4.3.10 Comune di Bonorva (SS) ...... 38 INDICE 4.3.11 Comune di Cossoine (SS) ...... 39 4.3.12 Comune di Giave (SS) ...... 39

4.3.13 Comune di Cheremule (SS) ...... 40 1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL PROGETTO ...... 3 4.3.14 Comune di Torralba (SS) ...... 40

1.1 DESCRIZIONE SINTETICA DELL’INTERVENTO: CRONISTORIA, MOTIVAZIONI E FINALITÀ ...... 3 4.3.15 Comune di Bonnanaro (SS) ...... 41 1.2 TEMPI DI ATTUAZIONE ...... 5 4.3.16 Comune di Siligo (SS) ...... 41 4.3.17 Comune di Florinas (SS) ...... 42 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E ASSETTO SOCIO-ECONOMICO ...... 6 4.3.18 Comune di Codrongianos (SS) ...... 42 3 INQUADRAMENTO DEL PROGETTO NEL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO ...... 9 4.3.19 Comune di Carcere (SS) ...... 43 4 ANALISI DEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE CORRELABILI 4.3.20 Comune di Muros (SS)...... 43 DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE AL PROGETTO ...... 10 4.3.21 Comune di Sassari (SS) ...... 44

4.1 STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE/PROGRAMMAZIONE NAZIONALE ...... 10 5 REGIME VINCOLISTICO ...... 45 4.1.1 Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) ...... 11 5.1 SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE ...... 45 4.2 STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE/PROGRAMMAZIONE REGIONALE E PROVINCIALE ...... 12 5.1.1 Aree di interesse comunitario - Rete Natura 2000 ...... 47 4.2.1 POR – FESR 2014 -2020 ...... 12 5.1.2 Aree Protette Regionali ...... 49 4.2.2 Piano Regionale dei Trasporti (PRT) ...... 13 5.1.3 Oasi Permanenti di Protezione della Fauna ...... 49 4.2.3 Piano Paesaggistico Regionale (PPR) ...... 15 5.1.4 Conclusioni – Interferenze del progetto con il sistema delle aree protette ...... 50 4.2.4 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) ...... 18 5.2 VINCOLI DI TUTELA PAESISTICO-AMBIENTALE ...... 50 4.2.5 Piano di Tutela delle Acque (PTA) ...... 19 5.3 USI CIVICI ...... 51 4.2.6 Piano di Gestione del distretto idrografico della Sardegna ...... 20 5.4 VINCOLO IDROGEOLOGICO ...... 52 4.2.7 Piano Stralcio di Bacino Regionale per l'Utilizzo delle Risorse Idriche ...... 20 6 RAPPORTI DI COERENZA DEL PROGETTO CON GLI OBIETTIVI DEI PIANI ...... 53 4.2.8 Piano Generale degli Acquedotti...... 21 4.2.9 Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) ...... 23 6.1 COERENZA CON GLI STRUMENTI SETTORIALI ...... 53 4.2.10 Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) ...... 24 6.1.1 Strumenti a livello nazionale ...... 53 4.2.11 Piano Forestale Ambientale Regionale ...... 25 6.1.2 Strumenti a livello regionale e provinciale ...... 53 4.2.12 Catasto degli incendi ...... 27 6.2 COERENZA CON GLI STRUMENTI TERRITORIALI E URBANISTICI ...... 53 4.2.13 Provincia di Oristano - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) ...... 27 6.2.1 Strumenti a livello regionale e provinciale ...... 53 6.2.2 Strumenti a livello locale ...... 54 4.2.14 Provincia di - Piano Urbanistico Provinciale (PUP) ...... 28 6.3 COERENZA CON LA PIANIFICAZIONE DELLA TUTELA NATURALISTICA ...... 54 4.2.15 Provincia di Sassari - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Pup-Ptc) ...... 28 6.4 COERENZA CON I VINCOLI E LE TUTELE ...... 54 4.3 STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE/PROGRAMMAZIONE COMUNALE ...... 31 4.3.1 Comune di Bauladu (OR) ...... 31 7 BIBLIOGRAFIA E FONTI CONSULTATE ...... 55

4.3.2 Comune di Paulilatino (OR) ...... 32 8 APPENDICI ...... 56 4.3.3 Comune di Abbasanta (OR) ...... 33

4.3.4 Comune di Norbello (OR) ...... 34 4.3.5 Comune di Aidomaggiore (OR) ...... 34 4.3.6 Comune di (NU) ...... 35 4.3.7 Comune di (NU) ...... 36 4.3.8 Comune di (NU) ...... 37 4.3.9 Comune di (NU) ...... 37 ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

ELABORATI ALLEGATI

T 0 0 IA 1 1 AMB CO 0 1 A Carta d’inquadramento territoriale. 1:100.000 Corografia generale ed organizzazione attuale del sistema T 0 0 IA 1 1 AMB CO 0 2 A 1:25.000 infrastrutturale Tav 1/2 Corografia generale ed organizzazione attuale del sistema T 0 0 IA 1 1 AMB CO 0 3 A 1:25.000 infrastrutturale Tav 2/2 Carta della pianificazione territoriale - Piano Paesistico T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 1 A 1:25.000 Regionale Tav 1/2 Carta della pianificazione territoriale - Piano Paesistico T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 2 A 1:25.000 Regionale Tav 2/2 Carta della pianificazione territoriale - Piano Urbanistico T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 3 A 1:50.000 Provinciale - Nuoro Carta della pianificazione territoriale - Piano Urbanistico 1:65.000 e T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 4 A Provinciale - Sassari 1:100.000 Carta della pianificazione settoriale - Piano Assetto T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 5 A 1:10.000 Idrogeologico Carta della pianificazione comunale (quadranti R1 e R2). Tav T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 6 A 1:10.000 1/6 Carta della pianificazione comunale (quadranti R3 e R4). Tav T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 7 A 1:10.000 2/6 Carta della pianificazione comunale (quadranti R5 e R6). Tav T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 8 A 1:10.000 3/6 Carta della pianificazione comunale (quadranti R7 e R8). Tav T 0 0 IA 1 2 AMB CT 0 9 A 1:10.000 4/6 Carta della pianificazione comunale (quadranti R9 e R10). Tav T 0 0 IA 1 2 AMB CT 1 0 A 1:10.000 5/6 Carta della pianificazione comunale (quadranti R11 e R12). T 0 0 IA 1 2 AMB CT 1 1 A 1:10.000 Tav 6/6

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 1 A Carta dei vincoli e delle tutele (quadranti R1 e R2). Tav 1/6 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 2 A Carta dei vincoli e delle tutele (quadranti R3 e R4). Tav 2/6 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 3 A Carta dei vincoli e delle tutele (quadranti R5 e R6). Tav 3/6 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 4 A Carta dei vincoli e delle tutele (quadranti R7 e R8). Tav 4/6 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 5 A Carta dei vincoli e delle tutele (quadranti R9 e R10). Tav 5/6 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 6 A Carta dei vincoli e delle tutele (quadranti R11 e R12). Tav 6/6 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 7 A Carta delle aree protette (quadranti R2 e R4). Tav 1/3 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 8 A Carta delle aree protette (quadranti R5 e R7). Tav 2/3 1:10.000

T 0 0 IA 1 3 AMB CT 0 9 A Carta delle aree protette (quadranti R8 e R9). Tav 3/3 1:10.000 Carta delle valenze artistiche, architettoniche, storiche e T 0 0 IA 1 3 AMB CT 1 0 A 1:10.000 archeologiche.

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1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL PROGETTO 1.1 Descrizione sintetica dell’intervento: cronistoria, motivazioni e finalità

L’intervento in oggetto nasce dall’esigenza di adeguare e mettere in sicurezza un tratto della lunghezza di circa 100 km della Strada Statale 131 “Carlo Felice”, dal km 108+300 al km 209+500; esso prevede sostanzialmente l’eliminazione delle intersezioni a raso presenti su tale viabilità realizzando svincoli a livelli sfalsati, nonché l’eliminazione e/o adeguamento di tutti gli accessi presenti, che sono stati risolti con la riqualificazione e l’adeguamento di strade locali esistenti e la realizzazione di nuovi tratti di viabilità di ricucitura con il reticolo stradale esistente. L’intervento è relativo ad un itinerario inserito nell’elenco delle infrastrutture strategiche di cui alla delibera CIPE del 21/12/2001 n. 121 definito come corridoio S.S. 131 Porto Torres, successivamente aggiornata dalla delibera CIPE 26/2014, tra cui compare l’intervento relativo agli “Svincoli e messa in sicurezza dal Km 146+800 al Km 209+600”. Poiché il progetto in esame risulta in estensione all’intervento sopra citato, appare logico considerarlo appartenente anch’esso alla rosa degli interventi di Legge Obiettivo, e soggetto alle relative procedure. L’itinerario Cagliari Porto Torres è inoltre parte integrante della Rete Transeuropea di Trasporto (TEN-T) e, a partire dagli anni ’90, è stata oggetto di importanti interventi di ammodernamento e adeguamento, che hanno riguardato il tratto di infrastruttura che si sviluppa nella piana del Campidano. I lavori eseguiti hanno interessato il tratto che da Cagliari si estende sino all’abitato di Bauladu sino al km 108+300. La restante parte dell’itinerario è stato oggetto di studi di progettazione di adeguamento e ammodernamento alle norme del D.M. 5/11/2001. In tale ambito si inseriscono i progetti del 2° lotto omogeneo e del 3° lotto omogeneo. Il progetto generale della SS 131 è stato suddiviso in vari tronchi come di seguito indicato:  tronco 0 - dal km 6+000 al km 23+000, con lavori di adeguamento completati;  1° tronco - parte 1^ - dal km 23+000 al km 47+000, con lavori di adeguamento sostanzialmente completati, ad esclusione del lotto dal km 23+000 al km 32+000, con lavori ancora in corso, per rescissione contrattuale con l’impresa aggiudicataria originaria;  1° tronco - parte 2^ - dal km 47+000 al km 109+000, con lavori di adeguamento completati;  2° tronco dal km 109+000 al km 146+800, presentato al CIPE nel febbraio del 2003;  3° tronco dal km 146+800 al km 209+482, presentato al CIPE in data 18/03/2003;

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Negli anni 2003-2006 per conto della regione Sardegna, è stato redatto un progetto preliminare e la definizione di un progetto di minor impegno finanziario per la realizzazione di interventi di messa studio d’impatto ambientale sul quale sono state avviate le procedure di localizzazione e di in sicurezza dei tratti maggiormente critici presenti nei tronchi sopra citati, già individuati con il valutazione di impatto ambientale che interessava il 2° e 3° lotto omogeneo e che hanno seguito supporto delle analisi sviluppate dall’Università degli Studi di Cagliari, per conto della Regione separati procedimenti autorizzativi. Sardegna. In particolare il progetto del tracciato del 2° lotto omogeneo, dal km 109+500 al km 146+800, è L’insieme degli interventi che compongono il progetto è distribuito su di un tratto di arteria lungo più stato redatto per conto della regione Sardegna ed è suddiviso in 4 lotti: di 100 km, ed interessa un territorio morfologicamente molto vario. Le Province interessate dagli interventi sono Oristano, Nuovo e Sassari; i Comuni interessati  lotto 5 – dal km 109+500 al km 119+500 direttamente dagli interventi previsti nel progetto sono 21, oltre ad altri tre comuni interessati da  lotto 6 – dal km 119+500 al km 129+500 opere complementari (aree di deposito definitivo).  lotto 7 – dal km 129+500 al km 138+750

 lotto 8 – dal km 138+750 al km 146+800 Come premesso il progetto nasce da una pluralità di esigenze manifestatesi nel corso dell’ultimo Tale progetto preliminare è stato trasmesso al Ministero delle Infrastrutture per l’avvio delle decennio, in conseguenza della mancata attuazione dei progetti di ammodernamento e procedure di Legge Obiettivo e sull’intervento è stato emesso parere di valutazione di impatto adeguamento del tronco 2°, 109+000 al km 146+800, e del tronco 3°, dal km 146+800 al km ambientale (DEC/DSA/2004/00025 del 22.1.2004 con prescrizioni). 209+482, a causa della carenza di risorse finanziarie. Il tracciato del 3° lotto omogeneo è stato suddiviso in fase progettuale nei seguenti 6 interventi L’intervento ha dunque l’obiettivo di migliorare le condizioni di percorribilità e di sicurezza della (numerati dal 7 al 12): circolazione della esistente SS 131, attualmente inadeguata per caratteristiche tecniche e con elevata incidentalità.  Intervento n. 7 – Svincolo Macomer E’ stata la Direzione Generale per le Strade e Autostrade del Ministero delle Infrastrutture e dei  Intervento n. 8 – Altopiano Campeda Trasporti, Dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi Informativi e Statistici, che con nota n. 3275

 Intervento n. 9 – Svincolo Bonorva Pozzomaggiore del 01/08/2014, in qualità di Organo Competente ai sensi delle disposizioni introdotte dal D.Lgs n. 35/11, ha invitato l’ANAS a predisporre la progettazione della messa in sicurezza dei nodi critici del  Intervento n. 10 – Viadotto sul Rio Mulinu 2° e 3° lotto omogeneo della S.S. n. 131 in coerenza con le progettazioni già inviata al CIPE; la  Intervento n. 11 – Variante di Codrongianos stessa nota ha individuato gli interventi prioritari in accordo con la delibera di Giunta della Regione  Intervento n. 12 – dal km 202+000 al km 209+482 (Svincolo di Ossi) Autonoma della Sardegna. Il progetto preliminare, comprensivo di SIA, è stato trasmesso il 18.03.2003 al MATT e alle altre L’Accordo di Programma Quadro “Interventi di rilevanza strategica regionale nel settore della Amministrazioni competenti per l'avvio delle procedure VIA. La Commissione VIA ha espresso parere viabilità”, stipulato in data 29/09/2014 tra il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, il positivo con prescrizioni il 14.12.2004. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Autonoma Sardegna e l’ANAS, relativo al La carenza di fondi, per la copertura del complessivo fabbisogno per l’adeguamento dei due tronchi Fondo di Sviluppo e Coesione 2007-2013, prevede all’art. 4 l’inserimento nell’accordo, a seguito di funzionali pari a circa 1,8 miliardi di euro, non ha consentito la conclusione della procedura di atto aggiuntivo allo stesso e con un finanziamento pari a 37,436 milioni di euro di cui al Fondo di approvazione da parte del CIPE, lasciando il disegno complessivo di ammodernamento e Sviluppo e Coesione, dell’intervento “Ammodernamento della S.S. 131 dal Km 119,500 al Km adeguamento dell’intera S.S. 131, opera non ancora completata. 165,000 progetto complessivo – 1° intervento funzionale. L’elevato costo delle opere previste nei citati progetti e, nel contempo, l’assoluta necessità di interventi per sopperire ai deficit mostrati dall’arteria in termini di confort e di sicurezza, ha richiesto

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L’intervento è altresì inserito nel Decreto Legge n° 133 del 12/09/2014, G.U. 12/09/2014, “Sblocca Italia, con termine della consegna del progetto definitivo al 28/02/2015 (termine posticipato con il Decreto Legge 31 dicembre 2014, n. 192 " Mille proroghe").

1.2 Tempi di attuazione

Il tempo previsto per l’esecuzione dei lavori di realizzazione dello svincolo, a valle della redazione del progetto esecutivo e dei tempi approvativi, è di 30 mesi.

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2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E ASSETTO SOCIO-ECONOMICO SS 389 prov. SS - - Nuoro - - , che definisce l’itinerario che Il sistema stradale sardo è attualmente composto da una rete di circa 11.400 Km, articolata in tre consente di collegare fra loro il settore sud-est della provincia di Sassari con le aree dell’Ogliastra differenti categorie: e del Nuorese e, in particolare, fra il sistema Tortolì - Lanusei e la città di Nuoro. Esso costituisce inoltre un valido accesso per il centro - nord Sardegna verso i porti di Arbatax e l’adiacente  rete Statale (ANAS), estesa circa 2.923 km; aeroporto di III livello, nonché un possibile sbocco verso le zone marittime dell’Ogliastra per le  rete Provinciale, estesa circa 4.486 Km (di cui circa 1200 Km nella provincia di Nuoro); aree interne della Barbagia. Il tratto costituito dalla Nuoro – Mamoiada -Villanova Strisaili  rete Comunale, estesa circa 3.981 km. (frazione di Villagrande Strisaili), di recente apertura ed ancora non integralmente denominato, si L’attuale rete ha quale asse portante la S.S. 131 dir, arteria importante per il collegamento tra la connette a nord con la SS 131 dir, bypassando la nuova circonvallazione sud di Nuoro, aperta al provincia di Nuoro e le altre provincie, e quindi per il raggiungimento in tempi accettabili di porti e transito nel Maggio ’95, aeroporti. Nella tratta San Teodoro-Padru questa è in fase di completamento. Certo è che le  SS 129 tratto Macomer - innesto SS 131 dir, importante in quanto collega i due principali centri caratteristiche strutturali, che la renderebbero adeguata alle normative comunitarie sulla sicurezza, urbani della provincia e rappresenta una connessione diretta tra Nuoro, Sassari, e i nodi sono molto carenti, con il risultato che i tempi di percorrenza si dilatano in maniera considerevole. A d’interscambio esterno Alghero e Porto Torres. Rappresenta inoltre l’apertura della città di Nuoro questa direttrice si affiancano la S.S. 125 Orientale Sarda, la S.S. 129 Trasversale Sarda, la S.S. 386 con l’arco ferroviario, «Dorsale delle FS», attraverso il nodo di Macomer. Nuoro Lanusei. L’area in studio riguarda la SS 131 Cagliari- Sassari - Porto Torres, nel tratto compreso fra il Comune Su questi quattro assi, che costituiscono i fondamentali collegamenti con l’esterno del territorio di Bauladu e Sassari. provinciale, si attesta una rete viaria interna densa, soprattutto perché testimonianza di una lunga e diffusa colonizzazione del territorio e strumento degli intensi scambi tra le polarità di un insediamento storico minuto e sparso, ma sostanzialmente debole, perché incapace di raccordare adeguatamente questo sistema insediativo con l’esterno.

La rete viaria principale è pertanto costituita:

 SS 131 Cagliari - Sassari - Porto Torres, l’arteria più importante della Regione Sardegna che

interessa la Provincia di Nuoro per un piccolo tratto (circa 23 Km) nella zona di Macomer;

 SS 131 dir Abbasanta - Nuoro - Olbia, infrastruttura che completa la rete fondamentale connettendo Cagliari e Oristano con Nuoro e con il nodo Olbia Golfo Aranci, fungendo da

supporto, nell’ultimo tratto ( - Olbia), al forte sviluppo delle iniziative turistiche sulla costa. Garantisce inoltre il collegamento tra Nuoro e i nodi d’interscambio con l’esterno (Olbia,

Porto Torres, Cagliari).

Completano la rete viaria fondamentale le strade statali di competenza provinciale.

 SS 125 che partendo da Cagliari attraversa la provincia di Nuoro nel tratto Tortolì - - San Teodoro, di collegamento della costa orientale, a forte connotazione turistico - balneare, con il

nodo portuale e aeroportuale di Olbia e Golfo Aranci.

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La procedura seguita negli studi eseguiti (procedura di cluster analysis) ha consentito di individuare

sei gruppi tipologici, di cui almeno tre presentano un profilo sufficientemente significativo del rapporto fra identità territoriale e orientamento produttivo.

I tre gruppi principali (Figura 2-2) sono:

 i comuni “guida” (gruppo 6, in verde oliva);

 i comuni “turistici” (gruppo 5, in verde scuro);

 i comuni “dinamici” (gruppo 1, in rosa).

Il gruppo 6 è costituito da 39 comuni, tra cui i quattro capoluoghi di provincia, più altri comuni importanti come Iglesias, Porto Torres, Olbia, Alghero. Sedici comuni ricadono nella provincia di Cagliari, nove in quella di Sassari, nove ancora a Nuoro e cinque in provincia di Oristano. Fra le caratteristiche più interessanti che contribuiscono a delineare questo gruppo possono essere

segnalate:

 la presenza di una quota relativamente significativa di popolazione con titolo di studio secondario

o universitario;

 la maggiore concentrazione, rispetto agli altri gruppi, della quota di popolazione che presenta un reddito procapite superiore ai 30.897 euro;

 la diffusione di operatori economici attivi nell’ambito del settore dell’informazione e della comunicazione.

Altri aspetti di rilievo contribuiscono a tracciare un profilo proprio di aree territoriali urbanizzate, e cioè la concentrazione di attività culturali, l’elevata circolazione di automobili e l’elevata dotazione di

servizi.

Il gruppo 5 è costituito da 10 comuni che esprimono chiaramente la propria vocazione turistica. Si tratta in particolare di aree che includono Santa Teresa di Gallura, Stintino, Golfo Aranci, Palau,

Villasimius e che rappresentano la punta di diamante della specializzazione di servizi dedicati al turismo presente nella Regione. Si caratterizzano, infatti, per:

 un’ampia disponibilità di strutture alberghiere, con un’offerta estesa di posti letto ed un numero Figura 2-1: Inquadramento territoriale dell’area in studio (cerchio magenta) elevato di presenze;

Un quadro del contesto socio-economico nel quale si inserisce l’area d’intervento è fornito da alcuni  un chiaro orientamento delle strutture produttive esistenti verso attività terziarie, culturali e studi di settore relativi alla “ricerca sui fabbisogni formativi del territorio”. commerciali in particolare;  disponibilità economica della popolazione e accumulazione di capital umano.

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Di questi 10, cinque appartengono alla provincia di Sassari, tre alla provincia di Cagliari e due alla provincia di Nuoro. Il gruppo 1 è, invece, costituito da 19 comuni, di cui nove della provincia di Sassari, tre della provincia di Oristano, quattro della provincia di Nuoro e tre, infine, del territorio cagliaritano. Si tratta in questo caso di comuni che presentano una discreta diffusione di attività economiche, prevalentemente a carattere terziario e commerciale, ma con una presenza indicativa di attività industriali. Assumono, in sostanza, già le caratteristiche dei comuni “guida”, ma non presentano ancora le caratteristiche di sviluppo delle aree urbane esistenti in questo gruppo. Degli altri tre gruppi, almeno due potrebbero costituire una tipologia di riferimento, essendo caratterizzati, l’uno (81 comuni, gruppo 4, in marrone nella Figura 2-2) dalla diffusione delle attività agricole e da aspetti classici delle aree rurali (invecchiamento della popolazione, scarso livello di istruzione, basso livello di reddito), l’altro (88 comuni, gruppo 3, in rosso) dalla presenza di attività produttive di tipo industriale che porta con sé tutte le conseguenze di un territorio esposto a processi di deindustrializzazione e di progressiva riconversione. L’ultimo gruppo, costituito da 140 comuni (gruppo 2, in bianco), non presenta invece un livello di significatività delle variabili prescelte tale da identificare un chiaro orientamento dei processi economici e sociali. Come si deduce dalla Figura 2-2 la SS 131 (nel tratto in studio) interessa prevalentemente comuni appartenenti al gruppo 6, al gruppo 4 e al gruppo 3.

Figura 2-2: Mappa socio-economica dei comuni della Sardegna

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3 INQUADRAMENTO DEL PROGETTO NEL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO Il progetto si inquadra nell’ambito dei seguenti riferimenti normativi “ambientali”:

 Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni: “Norme in materia ambientale”.

 Deliberazione della Giunta Regionale n. 5/11 del 15 febbraio 2005: Procedure per l’attuazione dell’art. 31 della L.R.18 gennaio 1999 n. 1 recante “Norma transitoria in materia di valutazione di impatto ambientale”.

 Deliberazione della Giunta Regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008: Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica.

