Il sistema energetico mondiale, dunque, è fortemente dipendente da queste fonti e – secondo le previsioni dell’Agenzia internazionale dell’Energia – è destinato a rimanerlo anche nel prossimo decennio.

petrolio carbone Gas Fonti Rinnovabili Biomasse Nucleare Idroelettrica

La principale fonte di energia è il petrolio (35% dei consumi), la fonte fossile che per le sue caratteristiche (basso costo e facile trasportabilità) ha dominato la scena energetica nella seconda metà del Ventesimo secolo e continua a dominarla nei primi anni del Ventunesimo.

Al secondo posto, troviamo il carbone (25% dei consumi), una fonte che, dopo aver avuto il suo punto di massimo utilizzo nella prima metà del Ventesimo secolo, è stata poi sorpassata dal petrolio. Ma non si appresta ad uscire di scena, poiché disponibile in grande quantità e a basso costo non solo negli Stati Uniti e in Germania, ma soprattutto in quei paesi in via di sviluppo la cui economia e il cui fabbisogno di energia crescono a tassi elevati (Cina e India).

Segue il gas (21% dei consumi), una fonte il cui utilizzo si è affermato negli ultimi decenni grazie alle sue qualità ambientali e all’ampia disponibilità. Date le difficoltà di trasporto, inizialmente il consumo di gas si è concentrato nei paesi ricchi di questa risorsa. Ma il progresso tecnologico ha consentito la costruzione di lunghi gasdotti per l’esportazione.

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Un livello di emissione di inquinanti dell’atmosfera e di anidride carbonica molto più basso di quello dei combustibili fossili concorrenti (carbone e petrolio), ha fatto del gas naturale la fonte di energia preferita per la generazione elettrica.

Per quanto riguarda le altre fonti, in particolare le nuove rinnovabili (tra cui il solare e l’eolico), nessuna è fino ad oggi riuscita a intaccare il primato dei combustibili fossili. Il loro contributo attuale al fabbisogno energetico mondiale è ancora quasi irrilevante (tutte assieme non raggiungono l’1% dei consumi).

L’unica categoria di risorse che si è fatta strada è costituita dalle biomasse, ma si tratta di una categoria ingannevole dal punto di vista della qualità ambientale. Le biomasse utilizzate nel consumo energetico mondiale (circa il 10% dei consumi totali), infatti, sono costituite in massima parte da legno, residui vegetali, sterco essiccato e altri materiali naturali o rifiuti che le popolazioni più povere continuano a ardere in misura massiccia, non disponendo di alternative più efficienti e poco costose.

Al quinto posto, per importanza, troviamo l’energia nucleare (poco più del 6%). È la fonte di energia più moderna che l’uomo abbia inventato, ed è anche l’unica che sia riuscita a affermarsi in tempi relativamente brevi (circa cinquant’anni), nonostante i suoi costi complessivi siano stati a lungo molto più alti rispetto a quelli delle fonti fossili. È anche una risorsa pulita, almeno nel senso che non produce emissioni che si ripercuotono sul clima, sebbene le scorie radioattive presentino difficoltà per la conservazione in sicurezza.

L’ultima fonte di energia chiamata a svolgere un ruolo significativo nel bilancio energetico del nostro pianeta è quella idroelettrica (circa il 2% dei consumi mondiali).

Due sono gli organismi mondiali che si occupano di raccogliere i dati sui consumi energetici attuali e di fare previsioni future: l'EIA (Energy Information Administration) e l'IEA (International Energy Agency). Sui relativi siti vengono pubblicati annualmente vari documenti che riportano le condizioni attuali e considerazioni varie sui possibili scenari futuri.

In questo documento si riportano i fabbisogni energetici e le proiezioni degli stessi per il 2030 secondo il World Energy Outlook del 2004 dell’IEA e secondo l’International Energy Outlook del 2006 dell’EIA – Energy Information Admistration.

Globalmente, sotto determinate condizioni macroeconomiche, in termini di consumi energetici totali, si dovrebbe passare dalle 10602 Mtep del 2003 alle 14187 del 2015 e, ancora, alle 18184 del 2030, con un conseguente aumento del consumo di energia mondiale del 71.52%.

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La Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992, ha portato per la prima volta all’approvazione di una serie di convenzioni su alcuni specifici problemi ambientali (clima, biodiversità e tutela delle foreste), nonché la “Carta della Terra”, in cui venivano indicate alcune direttive su cui fondare nuove politiche economiche più equilibrate, e il documento finale (poi chiamato “Agenda 21”), quale riferimento globale per lo sviluppo sostenibile nel XXI secolo: è il documento internazionale di riferimento per capire quali iniziative è necessario intraprendere per uno sviluppo sostenibile.

Dopo cinque anni dalla conferenza di Rio de Janeiro, la comunità internazionale è tornata a discutere dei problemi ambientali, e in particolare di quello del riscaldamento globale, in occasione della conferenza di Kyoto, tenutasi in Giappone nel dicembre 1997. Il Protocollo di Kyoto, approvato dalla Conferenza delle Parti, è un atto esecutivo contenente le prime decisioni sulla attuazione di impegni ritenuti più urgenti e prioritari.

Esso impegna i paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (Paesi dell’Est europeo) a ridurre del 5% entro il 2012 le principali emissioni antropogeniche di 6 gas (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo), capaci di alterare l’effetto serra naturale del pianeta. Il Protocollo prevede che la riduzione complessiva del 5% delle emissioni di anidride carbonica, rispetto al 1990 (anno di riferimento), venga ripartita tra Paesi dell'Unione Europea, Stati Uniti e Giappone; per gli altri Paesi, il Protocollo prevede invece stabilizzazioni o aumenti limitati delle emissioni, ad eccezione dei Paesi in via di sviluppo per i quali non prevede nessun tipo di limitazione. La quota di riduzione dei gas-serra fissata per l’Unione Europea è dell'8%, tradotta poi dal Consiglio dei Ministri dell'Ambiente in obiettivi differenziati per i singoli Stati membri. In particolare, per l'Italia è stato stabilito l’obiettivo di riduzione del 6,5% rispetto ai livelli del 1990.

Al fine di raggiungere tali obiettivi, il trattato definisce inoltre meccanismi flessibili di “contabilizzazione” delle emissioni e di possibilità di scambio delle stesse, utilizzabili dai Paesi per ridurre le proprie emissioni (Clean Development Mechanism, Joint Implementation ed Emissions Trading). Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, senza tuttavia registrare l’adesione degli Stati Uniti. L’urgenza di definire strategie globali sui temi più critici per il futuro del pianeta – acqua, energia, salute, sviluppo agricolo, biodiversità e gestione dell’ambiente – ha motivato l’organizzazione di quello che è stato finora il più grande summit internazionale sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002.

Secondo un studio pubblicato il 12/10/2010: dal vento un quinto dell'energia mondiale entro il 2030, infatti il vento soddisferà il 12% della domanda globale di energia entro il 2020 e oltre il 22% entro il 2030. Questo il risultato di una ricerca svolta dal Global Wind Energy Council (GWEC) e Greenpeace International, ovvero il Global Wind Energy Outlook 2010 (GWEO), che ha sottolineato il ruolo chiave dell’eolico nel soddisfare la crescente richiesta mondiale di energia e, al tempo stesso, di ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.

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Si stima infatti che entro il 2020 dal vento verranno prodotti circa 1.000 GW, con un risparmio totale di 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno in atmosfera, 34 milioni in totale entro il 2030 quando saranno 2.300 i Gigawatt di potenza derivanti dall’energia eolica.

Lo stesso studio prospetta che il fotovoltaico sarà una delle fonti di produzione energetic protagonista dei prossimi dieci anni ma con un potenziale di crescita ancora molto ampio soprattutto da qui al 2030. Un rapporto che evidenzia come al 2020 il fotovoltaico potrebbe essere in grado di coprire circa il 5% della domanda energetica mondiale. Una percentuale destinata a salire fino a 9% se si calcola come periodo di riferimento un arco di venti anni da qui al 2030.

2.2. SCENARIO ENERGETICO EUROPEO L’energia è stato un punto di notevole importanza per gli stati europei fin dai primi passi della comunità europea, come testimoniano la creazione della Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio ed EURATOM nell’immediato secondo dopo-guerra. Gli avvenimenti recenti, dalla presa di coscienza del problema del cambiamento climatico, al continuo rialzo del prezzo del petrolio e alla crescente insicurezza degli approvvigionamenti energetici hanno riportato al centro del dibatto europeo la necessità di una politica energetica comune in grado di fronteggiare le sfide presenti nel panorama energetico mondiale. Nel marzo 2006 la Commissione Europea pubblica la sua analisi sulla situazione energetica degli stati membri racchiusa nel Green Paper intitolato “Una strategia europea per un ’energia sostenibile, competitiva e sicura ”.

L’analisi rileva la mancanza di una politica energetica comune e delinea le aree in cui è richiesto un maggior intervento comunitario: risparmio energetico, incremento dell’uso delle risorse rinnovabili, sicurezza d’approvvigionamento, investimenti nelle innovazioni tecnologiche e necessità di parlare con una sola voce a livello internazionale.

Il consumo energetico nell’area europea cresce moderatamente (0,7 % annuo circa) ma la dipendenza dalle fonti esterne sta aumentando (dal 50% al 70 % secondo il Green Paper) poiché le risorse europee stanno quasi finendo. Queste considerazioni sono meglio viste graficamente:

Il grafico seguente rappresenta il Consumo totale di energia dei paesi dell’area Europea .

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Nei due grafici colori rappresentano energie di energia:

 Verde - energia da fonti rinnovabili  Giallo - energia nucleare  Azzurro - gas naturale  Blu - olio combustibile ecc.  Rosso - combustibili solidi.

Nel grafico sopra invece mostrato l’andamento delle fonti energetiche Europee. (la legenda sopra vale anche per questo grafico)

L’energia e i cambiamenti climatici sono argomenti strategici (competitività e sicurezza degli approvvigionamenti) ed è obbligatorio tagliare il consumo globale di energia e contemporaneamente incrementare la quota di produzione europea.

Attraverso il “Green Paper” la Commissione Europea ha dichiarato:

• di voler ridurre del 20% il consumo energetico rispetto alle proiezioni (1.900 Mtep), riportandolo quindi entro il 2020 al livello registrato nel 1990 cioè 1.520 Mtep;

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• è stato inoltre deciso che entro il 2020, il 20% del fabbisogno energetico dovrà essere soddisfatto da energie alternative, secondo le proiezioni quindi circa 300 Mtep, contro le attuali 120 Mtep;

Cioè il Consiglio Europeo e il Parlamento chiedono quindi alla Commissione di individuare un piano d’azione concreto affinché l’Unione Europea possa agire unita e assicurarsi l’approvvigionamento di risorse energetiche sicure, pulite basso costo. Il 10 gennaio 2007 la Commissione Europea rilancia il dibattito, con una nuova comunicazione, sulla necessità di una politica energetica per l’Europa in vista di una politica comune. Il documento presentato al Parlamento dal Commissario europeo all’energia Andris Piebalgs si propone obiettivi ambiziosi da raggiungersi entro il 2020.

I punti principali del piano sono un miglioramento dell’efficienza energetica del 20%, un incremento del 20% nell’uso delle fonti di energia rinnovabile, una riduzione del 20% (30% nel caso un accordo internazionale venisse siglato) delle emissioni di gas serra, l’uso di carburanti biologici del 10%, un incremento del 50% dei fondi destinati alla ricerca e il completamento del mercato interno dell’energia con relativa liberalizzazione per gas ed elettricità. Il Consiglio Europeo del marzo 2007 appoggia la proposta della Commissione e gli obiettivi inclusi nella nuova politica energetica e climatica europea, acconsentendo a un piano d’azione temporale di tre anni in cui ottenere risultati tangibili.

Il 1° aprile di quest’anno la Commissione Europea ha reso disponibili sul proprio sito le emissioni 2010 degli impianti inclusi nell’Emission Trading. I dati sono ancora parziali e riportano un totale di 1,757 miliardi di tonnellate di CO2. Le installazioni che hanno già presentato i valori del 2010 hanno complessivamente prodotto il 3,25% di emissioni in più rispetto al 2009. Applicando lo stesso tasso di variazione anche agli impianti che non hanno ancora riportato i dati, è possibile stimare per il 2010 un totale emissivo pari a 1,94 miliardi di tonnellate, ancora inferiore dell’8,5% rispetto a quanto rilevato nel 2008. La nazione che presenta il contributo più elevato è la Germania con 453,9 milioni di tonnellate (pari al 26% del totale), seguita dal Regno Unito con 237,4 milioni (14%), dalla Polonia con 197,3 milioni (11%) e dall’Italia con 189,5 milioni (11%).

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La situazione tra i paesi europei è fortemente differenziata: se alcune nazioni hanno registrato un considerevole incremento delle emissioni rispetto all’anno precedente compreso tra il 10% ed il 40% (Austria +13,3%, Estonia +39,7%, Finlandia +20,4%, Lituania +29,6%, Svezia +29,6%), altre hanno invece mostrato una sensibile diminuzione (Spagna –11%, Romania –15%, Portogallo –13%, Danimarca –6%).

Nell’area europea l’energia consumata viene ripartita: il 40,7% per gli edifici, il 28,2% per l’industria ed il restante 31,1% per i trasporti. Il consumo di energia per riscaldare gli edifici e produrre acqua calda rappresenta il settore con il più alto consumo energetico nell’Unione Europea, il grafico in basso mostra meglio la parte di energia spesa per il riscaldamento e produzione di acqua calda.

Oltre ai motivi ambientali, la forte dipendenza della Comunità Europea dalle importazioni di energia previste per il 2030 (petrolio 90% ; gas 80%) necessario migliorare l’efficienza energetica per prima stabilizzare che grazie alla evoluzione tecnologica dei componenti oggi è possibile migliorare l’efficienza e ridurre i consumi degli impianti termici con un risparmio di 3,1 Milioni di TEP di combustibile /anno (paria una riduzione di 8 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 ), stima ulteriormente incrementabile con lo sfruttamento proposto dell’energie rinnovabili (50% dell’energia utilizzata per produrre acqua calda sanitaria), e poi ridurre, i consumi energetici, oltre a sviluppare l’utilizzo di energie alternative.

2.3. SCENARIO ENERGETICO NAZIONALE L’evoluzione del fabbisogno energetico nazionale presenta una crescita media annua del 1,38% tra il 2005 ed il 2020, confrontata con la crescita media annua dell’1,23% avutasi negli anni 1991- 2004. Il fabbisogno energetico passa così dai 195,5 Mtep nel 2004 a 243,6 Mtep nel 2020, passando per 212 Mtep nel 2010.

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L’intensità energetica continua a diminuire a ritmi analoghi a quelli avuti dopo la metà degli anni ’80 dopo la significativa riduzione avuta grazie alle politiche di efficienza energetica avviate nella seconda metà degli anni ’70. La crescita del fabbisogno, infatti, con una crescita del PIL dell’1,65% medio annuo, cresce dal 2005 al 2020 ad un ritmo dell’1,38%, laddove, nel periodo 1991 – 2004, con un PIL in crescita dell’1,4%, il fabbisogno è cresciuto con un tasso medio annuo dell’1,23%.

Per quel che riguarda la copertura del fabbisogno, si osserva quanto segue:

• un significativo aumento del gas naturale, che passa da 66,21 Mtep nel 2004, 77,1 Mtep nel 2010 e 98,2 Mtep nel 2020, con un incremento percentuale a fine periodo del 48%; • il petrolio mostra una iniziale leggera diminuzione fino al 2010 (da 88,0 Mtep a 84,1 Mtep) dovuta al sempre minore impiego nel termoelettrico, seguita da una crescita fino al 2020 (90,4 Mtep) dovuta al suo impiego pressoché esclusivo nei trasporti; • l’impiego di combustibili solidi è in leggera diminuzione (da 17,1 Mtep nel 2004, a 15,9 Mtep nel 2010 per poi diminuire a 14,1 Mtep nel 2020), in quanto l’uso crescente del carbone nel termoelettrico è compensato sia dalla diminuzione degli “altri combustibili” solidi nello stesso termoelettrico, che dalla diminuzione dell’impiego del carbone nel settore industriale; • l’impiego delle fonti rinnovabili è in continuo aumento, passando da 14,1 Mtep nel 2004 ai 18,1 Mtep nel 2010 fino a giungere a 24,1 Mtep nel 2020, con un incremento percentuale a fine periodo di quasi il 74%. Il loro impiego per la produzione di energia elettrica ammonta all’87% del totale per il 2004, all’84% nel 2010 ed al 77% nel 2020.

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L’osservazione che il fabbisogno del sistema energetico nazionale continua a venire soddisfatto per larga misura dai combustibili fossili (83% nel 2010 e nel 2020, contro l’88% nel 2004), fa porre il problema della valutazione della dipendenza energetica del Paese, anche in considerazione del sempre crescente impiego del gas naturale. A questo fine, si valuta che la produzione nazionale di petrolio possa, seppur lentamente, aumentare dagli attuali circa 5,5 Mtep/anno a poco più di 6 Mtep/anno nel 2020, mentre quella di gas naturale continui nel suo inesorabile declino, dagli attuali circa 11 Mtep/anno a meno di 9 Mtep/anno nel 2020.

Con queste premesse aumenta, ovviamente, la dipendenza energetica dall’estero per il gas naturale (da circa l’84% al 91% nel 2020), mentre per il petrolio si assesta intorno al 93%.

Ciò nonostante, il maggior ricorso alle fonti rinnovabili consente di non incrementare ulteriormente gli attuali livelli di dipendenza energetica complessiva8, già così elevati (circa l’84%).

Ora facendo ricorso ai grafici vediamo l’evoluzione dell’energia in Italia:

il grafico mostra i fabbisogni di combustibili e fonti che si sono spesi per produrre l’energia necessaria nel 1991.

In basso, abbiamo invece le aliquote di combustibili e fonti che si sono spesi per produrre l’energia necessaria nel 2010 e possiamo notare l’incremento delle rinnovabili, del gas naturale e dell’energia importata, mentre si ha la diminuizione del petrolio e dei combustibili solidi.

E’ interessante notare che, mentre per il periodo 1991 – 2004 il tasso medio di crescita del fabbisogno è stato analogo a quello del consumo finale (1,23% medio annuo), le previsioni al 2020 ci danno un tasso medio di crescita del consumo pari all’1,57% medio annuo al quale corrisponde una crescita del fabbisogno più contenuta, pari a solo 1,38%. Ciò riflette un certo miglioramento dell’efficienza energetica complessiva del Paese, che, in termini di percentuale dei consumi sul fabbisogno, passa dal 73,3% nel 2004 (valore pressoché costante dal 1991) al 74,4% nel 2010 e 75,5% nel 2020.

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In Italia si sta cercando di sensibilizzare la gente alla produzione di energia da fonti rinnovabili quali eolico e fotovoltaico, senza tralasciando le biomasse, l’idroelettrico e il geotermico.

Secondo un studio redatto nel 2009 si ha per l’eolico: il grafico a sinistra mostra la potenza accumulata per lo sfruttamento del vento in Italia. Si nota che la potenza accumulata va aumentando quindi con un maggiore sfruttamento dell’eolico che porta ad una riduzione di CO2 emessa. in questo grafico possiamo vedere che l’Italia si colloca al terzo posto dei paesi dell’Unione Europea in termini di potenza installata per lo sfruttamento dell’energia eolica.

Secondo lo stesso studio si ha per il fotovoltaico:

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Il primo grafico, in alto a sinistra, mostra l’andamento della potenza accumulata grazie al fotovoltaico in Italia. Anche nel caso del fotovoltaico si vede un aumento di potenza accumulata che sta a intendere il conseguente abbattimento di una certa quota di CO2 emessa.

Mentre il secondo grafico, in alto a destra, mostra che l’Italia si colloca al secondo posto mondiale in termini di potenza installata per lo sfruttamento dell’energia solare. Ancora, lo stesso studio dà informazioni sulle idroelettrico, biomasse e geotermico:

il grafico mostra, dal 2000 al 2009, la produzione di energia in Italia utilizzando l’IDROELETTRICO. Si è mantenuto più o meno costante con un incremento annuo modesto (circa 100 MW annui di potenza prodotta).

Invece questo istogramma da indicazioni sulla produzione di energia in Italia utilizzando le BIOMASSE. Nello stesso periodo dal 2000 al 2009 si ha un aumento annuo non costante, ma che ha aumenti significativi soprattutto negli ultimi anni. Ed infine, abbiamo questo ultimo grafico che descrive l’andamento, sempre dal 2000 al 2009, della potenza accumulata dalla GEOTERMICA. Tranne per i primi anni l’aliquota di potenza accumulata si mantiene pressoché costante.

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2.4. SCENARIO ENERGETICO IN CALABRIA

Il Piano energetico ambientale regionale (P.E.A.R.) del 2005, è lo strumento di attuazione della politica energetica regionale; definisce, nel rispetto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e in accordo con la pianificazione regionale in materia di inquinamento atmosferico, gli obiettivi regionali di settore individuando le azioni necessarie per il loro raggiungimento. Le politiche energetiche della Regione Calabria per il periodo 2007-2013 sono finalizzate a:

- sostenere l’incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili mediante l’attivazione di filiere produttive connesse alla diversificazione delle fonti energetiche;

- sostenere il risparmio energetico e l’efficienza nell’utilizzazione delle fonti energetiche in funzione della loro utilizzazione finale;

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- incrementare la disponibilità di risorse energetiche per usi civili e produttivi e l’affidabilità dei servizi di distribuzione;

- sviluppare strategie di controllo ed architetture per sistemi distribuiti di produzione dell’energia a larga scala in presenza di fonti rinnovabili.

2.4.1 IL BILANCIO ENERGETICO REGIONALE1.

Secondo il PEAR del 2005, in termini complessivi, la Regione Calabria è caratterizzata da una dipendenza energetica non trascurabile (31,2% circa). Nel 1999, a fronte di una produzione di fonti primarie pari a 1.814 ktep, il consumo interno lordo è risultato, infatti, pari a 2.635 ktep. Tale dipendenza deriva esclusivamente dal petrolio, del quale la Regione è sempre stata, nel periodo considerato 1990 – 1999, importatrice totale, mentre la produzione endogena di gas naturale e di energia elettrica anche da fonti rinnovabili, consente alla Regione non solo di coprire tutto il proprio fabbisogno di queste fonti, ma anche di esportare l’esubero della produzione. Si deve comunque notare che, nel periodo considerato, si registra una crescita complessiva nella produzione di energia primaria del 19,5%, sostanzialmente determinata, in valore assoluto, dall’aumento della produzione di gas naturale, che ha, tuttavia, ridotto di sei punti e mezzo percentuali il proprio peso sul totale della produzione primaria. In decisa crescita, in valore percentuale, risulta essere, invece, la produzione di energia primaria da fonti rinnovabili, che presenta all’interno del periodo considerato un aumento complessivo di circa il 142% e vede raddoppiato il proprio peso sul totale della produzione primaria. Il bilancio di sintesi della Regione Calabria per l’anno 1999 è riportato nella Tab. 1.

1 Tratto dal Piano Energetico Ambientale Regione Calabria 2005

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Disponibilità ed Combustibi Prodotti Combustibi Rinnovabi Energia Totale impieghi li Petrolife li li Elettrica in ktep (1999) Solidi ri Gassosi Produzione primaria 1.582 232 1.814 Saldo in entrata 6 1.253 1 1.260 Saldo in uscita -126 -20 -294 -440 Variazione scorte 0 Consumo Interno Lordo 6 1.253 1.456 213 -294 2.634 0 Trasferimento in energia -5 -1.197 -193 1.395 0 elettrica di cui: 0 autoproduzione 0 cons./perdite sett. -23 -3 -721 -747 Energia bunkeraggi 8 8 internazionali usi non energetici 0 Agricoltura 53 5 11 69 Industria 5 136 75 6 56 278 industria di cui energy 5 105 43 5 30 188 intensive (+) Civile 1 76 157 12 294 540 civile di cui residenziale 1 62 105 12 168 348 Trasporti 974 20 994 trasporti di cui stradale 936 936 Consumi Finali 6 1.240 236 18 380 1.880 Tab.1. Bilancio Energetico Regionale tratto dal PEAR 2005.

