PIANO EMERGENZA ESTERNA PIANO DI SITO - AREA SASOL -SOVEGAS Comune di (LO) INDICE PREMESSA ………..………………………………………………………………………. 2 1. PARTE GENERALE ………………………………………………………………………. 3 a. Descrizione del sito ………………………………………………………………………... 3 a.1 Inquadramento Territoriale …………………………………………………………………… 3 a.2 Corografia della zona …………………………………………………………………... 3 a.3 Informazioni sugli stabilimenti …………………………………………………………. 5 a.4 Informazioni sulle sostanze pericolose utilizzate e stoccate … ……………………………. 10 b. Elementi territoriali e ambientali vulnerabili …………………………………………………….. 13 b.1 Distribuzione qualitativa e quantitativa del dato demografico ……………………………….. 13 b.2 Censimento dei centri sensibili e infrastrutture critiche ……………………………………… 13 b.3 Censimento delle zone agricole, degli allevamenti, delle aree e colture protette ……………. 14 b.4 Censimento delle risorse idriche superficiali e profonde …………………………………….. 14

2. SCENARI INCIDENTALI (SASOL) ………………………………………………………. 15 a. Eventi ……………... ……………………………………………………………………….. 15 a.1 Tipologia degli eventi incidentali ..……………………………………………………………. 15 a.2 Top event: delimitazione delle zone a rischio…………………………………………………. 15

3. SCENARI INCIDENTALI (SOVEGAS) …………………………………………………… 20 a. Eventi ……………... ……………………………………………………………………….. 20 a.1 Tipologia degli eventi incidentali ..……………………………………………………………. 20 a.2 Top event: delimitazione delle zone a rischio……………………….………..………………. 20

4. MODELLO ORGANIZZATIVO D’INTERVENTO - ATTRIBUZIONI E COMPETENZE ……. 26 a. Viabilità: vie di accesso dei mezzi di soccorso e di deflusso , cancelli e percorsi alternativi ……. 26 b. Definizione dei livelli allerta e procedure operative…. ………………………………………. 28 Stato di Attenzione …………………………..…………………………………………………… 29 Stato di Preallarme …….…………………………………………………………………... 31 Stato di Allarme-Emergenza ……..………………………………………………………………. 34 Cessato Allarme ………………………………………………………………………………...... 38 c. Elenco recapiti soggetti coinvolti …………………………………………………………… 39

5. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE ………………………………………………. 44 a. Campagna Informativa …………………………………………………………………….. 44 b. Informazione preventiva …………………………………………………………………… 44 c. Informazione in emergenza ………………………………………………………………… 46 d. Norme di comportamento generali ……………………………………………………………….. 47 e. Informazione post-emergenza ……………………………………………………………… 47 f. Rapporti con i mass-media ……………………………………………………………………….. 48

6. AGGIORNAMENTI, ESERCITAZIONI E FORMAZIONE DEL PERSONALE………………… 49

7. ALLEGATI………………………………………………………………………………………….. 50

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PREMESSA

Il presente documento costituisce il Piano di Emergenza Esterno (PEE) degli stabilimenti SASOL S.p.A. e SO.VE.GAS S.p.A., soggetti agli obblighi previsti dall’art. 8 del D. Lgs. n. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, ubicati in zona contigua all’interno dell’area industriale del Comune di Terranova dei Passerini. Le precedenti pianificazioni, approvate nel 1998, non sono più attuali e, dunque, necessitano di adeguata revisione ed aggiornamento. L’attività di pianificazione è stata modulata in funzione dei potenziali rischi connessi all’impiego di sostanze pericolose da parte di ciascuna delle due aziende. Conseguentemente, le procedure di allertamento e di intervento sono state diversificate in funzione della gravità e dell’estensione dell’evento incidentale preso in considerazione. Nell’ipotesi di incidente di ridotte dimensioni, con effetti circoscritti al singolo stabilimento, le azioni da compiere e le misure da adottare sono contenute nel Piano di Emergenza Interno (PEI) di competenza dell’azienda. In presenza di eventi più gravi, con ripercussioni al di fuori del singolo stabilimento o addirittura su entrambi gli stabilimenti, si rende, invece, necessaria l’adozione di più ampie misure, anche a tutela della popolazione e dell’ambiente circostante. Per questo motivo, sebbene il sito industriale di Terranova dei Passerini non rientri nella previsione normativa di cui all’art. 13 del D. Lgs. n. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, che regolamenta le c.d. Aree ad elevata concentrazione , il presente documento rappresenta un Piano di Sito, cioè un Piano di Emergenza d’Area , in previsione del possibile coinvolgimento di entrambe le aziende. Il presente P.E.E. è stato elaborato ai sensi dell’articolo 20 del D. Lgs. 17 agosto 1999, n. 334 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015 ed in conformità con le Linee Guida approvate con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 62 del 16 marzo 2005 - Supplemento Ordinario n. 40. L’art. 20 del D. Lgs. n. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, attribuisce al Prefetto il compito di predisporre, d’intesa con le Regioni e gli Enti Locali interessati, il Piano di Emergenza Esterno per gli impianti soggetti alla disciplina dell’articolo 8 al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti, sulla scorta, tra l’altro, delle informazioni fornite dal gestore e delle conclusioni dell’istruttoria tecnica, ove disponibili e di rivederlo ed aggiornarlo tenendo conto dei cambiamenti avvenuti negli stabilimenti e nei servizi di emergenza, dei progressi tecnici e delle nuove conoscenze in merito alle misure da adottare in caso di incidenti rilevanti . Il Gruppo Tecnico, composto da funzionari della Prefettura, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lodi, dell’ARPA-Dipartimento provinciale di Lodi, del Comune di Terranova dei Passerini e delle Aziende interessate, ha provveduto, d’intesa e con il contributo di tutti gli Enti competenti in materia (Regione, Provincia, Forze di Polizia ed Organismi Sanitari), all’elaborazione del presente documento, sulla base degli eventi e degli scenari incidentali rappresentati nei Rapporti di Sicurezza di ottobre 2010 per la SASOL e luglio 2011 per la SOVEGAS, anche se formalmente “non ancora convalidati” dal Comitato Tecnico Regionale-C.T.R., ritenendo i RdS precedenti, rispettivamente del 2005 e 2006, troppo datati e, di fatto, superati. Non può, infatti, essere ignorato che entrambe le Aziende hanno subito diverse modifiche dal 2005 ad oggi (ad esempio, i quantitativi delle sostanze presenti negli stabilimenti sono aumentati) ed hanno compiuto numerosi interventi migliorativi, anche a seguito delle istruttorie svolte (implementazione dei sistemi antincendio e di rilevazione, nonché misure compensative, inserimento di valvole di parzializzazione o innalzamento di muri). Gli scenari incidentali e le relative conseguenze stimate sono cambiate e, pertanto, diventa strategica l’adozione di un modello di intervento aggiornato e rispondente all’attualità.

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1. PARTE GENERALE a. DESCRIZIONE DEL SITO a.1 Inquadramento territoriale

Denominazione : SASOL ITALY S.p.A. Ubicazione : Via E. Mattei, 4 - 26827 Terranova dei Passerini (LO) Coordinate geografiche : Latitudine 45°13’12” N Longitudine 09°40'' E Riferimento: Foglio 60.IV.S.E. della Carta d'Italia IGM (Istituto Geografico Militare)

Denominazione : SOVEGAS S.p.A. Ubicazione : Via E. Mattei - 26827 Terranova dei Passerini (LO) Coordinate geografiche : Latitudine 45° 13’ 11” N Longitudine 09° 39’ 20'' E Riferimento: Foglio 60.IV.S.E. della Carta d'Italia IGM (Istituto Geografico Militare)

a.2 Corografia della zona Entrambi gli stabilimenti, fra loro confinanti, sono situati nella zona industriale del Comune di Terranova dei Passerini nell’area dell’ex raffineria GULF. Lo stabilimento SASOL confina a Est/ sud Est con lo stabilimento SOVEGAS, a ovest con terreni a uso agricolo, mentre a Sud, dall’altro lato della strada E. Mattei che porta alle ditte, vi è la società EAL COMPOST, che si occupa di compostaggio e di produzione di biogas. Sul lato Nord di entrambi gli stabilimenti SASOL- SOVEGAS è presente la roggia Valguercia, oltre la quale è presente un’area, anch’essa facente parte dell’ex raffineria GULF, oggetto di piano di lottizzazione. A Nord Ovest rispetto alla SASOL, è presente la centrale Termoelettrica di Sorgenia, all’interno del raggio di 1 km dallo stabilimento, mentre a Est dello stabilimento Sovegas, vi sono altri terreni di proprietà della ditta e, a circa 200 m dallo stabilimento, vi è la SP192.

Elementi corografici abitativi: Nel raggio di 1 km circa, dal baricentro dell’area SASOL-SOVEGAS, non sono presenti scuole, chiese, centri sportivi ed altri potenziali centri di aggregazione. Sono tuttavia presenti alcune cascine e abitazioni a carattere rurale (per il dettaglio si fa riferimento al successivo paragrafo b.). Le zone abitate più vicine all’area sono costituite dai paesi o dalle località di: • Terranova dei Passerini : distante ca. 0,75 km in direzione Sud-Est; • : distante ca. 1,3 km in direzione Nord –Est; • Colombina : distante ca. 1,5 km in direzione Nord-Ovest. La zona circostante lo stabilimento nel raggio di 5 km comprende, oltre al territorio di Terranova dei Passerini, parte dei Comuni di , Bertonico, Castiglione d’Adda, e . L’ospedale più vicino è quello di Casalpusterlengo, ad una distanza di circa 5 km dagli stabilimenti. Nell’allegato 1 si riporta la planimetria generale del sito con gli elementi territoriali di riferimento (scala 1:30000).

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Elementi corografici industriali: Oltre a dover considerare possibili interazioni fra i due stabilimenti SASOL- SOVEGAS, in termini di eventuali effetti domino e di pianificazione dell’emergenza, va considerata la ditta EAL COMPOST, a sud degli stessi, dall’altro lato della strada E. Mattei e la Centrale Termoelettrica Sorgenia a circa 0,8 km a Nord-Ovest della SASOL.

Elementi corografici strutturali: • Strade provinciali ed autostrade La strada di comunicazione principale più vicina è costituita dalla strada provinciale n.192 che si trova a ca. 200 metri lato Est del Deposito SOVEGAS; vi è poi la SP n.26 (Lodi-Cremona) a circa 0,7 km lato Nord della SASOL, mentre la statale più prossima è la SS n.9 (Lodi- Casalpusterlengo) a circa 4 km, lato Ovest. L'autostrada più vicina è la A1 nel tratto Milano-Piacenza, che corre ad una distanza di circa 7 km dal confine a sud dei due stabilimenti.

• Linee ferroviarie E’ presente il tratto Lodi- ad una distanza di circa 3 km dal confine degli Stabilimenti. Dalla stazione di Casalpusterlengo parte la linea ferroviaria che raccorda la stazione stessa con lo scalo ferroviario, che raggiunge entrambi gli stabilimenti, consentendo il trasporto di ferrocisterne contenenti GPL per la Sovegas e Ossido di Etilene/Propilene (OE/OP) per la Sasol.

• Porti ed Aeroporti Non presenti. L'aeroporto civile di Milano Linate si trova a circa 45 km a Nord-Nordovest. L’area non risulta interessata da corridoi aerei di atterraggio o decollo.

• Ospedali e centri di cura L’ospedale più vicino è quello di Casalpusterlengo, ad una distanza di circa 5 km dagli stabilimenti mentre gli Ospedali di Codogno e di Lodi sono situati, rispettivamente, a circa 7 Km e 18 Km.

Condizioni meteorologiche

Per quando riguarda le caratteristiche climatiche della zona si fa riferimento allo studio effettuato dalla ditta SOVEGAS nel RdS 2011, che si basa sulle rilevazioni della stazione meteorologica di Piacenza (distante in linea d’aria circa 15 km dagli stabilimenti) e sul contenuto del documento, “Caratteristiche diffusive dei bassi strati dell’atmosfera”, elaborato da ENEL e dal Ministero Aeronautica Militare. I dati, consultabili nell’allegato 2, fanno riferimento a 40 anni di osservazioni nel periodo 1951- 1991.

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a.3 Informazioni sugli stabilimenti

SASOL ITALY S.p.A.

• Ragione sociale: Sasol Italy S.p.A.

• Stabilimento: Via E. Mattei, 4 - 26827 Terranova dei Passerini (LO) Telefono: 0377.463.1 Fax: 0377.463.240

• Sede legale : Via Vittor Pisani, 20 - 20100 MILANO (MI)

• Gestore dello stabilimento : Dott. Francesco Monterisi Residente per la carica presso lo Stabilimento Telefono: +39.0377.463.200 Cellulare: 335 6088943

• Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ai sensi del D.Lgs. 81/08 : Ing. Fabio Collina Telefono: +39.0377.463.408 (ufficio) Telefax: 02.50.907.729 Telefono cellulare: +39.335.35.61.56

• Responsabile Operativo Emergenza (ROE) È la funzione che ha la responsabilità della gestione dell’emergenza. Al momento della segnalazione, il ruolo è ricoperto dal capoturno presente e questi rimane in carica fino a quando una funzione gerarchicamente superiore non ne rilevi la responsabilità . Nel caso di intervento dei VV.F., la responsabilità operativa della gestione dell’emergenza viene immediatamente trasferita all’autorità competente (funzionario dei VV.F.).