 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005: Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell’art. 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

Oltre a quanto sopra elencato, il progetto tiene conto di tutte le indicazioni/prescrizioni contenute nelle norme dei vari Piani/Programmi di seguito trattati.

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4 ANALISI DEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE Nella seduta del CIPE 3 agosto 2011 è stata approvata la deliberazione n. 62/2011 “Individuazione CORRELABILI DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE AL PROGETTO ed assegnazione di risorse ad interventi di rilievo nazionale ed interregionale e di rilevanza strategica 4.1 Strumenti della pianificazione/programmazione nazionale regionale per l’attuazione del Piano Nazionale per il Sud”, che ha assegnato, per gli interventi Di seguito si riporta un quadro della programmazione a livello nazionale attinente gli interventi di individuati, risorse pari a 1.073,419 milioni di euro rinvenienti dal cofinanziamento del PAR FAS progetto e quindi strettamente legata alle infrastrutture viarie. Sardegna 2007-2013 – Strategia “Infrastrutture e reti di servizio”. Si sono comunque esaminati altri Piani/Programmazione di tipo “socio-economico” per verificarne Gli interventi e il relativo finanziamento disposto dalla deliberazione citata sono rappresentati nella l’eventuale pertinenza con il progetto, quali ad esempio il tabella seguente:

 Programma Operativo Nazionale (PON) Reti e Mobilità 2007-2013. Il PON interviene in

Calabria, Campania, Puglia e Sicilia per rendere le vie di comunicazione più semplici,

veloci e sostenibili, migliorando i collegamenti tra i mercati del Nord Europa e del

Mediterraneo, l’Africa e l’Asia.

 Piano Nazionale per il Sud. Il Piano nazionale per il Sud (PNS) è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 novembre 2010 e comprende grandi progetti infrastrutturali a rete, materiali e immateriali, destinati al sistema dei collegamenti dorsali e trasversali, con specifico riferimento al sistema ferroviario Alta Capacità/Alta Velocità, alle opere logistiche e ai sistemi ferroviari e viari del Sud e delle isole maggiori.

Gli interventi infrastrutturali nazionali individuati come prioritari per lo sviluppo del Mezzogiorno sono il potenziamento delle direttrici ferroviarie Napoli-Bari-Lecce-Taranto, Catania-Palermo e Salerno-Reggio Calabria; la SS Olbia-Sassari; il completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Tali interventi hanno un fabbisogno stimato in 10.880,6 milioni di euro ma ad essi sono assegnati 1.653,6 milioni di euro rivenienti dalle quote regionali della politica regionale unitaria nazionale 2007-2013.

Gli interventi infrastrutturali interregionali e regionali prioritari sono infrastrutture stradali e

ferroviarie, interventi complementari, corridoi stradali e autostradali, reti idriche e acquedotti,

autostrade. Porti e interporti, ecc. per un costo complessivo di 10.227,3 milioni di euro.

Attualmente il fabbisogno di tali interventi è pari a 7.203 milioni di euro. A tali interventi sono

assegnate risorse per 5.817,7 milioni di euro.

L’attuazione degli interventi strategici prioritari nazionali e regionali avverrà attraverso appositi “contratti istituzionali di sviluppo” introdotti dalla Delibera 1/2011 che individuava gli obiettivi del Piano per il Sud e i criteri e le modalità di programmazione dei Fondi FAS.

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4.1.1 Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) I restanti assi della rete SNIT, hanno invece la funzione di distribuire sul territorio il traffico

In linea con le politiche comunitarie, nel 2001, l’Italia ha redatto il Piano Generale dei Trasporti e proveniente dalla rete di primo livello anche se comunque, data la loro importanza, mantengono pur della Logistica (P.G.T.L.), elaborato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con lo scopo di sempre un interesse nazionale. effettuare una prima analisi sul Sistema dei Trasporti italiano e di proporre soluzioni ai problemi Per quanto riguarda la Sardegna, le strade che appartengono alla rete di 1° livello SNIT sono: identificati e ritenuti prioritari.  S.S. 131 Porto Torres-Sassari-Cagliari; Il P.G.T.L. approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 marzo 2001 e adottato con D.P.R. 14 marzo 2001,  S.S. 597-S.S. 199 Olbia-Sassari; propone lo sviluppo di un sistema infrastrutturale che superi le carenze attuali. Genericamente, il PGTL ha come obiettivo primario quello di individuare il nuovo assetto del sistema dei trasporti  S.S. 291 Sassari-Aeroporto di Alghero. nazionali, principalmente basati su una forte integrazione fra modi e sulla necessità di razionalizzare Innanzitutto si nota come queste strade, che il PGTL individua di primaria importanza, siano quelle la gestione delle infrastrutture già presenti nel territorio. che formano la cosiddetta “Y”, ovvero che garantiscono i collegamenti con i principali porti (Cagliari, Il PGTL individua, come struttura portante dell’assetto infrastrutturale nazionale, il Sistema Nazionale Olbia, Porto Torres) ed aeroporti (Cagliari, Olbia, Alghero) dell’isola. Integrato dei Trasporti (SNIT), costituito dall’insieme delle infrastrutture esistenti sulle quali si L’altro aspetto rilevante è che il Piano considera facente parte della rete un intero itinerario (es. svolgono i servizi di trasporto di livello nazionale. La rete stradale che fa parte dello SNIT è Porto Torres-Sassari-Cagliari) e non la singola strada, proprio a voler enfatizzare una scelta rivolta composta dalle autostrade e dalle principali strade statali, quelle cioè che restano di competenza più alle relazioni da soddisfare che alle singole infrastrutture in senso stretto. dello Stato dopo il conferimento alle Regioni ed agli Enti Locali delle funzioni in materia di viabilità, Le altre strade che in Sardegna fanno parte dello SNIT, ma non della rete di 1°livello, sono tutte le disposto dal Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 112 ed attuate con il Decreto Legislativo 29 strade che restano di competenza dello Stato dopo il conferimento alle Regioni e Enti Locali delle ottobre 1999 n. 461. funzioni in materia di viabilità ai sensi del citato D.Lgs112/98. Tali infrastrutture stradali collegano fra Pertanto nel PGTL viene individuata la rete stradale SNIT di primo livello, costituita dagli assi che loro gli assi principali della rete, rafforzando l’interconnessione anche con i porti e gli aeroporti di formano la struttura portante fondamentale. L’appartenenza alla rete di primo livello è definita sulla interesse nazionale. base delle funzioni svolte dalle varie infrastrutture stradali, tenendo conto delle diverse In data 29 maggio 2012, l'Assemblea generale della Consulta per l'autotrasporto e la logistica ha caratteristiche geometriche, dei livelli di congestione e degli standard di sicurezza. In particolare, approvato il documento propositivo sulle prime misure di attuazione del “Piano Nazionale per la fanno parte dello “SNIT di primo livello” gli assi stradali e autostradali che collegano fra loro le varie Logistica 2011/2020”, contenente quattro proposte operative che sono state trasmesse regioni del Paese e queste con la rete viaria principale, che sono prevalentemente interessati da all'attenzione del Sig. Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con nota prot. 567/CGA del 30 flussi di traffico a lunga percorrenza (> 300 km). maggio 2012, per le conseguenti valutazioni in sede politica. Per le infrastrutture appartenenti alla rete “SNIT di primo livello”, il PGTL ha individuato gli interventi Nel corso della fase di redazione del nuovo Piano Nazionale della Logistica, sono stati completati una necessari per garantire un accettabile grado di sicurezza e mantenere la congestione veicolare entro serie di studi di approfondimento ed analisi strutturali degli aspetti più importanti del Piano, anche al livelli ammissibili, tenendo conto dei diversi scenari di evoluzione della domanda di trasporto su fine di definire il nuovo assetto logistico e infrastrutturale indispensabile per lo sviluppo del Paese. Di gomma. Poiché le strade della rete SNIT di primo livello, svolgono la funzione prevalente di seguito, i documenti di studio elaborati collegamento extraurbano a lunga distanza, esse dovrebbero avere le caratteristiche geometriche di  Piattaforme territoriali: aspetti demo-socio-economici e infrastrutturali autostrade o di strade extraurbane principali (secondo l’art. 2 del CdS) ovvero: carreggiate  Trasporto combinato ferroviario ed aereo indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie per senso di  Trasporto combinato marittimo marcia e corsia di emergenza o banchina pavimentata a destra.  Processi di filiera e morfologia dei flussi internazionali

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 Studi preparatori alla revisione del Piano Nazionale della Logistica 2011/2020 La strategia di sviluppo regionale è articolata in sette Assi o Priorità di intervento:

I suddetti studi di approfondimento e di analisi del Piano 2011/2020 hanno consentito di elaborare il  Asse I - Società dell’informazione testo finale del 26 luglio 2012.  Asse II - Inclusione, servizi sociali, istruzione e legalità Tra le 7 piattaforme logistiche individuate, la Piattaforma Logistica del Mediterraneo Sud comprende la Sardegna e la Sicilia.  Asse III - Energia

Dal punto di vista logistico, la Piattaforma Mediterraneo Sud presenta caratteristiche strutturali  Asse IV - Ambiente, attrattività naturale culturale e turismo diverse rispetto al resto del Mezzogiorno: sia perché le due isole sono fortemente dipendenti dai  Asse V - Sviluppo urbano trasporti marittimi e aerei, ma anche perché possiedono un sistema infrastrutturale generalmente insoddisfacente e al di sotto della media nazionale.  Asse VI - Competitività Il Nuovo Piano Nazionale della Logistica individua nel tema dell’accessibilità dei territori, nonché la  Asse VII - Assistenza tecnica. centralità del sistema portuale le linee d’indirizzo per lo sviluppo dei territori della Piattaforma Il Documento definisce anche le modalità di attuazione del Programma, indicando le principali Per “accessibilità dei territori” si intende: Autorità e Organismi che avranno il compito di sorvegliare e gestire la sua attuazione.

 l'interconnessione tra l'infrastruttura ferroviaria, aerea, stradale e marittima della rete globale; In luglio 2014 è stata trasmessa il Programma Operativo FESR 2014 - 2020 alla Commissione  adeguati collegamenti tra stazioni ferroviarie o aeroporti della rete globale all'interno di un nodo europea, dando vita alla fase "di negoziazione" del Documento che vedrà impegnati la Regione urbano; Sardegna - Autorità di Gestione del POR FESR, la Commissione europea e il Ministero dello Sviluppo  una connessione senza interruzioni tra l'infrastruttura della rete globale e l'infrastruttura per il Economico, per definire, i settori di intervento sui quali l'Isola scommette nel prossimo settennio e le traffico regionale e locale, includendo il consolidamento logistico e i centri di distribuzione; risorse comunitarie che verranno assegnate a ciascuno di essi, per rafforzare il sistema economico

perfettamente coerente con il progetto in esame. ed essere competitiva con il mercato nazionale ed estero. Sono oltre 930 milioni di euro, di cui il 50% provenienti dall'Unione Europea, le risorse destinate al 4.2 Strumenti della pianificazione/programmazione regionale e provinciale POR FESR 2014-2020 che dovranno essere definite e concordate insieme agli Uffici della

4.2.1 POR – FESR 2014 -2020 Commissione europea. Il Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Por Fesr) è il Il Documento è stato redatto sulla base delle indicazioni della nuova Giunta Pigliaru e del Consiglio documento con il quale la Regione programma le risorse del medesimo Fondo. Il Por individua la regionale, dei Regolamenti comunitari, dell'Accordo di Partenariato nazionale e del confronto con il strategia di sviluppo per accrescere la competitività e l’attrattività del sistema produttivo, che fa leva Partenariato istituzionale, economico e sociale. sulla diffusione dell’innovazione, la valorizzazione delle risorse naturali e culturali e la riduzione della La proposta inviata alla Commissione europea prevede la ripartizione degli oltre 900 milioni di euro dipendenza energetica dalle fonti tradizionali. nei 7 Assi prioritari che dovranno finanziare in primis la competitività del sistema produttivo (27% Per il periodo 2007-2013, il Por Fesr è stato elaborato in coerenza con gli Orientamenti risorse totali) e il settore energia sostenibile e qualità della vita (20% risorse totali). All'agenda Strategici e i Regolamenti Comunitari in materia di politica di coesione e con le disposizioni digitale verranno assegnate il 14% delle risorse, all'inclusione sociale, la lotta alla povertà e non del Quadro Strategico Nazionale. Il Documento Strategico Regionale (Dsr) e il Programma di discriminazione il 12%. Alla tutela dell'ambiente e valorizzazione del patrimonio culturale vengono Sviluppo Regionale (Psr) hanno contribuito a dare una dimensione locale al documento e ad assegnate il 5% delle risorse, lo stesso importo è previsto per il rafforzamento della capacità individuare le priorità e gli obiettivi da raggiungere nel corso della programmazione 2007- amministrativa. Il restante 4% viene destinato alle attività di sostegno per l'attuazione del 2013. Programma.

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L’analisi socio-economica condotte nell’ambito del documento 2014-2020, confermano le condizioni Programma Quadro sulla Viabilità (2003) e sulla Mobilità (2004) e successive integrazioni, al Piano di criticità dell’Isola e delle condizioni di disparità che caratterizzano la Sardegna rispetto al resto Strategico Regionale 2007 – 2013, al Piano Regionale di Sviluppo 2007-2009 e al Piano Paesaggistico d’Italia. e del Piano Regionale di Sviluppo Turistico sostenibile. Per ciò che è più attinente al sistema infrastrutturale, si rileva quanto segue: La proposta definitiva del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) è stata approvata con deliberazione n. 66/23 del 27 novembre 2008. Successivamente alla sua presentazione, il Piano Regionale di Trasporti ha attraversato una fase di verifica, di condivisione da parte dei territori e degli Enti locali ed intrapreso la procedura di Valutazione Ambientale Strategica, come previsto dal DL n°152 “Norme in materia ambientale”. Nel PRT è stata proposta una suddivisione della rete stradale sarda in quattro categorie, distinte per le diverse funzionalità ad esse assegnate:

 La rete fondamentale, che individua la grande maglia di livello nazionale ed europeo con funzioni di collegamento tra i capoluoghi di provincia e i nodi di interscambio con l’esterno.

 La rete di interesse regionale (e di connessione nazionale) di primo livello con la funzione di Individuate le varie criticità, il POR-FESR 2014-2020 articola la strategia di sviluppo in sette collegare tra loro le nuove province ed i centri urbani di riferimento e le stesse con i principali Assi prioritari: nodi di interscambio a completamento della rete fondamentale. In questo primo livello vengono  Asse I: Ricerca, Sviluppo tecnologico ed innovazione, fatti rientrare anche gli itinerari che presentano particolare interesse per lo sviluppo socio-

 Asse II: Agenda Digitale, economico dell’isola a sostegno dei sistemi produttivi, turistici ed insediativi.

 Asse III: Competitività del sistema produttivo,  La rete di interesse regionale (e di connessione nazionale) di secondo livello con le funzioni direttrici di connettività per le nuove province ed il relativo sistema urbano di riferimento e di  Asse IV: Energia sostenibile e qualità della vita, collegamento e/o raccordo con la rete di primo livello.  Asse V: Tutela dell’ambiente, uso efficiente delle risorse e valorizzazione del patrimonio naturale  La rete dei livelli di interesse sub-regionale e provinciale, a completamento della maglia della rete e culturale a fini turistici, provinciale e locale, che deve realizzare in particolare i collegamenti di ambito locale in  Asse VI: Promozione dell’inclusione sociale, miglioramento dei servizi al cittadino e rafforzamento riferimento allo schema di assetto territoriale d’ambito (connessione costa-zone interne, ecc.). della capacità amministrativa, Il progetto del sistema stradale definito nel PRT, propone la realizzazione di un complesso di

 Asse VII: Assistenza Tecnica. collegamenti viari di “livello fondamentale”, “primario (I livello regionale)” e “secondario (II livello regionale)” per: 4.2.2 Piano Regionale dei Trasporti (PRT)  il completamento degli archi del corridoio plurimodale Sardegna-Continente di integrazione L’unitarietà fisica e funzionale del sistema nazionale dei trasporti esige che si realizzi la massima nazionale ed europea; coerenza possibile tra gli obiettivi del PGTL (2001) e quelli del PRT. Tale coerenza rispetto al piano sovraordinato consente inoltre quasi automaticamente di ritrovare  la strutturazione delle connessioni tra i capoluoghi di Provincia e gli insediamenti residenziali e piena sintonia con gli altri documenti programmatori messi a punto in quest’ultimo periodo che produttivi di più rilevante importanza regionale, nonché delle relazioni di integrazione fascia fanno principalmente riferimento al Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006, agli Accordi di costiera-zone interne.

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La SS 131 “Cagliari - Sassari – Porto Torres” (229 km) rappresenta l'arteria più importante della regione Sardegna, non solo per i flussi di traffico che vi transitano, ma soprattutto per la funzione di collegamento dei principali insediamenti produttivi, direzionali e residenziali e dei principali poli di interscambio con l'esterno (porti ed aeroporti). Rappresenta inoltre l'armatura portante del corridoio

plurimodale Sardegna/Continente e pone in collegamento diretto tra loro i centri di Cagliari,

Oristano, Sassari e Porto Torres. Attualmente la strada è oggetto di riqualificazione ed

ammodernamento: fino al km 109, alcuni lotti sono stati realizzati ed altri sono in fase di avanzata

realizzazione, mentre dal km 109 in poi la strada è ancora in fase d progetto e oggetto del presente

Studio d’Impatto Ambientale. Per questa viabilità il PRT prevede si debbano garantire livelli di funzionalità di tipo autostradale, con sezioni tipo B strade extraurbane principali (DM 5.11.2001) con velocità di progetto (VdP) compresa fra 70 e 120 km/h. Con queste caratteristiche, su tale rete, viene assicurata un’accessibilità dai capoluoghi di Provincia ai centri di interscambio con l’esterno, e tra loro, all’interno dell’isocrona delle 2h 40m, consentendo di realizzare sulle principali O/D i seguenti tempi di percorrenza, avendo ipotizzato una velocità media di 105 km/h per il tipo B del DM 5.11.2001 e di 90 km/h per il tipo C (cfr Tabella 4-1).

Tabella 4-1: Tempi di percorrenza dei principali collegamenti regionali Figura 4-1: Rete fondamentale e rete d’interesse regionale: priorità d’intervento

Come risulta evidente dall’immagine precedente l’itinerario in progetto fa parte delle priorità d’intervento della “rete fondamentale”.

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4.2.3 Piano Paesaggistico Regionale (PPR) Il PPR (art. 2) ha contenuto descrittivo, prescrittivo ed indicativo ai sensi dell’art. 135, comma 3 del Codice Urbani ( D.Lgs 42/2004) e in particolare: Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) della Sardegna è stato approvato il 5/09/2006 con  ripartisce il territorio regionale in ambiti di paesaggio; Deliberazione di Giunta Regionale n°36/7. La politica del territorio sardo si dota, attraverso il PPR, di uno strumento che tutela i diritti dell'ambiente e che ricerca qualità urbanistica e trasformazioni  detta indirizzi e prescrizioni per la conservazione degli aspetti significativi del paesaggio, compatibili. Nel rispetto di queste linee si è tenuto conto anche della tutela della vegetazione, delle individuando le azioni necessarie per orientare le trasformazioni in una direzione di sviluppo risorse idriche, del suolo, dell'aria, dei beni storici e culturali. sostenibile;

Il PPR della Sardegna è il primo piano paesaggistico redatto in Italia in conformità con il "Codice  configura un sistema di partecipazione alla gestione del territorio allargato agli enti locali e alla Urbani" (D.lg. 42/2004), che persegue le finalità di migliorare la qualità delle vita dei cittadini e società civile. promuove forme di sviluppo sostenibile. Il PPR viene assunto, nella sua valenza urbanistica, come I principi guida del PPR, (art. 3) coerenti con la Convenzione Europea del paesaggio e con lo schema strumento sovraordinato della pianificazione del territorio, con contenuti descrittivi, prescrittivi e di Sviluppo dello Spazio Europeo, riguardano: propositivi (art. 143, comma 3, del CBCP e art. 2, comma 2, delle NTA).  il controllo della espansione della città; Approvando il PPR, la Regione Sardegna ha istituito la cornice e il quadro programmatico della pianificazione del territorio regionale.  la gestione dell’ecosistema urbano secondo il principio della precauzione;

La Giunta Regionale con Deliberazione n. 39/1 del 10 ottobre 2014 ha revocato la D.G.R. n.45/2 del  la conservazione e sviluppo del patrimonio naturale e culturale; 25 ottobre 2013, concernente l’approvazione preliminare del Piano Paesaggistico della Sardegna  l’alleggerimento della eccessiva pressione urbanistica , in particolare nelle zone costiere; (PPS). Il provvedimento fa seguito alla D.G.R n. 10/20 del l 28 marzo 2014 con cui era stata annullata la Deliberazione n. 6/18 del 14.2.2014 di approvazione definitiva dell’aggiornamento e  le politiche settoriali, nel rispetto della conservazione della diversità biologica; revisione PPR. Con la revoca del PPS 2013 si torna alle norme di attuazione del 2006 integrate  le strategie territoriali integrate per le zone ecologicamente sensibili; dall'aggiornamento del repertorio del Mosaico 2014.  la protezione del suolo con la riduzione delle erosioni; Il PPR opera una ricognizione dell’intero territorio regionale e ne costruisce la base conoscitiva  la conservazione e il recupero delle grandi zone umide e degli ecosistemi marini; facendo riferimento a: Assetto Ambientale, Assetto Storico-Culturale, Assetto Insediativo (art. 16, com. 1 Parte II delle NTA). L’integrazione di tali assetti costituisce l’assetto territoriale regionale ed è  il recupero di paesaggi degradati da attività umane. normata dai titoli I, II e III delle norme di piano. Il PPR opera una ricognizione dell’intero territorio regionale e ne costruisce la base conoscitiva Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) è divenuto lo strumento fondamentale di gestione del facendo riferimento a: Assetto Ambientale, Assetto Storico-Culturale, Assetto Insediativo (art. 16, territorio sardo. com. 1 Parte II delle NTA). L’integrazione di tali assetti costituisce l’assetto territoriale regionale ed è normata dai titoli I, II e III delle norme di piano. All’Art. 1 comma 7 sono indicate le finalità del PPR:  preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità ambientale,  Assetto ambientale. L’assetto ambientale si riferisce a tutti gli elementi della natura che hanno storica, culturale e insediativa del territorio sardo; contribuito a connotare il paesaggio, così come noi ora oggi lo possiamo percepire. E’ anzitutto da rilevare come, dal punto di vista generale e sotto il profilo geologico, la Sardegna sia un  proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale a la relativa biodiversità; territorio caratterizzato da una forte disomogeneità.  assicurare la salvaguardia del territorio e promuovere forme di sviluppo sostenibile, al fine di  Questa caratteristica, riflesso di una storia lunga ed articolata, determina una varietà conservare e migliorarne le qualità. paesaggistica che altrove non è altrettanto facile individuare: “La complessità geologica conseguente alla lunga storia geologica dell’Isola, oltre a riflettersi in una considerevole varietà di

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unità paesaggistiche, si manifesta in una serie di meso - e macroforme. Tali forme che si Come è evidente dalla Figura 4-2: Carta degli Ambiti di Paesaggio gli interventi di progetto non ripetono all’interno delle singole unità di paesaggio contribuiscono a caratterizzarle ricadono negli ambiti omogenei costieri. Solo l’adeguamento dello svincolo di Sassari ricade ulteriormente”. A questa varietà paesaggistica corrisponde la grande eterogeneità e ricchezza all’interno dell’ambito paesaggistico denominato “Golfo dell’Asinara”. degli aspetti botanici e faunistici, alla cui conservazione fino ai nostri giorni ha indubbiamente Il progetto dell’Ambito del Golfo dell’Asinara si basa sul riconoscimento della dominante ambientale- collaborato in modo determinante il carattere isolato del territorio. paesaggistica del Golfo, all’interno del quale è riconoscibile la struttura che organizza il paesaggio naturale ed insediativo. Il progetto di riqualificazione dell’Ambito si articola, a partire dalla  Assetto storico – culturale. L’assetto storico – culturale mira ad analizzare il processo di individuazione delle principali relazioni fra i segni dell’ambiente e le forme dell’insediamento, in azioni costruzione del paesaggio attraverso la lettura dei segni e delle tracce materiali – anche di tipo integrate fra la matrice ambientale del paesaggio e la matrice urbana. Sono assunti come elementi puntuale – lasciati sul territorio a partire dalla preistoria dell’uomo. Si riferiscono a questa strutturanti del progetto d’Ambito: la direttrice Sassari-Porto Torres e il sistema sabbioso di categoria le regioni storiche costiere (Gallura, Baronie, Campidano, Sulcis, ecc.), i sistemi storico Platamona come centro ambientale dominante. – culturali di tipo territoriale (bonifiche di Castiadas, centri medievali, Colli di Cagliari, sistemi

minerari, ecc.), le aree caratterizzate da edifici e manufatti di valenza storico culturale, quali i

luoghi di culto e le aree funerarie a partire dalla preistoria, gli insediamenti archeologici, le

architetture religiose, le architetture civili e le archeologie industriali.