Legenda Tab.1 (1) carbone fossile, lignite, coke da cokeria, prodotti da carbone non energetici ed i gas derivati. (2) olio combustibile, gasolio, distillati leggeri, benzine, carboturbo, petrolio da riscaldamento, gpl, gas residui di raffineria ed altri prodotti petroliferi. (3) gas naturale e gas d’officina. (4) biomasse, carbone da legna, eolico, solare, fotovoltaico, RU, produzione idroelettrica, geotermoelettrica, ecc. (5) l’energia elettrica è valutata a 2.200 kcal/kWh per la produzione idro, geo e per il saldo in entrata ed in uscita; per i consumi finali è valutata a 860 kcal/kWh. (+) branche “Carta e grafica”, “Chimica e Petrolchimica”, “Minerali non metalliferi”, “Metalli ferrosi e non”.

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I consumi energetici finali vengono soddisfatti (Fig. 1) per il 66% circa dai prodotti petroliferi, per il 20,2% dall’energia elettrica e per il 12,6% dal gas naturale, mentre trascurabili risultano i consumi di rinnovabili (biomasse e carbone da legna) e di combustibili solidi (carbone fossile e coke da cokeria).

Fig. 14 – Regione Calabria: ripartizione dei consumi energetici finali per tipologia di fonti – 1999.

Il settore di maggior consumo è rappresentato dai trasporti con il 53% circa della quota complessiva, seguito dal residenziale con il 18,5%, dall’industria con il 14,8%, dal terziario con il 10,2% e dall’agricoltura con il 3,6% (Fig. 2).

Fig. 15 – Regione Calabria: ripartizione dei consumi energetici finali per settori – 1999. L’evoluzione storica dei consumi finali nel periodo 1990 - 1999 non presenta oscillazioni di forte entità, con la flessione più accentuata (- 2,8%) registrata nel 1993 (Fig. 3).

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Nel periodo considerato essi crescono, infatti, complessivamente del 6,6%, e sono fortemente influenzati dall’andamento dei combustibili liquidi, in particolare del gasolio. I combustibili liquidi, infatti, pur registrando un incremento complessivo di appena il 4,6% rappresentano la tipologia di combustibili più impiegata nella Regione per gli usi finali (circa il 65%). Il loro andamento nel periodo considerato segue, ed anzi determina, l’andamento del totale dei consumi energetici, presentando in particolare una flessione (- 10,5%) superiore a quella dei consumi totali tra il 1992 ed il 1993. Tale andamento, che a sua volta si ripercuote sui consumi totali, è dovuto, in particolare, alla notevole incidenza del consumo del gasolio nel settore trasporti, in particolare nel comparto stradale. Il settore dei trasporti, da solo, è responsabile, infatti, di oltre la metà dei consumi finali complessivi della Regione, ed i consumi del comparto stradale, in particolare, costituiscono, nel 1999, oltre il 94% dei consumi complessivi del settore dei trasporti regionale. Se osserviamo l’andamento degli altri settori si ha che l’industria presenta una flessione del 29,1%, e riduce anche il suo peso percentuale sul totale dal 22,2% del 1990 al 14,8% del 1999. Il settore civile registra, invece, una crescita del 27,4%, con un incremento percentuale complessivo del 4,7%. Il settore agricoltura e pesca, infine, mostra una contrazione totale dei consumi del 9,2%.

Fig. 16 – Regione Calabria: evoluzione dei consumi energetici finali, per settore – (1990 -1999). Il consumo energetico pro-capite della Regione si attesta su di un valore di circa 0,9 tep contro un valore nazionale di oltre 2 tep. Nel complesso, quindi, la Regione è caratterizzata da valori di consumo relativamente bassi, se confrontati con la media nazionale e, anche se si è verificata nel periodo considerato una dinamica di crescita dei consumi energetici regionali paragonabile a quella media nazionale, il divario rimane significativo.

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2.4.2 LE FONTI RINNOVABILI IN CALABRIA Nella tabella seguente sono riportati i dati sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili forniti dal GSE per l’anno 2009 e relativi sia al dato nazionale che a quello della Regione Calabria.

Energia Elettrica 2009 (GSE) - ITALIA 2009 (GSE) - CALABRIA da fonte rinnovabile [MW] [GWh] [ktep] [MW] [GWh] [ktep] Energia idroelettrico 17.721 49.137 4.226 722 1.868 161 < 1 MW 466 1.961 169 3 10 1 1MW - 10MW 2.190 8.422 724 35 113 10 > 10 MW 15.066 38.755 3333 684 1.745 150 Geotermica 737 5.342 459 0 Solare: 1.144 676 58 29 27 2 fotovoltaico 1.144 2 energia solare a 0 concentrazione Energia maree, moto 0 ondoso e oceani Energia eolica: 4.898 6.543 563 443 433 37 onshore 37 offshore 0 Biomassa: 2.019 7.631 656 120 778 67 solida 1.255 4.444 382 117 768 66 biogas 378 1.740 150 3 10 1 bioliquidi 385 1.448 125 0 TOTALE 26.519 69.329 5.962 1.314 3.106 267 Tab.2. Fonti rinnovabili in Italia e Calabria a confronto.

2.4.3 IL DECRETO BURDEN SHARING E LA CALABRIA

Con il termine di Burden Sharing si intende la ripartizione su base regionale della quota percentuale minima di incremento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, in vista degli obiettivi europei prefissati per il 2020.Il Decreto Ministeriale del 15 marzo 2012 sulla “Definizione e qualificazione degli obiettivi regionali in materia di fonti rinnovabili e definizione della modalità di gestione dei casi di mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle Regioni e delle province autonome (c.d. Burden Sharing)” (pubblicato in G.U. n. 78 del 02/04/12) è stato definito sulla base degli obiettivi contenuti nel Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili.

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Il PAN 2010 prevede che l’Italia aumenti la propria produzione di energia da fonte rinnovabile entro il 2020 sino al 17% sul consumo totale di energia. Percentuale che diventa del 14,6 se si esclude la quota destinata ai trasporti.

Con tale decreto la Calabria vede assegnatasi una quota di produzione di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale pari al 27,1%.

Se si distinguono la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili si desume che entro il 2020 la Calabria dovrà raggiungere l’obiettivo del 14,0% di energia elettrica e del 13,1% di energia termica, per un totale rispettivamente di 344,3 ktep e 321,7 ktep.

All’anno di riferimento, il 2005, così come definito nel decreto, la situazione di partenza vede una produzione iniziale per la Calabria pari a 185 ktep di energia elettrica da fonti rinnovabili e 34 ktep di energia termica da fonti rinnovabili.

Il decreto definisce anche gli obiettivi intermedi a cadenza biennale a partire dal 2012 per le regioni e i consumi finali lordi. Per la Calabria, le traiettorie previste risultano essere come riportato nella seguente tabella e nel grafico che la segue.

% 2005 2012 2014 2016 2018 2020 Calabria FER-E + FER-C 8,7% 14,7% 17,1% 19,7% 22,9% 27,1% ktep 2005 2012 2014 2016 2018 2020 Calabria FER-E + FER-C 219 357 416 483 563 666 Calabria FER-E 185 344,3 Calabria FER-C 34 321,7 Calabria Consumi Finali 2519 2435 2441 2447 2452 2458 Lordi

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Al fine di raggiungere gli obiettivi intermedi e finali, la Regione è chiamata ad integrare i propri strumenti per il governo del territorio e per il sostegno all'innovazione nei settori produttivi con specifiche disposizioni a favore dell'efficienza energetica e dell'uso delle fonti rinnovabili.

Tra i vari compiti e le competenze regionali previsti dal Dm 15 marzo 2012, particolare interesse rivestono le iniziative regionali per il contenimento dei consumi finali lordi.

Secondo il Dm 15 marzo 2012, infatti, il contenimento dei consumi finali lordi, nella misura prevista per la Regione, deve essere perseguito prioritariamente con i seguenti strumenti:

- sviluppo di modelli di intervento per l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili su scala distrettuale e territoriale;

- integrazione della programmazione in materia di fonti rinnovabili e di efficienza energetica con la programmazione di altri settori.

Per ottenere questi risultati, la Regione può:

- indirizzare gli Enti locali nello svolgimento dei procedimenti di loro competenza, relativi alla costruzione e all'esercizio degli impianti di produzione, secondo principi di efficacia e di semplificazione amministrativa e applicando il modello dell'autorizzazione unica per impianti ed opere di rete connesse;

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- incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, nei limiti di cumulabilità fissati dalle norme nazionali;

- destinare specifici programmi di formazione, rivolti anche a gestori di utenze pubbliche, progettisti, piccole e medie imprese;

- promuovere la realizzazione di reti di teleriscaldamento per la valorizzazione del calore e la riduzione delle sorgenti emissive, secondo criteri di efficienza realizzativa, anche mediante specifiche previsioni nella pianificazione di livello regionale ed indirizzi per la pianificazione di livello locale.

Nel perseguire questi risultati di contenimento dei consumi, la Regione deve prioritariamente favorire le seguenti attività anche ai fini dell'accesso agli strumenti nazionali di sostegno:

- misure e interventi nei trasporti pubblici locali, negli edifici e nelle utenze delle Regioni e delle Province autonome, nonché degli Enti locali;

- misure e interventi di riduzione del traffico urbano;

- interventi per la riduzione dei consumi di energia elettrica nell'illuminazione pubblica e nel settore idrico;

- diffusione degli strumenti del finanziamento tramite terzi e dei servizi energetici;

- incentivazione dell'efficienza energetica, nei limiti di cumulabilità fissati dalle norme nazionali.

A decorrere dal 2017, in caso di mancato conseguimento degli obiettivi, il Ministro dello sviluppo invita la Regione a presentare entro due mesi osservazioni in merito.

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Entro i successivi due mesi, qualora il Ministro dello sviluppo economico accerti che il mancato conseguimento degli obiettivi è dovuto all'inerzia delle Amministrazioni preposte o all'inefficacia delle misure adottate dalla Regione, propone al Presidente del Consiglio dei Ministri di assegnare all'ente interessato un termine, non inferiore a sei mesi, per l'adozione dei provvedimenti necessari.

Decorso inutilmente questo termine, il Consiglio dei Ministri, sentita la Regione interessata, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, adotta i provvedimenti necessari oppure nomina un apposito commissario che, entro i successivi sei mesi, consegue la quota di energia da fonti rinnovabili idonea a coprire il deficit riscontrato.

A tal fine, il commissario ricorre ai traferimenti statistici con altre Regioni e anche con enti territoriali interni ad un altro Stato membro e accordi con altri Stati membri.

In questo contesto appare più che ragionevolmente lecito attendersi politiche energetiche da parte della Regione Calabria volte da una parte alla promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili, sia elettrica, ma soprattutto termica, dall’altra alla promozione dell’efficienza energetica, al fine di contenere il più possibile i consumi finali lordi. Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile promosso dal Comune di Petilia Policastro si inserisce pienamente in questo quadro, anche e soprattutto a supporto delle esigenze della Regione Calabria inquadrate nel contesto del Burden Sharing.

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2.5. INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI DEGLI EDIFICI Nel riscaldamento invernale degli edifici gli elementi critici sono rappresentati dalla scarsa coibentazione dell’involucro esterno opaco e vetrato, dalla ridotta efficienza dei sistemi di produzione del calore, dalle scarse prestazioni dei componenti di impianto. La riduzione dei fabbisogni energetici ricade principalmente sugli edifici esistenti in quanto la crescita dei nuovi edifici rispetto al parco edilizio già costruito è del tutto contenuta.

L'incremento dell’efficienza energetica negli edifici esistenti è un problema la cui soluzione in genere ha aspetti complessi.

Le difficoltà sono dovute alle scarse informazioni sulle caratteristiche termiche e sullo stato della struttura edilizia (materiali impiegati, trasmittanze termiche degli elementi di involucro, etc), sull'impiantistica (layout delle tubazioni, canali, prestazioni degli apparecchi, etc). L‟incremento dell‟efficienza energetica negli edifici trova la sua base di partenza nelle problematiche emerse a seguito della Direttiva Europea 2002/91 CE sulle prestazioni energetiche degli edifici, e del relativo recepimento nazionale realizzato con i D.Lgs. 192 e 311.

Gli interventi attualmente praticabili per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti riguardano principalmente:

 il miglioramento delle prestazioni termiche dell’involucro esterno, attraverso l’isolamento delle pareti opache, la sostituzione degli infissi esterni con sistemi a vetrocamere che assicurano una drastica riduzione della trasmittanza termica;  l'impiego dei sistemi solari attivi: impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, impianti solari per il riscaldamento invernale con sistemi di distribuzione a bassa temperatura come i pavimenti radianti oppure soffitti radianti, sistemi fototovoltaici per la produzione diretta di energia elettrica;  l’utilizzo di sistemi solari passivi. Tra i più comuni possono essere citati le serre solari, i camini solari, e le pareti ad accumulo termico.

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 la sostituzione del sistema di produzione del calore con caldaie a condensazione, oppure con pompe di calore.

Lo scopo è quello di conseguire una riduzione dei fabbisogni di energia e un miglioramento della classe energetica delle unità immobiliari in base alle regole dettate con il DM del 26 giugno 2009. Il risultato dei calcoli fornisce quanta energia si consuma in un anno per ogni metro quadrato di superficie dell’immobile (kWh/m2anno).

Sono poche le ristrutturazioni finalizzate ad una drastica riduzione dei consumi energetici degli edifici, ma sono significative in quanto hanno dimostrato che impiegando in maniera oculata ed organica gli interventi precedenti individuati, il risparmio ottenuto in termini di riduzione della bolletta energetica annuale permette di recuperare le spese sostenute in un numero di anni limitato.Tali soluzioni comportano anche una migliore qualità degli ambienti, aspetto non trascurabile se consideriamo che buona parte della giornata la trascorriamo in ambienti edilizi confinati. Il parco edilizio italiano è composto solo per una piccola parte da edifici costruiti recentemente: dal ‘91 in circa 10 anni, sono stati costruiti l'8% degli edifici e la crescita sta rallentando.

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3. IL PIANO DI AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE

3.1 I CONTENUTI Il Patto dei Sindaci prevede la pianificazione ed interventi sul territorio di competenza dell’Amministrazione Comunale, esso pertanto è focalizzato sulla riduzione delle emissioni e la riduzione dei consumi finali di energia sia nel settore pubblico che privato; è evidente tuttavia come il settore pubblico, ed in particolare il patrimonio comunale, debba giocare un ruolo trainante ed esemplare per il recepimento di queste politiche energetiche. I principali settori da prendere in considerazione nella stesura del SEAP sono gli edifici, gli impianti per il riscaldamento e la climatizzazione ed il trasporto urbano, la pubblica illuminazione e gli altri servizi comunali, oltre alla produzione locale di energia (in particolare la produzione di energia da fonti rinnovabili, la cogenerazione e il teleriscaldamento).

3.2 ORIZZONTE TEMPORALE L’orizzonte temporale del Patto dei Sindaci è il 2020. Il SEAP distingue:

 misure dettagliate per i prossimi 3-5 anni che costituiscono la prima fase di attuazione della Vision. Esse dovranno essere pianificate preferibilmente sul patrimonio del Comune  una “Vision” di lungo periodo, che prevede l’individuazione degli obiettivi delle politiche energetiche al 2020, con indirizzi specifici nei settori dell’utilizzo del suolo, trasporti e mobilità, public procurement e standard per edifici nuovi/ristrutturazioni.

3.3 REQUISITI DEL SEAP Il SEAP è allo stesso tempo un documento di attuazione presto delle politiche energetiche e uno strumento di comunicazione verso gli attori del territorio, ma anche un documento condiviso a livello politico dalle varie parti all’interno dell’Amministrazione Comunale. Per assicurare la buona riuscita del Piano d’Azione occorre, infatti, garantire un forte supporto delle parti politiche ad alto livello, l’allocazione di adeguate risorse finanziarie e umane e il collegamento con altre iniziative e interventi a livello comunale.

Gli elementi chiave per la preparazione del SEAP sono:

 svolgere un adeguato inventario delle emissioni  assicurare indirizzi delle politiche energetiche di lungo periodo anche mediante il coinvolgimento delle varie parti politiche  garantire un’adeguata gestione del processo  assicurarsi della preparazione dello staff coinvolto  essere in grado di pianificare ed implementare progetti sul lungo periodo  predisporre adeguate risorse finanziarie  integrare il SEAP nelle pratiche quotidiane dell’Amministrazione Comunale (esso deve entrare a far parte della cultura degli Amministratori)

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 documentarsi e trarre spunto dalle politiche energetiche e dalle azioni messe a punto dagli altri comuni aderenti al Patto dei Sindaci  garantire il supporto degli stakeholder e dei cittadini.

3.4 LA CITTA’ DI AMENDOLARA : VISIONE FUTURA E MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE Il quadro in cui la cittadina si proietta nel futuro vede come base il concetto di città sostenibile che imposta lo sviluppo su una valorizzazione delle proprie risorse e pur se il contesto è piccolo, il suo territorio ha delle peculiarità sulle quali si getteranno le basi dello sviluppo stesso.

I maggiori consumi energetici sono dovuti al settore civile. Il settore industriale non presenta dimensioni tali da influenzare in modo rilevante il bilancio energetico. I maggiori margini di risparmio si avranno quindi nell’efficientamento del parco edilizio privato.

La partecipazione dei cittadini è condizione indispensabile per lo sviluppo sostenibile delle città, in quanto i cittadini stessi, con la modifica dei loro comportamenti, possono e devono diventarne i protagonisti.

Pertanto risulta decisivo mettere in atto una campagna di comunicazione adeguata pubblicizzando gli obiettivi del SEAP già ampiamente introdotti e che L’Amministrazione intende perseguire, attraverso anche una condivisione della visione futura della città con le altre istituzioni e con i portatori di interesse del territorio, con il mondo dell’imprenditorialità e dell’associazionismo.

Ad esempio è molto importante il coinvolgimento dei cittadini nelle trasformazioni della città, strutturato secondo linee guida operative della Giunta Comunale e del futuro PSC. Una particolare attenzione sarà data al ruolo dei cittadini nel monitoraggio dei consumi (e nella verifica dei risultati raggiunti).

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ASPETTI ORGANIZZATIVI E FINANZIARI La partecipazione al Patto dei Sindaci rende necessaria da parte del Comune di adattare la propria struttura amministrativa alle esigenze del processo, avvalendosi in partenza della consulenza dell’Associazione Energia Calabria. Date le dimensioni del comune non è necessario creare una struttura ad hoc ma coinvolgere il personale del comune nell’esercizio delle sue funzioni ad una azione coordinata, sulla base delle proprie competenze, rispetto agli obiettivi del SEAP.

ORGANIGRAMMA DI FUNZIONAMENTO DEL SEAP

SINDACO

AMBIENTE CULTURA E P.I.

LAVORI PUBBLICI UFFICIO TECNICO URBANISTICA ENERGIA CALABRIA

Budget e Risorse finanziarie previste per l’attuazione del piano d’azione Il Comune di AMENDOLARA procederà all’attuazione delle azioni contenute nel presente Piano di Azione con la necessaria gradualità.Per quanto riguarda le azioni che necessitano di copertura finanziaria, le risorse saranno reperite sia attraverso la partecipazione a bandi europei, ministeriali e regionali sia attraverso forme di autofinanziamento (ricorso a risorse proprie e accessi al credito).

 Saranno valutate dall’Amministrazione Comunale tutte le possibili altre forme di reperimento di risorse finanziarie ivi comprese: • Fondi di rotazione; • Finanziamenti tramite terzi; • Leasing: operativo/capitale; • Esco; • Partneship pubblico – privata; • Pianificazione di campagne di informazione e sensibilizzazione alla popolazione sui temi  energetici ed ambientali;  Fondi Comunitari  Fondi Ministeriali

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4. QUADRO GENERALE

STORIA DI AMENDOLARA Amendolara sorge su un promontorio che domina il Golfo di Taranto. Per posizione geografica e vicinanza con il mare e la montagna ha, fin dal neolitico, assunto un ruolo di primo piano nella gerarchia dell’intera area. Molti sono stati i reperti archeologici ritrovati nel Comune di Amendolara, alcuni studiosi presumono che la presenza antropica di natura occasionale e nomadica sul territorio fosse già in atto nel periodo neolitico (6000 - 4000 a.C.) e che la presenza umana sia divenuta stabile nell'Età Protostorica (3500-8000 a.C.), quando una comunità enotria si insediò nella zona dell'odierno "Rione Vecchio". Con la fondazione di da parte degli Achei, la maggior parte della popolazione che abitava l'insediamento protostorico del Rione Vecchio, nel VII sec. a.C. si trasferì nel luminoso e vasto pianoro di S. Nicola. In questo luogo è sorta la città magno-greca di Lagaria.

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Dopo avere subìto la dominazione romana il paese ebbe una fiorente vita religiosa prima con l'attività bizantina, poi con quella circestense, come testimoniano le numerose Chiese e le grotte eremitiche collocate su gran parte del territorio. Con la costruzione del Castello, verso l'anno mille, cominciarono a comparire le Dinastie degli Svevi e degli Angioini. Nel 1215 era sottoposta alla signoria di Ruggeri giustizieri di Calabria, da cui passò in ordine di tempo, a Tommaso de Barone, ai della Marra, ai Sanseverino, ai Carafa per acquisto, a Iacopo Pignatelli, a Marcello Pignone il cui figlio Aurelio nel 1573 la vendette a Diana de Loffredo. Acquistata da Silvia Gambacorta, nel 1627 passò ai Pignatelli di Belloguardo che ne furono signori fino alla eversione della feudalità (1806). Dal XVI al XVII sec. Amendolara visse un profondo periodo di sconvolgimenti culturali e territoriali, i Domenicani costruirono il Convento e venne eretta Torre Spaccata e per circa due secoli seguirono anni di battaglie tra feudatari e Comune per la conquista dei terreni confiscati durante il periodo feudale. Nel 1700 gli appezzamenti, man mano divenuti vere e proprie "masserie", vennero divisi tra il Demanio comunale e lo Stato, che li vendette agli esponenti delle più potenti famiglie borghesi di cui oggi restano i palazzi gentilizi. Nel corso del XIX secolo Amendolara fu centro attivo in campo culturale e politico. Diversi furono le manifestazioni politiche, a volte cruente, di ribellione del popolo contro i ricchi proprietari, molte terre vennero occupate dalla popolazione oramai ridotta alla fame. Negli anni successivi alla seconda metà del XIX secolo vi fu un consistente flusso migratorio verso l' e il nord Italia dettato dalle condizioni di miseria che durò per circa un secolo. Gli amendolaresi che rimasero ricostruirono la forza lavoro e dopo le guerre mondiali, in pieno boom economico, Amendolara crebbe in termini edilizi, di benessere sociale ed economico. L’attuale fase socio – economica è caratterizzata, come del resto per l’intera Calabria, da una nuova seppur minima emigrazione verso il Nord Italia. Attualmente la popolazione è di 3.103 residenti al 2008 con un trend in leggero calo (-1,1%) rispetto alle statistiche ISTAT del 2001. Il nome deriva probabilmente dal Greco e latino amygdalaria, o "mandorlai" per la ricca produzione di mandorle.Un insediamento degli Enotri dell'età del bronzo è testimoniato da alcuni resti archeologici rinvenuti nel "Rione Vecchio". Nel VII secolo a.C. l'abitato si spostò nella sottostante pianura, dove Epeo, il mitico costruttore del cavallo di Troia, avrebbe fondato la città greca di Lagaria (resti in località San Nicola). In epoca romana esisteva una stazione di posta della via litoranea che ebbe probabilmente nome 'Statio ad Vicesimum (a venti miglia dalla città di Thurii) i cui resti (in particolare un sistema di cisterne per l'approvvigionamento idrico) sono stati rinvenuti nella zona dell'attuale "masseria Lista".Dopo l'epoca romana vi furono fondate un'abbazia bizantina e quindi un'abbazia cistercense, mentre nel territorio sono presenti grotte eremitiche. Intorno al 1000 venne costruito il castello, che passò in successione a numerose famiglie nobili.Nel XV secolo vi nacquero Pomponio Leto e Facio Patarino e nel XVI secolo si ebbero la costruzione del Convento Domenicano e della cosiddetta "Torre Spaccata" Nel XIX secolo vi fu una massiccia emigrazione, soprattutto verso l'Argentina e l'Italia settentrionale. Dopo la prima guerra mondialesi ebbe una ripresa agricola e l'introduzine della coltura dei piselli. Il XX secolo vide un massiccio sviluppo edilizio e si ebbero i primi ritrovamenti archeologici. Nel 1239, al tempo di Papa Gregorio IX, Federico II proibì ai baroni di tenere torri difese da soldati e stanziò dei fondi per il restauro dei castelli del Regno, fra cui quello di Amendolara.Uno dei primi Signori di Amendolara fu Iozzolino della Marra. Infatti dai "Registri della cancelleria Angioina", i cui originali andarono distrutti durante la seconda guerra mondiale, il documento n.359 dice che

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Signore del Castello di Amendolara ed fu Giozzolino della Marra il quale ottenne dal Re tali castelli insieme al casale di Amendolara ed al casale di Roccette (1269).A Iozzolino, Signore di Amendolara, successe Bertoldo della Marra, suo figlio, sposato con Giovanna, figlia di Tommaso Barone, tedesco. Iozzolino della Marra fu maestro razionale della Magna Curia e si legge fra i baroni di Terra d'Otranto di quell'epoca e possedeva in Ravello un magnifico palazzo. Andò in aiuto di Re Manfredi contro il Papa Clemente IV (1265-1272) con sette cavalli. Fu anche consigliere e familiare di Carlo I d'Angiò, Re di Napoli e di Sicilia..Nel 1302, ai tempi di Papa Clemente V e di Marco Vescovo di Anglona-Tursi, magnifico Signore di Amendolara fu Giovanni Patavino.Nel 1310 il clero di Amendolara doveva pagare alla Città del Vaticano, come decime, tareni 12. Le decime erano le tasse spettanti al Vaticano sui redditi degli ecclesiastici appartenenti al clero periferico.Oltre ai "Registri Angioini", durante la seconda guerra mondiale furono distrutti anche gli importantissimi "Registri della cancelleria Aragonese" dai quali è stato possibile recuperare un documento del 1456- 1457, tempi di Papa Callisto III,dal quale si può notare quanto sia stato importante in tale periodo, il commercio del sale. Nel 1469 (Papa Paolo II) Ferdinando I d'Aragona proibì di esigere il pedaggio da vari luoghi, fra cui Amendolara.Quanto sia stata prepotente la presenza baronale in Calabria lo si può notare leggendo documento di Carlo de Freda.

