SECONDA PARTE: IL QUADRO DELLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE

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6. GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

6.1 La pianificazione regionale e provinciale

6.1.1 Il Piano Territoriali Provinciale Generale di Roma e provincia La Provincia di Roma ha approvato con delibera del Consiglio Provinciale n.1 del 18 gennaio 2010 il proprio Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG), strumento che disegna lo sviluppo, indica le priorità cui dovranno ispirarsi le scelte di pianificazione dei 121 comuni della provincia1 nonchè i criteri da adottare per la valutazione dei fabbisogni insediativi e per il dimensionamento dei piani (procedure da seguire e indicatori dell’articolo 55 del PTPG), in sede di formazione dei PUGC o di varianti o di varianti di adeguamento dei PRG al PTPG. Le strategie e le principali azioni di sistema del PTPG concernenti direttamente il territorio comunale di Cerveteri, si possono riferire a: - Il Sistema ambientale - Il Sistema insediativo morfologico - il Sistema insediativo funzionale - Sistema della mobilità

A. Il sistema ambientale L’obiettivo del Piano è di assicurare, preventivamente a qualsiasi decisione di trasformazione territoriale, la tutela delle risorse dell’ambiente fisico (suolo, aria, acqua ed energia) e il man- tenimento o il ripristino delle condizioni di stabilità e sicurezza del territorio provinciale, te- nendo conto sia della vulnerabilità dei beni, sia dei rischi indotti da nuovi interventi. I temi considerati riguardano i compiti specifici derivanti alla Provincia da norme di livello na- zionale. Altri compiti derivano alla Provincia dalla pianificazione sovraordinata tra cui la Piani- ficazione di Bacino nazionale e regionale, il Piano Regionale di Tutela delle Acque ed il Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione , lo Schema del Piano Regionale delle Attività Estrattive regionali. Per assolvere agli obiettivi del Piano (art.li da 23 a 29) si è proceduto all’identificazione di am- biti territoriali omogenei su cui basare le indicazioni e gli indirizzi di tutela, recupero e valoriz- zazione delle risorse naturali esistenti o potenziali (sistemi e sottosistemi di territorio).

1 Il piano è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio il 6 marzo 2010, acquisendo efficacia a decorrere dal giorno successivo.

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Il territorio provinciale è stato articolato in 17 Unità Territoriali Ambientali (UTA) e lo stato di conservazione di ciascuna UTA è stato valutato mediante l’applicazione di un indice di conser- vazione del paesaggio (ILC), che tiene particolarmente conto, insieme alle aree naturali e se- minaturali, delle aree più antropizzate e delle aree in cui prevale il disturbo e la frammenta- zione collegati con le attività agricole. L’insieme delle indicazioni relative alla conoscenza puntuale della situazione naturalistica è stato sintetizzato in un modello complesso funzionale e topologico costituente la Rete Ecolo- gica Provinciale (REP). Oltre alle emergenze naturalistiche, al sistema idrografico, ai nastri verdi, al sistema agricolo (con particolare riferimento ai Parchi agricoli), alle Aree protette, ai Siti Natura 2000 ed agli altri elementi territoriali già definiti, si evidenziano gli elementi di con- nessione della rete e, più in generale, il livello di connettività ecologica strutturale e funzio- nale. Sul territorio del comune di Cerveteri sono operanti molteplici regimi di tutela delle risorse di interesse naturalistico conseguenti a provvedimenti ed istituzioni di diversa natura e livello. In particolare risultano presenti: 1 area naturale protetta regionale (Monumento Naturale di Torre Flavia), 2 Siti di importanza comunitaria SIC (Sugherata del Sasso e Monte Tosto), 2 Zone di protezione speciale ZPS (Torre Flavia e Comprensorio Tolfetano Cerite ). l Piano della Provincia persegue per il sistema ambientale una strategia di tutela, recupero, valorizzazione e monitoraggio, orientata alla costruzione della Rete Ecologica Provinciale (REP), ed i criteri che caratterizzano le azioni del PTPG per l’ambiente sono sempre indirizzati ad attribuire ai luoghi tutelati usi sociali ed economici compatibili, che ne consentano un ade- guato livello di fruizione, e a promuovere una progettualità di dimensione medio piccola per lo più intercomunale, costruita dal “basso” privilegiando le iniziative e la gestione partecipata delle risorse da parte delle comunità locali. La tutela paesistica del territorio provinciale ed in particolare dei beni vincolati ai sensi della L. 42/2004 (ex L. 1497/39 e L.431/85), in attesa dell’approvazione del Piano Territoriale Pae- sistico Regionale (PTPR), è affidata ai Piani Territoriali Paesistici (PTP) degli ambiti interprovin- ciali n°2, il PTPG, nel proporre alla Regione il perfezionamento dei vincoli sulla base degli studi sopra richiamati, cura le relazioni e la compatibilità tra i beni vincolati e l’intero assetto di organizzazione, l’uso e la valorizzazione del territorio provinciale come previsto dal piano. Il Piano della Provincia, che non assume efficacia di piano paesistico, promuove le intese con i Comuni per il completamento ed il perfezionamento della ricognizione dei beni paesistici e delle azioni di tutela e valorizzazione degli stessi, da condurre in sede di revisione e di adeguamento o varianti dei nuovo PRG, nonché le intese con la Regione Lazio per il recepimento di queste elabo- razioni in sede di progressivo aggiornamento del Piano Territoriale Paesistico Regionale. L’azione del piano, per quanto concerne la costruzione storica del territorio e del paesaggio, è orientata alla definizione di una strategia di conoscenza e valorizzazione del patrimonio sto- rico-insediativo della provincia di Roma, considerato come invariante determinante il contesto insediativo, ambientale e paesistico configurato dal Piano ed occasione di maggiore identifi- cazione delle comunità insediate rispetto al proprio territorio in trasformazione.

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In particolare, il contributo del Piano è orientato sull’implemento della conoscenza dei beni territoriali diffusi attraverso un sintetico, ma orientato, quadro di riferimento della storia in- sediativa della provincia e la promozione di un censimento locale dei beni in sede di elabora- zione dei Piani, e sulla promozione di progetti di valorizzazione dei beni aggregati in riferi- mento alle reti di comunicazione storica (viaria, fluviale, costiera). Il PTPG promuove la valorizzazione dei sistemi di comunicazione territoriali storici (stradali, fluviali, di costa marina) e dei relativi beni contigui generatori della costruzione storica del territorio, attraverso progetti in partenariato pubblico e privato (convenzioni, consorzi, fonda- zioni, società di capitali, ecc.). I progetti sono orientati al recupero delle strutture fisiche ed ambientali connesse agli itinerari, alla loro valorizzazione e gestione con usi compatibili ed alla promozione dei servizi turistici e culturali di fruizione dei beni e delle tradizioni della cultura locali (gastronomia, fiere, eventi, musei e biblioteche comunali, etc.). Gli itinerari considerati dal piano ricadenti nel territorio in esame sono principalmente gli iti- nerari viari, tra cui quello della via Aurelia, della -- e dell’Antica via Clodia e lago di Bracciano, e gli itinerari delle vie d’acqua, tra cui l’itinerario Litorale e Fiume Tevere e Aniene, e gli ambiti di specializzazione tra cui il complesso archeologico di Cerveteri e siti etruschi del litorale. Il PTPG promuove altresì progetti prioritari di valorizzazione degli ambiti di specializzazione (art.37) tra cui il complesso archeologico di Cerveteri e siti etruschi del litorale. Le operazioni di tutela e valorizzazione degli itinerari, degli ambiti tematici e dei beni possono trovare effi- cacia sia attraverso il loro inserimento nelle previsioni della pianificazione urbanistica comu- nale che attraverso la formulazione di programmi e progetti d’iniziativa provinciale.

B. Sistema insediativo morfologico Il sistema insediativo della provincia è caratterizzato dalla complessa costruzione urbana della città di Roma, da gruppi di centri contigui che ne costituiscono la cintura più prossima e da centri satellitari più esterni di media e piccola dimensione. L’obiettivo del PTPG (art.li da 39 a 52) è di: - guidare le trasformazioni in corso nel sistema insediativo metropolitano con un’azione progettuale orientata a rafforzare l’identità morfologica dell'intero sistema; - rafforzare o progettare i caratteri-valore delle diverse costruzioni insediative urbane (complesse: conurbazioni e policentriche; elementari) e di quelle territoriali di recente formazione, nonché i caratteri individuali dei singoli centri; - contenere e riaggregare i processi insediativi diffusivi; - fornire direttive ai Comuni per la formazione ed attuazione degli strumenti urbanistici, negli aspetti d'interesse provinciale. La costruzione dell’area metropolitana policentrica, è perseguita rafforzando il peso e l’iden- tità morfologica dei sistemi insediativi componenti, accentuando o progettando i caratteri-

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valore delle diverse costruzioni insediative urbane e territoriali ed esaltando la centralità e l’individualità dei singoli centri, La strategia generale è di compattare la crescita insediativa a tendenza diffusiva a favore delle costruzioni urbane, Roma compresa, rafforzandone, nel contempo, la diversità di caratteri e funzioni, utilizzando la rete del trasporto collettivo come condizione prioritaria per lo sviluppo degli insediamenti e riordinando la struttura degli impianti insediativi nella nuova dimensione intercomunale e di area vasta in cui si presentano oggi. Nelle direttive generali per la costruzione insediativa metropolitana (art.40) le strategie sono indirizzate a legare il modello insediativo in crescita delle costruzioni urbane elementari dei sistemi di centri satellitari settentrionali come Cerveteri, con le risorse ambientali dell'entro- terra assicurando le trame verdi di relazione e discontinuità colline-mare e colline-lago, recu- perando e valorizzando i centri ed i beni storici, riqualificando e compattando i tessuti diffusi promuovendo l’articolazione in nuclei organizzati con servizi ai fini di migliorare la fruizione turistica e quella residenziale urbana. Le strategie per l'assetto insediativo complessivo del territorio dell’area metropolitana proposte dal PTPG, sono indirizzate a rafforzare con logica di struttura la costruzione urbana policentrica di Roma, come configurata nel Nuovo PRG, recuperando e valorizzando i centri ed i beni storici, ri- qualificando e compattando i tessuti diffusi ai fini di migliorare la fruizione turistica e quella resi- denziale urbana, promuovendo l'articolazione in nuclei organizzati con servizi. Nei territori del diffuso insediativo caratterizzato da tipologie a bassa densità, occorre contra- stare l’attivazione di nuovi nuclei ed evitare l’ulteriore espansione degli ambiti esistenti indi- viduati dal piano e favorirne, nella definizione dei regimi urbanistici, il completamento se- condo le regole morfologiche e le tipologie dei diversi impianti insediativi e riservare il resto del territorio ad usi ambientali e agricoli per assicurare il presidio antropico e la fruizione so- ciale, culturale e per il tempo libero metropolitano. Il PTPG esprime, in sede normativa, direttive specifiche, morfologiche e di dimensionamento, indirizzate ai Comuni per gli aspetti di rilevanza sovracomunale ed impegnative per la forma- zione e l’adeguamento dei PRG, in riferimento alle singole costruzioni insediative urbane e territoriali individuate nella provincia (art.li da 39 a 60). In particolare individua le seguenti tipologie componenti la costruzione insediativa policen- trica metropolitana (art. 41): - costruzioni urbane elementari C.1. Cerveteri, art.45; - insediamenti nucleari accentrati, art. 47; - -ambiti di diffusione insediativa di riordino dell’insediamento secondo la regola della via- bilità poderale reticolare, art.50. La Costruzione urbana elementare C1 Cerveteri è definita come centro residenziale del cir- cuito dei centri Etruschi della Tuscia meridionale, per cui il Piano propone direttive per la va- lorizzazione della costruzione insediativa storica e per la riqualificazione, a tale proposito, in considerazione della rilevanza storico-archeologica dell’area, si dovrà tener conto delle scelte

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del piano di gestione del sito UNESCO e della cosiddetta “Buffer zone” (ambito territoriale più vasto del sito stesso). Gli insediamenti nucleari accentrati sono costituiti da singoli insediamenti e borghi, di dimen- sione demografica molto limitata, da valorizzare preferenzialmente come “nodi” di riaggrega- zione e riordino delle espansioni periferiche disperse o diffuse dei centri stessi. In sede di for- mazione dei Piani è richiesto ai Comuni, per contrastare le tendenze diffusive dell’espansione urbana, di provvedere a rafforzare il ruolo aggregante dei borghi e dei piccoli nuclei di servizi locali e di spazi pubblici centrali preesistenti. Per gli ambiti di diffusione insediativa, in cui riordinare l’insediamento secondo la regola della viabilità poderale reticolare, la direttiva è di bloccare la formazione di nuovi ambiti di diffu- sione e di contenere l’ulteriore espansione promuovendone il completamento coerente- mente con le regole morfologiche e tipologiche che li hanno generati. Ulteriori direttive si integrano con le direttive e prescrizioni del Territorio Agricolo e del Terri- torio Agricolo Tutelato (nastri verdi) che restano comunque prevalenti. Il PTPG inoltre propone l’individuazione di un progetto ambientale di recupero costiero con l’ampliamento dell’area protetta di Torre Flavia ed il completamento e il riordino delle nuove periferie e per la collocazione delle nuove espansioni in forme compatte contigue ed in conti- nuità con il centro urbano.

