sovrastata dalla magnifica torre campana- ria e risalente, probabilmente, a prima del- La scheda l’anno Mille. Poco defilato dal centro, in Via Chiesa, si osserva anche la Chiesa di Punto di partenza San Giorgio, edificata nel 1570. Ritornati Frazione di Gazzada sui nostri passi usciamo dal centro storico Il punto di partenza si può raggiungere sia nuovamente in direzione di Gazzada con le linee degli autobus che con il treno Schianno. Superata Piazza Necchi ci por- delle FS - linea: Milano - tiamo sulla sinistra in Via Adua e prose- Punto di arrivo guiamo per . La strada, dopo una Municipio del Comune di breve discesa, inizia a risalire verso l’abita- Lunghezza e durata to che domina il Parco Rile-Tenore- 13,7 km - 2 ore in bicicletta, 4 ore e 30 min (RTO) con i suoi 420 metri di quota. In Via a piedi Caronnaccio è consigliata una sosta per far Difficoltà visita al successivo centro storico. Nessuna. Deviando a sinistra dal percorso principale, Percorso prevalentemente pianeggiante con saliamo le pendici della collinetta che sorge tratti in asfalto e altri in sterrato in buone poco sopra, raggiungendo così la Chiesa di condizioni, ad eccezione che lungo le spon- Santa Maria Madre, risalente al XIII-XIV de del torrente Tenore secolo. Scendiamo quindi verso sud lungo Segnaletica Via Roccolo per trovare, all’incrocio con Via 1 Da Gazzada Schianno a Carnago Segnavia del circuito del Contado del Seprio Belloni, la casa del famoso pittore che prese Carte CTR 1:10.000 foglio A5D1 - A5D2; Carta Lasciato alle spalle il frastuono della città, ci immergiamo Nazionale della Svizzera 1:50.000 foglio nel seducente silenzio dei sentieri che solcano i boschi e i prati “Chiasso” estesi all’interno del Parco Rile-Tenore-Olona. il nome dal paese natìo: Pier Francesco Gli abitati di Gazzada Schianno pella dell’Assunta, del quindicesimo seco- Mazzucchelli detto il Morazzone. Lasciata e Morazzone lo, alla quale si giunge lungo una scalinata quella che fu la sua abitazione, proseguia- Il ritrovo è alla stazione di Gazzada immersa nei carpini che, da Villa Cagnola, mo in discesa fino a trovarci di fronte la Schianno, punto di partenza di un itinera- scende verso il paese. Proseguiamo lungo Chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, edi- rio suggestivo fra le alture del Seprio. Prima una strada volta a levante e dalla quale si ficata tra il 1814 e il 1817. di lasciare l’abitato è d’obbligo fermarsi a domina tutto l’abitato. Giunti a un sema- visitare alcuni edifici di meritevole pregio foro attraversiamo la via principale, imboc- Nei boschi del parco architettonico o che al loro interno custo- cando di seguito Viale Matteotti per rag- Ritornati sui nostri passi e volgendo nuova- discono importanti capolavori d’arte. Il per- giungere Gazzada Schianno. La Villa de mente a nord lungo Via XXVI Agosto, corso ci guida alla volta di Villa Cagnola, Strens, nuova splendida sede del munici- imbocchiamo a destra Via Caronnaccio, edificata nella prima metà del Settecento e pio, sfugge alla nostra sinistra. Ora, prima che a poco a poco si restringe. Sulla nostra successivamente rimaneggiata a cura del di volgere il cammino verso sud, ci adden- destra vediamo, non più nel suo splendore Cagnola. Da visitare, oltre alla pinacoteca, triamo nel centro storico. Le strette vie, a di un tempo, Cascina Caronnaccio, mentre anche il magnifico parco che digrada verso cui dà un sapore speciale la nuova pavi- le pendici dell’incisione fluviale del torren- il Lago di Varese. Nei pressi della villa si mentazione lapidea, ci conducono alla te Selvagna e dei suoi affluenti ci affianca- può visitare la piccola ma suggestiva Cap- chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, Lo stagno della Madonnetta no a sinistra. Al termine della strada asfal-

48 49 tata iniziamo a percorrere un sentiero che, a destra, entra deciso nel fitto del bosco. Lo seguiamo sino a giungere a una recinzione che delimita la proprietà detta “della Co- lombera”. Avanziamo lungo lo sconnesso sentiero sino a incrociare la strada asfalta- ta che conduce da Morazzone a Gornate Superiore e, attraversato il nastro d’asafal- to, ci addentriamo ancora una volta nel- l’area boscata del parco. Proseguiamo per un breve tratto rettilineo su una strada sterra- ta parallela alla principale, al termine della quale pieghiamo a sinistra lungo un agevo- le sentiero che si snoda fra i boschi di quer- La Chiesa di San Rocco a Carnago, ora sala conferenze cia canadese. Continuando ora parallela- mente alla recinzione di un maneggio ci mostrarci un imponente edificio religioso: la lasciamo alle spalle la deviazione che con- Chiesa della Madonnetta. Effettuata una duce a una cascina privata. breve visita al luogo di culto, è possibile fer- Non appena il sentiero inizia a scendere, pie- marsi al vicino agriturismo per gustare i piat- ghiamo subito a destra lungo un viottolo che ti della tradizionale locale. punta deciso verso sud. Lo percorriamo, senza difficoltà alcuna, per alcune centina- Dalla Madonnetta ai centri storici ia di metri. Durante il tragitto si susseguo- di e Carnago no radure e zone coperte da fitta vegetazio- Dopo la meritata pausa riprendiamo il cam- ne: il silenzio ci sommerge. mino. Lasciamo subito, in corrispondenza Giunti quindi nei pressi di una strada ster- della Chiesa della Madonnetta, la strada rata dalle ampie dimensioni e in ottimo stato principale e ci addentriamo, a destra, nel di conservazione, la imbocchiamo, sempre bosco. Imbocchiamo un sentiero che in puntando a sud. Poche centinaia di metri e breve tempo ci conduce al Laghetto della uno slargo si apre, con nostra sorpresa, per Madonnetta, piccolo specchio d’acqua pre-

450 —

400 —

350 — aresino 300 — Carnago Chiesetta della Madonnetta Secche del Lenore Morazzone Caronno V Gazzada Schianno

altitudine m 250 — 1234567891011121314distanza km

51 zioso per la biodiversità celata in questi luo- ghi. Superato il laghetto il sentiero, stretto Saperne di più e a tratti un po’ impegnativo, giunge nei pressi di una più importante strada campe- IL PLIS RILE-TENORE-OLONA stre che, percorsa verso nord, si dirige in prossimità della Cascina Pollo e dell’omoni- Ente gestore: mo laghetto. Il sentiero principale del cir- Consorzio tra i Comuni di (Va), Carnago (Va), Castelseprio (Va), Caronno cuito ci invita, dopo l’eventuale visita alla Varesino (Va), Gazzada Schianno (Va), Gornate Olona (Va), (Va), Lozza (Va), cascina e all’oasi naturale, a proseguire verso Morazzone (Va) sud. L’alveo del torrente Tenore, asciutto per gran parte dell’anno, si avvicina al sentiero Sede operativa: campestre. La strada ora scorre al di qua, ora Via Cardinal Branda, 21043 Castiglione Olona (VA) al di là del piccolo ruscello, costellato di pic- telefono 0331 858048 fax 0331 824457 coli e agevoli guadi. In corrispondenza del mail [email protected] secondo guado una strada carrabile raggiun- ge il centro abitato di Caronno Varesino. Atti di riconoscimento e organizzazione: All’interno dell’abitato fanno bella mostra Delibera Giunta Provinciale (D.G.P.) 22 febbraio 2006 n. 46 di sé alcune importanti ville patrizie quali Villa Bianchi, Villa Menni e Villa Conte Estensione: Il municipio di Caronno Varesino 16000 ha ca. Righini. Da segnalare, per i dipinti ivi con- servati, è la chiesa parrocchiale dedicata a Passando lungo la strada che attraversa il ll Parco Rile-Tenore-Olona si sviluppa nel pianalto morenico a circa 350/400 metri di quota e San Vincenzo Martire. nucleo storico rurale di Stribiana Superiore prende il nome dai tre principali corsi d’acqua che lo solcano. Importante tassello della rete e attraversata Via Varese, importante asse ecologica della Lombardia occidentale, il Parco RTO si colloca tra i quelli regionali della Pineta stradale tangenziale a est degli abitati di di e Appiano gentile, Campo dei fiori, Ticino, ed è la naturale prosecuzione del PLIS Carnago e Caronno Varesino, ci troviamo Lanza. Lo delimitano a sud i PLIS Medio Olona e i PLIS Bosco del Rugareto. Sono evidenti le pre- nuovamente nei pressi del torrente Tenore. senze e le sedimentazioni di origine fluvio glaciale, così come è importante il primo affioramen- Qui imbocchiamo il sentiero campestre che to di gonfolite miocenica dell’alta pianura lombarda. fiancheggia il corso d’acqua e le sue “affasci- La vegetazione è quella tipica della brughiera, costituita prevalentemente da pino silvestre e nanti” secche per giungere sin sulla strada latifoglie, tra cui farnia, quercia rossa, castagno, robinia, carpino, betulla, olmo, acero, frassi- che collega il centro abitato di Carnago a no, nocciolo, platano, pioppo nero e ontano nero, così come la fauna è quella tipica della zona quello di Gornate Olona. di alta pianura dove troviamo, tra i mammiferi, la presenza costante del tasso, della volpe e Questo percorso è riconosciuto, da testimo- della lepre. Degna di nota è la presenza dell’astore, che negli ultimi anni ha costantemente nidi- nianze epistolari e dalla tradizione orale ficato nell’area, e della rana di lataste, endemica della Pianura padana. popolana, come il tracciato di un’antica Il territorio del parco è anche disseminato di preziosi monumenti storici, come la Chiesa di Santa “strada Romana” che conduceva, con anda- Maria Foris Portas, il Castrum, il Monastero di Torba, la Chiesa di San Michele e il Santuario della Madonetta, ultimi testimoni dell’importanza strategica di questo luogo collocato lungo alcu- mento quasi rettilineo, dal centro di ne delle principali vie di comunicazione, e tra loro collegati da una fitta rete di sentieri. Il Carnago sino all’antico Castrum di Castel- recupero di questi camminamenti permette oggi l’effettuazione di interessanti trekking adatti seprio. Noi la percorriamo mantenendoci anche alle famiglie, per avventurarsi alla riscoperta di una natura incontaminata che si trova, sulla sinistra. Superiamo così alcune cascine inaspettatamente, alle porte delle grandi metropoli lombarde. - tra le quali ricordiamo quella di San Numerose sono le iniziative che annualmente si svolgono nell’area protetta: dalle escursioni Remigio e la Cascina Valli - riattraversando guidate, anche in notturna, alla scoperta della flora e della fauna del luogo, dal censimento quindi la strada provinciale per giungere degli anfibi alla realizzazione di mostre e conferenze, fino ai campi di lavoro internazionali. infine nel centro storico di Carnago, meta Il centro storico di Morazzone finale dell’itinerario.

