La tutela del paesaggio nelle Valli bresciane

Renato Gentile

La tutela del paesaggio in un ambito così parti- sia funzioni che tipologia. Esigenze di tipo cittadino colare, che spazia dalla collina più dolce alle vette vengono trasposte in strutture che mal sopportano dell’arco alpino, dalla seconda periferia di una cit- tali metamorfosi. tà di media grandezza agli accampamenti militari Appare necessario riflettere su questo processo e della Prima Guerra Mondiale a tremila metri di comprendere l’habitat che ci circonda, per giungere quota, manifesta la difficoltà che un rigido dispo- ad un uso del territorio che, valorizzandone le pecu- sto di legge incontra nel cercare di preservare ele- liarità, ne esalti le differenze. L’architettura della città menti così diversi. diffusa, spesso proposta quale tipologia di riferimen- L’attività della Soprintendenza di nelle val- to, non può essere l’unico modello per l’edificazione li Camonica, Trompia e Sabbia nell’ultimo biennio si nelle valli. L’architettura degli insediamenti storici, è articolata su vari fronti, anche perché ci si è trova- specie in condizioni di vita estreme, mostra invece ti ad affrontare nuove problematiche di tutela. Si è le capacità di singoli artigiani che, interpretando le trattato di affrontare la spinta evolutiva di trasforma- esigenze peculiari della comunità di cui fanno par- zione data dall’accresciuto benessere economico, che te, plasmano elementi che assumono valenza di ar- rischia di mettere a repentaglio alcune specificità del chitettura tipica. paesaggio rurale bresciano. Baite, fienili e stalle ten- Il paesaggio delle valli bresciane necessita per- dono a subire una trasformazione che ne modifica tanto, ai fini della tutela, di una attenta osservazio-

SOPRA , Temù, Forte Bocchette di Val Massa. A SINISTRA , , bunker della linea di Greano, Prima Guerra Mondiale. 

ne di tutti i suoi elementi costitutivi. Trascurarne un del turismo moderno. Questa circostanza, che per aspetto comporta quasi certamente la sua progressi- alcuni versi è una irreparabile causa di metamor-

tutela del paesaggio va alterazione fino alla completa scomparsa. fosi di questo ambiente antropico, potrebbe rive- Le Alpi e Prealpi bresciane sono state da sempre larsi in realtà una grande risorsa per riuscire ad in- caratterizzate da un’economia rurale basata su alle- vertire la tendenza e consentire il riuso di strutture vamento bovino e lavorazione del latte. Le estreme che sarebbero altrimenti destinate all’abbandono condizioni climatiche nelle valli hanno connotato ed alla rovina. per secoli i modi di vita e le costruzioni. L’esigen- za di riscaldamento ha garantito la manutenzione del bosco: l’eliminazione delle piante malate o in I nuovi scenari eccesso lo ha mantenuto salvaguardandolo dai ri- schi più comuni. Nelle costruzioni tale esigenza si Per definire una strategia di tutela del patrimo- è manifestata con la riduzione dell’ampiezza delle nio architettonico storico è necessario compren- finestrature per non disperdere il calore accumula- dere le trasformazioni del territorio, valutando le to. Con l’andare degli anni la pratica della raccolta singole iniziative edilizie, allo scopo di capire quali di legna è stata via via abbandonata, data la conve- di queste realtà perseguano l’obiettivo di uno svi- nienza e la facilità di acquistare altri combustibili, luppo sostenibile del territorio e quali presentino il che ha comportato l’espansione progressiva delle caratteri diversi anche se non meno importanti, e parti boschive con un peggioramento dello stato di quali esse siano. salute del bosco stesso. L’uso del territorio montano A tutt’oggi lo sviluppo dei comuni valligiani re- è profondamente mutato. Le attività agresti sono sta caratterizzato nelle aree isolate dal rinnovo pe- state soppiantate dall’attività turistica e le funzio- sante del patrimonio edilizio, grazie agli aumenti ni secondarie a servizio delle comunità montane di volumetria ammessi in sede di ristrutturazione, si sono convertite in terziario avanzato a supporto dallo sviluppo circocentrico delle aree urbanizzate 