C. Sistema insediativo funzionale Obiettivo del piano è l'efficienza, la modernizzazione e lo sviluppo con modalità strategiche dei sistemi funzionali e produttivi; esso si riferisce, in particolare, al riordino dell'offerta sul territorio di sedi, relazioni e modelli organizzativi in base alle esigenze differenziate delle fun- zioni ed attività (art.li da 61 a 74). Il piano delinea, a fini orientativi negli scenari al 2015, l'offerta programmatica di funzioni di cia- scuno dei subsistemi locali funzionali in cui è articolata la provincia, e persegue una strategia orien- tata alla maggiore specializzazione e sviluppo equilibrato dell’offerta funzionale di ciascun subsi- stema e della provincia nel suo insieme costituendo il riferimento per le politiche e le azioni pub- bliche e private orientate allo sviluppo del territorio dell’area metropolitana.(art. 63) In coerenza a questa strategia, il piano propone un percorso di riorganizzazione delle sedi di servizi e reti verso un’offerta più coordinata e differenziata che tenga conto delle diverse esi- genze, di integrazione reciproca (filiere e distretti), di dotazione di servizi specializzati, di qua- lificazione ambientale e d’immagine ed accessibilità differenziata alle reti (grande rete, rete metropolitana/provinciale e di subsistema) che le funzioni e le attività richiedono (art. 64).Il Piano opera per il potenziamento ed il riequilibrio della rete urbana provinciale attraverso un modello organizzativo delle funzioni di servizio tipicamente urbane (urban oriented) (mante- nimento, direzionalità, ricerca e università, servizi per la cultura e la salute, servizi alla produ-

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zione, servizi al turismo e tempo libero), nei centri, più articolato e meno gerarchico, promuo- vendo rapporti di specializzazione e complementarietà tra i centri stessi di tipo reticolare e migliorando il collegamento dei centri al territorio. Vengono proposti i “centri di base”(art.64), tra i quali risulta anche Cerveteri, come punti di riferimento organizzativo dell’offerta di servizi alla popolazione dei sistemi di centri collinari e montani (o di insediamenti diffusi nelle aree agricole insediate o nei territori turistici della costa) legati da relazioni di prossimità e dalla morfologia dei luoghi, per i quali sono da favorire intese intercomunali ed iniziative di pianificazione urbanistica coordinata. Per le funzioni strategiche connesse al turismo ed al tempo libero metropolitano (art. 67) nelle sue caratterizzazioni (termale, montano, lacuale, congressuale, culturale, ambientale, spor- tivo), occorre è necessario migliorare l’organizzazione e l’uso del territorio locale ai fini di un ulteriore e più qualificato sviluppo di queste funzioni oltre che tutelare e valorizzare le risorse specifiche dei luoghi, incentivare le dotazioni di attrezzature specializzate (ricettive, commerciali, sportive, ecc.) del territorio e dei centri, valorizzare il potenziale di integrazione intersettoriale sul ter- ritorio di cui il settore turistico è portatore con l'offerta di beni culturali ed ambientali, di pro- duzioni agricole ed artigiane, di funzioni di servizio urbane, di mobilità. I punti di forza dell’azione progettuale di valorizzazione ed attrezzature dei luoghi e centri turistici di Cerveteri riguardano prioritariamente il turismo naturalistico nelle aree protette e nelle aree agricole tutelate (agriturismo), il turismo culturale nelle zone archeologiche di frui- zione di massa come centro di eccellenza di archeologia e quello degli itinerari e centri storici. La Provincia, d’intesa con i comuni interessati, promuove specifici Progetti Tematici per la va- lorizzazione dei sistemi turistici provinciali, considerando in particolare: - la ricettività nelle sue diverse tipologie (alberghi, pensioni, ostelli, affittacamere, agrituri- smo, campeggi) con l’assunzione e la specificazione delle normative nazionali e regionali, integrate da norme sulla multiproprietà; - l’individuazione e la localizzazione di ricettività “a catena” o “integrata”: es. agriturismo, centri loisir, parchi a tema, ostelli; - la promozione di strutture ricettive diffuse (albergo diffuso) legate al recupero urbanistico di quartieri, borghi, residenze in abbandono o dismesse nei centri storici della provincia, da rendere disponibili nelle forme di residenze temporanee o stagionali; - la viabilità paesistica provinciale e locale (es. strade bianche, ciclabili) percorsi natura e storia; - gli standard di carico e di impatto delle diverse strutture turistiche sui litorali, le coste, gli ambienti naturali protetti, con prescrizioni per i piani attuativi delle opere; - il riuso compatibile dei demani militari o di altro tipo dismessi o di edifici e complessi industriali dismessi; - il riuso di edifici storici legati a funzioni desuete (ad es. chiuse, mulini);

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- la predisposizione di aree a campeggio e per le attrezzature del turismo itinerante nei comuni maggiormente interessati da presenze turistiche. Nel suo radicarsi nel territorio e nel sistema urbano locale lo sviluppo turistico richiede, in- sieme alle politiche provinciali di settore (agenzie di sviluppo provinciali e locali), l’attivazione su promozione della Provincia dei previsti Distretti turistici locali e dei Distretti culturali una pianificazione locale stabilmente orientata a base intercomunale. Il PTPG individua inoltre su proposta dei comuni le Aree attrezzate per attività artigianali, fie- ristiche e di servizio intercomunali di previsione dei piani comunali, da completare o, se non attuate e disperse, da rilocalizzare, per favorirne l’organizzazione più aggregata e lo sviluppo competitivo (art. 73). I Comuni, singolarmente o attraverso intese intercomunali, in sede di formazione dei PUGC o di varianti , provvedono ad attuare le direttive del PTPG per i territori interessati e predispongono un Programma di fattibilità, d’intesa con la Provincia, gli enti ed i soggetti interessati, per la selezione, la eventuale rilocalizzazione e la riaggregazione delle aree artigianali e fieristiche e la definizione degli usi preferenziali, la dotazione di servizi specializ- zati ed infrastrutture garantendo condizioni ambientali adeguate. La Provincia infine recepisce o promuove l’istituzione da parte della Regione Lazio di aree di programmazione integrata di cui alla L.R. n. 40/99, finalizzate allo sviluppo produttivo e di servizi in ambiti intercomunali, assicurando la coerenza e la compatibilità degli interventi pro- grammati con le strategie di tutela e assetto del territorio del PTPG.

D. Sistema della mobilità Gli obiettivi ed i componenti della mobilità provinciale possono essere riassunti nei seguenti punti (art. 75): - migliorare l’accessibilità dell’intero territorio provinciale alla Grande Rete viaria e ferro- viaria per incrementare le relazioni di livello regionale, nazionale, internazionale - migliorare l’accessibilità interna al territorio provinciale in modo differenziato, privile- giando le esigenze di incremento delle relazioni metropolitane, unificanti la provincia. Il PTPG individua e organizza il sistema della mobilità di interesse provinciale in riferimento alle seguenti componenti: - Grande Rete ferroviaria, stradale, portuale e aeroportuale; - Rete di base della provincia metropolitana: - Rete ferroviaria di base e corridoi del Trasporto Pubblico Locale della provincia metropolitana, - Rete stradale di base (1° e 2° livello) della provincia metropolitana. Per migliorare i livelli di accessibilità dell’intero territorio provinciale alla Grande Rete viaria e ferroviaria(art. 77) e per migliorare l’accessibilità interna al territorio provinciale in modo dif- ferenziato, in rapporto alle esigenze di incremento preferenziale delle relazioni metropolitane,

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la Provincia predispone un Programma di riqualificazione ed adeguamento delle reti, che pre- veda interventi di miglioramento mirato e diffuso delle caratteristiche fisiche e funzionali delle infrastrutture, finalizzato agli obiettivi del PTPG. La rete viaria con carattere di Grande Rete (art.79) è costituita dai corridoi longitudinali nazio- nali nord-sud, dai corridoi trasversali di collegamento interregionale e dal Grande Raccordo Anulare. Il PTPG assume le seguenti direttive di intervento per i collegamenti longitudinali ad ovest l’adeguamento della via Aurelia che prosegue verso la Toscana (a nord) oltre l’auto- strada A12 Roma-Civitavecchia Per quanto concerne la rete ferroviaria di base (art.82) i principali criteri generali posti a base dell’intesa Regione-FS sono assunti integralmente come contenuti del PTPG tra cui l’individua- zione della rete ferroviaria dedicata ai Servizi ferroviari regionali (FR) e ai Servizi ferroviari me- tropolitani (FM) su linee specializzate, curando l’intermodalità e l’accessibilità a detti servizi con il servizio di autotrasporto pubblico, ed i servizi ferroviari di lunga percorrenza, i servizi aerei e le autovetture private. L’accentuazione del modello dei passanti ferroviari prevede in particolare la creazione di un passante FR/FM5+FM6 fra Civitavecchia, i nodi di scambio metropolitano di Cerveteri/Ladi- spoli e di /, con potenziamento infrastrutturale dei tratti in comune con gli altri passanti, la creazione di una nuova stazione di attestamento al Porto di Civitavecchia, e nuove fermate a Massimina, Aurelia e Centroni. Altri interventi previsti riguardano la creazione in tempi medio-lunghi di un servizio ferroviario litoraneo FR9 fra Campoleone e -Cerveteri utilizzando l’infrastruttura della co- struenda “linea di cintura sud”, con nuove fermate a e Castelromano e nodo di inter- connessione a Tevere sud (Vitinia) con la Roma-Lido (unificata con la metro B). I livelli del servizio della rete sono definiti allo scopo di assicurare l’accessibilità a tutti i centri della provincia favorendo in particolare la mobilità diretta (servizi espressi) tra i centri con valenza metropolitana e tra questi e Roma. In particolare il PTPG ritiene necessario il poten- ziamento dei nodi di scambio ferro-gomma (autobus e autovetture) tra cui quello di Fara Sa- bina - e aeroporto sulla FR1, Cesano sulla FR3, che dopo il previsto raddoppio sarà eventualmente sostituito da Bracciano, Albano, e sulla FR4, Cerveteri–Ladispoli sulla FR5. Lo Schema classifica la rete viaria di base (art. 84) di interesse provinciale secondo due livelli funzionali in relazione al ruolo che ciascuna infrastruttura è chiamata a svolgere: - la rete di 1° livello finalizzata a unificare il territorio della provincia metropolitana ed a garantire le relazioni interbacinali fra i diversi Sistemi e Subsistemi locali e i collegamenti con Roma, con i maggiori centri urbani e poli produttivi e di servizio, nonché con i nodi di accesso alla Grande Rete; - la rete di 2° livello finalizzata a garantire l’accessibilità dai diversi comuni ai centri dei Sub- sistemi locali (bacini di mobilità locale), ai poli funzionali minori, alle stazioni e ai nodi di

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scambio con le reti del trasporto collettivo. Appartengono a tale rete anche le strade in- teressate dalla fruizione delle risorse ambientali; - al di sotto dei due livelli funzionali resta la rete viaria locale prevalentemente dedicata al rapporto tra i centri dei sistemi locali morfologici e tra questi e i territori comunali La rete di primo livello metropolitano è costituita da un sistema di radiali di collegamento del territorio provinciale con Roma (GRA) e da due itinerari tangenziali nel territorio metropoli- tano di collegamento dei sistemi locali settentrionali ed orientali esterni a Roma, nonché da un itinerario più esterno per i sistemi locali collinari e montani dei Lepini e del Sublacense. Gli itinerari tangenziali unificano il territorio provinciale esterno a Roma e lo aprono ai collega- menti con le province limitrofe. Il sistema della viabilità radiale è costituito nel territorio in esame dalla SS. n° 1 Aurelia dal casello sulla A12 di S. Severa al GRA. L’itinerario tangenziale nord, che collega il litorale nord con la valle del Tevere e in prosecu- zione con Rieti attraverso la Nuova Salaria (superstrada) che a sua volta si raccorda con la dorsale appenninica, è costituito dal potenziamento e completamento di tratti di viabilità esi- stente, con alcuni nuovi tratti di raccordo intorno ai centri (Cesano, , Fiano). Tale viabilità, collega trasversalmente i centri e le aree produttive di Subsistema, con- nettendo anche le stazioni di attestamento dei servizi ferroviari metropolitani (Cerveteri-La- dispoli, Cesano-Bracciano, Castelnuovo di Porto- ). Il PTPG ritiene necessario il potenziamento dei nodi di scambio ferro gomma tra cui: la crea- zione di un terzo passante FR/FM5+FM6 fra Civitavecchia, i nodi di scambio metropolitano di Cerveteri/Ladispoli e di Zagarolo/Colleferro, con potenziamento infrastrutturale dei tratti in comune con gli altri passanti, la creazione di una nuova stazione di attestamento al Porto di Civitavecchia, e nuove fermate a Massimina, Aurelia e Centroni; Altri interventi previsti riguardano la creazione in tempi medio-lunghi di un servizio ferroviario litoraneo FR9 fra Campoleone e Ladispoli-Cerveteri utilizzando l’infrastruttura della co- struenda “linea di cintura sud”, con nuove fermate a Pomezia e Castelromano e nodo di inter- connessione a Tevere sud (Vitinia) con la Roma-Lido (unificata con la metro B). I livelli del servizio della rete sono definiti allo scopo di assicurare l’accessibilità a tutti i centri della provincia favorendo in particolare la mobilità diretta (servizi espressi) tra i centri con valenza metropolitana e tra questi e Roma. Il PTPG classifica la rete viaria di base (art. 84) di interesse provinciale esistente e proposta secondo due livelli funzionali in relazione al ruolo che ciascuna infrastruttura è chiamata a svolgere in: - rete di 1° livello, finalizzata a unificare il territorio della provincia metropolitana ed a garantire le relazioni interbacinali fra i diversi Sistemi e Sub-sistemi locali e i collegamenti con i maggiori centri urbani e poli produttivi e di servizio nonché con i nodi di accesso alla Grande Rete;