52 53 qui si domina tutta la pianura che si estende, La scheda pochi metri più in basso, a perdita d’occhio. Scesi quindi da un piccolo viottolo fiancheg- Punto di partenza giato da alberi da frutta e che fungeva da Municipio del Comune di Carnago accesso principale alla cascina, giungiamo su Punto di arrivo di una strada asfaltata dove, sul lato opposto, Municipio del Comune di Castiglione Olona si trova il cancello d’ingresso del campo di allenamento di Milanello. Ci dirigiamo a sini- Lunghezza e durata stra e, una volta ritornati su strada sterrata, 14,3 km - 2 ore in bicicletta, 4 ore e 45 min proseguiamo lungo una dolce discesa. a piedi Effettuato un piccolo tornante perveniamo Difficoltà al fondo della valletta dove troviamo una Percorso prevalentemente pianeggiante con grossa vasca di laminazione con relativo ter- tratti in asfalto e tratti in sterrato in discrete rapieno che ci permette di attraversare l’av- condizioni. Difficoltosi per il fondo sdruccio- vallamento. Dalla parte opposta un sentiero levole e per le pendenze gli attraversamenti non proprio agevole rientra nel bosco e risa- del torrente Rile nel Comune di Carnago le il versante. Il percorso prosegue sinuoso fra Segnaletica la fitta vegetazione fino a uscire definitiva- Segnavia del circuito del Contado del Seprio mente su di un grande prato dove incrocia- Carte mo un sentiero che proviene dal vicino Parco 2 Da Carnago a Castiglione Olona CTR 1:10.000 foglio A5D1 - A5D2; Carta del Ticino e che conduce verso il Parco RTO. Nazionale della Svizzera 1:50.000 foglio Piegando a sinistra lungo la via segnalata, “Chiasso” attraversiamo la campagna sino a giungere nei pressi di Rovate, frazione di Carnago, Salutando la pianura dai primi rilievi collinari, ci addentriamo sto del valletto, immersi nel bosco. Superata dove possiamo visitare la Chiesa di San nel cuore del Contado del Seprio raggiungendo, nel fitto del bosco, quindi un’ampia radura, in prossimità di un Martino, edificata alla fine del Cinquecento. i resti dell’antico Castrum. crocicchio pieghiamo a sinistra. Percorriamo Superata Via Battisti proseguiamo ancora un lungo rettilineo che si snoda tra i campi lungo il percorso segnalato e raggiungiamo Da Carnago a Rovate centro storico di Carnago prendiamo in dire- coltivati prevalentemente a mais, dove sono nuovamente un viottolo di campagna. Al Una doverosa visita al centro storico di zione sud lungo Via Castiglioni. Transitiamo presenti alcuni gelsi testimoni delle antiche Carnago, reso recentemente alla fruizione di fianco alla sede municipale e, percorrendo attività manifatturiere legate alla produzione lenta del pedone grazie a esemplari interven- Via Giovanni XXIII giungiamo, superato un della seta. Sulla destra scorgiamo le case della ti di ridisegno urbano, è d’obbligo prima di elegante ponticello, nei pressi del cimitero. Da Cascina di Carbonolo Superiore. Il sentiero riprendere il nostro cammino. qui ci immettiamo su un sentiero sterrato che lascia la campagna compiendo, nei pressi di Degni di nota e di visita sono qui: la Chiesa parte alla nostra destra e prosegue per meno un bosco, un’ampia curva sulla destra prima prepositurale di San Martino, edificio ristrut- di un chilometro in leggera discesa attraver- di incrociare la strada che conduce alla più turato nell’Ottocento su impianto originario sando un bosco dove predomina il pino sil- importante, anche nelle dimensioni, Cascina del XIII secolo e già ampliato nel Seicento, al vestre e si nota il fondo in argilla rossa. Una di Carbonolo Inferiore. Purtroppo non è pos- cui interno si trovano l’affresco della Natività volta incontrate le prime abitazioni, che sibile una visita a quest’antica struttura agra- e un crocefisso ligneo provenienti dalla Chiesa appartengono alla frazione di Rovate, svoltia- ria che custodisce anche una cappella affre- di Santa Maria Foris Portas di Castelseprio; la mo a destra percorrendo uno stretto e ripido scata dedicata a Sant’Antonio. Percorriamo Chiesa di San Rocco, del XVI secolo, oggi uti- sentiero in discesa che conduce sino a un pon- comunque il perimetro che circonda l’edificio lizzata per mostre e concerti e situata all’ango- ticello sul torrente Rile. Superato il ponte rurale, ammirando il suggestivo panorama che lo di Via Italia con Via Garibaldi. Lasciato il riprendiamo subito a salire sul versante oppo- si gode dai campi terrazzati della cascina: da La parrocchiale di Carnago

54 55 lungo Via San Giuseppe e successivamente bosco si susseguono radure, mentre la strada ne composizione architettonica della faccia- Via Milano. All’inizio di Via Rimembranze inizia a scendere mostrando tracce di antichi ta. Ritornati quindi sui nostri passi, ci volgia- scorgiamo a destra la Chiesa di Santa Maria selciati. Oltre il ponte sul torrente Tenore, mo decisi verso il centro dell’antico borgo. Rotonda, ex cappella privata edificata alla usciamo dalla macchia e continuiamo a sini- fine del Quattrocento. Dopo una doverosa stra, fiancheggiando una lingua d’asfalto che Castelseprio e il suo Castrum visita all’edificio religioso iniziamo a percor- corre alla nostra destra. Un rondò edificato Giunti nei pressi del municipio e della vici- rere Via Castelvecchio, che ci porta verso gli nei pressi del cimitero introduce infine nel- na Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi scavi. Lasciamo quindi, dopo alcune centi- l’abitato di Castelseprio. A sinistra una stret- Nazaro e Celso, non imbocchiamo subito naia di metri, la strada asfaltata per imboc- ta stradina asfaltata porta alla Cascina la strada che ci conduce all’importante cen- care l’itinerario didattico-naturalistico deno- Brughiera, degna di nota per la non comu- tro di scavi archeologici, ma proseguiamo minato “sentiero del Gufo”, che si sviluppa lungo un percorso prevelentemente boscato e diretto anch’esso al sito archeologico di Castrum Sibrium. Qui giunti, ci soffermiamo per un giusto riposo e per una visita appro- I resti di Castelseprio fondita a uno dei più importanti siti longo- bardi dell’Italia del Nord. Il percorso storico Da Castelseprio a Torba didattico approda, una volta attraversato il Dopo esserci presi tutto il tempo richiesto “ponte” d’ingresso all’antico Castrum, ai resti dalla visita del sito archeologico, riprendia- della Basilica di San Giovanni - con i vici- mo il cammino lungo un sentiero che, poco ni Battistero e Cisterna - della Chiesa di San distante dalla Chiesa di Santa Maria Foris Paolo e delle abitazioni di piccoli quartieri Portas, prosegue in direzione nord incune- residenziali. Un interessante itinerario con- andosi in uno stretto avvallamento. Usciti sente inoltre l’intero periplo delle mura che dal bosco e superato un maneggio giungia- proteggevano l’abitato lungo il versante val- mo sulla strada asfaltata che, da Carnago, livo che si affaccia sul fiume Olona. perviene a Gornate Olona. Pieghiamo quin- All’esterno del perimetro del Castrum, un’at- di a destra e, lasciata la vicina Cascina tenzione particolare è da rivolgere, soprat- Respiro, percorriamo in discesa l’omonima tutto per il ciclo di affreschi ivi contenuti, stradina per raggiungere l’abitato. Occorre alla Chiesa di Santa Maria Foris Portas. tuttavia, prima di Gornate, effettuare una

400 —

350 —

300 —

250 — Castiglione Olona Rovate Gornate Olona Castelseprio Castelseprio area archeologica Carbonolo Inf. Gornate Sup. Carnago

altitudine m 200 — 123456789101112131415distanza km

57 deviazione sul nostro percorso per visitare il che faceva parte del complesso fortilizio di tamente al Castrum, necessita oggi di un ristica testimonianza, un’antica ruota. vicino monastero di Torba. Dopo quasi altri Castelseprio, e la cui imponente torre ci sapiente ripristino in vista del completamen- All’interno del centro di Gornate Olona, due chilometri di discesa, stavolta lungo Via appare improvvisamente una volta usciti da to della visita all’importante sito archeolo- invece, possiamo visitare la chiesa parroc- Matteotti, ci soffermiamo dunque breve- una piccola radura. L’ interessante itinerario gico - oggi patrimonio del FAI - e all’intero chiale di San Vittore, e ammirare Villa mente presso l’importante edificio storico che, partendo dal monastero portava diret- Circuito del Seprio. Parrocchetti, oggi sede municipale. Ritornando quindi sui nostri passi, percor- Saperne di più riamo la strada che conduce alla frazione di Verso Castiglione Olona San Pancrazio, dove un tempo la forza pro- Lasciato alle spalle il municipio proseguiamo GLI SCAVI ARCHEOLOGICI pulsiva dell’Olona azionava diversi mulini lungo Via Vittorio Veneto e di seguito, a sini- di cui oggi rimane, quale unica ma caratte- stra, su Via Roma e tutta Via Campi Aperti. DI CASTELSEPRIO Giunti al termine di quest’ultima carrabile, Il sito archeologico di Castelseprio è da ritenersi, attualmente, il più importante dell’intero territo- incontriamo un cartello che segna l’ingres- rio della provincia di Varese se non di tutta la Lombardia. La località (310 m) era già fortificata tra so nel Parco RTO. Imbocchiamo il sentiero IV e V secolo, a difesa dalle invasioni delle popolazioni bariche che avevano iniziato a varcare i con- campestre che ci fronteggia e pieghiamo fini centro europei dell’Impero romano. Fu poi prescelta dai Longobardi come capitale di una giuri- subito a destra dopo aver abbandonato la sdizione che andava dalla Val d’Intelvi fino alle porte di Milano. strada che si inerpica all’interno del bosco. Sopravvisse, seppur ridimensionata nelle dimensioni e nell’importanza, alla dominazione carolingia Percorriamo quindi verso destra un traccia- e all’età comunale finché, sul finire del XIII secolo, fu espugnata e fatta radere al suolo, con la sola to che corre ai piedi del pianalto, attraver- eccezione degli edifici religiosi, da Ottone Visconti. L’arcivescovo decretò che mai più si ricostruisse sando campi di mais e boschi di castagno sino e si abitasse nella secolare roccaforte. a giungere, in territorio di Gornate Su- Dimenticata per moltissimo tempo, la cittadella venne riscoperta solo all’inizio degli anni Cinquanta, periore, all’antichissima Chiesa di San quando scavi archeologici portarono alla luce i resti di mura d’epoca romana che costituivano Michele. Sostiamo brevemente per una visi- l’antico Castrum, reperti appartenenti a edifici sacri d’epoca altomedievale e rovine d’abitazioni civi- li, sempre risalenti ai secoli XI-XII. Il luogo del Castrum è situato su un pianoro che domina la parte ta e ammiriamo il suggestivo paesaggio che Santa Maria Foris Portas dell’alto-medio corso del fiume Olona, a difesa d’importanti vie di comunicazione che congiunge- abbraccia verso est tutto il Parco della pine- vano le città di Como a Novara e di Milano al passo di Monte Ceneri (a nord di Lugano). ta di Tradate e Appiano Gentile, terminan- Il monumento più importante, fra quelli emersi dagli scavi, è rappresentato sicuramente dalla Chiesa do con gli imponenti rilievi delle Grigne. di Santa Maria Foris Portas. Il tempio risulta essere un tipico edificio paleocristiano, con tre absidi Il percorso, in seguito, avanza in direzione disposte a trifoglio: la sua edificazione è stata ricondotta al VI-VII secolo, sia per la forma della pian- nord lungo Via delle Selve sino a giungere ta che per gli affreschi che decorano l’interno. Lo straordinario ciclo pittorico, probabilmente opera all’abitato di Gornate Superiore. Qui pren- di un artista orientale del VII-VIII secolo, lascia infatti intuire l’influenza della grande tradizione elle- diamo a destra lungo Via Monte Novegno e, nistico-romana, anche se alcuni studiosi ritengono sia più plausibile collocare la data di esecuzio- dopo aver superato un incrocio, la strada che ne al IX-X secolo. Il dato essenziale, sul quale tutti concordano, è comunque l’assoluta rarità come inizia una ripida discesa approdando in un elemento di transizione tra l’arte classica, quella bizantina e quella medievale. baleno al fondovalle. Mentre scendiamo ci Nell’abside meridionale della chiesa è stato invece sepolto il professor Giampiero Bognetti, l’insi- si para innanzi l’imponente complesso monu- gne storico della civiltà longobarda che negli anni Quaranta scoprì i resti del nucleo fortificato di mentale della Collegiata, che domina l’anti- Castelseprio, dando il via agli studi e agli scavi che oggi hanno reso ai posteri un’importantissima co borgo di Castiglione Olona. Giunti a testimonianza archeologica della Lombardia altomedievale. valle, attraversiamo un antico ponte e con- Nell’area si trovano anche le preziose testimonianze architettoniche rappresentate dalla Basilica di tinuiamo su una stretta stradina che risale San Giovanni Evangelista e dal Battistero a doppia vasca, entrambi risalenti al V-VII secolo. La par- ticolarità di questo fonte è la forma ottagonale, molto rara nei battisteri paleocristiani lombardi, la la collina. Il viottolo si fa stretto e si incunea cui pianta è in genere esagonale. Un grande mistero è rappresentato invece dalla funzione origina- tra due muraglioni sino a una porta che segna le del corpo perfettamente circolare, oggi ridotto a raso terra, a cui è collegato. l’ingresso, per i viaggiatori che giungono da Di notevole interesse è anche la romanica Chiesa di San Paolo, databile intorno all’XI-XII secolo, le ponente, all’antico borgo di sapore rinasci- cui rovine si ergono, con uno svolgimento a spirale, quasi al centro del pianoro del Castrum. mentale di Castiglione Olona, dove ha ter- Il Monastero di Torba mine la nostra tappa.