della tutela del paesaggio si stanno rivelando i sem- pre più numerosi impianti di produzione di energia per via idroelettrica. Il mancato impegno allo svi- luppo di fonti alternative di energia a livello nazio- nale ha comportato per le valli una serie di pesanti ricadute in questo settore, con conseguente ma- nomissione del paesaggio. Da sempre il territorio bresciano è costellato da una miriade di impianti idroelettrici, di piccola e media grandezza. Nell’ul- timo periodo però sono state avanzate proposte per nuovi insediamenti. Il problema maggiore è la tra- sformazione che il sito subisce per la presenza di tali manufatti. Il torrente Ogliolo, per fare un esempio, nel tratto in cui bagna Golgi, è per ben tre volte prosciugato da tali impianti. La normati- , località Zumella. per le edificazioni ex-novo di seconde case, dallo va imporrebbe in realtà il rilascio del flusso mini-

A SINISTRA , la rovina del sviluppo nelle aree turisticamente più sviluppate mo vitale, ma questo raramente viene restituito dai paesaggio: la nuova dell’edilizia alberghiera. All’interno dei centri sto- concessionari degli impianti. L’effetto principale di edilizia speculativa, in rici l’intervento non presenta caratteri univoci. Si questa condizione è il deterioramento delle sponde località Sumanì di Ponte assiste nel contempo al recupero, spesso di facciata, fluviali e la conseguente scomparsa della vegetazio- di Legno. di alcuni edifici di pregio, e altrove alla loro com- ne ripariale che traeva alimento dall’afflusso idrico, pleta cancellazione. Nelle aree esterne agli abitati le il che comporta un forte squilibrio paesistico-am- ristrutturazioni quasi sempre comportano la per- bientale. La superba “Via Mala” ad esempio, sca- dita dei caratteri dell’edilizia locale a favore di un vata nei secoli da impetuosi torrenti a monte del- architettura ibrida, con forti influenze dei territo- l’abitato di , è ora completamente in ri vicini. Nelle zone di sviluppo turistico l’inurba- secca poiché l’acqua non viene rilasciata dalla so- mento abbandona la tradizionale logica insediativa, cietà che gestisce l’impianto, che dal 1906 preleva prediligendo nuclei autonomi sul tipo dei “villaggi senza alcun obbligo di rilascio del deflusso minimo vacanze”, con stecche orientate verso la maggiore vitale. Solo recentemente la Soprintendenza è riu- insolazione, come avvenuto di recente in località scita ad imporre ad un primo gestore un rilascio di Sumanì nel di . circa 500 lt/sec. Gli accordi di sfruttamento idroe- Altro caso abbastanza singolare è quello di Zu- lettrico stipulati in passato non stabilivano tempi e mella in Comune di Paspardo (oltre i 1.000 metri modalità certe al fine di garantire la sopravvivenza s.l.m.). Un insediamento rurale di alpeggio, rima- dei corsi d’acqua e conseguentemente della vege- sto per anni in relativo isolamento, con strutture tazione ripariale. Appare evidente che tale aspetto abbandonate o distrutte dai rigidi inverni, e più non può e non dovrà più essere lasciato alla dispo- volte risorte dalle ceneri, oggi nuovamente con nibilità del concessionario, ma dovrà essere ogget- intenti di seconda casa. Per questo fine si stanno to di accordi che mettano in conto ogni possibile recuperando gli immobili e tutti i siti precedente- ricaduta negativa sul piano paesistico. mente occupati (anche qualcuno di più in verità) Sul piano energetico la Valcamonica ha soppor- dalle baite, cosicché da una trentina di piccoli al- tato anche il guasto causato dal nuovo elettrodot- peggi si è arrivati a diverse centinaia di costruzioni, to San Fiorano-Robbia. Più di cento tralicci, so- ispirate ad un modello stereotipato, i cui elemen- lo raramente inferiori ai settanta metri di altezza. ti principali sono stati fissati dal Comune. Questa Se agli impianti idroelettrici esistenti sommiamo proliferazione edilizia comporterà naturalmente l’impianto di dorsale proveniente dalla Svizzera, diversi problemi allorquando si renderà necessaria senza dimenticare la devastante vasca di accumulo la dotazione di servizi impensabili fino a qualche di , possiamo valutare il pesante prezzo che decina d’anni fa quali strade, impianti fognari ed la valle paga in termini di danno paesistico alla ca- illuminazioni pubbliche. renza energetica. Sono attualmente in corso alcuni Altro motivo di preoccupazione nell’esercizio tentativi di mitigazione e compensazione paesistica 

Corteno Golgi, impianto di captazione e condotta delle acque e impianto idroelettrico.