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- rete di 2° livello, finalizzata a garantire l’accessibilità dai diversi comuni ai centri dei Sub- sistemi locali (bacini di mobilità locale), ai poli funzionali minori, alle stazioni e ai nodi di scam- bio con le reti del trasporto collettivo. Appartengono a tale rete anche le strade interessate dalla fruizione delle risorse ambientali. Al di sotto dei due livelli funzionali la rete viaria d’interesse locale è prevalentemente dedicata al rapporto tra i centri dei sistemi locali morfologici e tra questi e i territori comunali. Il PTPG stabilisce, con riferimento ai suddetti ordini gerarchici di rete, distinte linee strategiche di in- tervento. La Rete viaria di 1° livello metropolitano è costituita da un sistema di radiali di collegamento del territorio provinciale con Roma e da due itinerari tangenziali nel territorio metropolitano di col- legamento dei sistemi locali settentrionali ed orientali esterni a Roma, nonché da un itinerario più esterno per i sistemi locali collinari e montani dei Lepini e del Sublacense. Il sistema della viabilità radiale è costituito da: SS. 1 Aurelia dal casello sulla A12 di S.Severa al GRA; SS. 2 Cassia bis con le due diramazioni fuori provincia verso Viterbo e Civitacastellana etc. Gli itinerari tangenziali unificano il territorio provinciale esterno a Roma e lo aprono ai colle- gamenti con le province limitrofe. Sono costituiti dal potenziamento e completamento di tratti di viabilità esistente, con alcuni nuovi tratti di raccordo intorno ai centri (Cesano, Castelnuovo di Porto, Fiano). Tale viabilità, collega trasversalmente i centri e le aree produttive di sub-si- stema, connettendo anche le stazioni di attestamento dei servizi ferroviari metropolitani (Cer- veteri-Ladispoli, Cesano-Bracciano, Castelnuovo di Porto-Monterotondo). Il PTPG inoltre sollecita i comuni ad individuare una rete di itinerari ciclopedonali (art. 88) di livello comunale e sovracomunale che svolga funzioni legate al tempo libero e di valida alter- nativa per l’accesso ai servizi pubblici (centri scolastici e centri di lavoro). Tale rete deve consentire di collegare i principali sistemi ambientali e le aree protette propo- ste dal piano con i parchi e le aree a verde urbane e con i centri storici svolgendo così anche una funzione di facilitazione della fruizione lenta del paesaggio e di sostenere l’azione di ri- qualificazione dell’ambiente urbano.

6.1.2 Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio (PTPR) adottato Le tavole di progetto del Piano Territoriale Paesistico del Lazio adottato sono le quattro elen- cate di seguito. Per ognuna si è proceduto a sintetizzare, brevemente, le indicazioni principali desumibili dagli elaborati e concernenti direttamente il Comune di Cerveteri:

TAVOLA A – Sistemi ed Ambiti di paesaggio La tavola evidenzia tre famiglie di sistemi ed ambiti omogenei: - Sistema del paesaggio naturale (articolato in naturale di continuità; naturale agrario; fa- scia di rispetto delle coste marine, lacuali e dei corsi d’acqua);

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- Sistema del paesaggio agrario (articolato in paesaggio agrario di rilevante valore, agrario di valore, agrario di continuità); - Sistema del paesaggio insediativo (articolato in paesaggio dei Centri e Nuclei Storici con relativa fascia di rispetto di 150 metri; paesaggio degli insediamenti urbani; paesaggio dell’insediamento storico diffuso).

Il sistema del paesaggio naturale comprende essenzialmente nel quadrante Nord del territorio co- munale quello naturale e di continuità, mentre il paesaggio naturale agrario è concentrato verso la zona a ridosso delle coste del mare caratterizzate da un paesaggio naturale di continuità. Il territorio comunale è uniformemente innervato di fasce di rispetto dei fiumi che vanno ad alimentare un territorio per la maggior parte costituito da paesaggio agrario di valore e di rilevante valore.

TAVOLA B – Beni paesaggistici L’elaborato opera una ricognizione dei beni paesaggistici all’interno delle tre seguenti ma- cro-categorie: - Individuazione degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico; - Ricognizione delle aree tutelate per legge; - Individuazione degli immobili e delle aree tipizzati dal Piano Paesaggistico. Nella prima categoria ricadono i beni d’insieme: vaste località con valore estetico tradizionale, bellezze panoramiche e zone di interesse archeologico situate lungo la costa ma soprattutto in una vasta zona e nord est della città di Cerveteri in un paesaggio agricolo di rilevante valore. Nella seconda categoria ricadono i vincoli della L.R. 24/98 che tutelano la fascia costierae marine, fasce costiere lacuali, i corsi delle acque pubbliche, i parchi e le riserve naturali (Palude di Torre Flavia), aree boscate, aree di interesse archeologico già individuate di cui il comune è molto ricco. Tra gli immobili e le aree tipizzati dal Piano Paesaggistico”, si evidenziano, in particolare, alcuni beni classificati come “beni puntuali diffusi, testimonianza dei caratteri identitari archeologici e storici, e relativa fascia di rispetto di 100 metri” sicuramente in misura minore rispetto a quelli della categoria precedente ma in cui svetta il centro storico di Cerveteri e la grossa per- centuale di area agricola identitaria.

TAVOLA C – Beni dei Patrimoni naturale e culturale L’elaborato opera una ricognizione dei beni dei patrimoni naturale e culturale all’interno delle tre seguenti macro-categorie: - Beni del Patrimonio Naturale; - Beni del Patrimonio Culturale; - Ambiti prioritari per i progetti di conservazione, recupero, riqualificazione, gestione e va- lorizzazione del paesaggio regionale.

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La tavola evidenzia la forte valenza storico-ambientale del territorio. Tutta la zona a nord viene classificata dentro le Zone a protezione speciale, Schema del Piano Regionale dei Parchi e Ambiti di protezione delle attività venatorie. Da segnalare anche la pre- senza di Zone a conservazione speciale. La presenza di Beni del patrimonio culturale caratterizzano il cuore del Comune segnato dalla presenza della necropoli segnata nei Beni della lista del patrimonio dell’UNESCO e dalla vasta zona di Beni del patrimonio archeologico. La presenza di un Sistema agrario a carattere permanente e Parchi archeologici e culturali indirizza sicuramente la vocazione per la valorizzazione del paesaggio regionale

TAVOLA D – Proposte comunali di modifica dei PTP vigenti La tavola evidenzia, all’interno del territorio comunale di Cerveteri un solo ambito indicato come “Osservazioni preliminari su temi paesaggistici proposti dai Comuni”, in particolare in corrispondenza Monumento Naturale Palude di Torre Flavia. Sono inoltre presenti molte aree di “Inviluppo dei beni paesaggistici”, che rappresentano circa 80 % del territorio comunale. Per le norme che coinvolgono il territorio comunale di Cerveteri si rimanda all’Allegato A della presente Relazione.

6.1.3 Il Piano Territoriale Paesistico vigente La tutela dei beni e delle aree sottoposte a vincolo paesistico è regolata dalla L.R.24/98 che ha introdotto il criterio della tutela omogenea, sull'intero territorio regionale, delle aree e dei beni previsti dalla Legge Galasso n. 431/85 e di quelli dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della L.1497/39, da perseguire anche attraverso la redazione di un nuovo strumento di pianificazione: il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR). Con la L.R.24/98 sono stati contestualmente approvati i Piani Territoriali Paesistici (PTP) in precedenza adottati limitata- mente alle aree ed ai beni dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della 1497/39 (De- creti Ministeriali e provvedimenti regionali) e a quelli sottoposti a vincolo paesistico ai sensi dell'articolo 1 della L.431/85: fasce costiere marine, fasce costiere lacuali, corsi delle acque pubbliche, montagne sopra i 1200 m.t. s.l.m., parchi e riserve naturali, aree boscate, aree delle università agrarie e di uso civico, zone umide, aree di interesse archeologico. Il Piano Territoriale Paesistico che riguarda il Comune di Cerveteri è il n.2 Litorale Nord appro- vato con LL.RR. – 6 luglio 98 nn. 24 e 25 suppl. ord. N. 1 al BUR n. 21 del 30.7.98

Le sue norme hanno la finalità (art. 1) di attuare gli obiettivi generali della legge 431 del 1985 all'interno dell'ambito territoriale n.2 della Regione Lazio; esse tendono a proteggere e valo- rizzare l'insieme dei valori paesistici naturali e archeologici vincolati e notificati dallo Stato e dalla Regione, nonché l'insieme dei valori diffusi sui quali i vincoli agiscono "ope legis".

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Il presente PTP si applica ai sensi dell’art.19 della l.r. 24/98, limitatamente alle aree ed ai beni dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della l. 1497/1939 e a quelli sottoposti a vin- colo paesistico ai sensi degli articoli 1, 1 ter ed 1 quinquies della l. 431/1985. Nelle aree inte- ressate da una sovrapposizione di vincoli relativi ai beni diffusi di cui alla l. 431/1985 e alle aree dichiarate di notevole interesse pubblico ai sensi della l. 1497/1939 si applicano en- trambe le norme, se compatibili ed in caso di contrasto, prevale la più restrittiva. In attesa delle specifiche disposizioni del PTPR di cui all'articolo 21 della l.r.24/98, sono fatte salve le previsioni degli strumenti urbanistici attuativi approvati alla data di entrata in vigore della l.r. 24/98 (7/7/98). Ai fini del Piano Paesistico il territorio è suddiviso in Sistemi territo- riali (Capo V°) di interesse paesistico. Il territorio comunale di Cerveteri ricade nel Sistema n° 3 (Costa dei comuni di Ladispoli, Cerveteri, S Marinella, Civitavecchia) e nel Sistema n° 4 (Tolfa e Monti Ceriti con i Comuni di , Tolfa, Civitavecchia, Cerveteri e S. Marinella). All'interno di tali Sistemi di Interesse Paesistico si individuano i Sub-Ambiti di Piano, costituiti dalle aree perimetrate dalle dichiarazioni di notevole interesse pubblico, aggregate per si- stema. Per il territorio del Comune di Cerveteri esse sono: Sistema n. 3: Sub-ambito n. 4: Litorale Nord della Provincia di Roma Sistema n. 4: Sub-ambito n. 5: ; Sub-ambito no 6: Cerveteri

Il Sistema Territoriale di interesse paesistico n.3 (elaborato EN3) come riportato nell’art. 42, è delimitato dalla linea di costa laziale in provincia di Roma da Cerveteri a Civitavecchia e dalla ferrovia per Civitavecchia, comprende in un unicum spaziale un insieme di beni naturalistici, storici ed insediativi, che presentano un elevato livello di integrazione determinando una con- figurazione ambientale di particolare pregio. Il Sistema comprende parte del territorio dei co- muni di Ladispoli, Cerveteri, , Civitavecchia, cosi' come delimitato e riportato nella cartografia di Piano nelle tavole E3, E3E e E3F. Viene inteso facente parte del sistema l'ambito visuale della Autostrada Civitavecchia negli stessi comuni, così ugualmente come delimitato e riportato nella cartografia di Piano nelle tavole E3 citate. All'interno del Sistema n.3 i territori costieri interamente sottoposti a vincolo costituiscono il

Sub-Ambito 4 che comprende il territorio della fascia costiera dei comuni di Santa Marinella, Cer- veteri, Ladispoli, Civitavecchia così come delimitato dal D.M. 22/5/1985 (Supplemento ordinario alla G.U. n.176 del 27/7/1985), che viene qui richiamato e dato per trascritto, ad integrazione delle dichiarazioni i notevole interesse pubblico di cui ai DD.MM. 9/3/1957, 14/9/1957, 23/5/1967, 21/6/1969, 14/7/1969, 26/3/1975> 19/6/1975 riportato nella cartografia di Piano nelle tavole E3, E3E e E3F. La successione dei quadri paesaggistici di singolare bellezza offerte dalle varie parti di questo lito- rale che alterna castelli storici, torri costiere, parchi e zone alberate malgrado le compromissioni delle edificazioni ovunque intervenute, richiede una serie di puntuali interventi di tutela.