58 59 Dal borgo al pianalto di Caronno Corbellaro La scheda La via, dalla quale si intravede a sinistra il Castello di Monteruzzo, ci conduce sino al Punto di partenza ponte sull’Olona, riedificato in luogo di Municipio del Comune di Castiglione Olona quello preesistente di origine romana. Lo Punto di arrivo attraversiamo e imbocchiamo a sinistra una Municipio del Comune di tortuosa strada a tornanti che, superata l’an- Lunghezza e durata tica ferrovia della Valmorea, conduce sino 11,2 km - 1 ora e 45 min in bicicletta, 3 ore e al nucleo storico di Gornate Superiore (fra- 45 min a piedi zione di Castiglione Olona). Entriamo nel borgo piegando subito a destra al termine Difficoltà della salita, e seguiamo le indicazioni per Media Percorso vario in asfalto e sterrato, con sali- Caronno Corbellaro. Lasciata quindi la te brevi ma impegnativi e completamente Chiesa di Santa Caterina, ci addentriamo asfaltati nel nucleo storico percorrendo strette viuz- ze. Dopo una brusca svolta a sinistra, in bre- Segnaletica vissimo tempo, ci portiamo fuori dall’abita- Segnavia del circuito del Contado del Seprio to. Il percorso si snoda ora a mezzacosta, per Carte lo più tra i boschi. Un primo lavatoio lascia CTR 1:10.000 foglio A5D1 - A5D2; Carta 3 Da Castiglione Olona a Malnate definitivamente alle nostre spalle il centro Nazionale della Svizzera 1:50.000 foglio di Gornate Superiore, mentre un secondo, “Chiasso”

recentemente ricostruito, ci introduce nel Le meraviglie che hanno riempito i nostri occhi durante la visita vecchio nucleo della frazione di Caronno all’antico borgo di Castelseprio ci accompagnano anche durante Corbellaro. il percorso che si snoda tra i centri di Castiglione Olona e di Malnate. La Chiesa di Santa Croce, già citata in docu- menti del XII secolo, è il fulcro di questo pic- La visita al borgo antico tettoniche del borgo, iniziamo la salita verso colissimo paesino. Di fronte all’ingresso Tesoro urbanistico del Contado, Castiglione la sommità del colle, incontrando di seguito principale dell’edificio religioso, un agritu- Olona sorge arroccata su di uno sperone roc- il Palazzo Comunale (ex Scuola di gramma- rismo occupa in parte quello che era l’anti- cioso che, da secoli, le consente di ergersi tica e canto in epoca rinascimentale) e la co convento delle monache agostiniane. come sentinella sull’intera Valle dell’Olona. casa dei Marchesi Magenta. Terminiamo il Dopo esserci ristorati, riprendiamo il cammi- Così come accadeva ai viandanti di un percorso con il complesso della Collegiata, no addentrandoci nella campagna che domi- tempo, entriamo nel borgo medievale pas- edificata su progetto del Solari (originario di na il pianalto. Lasciamo la strada asfaltata che sando attraverso “l’arco di Levante” oppure, Carona, nell’odierno Canton Ticino), per si tuffa nel fondovalle e proseguiamo a sini- sul lato opposto della cittadina, per “l’arco di poi completare la visita con la canonica e il stra lungo un sentiero di campagna in legge- Ponente”. Siamo subito colpiti dalla bellez- Battistero, i cui affreschi sono considerati il ra salita. A destra un viottolo ci conduce a un za degli edifici, tra i quali spiccano Palazzo capolavoro di Masolino da Panicale. vecchio cimitero al cui interno scorgiamo i Clerici, Palazzo Castiglioni di Monteruzzo, il Ridiscesa quindi l’erta che ci ha condotti alla resti di quella che era la chiesa dedicata a San palazzo di famiglia del Cardinale Branda Collegiata, ci dirigiamo verso la Porta di Martino, dotata di elementi architettonici Castiglioni, importantissima figura di mece- Ponente e, volgendo lo sguardo a ritroso, che risalgono al X secolo. Ritornati sui nostri nate e umanista, e la Chiesa di Villa. Dopo salutiamo la città ideale del Cardinale passi proseguiamo l’ascesa fiancheggiando, aver concluso la visita alle emergenze archi- Castiglioni. La Chiesetta di a Santa Croce a Caronno Corbellaro sulla destra, un piccolo muro in sasso. Improv-

60 61 visamente lo sguardo viene catturato da due enormi querce che si stagliano nette e soli- tarie lungo un crinale: questo divide in due un altopiano dove, in autunno, il bianco delle margherite tardive pennella armoniosamen- te il verde dei prati. I boschi fanno da corona e da riparo a questo luogo lasciando intrave- dere a nord le Prealpi, mentre a sud lo sguar- do si perde nelle foschie della pianura. I rude- ri della Chiesa di San Nazaro, risalente al V- VI secolo, fanno da contraltare alle enormi querce e, insieme ad esse, completano quel- lo che possiamo considerare come uno dei più bei quadri paesaggistici di tutto l’itinerario La Chiesa di San Matteo a Malnate lungo il contado. Giunti nei pressi della chie- sa seguiamo il sentiero che, compiendo una lungo la strada che, dal centro di Castiglione brusca curva, affianca l’edificio religioso. Olona, superata la ditta Mazzucchelli, viag- Superata quindi una grande quercia, voltia- gia parallela alla ferrovia della Valmorea in mo a sinistra e continuiamo lungo il crinale direzione di Lozza. in direzione nord. Pieghiamo ancora a destra e, allontanandoci dalle dolci ondulazioni del Da Lozza a Malnate pianalto, iniziamo la discesa costeggiando Prima di incrociare l’importante arteria tan- prima ed entrando poi in un bosco di casta- genziale di Varese, a destra scorgiamo la gni. Oltre la selva continuiamo lungo il sen- Cascina Bergamina, situata nel mezzo della tiero che ci condurrà a breve sino alla strada campagna a ridosso di complessi industriali asfaltata che scende da Caronno Corbellaro. formatisi anticamente lungo il corso del- Ci immettiamo lungo questa via e completia- l’Olona. Superiamo quindi una grossa rota- mo la ripida discesa sino al fondovalle, dove toria e iniziamo a salire verso Lozza. troviamo di fronte a noi il fiume Olona. La strada compie due ampi tornanti e, lascia- Voltiamo dunque a sinistra e proseguiamo to il camposanto sulla sinistra, ci introduce

400 —

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300 —

250 — edano .te di V Bivio per Caronno C. Malnate Pianalto P Gurone Caronno Corbellaro Lozza Castiglione Olona

altitudine m 200 — 123456789101112distanza km

63 all’abitato. Subito la nostra attenzione si avanzando in direzione di Gurone/Malnate, rivolge alla chiesa parrocchiale dedicata a luogo d’arrivo di questa tappa. Saperne di più Sant’Antonio. Di fronte si aprono le corti di Non appena superata la rotatoria troviamo due edifici del XVII e XVIII secolo, Palazzo sulla destra una vecchia fattoria, mentre sulla IL BORGO MEDIOEVALE Conti Castiglioni e la casa di campagna De sinistra si possono ancora scorgere e distingue- DI CASTIGLIONE OLONA Vincenti Speroni. Pieghiamo sulla destra re nettamente tutti quegli edifici di “archeo- lungo la strada provinciale n. 42 e, dopo un logia industriale” che, numerosi, si sviluppa- Sull’origine di Castiglione Olona, “isola di Toscana in Lombardia”, vi sono notevoli incertezze. Ciò si deve lungo rettifilo, giungiamo nei pressi della rono tra l’Ottocento e il Novecento lungo soprattutto dalle vicissitudini del periodo medievale e alle innovazioni che nel Quattrocento mutaro- Chiesa di Santa Maria in Campagna, edifi- l’Olona e che al loro interno ospitavano le più no il tessuto urbano, cancellando ogni ipotetica testimonianza di presenza romana, bizantina e longo- barda. Per quanto riguarda la “romanicità” dell’abitato, è possibile prendere in considerazione una leg- cata nel Seicento. Proseguiamo poi in dire- svariate attività (concerie, folle, mulini per genda che la vuole fondata dal generale Stilicone nel 401 d.c. (Castrum Stiliconis), come avamposto zione di Varese, sino alla successiva Cascina torchio, segherie, tintorie, cartiere, ecc.). delle truppe che percorrevano la Valle dell’Olona. Marcolina. Qui voltiamo subito a destra e La strada inizia lentamente la sua ascesa per Furono i Romani, probabilmente, a realizzare un ponte sul fiume per facilitarne l’attraversamento, in percorriamo il suggestivo antico tracciato poi impennarsi improvvisamente dopo un quanto la morfologia del territorio impone, all’altezza del paese, un’obbligata deviazione; da qui la che, risalendo il fondovalle, perveniva diret- tornante. Al culmine della salita che condu- necessità di difendere il guado, erigendo una torre e degli edifici nei quali trovare una solida base di tamente all’ingresso dell’edificio rurale, il cui ce sul terrazzo fluviale dove è adagiato l’abi- appoggio per i vari spostamenti. Da Castiglione, infatti, si suppone passasse, in direzione est-ovest, la portone d’ingresso si trovava esattamente in tato di Gurone (frazione di Malnate), ci si strada di collegamento tra Novara e Como che incrociava quella, in direzione nord-sud, tra i valichi asse con la strada. Questo percorso, recente- para di fronte la privata Chiesa di Sant’An- alpini e Milano. Testimonianze assai più eloquenti della presenza di lontane dominazioni sono state mente recuperato all’antico splendore, è na, affacciata su uno spicchio della Valle identificate, sul pianoro sopra Castiglione, nella romanica Chiesa di San Michele Arcangelo (frazione caratterizzato dal fondo in Rizzato. dell’Olona. A un incrocio svoltiamo verso Gornate Superiore), l’edificio più antico del territorio, risalenti al VI secolo (epoca bizantina). Anche in Lasciata alle spalle la cascina, ci immettia- la parrocchiale di Gurone, dedicata a San frazione Caronno Corbellaro si trovano ruderi di un’antica chiesa, probabilmente del V-VI secolo, dedi- mo per alcune centinaia di metri nel tratto Lorenzo, continuiando poi in direzione di cata a San Nazaro, posta in una zona artificialmente terrazzata e molto panoramica da cui si osserva- più trafficato dell’intera escursione attorno Malnate per poche decine di metri. Im- no Como, la Valle dell’Olona e i valichi per la Svizzera. al contado. Scendiamo sino a superare nuo- bocchiamo quindi, giunti in corrispondenza I primi documenti che accertano la presenza di Castiglione risalgono comunque al VIII-IX secolo, e atte- vamente il ponte sull’Olona e poi pieghia- di Piazza Bartolomeo Bai, Via Colombo fino stano vendite di terreni e successioni da parte dei signori di Sclano (da cui la località Schianno). Altri mo a sinistra lungo una grande rotatoria a una piccola rotatoria lungo Via Bollerino, atti risalgono al periodo medioevale, quando il borgo stava prendendo forma ed era avviata la costru- zione dell’imponente castello che fu protagonista, tra XI e XIII secolo, delle lotte tra Milano e Como. presso la quale pieghiamo a sinistra lungo La crescita economica e politica dell’abitato ebbe inizio a partire dal XIV secolo, grazie alla famiglia Piazza Salvo d’Acquisto e Via Isola Bella. Castiglioni, e in particolare alla prestigiosa figura del Cardinal Branda (1350 -1443). Dopo un breve tratto in salita, da Via Corsica Divenuto legato pontificio nelle terre boeme (l’attuale Ungheria), il nobile prelato conobbe molte per- inizia la discesa che, oltrepassando la sede del sonalità del tempo, imperatori e artisti, tra i quali spiccano Sigismondo Di Lussemburgo (imperatore), CAI sulla destra, all’interno del Parco I Pippo Spano (condottiero), Masolino Da Panicale (artista); fece erigere numerosi palazzi, due chiese, Maggio, approda infine alla stazione di un chiostro, abbellendoli con affreschi e sculture di notevole interesse. Tra i maggiori vanno ricordati Malnate, importante nodo ferroviario della Palazzo Branda, residenza personale, in cui vi hanno lavorato maestranze lombarde e artisti toscani linea Milano-Varese-Laveno. Ormai giunti (Masolino, Vecchietta), e la Chiesa di Villa, affacciata sulla piazza principale del paese e distinta dalla alla tappa finale dell’itinerario, abbiamo ora Collegiata che, con il Battistero, altro edificio religioso di notevole importanza, sorge invece sul colle il tempo per goderci alcuni angoli suggestivi che domina il borgo. Il nucleo storico si adagia infatti su una sella del terrazzo fluviale compresa tra di questa cittadina alle porte di Varese, l’elevazione della Collegiata a nord e il colle di Monteruzzo a sud. cominciando ad esempio dalla Chiesa di San L’attuale Piazza Garibaldi, già Piazza di Villa, ne rappresenta il fulcro urbanistico, dal quale si sviluppa- Martino e dalla Chiesa di San Matteo, del XII no sia la spina principale di attraversamento (Vie Mazzini e Cavour), sia l’asse monumentale della Via secolo, che domina il centro storico protesa Cardinal Branda, dove sono raccolti i principali edifici sopra elencati. direttamente sull’ampia Valle dell’Olona. In epoca più recente la storia di Castiglione si è sempre più legata alla presenza del fiume Olona, che Merita una visita anche il Museo di Scienze scorre ai piedi della collina su cui si abbarbica, appunto, il nucleo più antico. E se un tempo era l’atti- Naturali, che offre l’opportunità di scoprire vità molinara a caratterizzare le sponde del fiume, a partire dalla metà del XIX secolo anche a qui ini- ziarono a sorgere attività produttive “industriali”, tutt’oggi presenti. altri tesori inediti di questo angolo della pro- I mulini di Castiglione Olona vincia di Varese.