A DESTRA , Edolo, invaso per l’impianto idroelettrico.

che l’unica parte da ritenersi sottoposta a tutela sia la fascia di rispetto che dalla linea di battigia risale la costa o la sponda. La giurisprudenza riconosce come area vincolata solo questa zona e non già lo specchio d’acqua antistante. Questa discrasia tra norma e buon senso sta comportando nelle aree lacustri pedemontane il proliferare di pontili e or- meggi per imbarcazioni da diporto, una vera colo- nizzazione che ‘razionalizza’ le fasce costiere, omo- geneizzandole con setti di strutture prefabbricate che, in particolare nel periodo estivo, diventano una foresta di alberi, vele, sartie e scafi. Per tutti questi fenomeni di abnorme uso del territorio tutelato si avverte l’esigenza di potere maggiormente controllare e dirigere le trasforma-

tutela del paesaggio zioni, per non continuare a subirne gli effetti più deleteri. che vedono la Soprintendenza impegnata in primo piano per cercare di ridurre l’impatto visivo, con la mimetizzazione delle strutture non interrate. I tipi edilizi. Sviluppo e cancellazione Come esempio dei limiti della vigente legisla- zione, che impediscono spesso il dispiegarsi di un Le costruzioni negli insediamenti storici delle azione efficace di tutela, è importante citare il ca- valli bresciane si diversificano per caratteristiche so della difesa delle sponde dei corsi e degli specchi morfologiche, in base all’ ubicazione, e in relazio- d’acqua. Il Decreto Legislativo 42/2004, ma anche ne alla disponibilità in loco di materiale da costru- il precedente D. L.vo 490/1999 ed ancora prima zione. Si veda il caso di Temù. Nell’ambito di uno la Legge 431/85 (legge Galasso), ha inteso tutela- stesso abitato, nella parte a nord, ricca di pietrame re le coste lacustri e marine come anche le spon- ma povera di boschi, gli edifici sono costruiti in de dei corsi d’acqua, al fine di mantenere intatto pietra con intonaco di rivestimento, mentre nel- il godimento dell’elemento naturale. L’intento era la parte a sud, ricca di boschi, le abitazioni fanno palesemente quello di creare una zona franca in cui largo uso del legno. La tipologia è sempre uguale, l’edificazione non potesse in alcun modo ridurre la con muretti di contenimento in muratura a secco, percezione del bene paesaggistico. A ciò si è per- mentre le costruzioni sono in pietra e malta con ri- venuti con l’istituzione di una zona sottoposta a vestimento esterno in intonaco al semicivile. Non è vincolo di tutela, di profondità variabile a secon- condivisibile l’asserzione secondo cui alcune di es- da si trattasse di fiume, lago o mare. Al momento se, precorrendo quasi gusti moderni, fossero state una – distorta – interpretazione della norma fa sì realizzate in murature con la pietra a vista; non un 

La qualità dell’edilizia rurale. a. Cigolo di Temù. b. Vico di Cortenedolo. c. Cortenedolo. d. Paisco. e-f. Temù.

a d

b e

c f

solo edificio antico si è rivelato privo, pur mante- sviluppatasi agli inizi del secolo scorso, è ancora nendone anche soltanto ridottissime porzioni, di ricca esempi di stile modernista e ‘floreale’, Boario intonaco coprente. mostra le fortune ottenute nella metà degli anni Le costruzioni negli alpeggi in quota presenta- Cinquanta con il boom delle terme, e gli edifici ri- no in genere due o tre livelli; il piano più basso era chiamano infatti la tipologia architettonica di quel adibito a stalla, il piano intermedio, non sempre periodo, il pregevole borgo di , la contrada presente, ad abitazione, e l’ultimo a fienile con le Sant’Antonio di Corteno, e Pescarzo caratteristiche aperture di sottotetto. impressionano per il dedalo di stradine incrociate Alcuni centri abitati mostrano uno spiccato ca- da passaggi sotterranei e bassi di epoca tardo sette- rattere che rispecchia le vicende trascorse. Edolo, centesca. I palazzi liberty di , l’architettura 