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L’obiettivo del Piano Paesistico è quello di salvaguardare l'unità ambientale di base con ap- punto il recupero ai fini ambientali con riqualificazione delle aree contermini e degradate del tessuto interstiziale delle zone urbanizzate; di confermare la salvaguardia dei centri abitati così come essa è stata peraltro prescritta dall’azione delle competenti Autorità regionali, raf- forzandola con la tutela della cornice paesistica con l’introduzione di modalità' di tutela attiva per l’utilizzo differenziato del litorale e per la riqualificazione e salvaguardia dei caratteri ve- getazioni e geomorfologici nella zona prima e dopo la ferrovia. Il sistema Territoriale di interesse paesistico n. 4 delimitato verso mare dalla Autostrada Roma-Civitavecchia, comprende i monti della Tolfa e Ceriti formando un insieme spaziale ca- ratterizzato dalle prevalenti esistenze montuose e collinari nonché di beni naturalistici e sto- rico - insediativi, che determinano una configurazione ambientale di particolare pregio, costi- tuendo il più' evidente, complesso naturalistico dell'intera costa laziale. Il Sistema comprende i territori dei comuni di Cerveteri, Allumiere, Tolfa, S. Marinella e Civi- tavecchia, così come delimitati e riportati nella cartografia di Piano nelle tavole E3 e E3F, e confina aperto con l'Ambito Territoriale n.3. All'interno del Sistema n.4 i territori interamente sottoposti a vincolo costituiscono tre Sub - Ambiti di pianificazione paesistica individuati con: n.5 - Centro abitato di Ceri in comune di Cerveteri; n.6 – Centro abitato di Cerveteri; n.7 -Centro abitato di Tolfa. Il Sub - Ambito 5 nel quadro dei Beni Vincolati dalla Legge 431/85 (Tavv. E1) comprende i territori in comune di Cerveteri del centro abitato di Ceri così come delimitato dal D.M. 22/5/1985 (Supplemento ordinario alla G.U. n.176 del 27/7/1985) ad integrazione della di- chiarazione di notevole interesse pubblico di cui al D.M, 10/8/1968 e riportato nella cartogra- fia di Piano nelle tavole E3. Sub - Ambito 6 nel quadro dei Beni Vincolati dalla Legge 431/85 (Tavv. E1) comprende il terri- torio del comune di Cerveteri sottoposto alle disposizioni della legge 29 giugno 1939, n.1497 così come delimitato dai DD.MM, 10/8/1968 e 16/11 /1968, che vengono qui richiamati e dati per trascritti e riportato nella cartografia di Piano nelle tavole E3. L'area del Sub - Ambito 6 costituisce un insieme di alto valore storico - paesaggistico del terri- torio laziale costituito da verdi pendii, da ridenti vallate, pittoresche e boscose, da caratteri- stiche accidentalità del terreno abbellite dalle acque, formano un panorama di notevole bel- lezza ed una suggestiva quinta di verde, Il territorio sottostante, la zona della Necropoli con gli innumerevoli ed importantissimi resti etruschi che racchiude la riserva della Banditaccia, che le fa da fondale, costituisce un complesso di eccezionale valore estetico e tradizionale di notevole interesse panoramico, L'insieme del territorio dei Monti Ceriti e della Tolfa costituisce la più importante unità am- bientale a carattere naturalistico ed agro-pastorale dell'Ambito territoriale paesistico n.2. Tale territorio è arricchito dalla presenza delle preesistenze archeologiche di Cerveteri e da quella dei centri storici maggiori e minori.

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L'obiettivo del Piano Paesistico è quello di salvaguardare l'unità ambientale naturalistica di base e di confermare la salvaguardia delle aree archeologiche e dei centri storici così come essa è stata peraltro istituita dall’azione delle competenti Autorità regionali, rafforzandola con la tutela della cornice paesistica che in alcuni casi costituisce un elemento di grandissimo pre- gio. Tipico è il caso di Ceri di cui già si è detto; nel caso dei centro di Sasso, di Tolfa e di Allu- miere il Piano Paesistico segnala l'esigenza che essi rientrino nelle aree vincolate. In generale i vincoli da considerare per la valutazione del comune di Cerveteri sono: Vincoli paesaggistici L1497/39 apposti con decreti: DM 03.08.92-10.08.68- 16.11.68 Vincoli ex 431/85: - Art.1 lett. a (coste 300 mt), lett b (fiumi 300 mt) ), lett g (boschi e foreste), ), lett m(aree di interesse archeologico) - Inoltre è presente un’ampia zona di tutela archeologica vincolata ai sensi della 1089/39 Nelle norme tecniche si può trovare l’elenco dei beni e delle aree individuate nelle tavole E1, E3 (allegato EN7.1) come zone di interesse archeologico. Nell’ALLEGATO 2 sono comunque schematizzati tutti i vincoli presenti nell’area

6.1.4 Il PAI Piano di Assetto Idrogeologico Il Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico (PAI) (artt.11 e 12 della L.R.39/96) dell’ Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 17 del 04/04/2012 e pubblicato sul B.U.R.L. n. 21 del 07/06/2012 – S.O. n. 35, ha valore di piano territo- riale di settore e rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale l’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, nell’ambito del territorio di propria competenza, pianifica e programma le azioni e le norme d’uso finalizzate alla tutela e alla difesa delle popola- zioni, degli insediamenti, delle infrastrutture, del suolo e del sottosuolo (art 1.finalità). Con il PAI l’Autorità svolge, ai sensi del Dlgs. 152/2006 e della Legge Regionale 39/96, le attività di pianificazione, programmazione e coordinamento degli interventi attinenti la difesa del suolo. In particolare, il PAI riguarda sia l'assetto geomorfologico, relativo alla dinamica dei versanti e al pericolo d'erosione e di frana, sia l'assetto idraulico, relativo alla dinamica dei corsi d'acqua e al pericolo d'inondazione, nonché la definizione delle esigenze di manuten- zione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti in funzione del grado di sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed efficacia. Il Piano, adottato ai sensi dell’art. 65 comma 8 del Dlgs. 152/2006, nonché ai sensi della legge 4 dicembre 1993 n°493 e dell’art.12 della Legge Regionale 7 ottobre 1996 n°39 (in seguito denominata L.R.39/96) e successive modificazioni, è coordinato con i programmi nazionali, regionali e sub-regionali di sviluppo economico e di uso del suolo e prevale, ai sensi dell’art.14 della L.R.39/96, su tutti gli strumenti di piano e programmatici della Regione Lazio e degli Enti locali (art. 3 effetti giuridici).

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Fermo restando il carattere immediatamente vincolante delle prescrizioni, le previsioni e le prescrizioni del Piano hanno valore a tempo indeterminato. Esse sono verificate anche in re- lazione allo stato di realizzazione delle opere programmate e al variare della situazione mor- fologica, ecologica e territoriale dei luoghi ed all’approfondimento degli studi conoscitivi e di monitoraggio. I comuni provvedono alla trasposizione cartografica sui propri strumenti urbanistici vigenti dei limiti delle aree a diverso grado di pericolosità e delle aree di attenzione di cui agli artt. 16, 17, 18, 19, 23, 23bis, 24, 25, 26 e 27, alla scala adottata dagli stessi strumenti urbanistici e/o su base catastale, inoltre l’approvazione dei nuovi strumenti urbanistici comunali o delle varianti agli strumenti vigenti da parte delle strutture preposte, è subordinata all’acquisizione del pre- ventivo parere dell’Autorità. In considerazione sia del continuo mutare del quadro territoriale, in virtù del dinamismo della fe- nomenologia afferente al dissesto idrogeologico e dei connessi interventi di mitigazione e di messa in sicurezza, sia conseguentemente ad ulteriori approfondimenti conoscitivi di settore, l’Autorità di Bacino provvede alla successiva tempestiva corrispondenza tra il P.A.I. e le suddette dinamicità del territorio mediante l’emanazione di Decreti Segretariali di aggiornamento. L’aggiornamento riportato nella TAV A.2.3 Carta dei Vincoli riguarda l’ultimo aggiornamento tramite Decreto Segretariale n.12 del 18/09/2013; nella tavola sono state segnalate le Aree sottoposte a Tutela per pericolo d’ inondazione e per pericolo di frana ricadenti nel aree a pericolo A rimandando l’approfondimento alla Relazione Idrogeologica e riportando in questa relazione le tavole dell’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio per intero. Per riassumere nel Comune di Cerveteri, le are evidenziate nella cartografia riguardano prin- cipalmente: - Aree sottoposte a tutela per pericolo d’inondazione (art 7-23-24-26). Il Piano riporta le situazioni di pericolo d'inondazione stimate ai sensi del DPCM 29/09/1998 dall’Autorità tramite indagini o segnalazioni locali nell’ambito del territorio di propria competenza. Sulla base delle caratteristiche dei fenomeni rilevati o attesi il Piano disciplina l’uso del territorio in funzione di tre classi di pericolosità. Nel territorio di Cerveteri troviamo prin- cipalmente aree a Percolo A (c.2 art. 7 e art.23 ovvero aree ad alta probabilità di inonda- zione, che possono essere inondate con frequenza media trentennale situate principal- mente lungo i margini del fiume Zambra e del fiume Vaccina . - Aree sottoposte a tutela per pericolo di Frana (art.6-16-17-18). Il Piano riporta le situazioni di pericolo connesse alla presenza di frane già rilevate e cartografate (ai sensi del DPCM 29/09/1998) dall’Autorità tramite indagini estese su tutto il territorio di sua competenza. Sulla base delle caratteristiche d’intensità dei fenomeni rilevati (volumi e velocità), il Piano disci- plina l’uso del territorio nelle aree in frana in relazione a tre classi di pericolo: . aree a pericolo A: aree a pericolo di frana molto elevato si riferiscono alle porzioni di territorio che risultano essere interessate da frane caratterizzate da elevati vo- lumi e/o movimento da estremamente rapido a rapido, nel territorio di Cerveteri lo troviamo in diversi punti nella zona nord-ovet verso Pian della Carlotta, a ridosso

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del centro storico di Cerveteri verso la necropoli a sinistra ed a destra in prossimità di Valle della Mola ed intorno al nucleo di Ceri; . aree a pericolo B:aree a pericolo di frana elevato sono riferite alle porzioni di terri- torio interessate da scarpate o in cui sono presenti frane caratterizzate da volumi modesti e/o movimento da rapido a lento, esse sono situate per la maggior parte verso Monte San Marco nella zona nord-est del Comune di Cerveteri; . aree a pericolo C: aree a pericolo di frana lieve sono riferite a quelle porzioni di territorio che risultano interessate da scivolamenti lenti delle coltri superficiali e/o da frane caratterizzate da piccoli volumi e movimento lento si collocano principal- mente in Pian della Carlotta nella zona nord-ovest del Comune di Cerveteri. - Aree di Attenzione per pericolo di frana e d’inondazione (artt.9-19-27). Troviamo ampie zone di Aree di Attenzione Geomorfologica (art. 9 e 19) nella zona di Pian della Carlotta intervallate da Aree sottoposte a tutela per pericolo di Frana-Aree a pericolo C. Le aree individuate a rischio sono poi classificate, ai fini degli interventi, in tre categorie (art. 8 delle norme di attuazione): - rischio molto elevato (R4): quando esistono condizioni che determinano la possibilità di: . perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; danni gravi e collasso di edifici o . infrastrutture; danni gravi a attività socio-economiche; - rischio elevato (R3): quando esiste la possibilità di: danni a persone o beni; danni funzionali - ad edifici ed infrastrutture che ne comportino l'inagibilità; interruzione di attività socioe- conomiche; - rischio lieve (R2): quando esistono condizioni che determinano la possibilità di danni agli edifici e alle infrastrutture senza pregiudizio diretto per l’incolumità delle persone e senza comprometterne l’agibilità Nel Comune di Cerveteri sono presenti alcuni Livelli di Rischio del tipo R4 ed R3 soprattutto in prossimità di Cerveteri e di Ceri e nelle prossimità del fiume Zambra e del fiume Vaccina. Gli interventi previsti dal piano sono finalizzati alla rimozione o alla mitigazione delle condi- zioni di rischio idrogeologico e possono essere suddivisi nelle seguenti tipologie (art. 12 delle norme di attuazione): - interventi destinati alla eliminazione o all'attenuazione delle condizioni di pericolo nelle aree interessate dall'intervento (opere di sistemazione del suolo, di sostegno delle frane, di difesa dalle inondazioni, di protezione spondale, ecc.); - interventi destinati a ridurre gli elementi a rischio (delocalizzazione permanente, misure preventive di protezione civile, come il preannuncio e l'allontanamento dei soggetti a ri- schio, misure di soccorso ecc.), o all'attenuazione dei danni prodotti dall'evento (rinforzo delle strutture, ecc.) - eventuale monitoraggio del dissesto accertato.

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6.2 I Piani di Gestione

6.2.1 Il Piano di gestione del Sito Unesco di Cerveteri e Tarquinia

Il Piano di gestione del Sito Unesco di Cerveteri e Tarquinia rappresenta lo strumento princi- pale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, storico ed archeologico del Comune di Cerveteri ed è il punto cardine dell’intera azione amministrativa. Esso è stato definito come “un elaborato tecnico che costituisce lo strumento necessario per definire e rendere operativo un processo di tutela e sviluppo, condiviso da più soggetti e for- malizzato attraverso un accordo tra le parti” e mira a razionalizzare ed integrare un processo di tutela e sviluppo che senza dubbio è già in atto nel sito delle necropoli etrusche di Cerveteri. Il Piano di Gestione è un metodo di pianificazione e programmazione di attività ed azioni, in- tegrato ed iterativo nel tempo, in cui sono chiamati ad intervenire gli attori delle varie fasi e cioè i decisori politici, i rappresentati degli interessi sociali, culturali ed economici, i tecnici che progettano ed attuano gli interventi, operatori pubblici e privati. E’ stato concepito per soddisfare i seguenti bisogni: - il bisogno di conservazione dell’eccezionale patrimonio culturale delle necropoli di Cerve- teri e Tarquinia; - il bisogno di fruizione turistica;

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- i bisogni di trasformazione dell’area così come quelli di crescita economica di livello locale e nazionale.

