MERCOLEDÌ 16 OTTOBRE 1991 PAGINA 19L'UNITA

il suo appuntamento, sabato Paul Simon prossimo, con il pubblico di Canton. Simon, che è a metà in Cina del suo tour mondiale Borri al the righi lime, ha affermato, in «Canterò una conferenza stampa, che la Cina limita ancora la liberta per la pace» di espressione e che il suo concerto non rafforzerà la pressione del governo in que­ M HONG KONG Un contri­ sto senso. «Credo che il mio buto alla democrazia nel pae­ concerto sia utile Più la Cina se. Cosi Paul Simon, la prima si apre alle influente culturali star della musica occidentale esterne - ha deto Paul Simon che si esibisce in Cina dopo i - più sarà difficile che chi la (atti di Tien an men, definisce governa faccia finta di niente» Puntuale come le stagioni esce nei negozi «Caterpillar» il nuovo album doppio della grandissima interprete

Tra brani celebri rivisitati disegno di copertina del nuovo doppio album di Mina; a sinistra, e canzoni di giovani autori e in basso, ancora due immagini un collaudato impasto della grande interprete, che si è ritirata da tempo , di morbidezza, swing e acuti In un volontario esilio

concessione. Ecco Elvis e vi­ cino a lui c'è Gaber, e vicino a lui il grande Luttazzi. Il ri­ schio è quello dell'esercizio di stile, ma è un rischio cor­ so di buon grado: bella calli­ grafia e voce inimitabile. Eppure Mina è altro. An­ che altro, perlomeno, com­ Ancora Mina preso il fatto che per più di una generazione la sua voce e la sua verve hanno rappre­ sentato e continuano a rap­ presentare una bizzarra for­ ma di innovazione. Serissi­ ma e quasi monacale in un brano, Mina si trasforma in ragazzina yè-yè (già, sem­ rarrampicavoce bra folle, ma si diceva cosi) in un salto di pochi secondi. Gioca, scherza, fa la fatalo­ Una voce dall'esilio. Ecco, puntuale come ogni an­ confinerebbe con una scella Massimiliano Pani e in qualche na, toma seria, ma si sente no, il nuovo disco di Mina, un doppio album a due suicida se a cantare non fosse caso da Mario Robbani, troppo Uno stile levigato che ha offuscato che ride. È la Mina delle Mil­ lei. Si passa cosi da Stardust spesso adagiati sul suono tran­ le Lolle blu e delle sigle di facce: vecchie canzoni rilette alla sua maniera e no­ (di Carmichael) cantata in in­ quillo e un po' appiattito caro la verve e le arditezze giovanili (quelli si, i mi­ ve inediti di autori assolutamente esordienti, sele­ glese a La casa del serpente di alla filodiffusione, mal sopra le gliori ricordi di vero varietà zionati dalla stessa cantante. In copertina, una Mina Ivano Fossati. Si trasecola di righe, ma mal nemmeno trop­ italiano), cui fa da contro­ disegnata come fosse un personaggio di Boterò. Nel piacevole stupore ascollando po coraggiosi. E cosi ecco l'en­ canto la Mina un po' torbida disco, la solita scintillante voce, piegata questa volta Canto (anche se sono stona­ nesima versione di Love me della cultura «camp» da lei to), swing scanzonato a firma tender con svolazzamenti or­ cosi magistralmente intec- su atmosfere morbide. Con qualche impennata. di Lelio Luttazzi. E non si può chestrali, ecco il jazz un po' Ma quell'ugola pretata. Tutto questo si sente fare a meno di notare che I scolastico de! classici ripescati. poco nei dischi dell'ultimo tanti emuli alla bell'e meglio L'elemento vincente è esclusi­ dello swing italiano non abbia­ periodo, ed è un peccato. ROBIRTO GIALLO vamente quello della voce, e Possibile che Mina difenda no lambito nemmeno