64 65 davanti ai nostri occhi la vista delle campa- il massiccio del Monte Generoso. gne che dividono Malnate da San Salvatore. Fra gli alberi, in prossimità di una croce di Al termine della discesa, la via piega decisa ferro posta di fronte a un incrocio, imboc- verso destra: proprio sulla curva, alla nostra chiamo il tracciato che, a sinistra, scende sinistra, un cartello indica l’inizio di un per- sino a un ponte da poco ricostruito. Qui corso ciclabile, recentemente realizzato, che seguiamo le indicazioni relative al sentiero ci apprestiamo a percorrere. Di nuovo in lieve didattico che ci condurranno, dopo una discesa, ci accorgiamo di alcuni gelsi che sor- breve, ripida e stretta salita non proprio age- gono isolati nella campagna, quasi a testimo- vole nemmeno a piedi, in una radura attra- niare le attività legate al baco da seta così fio- versata dai cavi dell’alta tensione. Rientrati renti nel Settecento e nell’Ottocento. nel bosco, ricco di castagni, giungiamo a un Raggiunto e varcato un pittoresco ponticello crocicchio proprio ai piedi della ripida erta sotto il quale scorre il torrente Quadronna - che porta alla sommità del Monte Morone. che nasce dalle pendici del Monte Morone e Scegliamo il primo sentiero che piega a sini- si immette nell’Olona all’altezza del ponte di stra e lo percorriamo incontrando, alla Vedano - la strada torna a salire. Compiamo nostra destra, un’inferriata che cinge parte solo un centinaio di metri e, nei pressi di un’ampia curva, pieghiamo a sinistra su uno sterrato. Abbandonata la pista ciclabile che ci La scheda avrebbe condotto nel centro di San Salvatore Punto di partenza 4 Da Malnate a Valmorea - nelle cui campagne sopravvivono gli echi di Municipio del Comune di Malnate una battaglia tra le truppe garibaldine dei Si può raggiungere in autobus (linea Varese- Cacciatori delle Alpi e le armate austriache - Como) o in treno (linea FNM Milano-Varese- scendiamo, sempre a sinistra, verso il guado di Laveno) Scorci inattesi di rigogliosi castagneti e antiche architetture un affluente del Quadronna, che superiamo. Punto di arrivo accompagnano lungo il breve itinerario che, dalla campagna di Malnate, Municipio del Comune di Valmorea conduce in Valmorea lungo le pendici del Monte Morone. Fra i boschi del Monte Morone Da qui la strada principale risale e noi, Lunghezza e durata mo lo scorrere della carrabile osservando, sulla tenendo scrupolosamente la destra, perve- 19,1 km - 3 ore e 30 min in bicicletta, 6 ore Lungo la campagna di Malnate e 30 min a piedi Partiamo dal centro di Malnate, importante sinistra, un’imponente cancellata che cela niamo a un pianoro che immette nei boschi cittadina lungo la statale che da Como porta importanti edifici dell’inizio del Novecento, delle pendici del Monte Morone. Questo Difficoltà a Varese, in direzione di Valmorea. ricchi di lussureggianti giardini. Superata la tratto di itinerario diventerà presto parte di Media Il tragitto, apparentemente di breve durata, ci casa di riposo La Residenza, ci immettiamo a un sentiero didattico che il CAI di Malnate Percorso vallonato con salite a tratti impegna- stupirà per gli scorci inaspettati che si potran- sinistra su Via Monte Grappa che, con una sta predisponendo con il contributo delle tive. Il fondo è prevalentemente sterrato con no gustare tra una radura e l’altra. Dopo aver breve ma secca salita, conduce alla frazione di scuole medie e in collaborazione con il Parco presenza di alcuni guadi percorribili in qual- siasi periodo dell’anno lasciato il municipio proseguiamo verso nord Rovera. Attorniata da vecchi cascinali, testi- Valle del Lanza. Cartelli indicanti le carat- e, nei pressi dell’asilo comunale che fronteg- moni del passato agricolo di questi territori, la teristiche dei boschi, della flora e della fauna Segnaletica gia un importante crocevia, imbocchiamo a chiesa prepositurale intitolata a San Carlo presenti nell’area del parco ci accompagne- Segnavia del circuito del Contado del Seprio destra Viale delle Vittorie. La strada si iner- domina il piccolo ma quasi intatto nucleo sto- ranno ora per almeno due chilometri. La Carte pica leggermente e, dopo aver effettuato rico. Oltrepassata la piazza della chiesa dedi- strada sterrata risale la collina, entra nel CTR 1:10.000 foglio A4D5 - A4E5; Carta un’ampia curva sulla sinistra, spiana legger- cata a Don Lazzari, continuiamo sulla stretta bosco e affronta due tornanti sino a giunge- Nazionale della Svizzera 1:50.000 foglio mente. Giunti al termine di un lungo rettifi- Via Pastrengo fino ad arrivare in Via Pietro re a un successivo pianoro da cui si scorge “Chiasso”; Carta Nazionale della Svizzera lo, un cartello di divieto di accesso ci obbliga Nenni, ampio viale che percorriamo a destra. l’abitato di Concagno. Alle sue spalle si sta- 1:25.000 foglio “Mendrisio” a voltare a destra lungo Via Montello. Seguia- Scendendo dall’altura di Rovera si allarga gliano decise le Prealpi, con in primo piano

66 67 dell’area boschiva. Proseguiamo quindi in procede, dopo aver vinto un piccolo avvalla- piano sino a tornare di nuovo all’abitato di mento, lasciandosi alle spalle la cinta muraria 500 — Malnate, all’altezza della Cascina Diodona, e inoltrandosi nel fitto di un bosco di carpi- agriturismo presso il quale è consigliata una ni, querce, castagni e faggi. La strada si allar- 450 — sosta ristoratrice. ga, continuando leggermente a salire e attra- Da qui la strada diventerà più impegnativa, versando valletti e piccole risorgive. Dopo una 400 — inerpicandosi lungo i pendii dei Monti Mo- breve discesa si giunge ad un quadrivio dove rone e Casnione. Usciti dal locale svoltiamo si devia a sinistra avanzando in discesa. La

350 — a destra e percorriamo un breve rettifilo sino strada diventa quindi carrabile, solcata però a imboccare sulla sinistra un sentiero che profondamente da grosse fenditure nell’argil- almorea Rocca di Cagno Guado quadronna Ciochè Solbiate Comasco Fontanino di Cagno Concagno Rovera Cagno V Malnate attraversa, parallelo alla strada asfaltata, un la prodotte dall’impeto delle acque che trova-

altitudine m 300 — 123456789101112131415161718192021 prato. Superato il terreno erboso, il tracciato no lungo di essa una facile e obbligata via per distanza km si addentra in una macchia arborea costeg- discendere a valle. Ponendo attenzione a non giando per un lungo tratto una recinzione. Si cadere sul terreno scivoloso si prosegue per alcune centinaia di metri sino a incrociare una strada che, sulla destra, discende dal colle situato proprio di fronte al Monte Morone. Sulla sinistra scorgiamo, immerso nella vege- tazione, un lungo muro di sassi: lasciamo il sentiero principale per salire sulla destra, lungo le pendici del Monte Casnione.

Sulle pendici del Monte Casnione Superato un incrocio si taglia a mezza costa lungo un tracciato più stretto che risulta comunque agevole. Quasi all’improvviso, la fenditura aperta nella vegetazione dalle linee elettriche della sottostante centrale di Cagno consente di godere di uno scorcio suggestivo sulla Valmorea e sulla vicina Val Ceresio. All’orizzonte si stagliano le cime del Monte Orsa a destra, del Poncione di Ganna sulla sinistra e dei Monti Lema, Gradiccioli e Tamaro di fronte. Dopo esser- ci soffermati alcuni istanti ad ammirare il paesaggio, allunghiamo il passo e giungia- mo presto al Fontanino di Cagno. Ad acco- glierci occhieggia una piccola cappella voti- va dedicata alla Vergine di Lourdes: si trat- ta dell’ultima stazione di una Via Crucis che ci accingiamo a percorrere a ritroso. In discesa, prima incrociamo a destra il serba- toio dell’acquedotto di Cagno, poi appro- diamo a un pianoro da dove si osserva un

69 sechiamo la sterrata che da Concagno con- quindi quota fino a Rocca di Cagno dove, Saperne di più duce a Rovera, pieghiamo a sinistra e, seguen- prima di iniziare la discesa che ci condurreb- do sempre le indicazioni della gara di moun- be nuovamente a Malnate, voltiamo a destra. IL PARCO VALLE LANZA tain bike, arriviamo nell’abitato di Concagno. Qui, un magnifico roccolo, ancora ben con- Lasciata sulla destra la parrocchiale dedicata servato, torreggia nel fitto della vegetazione, Ente gestore: ai Santi Fermo e Lorenzo, procediamo su stra- sulla destra. Appena imboccato lo sterrato Consorzio tra i Comuni di Bizzarone (CO), Cagno (CO), Malnate (VA), Valmorea (CO) da asfaltata in direzione di Solbiate Comasco. deviamo a sinistra lungo la strada che scorre Guadagnato un valletto, ha inizio una salita fra i boschi a ridosso della scarpata che deli- Sede operativa: che ci porta, passando per la frazione Ca’ mita la Valmorea. Al sopraggiungere di un c/o Municipio di Malnate, Piazza Vittorio Veneto 2, 21046 Malnate (VA); telefono 0332 275111, Rossa e per il vicino centro sportivo, nei pres- bivio, ignorata la deviazione a sinistra - che fax 0332 429035; ufficio di gestione c/o Comune di Valmorea - responsabile Dr F. Donadini, tele- si della Cascina Paradiso. Giunti al cimitero intraprende la lunga e ripida discesa verso la fono 031 806155, mail [email protected] di Solbiate Comasco, ci si immette sulla stazione della ferrovia della Valmorea - si Atti di riconoscimento e organizzazione: prima carrabile asfaltata a sinistra. piega a destra finché, dopo essere approdati Delibera Giunta Regionale (D.G.R.) 30 Aprile 2002, n. 7/8967; Decreto Presidente Regione Lombardia su Via Pierino da Cagno, costeggiamo la mas- 17 Maggio 2002, n. 8548 Tra chiesette e roccoli siccia recinzione della Villa Comolli. Ci spo- stiamo poi, a sinistra, sulla via omonima, Estensione: fino a Valmorea Abbandonato il campo sportivo parrocchia- detta un tempo “strecia” date le sue esigue 676 ha le, al culmine della salita, sulla sinistra, dimensioni, fino al sagrato della Chiesa par- Il progetto per la costituzione di un parco nella Valle del Lanza prende avvio nel 1995. Nel 2002 l’en- imbocchiamo nuovamente un sentiero ster- rocchiale dedicata a San Michele Arcangelo, te viene riconosciuto ufficialmente dalla Regione con la denominazione “Valle del Lanza”, e la sua azio- rato. Quest’ultimo, in leggera discesa, si diri- nel cuore del centro storico di Cagno. Da qui ne risulta estesa nella parte occidentale dell’arco collinare pedemontano compresa tra i fiumi Adda e ge nelle vicinanze della Chiesa di San ripercorriamo il tratto di un’antica via di cri- Ticino: uno dei pochi territori che ha mantenuto, grazie alla sua aspra morfologia, un’elevata natura- Quirico, ai margini del bosco dove il tempo nale di probabile origine preromana. Superata lità. Non è infatti attraversato longitudinalmente da strade carrozzabili, bensì dall’antica ferrovia sembra essersi magicamente fermato. Una quindi una ripida discesa, aggiriamo il depu- della Valmorea che, nel 2007, ha raggiunto l’abitato di fondovalle di Malnate in località Folla, offren- pausa è d’obbligo per assaporare la rasserenan- ratore consortile per risalire, dopo aver var- do al visitatore l’opportunità di percorrere l’aspra valle a bordo delle vecchie locomotive a vapore. te atmosfera. Poi, abbandonato a malincuore cato un piccolo ponticello, un ripido pendio. La valle, ricca di gonfolite lombarda, argilla blu e arenaria, e disseminata di massi di origine fluviogla- questo luogo, si segue il “percorso vita” che si Al termine della salita, finalmente, penetria- ciale, è solcata dal fiume Lanza, che nasce in Svizzera sul Monte San Giorgio per raggiungere il fiume Olona alla Folla Malnate. Ed è esattamente qui che terminano i confini amministrativi del parco. snoda nei boschi tra Solbiate Comasco e mo fra le case dell’abitato di Valmorea. Numerosi sono gli animali che popolano i boschi di rovere, castagno, carpino e ontano nero , così come Concagno, giungendo ad Albiolo, dove si è riccaa la fauna ittica. Grazie alle risorse idriche della zona si registra la presenza copiosa, lungo ritrovano le indicazioni del percorso della gara tutta la valle, di mulini, alcuni dei quali ancora attivi. di mountain bike. Attraversiamo la via ferra- ta dell’abbandonata ferrovia Como-Varese e avanziamo verso Concagno. All’altezza del importante edificio ormai in rovina, la dopo aver superato un piccolo tornante in cimitero dello stesso paese, percorriamo nuo- Cascina Regascino. Costeggiando la siepe discesa, si scorge l’abitato di Rocca di Cagno. vamente la carrabile asfaltata in direzione che delimita l’antico podere, dopo una Finite la discesa e la macchia boschiva, un nord, verso Cagno, fino a intravedere sulla secca curva sulla destra si esce dal bosco cartello segnaletico, sulla destra, indica la sinistra, dopo circa un chilometro, l’impor- arrivando nei pressi di una sbarra metalli- direzione da intraprendere lungo il percorso tante cella campanaria dell’XI secolo della ca che impedisce alle autovetture di pene- permanente di una gara di mountain bike Chiesa del Chiochè, dedicata a San Giorgio. trare nell’area boschiva. Abbandonato il denominata “Granfondo dei Longobardi”. Il Dopo aver effettuato una doverosa visita percorso principale, si piega per una strada cammino, che procede fra imponenti casta- all’edificio religioso, ritorniamo sui nostri che prosegue dritta fra gli alberi. gni, affronta ora un piccolo guado nell’area passi e continuiamo lungo Via Fermi. Alla Un continuo saliscendi sotto i tralicci dell’al- che corrisponde, secondo la tradizione, alle termine di quest’ultima incrociamo la strada ta tensione ci accompagna fino alla strada sorgenti del torrente Quadronna. In dolce provinciale “Garibaldina”, che imbocchiamo carrabile che si imbocca a sinistra finché, pendenza, varcato un secondo guado, inter- in direzione di Malnate/Varese. Si guadagna La Chiesa di San Giorgio a Cagno