Nella motivazione con cui l’UNESCO ha inserito il sito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità si legge: “Le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia riflettono i diversi tipi di pratica fu- neraria utilizzata dal IX al I sec. a.C. e rappresentano una testimonianza del mondo etrusco. È la prima volta che questa civiltà urbana del nord del Mediterraneo viene iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale. Alcune tombe sono monumentali, scavate nella roccia e sormon- tate da impressionanti tumuli, molte sono caratterizzate al loro interno da sculture in basso rilievo e altre ancora hanno alle pareti dei dipinti eccezionali.”

Il sito di Cerveteri include l’intera area della necropoli della Banditaccia mentre la zona tam- pone include l’area della città antica, che oggi è parzialmente occupata dalla moderna città di Cerveteri . Il sito UNESCO ha una superficie di 197,57 ettari. mentre quella della zona tampone è di 1824,04 ettari. La Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, preservata nella sua interezza, è la più grande tra quelle che circondano la città dell’antica Caere ed è di gran lunga la più vasta del mondo an- tico. Essa rappresenta una riproduzione perfetta della città abitata dai vivi e contribuisce in grande misura alla conoscenza della civiltà etrusca anche per ciò che riguarda gli aspetti della pianificazione della città. I ritrovamenti della Necropoli della Banditaccia sono attualmente esposti al Museo Archeologico di Cerveteri (che ha sede nella Rocca di Palazzo Ruspoli del XIII sec.) il quale va pertanto considerato parte integrante del sito. La necropoli è tra l’altro immersa in un parco suggestivo di alta valenza paesaggistica.

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Il sito della necropoli di Cerveteri e il Museo Cerite appartengono allo Stato italiano. Il Ministero per i Beni Culturali gestisce il sito UNESCO attraverso il proprio ufficio locale, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale. La zona tampone della necropoli di Cerveteri è principalmente proprietà dello Stato; l’area è stata acquisita dallo Stato in ottemperanza a diversi Decreti Ministeriali a partire dal 1960. Una piccolissima parte appartiene al Comune di Cerveteri e soltanto una minima parte appar- tiene a proprietari privati. Il patrimonio archeologico del sito UNESCO e della zona tampone è protetto per mezzo di diverse leggi: - L’attuazione della Legge 490/99 – Titolo I è affidata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si tratta senz’altro della principale normativa che ha tutelato e tutela l’integrità del patrimonio dell’area archeologica. Questo patrimonio è ulteriormente garantito gra- zie al fatto che le aree archeologiche sono di proprietà dello Stato. Ogni tipo di azione su queste aree quindi – con l’eccezione delle attività di scavo archeologico e restauro sotto la supervisione della Soprintendenza – è vietata. - Tale normativa è poi rafforzata dalla legge di tutela paesistica. In quanto le risorse archeo- logiche dell’area sono anche considerate un elemento vitale del paesaggio. Questo stru- mento risale al 1939, anno dell’approvazione della L.1497 sulla protezione del patrimonio naturale. Questa legge comprendeva anche le regole per l’istituzione dei Piani Territoriali Paesistici (PTP) che rappresentano in Italia lo strumento impiegato su vasta scala per ga- rantire la salvaguardia dei beni ambientali e paesaggistici di un dato territorio. I contenuti dei Piani paesistici sono stati successivamente integrati da varie leggi: tra le più importanti ricordiamo la L. 431/85 che rende i PTP obbligatori per tutte le regioni e il recente D. Lgs. 490/99, noto anche come Testo Unico su beni culturali. - l’area è soggetta alle norme di salvaguardia del Piano Territoriale Paesistico (PTP) della Regione Lazio, ambito territoriale 2 – litorale nord. Il piano si applica limitatamente alle aree ed al patrimonio dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della L. 1497/39 e alle aree e risorse sottoposte a vincolo paesistico ai sensi della L. 431/85. Nelle aree inte- ressate da diversi tipi di vincoli relativi ai beni diffusi di cui alla L. 431/85 e nelle aree dichiarate di notevole interesse pubblico ai sensi della L. 1497/39 si applicano entrambe le norme, se compatibili. In caso di contrasto, prevale la più restrittiva. Secondo il piano le aree sono così vincolate: 1) ogni singola risorsa archeologica deve essere obbligatoriamente circondata da una fa- scia di rispetto individuata dal Piano Territoriale Paesistico; 2) sugli edifici esistenti sono ammessi interventi di ordinaria e straordinaria manuten- zione, risanamento, recupero statico e igienico, restauro conservativo; 3) le nuove costruzioni nonché per l’ampliamento di quelle esistenti possono essere au- torizzate soltanto nei casi esplicitamente previsti dal PTP; in ogni caso l’eventuale au- torizzazione e l’ubicazione di nuovi manufatti è condizionata agli esiti dei saggi e degli

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scavi preventivi effettuati dal richiedente sotto la supervisione della Soprintendenza archeologica competente. - L’edifici che ospita il museo archeologico di Cerveteri è anch’esso di proprietà dello Stato ed è soggetto alle leggi nazionali di tutela (D. Lgs. 440/99 art. 2) e al Piano Regolatore Generale. - La zona tampone di Cerveteri è proprietà dello Stato ed è soggetta alla legge speciale di tutela archeologica 1089/30; essa ricade inoltre nell’area soggetta alle leggi di tutela am- bientale ed archeologica di cui all’art. 1, paragrafo m della L. 431/1985 ed è anche sotto- posta al Piano Regolatore del Comune di Cerveteri, approvato con Risoluzione 3505/1980 del Consiglio regionale, nel quale essa è indicata come “W area” (cioè area di rispetto assoluto). - I Piani Regolatori Generali dei singoli Comuni, sono tenuti a rispettare lo strumento legi- slativo superiore (Piano Territoriale Paesistico) Il Piano Regolatore Generale di Cerveteri sottopone la zona tampone della Banditaccia a misure che obbligano al rispetto assoluto. Per quanto concerne i centri storici, gli strumenti comunali, nel rispetto delle norme del PTP, ne prevedono la perimetrazione entro la zona “A” del Piano Regolatore, zona di mas- simo rispetto delle preesistenze storiche, architettoniche ed urbanistiche. Seguendo le linee guida dell’UNESCO e dell’ICOMOS, il Piano di Gestione individua gli obiettivi di lungo termine: - Conoscenza, protezione, conservazione e riqualificazione attraverso attività di studio e di ricerca sui siti etruschi e della loro civiltà, promuovendo la tutela e la riqualificazione del paesaggio e proseguendo le attività di restauro delle tombe per favorirne l’accesso e la fruizione alle aree. - Promozione sociale e culturale per sviluppare tra le popolazioni locali e non, la sensibiliz- zazione e la conoscenza dei valori culturali ed identitari di questo patrimonio - Valorizzazione economica partendo dal potenziamento del turismo culturale sostenibile, assicurando le condizioni per lo sviluppo agli altri settori collegati al patrimonio, tra cui l’artigianato, l’agricoltura, la comunicazione, la formazione. - Attuazione e monitoraggio. Perfezionare la struttura di attuazione del piano e definire e valutare gli strumenti per il monitoraggio delle attività Ed i Piani di azione per il suo sviluppo: - PIANO DELLA CONOSCENZA. Creazione di una banca dati informatizzata su base GIS (Si- stema Geografico Informatizzato) che consenta di collegare i numerosi e diversi dati alla localizzazione geografica di ogni singola tomba o struttura archeologica presente sul sito e sulla zona tampone. - PIANO DI CONSERVAZIONE E TUTELA. Protezione delle necropoli e dei Musei e rafforza- mento degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbana per migliorare la protezione

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del territorio. Il nuovo NUOVO PRG di Cerveteri prende in considerazione proprio la vo- lontà di mantenere le caratteristiche, i valori e le morfologie, tenendo anche conto sia delle tipologie architettoniche che delle tradizionali tecniche di costruzione e di tracciare linee di sviluppo compatibili con i diversi valori riconosciuti e tali da non diminuire il valore del paesaggio - PIANO DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE Migliorare ed incrementare le infrastrutture del territorio, promuovere una migliore accessibilità del sito, garantire ade- guati collegamenti tra ferrovia, sito e parcheggi per incentivare l’uso dei mezzi pubblici.

Gli interventi del Piano di Gestione UNESCO che maggiormente guideranno le attività saranno: - il mantenimento delle caratteristiche, dei valori, e delle morfologie del territorio; - la salvaguardia delle aree rurali; - lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture a sostegno del turismo ; - il proseguimento delle azioni mirate al recupero e alla riqualificazione del centro storico e delle aree degradate; - introduzione nel NUOVO PRG dei Parchi Archeologici; - l’incremento dell’efficienza dei collegamenti pubblici con la Necropoli, comprendendo l’introduzione di programmi di trasporto sostenibile; - la valorizzazione dei prodotti tipici attraverso un sistema di “qualità globale” che evidenzi le peculiarità dell’area e dei suoi prodotti; Le linee guida del Piano di gestione vigente, su diretta richiesta dell’Amministrazione Comu- nale, sono state considerate quali indicazioni strutturanti per l’elaborazione del nuovo PRG sottolineando così l’importanza storica ed archeologica della Necropoli e la valorizzazione delle relazioni, esistenti e potenziali, con il territorio urbano e rurale . Tali elementi costitui- scono il riferimento base e forniscono i contenuti principali per la definizione del sistema delle strategie urbane enunciate meglio nel capitolo 8. LO SCHEMA DI ASSETTO PRELIMINARE DEL NUOVO PRG.

In questi ultimi anni inoltre l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO sta por- tando avanti una revisione dei contenuti per i Piani di Gestione Unesco. Tale necessità di re- visione è intervenuta a seguito di alcuni importanti cambiamenti tra cui i più rilevanti sono: - La redazione, a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di documenti guida per la redazione dei Piani di Gestione; - La pubblicazione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (d.lgs. 42/2004); - Le nuove disposizioni in materia di programmazione territoriale e paesistica. A tal fine il Comune di Cerveteri e il Comune di Tarquinia hanno finanziato un progetto nel 2014 per la revisione del Piano di gestione del Sito Unesco di Cerveteri e Tarquinia, secondo

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modalità che coinvolgano direttamente tutte le Associazioni e gli operatori economici o turi- stici del territorio. Mantenendo i principi generali riguardanti la Conoscenza, la Tutela, la Conservazione e la Va- lorizzazione del patrimonio culturale, il completamento e l’aggiornamento del Piano di Ge- stione del sito Unesco “Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia” è stato chiamato ad ela- borare indicazioni puntuali recependo le indicazioni della nuova normativa per cui per i Piani della Conservazione e della Conoscenza è stato previsto un lavoro di aggiornamento, mentre per i Piani della valorizzazione economica e culturale, è stato richiesto un vero e proprio completamento. Il Piano di Conservazione in particolare (TAV. A2.3) mette in evidenza il collocamento del sito UNESCO nell’aspetto pianificatorio in relazione alla tutela dei beni culturali e del paesaggio e alla conservazione del paesaggio agricolo come richiesto nella “Dichiarazione di Budapest” “(2002) del 2002 in cui il World Heritage Commitee dell'UNESCO, ha invitato gli Stati membri dell'Organizzazione a “rafforzare le iniziative a tutela del patrimonio culturale mondiale, in- centivando l'effettiva protezione dei singoli beni già iscritti così da garantire un equilibrato bilanciamento tra conservazione, sostenibilità e sviluppo, in modo che il patrimonio mondiale possa essere protetto attraverso attività adeguate e allo stesso tempo contribuire allo svi- luppo sociale, economico e al miglioramento della qualità della vita delle comunità di tutto il mondo”. Dal punto di vista dei contenuti, il Piano di Gestione contiene i seguenti 3 livelli progettuali: 1. Il progetto delle conoscenze, che si sostanzia nella costruzione di un sistema informa- tivo geo-referenziale e dinamico idoneo a raccogliere e monitorare in continuo lo stato delle risorse e dei beni; 2. Il progetto di tutela e conservazione, il quale discende dal precedente e da esso sele- ziona gli oggetti ed i soggetti da tutelare e conservare; 3. Il progetto per la valorizzazione, il quale traduce le esigenze di promozione e frui- zione del bene in integrazione con le risorse (sociali, economiche, turistiche, culturali) territoriali esistenti.

Figura -Modello Concettuale del Piano di Gestione, Fonte: Il modello del Piano di Gestione dei Beni iscritti alla Lista del Patrimonio dell’Umanità

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Il completamento e l’aggiornamento del Piano di Gestione delle Necropoli Etrusche di Cerve- teri e Tarquinia non può che prendere avvio da un’attenta ricognizione dei programmi e delle azioni contenute nel documento del 2003 che costituisce una rilevante base di partenza da cui desumere la sussistenza di fabbisogni inerenti la conoscenza, la sua conservazione o la sua valorizzazione della zona.

Figura: Processo di costruzione del Piano di Gestione Fonte: Il modello del Piano di Gestione dei Beni iscritti alla Lista del Patrimonio dell’Umanità

Il Piano della Conservazione e della Tutela definisce e fissa gli obiettivi da perseguire al fine di accrescere la protezione e migliorare la tutela delle risorse culturali inserite nel novero del Patri- monio Mondiale dell’Umanità. Il piano della conservazione per le Necropoli di Cerveteri e Tarqui- nia contenuto nel documento del 2003, concentrando gran parte delle iniziative proposte sull’area prettamente archeologica, ha tralasciato la tematica paesaggistica, lacuna colmata nel suo docu- mento di revisione. L’integrazione della componente paesaggistica all’interno del Piano di Ge- stione rappresenta infatti il focus precipuo delle attività di aggiornamento del piano di conserva- zione e tutela, soprattutto in ragione degli strumenti di pianificazione territoriale, paesaggistica e urbanistica che il Nuovo PRG ha preso in esame fin dal suo documento preliminare di indirizzo assumendo come premessa strategica il Piano di Gestione UNESCO.