Ristrutturazioni distruttive. a. Pezzo di Ponte di Legno. b. Sant’Antonio di . c. Cortenedolo. d. Temù.

a tutela del paesaggio

d eclettica di Gardone Valtrompia sono testimonian- ze di una stratificata complessità che solo l’epoca contemporanea ha cancellato. Questo patrimonio è difatti seriamente in peri- colo per i processi di violenta trasformazione subiti b negli ultimi decenni. Molte insediamenti corrono il rischio di essere stravolti come testimonianza, grazie alle cubature permesse nelle ristrutturazioni dai re- centi, generosi, strumenti urbanistici. Il proprietario di un edificio a Ponte di Legno, legittimamente re- clama la monetizzazione dei volumi ammissibili, an- che se ciò comporta la demolizione o lo sventramen- to di decorosissimi edifici dei primi anni del secolo scorso, e solo per la circostanza che grazie agli indici di fabbricazione potrebbero essere mezzo piano più alti o avere una altezza di interpiano superiore alla minima prevista. Si veda quello che è avvenuto di recente nel centro storico di Edolo. c 

Canè di , garages interrati nel bosco.

Le unità immobiliari siano esse residenziali o co-etno-antropologico, può essere ottenuta anche agricole sono generalmente sorte in passato in regi- tramite la demolizione completa (e la ricostruzione me di assenza di norme urbanistiche. Allorquando non fedele) dell’esistente. Una tipologia costrutti- il legislatore le ha poste, imponendo indici di fab- va, una particolare tessitura muraria, un caratteri- bricazione che scoraggiassero l’attività edificatoria stico sistema di finestrature, possono essere istan- fuori dai centri abitati, ha di fatto contemplato solo taneamente cancellati per un disposto legislativo a l’esistente, precludendo ogni altra possibile espan- dir poco contraddittorio, che definisce interventi di sione. La cubatura in eccesso rispetto all’indice di ristrutturazione edilizia “gli interventi rivolti a tra- fabbricazione deve quindi essere tollerata solo per sformare gli organismi edilizi mediante un insie- gli edifici già esistenti, ma esclusa nel caso di demo- me sistematico di opere che possono portare ad un lizione del fabbricato. È fondamentale stabilire che organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal la demolizione, quale atto significativo della cancel- precedente. Tali interventi comprendono il ripristi- lazione di memoria storica, comporti la perdita dei no o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi diritti pregressi, e che l’eventuale nuova costruzione dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inseri- sia riportata agli indici di fabbricazione vigenti nel- mento di nuovi elementi ed impianti. Nell’ambito l’area. Nessuno può confutare un diritto acquisito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ri- ma se il proprietario lo fa a spese dell’esistente, si compresi anche quelli consistenti nella demolizio- altera lo status quo - ante , e quindi si deve perdere ne e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato il vantaggio derivante dalla preesistenza del manu- identico, quanto a sagoma, volumi, area di sedime fatto alla legislazione edilizia. e caratteristiche dei materiali, a quello preesistente, Questa proposta, che può apparire limitativa fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’ade- dei diritti dei privati, è solo un tentativo di dife- guamento alla normativa antisismica”. sa dall’aggressività della legislazione vigente. Nel Anche la legge regionale sul recupero dei sotto- D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, “Testo unico delle tetti (L.R. 22/1999), ora modificata ha comportato disposizioni legislative e regolamentari in materia grossi guasti al paesaggio lombardo. Essa può esse- edilizia”, si afferma infatti, in accordo con la giu- re considerata quale esempio dei problemi causati risprudenza sull’interpretazione delle categorie di da un uso superficiale del territorio, che non tiene intervento di cui all’art. 31 della L. 457/78, che nella dovuta considerazione i valori espressi dal pa- la ristrutturazione, che dovrebbe essere intesa co- trimonio edilizio. Esistono numerosi e significativi me conservazione dei manufatti di interesse stori- casi di danni irreparabili, e anche di esiti grotteschi.  tutela del paesaggio

