AMPLIAMENTO / ADEGUAMENTO DEL DEPURATORE VIA TAVELLA IN DI - ZOPPOLA

PROGETTO PRELIMINARE

STUDIO SULLE ACQUE PARASSITE

PROGETTISTI:

Ing. Pieraimondo Cappella Ing. Alessandro Gregorig Ing. Federico Olivotti

REVISIONE:

n. rev. Redatto da: data Verificato da: data Validato da: data

00 F. Olivotti 18/03/2016P. Cappella 18/03/2016A. Gregorig 18/03/2016

03/2016

Livenza Tagliamento Acque S.p.A. Commessa LTA: Sede Legale: Piazza della Repubblica, n. 1 - 30026 Portogruaro (VE) 661150001 Sede Amministrativa: Via Leonardo Zannier, n. 9 - 30025 Fossalta di Portogruaro (VE) Sede Operativa: Viale , n. 11 - 30020 Annone Veneto (VE) Sito web: www.lta.it - e-mail: [email protected] - pec:[email protected] F Indagine preliminare sulle acque parassite in comune di Fiume Veneto

Sommario

Premessa ...... 2 Inquadramento normativo ...... 3 Sviluppo dell’attività ...... 5 Sfioratore n. 0 (depuratore) ...... 5 Sfioratore n. 1 (Via Tavella) ...... 6 Sfioratore n. 2 (Via Tavella) ...... 6 Sfioratore n. 3 (Via Trieste) ...... 7 Sfioratore n. 4 (Via Trieste) ...... 7 Sfioratore n. 5 (Via S. Francesco) ...... 8 Sfioratore n. 6 (Via Sacconi)...... 8 Sfioratore n. 7 (via Fratte/via Tavella) ...... 8 Stima delle portate ...... 9 Portate in rete ...... 9 Acque parassite ...... 10 Conclusioni ...... 11

STUDIO CAPPELLA - GORIZIA 1 Indagine preliminare sulle acque parassite in comune di Fiume Veneto

Premessa Il gestore della CATO interregionale del Lemene gestisce tra l’altro il comune di Fiume Veneto. La frazione principale è servita da un depuratore che non ha adeguata potenzialità e pertanto è stato sottoposto a procedura di infrazione comunitaria 2014-2059. In conseguenza lo Studio Cappella è stato incaricato di sviluppare la progettazione dell’intervento urgente di adeguamento della potenzialità del depuratore al carico dell’agglomerato.

Nell’ambito delle valutazioni preliminari è però emerso che il depuratore non è attualmente dotato di autorizzazione allo scarico a causa del fatto che gli sfiori dell’agglomerato sono attivi e, come da prassi della Provincia dei , in tal caso viene revocata o non rinnovata l’autorizzazione unica (che comprende cioè sia lo scarico terminale che gli sfiori in linea).

Il problema è legato alla presenza di copiose acque parassite che originano sia da infiltrazioni da falda che dagli scarichi delle numerose fontane private, che provocano l’attivazione degli sfiori anche in tempo secco.

Pur trattandosi di problemi tra loro diversi e funzionalmente scollegati, nella definizione delle attività si è ritenuto quantomeno opportuno inserire una fase preliminare di analisi della problematica.

Lo scopo è quello di inquadrare il fenomeno sotto il profilo qualitativo in modo da fornire al gestore un supporto decisionale per avviare le possibili soluzioni parallelamente all’attività principale di adeguamento alla direttiva comunitaria.

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Inquadramento normativo Nelle fognature, sia quelle miste che quelle nere separate, vige il principio del divieto di scarico verso corpi ricettori prima dell’ingresso al depuratore.

Tale principio è derogato unicamente in due situazioni: - per le stazioni di sollevamento, sia nere che miste, è previsto che esista uno scarico di emergenza per far fronte alle situazioni di guasto. La giurisprudenza è costante nel ritenere questo scarico non sottoposto ad autorizzazione in quanto non ideato per un funzionamento sistematico ma solo, appunto, di emergenza; - per le fognature miste è ammesso inoltre che, per precipitazioni significative, l’aliquota eccedente un certo valore soglia, detto moltiplicatore di pioggia, venga scaricata in un corpo recettore. Questi scarichi devono venire autorizzati, possono essere sottoposti a prescrizioni (quali la grigliatura) ma non sono soggetti a limiti allo scarico, per la propria natura.