Nel 1561 i baroni avevano la possibilità di vendere il feudo e quindi i sudditi. Ce ne rendiamo conto leggendo il memoriale al vicerè da parte della "Università" di Amendolara, il cui feudatario Cesare Pignatelli, per odio contro il paese, che non aveva voluto cedere in una lite, lo aveva venduto a Fabrizio Pignatelli, marchese di Cerchiara "persona più potente e terribile": ora a ricattare la popolazione di Amendolara e a minacciare gli uomini Nel 1615 fu eretto il tempio dedicato alla BMV Concezione o Cappella di Santa Maria.Nel 1662 terminarono i lavori del Convento dei Padri Domenicani; infatti il portale della Chiesa reca l'A.D. 1662, mentre la porta, ora murata, che si trova accanto a quella principale conserva un architrave che segna la data MDCXVIII. Nel 1703 Amendolara non era superiore al numero di 150 fuochi. I fuochi rappresentavano le famiglie..Nel 1795 Amendolara apparteneva in feudo sempre alla casa Pignatelli; la popolazione era di 1039 abitanti.E' del 1830 il primo documento che dimostra come il primo studioso che ubicò in Amendolara la Statio ad Vicesimum della via consolare romana fu Giuseppe Del Re. Il Del Re pone la Statio ad Vicesimum sul sito dell'attuale masseria Lista (proprietà Dora Tucci), a giudicare dal gran numero di reperti emersi dalla necropoli. Successivamente tale studio fu ripreso dal Lenormant, il quale scrive: "Amendolara sostituì la Statio ad Vicesimum dell'itinerario d'Antonino, situato a 24 miglia da Eraclea e a 20 da Thurio".Inoltre, al contrario di quanto ritiene il Lenormant, il quale identifica la città di Lagaria presso la foce del fiume Kylistaros (il Lenormant riconosce nel fiume Kylistaros l'attuale torrente Saraceno) e cioè nell'attuale ;al contrario di Luigi in "Calabria da scoprire", il quale riferisce che la città di Lagaria, nominata da Plinio e Strabone e secondo la leggenda fondata da Epeo, costruttore del cavallo di Troia, dovrebbe porsi in territorio di . Al contrario del dott. Vincenzo Laviola il quale identifica la città greca Lagaria con la città scoperta in località S.Nicola in territorio di Amendolara;Il volume più autorevole, fino ad ora pubblicato, è curato dal CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche.Questo volume, supportato anche da un'antica carta geografica, attribuisce all'attuale comune di le maggiori probabilità di essere associato all'antica Lagaria. Solo uno studio asettico di ricerca archeologica concreta, in grado di spiegare e confutare con argomenti inoppugnabili, potrebbe prevalere sulle conclusioni dei ricercatori del

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CNR. Alla luce delle attuali conoscenze e dell'autorevolezza del CNR, pertanto, la ricerca più accreditata attribuisce a Nocara l'antico sito di Lagaria. Secondo il censimento del 1862 la popolazione di Amendolara era di 1446 abitanti, di cui 714 maschi e 732 femmine; la sua guardia nazionale era di 126 militi (106 attivi e 20 di riserva); la mobilizzazione di 23 militi.Gli elettori politici di Amendolara, iscritti nelle liste elettorali di Cassano Jonio, nel 1863 erano 27. L'Ufficio Postale era a . Per il dazio consumo, Amendolara era comune di 5 classe; era sede di una giudicatura di Mandamento nella giurisdizione del Tribunale di Circondario, di un ufficio demaniale e di un ufficio per le gabelle.Nel 1930 Amendolara era ancora capoluogo di Mandamento nel circondario di Castrovillari.Vi si tengono due fiere mercato citate nelle pubblicazioni del secolo scorso: la prima nella domenica ultima di Aprile, in coincidenza dei festeggiamenti di San Vincenzo e la seconda il 4 di Agosto, in ricorrenza di San Domenico.Fino all'inizio del secolo vi partecipavano commercianti provenienti da tutto il meridione per trattare prevalentemente affari in tele, lino, cotone e bestiame. Le suddette fiere, anche se meno importanti, richiamano ancora tutta la popolazione delle campagne che vi partecipa, prevalentemente, per la preparazione del corredo da sposa da dare alle proprie figlie. Nel secolo corrente una terza fiera dà la possibilità di trattare affari in bestiame: quella della Madonna della Salute che si tiene l'ultimo sabato d'Agosto.A circa due chilometri dal centro abitato di Amendolara vi è una interessante area archeologica .

Il Castello Normanno

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Risalente al periodo normanno sembra che sia stato costruito su una preesistente roccaforte longobarda. Nel corso del XI sec. appartenne a Guglielmo di Grantmesnil, generale di Roberto il Guiscardo, di cui aveva sposato la figlia, Mabilia. Prima che Federico II facesse costruire il castello di assunse alla dignità di domus imperialis. L'imperatore, oltre a soggiornarvi per lunghi periodi di riposo, era solito farvi sosta nei suoi lunghi viaggi che dalla Sicilia lo portavano in Puglia e viceversa. Il castello nel corso del tempo ospitò anche altri personaggi come Elena d'Epiro con tutta la Corte di Manfredi, Re di Sicilia. Nel 1268 fu conquistato dal Principe Sanseverino fedele agli Angioini nella guerra contro Corradino di Svevia. Passò quindi dai Della Marra ai Pignatelli di Bellosguardo. E' da ritenere che il castello sia stato anche dimora del Conte Giovanni Sanseverino, che vi concepì il figlio illegittimo, Giulio Pomponio Leto, uno dei più grandi umanisti del rinascimento italiano. Tra la fine del settecento e l'inizio dell'ottocento, periodo in cui il castello venne incamerato dallo stato borbonico, subì un vistoso rifacimento ben visibile ancora oggi.

La Chiesa di Santa Maria Costruita in epoca bizantina tra il IX e X sec. è sita nel centro medievale del paese denominato "Rione Vecchio". Sorta su un preesistente tempio greco a sua volta costruito su un santuario indigeno rappresenta il più antico luogo di culto di Amendolara. Sulla facciata occidentale della chiesa, all'altezza della balaustra, si apre una porta secondaria sul cui architrave in pietra molle è incisa l'iscrizione in parte non leggibile "HOC TEMPLU B.M.V. CONCEPTIO (NIS) P.UE ERECTU AD UTILITATEM CONGREGATIO (NIS) FRATRUM S" risalente alla metà del settecento e precisamente all'epoca dei rifacimenti barocchi. In questa occasione la chiesa viene dedicata alla Beata Maria Vergine della Concezione, esattamente un secolo prima che la Chiesa Cattolica formulasse l'8 dicembre del 1854, il dogma dell'Immacolata Concezione.

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Nonostante i rifacimenti di epoca barocca la chiesa conserva ancora all'esterno l'inconfondibile stile bizantino rappresentato dalla sua splendida cupola.

La Chiesa di San Giovanni Sita nella omonima contrada e' la chiesa che rappresenta il più importante fenomeno storico- archeologico. Era grande 22 metri per 21. I ruderi che ancora oggi si possono ammirare constano di due muri, di parte rilevante di una abside e finestre strombate all'interno. La sua caratteristica è la pianta a croce libera o a quadrifoglio. Le analogie più prossime con la Chiesa di San Giovanni le ritroviamo nella chiesa di Sant'Andrea a Peristerai in Grecia ed in Armenia. La sua costruzione risalente all'epoca binzantina viene attribuita a schiavi provenienti dall'Armenia che, dopo essere stati inviati in Italia, furono liberati dall'imperatore d'oriente Leone VI. In seguito a scavi effettuati dalla Università della Calabria sono stati rinvenuti al suo interno numerosi resti umani appartenenti a coloro che vi cercarono rifugio durante la terribile peste del trecento

Pomponio Leto

Giulio Pomponio Leto, lat.Julius Pomponius Laetus (Amendolara, 1428 – Roma, 1497), fondatore dell'Accademia Romana, fu uno dei maggiori umanisti del suo tempo, profondo conoscitore dell'antica cultura greco-latina. La sua abilità pedagogica gli consenti’ di istruire i membri piu’ illustri della nobiltà italiana, influenzandone profondamente il modo di agire e di pensare.Figlio illegittimo di Giovanni Sanseverino, principe di Salerno (il cognome "Pomponio Leto" è uno pseudonimo umanistico), si trasferì a Roma nel 1450, studiando con Lorenzo Valla e Teodoro Gaza.La sua conoscenza di Roma antica era immensa e i suoi lavori numerosi; essi includono un compendio storico di imperatori romani e bizantini e un commento su Virgilio. Fu inoltre un commentatore instancabile dei classici: come insegnante all'Università di Roma commentò fra gli altri Columella, Lucano, Stazio, Virgilio e le sue opere esegetiche ebbero notevole successo editoriale, in edizioni spesso "pirata".Come tutore ebbe grande influenza su Alessandro Farnese futuro papa Paolo III.

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L'Accademia Romana

Nel 1466, Papa Paolo II rinnovò il collegio degli abbreviatori della cancelleria, la cui funzione era di formulare i documenti pontifici, rimuovendone quanti a suo giudizio non erano perfettamente integri e onesti. Gli oratori e i poeti respinti, da lungo tempo usi ad ottenere questi incarichi, sollevarono una tempesta di indignazione.

Uno di questi, Bartolomeo Sacchi, detto Platina, scrisse una lettera minacciosa al Papa, e venne imprigionato ma poi prosciolto; nel 1467 venne imprigionato nuovamente con l'accusa di aver partecipato ad una congiura contro il Papa, e venne sottoposto a tortura, essendo accusato, assieme ad altri abbreviatori, di avere ideali pagani. Per rappresaglia, Platina, nel suo Vitae pontificum, ritrasse in modo sfavorevole la personalità di Paolo II.

In seguito a ciò, per opera di Pomponio Leto sorse l'Accademia Romana, che divenne ben presto un cenacolo di letterati devoti alla classicità fino al progetto di restaurare l'antica religione (progetto unico nel panorama dell'umanesimo quattrocentesco e che denotava una certa vocazione eversiva), come pare essere avvenuto all'interno dell'Accademia stessa dove si celebrava ritualmente il Natale di Roma (21 aprile) e dove Leto aveva restaurato il pontificato massimo pagano.Ciò sembra essere confermato anche da alcune iscrizioni scoperte nell'Ottocento nelle catacombe romane, ove si trovano iscritti i nomi dei membri dell'Accademia romana accanto ad iscrizioni eccitanti alla dissolutezza. Pomponio Leto è chiamato Pontifex Maximus e Pantagathus, cioè prete.

Nel febbraio 1468, la polizia romana scoprì una cospirazione contro il Papa il cui progetto sarebbe stato di assassinare Paolo II e di proclamare la Repubblica romana, ed operò molti arresti, principalmente fra i membri dell'Accademia.A causa di delazioni fu quindi scoperta la deriva spirituale dell'Accademia, e papa Paolo II ne decretò lo scioglimento nel 1468 e l'incarcerazione e la tortura per i suoi membri.Paradossalmente ciò costituì la salvezza per l'umanista, che era detenuto a Venezia in attesa di un processo per sodomia, che rischiava seriamente di costargli la vita. Estradato a Roma, con l'accordo che sarebbe stato reinviato a Venezia se non fosse stato condannato a Roma, fu in realtà tenuto in carcere per qualche tempo ma poi, scagionato dalle accuse, liberato .

Monumenti

 Chiesa madre di Santa Margherita Vergine e Martire: in stile romanico con rifacimenti settecenteschi, conserva il portale degli inizi delTrecento.

 Chiesa di Santa Maria: forse eretta sui resti di un tempio, presenta abside e cupola di tipo bizantino, con trasformazioni in epoca rinascimentale e barocca.  Cappella di Sant'Antonio Abate: ricostruita negli anni 1930 dopo il crollo, agli inizi del XX secolo dell'originaria chiesa bizantina.  Cappella di Santa Lucia: costruita nel 1960 dall'artista A.Sassone, al posto di una chiesa bizantina di cui restano i ruderi nelle vicinanze.  Cappelle gentilizie di Sant'Anna (famiglia Lamanna) e di San Rocco (famiglia Andreassi).

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 Castello, di origine più antica, restaurato nel 1239 da Federico II di Svevia e con rimaneggiamenti successivi. Conserva un affresco della fine del Duecento con una Crocifissione.  Palazzo Andreassi: originario palazzo nobiliare, frutto di numerose trasformazioni, fu per un certo periodo municipio cittadino.  Palazzo Melazzi: in stile barocco e con numerosi rifacimenti, presenta al piano terra gli ambienti di servizio, tra cui un frantoio e una cisterna.  Palazziata: palazzo nobiliare in stile barocco della famiglia Gallerano.  Palazzo Pucci di Amendolara, fatto costruire nel 1736 da una famiglia napoletana che aveva ottenuto il titolo baronale per i servizi resi alla corona.  Palazzo Grisolia, costruito sul sito dell'antico convento dei Domenicani, del 1521, di cui si conservano il chiostro e la chiesa di San Domenico, ad unica navata, ristrutturata intorno al 1660.  Museo archeologico statale Vincenzo Laviola: inaugurato nel 1996 conserva i resti rinvenuti negli scavi nel Rione Vecchio (centri abitati dell'età del bronzo e dell'età del ferro), nel pianoro di San Nicola (area archeologica della città greco-arcaica di Lagaria) e nelle necropoli. Nei dintorni:

 Chiese bizantine: costruite fuori dell'abitato tra il IX e il X secolo, in una zona con numerose grotte, si suppone che fossero punti di incontro per gli eremiti.  Cappella dell'Annunziata o Cappella dei Greci, o Santa Maria della Lista: risale al IX-X secolo un piccolo edificio coperto a cupola di tipo bizantino al quale fu aggiunta l'attuale parte anteriore nel XVI secolo.  Chiesa di San Giovanni o Chiesa Armena: risale al X secolo e in origine aveva pianta a quadrifoglio (o "a croce libera"), tipica delle chiese bizantine in Armenia, di cui costituisce l'unico esempio in Italia. Attualmente in rovina, ne rimane in parzialmente in piedi solo una delle absidi.  "Torre Spaccata" sulla costa, costruita nel 1517 per l'avvistamento dei pirati saraceni.  Cappella della Madonna delle Grazie nel bosco di Straface, a circa 800 m s.l.m. Nei pressi sono presenti ruderi medioevali e la sorgente di Trastullo. …………………….. Una parte della collina attualmente occupata dal Rione vecchio fu sede di un insediamento protostorico della media età del bronzo (XVI-XIV sec. a.C.). Diversi reperti, seppure in numero ridotto, recuperati durante i lavori di scavi edilizi, vengono fatti risalire a questo periodo, come pure alle successive fasi dell'età del bronzo, ovvero la recente (XIII-XII sec. a.C.) e la finale (XII-X sec. a.C.). Ben più consistente è la massa dei rinvenimenti riferibili alla prima età del ferro (IX-VIII sec. a.C.), come frammenti di vasi d'impasto, numerose ceramiche di argilla figulina, numerosi bronzi (punte di lancia, scuri, fibule). In tale periodo si ritiene che Amendolara facesse parte di una catena di siti posti in prossimità della fascia costiera, in posizione naturalmente difensiva. Gli abitanti, probabilmente Choni, erano gente pacifica dedita all'allevamento del bestiame ed all'agricoltura, che assicuravano una notevole crescita demografica.

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Le necropoli si trovano sulle colline che fanno corona al Rione Vecchio ed in particolare ad Agliastroso. Le sepolture dell'età del bronzo erano del tipo ad incinerazione, mentre quelle dell'età del ferro erano del tipo ad inumazione. I reperti ritrovati, costituiscono probabilmente corredi di sepolture. Mancano per ora tracce di relazione con il mondo greco nei tempi che precedono gli insediamenti coloniali sulla costa Ionica. Con la fondazione di Sibari e l'occupazione da parte dei Greci della pianura del Crati, si verificò un cambiamento radicale dell’economia del mondo indigeno circostante. Gli indigeni di Amendolara abbandonarono le capanne disseminate sulla collina posta a strapiombo sullo Straface per stabilirsi a due km circa di distanza, in direzione nord-est, sul pendio di S. Nicola. Verso la fine del primo terzo del VI secolo a.C., l'agglomerato urbano assume un aspetto organizzato con case di grandi dimensioni poste sui lati di strade quasi rettilinee. Ancora oggi, nonostante gli scassi dei trattori ed i furti di materiali, è possibile osservare alzate di mattoni crudi poggiati su zoccoli di pietra, disposte accuratamente a doppio paramento esterno. È possibile anche rinvenire tracce di ricostruzioni meno accurate, effettuate sugli stessi fabbricati, che costituiscono indizio di avvenimenti traumatici verificatisi negli ultimi decenni del VI secolo a.C.. È evidente la somiglianza dell'abitato di S. Nicola con il quartiere degli Stombi a Sibari. Il ritrovamento di numerosi pesi da telaio indicano la grande quantità di mestieri e l'attività intensa nella lavorazione delle stoffe. Sono stati ritrovate molte ceramiche locali (brocche e scodelloni), vasi importati corinzi ed attici, anfore vinarie ioniche, vasi provenienti dalle botteghe coloniali, come la coppa bassa con il labbro e le coppe verniciate a labbro concavo. Se non è possibile precisare l'estensione dell'agglomerato di S. Nicola, però si può affermare che in relazione con esso, tutt'intorno, esistevano diverse fattorie, datate intorno alla metà del VI secolo a.C..

RELAZIONE GENERALE 33 Al di sotto di detto abitato sono state scoperte ed in parte esplorate due necropoli: Mancosa e Paladino. Le sepolture erano costituite da fosse rettangolari, qualche volta circondate e coperte da lastroni e, più frequentemente, da pietre irregolari. In alcuni casi un lastrone di testa più alto, probabilmente stava ad indicare un segnacolo di tomba. I corredi delle sepolture erano costituite da fibule per le donne e da fibule-punte di lancia- falcetti per gli uomini. La ceramica è poco abbondante limitata ad una brocca con manico o similare. Successivamente i vasi diventano più numerosi e le forme più varie. Il sito di S. Nicola seguì le vicende di Sibari; infatti fu abbandonato intorno al 500 a.C., a seguito della caduta di Sibari. Tracce sporadiche di vita dal V al III sec. a.C. indicano che la zona non fu del tutto disabitata anche se le testimonianze sono poco consistenti. I reperti di cui in precedenza sono esposti e custoditi nei musei di Amendolara, Sibari e Reggio Calabria. L'ampio terrazzo denominato Piano della Lista è occupato da una serie di emergenze monumentali che rivestono importante interesse in rapporto allo studio della romanizzazione della Calabria settentrionale ionica. Allo stato attuale delle conoscenze, l'evidenza archeologica di Piano della Lista caratterizzata da resti di strutture murarie con tracce di paramenti in laterizio, consente di ipotizzare la presenza di un complesso abitato, probabilmente identificato con il sito della Stazio ad Vicesimum, ubicata a 20 miglia da Thuri ed a 24 da Heraclea.

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Si segnalano, risalendo lungo la ex S.S. 481, due strutture parallele a pianta rettangolare rivestite con malta idraulica (probabilmente abbeveratoi), resti di suspensurae termali e di pavimentazioni in cocciopisto (sul piano di Madonna della Salute), altre strutture a pianta rettangolare su cui insiste la cappella di S. Antonio, i ruderi di una cisterna in parte interrata con tratti di canalizzazione di adduzione, un'altra grande cisterna di accumulo a pianta circolare con doppio muro stagno, intonacato in cocciopisto. I monumenti sopra ricordati possono avere una datazione a partire dal III secolo d.C. e possono essere riferiti ad un esteso insediamento da mettere in rapporto con lo sfruttamento agricolo del territorio in età romana imperiale.Nel medesimo ambito la villa con mosaico in località Camodeca. La presenza bizantina è di entità e importanza assai notevole, essendo costituita da chiese, cappelle, eremi, grotte, oratori, pitture parietali e toponimi vari. A valle della Cappella dell'Annunziata, e fino al mare, si estende una vasta zona che porta il nome di Cappella dei Greci. La Cappella risale al IX-X sec. e la pianta e la cupola sono di tipo bizantino. Presenta un corpo aggiunto di recente costruzione. Nell'interno della cupola si osservano pregevoli affreschi di epoca bizantina. Di essa non si hanno notizie fino al 1472, anno in cui essa viene menzionata in documenti ecclesiastici. Rientrava in una organizzazione benedettina, in particolare cistercenze, di persone e beni economici riguardanti una comunità monastica governata da un abate. Essa si distinse anche come chiesa – romitaggio, per come testimoniato dal gran numero di grotte che si trovano nelle vicinanze. Di fronte all'Annunziata a breve distanza l'una dall'altra, ciascuno su un proprio colle, divise da altrettante vallate, si affacciano le chiese bizantine di S. Giovanni, S. Sebastiano, S. Marco, S. Maria, S. Giuseppe, che possono essere colte con un solo sguardo da chi, sul sagrato dell'Annunziata, volgendo le spalle al mare, guardi a monte. Si pensa che al primo rintocco dell'Annunziata facessero eco i rintocchi delle altre cinque chiese, per dare inizio alle funzioni religiose della comunità bizantina e degli eremiti. Del sistema di cui in precedenza, forse facevano parte anche le chiese di S. Basilio e di S. Elia che si segnalano solo per qualche rudere e per i loro toponimi, in zona Straface. La presenza bizantina in Amendolara è rappresentata da ben 12 tra chiese e cappelle di cui sei ancora esistenti e sei segnalate da ruderi e toponimi. La chiesa che costituisce il più importante fenomeno storico-archeologico è certamente la chiesa di S. Giovanni ubicata sull'omonimo pianoro. E’ la più grande di tutte le chiese menzionate, presenta due muri interi, parte rilevante di un'abside e finestre strombate all'interno. Il fatto più importante però è costituito dalla pianta a croce libera o a quadrifoglio, esempio unico in Italia in quanto edifici similari esistono soltanto in Armenia ed uno solo in Grecia (sono in corso studi e ricerche da parte dell’Università della Calabria). Tra i reperti di epoca bizantina figura una moneta di argento perfettamente datata. Museo Archeologico Statale “Vincenzo Laviola” Istituito nel 1996, il museo è formato da un nucleo di materiali originario rappresentato dalla collezione Laviola, insieme a materiali provenienti dagli scavi condotti sul colle di San Nicola. L’attuale allestimento consta di quattro sezioni cronologiche principali riferite all’epoca protostorica, magnogreca, bizantina, sviluppate su un unico piano. I più antichi reperti sono vasi in terracotta, armi, gioielli e strumenti in metallo databili al XII sec. a.C., rinvenuti in uno scavo cittadino che ha messo alla luce un abitato della tarda età del bronzo e della prima età del Ferro. Dello stesso periodo anche oggetti trovati nella necropoli presso Agliastroso.