da lon­ chissà che non sia voluto, cal­ 1 tano la'geniale spontaneità di una volta questi suoi tratti caratteriali •i ' 'Signore'e signori, va trt nano In cui II pubblico''*! fida un Luttazzi. colato come un'effetto che la­ come difende la sua privacy, scena II classico. In una paro­ sulla parola. E c'è da comin­ vora in levare anziché di ag­ ma è bene dire che il suo ce­ la, Mrna, che da una dozzina ciare a pensare che uno degli Via cosi, dal dopoguerra giunte o sperimentazioni. Pec­ larsi risulta, in questo caso, d'anni, puntuale come un oro­ atout fondamentali di Mina, al cantato da Paul e Mary (/'m cato però: con una voce cosi graffiava di più esagerato. La voce è perfet­ logio costruito nella «sua» Lu­ di là della sua indiscutibile ver­ tool lo care) fino al francese di che si arrampica ovunque, Mi­ ta, ma forse non può basta­ gano, sforna'alle porte dell'in­ ve vocale, sia una imprevedibi­ Love me. please love me di Pol- na potrebbe davvero osare di verno due dischi In uno. For­ re, da sola, a ricreare quello le trasversalità, capace di por­ nareff. passando per il traditio- più. ,~ '' •• «Brava, brava sono tan­ mercato discografico, dalle spirito sospeso tra l'avventu­ mula fortunata equindi ripetu­ tarla vtyddMMiAerreni del jazz, nal jazz di Doodlin'c arrivan­ to brava brava...». Eh, si, Mi­ interviste risapute, dal pre­ ta all'infinito: un disco di cover do a California, ballad rock Lo fa forse nel secondo di­ ra, la spigliatezza e il corag­ del giù Mtuilllu della sventa­ sco dell'album, in cui selezio­ na le sa fare queste cose, co­ senzialismo mercantilistico gio di una cantante che eb­ più o meno note, remakes in­ gliata di fiati (ricordate le en­ della nostra Nannini, per scivo­ che tutti, volenti o nolenti, triganti e omaggi a vecchi ami­ lare sullo Shampoo di Gaber. na canzoni di emeriti scono­ se strambe e godevolissime, be l'ardire di non stare alle trate in scena a Studio Uno?), sciuti, o quasi, e riesce a farle come per esempio arrampi­ subiscono come una tassa regole del gioco: compro­ ci;, un altro di nuove canzoni, di avvicinarla a qualche pillola Basterebbe questo elenco a di­ da pagare. Lei no: anche rimiate da autori sconosciuti o mostrare la duttilità di Mina, brillare (a volte anche per me­ carsi in cima a costruzioni messi, sovraesposizione, di rock, di misurarla sulla can­ impervie e urlare la sua vo­ questosuo disco, come le quasi, che Mina interpreta a zone concettuale e sarcastica una delle poche - lo diciamo rito degli autori). Il Corvo (Lu- comparsale. modo suo, vale a dire spingen­ en passoni, ma è cosa di gran berti) è un lento della melodia ce. Ne sa fare, bontà sua. an­ decine di precedenti che or­ do sul pedale Inesauribile del­ di un ctjtìp cantautorato Italia- valore - che mostra di divertirsi italiana quasi scontato, meglio che un sacco d'altre, come mai da un decennio caval­ Ora che è iibera da alme­ la voce. Tutto bene, dunque, e davvero a cantare. Chiudono il suona Acquolina (Cerri-Co­ per esempio sfruttare una cano la formula del doppio no una quindicina di anni, anche questo Caterpillar (una ^B$itf«nora che il primo vo­ primo disco Love me tender sta) in cui Mina gioca con l'al­ verve scanzonata che la mu­ album, metà remake e metà che può giocare a tutto cam­ lume OT questo Caterpillar ha novità, arriva in silenzio e in selvaggia autoironia che Mina davvero dello stupefacente. (nientemeno) del grande El- talena di stili e di emozioni: Mi­ sica italiana