APICE: il Castello e il museo a

cielo aperto del Borgo Antico

CALVI: il Palazzo di Federico II

giornata domenica 19 novembre 2017 intera

Programma

 10,00 – ritrovo dei partecipanti (con mezzi propri) all’ingresso del Castello di Apice (BN) Una visita in esclusiva per i soci e  10,30 visita guidata ad Apice gli amici del Touring Club Italiano. Ad Apice, visita del castello, ore 13,30: pranzo al sacco o presso il recentemente restaurato, del ristorante dell’agriturismo “Al Castello del Borgo di Apice vecchia, un museo Principe” - Calvi - al costo di 30 euro a a cielo aperto, e dei resti di un persona – per prenotare contattare il console ponte romano su cui passava la Alfredo Fierro 328 8826562 via Appia: il Ponte Rotto.  15,30 - visita guidata a Calvi A Calvi visita del palazzo di Numero max partecipanti: 40 persone Federico II di Svevia, probabilmente l’ultima residenza Organizzatore: Touring Club Italiano dell’Imperatore nel sud Italia. Club di Territorio di

Email: [email protected]

PROGRAMMA DI MASSIMA

 ore 10,00: ritrovo dei partecipanti (con mezzi propri) all’ingresso del Castello di Apice (BN);  ore 10,30: visita guidata al castello e alla città vecchia;  ore 13,00: trasferimento con mezzi propri a Calvi;

 ore 13,30: pranzo al sacco o presso il ristorante dell’agriturismo “Al Castello del Principe” - Calvi – al costo di 30 euro a persona – prenotazione libera a carico dei singoli partecipanti – per prenotare occorre contattare il console Fierro 328

8826562 – con il seguente menù: Antipasto (affettati, bruschette, sott’olio …), Primi (chienolelle e recchie d’asino), Secondo e contorno (arista con le noci e vari contorni), Dessert, acqua minerale, vino e caffè.  ore 15,30: visita guidata al Palazzo di Federico II;  ore 16,00: visita guidata al Ponte Rotto;  ore 17,00: conclusione della manifestazione.

SCHEDA DELLA VISITA

APICE. Situato nella valle del Calore (19 km ad est di Benevento e 50 m s.l.m.), circondato dai monti Calvano, S. Lucia e Rocchetta, il territorio di Apice è lambito da tre corsi d’acqua, il Calore, il Miscano, l’Ufita e confina con i comuni di S. Giorgio del Sannio e Calvi. L’origine etimologica del nome Apice deriverebbe da apex in riferimento alla collocazione sulla sommità di un colle. Il ponte romano situato nella contrada Morroni, denominato “Ponte Rotto”, e facente parte della via Appia - la regina viarum - testimonia inoltre la centralità dell’insediamento, nella coltura della vite, dell’olivo e degli ortaggi, fin dall’epoca romana. In età medievale Apice apparteneva alla contea di e ospitava ben sette castelli (i cui resti sono tra l’altro visibili nelle località Tignano e Fiego) tra cui, il più importante, il Castello dell’Ettore: essendo un punto nevralgico per l’esercizio del potere intorno ad esso si era sviluppato il vero e proprio borgo di Apice, soprattutto nel corso dell’XI sec. La storia del paese, però, è segnata indelebilmente dal terremoto del 21 agosto 1962 quando, in seguito a due scosse del sesto e settimo grado della Scala Mercalli, gli abitanti furono fatti evacuare in un sito ritenuto geologicamente più stabile, sul versante opposto della collina. Il nuovo centro è rimasto parzialmente disabitato finché il violento terremoto del 1980 non ha decretato l’inesorabile inaccessibilità dell’antico borgo, causando il totale trasferimento della popolazione nel nuovo insediamento. Oggi il (che è parte della Comunità Montana del Fortore) conta circa 6.000 abitanti ed ha un’estensione di 49 km, presenta una struttura insediativa a case sparse distribuite su ventiquattro contrade. Crocevia tra la e la Puglia e situato al confine con la provincia di Avellino, Apice si attesta come uno dei principali centri del Beneventano. Viceversa, il centro storico di Apice è diventato un museo a cielo aperto che però offre tuttora la possibilità di riconoscere la vita di un tempo e di riscoprire le specificità del patrimonio paesaggistico dell’area, tra cui i numerosi immobili ancora ben conservati. Caratterizzati da una struttura “a conchiglia”, quale esempio dell’architettura rurale medievale in pietra, questi edifici si presentano come gruppi di case a due piani con cortili interni e mantengono un assetto viario orientato al castello: è possibile, inoltre, riconoscere immobili nobiliari del XVIII e XIX secolo e abitazioni dell’inizio del Novecento. In proposito, dal 1980, dopo il totale abbandono di Apice Vecchia, si sono susseguiti numerosi progetti orientati al recupero del centro storico, con il coinvolgimento di attori pubblici. Oltre ai partenariati istituzionali, nel 2012 è stato proposto uno studio di fattibilità volto alla “riqualificazione urbana del Centro Storico”, nel quale erano previsti il ripristino topologico in chiave di sostenibilità architetturale ed energetica tramite un coinvolgimento dell’imprenditoria privata. Nonostante sia ancora per molti aspetti in fieri e sia condizionata da una limitata responsività da parte del tessuto imprenditoriale locale, l’agenda associata al ripristino del borgo è sembrata finalmente decollare nell’ultimo biennio con una risposta positiva alle procedure di aggiudicazione dei due appalti per il rimpiego del Castello e degli immobili adiacenti.