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Del VIII-VI sec. a.C. sono invece i corredi funerari provenienti dalle necropoli di Mancosa-Paladino, costituiti da una grande quantità e varietà di ceramica protocorinzia e corinzia e di materiale bronzeo, che attestano la colonizzazione greca per mezzo di Sibari. Sempre di periodo arcaico sono gli altri reperti provenienti dal pianoro di S. Nicola e dalla zona sottostante, che, Hanno evidenziato la città, i templi (statuette votive, monete bronzee) e la necropoli, ed una produzione industriale di tessuti in lana, come testimonia la grandissima quantità di pesi fittili da telaio (anche del tipo con decorazioni a labirinto). Interessanti infine frammenti architettonici marmorei e altri arredi liturgici dalle chiese cittadine di San Giovanni e dell’Annunziata, di epoca bizantina.

E' dei primi di maggio la notizia così tanto attesa del conferimento della bandiera blu 2011 ad Amendolara.Sono 233, due in più rispetto allo scorso anno, le spiagge promosse con la Bandiera blu, il vessillo simbolo di qualità non solo per le acque pulite ma anche per i servizi e il rispetto dell'ambiente.La maggior parte delle Bandiere Blu anche in questa edizione, rappresenta la riconferma delle localita' balneari dell'anno precedente, ma anche quest'anno è stato registrato un incremento dovuto sia al rientro di alcune località, che all'ingresso di località che per la prima volta hanno ottenuto la Bandiera Blu.Amendolara, con il suo mare cristallino, la sua macchia mediterranea quasi incontaminata insieme ad antiche vestigia disseminate qua e là nel suo territorio rappresenta l'unica new entry in Calabria. Certamente questo ambito riconoscimento è stato il risultato di anni di lavoro degli amministratori locali, ma anche di tutti i cittadini di Amendolara che hanno sempre tenuto a cuore l'ambiente in cui vivono proteggendolo dal cemento selvaggio. Non rimane quindi che sfruttare questa grande opportunità al fine di incentivare il turismo, che purtroppo in questa splendida località dello Jonio non è mai decollato.

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4.2. DEMOGRAFIA E STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE

Censimenti popolazione Amendolara 1861-2011 Andamento demografico storico dei censimenti della popolazione di Amendolara dal 1861 al 2011. Variazioni percentuali della popolazione, grafici e statistiche su dati ISTAT.

I censimenti della popolazione italiana hanno avuto cadenza decennale a partire dal 1861 ad oggi, con l'eccezione del censimento del 1936 che si tenne dopo soli cinque anni per regio decreto n.1503/1930. Inoltre, non furono effettuati i censimenti del 1891 e del 1941 per difficoltà finanziarie il primo e per cause belliche il secondo.

Variazione percentuale popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011 Le variazioni della popolazione di Amendolara negli anni di censimento espresse in percentuale a confronto con le variazioni della provincia di e della regione Calabria.

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Dati popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011 Censimento Popolazione Var % Note residenti num. anno data rilevamento

1° 1861 31 dicembre 1861 1.464 - Il primo censimento della popolazione viene effettuato nell'anno dell'unità d'Italia.

2° 1871 31 dicembre 1871 1.442 -1,5% Come nel precedente censimento, l'unità di rilevazione basata sul concetto di "famiglia" non prevede la distinzione tra famiglie e convivenze.

3° 1881 31 dicembre 1881 1.689 +17,1% Viene adottato il metodo di rilevazione della popolazione residente, ne fanno parte i presenti con dimora abituale e gli assenti temporanei.

4° 1901 10 febbraio 1901 2.294 +35,8% La data di riferimento del censimento viene spostata a febbraio. Vengono introdotte schede individuali per ogni componente della famiglia.

5° 1911 10 giugno 1911 2.477 +8,0% Per la prima volta viene previsto il limite di età di 10 anni per rispondere alle domande sul lavoro.

6° 1921 1 dicembre 1921 2.671 +7,8% L'ultimo censimento gestito dai comuni gravati anche delle spese di rilevazione. In seguito le indagini statistiche verranno affidate all'Istat.

7° 1931 21 aprile 1931 2.415 -9,6% Per la prima volta i dati raccolti vengono elaborati con macchine perforatrici utilizzando due tabulatori Hollerith a schede.

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8° 1936 21 aprile 1936 2.836 +17,4% Il primo ed unico censimento effettuato con periodicità quinquennale.

9° 1951 4 novembre 1951 3.481 +22,7% Il primo censimento della popolazione a cui è stato abbinato anche quello delle abitazioni.

10° 1961 15 ottobre 1961 3.280 -5,8% Il questionario viene diviso in sezioni. Per la raccolta dei dati si utilizzano elaboratori di seconda generazione .

11° 1971 24 ottobre 1971 3.107 -5,3% Il primo censimento di rilevazione dei gruppi linguistici di Trieste e Bolzano con questionario tradotto anche in lingua tedesca.

12° 1981 25 ottobre 1981 3.053 -1,7% Viene migliorata l'informazione statistica attraverso indagini pilota che testano l'affidabilità del questionario e l'attendibilità dei risultati.

13° 1991 20 ottobre 1991 3.190 +4,5% Il questionario viene tradotto in sei lingue oltre all'italiano ed è corredato di un "foglio individuale per straniero non residente in Italia".

14° 2001 21 ottobre 2001 3.147 -1,3% Lo sviluppo della telematica consente l'attivazione del primo sito web dedicato al Censimento e la diffusione dei risultati online.

15° 2011 9 ottobre 2011 3.001 -4,6% Il Censimento 2011 è il primo censimento onlinecon i questionari compilati anche via web.

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Principali Valori

4.3 QUADRO STRUTTURALE MORFOLOGICO TERRITORIALE

I paesaggi emergenti e i quadri morfologico-ambientali Amendolara si propone come un Comune di cui una serie di peculiaretà naturali e storiche mutuamente interagenti rendono alquanto complessa la condizione. Il territorio, infatti, si protende fra il mare Ionio e il contesto montano di Straface e dintorni, ed è interessata da un sistema orografico che l'attraversa longitudinalmente e si caratterizza per la carenza di aree piane e per l'entità e la diffusione di un reticolo idrografico significativo. L'attuale assetto fisico è il risultato di una serie di fenomeni di intense evoluzioni che hanno avuto ovviamente ritmi diversi, determinando quadri differenti in cui prevalgono le altimetrie e le clivometrie decise, ma in cui non mancano i pianalti, presentando ecologie assai varie;i pianalti sono infatti geologicamente saldi, con una dotazione idrica e vegetazionale notevole. Un tempo tali aree costituivano il cuore produttivo di Amendolara, con pascoli e colture preziose.

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Nelle fasi recenti esse sono segnate da fenomeni di vuoto antropico che accenna talora ad un degrado fisico. l'amenità e la fragilità di un reticolo idrografico che fa da corona ad una terra essenzialmente di rilievo. A fronte delle tre grandi fiumare non va dimenticato, infatti, il reticolo fluviale fatto di piccoli corsi d'acqua, per lo più torrentizio-alluvionali.

4.3.1 Sistema georeferenziale La morfologia della Calabria è delineata in modo marcato dalla presenza dei massicci montuosi del Pollino, della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte; poche e limitate sono le aree pianeggianti (piana di Sibari, Lamezia e Gioia Tauro, a queste possiamo aggiungere il sistema vallivo del fiume Crati); la Regione si divide in due macro sistemi territoriali costieri diversi fra loro dal punto di vista fisico e socio – economico. Il territorio è prevalentemente collinare - montuoso consistente per circa il 44% di territori di montagna, 49% di collina, 7% di pianura, ed è disegnato in modo marcato da un sistema idrografico costituito da 1002 corsi d’acqua i cui bacini conferiscono al mare lungo 739 Km di costa. Il comune di Amendolara, con una estensione territoriale di 64,21 kmq, ricade nella Provincia di Cosenza e più precisamente nella parte nord orientale o area dell’Alto Ionio cosentino. Le quote del Comprensorio Comunale oscillano da zero a 803 metri (Bosco di Straface) s.l.m. Amendolara Capoluogo sorge a quattro Km dalla SS 106 ionica, sul terrazzo più alto a circa 250 m. s.l.m., tra la Marina di e Trebisacce; la Marina di Amendolara si sviluppa lungo la SS 106. Ha una popolazione di 3.103 abitanti al 2008 e una densità abitativa relativamente bassa. Il territorio comunale è attraversato dai Torrenti Ferro, Straface ed Avena, si caratterizza per la presenza della montagna (Bosco di Straface), di colline e cinque terrazzi degradanti verso il mare, coltivati per lo più a cereali, viti, piselli e ulivi. I calanchi caratterizzano i versanti argillosi dei torrenti e la costiera si contraddistingue per la presenza di spiagge ciottolose. Fa parte della Comunità Montana dell’Alto Ionio, insieme ai Comuni di , , Canna, , , Francavilla Marittima, , Nocara, Oriolo, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, e Trebisacce, ecc., anche se tutt’oggi è in atto il riordino delle Comunità Montane. Confina con i Comuni di Albidona a Sud, Castroregio ad Ovest, Oriolo a Nord – Ovest, Roseto Capo Spulico a Nord. Ad Est si affaccia sul Mar Ionio. A differenza di molte altre località calabresi, che hanno una tradizione turistica acquisita già da anni, Amendolara solo negli ultimi anni sta vivendo un certo sviluppo turistico con l'apertura di alberghi, punti di ritrovo e la rivalutazione del Centro storico e del lungomare. Il "salto di qualità" a livello turistico è rappresentato dalla promozione da 1 a 2 vele nella Guida Blu di Legambiente nel 2006. Per l'edizione 2008 Amendolara conferma il risultato delle due vele ottenuto nell'edizione 2007 e nel 2009 ne ottiene tre. Dagli anni novanta al 2003 Goletta Verde di Legambiente ha fatto tappa ad Amendolara classificando il mare come non inquinato. Il clima della zona, nel suo complesso, può essere classificato di tipo marittimo-temperato. L'andamento pluviometrico presenta un massimo di piovosità media nel mese di gennaio ed un minimo nel mese di luglio; la distribuzione della piovosità risulta concentrata nel periodo che va da novembre a gennaio, in cui si verificano acquazzoni di breve durata ma di estrema violenza che causano quasi sempre danni rilevanti alla struttura del territorio.

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Le coordinate geografiche inquadranti il Comune di Amendolara sono latitudine nord 40°0’9.55’’, longitudine est 16°37’47.13’’, latitudine sud 39°54’26.34’’, longitudine ovest 16°29’47.73’’ e la collocano per caratteristiche di georeferenziazione in Zona Climatica C, con Gradi Giorno 1.264.

4.3.2 Sistema relazionale Analisi del sistema delle comunicazioni e delle caratteristiche Il sistema relazionale qui esaminato afferisce all’insieme della trama articolata della viabilità sia stradale – primaria e secondaria - che ferroviaria, del sistema portuale e aeroportuale, nonché degli interporti e dei centri di scambio intermodale declinati dal livello regionale. Appare chiaro che la razionalizzazione di questa complessa rete possa costruire validissime alternative all’attuale condizione di confusione infrastrutturale che attraversa tutto il Comune, a condizione che le infrastrutture siano parte di un disegno di programmazione del territorio, e non solo un disegno di arterie più o meno efficaci; e che i sistemi urbani locali si organizzino in un “policentrismo a rete” e non lineare per trarre vantaggi dall’organizzazione infrastrutturale e della mobilità. Con questa riorganizzazione la stessa Calabria potrà, in prospettiva, costituirsi come lo snodo di tre direttrici di traffico fondamentali per il paese e per il sud Europa: la tradizionale dorsale Tirrenica, rafforzata dall’adeguamento della Salerno-Reggio, (e in futuro la nuova rete dell’Alta Velocità); la direttrice Jonica, con i suoi prolungamenti con la Puglia a nord e poi a nord-est; la direttrice Calabria-Sicilia-Mediterraneo, e del corridoio meridiano, che interessa da Gioia Tauro e investe tutta l’area del Reggino e dello Stretto. Dunque, in questa fase di lettura e conoscenza delle condizioni del territorio, emerge, sul tema specifico delle infrastrutture, una situazione già a livello regionale alquanto precaria. Oltretutto, ciò che è in corso, adeguamenti delle reti ferroviarie e stradali, risulta inefficace a rimuovere i problemi esistenti; in particolare, per le reti ferrate, risulta grave e lacunoso il fatto che la Calabria non è, a breve termine, interessata dai programmi dell’alta velocità e la linea ferroviaria jonica è in via di declassamento e smantellamento. Amendolara, per posizione geografica e dotazione di servizi, gravita su centri urbani di livello superiore. I servizi primari quali l’istruzione (secondaria superiore), la sanità, la sicurezza, fanno dipendere il Comune di Amendolara dai Comuni di Trebisacce, Castrovillari, Corigliano, Rossano e Cosenza (Capoluogo di Provincia). Le maggiori relazioni di dipendenza si hanno con il Comune di Trebisacce, dotato di otto istituti di istruzione superiore, di un ospedale, e di presidi di sicurezza quali Carabinieri, Polizia e Vigili del Fuoco. Amendolara è un comune di notevole importanza sia per i continui ritrovamenti archeologici effettuati e sia dal punto di vista ambientale con la presenza di aree ZPS e SIC.

La mobilità urbana ed extra-urbana Il comune di Amendolara è attraversato da due importanti arterie di collegamento calabresi, la SS 106 bis E 90 che collega la Calabria con la Basilicata e la Puglia e la SS 481 valle del Ferro che collega la costa dell’Alto Ionio casentino con le aree interne del Pollino; inoltre, la SP 266 Amendolara – Oriolo, la SP 155 Amendolara – Castroregio, la SS 106 litorale Jonica, strade comunali, interpoderali e vicinali a servizio dei nuclei abitati sparsi e viabilità urbana. La costa amendolarese, inoltre, è attraversata dalla linea ferroviaria ionica che giunge fino aTaranto.

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I collegamenti con centri regionali ed extraregionali sono ancora favoriti dalle corse giornaliere di autolinee.La SS 106 bis E 90: costituisce l’elemento principale della dorsale ionica Taranto - Reggio Calabria, estesa nel territorio regionale per 378,86 Km. La strada non solo collega due aree ad elevata valenza economica (pianura pugliese e piana di Sibari), ma anche importanti centri di interesse regionale e interregionale. Infatti, lungo il tracciato si incontrano: Sibari (porto), Crotone (area industriale, porto ed aeroporto), Melito Porto Salvo (porto), Saline Ioniche (porto) e Reggio Calabria (porto ed aeroporto). L'infrastruttura presenta numerose criticità dovute alle caratteristiche tecniche della carreggiata, all'andamento plano - altimetrico del tracciato ed alle condizioni di traffico. Il tracciato presenta diversi tipi di sezione stradale, per cui si alternano tratti con sezioni ridotte e tratti con sezioni allargate. Le criticità sono, inoltre, incrementate dai numerosi incroci con strade provinciali e comunali e dagli attraversamenti dei centri abitati. La SS 481 Valle del Ferro: non rappresenta, di fatto, un vero collegamento trasversale in quanto collega la SS 106 (nei pressi di Amendolara) sul versante ionico, con la SS 92, oltre il confine regionale. Il tracciato calabrese, di 34,2 Km, risulta per buona parte tortuoso ed in prossimità del confine raggiunge la quota di circa 1000 m s.l.m.

4.3.3 IL SISTEMA INSEDIATIVO generatosi dall’avvicendarsi dei fatti della storia ha determinato differenti fisionomie per la lettura fisica della città, discretizzabile in: - centro storico - città consolidata - periferia consolidata e città pubblica - periferia diffusa. Le strutture residenziali: i servizi insediativi di Amendolara L’attuale dotazione dei servizi risulta essere la seguente, col margine di inesattezze legate al simultaneità/non simultaneità della stesura della presente al vissuto dei servizi: Capoluogo: Istruzione: scuola materna, scuola elementare, scuola media (per Capoluogo e Marina); Cultura: museo Archeologico Statale "Vincenzo Laviola", ex mattatoio ed ora laboratorio Soprintendenza archeologica regionale, museo della Cultura Contadina; Sanità: centro riabilitativo ASL n2; Culto: Chiesa e Convento di S. Domenico, Chiesa Madre di S. Margherita, Chiesa di S. Maria, Cappella di S. Rocco, Cappella di Sant’Anna, Cappella di S. Lucia, Cimitero; Altri: municipio, ufficio postale, aree per parcheggi; Verde pubblico e impianti per la pratica sportiva: aree a verde attrezzato, campo di calcetto, campo di calcio, pista di pattinaggio. Marina: Istruzione: scuola materna, scuola elementare; Cultura: Culto: chiesa parrocchiale; Altri: delegazione comunale, ufficio postale, aree per parcheggi; Verde pubblico e impianti per la pratica sportiva: aree a verde attrezzato.

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TESSUTI IDENTITARI DEL SISTEMA INSEDIATIVO

Oggi, il territorio comunale comprende due nuclei abitati: il Capoluogo, posto sul terrazzo più alto a circa 250 m. s.l.m. ed a 3 km dal mare, e la frazione Marina ubicata sul livello del mare e sul pianoro contiguo. In particolare, si distinguono tre macro-tessuti identitari del sistema insediativo al Capoluogo ed uno alla Marina: il Rione Vecchio, risalente al periodo medioevale, costruito sull'antico insediamento protostorico, delimitato per tre quarti da calanchi argillosi, con unico accesso dalla piazza principale e contenente il Castello che rappresenta il nucleo dell’espansione urbana. L'agglomerato urbano era protetto da una cinta muraria con cinque o sei torri, raccordata alla struttura fortificata del castello. Alcuni tratti di cinta muraria, compreso alcune torri, sono crollati; l'esistente è invece stato inglobato in costruzioni di case private. E' caratterizzato da una struttura edilizia tormentata ed irregolare. Ogni complesso edilizio comprende decine di abitazioni disposte in modo irregolare una sull'altra o affiancate. Ogni abitazione ha ingresso dall'esterno, i piani superiori sono serviti da scale esterne poggianti su strutture ad arco o collegate a sbalzo alla muratura. Gli spazi comuni comprendono una rete di viuzze strette non carrabili e slarghi, con toponomastica dialettale risalente alla prima metà del secolo scorso. Il Rione Vecchio, inoltre, si distingue per la caratteristica pietra locale utilizzata nelle costruzioni. il Rione Timpone, sviluppatosi dalla fine dell'ottocento alla prima metà del novecento, è caratterizzato da un impianto urbano regolare sorto ai piedi del Convento dei Domenicani (XVI sec.). Le unità edilizie che si ripetono con passo costante sono costruite su un declivio con pendenza non elevata. Sulla sommità del rione sorgono il Convento, la chiesa di San Domenico e Palazzo Grisolia costruito nel 1878 per opera di architetti napoletani. Il rione, nel corso dei secoli, ha mantenuto una certa omogeneità nelle facciate, nelle tipologie edilizie e nelle altezze degli edifici, tutto questo ha conferito al rione un aspetto gradevole ed armonico. Il Rione Borgo – Via Roma si sviluppa da Via Vittorio Veneto a Via Roma, l'elemento di maggiore pregio architettonico è Palazzo Pucci. E' caratterizzato da un impianto urbano regolare con un asse principale (via Roma) e dei percorsi interni di collegamento. Le unità edilizie si ripetono con passo costante, sono costruite sul percorso di crinale che collega la Marina al centro storico, la pendenza non è elevata. Il rione, sviluppatosi dopo la realizzazione di Palazzo Pucci (XIIIV sec.), ha mantenuto una certa omogeneità nelle facciate, nelle tipologie edilizie e nelle altezze degli edifici (due piani). Gli edifici che si affacciano su strada hanno un aspetto gradevole e sono ben conservati. La Marina di Amendolara nasce nella prima metà del secolo XX e si sviluppa in modo organico nella seconda metà dello stesso secolo. Il nucleo principale cresce intorno alla stazione ferroviaria, si sviluppa lungo la ss 106 e mantiene un carattere compatto in virtù delle condizioni orografiche del territorio. Gli edifici sono ben conservati, mantengono altezze non eccessive, raggiungono i tre/quattro piani fuori terra. Lungo la statale 106 sono presenti tipologie edilizie di case a schiera e case in linea realizzate in diversi periodi (anni '70 - '80 - '90), sono inoltre presenti complessi edilizi (lottizzazioni edilizie) e case sparse.

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4.3.4 SISTEMA ECONOMICO

Attività economiche e strutture produttive

Le strutture produttive e le attività economiche che si svolgono in un dato territorio costituiscono il secondo grande fattore di carico del territorio stesso. Le relative indagini hanno, dunque, lo scopo di individuare le attività di base del territorio di Amendolara, il carico urbanistico determinato dalle attività economiche, di valutare l’efficienza degli spazi ad esse dedicati e delle infrastrutture al loro servizio, sui rapporti con l’ambiente e con le atre attività presenti sul territorio.

2.8.1 Il sistema agricolo e zootecnico

Nello specifico, la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) dell'intero comprensorio comunale, è così ripartita:

I dati ufficiali riportano che il numero totale delle aziende è pari a circa 490, molte delle quali di

notevoli dimensioni. Il numero presumibile di addetti nel settore agricolo è di circa 700 unità, tra

braccianti, salariati, coltivatori diretti e imprenditori agricoli, il che rappresenta, su una popolazione

attiva di circa 1.700 unità, il 40%.

Va rimarcato come il settore agricolo rappresenti un’attività primaria, sia sul piano occupazionale,

che dal punto di vista degli investimenti nel settore.

Si tratta di un'agricoltura interessata da profondi processi di innovazione tecnologica, che ha nelle

coltivazioni arboree di pregio l'elemento portante: si fa in particolare riferimento

alle produzioni di piselli e ortaggi, di cereali, di olio d'oliva, ed in misura minore di uva da vino e di

agrumi in genere.

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Il sistema artigianale e commerciale

Le attività artigianali e commerciali sono, attualmente, in espansione, sicché il comprensorio presenta, in tale ambito, potenzialità occupazionali interessanti, tenuto conto che in passato si registrava un'attività abbastanza intensa e rivolta prevalentemente all’edilizia e alla lavorazione del legno e del ferro-alluminio. Nel settore risultano occupate diverse unità, suddivise fra gli addetti agli esercizi di vendita, alla ristorazione, alla pubblica amministrazione (Comune, uffici postali, banca) e al settore scolastico.

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4.3.5 IL SISTEMA TURISTICO l’economia locale ma anche per quella dell’intero Comprensorio. Attualmente Il turismo costituisce senza alcun dubbio una prospettiva di sviluppo non solo per tale settore, ad Amendolara, è sostanzialmente indirizzato verso il mercato della seconda casa, con periodi di permanenza del turista, proprietario o affittuario, generalmente nell'ordine dei due mesi. Pur godendo questo settore, nell'area in oggetto, di innegabili punti di forza, quali il mare pulito, l'assenza di impianti inquinanti, favorevoli condizioni climatiche per lunghi periodi dell’anno, presenza di importanti vestigia del passato, di beni ambientali e culturali in senso lato, nonché della relativa vicinanza del Massiccio del Pollino e della collina medio-alta, non si può, però, parlare di un buon livello di servizi turistici e di attrezzature di supporto.

Dall’analisi dei dati provenienti dall’Ufficio Tecnico del Comune emerge che le abitazioni complessivamente occupate nel territorio nei periodi estivi sono circa 2150 (di cui 131 rappresentate da seconde case) con una popolazione residente fissa pari a poco più di 3.000 unità, mentre quella fluttuante stagionale rappresenta un numero importante (variabile tra il 15 ed il 30% della popolazione residente), seppure non proporzionale a quella dei vicini comuni, data la ridotta disponibilità di strutture turistico-ricettive esistenti; di fatto, sono presenti circa 241 posti letto ripartiti in 8 strutture ricettive così organizzate: o n° 2 Alberghi; o n° 1 Camping; o n° 1 Bed and Breakfast; o n° 4 Agriturismo.