ha perso per po in piena autonomia che si concede con grande intelli­ vis e un'altra impennata di Lut­ na prende in mano Lunarìta strada da tempo (tutti a silenzio verrà comprato. può permettersi di passare genza) farfi la fine dei dischi Poche le novità sulla voce: è la tazzi: Legala ad uno scoglio sua e non c'è molto da dire. del debuttante Fabio Siniga- te dalla voce di Mina che rie­ grafica centellina i nuovi talen­ prendersi cosi maledetta­ Un disco che avrebbe po­ da Elvis allo sconosciuto au­ precedenti: successo assicura­ che ci riporta alla Mina scan­ glia, si getta su un Flamenco mente sul serio...), o pro­ tuto essere scritto in qualun­ tore nostrano. Mina potreb­ to, un posto in classifica tanto Nulla, anzi, che non sia stato zonata del pre-esilio svizzero. sce anche questa volta a dire ti come (ossero gocce di pre­ già detto, ripetuto e ricamato a scritto dal figlio Pani e testo di una parola" confortante sulla ziosissimi (e introvabili) pro­ porsi come regina dell'ugo­ que anno a scelta dai Settan­ be anche osare un po' di più prezioso in quanto ottenu­ Tutto secondo copione: la vo­ Calabrese per poi regalare lo la: della voce di Mina da ta in poi, con una manciata più, sorprendere ancora. to senza ridicole manfrine pro­ suon di complimenti sonanti. ce è quella che ti aspetti da Mi­ famosa (epretesa) crisi degli fumi. La Mina double-face di Conviene adeguarsi: un po' status di autore «serio» (che autori italiani. Gli autori ci so­ Caterpillar, dunque, rispetta tempo non si discute più, di evergreen che chiunque Magari ricominciando a usa­ mozionali e con il solo ausilio na, le canzoni pillole Indiscuti­ forse si merita) al comico avrebbe paura a toccare e di una stima incondizionata perchè il suo disco scorre via bili della storia di quarantan­ no, sembra dire Mina dall'esi­ senza troppe sudditanze la tra­ come di un valore acquisito re la voce come un vero stru­ come acqua fresca (e il con­ Giorgio Faletti che confeziona lio svizzero, tutto sta a trovarli. dizione e rischia la novità, forte e ormai poco discutibile. Mi­ che lei affronta con la sciol­ mento, senza limitarsi alla che il pubblico concede alla ni. Unico limite dell'operazio­ per lei Traditore. cantante di Cremona. cetto di easy listemng, cioè di ne, ma non è una novità in Cioè a sentire nastri, a valutare, del fatto che Mina è sempre na è Mina, tautologia non tezza del ciclista in fuga soli­ bella calligrafia e al magi­ , Paradossalmente, dunque, ascolto , se ne giova dav­ questi dischi doppi di Mina, il Altri brani di esordienti con­ a contattare, a muoversi. Lei, Mina e per un nuovo autore ri­ del tutto gratuita. taria: pedalare e pedalare su strale vocalizzo. Dopotutto, sul disco di Mina non c'è molto vero), un po' perchè esiste, versante degli arrangiamenti, cludono il disco: linguaggi non ritratta come un personaggio sulta un test fino a un certo In più, la rende simpatica quelle canzoni ormai inseri­ di quel livello, abbiamo sol­ da dire: è forse l'unico caso ita- nella scelta dei brani classici, curati in gran parte dal figlio nuovi e forse nemmeno can­ di Boterò, lo fa con entusia­ punto: se canta lei, dopotutto, il suo volontario esilio, che te a buon diritto in una «clas­ tanto lei, converrebbe ap­ una volontà provocatoria, che zoni di peso, ma certo nobilita­ smo, mentre l'industna disco­ va tutto bene. la stacca del trito rituale del sicità» che non è più una profittarne. D/?.