Ponte di Legno, i lavori Si veda il decoroso edificio ottocentesco di Temù, al di sopra del piano di campagna. Non v’è dubbio di ampliamento del qui illustrato, che è stato per metà innalzato con però che sia preferibile la costruzione di un edificio demanio sciabile Ponte lo stile della baita montana e per l’altra metà con fuori terra ben inserito nel contesto che vedere que- di Legno-Temù. la tipologia dei capannoni artigianali. Ambedue sti fronti costituiti da sequenze di porte-garage o gli interventi hanno reinterpretato stravolgendolo improbabili aperture da capannone artigianale che l’edificio originario. il più delle volte, sfruttando l’acclività dei pendii, Altro elemento di rischio per il paesaggio antro- arrivano a costituire facciate a due o tre piani. pico si sta rivelando la realizzazione indiscriminata Sarebbe però facile fermarsi ad osservare gli ele- di garage seminterrati. In corrispondenza dell’in- menti di criticità fin qui esposti; è importante saper gresso della Val di Canè, a Vione, in una delle zone indicare percorsi di orientamento, degli interessi, più belle del paesaggio montano lombardo, si resta nel rispetto dell’ambito tutelato. senza parole di fronte alla sequenza di quindici por- L’architettura è evoluzione del pensiero; è quindi te basculanti arrugginite incastonate in un blocco di necessaria una attenta valutazione delle realtà stori- calcestruzzo, che sfregiano l’ habitat incontaminato. che, approfondirne le tematiche e da esse procedere Altri casi analoghi si potrebbero citare a Villa Da- verso un traguardo che rappresenti una felice sintesi legno, a Vione, a , a , a Idro, etc. tra passato ed esigenze attuali. Non è dunque corret- Anche qui la normativa regionale si mostra inade- to, come in uso in alcuni comuni, che si individui un guata, soprattutto per le zone montane. I box, solo prototipo edilizio da usare come esempio, né tanto nominalmente interrati, sono di fatto diventati un meno utilizzare standard di importazione. Le valli escamotage per ovviare all’impossibilità di costruire bresciane, storicamente diverse dal territorio tirole- 