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Considerazioni generali di pianificazione territoriale Nella redazione di tutti gli strumenti urbanistici, sia generali che particolareggiati, l’aspetto geologico in senso lato, dovrà tenere in debito conto tutti i parametri fisici del territorio, al fine di poter utilizzare razionalmente quelle fasce di territorio comunale, dove il rischi di tipo geologico– geomorfologico–sismico–idraulico, sia minimo, o nella peggiore delle ipotesi medio–basso, al fine di permettere alla comunità tutta di realizzare interventi urbanistici ed edilizi, in assoluta sicurezza. Partendo dalle caratteristiche generali del territorio, man mano che gli interventi diventano unitari e concreti, il livello di conoscenza dei parametri (geognostici, geotecnici e geofisici), indispensabili per una corretta programmazione e progettazione, si completa. Solamente così, si potranno realizzare interventi razionali, in un ambito regionale che purtroppo, non è sempre dei più tranquilli e sicuri. Gli elaborati di base e tematici che saranno prodotti, per la redazione dello Studio Geomorfologico inerente il Piano Strutturale Comunale (PSC), saranno quelli previsti dalle normative vigenti, al fine di poter sintetzzare la definizione dei rischi presenti sul territorio. Nella redazione dei nuovi strumenti urbanistici, quali il Piano Strutturale Comunale, necessita ovviamente, sia il riferimento che il rispetto della Legge Regionale n° 19 del 16 aprile 2002, che recita testualmente: “ Norme per la tutela, governo ed uso del territorio–Legge urbanistica della Calabria”.

Il Contesto territoriale (componente strategica) del Comune di AMENDOLARA

Il PSC di Amendolara, in coerenza con gli indirizzi e le definizioni del QTR, del PTCP, e con quelli del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), tra i suoi molteplici ed articolati contenuti, prevede: - la classificazione del territorio in urbanizzato e urbanizzabile, agricolo e forestale, assicurando il soddisfacimento dei fabbisogni delle aree a standards; - il razionale uso del territorio in funzione delle caratteristiche tecniche dei suoli ai fini della prevenzione del rischio; - l’individuazione delle aree per le opere pubbliche più rilevanti, nonché l’individuazione degli ambiti destinati agli insediamenti produttivi; - la definizione dei parametri urbanistici; - la delimitazione e la disciplina degli ambiti di tutela e conservazione e quelli a valenza paesaggistica-ambientale; - l’individuazione delle aree per il piano di protezione civile; - la classificazione dei nuclei di edificazione abusiva ai fini del recupero

Il Piano Strutturale Comunale (PSC) è uno strumento di indirizzo per lo sviluppo del territorio: una guida per il futuro della città. Dunque, risulta sicuramente importante che la sua elaborazione venga effettuata da un gruppo di lavoro specialistico, intersettoriale e interdisciplinare ma è altrettanto importante che la comunità locale sappia cosa sia, qual è la sua funzione e quali i suoi contenuti. Solo questo tipo di approccio potrà favorire la formazione di un piano condiviso e partecipato. Le attività di ascolto, le forme di comunicazione e le diverse modalità di partecipazione sono elementi divenuti ormai indispensabili nell’elaborazione e promozione di piani e progetti.

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La stessa LUR richiede all’Amministrazione di accompagnare il processo di redazione del nuovo piano urbanistico con attività di ascolto della collettività locale, garantendo:  la concertazione con le associazioni economiche e sociali, in merito agli obiettivi strategici e di sviluppo da perseguire;  la consultazione delle associazioni costituite per la tutela di interessi diffusi, in relazione ai contenuti degli strumenti stessi;  la promozione di una corretta e tempestiva informazione, attraverso specifiche forme di pubblicità.

Alla base del percorso di partecipazione sono stati posti i seguenti obiettivi:  comunicare alla società le attività del piano;  valorizzare la conoscenza locale;  riscoprire e interpretare la memoria locale, coinvolgendo tutte le associazioni di storia e memoria locale, le scuole di diverso livello, raccogliendo inoltre le ricerche che spesso vengono sviluppate su questi temi; -analizzare i luoghi ed i temi urbani di attualità e le relative politiche attivate o richieste, coinvolgendo le diverse associazioni di cittadini;  valutare le conseguenze delle trasformazioni future della città, incoraggiando la diffusione di una maggiore consapevolezza degli effetti di progetti e politiche di trasformazione urbana;  verificare il consenso attorno ad immagini ed ipotesi condivise. L’affermarsi di forme di pianificazione partecipata – concertata, nel quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile, sostiene la pianificazione strutturale comunale ad elaborare metodologie meno tecniche di visioning, utilizzate a partire dagli anni ‘90 negli Stati Uniti, organizzando il processo di pianificazione territoriale in tre tappe fondamentali (prospettive territoriali di sviluppo nell’arco di 20 anni): 1. Chi siamo e dove siamo, ovvero la definizione del Quadro Conoscitivo e del capitale sociale. Il Quadro conoscitivo è in sostanza l’analisi dello stato di fatto in cui si trova il territorio di Amendolara espresso alla parte seconda. Costruito in forma analitica, articolato per sezioni e tematismi, il QC contiene una descrizione di carattere sintetico in grado di supportare il processo di pianificazione successivo. È dunque un quadro critico dal quale emergono i punti di forze e le risorse esistenti sul territorio (che il piano dovrà conservare e valorizzare) e dall’altro i punti di debolezza, ovvero tutte le carenze riscontrate a carattere territoriale, insediativo o ambientale, i fabbisogni inevasi, le condizioni di degrado riscontrate. Su tali punti di debolezza il piano dovrà intervenire per colmare i deficit, riqualificare ciò che è degradato, mettere in sicurezza ciò che è a rischio, ecc.. Potremmo indicare come sintesi del quadro conoscitivo la costruzione di uno Scenario di riferimento o di partenza.

2. Dove vogliamo andare, ovvero la definizione dello Scenario Obiettivo. Sulla base di quanto emerso dal quadro conoscitivo, una volta individuate le risorse da valorizzare e le negatività da rimuovere si dovranno individuare gli obiettivi del nostro piano strutturale, obiettivi generali ed obiettivi specifici relativi a specifici settori: tutela ambientale, servizi ed infrastrutture pubbliche, riqualificazione dei quartieri degradati, ecc…

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3. Come ci arriviamo, ovvero quali strade è necessario intraprendere per raggiungere gli obiettivi prefissati, ovvero quali sono le Strategie da mettere in atto e le azioni da esse derivanti. Definire una strategia significa, appunto, scegliere, fra percorsi diversi, quello che meglio si adatta alle finalità generali del piano ed ai bisogni e valori espressi dalla comunità, in altri termini quello che meglio risponde ai criteri di sostenibilità, compatibilità e coerenza. Dalle strategie deriveranno le azioni, ovvero vincoli, programmi, Piani di Attuazione, norme, progetti e quant’altro necessario alla concreata attuazione delle strategie e quindi del piano stesso. Una di esse segue una linea evolutiva interna. Il P.S.C., come più volte ribadito, vuole coniugare l’istanza di approfondimento con quella del miglioramento della funzionalità urbana complessiva. Per conseguire ciò esso ha posto a se stesso come premessa una forte connotazione ricettiva, nella convinzione che nelle scelte fondamentali della vita di una comunità ci sia bisogno dell’apporto di tutti: del singolo , delle istituzioni, delle realtà politiche e sociali fino al mondo delle professioni e delle imprese. Da qui la predisposizione all’ascolto e la ricognizione delle tante aspettative che lo strumento pianificatorio intende veicolare e compendiare in un percorso realizzativo compatibile con le potenzialità intrinseche del territorio.

Ecco perché il P.S.C., al suo esordio, si dispone a mediare le iniziative più diverse, e si appresta a farlo perché, altrettanto diversificate, sono le peculiarità dei singoli sistemi che ne strutturano il quadro urbanistico generale.

Ne discende perciò che siffatta strategia interna mira ad essere funzionale a molteplici obiettivi: la tutela di alcuni ambiti e la riqualificazione dell’esistente, la rivitalizzazione del centro storico da integrare con le previsioni dello specifico Piano di Recupero il completamento e la razionale distribuzione delle aree a uso collettivo, produttivo e residenziale, con regolamentazione (nel R.E.U.) anche degli accordi pubblico–privato già posti in essere in questa fase preliminare.

La seconda direttiva prospetta, naturalmente, la possibilità di uno sviluppo esterno. La proposta di piano non solo si pone in un rapporto con la variante vigente, ma al tempo stesso la integra, dettagliando un quadro previsionale leggibile da diverse angolature. Il sistema relazionale, ad esempio, oltre a delineare la rete delle comunicazioni interne, definisce anche delle coordinate territoriali che aprono la strategia pianificatoria ad un confronto con un ambito più allargato. Del resto, come si è detto, è la stessa continuità per ipotizzare uno sbocco di questa portata. Ma tale aspirazione presuppone, a monte, una fase preparatoria che solo un tavolo politico intercomunale può portare a giusta sintesi. Dal canto suo AMENDOLARA è pronta, e non mancherà di compiere ogni sforzo in tale direzione. Il P.S.C. ne è una prima conferma, in quanto, nelle sua struttura portante si rende disponibile a collegarsi con combinazioni urbanistiche di più vasto raggio.

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La sostenibilità ambientale

Amendolara si propone come un Comune di cui una serie di peculiaretà naturali e storiche mutuamente interagenti rendono alquanto complessa la condizione. Il territorio, infatti, si protende fra il mare Ionio e il contesto montano di Straface e dintorni, ed è interessata da un sistema orografico che l'attraversa longitudinalmente e si caratterizza per la carenza di aree piane e per l'entità e la diffusione di un reticolo idrografico significativo. L'attuale assetto fisico è il risultato di una serie di fenomeni di intense evoluzioni che hanno avuto ovviamente ritmi diversi, determinando quadri differenti in cui prevalgono le altimetrie e le clivometrie decise, ma in cui non mancano i pianalti, presentando ecologie assai varie;i pianalti sono infatti geologicamente saldi, con una dotazione idrica e vegetazionale notevole.La definizione degli obiettivi e delle strategie rappresenta la sostanza del Documento Preliminare, ovvero uno Schema di massima del piano e delle scelte pianificatorie e la valutazione di sostenibilità (verifiche di compatibilità e coerenza) per valutarne l’efficacia.La sostenibilità ambientale, sociale, economica e territoriale è assunta quale paradigma fondamentale delle politiche e della pianificazione del territorio amendolarese.Il concetto di sostenibilità, più volte citato nella legge regionale 19/2002, richiama la conservazione, la tutela, ma anche l’affermazione dei valori del patrimonio culturale e ambientale di Amendolara, finalizzate alla promozione di processi di riorganizzazione territoriale e dell'assetto. Per le referenze analitiche di condizionamento alle scelte di Piano spiccatamente ambientali si rimanda al parallelo Rapporto Preliminare ambientale relativo alla Valutazione Ambientale Strategica-VAS, dal quale sono stati tratti tutti i tematismi (pregiudiziali o di indirizzo) di cui si è tenuto in giusto conto nella definizione dello schema del PSC.

Intervento di ripopolamento ittico

Programmazione dei lavori sperimentali finalizzati al ripopolamento ittico ed al contasto del fenomeno di erosione della costa.Il documento é’ redatto a seguito studio e ricerca e con il supporto scientifico di esperti del settore, in questa finalizzato a determinare e computare, seppure in via sommaria, la natura degli interventi necessari alla realizzazione degli interventi da porre in essere.

Locazione e descrizione dell’intervento

Tra le acque limpide e trasparenti lungo la costa dell'Alto Jonio, a ca. 5 miglia marine, è presente la famosa secca di Amendolara, meta di esperti sub e amatori per l'abbondante varietà di pesce e per la ricchezza della flora e della fauna marina.Il banco di Amendolara, completamente sommerso, ha una conformazione quasi circolare di oltre 12 miglia quadrate (31 Kmq), si erge da 200 m. di profondità sino a circa 20 m. dalla superficie con andamento alquanto irregolare a causa di picchi ed avvallamenti esistenti lungo i quattro versanti principali della secca.Il litorale costiero di Amendolara si svolge dal Torrente Avena al Fiume Ferro, in prossimità di Capo Spulico, caratterizzato dalla presenza della Torre del XIV Secolo, di recente oggetto di opere di ristrutturazione e di consolidamento.Il detto Banco coinciderebbe, secondo alcuni studiosi, con la famosa “Isola di Ogigia”,narrata nell’Odissea di Omero.“Secondo il racconto dell'Odissea di Omero, la Ninfa Calipso era figlia di Atlante e viveva sull'isola di Ogigia, che gli autori pongono nell'Occidente mediterraneo.

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Un giorno Ulisse, scampato al vortice di Cariddi, approdò sull'isola e Calipso se ne innamorò. L'Odissea racconta come ella lo amò e lo tenne con sé per dieci anni offrendogli invano l'immortalità, che l'eroe insistentemente rifiutava. Ulisse conservava in fondo al cuore il desiderio di tornare ad Itaca, e non si lasciò sedurre. Calipso abitava in una grotta profonda, con molte sale, che si apriva su giardini naturali, un bosco sacro con grandi alberi e sorgenti che scorrevano attraverso l'erba. Ella passava il tempo a filare,tessere, con le schiave, anch'esse ninfe, che cantavano mentre lavoravano. Le lacrime di Ulisse vennero accolte da Atena, la quale, dispiaciuta per il suo protetto, chiese a Zeus di intervenire. Il dio allora mandò Ermes per convincere Calipso a lasciarlo partire e lei a malincuore acconsentì. Gli diede legname per costruirsi una zattera, e provviste per il viaggio. Altri storici ritengono, inoltre, che proprio in queste acque vi sia sepolta l’intera flotta di Dionisio il Vecchio che affondò nel 377 a. C. Le 300 navi da guerra della grossa spedizione, che Dionisio mandò per sconfiggere Thurio, arrivate presso la costa, inspiegabilmente andarono a picco. Per i Thurini, sulle navi di Dionisio, si era abbattuta l'ira del dio Borea. In realtà le navi incapparono nei frangenti creati dall'isola di Ogigia ovvero il Banco di Amendolara. ”Il Banco di Amendolara o Secca di Amendolara, così come riportato nelle carte nautiche della zona, è una tipica sea-mount presente nll'Alto Jonio, nel compartimento marittimo di Crotone. La secca è nota da sempre ai pescatori locali per la qualità e la quantità di specie ittiche presenti nonchè per un alone di mistero che la circonda a causa degli improvvisi fortunali che si abbattono in quell'area di mare. Particolarmente interessante è stata la scoperta di antiche carte nautiche che dal 1600 sino all'inizio del 1700, riportano nell'area in cui attualmente insiste la Secca una vera e propria isola denominata "Insule Febrae" o "Monte Sardo".

La secca è situata nel Compartimento marittimo di Crotone nel Mar Jonio, a 65 miglia a SW della città di Taranto, prospiciente Amendolara ad una distanza di circa 10 miglia dalla costa. Il banco completamente sommerso, ha una conformazione quasi circolare (a ferro di cavallo) di oltre 12 miglia quadrate (31 Kmq), si erge da 200 m. di profondità sino a circa 20 m. dalla superficie con andamento alquanto irregolare a causa di picchi ed avvallamenti esistenti lungo i quattro versanti principali della secca. I picchi più elevati risultano disposti in direzione N-S fra di loro e con apici variabili fra i 20 e i 17 metri dalla superficie.

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Molti autori attribuiscono al Banco di Amendolara, l'identità dell'isola di Ogigia, dimora della Ninfa Calipso, dove Ulisse, in viaggio verso Itaca, approdò dopo un naufragio. Altri storici narrano che nel 377 a.C. la flotta di Dionisio il Vecchio, costituita da 300 navi da guerra, affondò proprio in queste acque. L’isola, ora sommersa, è meta di numerosi subacquei provenienti da ogni parte d’europa e oltre, assistiti da una locale scuola subacquea.La secca è caratterizzata da una folta presenza di specie ittiche e di ricca e interessante vegetazione, tanto da essere stato oggetto di numerosi servizi televisi,quali Linea Blu – Rai Uno -, Sereno Variabile – Rai Due, e tante altre emittenti locali e egionali (Rai tre, Ten…).

Zone di interesse archeologico

I vincoli di tale tipo sono definiti con Decreto del Ministero dei Beni Ambientali ed assoggettano l’edificio o il complesso monumentale su cui sono calati ad interventi di restauro secondo la normativa stabilita con il Dlgs 42/04. Tutti gli interventi sugli edifici o sui complessi vincolati sono soggetti alla preventiva approvazione da parte della competente Soprintendenza ai sensi dell’articolo 23 del Dlgs. 490/99. La tabella che segue riporta i vincoli ex legge 1089/39 vigenti sul territorio comunale di Amendolara alla data del 14.04.1999.  DM 28/03/1969 resti di due necropoli, una di età greca e una protostorica;  DM 19/01/1972 resti di una città di età greca;  DM 24/06/1974 resti archeologici di una villa rustica ricedenti nell’area della Statio ad Vicesimum;  DM 05/07/1975 antiche strutture appartenenti al complesso della Statio ad Vicesimum; DM 30/09/1994 Castello;  Torre Spaccata3 Torre costiera costruita nel 1517.

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ZPS, Zone di Protezione Speciale, tale zona è regolamentata dalla DGR749 del 04.11.2009 e dei richiamati RR n°3/2008 e n°5/2009, nonché dal D.lgs. 152/2006, CODICE SITO: IT9310304 NOME SITO: Alto Ionio Cosentino Area (ha): 28622 Qualità: Elevata biodiversità di elementi termo-mediterranei.Cime montuose con boschi mesofili. Interessanti formazioni forestali di Tilio-Aceron. Ampie fiumare sul versante jonico calabrese, con grande attività erosiva. Specie vegetali atipiche per la zona. Vulnerabilità: Alto e medio grado di vulnerabilità, dovuta ad afflusso turistico,escursionistico. Sfruttamento forestale, discariche abusive di rifiuti organici e non, scavi di inerti. Caratteristiche: La ZPS comprende il letto di alcuni torrenti e fiumare che sfociano sul mar Jonio:Torrente Canna, Fiume Ferro, Fiumara Saraceno, Fiumara Seranasso. Il confine interno coincide con quello del Parco Nazionale del Pollino e Monti dell'. IL confine est segue una linea che congiunge Nocara con , passante per Orilo Calabro,Castroregio ed Albidona e si allunga fino al mare includendo i torrenti.

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Sono inclusi nella ZPS anche i bacini imbriferi dei corsi d'acqua: Timpone Piede della Scala, Timpone Donato, Timpone della Serra, Serra Donna Rocca.Le foci dei fiumi sullo Jonio hanno vegetazione riparia di boschi ripari mediterranei, ben conservati. Importanti siti ornitologici. Strette gole con elevate pareti verticali. Aree umide con presenza di specie vegetali atipiche. SIC, Siti di Interesse Comunitario, Tali zone sono regolamentate dalla DGR749 del 04.11.2009 e dei richiamati RR n°3/2008 e n°5/2009, nonché dal D.lgs. 152/2006, in recepimento della Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”, conosciuta anche come DIRETTIVA HABITAT. CODICE SITO: IT9310043 NOME SITO: Fiumara Avena Area (ha): 753 Qualità: Elevata biodiversità di elementi termo mediterranei Vulnerabilità: Alto grado di vulnerabilità per sbancamenti per l'utilizzo della ghiaia Caratteristiche: Fiumara del versante ionico calabrese con estese pinete mediterranee CODICE SITO: IT9310053 NOME SITO: Secca di Amendolara

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Area (ha): 611 Tipo: B Qualità: ampia zona di Posidonia climax su una secca, ad alta biodiversità, importante come nursery per pesci anche di interesse economico e per la salvaguardia per l’erosione delle coste. Vulnerabilità: alto grado di vulnerabilità per la pesca a strascico operata anche sotto costa, per la pesca abusiva, per l’inquinamento di scarichi fognanti a mare, per ancoraggi non su boe fisse. Caratteristiche: Prateria di Posidonia oceanica in buono stato di conservazione. Vincolo per scopi idrogeologici. L’intero territorio comunale escluso in centro abitato del Capoluogo e la fascia costiera risulta sottoposto a vincolo idrogeologico ai sensi dell'art.1 titolo I° della legge forestale 30/12/23 n. 3267. Le zone ad esso assoggettate sono sottoposte alla osservanza delle modalità stabilite dal Regolamento delle prescrizioni di massima e di polizia forestale vigenti nella Provincia di Cosenza. Zona di rispetto cimiteriale (RD n. 1265/1934). Zona di rispetto del depuratore (Delibera Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall’inquinamento 04/02/77). Fasce di rispetto stradale e ferroviario (D.Lgs. 285/92, DPR n. 495/92, DPR n. 753/1980).

DISPOSITIVI E METODI PER OTTIMIZZARE L’USO DELL’ENERGIA NELLA P.U. La prima forma di risparmio possibile nel campo dell'illuminazione pubblica è quella della sostituzione delle lampade inefficienti con delle lampade più efficienti.Le lampade usate nell'illuminazione pubblica possono essere catalogate in funzione della natura dell'emissione luminosa e quindi in base al principio fisico di funzionamento e alla conseguente tipologia di produzione.Qui di seguito vengono descritti gli aspetti principali delle lampade considerate nel progetto: a vapori di mercurio e a vapori di sodio in alta pressione.

Lampade a vapori di mercurio In questo tipo di lampade la luce è prodotta da una scarica elettrica attraverso vapori di mercurio, con una piccola aggiunta di argon, ad alta pressione, che facilita l'innesco. I vapori di mercurio, la cui emissione luminosa avviene nella regione dell'ultravioletto, sono contenuti nel tubo di scarica ad una pressione, durante il funzionamento della lampada, che assume un valore compreso fra 0,1 e 2,5 Mpa. Alle estremità del tubo di scarica sono situati i due elettrodi. Perché la lampada vada a regime bisogna attendere almeno 4-5 minuti; dopo ogni spegnimento è necessario, affinché si abbia la riaccensione, che trascorra un tempo di raffreddamento che vari da 3 a 5 minuti, in quanto l'elevata pressione esistente nell'ampolla non consente l'innesco a tensioni di rete.I vapori di mercurio hanno basse prestazioni qualitative dell'emissione, contrassegnata da una forte componente verde-bluastra che altera la percezione dei colori. Un tempo molto diffuse per l'illuminazione pubblica,sono state gradualmente soppiantate da quelle a vapori di sodio ad alta pressione, in grado di garantire migliori prestazioni qualitative. Sono inoltre caratterizzate da dimensioni consistenti e la loro emissione non può essere regolata.

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Svantaggi: scarsa qualità della luce emessa il mercurio è altamente tossico e inquinante e necessita di uno smaltimento specifico. ingombri elevati necessità di un alimentatore apposito tempi di accensione attorno ai 4 minuti emissione non regolabile valori medi delle lampade a vapori di mercurio: temperatura di colore: 2900-4200 K indice di resa cromatica Ra= 45 efficienza luminosa media = 45 - 57 lumen /watt durata di vita: 10.000 h Lampade a vapori di sodio ad alta pressione Questa tipologia di lampada presenta una distribuzione spettrale continua, che consente una discreta resa dei colori. Queste lampade presentano un'efficienza luminosa maggiore di quelle ai vapori di mercurio. Le lampade al sodio ad alta pressione raggiungono il regime di normale funzionamento dopo circa 5 minuti ed hanno una vita media di circa 12.000 ore. Questo tipo di lampade rappresentano oggi lo standard per l'illuminazione stradale ed industriale, grazie principalmente all'elevata efficienza luminosa. La vastità delle applicazioni di queste lampade si riflette nel numero delle tipologie disponibili e sulla gamma delle potenze; nel questionario si sono considerate potenze da 70 W a 400 W. Alcune tipologie sono anche disponibili con accenditore incorporato. Vantaggi: elevata efficienza luminosa (tenuto conto anche delle perdite dell'alimentatore) lunga durata di vita media (se utilizzate in combinazione con un alimentatore stabilizzato) accettabile resa dei colori (molto migliore delle sodio bassa pressione) ridotte dimensioni possibilità regolazione flusso luminoso buon mantenimento del flusso luminoso Svantaggi: durata di vita fortemente condizionata dalla qualità dell'erogazione del servizio (tensione,frequenza) tempo di messa a regime relativamente lungo (circa 5 minuti, come le lampade al mercurio) tempo di riaccensione di oltre un minuto necessità di dispositivi elettronici per l'alimentazione valori medi delle lampade sodio bassa pressione: temperatura di colore: 2000 - 2500 K indice di resa cromatica Ra= 20 (fino ad 80 per i più recenti tipi ad alta resa cromatica) efficienza luminosa media = 100 - 110 lumen /watt durata di vita: 12.000 h .