La giurisprudenza si è più volte soffermata sull’argomento (si veda ad es. Cass. civ. Sez. I, 27-06- 2006, n. 14838) e la stessa normativa regionale reca disposizioni nel merito, per cui si può delineare il seguente quadro: - gli sfioratori (o scaricatori di piena) possono attivarsi solo in tempo di pioggia (giurisprudenza); - le acque di sfioro non sono sottoposte a nessun limite allo scarico (giurisprudenza); - gli sfioratori possono attivarsi solo una volta raggiunto un rapporto tra portata media giornaliera in tempo secco e portata di pioggia pari a 6 (Piano Generale di Risanamento delle Acque – PGRA – approvato con D.G.R. n. 384/82, art. 8 e Piano di Tutela delle Acque – PTA – , art. 21 ); - lo sfioratore in testa all’impianto di depurazione può attivarsi una volta raggiunta una diluizione pari a 4 volte (PGRA, art. 8 e PTA, art. 21); - gli sfioratori sono dotati di un sistema di grigliatura su almeno il 50 per cento della sezione di scarico con luci non superiori a 50 mm (art. 21 PTA, non in vigore).

Per l’esatta applicazione delle norme su riportate risulta fondamentale definire il concetto di portata media giornaliera in tempo secco, intesa come quel valore che va assoggetto ai moltiplicatori di pioggia per calcolare le portate minime da trattare in tempo di pioggia.

Il PTA ha finalmente dipanato i dubbi sul tema, introducendo una definizione diretta (questa norma è stata messa in salvaguardia con L.R. n. 15/2014 ed è pertanto già efficace): “portata media giornaliera di tempo di secco: la portata calcolata in una determinata sezione della rete fognaria, sulla base degli effettivi volumi giornalieri scaricati da tutte le utenze servite nel periodo di massimo carico, oppure stimata, assumendo per la popolazione residente e fluttuante una dotazione giornaliera pro capite minima di 250 l/g con un coefficiente di afflusso alla rete fognaria pari a 0,8 e considerando, per le attività economiche, una portata calcolata in base alla stima dei fabbisogni idrici” STUDIO CAPPELLA - GORIZIA 3 Indagine preliminare sulle acque parassite in comune di Fiume Veneto

In molte situazioni questa definizione consente di non sovradimensionare l’idraulica dei depuratori oltre ogni ragionevole criterio, nel rispetto delle norme e dei principi elencati in precedenza, in particolare non applicando i moltiplicatori di pioggia alle portate parassite.

La situazione peculiare di Fiume Veneto (peraltro comune a molte altre sotto la linea delle risorgive) si presenta però alquanto critica in quanto una parte consistente delle acque parassite è legata agli scarichi domestici che immettono in fognatura l’effluente delle fontane. Pertanto, pur trattandosi di acqua pulita, rappresenta un’aliquota da classificare come “volumi giornalieri scaricati dalle utenze servite” e non come acque parassite.

D’altra parte va tenuto conto che lo stesso PTA introduce misure volte a limitare queste portate. Infatti l’art. 48 (non in vigore) prevede che: “Ai fini del risparmio e della tutela sia quantitativa che qualitativa della risorsa idrica sotterranea, ciascun pozzo artesiano, a qualunque uso destinato, deve essere dotato di valvola di regolazione del flusso atta ad impedire l'esercizio a getto continuo”.

Si tratta dunque di una misura ispirata alla tutela della risorsa idrica ma che avrebbe importanti effetti anche sotto il profilo fognario e depurativo.

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Sviluppo dell’attività

Il giorno 6 novembre 2015, in tempo secco e quasi siccitoso, è stato effettuato un sopralluogo dai tecnici dello Studio Cappella, supportati dall’ufficio tecnico e da due operai.

Nel corso della giornata sono stati ispezionati tutti gli sfiori nonché analizzati alcuni tratti di fognatura ai fini della valutazione dei seguenti elementi: - presenza di sfiori in tempo secco; - in caso affermativo, stima delle portate sfiorate.

Si precisa che la stima delle portate è stata effettuata “a vista” in modo da individuarne l’ordine di grandezza, effettuando ove possibile misurazioni più precise.

Va considerato infatti che solo pochi sfioratori risultano ben ispezionabili mediante semplice accesso dal chiusino di ispezione e che la maggior parte degli scarichi nel corso ricettore (Fiume Fiume) non sono visibili in quanto realizzati in proprietà private intercluse.

D’altro canto lo scopo dell’attività era semplicemente quello di descrivere il fenomeno sotto il profilo qualitativo per dedurre prime indicazioni sulle misure da adottare.

Sfioratore n. 0 (depuratore) L’impianto riceve due linee: - una rete di tipo separato proveniente dall’abitato a Nord del Fiume; - una rete mista proveniente dall’abitato a Sud del Fiume (frazione principale).

Lo sfioratore si trova in testa all’impianto ed è costantemente attivo in quanto la linea mista è praticamente chiusa e deviata a Fiume.

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Questa scelta è legata alla necessità di trattare con maggiore efficienza le acque cariche della linea separata (Nord) senza provocare una diluzione con le acque della linea mista (sud), che di fatto entrano già in tabella. La portata di sfioro è stimabile in 150 l/s.