 Assetto insediativo. L’assetto insediativo si concentra sulla nozione antropica di paesaggio ovvero risultante dai lunghi processi di insediamento e che trova espressione nel concetto di “identità del territorio”. E’ l’uomo l’elemento che più di ogni altro ha determinato le caratteristiche del paesaggio così come noi oggi lo possiamo percepire, attraverso le trasformazioni che esso ha portato sul territorio: a partire da c.a. 12.000 anni fa, con la civiltà Nuragica di carattere prevalentemente agro pastorale che ha comportato una riduzione delle foreste; in età romana con le grandi piantagioni di cereali destinate all’approvvigionamento alimentare della capitale; nel medioevo con la formazione dei villaggi, per cui si realizzano canalizzazioni per l’approvvigionamento idrico; nell’Ottocento in cui si assiste a un parziale rimboschimento con specie esotiche. Ma è negli ultimi decenni che si assiste alla grande espansione dei centri abitati e - particolarmente nella fascia costiera - a una modifica radicale del paesaggio naturale, anche attraverso lo sfruttamento del territorio a fini turistici.

Sulla base della lettura del territorio articolata secondo i suddetti tre diversi assetti,  sono stati identificati 27 ambiti omogenei costieri. In relazione a tali ambiti (individuati all’art. 14 com. 1 delle NTA), sono assegnati a ogni parte del territorio precisi obiettivi di qualità e attribuite le regole per il mantenimento delle caratteristiche principali, per lo sviluppo urbanistico ed edilizio, ma anche per il recupero e la riqualificazione.

 Vengono individuati i beni paesaggistici, i beni identitari e le componenti di paesaggio e la relativa disciplina generale costituita da indirizzi e prescrizioni.

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I restanti temi di PPR, specificatamente riguardanti i vincoli paesaggistici, i beni identitari e le aree protette, sono riportati nella “Carta delle aree protette” e “Carta delle valenze artistiche, architettoniche, storiche e archeologiche” per maggiore chiarezza espositiva. I principali interventi di nuova realizzazione ricadono nelle seguenti categorie del paesaggio ambientale e del paesaggio insediativo:

Nuovo svincolo di Paulilatino al km 120+000 Aree con forte presenza di ambienti naturali e subnaturali Macchia, dune e aree umide Aree seminaturali Praterie e spiagge Aree ad utilizzazione agro-forestale Colture erbacce specializzate

Nuovo svincolo di Mulargia-Macomer al Km 148+000: Aree seminaturali Praterie e spiagge Aree ad utilizzazione agro-forestale Colture erbacce specializzate

Completamento/adeguamento svincolo di Bonorva Sud al Km 158+000 Aree seminaturali Praterie e spiagge Aree antropizzate

Nuovo svincolo di Bonorva Nord al km 162+000 Aree seminaturali Praterie e spiagge

Aree ad utilizzazione agro-forestale Colture erbacce specializzate

Figura 4-2: Carta degli Ambiti di Paesaggio Nuovo svincolo di Cossoine al Km 165+000 Nella “Carta della pianificazione territoriale - Piano Paesistico Regionale” allegata al presente Quadro Aree ad utilizzazione agro-forestale Colture erbacce specializzate di Riferimento Programmatico si riportano i temi di PPR relativi a:

 ambiti di paesaggio, Nuovo svincolo al km 190+000 Aree ad utilizzazione agro-forestale Colture erbacce specializzate  componenti del paesaggio ambientale,

 componenti del paesaggio insediativo.

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 Sub Bacino Posada Cedrino Realizzazione di complanari e riqualificazione delle viabilità provinciali SP124 e SP125 dallo Svincolo di Bonorva Sud (km 158) allo svincolo di  Sub Bacino Sud orientale Cossoine (km 165) Aree con forte presenza di ambienti naturali e subnaturali Macchia, dune e aree umide  Sub Bacino Flumendosa Campidano Cixerri Gli interventi in progetto ricadono nei bacini del Tirso e del Coghinas-Mannu-Temo. Boschi Aree seminaturali Praterie e spiagge Il P.A.I. è stato approvato con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n.67 del 10.07.2006 Aree ad utilizzazione agro-forestale Colture erbacce specializzate con tutti i suoi elaborati descrittivi e cartografici. Le Norme di Attuazione del P.A.I. sono state aggiornate e approvate con Decreto del Presidente Nelle suddette aree, secondo quanto prescritto nelle Norme (art. 21. comma 4 e comma 5), possono della Regione Sardegna n.35 del 21 Marzo 2008. essere realizzati gli interventi pubblici del sistema delle infrastrutture di cui all’art. 102 ricompresi nei In particolare, il P.A.I. fornisce la perimetrazione sia delle aree inondabili (aree di pericolosità rispettivi piani di settore non altrimenti localizzabili. idraulica) che di quelle a rischio di piena. Gli interventi devono essere orientati, qualora sussistano alternative verso le aree ad utilizzazione Per completezza espositiva occorre evidenziare che il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino agro-forestale non fruibili a fini produttivi o verso quelle a naturalità meno elevata, e comunque Regionale ha provveduto con Deliberazione N. 1 del 31 Marzo 2011 all’Adozione preliminare di verso situazioni in cui l’evoluzione risulti ammissibile e non contrasti coi in valori paesaggistici del “Studi, indagini, elaborazioni attinenti all’ingegneria integrata, necessari alla redazione dello Studio contesto. denominato “Progetto di Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (P.S.F.F.)”. Dall’analisi della cartografia resa disponibile dal P.A.I. emerge che le principali interferenze con gli 4.2.4 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) interventi previsti dal progetto, si hanno con siti a rischio frana ricadenti nel bacino Coghinas-Mannu- Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.), è stato redatto ai sensi della legge n. 183/1989 Temo. In particolare: e del decreto-legge n. 180/1998, con le relative fonti normative di conversione, modifica e integrazione.  Nel Comune di Bonorva, a cavallo proprio della SS 131, l’adeguamento della SP 125 e in parte il Il P.A.I. è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate previsto svincolo di “Bonorva Sud”, ricadono su terreni a pericolosità di frana Hg4 4 e classificati e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla a rischio E2, giustificati dalla scarsa presenza di persone ma comunque da zone dove sono valorizzazione del suolo, alla prevenzione del rischio idrogeologico, sulla base delle caratteristiche presenti frane attive e/o quiescenti. fisiche ed ambientali del territorio interessato.  Nel Comune di Cossoine, il previsto svincolo ricade su terreni a pericolosità di frana Hg3, Il P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore e prevale sui piani e programmi di settore di livello caratterizzati da frane quiescenti con tempi di attivazione pluriennali o pluridecennali; regionale.  Nel Comune di Torralba, a Sud dell’abitato, i previsti adeguamenti lungo la SS 131 fini allo Il PAI si applica nel bacino idrografico della Sardegna, corrispondente all’intero territorio regionale, svincolo al Km 173 , interessano in modo marginale aree di pericolo frana Hg 4 e Hg 3 ; comprese le isole minori, che ai sensi della Deliberazione della Giunta regionale n.45/57 del  Nel Comune di Codrongianus, il previsto svincolo di Florinas (al 194 della SS 131), interessa aree 30.10.1990 è suddiviso in sette sottobacini: a pericolosità Hg 1, caratterizzate da zone franoise marginali;  Sub Bacino Sulcis  Nel Comune di Sassari, a Sud dell’abitato, gli adeguamenti previsti lungo la SS 131 interessano  Sub Bacino Tirso un’ampia area a pericolosità di frana diffusa e differente a seconda delle zone; il rischio è  Sub Bacino Coghinas-Mannu-Temo compreso fra E4, E3 e E2, giustificata dalla presenza di movimenti gravitativi diffusi in zone

 Sub Bacino Liscia caratterizzate da importanti infrastrutture e nuclei industriali.

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 18 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 per le acque superficiali: rappresentazione cartografica dell’ubicazione e del perimetro dei Nel bacino del Tirso le uniche segnalazioni si riferiscono al: corpi idrici con indicazione degli ecotipi presenti all’interno del bacino idrografico e dei corpi idrici di riferimento così come indicato all’allegato 1.  Comune di Norbello un’ampia porzione del territorio comunale è interessata da movimenti gravitativi comunque lontani dagli interventi di progetto;  per le acque sotterranee: rappresentazione cartografica della geometria e delle caratteristiche litostratografiche e idrogeologiche delle singole zone;  Comune d Bortigali un’ampia area in frana interessa il centro abitato, fino a lambire la SS 131 in vicinanza del previsto adeguamento dello svincolo di “Macomer Nord”.  suddivisione del territorio in zone acquifere omogenee; Per quanto riguarda invece il rischio di piena non si prefigura alcuna interferenza con le aree 2. sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo stato delle riportare nel PAI. acque superficiali e sotterranee. Nella “Carta della pianificazione settoriale - Piano Assetto Idrogeologico” sono riportate le 3. elenco degli obiettivi di qualità definiti a norma dell’articolo 4 per le acque superficiali e le acque interferenze sopra descritte fra interventi di progetto e aree a rischio idraulico e geomorfologico. sotterranee,

4.2.5 Piano di Tutela delle Acque (PTA) 4. sintesi del programma o programmi di misure adottati per: Al livello nazionale, i principali riferimenti in materia di tutela delle acque sono:  il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici di cui all’articolo 5;  Il Decreto Legislativo n°152 del 3 aprile 2006, e le sue successive correzioni ed integrazioni (D.L.  il raggiungimento dei singoli obiettivi di qualità per le acque a specifica destinazione di cui 8 novembre 2006, n. 284 con "Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile al titolo II capo II; 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale") si pone al termine dell’iter legislativo per la normativa riguardante l’ambiente. Esso disciplina, in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n.  misure adottate ai sensi del titolo III capo II, in particolare :

308, la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e la o sintesi della pianificazione del bilancio idrico di cui all’articolo 22, gestione delle risorse idriche nella sua parte terza. In particolare esso conferma i vincoli alla o misure di risparmio e riutilizzo di cui agli articoli 25 e 26. dispersione nel sottosuolo delle acque meteoriche provenienti da piazzali e strade, già indicati nel Nell’esigenza quindi di individuare un comparto territoriale su scala sufficientemente ampia da: testo unico sulle acque (D.Lgs 11 maggio 1999, n.152) e le successive correzioni e integrazioni (D.Lgs 18 agosto 2000, n.258);  tener conto delle complesse relazioni tra le varie pressioni insistenti sul territorio e i rispettivi corpi idrici (superficiali e sotterranei);  Il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152, modificato dal D.Lgs 258/00, nel quale sono recepite le normative comunitarie in materia di tutela delle acque dall'inquinamento e di  tener conto delle complesse relazioni eventualmente esistenti tra i vari corpi idrici trattamento delle acque reflue urbane e provenienti da fonti agricole. (interconnessioni, pozzi, sorgenti, ingressione marina, affluenze etc.); Con la deliberazione della Giunta regionale n. 14/16 del 4 aprile 2006, in attuazione della legge  tener conto dell’ampio campo di influenza di ogni specifica misura che può avere ricadute su regionale del 19 luglio 2000, n. 14, è stato approvato in via definitiva il Piano di Tutela delle Acque molteplici obiettivi pur essendo determinata, in prima battuta, da un’unica specifica esigenza redatto, ai sensi dell'art. 44 del D.Lgs n. 152/1999 e s.m.i., dal Servizio di Tutela delle Acque ambientale; dell'Assessorato.  estendere la descrizione territoriale e la relativa analisi delle pressioni da attività antropica oltre i Ai sensi del D.Lgs 152/99 il Piano di Tutela delle Acque, tra l’altro, deve contenere: confini del singolo bacino idrografico, comprendendo quindi più bacini idrografici ed i rispettivi 1. descrizione generale delle caratteristiche del bacino idrografico ai sensi dell’articolo 42 e tratti di marino-costieri, andando così a costituire sistemi territoriali: dell’allegato 3. Tale descrizione include:

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 omogenei per caratteristiche geomorfologiche o idrografiche/idrologiche o per tipologia delle pressioni da attività antropica; Il tracciato della SS 131 nel tratto oggetto dei principali interventi ricade nelle seguenti Unità

 interrelati naturalmente (acquiferi significativamente afferenti su più bacini); Idrografiche Omogenee:

 interrelati artificialmente (interconnessioni tra invasi artificiali, schemi acquedottistici e/o  Tirso irrigui e/o schemi fognario depurativi a cavallo degli spartiacque, etc.),  Temo si è ritenuto di dover suddividere l’intero territorio Regionale in Unità Idrografiche Omogenee  Mannu di Porto Torres (U.I.O.) ognuna costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi. Il Piano di Tutela delle Acque, nella Relazione Generale - Parte A, al paragrafo 6.2.7 "Vie di comunicazione e infrastrutture di collegamento" evidenzia come alcune tipologie di lavorazioni per la realizzazione di tali opere possano risultare inquinanti per le acque sia superficiali che sotterranee. Tale indicazione è tenuta in conto nell’organizzazione dei cantieri (come specificato nell’elaborato progettuale “Cantierizzazione”).

4.2.6 Piano di Gestione del distretto idrografico della Sardegna Il Piano di Gestione, previsto dalla Direttiva quadro sulle Acque (Direttiva 2000/60/CE) rappresenta lo strumento operativo attraverso il quale si devono pianificare, attuare e monitorare le misure per la protezione, il risanamento e il miglioramento dei corpi idrici superficiali e sotterranei e agevolare un utilizzo sostenibile delle risorse idriche. Nel Distretto idrografico della Sardegna il primo Piano di gestione è stato adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Regionale con delibera n. 1 del 25.02.2010. Successivamente, con delibera n. 1 del 3.6.2010, è stata adottata la prima revisione del Piano di Gestione per tener conto dei risultati delle consultazioni pubbliche e delle prescrizioni derivanti dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. Infine, con DPCM del 17/05/2013 è stato definitivamente approvato. La Direttiva prevede per il Piano di Gestione un processo di revisione continua ed in particolare stabilisce che lo stesso piano venga sottoposto a riesame e aggiornamento entro il 22 dicembre 2015 e, successivamente, ogni 6 anni.

4.2.7 Piano Stralcio di Bacino Regionale Con Deliberazione N. 17/15 del 26/04/2006 la Regione adotta definitivamente il “Piano Stralcio per l’utilizzazione delle risorse idriche” il cui obiettivo è quello di definire – sulla base degli elementi fissati dal “Piano Stralcio Direttore di Bacino Regionale per l’utilizzo delle risorse idriche” approvato per l'Utilizzo delle Risorse Idriche con Ordinanza del Commissario Governativo per l’Emergenza idrica in Sardegna n. 334 del Figura 4-3: Unità Idrografiche Omogenee 31.12.2002, - gli interventi infrastrutturali e gestionali, nell’arco di tempo di breve - medio termine,

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4.2.8 Piano Generale degli Acquedotti

Nell’ambito degli strumenti di pianificazione delle risorse idriche, il Piano Regolatore Generale degli

Acquedotti disciplina l’uso della risorsa destinata al soddisfacimento del fabbisogno idropotabile e la realizzazione delle necessarie infrastrutture di potabilizzazione, trasporto e distribuzione delle risorse idriche.

In particolare il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti deve recepire l’evoluzione di tutti quei parametri che contribuiscono a definire la domanda di risorsa idropotabile del territorio e contemperarla con l’offerta della stessa risorsa, in rapporto al grado di realizzazione delle opere previste.

Il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti del 1983 è stato approvato preliminarmente con decreto dell’Assessore dei Lavori Pubblici n° 56 del 23.01.1984, di concerto con l’Assessore della Programmazione, del Bilancio, Credito e Assetto del Territorio, l’Assessore dell’Agricoltura, l’Assessore della Difesa dell’Ambiente, l’Assessore dell’Igiene e Sanità e, esaminate le opposizioni presentate, definitivamente approvato con D.P.G.R. n° 71 del 16.05.1988. Successivamente al 1983 sono intervenuti numerosi cambiamenti di carattere socioeconomico e legislativo che hanno dapprima consigliato, poi reso necessario procedere alla revisione del piano stesso, adottato con Deliberazione n° 32/2 del 21/0/2006. La revisione ha preso le mosse da una ricognizione dello stato di fatto e, parallelamente, da una rivisitazione dello studio della dinamica demografica e delle dotazioni individuali compreso una stima della popolazione turistica e dei relativi fabbisogni. Soltanto attraverso la definizione di tali fondamentali dati è possibile definire la domanda idropotabile in un dato orizzonte temporale ed in particolare all’orizzonte ultimo del Piano (2041). Il trattamento statistico dei dati di popolazione (ISTAT 1991) è stato effettuato nell’ottica di giungere ad estrapolare un dato demografico convincente ed al tempo stesso cautelativo relativamente alla popolazione residente al 2041.

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Figura 4-4: Confronto fra la rete acquedottistica attuale e il tratto di SS 131 interessato Figura 4-5: Confronto fra la rete acquedottistica futuro e il tratto di SS 131 interessato dagli interventi di progetto (cerchietti in nero lungo la SS 131) dagli interventi di progetto (cerchietti in nero lungo la SS 131)

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4.2.9 Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) Con Deliberazione della Giunta Regionale No. 55/6 del 29 Novembre 2005 è stato approvato il “Piano di Prevenzione, Conservazione e Risanamento della Qualità dell’Aria Ambiente in Sardegna di cui al Decreto Legislativo n° 351/99”. Il Piano è costituito dai due seguenti documenti tecnici:

 “Valutazione della qualità dell’aria e zonizzazione”, in cui vengono riportati i risultati relativi al censimento delle emissioni, all’analisi delle stesse, definita la qualità dell’aria ambiente in Sardegna e, tenuto conto delle criticità ambientali rilevate nel territorio regionale, viene individuata una prima zonizzazione con l’indicazione delle aree potenzialmente critiche per la

salute umana e per gli ecosistemi; Il territorio comunale di Macomer (interessato dagli adeguamenti in progetto) è stato invece “Individuazione delle possibili misure da attuare per il raggiungimento degli obiettivi di cui al  individuato come zona potenzialmente critica per la protezione della vegetazione. D.Lgs. No. 351/99”, che contiene:

 la valutazione finale della qualità dell’aria ambiente, effettuata dopo le opportune verifiche;

 la zonizzazione definitiva del territorio regionale;

 le azioni e gli interventi da attuare per il raggiungimento dei valori di qualità nelle aree critiche;

 le azioni dirette a mantenere la migliore qualità dell’aria ambiente nelle restanti aree del territorio regionale. Il tratto di strada in esame si inserisce prevalentemente in zone dove la qualità dell’aria non presenta particolari criticità per la salute umana.

Dallo studio dello stato della qualità dell’aria nel territorio regionale ed, in particolare, nelle aree individuate come a maggior rischio nella fase di zonizzazione preliminare, utilizzando prevalentemente gli strumenti modellistici di dispersione dell’inquinamento atmosferico, sono state individuate diverse criticità, che hanno reso necessario rivedere l’individuazione delle aree

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 23 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo potenzialmente critiche per la salute umana e per gli ecosistemi e dei Comuni che necessitano di interventi di risanamento. 4.2.10 Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) Il territorio comunale di Macomer è stato individuato come zona da tenere sotto controllo, per la La pianificazione delle attività estrattive è stata introdotta nella normativa regionale dalla legge vicinanza ad attività industriali o comunque a pressioni ambientali di rilievo. regionale n. 30 del 7 giugno 1989, che le attribuisce le finalità di strumento di programmazione del In figura seguente è riportata la zonizzazione definitiva del territorio regionale, dove sono settore e di preciso riferimento operativo. rappresentate le zone da risanare e quelle da sottoporre a opportune forme di controllo. Tali zone Il richiamo a tale importante strumento di pianificazione è risultato necessario poiché l’infrastruttura comprendono i territori dei maggiori centri urbani e i comuni nelle cui vicinanze siano presenti stradale in oggetto attraversa un territorio particolarmente vocato alla produzione di materiali di attività industriali o comunque pressioni ambientali di rilievo, come porti o aeroporti. Nello specifico scavi destinati al settore lapideo (soprattutto nella provincia di Sassari) e contemporaneamente comprendono i territori di Alghero, Olbia, Siniscola, Nuoro, , Macomer, Oristano, Nuraminis, gravato da ingenti cumuli di inerti di lavorazione (granito) che presentano ottime qualità per il loro Samatzai, San Gavino, Villacidro, Villasor, Iglesias, Carbonia, Gonnesa, Sant’Antioco, San Giovanni potenziale impiego stradale, ma che rappresentano spesso un degrado paesaggistico e Suergiu, Villa San Pietro, Pula, Assemini, Elmas. idrogeologico.

Lo stesso PRAE e in particolare il cap. 9 propone e incoraggia il reimpiego di tali materiali nel settore

delle infrastrutture stradali.