70 71 io ittico dell’amministrazione provinciale di Como, di recente realizzazione, che sfrutta La scheda l’abbondante presenza di acqua della zona per allevare i pesci che andranno a ripopolare i Punto di partenza torrenti della provincia. Proseguiamo e, giun- Municipio del Comune di Valmorea ti sulla strada asfaltata, pieghiamo a sinistra. Punto di arrivo Una ripida discesa ci conduce in un battiba- Municipio del Comune di Novazzano leno a valle, dopo aver attraversato l’antico Lunghezza e durata nucleo dei Mulini del Traffico: un canale in 18 km - 3 ore e 15 min in bicicletta, 6 ore a pietra che si conclude con una cascata ne è piedi l’ultima testimonianza. Da qui iniziamo a risa- lire lungo la strada provinciale verso destra, in Difficoltà direzione di Casanova Lanza. Superata la metà Medio/Alta Percorso molto vallonato con lunghe ascese su di un lungo rettilineo in salita, imbocchiamo sentieri prevalentemente sterrati. Ripida disce- a destra una stradina che, dopo alcune centi- sa in asfalto da Trevano, attenzione a Trevano naia di metri, raggiunge un antico lavatoio Bassa, facile il fondovalle in Val Mulini recentemente restaurato e che introduce all’importante centro storico di Casanova Segnaletica Lanza. Degni di nota sono qui la chiesa par- Segnavia del circuito del Contado del Seprio, segnaletica sentieri pedestri e per MTB in rocchiale dedicata a San Biagio, edificata nel Svizzera 5 Da Valmorea a Novazzano 1750 rimaneggiando una cappella privata della famiglia Sala, ma soprattutto i due palaz- Carte zi nobiliari che si affacciano sulla valle: Palazzo CTR 1:10.000 foglio A4E5 - A4E4; Carta Somigliana e Palazzo Sassi (ex Sala), entram- Nazionale della Svizzera 1:50.000 foglio Colline adagiate lungo la frontiera italo-svizzera, fiumi costellati bi edificati su antiche preesistenze tra il “Chiasso”; Carta Nazionale della Svizzera 1:25.000 foglio “Mendrisio di numerosi mulini e antichi edifici religiosi immersi in boschi sontuosi: Seicento e il Settecento. Dopo una doverosa questo lo scenario che ci accompagna nel nuovo itinerario di scoperta. sosta riprendiamo il percorso in direzione di Bizzarone, a nord. Seguiamo Via Roma sino raggiunge Trieste). Addentrandoci nel fitto Da Valmorea al Colle dell’Assunta “al sasso”, il cui nome ci svela la presenza, sul a giungere all’altezza del cimitero di Casanova bosco oltrepassiamo una piccola faggeta e il di Bizzarone fondovalle, di un enorme masso, il “sas da la e, superata la provinciale, imbocchiamo Via percorso salute che corre lungo le pendici del Il nuovo itinerario nel territorio del Contado prea”, di origine incerta ma senza dubbio “uno Filanda, intitolata appunto all’antico edificio Monte dell’Assunta di Bizzarone. Dopo aver del Seprio prende le mosse dal municipio di straordinario reperto geologico” ai cui piedi della filanda, che sorge alla nostra sinistra. affrontato la salita più difficile della giornata Valmorea. Una targa apposta su di un vicino scorre il torrente Renone. Continuiamo ora, sempre a sinistra, sulla Via giungiamo alla chiesa dedicata alla Madonna edificio ci ricorda che in questo piccolo borgo La strada, dopo il nucleo abitato della frazio- Santa Margherita che conduce al vecchio dell’Assunta (XVI secolo), immersa comple- è vissuto il figlio di Wolfang Amadeus Mozart, ne Pianazzo, diviene stretta e sterrata scenden- valico di confine. Superato un ponticello sulla tamente in una selva castanile. Qui un picco- Carlo Mozart, che si stabilì a Caversaccio per do fin quasi al fondovalle. Non appena ripren- roggia Scivescia, la strada inizia a salire legger- lo stabile con cucina offre la possibilità di effet- guarire dalla gotta grazie alle proprietà tera- de a risalire ci troviamo di fronte all’edificio, mente. Ormai in prossimità della discesa di tuare simpatici pic-nic estivi in un luogo peutiche dell’acqua che sgorga copiosa alle costruito nel 1927, dell’acquedotto di Val- fondovalle, svoltiamo a destra seguendo le immerso nel verde a 480 metri di quota e pendici della Valmorea. morea. A destra un rivolo d’acqua che cade in indicazioni del percorso confinale del CAI di affacciato sulle Prealpi del Mendrisiotto. Su Imbocchiamo Via Donato Sassi e successiva- una rudimentale vasca ci testimonia la presen- cui, nei pressi del centro sportivo di Bizzarone, fondo acciottolato, scendiamo ora fino al mente ci immettiamo su Via Mulini. Dopo za di numerose sorgenti che tuttora fornisco- si trova un pannello informativo che ne illu- nucleo storico di Bizzarone, dove si segnala, una breve discesa, a sinistra troviamo quello no l’acqua agli abitati di diversi comuni della stra l’andamento planimetrico. Il medesimo per un’eventuale visita, la Chiesa parrocchia- che un tempo era il lavatoio di Caversaccio. valle e anche della lontana Olgiate Comasco. tracciato è anche parte del Sentiero Italia (che le di San Evasio. Proseguendo lungo Via Ro- Continuiamo, ancora a sinistra, lungo la via A poche decine di metri troviamo l’incubato- dalla Sicilia, attraverso i rilievi della penisola, ma raggiungiamo di seguito Via XX Set-

72 73 tembre, caratterizzata da un interessante edi- Albiolo, oggi abbandonata. Una volta ritor- ficio medievale con torretta dal quale si pro- nati su strada asfaltata, ritroviamo le segnala- cede a sinistra lungo Via Matteotti fino a rag- zioni del sentiero del CAI. Le seguiamo svol- giungere la sede municipale. tando a destra e giungendo ben presto al Santuario di San Giuseppe o “dei morti di Da Bizzarone verso Uggiate Trevano Somazzo” (le cui prime testimonianze scritte Proseguiamo lungo Via Matteotti per incro- risalgono al 1668), probabilmente eretto dove ciare, nei pressi di un rondò, la strada provin- un tempo sorgeva una cappella dedicata a San ciale Lomazzo-Bizzarone. Pieghiamo a destra Cassiano. L’edificio religioso è meta di pelle- e, nei pressi di un imponente edificio rurale di grinaggi anche dalla vicina Svizzera, soprat- Canova di Uggiate, attraversiamo l’importan- tutto in occasione della festività di San te arteria viaria e ci infiliamo in una strada Giuseppe, durante la quale un’importante sterrata che si addentra nei boschi. Il fondo sagra paesana anima le vie del villaggio. Dopo stradale, molto ben conservato, rivela ancora una doverosa visita al santuario, dunque, pro- le tracce di un selciato che conduceva alla seguiamo il cammino scendendo all’abitato di “pignora” e al posto di sosta situato poco oltre Uggiate. Prima di giungere nei pressi dell’an- l’odierno confine italo-svizzero. La strada ster- tico lavatoio e della Cascina dei Gambar svol- La settecentesca Villa Sassi a Valmorea rata, che scorre in leggera salita, attraversa tiamo a sinistra seguendo sempre il sentiero radure e piccoli boschetti avvicinandosi alla confinale. Di nuovo su fondo sterrato, oltre- incrociare anche un secondo tracciato, recen- terno del bosco di castagni, fiancheggiando la stazione di captazione dell’acquedotto di passiamo ora la Cascina Pioppette fino ad temente realizzato: la dorsale pedestre In- recinzione sulla sinistra e aggirando il Monte subrica. Lungo quest’ultima giungiamo diret- Prato, che sovrasta i centri di Uggiate e tamente a contatto con la “Ramina” (rete di Ronago. In lieve discesa arriviamo all’abita- confine) e, al di là della linea di confine, to di Trevano di Sopra oltre il quale, superata incontriamo, in territorio svizzero, il Maneggio la strada asfaltata che troviamo dopo aver della Pauzzella, dove si svolgono importanti attraversato un guado e alcune case, ci dirigia- competizioni ippiche di salto. Seguiamo anco- mo, voltando prima a sinistra e subito dopo a ra per un centinaio di metri il sentiero del CAI destra, verso la chiesa di impianto romanico e la dorsale pedestre, sino a un bivio nei pres- di San Michele Arcangelo. L’edificio religio- si di una recinzione. Procediamo quindi all’in- so, di origine longobarda, si affaccia sulla Val

500 —

450 —

400 —

350 — Assunta 300 —

250 — .te revano Basso almorea revano Alto Molini di Ronago Mulini Stazione T Novazzano Madonna dell’ T Bizzarone Casanova Lanza Uggiate Faloppia Dogana di P V

altitudine m 200 — 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11distanza 12 13 14 15 16km 17 18