Sfioratore n. 1 (Via Tavella) Lo sfioratore si trova poco a monte dell’impianto di depurazione e riceve due linee: - quella principale, proveniente dal centro cittadino; - una linea secondaria, proveniente da via Fratte (sfioratore n. 7).

Lo sfioratore è collegato con un canale di bonifica che per la quota più alta rigurgita nella fognatura stessa per cui non è effettuabile un stima delle portate.

Sfioratore n. 2 (Via Tavella) Lo sfioratore si trova nei pressi del civico 29 èd è costituito da un manufatto con sfioro laterale di 2 metri. In questo punto termina la sezione di rete mista ( 120 cm) ed inizia l’ultimo tratto fino al depuratore ( 40 cm).

Lo sfioro è attivo, visibile anche lato fiume, con una portata stimata in 200 l/s. STUDIO CAPPELLA - GORIZIA 6 Indagine preliminare sulle acque parassite in comune di Fiume Veneto

Sfioratore n. 3 (Via Trieste) Lo sfioratore si trova nei pressi dell’incrocio con via Liut.

Via Liut

Lo sfioro non è attivo. Tuttavia è stata valutata la portata transitante mediante rilievo delle condotte con livella laser e misura del tirante (NB: viziata da un salto di fondo). Si è stimata una portata di 400 l/s. Inoltre è stata valutata la portata in via Liut, pari a 30-50 l/s. Per una migliore comprensione è stata ispezionata la rete presso la rotonda tra via S. Francesco e V. le Trento (bollino arancione), sul collettore con la maggiore portata.

Sfioratore n. 4 (Via Trieste) Lo sfioratore si trova nei pressi di un parcheggio.

Lo sfioro è sicuramente attivo ma la portata non è ben stimabile in quanto non è stato individuato il pozzetto di sfioro, anche se sembrerebbe sull’ordine del 100 l/s.

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Sfioratore n. 5 (Via S. Francesco) Lo sfioratore si trova nei pressi del civico 80.

Lo sfioratore non è attivo ed effettivamente la portata visibile nel tratto a monte era modesta. Su questo fatto incide però quanto si dirà per lo sfioratore n. 6, posto poco a monte.

Sfioratore n. 6 (Via Sacconi) In questo punto la fognatura che proviene dalla frazione di Pescincanna nonché da una parte di Fiume Veneto viene completamente deviata a Fiume per cui di fatto il collettore si interrompe.

La portata è stata stimata in 500 l/s, sulla base del pelo libero misurato nel pozzetto e delle dimensioni delle condotte.

Sfioratore n. 7 (via Fratte/via Tavella) Questo sfioratore non era attivo al momento dell’indagine.

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Stima delle portate

Portate in rete Le portate rilevate e/o stimate indicate nei capitoli precedenti sono state riportate nella planimetria allegata. Gli stessi dati sono poi organizzati nel diagramma funzionale sotto riportato che evidenza con maggior capacità di sintesi dette quantità.

Sommando le portate sfiorate e quelle presenti in rete è possibile stimare la portata di tempo secco che raggiungerebbe il depuratore se non fossero attivi gli sfiori e di qui procedere con ulteriori valutazioni. In pratica, tutte le portate in destra Fiume sono, prima o poi sfiorate, e pertanto la portata ricercata è pari proprio alla somma degli sfiori, per un totale di 950 l/s pari a 82.000 mc/die. Se si considerano 6.000 abitanti allacciati, con la dotazione standard di 200 l/d/ab si ottiene una portata giornaliera di 1.200 mc/die con una diluzione pari a 70. Si considerino ora i valori di concentrazione nelle acque reflue, da confrontarsi con i valori tipici di un refluo fognario, ottenendo diluizioni variabili da 10 a 20:

reali tipici diluzione BOD mg/l 15 300 20 COD mg/l 40 450 11 Ntot mg/l 7 60 9

I valori non sono effettivamente molto comparabili, forse per il fatto che le acque provenienti da Pescincanna (1.000 ab) sono molto diluite ed abbondanti. Rivalutando la diluzione al netto di questo contributo si ottiene una portata totale di 450 l/s pari a 39.000 mc/die ed una portata standard di 1.000 mc/die. In tal modo la diluzione scende a 40, valore comperabile con quello ottenuto per via chimica.

Le dotazioni idriche equivalenti, a seconda che si consideri o meno la sottorete di Pescincanna, variano tra 8.000 e 14.000 l/d/ab.

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Acque parassite Le acque in eccesso sono pari a 80.000 mc/die, pari al carico idraulico generato da un agglomerato di 160.000 abitanti!