Con deliberazione n.37/14 DEL 25.9.2007 sono stati approvati gli “Atti di indirizzo programmatico per

il settore estrattivo” del PRAE comprendenti tra gli altri i seguenti punti:

 lo sviluppo dell’attività estrattiva ha come riferimento condizionante l’approvato Piano

Paesaggistico Regionale;

 il quadro di sostenibilità dell’attività estrattiva è correlato all’analisi dei fabbisogni regionali;

 in coerenza, anche, con i principi enunciati nel titolo I del disegno di legge n. 183 del 11.11.2005 sulle attività estrattive, è da privilegiare, rispetto all’apertura di nuove miniere e cave, anche in

aree non vincolate in modo totalmente ostativo, la prosecuzione e l’ampliamento di attività in

essere;

 per i prossimi cinque anni (a partire da settembre 2005) non sono da autorizzare le aperture di cave e miniere non interessate da pregresse attività estrattiva, fatta eccezione per quelle che

hanno completato il procedimento amministrativo e per le quali la Giunta regionale ha già

deliberato positivamente. La ricerca mineraria, realizzata con tecniche non invasive, in regime di

“Autorizzazione di indagine” e di “Permesso di ricerca”, è consentita per i minerali per i quali

venga riconosciuto dalla Giunta regionale il preminente interesse pubblico. L’esito positivo della ricerca non da luogo ad alcuna aspettativa o diritto da parte del ricercatore. L’esito positivo della Figura 4-6: Piano di Prevenzione, Conservazione e Risanamento della Qualità dell’Aria ricerca mineraria è condizione necessaria ma non sufficiente per l’ottenimento della concessione Ambiente Zonizzazione definitiva del territorio regionale. Agglomerati e zone per la protezione della salute umana e degli ecosistemi e zone aggiuntive da monitorare mineraria che è concessa previa V.I.A. positiva, a seguito di una valutazione positiva di

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sostenibilità ambientale e della particolare rilevanza dell’interesse pubblico, secondo quanto Il PRAE, a suo tempo predisposto dall’Assessorato dell’Industria, non è stato presentato in Consiglio previsto negli atti di indirizzo per alcuni minerali di prima categoria; regionale per l’approvazione; in sua assenza vige il cosiddetto “Piano Stralcio” approvato in Consiglio regionale in data 30 giugno 1993 e pubblicato sul BURAS n. 29 del 28 luglio 1993.  dovranno essere avviati i procedimenti di cessazione dell’attività estrattiva in regime di Senza entrare nel merito di una normativa complessa, dal punto di vista amministrativo, il Catasto prosecuzione per le quali non è stata presentata istanza per la procedura di verifica/VIA ai sensi Regionale classifica le Cave nel modo seguente: della L.R. n.15/2002 e, altresì, delle attività estrattive per le quali risulti una inattività superiore a tre anni;  cave “in regime di prosecuzione in istruttoria”, che godono del regime transitorio ai sensi dell’articolo 42 della Legge 30/89, il cui iter autorizzativo è ancora in corso (cave classificate  decorsi tre mesi dal nuovo e ultimo sollecito dovranno essere sospese le attività estrattive per le attive in istruttoria); quali non siano state rispettate le richieste di integrazione. Decorso un ulteriore anno dal provvedimento di sospensione dovrà essere avviato, in assenza di adeguato riscontro, il  cave “in regime di prosecuzione autorizzate” ai sensi della L.r. 30/89; procedimento di cessazione dell’attività;  cave “nuove” aperte dopo il 1989 autorizzate alla coltivazione ai sensi della L.r. 30/89. Come risulta evidente tale impostazione ha un forte impatto sulle attività e produzione di materiali  cave “cessate”, ossia che hanno cessato l’attività con formale dell’Assessorato dell’Industria; destinati alla costruzione di nuove infrastrutture stradali. L’esigenza nasce dalla considerazione che l’intensa attività di cava dei soli materiali ornamentali ha  cave “abbandonate”, ossia cave dismesse storiche (attività estrattiva cessata ante L.R. 30/89), prodotto accumuli per circa 200 milioni di m3 e che nel contempo sono in corso di attuazione censite e catalogate nel 1° Catasto Regionale dei Giacimenti di Cava e nei successivi numerosi interventi sulla rete stradale. aggiornamenti. Già nel 1989 la Regione Sardegna aveva finalmente inteso colmare il vuoto legislativo con la Legge Le cave dismesse storiche sono state oggetto, da parte dell’Assessorato dell’Industria, di una regionale n. 30 del 7 giugno 1989. Questa aveva l'obiettivo di riorganizzare e razionalizzare lo specifica investigazione e catalogazione di dettaglio, che ha comportato l’esame della cartografia sfruttamento delle risorse, promuovendo lo sviluppo socio-economico compatibilmente con il rispetto CTR 1:10.000, dei mappali catastali, degli atti di sopralluogo del 1993 ai fini della realizzazione del dei beni culturali e ambientali. Gli strumenti attuativi previsti nella L.R. 30/1998 prevedono, tra le sistema informativo per le attività di cava (SIPAC), nonché l’interpretazione delle ortofoto a colori altre cose, la redazione di un Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) e del Catasto Regionale rilevate nel 2006 e la classificazione del singolo areale di cava. Tale lavoro ha consentito di dei Giacimenti di Cava. suddividere le cave dismesse storiche nel modo seguente:

L’Amministrazione regionale, ha provveduto a disciplinare le attività di cava suddividendo i relativi  cave dismesse storiche per attività cessata ante L.r. n. 30/89, non recuperate o rinaturalizzate; materiali in funzione della destinazione d’uso, in:  cave dismesse storiche per attività cessata ante L.r. n. 30/89, parzialmente rinaturalizzate;  rocce ornamentali (marmi, graniti, alabastri, ardesie, calcari, travertini, trachiti, basalti, porfidi,  aree ex estrattive recuperate, riqualificate, rinaturalizzate. ecc.) destinate alla produzione di blocchi, lastre e affini, Come meglio descritto nella “Relazione descrittiva della cantierizzazione”, il tratto di SS 131 oggetto  materiali per usi industriali (marne, calcari, dolomie, farine fossili, sabbie silicee, terre coloranti, dei previsti interventi, attraversa regioni del territorio con una discreta concentrazione di cave per argille, torbe, ecc.), uso civile in attività, la maggior parte ubicate nella Provincia di Sassari e tra Oristano e l’abitato di  materiali per costruzioni ed opere civili (sabbie, ghiaie, granulati, pezzami, conci, blocchetti, Bauladu. ecc.). 4.2.11 Piano Forestale Ambientale Regionale Su tali basi le cave vengono definite “ornamentali”, “industriali” e “civili”, con riferimento alla Il D.Lgs. 227/2001 “Orientamento e modernizzazione del settore forestale” fornisce i nuovi indirizzi destinazione prevalente o, talvolta, originaria. per la riorganizzazione del settore forestale italiano ponendo al centro della norma, accanto agli

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 25 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo obiettivi tradizionali dello sviluppo economico, i grandi temi della gestione forestale sostenibile e  cura degli aspetti istituzionali in riferimento alla integrazione delle politiche ambientali, alla della tutela della biodiversità. E’ ribadita la necessità che le Regioni si dotino dei Piani Forestali pianificazione partecipata fino al livello locale, alla diffusione delle informazioni; Regionali attraverso i quali definire “le linee di tutela, conservazione, valorizzazione e sviluppo del  potenziamento degli strumenti conoscitivi, attività di ricerca ed educazione ambientale; settore forestale nel territorio di loro competenza”. Sono introdotti punti basilari sotto l’aspetto Il Piano forestale ha cartograficamente individuato 25 distretti, tutti ritagliati quasi esclusivamente giuridico quali la definizione di bosco (art. 2) e le linee di regolamentazione per il rimboschimento sui limiti amministrativi comunali, ed entro i quali è riconosciuta una sintesi funzionale degli elementi compensativo (art. 4). La legge indica la possibilità da parte delle Regioni di stabilire la definizione di fisico-strutturali, vegetazionali, naturalistici e storico-culturali del territorio. I distretti, con una bosco più confacente al proprio territorio e nel frattempo decreta: superficie media di 95’000 [ha], accolgono una varietà di ambiti di paesaggio caratterizzati da “si considerano bosco i terreni coperti da vegetazi connotazioni omogenee nella loro peculiarità. Il presupposto che ha condotto al processo di arbustiva di origine naturale o artificiale, in qualsi definizione dei distretti si poggia sul concetto di indivisibilità delle unità fisiografiche, espressione dei macchia mediterranea, ed esclusi i giardini pubblici e caratteri fisici, geomofologici, pedologico-vegetazionali e paesaggistici. Il processo di frutto in attualità di coltura e gli impianti di frut rappresentazione del territorio in unità fisiografico-strutturali cerca di giungere ad un livello di sintesi

formazioni vegetali e i terreni su one forestale arborea associata o meno a quella della descrizione dell’ambiente su cui l’uomo è comunque intervenuto nel tempo determinando asi stadio di sviluppo, i castagneti, le sugherete e la modificazioni profonde sui paesaggi, alcune delle quali rappresentano l’impronta di un patrimonio metri quadrati, larghezza media non inferiore a 20 me culturale che deve essere oggetto di cura e conservazione. Le affinità storico culturali che legano le con misurazione effettuata dalla base esterna deiprivati, fu le alberature st cui essi sorgonoticoltura devono e d'arboricoltura avere estensione da legno non (…). inferiore Le suddette a 2.000 popolazioni locali tra loro sono fortemente connaturate alla specificità del territorio e sono un gravati dall'obbligo di rimboschimento per le finalit collante formidabile per la creazione di sinergie rivolte ad obiettivi di interesse collettivo. Tale aspetto dell'aria, salvaguardia del patrimonio idrico, co radali, i castagneti da gioca un ruolo importante nella definizione ottimale dei distretti quali aggregazioni di comunità, al paesaggio e dell'ambiente in generale, nonché trile eradure copertura e tutte non inferiorele altre superficial 20 per d'estensionecento, fine di giungere ad un risultato pragmatico della pianificazione. La Regione Sardegna ha approvato con Delibera 53/9 del 27/12/2007 il Piano Forestale inferiore a 2000 metri quadri che inte sti (..). Sono altresì a L’area d’intervento ricade nei seguenti distretti: Ambientale Regionale (PFAR), che rappresenta uno strumentoà diquadro difesa diidrogeologica indirizzo, finalizzato del territorio, alla qualità  Montiferru; pianificazione, programmazione e gestione del territorio forestalenservazione e agroforestale della biodiversità, regionale,ssimilati a perboscoprotezione il i fondi del perseguimento degli obiettivi di tutela dell’ambiente e di sviluppo sostenibile dell’economia rurale  Marghine Goceano; rrompono la continuità del bosco”. della Sardegna.  Meilogu. Il PFAR attraverso le linee di indirizzo individuate, le strategie e le scelte programmatiche proposte, Per ogni distretto, il PFAR restituisce una scheda descrittiva nella quale sono riportate le traduce e da applicazione in ambito regionale sardo ai principi formulati a livello internazionale per la caratteristiche del paesaggio, l’uso del suolo, l’inquadramento vegetazionale, le aree protette, ecc. Gestione delle Foreste. In sintonia con tale dettato il piano è stato redatto in conformità alle linee Per le finalità del presente studio sono state verificate le eventuali interferenze con le aree guida nazionali di programmazione forestale che individuano “i piani forestali regionali quali sottoposte a tutela idrogeologica (vedi anche par. 5.4) e con le aree a vocazione sughericola. Si fa necessari strumenti per la pianificazione e programmazione forestale nel territorio nazionale”; come presente che le interferenze con aree boscate e con aree naturalistiche sono trattate rispettivamente tale è quindi inquadrato nei canoni delle linee di pianificazione codificate dalla legislazione europea, ai par. 5.2 e 5.1. recepite e particolarizzate nelle norme nazionali. Sono comprese nella categoria delle aree soggette a tutela idrogeologica le superfici sottoposte a In sintesi gli obiettivi si focalizzano intorno ai grandi temi di interesse generale di: vincolo idrogeologico ai sensi del RD 3267/1923, le aree a pericolosità idrogeologica ai sensi della L.  protezione delle foreste; 267/98 mappate dal Piano di Assetto Idrogeologico (vedi anche par. 4.2.4), gli areali in stato di frana mappati dall’Inventario dei Fenomeni Franosi.  sviluppo economico del settore forestale;

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La regolamentazione del comparto sughericolo fa oggi riferimento alla L.R. 4/94 (abrogativa dei Capi al pari di Regione e Comuni e il Piano Urbanistico Provinciale (PUP) è lo strumento di pianificazione da I a III della LR 37/89). La norma prevede un programma straordinario pluriennale per lo sviluppo di loro competenza. della sughericoltura in seno al quale definire in modo organico obiettivi e strategie del settore a L’istituzione di un piano di livello intermedio tra quello comunale e quello regionale è avvenuta in breve, medio e lungo termine. Il programma è rivolto ai poli di intensificazione sughericola ed è Sardegna con un anno di anticipo rispetto alla legislazione nazionale. Infatti, solo con la legge sul finalizzato all’incremento della produzione sughericola in termini di superfici e produttività. La riordino delle autonomie locali, la n. 142 dell’8 giugno 1990, anche nel resto d’Italia è stato attribuito regolamentazione è normata al Capo II disciplina della sughericoltura, mentre agli artt. 9, 10 e 11 è alla Provincia il ruolo di ente di pianificazione intermedio ed è stato istituito il Piano territoriale di data la definizione di sughereta e di alberature sparse e degradate di sughera, sulla base di una coordinamento provinciale, con il compito precipuo di coordinare tra loro gli strumenti deputati agli casistica articolata concernente il grado di copertura, il livello di sviluppo della pianta, il popolamento altri livelli amministrativi e dai vari settori, recependone e specificandone le indicazioni. vegetativo circostante. In Sardegna, il Piano urbanistico provinciale, rimane definito nelle finalità e nei contenuti dalla L.R. In Appendice 2 sono riportate degli stralci cartografici riportanti le aree sottoposte a tutela 45/89, secondo la quale il PUP deve: idrogeologica e le aree a vocazione sughericola.  disciplinare l’uso del territorio agricolo e costiero;

4.2.12 Catasto degli incendi  garantire la salvaguardia dei beni ambientali e culturali; Il riferimento normativo per la difesa dagli incendi boschivi è la Legge Quadro 353/2000 in cui si  localizzare e disciplinare le aree destinate alle attività produttive d’interesse sovracomunale; prevede che le Regioni si dotino di un Piano Regionale per la programmazione delle attività di  predisporre la normativa relativa alla viabilità d’interesse provinciale; previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. In particolare, per tutti i soprassuoli boscati o a pascolo percorsi da incendio la legge impone l’obbligo di persistenza della destinazione  definire le procedure secondo le quali valutare la compatibilità ambientale delle trasformazioni d’uso preesistente all’incendio per almeno 15 anni, il divieto per cinque anni di attività di antropiche del territorio. rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche (art. 10, La legge regionale inoltre sancisce la subordinazione del Piano urbanistico provinciale alla comma 1), il divieto dell’uso pascolo e della caccia per dieci anni nelle zone boscate (art. 1 e 10). La pianificazione regionale, di cui deve rispettare le indicazioni. Quest’ultima si esprime, secondo legge prevede l’attivazione del Catasto comunale annuale dei boschi e dei pascoli percorsi dal fuoco. l’articolo 3 della 45/89, sia attraverso i Piani territoriali paesistici sia per mezzo delle direttive, dei L'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3624 del 22 ottobre 2007 ribadisce vincoli e degli schemi di assetto territoriale. Mentre i primi sono stati configurati come strumenti l'obbligatorietà di questo adempimento prevedendo un termine perentorio entro il quale i comuni, prioritari per il controllo del territorio, ed in particolare del sistema paesistico-ambientale, gli Schemi anche avvalendosi dei rilievi effettuati dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale, devono censire i di assetto territoriale hanno piuttosto il compito di garantire le compatibilità fra le azioni di sviluppo, soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio. le risorse disponibili e la tutela dei valori ambientali ancora presenti. Nell’elaborato T00IA13AMBCT01-06 “Carta dei vincoli e delle tutele”, si riportano le aree interessate 4.2.13 Provincia di Oristano - Piano Territoria da incendi così come trasmesse dagli Ispettorati Forestali Provinciali. Il Piano Territoriale di Coordinamento (D.Lgs 267/2000) analogo al Piano Urbanistico Provinciale Strumenti della pianificazione/programmazione provinciale (L.R. 45/89) è lo strumento di pianificazione di area vasta attraverso cui la Provincia definisce le La materia urbanistica nella legislazione della Sardegna è disciplinata da due provvedimenti quadro: linee fondamentali di assetto del territorio e mediante il quale attua il coordinamento dei piani e le leggi regionali 22 dicembre 1989, n. 45 «Norme per l’uso e la tutela del territorio regionale», il le di Coordinamento Provinciale (PTCP) degli interventi di livello comunale, sub-comunale ed inter-comunale riferimento principale, e la legge 8 luglio 1993, n. 28 «Interventi in materia urbanistica». Con gli Attualmente, da quanto comunicato direttamente dal responsabile dell’Ufficio Pianificazione, non articoli 4 e 16 della legge n. 45 le Province sarde sono state nominate “soggetti della pianificazione”, esiste ancora un Piano adottato, ma è in corso la fase di scoping nell’ambito della procedura di V.A.S.

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4.2.14 Provincia di Nuoro - Piano Ur Allo stato attuale degli studi condotti sui siti archeologici e sulle testimonianze storiche si è rilevata

Il Protocollo d’Intesa fra Regione Sardegna e Amministrazione Provinciale di Nuoro individua il Piano una sostanziale mancanza, eccetto che per alcuni casi specifici, di indagini di censimento metodiche Urbanistico Provinciale quale strumento di pianificazione e programmazione economico-territoriale e rigorose. Il Piano si è quindi indirizzato a raccogliere, in via del tutto preliminare, tutti i dati finora banistico Provinciale (PUP) finalizzato al conseguimento dei seguenti obiettivi: disponibili sulla frequentazione antica del territorio provinciale, realizzando presso il S.I.T. provinciale una sorta di precatalogo, georeferenziando circa 2000 emergenze archeologiche. Sono stati inoltre 1. Indirizzare il governo del territorio verso uno sviluppo sostenibile del territorio stesso, la informatizzati i dati relativi ai 339 monumenti archeologici notificati con Decreto Ministeriale e gli riqualificazione dei centri urbani ed in particolare delle periferie, la tutela e l’uso sociale dei beni oltre mille siti archeologici editi, facenti parte di pubblicazioni di settore o di studi mirati, culturali, la valorizzazione delle identità locali. commissionati dalle Comunità Montane o dai Comuni competenti territorialmente, ma privi di 2. Tracciare le direttrici dello sviluppo socio-economico tramite una politica di assetto del territorio indicazioni che ne consentano la georeferenziazione. Nell’elaborato di Piano (vedi “Carta della flessibile, da promuovere con il coinvolgimento delle Amministrazioni comunali. pianificazione territoriale - Piano Urbanistico Preovinciale – Nuoro”) si riportano le emergenze 3. Individuare ed elaborare programmi pluriennali sia di carattere generale che settoriale, storico-culturali censite. promuovendo il coordinamento dell’attività programmatoria dei Comuni. Il PUP, a riguardo della problematica della mobilità, propone una pianificazione settoriale che vede in questa prima fase una analitica disamina delle emergenze ed una relativa enunciazione degli obiettivi 4. Attuare politiche di tutela delle risorse ambientali che siano il più possibile compatibili con le verso cui una successiva, approfondita, pianificazione deve tendere. esigenze di sviluppo economico-produttivo della collettività provinciale. La pianificazione del sistema dei trasporti su scala provinciale si pone l’obiettivo di un riequilibrio Gli obiettivi sono rielaborati all’interno del Piano Metodologico Economico redatto conformemente al territoriale mediante la razionalizzazione e il consolidamento degli assi forti e dei poli, ricucendo e Protocollo d’Intesa. Durante il percorso di redazione del Piano (approvato con Deliberazione del rinforzando le aree deboli. Nodo fondamentale è il recupero delle aree interne, con interventi Consiglio Provinciale di Nuoro n 131 del 7 novembre 2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. n 20 del 5 capillari sulla rete viaria interna, per porre le basi per una rivitalizzazione di questi territori e per un luglio 2004) si è arrivati a definire e sintetizzare gli obiettivi strategici ai quali sono stati finalizzati loro recupero economico, valorizzando le risorse naturali, culturali, artigianali e agricole. indirizzi, direttive e norme: Il PUP valorizza la rete stradale “d’interconnessione locale”, ritenendo che essa costituisca un 1. Razionalizzare e riqualificare le aree sviluppate, fino ad ora interessate da forme di turismo elemento importante del sistema viario provinciale in quanto funge da appoggio al sistema “maturo” e recente, prevedendo e promuovendo un’adeguata dotazione di servizi e attrezzature insediativo e consente un uso del territorio a connotazione naturalistica. sia al servizio degli insediamenti residenziali, che al servizio degli insediamenti turistici, allo scopo Il Piano, nella volontà di inserire il territorio in uno scenario efficiente per la mobilità regionale e di elevare il livello della qualità urbana. nazionale, propone un funzionale adeguamento dell’attuale sistema viario alle vigenti normative, 2. Recuperare le aree interne ad una logica di sviluppo compatibile con l’ambiente ed integrata con operazione che consentirebbe una velocità media di percorrenza più elevata, con la conseguente le aree “forti”, valorizzando le risorse esistenti, con interventi che consentano di esprimere una ridistribuzione dei traffici. reciproca sinergia tra aree con caratteristiche e vocazioni diverse. 4.2.15 Provincia di Sassari - Piano Territoriale 3. Potenziare e sviluppare efficacemente il sistema della mobilità e del trasporto. La Provincia si è dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento dal 2000. A seguito

dell’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale (5/09/2006) e di numerosi altri piani di settore Si riportano di seguito alcune considerazioni circa i sistemi componenti il quadro di pianificazione (“Piano stralcio di assetto idrogeologico - PAI”; Piano per la tutela delle acque dall’inquinamento - provinciale maggiormente attinenti il progetto in studio e in particolare il Sistema Ambientale e il di Coordinamento Provinciale (Pup-Ptc) PTA) è stato necessario procedere all’adeguamento del Piano al fine di assicurare contenuti Sistema della Mobilità. paesaggistici alla pianificazione territoriale provinciale.

