Indice Generale
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INDICE GENERALE CAPITOLO 1 RESPONSABILITÀ, ATTRIBUZIONI E COMPITI A LIVELLO COMUNALE 1.1 PREMESSA 1.2 SCOPO E STRUTTURA DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA 1.3 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO o LEGISLAZIONE NAZIONALE o LEGISLAZIONE REGIONALE 1.4 LA PIANIFICAZIONE SECONDO IL METODO AUGSTUS CAPITOLO 2 DATI DI BASE TERRITORIALI 2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2.2 PRESENZE STORICO – CULTURALI 2.3 PRESENZE PAESAGGISITCO AMBIENTALI 2.4 INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 2.5 CARATTERI EOLOGICI E GEOMORFOLOGICI 2.6 CARATTERI TERMO TERMO-PLUVIOMETRICI 2.7 CARATTERI IDROGRAFICI E IDROGEOLOGICI 2.8 CARATTERIZZAZIONE DELL’USO DEL SUOLO 2.9 POPOLAZIONE 2.10 DISTRIBUZIONE ALTIMETRICA DEL TERRITORIO COMUNALE E DELLA POPOLAZIONE 2.11 INDIVIDUAZIONE DELLE PRINCIPALI VIE DI COMUNICAZIONE 2.12 RETI INFRASTRUTTURALI 2.13 STRUTTURE STRATEGICHE PER L’ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE 2.14 PRINCIPALI STRUTTURE DI AGGREGAZIONE E DI ACCOGLIENZA 2.15 STRUTTURE SANITARIE 2.16 SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI FORNITORI DI MATERIALI E MEZZI 2.17 AREE DI EMERGENZA 2.18 LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE 1 CAPITOLO 3 SISTEMA ORGANIZZATIVO COMUNALE 3.1 STRUTTURE COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE E STRUTTURE DI SUPPORTO 3.2 CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) 3.3 FUNZIONI DI SUPPORTO 3.4 SCHEMA - STRUTTURA OPERATIVA DI COORDINAMENTO CAPITOLO 4 ANALISI E SCENARI DI RISCHIO 4.1 SCENARI DI RISCHIO 4.2 INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO 4.3 INTRODUZIONE AL MODELLO DI INTERNENTO CAPITOLO 5 SISTEMA DI COMANDO E DI CONTROLLO 5.1 IL C.O.C E I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI 5.2 FUNZIONE 1 - TECNICO SCIENTIFICO-PIANIFICAZIONE 5.3 FUNZIONE 2 - SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA 5.4 FUNZIONE 3 - VOLONTARIATO 5.5 FUNZIONE 4 - MATERIALI E MEZZI 5.6 FUNZIONE 5 - SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITA’ SCOLASTICA 5.7 FUNZIONE 6 - CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE 5.8 FUNZIONE 7 - STUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA’ 5.9 FUNZIONE 8 - TELECOMUNICAZIONI 5.10 FUNZIONE 9 - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE 5.11 ATTIVAZIONI IN EMERGENZA CAPITOLO 6 NORME COMPORTAMENTALI DEL CITTADINO 6.1 COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO 6.2 COSA FARE IN CASO DI EVENTO IDROGEOLOGICO 6.3 COSA FARE IN CASO DI INCENDIO BOSCHIVO 2 CAPITOLO 7 PROCEDURE INTERNE 7.1 MODALITA’ DI AVVISO 7.2 FASI DELL’EMERGENZA 7.3 PROCEDURE INTERNE PER I RICHI SPECIFICI 7.4 PROCEDURE PER IL RISCHIO SISMICO 7.5 PROCEDURE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO 7.6 PROCEDURE PER IL RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO 7.7 GESTIRE L’EVACUAZIONE CAPITOLO 8 STRUTTURA DINAMICA DEL PIANO 8.1 AGGIORNAMENTO, ESERCITAZIONI, INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE 8.2 AGGIORNAMENTO PERIODICO 8.3 ESERCITAZIONI 8.4 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE 8.5 MODALITA’ E MEZZI DI COMUNICAZIONE 8.6 CONTENUTI DELLA COMUNICAZIONE 8.7 AVVISI E NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE CAPITOLO 9 ALLEGATI E DOCUMENTAZIONE CARTOGRAFICA DI RIFERIMENTO 9.1 TAVOLE DESCRITTIVE 3 CAPITOLO 1 RESPONSABILITÀ, ATTRIBUZIONI E COMPITI A LIVELLO COMUNALE 1.1 PREMESSA Con l’art. 1 della Legge 24 febbraio 1992 n. 225, viene istituito il Servizio Nazionale di Protezione Civile il cui fine è quello di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da eventi calamitosi. Tale servizio è coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento di Protezione Civile, ed è composto dalle amministrazioni dello stato centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni e dalle comunità montane, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione/organizzazione pubblica/privata presente sul territorio nazionale. In riferimento alla citata Legge, gli enti locali devono dotarsi di piani di Piani di Protezione Civile Comunale (PPCC) come supporto operativo di riferimento fondamentale per la gestione delle emergenze al fine salvaguardare la vita delle persone e i beni presenti in un’area a rischio riducendo il danno che l’evento provoca sul territorio. 