se, svizzero o trentino, non ne possono riproporre le sistici, dapprima con l’edificazione di tre torri plu- tipologie edilizie e costruttive. ripiano che mal si inseriscono nel contesto natu- rale, e successivamente con la realizzazione di una serie di “stecche” orientate al sole a servizio della L’inurbazione dei passi alpini più scadente iniziativa immobiliaristica. Il versante bresciano, ancora poco sviluppato, vede, ora, i con- In territorio bresciano la presenza di numerosi tendenti armati fino ai denti, pronti a battagliare passi alpini, il Tonale, il Gavia, il Mortirolo, l’Apri- fino all’ultimo metro cubo di volumetria, ora che ca, il Vivione, ha fatto da volano all’attività turisti- il valico è stato raggiunto dalla funivia da Ponte di co ricettiva, con effetti purtroppo non propriamen- Legno. Quest’area è materialmente divisa in due te qualificanti. Alcuni di essi, come l’Aprica, hanno dalla strada statale. Il versante in destra orografica avuto uno sviluppo edilizio turistico già dall’imme- ha visto in passato alcune edificazioni di mediocre diato dopoguerra, mentre altri solo adesso manife- qualità, quali l’albergo Pirovano. Parte dell’area è stano sintomi di vitalità. Il Gavia, in pieno Parco soggetta a vincolo di inedificabilità assoluta di ti- dello Stelvio, è rimasto di difficile accesso, per cui po cimiteriale dovuta alla presenza del sacrario del- non ha rischiato l’aggressione della speculazione la prima Guerra Mondiale. Restano appena due immobiliare. L’importante funzione di valico com- porzioni soggette a piano di lottizzazione per circa merciale del Passo Aprica tra provincia di Brescia e 30.000 mc che, suddivise in tre lotti di cui una di la Valtellina ha sottoposto invece l’arteria di colle- prossima realizzazione. Il versante sinistro in cui il gamento a grossi flussi veicolari, e con essi si è avu- PRG di Ponte di Legno prevede una edificazione to lo sviluppo abnorme di due centri, ormai, urba- attraverso Piani di Lottizzazione per circa 120.000 ni, Aprica in provincia di Sondrio e la frazione San mc di edilizia alberghiera diventerà presto il campo Pietro in comune di Corteno Golgi. L’espansione di battaglia tra interessi immobiliari da una parte e edilizia ha prima saturato lo spazio interstiziale tra esigenze di tutela dall’altra. Se per un verso vi è il i due abitati e poi è dilagato a San Pietro con la rea- diritto dei proprietari, dall’altro esistono alcuni ele- lizzazione di un numero inverosimile di condomini menti oggettivi che ne devono frenare gli appetiti: a sette e più piani che nulla hanno a che vedere con il Tonale è attraversato da alcune dorsali elettriche l’architettura montana. Questo processo è incredi- che limitano l’edificazione, ed in secondo luogo esi- bilmente ancora in corso, malgrado l’esagerata of- ste una estesa zona di protezione del biotopo “Tor- ferta immobiliare e la rovina del paesaggio abbiano biera del Tonale” , che riduce ulteriormente l’area fatto deprezzare la località. edificabile. A questo punto per raggiungere e satu- Al Tonale la situazione è ben delineata. Il ver- rare l’indice di fabbricazione sarebbe necessario rea- sante trentino, contrariamente a quanto saremmo lizzare nella restante parte una serie di edifici molto , PIP 2. portati a pensare, è già stato oggetto di guasti pae- alti e assolutamente decontestualizzati. Questo è lo scenario che si prospetta per il futuro, denso di in- cognite anche per la valorizzazione che l’area ha ri- cevuto dall’ampliamento del demanio sciabile.

La difesa dei boschi

La presenza sul territorio di aree boscate ha sempre visto il legislatore attento nella salvaguardia di questa importante risorsa. Nelle attività edilizia in zona bo- scata esistono due stadi fondamentali per la valutazio- ne dell’impatto paesistico. Il primo è la valutazione della possibilità di trasformazione del bosco, in base essenzialmente al suo pregio, e poi, in caso di esito po- sitivo, un secondo, con l’iter di valutazione dell’inter- vento specifico. Uno stimolo importante nella tutela 

delle aree boschive è venuto dalla legge regionale lom- Per concludere si ritiene importante promuove- barda sul Governo del territorio (L.R. 12/2005), che re e far conoscere l’esistenza della recente normativa ha portato finalmente chiarezza sulla questione della per la tutela dell’architettura rurale (L. 378/2003 e possibile edificazione in area boscata. La competenza, Regolamento attuativo del Ministero BBAACC del ora attribuita alla provincia, in precedenza variava per 6/10/2005 pubblicato in G.U. n. 238 del 12/10/ aree omogenee a seconda della presenza di parchi, co- 2005), un utile supporto alle finalità di restauro munità montane o dei comuni stessi. Questo variare conservativo nella valorizzazione del patrimonio dell’interlocutore non permetteva univocità nell’azio- edilizio. ne amministrativa nei confronti della tutela della aree È necessario procedere nella direzione del mante- boschive. È ora possibile una reale univocità di inten- nimento delle tipologie costruttive anche nei cambi ti perseguendo una metodologia più volte discussa e di destinazione d’uso, affinché gli abitati mantenga- concordata con l’Area Ambiente della Provincia di no il proprio carattere, contro la dilagante tenden- Brescia. Questo non deve far considerare l’obiettivo za all’omologazione. Ciò che si sta progettando e raggiunto, basti pensare a quanto recentemente av- realizzando ancora oggi è solo una pessima copia di venuto a San Pietro di Corteno Golgi per il parco di una qualunque periferia urbana, anche laddove cit- villa Brioschi, ma sicuramente è un primo passo nella tà non ne esistono. direzione giusta. tutela del paesaggio

Bibliografia

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