&'. Gianfranco Manfredi e Claudio Lolli intervengono nel dibattito sui rapporti tra canzone politica e terrorismo «Cantavamo alla libertaria. E alla libertina» M KOMA. «Spararle grosse? E «Ma non scherziamo. Nessuno di noi settembre scorso: «Noi facevamo a ga­ Zombie di tutto il mondo unite­ d'autore, La voce sottile, il viso nese. che pure stima, rimpro­ lo dice proprio Amodei' Lui ha civettato con il terrorismo scriven­ ra a chi le sparava più grosse. E intan­ vi a Nervi, in cui si confronta­ incorniciato da capelli lunghi, vera semmai un eccesso di in­ che cantava Raffaele, quella do canzoni. Nei covi delle Br non c'era to fuori c'era chi sparava sul serio e vano un ex della canzone poli­ una cupezza esistenziale mol­ tellettualismo freddo: «Tende­ canzone sulla Rivoluzione tica e un ex del rock and roll. to intonata all'amore per Jac­ va più alla complicazione che messicana che faceva: "Mam­ Conlessa, c'erano i dischi di Battisti e uccideva» aveva detto il cantautore to­ "Signori, abbiamo perso" dice­ ques Brel, il cantautore bolo­ alla complessità. Mi ha fatto ma dimmi 6 proprio un male / dei Beatles». Gianfranco Manfredi e rinese, provocando la reazione di Pao­ vo. E mettevo in musica il pas­ gnese attraversò le acque agi­ sempre l'impressione di un Impiccare un generale / a te­ Claudio Lolli intervengono nella pole­ lo Pietrangeli, Ivan Della Mea, Giovan­ saggio dalla politica bellige­ tale del Movimento 77 in mo­ cantante politico da camera». sta in giù, giù. giù...". Mi sa tan­ mica innescata da Fausto Amodei con na Marini e Pino Masi. Con questo arti­ rante alla nuova umanità». do non proprio indolore: «Ero Magari il giudizio è un po' to che se il sanguinario è anti­ l'intervista M'Unita pubblicata il 29 colo concludiamo la querelle. Quella nuova umanità (ov­ il meno organico al Pei, ma mi sommano, ma corrisponde fascista va tutto bene, altri­ vero l'apertura ai temi del «per­ piaceva cantare alle Feste del­ bene alla differenza di gusti e menti diventa un assassino». sonale», dei ruoli sessuali, del­ l'Unità. Dopo il 78 non mi di riferimenti storici. Solo con 1 Gianfranco Manfredi, ro­ la tolleranza) che Manfredi ri­ hanno più chiamato. Alla fine La socialdemocrazia, scntta nel manziere, sceneggiatore, atto­ MtCHELEANSELMI vendica come una differenza mi capitava di esibirmi con i 78, Lolli si cimentò con la can­ re ed ex cantautore militante, non di poco conto, sin dagli giovani della Fgci che, sotto il zone politica in senso stretto: risponde cosi alla «sparata» di piombo terrorista, si interrogò braccio il mitra cantando Con­ sa di pesante, che però non ho esordi: «Ricordo la prima occu­ palco, mi davano del "fian­ «SI, è vero. E non mi sembra tra Fausto Amodei che ha attizza­ sulle ragioni dell'opposizione tessa. Nei covi delle Br la poli­ inciso su disco. Del resto, Bob pazione dell'Università, nel cheggiatore" delle Br». E inve­ le più belle. Diceva: "Il nemico to la polemica riportata dall't/- sociale giovanile e ne condivi­ zia mica trovò i Dischi del Sole Dylan cantava "Sputerò sulle '69. Una sera non riuscivo a ce non era cosi? «Certo che no. marcia alla tua testa / La so­ nìtù. Gli fa eco Claudio Lolli, se le contraddizioni Brani co­ o le Cantacronache. C'erano vostre tombe", che per la cul­ dormire perchè Ivan Della Mea Chi si è armato ha fatto fallire cialdemocrazia è un mondo un altro cantautore molto me Ma non duna malattia e Ul­ Ballisti, i Beatles, gli Stones». tura anglosassone non è una e Silvia