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La Provincia ha approvato nel maggio del 2006 il Piano Urbanistico Provinciale - Piano Territoriale di territoriale contenuto nel Piano che contribuiscono ad arricchire e specificare attraverso Coordinamento (PUP-PTC). Il Piano Territoriale di Coordinamento, previsto dalla L. 142/90 (oggi l’implementazione del Sistema informativo territoriale provinciale di cui all’articolo 4. D.Lgs 267/00), è stato assimilato al Piano Urbanistico Provinciale previsto dalla L.R. 45/89; in Sulla base del quadro conoscitivo (conoscenza di sfondo), il Piano si articola su un dispositivo sostanza si parla di PUP-PTC quale unico strumento pianificatorio fondamentale dell’Ente, che detta spaziale costituito da: le linee di indirizzo per le azioni di sviluppo e per la gestione del territorio.  un insieme di componenti (ecologie elementari e complesse), che costituiscono la Con il PUP-PTC la Provincia tenta di avviare la costruzione di una nuova organizzazione urbana del rappresentazione sistematica dei valori ambientali cui il Piano riconosce rilevanza; un insieme di territorio provinciale che: componenti infrastrutturali (sistemi di organizzazione dello spazio), che individuano i requisiti dei  doti ogni parte del territorio di una specifica qualità urbana; servizi urbani e dei sistemi infrastrutturali e rappresentano le condizioni, a partire dal quadro ambientale, per avviare e sostenere il progetto del territorio.  individui per ogni area del territorio una collocazione soddisfacente nel modello di sviluppo del territorio;  Le Ecologie complesse, di cui agli articoli 24 e 25 delle Norme, costituiscono anche la proposta di articolazione degli ambiti di paesaggio del PPR in sub-ambiti di paesaggio di cui al successivo  fornisca un quadro di riferimento generale all’interno del quale le risorse e le potenzialità di ogni articolo 18. centro vengono esaltate e coordinate. Il Piano si presenta innanzitutto come un insieme di processi di costruzione di conoscenza articolate  un insieme di Campi del progetto ambientale, da intendersi come campi problematici, che in Geografie, volte a delineare un modello del territorio comprendenti una geografia delle immagini individuano aree territoriali caratterizzate da risorse, problemi e potenzialità comuni cui si del territorio. riconosce una precisa rilevanza in ordine al progetto del territorio. Nell’ambito dell’aggiornamento/adeguamento del PUP-PTC al PPR e al PAI, il Piano  Il campo rappresenta l’unità spaziale di base che coinvolge i Comuni interessati e che in ogni  recepisce le prescrizioni e concorre all’attuazione degli indirizzi per la tutela e la valorizzazione caso costituisce una prima rappresentazione delle risorse, dei problemi, delle potenzialità e delle contenuti nel PPR precisando, alla scala provinciale, gli elementi di rilevanza paesaggistica ivi ipotesi di soluzione comuni da affrontare con un processo progettuale unitario. individuati. Nella cartografia allegata al presente Quadro di Riferimento Programmatico, si riporta la cartografia d’interesse per il progetto in esame e aggiornata al 2008 (ossia facente parte del Piano approvato e  In attuazione della previsione dell’articolo 106, comma 1, delle Norme Tecniche di Attuazione del in corso di procedura VAS). PPR, nella predisposizione e nell’aggiornamento degli elaborati cartografici e testuali del Piano L’analisi del territorio e dell’attuale organizzazione dei sistemi di trasporto ha condotto ad individuare sono stati recepiti, analizzati, elaborati e integrati i dati ufficiali disponibili al fine di costruire il alcune generatrici territoriali a sostegno della rete di città che corrispondono ad ambiti spaziali a quadro conoscitivo territoriale provinciale. prevalente sviluppo lineare cui si riconoscono potenzialità rilevanti nell'attivare nuovi sistemi di  Il quadro conoscitivo territoriale provinciale è integrato con quello della pianificazione relazioni. regionale paesaggistica e settoriale. Tale integrazione è sintetizzata negli elaborati Secondo questa impostazione i corridoi di comunicazione diventano autentici attivatori di sviluppo cartografici “Geografia dell'organizzazione dello spazio - Quadro di correlazione con il territoriale in quanto occasione di mobilitazione di risorse e progettualità e di riorganizzazione dei PPR: assetto insediativo provinciale”; “Geografia storica - Quadro di correlazione con il processi. PPR: assetto storico provinciale”; “Geografia ambientale - Quadro di correlazione con il La schematizzazione cartografica delle generatrici consente di visualizzare una struttura PPR: assetto ambientale provinciale I e II”. dell’accessibilità di riferimento per il progetto cui concorrono elementi differenti ma complementari.  I Comuni della Provincia di Sassari, nella redazione e revisione dei propri strumenti Questi ultimi sono complessivamente riconducibili a due ordini: urbanistici, e nella gestione del territorio, fanno riferimento al quadro conoscitivo

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 le “generatrici primarie” con funzione catalizzante sulle principali dinamiche di circolazione e  la direttrice costiera che da Alghero risale la costa Nord occidentale, abbraccia il Golfo scambio e con un prevalente andamento trasversale Ovest – Est costituite dai collegamenti tra i dell’Asinara e attraversando la costa dell'Anglona si estende fino a S.Teresa e Olbia; principali “nodi del territorio”. Appartiene a questa classe anche la SS131 principale arteria di  la direttrice interna Ovest - Est da Alghero a Olbia nella quale convergono le vie di collegamento regionale che attraversa il territorio provinciale da Nord a Sud; comunicazione più importanti sia su ferro che su gomma tra i due principali sistemi del Sassarese  le “generatrici longitudinali” con prevalente sviluppo Nord - Sud che assicurano le connessioni tra e della Gallura; le situazioni urbane distribuite sul territorio e la rete principale.  la direttrice Porto Torres – Sassari – Macomer che raccoglie i flussi dei sistemi urbani del Le generatrici si articolano a loro volta in differenti componenti infrastrutturali distinte sotto il profilo Mejlogu, del Coros e della Planargia. funzionale, prestazionale e di inserimento nel paesaggio e che il piano affronta differenziando i criteri Inoltre, il tratto di SS 131 interessata dagli interventi, ricade nei seguenti “campi” d’interesse per il di interpretazione ed intervento e riconoscendo loro ruoli distinti all'interno del nuovo assetto della presente studio: mobilità.  campi geoambientali Le opzioni riorganizzative a medio e lungo termine prevedono:  Campo delle sabbie silicee e delle zeoliti - Subcampo del Mejlogu e del Logudoro  il rafforzamento del trasporto ferroviario volto ad incentivare gli spostamenti su ferro sia dei passeggeri che delle merci in linea con gli indirizzi regionali formalizzati dal Piano Regionale dei L'area è importante per le cave per l'estrazione delle sabbie silicee che si rinvengono in Trasporti; giacimenti con spessore variabile da 20 a 100 metri. Lo sviluppo delle attività di cava nell'area è sempre crescente ma non è accompagnato da un'adeguata rete  la radicale ristrutturazione del sistema del trasporto pubblico locale che investe sia la struttura infrastrutturale. Nell'area di Florinas e comuni limitrofi, il problema è grande e gli enti che della rete e dei modelli di esercizio, sia i rapporti tra i soggetti coinvolti nel processo di gestiscono tali territori sono in continua lotta con i problemi derivanti dalla ripartizione dei pianificazione, progettazione e gestione del sistema; vantaggi che le attività estrattive portano alla zona insieme agli svantaggi ad esse legati  l’adeguamento degli assi di collegamento principale su ferro e su gomma al fine di migliorare le come ad esempio il continuo traffico di mezzi pesanti nei centri abitati e comunque lungo condizioni prestazionali e di sicurezza oggi carenti e che influiscono sul dispiegarsi dei rapporti una viabilità non adeguata o l'interferenza continua con aree tutelate. socio-territoriali; La soluzione passa attraverso la capacità degli enti comunali di accordarsi per evitare  il completamento di alcune infrastrutture i cui progetti esecutivi sono stati approvati e finanziati l’apertura di cave in zona di particolare interesse storico-culturale ed ambientale. Più in ma non ancora avviati; generale sarà doveroso evitare interferenze con il campo storico, con i beni naturali, con  la riqualificazione della rete viaria secondaria, finalizzata all’ampliamento dei modi d’uso e ecosistemi e unità paesaggistiche particolarmente vulnerabili. Dovranno essere altresì fruizione del territorio e a favorire l’instaurarsi di dimensioni alternative del rapporto con i luoghi analizzate le problematiche di viabilità connesse con il trasporto della materia prima in attraverso la riscoperta e la riappropriazione dei materiali costitutivi dei contesti e insieme a ciò fase di progettazione. Infatti, il movimento di mezzi pesanti dovrà risultare per quanto la valorizzazione turistica; possibile indipendente da itinerari che attraversino centri abitati.

 la messa a punto del principio di integrazione tra modi di trasporto al fine di ampliare le  Campi delle aree protette alternative di spostamento disponibili, rendere più agevoli i movimenti, estendere il diritto alla  Campo Parco Marghine - Goceano (fuori dalla Provincia di Sassari) mobilità e l’accessibilità nella città territoriale e avviare un processo di riorientamento dei Il Parco ha una superficie di 36.782 ha ed interessa 15 comuni di cui 7 del Goceano, 6 del comportamenti. Marghine ed altri due (Bonorva e Pattada) in provincia di Sassari. Presenta un'area di Più precisamente il sistema delle generatrici di primo ordine comprende:

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interesse geologico prevalentemente granitica e vari zone umide dovute al Tirso. Le  E - Zone agricole, suddivise in sei sottozone: problematiche maggiori dell'area sono legate al rischio incendi e a questioni di tipo  “E1”. Area caratterizzate da una produzione tipica e specializzata (colture arboree faunistico. prevalente) Occorre definire un piano del parco da condividere con la comunità locale che preveda  “E2”. Area di primaria importanza in particolare: recupero delle aree particolarmente degradate con interventi di  “E2/r".Aree di primaria importanza; aree di rispetto in prossimità dell’abitato riforestazione, utilizzando specie autoctone; organizzazione della fruizione turistica,  “E5”.Aree di attività agricole marginali con esigenza di stabilità ambientali; aree marginali collegando l’area ai centri di Alghero e Bosa; monitoraggio contro gli incendi. di pascolo estensivo  Campi dell’insediamento storico  “E5/r”. Aree di attività agricole marginali con esigenza di stabilità ambientali; aree di  Geografia fondativa (B: Campo di Romangia - Flumenargia; F: Campo di Coloru): in rispetto in prossimità dell’abitato generale per i campi elencati è da sottolineare l'abbondante presenza di beni legati alle  “E5/m”.Aree marginali per attività agricole nelle quali è ravvisata l’esigenza di garantire radici storiche dell'area che nella maggior parte dei casi non sono però accompagnati da condizioni adeguate di stabilità ambientale (zone di rispetto geomorfologico). un circostante sviluppo urbano che risulti con essi armonico;  F – Zona turistica;  Geografia insediativa (06: Area periurbana di Sassari; 21: Su Paris de Coloru; 42; 43; 45)  G - Zone di interesse generale, suddivise in sette sottozone:  Campi dell’insediamento urbano  “G1”.Area deposito acqua rete idrica comunale  Campo delle regioni urbane - subcampo insediativo Sassari;  “G2”.Area depuratore acque reflue comunale  Campo policentro insediativo Mejlogu.  “G3".Cabina TELECOM

4.3 Strumenti della pianificazione/programmazione comunale  “G4”.Parco storico- ambientale S.Lorenzo 4.3.1 Comune di Bauladu (OR)  “G5”.Area ex campo sportivo Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Bauladu, ha sostituito il previgente  “Gc”.Area cimiteriale Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio Comunale n.8 del 26/06/2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 16 del 27/05/2004.  “G.H”.Edifici, attrezzature e impianti d'interesse generale sulla S.S.131 Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Bauladu individua le seguenti zone del territorio:  H - Zone di rispetto edificatorio, suddivise in tre sottozone:

 A – Centro storico;  “Hf”.Zone di rispetto fluviale

 B - Zone di completamento, suddivise in due sottozone: “B1” (Zona residenziale di  “Ha”.Zone di rispetto archeologico completamento interno) e ”B2” (Zona residenziale di completamento esterno);  “Hr”.Zone di rispetto stradale  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in due sottozone “C1” (Espansione residenziale  S – Zone di servizi d’interesse comunale, suddivise in quattro sottozone: dell’abitato), “C2” ” (Espansione residenziale regolamentata da piano di zona);  “S1”.Aree per l’istruzione obbligatoria  D – Zone industriale,commerciale e artigianale, suddivisa in due sottozone “D” e “D/p”;

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 31 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 “S2”.Aree per attrezzature d’interesse comune 4.3.2 Comune di Paulilatino (OR)

 “S3”. Aree per spazi pubblici attrezzate a parco e per il gioco e per lo sport Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Paulilatino, ha sostituito il previgente Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del  “S4”. Aree per i parcheggi pubblici Consiglio Comunale n.2 del 31/01/2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 21 del 05/07/2003. L’adeguamento alla viabilità esistente, al km 111 della S.S. 131, attraversa le sottozone agricole E5 Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Paulilatino individua le seguenti zone del territorio: (Aree di attività agricole marginali con esigenza di stabilità ambientali). Le aree con vocazione d’uso agricolo (Zona E) identificano le parti del territorio destinate  A – Centro storico; all’agricoltura, alla pastorizia, alla zootecnia, all’itticoltura, alle attività di conservazione e di  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in due sottozone: “B1” e ”B2; trasformazione dei prodotti aziendali, all’agriturismo, al turismo rurale, alla silvicoltura e alla  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in due sottozone “C1” e “C2”; coltivazione industriale del legno. In generale per queste zone sono perseguite le seguenti finalità:  D – Zone industriale,commerciale e artigianale, suddivisa in quattro sottozone da “D1” a “D4”;

 valorizzare le vocazioni di sviluppo economico delle zone agricole del Comune;  E - Zone agricole, suddivise in:

 valorizzare e tutelare le attitudini ambientali delle aree che rivestono particolare rilievo dal punto  “E1/a”: Aree caratterizzate da una produzione tipica e specializzata; colture arboree di vista naturalistico, geomorfologico, paesaggistico, archeologico ecc. prevalenti.

 porre in atto misure di tutela del suolo e delle aree particolarmente esposte a rischi di natura  “E1/s”: Aree caratterizzate da una produzione tipica e specializzata; colture erbacee idrogeologica o pedologica; prevalenti.

 incoraggiare la permanenza, nelle zone classificate agricole, della popolazione rurale in condizioni  "E3”: Aree con produzione agricola specializzata caratterizzate da un alto frazionamento civili ed adeguate alle esigenze sociali attuali; fondiario.

 favorire il recupero funzionale ed estetico del patrimonio edilizio extraurbano esistente, sia per  “E3/r”: Aree di rispetto in prossimità dell’abitato. l'utilizzo aziendale che per quello abitativo;  “E2”: Aree di primaria importanza.

 tutelare le parti di territorio a vocazione produttiva agricola e salvaguardare l’integrità  “E2/r”: Aree di rispetto in prossimità dell’abitato. dell’azienda agricola e rurale;  “E5/a”: Aree di attività agricole marginali con esigenza di stabilità ambientale e aree  orientare ad un corretto uso delle risorse ambientali, produttive e culturali presenti nell’Agro del marginali di pascolo estensivo. Comune.  “E5/r”: Aree marginali per attività agricola nelle quali viene ravvisata l’esigenza di Nelle norme non si rinvengono elementi ostativi per la realizzazione degli interventi in progetto; garantire condizioni adeguate di stabilità ambientale. tuttavia, risulta opportuno che “nella viabilità extraurbana, fatte salve le altre disposizioni e norme di  “E5/n”: Aree con attività agricole marginali a spiccata vocazione naturalistica. legge, gli interventi di manutenzione e/o rifacimento prevedessero la realizzazione di siepi laterali con essenze arbustive ed arboree tipiche della macchia mediterranea evoluta” (art. 34.4 della NTA).  F – Zona turistica;

Tale indicazione risulta prescrittiva nella sottozona E5 interessata dagli interventi di progetto.  G - Zone di interesse generale, suddivise in nove sottozone, da “G1” a “G9” (zone destinate ad edifici, attrezzature e impianti, pubblici e privati, riservati ai servizi di interesse generale a

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 32 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

carattere sportivo, culturale, ricreativo e turistico, assistenziale, sanitario, parchi, impianti di 4.3.3 Comune di Abbasanta (OR)

potabilizzazione e di depurazione, inceneritori e simili,); Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Abbasanta, ha sostituito il previgente

 H – Zone di disposizioni generali per il territorio, suddivise in due sottozone: Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 7 del 19/02/2002 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 13 del 05/04/2002.  “Hf”: Area di rispetto fluviale Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Abbasanta individua le seguenti zone del territorio:  “Ha”: Area di rispetto geomorfologico e archeologico  A – Centro storico, suddiviso in due sottozone “A1”(Centro storico residenziale) e “A2/G”  S – Zone di servizi di interesse comunale, suddivise in quattro sottozone: (Archeologia industriale);

 “S1”: Aree per l’istruzione  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in due sottozone: “B1” (Recupero tipologia  “S2”: Aree per attrezzature d’interesse comune locale) e ”B2” (Disciplina del Corso Garibaldi: Promozione del commercio e dei servizi);

 “S3”: Aree per spazi pubblici attrezzate a parco e per il gioco e per lo sport  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in tre sottozone “C1”, “C2a” “C2b”;

 “S4”: Aree per i parcheggi pubblici  D – Zone di espansione produttiva, suddivisa in tre sottozone “D1”, “D2” “D*”;

Rimandando alla “Carta della pianificazione comunale” per i dettagli, gli interventi previsti ricadono  E - Zone agricole, suddivise in cinque sottozone da “E1” a “E5”; nelle seguenti zone di Piano:  F – Zona turistica, suddivisa nella sottozona “F1”;  Lo svincolo e la viabilità locale da adeguare al km 114+500 della S.S. 131, attraversano zone  G - Zone di interesse generale, suddivise in otto sottozone: agricole E2, e lambiscono una zona A “cento storico” (Villaggio nuragico di Santa Cristina), una zona turistica F e la sottozona G7 (Parco archeologico di S.Cristina).  “Ga”: Area cimiteriale

 Lo svincolo esistente da adeguare, al km 119 della S.S. 131, attraversa le sottozone agricole E2  “Gb”: Scalo ferroviario

(zona agricola di primaria importanza a produzione zootecnica) e lambisce la sottozona E2/r  “G.1a": LOSA – Coordinamento attività museali (zona agricola di primaria importanza a produzione zootecnica, di rispetto in prossimità  “G.1b”: LOSA – Servizi al Pubblico e Strutture per il Tempo Libero dell’abitato).  “G.1c”: LOSA – Strada Parco di accesso all’area  Lo svincolo di nuova realizzazione, al km 120 della S.S. 131 e il successivo adeguamento lungo l’attuale sede stradale, attraversa prevalentemente la sottozona agricola E2 (zona agricola di  “G.2”: Strutture e Servizi ad uso Militare primaria importanza a produzione zootecnica).  “G.3”: Aree soggette ad Accordo di Programma Lo svincolo da adeguare al km 114+500 come detto ricade nel “Contesto di Santa Cristina” (Parte III  “G.3*”: Aree soggette ad Accordo di Programma (già operante nel vecchio P.d.F.) delle NTA). Tale contesto risulta composto dall’area parco archeologica-ambientale G7, dal sagrato  H - Zone di rispetto edificatorio (con divieto edificatorio), suddivise in quattro sottozone: cristiano A, dalla zona F, dal parco ricreativo naturalistico G9. In tale contesto sono consentiti interventi comunali relativi alla ristrutturazione delle infrastrutture  “H1”: Zone di rispetto dei nastri stradali primarie esistenti (rete viaria, rete fognaria, parcheggi, servizi pubblici), garantendo la conservazione  “H2”: Zone di rispetto cimiteriale dei beni archeologici e degli ambienti naturali.  “H3”: Zone di rispetto dei corsi d’acqua naturali

 “H4”: Zone di rispetto di emergenze archeologiche

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 33 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 S – Zone di servizi di interesse comunale, suddivise in quattro sottozone:  H - Zone salvaguardia territoriale e ambientale, suddivise in quattro sottozone:

 “S1”: Aree per l’istruzione obbligatoria  “H1”: Zone di salvaguardia stradale e ferroviaria

 “S2”: Aree per attrezzature di interesse comune  “H2”: Zone di rispetto cimiteriale

 “S3”: Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport  “H3”: Zone di salvaguardia fluviale e paesistico- ambientale

 “S4”: Aree per i parcheggi pubblici  “H4”: Zone di salvaguardia archeologica Lo svincolo di Nuoro esistente (al km 123 della S.S. 131) e da adeguare, è già inserito nella  S – Zone di servizi di interesse comunale, suddivise in quattro sottozone: pianificazione urbanistica (vedi “Carta della pianificazione comunale”). Il previsto svincolo e la  “S1”: Aree per l’istruzione obbligatoria viabilità locale interessa prevalentemente sottozone E1 (attività agricole tipiche locali) e lambisce l’area di rispetto del Nuraghe di Losa.  “S2”: Aree per attrezzature d’interesse comune

La zona che ricomprende il nuraghe Losa ha una grande valenza archeologica ed è sottoposta anche  “S3”: Aree per spazi pubblici attrezzate a parco e per il gioco e per lo sport a vincolo della Soprintendenza ai Beni Archeologici per un raggio di ml 300. Pertanto il previsto  “S4”: Aree per i parcheggi pubblici progetto di adeguamento della viabilità locale dovrà ricevere l’approvazione della Soprintendenza Il tratto di viabilità complanare (compresa tra il km 128 e il km 126+800 della S.S. 131) e lo svincolo stessa. di Norbello, oggetto di adeguamenti, interessano sottozone agricole E5a. 4.3.4 Comune di Norbello (OR) Il tratto di viabilità locale a Nord dello svincolo di Norbello (loc. Zana Arghera e Crastu de Tumbaru)

Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Norbello, ha sostituito il previgente attraversa le sottozone agricole E5a ed E2 (vedi “Carta della pianificazione comunale”). Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del 4.3.5 Comune di Aidomaggiore (OR) Consiglio Comunale n. 1 del 26/01/1998 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 16 del 28/04/1998. Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Aidomaggiore, ha sostituito il previgente Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Norbello individua le seguenti zone del territorio: Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del  B - Zone di ristrutturazione e completamento residenziale, suddivise in tre sottozone: “B1” Consiglio Comunale n.17 del 24/06/1999 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 33 del 30/09/1999. (Riqualificazione urbana e completamento edilizio, comprende la parte edificata dell’abitato di Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Aidomaggiore individua le seguenti zone del territorio: Norbello costituita dall’originaria struttura urbana), ”B2” (completamento edilizio, comprende il  A – Centro storico, suddiviso nella sottozona “A1”(borgate di Santa Maria, Santa Barbara e Santa tessuto urbano di più recente edificazione), “B3” (Frazione di Domusnovas Canales); Greca);  C - Zone di espansione residenziale e servizi, suddivise in due sottozone “C1” e “C167”;  B - Sono le sub-zone già, in prevalenza, edificate al contorno della zona A;  D – Zone per attività industriali, artigianali e commerciali, suddivisa in tre sottozone da “D1” a  C - Zone di espansione residenziale; “D3”;  D – Zone di insediamenti produttivi industriali e artigianali, suddivise nella sottozona “D1” (Zona  E - Zone agricole, suddivise in tre sottozone “E5b” (zona agricola di salvaguardia), “E2” (zona artigianale e commerciale); agricola delle colture intensive) e “E5a” (zona agricola delle colture estensive);  E - Zone agricole, suddivise in quattro sottozone:  F – borgata campestre S. Ignazio;  “E1”: Zona agricola tipica e specializzata  G - Zone per attrezzature speciali;  “E2”: Zona agricola di primaria importanza

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 34 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 “E3": Zona agricola estremamente frazionate ed utilizzabili contemporaneamente per  B - zone di ristrutturazione e completamento edilizio, suddivise in otto sottozone da “B1” a “B6” e scopi agricoli e per scopi di attività agricole e/o zootecniche “Ba” (completamento centro antico) e “Db8” (Vecchi comparti artigianali esistenti);

 “E5”: Aree marginali per l’attività agricola  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in quattro sottozone da “C1” a “C4”;

 F – Zona con insediamenti prevalentemente stagionali o a rotazione d’uso;  D – Zone per attività produttive, suddivise in sette sottozone da “D1” a “D7”;

 G - Sono le parti del territorio destinate a edifici, attrezzature e impianti, pubblici e privati,  E - Zone agricole, suddivise in tre sottozone “E1” (suddivisa in tre sottozone da “E1a” a “E1c”), riservati a servizi d’interesse generale. “E2” (suddivisa in due sottozone “E2a” e “E2b”) e “E5”;

 H - Sono le parti del territorio che rivestono un particolare pregio ambientale, naturalistico,  G - Aree per servizi generali pubblici o privati a scala comunale e intercomunale, suddivise in geomorfologico, archeologico o di particolare interesse per la collettività: nove sottozone da “G1” a “G9”;

 “H1”: Zone di rispetto cimiteriale  H - Zone di salvaguardia e rispetto, suddivise in cinque sottozone:

 “H2”: Zone di rispetto del nastro stradale  “H1”: Area di rispetto cimiteriale

 “H3”: Zone di rispetto archeologico  “H2”: Fascia di rispetto sanitaria

 “H4”: Zone di rispetto idrogeologico  “H3”: Area di rispetto impianto di depurazione

 S – Zone di servizi d’interesse comunale, suddivise in quattro sottozone:  “H4”: Compendi archeologici con valenza paesistica

 “S1”: Aree per l’istruzione  “H6”: Fasce di rispetto d'intersezioni stradali

 “S2”: Aree per attrezzature d’interesse comune  S – Attrezzature e servizi d'interesse pubblico, suddivise in quattro sottozone:

 “S3”: Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport  “S1”: aree per l’istruzione

 “S4”: Aree per i parcheggi pubblici tracciato in progetto, che riguarda tutto il tratto della  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune S.S. 131 passante per il Comune di Aidomaggiore, attraversa le sottozone agricole E2, E3  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport e la zona G (per maggiori approfondimenti vedi “Carta della pianificazione comunale”).  “S4”: aree per i parcheggi Per le zone di PUC interessare dagli interventi di progetto non si riscontrano particolari motivi L’adeguamento previsto della SS 131 dal ponte sul Rio Merchis (circa km 131 + 500) fino al km 133 ostativi. + 500), nel tratto ricadente nel Comune di Borore, interessa le sottozone agricole E1a, E1b ed E1c 4.3.6 Comune di Borore (NU) (vedi “Carta della pianificazione comunale”).

Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Borore, ha sostituito il previgente Programma Lo svincolo di Borore esistente e oggetto di adeguamento, è già previsto nella pianificazione di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio urbanistica. Il suddetto svincolo lambisce la sottozona “G5 - il complesso religioso campestre di San Comunale n. 34 del 16/07/2002 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 41 del 06/12/2002. Lussorio" Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Borore individua le seguenti zone del territorio: Come riportato al punto 35.5 delle Norme: “la sottozona G5 è costituita dal  A – Centro storico pianificato; di 'cumbessias' poste a corona del santuario campestre. L'insieme presenta caratteri architettonici

tradizionali molto sobri, e in alcuni casi manome complesso religioso di San Lussorio costituito da una doppia schiera

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 35 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione

ssi da impropri interventi di manutenzione, ma ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo comunque di un certo interesse si  D - Zone per attività industriali, artigianali e commerciali,suddivise in sei sottozone da “D1” a

motivi il compendio rappresenta una “D6”;

con le dovute esigenze di salvaguardia.  E - Zone agricole, suddivise in cinque sottozone: a sotto l'aspetto storico che sotto quello ambientale. Per questi Gli indirizzi da assumere in sede di stesura de  “Es”: zona agricola speciale di salvaguardia del centro urbano valorizzazione del complesso attravpresenza territoriale di rilievo me  “E1”: aree caratterizzate da una produzione agricola tipica e di salvaguardia del centro sistemazione a verde del recinto sacro e sistemazione delle aree attraverso misurati interventi di ”. urbano arredo urbano, e di ristrutturazione e degli edifici Il successivo tratto in adeguamento della S.S. 131 (dal km 135+650ritevole al km di137), un uso attraversa compatibile le  “E2”: aree per prevalente utilizzo agrario erso opere digli restaurointerventi conserva attuativi sottozone agricole E1b e le sottozone D6b e D7.  “E3”: aree agricole delle attività tipiche produttive La Sottozona E1b è caratterizzata da una vivace attività agricola di tipo zootecnico, a netta sono pertanto quelli di prevalenza ovina. I suoli sono caratterizzati da limitazioni all’uso agricolo da modeste a severe,  “E5”: aree a maggiore sensibilità ambientale tivo dell'edificio religioso, di che ne riscoprano i caratteri edilizi tradizionali queste ultime rilevabili soprattutto negli areali a elevata pietrosità superficiale e forte frazionamento  G - Zone per attrezzature speciali, suddivise in sette sottozone da “G1” a “G7”; fondiario. Data la sua estensione e la spiccata vocazione produttiva, per la Sottozona E1b il PUC  H - Zone di salvaguardia territoriale e ambientale, suddivise in cinque sottozone: prevede un rafforzamento dell'uso come foraggiera o prato-pascolo (ed in alcuni casi anche di  “H1: fascia di salvaguardia stradale seminativo irriguo) per aziende zootecniche specializzate. La zona D6 individua due distinti comparti territoriali, posti il primo sul lato Nord e il secondo sul lato  “H2: fascia di salvaguardia ferroviaria Sud della S.S. 131 Carlo Felice, compresi all’interno della Zona Industriale di Interesse Regionale di  “H3”: fascia di salvaguardia archeologica Tossilo.  “H4”: fascia di salvaguardia fluviale La zona D7 individua un comparto territoriale posto sul lato Sud della S.S. 131 Carlo Felice, finalizzato alla definizione di una fascia attrezzata per attività produttive e commerciali a scala  “H5”: fascia di salvaguardia cimiteriale territoriale. Il comparto D7 costituisce l’articolazione funzionale del contiguo comparto D6.  S – Zone destinate a standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone:

4.3.7 Comune di Birori (NU)  “S1”: zone destinate all’istruzione

Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Birori, ha sostituito il previgente Programma di  “S2”: zone per attrezzature d’interesse comune Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio Comunale  “S3”: zone per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport n 42 del 30/12/2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 19 del 25/06/2004.  “S4”: zone per i parcheggi Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Birori individuano le seguenti zone del territorio: Rimandando alla “Carta della pianificazione comunale” per i dettagli, si sottolinea che gli interventi  A – Zona di interesse storico - ambientale; previsti nel Comune di Birori lambiscono alcune zone di salvaguardia.  B - Zone di ristrutturazione e completamento edilizio, suddivise in quattro sottozone da “B1” a I previsti adeguamenti della viabilità locale (in loc. Sos Ermos, tra il km140 e lo svincolo per “B4”; Macomer) attraversano la sottozona agricola E3 e lambiscono le sottozone di salvaguardia H3

 C - Zone di espansione residenziale e servizi, suddivise in quattro sottozone da “C1” a “C3” e (Nuraghe Puttusuiles, Nuraghe Chessa ) “C167”; Lo svincolo di Macomer Sud esistente da adeguare, al km 142 della S.S. 131, interessa prevalentemente la sottozona agricola Es. La viabilità complanare, parallela alla SS 131 dal

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 36 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione Nuraghe Nasprias

ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo km143+170 al km 143+880, si accosta alle zone di salvaguardia H3 (Protonuraghe Bullitta e Le sottozone E2 “uso agricolo e zootecnico” sono zone di primaria importanza per la funzione ). agricolo-produttivo, anche in relazione all’estensione, composizione e localizzazione dei terreni. Sono prevalentemente coperte da uno strato terroso che consente la coltivazione e il pascolo. Sono 4.3.8 Comune di Bortigali (NU) compresi tutti quei terreni che attualmente trovano un impiego economico. Tali terreni devono Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Bortigali, ha sostituito il previgente essere oculatamente utilizzati al fine di garantirne la naturale fertilità e mantenere alta la redditività. Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del E’ auspicabile che le lavorazioni superficiali della coltre che prevedano il rovesciamento della fetta, Consiglio Comunale n 17 del 10/04/2001 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 27 del 03/08/2001. non venga eseguito, onde evitare pericoli di erosione, nei tratti con pendenze superiori al 10%. Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Bortigali individua le seguenti zone del territorio: Le lavorazioni devono utilizzare strumenti che lascino inalterato il profilo del suolo e permettano nel  A - Centro storico; contempo di arieggiare la massa terrosa.

 B - Zone di completamento residenziale, suddivise in tre sottozone da “B1” a “B3”; 4.3.9 Comune di Macomer (NU)

 C - Zone di espansione residenziale, suddivise in tre sottozone da “C1” a “C3”; Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Macomer, ha sostituito il previgente

 D - Zone per insediamenti produttivi,suddivise in cinque sottozone da “D1” a “D3” e “D4.1” e Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del “D4.2”; Consiglio Comunale n. 96 del 16/11/2000 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 2 del 19/01/2001. Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Macomer individua le seguenti zone del territorio:  E - Zone agricole, suddivise in cinque sottozone da “E1” a “E5”;  A – Zone di interesse storico, artistico o di pregio ambientale o tradizionale;  G - Zone di servizi generale, suddivise in quattro sottozone da “G1” a “G4”;  B - Zone di completamento residenziale, suddivisa in sei sottozone da “B1” a “B5” e “B5*”;  H - Zone di salvaguardia, suddivise in due sottozone:  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in quattro sottozone;  “H1: protezione paesistica (suddivisa in quattro sottozone da H1.1 a H1.4)  D - Zone industriali e artigianali, suddivise in quattro sottozone da “D1” a “D4”;  “H2”: rispetto stradale  E - Zone agricole, suddivise in otto sottozone da “E1” a “E5” e “E5H1”, “E5H2” e “E5H4”;  “H3”: rispetto ferroviario  F – Zone turistiche, suddivisa nella sottozona F1 (Monte S. Antonio);  “H4”: rispetto fluviale (suddivisa in cinque sottozone da H4.1 a H4.5)  G - Zone d’interesse generale, suddivise in ventitre sottozone;  “H5”: rispetto archeologico  H - Zone di salvaguardia e tutela, suddivise in sei sottozone:  S – Zone destinate a standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone:  “H1”: zone salvaguardia geomorfologica  “S1”: zone destinate all’istruzione  “H2”: zone di salvaguardia fluviale  “S2”: zone per attrezzature d’interesse comune  “H3”: zone di salvaguardia archeologica  “S3”: zone per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport  “H4”: zone di salvaguardia paesistico-ambientale  “S4”: zone per i parcheggi Il tratto in adeguamento della SS 131 fino allo svincolo di nuova realizzazione “Macomer Nord”,  “H5”: zone di salvaguardia, parco attrezzato (S. Antonio) interessa sottozone agricole E2 e ovviamente le zone di rispetto stradale H2.  “H6”: zone di salvaguardia, rimboschimento (S. Antonio)

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 37 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 S – Zone destinate a standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone: operanti nel territorio, al fine di verificare la validità di una nuova programmazione sotto il profilo politico amministrativo nello specifico interesse della collettività e di tutto l'ambito comunale.  “S1”: zone destinate all’istruzione Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Bonorva individua le seguenti zone del territorio:  “S2”: zone per attrezzature d’interesse comune  A - Centro storico;  “S3”: zone per spazi pubblici attrezzato a parco e per il gioco e per lo sport  B - Zone residenziali di completamento;  “S4”: zone per i parcheggi  C - Zone residenziali di espansione, suddivise in quattro sottozone da “C1” a “C4”; Rimandando alla “Carta della pianificazione comunale” per i dettagli, gli interventi previsti ricadono nelle seguenti zone di Piano:  D – Zone per insediamenti produttivi, suddivise in tre sottozone da “D1” a “D3”;

 Lo svincolo della Zona Industriale di Tossilo esistente e da adeguare (km 138 della S.S. 131),  E - Zone agricole, suddivise in quattro sottozone da “E2” a “E5”; interessa una zona D  G - Zone di interesse generale, suddivise in tre sottozone da “G1” a “G3”;  I vari tratti di adeguamento della viabilità locale (compresi circa fra i km 139 – 146 della SS 131)  H - Zone di salvaguardia e di tutela, suddivise in tre sottozone: interessano le sottozone E1 e E5.  “H1”: Zone di rispetto stradale, ferroviario e cimiteriale  I vari tratti di adeguamento della viabilità locale, (compresi circa fra i km 146-148 della SS 131)  “H2”: Zone di salvaguardia ambientale interessano la sottozona agricola E5H4 (Zona di salvaguardia paesistica ambientale). Come riportato nelle norme “Tali aree riconoscibili dalla presenza di componenti paesistico ambientali  “H3”: Zone di interesse archeologico

entro un più vasto areale caratterizzato da un profilo agro-pedologico tipico della subzona E5 tali  S – Aree destinate a standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone: da essere sottoposte a tutela rispetto a interventi antropici rilevanti o in ogni caso tali da  “S1”: Zone destinate all’istruzione modificarne l'assetto naturale”. Sebbene non si faccia esplicito riferimento agli interventi sulle infrastrutture viarie, nelle norme si vietano tutti gli interventi di nuova realizzazione se non  “S2”: Zone per attrezzature di interesse comune

preventivamente autorizzati dalle attività competenti.  “S3”: Zone per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport

 L’adeguamento della SS 131, nel tratto compreso fra lo svincolo in progetto di Macomer Nord  “S4”: Zone per i parcheggi (prevalentemente ricadente nel Comune di Bortigali) e lo svincolo esistente di Badde Selighes, Rimandando alla “Carta della pianificazione comunale” per i dettagli, gli interventi previsti ricadono attraversa le sottozone agricole E1 e E2. nelle seguenti zone di Piano:

4.3.10 Comune di Bonorva (SS)  Gli adeguamenti della viabilità locale compresa fra lo svincolo di Badde Selighes, e lo svincolo di progetto Bonorva Sud, ricadono nelle sottozona E3 e E5. Il PUC vigente del comune di Bonorva sostituisce integralmente il vigente Programma di Fabbricazione e gli strumenti attuativi per le parti in contrasto, in adeguamento alle prescrizioni della  Lo svincolo di nuova realizzazione Bonorva Sud (km 158 della S.S. 131), attraversa le sottozone Legge Regionale 22 Dicembre 1989 n° 45 e successive modifiche e integrazioni ai sensi Del. C.C. N. agricole E3 ed E5. 9 del 05/03/2001 pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 14 del 27/04/2001).  La SP 124 e la SP 125, oggetto di riqualificazione, interessano zone E3 ed E5. Lo scopo prefissato del P.U.C. è quello di tradurre in norma i contenuti emersi prevalentemente in  Lo svincolo di nuova realizzazione Bonorva Nord (km 162 della S.S. 131), interessa unicamente la linea tecnica dall'analisi geomorfologica, socio-economica, e dalle esperienze dei professionisti locali sottozona agricola E3.

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 38 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

Le sottozone E3 sono caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono Il nuovo svincolo di Cossoine e i previsti adeguamenti della viabilità interessano prevalentemente contemporaneamente utilizzabili per scopi agricolo - produttivi e per scopi residenziali; sottozone agricole E3, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario e contemporaneamente La sottozona E5 comprende le aree che non si ritengono idonee per lo sfruttamento agricolo e utilizzabili per scopi agricolo - produttivi e per scopi residenziali. zootecnico intensivo, a causa della pendenza elevata, della scarsa profondità e dell’eccessiva 4.3.12 Comune di Giave (SS) rocciosità e pietrosità., ma all’interno delle quali sono presenti diverse aziende di tipo zootecnico estensivo, che necessitano di nuove strutture per adeguarsi alle nuove normative comunitarie. Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Giave, ha sostituito il previgente Programma Per quanto riportato nelle Norme del PUC, non si ritrovano elementi ostativi alla realizzazione degli di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio interventi previsti. Comunale n. 52 del 10/12/2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 27 del 02/09/2004. Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Giave individuano le seguenti zone del territorio: 4.3.11 Comune di Cossoine (SS)  A – Centro storico; Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Cossoine, ha sostituito il previgente  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in tre sottozone da “B1” a “B3”; Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 37 del 30/08/2000 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 37 del 18/11/2000.  C - Zone di espansione residenziale;

Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Cossoine individuano le seguenti zone del territorio:  D – Zone d’insediamenti produttivi industriali e artigianali, suddivise in tre sottozone da “D1” a  A - Centro storico; “D3”;

 B - Zone residenziali di completamento;  E - Zone agricole, suddivise in otto sottozone da “E1” a “E5” e “E5H” (Zone di salvaguardia a tutela), “E5H1” (Zone di salvaguardia ambientale) e “E5H2” (Zone d’interesse archeologico);  C - Zone residenziali di espansione;  F – Zona turistica;  D - Zone per insediamenti produttivi;  G - Zone d’interesse generale, suddivise in sette sottozone da “G1” a “G7;”  E - Zone agricole, suddivise in tre sottozone da “E2”, “E3” e “E5”;  H - Zone di rispetto, salvaguardia e tutela, che comprendono il rispetto stradale e il rispetto  G - Zone d’interesse generale; ferroviario;  H - Zone di salvaguardia e di tutela, suddivise in due sottozone:  S – Zone di servizi d’interesse comunale, suddivise in quattro sottozone:  “H1”: zone di rispetto stradale, ferroviario e cimiteriale  “S1”: aree per l’istruzione  “H2”: zone d’interesse archeologico  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune  S – Zone destinate a standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone:  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport  “S1”: zone destinate all’istruzione  “S4”: aree per i parcheggi  “S2”: zone per attrezzature d’interesse comune Rimandando alla “Carta della pianificazione comunale” per i dettagli, gli interventi previsti ricadono  “S3”: zone per spazi pubblici attrezzate a parco e per il gioco e per lo sport nelle seguenti zone di Piano:

 “S4”: zone per i parcheggi

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 39 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 Il previsto adeguamento della SP 124 (nel tratto compreso fra il ponte sul Riu Mulini e lo svincolo  “S4”: aree per i parcheggi di Cossoine – km 165 della ss 131) e il nuovo svincolo di progetto, ricadono in sottozone agricole La viabilità complanare e di servizio di nuova realizzazione, parallela alla S.S. 131 nel tratto dal km E3. In prossimità del Ponte Mulinu, si segnala un’area di rispetto archeologico. 170+520 al km 171+500, attraversa sottozone agricole E2 per la quali, nelle norme, non si rintracciano motivi ostativi alla realizzazione delle opere in progetto (vedi “Carta della pianificazione  Sebbene siano consentite “opere connesse a servizi pubblici o di rilevante interesse collettivo” comunale”). potrebbe rendersi necessario il parere della Soprintendenza.

 Il tratto di viabilità complanare alla SS 131 (nel tratto dal km 166+640 al km 167+420 - in parte 4.3.14 Comune di Torralba (SS)

da adeguare e in parte da realizzare), costeggia la sottozona agricola E2 e una zona H . Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Torralba, ha sostituito il previgente

 Lo svincolo già esistente di Giave da adeguare, al km 168 della S.S. 131, interessa Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del prevalentemente zone D e marginalmente una sottozona E2. Consiglio Comunale n. 8 del 28/02/2002 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 20 del 03/06/2002. Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Torralba individuano le seguenti zone del territorio: 4.3.13 Comune di Cheremule (SS)  A – Centro storico; Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Cheremule, ha sostituito il previgente  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in tre sottozone da “B1” a “B3”; Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 9 del 29/03/2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 26 del 20/09/2005.  C - Zone residenziali di espansione, suddivise in quattro sottozone da “C1” a “C4”; Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Cheremule individuano le seguenti zone del territorio:  D – Zone per insediamenti produttivi, suddivise in tre sottozone da “D1” a “D3”;  A – Centro storico;  E - Zone agricole, suddivise in quattro sottozone da “E1” a “E3” e “E5”;  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in due sottozone “B1” e “B2”;  G - Zone d’interesse generale, suddivise in due sottozone “G1” (suddivise in undici comparti da  C - Zone di espansione, per edilizia economica e popolare; G1.1 a G1.11) e “G2” (suddivise in sei comparti da G2.1 a G2.6);

 D – Zone d’insediamenti produttivi industriali e artigianali, suddivise in due sottozone “D1” e  H - Zone di salvaguardia e tutela, suddivise in cinque sottozone: “D2”;  “H1”: rispetto della viabilità e delle ferrovie  E - Zone agricole, suddivise in tre sottozone da “E1”, “E2” e “E5”;  “H2”: rispetto cimiteriale e depurativo  F – Zona turistico - alberghiera;  “H3”: interesse archeologico e geomorfologico  G - Zone d’interesse generale, costituite dal parco – pineta comunale, dal cimitero e dalla  “H4”: salvaguardia ecologica e rispetto ambientale centrale di trasformazione ENEL in loc. Bojanas;  “H5”: verde privato  H - Zone di rispetto;  S – Zone di servizi di standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone:  S – Zone di servizi d’interesse comunale, suddivise in quattro sottozone:  “S1”: aree per l’istruzione  “S1”: aree per l’istruzione  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 40 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 “S4”: aree per i parcheggi  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport Lo svincolo già esistente di Thiesi - Torralba da adeguare (al km 173 della S.S. 131) e relativa  “S4”: aree per i parcheggi viabilità, si apre fra sottozone agricole E1 ed E3. Tratti in adeguamento della SS 131 (tra il 178 e il km 179) ricadono in aree E1 “sottozona agricola La sottozona E1 comprende la parte collinare del territorio comunale esterna all'abitato, con produzione tipica specializzata”. caratterizzata, soprattutto, da colture agricole specializzate. Lo svincolo già esistente di Bonnanaro, al km 179 della S.S. 131, per il quale si prevede La sottozona E3, comprende le aree che, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario sono l’adeguamento, s’inserisce in un’area agricola (sottozone E1 ed E2). contemporaneamente utilizzabili per scopi agricolo - produttivi e per scopi residenziali, connessi alla conduzione del fondo. 4.3.16 Comune di Siligo (SS) Il presente Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Siligo, ha sostituito il previgente 4.3.15 Comune di Bonnanaro (SS) Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Bonnanaro, ha sostituito il previgente Consiglio Comunale n. 37 del 4/11/2004 e approvato dalla RAS con Determinazione n. 825/DG Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Ass.to Enti Locali Finanze e Urbanistica del 31/12/2004. Consiglio Comunale n. 26 del 25/05/1998 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 30 del 24/08/1998. Lo scopo fondamentale del presente P.U.C. è, oltre che quello di aggiornare il vecchio strumento Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Bonnanaro individuano le seguenti zone del territorio: urbanistico ormai ventennale alla vigente legislazione, quello di rendere tale strumento l’artefice  A – Centro storico; della pianificazione, valorizzazione ed organizzazione delle risorse del territorio comunale, in funzione degli indirizzi generali di governo stabiliti dalla Amministrazione Comunale; risorse intese come  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in quattro sottozone da “B1” a “B4”; attività agricole, agro – alimentari, pastorali, commerciali ecc., nonché risorse storico –  C - Zone di espansione, suddivise in due sottozone “C1” e “C2”; archeologiche site nel territorio ed oggi non adeguatamente utilizzate, salvaguardate e valorizzate.  D – Zone industriali, artigianali e commerciali suddivise in cinque sottozone da “D1” a “D5”; Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Siligo individuano le seguenti zone del territorio:

 E - Zone agricole, suddivise in cinque sottozone da “E1” a “E5”;  A – Centro storico;

 G - Zone d’interesse generale, suddivise in due sottozone “G1” e “G2”;  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in due sottozone “B1” e “B2”;

 H - Zone di salvaguardia, suddivise in cinque sottozone:  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in due sottozone “C1” e “C2”;

 “H1”: rispetto della viabilità  D – Zone di insediamenti produttivi artigianale e commerciale;

 “H2”: rispetto cimiteriale e depurativo  E - Zone agricole, suddivise in sei sottozone:

 “H3”: interesse archeologico e geomorfologico  “E1” aree caratterizzate da produzione agricola tipica e specializzata

 “H4”: salvaguardia ecologica e rispetto ambientale  “E2a” : aree di primaria importanza per la funzione agricola – produttiva caratterizzate

 “H5”: verde privato per una notevole uniformità colturale

 S – Zone di servizi di standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone:  “E2b": aree di primaria importanza per la funzione agricola – produttiva che presentano  “S1”: aree per l’istruzione in certi punti i limiti legati alla roccia affiorante e alla ridotta profondità del substrato coltivabile  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 41 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 “E3”: aree che, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono  D – Zone di attività produttive, industriali, artigianali e commerciali suddivise in due sottozone contemporaneamente utilizzabili per scopi agricolo – produttivi e per scopi residenziali “D1” e “D2”;

 “E4”: aree che, caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative, sono utilizzabili  E - Zone agricole, suddivise in tre sottozone “E1”, “E2” e “E5”; per l’organizzazione dei centri rurali  G - Zone di interesse generale;  “E5”: aree marginali per attività agricola in cui sono evincibili dei limiti di natura fisico-  H - Zone di rispetto e salvaguardia, suddivise in cinque sottozone. meccanica come notevole acclività, rocciosità, pericolo di erosione ecc. Lo svincolo di nuova realizzazione, al km 190 della S.S. 131, e i tratti di viabilità locale da  G - Zone d’interesse generale adeguare/realizzare, interessano la sottozona agricola E2 (vedi “Carta della pianificazione comunale”). Le sottozone “E2” sono le aree di primaria importanza per la funzione agricola  H - Zone di rispetto edificatorio, suddivise in quattro sottozone: produttiva o  “H1”: zone di rispetto paesaggistico caratterizzate dalla presenza di attività agricole varie.  “H2”: zone di rispetto cimiteriale Per quanto riportato nelle norme, non si rintracciano elementi ostativi alla realizzazione degli

 “H3”: zone di rispetto archeologico interventi previsti in progetto.