NUMERI TELEFONICI IN EMERGENZA

0377 85466

In caso di avaria telefonica: 335 7862259

Descrizione sintetica dell’attività svolta in stabilimento: Per la descrizione dello stabilimento si fa riferimento a quanto dichiarato dal gestore nel Rapporto di Sicurezza, ed. 2010. L’attività dello stabilimento consiste nella produzione di tensioattivi. Lo stabilimento è costituito da un insieme di impianti di processo e produzione, depositi di stoccaggio di materie prime e prodotti finiti, uffici, laboratori chimici e tecnologici, officine e locali infrastrutture e servizi, distribuiti su di una area complessiva di circa 330.000 mq, di cui circa 160.000 mq sono riservati ad impianti ed edifici, ed occupa attualmente 135 dipendenti diretti, a cui devono aggiungersi altre presenze (visitatori e contrattisti; pertanto potranno essere presenti in azienda minimo 10, max 120 per turno).

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Al suo interno si identificano le seguenti Sezioni di impianto/stoccaggio, a cui si rimanda per le descrizioni di dettaglio:

• Reparto di Condensazione/Propossilazione con utilizzo di Ossido di Etilene e Propilene ed Alcoli/Acidi grassi e relativo stoccaggio di materie prime/prodotti finiti e punti di carico/scarico. • Reparto di Solfonazione con utilizzo di Zolfo per la produzione di tensioattivi anionici a partire da Linear-Alchil-benzene (LAB), alcoli e alcoli etossilati/propossilati, mediante solfonazione con SO 3 gassosa e successiva neutralizzazione con soda. • Reparto di esterificazione.

Lo scalo ferroviario interno è gestito dalla Società TRF che svolge attività di movimentazione dalla stazione di Casalpusterlengo ad entrambi gli stabilimenti.

Il ciclo lavorativo degli impianti di Condensazione e Solfonazione è articolato su 7 giorni alla settimana per 24 ore al giorno; l’impianto di produzione Esteri ha un ciclo lavorativo di 5 giorni per 24 ore giorno.

Identificazione delle aree critiche – rete antincendio – vie di fuga – vie di accesso Nella planimetria di stabilimento, consultabile nell’allegato 3, sono riportate le aree considerate critiche per tipologia di prodotti e lavorazioni, la rete antincendio, le vie di fuga e le vie di accesso allo stabilimento. Tutti i dettagli sono riportati nei seguenti allegati: • Allegato 4 – aree sostanze pericolose e linee di trasferimento; • Allegato 5 – antincendio; • Allegato 6 – vie di fuga ed uscite; • Allegato 7 – punti di sgancio EE.

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SOVEGAS S.p.A.

• Ragione sociale : Sovegas S.p.A.

• Stabilimento e Direzione: Via Enrico Mattei, Terranova dei Passerini (LO) telefono: 0377- 85246 fax: 0377-85245 • Sede legale : Via Michele Barozzi, 6 - Milano

• Gestore dello stabilimento: Geom. Aldo Tamburini Residente per la carica presso lo Stabilimento Tel.: 0377-85246 Fax: 0377-85245 Cell.: 348-2687800

• Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ai sensi del D.Lgs. 81/08 : Geom. Antonino Giammanco Tel.: 0377-85246 Fax: 0377-85245 Cellulare: 340-1025549

• Responsabile del Coordinamento delle Emergenze Il coordinatore dell’emergenza ha il massimo livello decisionale e decide la strategia d’intervento d’accordo con la squadra d’emergenza. Il coordinatore dell’emergenza assume la guida e la responsabilità di tutte le operazioni e le decisioni da intraprendere in caso di emergenza, che possa essere gestita senza ricorso ad enti esterni, restando comunque il riferimento operativo anche nelle fasi di sviluppo della situazione che coinvolga componenti esterni. Il Coordinatore dell’emergenza deve: • Coordinare il lavoro svolto dalla squadra di pronto intervento antincendio; • Mantenere il controllo generale dell’insediamento, riguardo anche ai settori non direttamente coinvolti nell’emergenza; • Rappresentare l’azienda nei confronti degli Enti esterni; • Assicurare le necessarie azioni di soccorso agli eventuali feriti da parte delle strutture sanitarie esterne; • Verificare e decretare la fine dell’emergenza.

Coordinatore: sig. Paolo Fiorani 348/ 4769312 Sostituto: Andrea Fusari

NUMERI TELEFONICI IN EMERGENZA

0377 85246

In caso di avaria telefonica: 348 4769312

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Per la descrizione dello stabilimento si fa riferimento a quanto dichiarato dal gestore nel Rapporto di Sicurezza, ed. luglio 2011 e alle modifiche successivamente apportate (realizzazione piccolo impianto imbottigliamento bombole).

Descrizione del Deposito Il Deposito occupa una superficie di ca. 42000 m 2 e può essere suddiviso idealmente in: • Stoccaggio GPL; • Sale compressori; • Area di scarico e sosta Ferrocisterne; • Area di sosta Autobotti; • Area imbottigliamento bombole e relativo stoccaggio; • Area di travaso Autobotti; • Pesa ponte per le operazioni di pesatura prima e dopo il travaso delle autobotti; • Cabina elettrica di fornitura e trasformazione; • Sala Pompe antincendio e vasca di riserva idrica; • Unità di produzione aria compressa; • Palazzina Uffici; • Locali di servizi e manutenzione.

Integrano le suddette Unità e strutture, i seguenti impianti: • Impianto elettrico di messa a terra. • Impianto di rilevazione fughe gas. • Impianto di rilevazione incendi. • Impianto idrico antincendio. • Impianti di segnalazione trasmissione allarmi di emergenza. • Impianto di rilevazione con telecamera di settori specifici del Deposito.

In particolare, si evidenziano le seguenti aree: Stoccaggio GPL Lo stoccaggio dei prodotti petroliferi per aerosol e per combustione/trazione è effettuato in serbatoi metallici cilindrici orizzontali coibentati, installati fuori terra. Sono presenti n. 5 serbatoi di capacità pari a 102 mc/cad.; n.6 serbatoi di capacità pari a 300 mc/cad e 6 serbatoi da 5 mc/cad. Pertanto la capacità volumetrica complessiva del deposito, a far data dal 2014, è pari a 2340 mc. I serbatoi sono installati su selle in calcestruzzo armato alte ca. 50 cm rispetto al suolo, sistemati su platea in cemento dotata di opportuna pendenza per allontanare i possibili sversamenti verso una canalina di scolo che trasferisce gli spanti in due vasche di raccolta (situate una nella zona dei serbatoi da 102 mc e l’altra in quella dei serbatoi da 300 mc). Le vasche hanno un volume complessivo di 79 mc; al loro interno le acque utilizzate per lo spegnimento dell’incendio vengono stoccate in attesa di essere smaltite come rifiuto o scaricate in acque superficiali, previa verifica del rispetto dei limiti previsti nell’autorizzazione. Le stesse vasche sono anche dotate di sensori per la rilevazione in loco di presenza di gas infiammabile e sono protette da un generatore di schiuma ad alta espansione, mentre i 6 serbatoi da 5 mc sono completamente tumulati. Ciascun serbatoio è dotato di: • n. 1 trasmettitore elettronico di livello, a segnalazione continua, che fornisce una indicazione locale ed una remota in luogo presidiato, con allarme e blocco di massimo livello nel serbatoio; • n.1 indicatore elettronico di livello con indicazione locale e remota; • n. 1 trasmettitore elettronico di pressione con indicazione locale e remota in luogo presidiato con allarme di alta pressione; • n. 1 misuratore elettronico di temperatura inserito nel relativo pozzetto termometrico con indicazione locale e remota.

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Tutte le connessioni degli strumenti sono dotate di valvola manuale d’intercettazione bloccata normalmente aperta. Le segnalazioni remote degli strumenti sono raccolte presso l’ufficio logistico del deposito. I serbatoi sono provvisti di valvole di sicurezza a molla: 4 valvole di sicurezza, di cui 1 di riserva per i serbatoi da 300 mc; 2 valvole di sicurezza, di cui una di riserva, per i serbatoi da 102 mc e 2 valvole di sicurezza, di cui una di riserva, per i serbatoi da 5 mc. Ogni serbatoio è spaziato rispetto all’altro con una distanza pari al diametro del serbatoio ed è dotato di impianto fisso di raffreddamento ad acqua frazionata in conformità alle prescrizioni del D.M.13/10/94.

Area di travaso e sosta ferrocisterne L’area di sosta e travaso ferro cisterne è collocata sul lato Est del deposito ad una distanza di circa 150 m dai serbatoi di stoccaggio. L’area di sosta è costituita da 4 binari di lunghezza compresa fra 200 e 220 metri cadauno. I binari di sosta sono protetti da 4 monitori auto oscillanti da 2000 l/minuto, posti su palo a ca. 45 metri di distanza l’uno dall’altro e possono ospitare 20 ferrocisterne piene e 20 vuote. L’area di scarico è costituita da n. 2 binari di lunghezza pari a ca. 220 m, posti ad una distanza di ca. 18 metri uno dall’altro, in grado di ospitare 8 ferrocisterne piene da connettere agli 8 punti di travaso presenti (4 per ciascun binario). Ciascun binario di travaso dispone di una piattaforma di pesatura protetta con sensore di gas avente funzione di allarme. Le 8 ferrocisterne in scarico sono protette con impianto fisso ad acqua nebulizzata con portata erogata pari a 10 l/m/m 2 in conformità ai requisiti previsti dal DM 13/10/94; i punti di travaso sono dotati di bracci metallici per il trasferimento della fase liquida e di manichette flessibili per la fase gassosa tutti dotati di giunti anti strappo. L’intervento del sistema automatico di raffreddamento a diluvio può essere attivato sia dai rilevatori di gas sia dai rilevatori di incendio posti a protezione della zona . Il raffreddamento attivato dai rilevatori di gas (50% LIE) avviene per zona, quella interessata dal rilascio, mentre il raffreddamento attivato dai rilevatori di incendio copre l’intera area di sosta e travaso delle ferrocisterne. L’intervento di tali sensori (gas e/o incendio) comporta il taglio dell’alimentazione elettrica ai compressori di travaso ed alle valvole di intercettazione servo comandate di movimentazione GPL che pertanto si portano in posizione di chiusura. L’attivazione dei monitori oscillanti è effettuata manualmente dagli operatori. Tutti i punti di travaso ferrocisterne dispongono inoltre di un pulsante di emergenza a fungo che, su azionamento dell’operatore: • toglie la corrente ai compressori di trasferimento e chiude le valvole automatiche sulle linee di trasferimento GPL • chiude le valvole di fondo delle ferrocisterne in fase di travaso; • attiva l’irrorazione a diluvio sulla zona sottesa alla funzionalità del pulsante stesso. I comandi ad azionamento manuale dell’impianto di raffreddamento prima indicato, si trovano in cabina quadri strumentali adiacente alla cabina elettrica Sovegas.

Identificazione delle aree critiche – rete antincendio – vie di fuga – vie di accesso Nella planimetria di stabilimento, consultabile nell’allegato 8, sono riportate le aree considerate critiche per tipologia di prodotti e lavorazioni. Tutti i dettagli sono riportati nei seguenti allegati: • Allegato 9 – percorsi automezzi, vie di fuga ed uscite; • Allegato 10 – rete idrica e antincendio; • Allegato 11 – Sistemi di sicurezza.

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a.4 Informazioni sulle sostanze pericolose utilizzate e stoccate

SASOL ITALY S.p.A.

Lo Stabilimento Sasol Italy SpA rientra negli obblighi di cui all'art. 6, 7 e 8 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, per effetto del superamento del limite di soglia di colonna 3 per quanto attiene alle seguenti sostanze specifiche (Allegato I, Parte 1 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015) o categorie di sostanze o preparati pericolosi (Allegato I, Parte 2 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015): • Ossido di etilene = 328 t > 50 t (Vedere allegato I, parte 1 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015) - Scheda tecnica nell’allegato 12 al PEE; • Ossido di propilene = 82 t > 50 t (Vedere allegato I, parte 1 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015) – Scheda tecnica nell’allegato 13 al PEE; • Sostanze pericolose per l’ambiente (R 50, N) = 5929 t > 200 t.

Per i quantitativi massimi delle sostanze detenute dalla ditta, si fa riferimento a quanto espresso nella versione del RdS ed. 2010.

Per l’Ossido di Etilene , che rappresenta la sostanza più pericolosa detenuta in stabilimento ed utilizzata nell’impianto di Condensazione, si evidenziano i seguenti aspetti, estrapolati dalla Scheda di sicurezza fornita dalla ditta, in allegato al RdS.

PERICOLI FISICI: Il gas è più pesante dell'aria e può spostarsi lungo il suolo. Essendo estremamente infiammabile, è possibile un’accensione a distanza.

PERICOLI CHIMICI: La sostanza può polimerizzare per forte riscaldamento sotto l'influenza di acidi, basi, cloruri di metalli e ossidi di metalli con pericolo d’incendio o esplosione. La sostanza si decompone in assenza di aria per forte riscaldamento superiore a 560°C, che causa pericolo di incendio e esplosione. Reagisce violentemente con molti composti.

VIE DI ESPOSIZIONE: La sostanza può essere assorbita nell'organismo per inalazione o attraverso la cute in soluzione acquosa.

EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE A BREVE TERMINE: Il vapore è irritante per gli occhi, la cute e il tratto respiratorio La soluzione acquosa può causare vesciche sulla pelle. Una rapida evaporazione del liquido può causare congelamento.

EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE RIPETUTA O A LUNGO TERMINE: Contatti ripetuti o prolungati possono causare sensibilizzazione cutanea. Esposizioni ripetute o prolungate per inalazione possono causare asma. La sostanza può avere effetto sul sistema nervoso. Questa sostanza è cancerogena per l'uomo. Può causare danni genetici ereditari alle cellule germinali umane.

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INALAZIONE: Possibili effetti: Tosse. Sonnolenza. Mal di testa. Nausea. Mal di gola. Vomito. Debolezza. Prevenzione: Protezione delle vie respiratorie. Sistema chiuso e ventilazione. Primo soccorso : Aria fresca, riposo. Sottoporre all'attenzione del medico.

CUTE Possibili effetti: AL CONTATTO CON IL LIQUIDO, possibile congelamento. Cute secca. Arrossamento. Dolore. Prevenzione: Guanti protettivi. Guanti isolanti dal freddo. Vestiario protettivo. Primo soccorso : Rimuovere i vestiti contaminati. IN CASO DI CONGELAMENTO: sciacquare con abbondante acqua, NON rimuovere i vestiti. Sciacquare la cute con abbondante acqua o con una doccia. Sottoporre all'attenzione del medico.

OCCHI Possibili effetti: Arrossamento. Dolore. Vista offuscata. Prevenzione: protezione oculare abbinata a protezione delle vie respiratorie. Primo soccorso : Prima sciacquare con abbondante acqua per alcuni minuti (rimuovere le lenti a contatto se è possibile farlo agevolmente), quindi contattare un medico.

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SOVEGAS S.p.A.

Il Deposito SOVEGAS di Terranova dei Passerini è soggetto alle disposizioni del D.Lgs. n° 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, in quanto sono presenti sostanze pericolose come definite dai suddetti Decreti Legislativi. Le sostanze pericolose presenti in Deposito ed elencate in Allegato 1, Parte 1 e Parte 2 del D.Lgs.334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, a far data dal 2014 sono costituite da:

SOSTANZE E/O rif. D. Lgs. Soglia (t) ai Soglia (t) Quantità max PREPARATI 334/99 fini art. 6 ai fini art. 8 presente (t) Gas liquefatti estremamente All. I, parte 1 50 200 2066 infiammabili Prodotti petroliferi: All. I parte 1 2500 25000 <1 gasolio Infiammabili All.1 parte 2 5000 50000 <1

Il deposito risulta soggetto agli obblighi di cui all’art. 8 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, per i quantitativi di “ gas liquefatti estremamente infiammabili ” detenuti: 2066 t > 200 t. Appartengono a questa categoria le seguenti sostanze detenute nello stabilimento: − GPL - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 14; − N-BUTANO - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 15; − ISOBUTANO - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 16; − PROPILENE - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 17.

Sono inoltre presenti le seguenti sostanze: − GASOLIO - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 18; − TBM (Odorizzante) - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 19; − MISCELAGPL NEWS - Scheda di sicurezza consultabile nell’allegato 20.

Sono inoltre presenti, ad uso officina o laboratorio, bombole di ossigeno, acetilene, idrogeno.

MISURE DI PRIMO SOCCORSO In caso di: Inalazione (fase gassosa): • allontanare l’infortunato dalla zona inquinata; • sottoporre immediatamente l’infortunato a cure mediche qualora vi siano sintomi attribuiti ad inalazione di vapori; • praticare la respirazione artificiale nel caso l’infortunato abbia serie difficoltà di respirazione. Contatto con la pelle (fase liquida): • irrigare con acqua la zona cutanea interessata; togliere con cautela gli indumenti e irrigare abbondantemente la parte lesa con acqua. • ricorrere al medico per il trattamento di eventuali lesioni da freddo. Contatto con gli occhi (fase liquida): • irrigare abbondantemente con acqua a palpebre ben aperte; ricorrere al più presto ad un medico specialista.

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b. Elementi territoriali e ambientali vulnerabili b.1 Distribuzione qualitativa e quantitativa del dato demografico

Nel raggio di 900 metri dall’epicentro dell’area Sasol-Sovegas sono presenti le seguenti strutture e categorie di persone che hanno la residenza o il luogo di lavoro:

COMUNE DI TERRANOVA DEI PASSERINI Sasol: 130 persone (tra personale dipendente, fornitori e visitatori); Sovegas: 14 persone; EAL Compost: 4 dipendenti sono presenti in impianto dal lunedì al venerdì dalle 7.00 alle 17.00 ed il sabato dalle 7.00 alle 13.00. Oltre al personale dipendente è presente il personale delle aziende che conferiscono i rifiuti (gli orari per lo scarico dei mezzi sono dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 14.30 ed il sabato dalle 8 alle 12.30).

COMUNE DI TURANO LODIGIANO Centrale Termoelettrica Sorgenia : 45 persone (la centrale è situata oltre il raggio della zona di attenzione, anche se proprio a ridosso della stessa). Si segnala che la località Molino Valguercia è raggiungibile attraverso una strada sterrata a cui si può accedere da nord-ovest dalla SP 222 e la strada sterrata costeggia un canale abitualmente frequentato da pescatori.

COMUNE DI BERTONICO Nella parte di territorio del Comune di Bertonico ricompresa nella zona di attenzione non ci sono strutture immobiliari o abitazioni, ad eccezione della Cascina DI SOTTO nella quale risultano risiedere 13 persone (11 adulti , 2 bambini(0-15 anni) - famiglia Terziu e famiglia Vitali (fratelli Eugenio ed Enrico tel. 037785331) titolare dell’azienda agricola in cui sono presenti 3000 suini. Anche se esterna alla predetta area si segnala in zona pressochè limitrofa la presenza della pista ciclabile (ex SP 26 o antica cremonese ) che collega Lodi a Maleo, molto frequentata soprattutto nel periodo estivo e nei fine settimana.

COMUNE DI CASALPUSTERLENO Nella parte di territorio del Comune ricompresa nella zona di attenzione non ci sono strutture immobiliari o abitazioni.

b.2 Censimento dei centri sensibili e infrastrutture critiche

Nell'area a rischio non sono presenti centri sensibili.

Come attività produttive si segnala la seguente ditta: EAL Compost s.r.l., Via Mattei n.1 - tel/fax 0377/85396 Referente: Responsabile di impianto: sig. Tiziano Cattaneo cell 335/7740784, la signora Giuseppina Pavesi (347/3450305) è in possesso delle chiavi.

La Centrale Termoelettrica Sorgenia è situata oltre il raggio della zona di attenzione, anche se proprio a ridosso della stessa, in via Gulf Italiana - 0377 / 94711; Referente: Responsabile di impianto: ing. Nicola Gregorini cell. 340/3510813.

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b.3 Censimenti delle zone agricole, degli allevamenti, delle aree e colture protette

L’unica struttura presente è la Cascina DI SOTTO, ubicata nel territorio del Comune di Bertonico, nella quale risultano risiedere 13 persone (11 adulti , 2 bambini(0-15 anni) - famiglia Terziu e famiglia Vitali (fratelli Eugenio ed Enrico tel. 037785331) titolare dell’azienda agricola in cui sono presenti 3000 suini . b.4 Censimento delle risorse idriche superficiali e profonde.

In base agli eventi incidentali ipotizzati, la matrice ambientale più coinvolta è l’aria, con i possibili fenomeni di inquinamento atmosferico derivanti da un’eventuale diffusione tossica di OE/OP, di anidride solforosa e dei gas di combustione del GPL. Nell’area considerata è presente il colatore Valguercia, che potrebbe ricevere le acque di spegnimento di eventuali incendi sviluppatisi nella Sasol, qualora l’impianto di depurazione non fosse in grado di smaltire la quantità d’acqua utilizzata per estinguere l’incendio. Il quantitativo massimo di acque che lo stabilimento è in grado di segregare è di circa 2.300 mc. Contemporaneamente il depuratore è in grado di trattare una portata massima di circa 30 mc/h, oltre questi limiti verrebbe compromessa la funzionalità dell’impianto di trattamento. Il colatore Valguercia confluisce nella Muzza e da qui all’Adda. Le acque sotterranee potrebbero essere interessate solo in un secondo momento e, in ogni caso, l’eventualità di tale ipotesi andrà valutata all’occorrenza.

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2. SCENARI INCIDENTALI

SASOL a. EVENTI a.1 Tipologia degli eventi incidentali Gli eventi incidentali sono stati individuati dal Gestore dello stabilimento SASOL ITALY SpA. nell’ambito della compilazione del Rapporto di Sicurezza, redatto in prima versione nell’ottobre 2005 ai sensi dell’art. 8 del Decreto Legislativo n. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, con ultimo aggiornamento riferito all’edizione di ottobre 2010. L’analisi di operabilità (HazOp) ha evidenziato i seguenti Top Event: 1. Esplosione di un reattore di etossilazione; 2. Collasso termico di un reattore di etossilazione per reazione run-away; 3. Flusso inverso da reattore a serbatoio di stoccaggio EO/PO; 4. Collasso di un serbatoio di stoccaggio EO/PO per polimerizzazione interna; 5. Esplosione di un serbatoio di stoccaggio EO/PO; 6. Rilascio di EO/PO in baia di scarico; 7. Rilascio di EO/PO da tubazione per rottura random; 8. Incendio zolfo fuso nella vasca di stoccaggio; 9. Diffusione di SO2 per rottura tubazione in ingresso alla torre di conversione catalitica.

Per tali eventi è stata calcolata la frequenza di accadimento relativa al rilascio e, per quelli ritenuti più probabili, sono state individuate le modalità di sviluppo e quindi i possibili scenari incidentali, utilizzando la tecnica dell’“albero degli eventi”.

Al verificarsi di uno dei sopraelencati eventi incidentali l’allarme viene prontamente diramato attraverso il suono di 4 sirene collocate sulle torri faro. Il suono di allarme dello di allarme è un suono continuo della durata di un minuto udibile a circa 900 mt dal perimetro dello stabilimento. Il cessato allarme è dato da un segnale intermittente della durata di 30 secondi. a.2 Top event: delimitazione delle zone a rischio

Premesso che nel paragrafo precedente sono stati indicati i possibili scenari incidentali, il presente PEE viene redatto avendo come parametro di riferimento l’evento incidentale più grave individuato nel top event n. 6 (secondo la massima “nel più è compreso il meno”).

SCENARIO Top event n.6 - Rilascio di Ossido di Etilene/Propilene (EO/PO) in baia di scarico L'ipotesi che sta alla base di questo evento incidentale consiste nella rottura meccanica o nel distacco della manichetta di scarico lato liquido durante un'operazione di travaso di EO da auto/ferrocisterna al serbatoio di stoccaggio. Nelle valutazioni effettuate dalla ditta si ammette l’intervento tempestivo della valvola di eccesso di flusso montata sul mezzo mobile e della valvola di non ritorno sulla linea fissa dello stabilimento, oltre che delle valvole di intercettazione ubicate sulla linea di scarico e comandate a distanza dall'operatore che presiede all'operazione di travaso. Si assume come più “gravoso”, in termini di estensione territoriale, il fenomeno della diffusione tossica dell’Ossido di Etilene/Propilene nella baia di scarico; le aree di danno sono approssimate alla decina superiore, rispetto al valore ottenuto nella modellizzazione.

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Il raggio della PRIMA ZONA (zona di sicuro impatto) corrisponde a 20 metri a livello cautelativo e per conferire una dimensione fisica all’evento ipotizzato.

Il raggio della SECONDA ZONA (zona di danno) può essere assunto pari a circa 130 m dal punto del rilascio.

Il raggio della TERZA ZONA (zona di attenzione, esterna alla seconda zona) può essere assunto pari a circa 900 m dal punto del rilascio.

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Si riportano di seguito per dette zone gli elementi più vulnerabili, gli effetti prevedibili sulle persone e le misure protettive da attuare.

PRIMA ZONA DI SICURO IMPATTO

Il raggio della PRIMA ZONA (zona di sicuro impatto) corrisponde a circa 20 metri a livello cautelativo, per conferire una dimensione fisica all’evento ipotizzato. 20 metri a livello cautelativo e per conferire una dimensione fisica all’evento

ELEMENTI VULNERABILI: • l’operatore addetto allo scarico ed eventuali altri operai dello stabilimento occasionalmente presenti nelle vicinanze; • parte delle strutture dello stabilimento nella zona di scarico (a seguito di eventuale esplosione o incendio).

EFFETTI PREVEDIBILI SULLE PERSONE: Principali sintomi ed effetti, sia acuti che ritardati: asfissia, ustioni. Eventuali danni per proiezioni di oggetti (in caso si sviluppino anche fenomeni di sovrappressione) e ustioni per eventuali fenomeni d’irraggiamento.

MISURE PROTETTIVE: Rapido allontanamento delle persone presenti nella zona. È ammesso l’accesso solo dei soccorritori con utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) specifici per l’intervento d’intercettazione. Usare l’autorespiratore ed indumenti protettivi adatti. Tutte le persone che si trovano all’interno dello Stabilimento, in caso si verifichi un’Emergenza, devono comportarsi come stabilito nel “PIANO di EMERGENZA INTERNO” (vedi allegato n.21)

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SECONDA ZONA DI DANNO

Estesa per un raggio di circa 130 m dalla sorgente del rilascio, ricade parzialmente all’esterno dello stabilimento, investendo l’area agricola a N-O dello stabilimento e l’alveo della roggia Valguercia.