Il succitato Castello dell’Ettore, costruito sul punto più alto della collina e dominante la media valle del Calore, disponeva di tre baluardi (oggi ne è visibile soltanto uno) era caratterizzato da ambienti affrescati e da una cappella votiva. In seguito agli interventi strutturali il Castello è stato inaugurato nel dicembre 2016 e offre l’opportunità di organizzare feste private, congressi e incontri pubblici. Il Castello ospita anche un Museo di Arte Contemporanea e un Museo di Arte Contadina, con un allestimento affiancato da una mostra archeologica permanente. Nello stesso senso e con la voglia di far riscoprire questo territorio ricco di storia, sono molte le attività proposte dalle associazioni locali: passeggiate sugli antichi tratturi, visite guidate itineranti, gare podistiche sulle antiche strade del Ponte Appiano e “Infior…orto”, manifestazione che vuole far rivivere un’antica tradizione quale è l’infiorata e la composizione di quadri con frutta e verdure tipiche. Benché i prodotti agricoli di Apice non beneficino di riconoscimenti e marchi DOC, DOP o IGP, la tradizione relativa alle colture orticole è molto sviluppata nella zona. In questo senso la Proloco è impegnata nella promozione dei prodotti locali tramite la sponsorizzazione di un mercato dei produttori e la riscoperta delle tradizioni contadine attraverso il “Percorso del Grano”, in cui vengono spiegate le varie fasi della lavorazione del cereale e della panificazione (si consideri che la località di Apice era considerata il granaio del Regno durante le pestilenze che afflissero il periodo aragonese). Distante 30 km da , anche Apice ospita luoghi di pellegrinaggio religioso e anche in questo settore il paese sta vivendo un momento di rinnovato interesse: la cella di S. Francesco nella contrada S. Lucia dove, si tramanda, sarebbe avvenuto il “Miracolo della fonte” nel 1222 che avrebbe reso la vallata, in precedenza arida, molto ricca di pozzi. Ma anche la Certosa di S. Antonio (del 1530), che oggi ospita i Frati Cappuccini, è meta di devoti del Santo padovano.