1.2 SCOPO E STRUTTURA DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA Il Piano in questione, partendo dalle caratteristiche del territorio comunale e affrontando le tematiche relative alle seguenti tipologie di rischio e ambiti di intervento sul territorio comunale quali: il rischio sismico, il rischio idrogeologico, il rischio incendio boschivo, che verranno con programmi e progetti specifici e approfonditi in seguito, si suddivide secondo quanto previsto dal metodo “ Augustus” nelle seguenti sezioni: • Parte generale In questa parte del piano si raccolgono tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari di rischio; • Lineamenti della Pianificazione Individua gli obiettivi da conseguire, per fornire un’adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi emergenza e indica le Componenti e le Strutture operative; 4 • Modello di intervento Indica l’insieme, ordinato e coordinato secondo procedure, degli interventi che le Componenti e le Strutture Operative di Protezione Civile individuate nel Piano attuano al verificarsi dell’evento. • Allegati In allegato al piano sono stati riportati tutti quei documenti ritenuti utili per la gestione del piano (la messaggistica, i moduli, gli avvisi per la popolazione, un opuscolo informativo). • Allegati Cartografici In allegato al piano di Protezione Civile sono riportati a livello cartografico tutti i dati attinenti le risorse, le possibili fonti di rischio; è stata redatta una legenda che utilizza colori diversi per caratterizzare le differenti tipologie di rischio e simboli rappresentativi che distinguono le diverse strutture a rischio o di emergenza ed i servizi sul territorio. Il PPCC è strutturato in modo tale da poter gestire efficacemente la materia, reperire velocemente le informazioni ricercate e consentire un agevole aggiornamento delle informazioni rispetto ai possibili nuovi rischi che potrebbero abbattersi sul territorio. Il Piano si basa su studi, informazioni e risorse disponibili al momento della sua redazione, pertanto dovrà essere sottoposto ad un aggiornamento e miglioramento periodico e conseguentemente riapprovato. L’efficacia del Piano è subordinata alla pronta operatività di coloro ai quali sono assegnati precisi compiti e chiare responsabilità. Il primo livello chiamato ad operare in emergenza è il Comune, al quale è deputato il compito di fornire la prima risposta all’evento, organizzando le risorse presenti sul proprio territorio, incluso il volontariato, e adottando i provvedimenti d’urgenza necessari. Qualora queste non siano sufficienti a fronteggiare l‘emergenza, vengono attivati i livelli “superiori” che quindi integrano le risorse in disponibilità del Comune con le risorse disponibili al livello superiore. Il Sindaco è autorità di Protezione Civile. Al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale. Quando la calamità naturale o l’evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del Comune, il Sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al Prefetto. 5 Inoltre, è fondamentale che al Piano sia data la massima diffusione sia attraverso i sistemi di informazione tradizionale, sia attraverso i sistemi informatici. Nella diffusione una particolare attenzione sarà rivolta al personale comunale che ne dovrà prendere ufficialmente atto. Copia sarà inoltre inviata a tutti quegli Enti ed Organismi che saranno chiamati a fornire concorso di personale, mezzi e materiali per gli interventi operativi in caso di calamità. 1.3 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO LEGISLAZIONE NAZIONALE • Legge 8 dicembre 1970, n° 996 – Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità – Protezione Civile. • D.P.R. 6 febbraio 1981, n° 66 – Regolamento di esecuzione della Legge 996/70, recante norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità. • Legge 11 agosto 1991, n° 266 – Legge Quadro sul Volontariato. • D.P.R. 194/2001; • Legge 24 febbraio1992, n° 225 – Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile. • D. lgs. 31 marzo 1998, n° 112 – Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione della L. 15 marzo 1997, n°59; • Titolo III–Territorio, Ambiente e Infrastrutture • Capo I – Art. 51; Capo VIII – Protezione Civile – Art. 108; Capo IX – Disposizioni finali – Art. 111. Servizio meteorologico nazionale distribuito; • Titolo IV– Servizi alla Persona e alla Comunità; • Capo I – Tutela della salute – Art. 117 - Interventi d'urgenza. • Legge 21 novembre 2000, n. 353 – Legge quadro in materia d’incendi boschivi; • Decreto Legge n° 343 del 7 settembre 2001 - convertito con la Legge 9 novembre 2001, n° 401, “Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile”; • DPCM 20 dicembre 2001 – Linee guida ai piani regionali per la lotta agli incendi boschivi; • Decreto Legge n° 90 del 31 maggio 2005, convertito in Legge 152 del 26 luglio 2005; • Atto del Presidente del Consiglio dei Ministri, recante ”Indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi” per la stagione estiva 2007 (Prot. Nr. 1947/2007/PCM) • OPCM 3606/2007 – Incendi d’interfaccia. 6 • Decreto Legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito dalla legge