ELEMENTI VULNERABILI: • l’operatore addetto allo scarico ed eventuali altri operai dello stabilimento occasionalmente presenti nelle vicinanze; • parte delle strutture dello stabilimento (a seguito di eventuale esplosione o incendio); • eventuali passanti e/o mezzi di trasporto sulla strada sterrata/pista ciclabile a Ovest dello stabilimento;

EFFETTI PREVEDIBILI SULLE PERSONE: I possibili effetti per la popolazione possono comportare danni gravi e lesioni irreversibili per le persone che non assumono le corrette misure di autoprotezione. Eventuali danni per proiezioni di oggetti (in caso si sviluppino anche fenomeni di sovrappressione) e ustioni per eventuali fenomeni di irraggiamento.

MISURE PROTETTIVE: • è ammesso l’accesso ai soli autorizzati con obbligo di indossare i DPI. Usare l’autorespiratore ed indumenti protettivi adatti; • rimanere temporaneamente al chiuso con porte e finestre chiuse, provvedendo altresì allo spegnimento di apparecchi condizionatori d’aria. Si consiglia di collocarsi possibilmente ai piani alti; • Altre misure di sicurezza e di comportamento potranno essere stabilite dalle Autorità competenti in funzione dell’incidente.

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TERZA ZONA DI ATTENZIONE

Estesa per un raggio di circa 900 m dalla sorgente del rilascio, ricade per un’ampia porzione all’esterno dello stabilimento.

ELEMENTI VULNERABILI: • Tutta l’area dello stabilimento e quindi tutti gli operatori presenti; • Ditta EAL COMPOST; • Ditta SOVEGAS S.p.A; • Area ex GULF a N-NO dello stabilimento; • Molino Val Guercia (territorio del comune di Turano Lodigiano); • Cascina di Sotto (territorio del comune di Bertonico).

EFFETTI PREVEDIBILI SULLE PERSONE: I possibili effetti per la popolazione sono quelli conseguenti all’inalazione di Ossido di Etilene/propilene per tempi e concentrazioni ridotti, in funzione delle diverse condizioni di vento e della distanza dallo stabilimento, che possono comportare irritazione per gli occhi e per le vie respiratorie, fino a difficoltà respiratorie ma tali comunque da non comportare danni alla salute.

MISURE PROTETTIVE: rimanere temporaneamente al chiuso con porte e finestre chiuse, provvedendo altresì allo spegnimento di apparecchi condizionatori d’aria. Si consiglia di collocarsi possibilmente ai piani alti. Altre misure di sicurezza e di comportamento potranno essere stabilite dalle Autorità competenti in funzione dell’incidente.

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SOVEGAS S.p.A. a. EVENTI a.1 Tipologia degli eventi incidentali Gli eventi che possono dare luogo ad un rilascio sono stati identificati, oltre che attraverso l'indagine condotta sui dati storici ricavati dalle banche dati, in base all’analisi svolta conformemente al D.M. del 15-05-96 e riportata nel RdS 2011 ultimo aggiornamento delle analisi di sicurezza del deposito ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015. In base a tale analisi sono stati valutati i seguenti top event: 1. Rottura su braccio di travaso ferrocisterna; 2. Rottura su linea di trasferimento GPL fase liquida; 3. Rottura su linea di trasferimento GPL fase gassosa; 4. Rottura su compressore GPL; 5. Rottura su braccio di travaso autobotti; 6. Sovrariempimento di autobotte in spedizione; 7. Sovrariempimento di un serbatoio di stoccaggio; 8. Apertura spuria di PSV di un serbatoio di stoccaggio; 9. Rottura su un serbatoio di stoccaggio. 10-12 Rottura di una pompa in sala 1-3.

Per tali eventi è stata calcolata la frequenza attesa di accadimento; per quelli ritenuti ragionevolmente credibili, sono stati individuati tramite applicazione della metodologia degli Alberi degli Eventi i possibili scenari incidentali ad essi connessi.

Per quanto concerne le modalità di segnalazione acustica in caso di incidente è presente all’interno del deposito, sulla palazzina uffici, una sirena, udibile nel raggio di circa 200 mt, che viene azionata con le seguenti modalità: in caso di allarme – suono continuo (fino al cessato allarme); in caso di cessato allarme suono intermittente (per 3 volte). a.2 Top Event: delimitazione delle zone a rischio Premesso che nel paragrafo precedente sono stati indicati i possibili scenari incidentali, il presente PEE viene redatto avendo come parametro di riferimento l’evento incidentale più grave individuato nei top event n. 1-2-5-9-10-12 (secondo la massima “nel più è compreso il meno”).

SCENARIO Top event n. 1-2-5-9-10-12 – inviluppo delle aree di danno connesse allo scenario derivante dai flash fire previsti nei citati eventi incidentali.

In termini di pianificazione per l’emergenza esterna, gli scenari di riferimento principali, perché comportanti le maggiori distanze di impatto dal perimetro dello stabilimento verso l’esterno, sono quelli connessi alla possibilità di flash fire per ciascuno dei top event suindicati; scenari che sono evidenziati in termini di curve di inviluppo con soglie riferite rispettivamente ai valori di LFL (Limite inferiore di infiammabilità) e LFL/2, nella rappresentazione grafica riportata a pagina 22. Ciascuno dei top event 1,2,5,9 può originare uno scenario di flash fire le cui caratteristiche di impatto sono le seguenti: top event 1: soglia LFL a 120 mt; soglia LFL/2 a 162 mt dal punto origine dell’evento all’interno del deposito;

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top event 2: soglia LFL a 117 mt; soglia LFL/2 a 155 mt dal punto origine dell’evento all’interno del deposito; top event 5: soglia LFL a 82 mt; soglia LFL/2 a 111 mt dal punto origine dell’evento all’interno del deposito; top event 9: soglia LFL a 105 mt; soglia LFL/2 a 145 mt dal punto origine dell’evento all’interno del deposito;

Gli scenari di Fash Fire su riportati originano all’interno del deposito una zona di sicuro impatto (prima zona) corrispondente alla soglia LFL e una zona di danno (Seconda Zona) corrispondente alla soglia LFL/2. Lo scenario di Flash Fire non da origine all’esterno dello stabilimento a zone definibili come zone di attenzione (vds. DM 15.5.1996 per i depositi di GPL e DM 95/2001 per la pianificazione territoriale relativa ai comuni in cui sono insediati stabilimenti a rischio di incidente rilevante). Per quanto attiene agli eventi incidentali individuati nel Rds 2011 oltre agli scenari di Flash Fire prima descritti, possono avere impatto all’esterno dello stabilimento anche gli scenari di Pool Fire associati ai top event n.1 e n. 9. Le distanze esterne di impatto massimo che individuano le relative zona 1 e zona 2 per i suddetti scenari di Pool Fire, risultano ampiamente inferiori (zona 1 = 9mt e zona 2 = 18mt) a quelle individuate dagli scenari di Flash Fire in precedenza descritti. Gli scenari di Pool Fire individuano anche una terza zona (zona di attenzione) posta a 39 mt dal confine dello stabilimento, ampiamente compresa nelle zone di impatto (Zona 1 e 2) degli scenari di Flash Fire.

Il raggio della PRIMA ZONA (zona di sicuro impatto) può essere assunto pari a circa 130 m dal punto del rilascio.

Il raggio della SECONDA ZONA (zona di danno) può essere assunto pari a circa 170 m dal punto del rilascio.

La TERZA ZONA (zona di attenzione, esterna alla seconda zona), trattandosi di flash fire, di fatto non c’è. Si può considerare una distanza cautelativa di circa 300 mt dal punto di rilascio.

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Si riportano di seguito per suddette zone gli elementi più vulnerabili, gli effetti prevedibili sulle persone e le misure protettive da attuare.

PRIMA ZONA DI SICURO IMPATTO

Estesa per un raggio di circa 130 m dalla sorgente del rilascio; l’inviluppo delle aree di danno investe l’intero stabilimento SOVEGAS, la palazzina uffici SASOL e l’area parcheggio della SASOL; coinvolge l’alveo della roggia Valguercia.

ELEMENTI VULNERABILI: • Gli operatori presenti nelle vicinanze; • Eventuali strutture/serbatoi/mezzi investiti dalla nube; • Palazzina uffici, area parcheggi ed aree produttive stabilimento SASOL; • Alveo Roggia Valguercia; • Eventuale treno con ferrocisterne contenenti GPL o OE/OP, in arrivo.

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EFFETTI PREVEDIBILI SULLE PERSONE: Una rapida evaporazione accidentale di liquido può causare ustioni da freddo. La mancanza di ossigeno legata all'esposizione a elevate concentrazioni può causare asfissia.

MISURE DI PRIMO SOCCORSO In caso di: Inalazione (fase gassosa): • allontanare l’infortunato dalla zona inquinata; • sottoporre immediatamente l’infortunato a cure mediche qualora vi siano sintomi attribuiti ad inalazione di vapori; • praticare la respirazione artificiale nel caso l’infortunato abbia serie difficoltà di respirazione. Contatto con la pelle (fase liquida): irrigare con acqua la zona cutanea interessata; togliere con cautela gli indumenti e irrigare abbondantemente la parte lesa con acqua. ricorrere al medico per il trattamento di eventuali lesioni da freddo. Contatto con gli occhi (fase liquida): • irrigare abbondantemente con acqua a palpebre ben aperte; ricorrere al più presto ad un medico specialista. Ingestione: • non applicabile. Eventuali danni per proiezioni di oggetti (in caso si sviluppino anche fenomeni di sovrapressione) e ustioni per eventuali fenomeni d’irraggiamento.

MISURE PROTETTIVE: Rapido allontanamento delle persone presenti nella zona. È ammesso l’accesso solo dei soccorritori con utilizzo di DPI specifici per l’intervento d’intercettazione. CONTROLLI DELL’ESPOSIZIONE • Protezione degli occhi/volto • Usare occhiali di sicurezza, visiere, schermi facciali a protezione da spruzzi di liquido. • Protezione della pelle • Usare indumenti antistatici completi, atti a coprire anche gli arti superiori e inferiori. • Protezione delle mani • Usare guanti in pelle/crosta e disporre di guanti termoisolanti con protezione dell’avambraccio (alla moschettiera) per eventuale emergenza. • Protezione respiratoria • In caso di interventi in luoghi con presenza di gas, usare autorespiratori; • Pericoli termici • Contro i pericoli di ustioni da freddo per getto di liquido, usare visiere o schermi facciali, guanti termoisolanti e indumenti a copertura completa del tronco e degli arti

MISURE IN CASO DI RILASCIO ACCIDENTALE Precauzioni personali, dispositivi di protezione e procedure in caso di emergenze. • Non usare apparecchiature elettriche se non a sicurezza (ad es., antideflagranti); • bloccare il rilascio all’origine se è possibile farlo senza rischio; • evitare il contatto del liquido con la pelle e con gli occhi.

Per chi non interviene direttamente. • In caso di fuoriuscite o rilasci accidentali di sostanze, si raccomanda di : • indossare indumenti antistatici in cotone o in lana e scarpe antistatiche. Evitare i tessuti sintetici;

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• rimuovere le fonti di accensioni e predisporre un’adeguata ventilazione; • isolare l’area di pericolo ed evacuare l’area stessa; • impedire che il gas invada luoghi ribassati (es.: chiusini, cantine, ecc.), tenendo presente che i vapori sono più pesanti dell’aria; • informare le Autorità competenti in accordo con i piani per l’emergenza. Per chi interviene direttamente • In caso di fuoriuscite o rilasci accidentali di sostanze, si raccomanda di: • indossare indumenti antistatici in cotone o in lana a protezione totale del tronco e degli arti; • proteggere gli occhi con occhiali o visiera; • indossare scarpe antistatiche; • proteggere le mani con guanti adeguati.

Tutte le persone che si trovano all’interno dello Stabilimento, in caso si verifichi un’emergenza, devono comportarsi come stabilito nel “PIANO di EMERGENZA INTERNO” ‰(allegato 24)

SECONDA ZONA DI DANNO

Estesa per un raggio di circa 170 m dalla sorgente del rilascio; l’inviluppo delle aree di danno investe l’intero stabilimento SOVEGAS, parte dello stabilimento SASOL; coinvolge l’alveo della roggia Valguercia, nonché zone agricole a Nord, a Sud e a Ovest dello stabilimento Sovegas.

ELEMENTI VULNERABILI: • Gli operatori presenti nelle vicinanze; • Eventuali strutture/serbatoi/mezzi investiti dalla nube • Palazzina uffici SASOL • Area parcheggi SASOL • Aree Produttive SASOL, ad esclusione dell’area dei serbatoi di OE/OP. • Roggia Valguercia • Eventuale treno con ferrocisterne contenenti GPL o OE/OP, in arrivo

EFFETTI PREVEDIBILI SULLE PERSONE: I possibili effetti per la popolazione possono comportare danni gravi e lesioni irreversibili per le persone che non assumono le corrette misure di autoprotezione. Possibili intossicazioni per fumi derivanti da fenomeni di combustione. Eventuali danni per proiezioni di oggetti (in caso si sviluppino anche fenomeni di sovrapressione) e ustioni per eventuali fenomeni di irraggiamento.

MISURE PROTETTIVE: • è ammesso l’accesso ai soli autorizzati con obbligo di indossare i DPI. • rapido allontanamento delle persone presenti nella zona. Altre misure di sicurezza e di comportamento potranno essere stabilite dalle Autorità competenti in funzione dell’incidente.

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TERZA ZONA DI DANNO

La terza zona, trattandosi di flash fire, di fatto non c’è. Si può considerare una distanza cautelativa di circa 300 mt dal punto di rilascio.