 “H4”: zone di rispetto viabilità 4.3.18 Comune di Codrongianos (SS)

 S – Zone di servizi d’interesse comunale, suddivise in quattro sottozone: Il PUC vigente del comune di Codrongianos sostituisce integralmente il vigente Programma di  “S1”: aree per l’istruzione Fabbricazione e gli strumenti attuativi per le parti in contrasto, in adeguamento alle prescrizioni della Legge Regionale 22 Dicembre 1989 n° 45 e successive modifiche ed integrazioni ai sensi Del. C.C. N.  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune 8 del 15/02/2001 pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 14 del 27/04/2001.  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e per lo sport Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Codrongianos individuano le seguenti zone del  “S4”: aree per i parcheggi territorio: Lo svincolo già esistente di Siligo da adeguare, al km 187 della S.S. 131, interessa la sottozona  A – Vecchio centro; agricola E2b “aree di primaria importanza per la funzione agricola – produttiva che presentano in  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in due sottozone “B1” e “B2”; certi punti i limiti legati alla roccia affiorante e alla ridotta profondità del substrato coltivabile”.  C - Zone di espansione residenziale,suddivise in cinque sottozone da “C1” a “C5”; 4.3.17 Comune di Florinas (SS)  D - Zone industriali, artigianali e produttive, suddivisa in due sottozone “D1” e “D2”; Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Florinas, ha sostituito il previgente Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio  E - Zone agricole, suddivise in tre sottozone:

Comunale n. 37 del 19/12/2003 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 17 del 05/06/2004.  “E2”: aree di primaria importanza per la funzione agricolo - produttiva, anche in relazione Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Florinas individuano le seguenti zone del territorio: all'estensione, composizione e localizzazione dei terreni

 A – Centro storico;  “E3”: aree che, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono

 B - Zone di completamento residenziale; contemporaneamente utilizzabili per scopi agricoli produttivi e per scopi residenziali

 C - Zone di espansione, suddivise in tre sottozone da “C1” a “C3”;

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 42 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

 “E5”: aree marginali per l'attività agricola nelle quali è ravvisata l'esigenza di garantire  F – Zona turistica; condizioni adeguate di stabilità ambientale  G - Zone d’interesse generale, suddivise in due sottozone “G1” e “G2”;  G - Zone d’interesse generale, suddivise in sei sottozone da “G2” a “G7”;  H – Zone di salvaguardia, suddivise in cinque sottozone:  H - Zone di salvaguardia paesaggistica  “H1”: zone di rispetto stradale, cimiteriale e ferroviario  S – Aree per attrezzature collettive:  “H2”: zone di salvaguardia ambientale  “S1”: aree per l’istruzione  “H3”: zone a parco sub-urbano  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune  “H4”: zone d’interesse archeologico  “S3”: aree per il verde pubblico  “H5”: zona militare  “S4”: aree per i parcheggi pubblici.  S – Zone di servizi d’interesse comunale, suddivise in quattro sottozone: Rimandando alla “Carta della pianificazione comunale” per i dettagli, gli interventi previsti ricadono  “S1”: aree per l’istruzione nelle seguenti zone di Piano:  “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune  Lo svincolo di nuova realizzazione, al km 190 della S.S. 131, interessa la sottozona agricola E2.  “S3”: aree per spazi pubblici attrezzature a parco e per il gioco e per lo sport  Lo svincolo già esistente di Florinas da adeguare, al km 194 della S.S. 131, interessa le sottozone agricole E2 e E5.  “S4”: aree per i parcheggi pubblici Il tratto della S.S. 131 che va dal km 199+900 al km 200+600, attraversa le sottozone industriali D1,  Lo svincolo già esistente di Oschiri da adeguare, al km 197 della S.S, lambisce la zona industriale D4, D5,la sottozona agricola E2 e la zona G . Il previsto adeguamento ricade a Est dell’attuale asse D2 e interessa le aree agricole E2 e E5. stradale interessando unicamente zone agricole (vedi “Carta della pianificazione comunale”). Per le suddette zone omogenee, le norme non prescrivono particolari indicazioni relativamente alla Lo svincolo già esistente di Muros da adeguare, al km 201 della S.S. 131, interessa le sottozone realizzazione di nuove infrastrutture stradali. agricole E2 e la sottozona D5 (vedi “Carta della pianificazione comunale”). 4.3.19 Comune di Carcere (SS) Per quanto riportato nelle Norme del PUC, non si ritrovano elementi ostativi alla realizzazione degli

Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Cargeghe, ha sostituito il previgente interventi previsti. Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del 4.3.20 Comune di Muros (SS) Consiglio Comunale n. 53 del 30/09/1996 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 43 del 07/12/1996. Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Muros, ha sostituito il previgente Programma Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Cargeghe individuano le seguenti zone del territorio: di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio  A – Centro storico; Comunale n. 17 del 07/04/2001 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 31 del 11/09/2001.  B - Zone di completamento residenziale; Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Muros individuano le seguenti zone del territorio:

 C - Zone di espansione residenziale, suddivise in quattro sottozone da “C1” a “C4”;  A – Centro storico;

 D – Zone industriale,commerciale e artigianale, suddivise in cinque sottozone da “D1” a “D5”;  B - Zone di completamento residenziale, suddivise in tre sottozone da “B1” a “B3;

 E - Zone agricole, suddivise in due sottozone “E2” e “E5”;  C - Zone di espansione residenziale, suddivise in quattro sottozone da “C1” a “C4”;

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 D – Zone industriale,commerciale e artigianale, suddivise in sei otto zone da “D1” a “D6”;  Zone omogenee D: insediamenti produttivi a carattere industriale, artigianale e commerciale.  E - Zone agricole, suddivise in quattro sottozone da “E1”, “E2”, “E3” e “E5”;  Insediamenti turistici  F – Zone turistiche, suddivise in due sottozone “F1” e”F2”;  Zone omogenee F.  G - Zone di servizi generali, suddivise in tre sottozone “G1” (suddivise in 15 comparti da G1.0 a G1.15), “G2” (suddivise in sei comparti da G2.1 a G2.6) e “G3”;  Aree speciali per servizi generali a scala territoriale

 H – Zone di salvaguardia, suddivise in cinque sottozone:  Zone omogenee G.

 “H1”: rispetto della viabilità e delle ferrovie  Servizi di quartiere

 “H2”: rispetto cimiteriale e depurativo  Zone omogenee S.

 “H3”: interesse archeologico e geomorfologico  Aree di rispetto Com’è evidente dalla “Carta della pianificazione comunale”, il previsto adeguamento dello svincolo al  “H4”: salvaguardia ecologica e rispetto ambientale km 208 della S.S. 131, è già inserito nella pianificazione urbanistica.  “H5”: verde privato

 S – Zone destinate a standard urbanistici, suddivise in quattro sottozone:

 “S1”: aree per l’istruzione

 “S2”: aree per attrezzature d’interesse comune

 “S3”: aree per spazi pubblici attrezzature a parco e per il gioco e per lo sport

 “S4”: aree per i parcheggi pubblici Gli interventi previsti ricedenti nel Comune di Muros, interessano prevalentemente zone industriali.

4.3.21 Comune di Sassari (SS)

Il Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) del Comune di Sassari, ha sostituito il previgente Programma di Fabbricazione (P.d.F.), ed è stato adottato in via definitiva con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 43 del 26/07/2012 e pubblicato sul B.U.R.A.S. N. 58 del 11/12/2014. Le Norme Tecniche del P.U.C. del comune di Sassari individuano le seguenti zone del territorio:

 Sistema Insediativo:

 Zone omogenee A;

 Zone omogenee B;

 Zone omogenee C;

 Insediamenti produttivi

Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 44 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

5 REGIME VINCOLISTICO  La legge urbanistica della Sardegna: Legge Regionale n. 45 del 22 dicembre 1989 “Norme per l’uso e la tutela del territorio regionale”, 5.1 Sistema delle aree naturali protette Il sistema delle aree naturali protette viene definito al livello nazionale ed europeo dalle seguenti  Legge Regionale n. 23 del 29 luglio 1998 normativa regionale di recepimento della L. n. 157 del normative: 11 febbraio 1992, a sua volta di attuazione della direttiva 79/409 CEE,

La Legge n. 394 del 6/12/1991, ”Legge quadro sulle aree protette”, definisce la classificazione delle  Legge Regionale n. 31 del 7 giugno 1989 “Norme per l’istituzione dei parchi, delle riserve e dei aree naturali protette e istituisce l'Elenco ufficiale delle aree protette, nel quale vengono iscritte tutte monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale”; le aree che rispondono ai criteri stabiliti, a suo tempo, dal Comitato nazionale per le aree protette.  Nel 2006, con la deliberazione n. 1180 del 18 aprile, la giunta regionale ha approvato un La Direttiva 92/43/CEE - Direttiva “Habitat” del Consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla aggiornamento dei siti Natura 2000 con alcune modifiche ai siti esistenti (nomi, fusioni di siti) e «conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica», ha individuato ulteriori nuovi siti. comunemente denominata direttiva «Habitat», prevede la creazione della rete Natura 2000. Rete Natura 2000 è finalizzata alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio  L’ultima trasmissione della banca dati alla Commissione Europea è stata effettuata dal Ministero dell'Unione stessa e, in particolare, alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali dell’Ambiente ad ottobre 2014 (ftp://ftp.dpn.minambiente.it/Natura2000/TrasmissioneCE_2014/) particolarmente rari indicati nei relativi Allegati I e II. porta la Natura 2000 regionale a 131 siti (94 SIC e 37 ZPS).

La Direttiva in questione prevede che gli Stati dell'Unione Europea contribuiscano alla costituzione della rete ecologica Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività sul proprio territorio di questi ambienti e delle specie, individuando aree di particolare pregio ambientale denominate “Siti di Importanza Comunitaria” (SIC) o “proposti Siti di Importanza Comunitaria”

(pSIC).

Nell’ambito della Rete Natura 2000 ricadono anche le aree individuate dalla Direttiva 79/409/CEE -

Direttiva "Uccelli" del Consiglio del 2/04/1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Anche questa prevede da una parte una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli, indicate negli allegati della direttiva stessa, e dall’altra, l’individuazione da parte degli Stati membri dell’Unione di aree da destinarsi alla loro conservazione, le cosiddette “Zone di Protezione Speciale” (ZPS). La direttiva “Uccelli” e la direttiva “Habitat” sono state recepite nella normativa nazionale rispettivamente dalla L. n. 157/1992 e dal DPR n. 357/1997 integrato con DPR n. 120/2003. La Commissione aggiorna periodicamente l’elenco dei Siti di Interesse Comunitario. Con la decisione 2011/85/UE del 10 gennaio 2011, la Commissione ha adottato, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del

Consiglio, un quarto elenco aggiornato dei siti d’importanza comunitaria per la regione biogeografia mediterranea nel quale sono ricompresi la maggiore parte dei siti sardi.

Le leggi regionali considerate, che recepiscono la normativa europea e nazionale in materia, sono:

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Figura 5-1: Cartografia dei Siti di Interesse Comunitario della Regione Sardegna (Fonte: Figura 5-2: Cartografia delle Zone di Protezione Speciale della Regione Sardegna (Fonte: Ministero dell’ambiente. Aggiornamento dicembre 2010) Ministero dell’ambiente. Aggiornamento dicembre 2010)

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5.1.1 Aree di interesse comunitario - Rete Natura 2000 deve essere sottoposto a “Valutazione di Incidenza”, secondo l’Allegato G della Direttiva Habitat

Nel caso degli interventi in progetto, le interferenze con le aree Natura 2000 si hanno lungo il tratto stessa. di strada compreso fra Macomer e Bonorva. Tra il km 148 e il km 162 circa, l’attuale SS 131: Non si verificano ulteriori interferenze dirette con le aree Natura 2000. Alcuni degli interventi previsti ricadono solo in vicinanza di alcuni SIC e nello specifico:  attraversa la ZPS ITB023050 “Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali”  Tra Paulilatino e Abbasanta il SIC ITB031104 “Media valle del Tirso e altopiano di Abbasanta”  lambisce il SIC IT ITB021101 “Altopiano di Campeda”. dista circa 1,5 km dalla SS 131; La Zona di Protezione Speciale (ZPS) denominata “Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e  A Nord-Est di Macomer il SIC ITB011102 “Catena del Marghine e del Goceano” dista oltre 3 km Bortigali”, si estende per una superficie complessiva di ha 19.604,00, con altitudine compresa tra i dalla SS 131. valori di m 346 e m 1.023 s.l.m., interessa parte delle province di Nuoro e Sassari ricoprendo quasi Per ulteriori dettagli si rimanda alla lettura della “Carta delle aree protette”. la totalità della Piana di Campeda e in modo marginale la catena montuosa del Marghine-Goceano.

L'altopiano ha un'altezza di circa 650 mt. E' una delle zone più fredde ed innevate della Sardegna. E' costituito da imponenti colate basaltiche sovrapposte, scarsamente drenato si formano frequentemente aree di ristagno paludose. Nel sito risiede e si riproduce una delle colonie nazionali di maggiori dimensioni della Gallina prataiola per effetto non solo delle condizioni pedoclimatiche favorevoli ma soprattutto per la presenza si estese superfici a pascolo e seminativi da granella impiegati nell’attività economica agro- zootecnica presente nel territorio; inoltre, nidificano diverse altre importanti specie animali: Nibbio reale, Albanella minore, Grillaio, Occhione, Ghiandaia marina, ecc Gli interventi previsti lungo il tratto di SS 131 fra il km 148 e il km 162, tra cui il nuovo svincolo di Macomer-Mulargia e lo svincolo di Bonorva Sud, interferiscono inevitabilmente con la ZPS. Inoltre, lo svincolo di Mulargia-Macomer al Km 148+000 (a Nord di Macomer), interessa una porzione periferica orientale del territorio appartenente al SIC IT ITB021101 “Altopiano di Campeda”. Il SIC ricade interamente in Provincia di Nuoro e interessa i comuni di Macomer, Sindia e Bortigali, per un’area complessiva di 4.634 ettari, delimitati a Nord e Nord-Ovest con il corso del fiume Temo, a Sud con una parte della strada statale 129bis e sul lato orientale con la SS 131, nella parte più a Sud e con un tratto delle Ferrovie dello Stato nel tratto della stazione “Campeda”. Il confine orientale del suddetto SIC è delimitato proprio dall’attuale sede stradale della SS 131; il progetto ricade all’interno dell’area SIC limitatamente per le rampe previste a Ovest dell’attuale sede stradale. A Est, tuttavia, corre il confine del Parco Regionale del “Marghine e Planargia” (vedi par. 5.1.2). Attualmente, sono in corso i procedimenti di VAS per il Piano di Gestione della ZPS e del SIC. Tuttavia, secondo previsto dalla normativa, qualunque progetto interferisca con un’area Natura 2000

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Figura 5-4: Planimetria del SIC ITB021101 “Altopiano di Campeda”

Figura 5-3: Planimetria della ZPS ITB023050 “Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali”

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5.1.2 Aree Protette Regionali La legge quadro in materia di aree protette per la regione Sardegna è anteriore alla legge quadro nazionale in materia di parchi e aree protette (Legge n. 394 del 6 dicembre 1991): si tratta della LR31 del 7 giugno 1989. La L.R. definisce le seguenti tipologie di Aree Protette (art. 2 a 4) :

 Parchi naturali;

 Riserve naturali;

 Monumenti naturali, e altre aree di rilevante interesse naturalistico e ambientale. La legge definisce altresì il “Sistema regionale dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali” (art. 5) che costituisce il “quadro di riferimento” per la pianificazione regionale e anche per la ricerca, sperimentazione, diffusione delle conoscenze e invita quindi a operare in una logica di sistema oltre che di gestione della singola area protetta. La L.R. 31/89 individua nell’allegato A tale sistema: “le aree protette dal sistema regionale dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali sono individuate con una perimetrazione provvisoria e classificate nell’allegato "A". Tali perimetrazioni e classificazioni possono essere confermate o modificate nella fase di approvazione dei singoli atti istitutivi.”

Le aree protette hanno come obiettivo principale la “conservazione, il recupero e della promozione del patrimonio biologico, naturalistico e ambientale del territorio della Sardegna” (art. 1), ma anche dei valori naturali, scientifici, storico-culturali e paesaggistici. Nei parchi regionali intervengono anche obiettivi “di sviluppo delle attività umane ed economiche compatibili”. Il regolamento del parco (art. 14) predisposto e adottato dall’organismo di gestione del parco, disciplina “le attività, nonché Figura 5-5: Planimetria del Parco Regionale “Marghine e Planargia” (stralcio della Carta l’insediamento di infrastrutture di carattere pubblico. Quando queste comportano la trasformazione “Perimetri Forestali Gestiti e parchi Regionali L.R. 31/89 redatta da Ente Foreste della dell’ambiente, sono soggette alla valutazione d’impatto ambientale e consentite solo in caso di Sardegna Direzione Generale – Servizio Tecnico e della Prevenzione) parere positivo”. Analogamente a quanto rilevato per le aree di Natura 2000, le uniche interferenze dirette si hanno in 5.1.3 Oasi Permanenti di Protezione della Fauna prossimità di Macomer, in coincidenza di tutti gli interventi previsti lungo la SS 131 dal chilometro Nei territori comunali compresi fra Giave e Sìligo, grossomodo tra i km 173 e 200 dell’attuale SS 131, 143 fino al chilometro 153 circa. sono numerose le aree a gestione speciale dell’Ente Foreste e le oasi permanenti di protezione Lungo tutto questo tratto di strada corre il confine occidentale del Parco Regionale “Marghine e faunistica. Planargia” istituito con la L.R. 31/89. In particolare, a Est del centro abitato di Bonnanaro, la SS 131 e i relativi previsti adeguamenti, intersecano l’Oasi permanente di protezione faunistica di “Monte Arana”.

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5.1.4 Conclusioni – Interferenze del progetto con il sistema delle aree attesa dell’approvazione del piano (articolo 142) e sulle località dichiarate di notevole interesse protette pubblico. I tratti della SS 131 oggetto di riqualifica nel quadro dell’adeguamento del collegamento Cagliari- Le previsioni dei piani paesaggistici diventano, in questo modo, cogenti per gli strumenti urbanistici Sassari-Porto Torres sono già esistenti. Le proposte oggetto di studio rimangono localizzate di comuni, città metropolitane e province e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni all’interno del corridoio stradale esistente, lontano dalle aree naturistiche di maggiore pregio. difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, che devono essere adeguati entro due anni dall’entrata in vigore del Decreto. Il Codice attribuisce al piano paesaggistico un triplice 5.2 Vincoli di tutela paesistico-ambientale contenuto: conoscitivo, prescrittivo e propositivo. La materia riguardante la protezione e la vincolistica dei beni culturali e ambientali è disciplinata dal Il decreto prevede che Regioni e Ministero dei Beni Ambientali e Culturali stipulino accordi per Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, entrato in l’elaborazione d’intesa dei piani paesaggistici o per la verifica e l’adeguamento dei piani paesaggistici vigore il 1° maggio 2004 e s.m.i., in particolare il D.Lgs correttivo 157/2006. già approvati ai sensi dell’articolo 149 del Testo Unico. Il Codice è una rilettura della normativa di tutela alla luce delle leggi successive al precedente D.Lgs I beni paesaggistici tutelati sono: 490/1999 abrogato dal Codice, con preciso riferimento alla modifica del Titolo V della Costituzione. Tale documento normativo si propone come un’unica legge organica, che mira ad assicurare una  Art. 136. Immobili e aree di notevole interesse pubblico tutela complessiva e omogenea al patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. 1. Sono soggetti alle disposizioni di questo Titolo per il loro notevole interesse pubblico (comma così Il Decreto legislativo n. 42/2004 si articola in 5 parti: modificato dall'articolo 2 del D.Lgs n. 63 del 2008): a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o  Parte Prima - Disposizioni generali; memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali;  Parte Seconda - Beni Culturali; b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente  Parte Terza - Beni Paesaggistici; codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza; c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico  Parte Quarta - Sanzioni; e tradizionale, inclusi i centri e i nuclei storici;  Parte Quinta - Disposizioni transitorie. d) le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, La Parte terza del Codice raccoglie le disposizioni sulla tutela e la valorizzazione dei beni dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. paesaggistici.  Art. 142. Aree tutelate per legge (articolo così sostituito dall'articolo 12 del D.Lgs n. 157 del La disciplina stabilisce che i beni paesaggistici sono parte del patrimonio culturale, riconoscendo 2006, poi modificato dall'articolo 2 del D.Lgs n. 63 del 2008). Sono comunque d’interesse formalmente il paesaggio e i beni, che ne fanno parte, come beni culturali, dando concreta paesaggistico e sono sottoposti alle disposizioni di questo Titolo: attuazione dell’art. 9 della Costituzione. a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, Il Codice definisce che il Ministero dei Beni Ambientali e Culturali ha il compito di individuare le linee anche per i terreni elevati sul mare; fondamentali dell’assetto del territorio nazionale per quanto riguarda la tutela del paesaggio, con finalità d’indirizzo della pianificazione (art.145). b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di Le regioni devono assicurare l’adeguata protezione e valorizzazione del paesaggio, tramite battigia, anche per i territori elevati sui laghi; l’approvazione di piani paesaggistici (o piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni valori paesaggistici) estesi a tutto il territorio regionale e non solo sulle aree tutelate ope legis, in di legge sulle acque e impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;

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d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e  realizzazione di complanari e riqualificazione delle viabilità provinciali SP124 e SP125 dallo 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; Svincolo di Bonorva Sud (km 158) allo svincolo di Cossoine (km 165). non interferiscono con ambiti sottoposti a tutela ambientale o con beni sottoposti a vincolo e) i ghiacciai e i circhi glaciali; paesaggistico, se non per alcuni tratti delle rampe previste, interferenti con aree boscate. f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; Dalle verifiche effettuate in sito, sebbene la documentazione trasmessa dalla Regione riporti un g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli vincolo per area boscata, si è accertata prevalentemente la presenza di prati interessati da colture sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto arbustive rade. legislativo 18 maggio 2001, n. 227; Le uniche interferenze con aree vincolate, fanno riferimento ad alcuni interventi di adeguamento

h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; della sede stradale attuale e/o di svincolo esistenti con le fasce tutelate dei corsi d’acqua:

i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448;  adeguamento della sede stradale attuale tra il km 127 e km 128 (fiume Riu di Bonorchis);

j) i vulcani;  rampe di accesso dello svincolo di Mulargia-Macomer (Riu Badde);

k) le zone d’interesse archeologico.  adeguamento della sede stradale attuale tra il km 152 (Riu Campeda);

Il territorio attraversato dal tracciato, è interessato dalla presenza di numerose aree vincolate dal  adeguamento della sede stradale attuale tra il km 154 e km 155 (Riu Temo); punto di vista paesistico – ambientale e beni identitari diffusi sul territorio in modo continuo e  SP124, viadotto sul fiume Riu Mulinu; omogeneo (nuraghe, tomba dei giganti, domus de janas, ecc.).  adeguamento della sede stradale attuale tra il km 173 e km 174 (Riu Pùdidu e Riu Tortu). I dati sono stati ricavati dal Piano Paesaggistico Regionale e dal portale web “SITAP” del Ministero Inoltre, il previsto adeguamento dello svincolo a Sud di Sassari, ricade interamente nel vincolo “Zona dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. di S.Pietro e area verde con eccezionali qualità della flora messa a cultura fin dal XVII secolo”, Si specifica che, per quanto riguarda il vincolo dei boschi e delle aree interessate da incendi, istituito con Decreto del 01/09/1976. la documentazione è stata direttamente trasmessa dalla Regione Sardegna – Assessorato Per queste categorie di Beni tutelati sono necessarie le autorizzazioni da parte della Regione o Difesa Ambiente (vedi Appendice 1). dell’Ente Locale al quale la Regione ha affidato la relativa competenza. Rimandando alla lettura della “Carta dei vincoli e delle tutele”, si specifica che i principali interventi Nei riguardi delle emergenze storico-culturali, le uniche potenziali interferenze (Comune di Paulilatino di nuova realizzazione, intesi come - Villaggio nuragico di Santa Cristina. Comune di Bonorva - Necropoli a Domus de Janas; ecc.) sono

 nuovo svincolo di Paulilatino al km 120+000, superate dal progetto in modo da non arrecare interferenze dirette con i beni presenti.

 nuovo svincolo di Mulargia-Macomer al Km 148+000, 5.3 Usi civici

 completamento/adeguamento svincolo di Bonorva Sud al Km 158+000, Per uso civico si intende il diritto essenziale, secondo la coerente giurisprudenza ed il Codice Civile, spettante ad una collettività organizzata e residente su di un territorio, di trarre  nuovo svincolo di Bonorva Nord al km 162+000, beneficio dalla terra, dai boschi e dalle acque. Tale diritto risulta inalienabile e  nuovo svincolo di Cossoine al Km 165+000, imprescrittibile e non può essere cessato né per desuetudine né per usucapione a privati. La  nuovo svincolo al km 190+000, materia è disciplinata dalla Legge L. 1766/27 e dal suo regolamento di attuazione R.D. n. 332/28. La norma stabilisce le destinazioni d’uso dei terreni di Enti Pubblici soggetti ad uso

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5.4 Vincolo idrogeologico Allo stato attuale la Regione Sardegna sta provvedendo all’elaborazione digitale del Vincolo Idrogeologico ai sensi del Regio Decreto 3267/1923. Sebbene quindi non sia ancora disponibile una cartografia ufficiale, si specifica che sono sottoposte a vincolo idrogeologico:

 le aree boscate appartenenti ad enti pubblici;

 le aree di “pericolosità frana” individuate dal Piano di Assetto Idrogeologico (vedi art. 9 delle Norme del Piano);

 gli areali in stato di frana mappati dall’Inventario dei Fenomeni Franosi.