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dovalle che ha termine nei pressi di un anti- co filatoio. Da qui, seguendo sempre le indi- Saperne di più cazioni dell’itinerario turistico, ci si immet- te nuovamente sulla strada provinciale che IL SISTEMA DELLE ROGGE MOLINARE conduce a un importante quadrivio nei pres- si del torrente Faloppia. Dei numerosi muli- E I MULINI ni che ne utilizzavano l’abbondante acqua Nelle valli fluviali interessate dal contado (Val Faloppia, Valle del Lanza, Valle della Motta, Valle restano oggi poche ma importanti tracce: Olona) si trovano numerosi mulini e segherie ad acqua, o almeno tracce di questa presenza, che rogge molinare, ruote ed edifici che custo- possono essere fatti risalire fino alla metà del Quattrocento, secondo moltissimi documenti stori- ci e cabrei. Nell’economia agricola di queste valli il torrente, fin da epoca remota, ebbe dunque un discono ancora, al loro interno, tutti i mac- ruolo determinante come forza motrice per i mulini. chinari utilizzati fino a pochi decenni fa e Assai di rado, però, le ruote erano azionate direttamente dalla corrente; di solito veniva realizzata così importanti per l’economia locale. In un una derivazione artificiale, o se ne utilizzava una naturale preesistente, detta “rugia” o “aqueduc- censimento del XVI secolo, per esempio, a tus”, che portava l’acqua fino alla ruota: si evitava così di ostruire l’alveo con strutture ingombran- Uggiate Trevano si annotavano sei mulini: La Chiesa di Trevano ti che in caso di piena potevano diventare pericolose. Le rogge molinare portavano dunque l’acqua due da collocare al Badino di Sotto e di del torrente alla ruota e fornivano l’energia idraulica necessaria alla rotazione dei mulini. L’acqua Mulini ed è fiancheggiato da un importante Sopra, uno con torchio d’olio al Pettola, un veniva derivata dal torrente attraverso un sistema di paratie, scorreva lungo la roggia e quindi pas- castello di cui costituiva la cappella. Il manie- alro (Mulino del Zep) con due mole, e l’ulti- sava in un “canale” (di pietra) nel quale acquistava la velocità adeguata per azionare la ruota e atti- ro era senza dubbio, vista la sua posizione stra- mo presso i Fratelli Bernasconi. A Ronago, vare le mole o il meccanismo della segheria. All’esterno del fabbricato si trovava una paratia, manu- tegica sulla “Valle di Chiasso Maggiore” (oggi invece, ne risultavano tre, tutti da collocare fatto che regolava l’alimentazione idrica dell’impianto. Le paratie attraversavano la roggia di ali- Val Mulini), un fondamentale baluardo di al Maglio (ossia al Galletto); a Drezzo quat- mentazione perpendicolarmente alla corrente, ed erano costruite originariamente in legno, poi in controllo e difesa lungo la via di comunicazio- tro, a Camnago tre e due nel Comune di ferro. La ruota era collegata, tramite un asse, a un’altra interna al fabbricato e che a sua volta azio- ne tra Como e il Seprio (l’antica via Como- Bernasca, per un totale di diciotto mulini. nava un perno chiamato “palo”, in grado di trasmettere il moto alle macine o al meccanismo di Novara). Una sosta in questi luoghi è dovuta Proseguiamo la nostra passeggiata sino all’in- taglio del legno. così come è doveroso citare la chiesa princi- crocio con Via Campagna per raggiungere in In molti mulini era presente (e in certi casi lo è tutt’oggi) un affresco riportante un’immagine sacra. pale di Uggiate Trevano, la prepositurale di breve tempo l’abitato di Ronago, affacciato Il soggetto, di solito, era quello della Madonna con Bambino, volto a rappresentare il legame con San Pietro e Paolo, edificata su una più anti- sull’incisione valliva e dal quale si ha un’ot- la comunità per la quale il mulino lavorava. A volte, l’immagine identificava anche una delle sta- zioni di sosta delle tradizionali processioni campestri. Dal punto di vista della tipologia edilizia, pur ca nella prima metà del Settecento. Da qui si essendo molto spesso isolato nella campagna, il mulino aveva una struttura architettonica a corte scorge ben evidente, grazie ai restauri del aperta - nel senso che vi si poteva accedere da ogni lato - nella quale il mugnaio si trovava in posi- 1980, un antico edificio, la cui abside è stata zione centrale, essendo il “perno” dell’attività economica ivi svolta. trasformata in cappella laterale e la cui faccia- ta principale è resa evidente lungo il lato nord. tima visione anche della convalle di Chiasso, rale, quali la “Rana latastei”. Percorrendo a La Val Mulini soffermandoci per un attimo nei pressi del- ritroso una pista ciclabile che, lasciata la zona Scendiamo ora per una ripidissima viuzza l’antica masseria del Roncaccio e della umida di Prà Coltello, sale le pendici della (“secheta”) che si tuffa nell’abitato di Trevano Cascina di Campersico, poco distante dal collina, attraversiamo numerosi vigneti che di Sotto passando a valle delle prime balze a valico di frontiera. si affacciano sulla piana di Chiasso e che tro- sud della chiesa. Giunti sulla strada asfaltata Una volta in territorio svizzero imbocchiamo vano nel Monte Generoso un importante sottostante pieghiamo a destra e successiva- a sinistra la strada asfaltata che scende da baluardo di protezione dai venti che scendo- mente a sinistra, lungo Via XXV Aprile. Pedrinate. Dopo poche decine di metri svol- no dalle Alpi. Ormai la meta è molto vicina All’altezza di una cappella dedicata a San tiamo ancora a sinistra lungo un percorso e l’ultima salita che termina al culmine della Rocco procediamo sulla destra e seguiamo il campestre opportunamente segnalato che turascia (salita che da Chiasso porta a No- percorso del Circuito Turistico della Val condurrà a Novazzano. Il sentiero fiancheg- vazzano), anche se impegnativa, non è certo Mulini. Attraversati ampi campi, la strada gia numerose zone umide rilevanti per la pre- un ostacolo insormontabile, e presto giungia- entra nel bosco e inizia la discesa verso il fon- La segheria del Resegott in Val Mulini senza di specie anfibie protette a livello fede- mo nel centro storico di Novazzano.

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secolo). L’edificio religioso è riconoscibile uni- camente dalla presenza dell’abside e da un La scheda campaniletto a vela del Settecento. Vi si acce- de da una porta laterale, in quanto la facciata Punto di partenza principale è stata ostruita dalla costruzione Municipio del Comune di Novazzano. di un edificio residenziale in aderenza. Adia- Punto di arrivo cente si cela, in un complesso immobiliare pri- Municipio del Comune di Stabio vato, un importante dipinto risalente al XV Lunghezza e durata secolo. Dopo aver sostato per una visita 13,1 km - 2 ore 30 min in bicicletta, 4 ore e 30 all’oratorio, imbocchiamo un viottolo sterra- min a piedi to che abbandona la strada asfaltata per pro- seguire in discesa, utilizzando un sentiero Difficoltà pedonale fino a raggiungere Via alla Cava e, Medio/Bassa Percorso facile con un’unica asperità tra i successivamente, la strada cantonale che vigneti di Novazzano e Coldrerio. Il fondo è al scende dal paese di Novazzano. Procediamo 50% asfaltato e al 50% sterrato. Si percorre la alla nostra sinistra e dopo alcune centinaia di deviazione della “Campagna Adorna” fino al metri imbocchiamo, in prossimità di un Mulino del Daniello o il tratto Prella - Brusata incrocio, sempre tenendo la sinistra, Via Cereda, in direzione di Balerna. Superato il Segnaletica Segnavia del circuito del Contado del Seprio, sottopasso dell’autostrada, lasciamo la via segnaletica sentieri pedestri e per MTB in principale per continuare, alla nostra sinistra, 6 Da Novazzano a Stabio Svizzera il percorso che sale verso l’abitato di Col- drerio (percorso ciclabile TCS n. 352). Dopo Carte aver salito la scalinata che immette all’Ora- CTR 1:10.000 foglio A4E5 - A4E4; Carta Tra ronchi e vigneti secolari, il suggestivo saliscendi fra le colline torio di Sant’Antonio da Padova, seguiamo Nazionale della Svizzera 1:50.000 foglio “Chiasso”; Carta Nazionale della Svizzera del Mendrisiotto, sovrastate dal Monte Generoso e dal Monte San Giorgio, le indicazioni del percorso ciclabile e imboc- 1:25.000 foglio “Mendrisio” ci guida alla scoperta di un antico paesaggio rurale. chiamo di seguito una stretta stradina cam- pestre. Il paesaggio che ci circonda d’improv- Da Novazzano a Coldrerio campanaria e proseguiamo a sinistra lungo Via lungo l’antica Via Regina Giuseppe Motta, lasciando l’edificio, ristrut- Partiamo da Novazzano, comune di frontiera turato mirabilmente e ora sede del Municipio, adagiato sulle pendici nord-est del Monte sulla nostra destra. Giunti su Via Stefano Prato, per affrontare un percorso che ci con- Franscini procediamo alla nostra destra e ini- durrà sino a Stabio. Prima di lasciare il centro ziamo la discesa verso la città di Chiasso. Dopo storico del paese ci soffermiamo a visitare la aver percorso alcune centinaia di metri lungo Chiesa prepositurale dedicata ai Santi Quirico la strada cantonale che conduce verso il fon- e Giulitta (XVII secolo), il vicino Oratorio dovalle, imbocchiamo sulla nostra sinistra Via dell’Annunciata (XV secolo), che custodi- Mulini. Un cartello stradale che indica la sce un importante “Ultima cena” su modello località Castel di Sotto attira la nostra atten- leonardesco attribuita a Giovan Battista zione e così imbocchiamo l’omonima via che Tarilli, e il campanile romanico risalente al conduce in una piccola ma caratteristica fra- XII secolo, simile nelle fattezze a quello della zione dell’abitato di Novazzano. Qui fa bella Chiesa di San Giorgio di Cagno. Usciamo mostra di sé, incastonato tra vecchi edifici a attraverso un portone che conduce alla torre corte, l’Oratorio della Santa Trinità (XII - XIII Colori agricoli nelle campagne del Mendrisiotto Particolare tra le vigne

78 79 viso cambia il suo aspetto: lasciandoci alle tro frontaliero e Mendrisio, e che oggi viene sulla via ad osservare i viandanti. spalle la “città ferroviaria” di Chiasso, con il ricordato come “Via Regina”. La strada si La salita, a volte aspra, si apre a scorci pano- suo vasto reticolo di strade, stradine e viuzze snoda tra vecchi casali intervallati da un rin- ramici che ci estraniano dal paesaggio insu- dove case e capannoni si susseguono senza corrersi di filari di viti ed è fiancheggiata a bre per farci rivivere emozioni mediterranee. apparente sosta, percorriamo quello che era destra da un muro a secco che pare contene- Percorriamo il sentiero a passo lento fino a l’antico tracciato di collegamento tra il cen- re un vecchio e solitario castagno affacciato raggiungere il cuore del centro storico di Coldrerio. Poco lontano dall’itinerario, una fontana di acqua zampillante ci invita a sosta-

400 — re per poi riprendere il cammino. Attra- versiamo il centro storico, in acciottolato con lastre di pietra che segnano il percorso car- 350 — rabile, fino all’incrocio con Via San Giorgio, nei pressi della parrocchiale, consacrata nel 300 — 1599. Superata la chiesa, giungiamo nei pres- si delle scuole e successivamente della casa 250 — municipale; arrivati a un crocicchio, notia-

obbia mo una cappella votiva dedicata a San Rocco Stabio Coldrerio Santa Margherita P Genestrerio Prella Novazzano 200 — altitudine m (Oratorio di San Rocco), segno della devo- 12345678910111213 zione popolare di cui abbiamo numerose testi- distanza km monianze in quasi tutti i paesi del contado Il centro a Coldrerio

attraversati. Proseguendo ora lungo Via Pier Francesco Mola, giungiamo nei pressi della Chiesa della Madonna del Carmelo, sorta attorno a una cappella tardomedievale e suc- cessivamente ingrandita. Al suo interno pos- siamo ammirare importanti cicli di affreschi. In questo luogo strategico, baricentrico rispet- to ai centri storici di Villa di Coldrerio e Coldrerio, ci stacchiamo dal percorso princi- pale per una digressione che ci condurrà alla Casa (in forma di Villa) Nobili Cigalini, che svela delle assonanze tipologiche con due palazzi di campagna edificati a Casanova Lanza attorno al Sei-Settecento. Nel nucleo storico di Villa di Coldrerio troviamo anche esempi di architettura rurale - compiutamen- te descritti nell’Atlante dell’Edilizia Rurale in Ticino, volume sul Mendrisiotto - le cui carat- teristiche si ritrovano frequentemente in molti comuni della vicina Lomabardia. Dopo la visita alla barocca Chiesa della Natività, innalzata su progetto di Carlo Beccaria, riprendiamo il percorso proseguendo lungo la

81 strada che conduce verso la “Campagna mo sino al Mulino del Daniello, nel cuore del abate, di cui il famoso architetto ticinese Adorna”. Prima di giungere al ponte dell’au- Parco Valle della Motta. Qui ci lasciamo ten- Mario Botta ne ha ricostruito prima la cano- tostrada troviamo, sulla nostra destra, la tare da una sosta ristoratrice, immersi nello nica e recentemente la facciata principale. Chiesa di Sant’Apollonia, terminata nella splendido quadro paesaggistico offerto dal Lasciato il nucleo storico del piccolo borgo, seconda metà del Seicento su un precedente luogo. Se la fortuna ci assiste possiamo anche avanziamo lungo Via Campagna in direzione edificio religioso medievale. Sempre lungo la visitare l’interno del mulino, recentemente ovest. Oltrepassiamo il centro sportivo e, medesima strada, richiama la nostra attenzio- riattato, che ci permette di rivivere il fascino dopo una brusca curva sulla sinistra, pieghia- ne un moderno palazzo in struttura metallica della macinatura dei chicchi di mais con la mo a destra su una strada sterrata che rientra, fasciato da un intreccio ligneo. Superato il forza motrice dell’acqua. tra l’altro, in numerosi percorsi che si snoda- ponte dell’autostrada continuiamo a sinistra no nel basso Mendrisiotto. Abbandonata la lungo il sentiero che fiancheggia la discarica Dall’architettura alla natura campagna entriamo nuovamente nel bosco e della Valle della Motta, sul suo lato ovest. Pronti per affrontare la seconda parte dell’iti- incrociamo il torrente Laveggio, ricco di Attraversata tutta la campagna che caratte- nerario, risaliamo a ritroso il percorso prece- fauna ittica. Superiamo il piccolo e stretto rizza questa parte pianeggiante del Mendri- dentemente descritto, sul quale si snoda un ponte che attraversa il corso d’acqua e prose- siotto giungiamo infine a un crocevia. sentiero tematico che ci mostra, con l’aiuto guiamo in direzione contraria alla corrente. La località La Prella a Genestrerio Qui un’ulteriore digressione rispetto al percor- di esaurienti cartelloni segnaletici, le peculia- In breve tempo giungiamo allo stagno della so principale è doverosa. Voltiamo a sinistra rità del parco che stiamo attraversando. Colombera, dove è stato realizzato un posto cola chiesa in forma di cappella dedicata a e percorriamo qualche centinaio di metri sul Ritornati sui nostri passi riprendiamo dunque di osservazione per l’avvistamento degli Santa Maria Ausiliatrice. Prima di continua- pianoro, scorgendo, sempre a sinistra, i rude- il cammino in direzione di Genestrerio. uccelli che popolano l’oasi naturale. Dopo re e raggiungere l’agognata meta, compia- ri della cascina che denomina (e dominava) Usciamo da Via Fornace e ci immettiamo, una sosta di improvvisato bird-watching, mo un’altra deviazione lungo un sentiero che la Valle della Motta. Nei pressi di una fatto- svoltando a sinistra, su Via Canova. Dopo seguendo le indicazioni della frequente risale la collina in direzione della località ria il sentiero si tuffa, all’improvviso, lungo il poche centinaia di metri pieghiamo a destra segnaletica presente riprendiamo il cammi- Brusata di Novazzano. Sbucati all’improv- pendio di un ripida valletta. Seguiamo il corso lungo Via al Pero e arriviamo alla Piazza del no in direzione della frazione della Prella. viso dal bosco ai piedi dell’attuale valico del torrente Roncaglia, che ha qui le sue sor- Municipio: di fronte a noi si staglia imponen- Qui giunti osserviamo l’edificio che ospitava doganale di Brusata/Bizzarone, si scende per genti, e tra scalinate e salti d’acqua giungia- te la Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio il vecchio posto di guardia opposto alla pic- alcune decine di metri in mezzo a estesi prati, si transita sotto la strada cantonale e si giun- ge nel bel mezzo del nucleo storico. Un anti- co viottolo ci introduce nel piccolo centro abitato, dove ci accoglie l’Oratorio dei Santi Bartolomeo e Bernardo, risalente al XVII secolo e un tempo parte integrante del com- plesso architettonico che identificava l’inte- ro agglomerato. Qui troviamo il palazzo gen- tilizio che diede i natali all’architetto Carlo Fontana, e le annesse case coloniche. Il Fontana, trasferitosi giovanissimo a Roma, studiò inizialmente con Pietro da Cortona e Carlo Rainaldi, per poi entrare nell’entoura- ge di Gian Lorenzo Bernini, diventandone un collaboratore insostituibuile grazie alle sue conoscenze tecniche e all’abilità nel disegno. Architetto di buona capacità e di sicuro mestiere, Fontana divenne in seguito il genio Panoramica sui vigneti di Coldrerio ispiratore di tutto lo sviluppo costruttivo