Il Piano della Valorizzazione rappresenta la sezione del Piano di Gestione in cui si delineano le attività connesse alla garanzia e al miglioramento della fruibilità e dell’accessibilità del sito UNE- SCO. In esso sono, pertanto, considerati sia i monumenti inclusi nella core area che quelli appar- tenenti alla buffer zone. Il piano della valorizzazione del patrimonio culturale, come redatto nel documento del 2003, af- ferivano a due obiettivi tematici: Valorizzazione delle due necropoli e Valorizzazione dei territori. Tali obbiettivi stanno venendo portati avanti dall’Amministrazione Comunale di Cerveteri ed ad oggi possono dirsi quasi completamente realizzati anche grazie ai fondi POR (2007-2013)

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7. LA PIANIFICAZIONE VIGENTE, LO STATO DI ATTUAZIONE E LA STIMA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

7.1 Gli indirizzi del PRG vigente e le previsioni di incremento demografico

Lo strumento urbanistico vigente è un Piano Regolatore Generale redatto alla fine degli anni ‘60 e approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 3505 del 07/06/1980 e n. 5144 del 06/10/1981. Il Piano, di stampo zonizzativo tradizionale, si basa su una logica di distinzione tra aree rurali e aree edificabili e sulla definizione di un sistema di aree edificabili in grado di rispondere alle complesse problematiche del territorio attraverso la definizione di una “fisionomia propria” del territorio Cerite. Oltre alle molteplici domande e istanze pubbliche e private generate dal sistema insediativo formatosi in maniera “contraddittoria e irregolare” (viabilità, edilizia, ser- vizi, ecc.) il piano si è voluto misurare con l’archeologia e il paesaggio quali valori da difendere e valorizzare. Ne è un esempio l’estensione delle aree protette dal piano che sono oltre 260 ettari. Gli indirizzi del PRG vigente poggiano su quattro componenti fondamentali: - economia agricola, - economia residenziale di permanenza, - economia residenziale turistico balneare, - salvaguardia di valori turistico culturali. Un quadro delle dimensioni di previsione adottate nel PRG può essere così riassunto: Ripartizione del territorio per destinazione economica - Comprensorio comunale ha. 15.100 - Rurale (reversibilità potenziale ha. 1000) ha. 12.550 - Residenziale commerciale ha. 1.860 - Inedificabile di salvaguardia paesistica archeologica ha. 270 - Altre destinazioni (militare, ecc.) ha. 420

Rapporti di spazio – residenza – servizi - Residenziale comprensoriale ha. 1.860 - Residenza fondiaria ha 1.140 = 61% - Servizi collettivi o P.E.P. ha. 174 = 9,5% o Verde pubblico ha. 244 = 13% o Sedi viarie ha. 302 = 16%

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Popolazione - Stagionale unità 240.000 - Permanente unità 75.000

Densità comprensoriale (ab/ha) - Stagionale 240.000/1.860 = 129 con punte massime di zona =180 e punte minime =40 - Permanente 75.000/1.860 40 con punte massime di zona = 120 e punte minime = 10

Indice di fabbricabilità media comprensoriale (mc/mq) pari a 1,29 La massiccia espansione degli anni ’90 e 2000 e le configurazioni del PRG però spesso hanno dato come risultato la realizzazione di aree residenziali “periferiche” perché prive di adeguate e relazioni funzionali reciproche e con il centro storico consolidato. Il modello insediativo ha previsto una generalizzata espansione urbana di tipo residenziale in direzione sud, lungo la via Settevele Palo da attuarsi per mezzo di piani di lottizzazione convenzionata. Lo stesso PRG legittima la parallela creazione di vaste zone residenziali rivolte principalmente ad accogliere il turismo balneare nella fascia costiera in continuità con l’abitato di Ladispoli. Le grandi lottizzazioni già allora in essere (Valcanneto, Cerenova e Campo di Mare) avrebbero dovuto riconvenzionarsi con il Comune per l'adeguamento di spazi e servizi pubblici. Dagli anni ’90 si è avuto un notevole sviluppo degli insediamenti abitativi nelle zone agricole anche a causa di una eccessiva semplificazione delle norme tecniche di attuazione della zona rurale definita “R1”. Inoltre, l’inaccessibilità del mercato immobiliare di Roma ha “favorito” una crescita di richieste nel territorio Cerite grazie soprattutto ad un mercato più accessibile, alle tipologie abitative e agli ottimi collegamenti con la Capitale. Il piano non ha saputo cogliere le profonde trasformazioni a cui si stava avviando il territorio di Cerveteri che da centro prevalentemente a carattere agricolo andava sempre più configurandosi come polarità residenziale dell’area metropolitana romana a forte incremento demografico.

7.2 Le zone previste

Il PRG è stato rappresentato ad una scala al 10.000 per l’intero territorio comunale e ad una scala al 5.000 per i principali sistemi insediativi. Le zone nelle quali è stato suddiviso il territorio comunale sono: - Zona A e A1 - a regime conservativo che comprendono i centri storici di Cerveteri, Sasso e Ceri con destinazione esclusivamente residenziale e culturale e mantenimento dei volumi,

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delle altezze e delle superfici esistenti. Per l’intervento in tali zone è prevista la redazione del Piano Particolareggiato di Recupero.

- Zona A2 – di ristrutturazione che comprende aree edificate e non all’interno del centro di Cerveteri compromesse dal fitto frazionamento e dalla recente edificazione. Le destinazioni ammesse sono quelle residenziali e commerciali. Per l’intervento in tali zone è prevista la re- dazione del Piano Particolareggiato.

- Zona E1 - Estensiva, destinata alla edificazione per usi residenziali e commerciali da at- tuare esclusivamente attraverso pianificazione particolareggiata con o lotto minimo di 1.500 mq e indice di fabbricabilità fondiaria di 2 mc/mq. o Altezza massima consentita ml 9,5 per tre piani fuori terra.

- Zona E2 - Estensiva, destinata alla edificazione per usi residenziali e commerciali da at- tuare esclusivamente attraverso pianificazione particolareggiata con o lotto minimo di 2.500 mq e indice di fabbricabilità fondiaria di 2 mc/mq. o Altezza massima consentita ml 9,5 per tre piani fuori terra.

- Zona E3 - Estensiva, destinata alla edificazione per usi residenziali e vari (servizi, commercio, artigianato, ecc.) da attuare esclusivamente attraverso pianificazione particolareggiata con o lotto minimo di 2.500 mq e indice di fabbricabilità fondiaria di 0,60 mc/mq. o Altezza massima consentita ml 6,5 per due piani fuori terra.

- Zona E4 - Estensiva, destinata alla edificazione per usi residenziali e vari (servizi, commer- cio, artigianato, ecc.) da attuare esclusivamente attraverso pianificazione particolareggiata ma è tuttavia consentita l’apertura di esercizi commerciali di prima necessità. o lotto minimo di 2.500 mq e indice di fabbricabilità fondiaria di 0,60 mc/mq. o Altezza massima consentita ml 6,5 per due piani fuori terra.

- Zona P2 - Parco privato in cui è consentito solo il mantenimento della attuale consistenza edilizia con esclusione di nuove costruzioni. Le destinazioni ammesse sono per attrezzature ricreative e sportive ad uso pubblico ma di proprietà privata.

- Zona D (L) – Artigianale destinata al nuovo impianto di piccole industrie / artigianato, depositi e magazzini, da attuare esclusivamente attraverso pianificazione particolareggiata. o Indice di fabbricabilità fondiaria massimo mc/mq 2,00. o Indice di copertura massimo mc/mq 0,25 con altezza massima ml. 7,50.

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- Zona S – Servizio pubblico, aree destinate alle attrezzature di servizio, di interesse gene- rale e locale, da realizzare previa approvazione comunale di un planuvolumetrico esteso al comparto di riferimento in cui siano destinati a verde, parcheggi e attività collettive almeno 80 mq ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento di edifici previsti. o Indice di fabbricabilità fondiaria massimo mc/mq 2,00. o Indice di copertura massimo mc/mq 0,20 con altezza massima ml. 10,50.

- Zona V – Verde pubblico destinata alla creazione di parchi pubblici e pertanto inedifica- bile (tranne che per piccole attrezzature sportive)

- Zona B – Balneare da attuare esclusivamente tramite strumento particolareggiato.

- Zona Z – Parcheggio da lasciare aperte e libere oltre le sedi stradali

- Zona R – Rurale copre gran parte del territorio comunale ed è destinata ad uso agricolo. E’ edificabile esclusivamente per la conduzione agricola del fondo o per la residenza del pro- prietario. E’ suddivisa in: o Sottozona R1 in cui ricadono le aree agricole sottoposte al regime dell’Ente Maremma, con lotto di 10.000 mq e indice di Fabb. Fond. di 0,07 mc/mq di cui lo 0,03 per residenza. o Sottozona R2 comprendente le restanti aree agricole non boscate, con lotto di 30.000 mq e indice di Fabb. Fond. di 0,065 mc/mq di cui lo 0,015 per residenza. o Sottozona R3 in cui ricadono tutte le aree boscate in regime di inedificabilità

- Zona M – Militare, regolata dall’amministrazione militare.

- Zona W – Rispetto assoluto di salvaguardia, totalmente inedificabile.

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7.3 L’attuazione del PRG: i piani attuativi conformi al PRG vigente

Dagli anni ’80 sono stati redatti alcuni strumenti in attuazione del PRG vigente di cui si ripor- tano in sintesi le indicazioni progettuali e localizzative.

L’abusivismo e i Piani di recupero dei nuclei abusivi ex lege 47/85 Nel territorio di Cerveteri l’abusivismo si presenta prevalentemente in forma sparsa e non c’è stata la formazione, come in altre zone dell’area romana, di nuclei consolidati più o meno grandi. I Nuclei Abusivi perimetrati risultano essere due - Furbara e Cerqueto - entrambi caratterizzati da bassa densità e da una organizzazione insediativa ancora sostanzialmente rurale. Negli anni la situazione quantitativa degli abusi può essere sintetizzata dalla tabella seguente: Riferimento Legge Concessioni rila- Pratiche ancora non Domande totali Sanatoria Edilizia sciate ad oggi definite

Legge 47/85 2.902 1.202 4.104 Legge 724/94 155 395 550 Legge 326/03 e 2.140 1.420 725 L. R. n. 12/04

Totali 4.477 2.322 6.799 I Piani di Perimetrazione dei Nuclei Abusivi in Località “Cerqueto” e “Furbara” sono stati adot- tati dal Consiglio Comunale, pubblicati e osservati dai cittadini. La Commissione Urbanistica ha espletato l’analisi delle osservazioni: - per il Nucleo di Furbara, non sono pervenute osservazioni e dunque si può procedere con la presa d’atto del Consiglio e la spedizione del Piano alla Regione Lazio per la definitiva approvazione. - per il Piano del Nucleo, denominato Cerqueto, si è preso atto di gravi ed incorreggibili difformità tra quanto rappresentato nei grafici di progetto e la situazione dello stato reale dei luoghi. Il disallineamento di fatto della rete stradale non è stato correttamente rile- vato e quindi la rappresentazione grafica risulta difforme dallo stato dei luoghi. Per tale Piano si rende necessaria la revoca della Delibera di Adozione e l’avvio di nuova proget- tazione della Variante Speciale.

La lottizzazione di Campo di Mare Nel 1960, precedentemente alla redazione del PRG, è stata adottata dal Consiglio Comunale la lottizzazione del comprensorio detto “Campo di Mare”. Sulla stessa lottizzazione nell'anno 1963 il Comune di Cerveteri approvò un atto d'obbligo con il quale la Società Ostilia si obbli- gava a versare una cospicua quota all'Amministrazione Comunale ed a realizzare le opere di urbanizzazione necessarie al comprensorio, ivi compresa la rete fognaria.

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La lottizzazione all’inizio degli anni ’70 fu censita come “lottizzazione selvaggia” dall’indagine del Ministero LL.PP. a seguito dell’entrata in vigore della legge 765/67. Nonostante l’entrata in vigore della legge 765/67, la Società Ostilia ottenne in forma illegittima dal Comune di Cerveteri il rilascio di 82 licenze edilizie successivamente revocate dal Sindaco in regime di autotutela per mancanza di una specifica normativa comunale valida ed efficace.