ELEMENTI VULNERABILI: • Gli operatori presenti nelle vicinanze; • Eventuali strutture/serbatoi/mezzi investiti dalla nube.

EFFETTI PREVEDIBILI SULLE PERSONE: I possibili effetti per la popolazione possono comportare danni lievi e lesioni reversibili, per le persone che non assumono le corrette misure di autoprotezione. Possibili intossicazioni per fumi derivanti da fenomeni di combustione.

MISURE PROTETTIVE: Rapido allontanamento delle persone presenti nella zona. Altre misure di sicurezza e di comportamento potranno essere stabilite dalle Autorità competenti in funzione dell’incidente.

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4. MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO ATTRIBUZIONI E COMPETENZE

a. VIABILITA’: VIE DI ACCESSO DEI MEZZI DI SOCCORSO E DI DEFLUSSO, CANCELLI E PERCORSI ALTERNATIVI

Settore strategico della pianificazione è quello relativo alla viabilità che è stata analizzata con gli enti preposti per consentire un rapido isolamento delle zone a rischio o già interessate dall’evento incidentale. Nel caso di incidente rilevante è prioritario, infatti, prevedere l’immediata istituzione di posti di blocco sulle strade che circondano lo stabilimento, che consentano l'accesso alla "zona di attenzione" dei mezzi di soccorso, il regolare deflusso e che inibiscano ad automezzi non autorizzati di avvicinarsi all’area interessata.

Le principali vie di comunicazioni ubicate in prossimità degli stabilimenti sono:

• S.P. n° 26 - collegamento tra Castiglione d’Adda e Lodi; • S.P. n° 192 - nel tratto tra la rotatoria di Bertonico e l’incrocio con la S.P. n° 22; • S.P. n° 22 - collegamento tra Casalpusterlengo (via Emilia) e Castiglione d’Adda.

Gli scenari incidentali da considerare possono avere ripercussioni: • confinate esclusivamente all’interno dell’azienda; • anche esterne al perimetro aziendale.

Evento confinato nel perimetro aziendale Al verificarsi dell’evento incidentale confinato nel perimetro aziendale, nel caso in cui ci fosse necessità di soccorso sanitario o di intervento dei Vigili del Fuoco, vengono individuati i cancelli per l’interruzione del traffico veicolare per permettere il regolare flusso dei soccorsi ipotizzando una chiusura della viabilità che porta allo stabilimento. Evento con ripercussioni esterne al perimetro aziendale Al verificarsi dell’evento incidentale con ripercussioni esterne, in quanto gli effetti coinvolgono l’area circostante gli insediamenti industriali, vengono individuati i cancelli/posti di blocco sia per l’interruzione del traffico veicolare, per permettere il regolare flusso dei soccorsi, sia per bloccare i flussi di traffico in entrata e per permettere la rapidità di quelli in uscita; Effettuato un sopralluogo dell’area, è stata concordata la seguente pianificazione con un blocco stradale realizzato da 5 cancelli: • alla rotonda dove si incrociano la SP192 con la SP26; • sulla SP192-SP22 prima dell’incrocio per Biraga, con deviazione del traffico in direzione di Castiglione d’Adda; • all’altezza dell’intersezione tra la SP 222 e la strada interponderale all’altezza della “Cascina Buongodere”; • all’altezza dell’intersezione tra il vecchio tracciato della SP 22 e la ditta “Terranova Refrattari”; • all’altezza della rotatoria dove c’è l’intersezione della SP 26 con la SP 144 nei pressi del ristorante “La Colombina” a Bertonico oppure dove la pista ciclabile “Vecchia Cremonese” interseca la strada comunale del Comune di Bertonico in località Colombina; • Posto di comando avanzato (PCA) da porsi nell’abitato di Terranova, a ridosso della SP192, dove si recheranno tutti i rappresentanti delle funzioni di protezione civile che si metteranno a disposizione del responsabile del PCA; • Blocco del locomotore sul tratto ferroviario proveniente da Casalpusterlengo verso l’area Sasol- Sovegas, nel punto in cui la strada ferrata incrocia la sterrata che parte da Terranova dei

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Passerini e va verso ovest (utilizzata in senso contrario per l’uscita del personale della Sasol e EAL Compost dall’area interessata agli eventi incidentali).

Inoltre, saranno predisposti controlli in altri due punti: dove la SP 192 interseca la pista ciclabile e all’intersezione tra la strada comunale del Comune di Bertonico in località Colombina e la pista ciclabile “Vecchia Cremonese” nei pressi del ristorante “La Colombina”. 1 km

In caso di evacuazione del personale delle aziende coinvolte sono previste le seguenti vie di fuga: • Sasol ‰dopo la conta nel punto di raccolta, a seconda delle aree coinvolte nell’evento incidentale, uscire dall’area di danno dirigendosi verso la SP192 oppure procedere per la stradina sterrata situata ad ovest dello stabilimento e poi per la strada sterrata verso Terranova, dove è posizionato il PCA (allo stato attuale, però, è stato predisposto soltanto il progetto, sono stati reperiti i finanziamenti e a breve avrà inizio la gara) Sino alla realizzazione della nuova strada, potrà essere utilizzata come via di fuga la strada che attraversa l’insediamento della EAL Compost. • Sovegas ‰ dopo la conta nel punto di raccolta, a seconda delle aree coinvolte nell’evento incidentale, uscire dall’area di danno dirigendosi verso la SP192 oppure percorrere un tratto di via Mattei verso la stradina sterrata a ovest dello stabilimento Sasol, al momento -come detto sopra- non ancora costruita; sino alla sua realizzazione potrà essere utilizzata come via di fuga la strada che attraversa l’insediamento della EAL Compost; in entrambi i casi raggiungere il PCA a Terranova. • Sorgenia ‰il personale, in caso di necessità, esce attraverso il cancello (la disponibilità delle chiavi deve essere garantita alla Protezione Civile) presente nella zona industriale che collega alla frazione Colombina attraverso la stradina sterrata dove verrà assistito dal personale della Protezione Civile • EAL Compost ‰procedere per la stradina sterrata verso ovest (attualmente in fase di realizzazione) e poi percorrere la sterrata verso Terranova dove è posizionato il PCA. Sino alla

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realizzazione della nuova strada, potrà essere utilizzata come via di fuga la stradina sterrata che dall’insediamento EAL va verso il PCA di Terranova.

Aree di attesa e accoglienza individuate sul territorio. E’ compito del Sindaco individuare preventivamente le aree idonee per la raccolta temporanea delle persone sfollate, cioè le zone dove le persone potranno radunarsi in attesa di rientrare nelle proprie abitazioni ovvero di essere accompagnate presso le aree di ricovero . Tali aree dovranno essere, in linea di massima, coperte e sufficientemente capienti per ospitare tutte le persone che potrebbero essere evacuate e dotate dei servizi essenziali al fine di consentire la permanenza anche per oltre 12/18 ore. Le stesse possono eventualmente coincidere con vere e proprie strutture alloggiative (es. alberghi, pensioni, ostelli ecc.) ovvero con edifici facilmente adattabili alle cennate esigenze (scuole, palestre ecc.). Le singole aree di raccolta temporanea e le strutture di ricovero sono descritte di seguito, a cura dell’Amministrazione comunale. La struttura individuata come area di raccolta temporanea è la Sala Comunale Polifunzionale di via Brera N.2 – Frazione Fornaci (capoluogo) di Terranova dei Passerini (45°12'00.86” N – 9°40'35.94” E). La struttura possiede un secondo accesso da via IV novembre civico n.26 che consente di usufruire anche dei locali denominati “centro civico”. In definitiva la struttura a disposizione è così composta: • (sala polivalente) locale di ingresso, salone, servizi igienici; • (centro civico) due locali con servizi igienici. Entrambe le strutture consentono l'accesso e la fruizione da parte di eventuali disabili. Per necessità logistiche e di gestione dei soccorsi a supporto della struttura indicata si evidenziano i seguenti spazi di prossimità: • magazzino comunale ed area attigua come possibile parcheggio; • campo sportivo comunale ed annesse strutture per ulteriori necessità logistiche; • armadio farmaceutico (via IV Novembre n. 24); • ambulatorio medico (via IV Novembre n.22). Qualora le esigenze di accoglienza dovessero procrastinarsi la sala polifunzionale potrà essere utilizzata anche come area di ricovero, previo allestimento di brandine nel numero massimo di 30.

La cartografia del territorio in cui si trova la struttura individuata, è consultabile negli allegati 25, 26 e 27.

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b. DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI ALLERTA E PROCEDURE OPERATIVE

L’articolo 3 del D.Lgs. n.334/1999 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, definisce l’incidente rilevante “un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose”.

Al verificarsi di un tale evento, i soggetti coinvolti nella gestione dell’emergenza attivano gli interventi urgenti per la tutela della popolazione e dell’ambiente.

Nell’ambito del modello organizzativo di intervento prescelto, sono individuati i soggetti coinvolti e le procedure da porre in essere a cura di ciascun ente per ognuna delle fasi di allerta crescente in relazione all’evolversi dell’evento.

I livelli di allerta risultano codificati dalle Linee Guida adottate con Decreto del Presidente del Consiglio del Ministro del 25 febbraio 2005 per la predisposizione del Piano di Emergenza Esterno di cui all’art. 20 comma 4 del Decreto Legislativo 17 agosto 1999, nr. 334 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015.

Livello di allerta Fase della procedura 1 Attenzione 2 Preallarme 3 Allarme

Ciascuna delle tre fasi è in relazione all’incremento dell’intensità del fenomeno considerato, sotto il profilo della pericolosità e della potenzialità di danno e conseguentemente comporta l’incremento delle misure operative da adottare.

Innumerevoli possono essere gli incidenti che possono determinare un livello di attenzione, come quelli indicati nel capitolo 2, per la Sasol al paragrafo a.1 e nel cap. 3, per la Sovegas al paragrafo a.1. Indipendentemente dal tipo di incidente e della sua possibile evoluzione è sempre necessario che l’azienda segnali lo stato di attenzione per non correre il rischio di sottovalutare nessun evento.

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STATO DI ATTENZIONE

COMPITI DEL GESTORE

In questa fase il Gestore:

• attiva il Piano di Emergenza Interno; • informa il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lodi (115), la Prefettura (che a sua volta informa la Provincia ), il Sindaco del Comune di Terranova dei Passerini, l’ARPA di Lodi, in merito all’evento in corso al fine di consentirne l’opportuna gestione; • resta a disposizione dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA, fornendo ai suddetti Enti dettagliate informazioni sull’evento accaduto.

COMPITI DEI VIGILI DEL FUOCO

I Vigili del Fuoco: ricevono dal Gestore dello stabilimento e dal Sindaco le informazioni di accadimento riguardanti l’evento; inviano immediatamente gli equipaggi di soccorso dotati delle attrezzature necessarie a fronteggiare l’evento di tipo NBCR; effettuano in loco, con l’immediatezza necessaria, il soccorso e l’allontanamento delle persone che ancora si trovano sul luogo dell’evento, espletando le prime operazioni di contenimento; procedono ad un immediato sopralluogo eventualmente congiunto con l’ARPA per accertare le conseguenze dell’evento ed i rischi sulla popolazione; informano la Prefettura in merito all’evoluzione dell’evento ed alle necessità ulteriormente occorrenti; attivano il Nucleo Regionale NBCR ai fini dell’approntamento di un Posto di Comando Avanzato per la gestione dell’emergenza in zona critica.

COMPITI DELL’ARPA

L’ARPA:

• riceve dal Gestore le informazioni riguardanti l’evento accaduto; • effettua sopralluogo eventualmente congiunto con i Vigili del Fuoco per accertare lo stato dei luoghi e valutare le possibili evoluzioni e le relative conseguenze dell’evento sull’ambiente circostante lo stabilimento; • informa la Prefettura in merito all’evoluzione dell’evento.

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COMPITI DELLA PREFETTURA

Il centralinista della Prefettura/Questura:

• ricevuta comunicazione dal Gestore relativa al verificarsi dell’incidente trasferisce immediatamente la telefonata al Responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile, nelle ore d’ufficio, oppure al funzionario reperibile fuori dell’orario d’ufficio.

Il funzionario che riceve la telefonata:

• informa immediatamente il Prefetto; • informa il funzionario Responsabile della Provincia o il funzionario reperibile fuori dell’orario d’ufficio; • mantiene i contatti con il Gestore, con il Comando dei Vigili del Fuoco, con l’ARPA, per conoscere l’evolversi della situazione.

COMPITI DELLA PROVINCIA

Il funzionario responsabile, oppure il funzionario reperibile fuori dell’orario d’ufficio:

• riceve l’informazione dalla Prefettura e mantiene con essa i contatti per conoscere l’ evolversi della situazione.

COMPITI DEL SINDACO

Il Sindaco :

• riceve le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto e, se ritenuto necessario, informa la propria struttura; • mantiene i contatti con la Prefettura per conoscere l’evolversi della situazione.

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STATO DI PREALLARME

COMPITI DEL GESTORE

Il Gestore:

• dirama il preallarme al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco (115), all’ARPA, al Servizio Sanitario Urgenza ed Emergenza-118, alle Forze dell’Ordine (Carabinieri 112 – Polizia di Stato 113 – Guardia di Finanza 117); • attiva il Piano di Emergenza Interno; • attua tutte le misure tecnico-impiantistiche necessarie per evitare che l’evento possa assumere maggiore entità; • informa (art. 24 comma 1 del D.Lgs. n.334/1999 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015): Prefettura; Sindaco; • comunica : le circostanze dell’incidente; le sostanze pericolose presenti; i dati disponibili per valutare le conseguenze dell’incidente per l’uomo e per l’ambiente; le misure di emergenza adottate; le informazioni sulle misure previste per limitare gli effetti dell’incidente a medio e lungo termine ed evitare che esso si riproduca.