82 83 della Roma a cavallo tra XVII e XVIII seco- nio e lungo la quale, nel periodo estivo, lo. Tra le sue opere maggiori va ricordato transitano i treni storici a vapore che, ince- Saperne di più Palazzo Montecitorio, la Chiesa di San dendo lentamente fra le colline, portano i Marcello al Corso, la fonte battesimale della turisti a visitare questi suggestivi luoghi. IL PARCO VALLE DELLA MOTTA Basilica di San Pietro, la Chiesa di Santa Lasciato dunque alle spalle il cancello fer- Maria dei Miracoli e, in Spagna, il Mo- roviario di frontiera, imbocchiamo a destra E I VIGNETI nastero dei Gesuiti a Loyola. Non molto Via Santa Margherita, mentre a sinistra, nei distante dalla Brusata troviamo anche pressi dei pozzi dell’acquedotto comunale, Il Parco Valle della Motta, posto in posizione centrale rispetto al contesto urbano del basso l’Oratorio della Beata Vergine a Boscherina. scorgiamo una delle stazioni metereologi- Mendrisiotto, si estende per una superficie di quasi 2 chilometri lungo il corso del torrente Roncaglia, che di MeteoSvizzera. Usciti sulla strada nei Comuni di Coldrerio e Novazzano. Rappresenta il principale ambito verde di pianura del Mendrisiotto e per questo motivo assume anche una funzione ecologica e ricreativa di primaria cantonale che proviene dal Gaggiolo con- Seguendo la Ramina importanza per la popolazione dell’agglomerato Chiasso-Mendrisio. Dopo aver assaporato un pizzico di storia tinuiamo per qualche decina di metri alla Nato come compensazione ecologica della discarica di inerti, che occupa però solamente la parte che lega indissolubilmente quest’angolo di nostra destra e, successivamente, svoltiamo settentrionale della valle, il parco (che si è sviluppato come tale agli inizi del 2000) intende accre- Canton Ticino alla capitale d’Italia, rien- a sinistra per entrare, lungo Via Giulia, nel scere le vocazioni naturalistiche e ricreative della Valle della Motta, al fine di offrire alla comuni- triamo verso la Prella. centro storico di Stabio. tà un luogo di elevata qualità ambientale. Una volta giunti nel vecchio nucleo rurale, Siamo finalmente giunti alla meta: se abbia- Il parco intende dunque, da un lato, creare nuove strutture e ambienti favorevoli alla flora e alla adagiato sui resti di una morena e che ben mo ancora un po’ di forze saliamo da Via fauna caratteristiche della Valle della Motta (zone umide, castagni, pipistrello nano, trota fario, si presta alla coltivazione della vite, prose- Castello sulla cima dello sperone che domi- vairone, ecc.), dall’altro promuovere la fruizione sostenibile del territorio (attraverso sentieri, percor- guiamo il nostro cammino seguendo passo na l’abitato e i territori circostanti e sulla si didattici, zone di sosta attrezzate), compatibilmente con il rispetto della natura e del paesaggio. passo la via “Ramina”. Il percorso si snoda quale svetta la Cappella di San Rocco o Si intende inoltre promuovere l’attività agricola grazie al sostegno alle singole aziende presenti. tra boschi e prati segnati da cippi di confi- Chiesa di Santa Maria Assunta, a base qua- Di notevole importanza per la memoria storica della valle è anche la presenza di alcuni importan- ne, permettendo di godere del suggestivo drata, edificata nel XVI secolo. ti beni testimoniali-architettonici come i mulini. In particolare, citiamo i Mulini del Prudenza e del paesaggio che, transitando a mezzacosta del Nelle sue vicinanze un’imponente statua Re e soprattutto il Mulino del Daniello. Dei tre, quello meglio conservato è proprio quest’ultimo, Colle dell’Assunta di Bizzarone, domina la volge lo sguardo oltrefrontiera, quasi a indi- visitabile e di facile accessibilità. Costruito lungo il corso del torrente Roncaglia, il suo nucleo prin- piana di Stabio-Genestrerio. I vigneti che carci l’itinerario della successiva tappa, alla cipale risale ai primi dell’Ottocento; ben visibili sono ancora oggi l’impianto di macinazione, le mole s’incontrano numerosi sembrano volersi scoperta del Contado del Seprio. in pietra, parte della roggia molinara e la ruota in ferro. spingere sino in territorio italiano, impos- I VIGNETI sessandosi della rete di confine. All’uscita di un castagneto, ci troviamo di Tutt’intorno alla Valle della Motta il visitatore potrà scor- fronte alla Cappella di Santa Maria in gere un paesaggio variegato dove gli insediamenti umani si Campo, detta anche Chiesa di Santa inseriscono in una natura caratterizzata da montagne, Margherita per l’affresco che l’arricchisce boschi e vigneti. Questi territori sono vocati da anni alla col- tura della vite: il vitigno principale del Cantone Ticino è il sul lato nord. L’impianto architettonico Merlot d’origine bordolese, ma non mancano altri vitigni potrebbe risalire all’epoca romanica, anche come Cabernet Franc, Syrah, Chardonnay, Sauvignon e se è documentato solo a partire dal 1437. Sémillon. Il sistema principale di allevamento è quello deno- Nelle sue vicinanze si scoprì anche una minato Guyot: i tralci di vite vengono legati sui fili di ferro sepoltura longobarda probabilmente posta a un’altezza di circa 90 cm dal suolo per mantenere i grap- sulla via di comunicazione che conduceva poli abbastanza staccati dal terreno, combinando così la lotta dall’abitato di Stabio verso il complesso for- alle muffe con una maggiore esposizione solare. tilizio di San Maffeo a Rodero, di cui rima- Nel paesaggio spiccano i terrazzamenti, che costituiscono ne, imponente, una parte dell’antica torre un segno distintivo di questo territorio. I vigneti situati sui di avvistamento. Oltre la chiesa troviamo pendii godono infatti di un’elevata esposizione al sole e per- poi i binari dell’antica ferrovia della Val- mettono un’ottima maturazione delle uve. morea, recuperata da poco più di un decen- Santa Margherita a Stabio

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versano numerosi vigneti procedendo in un piacevole saliscendi tra i colli che cingono La scheda a corona l’abitato. Addentrandosi quindi in un’antica selva Punto di partenza castanile recentemente recuperata ad opera Municipio del Comune di Stabio del Comune, si intraprende un “percorso Punto di arrivo vita” che si snoda attorno al Monte Astorio Municipio del Comune di Gazzada Schianno lambendo la frontiera di Stato. Lungo il sen- Lunghezza e durata tiero si incrociano alcuni cippi sui quali è 25,6 km - 4 ore e 30 min in bicicletta, 8 ore a raffigurato il simbolo visconteo, a testimo- piedi nianza dei confini seicenteschi del Ducato di Milano. Usciti dalla selva castanile, pro- Difficoltà seguiamo sull’itinerario ciclabile congiun- Medio/Alta Percorso molto vallonato con difficili salite e gendoci alla strada cantonale diretta al vici- discese sia per le condizioni del fondo stradale no valico frontaliero di Gaggiolo. Avan- che per le pendenze. Molto agevole il fondo- zando verso ovest la pendenza si accentua valle lungo i fiumi Lanza e Olona. Molto traffi- leggermente, mentre sulla destra una cappel- cato il tratto tra Bizzozzero e Gazzada Schianto. la votiva ricorda il peregrinere delle genti Il percorso è prevalentemente su sterrato attraverso la frontiera italo-svizzera. Segnaletica Segnavia del circuito del Contado del Seprio, 7 Da Stabio a Gazzada Schianno Suggestioni di confine segnaletica sentieri pedestri e per MTB in Ormai in territorio varesino, lasciamo alle Svizzera spalle il valico doganale e ci dirigiamo verso l’abitato di . La strada, puntando Carte Patria di importanti architetti, terra di vigneti e centro termale, verso Sud, si incunea in una stretta valle e, CTR 1:10.000 foglio A5D1- A4E4 - A4E5- A4D5; Carta Nazionale della Svizzera 1:50.000 la Valle del Lanza dà spazio alle suggestioni antiche al termine di un lungo rettifilo, prima di ini- foglio “Chiasso”; Carta Nazionale della ziare la salita verso Cantello si biforca con- invitandoci a riscoprire la sua anima nascosta. Svizzera 1:25.000 foglio “Mendrisio” ducendo a sinistra fino a Rodero, di nuovo Verso la Valle del Lanza via che, salendo verso la frazione di San in provincia di Como. La strada corre bre- Partiamo alla volta della Valle del Lanza Pietro, lascia alle spalle le scuole elementa- vemente lungo il fondovalle, affiancando dalla Piazza Maggiore del paese di Stabio, ri e il nucleo abitato di Stabio per addentrar- sulla sinistra un rivolo d’acqua e una mac- dove due importanti edifici religiosi, la si verso i colli ricoperti di vigneti. chia di abeti. Inizia quindi a salire fino a Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Gia- Giunti a San Pietro di Stabio percorriamo incrociare il sentiero confinale del Club como e Cristoforo e l’adiacente Cappella la strada che porta al valico doganale di Alpino Italiano. Lo seguiamo e, dopo aver della Confraternita di Santa Maria di Ca- passando accanto alla Chiesa dei lasciato, svoltando verso sinistra, la strada ravaggio (edificio tardobarocco eretto attor- Santi Pietro e Lucia, in un’area in cui sono provinciale della Valmorea (SP20), imboc- no al 1760) fanno da contraltare alla colli- stati rinvenuti numerosi reperti di epoca chiamo una vecchia mulattiera che risale na del Castello, dove si può visitare il Museo romana e longobarda. In prossimità di un le pendici del colle a monte di Rodero. della Civiltà Contadina. Imboccata la stret- vecchio lavatoio imbocchiamo a sinistra un Lungo il percorso, nascosti nella fitta vege- ta via che porta verso il Municipio incrocia- sentiero che procede su strada sterrata. tazione, i resti della Linea Cadorna ci pro- mo, a destra, la strada che conduce alle Seguendo questo suggestivo percorso, che si teggono sui due lati. Una pineta, piantata terme. Superato il palazzo comunale, dove si sviluppa lungo la via segnalata dalla rete dei presumibilmente negli anni Sessanta-Set- può ammirare una splendida ara romana sentieri ciclabili (rossi con simbolo della tanta, crea, per alcune centinaia di metri di dedicata a Mercurio, seguiamo a sinistra la bicicletta n. 352) del Mendrisiotto, si attra- salita, un suggestivo e inedito paesaggio alpi- Il Mulino del Trotto a Cagno

86 87 no. Dopo circa 2 chilometri di duro sterra- to, attraversato un vecchio roccolo, giungia- mo sulla sommità del Colle di San Maffeo. Qui domina il paesaggio, incontrastata, un’antica torre romana che faceva parte di una rete di torri di segnalazione per il con- trollo delle vie di comunicazione tra le Alpi e la Pianura padana. Questa torre, in parti- colare, “si pone come una specie di sentinel- la naturale della vallata che collega il Lago di Lugano con la Valle dell’Olona, dominan- do la via di penetrazione verso la pianura”. Nei pressi venne edificata una chiesa dedi- cata alla Madonna degli Angeli, documen- tata fin dal 1438 e riedificata nel 1713, e dedicata a San Grato. Una suggestiva festa popolare d’impronta religiosa si svolge la prima domenica di ago- sto richiamando visitatori dai centri abitati circostanti e non solo.