La provenienza di queste acque può essere collegata a: 1. infiltrazioni di falda; 2. immissione di acque di risorgiva; 3. allacciamento delle fontane (pozzi artesiani).

Questi contributi sono sicuramente tutti presenti; in assenza di indagini specifiche non è però possibile individuare l’incidenza di ogni singola aliquota.

Tuttavia è possibile effettuare una valutazione sulla potenzialità delle fontane. Si è visto che il legislatore regionale ha preso a cuore questo tema ma collegato alla tutela delle risorsa idropotabile, mentre in questo caso di tratta di tutela del corpo idrico ricettore.

Secondo dati forniti dal gestore, le utenze allacciate sono 1.489, ognuna dotata di almeno un pozzo, in quanto non è presente una rete di acquedotto pubblica. Esistono inoltre 739 utenze non allacciate in fognatura, anch’esse dotate di pozzo.

La stima delle portate unitaria può essere condotta sulla base della letteratura. I dati si possono ricavare dalla pubblicazione “Risorse idriche sotterranee del : sostenibilità dell’attuale utilizzo” (a cura di Zini, Calligaris, Treu, Iervolino, Lippi ed. EUT anno 2011. Pag. 67) o equivalentemente dall’indagine conoscitiva del PTA (allegato 2 – indagine conoscitiva, pag. 197). Queste fonti riportano 47.709 utenze a livello regionale domestiche che emungono 971.500.000 mc/anno, pari a 55 mc/die/pozzo. Si tratta di portate stimabili in 80.000 mc/die, molto vicine alle portate parassite indicate in premessa del presente capitolo.

In realtà si è visto che da Pescincanna provengono acque con diluzione molto maggiore e pertanto, fatta salva la verifica sulla destinazione di queste acque prelevate (che potrebbero in molti casi essere scaricati in fognatura) si possono trarre le seguenti indicazioni di massima: - nella frazione di Fiume Veneto sembrerebbe che la maggior parte delle portate parassite provenga dalle fontane allacciate in fognatura; - nella frazione di Pescincanna pare che ci sia un contributo prevalente di acque di falda e di risorgiva.

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Conclusioni Le portate rilevate nella rete fognaria sono ampiamente eccedenti rispetto alla capacità idraulica del collettore terminale e non possono essere in alcun modo trattate al depuratore, nemmeno con un significativo potenziamento della sedimentazione finale. Non è dunque possibile operare semplicemente sulle soglie di sfioro per consentire all’intera portata di tempo secco di raggiungere il depuratore ma è necessario eliminare le acque parassite dalla rete fognaria, ovvero creare una nuova rete fognaria.

Una quota da definire ma importante deriva sicuramente dalle fontane: si è infatti visto che la portata emunta presso gli edifici allacciati in fognatura è paragonabile a quella rilevata in fognatura. Tuttavia non tutte le fontane sono allacciate allo scarico fognario (possono anche scaricare in canale) ed allo stato attuale non si sa quale sia l’incidenza. A tal fine si potrebbe molto economicamente effettuare un questionario agli utenti, per comprendere quale sia la percentuale di allaccio delle fontane in fognatura. Una volta definito tale valore e verificato che tale valore risulti decisivo per l’attivazione degli sfiori si può quanto meno impedire lo scarico in fognatura (ma ci sono recapiti alternativi?). Peraltro questa semplice procedura potrebbe scontrarsi con la diffidenza degli utenti verso iniziative che coinvolgono le fontane, che in passato ha già sollevato malumori rispetto a possibili censimenti.

La restante aliquota deriva dalle infiltrazioni di acqua di falda (che qui è molto alta). Se questa aliquota dovesse essere predominante, l’unica soluzione al problema appare la separazione della rete, magari sfruttando quota parte delle reti minori esistenti (più alte), qualora non affette da importanti aliquote di acque parassite. A tal fine si ritiene che il primo passo dovrebbe consistere nell’aggiornamento del piano generale di fognatura, supportato da una campagna di analisi sistematica delle reti ai fini dell’individuazione degli interventi prioritari per disattivare gli sfiori in tempo secco. Si consideri che per un bacino come quello in questione la completa separazione si può stimare in 5-6.000.000 euro per cui l’esistenza di soluzioni parziali può comportare significative economie.

Si propone dunque la seguente procedura: 1. invio di questionari agli utenti allacciati in fognatura (modalità di scarico delle acque prelevate da pozzo); 2. campagna di controlli presso le utenze per verifica; 3. valutazione dell’efficacia dello stacco delle fontane; 4. se non efficace: campagna di misure in campo per individuazione interventi prioritari; 5. aggiornamento del piano generale di fognatura con separazione reti.

Se il questionario delle fontane dovesse rappresentare un problema sociale, si può partire dal punto 4 per avviare da subito la separazione delle ereti, che appare in ogni caso la soluzione migliore.

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