Il Gestore, inoltre: • segue costantemente l’evoluzione dell’evento, aggiorna le informazioni fornite e resta a disposizione dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA.

COMPITI DEI VIGILI DEL FUOCO

I Vigili del Fuoco, intervenuti sul posto, sviluppano le seguenti azioni:

• assumono il coordinamento degli interventi in loco, raccordandosi con il Responsabile del Piano di Emergenza Interno dello Stabilimento; • misurano lo stato di contaminazione del luogo utilizzando la strumentazione in dotazione (fiale, sonde, ecc..) eventualmente in collaborazione con l’ARPA; • delimitano le zone interessate dall’evento incidentale, anche al fine, da parte delle Forze di Pubblica Sicurezza, della cinturazione dell’area esterna mediante i posti di blocco; • effettuano le operazioni di contenimento dell’evento incidentale; • coadiuvano le Forze dell’ordine per l’allontanamento delle persone dall’area di rischio; • mantengono costantemente aggiornata la Prefettura sull’andamento e sull’evoluzione dell’evento con particolare riferimento all’esito risolutivo o meno delle misure di soccorso attuate al fine di limitare i danni.

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COMPITI DELLA PREFETTURA

Il Centralinista della Prefettura/Questura:

• Ricevuta la comunicazione dal Gestore relativa al verificarsi dell’incidente rilevante, trasferisce immediatamente la telefonata al Responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile, nelle ore d’ufficio, oppure al Funzionario reperibile fuori dell’orario d’ufficio.

Il Funzionario della Prefettura che riceve la telefonata:

• informa immediatamente il Prefetto; • mantiene i contatti con il Gestore, con il Comando dei Vigili del Fuoco, con l’ARPA, con il S.S.U.Em. 118, con le Forze dell’Ordine per conoscere l’evolversi della situazione; • predispone le risorse umane e strumentali della Prefettura per la gestione dell’evento.

Il Prefetto , costantemente informato dal funzionario, valuta la situazione e, qualora ritenuto necessario, dichiara lo stato di preallarme. Inoltre:

• assume il coordinamento della gestione dell’emergenza, coadiuvato dal Presidente della Provincia; • informa il Ministero dell’Ambiente 06-57221, il Ministero dell’Interno – Gabinetto (06- 4741717), la Presidenza Consiglio Ministri - Dipartimento della Protezione Civile (06-6820265), il Ministero Interno – Dipartimento Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile (06- 4814695), la Regione Lombardia di Milano – Sala Operativa (800 061160); • dispone , in base allo scenario che si è configurato, l’attivazione parziale della Sala Operativa con le relative funzioni di supporto che all’occorrenza sarà necessario attivare; • convoca , in base allo scenario che si è configurato e se ritenuto necessario, il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) con la Provincia di Lodi, Comune di Terranova dei Passerini, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Questore, Comandante Provinciale dei Carabinieri, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Comandante Polizia Stradale, ARPA–Dipartimento di Lodi, Servizio Urgenza ed Emergenza 118. Possono, inoltre, essere chiamati a far parte della Sala Operativa rappresentanti di altri Enti e Uffici di cui si renderà utile la presenza.

Nell’ipotesi di apertura della Sala Operativa e di attivazione del Centro Coordinamento Soccorsi (CCS), il Prefetto tiene costantemente informate le Amministrazioni centrali e la Sala Operativa della Regione Lombardia di Milano (800 061160)

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COMPITI DELL’ARPA

Il personale dell’ARPA:

• riceve le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto; • si reca sul luogo dell’evento; • effettua , in collaborazione con i Vigili del Fuoco, ogni accertamento ritenuto necessario ed effettuabile in sicurezza per valutare l’evoluzione della situazione di preallarme e per verificare gli interventi tecnici e gestionali, messi in atto dal Gestore, atti a minimizzare l’impatto che potrebbe avere sull’ambiente circostante un possibile incidente; • fornisce e acquisisce , in stretta collaborazione con le strutture sanitarie, tutte le informazioni ricavabili sulle sostanze coinvolte.

COMPITI DEL S.S.U.Em. - 118

Il personale del S.S.U.Em. - 118:

• riceve le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto; • dispone l’invio di personale e mezzi per garantire il primo soccorso alle eventuali persone coinvolte; • fornisce e acquisisce , in stretta collaborazione con l’ARPA, tutte le informazioni sulle sostanze coinvolte.

COMPITI DELLE FORZE DELL’ORDINE

Le Forze dell’Ordine:

• ricevono le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto; • mantengono i contatti con la Prefettura ed i Vigili del Fuoco; • predispongono le misure necessarie per effettuare gli eventuali interventi finalizzati al mantenimento dell’ordine pubblico, alla realizzazione di posti di blocco e alla disciplina del traffico (in concorso con la Polizia Provinciale).

COMPITI DEL SINDACO, DELLA PROVINCIA E DELLA REGIONE

• Il Comune di Terranova dei Passerini e la Provincia di Lodi attivano le rispettive strutture operative di protezione civile (ufficio tecnico, polizia locale, gruppo comunale di protezione civile, etc.) e mantengono costanti contatti con la Prefettura per il monitoraggio dell’evento in corso e la valutazione degli interventi da predisporre.

• La Regione Lombardia , attraverso la Sala Operativa, segue costantemente l’evolversi dell’evento.

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STATO DI ALLARME – EMERGENZA

COMPITI DEL GESTORE

In questa fase, il Gestore sviluppa le seguenti azioni:

• provvede ad attivare immediatamente i sistemi di segnalazione acustica volti ad allertare la popolazione; • dirama l’allarme al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco (115), all’ARPA, al Servizio Emergenza ed Urgenza 118, alle Forze dell’Ordine (Carabinieri 112 – Polizia di Stato 113 – Guardia di Finanza 117); • attiva il Piano di Emergenza Interno; • attua tutte le misure tecnico-impiantistiche necessarie per evitare che l’evento possa assumere maggiore entità; • informa (art. 24 comma 1 del D.Lgs. n.334/1999 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015): Prefettura; Sindaco;

comunicando: • le circostanze dell’incidente; • le sostanze pericolose presenti; • i dati disponibili per valutare le conseguenze dell’incidente per l’uomo e per l’ambiente; • le misure di emergenza adottate; • le informazioni sulle misure previste per limitare gli effetti dell’incidente a medio e lungo termine ed evitare che esso si riproduca.

Il Gestore, dovrà, altresì: • attivare il sistema di segnalazione acustica interna per consentire l’allertamento e l’eventuale evacuazione, nonché l’allontanamento di tutte le persone che occasionalmente si dovessero trovare nell’area esterna allo stabilimento interessata dall’evento; • mantenere in atto le misure di sicurezza già intraprese; • interrompere le lavorazioni nei reparti ubicati nell’area dell’evento incidentale, provvedendo alla messa in sicurezza degli impianti; • fare allontanare tutte le persone e tutti i dipendenti presenti nelle zone a rischio ad eccezione dei lavoratori impegnati nell’intervento di emergenza; • seguire costantemente l’evoluzione dell’evento, aggiornare le informazioni fornite e restare a disposizione dei Vigili del Fuoco e dell’ARPA. • provvedere affinché il personale ed i mezzi dello stabilimento siano a disposizione del Comandante VV.FF. o chi ne fa le veci per collaborare nelle operazioni di soccorso.

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COMPITI DEI VIGILI DEL FUOCO

In questa fase i Vigili del Fuoco, intervenuti sul posto, sviluppano le seguenti azioni:

• assumono il coordinamento degli interventi in loco, raccordandosi con il Responsabile del Piano di Emergenza Interno dello Stabilimento; • dispongono l’immediata attivazione del Posto di Comando Avanzato (P.C.A); • misurano lo stato di contaminazione del luogo utilizzando la strumentazione in dotazione (fiale, sonde, ecc..) in collaborazione con l’ARPA; • dispongono l’eventuale evacuazione; • delimitano le zone interessate dall’evento incidentale anche al fine della cinturazione dell’area esterna, da parte delle Forze dell’Ordine, mediante i posti di blocco; • effettuano le operazioni di soccorso e di presidio, seguendo le procedure di intervento NBCR, utilizzando le risorse idriche messe a disposizione in loco; • espletano le operazioni di contenimento ed abbattimento sulla fuoriuscita di sostanze pericolose; • avvertono tempestivamente il 118, la Prefettura, la Questura, i Carabinieri, il Sindaco; • coadiuvano le Forze dell’Ordine per l’allontanamento delle persone dall’area di rischio; • mantengono costantemente aggiornata la Prefettura sull’andamento e sull’evoluzione dell’evento incidentale con particolare riferimento all’esito risolutivo o meno delle misure di soccorso attuate al fine di limitare i danni.

COMPITI DELLA PREFETTURA

Il Centralinista della Prefettura/Questura:

• Ricevuta la comunicazione dal Gestore relativa al verificarsi dell’incidente rilevante, trasferisce immediatamente la telefonata al Responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile, nelle ore d’ufficio, oppure al funzionario reperibile fuori dell’orario d’ufficio.

Il Funzionario della Prefettura:

• informa immediatamente il Prefetto; • mantiene i contatti con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, ARPA, ASL, S.S.U.Em. 118, Forze dell’Ordine nonché con il Gestore, per conoscere l’evolversi della situazione; • attiva le risorse umane e strumentali della Prefettura per la gestione dell’emergenza.

Il Prefetto , valutata la situazione, dichiara, ove occorra, lo stato di allarme:

• assume il coordinamento della gestione dell’emergenza, coadiuvato dal Presidente della Provincia ; • attiva la Sala Operativa con tutte le funzioni di supporto ritenute necessarie; • convoca , il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) con Provincia di Lodi, Comune di Terranova dei Passerini, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Questore, Comandante Provinciale dei Carabinieri, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Comandante Polizia Stradale, ARPA – Dipartimento di Lodi, I.N.A.I.L. (ex ISPESL), Regione Lombardia sede di Milano, Azienda Sanitaria Locale, Azienda Ospedaliera, Responsabile del Servizio Urgenza ed Emergenza 118; • possono, inoltre, essere chiamati a far parte del CCS rappresentanti di altri Enti e uffici di cui si renderà utile la presenza • si accerta dell’attivazione dei sistemi di allarme per l’allontanamento delle persone e per l’allertamento;

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• dispone la delimitazione delle zone di interdizione da parte dei Vigili del Fuoco; • dispone l’attuazione, da parte delle Forze dell’Ordine, supportate dalla Polizia Provinciale, dei posti di blocco nella zona interessata nonché dei servizi straordinari di vigilanza e tutela richiesti dall’emergenza; • dispone l’attivazione dei percorsi viabilistici alternativi individuati nel presente Piano (paragrafo «Cancelli e viabilità alternativa…..»); • informa il Ministero dell’Ambiente 06-57221, il Ministero dell’Interno – Gabinetto (06- 4741717), Presidenza Consiglio Ministri - Dipartimento della Protezione Civile (06-6820265), Ministero Interno – Dipartimento Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile (06- 4814695), Regione Lombardia di Milano – Sala Operativa (02-67652848) tenendoli costantemente aggiornati ; • concorda con il Sindaco di Terranova dei Passerini e con gli organi tecnici (VV.F., ARPA, ASL) i contenuti e le modalità di informazione alla popolazione; • attiva la Sala stampa al fine di diramare le notizie relative all’incidente rilevante, alle conseguenze sulla popolazione e alle operazioni di soccorso in atto; • richiede che siano avviati provvedimenti di ripristino e disinquinamento dell’ambiente.

COMPITI DELL’ARPA:

Il personale dell’ARPA:

• riceve le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto; • fornisce supporto tecnico, nella fase di emergenza, sulla base della conoscenza dei rischi associati agli stabilimenti, derivante dalle attività di analisi dei rapporti di sicurezza e dall'effettuazione dei controlli; • effettua ogni accertamento ritenuto necessario sullo stato dell'ambiente nella zona interessata dall'evento, nonché analisi chimiche e/o fisiche per valutare l'evoluzione della situazione di emergenza nelle zone più critiche; • trasmette direttamente alla Prefettura le risultanze delle analisi e delle rilevazioni richieste; • fornisce e acquisisce , in stretta collaborazione con le strutture sanitarie, tutte le informazioni sulle sostanze coinvolte; • fornisce supporto circa le azioni da intraprendere a tutela della popolazione e dei luoghi dove si è verificato l'evento.

COMPITI DEL S.S.U.Em. - 118:

Il personale del S.S.U.Em.:

• riceve le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto; • individua con i VVF l’area di triage e assicura gli interventi di primo soccorso alle persone coinvolte; • allerta le strutture sanitarie e, se necessario, le Centrali Operative 118 limitrofe; • fornisce e acquisisce , in stretta collaborazione con l’ARPA, tutte le informazioni sulle sostanze coinvolte; • allestisce , se necessario, il Posto Medico Avanzato (PMA); • informa costantemente la Centrale operativa sugli interventi effettuati e quelli programmati; • coordina il trasporto dei feriti presso i Pronto Soccorso provinciali.