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I MECCANISMI DI RIDUZIONE ENERGETICA A MONTE DEL PUNTO LUCE Un'altra forma molto promettente di risparmio energetico è quella legata agli interventi a monte della lampadina, ovvero che prescindono dall'efficienza della stessa e si applicano sull'infrastruttura.Per capire quali sono è necessario fare alcune premesse. La maggioranza delle lampade produce, per ragioni tecniche e normative, una quantità in eccesso di luce pari al 30-35%. Questo perché durante la vita della lampada esiste un'usura che ne diminuisce la funzionalità e per legge anche a fine vita utile la lampada deve mantenere uno standard di luminosità dato, dipendente dal contesto in cui è collocata. Ne consegue che deve essere prodotta calcolando questa usura e la decrescita del flusso luminoso e che quando viene installata, quindi, emette un 35% di luce in più, non percepita dall'occhio umano. Si tratta di luce e corrente, sprecate. Esiste quindi una relazione tra luce misurata e luce percepita dall'occhio umano ed ha un andamento di tipo quadratico. Vale a dire che, in uno spazio in cui la luce viene regolata al 25% del valore massimo, l'occhio umano percepisce invece una luce come fosse il 50%. Di seguito sono indicati i principali sistemi per la regolazione del flusso luminoso: l'alimentatore elettronico e le fotocellule, che servono proprio, tra le altre cose, ad evitare lo spreco del 30-35% di cui si parlava poc'anzi, mostrato in figura 2.Impiegando un sistema a fotocellula con funzionamento di pilotaggio con sonda esterna è possibile mantenere, per tutta la vita della lampada, il livello desiderato di illuminamento, riducendo, all'inizio, l'illuminazione del 20-35% e aumentando poi, in funzione dell'invecchiamento del corpo luminante, la potenza fornita per contrastarne l'efficienza diminuita.La piena potenza è applicata solo alla fine del periodo di manutenzione (prima della nuova pulizia degli apparecchi e la sostituzione delle lampade), ottenendo un significativo risparmio energetico lungo tutta la vita della lampada (figura 2) Questo tipo di controllo, se viene attuato assieme alla sostituzione programmata delle lampade e ad una regolare pulizia degli apparecchi, rappresenta una voce importante nella ricerca del risparmio energetico.

Figura 2

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Apparecchi per la riduzione del flusso luminoso La tensione della rete pubblica oscilla tipicamente attorno ad un valore nominale di 230V. Può quindi accadere che in certi periodi della giornata si abbiano valori della tensione di ingresso di 220V ed in altri momenti valori di 240V. Di notte la tensione di ingresso può risultare ancora maggiore.La norma CEI 8-6 impone ai fornitori di energia una tolleranza che va da un -10% ad un +10%. Qualunque sia il distributore di energia, quindi, la tensione non è mai costante. Le conseguenze di questa oscillazione della tensione sono un accorciamento della vita media delle lampade ed un progressivo peggioramento delle loro prestazioni, che si traduce in un decadimento più rapido del flusso luminoso. A monte della lampada a scarica è presente un reattore, ovvero un dispositivo atto a limitare la corrente elettrica che passa attraverso una lampada al valore prescritto per quel tipo specifico di lampada.I reattori tradizionali ferromagnetici non sono in grado di filtrare e rimodulare i parametrici elettrici in ingresso ma si limitano a inviare alla lampada gli stessi sbalzi di tensione che arrivano dalla rete di distribuzione di energia elettrica. Anzi assorbono circa il 15% della potenza della lampada che devono alimentare (per es. una lampada 100 W a vapori di sodio ad alta pressione consuma in realtà come una lampada da 115W) In questo modo la lampada non mantiene pressoché mai una potenza costante passando continuamente da una tensione ad un'altra (microvariazioni) mentre di sera e di notte c'è un aumento più sensibile delle tensioni quando vengono staccati i grandi carichi elettrici. A monte di una lampada a scarica sono presenti, oltre al reattore, anche un accenditore, necessario per il primo innesco dell'arco di scarica, e un condensatore, che provvede al rifasamento la corrente.Questi tre componenti, genericamente indicati come, "gruppo ausiliario" è rimasto pressoché immutato nel tempo. Per migliorarne le performance energetiche e per allungare la vita media delle lampade sono stati sviluppati due tipologie di apparecchi che servono per regolare la potenza e il flusso delle lampade. Si tratta dei regolatori centralizzati di tensione e degli alimentatori elettronici dimmerabili. Entrambe queste tipologie consentono di stabilizzare le tensioni di esercizio. Questo consente di allungare la vita delle lampade che vedono una potenza assorbita costante e non sono soggette a continui shock elettrici. I meccanismi di riduzione energetica a monte del punto luce Apparecchi per la riduzione del flusso luminoso La stabilizzazione della tensione, oltre ad allungare la vita media delle lampade, permette anche un significativo risparmio energetico. Come detto, nelle ore notturne la tensione di linea può superare il valore nominale anche del 10%. Utilizzando gli stabilizzatori ed alimentando quindi le lampade alla tensione nominale, si può ottenere una riduzione del 5-6% della potenza nominale assorbita. Lo stesso principio di funzionamento degli stabilizzatori permette la regolazione della tensione a valori inferiori a quello nominale.I regolatori centralizzati, oltre alla funzione di stabilizzazione, hanno anche la funzione di regolazione del flusso luminoso riducendo la tensione di alimentazione delle lampade attorno ai valori desiderati. Infatti le Leggi Regionali sull'inquinamento luminoso e le norme UNI per l'illuminazione stradale consentono di ridurre il flusso quando il traffico si riduce soprattutto nelle ore notturne.

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Queste apparecchiature, presenti sul mercato, da parecchi anni, trovano una loro applicazione su utenze particolarmente grosse e con lampade tutte della stessa tipologia (tendenzialmente a vapori di sodio ad alta pressione). Hanno però qualche limite per il fatto che gli impianti soffrono spesso di cadute di tensione a fine linea piuttosto marcate soprattutto in impianti di illuminazione pubblica già esistenti e con linee piuttosto lunghe. Un altro limite è quello che non consentono di ridurre il flusso differenziando tra la via principale da quella secondaria. La seconda tipologia di apparecchi è quella degli alimentatori elettronici dimmerabili. Sviluppatisi negli ultimi anni, gli alimentatori elettronici sostituiscono gli attuali gruppi ausiliari (accenditore, reattore e condensatore) svolgendone le funzioni caratteristiche con un solo componente. In più aggiungono anche le funzioni di stabilizzatore e di riduzione della potenza quando è necessario e consentito. Tali tipi di dispositivi sono stati scelti quale ulteriore metodo di risparmio energetico. Il grosso vantaggio è quello di poter eliminare anche le perdite del reattore ferromagnetico, che come dicevamo, corrispondono a circa il 15% dell'energia assorbita da ogni lampada. In più consente anche di poter scegliere come ridurre una via rispetto ad un'altra contigua e facente parte della stessa utenza.Gli alimentatori elettronici che si vogliono adottare deve svolgere le funzioni di accenditore, reattore e condensatore ed è in grado di funzionare anche in presenza di significativi sbalzi termici, che costituiscono la sollecitazione principale per i circuiti elettrici. All'accensione, l’alimentatore aumenta gradualmente il valore di potenza assorbita dalla lampada, che poi stabilizza durante il periodo di normale funzionamento. In questo modo si evitano shock di sovracorrente all'accensione e da sbalzi di tensione durante il funzionamento (che come abbiamo visto possono avere oscillazioni anche del 20%). Con la funzione dimmer (che significa letteralmente attenuatore, regolatore) permette di ridurre la potenza negli orari stabiliti.E' importante sottolineare che, in caso di numerose lampade alimentate da un'unica linea molto lunga, l’alimentatore le alimenta tutte alla stessa potenza. Si evita così sia la sovralimentazione delle prime sia la sottoalimentazione delle ultime, che migliorano la resa luminosa.

Figura 3- Esempio di risparmio energetico ottenuto grazie all’alimentatore elettronico dimmerabile.

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EFFETTI DELLA STABILIZZAZIONE DI TENSIONE

Con i regolatori e stabilizzatori di tensione, per quanto detto sopra sull'allungamento della vita media e della resa illuminotecnica, è possibile sottoalimentare le lampade, oltre che nelle ore di regime ridotto, anche nelle ore a regime pieno a tutto vantaggio sia di un ulteriore aumento della vita media delle lampade che dei consumi elettrici ottenibili. E' possibile programmare una riduzione del flusso luminoso, anche maggiore del 15% in determinati periodi della notte senza pregiudicare la sicurezza. Un'altra funzione importante dei regolatori è quello di rallentare il processo di messa a regime delle lampade consentendo una riduzione dell'incremento termico di avviamento, che risulta essere la fase più critica e compromettente del loro ciclo di vita. Per le lampade a scarica ad alta pressione, la regolazione è praticabile, con buoni risultati, fino a circa il 50% del flusso nominale. A livelli inferiori, le lampade agli alogenuri metallici mostrano una variazione inaccettabile del colore della luce. Per esempio le lampade a vapori di mercurio, al di sotto di 190/195V tendono a spegnersi, mentre le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione sono ancora accese a 170V. Questo sta a significare che, nel caso di lampade a vapori di mercurio, non si può portare la tensione sotto i 195V e quindi non si potrà ottenere un risparmio superiore al 30%. Con le lampade al sodio invece si può andare oltre e portare il risparmio energetico attorno al 50%. L'invecchiamento delle lampade comporta inoltre un innalzamento della tensione minima di funzionamento. Perciò, quando si ha a che fare con lampade al mercurio naturalmente prossime allo spegnimento perché ormai vecchie, una tensione di 200V potrebbe risultare insufficiente a mantenerle accese. Nella maggioranza dei casi la caduta luminosa ha valori percentuali tra il 7 e il 18%, a fronte di un risparmio del consumo del 35%.Come già accennato precedentemente, negli impianti di illuminazione in derivazioni bisogna anche tenere in considerazione la lunghezza e il tipo di linea elettrica. Se una linea elettrica è molto lunga, la tensione in prossimità dell'inizio è sicuramente superiore di quella che si ha all'altra estremità. Tale riduzione può essere importante (per esempio superiore al 5%) e, in associazione ad una riduzione eseguita per attuare un programma di risparmio energetico, può capitare che le lampade di fine linea si spengano. Lo stesso può succedere se le linee sono obsolete o comunque presentano dispersioni e problemi indipendenti dalla loro lunghezza.

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AMENDOLARA: CLIMA E DATI GEOGRAFICI

Altitudine Utilità

altezza su livello del mare espressa in metri

Casa Comunale 227 Misure

Minima 0 Superfice 64,21 kmq

Massima 803 Classificazione Sismica sismicità media

Escursione Altimetrica 803 Clima

Zona Altimetrica collina litoranea Gradi Giorno 1.264

Coordinate Zona Climatica (a) C

Latitudine 39°57'11"16 N Accensione Impianti Termici

Longitudine 16°34'59"52 E il limite massimo consentito è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo (b) Gradi Decimali 39,9531; 16,5832

Locator (WWL) JM89GW

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Parco Veicolare Amendolara

Auto, moto e altri veicoli

Trasporti Veicoli Trattori Auto per mille Anno Auto Motocicli Autobus Totale Merci Speciali e Altri abitanti

2004 1.525 82 3 193 15 0 1.818 492

2005 1.535 93 3 194 17 0 1.842 502

2006 1.616 100 3 202 19 0 1.940 527

2007 1.654 105 3 198 23 0 1.983 533

2008 1.681 120 4 199 24 1 2.029 541

2009 1.745 129 4 208 19 2 2.107 561

UNESCO : AD AMENDOLARA UN CENTRO DI FORMAZIONE E RICERCA

Un centro di formazione e ricerca Unesco ad Amendolara, comune capofila dell’accordo di cooperazione internazionale siglato tra 9 comuni dell’alto jonio cosentino e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. Green economy.Amministrazioni comunali unite per il Premio ECO AND THE CITY “Giovanni Spadolini”, l'oscar delle best practices della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei beni culturali e ambientali. L’alto jonio cosentino si candida a diventare la nona riserva italiana della biosfera nell’ambito del MAB (Man and the Biosphere). avviatro dall’Unesco per migliorare i rapporti tra uomo e ambiente. L’accordo annovera tra gli altri partner, oltre all’UNESCO, anche la Fondazione VOLKSWAGEN, l’Università SORBONA di Parigi, il VATICANO, la REGIONE e l’UNIVERSITÀ della CALABRIA.

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Nel progetto andranno inseriti, oltre al patrimonio paesaggistico e monumentale, anche tutti quei “saperi” rappresentati, per esempio, dagli antichi mestieri, dalle produzioni tipiche dell’agroalimentare ed enogastronomiche. Progetti a breve scadenza. I NOVE COMUNI parteciperanno, come prossimo step, al Premio Eco and the City promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, finalizzato a promuovere la sostenibilità ambientale e la valorizzazione delle peculiarità culturali del territorio. L’alto jonio cosentino si candida a diventare, la nona riserva italiana della biosfera nell’ambito del MAB. Il Programma MAB (Man and the Biosphere), avviato dall’UNESCO allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca.

Prezioso è il coinvolgimento del Gal, del Distretto Rurale, delle camere di commercio e delle associazioni di categoria in genere. La formazione avrà un ruolo centrale. Esperti UNESCO saranno sul territorio per lavorare, per brevi periodi, a fianco degli amministratori. I giovani locali saranno formati per 2 anni sul posto e conosceranno realtà esterne. L’ente formatore (l’Università BOCCONI di Milano) si occuperà di censire e riconoscere i marchi di qualità presenti nel territorio.

PROGETTO “WIFI DI SERVIZIO . AMENDOLARA: WIFI GRATUITO PER 8 COMUNI

Rafforzamento della rete e dei servizi telematici per lo sviluppo sociale ed economico dell’Alto Jonio Cosentino e garantire un accesso veloce, comodo e diffuso alla rete Internet, a costi accettabili per tutti, offrendo una risposta concreta ed utile rispetto alle esigenze di cittadini ed aziende. E’, questo l’obiettivo sotteso al progetto “wifi di servizio” che interesserà gli otto comuni dell’alto ionio beneficiari del finanziamento di 180 mila euro ottenuto 3 anni fa attraverso il Piar Alto Jonio. Il progetto prevede un access-point nelle piazze principali degli 8 comuni interessati. 100 metri la distanza coperta (rispetto all’access-point). Un’ora di accesso gratuito ad Internet per ogni dispositivo che si accrediterà, almeno una prima volta, presso gli uffici competenti. 4 ore gratuite di accesso se i dispositivi accreditati a famiglia saranno 4. Gratuità del servizio per i primi tre anni (opportunità non prevista nel progetto originario, oggi integrato a cura del Comune di Amendolara). Necessità di dotarsi di pc/tablet e password per accedere alla rete rilasciata dopo l’accreditamento. Limitazioni allo scarico di materiale. Sistema controllato per evitare l’immissione di dati dannosi nel sistema. Struttura espandibile/estendibile con più access-point dislocati sui diversi territori comunali con eventuale allungamento del periodo e delle ore di utilizzo gratuito (se e quando si troveranno ulteriori risorse).

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PATTO DEI SINDACI E SMART CITIES la Commissione Europea ha lanciato di recente l'iniziativa “Città e Comunità Intelligenti” (Smart Cities and Communities Initiative) il cui obiettivo è sviluppare soluzioni modello, che vadano al di là degli attuali obiettivi legati alla strategia 20-20-20, attraverso un approccio integrato che guarda nel contempo ai tre settori fondamentali per la pianificazione strategica delle aree urbane: energia, trasporti, ICT.La filosofia delle smart-cities e della proposta ha molte affinità con il Patto dei Sindaci della Commissione Europea ,che prescrive per la città aderente al Patto l’elaborazione del Piano d’Azione per l’energia sostenibile (PAES) . Anche il Patto dei Sindaci si pone l’obiettivo di uno Sviluppo sostenibile per un futuro intelligente:la città intelligente non può essere solo una sfida tecnologica;deve soprattutto essere una sfida sociale per : -una migliore qualità della vita e delle condizioni di lavoro per i cittadini attraverso le innovazioni tecnologiche al servizio dell’essere umano,l’efficiente utilizzo delle risorse nel rispetto dell’ambiente, -lo sviluppo delle imprese e dei posti di lavoro ampliando il mercato di riferimento. -la creazione di una città attraente per lo studio e lo sviluppo dei saperi e delle competenze tecnologiche,che sappia fornire opportunità ai giovani , -maggiore attenzione per anziani e disabili ,utilizzando le nuove tecnologie di comunicazione delle reti informatiche,delle micro-reti intelligenti, smart micro-grids, e del settore “Building automation” una migliore qualità della vita

Partire dalle città perché esse:

- sono chiamate a maggiori responsabilità con risorse sempre minori ;

- hanno maggiori obblighi diretti (direttive aria, acqua, rumore, sicurezza…);

- usano il 75% delle risorse e producono il 75% dei rifiuti ;

- hanno problemi simili ma necessitano di soluzioni locali per le diverse specificità ;

- le politiche dal basso incidono direttamente sui cittadini e lo sviluppo .

Amendolara e il territorio dell’Alto Jonio Cosentino hanno le caratteristiche per poter applicare i principi e le tecnologie delle Smart Cities.

Le città possono essere veri e propri laboratori per sperimentare politiche e tecnologie innovative,attraverso un approccio integrato che guardi nel contempo ai tre settori fondamentali per la pianificazione strategica delle aree urbane: energia, trasporti, ICT,che contribuiscano ad un futuro sostenibile.

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SMART CITY (CITTÀ INTELLIGENTE) : UNA DEFINIZIONE O UN MODELLO SOCIALE?

Una città si può considerare smart quando gli investimenti in capitale umano e sociale e in infrastrutture di comunicazione tradizionali (trasporti) e moderne (ICT) incoraggiano una crescita economica sostenibile e un alto livello di vita, con una gestione saggia delle risorse naturali, attraverso una governance partecipativa.

Smart government

Smart Smart Environment people

Smart Smart living Energy

Smart mobility

Sarà necessario implementare un piano integrato di comunicazione,promozione, formazione ed informazione ambientale ,finalizzato a creare una forte consapevolezza nei cittadini,imprese e comunità,affinchè possano adeguare i propri stili di vita e di consumo dell’energia.Sarà inoltre necessaria una pianificazione strategica integrata.

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PATTO DEI SINDACO E SMART CITIES

ADESIONE REDAZIONE DEL PIANO DI 1 AL PATTO DEI SINDACI 2 AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE

INDIVIDUAZIONE DEI INDIVIDUAZIONE DELLA 3 4 CONSUMI E CO2 TOTALE % DI RIDUZIONE CO2

INDIVIDUAZIONE DELLE ATTUAZIONE DEL PIANO 5 AZIONI E DEI SETTORI 6 UTILIZZANDO D’INTERVENTO LE TECNICHE SMART

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Emissioni di CO2 a livello mondiale

il ruolo dell’edilizia sostenibile. Ha molta importanza nell’ambito delle Azioni individuate. A livello globale gli edifici consumano quasi 40% dell’energia ,ed emettono in atmosfera il 21% di gas serra.

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CONSUMI DI ENERGIA IN UN EDIFICO

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La Commissione Europea ha emesso la Direttiva del 31/10/2010 sugli edifici ad energia quasi zero,edifici cioè che si auto sostengono energeticamento con la produzione di energia rinnovabile e che hanno un notevole efficientamento energetico.Si passa quindi dalla concezione dell’edifico che assorbe energia all’edificio che può produrre anche più energia di quanto ne consumi .

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UN EDIFICIO SOSTENIBILE DEVE TENERE CONTO DEI SEGUENTI ASPETTI

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Progetto Home Solar.Andriani :Green City Energy ,ottobre 2012 .

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Sistema Desigo della Siemens

5. INVENTARIO DELLE EMISSIONI (BEI)

I consumi di energia e le emissioni di CO2 dipendono da molti fattori: popolazione, densità, caratteristiche del parco edilizio, utilizzo e livello di sviluppo delle diverse modalità di trasporto, struttura economica, sensibilità della cittadinanza, clima, etc.. Alcuni fattori possono essere influenzati sul breve termine, mentre altri a medio o lungo termine.

Funzione della Baseline è stabilire la fotografia dello stato attuale della situazione energetica comunale rispetto all’anno di riferimento, in termini di consumi energetici e di emissioni di CO2 . Essa costituisce pertanto il punto di partenza del SEAP, da cui può partire la definizione degli obiettivi, la predisposizione di un adeguato Piano d‟Azione ed il monitoraggio.

I paragrafi che seguono saranno incentrati sugli aspetti di tipo quantitativo ed in particolare consentiranno di analizzare i consumi energetici. A tale scopo fondamentale è la fase di raccolta ed analisi dei dati, i quali dovranno essere analizzati ed interpretati al fine di fornire una chiara chiave di lettura .

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L’approccio metodologico seguito tiene conto delle indicazioni contenute nelle Linee Guida stabilite dalla Commissione Europea e consigliate per la stesura della Baseline dell’Inventario delle Emissioni.

Il primo elemento da stabilire in ordine alla BEI è l’anno di riferimento rispetto al quale sarà valutata le riduzione delle emissioni di CO2.

L‟anno di riferimento prescelto per l’analisi per il comune di , in base ad un’adeguata disponibilità di dati, è il 2010 e l’obiettivo di riduzione delle emissioni che ci si pone vuole essere anche superiore al 20%.

L’inventario delle emissioni di CO2 è basato sui consumi finali di energia, includendo sia quelli relativi ai settori gestiti direttamente dall’autorità comunale, sia quelli legati a settori che si trovano nel territorio comunale.

La BEI quantifica le seguenti emissioni dovute ai consumi energetici nel territorio:

• emissioni dirette dovute all’‟utilizzo di combustibile nel territorio, relativamente ai settori dell’edilizia, agli impianti, ai servizi ed ai mezzi di trasporto, pubblico e privato; • emissioni indirette legate alla produzione di energia elettrica ed energia termica (calore e freddo) utilizzate nel territorio;

Per il calcolo delle emissioni, la metodologia che si è seguita prevede l‟utilizzo delle linee guida dell‟Intergovernmental Panel for Climate Change (IPCC) ed in particolare il metodo settoriale o “bottom-up” che si basa sugli usi finali settoriali del combustibile.I settori inclusi nella BEI sono classificati nel modo seguente :

• edifici, attrezzature/impianti comunali • edifici, attrezzature/impianti terziari (non comunali) • edifici residenziali • illuminazione pubblica comunali • veicoli comunali • trasporto pubblico • trasporto privato e trasporto merci

Le emissioni totali di CO2 si calcolano sommando i contributi relativi a ciascuna fonte energetica. Per i consumi di energia elettrica le emissioni di CO2 in t/MWh sono determinate mediante il relativo fattore di emissione (National/European Emission Factor).

Nel comune di Amendolara, si assumeranno come base di calcolo 1286 famiglie all’anno 2011 e 2770 kWh/anno di consumo medio per famiglia.

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Per il calcolo del settore termico degli edifici residenziali, sono stati assunti i valori medi di 110 mq, e, per la prestazione energetica, riferita all’anno, 180kWh/mq.

5.1.1. CARATTERISTICHE TERMICHE Dal punto di vista energetico gli immobili del Comune di Amendolara sono costituiti da appartamenti singoli, condomini, villette, oltre ad edifici dedicati ad uffici pubblici, e diversi edifici di valore storico.

Il consumo termico specifico di 180 kWh/mq anno degli impianti dipende anche dalle reali condizioni di utilizzo (ad es. tenendo conto degli intervalli di accensione e spegnimento) a fronte però di un valore medio previsto dal D.Lgs. 192/2005 e relativi aggiornamenti pari a quaranta kWh/mq anno per il nuovo edificato. Ciò rende il settore civile terziario rilevante dal punto di vista energetico soprattutto perché consente ampi margini di riduzione dei consumi.