Alle porte della Valmorea Dopo una breve sosta che ci permette anche di ammirare lo stupendo paesaggio che si domina dalla vetta del colle (510 m) e di scorgere, in giornate ventose, persino il Monviso e gli Appennini, scendiamo per una facile e veloce discesa sino al paese di

La torre romana sul Colle di San Maffeo

89 Lanza aggirando il vecchio mulino. Superato spaccature, alte alcune decine di metri, il casello che annuncia ai viaggiatori prove- annunciano il mondo fatato e surreale delle 500 — nienti da Malnate lungo l’antica ferrovia Grotte di Malnate. In realtà non si tratta di della Valmorea l’avvicinarsi della stazione di vere e proprie grotte, bensì di cave di arena- 450 — confine, imbocchiamo a destra un sentiero ria (in dialetto “molera”), un tipo di roccia 400 — sterrato che fiancheggia strada ferrata, oggi utilizzata fino all’inizio del secolo scorso tornata in funzione grazie ad appassionati come pietra decorativa e strutturale degli 350 — ferrovieri e percorsa, nel periodo estivo, dal edifici dei paesi vicini, e che, ancora oggi, dà lento incedere del treno a vapore che da bella mostra di sé nelle importanti architet- 300 — Malnate, appunto, porta a Mendrisio, in ture del borgo antico di Castiglione Olona. Bizzozero Folla di Malnate M.te Albano Mulini di Gurone Malnate San Pietro Colle di San Maffeo Molino Tibis Dogana Gaggiolo Schianno Rodero Villa Cagnola Gazzada schianno Stabio terra elvetica. Il sentiero lascia la ferrovia e Abbandonato a malincuore questo luogo 250 — altitudine m 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 si inerpica in suggestivi boschi di carpini e magico, testimone di grandi fatiche e in distanza km castagni sino a sbucare nei pressi della cen- grado di suscitare enormi emozioni, costeg- trale elettrica di Cagno, dov’è d’obbligo una giamo il Lanza attraversando una vallata che Rodero. A sinistra alcune strette viuzze con- tando a sinistra e, dopo un breve tratto, pro- deviazione di poche centinaia di metri dal è ancora scrigno di importanti tesori natu- ducono sul sagrato della chiesa principale del seguiamo subito a destra lungo quella che era percorso prestabilito per scendere nuova- ralistici, tanto da essere considerata uno dei paese, dedicata ai Santi Simone e Giuda, e l’antica strada provinciale. Ne percorriamo mente sul fondovalle al Mulino del Trotto. corridoi ecologici più importanti per le pro- di recente restaurata. Lasciato l’edificio reli- circa 300 metri e poi continuiamo, sempre L’edificio appartiene a quel genere di archi- vince di Como e Varese. gioso, iniziamo a scendere dirigendoci lungo a destra, verso il Molino Tibis. tettura industriale rurale che ancora oggi le sponde del fiume Lanza. Dopo poche cen- Una volta giunti sul fondovalle la strada, custodisce tutte le strumentazioni legate alla Lungo la via dei Mulini tinaia di metri incrociamo la strada provin- divenuta sterrata, ci conduce a un ponte di lavorazione dei cereali grazie alla forza motri- Il percorso di fondovalle è accompagnato ciale della Valmorea. La imbocchiamo svol- recente costruzione che attraversa il fiume ce dell’acqua. dall’andamento sinuoso e lento del fiume,

Alle Grotte di Malnate Dopo una visita e una pausa di ristoro pres- so il suggestivo nucleo del Trotto, riprendia- mo la pedalata e risaliamo la valle su fondo asfaltato in direzione di Malnate. In locali- tà Vernaci proseguiamo lungo la strada pro- vinciale detta “Garibaldina”: scrutando nella fitta vegetazione si scorge un’antica ghiac- ciaia, ormai assunta a rifugio per gli anima- li che vivono in valle. Appena entrati nel- l’abitato di Malnate, nei pressi del cancello della ex SIOME, imbocchiamo a destra la Via Bagoderi, che ci porterà ancora sul fon- dovalle. Attraversata quindi una pineta, la strada inizia a scendere e, dopo un primo tratto agevole, si fa ripida e stretta. Già da qui la nostra attenzione si appunta, verso destra, su una fenditura imponente nella montagna. È solo l’aperitivo di quanto ci attende più avanti: dopo poche decine di Le suggestive grotte di Malnate metri, infatti, giunti sul fondovalle, diverse Il Mulino Bernasconi

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lontano dai rumori della città e immerso in io possiamo visitare la “fabbrica” antica e transitiamo sotto quello che è divenuto il un silenzio quasi surreale. Passo dopo passo osservare il lavoro della pala ad acqua che simbolo di Malnate, ovvero il ponte ferrovia- giungiamo nei pressi dell’acquedotto e lo muove un ingegnoso sistema di lontana rio che attraversa la Valle dell’Olona. La sguardo è subito rapito da un canale che si memoria. Qui possiamo cedere alla tentazio- struttura, di impressionante altezza e dimen- stacca dal corso d’acqua grazie a uno sbar- ne di acquistare la farina del mulino prodot- sione, era originariamente edificata in ferro, ramento artificiale. Lo seguiamo. Un filare ta come anticamente veniva fatto. ma fu successivemente cementificata. Sem- di platani ci accompagna sino al nucleo sto- Lasciato il mulino, arriviamo a incrociare, in pre nei pressi del ponte troviamo un grosso rico dei Mulini della Folla di Malnate. Con località La Folla, la strada statale briantea masso erratico, a testimonianza delle impor- estrema sorpresa vediamo persone indaffara- che congiunge Como a Varese. La imboc- tanti trasformazioni che il territorio ha subi- te a caricare sacchi colmi di farina: siamo chiamo a destra in direzione Varese e prose- to nei millenni passati. Lasciata un’altra grot- infatti giunti al Molino Bernasconi, uno guiamo oltre il nuovo rondò verso Via ta di arenaria sulla destra, continuiamo a per- degli ultimi ancora in funzione nel Va- Gorizia, in direzione della vecchia stazione correre il sentiero lungo l’Olona. La vegeta- resotto. Grazie alla disponibilità del mugna- ferroviaria di Malnate Olona, punto di par- zione, ora, è quella tipica dei luoghi di fon- tenza per le escursioni con la locomotiva a dovalle ricchi d’acqua. Saperne di più vapore della Valmorea. Le acque limpide del Il tracciato prosegue senza rilevanti penden- fiume Lanza confluiscono qui in quelle ze sino ai pressi del complesso abitato dei LA FERROVIA dell’Olona, di cui ora seguiamo il corso. Mulini di Gurone. Questo nucleo storico fu DELLA VALMOREA Costeggiando i ruderi di un antico filatoio anticamente molto importante proprio gra- delle Gere, avanziamo lungo il fondovalle zie alla presenza di numerosi mulini, tra i Domenica 4 luglio 1926 venne inaugurata la e, appena oltrepassata la stazione ferroviaria, quali uno sovrapposto con falegnameria e tratta ferroviaria - Mendrisio macina per il grano. Anche di questo sono attraverso la Vamorea. La Torre di Gazzada Schianno rimasti interessanti testimonianze: gli ingra- Dalla Prealpina Illustrata dell’epoca si legge: “Aprire una linea ferroviaria è piccola impre- naggi, per esempio, le pulegge, i buratti e traffico si fa ormai estremamente fastidioso, sa, ma una grande impresa è far sì che la sua tutto il necessario per riprendere l’attività. soprattutto dopo essere stati così a lungo vita sia attiva, sia apportatrice di bene, sia Solo le ruote necessitano di manutenzione immersi nel verde. Percorriamo comunque feconda di risultati, e specialmente segni una per far sì che anche questo ulteriore e prezio- la strada provinciale per poche centinaia di nuova via di progresso” fra terre che il con- so tassello di storia possa essere recuperato metri in direzione di Varese, ponendo molta fine politico ha diviso. alla memoria dalle generazioni future. attenzione, sulla sinistra, all’indicazione per Per diversi motivi, il valico internazionale l’abitato di Gazzada Schianno. Una volta venne chiuso nel 1928 ma, con lo spirito di La torre di Gazzada Schianno trovata la imbocchiamo: la strada, asfalta- un tempo, poche risorse economiche e una Visitati i mulini e riempite le borracce alla ta, ci riporta nel fondovalle dove scorre il grande volontà popolare, il 12 settembre fontana situata nel piccolo spazio antistan- torrente Selvagna. Superato un rondò e suc- 1993 il cancello di confine fu riaperto. te il complesso architettonico, imbocchia- cessivamente il corso d’acqua, inizia la breve Da quella data ebbe inizio la rinascita, in ter- mo la strada che risale il versante vallivo salita diretta a Schianno, meta d’arrivo del ritorio italiano, della ferrovia della Valmorea. verso Bizzozzero. Oltre il nucleo dei Mulini nostro itinerario. In questo suggestivo paese, Oggi il suggestivo treno a vapore solca da di Gurone, superati il ponte sul fiume, un che oggi è unito a Gazzada Schianno, si sta- maggio a ottobre la valle giungendo, per ora, antico casello della ferrovia della Valmorea glia imponente la torre campanaria, che sino alla stazione di Malnate Olona. e una centrale di rifasamento del gas, si ini- ricorda architetture non propriamente tipi- L’augurio è che, a piccoli passi, l’intera tratta zia la dura salita che si esaurisce tuttavia che di questi territori. Ci fermiamo ad am- ferroviaria venga riattivata permettendo anche ai turisti più curiosi di scoprire i teso- dopo pochi - ma ripidi - tornanti. Prose- mirare quest’inedita emergenza e ci preoc- ri naturalistici, storici e di archeologia indu- guiamo mantenendoci sulla sinistra lungo cupiamo successivamente di raggiungere, striale che si celano nel fondovalle dell’Olona, una strada asfaltata, fino a immetterci sulla per un meritato ristoro, il luogo di riposo, del Lanza e del Laveggio. cosiddetta “Marcolina”, che dal ponte di pronti ad affrontare nuove avventure nel Lo storico trenino che solca la Valmorea Vedano congiunge all’abitato di Varese. Il territorio del Contado del Seprio.

92 93 Ronago (I): Province tel. 0039 031 980043 Provincia di Como Centralino: tel. 0039 031 230111 Solbiate Comasco (I): tel. 0039 031 940249 Provincia di Varese Centralino: tel. 0039 0332 252111 Uggiate Trevano (I): tel. 0039 031 948704 Parchi Parco RILE-TENORE-OLONA Valmorea (I): Ufficio Operativo di Castiglione Olona: tel. 0039 031 806155 tel. 0039 0331 858048

Coldrerio (CH): Parco VALLE DEL LANZA tel. 0041 091 646 15 84 Ufficio Operativo di Valmorea: tel. 0039 031 806155 Genestrerio (CH): tel. 0041 091 647 17 55 Enti Turistici per qualsiasi informazione sulla ricettività Novazzano (CH): nel “Circuito del Contado del Seprio” rivol- tel. 0041 091 683.50.12 gersi ai seguenti Enti Turistici: Numeri utili Stabio (CH): Ente Turistico Mendrisiotto tel. 0041 091 64169 00 e Basso Ceresio Via Lavizzari, 2 Municipi Sicurezza 6850 Mendrisio Bizzarone (I): Gazzada Schianno (I): Carabinieri Tel. 0041 916413050 tel. 0039 031 948857 tel. 0039 0332 875160 Pronto Intervento: tel. 112 www.mendrisiottotourism.ch [email protected] Cagno (I): Gornate Olona (I): Questura - Polizia tel. 0039 031 806050 tel. 0039 0331 863811 Pronto Intervento: tel. 113 IAT di Castiglione Olona Varese: tel. 0039 0332 801111 c/o Museo Civico Palazzo Branda Carnago (I): Lozza (I): Como: tel. 0039 031 3171 Castiglioni, via Mazzini 23 tel. 0039 0331 993593 tel. 0039 0332 63028 21043 Castiglione Olona Polizia Cantonale Tel. 0039 0331 858301 Caronno Varesino (I): Malnate (I): Urgente: tel. 117 - 112 Fax 0039 0331 825225 tel. 0039 0331 980405 tel. 0039 0332 275111 Mendrisio: tel. 0041 091 816 43 11 [email protected]

Castelseprio (I): Morazzone (I): Urgenze sanitarie nota : tel. 0039 0331 820501 tel. 0039 0332 872620 Italia per chiamate dall’Italia verso Ambulanza: tel. 118 la Svizzera omettere lo “0” del prefisso Castiglione Olona (I): Rodero (I): Ticino tel. 0039 0331 824801 tel. 0039 031 806344 Ambulanza: tel. 144

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