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COMPITI DELLE FORZE DELL’ORDINE

Le Forze dell’Ordine:

• ricevono le informazioni dal Gestore riguardanti l’evento accaduto; • attuano su disposizione del Prefetto il piano dei posti di blocco e disciplinano il traffico con il supporto della Polizia Provinciale e della Polizia Locale; • mantengono l’ordine pubblico con il particolare obiettivo di gestire e controllare i flussi nelle aree interessate dall’emergenza; • mantengono i contatti con la Prefettura.

COMPITI DEL SINDACO, DELLA PROVINCIA E DELLA REGIONE

Il Comune di Terranova dei Passerini e la Provincia di Lodi assicurano la collaborazione con i supporti tecnici disponibili di tutti i propri uffici, in termini di personale, mezzi, strutture e quant’altro possa rendersi utile o necessario. In particolare il Sindaco di Terranova dei Passerini provvede a:

• allestire e organizzare le aree per l’eventuale sgombero della popolazione evacuata utilizzando eventualmente edifici pubblici da adattare allo scopo (sala polivalente, scuole, asili nido, ecc..) in caso di durata dell’emergenza oltre le 2-3 ore o di condizioni metereologiche particolarmente avverse; • distribuire nelle citate aree di sgombero generi di conforto; • organizzare , assieme al personale dell’A.S.L. ed, eventualmente, della C.R.I. e di altre organizzazioni di volontariato, misure di pronto soccorso e di assistenza sociale alla popolazione evacuata; • informare la popolazione secondo le modalità ed i contenuti concordati con il Prefetto in sede di C.C.S. comunicando, altresì, le eventuali misure di protezione da adottare per ridurre le conseguenze nocive.

La Provincia coadiuva il Prefetto nella gestione dell’emergenza. In particolare:

• assicura alle Forze dell’Ordine il supporto della Polizia Provinciale nell’attuazione dei posti di blocco.

La Regione Lombardia – Sala Operativa segue l’evoluzione dell’evento, mettendo a disposizione proprie risorse: personale, mezzi e strutture (colonna mobile regionale).

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CESSATO ALLARME

Non appena venuto a conoscenza della cessazione dello stato di pericolo dagli organi tecnici competenti e dalle strutture operative, il Prefetto dispone la comunicazione del cessato allarme informandone il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Interno-Gabinetto- Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile, la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento della Protezione Civile, la Regione Lombardia.

Una volta superata l’emergenza, il Sindaco del Comune di Terranova dei Passerini, al fine di ripristinare le normali condizioni di utilizzo del territorio, predispone una ricognizione, con gli Enti competenti, per il censimento degli eventuali danni, valutando la necessità di procedere all’attività di bonifica ed intraprende all’occorrenza ulteriori misure di tutela ambientale e/o sanitaria.

Il responsabile dello stabilimento provvederà a bonificare il territorio con spese a carico del gestore dello stabilimento, attivando le procedure vigenti.

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c. ELENCO RECAPITI SOGGETTI COINVOLTI

RUBRICA D'EMERGENZA

ENTI TELEFONO FAX

0371 447666 PREFETTURA DI LODI Coordinamento dell’emergenza in 0371 4471 ambito provinciale 0371 447625

Centralino 0377 4631 Gestore 335 6088943 SASOL 0377 463240 RSPP 335 356156 Responsabile Operazioni 335 5969675 Centralino 0377 85246 Gestore 348 2687800 Responsabile Stabilimento 348 4769312 SOVEGAS 0377 85245 RSPP 340 1025549 Responsabile Tecnico 340 1112182 Capo Piazzale 348 4769318

Centralino 06 68201

PRESIDENZA DEL Segreteria Capo Dipartimento 06 68202205 06 68202360 CONSIGLIO DEI MINISTRI Dipartimento della Segreteria V.Capo Dipartimento 06 8202333 Protezione Civile Centro Situazioni Sala situazioni Italia 06 68202265 Gabinetto 06 4741717 06 485957 MINISTERO DELL'INTERNO ROMA Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della 06 4651 Difesa Civile - Sala Operativa 06 4814695 MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL Centralino TERRITORIO E DEL MARE 06 57221 06 57225528 ROMA

Sala Operativa 800061160 026765 5410

Direzione Generale Ambiente, REGIONE LOMBARDIA Energia e Sviluppo Sostenibile 02 67651 MILANO U.O. Valutazione e Autorizzazioni 02 67657339 (*) Ambientali 0267654977 (*) (*) Lu a Gio 9-17 Struttura Autorizzazioni e Rischi Ve 9-12.30 Industriali Edilizia ed acque pubbliche, 0371 4581 0371 31136 REGIONE LOMBARDIA agricoltura SEDE TERRITORIALE DI LODI Cellulare reperibilità 335 8410982

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RUBRICA D'EMERGENZA

ENTI TELEFONO FAX Centralino 0371 4421 0371 416027 Polizia Provinciale 0371 442800 PROVINCIA DI LODI 0371 442817 0371 442820 Ufficio Protezione Civile 0371 442816 0371 4428822

Sindaco 347 2979803 Vice Sindaco (Belloni Matteo) COMUNE DI TERRANOVA 338 6290773 DEI PASSERINI Assessore Tutela dell’Ambiente 0377 84213 Ufficio tecnico (Brazzoli Davide) 0377 4065925 [email protected] Centralino 0377 833587 Centro Civico/Sala Polivalente 0377 919353 Sindaco 347 4343125

COMUNE DI BERTONICO ViceSindaco 329 1718447

Vigile 333 9955101 Sindaco 328 9114451 COMUNE DI TURANO Polizia Locale 329 7473046 LODIGIANO Ufficio Tecnico 335 5947694 COMUNE DI Sindaco 338 6640616

CASALPUSTERLENGO ViceSindaco 320 9227994

112 Interventi operativi, concorso 0371 444777 reparti 0371 4441 QUESTURA DI LODI 0371 444547 Sala Operativa 0371 444546

Interventi operativi, viabilità, 0371 450066 POLIZIA STRADALE DI LODI 0371 45001 trasporti urgenti via terra POLIZIA FERROVIARIA Controllo rete ferroviaria, impianti 0371 51024 DI LODI operativi 112 0371 4683545 CARABINIERI COMANDO Interventi operativi, concorso PROVINCIALE LODI E reparti 0371 46831 0371 4683550 CENTRALE OPERATIVA CC di Codogno CODOGNO 0377 313700 117 GUARDIA DI FINANZA Interventi operativi, concorso reparti COMANDO PROVINCIALE 0371 55797 0371 450505 LODI Sala Operativa 0371 422292 GUARDIA DI FINANZA Interventi operativi, concorso 0371 420505 COMPAGNIA DI LODI reparti CORPO FORESTALE DELLO Interventi operativi 1515 STATO COMANDO PROVINCIALE DI Di Reparto 334 6129857 NIPAF PAVIA E LODI 338 5323147 0371429210 [email protected] Servizi Operativi 335 7259387 COMANDO STAZIONE DI LODI Comandante di Stazione 335 7260940 [email protected] CORPO FORESTALE DELLO 035 611009 Pronto intervento A.I.B. 035 617722 STATO A.I.B. - CURNO (BG) 328 9862032

41

RUBRICA D'EMERGENZA

ENTI TELEFONO FAX

Interventi operativi tecnici 115 0371 410743

VIGILI DEL FUOCO Uffici COMANDO PROVINCIALE 0371 428101

LODI Sala Operativa 0371 428101 [email protected] (digitare 9) VV.F. CASALPUSTERLENGO Distaccamento volontario 0377 84222

VV.F. SANT’ANGELO LOD. Distaccamento volontario 0371 90222

A.R.P.A. LOMBARDIA Centralino Protezione Civile 02 69901091 MILANO attivo H24 800061160 [email protected] 02 69777782

A.R.P.A. DIPARTIMENTO Centralino attivo dal LU al Ve PROV.LE LODI giorni lavorativi (h 8-17) 0371 542521 0371 542542 [email protected]

Centralino (per attivazione personale 0371 5871 A.S.L. DELLA PROVINCIA reperibile) DI LODI Segreteria Direttore generale 03715872583 0371 422971

Dal lunedì al venerdì A.S.L. DI LODI Dalle 08.30 alle 17.00 03715872491 DIPARTIMENTO DI Dalle 17.00 alle 08.30 PREVENZIONE MEDICA di sabato e nei giorni festivi 03715871

A.S.L. DI LODI DIPARTIMENTO DI 03715872429 PREVENZIONE VETERINARIA

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RUBRICA D'EMERGENZA

ENTI TELEFONO FAX

Centralino AZIENDA OSPEDALIERA 0371 371 0371 376455 DELLA PROVINCIA DI LODI Segreteria Direttore generale 0371 376401

Gestione del soccorso in ambito 118 provinciale (Sala Operativa 02 5287 1599 SERVIZIO 118 Emergenza Urgenza) 02 52871502 [email protected] AAT Lodi 0371 372361

Emergenza da telefonia fissa 800940000 GUARDIA MEDICA Emergenza da telefonia mobile 0371 449000

Centralino 0371 371 OSPEDALE CIVILE DI LODI Pronto Soccorso 0371 372209 OSPEDALE CIVILE Centralino 0377 4651

DI CODOGNO Pronto Soccorso 0377 465310 OSPEDALE CIVILE Centralino 0377 9241

DI CASALPUSTERLENGO Pronto Soccorso 0377 924707

OSPEDALE CIVILE DI Centralino 0371 2511

SANT'ANGELO LODIGIANO Pronto Soccorso 0371 251271 CROCE ROSSA ITALIANA 0371 411060 COMITATO PROVINCIALE Centrale operativa 410 472 LODI 0371 411411

INAIL – LODI Centralino 02 62581 06 88467191 [email protected]

Esercizio di Milano 02 72241 02 72242666 ENEL S.p.A. Segnalazione Guasti 800 900 800 ELECTRA ITALIA Segnalazione guasti energia 02 3701 1711 02 3701 1772 Fornitura energia elettrica elettrica ENI S.p.A. div. Gas & Power Segnalazione guasti metano 02 5201 02 5982 2141 Fornitura gas metano

02 63712025 RFI RETE FERROVIARIA Protezione Aziendale Presidio Territoriale di Milano 02 63712302 ITALIANA S.p.A. 313 8091067

06 83115400 WIND Telecomunicazioni Security Control Room 06 83115402 [email protected] 06 83199820

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5. INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE a. Campagna Informativa

L’informazione del rischio alla popolazione è di estrema importanza per il conseguimento delle finalità che il presente Piano si prefigge. Essa è caratterizzata da una serie di istruzioni che devono essere rese operative quando e ove necessario e si distingue in tre momenti, ciascuno dei quali caratterizzato da specifiche esigenze di contenuto e modalità.

E’ finalizzata a mettere ogni individuo nella condizione di conoscere il Informazione rischio a cui è esposto, di verificare correttamente i segnali di allertamento e preventiva di assumere comportamenti adeguati durante l’emergenza.

Informazione in E’ finalizzata ad allertare la popolazione interessata da una emergenza e a emergenza informarla costantemente.

Informazione E’ finalizzata a ripristinare lo stato di normalità attraverso l’utilizzo di post-emergenza segnali di cessato allarme.

b. Informazione Preventiva

E’ compito specifico del Sindaco predisporre l’informazione preventiva per la popolazione. Infatti, l’art. 22 co. 4° del D.Lgs. n.334/1999 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, dispone che «il Comune, ove è localizzato lo stabilimento soggetto a notifica porta tempestivamente a conoscenza della popolazione le informazioni fornite dal gestore ai sensi dell’art. 6 co. 5° del D.Lgs. n.334/1999 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, eventualmente rese maggiormente comprensibili, fermo restando che tali informazioni dovranno includere almeno i contenuti minimi riportati nelle sezioni 1,2,3,4,5,6,7 della Scheda informativa di cui all’allegato V» . Le modalità di divulgazione dell’informazione possono fare riferimento a quanto stabilito dalle “Linee Guida per l’informazione alla popolazione” pubblicate nel 1995 dal Dipartimento di Protezione Civile (in corso di aggiornamento) . In linea generale il contenuto della comunicazione deve comprendere almeno i seguenti argomenti: 1. la fonte di rischio , ovvero la descrizione delle attività produttive presenti nello stabilimento; 2. l’incidente rilevante , ovvero l’illustrazione delle conseguenze dell’incidente, della loro gravità e delle azioni di mitigazione attuate per ridurne gli effetti e la probabilità di accadimento; 3. l’ emergenza , ovvero la descrizione dei segnali di allertamento e delle norme di comportamento da adottare in caso di incidente. L’informazione alla popolazione deve contemplare: • nome della società ed indirizzo; • qualifica professionale della persona che fornisce le informazioni; • una spiegazione in termini semplici dell’attività svolta nella località; • i nomi comuni o generici o la classificazione generale di pericolo delle sostanze e preparati che intervengono nella località e che sono suscettibili di causare un incidente rilevante, con indicazione delle loro principali caratteristiche pericolose; • informazioni generali relative alla natura dei rischi di incidenti rilevanti ivi comprese le informazioni adeguate sulle modalità di allarme e di informazione della popolazione interessata 44

in caso di incidente; • informazioni adeguate sulle azioni e sul comportamento che la popolazione interessata dovrebbe seguire in caso di incidente; • conferma che la società è tenuta a prendere gli opportuni provvedimenti in loco, nonché a mettersi in contatto con i servizi di emergenza, per far fronte agli incidenti e minimizzare gli effetti; • riferimento al piano d’emergenza predisposto per far fronte agli effetti di un incidente all’esterno dell’impianto; • particolari su come ottenere tutte le informazioni complementari fatte salve le disposizioni di riservatezza stabilite dalla legislazione nazionale.