L’originario Piano di Lottizzazione dell’Area di Campo di Mare Il PRG vigente perimetra tale zona quale Zona P2 - Parco privato in cui è consentito solo il mantenimento della attuale consistenza edilizia con esclusione di nuove costruzioni. In so- stanza lo strumento vigente non risolve dello stato giuridico della stessa, rimandando una azione di sanatoria ad una successiva apposita convenzione, "in rapporto alla consistenza edi- lizia attuale, accertata dal Comune per la lottizzazione Campo di Mare in mq. 677.000, si im- pone il congelamento della consistenza stessa ed il reperimento di almeno 24 mq./ab. da de- stinare a verde pubblico, parcheggi ed attività collettive da realizzare a cura ed oneri a carico

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dei privati interessati previa stipula di apposita convenzione, nonché la conferma della neces- sità che venga vincolata la zona fronteggiante il mare al fine di non compromettere ulterior- mente l'unità territoriale della costa"2. La società Ostilia, al fine di definire i procedimenti di rilascio di tutte le concessioni edilizie in sanatoria richieste per le costruzioni già realizzate (ai sensi dell'art. 35, comma 7 della sud- detta legge di condono edilizio n. 47/'85), ha sottoscritto con l'Amministrazione Comunale nel 1991 un atto di Convenzione in base al quale si impegnava a propria cura e spese alla revisione, integrazione e completamento di tutte le opere di urbanizzazione primaria (rete stradale, rete idrica, reti fognarie chiare e scure, impianto di depurazione, verde attrezzato e spazi per par- cheggi di uso pubblico ) nonché alla realizzazione, quale opera di urbanizzazione secondaria, di un complesso per la scuola dell'obbligo ( scuola media con n. 8 aule e servizi ). Inoltre la convenzione prevedeva la cessione di aree per la copertura degli standard ur- banistici nella misura di: - mq. 19.000 da destinare a servizi per l'istruzione; - mq. 9.000 da destinare a servizi pubblici in genere; - mq. 63.000 da destinare a verde pubblico; - mq. 10.500 da destinare a parcheggi; per un totale di mq. 101.500, oltre a mq. 150.000 di rete stradale con marciapiedi e mq. 2.400 per la localizzazione dei serbatoi idrici in un'area a ridosso della linea ferroviaria. Tale convenzione a tutto oggi non è ancora stata risolta congelando, di fatto, tutta la cubatura realizzata come abusiva. Alla fine degli anni ’90 la società Ostilia ha presentato al Comune un nuovo progetto di Piano Integrato ai sensi della L.R. 22/97. Il progetto definisce come già realizzata una cubatura di 380.000 mc., gran parte dei quali in prossimità del mare e della Riserva Naturale di Torre Fla- via; la proposta di un ulteriore ampliamento di 325.000 mc., pari ad un insediamento di 2.800 nuovi abitanti, porterebbe al raddoppio dell’indice di fabbricabilità territoriale dallo 0,20 al 0,40 mc/mq. residenziali. A ciò si aggiungerebbe la realizzazione di un polo turistico (un al- bergo ed un residence) per complessive 260 stanze e di strutture di servizio e per il tempo libero, di un campeggio e di un centro commerciale. Con la proposta del Piano Integrato la Società ha chiesto la stipula di una nuova convenzione in sostituzione di quella del 1991.

2 Con l’entrata in vigore della L.R. 2 maggio 1980, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni, la lottizzazione in questione doveva essere sottoposta alla procedura di recupero urbanistico ai sensi della legge regionale anzidetta, secondo le modifiche ed integrazioni introdotte con legge dello stato 28 febbraio 1985, n. 47. In altri termini trattandosi di lottizzazione illegittima ogni altra procedura diversa da quella appositamente prevista per il condono delle lottizzazioni abu- sive ed illegittime è impropria.

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Piano di Zona 167 per l’edilizia economica e popolare Il Consiglio Comunale ha adottato nel 2009 e successivamente nel 2011 una Variante al PRG fina- lizzata al recupero di aree da destinare ad edilizia economico –popolare ai sensi della L. 167/62. Il progetto prevedeva sette localizzazioni sparse nell’intero territorio comunale come segue:

Sup. Ha Volume Mc Densità terr.le mc/mq Cecanibbio 1 9,45 82.000 0,87 Cecanibbio 2 10,55 72.300 0,69 Cecanibbio 3 6,85 68.421 1,00 I Terzi 1,08 7.075 0,66 San Martino-Ceri 8,18 27.173 0,33 Due Casette 3,09 9.463 0,31 Due Casette-Sasso 3,47 11.868 0,34 Totale 42,67 278.300 Dalla precedente Tabella si evince una estensione totale dei Piani di Zona di Ha = 42,67 (426.700 mq) e una volumetria totale di Mc 278.300 (corrispondenti con una dotazione di 100 mc/ab ad almeno 2.783 nuovi abitanti). La nuova Amministrazione Comunale ha sottolineato alcune problematiche inerenti l’attua- zione di detti piani: - le localizzazioni dei Piani sono state individuate senza un chiaro principio localizzativo, in modo “sparso“, senza adeguati collegamenti e senza la necessaria verifica sulla portata delle reti di urbanizzazione primaria (strade, acquedotto, gas, rete elettrica ecc.) per sop- portare la nuova residenzialità; - non si è tenuto conto delle disposizioni contenute nella stessa Legge 167/62 che all’art. 3, che prevede che le aree da destinare ai Piani di Zona siano individuate in zone limitrofe a quelle di espansione dell’aggregato urbano. Tutte le aree di localizzazione dell’inter- vento sono state individuate in Zona Agricola definita Zona Rurale R di PRG; - non è stata fatta una adeguata valutazione della quantità di aree da destinare all’edilizia economica e popolare rispetto alle esigenze reali del mercato edilizio comunale con con- seguente eccessiva volumetria di progetto.

L’Amministrazione Comunale con Delibera N. 4 del 13/02/2014, ha proceduto alla “Revoca deliberazione consiliare n. 19 del 15042011, e della deliberazione consiliare n 34/2009 avente ad oggetto "Legge 167/1962 e smi. Adozione in Variante al PRG del Piano di Zona per l'Edilizia Economica e Popolare"

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In tale atto si dà inoltre mandato al Dirigente dell’Area Urbanistica – Edilizia Privata per la defini- zione di una nuova proposta di ubicazione e progettazione del Piano Edilizia Economica e Popo- lare, ispirata a criteri di contenimento delle volumetrie rapportate alle reali esigenze della do- manda espressa dal territorio, nonché di aderenza sostanziale alle indicazioni della L.167/62.

Interventi edilizi per Social Housing e Piano di Recupero in loc. Tyrsenia A seguito di un Decreto del Ministero delle Infrastrutture, che metteva a disposizione dei Co- muni finanziamenti per la realizzazione di abitazioni a canone sociale (- 30% del canone riscon- trato sul mercato), il Comune di Cerveteri ha invitato alcuni professionisti a partecipare al Bando, con la presentazione di un progetto e la disponibilità di lotti di terreno. L’assegnazione finale del contributo statale, erogato tramite lo sportello della Regione, am- monta ad oltre 5 milioni di euro, e 700 mila euro circa destinati alla riqualificazione del quar- tiere di riferimento dell’intervento edilizio di social housing (tra i 60 e gli 80 alloggi previsti). Contestualmente l’Amministrazione Comunale ha adottato con Delibera n. 9 del 16/04/2014 il Piano di Recupero del Comprensorio Tyrsenia e Aree Limitrofe. Il Piano insiste su un’area già fa- cente parte di una precedente proposta di Programma di Riqualificazione Urbana a cui la Regione aveva precedentemente assegnato un finanziamento per un importo di € 5.811.250. Il Piano adottato nell’aprile 2014 prevede, oltre che la riqualificazione infrastrutturale ed ambien- tale dell’area di Tyrsenia, la localizzazione di alloggi a canone sostenibile in Housing Sociale. Il progetto in questione insiste su un’area ubicata ai margini della zona edificata “Tyrsenia”, in area agricola accessibile da Via Ezio Morlacca, strada che, insieme alla via Fontana Morella e al fosso del Marmo, definisce il perimetro del quartiere per la quasi totalità, salvo l’insedia- mento al di là del Fosso del Marmo e accessibile dalla via Italo Chirieletti. Obiettivo primario del Piano sono i lavori di manutenzione della rete viaria che hanno il com- pito di fare fronte all’aumento del carico trasportistico sull’area del Piano in relazione all’in- dotto esistente e a quello che con tutta probabilità si svilupperà a seguito degli interventi di edilizia convenzionata (social housing) che verranno ubicati sulla fascia di territorio a sud della via Morlacca, confinante con il vincolo posto a protezione dell’autostrada Roma-Civitavecchia. Il Piano prevede una strada di penetrazione di accesso all’area di intervento 167 e la realizza- zione di un ponte carrabile sul Fosso del Marmo di collegamento di via Morlacca con Via Pica, e quindi con l’arteria Settevene-Palo, sbloccando il traffico insistente nella zona sud-ovest del territorio comunale. La previsione di piste ciclabili, sia su questo tracciato che su quello paral- lelo all’andamento del Fosso, dovrebbe risultare una ulteriore opportunità di riqualificazione urbana. Dati di progetto: - Lotto mq 4.134 - Area coperta in elevazione mq 1.077, 23 (26% della superficie) - Volume complessivo f.t. mc 14.915,24

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Il Piano Insediamento Artigianale e Semindustriale in loc. Pian del Candeliere Con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 29 del 08 Agosto 2013 è stato adottato il Piano Particolareggiato della Zona Artigianale con la denominazione “Piano Insediamenti Produttivi Zona Artigianale e Semi Industriale in loc. Pian del Candeliere Cerveteri”. Il Piano per Insediamenti Produttivi ha durata di dieci anni dalla sua entrata in vigore, ha valore di Piano Particolareggiato e interessa un’area di quasi 24 ettari, ubicata a sud del centro abi- tato di Cerveteri, in località Pian del Candeliere; un ambito compreso tra l’Autostrada Roma- Civitavecchia, la SS Aurelia, la via Fontana Morella ed il Canale Egle. L’ambito è stato destinato alla localizzazione di piccole industrie non nocive, artigianato non nocivo, deposito e magazzini, con esclusione delle industrie insalubri di prima classe di cui al D.M. Sanità del 19/11/1981. E’ consentita inoltre la costruzione di edifici ed impianti di servizio nonché di abitazioni in dipendenza dell’impianto industriale od artigianale (abitazione del per- sonale di custodia, dell’artigiano, ecc.) all’interno della sagoma di massimo ingombro, nella misura massima del 10% del volume complessivo e comunque di superficie lorda non supe- riore a 150 mq. L’attuazione del Piano è prevista attraverso strumenti di pianificazione esecutiva: l’intervento pubblico (P.I.P.) o privato (P.d.L.), deve prevedere l’impianto della rete infrastrutturale, degli standard e dei servizi, esteso all’intera zona D, da realizzarsi anche per stralci. Le prescrizioni per la formazione dei Piani Attuativi devono seguire i seguenti parametri: - Lotto minimo: mq 1.000; - Indice di fabbricabilità fondiario: massimo mc/mq 2,00; - Indice di copertura: massimo mq/mq 0,25; - Altezza massima: mt. 7,50.

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I piani di lottizzazione dell’ultimo decennio Nell’ultimo decennio sono stati previsti e approvati n. 51 Piani di Lottizzazione Convenzionata (tutti di iniziativa privata), dei quali nel tempo ne sono stati realizzati solo 35 (per rinuncia dei rimanenti 16 da parte dei proprietari interessati). Un ultimo Piano, ubicato in località Poggio dell’Asino, tra la linea del Fosso del Marmo e il tracciato di Via Poggio dell’Asino per un totale di mc 7.118 (proprietà Riccioni-De Caro), è stato presentato nel 2011 e in corso di approvazione regionale.

N° Nome Vol. mc Vol. mc Vol. mc Note Totale Resid.le Comm.le 1 Soc. Edilcannetti a.r.l. 16.720,00 14.862,00 1.858,00 2 Soc. Fon.pa a.r.l. 14.616,00 12.992,16 1.623,84 3 Soc. Tachinvest Imm.re s.r.l. 9.931,33 9.030,33 901,00 4 Soc. Edil 2002 s.r.l. - soc. Lamer s.r.l. 5.092,40 4.526,63 565,77 5 Soc. Tecor S.r.l. 8.772,00 7.797,43 974,57 6 Soc. Di Mario Livio a.r.l. 6.670,80 5.929,67 741,13 7 Soc. Poggio delle Carrozza (Lotto Intercl.) 3.756,81 3.756,81 8 Soc. Oliveto a.r.l. - Pietroforta (Lotto Intercl.) Respinto 9 Vaia Paolo - Marini Giulia 9.169,80 8.151,04 1.018,76 10 Soc. Contrada del Candeliere 21.267,00 18.904,24 2.362,76 11 Soc. CE.RE. s.r.l 4.428,00 3.936,05 491,95 12 Soc. Cogeor s.r.l 12.876,15 11.445,61 1.430,54 13 Soc. Shabash s.r.l. 2.221,00 1.974,25 246,75 14 Soc. Edilfutura s.r.l. 13.103,00 11.647,26 1.455,74 15 Soc. Edilville - Di Mario 9.226,00 8.201,00 1.025,00 16 Rossi Domenico ed altri 17 Riccioni Giuseppe - Angelo 7.118,00 6.327,00 791,00 18 Soc. Edilizia n.g. - Te.co a.r.l. (Lotto intercluso) 8.358,29 7.533,12 825,17 Terziario 19 Soc. Imm.re Fima s.r.l. 6.086,00 5.409,85 676,15 20 Soc. Romana Galbo s.r.l. 9.865,49 8.769,43 1.096,06 21 Soc. Imm.re Colle Fiorito s.r.l 7.767,00 6.904,09 862,91 22 Soc. Cima - Di Mario ex Ricci-Car 9.528,00 8.469,44 1.058,56 23 Soc. Il Cavaliere 8.309,56 7.386,37 923,19 24 Ferreti Buccolini Merlini 9.258,67 8.230,03 1.028,64 25 Soc. Imm.re Colle Fiorito 2 s.r.l 11.252,00 10.001,90 1.250,10 26 Soc. Colle Etrusco s.r.l - Poggio dell'Asino s.r.l. 12.766,20 11.347,88 1.418,32