Nel Piano Ambientale Forestale Regionale sono riportate per ogni “Scheda descrittiva di distretto” le aree sottoposte a tutela idrogeologica in stralci della carta regionale (fuori scala). Nell’elaborato T00IA13AMBCT “Carta dei vincoli e delle tutele”, sono raggruppate tutte le informazioni relative alle aree sottoposte a tutela idrogeologica e alle interferenze con gli interventi di progetto.

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6 RAPPORTI DI COERENZA DEL PROGETTO CON GLI OBIETTIVI DEI PIANI Regionale (P.P.R.) dell’area, pur rimanendo fuori dagli ambiti paesaggistici costieri. Nelle tabelle riportate di seguito sono sintetizzate le coerenze dell’intervento con tutti i piani I principali interventi di nuova realizzazione ricadono in aree e programmi analizzati nei capitoli precedenti. La coerenza/non coerenza è determinata nelle quali, secondo quanto prescritto nelle Norme (art. 21. comma 4 e comma 5), possono essere realizzati gli interventi dalla concordanza/compatibilità o meno e non rispetto alla pertinenza, in quanto i pubblici del sistema delle infrastrutture di cui all’art. 102 piani/programmi non pertinenti (legati a livelli istituzionali o competenze differenti) non sono ricompresi nei rispettivi piani di settore non altrimenti localizzabili. stati considerati. Inoltre, nell’art. 103 delle Norme, si riporta:  “Gli ampliamenti delle infrastrutture esistenti e la localizzazione 6.1 Coerenza con gli strumenti settoriali di nuove infrastrutture sono ammessi se: 6.1.1 Strumenti a livello nazionale . previsti nei rispettivi piani di settore, i quali devono tenere in considerazione le previsioni del P.P.R; Strumento settoriale . ubicati preferibilmente nelle aree di minore pregio Coerenza Motivazioni della coerenza (piano/programma) paesaggistico; Il PGTL individua, come struttura portante dell’assetto . progettate sulla base di studi orientati alla mitigazione Piano Generale dei infrastrutturale nazionale, il Sistema Nazionale Integrato dei degli impatti visivi e ambientali” Trasporti e della SI Trasporti (SNIT), costituito dall’insieme delle infrastrutture L’asse viario oggetto delle opere in studio fa parte delle priorità Logistica (P.G.T.L.) esistenti sulle quali si svolgono i servizi di trasporto di livello d’intervento della “rete fondamentale” del Piano Regionale dei nazionale, dei quali la SS 131 ne fa parte. Trasporti. Piano Urbanistico 6.1.2 Strumenti a livello regionale e provinciale Provinciale (P.U.P./ / In fase di redazione. P.T.C.) - Oristano Strumento settoriale Coerenza Motivazioni della coerenza Piano Urbanistico Tra gli obiettivi strategici ai quali sono stati finalizzati indirizzi, (piano/programma) Provinciale (P.U.P./ SI direttive e norme si ritrova: “Potenziare e sviluppare efficacemente L’itinerario in progetto fa parte delle priorità d’intervento della P.T.C.) - Nuoro il sistema della mobilità e del trasporto”. “rete fondamentale”. Per questa viabilità il PRT prevede si Piano Regionale dei I corridoi di comunicazione sono visti come attivatori di sviluppo SI debbano garantire livelli di funzionalità di tipo autostradale, con Trasporti (P.R.T.) territoriale in quanto occasione di mobilitazione di risorse e sezioni tipo B strade extraurbane principali (DM 5.11.2001) con Piano Urbanistico progettualità e di riorganizzazione dei processi. velocità di progetto (VdP) compresa fra 70 e 120 km/h. Provinciale (P.U.P./ SI La SS 131 fa parte delle “generatrici primarie” che hanno funzione P.T.C.) - Sassari catalizzante sulle principali dinamiche di circolazione e scambio e 6.2 Coerenza con gli strumenti territoriali e urbanistici sono costituite dai collegamenti tra i principali “nodi del territorio”. Alcuni degli interventi previsti ricadono in aree interessate da 6.2.1 Strumenti a livello regionale e provinciale Piano Stralcio di Bacino movimenti gravitativi più o meno importanti. L’area di maggiore per l’Assetto Strumento territoriale attenzione coincide con la zona interessata dal progetto nel Idrogeologico (PAI) Coerenza Motivazioni della coerenza e urbanistico Comune di Bonorva. Pianto di Tutela delle Piano Paesistico SI Il Piano Paesistico Regionale conferma l’interesse paesaggistico Si Non si prefigurano aspetti ostativi alla realizzazione degli interventi Acque (PTA)

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Piano di Gestione del Il previsto svincolo di Mulargia-Macomer (al Km 148+000) ricade Distretto Idrografico Si Non si prefigurano aspetti ostativi alla realizzazione degli interventi anche nella porzione periferica orientale del SIC denominato della Sardegna “Altopiano di Campeda” IT ITB021101. Piano Stralcio di Bacino Attualmente sono in corso i procedimenti di VAS per il Piano di Regionale per l’utilizzo Si Non si prefigurano aspetti ostativi alla realizzazione degli interventi Gestione della ZPS e del SIC; tuttavia, secondo previsto dalla delle Risorse idriche normativa, qualunque progetto interferisca con un’area Natura Piano Generale degli 2000 deve essere sottoposto a “Valutazione di Incidenza”, Si Non si prefigurano aspetti ostativi alla realizzazione degli interventi Acquedotti secondo l’Allegato G della Direttiva Habitat stessa. Piano Regionale per la Il previsto svincolo di Mulargia-Macomer al Km 148+000 (a Nord Si Non si prefigurano aspetti ostativi alla realizzazione degli interventi Qualità dell’aria Parchi di Macomer) ricade nella porzione periferica occidentale del Parco Tutti i materiali necessari per la realizzazione delle opere saranno Regionale “Marghine e Planargia” istituito con la L.R. 31/89. Piano Regionale approvvigionati presso cave autorizzate e inserite nel catasto del Attività Estrattive Si PRAE. Inoltre il progetto prevede il ripristino ambientale di alcune 6.4 Coerenza con i vincoli e le tutele (PRAE) cave esaurite mediante messa a dimora di una parte dei materiali Vincoli e tutele Coerenza Motivazioni della coerenza di risulta. I previsti svincoli di nuova realizzazione non interferiscono con Non si prefigurano aspetti ostativi alla realizzazione degli con ambiti sottoposti a tutela ambientale o con beni sottoposti a Piano Forestale SI interventi. Tuttavia alcuni interventi ricadono e/o lambiscono aree vincolo paesaggistico, se non per alcuni tratti delle rampe Ambientale Regionale coperte da bosco e da sugherete, entrambe tutelate. previste, interferenti con aree boscate. Differentemente, gli adeguamenti previsti, interferiscono con 6.2.2 Strumenti a livello locale alcuni corsi d’acqua vincolati. Vincoli paesaggistici e Inoltre, il previsto adeguamento dello svincolo a Sud di Sassari, Strumento territoriale archeologici Coerenza Motivazioni della coerenza ricade interamente nel vincolo “Zona di S. Pietro e area verde con e urbanistico eccezionali qualità della flora messa a cultura fin dal XVII secolo”, Dal punto di vista della pianificazione comunale, gli interventi istituito con Decreto del 01/09/1976. proposti rientrano prevalentemente nella fascia stradale già Piani Urbanistici Per queste categorie di Beni tutelati sono necessarie le SI esistente, le proposte di varianti rientrano nella maggiore parte Comunali autorizzazioni da parte della Regione o dell’Ente Locale al quale la nelle zone agricole di tipo E e pertanto non si riscontrano motivi Regione ha affidato la relativa competenza. ostativi alla realizzazione delle opere. Sebbene non esisti ancora una cartografia ufficiale del Vincolo Idrogeologico, poiché le zone boscate appartenenti ad enti 6.3 Coerenza con la pianificazione della tutela naturalistica pubblici e le zone in frana, sono aree a tutti gli effetti coperte da Strumento di tutela Vincolo Idrogeologico Coerenza Motivazioni della coerenza vincolo idrogeologico è possibile che alcuni degli interventi in naturalistica ai sensi del RDL progetto ricadano in vincolo. 3267/23 Gli interventi compresi tra Macomer e Bonorva (più precisamente La verifica puntuale da parte degli Ispettorati Forestali nelle fra il km 148 e il km 162 dell’attuale SS 131) ricadono all’interno SIC/ZPS successive fasi potrà stabilire la presenza o meno del vincolo e della ZPS autorizzare gli interventi. ITB023050 “Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali”. Usi civici SI Nessun intervento ricade in aree sottoposte ad uso civico.

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7 BIBLIOGRAFIA E FONTI CONSULTATE  Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=2324

 Pianificazione Regionale  Piano Paesistico Regionale: http://www.sardegnaterritorio.it/pianificazione/pianopaesaggistico/

 Autorità di Bacino - Piano di Assetto Idrogeologico: http://www.regione.sardegna.it/index.php?xsl=510&s=149037&v=2&c=8376&t=1&t b=8374&st=13&slu=1&tb=8374&st=13

 Piano Tutela delle Acqua: http://www.regione.sardegna.it/index.php?xsl=510&s=149030&v=2&c=8376&t=1&t b=8374&st=13&tb=8374&st=13

 Piano Regionale Attività Estrattive http://www.regione.sardegna.it/j/v/509?s=1&v=9&c=4400&na=1&n=10&tb=4394&t b=4394&st=2

 Pianificazione provinciale  Provincia di Sassari: Http://www.provincia.sassari.it/it/pianificazione_del_territorio.wp

 Pianificazione comunale http://www.sardegnageoportale.it/argomenti/pianiurbanisticicomunali.html

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8 APPENDICI  Appendice 1: Elenco dei beni paesaggistici vincolati ricadenti in vicinanza degli interventi di progetto.

 Appendice 2: Aree sottoposte a tutela idrogeologica e aree a vocazione sughericola (stralci cartografica dal Piano Forestale Ambientale Regionale).

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APPENDICE 1: ELENCO DEI BENI PAESAGGISTICI VINCOLATI RICADENTI IN VICINANZA DEGLI INTERVENTI DI PROGETTO

INDICE

1 BENI PAESAGGISTICI EX ARTT. 136 E 142 D. LGS. N° 42/04 E SUCC. MOD...... 58

1.1 RIQUADRI R1 E R2 ...... 58 1.2 RIQUADRI R5 E R6 ...... 58

1.3 RIQUADRI R7 E R8 ...... 58

1.4 RIQUADRI R9 E R10 ...... 58 1.5 RIQUADRI R11 E R12 ...... 58

2 BENI PAESAGGISTICI EX ART. 143 D. LGS. N° 42/04 E SUCC. MOD...... 60

2.1 RIQUADRI R1 E R2 ...... 60 2.2 RIQUADRI R3 E R4 ...... 60 2.3 RIQUADRI R5 E R6 ...... 61 2.4 RIQUADRI R7 E R8 ...... 61 2.5 RIQUADRI R9 E R10 ...... 62 2.6 RIQUADRI R11 E R12 ...... 62

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9 BENI PAESAGGISTICI EX ARTT. 136 E 142 D. LGS. N° 42/04 E SUCC. MOD. 10 - Casa Marogna ora Righi in Via E. Costa

9.1 Riquadri R1 e R2 11 - Sedi Agenzie Fiscali Via Roma 53

1 - Complesso Archeologico del Nuraghe Losa 12 - Casa Dau in Via S. Anna 3

9.2 Riquadri R5 e R6 13 - Casa Liberty Dau - Campus

1 - Chiesa di San Simeone 14 - Palazzo sito in Emiciclo Garibaldi

2 - Recinto Megalitico di Mura de Sos Alvanzales 15 - Ospedale Civile Vecchio SS. Annunziata I

3 - Casa Antica in Via Regina Margherita 1 16 - Edificio architettonico contemporaneo

4 - Chiesa e Convento di S. Antonio 17 - Immobile denimonato ex Concerie Costa

9.3 Riquadri R7 e R8 18 - Chiesa di Santa Maria di Betlemme

1 - Chiesa e Convento di S. Antonio 19 - Casa in Via Michele Coppino 7

2 - Chiesa di San Pietro di Sorres 20 - Palazzo dell'Università

9.4 Riquadri R9 e R10 21 - Palazzo ex sede della Banca d'Italia

1 - Ex Monte Granatico in Via Roma 22 - Palazzo Giordano

2 - Ex Chiesa - Oratorio del SS. Rosario 23 - Palazzo de Vita in via Bellieni 23

3 - Chiesa della SS. Trinità di Saccargia 24 - Villa Caria ora Pozzo in Viale Caprera

9.5 Riquadri R11 e R12 25 - Chiesa di San Michele

1 - Parco di Monserrato 26 - Palazzo Boyl in Via Turritana 74

2 - Ospedale Psichiatrico Provinciale 27 - Collegio Canopoleno in Via Santa Caterina

3 - Villino Ricci in Viale Dante 28 - Palazzo Satta Figoni in Via Insinuazione

4 - ex convento di Sant'Agostino 29 - Palazzo Bozzo in Piazza Azuni

5 - Villa Mimosa o Sant'Elia e Parco annesso 30 - Palazzo ex Intendenza di Finanza

6 - Palazzo Sanna Cavanna in Viale Dante 31 - ex negozio Viale in Largo Cavallotti 18

7 - Casa di Via Torres 3a 32 - Palazzo Mannazzu

8 - Palazzo Brusco in Piazza d'Armi 13 33 - Chiesa di San Giacomo

9 - Casa Liberty in Via Armando Diaz 1 34 - Casa Manca in Piazza Duomo 11

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35 - Casa Antica in Via Duomo 7

35 - Casa desole (colonna e capitello)

35 - Palazzo San Sebastiano o Guarino

36 - Casa Defraia ora Guarino

37 - Casa Farris in Corso Vittorio Emanuele

38 - Palazzo Tola in Piazza Tola 41

39 - Casa Clemente in Via Carmelo 10

40 - Casa in Via S. Apollinare 51

41 - Casa Cugia in Via Rosello 25-27

42 - Cappella Aragonese in Corso Trinità

43 - Casa in Via Col di Lana 1

44 - Villino Sisini Castiglia

45 - Villa Farris (Villino Liberty)

46 - Complesso di San Quirico con Chiesa omonima

47 - Palazzo Baronale

48 - Casa gotico catalana in Via Canpolo 6

49 - Palazzo San Sebastiano in Via Mercato

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10 BENI PAESAGGISTICI EX ART. 143 D. LGS. N° 42/04 E SUCC. MOD. 10.2 Riquadri R3 e R4 10.1 Riquadri R1 e R2 1 – Nuraghe Ruju 1 – Nuraghe Medade 2 – Insediamento nuragico del Nuraghe Ruju 2 – Nuraghe Mura Mandra 3 – Nuraghe Taerra 3 – Insediamento nuragico del Nuraghe Mura Mandra 4 – Insediamento nuragico del Nuraghe Taerra 4 – Tomba dei Giganti 5 – Abitato punico – romano 5 – Nuraghe Perdosu 6 – Nuraghe 6 – Nuraghe Santa Cristina 7 – Nuraghe 7 – Villaggio nuragico del Nuraghe Santa Cristina 8 – Nuraghe Fenugu 8 – Tomba 9 – Insediamento nuragico del Nuraghe Fenugu 9 – Villaggio nuragico del Nuraghe Santa Cristina 10 – Nuraghe 10 – Fonte – pozzo del Villaggio nuragico del Nuraghe Santa Cristina 11 – Nuraghe 11 – Nuraghe 12 – Complesso nuragico Nuraghe su Figu 12 – Nuraghe 13 – Complesso nuragico Nuraghe Imbertighe o Columbus 13 – Nuraghe Quau 14 – Tomba dei Giganti di sa Pedra Longa 14 – Domus de Janas 15 – Tomba dei Giganti 15 – Ale ‘e couverte 16 – Edificio religioso San Lussorio 16 – Abitato punico – romano 17 – Nuraghe Cogolatzu 17 – Tomba dei Giganti 18 – Nuraghe 18 – Tomba 19 – Nuraghe Tossilo 19 – Tomba 20 – Nuraghe 20 – Nuraghe Losa 21 – Tomba dei Giganti 21 – Insediamento nuragico del Nuraghe Losa 22 – Tomba dei Giganti 22 – Fonte – Funtana su Puzzo e Losa 23 – Tomba dei Giganti 23 – Nuraghe Nurru 24 – Nuraghe sa Pedra

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25 – Nuraghe 8 – Nuraghe Ascusa

26 – Nuraghe Bidui 9 – Tomba dei Giganti Su Cadelanu

27 – Nuraghe 10 – Nuraghe Susugias

28 – Nuraghe 11 – Nuraghe

29 – Nuraghe Puttusuiles 12 – Nuraghe Pedra Lada e villaggio

30 – Nuraghe Chesso 13 – Insediamento nuragico

31 – Tomba dei Giganti Palatu 14 – Nuraghe

32 – Nuraghe Nuscadore 15 – Nuraghe

33 – Dolmen di Carrarzu Iddia 16 – Necropoli a Domus de Janas con rinvenimento di materiali fenicio – punico pre – nuragici 34 – Nuraghe Orosai 17 – Necropoli a Domus de Janas Funtana Elighe 35 – Nuraghe Bullitta 18 – Necropoli a Domusa de Janas Funtana Tuturche 36 – Nuraghe 19 – Nuraghe sa Sea 37 – Nuraghe 20 – Necropoli a Domus da Janas di Fuste Nieddu 38 – Nuraghe 21 – Nuraghe Santu Ainzu de Medrinu 39 - Nuraghe 22 – Nuraghe della Domus de Janas di Abba Niedda 40 – Nuraghe 23 – Chiesa di Santa Barbara 41 – Insediamento nuragico 10.4 Riquadri R7 e R8 10.3 Riquadri R5 e R6 1 – Necropoli a Domus de Janas Funtana Tuturche 1 – Nuraghe Ruggiu 2 – Nuraghe sa Sea 2 – Nuraghe 3 – Necropoli a Domus de Janas di Fuste Nieddu 3 – Necropoli ipogeica di Filigosa 4 - Necropoli a Domus de Janas Santu Ainzu 4 – Nuraghe Sporlo 5 – Nuraghe Santu Ainzu de Medrinu 5 – Nuraghe 6 – Nuraghe della Domus de Janas di Abba Niedda 6 – Nuraghe 7 – Nuraghe s’Enas 7 – Nuraghe Boes

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8 – Nuraghe

9 – Nuraghe

10 – Tomba dei Giganti di Plano Borgolo

11 – Nuraghe, villaggio e chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas

12 – Nuraghe

13 – Nuraghe

10.5 Riquadri R9 e R10

1 – Nuraghe

2 – Nuraghe

3 – Nuraghe

4 – Nuraghe Simbisue

5 – Necropoli romana 6 – Nuraghe

7 – Nuraghe

8 – Nuraghe Pedras Serradas

9 – Nuraghe

10.6 Riquadri R11 e R12

1 - Nuraghe

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APPENDICE 2: AREE SOTTOPOSTE A TUTELA IDROGEOLOGICA E AREE A VOCAZIONE SUGHERICOLA (STRALCI CARTOGRAFICA DAL PIANO FORESTALE AMBIENTALE REGIONALE).

INDICE

1 DISTRETTO “MONTIFERRU” ...... 64

2 DISTRETTO “MARGHINE-GOCEANO” ...... 66

3 DISTRETTO “MEILOGU” ...... 68

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11 DISTRETTO “MONTIFERRU”

Di seguito sono riportate rispettivamente due estratti cartografici, ricavati dalle “schede descrittive di distretto” allegate al Piano Ambientale Forestale Regionale

 Vincolo idrogeologico (RD 3267/1923); aree a pericolosità idrogeologica (L 267/98); fenomeni franosi;

 Aree a vocazione sughericola

LEGENDA:

svincoli di nuova realizzazione

viabilità in adeguamento/rifacimento

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12 DISTRETTO “MARGHINE-GOCEANO”

Di seguito sono riportate rispettivamente due estratti cartografici, ricavati dalle “schede descrittive di distretto” allegate al Piano Ambientale Forestale Regionale

 Vincolo idrogeologico (RD 3267/1923); aree a pericolosità idrogeologica (L 267/98); fenomeni

franosi;

 Aree a vocazione sughericola

LEGENDA:

svincoli di nuova realizzazione

viabilità in adeguamento/rifacimento

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Studio di Impatto Ambientale Quadro di Riferimento Programmatico 67 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DELLA S.S. 131 DAL KM 108+300 AL KM 209+500 - RISOLUZIONE DEI NODI CRITICI 1° E 2° STRALCIO Progetto Definitivo

13 DISTRETTO “MEILOGU”

Di seguito sono riportate rispettivamente due estratti cartografici, ricavati dalle “schede descrittive di distretto” allegate al Piano Ambientale Forestale Regionale

 Vincolo idrogeologico (RD 3267/1923); aree a pericolosità idrogeologica (L 267/98); fenomeni

franosi;

 Aree a vocazione sughericola

LEGENDA:

svincoli di nuova realizzazione

viabilità in adeguamento/rifacimento

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