Occorre considerare che una parte di tali informazioni ha uno scopo principalmente formativo e di educazione al rischio, mentre altre si riferiscono in dettaglio alle più idonee azioni di autoprotezione da porre in atto al momento dell’emergenza. Queste ultime costituiscono l’argomento più importante ai fini della possibilità di ottenere un’effettiva mitigazione delle conseguenze incidentali in termini di danni alla popolazione. Peraltro, l’adeguatezza dei contenuti di questa parte dell’informazione è subordinata alla corretta comprensione dei meccanismi di evoluzione ed impatto incidentale e dell’effetto mitigante o aggravante che i vari possibili comportamenti possono avere. L’analisi di rischio di un’installazione industriale individua di norma più scenari incidentali fra loro differenti, sia per ubicazione dell’impianto-sorgente che per tipologia di conseguenze (radiazione termica, sovrappressione, rilascio di nubi tossiche di diversa natura) e che possono interessare differenti nuclei di popolazione. Per quanto attiene l’informazione preventiva, pur mantenendo una differenziazione per zone di rischio, non si ritiene praticabile ed opportuno effettuare anche una differenziazione per singoli scenari incidentali. A tal fine l’informazione verrà posta in relazione alla situazione incidentale nel suo insieme. Inoltre, anche sulla base delle indicazioni dedotte dall’esperienza internazionale è opportuno, al fine di una più completa presa di coscienza da parte della popolazione sui rischi cui è sottoposta, che l’informazione sul rischio industriale venga inserita in un più ampio processo comunicativo riferito al complesso dei rischi (sia conseguenti a calamità naturali, sia correlati ad attività umane) cui la stessa può essere sottoposta. Tale tipologia di informazione, a carattere generalizzato, potrà realizzarsi nell’ambito di iniziative, su scala regionale o nazionale, attraverso programmi educativi scolastici, radiotelevisivi, diffusione di stampati, ecc. A tale proposito è necessario osservare come tale informazione generale, a livello regionale o nazionale, rappresenti l’unico possibile strumento di informazione nei confronti della popolazione fluttuante non preventivamente identificabile in fase di pianificazione. Come raccomandato dalle citate Linee Guida del Dipartimento di Protezione Civile, per assicurare risultati soddisfacenti alle iniziative di informazione è opportuno tenere presenti alcuni concetti fondamentali. In particolare: • le notizie sulla pericolosità della tecnologia devono essere fornite garantendo in primo luogo la credibilità dell’emittente e l’autenticità dell’informazione; • un’impostazione molto riduttiva sul rischio che minimizzi il pericolo potrebbe andare a discapito di un corretto interessamento dei destinatari; per contro, un atteggiamento molto cautelativo che enfatizzi il pericolo potrebbe sfavorire la responsabilizzazione della popolazione rispetto ai comportamenti da assumere in caso di emergenza. Occorre pertanto evitare, pur nel rispetto dei contenuti previsti dalla normativa, un eccesso di notizie generato da un inopportuno approfondimento di quanto richiesto. Ciò porta generalmente a una minore comprensibilità del messaggio e a ridurre la possibilità che siano effettivamente messi in atto gli idonei comportamenti di autoprotezione. L’informazione è destinata : • in generale alla popolazione residente nell’intero Comune di Terranova dei Passerini; 45

• alla popolazione normalmente presente nella zona a rischio in determinate fasce orarie; • alla popolazione fluttuante occasionalmente presente nella zona a rischio (ad esempio: proprietari dei terreni agricoli confinanti con lo stabilimento).

Da un punto di vista operativo, il Sindaco provvede ad effettuare l’informazione preventiva alle suddette categorie nella seguente maniera: • per la popolazione normalmente presente nella zona a rischio tramite la diffusione di materiale informativo sull’azienda, sui sistemi di allertamento e sui comportamenti di autoprotezione da porre in essere in caso di incidente; • per la popolazione fluttuante, eventualmente presente nella zona a rischio, tramite installazione in loco, in corrispondenza della recinzione dello stabilimento, di appositi cartelli idonei ad orientare all’allontanamento immediato al segnale codificato di allarme (sirena con suono modulato e continuo).

Così come prescritto anche dall’articolo 22 del D.Lgs. n.334/1999 come modificato dal D.Lgs. n.105/2015, la comunicazione del rischio va ripetuta periodicamente apportando, laddove necessario, le dovute modifiche. La revisione e gli aggiornamenti possono garantire il successo dell’iniziativa: la comunicazione del rischio non può essere concepita come iniziativa sporadica che si esaurisce con la diffusione del messaggio, ma è intervento che deve essere ripetuto più volte con forme e modalità differenti. c. Informazione In Emergenza

Al verificarsi dell’incidente rilevante, il Prefetto e il Sindaco, sentiti gli organi tecnici, concordano i contenuti e le modalità di diffusione dell’informazione destinata in generale alla popolazione residente nel Comune di Terranova dei Passerini. In particolare l’informazione sarà finalizzata ad evitare l’afflusso di persone nella zona a rischio, con la raccomandazione di utilizzare i percorsi viabilistici alternativi Elemento essenziale della pianificazione d’emergenza è il mantenimento di un’efficace sistema di allarme per la popolazione, che attivi, a seguito di un’adeguata opera di informazione preventiva, i più opportuni provvedimenti di auto protezione. L’immediato allertamento della popolazione appare utile quando: • si è in presenza di un evento incidentale già avvenuto (perdita da una cisterna), nei confronti del quale è necessario e possibile porre in essere comportamenti di auto protezione; • si teme il verificarsi di un evento dal quale è necessario proteggersi con comportamenti idonei o con l’allontanamento tempestivo dall’area di pericolo. Nel caso di evento che si verifichi improvvisamente, (sversamento di una sostanza pericolosa, incendio, esplosione, ecc…), sarà cura di ogni ente far giungere il maggior numero di notizie utili al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, in modo tale da predisporre ogni risorsa utile ed allertare eventuali ulteriori rinforzi di personale e mezzi dai Comandi dalle province limitrofe. La popolazione fluttuante, occasionalmente presente nella zona, dovrà rapidamente abbandonare la zona a rischio al suono modulato e continuo della sirena dello stabilimento, codificato nell’apposita cartellonistica installata in loco. In relazione alla specificità del sito interessato e del particolare scenario incidentale descritto nel presente Piano, le squadre di soccorso intervenute sul posto assicurano l’allontanamento immediato di tutte le persone presenti invitandole ad allontanarsi e a ricoverarsi al chiuso.

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d. Norme di comportamento generali

Si riportano di seguito alcune norme di comportamento di carattere generale che tutte le persone presenti nell’area di interesse per la pianificazione dell'intervento in emergenza dovranno seguire al segnale della sirena di attivazione dell’allarme-emergenza diramato dagli stabilimenti industriali. Per consentire la massima diffusione dello stato di allarme, l’Amministrazione comunale provvederà a diffondere capillarmente, struttura per struttura, cascina per cascina, la situazione di emergenza in atto, utilizzando altoparlanti in dotazione sugli automezzi della Polizia Locale e/o del Gruppo Comunale di Protezione Civile. Dette norme potranno essere ulteriormente specificate in relazione alla tipologia di evento e alla sua evoluzione nel tempo. Tali norme devono essere comunicate preventivamente alla popolazione interessata ed alle attività produttive limitrofe nel corso di iniziative di informazione organizzate dal Comune di Terranova dei Passerini e richiamate, in particolare, nell’opuscolo divulgativo predisposto dall’Amministrazione comunale con la collaborazione della Saol e della Sovegas e capillarmente distribuito a tutta la popolazione e nel messaggio diffuso durante la fase dello stato emergenza dalla Polizia Locale. Il Gruppo Comunale di Protezione Civile, in eventuale concorso con le Forze dell’Ordine, effettuerà la ricognizione di tutta la zona interessata al fine di verificare che la misura del riparo al chiuso sia stata correttamente applicata.

Se fuori casa : • allontanarsi dal luogo dell’incidente ovvero dalle zone di rischio possibilmente in direzione opposta a quella del vento.

Se in auto : • allontanarsi dallo stabilimento e dalle zone di rischio attenendosi alle indicazioni fornite dalle autorità preposte; • astenersi dal fumare; • non recarsi sul luogo dell’incidente.

Se a casa o al chiuso: • non usare ascensori; • astenersi dal fumare; • chiudere le porte e le finestre che danno sull’esterno, tamponando le fessure a pavimento con strofinacci bagnati; • fermare i sistemi di ventilazione o di condizionamento; • recarsi nel locale più idoneo in base alle seguenti caratteristiche: poche aperture, posizione nei locali più interni e più elevati dell’abitazione, disponibilità di acqua, presenza di muri maestri; • prestare la massima attenzione ai messaggi trasmessi dall’esterno con altoparlante; • non usare il telefono né per chiedere informazioni né per chiamare parenti o amici; • attendere che venga diramato il segnale di cessata emergenza.

e. Informazione post-emergenza

Analogamente alla segnalazione di allarme, riveste notevole importanza quella attraverso la quale viene comunicata alla popolazione la fine dell’emergenza . E’ però da tenere ben presente che tale segnalazione non comunica il totale ritorno alla normalità, ma bensì la fine del rischio specifico connesso allo scenario incidentale. Si evidenzia quindi la necessità che la popolazione, a valle del cessato allarme, ponga comunque in essere una serie di precauzioni atte a proteggerla da eventuali pericoli conseguenti l’evento 47

incidentale verificatosi. Si ritiene comunque necessario evidenziare come la decisione di dar luogo ad una segnalazione di cessato allarme, vada presa dopo un attento esame della situazione che escluda il persistere di effetti direttamente legati allo scenario incidentale. Pertanto, nello scenario incidentale descritto nel presente Piano, l’autorità che gestisce l’emergenza, anche al termine del rilascio della sostanza tossica, non potrà ricorrere a segnali di cessato allarme ma dovrà gestire la situazione attraverso interventi di bonifica dei luoghi. f. Rapporti con i mass-media

In tutte le fasi dell’informazione, il rapporto con i mezzi di comunicazione di massa è estremamente delicato ed importante. In particolare nell’informazione generalizzata, la predisposizione di comunicati stampa efficaci o l’organizzazione di conferenze stampa assumono un ruolo determinante. Per questo motivo, si costituisce presso la Prefettura un Ufficio Stampa che si avvale della collaborazione dell’Ufficio Stampa della Provincia di Lodi e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

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6. AGGIORNAMENTI, ESERCITAZIONI E FORMAZIONE DEL PERSONALE

Aggiornamenti

I gestori delle aziende Sasol e Sovegas e gli enti coinvolti nella presente pianificazione sono tenuti a comunicare alla Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Lodi eventuali variazioni relative ai dati d’interesse, fermo restando che trascorsi tre anni dall’entrata in vigore del presente piano, si procederà, d’ufficio, ad un revisione complessiva del medesimo.

Esercitazioni

L’attività esercitativa sarà programmata dal Comune di Terranova dei Passerini, in collaborazione con i gestori delle aziende e gli enti coinvolti nella gestione dell’emergenza e potrà essere di complessità differenziata ovvero strutturata su livelli diversi di attivazione delle risorse e di coinvolgimento delle strutture operative e della popolazione. Pertanto, sarà opportuno prevedere esercitazioni per “posti di comando” (senza il coinvolgimento di personale, mezzi operativi e popolazione), esercitazioni “congiunte” (senza il coinvolgimento della popolazione) ed esercitazioni su scala reale.

Formazione del personale

Gli enti interessati, laddove ravvisino l’opportunità di addestrare e formare il personale preposto alla gestione dell’emergenza e, segnatamente, per gli specifici compiti assegnati nel modello d’intervento, potranno farne richiesta alla Prefettura di Lodi che avrà cura di organizzare corsi di formazione secondo le modalità previste dalle norme in materia.

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7. ALLEGATI

1. Planimetria generale del sito in scala 1:30000; 2. Caratteristiche meteorologiche; 3. Planimetria di stabilimento (Sasol); 4. Aree sostanze pericolose e linee di trasferimento; 5. Planimetria antincendio Sasol; 6. Vie di fuga, uscite e punto di raccolta (Sasol); 7. Planimetria punti di sgancio (Sasol); 8. Planimetria di stabilimento (Sovegas); 9. Planimetria percorso automezzi e vie di fuga (Sovegas); 10. Planimetria rete idrica antincendio (Sovegas); 11. Planimetria sistemi di sicurezza (Sovegas); 12. Scheda di sicurezza – Ossido di Etilene (Sasol); 13. Scheda di sicurezza – Ossido di Propilene (Sasol); 14. Scheda di sicurezza – GPL (Sovegas); 15. Scheda di sicurezza – N. Butano (Sovegas); 16. Scheda di sicurezza – Isobutano (Sovegas); 17. Scheda di sicurezza – Propilene (Sovegas); 18. Scheda di sicurezza – Gasolio (Sovegas); 19. Scheda di sicurezza – TBM (Sovegas); 20. Scheda di sicurezza – Miscela GPL News (Sovegas); 21. Scheda di intervento – Descrizione compiti interni in emergenza (Sasol); 22. Scenari incidentali Bleve – Sovegas; 23. Scenari incidentali Flash fire – Sovegas; 24. Scheda di intervento – PEI Sovegas; 25. Area ricovero inquadramento 1; 26. Area ricovero inquadramento 2; 27. Area ricovero – planimetria locali;

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