Tale situazione è dovuta al fatto che la maggior parte degli edifici è stata realizzata in epoca antecedente alla prima normativa sul contenimento nei consumi energetici nel settore civile terziario, (Legge 373/76), cui si aggiunge l’elevata presenza di edifici in muratura portante che, contrariamente al pensiero comune, sono particolarmente inefficienti dal punto di vista delle dispersioni termiche invernali. Inoltre, il ventennio 1970÷1990 ha visto una larga diffusione dei sistemi di riscaldamento autonomi con abbinata produzione istantanea di acqua calda sanitaria che comporta un forte sovradimensionamento della caldaia rispetto ai carichi per riscaldamento, predominanti in termini energetici, e che è causa di bassa efficienza ed elevati consumi a parità di servizio reso.

Anche i pochissimi impianti centralizzati sono generalmente sovradimensionati, ivi comprese lecentrali termiche rinnovate dopo l’entrata in vigore del D.P.R. 412/91. E’ rilevante, specie in Centro e nelle frazioni, la presenza di riscaldamento a legna con numerosi caminetti.

5.1.2. CARATTERISTICHE ELETTRICHE Ad oggi non si dispone di dati sulla qualità del parco edilizio dal punto di vista dell’efficienza energetica in ambito elettrico, né esistono norme di riferimento contenenti indici con i quali confrontare le caratteristiche degli edifici di Amendolara.

Tuttavia l’Università della Calabria ha effettuato una ricerca insieme alla Provincia di Cosenza, individuando il bilancio energetico e le emissioni di CO2, che è una ragionevole base di partenza cui attenersi per la determinazione della baseline.

.2. BILANCIO ENERGETICO

Come già accennato, per quantificare l’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni, i consumi di energia sono stati quindi trasformati in emissioni di CO2, utilizzando i fattori di conversione indicati nelle linee guida della Commissione Europea.

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Nel prosieguo si riporta il bilancio energetico e delle emissioni del Comune di Amendolara. Per quanto riguarda lo specifico della pubblica amministrazione l’Ufficio Tecnico nella Persona dell’Arch.Rocco Tucci ha fornito una preziosa collaborazione insieme a diversi documenti della pianificazione territoriale,mentre la contabilità dell’amministrazione comunale ha messo a disposizione una serie di dati che copre sia la domanda energetica degli edifici pubblici che quella della pubblica illuminazione. Nelle tabelle che seguono viene riportato per primo il bilancio generale delle emissioni del comune. Successivamente si focalizza il bilancio generale delle fonti energetiche in termini di usi finali dell’energia. E’ importante individuare, in questo ambito, qual è la fonte maggiormente impattante dal punto di vista dell’utilizzo, poiché, in funzione del suo contenuto in carbonio, è possibile delineare l’impatto globale della sua riduzione. Ancora più importante è la suddivisione per settore. Le politiche e le azioni da intraprendere sono ovviamente pianificate in funzione dei settori maggiormente impattanti. Grande influenza ha sicuramente il settore civile. In questo ambito c’è un vasta gamma di interventi efficaci, che vanno dal miglioramento impiantistico (termico ed elettrico) al mutamento dei comportamenti.

4.2.1. AUDIT ENERGETICO ED ANALISI GENERALE DEI CONSUMI L’analisi energetica del Comune di AMENDOLARA si basa sulle informazioni dei consumi di energia elettrica, gas metano, legname, G.P.L. Si può ritenere in % : 40% legna,30%metano 10% GPL, 20% elettrico. Tali dati sono nella maggior parte dei casi disponibili con aggregazione provinciale, ed è stato quindi necessario procedere ad una parametrazione alla scala comunale, utilizzando di volta in volta i criteri e le variabili più adeguate. Nel quadro della P.A. si è potuto rilevare come vi sia una certa disuniformità dal punto di vista delle utenze rilevate dal punto di vista amministrativo, in particolare dal punto di vista dei gestori utilizzati e del loro effettivo utilizzo.

Usi domestici I vettori energetici considerati sono: gas metano, gpl, energia elettrica, legname. L’uso di gasolio è trascurabile se non inesistente vista l’assenza di classici grandi edifici condominiali tipici degli anni 60-70.

Tuttavia va precisato che la metanizzazione del comune di Amendolara è avvenuta in tempi recenti. Il metano è andato progressivamente e rapidamente a sostituire una forte presenza del G.P.L. utilizzato attraverso i classici serbatoi interrati o all’aperto. Tale tipologia di combustibile quindi, al pari del gasolio, è ormai diminuita a circa il 10% .

Usi nel settore terziario I vettori energetici utilizzati nel settore terziario sono il gas metano, l’energia elettrica, il GPL. Il settore terziario, tuttavia, non presenta rilevanti presenze nel comune e di conseguenza il contributo è molto limitato.

Agricoltura Visto il peso ridotto dell’agricoltura in termini di rilevanti consumi energetici, si ritiene non necessaria una analisi più dettagliata.

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Consumi energetici nel territorio di AMENDOLARA Nel comune di AMENDOLARA al 2011 si avevano come dati di calcolo 12B6 famiglie e 3124 abitanti. Consideriamo per il settore elettrico un consumo elettrico medio pari a 2770 kwh/anno per famiglia. Per il calcolo del settore termico degli edifici residenziali, sono stati assunti i valori medi di 110 m2 ,e per la prestazione energetica annuale 180Kwh/m2 .Per quanto riguarda il combustibile per il riscaldamento si può considerare, in definitiva, per il caso di Rogliano, anche sulla base delle precedenti considerazioni, 80% costituito da metano, un 20% da legna da ardere.

Per il calcolo della CO2 si tiene conto della tabella seguente fornita dalle linee guida per il SEAP.

Per i valori dei fattori di emissione si è considerato 0,493 per l’energia elettrica,0,202 per riscaldamento a metano,e 0,2668 per il riscaldamento a gasolio,0,2272 per il GPL .La pubblica amministrazione ha un‟incidenza limitata sull’emissione di CO2,ma rappresenta un elevato valore simbolico e di esempio trainante nei confronti dei cittadini .

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TABELLA DEI COSTI DELL’ENERGIA ELETTRICA AL LORDO ED AL NETTO DEGLI ONERI

COMUNE DI AMENDOLARA NUMERO ABITANTI 3124 NUCLEI FAMILIARI 1286

CONSUMO ELETTRICO MEDIO/ANNO PER 2,77 Mwh FAMIGLIA SUPERFICIE MEDIA DISPONIBILE PER FAMIGLIA 110 m 2 Prestazione Energetica 0,17 Mwh/ m 2 COEFFICIENTI PER IL CALCOLO DELLA CO2 Riscaldamento Da elettrico 0,493 Ton/Mwh Da gasolio 0,2786 Ton/Mwh Da metano 0,202 Ton/Mwh Da GPL 0,2272 Ton/Mwh Trasporto Coefficiente gasolio 0,2668 Ton CO2/Mwh Coefficiente metano 0,202 Ton CO2/Mwh Coefficiente benzina 0,2495 Ton CO2/Mwh TRASFORMAZIONE DA LITRI o M3 a kWH Metano 10 Kwh/mc Gasolio 10 Kwh/litro Benzina 9,2 Kwh/litro

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ANNO 2011

Confronto costi combustibili per riscaldamento

Confronto costi carburanti auto

Prezzo medio 2011 gasolio 1,495 euro/litro Prezzo medio 2011 benzina 1,62 euro/litro . Settore residenziale

Emissioni per utilizzo di corrente elettrica

Per il calcolo delle emissioni di CO2 dovute al consumo di energia elettrica è stato adottato un fattore di conversione pari a 0,4930. Consumo medio per famiglia: 2,77 MWh/anno Numero di famiglie: 1286

Consumo elettrico totale residenziale: 3562,22 MWh/anno CO2: 1756,17 ton

Emissioni per utilizzo di combustibile per riscaldamento e ACS nel settore residenziale

Al fine di far avere un quadro generale più esaustivo di quelle che sino ai giorni nostri sono state le emissioni di CO2 in atmosfera nel settore termico per il Comune di Amendolara, è bene distinguere percentualmente le fonti energetiche per utilizzo. Merita menzione il fatto che, data anche la sua grande disponibilità nel territorio comunale la legna da ardere è ancora molto utilizzata, in una percentuale stimabile nella misura del 40%; mentre per gli altri combustibili è attendibile considerare un 10% di GPL ,30% metano,20% split elettrici.

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Consumo totale termico per il residenziale : 1286 fam.x0,18Mwh/mqx 110mq=25462,80 MWh/anno

Mwh per consumo GPL:=2546,28 Mwh ton CO2 = 578,51

Mwh per consumo metano: 25462,80x0,30=7638,84 Mwh ton CO2 = 1543,04

Trasporto privato

Considerando dai dati ACI per il 2011 , 1745 auto in circolazione ,e stimando in 7000 Km all’anno il percorso medio di ogni auto nel territorio di Amendolara(tenendo conto che in estate aumentano , si ha :

1745x7000= 12.215.000 Km/anno .

Ipotizzando per semplificare auto a gasolio , il consumo medio si può definire in 14 Km/litro,per cui si ottiene il numero dei litri di gasolio consumati in un anno :

Consumo gasolio : 12.215.000/14 =872500 litri=>8620,30 Mwh .

Le emissioni di CO2 si calcolano partendo dai Mwh corrispondenti :

Mwh=8620,30 => Emissioni di CO2 = 8620,30x0,2668=2299,90 Ton

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SINTESI DEI CONSUMI ELETTRICI ,TERMICI,TRASPORTI E RELATIVA CO2

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

PUBLIC LIHGTING 246 MWH ton CO2= 121,28

ELETTRICITA’ EDIFICI E IMPIANTI COMUNALI=125 Mwh ton CO2=61,62

Consumi termici /anno : 43,42 MWH (GPL) ton CO2 = 8,77

Consumi termici /anno : 97,80 MWH (METANO) ton CO2 = 19,75

RESIDENZIALE

Consumo elettrico = 3562,22 Mwh ton CO2 = 1756,17

Consumo termico totale : 25462,80 Mwh

Mwh per consumo GPL:=2546,28 Mwh ton CO2 = 578,51

Mwh per consumo Metano=7638,84 Mwh ton CO2 = 1543,04

TERZIARIO

Elettrico 60 Mwh ton CO2=1 4,793

Termico GPL 20 MWH ton CO2=1,13

TRASPORTO COMUNALE

Gasolio 228,86 Mwh ton CO2=61,06

TRASPORTO PRIVATO

Gasolio 8620,30 Mwh ton CO2= 2299,90

TOTALE CO2 =6466,02 ton

Riduzione stabilita del 22% =1422,52 ton CO2

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6. ATTIVAZIONE DEGLI STAKEHOLDER SUL TERRITORIO

L'individuazione e l’attivazione degli stakeholder rappresenta un passaggio fondamentale per dare senso ed attuazione al Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile.

Letteralmente stakeholder ("to hold a stake") significa possedere o portare un interesse, un titolo, inteso (quasi) nel senso di un "diritto". In sostanza, lo stakeholder è un soggetto (una persona, un'organizzazione o un gruppo di persone) che ritiene di detenere un "titolo" per entrare nelle fasi di implementazione, controllo e revisione del piano d’azione. Un soggetto le cui opinioni o decisioni, i cui atteggiamenti o comportamenti, possono oggettivamente favorire od ostacolare il raggiungimento di uno specifico obiettivo dell'organizzazione2.

Gli stakeholder possono essere suddivisi in tre macro-categorie:

 istituzioni pubbliche: enti locali territoriali (comuni, province, regioni, comunità montane, ecc.), agenzie funzionali (consorzi, camere di commercio, aziende sanitarie, agenzie ambientali, università, ecc.), aziende controllate e partecipate;  gruppi organizzati: gruppi di pressione (sindacati, associazioni di categoria, partiti e movimenti politici, mass media), associazioni del territorio (associazioni culturali, ambientali, di consumatori, sociali, gruppi sportivi o ricreativi, ecc.);  gruppi non organizzati: cittadini e collettività (l'insieme dei cittadini componenti la comunità locale).

Gli stakeholder rappresentano quindi una molteplicità complessa e variegata di "soggetti portatori di interesse della comunità". Per rilevare le categorie degli stakeholder è stato necessario analizzare il contesto e la collettività di Petilia Policastro, anche inquadrata in un contesto più ampio, provinciale e regionale.

Dopo questa fase di "mappatura dell'esistente" occorre individuare gli stakeholder che si vogliono coinvolgere nell'ambito delle politiche energetiche, tuttavia si ritiene che tutti i membri della società rivestino un ruolo fondamentale nella risoluzione delle questioni energetiche e climatiche in collaborazione con le rispettive autorità locali.

2 Tratto dal cap. 7 di Governare le relazioni, Gorel, Edizioni Ferpi, 2002.

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Il coinvolgimento degli shakeholders, quindi, è di fondamentale importanza per l’attuazione coordinata e concordata del PAES.Nella tabella seguente vengono elencati gli stakeholder pel PAES di Petilia Policastro, suddivisi nelle tre macro-categorie. Tra questi alcuni hanno già avuto un ruolo di fondamentale importanza nella stesura del PAES, altri lo avranno nelle fasi successive.

Istituzioni Pubbliche Amministrazioni locali Ufficio Tecnico e Ufficio Urbanistica Ufficio Segreteria Consiglio e Giunta Comunali Comuni della Calabria associati ad Energia Calabria Comuni limitrofi Regione Calabria Università Università della Calabria – Dipartimento di Energetica Gruppi Organizzati Associazioni Associazione Energia Calabria Ordini Professionali Ordini e Collegi Professionali della Provincia di Cosenza ONG Associazioni ambientali del territorio Associazioni di settore ANCE,ANCI e aziende del territorio Gruppi Non Organizzati Imprese ESCO e imprese di settore Imprese artigianali-industriali del territorio Piccole e medie imprese Società di forniture energetiche Individui Cittadini Professionisti Tecnici del settore In particolare riveste il ruolo di stakeholder di grande interesse l’Associazione Energia Calabria. Fondata nel 2006 con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, con sede a Rende (CS), oggi è una rete di 60 professionisti e 61 Comuni della Calabria. I 60 professioni provengono da diversi settori (architetti, economisti, ingegneri, energy manager, certificatori energetici, esperti di progettazione europea, esperti di pianificazione energetica, etc) e possiedono comprovata esperienza nella gestione dell'energia, l'efficienza energetica, la formazione di settore, l’organizzazione di seminari, conferenze, giornate dell’energia e non ultimi vari expo patrocinati dalla Commissione Europea. L’associazione, inoltre, che opera nel Coordinamento Territoriale del Patto dei Sindaci, con autorizzazione della Commissione Europea, sostiene i Comuni associati per lo sviluppo e la redazione del PAES e per le altre azioni nel campo dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili. La molteplicità di professionalità, di imprese e di istituzioni associate consentono di racchiudere in un unico grande stakeholder tanti singoli stakeholder.

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LE AZIONI INDIVIDUATE ED IL PIANO DI MONITORAGGIO

SETTORE TIPO DI AZIONE DESCRIZIONE TonCO2 risparmiate

ENERGIA VERDE AZIONE 1 ACQUISTO 100 CERTIFICATA P.A. ENERGIA VERDE EFFICIENZA AZIONE 2 ILLUM.PUBBLICA 45 ENERGETICA EFFICIENZA AZIONE 3 REGOLAMENTO 100 ENERGETICA EDILIZIO EFFICIENZA AZIONE 4 RIQUAL.IMPIANTI 4,485 ENERGETICA TERMICI FOTOVOLTAICO AZIONE 5 Fotovoltaico 60 da 93,8Kwp su superfici pubbliche EFFICIENZA AZIONE 6 MISURA DEL 100 ENERGETICA CONSUMO DEI KWH ELETTRICI FOTOVOLTAICO AZIONE 7 ISTALLAZIONE 32 50KW SU EDIFICI PUBBLICI FOTOVOLTAICO AZIONE 8 G.A.S.PER 407,89 FOTOVOLTAICO PRIVATO ENERGIA VERDE AZIONE 9 G.A.S. PER ENERGIA 200

CERTIFICATA VERDE SOLARE TERMICO AZIONE 10 G.A.S. PER SOLARE 253,14 TERMICO PRIVATO EFFICIENZA AZIONE 11 PIANO 120 ENERGETICA COMUNICAZIONE CITTADINI Totale settori Totale riduzione Ton di CO2 : 22% 1422,52

Un importante elemento del monitoraggio sarà determinato da una sistematizzazione della registrazione delle pratiche edilizie in Comune. Questo comporterà: 1) La raccolta delle certificazioni energetiche dei nuovi edifici e di quelli ristrutturati 2) La registrazione semplificata di variazioni quali l’installazione di solare termico, fotovoltaico, la realizzazione di cappotti etc. In secondo luogo, al fine di garantire una corretta attuazione del SEAP, l’amministrazione ha individuato una struttura organizzativa preposta allo sviluppo ed implementazione del Piano, le modalità di coinvolgimento ed informazione dei cittadini, e le misure per l’aggiornamento e il monitoraggio del piano. Stante il fatto che, fatte salve le nuove versioni del bilancio delle emissioni della provincia di Cosenza, sarà difficile reperire informazioni di tipo bottom up sul territorio

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MONITORAGGIO E AGGIORNAMENTO .

Il monitoraggio rappresenta una parte essenziale nel processo del SEAP. Un monitoraggio continuo e regolare consente di realizzare un continuo miglioramento del processo. I firmatari del Patto sono tenuti a presentare una "Relazione di Attuazione" ogni secondo anno successivo alla presentazione del SEAP per scopi di valutazione.Tale Relazione di Attuazione deve includere un inventario aggiornato delle emissioni di CO2(Inventario di Monitoraggio delle Emissioni, IME). Le autorità locali sono invitate a elaborare gli inventari delle emissioni di CO2 su base annuale .

Tuttavia,è consentito effettuarli a intervalli temporali più grandi. Le autorità locali sono invitate a elaborare un IME e presentarlo almeno ogni quattro anni, ovvero presentare alternativamente ogni due anni una "Relazione d’Intervento" – senza IME" - (anni 2, 6, 10, 14…) e una "Relazione di Attuazione" – con IME (anni 4, 8, 12, 16…). La Relazione di Attuazione contiene informazioni quantificate sulle misure messe in atto, i loro effetti sul consumo energetico e sulle emissioni di CO2 , includendo misure correttive ove richiesto. La Relazione d’Intervento contiene informazioni qualitative sull’attuazione del SEAP,con un’analisi della situazione e delle misure correttive.

La Commissione europea fornirà un modello specifico per ogni tipo di relazione.

Alcuni indicatori sono necessari al fine di valutare i progressi e i risultati del SEAP.

L’attività di monitoraggio si occupa di controllare lo stato di attuazione del SEAP ,in relazione allo stato di realizzazione delle diverse azioni.I risultati del monitoraggio saranno diffusii tramite una relazione (Report d’implementazione del SEAP).il monitoraggio si effettuerà annualmente ,facendo ricorso a diversi indicatori,riportati anche nelle schede delle azioni previste .Il monitoraggio sarà realizzato facendo ricorso a diversi tipi di indicatori:

 Indicatori di risultato, e impatto usati per misurare il conseguimento degli obiettivi specifici e generali del SEAP, raccolti appositamente per la valutazione; - - Indicatori di realizzazione fisica e finanziaria .

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2011 12 13 14 15 16 17 18 19 2020

Nel grafico precedente sono rappresentate le azioni e i tempi di attuazione previsti .

Azione 0 . Gestione del piano d’azione per l’energia sostenibile

Azione 1 : Acquisto di energia elettrica rinnovabile certificata da parte della P.A.

Azione 2 : Piano di riqualificazione energetica dell’ illuminazione pubblica

Azione 3 : Allegato energetico al Regolamento edilizio

Azione 4 : Riqualificazione impianti termici del Comune

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Azione 5 : Installazione di 93,8 Kw di fotovoltaico su superfici pubbliche

Azione 6 : Misurazione del consumo dei KWh elettrici delle famiglie

Azione 7 : Installazione di 50 KW di FV sui vari edifici di proprietà pubblica

Azione 8 : Gruppo di acquisto solidale per fotovoltaico privato

Azione 9 : Gruppo di acquisto solidale per energia elettrica verde certificata

Azione 10: Gruppo di acquisto solidale per il solare termico

Azione 11 : Piano di sensibilizzazione dei cittadini e delle famiglie.

Le associazioni hanno già dato il loro benestare al fine di automonitorare i proprio consumi. Se come previsto il campione delle famiglie rapprensenteranno una buona rappresentazione statistica della popolazione, sarà possibile monitorare i cambiamenti medi della popolazione facendo riferimento a questo campione. A tale proposito si elencano di seguito le attività da inserire nel S.E.A.P. per le quali i gruppi di cittadini si impegnano a dare il loro fattivo contributo:

1) Censimento dei consumi energetici per gruppo familiare.

– prima raccolta nel mese di aprile su 60/70 famiglie per la verifica procedura di censimento

– raccolta su campione più ampio entro settembre 2011

La procedura è stata elaborata attraverso le semplici ed efficaci indicazione della Direttiva del Parlamento Europeo datata 16/dic/2002.

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2) Organizzazione e gestione di incontri pubblici di informazione:

– Presentazione e sensibilizzazione del censimento con spiegazione su come leggere e controllare le bollette. Interventi motivazionali rivolti alla popolazione con particolare riferimento sul risparmio economico nel ridurre i consumi e attuare azioni virtuose. Presentazione di casi reali.

– Relazione dati censimento e possibili azioni applicabili ad Amendolara.

– Workshop : consumi energia elettrica. Presentazione attività mirate al risparmio con presenza di istituti, aziende, associazioni consumatori che possono dare spunti ai cittadini per “investire in risparmio energetico”

– Workshop : consumi per riscaldamento. Presentazione attività mirate al risparmio con presenza di istituti, aziende, associazioni consumatori che possono dare spunti ai cittadini per “investire in risparmio energetico”

3) Creazione di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) relativi a:

– contratti di fornitura energetica, – acquisto di materiale a risparmio energetico per uso domestico

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AZIONE 0

Gestione del piano d’azione per l’energia sostenibile

Obiettivi

Gestire in modo efficace il Piano d’ azione

Informare i cittadini e i soggetti interessati

Attivare meccanismi di finanziamento per gli utenti finali (ad esempio gruppi di acquisto solidali)

Consulenza di base per i cittadini

Orientare le scelte di progettisti ed utenti finali.

Soggetti promotori

Comune (Assessorati competenti e Ufficio Tecnico).

Soggetti coinvolgibili

Provincia, Regione, Aziende di distribuzione dell’ energia,Progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici, Installatori di impianti, Ordini professionali, Energy Service Company.

Portatori d’interesse

Utenti finali, Professionisti, Installatori e Manutentori, Operatori del settore energetico.

Descrizione della linea d’azione

Scopo dell’azione è quello di creare, all’interno della struttura pubblica comunale, un team che supporti l’amministrazione nell’attivazione dei meccanismi necessari alla realizzazione delle attività programmate dal SEAP , svolgendo attività di sportello informativo verso i cittadini privati. Il Team in questione dovrà quindi essere sia l’interfaccia per l’Ente stesso, sia per gli utenti finali.

Questa scheda del SEAP deve essere vista come trasversale rispetto alle restanti linee di attività e risulta indispensabile per garantirne l’attuazione. Le attività gestite dal Team possono essere sinteticamente elencate come segue:

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- coordinamento dell‟implementazione delle azioni del Piano; - organizzazione di eventi di informazione, formazione e animazione locale; - monitoraggio dei consumi energetici dell’ente; - monitoraggio dell‟attuazione del SEAP ; - rapporti con gli stakeholders (associazioni locali e comunità montana) .

Tra i principali compiti dello sportello avremo:

- consulenza sugli interventi possibili in ambito energetico sia dal punto di vista termico che elettrico; - informazioni di base e promozione del risparmio energetico e dell‟uso delle fonti rinnovabili di energia .

- consulenza e divulgazione dei possibili meccanismi di finanziamento e/o incentivazione esistente e valutazioni economiche di massima sugli interventi realizzabili; - informazione sui vincoli normativi e le procedure amministrative attivabili per la realizzazione di specifici interventi; - realizzazione di campagne di informazione tra i cittadini ed i tecnici; - gestione dei rapporti con gli attori potenzialmente coinvolgibili nelle diverse iniziative (produttori, rivenditori, associazioni di categoria e dei consumatori, comuni);

-consulenza sui costi di investimento e gestione degli interventi.