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27 Soc. Imm.re F. Morella s.r.l. 8.808,60 7.829,96 978,64 28 Soc. MGM s.r.l. Edil Lega 9.012,00 8.010,77 1.001,23 29 Soc. RU.ME.RU s.r.l. - Leal 13.206,00 11.738,81 1.467,19 30 Soc. Prato Cavaliere 62.247,00 39.831,00 22.415,00 31 Soc. Dina Imm.re 24.032,00 21.067,00 2.965,00 32 Soc. Edil Lega (Lotto intercluso) 33 Rossi Ada ed altri 20.472,00 18.197,56 2.274,44 34 Soc. 4 B Costruzioni (Lotto intercluso) 8.262,79 8.262,79 35 Soc. G.B.R. 91 (Lotto intercluso) 36 Soc. Olympus (Lotto intercluso) 3.911,00 3.477,00 434,00 Terziario 37 Soc. Edil Nadine (Lotto intercluso) 3.371,00 2.220,50 1.150,50 38 Soc. Ceis (Lotto intercluso) 9.319,95 9.319,95 39 Soc. Edilville (Lotto intercluso) 4.980,10 2.559,97 2.420,13 40 Soc. I Bastioni (Lotto intercluso) 4.190,00 4.190,00 41 Soc. La Lega (Lotto intercluso) 1.500,00 1.500,00 42 Soc. Ma.Da (Lotto intercluso) 1.484,00 1.484,00 43 Soc. Luimar Roselli 5.190,00 4.613,39 576,61 44 Soc. Olimpic Bic Trvagliati 17.577,00 15.624,20 1.952,80 45 Soc. Palma 90 (Lotto intercluso) 2.455,28 2.455,28 46 Soc. Serrani Luigi ed altri (Lotto intercluso) 393,00 393,00 amp. edificio esistente 47 Soc. Palma 90 (Lotto intercluso) 2.058,24 2.058,24 48 Soc. Piave- ex eredi Ferretti 9.258,00 8.230,00 1.028,00 49 Soc. Poggio Etruschi s.r.l. Marzoli 7.167,60 6.371,28 796,32 50 Pidalà - Ricci 3.287,58 2.922,33 365,25 51 Soc. Edilville - Coedil 9.226,00 8.200,99 1.025,01 L’approvazione dei Piani di Lottizzazione prevedeva la conseguente cessione delle aree per servizi ed attrezzature per un totale di 148.535 mq: di queste aree 49.785 mq sono stati ceduti al Comune (circa il 30%) mentre 98.750 mq. devono essere ancora ceduti (circa il 60%).

7.4 I piani di settore di livello comunale

Il Piano di utilizzazione degli arenili Il Piano di Utilizzazione degli Arenili disciplina esclusivamente l’uso della fascia demaniale ma- rittima ai fini delle concessioni demaniali, ai sensi della legge 494/93 e della L.R. 14/99 come ribadito nel Capo III (modalità di tutela delle aree tutelate per legge) art.33 (protezione delle

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fasce costiere marittime) delle Norme del P.T.P.R. della Regione Lazio adottato dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25/07/07 e n. 1025 del 21/12/07 ai sensi dell’art. 21,22,23 della L.R. n.24/98. L’obiettivo del Piano è la creazione di norme ed indirizzi che non solo tutelino e valorizzino il bene ambientale rappresentato dai litorali, in genere principale risorsa dei Comuni interessati, ma ne consentano una più chiara regolamentazione ai fini di impedire abusi indiscriminati regolamentando i flussi degli utilizzatori, tutelando l’ambiente, offrendo servizi qualificati ed infine garantendo la manutenzione e la sicurezza in mare per gli utenti. Il P.U.A., infatti, rappresenta uno strumento normativo capace di dare un sensibile impulso ed una riqualificazione all’attività turistico-balneare, lasciata fino ad oggi a iniziative soggettive: “Condizioni inderogabili per garantire il rispetto delle stesse norme e consentire uno sviluppo delle attività pianificato con conseguente attrazione per gli investimenti privati in questo set- tore derivandone, di conseguenza, un aumento della produzione e nuova occupazione. Le at- tese descritte possono essere possibili purché lo sviluppo programmato coniughi: gli interessi della comunità (in termini di qualità e quantità dei servizi disponibili), con quelli degli impren- ditori interessati (certezza di tempi e regole) tutelando l’ambiente in quanto risorsa primaria necessaria a tutti (utenti ed imprenditori).” (dalla Relazione del PUA) La fascia costiera del Comune di Cerveteri si estende dal confine con il Comune di Santa Mari- nella in località Furbara a nord, al confine con il Comune di Ladispoli, a sud, per una lunghezza totale di circa ml 4300. Il territorio in oggetto è attraversato da due fossi (il Fosso del Turbino e il Fosso Zambra) che, di fatto, delimitano tre zone tipologicamente diverse prospicienti l’arenile che sono state de- nominate rispettivamente: - Area 1 Zona Militare; - Area 2 Montetosto al Mare; - Area 3 Marina di Cerveteri o Campo di Mare. L’Area 1 Zona Militare ricade per il P.T.P./2 vigente nell’ambito delle zone costiere a “tutela orientata” soltanto dietro parere dell’autorità militare. Pertanto l’area non ricade nelle previ- sioni del PUA. L’area 2 Montetosto al Mare, destinata dal P.R.G. vigente a Zona Rurale con limitazioni, non presenta alcuna struttura di supporto alla balneazione non essendo accessibile. L’Area 3 Campo di Mare, delimitata a nord dal Fosso Zambra e, a sud, dal confine con il Co- mune di Ladispoli, risulta essere l’unica zona urbanizzata e facilmente accessibile dove attual- mente si concentrano le attività turistiche ricreative. Il regolamento di attuazione del P.U.A. investe quindi solo la porzione di fascia demaniale di quest’ultima. In questa parte di litorale si concentrano le problematiche di una costa urbanizzata ma non ancora giunta alla sua siste- mazione definitiva poiché al suo interno sono presenti molteplici problematiche che rendono difficile il raggiungimento dell’obiettivo finale.

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L’area risulta così articolata:  Fascia litoranea demaniale - sull’arenile prospiciente il Lungomare degli Etruschi trovano ubicazione gli stabilimenti balneari per i quali sono stati riportati i dati delle concessioni rin- novate al 31/12/2020. Le aree in concessione relative alle attrezzature balneari risultano es- sere minori della estensione complessiva della spiaggia libera che è di circa ml 1.029, e del tratto di mare relativo all’Area 3 che si estende per circa ml 1.550.

STABILIMENTI FRONTE MARE SUP. IN CONCES- ML SIONE MQ 1 – IL QUADRIFOGLIO (LEMON BEACH) 185 6320 2 - SIX 60.73 1008 3 - ASS. NAUTICA CAMPO DI MARE 100 3500 4 - OCEAN SURF BEACH 40 1880 5 - SPIAGGIA RENZI 75 2500 6 - EZIO ALLA TORRETTA 60 2200 TOTALE 520,73 17.408

Il Piano ridefinisce l’estensione delle concessioni demaniali e l’adeguamento delle strutture al fine di garantire la corretta fruizione degli impianti e dell’uso delle aree in concessione se- condo le ultime disposizioni di legge. Le attrezzature esistenti, disomogenee ma non di reale disturbo alla visuale secondo le racco- mandazioni del P.T.P. vigente (ad eccezione dello stabilimento Quadrifoglio), necessitano di una riqualificazione dell’offerta dei servizi sia qualitativamente che quantitativamente.

 Area retrostante la fascia demaniale – sopra il Lungomare degli Etruschi l’ambito di Campo di Mare è oggetto di una Convenzione stipulata nel 1991 tra la soc. Ostilia s.p.a. ed il Comune ancora in via di definizione. L’area attualmente adibita a parcheggio non presenta infrastrutturazione ne varchi di accesso alla spiaggia.

 Fosso Zambra - determina la discontinuità tra l’Area 2 e l’Area 3 dividendo il litorale in due porzioni: l’una agricola e l’altra urbanizzata. Lungo il fosso sono ubicati i depuratori del comune che vi scaricano le acque depurate. Il PUA individua la foce del fosso Zambra, quale possibile luogo per l’attuazione di una darsena, struttura a supporto della nautica minore. Il tratto di costa limitrofo al fosso verso Campo di Mare, viene destinato allo svolgimento di attività sportive (windsurf, freestyle e wane).

 Palude di Torre Flavia - al confine con il comune di Ladispoli, è ubicata la “Palude di Torre Flavia” istituita con D.P.R.G.R. n.613 del 24/03/1997.

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Piano di Utilizzazione degli Arenili, Indirizzi progettuali della fascia demaniale ed aree retrostanti Legenda

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Piano di Utilizzazione degli Arenili, Indirizzi progettuali della fascia demaniale ed aree retrostranti.

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Il Piano di Protezione civile Il Piano di Protezione Civile del Comune di Cerveteri è stato redatto nel 2003 dalla Dr.ssa Fran- cesca De Sanctis e dal Dr. Paolo. Sanacore. Il metodo di lavoro utilizzato è stato quello da tempo diffuso dal Dipartimento della Protezione Civile denominato "Metodo Augustus", un modello operativo basato sulla dinamica delle fun- zioni di supporto, nella gestione delle attività di programmazione, pianificazione ed intervento operativo. Il territorio del comune di Cerveteri presenta nel suo complesso diverse problematiche ine- renti la materia della protezione civile: - l'idrogeologia per la presenza di alcune zone considerate ad alto rischio idrogeologico da parte dell'Autorità Regionale di Bacino; - il dato industriale, che si riduce alla sola Cantina Sociale Cooperativa i cui possibili rischi appaiono di moderata entità; - la presenza della tratta ferroviaria, della direttrice Roma-, ubicata in località Cere- nova, la cui pianificazione è di esclusiva competenza dell'U.T.G. di Roma; - la notevole estensione del territorio comunale, i problemi di viabilità intercomunale, lo svi- luppo edilizio che integrano quelle che possono considerarsi sia fonti di rischio, sia elementi di maggiore complessità nella gestione delle emergenze che possono verificarsi. In quest’ottica il Piano definisce l’organizzazione del Sistema Comunale di Protezione Civile, individuando i compiti e le funzioni dei Rappresentanti delle Funzioni di Supporto, la centra- lità del C.O.C., ed uno studio attento sulle modalità relative a come poter effettivamente gestire l’emergenza all’interno del Centro Polifunzionale di Protezione Civile nell’ottica di uno snellimento delle funzioni e delle procedure specie in riferimento alla tipologia degli scenari di rischio. Il Piano propone il modello operativo d'intervento in un’ottica di analisi puntuale delle varie fasi che caratterizzano lo stato d’emergenza. L’intera architettura di questo modello operativo si informa ad un preciso criterio guida: offrire agli operatori di Protezione Civile chiamati a gestire l’emergenza uno strumento veloce, dinamico e di chiara lettura che attraverso un ar- ticolato quadro sinottico costituito da molteplici collegamenti ipertestuali, consente di porre in essere una efficace ed adeguata risposta di protezione civile. Il Piano inoltre comprende il Regolamento Comunale di Protezione Civile e l’ordinanza costitutiva del Centro Operativo Comunale, organismo da attivare in emergenza che prevede l’individuazione ed i livelli di responsabilità del personale chiamato a farne parte; è altresì inserito il regolamento del Gruppo Comunale di Protezione Civile, proposto in seguito all'emanazione del nuovo regola- mento sulle organizzazioni di volontariato da parte del Ministero dell'Interno.

Il Piano prevede la localizzazione di Meeting Point (punti di raccolta) a carattere indicativo.

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Nel caso di Cerveteri si suggerisce la seguente collocazione: in prossimità dell’intersezione tra Via Bruschi Adorno, Via Settevene Palo, Via Fontana Morella. Via Settevene Palo all’altezza di Via Valeri Giulio. Via Pelagalli (Mercato). Via Fontana Morella all’altezza di Via Ferretti f.e.s. Via Fontana Morella all’altezza di Via Morelli l. Via Settevene Palo in prossimità di largo Trava- gliati. Via Fratelli Soprani intersezione Via F. Morella. Via della Lega, Via Barboni. Via delle Lega, Via Badini. Via Rio dei Combattenti in prossimità di Via Mecozzi. Via Brandolini, Via Ba- dini, Via Amendola. Tra Via Lucci e Via Leombruni. Via Pertini, Via F.lli Marini. Via D. Ottavi. Villaggio Verde Azzurro: Via Tacchetti, Via di Bernardino. Via Tacchetti, Via Travagliati. Via Chi- rieletti. Via Rinaldi, Via Morlacca. Via de Santis, Via Travagliati. Il sistema prefigurato adottato si basa sul creare attorno ad una zona da evacuare un sistema viario a forma di anello, che consenta ai mezzi di soccorso di avere facili possibilità di transito e di raggiungimento delle vie interne. Nel caso in esame l’anello viario è costituito da Via Set- tevene Palo Nuova, Via L.Iaffei, Via Madonna dei Canneti e Sia Via F. Morella sia Via Settevene Palo. Le aree di ricovero ammassamento sono, in base alle effettive necessità e gravità del caso, le aree di ricovero del campo Sportivo (Via Settevene Palo Bis), della palestra dell’Istituto scola- stico E. Mattei (agibilità febbraio 2005), e della palestra dell’Istituto scolastico S. D’Acquisto.

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