Malaguginl cantavano tutto. Ma sono d'accordo con senza testa". Tutto sommalo, timo mohicano (Manfredi) o Per l'autore di La proletarizza­ cosetta da niente. E, a proposi­ Pino Masi quando dice, intervi­ amato dal Movimento negli Borghesia e Compagni a venire a squarciagola Com 'e bella l'u­ lo penso ancora». Oggi, il can­ anni Settanta: «Non si può ri­ zione il primo «mi correggo» to di tombe, pure Amodei non va fogarina. Una scena pazze­ stato dall'Unità, che non si può tautore si sente vicino al Pds di (Lolli; fecero da controcanto ci andava leggero. "Uscite dal­ fare di ogni erba un fascio: scrivere la storia col senno di all'«innologia» cara alla sinistra dovrebbe venire proprio do la fossa / Tutti con noi a cantar sca, ma divertente». E la violen­ Occhietto e giudica sorpassate poi. Soprattutto non può farlo Amodei. E in ogni caso, prote­ za degli anni successivi? «La mettere sotto processo la lotta le polemiche che lo opposero, ufficiale, prima che gli auton Bandiera Rossa" intonava nei armata, e con essa l'intero Mo­ lui, Fausto, che compose Per i «nazional-progrcssivi» alla De sta, il discorso sulla violenza Morti di Reggio Emilia. Una violenza» ricorda Manfredi «è alla fine degli anni Settanta, al morti di Reggio Emilia. A un in­ Grcgori (la definizione è di dei testi non si può affrontare delle canzoni più lugubri che una componente della storia. vimento, dimenticando le stra­ Pei bolognese. Ma il suo mon­ no non si chiede una bellezza Ivan Della Mea) si ritagliassero casi' «Bisogna storicizzare. abbia mai sentito». Magari ora siamo diventati tutti gi di Staio e la violenza polizie­ do intenore non è cambiato. santi, ma non si può mai sape­ sca». leopardiana, ermetica, ma pa­ uno spazio più solido nel cuo­ Sennò dovremmo prendercela Una «sinistra mortuaria» alla Lucido e pessimista, si appre­ role d'ordine da urlare in piaz­ re dei ventenni. anche con Bob Marlcy che al­ quale il cantautore milanese re. In attesa del prossimo pen­ Anche lui, come Manfredi, è sta a entrare in sala di registra­ za». Osserva Manfredi, ricordan­ l'epoca incideva IShot theShe- s'è sempre sentito estraneo: timento». rimasto colpito dalla sortita di zione per incidere un nuovo Sopra i quaranta entrambi, do la prima edizione del Pre­ riffa con Sergio Leone che fa­ «Perchè anche quando citava­ Di pentimento non vuol sen­ Amodei su chi «le sparava più album. Ancora un disco dispe­ l'uno milanese l'altro bologne­ mio Tenco, dove Amodei can­ ceva di un bombarolo irlande­ mo Marx, Hegel, Gramsci o tire parlare nemmeno Claudio grosse». «Ma con chi ce l'ha?» si rato? «Rispondo con le parole se, Manfredi e Lolli ben rap­ tò una canzone sui Nap che se l'eroe di Giù la testa'.': Marcuse eravamo anti-ideolo- Lolli, che in questi anni ha domanda Lolli. «Quella frase, di Leo Ferrè. La disperazione è presentano l'anima ironico- provocò una nervosa «seces­ Manfredi non ha niente da glci. Libertari e libertini Con continuato a dividersi tra il me­ detta cosi, non significa niente. una forma supenore di critica. esistenziale di una canzone sione» in sala: «È un processo rimproverarsi, dunque? «Ma si, Ricky Gianco portammo in gi­ stiere di insegnante di latino e Allude minacciosamente e Da oggi la chiameremo felici­ politica che, sotto il cielo di un po' ridicolo. Nessuno im- ammetto di aver scntto qualco­ ro per tutt'ltalia un musical. Gianfranco Manfredi Claudio Lolli la passione per la canzone non spiega». Al cantautore ton- tà».