Il raggiungimento degli obiettivi di programmazione energetica dipende dal consenso dei soggetti coinvolti. La diffusione dell’informazione è sicuramente un mezzo efficace a tal fine.

Oltre che per la divulgazione delle informazioni generali sugli obiettivi previsti, è necessario realizzare idonee campagne di informazione che coinvolgano i soggetti interessati attraverso l’illustrazione dei benefici ottenibili dalle azioni previste, sia in termini specifici, come la riduzione dei consumi energetici e delle relative bollette, sia in termini più generali come la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e lo sviluppo dell’occupazione.

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Oltre alla consulenza verso l’esterno la struttura di gestione del SEAP dovrà essere in grado di gestire alcune delle attività di controllo e monitoraggio delle componenti energetiche dell’edificato pubblico: monitorare i consumi termici ed elettrici delle utenze pubbliche, gestire l’aggiornamento continuo della banca dati dei consumi e degli impianti installati, sistematizzare le attività messe in atto in tema di riqualificazione energetica degli edifici esistenti e strutturare, con gli uffici comunali competenti, il quadro degli interventi prioritari in tema di efficienza energetica di involucro ed impianti dell’edificato pubblico.

Il Team potrà costituire il soggetto preposto alla verifica ed al monitoraggio dell’applicazione del SEAP, ma anche all’aggiornamento dello stesso ed alla validazione delle azioni messe in campo.

Infine, si ritiene molto utile che il Comune ponga particolare attenzione, alla costruzione di politiche e programmazioni che incontrino trasversalmente o direttamente i temi energetici ed alla concertazione con i vari portatori di interesse esistenti sul territorio, anche attraverso l’apertura di “tavoli tecnici di concertazione” su temi e azioni che, per essere gestite correttamente, hanno bisogno dell’apporto di una pluralità di soggetti.

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AZIONE 1

Acquisto di energia elettrica rinnovabile certificata da parte della P.A.

Descrizione:

Il Comune di Amendolara per aumentare l’utilizzo di energia rinnovabile nella PA si doterà di un contratto di fornitura di energia elettrica certificata rinnovabile, per alimentare parte delle strutture comunali. Questo consente, di fatto, di annullare le emissioni di CO2 indirette dovute all’utilizzo di energia elettrica. Sarà effettuata un’analisi di offerte al fine di selezionare il miglior offerente ai fini della fornitura di energia elettrica rinnovabile.

Obiettivi:

Riduzione delle emissioni di CO2 ed effetto positivo per il comportamento dei cittadini. Soggetti interessati:

Strutture comunali

Modalità di implementazione:

Bando di gara per la fornitura di energia elettrica certificata rinnovabile

Promotori:

Comune di Amendolara

Tempi di attuazione:

2012-2015

Costi:La tariffa elettrica non è molto diversa da quella che si paga per energia elettrica di tipo convenzionale

Risorse finanziarie:

Spesa corrente del Comune

Risultati attesi:

- Annullamento delle emissioni indirette derivanti dall’utilizzo di energia elettrica

Riduzione CO2: 100 t CO2 /anno

Responsabile: Ufficio tecnico

Indicatore:Consumi energetici delle strutture comunali

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AZIONE 2

Piano di riqualificazione energetica dell’ illuminazione pubblica

Descrizione:1.1 Le lampade a vapori di mercurio dell’illuminazione pubblica saranno sostituite con lampade a maggiore efficienza (ad esempio sodio ad alta pressione o ioduri metallici). Ciò consentirà di risparmiare energia, riducendo cosi’ i consumi energetici, in quanto aumenterà notevolmente l’efficienza luminosa Realizzazione dei nuovi impianti di illuminazione che utilizzino lampade ad elevata efficienza in conformità dei criteri di massima sicurezza, risparmio energetico e minimizzazione dell’inquinamento luminoso. 1.2 Impiego di apparecchi che consentano condizioni ottimali di interasse dei punti luce (per l’illuminazione stradale, rapporto tra interdistanza e altezza non inferiore a 3,7 m). 1.3 L’utilizzo di sistemi per la riduzione del flusso luminoso delle singole lampade consente di ridurre e controllare il livello di illuminamento al suolo, in fasce orarie notturne, seguendo le indicazioni e le prescrizioni delle normative tecniche vigenti e in considerazione delle situazioni di sicurezza pubblica. La possibilità di programmazione degli apparecchi permette di adattare il regolatore alla specifica situazione e di ottimizzare perciò il funzionamento del singolo punto luce in funzione della localizzazione, delle necessità, delle caratteristiche del fondo stradale.

Obiettivi:Riduzione dei consumi energetici e riduzione delle emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di apparecchi e lampade di nuova generazione a maggiore efficienza (miglior rapporto lumen/watt) e in particolar modo di dispositivi LED. Inoltre verrà valutato l’utilizzo di sistemi di controllo e regolazione del flusso luminoso

Soggetti interessati: Comune di Amendolara

Modalità di implementazione: Realizzazione tramite ESCO,o da finanziamenti agevolati

Promotori:Comune di Amendolara

Tempi di attuazione:2012-2015

Costi:I costi sono suscettibili di variazioni di mercato. Attualmente si può pensare a 250 euro a punto luce con il telecontrollo.

Risorse finanziarie:Finanziamento tramite ESCO, da inserire nel contratto gestione dell’ energia.

Risultati attesi:In relazione agli interventi descritti si ipotizza di conseguire un risparmio di 92 MWh, pari a 45 tonnellate di CO2 all’anno .

Riduzione CO2:45 t CO2 /anno

Responsabile:

Ufficio tecnico

Indicatore:

MWh risparmiati, numero di apparecchiature sostituite

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Azione 3 Allegato energetico al Regolamento edilizio

Descrizione:Sarà inserito un allegato energetico aI regolamento edilizio,che sarà utilizzato come strumento base per lo stimolo all’efficienza energetica nel territorio comunale. Sarà attivato un accordo con i costruttori che prevederà nel regolamento edilizio delle misure specifiche: premialità volumetrica, diminuzione degli oneri di urbanizzazione, riduzione TARSU-ICI in proporzione agli interventi effettuati per diminuire il consumo energetico degli edifici. All’efficienza energetica concorrono l’isolamento termico dell’involucro edilizio, la trasmittanza delle pareti e degli infissi, il ricorso all’energia rinnovabile. La normativa, in particolare il Dlgvo 192/2005, il DPR 59/2009, le Linee Guida Nazionali stabiliscono già che per le nuove costruzioni o le ristrutturazioni consistenti, il Comune deve verificare che il Progettista abbia presentato la relazione tecnica relativa alla prestazione energetica minima, stabilita dalla legge, senza la quale il Comune non può dare il permesso a costruire. Pertanto, la classe energetica delle nuove costruzioni dovrà essere di tipo C/D. Inoltre l’ agibilità deve essere concessa dal Comune solo in presenza dell’ Attestato di Qualificazione Energetica redatto dal Direttore dei lavori. La riqualificazione energetica degli edifici pubblici andrà curata molto attentamente sfruttando anche le possibilità delle agevolazioni fiscali del 55%. Il Comune dovrà attivare iniziative di informazione e di sensibilizzazione sull’ edilizia sostenibile, rivolte alla cittadinanza ed agli operatori del settore presenti sul territorio.

Obiettivi:Aumentare il livello di efficienza nell’orizzonte temporale di 8 anni.

Destinatari:Edifici residenziali, del terziario, dell’ amministrazione pubblica

Modalità di implementazione: meeting per elaborare i documenti ,seminarI,concertazione .

Promotori:Amministrazione comunale, cittadini, operatori economici, professionisti, tecnici

Tempi di attuazione:2012-2020

Costi:Il cappotto termico (utilizzando un pannello isolante in EPS certificato di spessore 6/8 cm) a lavoro finito viene a costare circa 45-50 euro al mq. compreso i ponteggi, il materiale, la posa, le attrezzature e l'assicurazione decennale. Per gli infissi si considera 57 euro/mq

Risorse finanziarie:Per gli edifici residenziali e del terziario gli interventi si effettueranno tenendo conto del 55% di agevolazione fiscale e della spesa in euro recuperata dal minor consumo dell’unità abitativa efficientata. Verranno attivati dall’ Amministrazione contatti con costruttori, installatori ed istituti finanziari per venire incontro ai cittadini. Per quanto riguarda le strutture comunali si attiveranno risorse finanziarie provenienti da bandi regionali e nazionali

Risultati attesi:- risparmio energetico conseguente all’efficientamento energetico dell’involucro edilizio e al ricorso alle rinnovabili.

Riduzione CO2 :100 t CO2

Responsabile: Ufficio Tecnico

Indicatore: m2 riqualificati/anno del settore pubblico e del settore privato.

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Azione 4 : Riqualificazione degli impianti termici .

Descrizione:L’Amministrazione intende sfruttare tutte le opportunità che la moderna contrattualistica del finanziamento tramite terzi (FTT) può offrire.L’azione consiste nel:

1. Stabilire la consistenza impiantistica in oggetto; 2. Definire la tipologia di contratto: 3. Stabilire il risparmio energetico che l’aggiudicatario dovrà conseguire Con riferimento al dlgs 115/2008, infatti, le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di gestire gli impianti con criteri di efficienza e risparmio energetico, direttamente o attraverso l’affidamento a soggetti terzi che devono garantire i risultati pattuiti. L’affidamento di tali servizi inoltre è soggetto all’applicazione del codice degli appalti (dlgs 163/2006), che, sulla base dell’importo bandito, prevede varie forme di affidamento. Obiettivi.Gli obiettivi che si pone l’amministrazione sono Riorganizzare la gestione degli impianti termici secondo le normative vigenti per:  Apportare migliorie ai sistemi impiantistici;  Rendere gli impianti più efficienti  Evitare gli sprechi di combustibile;  Ottimizzare gli orari di funzionamento;  Riduzione dei costi .

Soggetti interessati: amministrazione comunale.

Modalità di implementazione: il comune effettuerà una gara per l’affidamento dell’incarico.

Promotori:Comune di Amendolara.

Tempi di attuazione:2012-2015

Costi:Non comporta alcun impegno per l’amministrazione poiché l’utile dell’intervento si ottiene dal risparmio energetico, mentre l’Amministrazione continuerà a sostenere gli stessi costi di prima fino alla fine del contratto.

Risorse finanziarie:0

Risultati attesi:Il risparmio conseguibile potrà essere determinato solo a consuntivo e tramite un attento Audit energetico. Tuttavia a livello contrattuale si porrà la clausola minima di un raggiungimento del 10% minimo di risparmio negli usi finali

Riduzione CO2:Stima riduzione CO2 dovute a risp. Elettrico: 5 MWh * 0.493 = 2,465 t/anno

Stima riduzione CO2 dovute a risp. termico: 10 MWh * 0.202 = 2,02 t/anno

Responsabile: Ufficio Tecnico

Indicatore:

KWh risparmiati

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AZIONE 5

Installazione di 93,8 Kw di fotovoltaico su superfici pubbliche

Descrizione:

Il Comune di Amendolara istallerà su superfici di proprietà pubblica 93,6 kw .Gli impianti verranno realizzati coinvolgendo una ESCO ,e tenendo conto degli incassi provenienti dagli incentivi del Conto Energia.

Soggetti interessati:

Comune di Amendolara

Modalità di implementazione:

La producibilità dell’impianto sarà di 93,6 Kwpx1300Kwh/Kwp(in Calabria)=121,7 Mwh

Promotori:

Amministrazione comunale

Tempi di attuazione:

2012-2018

Costi:

I costi saranno sostenuti dall’investitore che sarà individuato con bando di gara . Risorse finanziarie:

Finanziamento tramite terzi Risultati attesi:

Produzione di energia rinnovabile da fotovoltaico che servirà ad alimentare l’illuminazione pubblica ..

Riduzione CO2:

Riduzione CO2 annua 121,7 MWh x 0,493 = 60 tonn di CO2 all’anno. Responsabile:

Ufficio tecnico

Indicatore:

KWh prodotti in un anno

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AZIONE 6 Misurazione del consumo dei KWh elettrici delle famiglie

Descrizione:Lo strumento di prova che consente di misurare il consumo in KWh ed in euro ,verrà messo a disposizione gratuitamente dalla società aggiudicataria della fornitura di energia verde per la città di Amendolara La misurazione del flusso di energia che attraversa un cavo elettrico consente di esprimere il consumo rilevato tanto in kWh che in euro, sulla base delle tariffe preimpostate di tutta la fornitura. La verifica dei consumi di uno più apparecchiature elettriche consente di migliorarne le modalità d’uso o adottare misure tecniche per ridurne i consumi ed innescare dei comportamenti virtuosi.

Obiettivi:Riduzione della CO2 attraverso la verifica dei consumi e le misure tecniche da adottare, innescando comportamenti virtuosi.

Soggetti interessati: Cittadini e imprese che vogliono verificare la possibilità di ottimizzare i loro consumi di energia elettrica.

Modalità di implementazione:L’iniziativa verrà divulgata dall’amministrazione tramite il sito web, lo sportello informativo, le scuole del territorio.Lo strumento verrà consegnato in prestito d’uso ai richiedenti per un periodo compreso tra 3 e 30 giorni, a cura dell’ Amministrazione. Inoltre, attraverso il fornitore di energia verde che vincerà l’appalto, i cittadini e/o le imprese potranno acquisirlo tramite un contratto di fornitura .

Promotori:Comune di Amendolara

Tempi di attuazione: Il servizio partirà dal 2012 oltre la scadenza del 2020

Costi:I misuratori verranno messi a disposizione gratuitamente dalla società aggiudicataria della fornitura di energia verde certificata.

Risorse finanziarie: eventuali fondi comunali

Risultati attesi:Risparmio energetico conseguente al migliore comportamento messo in atto dai soggetti interessati. Ipotizzando il 20% sul consumo totale si ha un minor consumo elettrico pari a 202,84 MWh/anno circa.Saranno distribuite ai cittadini gratuitamente lampade a basso consumo messe a disposizione dalla società o da ESCO .

Riduzione CO2: 202,84 x 0,493 = 100 tonnellate CO2 annue

Responsabile: Ufficio tecnico

Indicatore:

KWh risparmiati per famiglia

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AZIONE 7 Installazione di 50 KW di FV sui vari edifici di proprietà pubblica .

Descrizione:L’azione nasce dalla possibilità di installare impianti fotovoltaici sulle uperfici disponibili degli edifici di proprietà pubblica beneficiando delle agevolazioni previste dal conto energia per i comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti. Infatti per tali contesti le pubbliche ammistrazioni hanno la possibilità di costruire più impianti fotovoltaici, anche su edifici diversi (e quindi con contatori differenti) ma riconducibili ad un unico titolare. Agli enti pubblici, in seguito al varo della legge Sviluppo 99/09 e alla delibera AEEG ARG/elt 186/09 sono state introdotte molte misure a favore del fotovoltaico come, ad esempio, la possibilità per i Comuni fino a 20 mila abitanti di richiedere “per gli impianti di cui sono proprietari di potenza fino a 200 kW, il servizio di scambio sul posto senza tener conto dell’obbligo di coincidenza fra il punto di immissione e il punto di prelievo. La potenza complessiva sugli edifici presi in esame è di 50 KW.

Obiettivi: Ridurre i costi di energia elettrica della pubblica amministrazione, installando impianti fotovoltaici su immobili di proprietà del comune di Amendolara.

Soggetti interessati:Edifici della pubblica amministrazione

Modalità di implementazione:verrà effettuato un bando di gara per installare gli impianti fotovoltaici sugli del comune di Amendolara utilizzando gli incassi del conto energia e senza oneri per l’ amministrazione, salvo la concessione delle superfici di copertura degli immobili di proprietà del comune di Amendolara.

Promotori:Comune di Amendolara

Tempi di attuazione:2012-2015

Costi:165.0000 €

Risorse finanziarie:Finanziamento tramite terzi. Coinvolgimento di E.S.C.O.incassi del Conto Energia.

Risultati attesi:Questa opportunità verrà utilizzata per produrre con gli impianti FV l’energia richiesta dall’edificio sottostante. Verrà valutato poi se conviene che tale produzione venga aumentata per fornire energia elettrica ad altre utenze del comune oltre che all’edificio in questione.

Riduzione CO2: 50 kwx1300 Kwh/kwp =65000 Mwh

65 MWh/anno x 0,493 =32,045 ton di CO2 annue Responsabile: Ufficio tecnico

Indicatore:

KWh prodotti in un anno

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Gruppo di acquisto solidale per fotovoltaico privato

AZIONE 8

Descrizione:L’iniziativa vuole proporre ai cittadini l’installazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano a condizioni economiche vantaggiose, attivando per l’operazione Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.). L’iniziativa si articola nelle seguenti attività:

 Incontro con i cittadini, organizzato dall’amministrazione comunale, nel quale sono coinvolti rappresentanti del Comune, dei facilitatori e di istituti di credito interessati alla realizzazione del progetto;  Definizione e raccolta dei nominativi dei cittadini interessati;  Sopralluogo tecnico presso il cittadino;  Consegna al cittadino della valutazione preliminare dell’impianto e presentazione di 3 proposte impiantistiche, relativi preventivi e ditte installatrici precedentemente selezionate (al costo simbolico di 35 Euro);  Individuazione e scelta da parte del cittadino del preventivo e della ditta installatrice, e stipula del contratto tipo fissato dall’amministrazione con la ditta prescelta. Tutte le ditte installatrici segnalate si impegnano a:  Fornitura di un pacchetto completo “chiavi in mano” :materiali e trasporto, manodopera per la realizzazione dell’intervento, realizzazione dell’intervento conformemente alla regola dell’arte, collaudo, redazione titolo abilitativo, se richiesto, cura di tutta la pratica e documentazione prevista, presso il G.S.E., per l’ottenimento delle tariffe incentivanti del conto energia;

Obiettivi: Tenendo conto che ci sono 1286 famiglie, è immaginabile che entro il 2020 almeno 212 famiglie si dotino di impianto fotovoltaico da 3kw . In prospettiva di medio e lungo termine, sarà interessante verificare il risparmio energetico dovuto all’installazione di questi impianti

Soggetti interessati: cittadini e famiglie di Amendolara

Modalità di implementazione: Si effettuerà un bando secondo la filosofia dei Gruppi di Acquisto Solidali. Successivamente verranno individuate le ditte installatrici e i cittadini interessati

Promotori: Comune di Amendolara

Tempi di attuazione: 2012-2018

Costi: 0

Risorse finanziarie: finanziamento privato o mediante istituti di credito

Risultati attesi:installazione di impianti fotovoltaici per almeno 212 famiglie 212 famigliex 3Kwox 1300= 827,36 Mwh ;Riduzione CO2= MWh 827,36 * 0,493 tCO2/MWh = 407,89ton

Responsabile: Ufficio Tecnico

Indicatore: KW istallati in un anno

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AZIONE 9 . ACQUISTO DI ENERGIA VERDE CERTIFICATA MEDIANTE G.A.S.

Descrizione:L’iniziativa si sviluppa nelle seguenti attività:

 Incontro con i cittadini, organizzato dall’amministrazione comunale, nel quale intervengono i rappresentanti del Comune, dei facilitatori e di istituti di credito per la presentazione del progetto;  Raccolta dei nominativi dei cittadini interessati;  Individuazione e scelta da parte del cittadino della tipologia contrattuale più idonea;  Espletamento di una gara per la selezione del vincitore.

Obiettivi:

Incrementare l’utilizzo di energia rinnovabile mediante l’acquisto di energia certificata rinnovabile nei gruppi di acquisto, che permetterà di godere di una tariffa vantaggiosa grazie al volume di acquisto. Soggetti interessati:

Cittadini e imprese del comune di Amendolara.

Modalità di implementazione:

Raccolta dei nominativi dei cittadini interessati ed espletamento di una gara.

Promotori:

Comune di Amendolara

Tempi di attuazione:

2012-2017

Costi:0

Risorse finanziarie:Azioni private

Risultati attesi:aumento di energia rinnovabile certificata e utilizzata da cittadini e iimprese del Comune di Amendolara. Si ipotizza che aderisca all’iniziativa 11,38% delle famiglie.

Riduzione CO2: 11,38% x 3562,22 MWh) = 405,68 MWh; tonn C02= 405,68 MWh * 0,493 tCO2/MWh = 200 tonn di CO2

Responsabile:

Ufficio Tecnico Indicatore: kW installati/anno

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AZIONE 10

Gruppo di acquisto solidale per il solare termico privato

Descrizione:

L’amministrazione creerà le condizioni per favorire la costituzione di gruppi d’acquisto pannelli solari termici. L’utilizzo del solare termico contribuirà a ridurre notevolmente l’utilizzo della caldaia a combustione. Obiettivi:

Migliorare l’efficienza generale del comparto caldaie e incrementare l’utilizzo di energia rinnovabile nella produzione dell’acqua calda sanitaria. L’obiettivo da raggiungere per il 2020 è quello che 340 famiglie si dotino di mpianto solare termico . Soggetti interessati:

Famiglie di Amendolara

Modalità di implementazione:

L’amministrazione effettuerà una manifestazione di interesse per ditte installatrici di solare termico e verranno individuati cittadini e ditte interessate

Promotori:

Comune di Amendolara

Tempi di attuazione:

2012-2020

Costi:

0 Risorse finanziarie:

Azioni private

Risultati attesi:Installazione di pannelli solari termici per : 340 famigliex3,684 Mwh=1253,17 Mwh di pannelli solari termici .

Riduzione CO2:1253,17MWh x 0.202 = 253,14 ton CO2

Responsabile:

Ufficio tecnico

Indicatore:

Numero di acquisti impianti mediante gruppo di acquisto

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AZIONE 11 Piano di sensibilizzazione dei cittadini e delle famiglie.

Descrizione:Uno dei principali obiettivi da raggiungere in una politica per il risparmio energetico è la modifica dei comportamenti della popolazione in chiave energeticamente efficiente. Da semplici misure, spesso, possono derivare interessanti risparmi economici. Il Piano operativo di informazione/formazione si svilupperà attraverso le fasi descritte in precedenza :

1.Progettazione dell’immagine della campagna .di sensibilizzazione;2.Veicolazione dell’informazione 3.Manifestazioni espositive .4.Campagne pubblicitarie

.Si attiveranno le scuole ove si organizzeranno anche workshop con la popolazione, installazioni di postazioni mobili e fisse (stand), con utilizzo dei metodi della“programmazione partecipativa e iniziative condivise tra scuole,Enti Locali,istituzioni,imprese ,Il Team del Patto proporrà una serie di attività operative secondo le linee guida sopra indicate;inoltre pianificherà una serie di azioni formative specifiche per i tecnici e le associazioni del territorio. Verranno anzitutto realizzati dei forum pubblici, aperti a tutti ma in particolar modo alle associazioni con l’obiettivo di dare informazioni generalizzate sul risparmio energetico. Con l’occasione si chiederà anche la disponibilità delle famiglie di auto monitorare i propri consumi energetici. Verranno distribuiti volantini e brochure informativa alla cittadinanza.

Obiettivi:Diffondere informazione e buone pratiche per un comportamento energeticamente consapevole. Inoltre, selezionando alcune famiglie statisticamente rappresentative della popolazione, e chiedendo loro di monitorare i consumi energetici, si potrà avere una idea chiara e di lunga durata degli effetti delle politiche di informazione sulla popolazione.

Soggetti interessati:Famiglie di Amendolara,associazioni,tecnici .

Modalità di implementazione:Il team di consulenza del SEAP, insieme al Comune, stabilirà una pianificazione delle attività

Promotori:Comune di Amendolara

Tempi di attuazione:2011-2020

Costi: 30.000 € per i 9 anni di attività

Risorse finanziarie: Comune di Amendolara, provenienti anche da interventi compensativi per la produzione eolica .

Risultati attesi:Cambiamento del comportamento relativamente ai consumi energetici e consapevolezza della necessità di modificare il proprio stile di vita per ridurre la CO2 immessa in atmosfera

Riduzione CO2: La riduzione delle emissioni verrà conseguita per i consumi energetici diminuiti nelle famiglie per cambiamenti nei comportamenti: utilizzo di lampade a basso consumo, eliminazione dello stand by negli apparecchi domestici, limitazione a 20 gradi della temperatura all’interno degli ambienti, uso di elettrodomestici a basso consumo,etc.Si prevede una riduzione di CO2 di 120 tonnellate all’anno .

Responsabile: Amministrazione comunale e associazionismo

Indicatore: monitoraggio delle famiglie campione: kWh elettrici risparmiati;m3 gas risparmiati.

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