PALAZZO DI FEDERICO II A CALVI. Si tratta di una domus solatiorum federiciana, che fa parte dell’ampio patrimonio imperiale di siti destinati nel Mezzogiorno agli svaghi e alla caccia della corte. Costruita probabilmente da maestranze islamiche provenienti da Lucera, è situata in una zona compresa tra i territori dell’enclave beneventana, di Apice e di S. Giorgio di Montefusco, che per lungo tempo restò in possesso dell’importante abbazia benedettina di S. Sofia in Benevento. Il palazzo fortificato, tuttavia, non faceva parte di tali possedimenti. Sta su una piccola altura, vicino alla riva destra del fiume Calore, nei pressi di un ponte di epoca classica (originariamente attraversato dalla via Appia e denominato in epoca moderna, dopo essere andato in disuso, “Ponte rotto”), dunque lungo una direttrice viaria di grande significato e in contiguità di un casale altomedievale, dove si trova la piccola chiesa di S. Donato ricordata in vari documenti medievali. Intorno si estendeva in origine una folta selva popolata da una straordinaria varietà di fauna selvatica.

È un edificio a corte che presenta pianta quadrata e quattro torrette d’angolo a sezione rettangolare, di cui quelle anteriori sono complanari al piano della facciata. Questa, inoltre, ha un livello ulteriore rispetto alle due ali laterali. Sul lato posteriore si trova solo il muro di cinta forato da tre oculi, residui, forse, di un corpo di fabbrica scomparso. Il portale di ingresso era protetto da una sorta di protiro impostato su pilastri di cui restano solo le basi. Pur nel suo stato di parziale abbandono e di avanzato deterioramento, questa architettura mostra singolari qualità compositive e rimanda per alcuni aspetti formali ai castelli di caccia omàyyadi (si veda, ad esempio, Qasr-al-kharanah in Transgiordania), per altri ai palazzi ottomani (si veda quello di Ukhaidir), per altri ancora ad alcune realizzazioni di epoca normanno - sveva (interessante è il confronto con il modello abitativo dei castelli di Favara e di Lagopesole, nonché, per la particolare conformazione delle torrette, con il castello di Paternò). Sul prospetto principale, fortemente manipolato in epoca moderna e contemporanea, si intravedono due larghe monofore sormontate da oculi circolari strombati, un’apertura centrale a sesto ribassato affiancata da due rosette e una cornice marcapiano in laterizi. All’interno alcuni ambienti conservano le caratteristiche volte a crociera ogivali dotate di nervature. Non è chiaro dove fosse collocata la scala di accesso al piano superiore di cui non restano tracce sufficienti per l’identificazione.

 Trasporti: mezzi propri  Volontario Tci Accompagnatore: Alfredo Fierro, console del Touring  Guide: dott.ssa Eleonora Guadagno

 Partecipanti: massimo 40 persone

Quote

La manifestazione è gratuita per i soci e gli amici del Touring Club Italiano.

Pranzo al sacco o presso il ristorante dell’agriturismo “Al Castello del Principe” - Calvi - al costo di 30 euro a persona – prenotazione libera a carico dei singoli partecipanti – per prenotare occorre contattare il console Alfredo Fierro [email protected] oppure 328 8826562.

I soci e gli amici del Touring Club Italiano regolarmente iscritti alla manifestazione sono coperti da apposita polizza assicurativa per la responsabilità civile.

Per comunicazioni

è necessaria la prenotazione urgenti il giorno della presso il Club di Territorio di manifestazione è possibile Benevento inviando una email a: contattare il numero [email protected] 328 882 6562 (Alfredo Fierro).

Le prenotazioni sono aperte.

Il Volontario Touring accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario. La manifestazione si effettua anche in caso di pioggia.

Il Club di Territorio di Benevento del Touring Club Italiano si riserva il diritto di accettare o meno la prenotazione.

Manifestazione organizzata per i soci e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.

Sono ammessi in via eccezionale i non soci perché possano constatare la qualità e l'interesse delle nostre manifestazioni, e quindi associarsi.